Akyra e la guerra all'infero
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Book preview
Akyra e la guerra all'infero - Luca Giuffrida
56
Capitolo 1
Akyra corri corri, non possiamo perdere i fuochi! Anche quest’anno no, muoviti! Hai terminato il tuo lavoro o no?! Alle Tre Lune dovevi essere pronto, arrivo e non ti sei ancora sistemato, datti una mossa!
, disse Toggy due volte ad Akyra mentre bussava alla porta retrostante del Paninario dove lavorava. Arrivo, tre secondi e sono da te
. Akyra in un attimo si lanciò dal soppalco, buttandosi magicamente verso il candido pavimento di farina che imbottiva sofficemente tutto il suolo del Paninario fino a un’altezza di un metro e mezzo. Si cambiò rapidamente e fu pronto per scappar via. Grande Mayo, io vado la saluto
, salutò il suo capo mentre di tutta fretta correva via.Ciao Akyra non bere troppo
.
Era ora che arrivassi.. Ancora un po’ e mi avresti fatto perdere i fuochi, perdere i fuochi!
.
Dai corri invece di parlare, che poi t’innervosisci e dici le cose due volte
.
Toggy, soprannominato Toggy due volte dal suo amico, perché quando nervoso ed emozionato ripeteva le ultime parole due volte. Ah ah ah, simpatico il mitico Akyra dal naso bianco sporco di farina, buffo e stupido
, rideva Toggy premendogli il naso tinto di farina. I due ridendo e scherzando passarono per le strade antiche di Caspide, arrivando giusto in tempo per l’inizio della festa. I fuochi partirono, il cielo blu e le Tre Lune facevano da cornice alla maestosità dei Fuochi Caspidiani. Bommm
, partì il primo! Fiori rosati e azzurri caddero sulle persone, Bommm
, partì il secondo! Farfalle viola e bianche liberate dal botto, vive in mezzo la gente di Caspide per pochi secondi.Bommm
, il terzo fuoco! Un’aquila reale, enorme, diretta nella vallata nel bel mezzo della folla, wow
, strillò la gente, e già non c’era più. La festa iniziava, la gente si divertiva, vi erano tutti o quasi nella festa del Whisky che non c’è (chiamato così il whisky perché trasparente e si vedeva solo grazie ai bicchieri magici), la felicità si respirava nell’aria, baldoria, danze, risate, echeggiavano in quella vallata. Toggy prendi un altro bicchiere, prendi un altro bicchiere, ahahahah! Che ti verso un po’ di whisky
, scherzava Akyra con il suo caro vecchio amico Toggy. Se non fossi già mezzo ubriaco ti mostrerei tutta la mia forza, e ringrazia che ti voglio bene!
, giocavano i due mentre si abbracciavano, bevendo un altro bicchiere di Whisky che non c’è tutto di un calo. Strano che il Grande Saggio non sia qui tra noi, di solito è sempre presente a questa ricorrenza
. Il Grande Saggio, il più anziano di tutti, vivo da più di mille anni, con un’enorme esperienza alle spalle. Aspetto di un grande mago, capelli lunghi e bianchi, barba morbida che non finiva più, voce rauca, saggia e persuadente, lungo abito bianco e bastone alto quasi quanto lui. Nel mondo di Caspide non vi era una vita media, un’età in cui si sapeva di esser vicini alla morte. Le persone potevano vivere all’infinito, o morire dopo cent’anni, senza aver conoscenza alcuna, di tutto ciò che potessero incrociare dopo la scomparsa. Dipendeva da loro, dalla loro saggezza. Non ne erano a conoscenza, non erano consapevoli che la giustezza e la bontà d’animo, li avrebbe salvati, o fatti vivere più a lungo. Nessuno sapeva questo, non era ben chiara a nessuno questa peculiarità. La loro morte era un mistero, e una volta trovata, sparivano di colpo, lasciando polvere di stelle in quell’istante. Alla fine della serata i due si rivelavano sbronzi completamente, sbiascicando vertiginosamente e faticando violentemente nel cammino.
Tiii, tii hooooo mai detto chee heceeeee
, accennava sbiascicando Toggy.
Cosa?
.
Che sei il miglior amicococo che si puppupuò avere
.
Anche tu lo sei! Toggy due volte! Ahahaha!
E i due, ridendo si abbracciarono, capitombolando in terra ubriachi e felici.
Capitolo 2
Ih!
, si svegliava Akyra, sudato dopo un brutto incubo. Si alzò, si lavò il viso e fece immediatamente un’abbondante colazione. Viveva da solo, in una casa da tre camere, disposte per assurdo su tre piani differenti. Sottoterra la cucina e sala da pranzo insieme, mattonelle marroni sui muri e pavimento di terracotta. Al piano terra sala e ingresso, mentre al primo piano camera e bagno. Stesso stile ottocentesco, inglese e di buon gusto in tutte le camere. Si preparò e uscì di soppiatto, stando molto attento a non farsi vedere, passando per stagni, campi e strade secondarie. Da un’entrata segreta andò a trovare Filiano, ex scienziato un po’ mattacchione, rinchiuso ingiustamente in arresto casa sua, per un tempo ancora da stabilire. Filianooo, Filianoooo, sono io Akyra
, disse sotto voce. E bussò ancora lievemente, Filiano Filiano apri, ci sei?
. Di soppiatto aprì la porta quasi a spaventare Akyra, entra entra muoviti
, e lo trascinò di forza dentro. Entrare in casa di Filiano era come entrare in un museo della scienza, con un laboratorio scientifico e mille curiosità da scovare. Vi era sempre qualche novità, o qualche progetto su cui lavorava. Aveva la bellezza di settecentosettantasette anni, secondo solo al Grande Saggio. Aspetto un po’ trasandato, baffetti stretti e lunghi, occhiali piccoli, e sempre quel lungo cappello a cilindro. Con la sua gobba e la sua andatura lenta e goffa, con le sue molteplici gestualità bizzarre, aveva aspetto buffo, simpatico e di buon uomo. Ti ho portato un po’ di Whisky che non c’è
.Quanto mi mancava!
, rispose strappandoglielo dalle mani, versandosene subito un bicchiere. Guarda guarda ti mostro una cosa! Anche se ancora non ho ottimizzato il tutto, te la mostro lo stesso!
, disse galvanizzato Filiano. Voilà! I biscotti parlanti!
. No ti prego, ti prego, non ci mangiare, non ci mangiare
, i due biscotti impauriti si rivolgevano ad Akyra muovendosi in maniera schizofrenica in ogni direzione. Sono un po’ stupidi, ma con un miscuglio di scienza e magia li renderò intelligenti
.Mangia lui, mangia lui
, No no, mangia lui non me, lui non me
, continuavano stupidamente i due biscotti, facendo baccano e frastuono. Passata di una polverina sopra le loro teste da parte dello scienziato, e i due biscotti finivano di far casino, di far baccano, tornando normali in un battibaleno. Hai visto, basta poco
.
Caro Filiano debbo raccontarti una cosa
, interrompeva Akyra quei frangenti divertenti.
Raccontami, dimmi pure, sono qui che ti ascolto
Questa notte ho fatto un incubo, cose orribili ho sognato. La fine di Caspide, il sogno era un po’ vago, alcuni dettagli non mi sono chiari. Mi ricordo una grande luce nera, un grande scoppio, una voce infida che sogghignava e chiamava il mio nome, dicendo che la fine di Caspide era incombente, schiamazzi, grida, un inferno e poi mi son svegliato
.
Filiano che ascoltava tremendamente concentrato con sguardo impietrito, tutto di un tratto cambiò espressione e disse: tranquillo è solo un incubo, Caspide è al sicuro
. Filiano fu rinchiuso in arresto per via della Corte del Fato. La Corte del Fato era composta da dieci giudici, di aspetto goffo, grassotti e con lineamenti inglesi. Purtroppo la corruzione ebbe la meglio in quella giuria, sei su dieci erano corrotti e lui fu arrestato per false accuse. Lo scienziato era convinto che Caspide si avvicinava alla guerra del male, ma non ne parlo con nessuno, se non con pochi. Fu accusato di muovere paure e terrore nel regno di pace di Caspide, quando così non fu. Questo Akyra non lo sapeva, sapeva solo che, fu arrestato per un equivoco che ben presto si sarebbe risolto, rimanendo certo della totale innocenza di Filiano, scienziato mattacchione che conosceva da una vita.
Ho bisogno un grosso favore Akyra, devi dare questo biglietto al Grande Saggio
.
Al Grande Saggio? Non lo conosco neanche
.
Non ha importanza che tu lo conosca, non devi dargli di persona questo biglietto. Devi andare davanti casa sua e di nascosto infilarlo nella bocchetta della posta, è di notevole importanza, e di altrettanta importanza è che tu per nessun motivo legga questo biglietto
.
Tranquillo Filiano sarà fatto
.
I due si salutarono e Akyra uscì di soppiatto stando attento a non farsi vedere. Arrivò a casa, mettendo al sicuro il biglietto, nascondendolo per benino. Partì poi per andare al Paninario, dove doveva ultimare un breve lavoro. Il Paninario era il panificio del mondo di Caspide, dall’esterno aveva l’aspetto di un mulino, grande quanta basta e maestosamente mirabile in tutte le sue peculiarità. All’interno aveva piano terra e soppalco, il pavimento era a scacchi bianchi e neri, ma completamente coperto dalla farina utilizzata per i soffici pani, il tutto nella massima pulizia di quel magico mondo. Akyra amava il suo lavoro e arrivava sempre puntuale. Indossava il suo camice bianco, ai piedi due canovacci bianchi ripieni di lana e in testa un cappello di carta buffo e colorato. Lavorava col suo capo, il Grande Mayo, uomo buono di mezza età.Io vado Mayo, ho finito
, diceva saltando dal soppalco nella farina, lo faceva ogni volta, adorava farlo. Finì il lavoretto ancora più velocemente di quel che pensava, e una volta giunto a casa prendeva il biglietto nascosto, avviandosi poi verso casa del Grande Saggio. Doveva stare molto attento, sia per non farsi vedere da lui, ma anche per non dare sospetto agli Addetti del non Disordine. Erano una specie di poliziotti e non ce n’erano molti in giro visto il quieto vivere di Caspide. Avevano una divisa blu, con grandi bottoni bianchi sul petto e grandi cappelli blu in testa. Vegliavano in giro per Caspide, e la loro assenza risultava fittizia, per via della pace che sin dai tempi ha sempre regnato in questo mondo. Giusto qualche mattacchione, piccoli ladri, furbi manipolatori e niente di più. Il Grande Saggio viveva sulla collina delle Tre Lune, chiamata così perché perfettamente al di sotto delle Tre Lune; spettacolo che, di notte illuminava Caspide riportandola prodigiosa. Ahia!
, esclamò di soppiatto Akyra, dopo aver urtato piante pungenti durante il cammino verso la casa del Grande Saggio. Caspita debbo stare attento, ci possono essere anche le piccole piante spunta lividi!
. Erano piante carnivore che si trovavano nelle boscaglie più fitte, un loro buon morso, poteva far spuntare un livido, ma niente di preoccupante era solo fastidio e basta. Tra faune e sentieri il giovane Akyra arrivò vicino alla casa del Grande Saggio, si guardò intorno, controllò accuratamente i dintorni e pian pianino si avvicinò alla cassetta ambrata della posta. Crickkkk
, pestò per sbaglio una frasca, cavolo!
, si guardò in giro e non vide nessuno, tutto sembrava apposto, e finalmente lasciò quel biglietto senza neanche aver pensato mezzo istante di sbirciarci dentro. Nel ritorno, con più tranquillità e senza doversi nascondere, percorse le strade più agevoli passando davanti alla Scuola di Falena. La Scuola di Falena velava un grande mistero dietro di sé. Solo pochi vi erano entrati, e nessuno a parte pochi privilegiati, era a conoscenza di cosa si nascondesse in quella scuola e che cosa ne conseguisse l’ingresso. Molte leggende si erano costruite intorno alla scuola. Si afferrava l’idea che fosse una scuola di magia, che solo i giovani potessero entrare, ma non si comprendeva il come, come poter riuscire ad accedere, come valicare quella soglia da tanti ambita e da troppi sognata. Si narrava che, semplicemente fosse la scuola a scegliere il giovane alunno. Dal momento in cui un giovane si posava dinanzi alla porta