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SABATO 4 GIUGNO 2011 SETTIMANALE DE IL MANIFESTO SUPPLEMENTO SABATO 9 LUGLIO 2011 ANNO 14 N.

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SUPPLEMENTO SETTIMANALE DE IL MANIFESTO

ANNO 14 N. 22

SULLE TRACCE DI UNA FORZA INARRESTABILE CHE DALLA TORINO DEGLI ANNI 70 HA ATTRAVERSATO TUTTO IL PAESE ED ARRIVATA IN SICILIA. LA PEDATA DI DIO RACCOGLIE UN VENTO CHE NON LASCIA RIPOSARE LA POLVERE ALZATA DA MAFIA E SOPRAFFAZIONE

Lasciare libero il passo

DON CIOTTI ULTRAVISTA: LIBRI PER LESTATE SANTARCANGELO 41 CHIPS&SALSA ULTRASUONI: DE GREGORI, LA CONTESTAZIONE DEL SECOLO RAP & ROCK TALPALIBRI: CERONETTI DI STEFANO BERGERO LA BUR LE ROVINE DI MILANO/5 SEILER BACHMANN HANDKE

DOCUMENTARIO LA PEDATA DI DIO

Questo il noi che Libera tutti

Don Ciotti (foto Massimiliano Verdino); immagini dalla copertina del dvd La pedata di Dio (sopra) e momenti sul set durante le riprese del film (destra)

2) ALIAS N. 27 - 9 LUGLIO 2011

Il Manifesto
DIRETTORE RESPONSABILE

Norma Rangeri
VICEDIRETTORE

Angelo Mastrandrea Alias


A CURA DI

Roberto Silvestri Francesco Adinolfi (Ultrasuoni), Federico De Melis, Roberto Andreotti (Talpalibri) Con Massimo De Feo, Roberto Peciola, Silvana Silvestri
REDAZIONE

di Silvana Silvestri

a parola di don Ciotti ha messo in moto meccanismi di gigantesca portata, iniziative che partono da molto lontano, da una Torino che negli anni 70 stava per iniziare un inarrestabile declino, le lotte operaie sotto tiro e una generazione che sarebbe presto sparita, sottoposta allingresso mirato delleroina. Cos nasce il gruppo Abele. Ma oggi siamo in un altro secolo, la crisi diventata la normalit e vedere La pedata di Dio, il documentario di Tommaso DElia, Silvia Bonanni e Daniela Preziosi, ci apre alla speranza. Si racconta tutta la rete che avvolge il nostro paese con migliaia di presenze organizzate ad arrestare tutti i veleni che ci circondano, con la stessa forza con cui tentano di distruggerlo, tessuta ormai in quarantanni di lavoro. La mafia, le carceri, la droga, le violenze e le sopraffazioni hanno trovato in Libera, nel gruppo Abele e Arcobaleno e molto altro la risposta che meritano. Attraversiamo tutta lItalia da sud a nord in questo documentario (sar proiettato in pubblico alla festa di Libera a met luglio, ma si pu vedere sul sito di Arcoiris che lo ha prodotto), dalla legalit che si materializza attraverso le terre strappate alla mafia e che Libera gestisce, alla grande riunione dei familiari delle vittime di mafia che pronunciano uno dopo laltro i nomi dei familiari uccisi come a renderli presenti. Il cardinale Pellegrino disse un giorno a don Ciotti Luigi, la sua parrocchia sar la strada e lui lo ha preso in parola trasformando le strade dItalia in una grande assemblea di gente attiva che difende i poveri e gli ultimi, nei luoghi dalle sopraffazioni come il presidio di Libera allAquila che monitora il territorio, arriva fino a Bruxelles in pullman a dare una presenza collettiva nella giornata contro la corruzione, fa del gruppo Abele un luogo dove transitano 25 mila persone allanno da riabilitare e difendere, in una Torino che sembra fatta di gente indifferente (lui dice seriosa) ma capace di generosit, come i tanti volontari che nella fabbrica donata da Giovanni Agnelli praticano unaccoglienza impareggiabile. Il documentario si chiude con una sua citazione da don Albino Casati: vorrei che le chiese fossero come gli alberi che danno ombra, cibo, riparo agli uccelli per poi lasciarli volare via a sottolineare la sua idea della chiesa come luogo aperto. Com don Ciotti? un uomo come tutti, cio non come tutti di-

ce uno dei suoi e lo descrive perfettamente, attraversato da dubbi e contraddizioni. Ci vuole molto coraggio, lui ci insegna coraggio aggiunge. C voluto anche un bel po di coraggio, pensiamo, ad andare da lui e chiedere: possiamo fare un documentario su di te? Intanto perch sottolinea continuamente il lavoro collettivo: Io faccio la mia parte, dice questa non opera di navigatori solitari, questa la forza, questo il noi. Bisogna che la gente sappia che la povert non un destino, ma frutto di scelte politiche. Tra le firme della regia un documentarista di lungo corso, Tommaso DElia autore di bellissimi lavori dal latinoamerica, dalla Giordania, dallAfghanistan, poi in Cile con Daniela Preziosi per Calle Miguel Claro 1359, che prende il titolo dallindirizzo dellambasciata italiana a Santiago che durante la dittatura accolse 600 rifugiati (ufficialmente). Inoltre ha realizzato tre documentari dal Rototom Reggae Sunsplash Festival di Osoppo, un luogo dove la tolleranza strumento di trasmissione di saperi. La difficolt di raccontare la guerra e gli stermini si affiancano a La pedata di Dio, una pista difficile da seguire, per un personaggio che rifugge dal culto della personalit e dalla complessa mappa di iniziative da raccontare. Quali difficolt avete incontrato? Gi limpresa di riuscire a incontrarlo ci ha impegnato pi di un mese. Lo abbiamo incontrato nella sede nazionale di Libera. Gli ho detto che ero stato convocato da Arcoiris che mi aveva chiesto di fare un documentario su di lui. Avevo gi lavorato agli inizi di Libera con alcuni progetti su Roma. Lui ha risposto: No no, guarda su di me non se ne parla proprio. Per ha aggiunto se riuscite a fare i mille volti ,le mille storie, le mille facce, quel noi che cos importante, io poi ve le lego. Lui stato non solo oggetto, ma soggetto del documentario, lha un po comandato. Dovete andare l, dovete fare questo e questaltro. Laltra cosa bella stata quel rapporto distaccato ma anche intimo con lui che spero venga fuori. Emerge benissimo anche il mosaico di iniziative, dal sud verso il nord del paese. La prima cosa che abbiamo ripreso stata quella pazzesca e faticosa per noi, come sempre quando ti trovi di fronte al dolore degli altri: Luigi ci ha portato nella bellissima struttura di Terrasini, albergo chiuso dinverno e riaperto per accogliere delle giornate di studio e di lavoro insieme a trecento paren-

ti di vittime di mafia. Un impatto fortissimo. Eppure tu hai grande esperienza di situazioni al limite Quando lavori in maniera empatica in cui entri nelle storie perch ne fai parte, perch cerchi di abolire quel diaframma mostruoso che la macchina da presa o il microfono, non cos semplice. Stai con loro, gli stai accanto. Gli abbiamo chiesto: tu stai con loro, con questo dolore continuo. Come fai? Ha risposto: ma io sto in silenzio, ci guardiamo, ci tocchiamo le mani. La caratteristica del silenzio meno conosciuta della sua trascinante eloquenza. La cosa pi eclatante in lui che una persona pulita, una persona perbene. Poi siamo andati allAquila e abbiamo deciso di raccontare la storia con una troupe di giornalisti Rai, la nostra scelta stata documentare questo modello di documentazione: loro facevano la televisione e noi riprendevamo loro mentre la facevano. Lo dice anche Daniela Preziosi: per una volta ritornano nel cratere i giornalisti. Era il secondo anno. Come siete infine riusciti a farlo parlare cos a lungo? Ci ha tenuto molto sotto controllo dallinizio alla fine, sapeva quello che avevamo fatto a Torino. Torino una situazione molto speciale, il Gruppo Abele ha 600 persone che ci lavorano tra volontari e addetti, 25 mila persone che lattraversano, tra gruppi di contrasto, persone che transitano ogni anno. Stanno in questa fabbrica bellissima, regalata da Giovanni Agnelli, un fan di Luigi, con una delle biblioteche pi importanti sulla lotta alle mafie, estremamente specializzata, la consulta chi lavora su questi argomenti. Fuori della Fabbrica delle e, cos si chiama, fanno la raccolta della differenziata a Torino con centinaia di furgoni, tutti vengono da una cooperativa che ha esperienza di reinserimento di tossicodipendenti. Negli anni sono diventati i primi raccoglitori di differenziata di Italia.

Si parla di un uomo come tutti, cio non come tutti e soprattutto del noi, di come una moltitudine di addetti e volontari riescono a muovere i macigni in un paese immobilizzato dalla corruzione e dagli affari sporchi
LIBERO CINEMA
Libero cinema in libera terra il festival itinerante sui beni confiscati alle mafie VI edizione che si tiene dal 1 al 23 luglio in undici regioni, dal Piemonte alla Sicilia nelle cooperative di Libera Terra. La manifestazione organizzata dalla Fondazione Cinemovel, presieduta da Ettore Scola, in collaborazione con Libera, Associazione contro le mafie fondata da Don Luigi Ciotti. Ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia ogni estate scelgono di fare un'esperienza di volontariato e di formazione civile sui terreni confiscati, gestiti dalle cooperative sociali di Libera Terra. Oltre ad alcune tappe storiche come San Sebastiano da Po, Galbiate, Mesagne, Polistena, LAquila, Belpasso, Castel Volturno, questanno il festival nomade monter lo schermo anche nel modenese e poi a Matera, a Pollica, Isola Capo Rizzuto, Castelvetrano, Favara, Roccamena, Lanuvio. Il tour si conclude il 23 luglio a Firenze, alla Festa nazionale di Libera. In programma i film di Roberta Torre, Ascanio Celestini, Pasquale Scimeca, Laura Halilovic, Andrea Segre, Calabria, Ruggiero, D'Ambrosio (Biutiful cauntri), Pietro Marcello, Daniele Gaglianone, Marco Chiarini, Jafhar Panhai. Programma su www.cinemovel.tv, per sostenere liniziativa con piccoli fondi popolari www.produzionidal basso.com

Della Chiesa, ma anche tante vedove non raggiunte da nessun risarcimento. Infatti Libera lavora anche con gli avvocati per poter ottenere i risarcimenti per le persone semplici che non hanno accesso alle informazioni, altre che non possono averli perch non si trovano pi i cadaveri. In quella riunione si faceva il punto sulle leggi, anche su quella che dia la possibilit di andare a parlare nelle scuole come lavoro riconosciuto di pubblica utilit. Lintervista che gli abbiamo fatto alla Casa del Jazz, un luogo importante ed emblematico perch tolto alla banda della Magliana, ha accettato di farla solo alla fine dopo aver visto che lo avevamo seguito per sei mesi, compreso lavventuroso viaggio in pullman a Bruxelles arrivato con dieci ore di ritardo per problemi di neve (da quel viaggio abbiamo lintervista con Francesco Forgione lex presidente della commissione antimafia (la presenza dei mafiosi in Europa economia). O nella fabbrica donata da Agnelli sede di altre associazioni torinesi. Un aspetto che non abbiamo potuto toccare, ma che di grande importanza che lui referente per il ministero degli interni per le donne che denunciano la tratta e che risiedono in case protette. Avete toccato anche aspetti religiosi della sua attivit? Abbiamo cercato di farlo emergere, lui tiene alto laspetto pastorale, pi che laspetto teologico, secondo la citazione della lettera pastorale del cardinal Pellegrino vescovo di Torino indirizzata ai preti nel 72 che dice che la chiesa deve camminare con gli ultimi. Apriamo il documentario con una citazione del Vangelo in cui, nel corso di una tempesta, agli apostoli spaventati dalle onde Ges raccomanda di non aver paura. Torino stata segnata dallattivit di don Bosco. Ci sono dei riferimenti a lui? No, piuttosto a don Milani e ai grandi del cattolicesimo umile come padre Turoldo, che lo aiutava per le iniziative in carcere, di cui ricorda la frase lo spirito il vento che non lascia riposare la polvere. Pur con tanti limiti un personaggio carismatico, il gruppo Abele ha avuto non pochi problemi, lui vive blindato non si sa a che ora arriva, a che ora riparte, ma trova sempre il tempo per portare il suo appoggio alle persone che hanno bisogno. Come fai a sostenerli? chiediamo. Non faccio niente, li abbraccio. E sono povera gente, familiari di gente ammazzata. Con noi ha stabilito un rapporto. Ci vedeva. Fisicamente non si risparmia, non molla mai. Pi che per quello che dice importante quello che fa.. Con tutti i volontari ha un rapporto. Oltre allincontro con i familiari delle vittime per mafia, quali sono stati i momenti pi emozionanti del lavoro? Un altro momento stato il Natale in fabbrica, si riempito di volontari e beneficiati, tossici, puttane e zingari, Caselli ed altre autorit, tutti insieme, un vero presepe umano. Non produce soldi lobby politiche. Quando capisce che c autenticit in quello che fa, la gente semplicemente si mette a disposizione.

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Torino una citt che a un certo punto sembrava senza speranza, oggi rinata. Noi facevamo le riunioni tra Torino e Pinerolo negli anni 70, poi diventata una citt buia ed ora una citt quasi colorata. Il gruppo Abele ha 45 anni di et. Noi abbiamo ripreso per puro caso il loro anniversario, ma per loro stata una cosa molto importante. Nasce da un incontro su una panchina, come racconta, dalle parole di un barbone che un tempo era stato medico e ora un insieme di attivit produttive e non, perch chiaro che la riduzione del danno non pu essere produttiva, oppure laccoglienza di donne sole che girano nel quartiere senza sapere dove andare a dormire, con bambini, spesso immigrate ma non solo. C unattivit furiosa del gruppo. Come lo avete convinto? (chiediamo alla coautrice Daniela Preziosi che lo intervista nel documentario) stato difficile convincerlo, abbiamo dovuto fargli capire che eravamo seri. molto attento a non farsi costruire laureola perch questo non lo renderebbe credibile. Lui dice: io non esisto, c solo il noi, le mille facce, le mille esperienze. Ogni volta che portavamo la camera su di lui, si allontanava, poi ha capito che andavamo nei posti a seguire le attivit e non lui e alla riunione dei familiari delle vittime per mafia fatta a porte chiuse siamo stati lunica telecamera ad avere il permesso di riprendere. L cerano le persone pi conosciute, i familiari di Falcone, Nando

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In copertina: Dzerina Dace: Touring Dance Teacher

ALIAS N. 27 - 9 LUGLIO 2011 (3

EUROPA
CULT

INSOSTENIBILE

LETALE

RIVOLTANTE

SOPORIFERO

COSI COSI

BELLO

MAGICO

CLASSICO

ANCORA TU!
DI ANDY FICKMAN; CON KRISTEN BELL, SIGOURNEY WEAVER. USA 2010

Due libri, entrambi editi da Voland, in tema di aerei. Anzi: di incontri con sconosciuti allaeroporto, o una volta a bordo. Cosmetica del nemico, firmato da Amlie Nothomb, subito inquietante nella sua trama semplicissima: un uomo di affari viene agganciato da un tizio, il quale comincia a parlargli. Il businessman tenta di sganciarsi, ma invano. Il tizio dichiara che non lo lascer mai in pace. Seguendo dialoghi fulminanti, la voglia di riempire di botte lodioso chiacchierone, aumenta nel lettore pagina dopo pagina. Come andr a finire? Ci mancherebbe altro, se ve lo svelassimo. Tatami si svolge nella pancia di un jet che vola da Madrid a Tokyo. Seduto accanto a Olga, c un passeggero che senza reticenze inizia a raccontarle della sua passione per il voyeurismo. Olga, a tutta prima, si scandalizza. Poi cede allimpulso di fare domande, accorcia le distanze nei confronti dellambiguo personaggio, lo ascolta con attenzione crescente. Le ragioni di questo cambiamento, forse, hanno radici anche in lei. Acquistateli per leggere durante il viaggio. In aereo, ovvio. Amlie Nothomb, Cosmetica del nemico (pp. 84, Euro 7, Voland) Alberto Olmos, Tatami (pp. 101, Euro 12, Voland)

Quando Marni, giovane donna in carriera nel settore delle pubbliche relazioni, torna a casa perch suo fratello maggiore sta per sposarsi, scopre che la promessa sposa Joanna, sua ex rivale ai tempi del liceo. Decide allora di fargliela pagare a sua volra. Le cose si complicano quando la madre di Marni, incontrando la zia di Joanna, si accorge che anche loro erano compagne di liceo e nemiche per la pelle.

BIG MAMA: TALE PADRE TALE FIGLIO


DI JOHN WHITESELL; CON MARTIN LAWRENCE, BRANDON T. JACKSON. USA 2011

Dopo Big Mama ed Fbi Operazione tata torna l'agente speciale Malcolm Turner,abile nei travestimenti e con lui c' suo figlio Trent diciassettenne. Insieme si travestono e cominciano ad investigare in una scuola femminile di arti dello spettacolo dopo che Trent stato testimone di un omicidio. Spacciandosi per Big Mama e Chairmane, padre e figlio dovranno trovare l'assassino prima che lui trovi loro.

ITALIA Due titoli, dove solo la fotografia a parlare. Portano la firma di Attilio Cristini, che fin dagli esordi ha scelto di puntare lobbiettivo sulle tematiche sociali. LAquila rinasce documenta il lavoro nei cantieri, negli uffici, nelle strade, per ricostruire, soccorrere, restaurare. Cronaca asciutta in bianco e nero di una fatica quotidiana, fuori dalla retorica politica e dagli appalti truffaldini. Le Marche di Cristini sono le chitarre e le fisarmoniche de Il mestiere dei suoni, reportage sugli artigiani che tra Castelfidardo e Recanati sfidano le tecnologie e i ritmi industriali per continuare a produrre strumenti dalla voce incantevole. Sfidano le cifre dellaudience e dello share ogni giorno, da 15 anni, i protagonisti di Un posto al sole, serie tv talmente unica da non poter venir classificata n come soap opera, n come telenovela. In onda dal luned al venerd su Rai 3, conta un pubblico di tre milioni di adepti, tra cui numerosissimi sono gli appartenenti allarea della sinistra. Loro, ma non solo, si lascino condurre da Un posto al sole, il Libro, attraverso una Napoli di cui bisogna rifiutare lomologazione a citt della spazzatura. Dvd della prima puntata, in allegato. Bella, sorniona, amara e cialtrona, la Napoli de Il paradiso pu attendere. A volte, guida dentro lanima della citt con tutti i suoi enormi guai e linossidabile veracit dei suoi sorrisi popolari. Il libro si addentra tra i vicoli e respira lungo i corsi e le piazze, lasciandoci lettori irrisolti di fronte alleterno Mistero Napoletano. E irrisolta, densa di verit nascoste, la morte di Carlo Giuliani durante gli scontri a Genova del 2001. Becco Giallo, una certezza editoriale nel panorama della graphic novel, ricorda quei fatti attraverso Carlo Giuliani, il ribelle di Genova. Afferma leditore: ... Per noi, pubblicare questo libro significa provare a superare lo schema ragazzo con estintore contro ragazzo con pistola... riscoprendo da una parte il Carlo Giuliani ragazzo, dallaltra tutti quegli elementi troppo spesso taciuti, che hanno portato alla sua morte e ai pi maldestri tentativi di depistaggio. Nota a margine: fino al 24 luglio, Palazzo Ducale ospita la mostra Cassandra. Genova 2001 Genova 2011 per raccontare il decennio di un movimento che si radun nel capoluogo ligure in pacifica contrapposizione al G8 e venne massacrato da polizia e carabinieri. Lei la Duchessa del nulla che d titolo a unopera difficile da inscrivere con certezza in una precisa categoria letteraria. Lui un bambino, il fratello di Edmund, che lo ha abbandonato insieme alla duchessa. Rimangono senza nome i

due protagonisti, creature fluttuanti in una Roma vuota, fatta di topografie appena accennate, immensa e immobile. Dove sono, perch sono l, a quali principi si ispira leducazione che la Duchessa vuole (vorrebbe) trasmettere al bambino annientando con un disprezzo pi triste che crudele il matrimonio, i poeti, la scuola, lamore stesso? Forse, vivono e camminano nel nulla del tempo, dello spazio, della vita. Al termine del lungo monologo, la Duchessa scrive: Vado verso nord, a Roma. O almeno credo sia il nord. Attilio Cristini, LAquila Rinasce (pp. 91, Euro 22), Il mestiere dei suoni (pp. 94, Euro 25), Edizioni Lavoro Marco Mele, Un posto al sole, il Libro, (pp. 254, Euro 18, Testepiene) Gaetano Amato, Il paradiso pu attendere. A volte (pp. 174, Euro 12.90, Testepiene) F.Barilli/ M. De Carli, Carlo Giuliani, il ribelle di Genova, (pp. 144, Euro 15, Becco Giallo) Heather McGowan, Duchessa del nulla (pp. 173, Euro 16, Nutrimenti)
FRANCIA Cominciamo con Avanti, in cammino, sottotitolo Vivere a quattro chilometri lora, pellegrini verso Santiago. Santiago quella di Compostela, e non dite che palle, lennesima guida sulla via mistica!. Lautrice, accanita tabagista e pigra fino alleccesso, accetta lavventura a piedi come pacifica sfida alle sue poco sane abitudini. Parte, e redige un diario di viaggio dove riversa ironia e leggerezza, ma anche domande e considerazioni. Quasi un romanzo, certo pi di un semplice taccuino. Finalmente radunata in un solo volume, La trilogia di Fabio Montale, firmata da Jean Claude Izzo. Fabio, il poliziotto eternamente contro la propria vita, si trasforma, al fianco del viaggiatore attento e tra le pagine di Casino totale, Chourmo, Solea, nel cicerone ideale per chi intenda scoprire quei luoghi di Marsiglia lontani da giovani creativi e barman acrobatici. Il veleno della maldicenza ha i suoi migliori effetti nella vita di provincia. A Tulle, sud ovest della Francia, regione del Limosino, per 5 anni, dal 1917, viene iniettato attraverso migliaia di lettere firmate Locchio della Tigre. Vizi, segreti, malvagit, si annidano, stando allOcchio, negli ambienti della Prefettura. Lopinione pubblica nazionale seguir inquieta (chi non ha scheletri nellarmadio?) la vicenda, vera, finita in tribunale e ri-

costruita nel libro Le calligrafie del corvo, degna di un noir di gran classe. Un russo racconta Parigi a bordo di un taxi, in Strade di notte. La Ville Lumire di Gazdanov sfavilla anche lungo i boulevard, ma ben pi sovente contorce le sue viscere nel buio di personaggi dai destini desolanti e desolati. Puttane e ministri, nobilt decaduta e preti, filosofi e operai, si raccontano buttando via ogni reticenza. Lo stile di Gazdanov, vicino al gotico, ma capace di alleggerirsi grazie a unironia mai fuori luogo, ha portato i critici ad accostarlo al Nabokov di Lolita. Giustamente. Alix de Saint Andr, Avanti, in cammino (pp. 270, Euro 18, Terre di Mezzo) Jean Claude Izzo, La trilogia di Fabio Montale (pp. 690, Euro 19.50, edizioni e/o) Francette Vigneron, Le calligrafie del corvo (pp. 423, Euro 19.50, Nutrimenti) Gajto Gazdanov, Strade di notte (pp. 201, Euro 20, Zandonai)
PORTOGALLO Uno ha fatto dellimmobilit lo spirito e la ragione della sua vita e della sua letteratura. Laltro mette al centro di un piccolo libro, il viaggio forzato e le illusioni di un migrante. Nel titolo delle due opere, il nome di una citt: Lisbona. Mai scrittori sono stati cos distanti come il Pessoa di Lisboa, quello che il turista deve sapere, e il Ruffato di Sono stato a Lisbona e ho pensato a te. Il viaggiatore immobile Fernando costruisce unanomala guida; mentre Luis, di certo ben disposto ai cambiamenti, se non altro guardando alla sua vita, si limita a catapultare il protagonista del romanzo, Serginho, da una cittadina dello stato brasiliano del Minas Gerais nella capitale lusitana. Se le pagine di Pessoa trasudano spleen nella descrizione di strade e luoghi, Ruffato allestisce una scenografia popolare fatta di pensioni tristi come i bar e le trattorie, di panorami urbani che si spezzano contro i muri dei vicoli, di amicizie nate da una placida disperazione. Fernando ha sempre fumato, Serginho ricomincia a Lisbona. Fernando ha baciato una sola volta una donna, Serginho si innamora della prostituta Sheila. La vostra estate a Lisbona ha bisogno di tutti e due. Fernando Pessoa, Lisboa, quello che il

turista deve sapere (Voland, pp. 112, Euro 7) Luiz Ruffato, Sono stato a Lisbona e ho pensato a te (La Nuova Frontiera, pp. 94, Euro 12)
EUROPA DELLEST E BALCANI La piccola (nel formato) e accurata (nei contenuti) collana Off the Road delleditore Vallecchi, propone in Caduti dal Muro il racconto/dialogo tra due autori lontani per et, di una caduta che, con effetto domino, ha travolto il pianeta dopo aver riunificato lEst e lOvest di Berlino. Diario da backpacker, il viaggio attraversa una buona porzione di mondo, appassiona, porta a riflettere, e arriva fino in Cina, dove un altro Muro racconta molte e assai diverse cose, soprattutto oggi. Lui Michael Palin (ricordate i Monty Phyton?), scrittore della guida Viaggio nella Nuova Europa. Non stupitevi di questo insolito ruolo, e acquistate un manuale di viaggio allinsegna dello stile Monty, senza per questo scivolare mai nellinattendibile. Dalla quarta di copertina: Irudoterapia con le sanguisughe, sfilate ungheresi e treni a vapore di boscaioli ungheresi, Wrestiler in olio di oliva.... Benvenuti nella fantastica Nuova Europa. Nessuno come Michael sapr mai raccontarvela cos. Ha qualche analogia narrativa con Neve di Orhan Pamuk, I fiumi del Sahara. Qui non siamo in un paese sperduto della Turchia, ma in un altrettanto sperduto villaggio della provincia albanese, ai tempi del socialismo, dove un giovane nato e torna a far visita a parenti e amici. Una frana, seguita da una fitta nevicata, trasforma il breve soggiorno in prigionia. Nellisolamento forzato, mutano, giorno dopo giorno, i tratti crudeli dello scenario umano. Nascosti prima di allora sotto una patina di noia e indifferenza. La narrazione resa avvincente grazie a una perfetta miscela di sentimenti, passioni, conflitti, tensioni che sfiorano la follia. Schiavo inquieto di una vita che non gli appartiene, Rudi, il protagonista de La finestra russa, dopo essersi mal cimentato con gli studi e il mestiere di attore, abbandona la sua Belgrado per trovare una via di uscita prima a Budapest e poi in Germania. Ma un Paese,

DREAMLAND - LA TERRA DEI SOGNI


DI SEBASTIANO SANDRO RAVAGNANI, CON FRANCO COLUMBU, TONI SPERANDEO. ITALIA 2010

La storia ambientata nel 1951, dal Sud Italia al quartiere italiano di Milwaukee nel Wisconsin. Un ex pugile di origine italiana, vedovo e stimato da tutti ma spesso vittima di angherie da parte delle gang locali, riconosce nel capo di una di queste il proprio figlio adottivo e lo convertir alla lotta per i diritti umani e per una vita senza violenza. Ravagnani autore televisivo (Domenica In, Fantastico, Circo di Mosca, Sabato al circo 2) e ha scritto la biografia di Moira Orfei.

IL VENTAGLIO SEGRETO
DI WAYNE WANG; CON BINGBING LI, GIANNA JUN. CINA USA 2011

Nella Cina del XIX secolo, due bambine si giurano amicizia eterna e diventate grandi comunicano tra loro inviandosi un ventaglio su cui scrivono con il linguaggio segreto delle donne, il nu shu. Parallela a questa scorre una storia di amicizia nella Shangai contemporanea. Dal romanzo di Lisa See Fiore di neve e il ventaglio segreto.

SEGNUE A PAG 10

4) ALIAS N. 27 - 9 LUGLIO 2011

ASIA
un posto reale, quello che davvero cerca Rudi? Lintrico di amori che accompagnano il suo cammino meritano davvero di chiamarsi tali? E la sua fuga una corsa in avanti, o un cammino a ritroso nel tempo? Tito Barbini/Paolo Ciampi, Caduti dal Muro(Vallecchi, pp. 300, Euro 12) Michael Palin, Viaggio nella Nuova Europa (Sagoma, pp. 380, Euro 18) Ardian K. Kyyku, I fiumi del Sahara (Zandonai, pp. 120, Euro 13) Dragan Velikic, La finestra russa (Zandonai, pp. 325, Euro 22.50)
SCANDINAVIA Siete tra coloro che aspirano a cambiar vita trovando un Buen Retiro fuori dal caos materiale e morale della nostra cosiddetta civilt? Se il vostro orizzonte non guarda solo verso la Toscana o le isole esotiche, leggetevi Lallegra apocalisse, ambientato tra i boschi finlandesi del Kainuu. Asser Toropainen, comunista fino alla morte, finalizza la sua eredit alla costruzione di un tempio nascosto in mezzo alle fronde. Gi ledificio nulla aveva di sacro, ma ci penser la comunit che pian piano intorno al tempio si raduna, a trasformarlo nel simbolo di una Cit-

t Ideale e autarchica, dove gli eredi di Assler lavorano e se la spassano alla faccia di un mondo, vicino e lontano, sempre pi sprofondato dentro il buio dei valori e dei falsi miti. La galleria dei personaggi, le descrizioni dei loro caratteri, il racconto delle vicende, sono resi mirabilmente accattivanti dalla penna di Arto Paasilinna. Restiamo nelle foreste, questa volta svedesi, e seguiamo, in Luomo che mor come un salmone, le indagini della detective Therese Fossner, arrivata da Stoccolma nel paesino di Pajala per risolvere uno strano delitto. Lanziano Martin Udde stato ritrovato nella sua villetta, trapassato da una fiocina per la pesca del salmone. Inutile dire che la trama gialla, anzi noire, del libro, senza rinnegare lorigine narrativa, entra nelle pieghe della piccola comunit, lingua compresa. Gli abitanti di Pajala parlano da sempre il Menkieli, e Therese convinta che proprio in tale idioma si nasconda la causa dellomicidio. Arto Paasilinna, Lallegra apocalisse (Iperborea, pp. 315, Euro 16) Mikael Niemi, Luomo che mor come un salmone (Iperborea, pp. 322, Euro 16.50).

Mai cos appropriato suona, in Assenze asiatiche, laggettivo misterioso che spesso accompagna con faciloneria di suggestioni la geografia culturale dellOriente. Consegnato al secolo dei jumbo e del turismo organizzato, lOriente non uno solo; non ha la sua spina dorsale nellesotismo, non si nasconde per aumentare il proprio fascino ad uso dello straniero in cerca di storie dal raccontare poi nel salotto di casa. LOriente vero quello dei sei reportage che Bscher ha realizzato tra India, Nepal, Cina, Cambogia e Giappone. Se davvero amate lOriente perch ne siete stati, o ne siete, frequentatori per vacanza, fate vostro questo libro, senza dubbio spiazzante. Ibis buon cacciatore di titoli che sembrano appartenere ad altri tempi e ad altri viaggi. Esempio viene dal monumentale e magnifico LIndia, Una guida culturale per il viaggiatore: quasi 600 pagine e quasi unenciclopedia, che consigliamo caldamente a chi nel Paese torna, o va per la prima volta. Lautore divide la sua opera in sei capitoli, di cui lultimo dedicato proprio al viaggio. Come a dire: bene, adesso siete pronti. Mappe di itinerari e mappe interiori le disegna il bel romanzo La fortuna di perdere, dove si narra del viaggio di Ric alla ricerca dellamico Francesco, fuggito 7 anni prima in seguito allaccusa di aver ucciso un politico, e improvvisamente avvistato a Delhi. Ric lascia Genova, e finisce a Roma, a Delhi, nel Kerala, nello Sri Lanka, a Parigi. Il finale libera lettori e protagonisti. La forza dellinsieme narrativo si deve alla bravura dellautore

LIBRI PER LESTATE

Sul tappeto volante


di Luciano Del Sette
libri ci salvano, come sempre. Anche in questa estate, lo scrivevamo gi lo scorso anno e purtroppo dobbiamo tornare a riscriverlo, che ha imposto a molti di noi di rinunciare a un viaggio. Ma abbiamo i libri, che con le loro storie, le loro geografie, i loro personaggi, diventano tappeti volanti su cui possiamo salire senza biglietto, senza che nulla e nessuno riesca a fermare il volo che ci porta in capo al mondo. I libri ci salvano, perch non conoscono le barriere dei confini. Arrivano nelle nostre mani, li apriamo, e siamo gi partiti. Per dirla con Paolo Conte, i libri sono lAfrica (lEuropa, lAsia, le Americhe) in un giardino dove loleandro divide il suo spazio con il baobab.

Libri per viaggiare meglio, magari senza neanche partire. Per dirla con Paolo Conte, i libri sono lAfrica in giardino, dove loleandro convive col baobab

nel sovrapporre le mappe dei luoghi e dellanima cui si accennava pi su. Spassosissimo e delicatamente irritante, Mama Tandoori racconta la vita dellautore e della sua famiglia, met olandese e met indiana. Il mite padre, Theo, ha sposato Veena, arrivata nel Paese dei tulipani da Bombay, e con lei ha fatto tre figli (Ernest il minore); la nonna Voorst ama mostrarsi nuda sul balcone di casa, lo zio Sharma, un volto noto di Bollywood. Ma la vera, straripante, sfacciata protagonista Veena, capace di accumulare una piccola fortuna, senza preoccuparsi di quelli che le stanno intorno. Da una tipa cos, meglio stare alla larga! Ricordate il film Lost in Transaltion? La Hong Khong sullo sfondo della trama era gi stata consegnata alla Cina Popolare, mentre la Hong Kong di Luomo con il cappello di legno ha ancora architetture, atmosfere, voci, templi e incensi, di quando sullisola regnava la corona britannica. Il libro continua a seguire, dopo Figlio dellImpero Britannico, le vicende (questa volta coniugali) di Old Filth, al secolo Edward Feathers, nato in Malesia, cresciuto in un orfanotrofio, e divenuto un grande avvocato. Fanno da contorno non secondario alla vicenda, divisa tra Hong Kong e Londra, Malta e la campagna inglese, strampalate figure quali lesperta di messaggi cifrati e il nano con le carte da gioco nel cappello. Le dieci righe iniziali del terzo capitolo sono impeccabile descrizione della baia della citt al tramonto. Lo scorso anno, Il Mulino ha pubblicato un saggio sul Giappone, dal titolo Il paese pi stupido del mondo. Nel 2011, terremoto, tsunami e Fukushima hanno imposto allattenzione del comune cittadino occidentale, un Paese che se da un lato sa affrontare le catastrofi naturali, dallaltro appare fragile e ambiguo al cospetto di emergenze nate da ci che ha scelto e voluto, il nucleare nello specifico. Tale contraddizione ben si addice allo spirito del lavoro di Claudio Giunta, che afferma: Se parlate con un europeo che ha vissuto 20 anni in Giappone, vi dir 20 anni non sono sufficienti. Avevo le idee pi chiare, quando sono arrivato qua. ... questo un saggio sul Giappone nel quale non si dice niente di profondo o di originale... Il Giappone rende tutto pi difficile, interessante e, inevitabilmente, superficiale. Ma la superficie conta. Per concludere un titolo da non perdere, nel labirinto delle librerie. Suppliziario salagariano, viaggio tra la feccia e il trash dei personaggi di Emilio Salgari, non solo nei romanzi del ciclo delle Tigri. Torture, vessazioni, ingiurie, sacrilegi, esecuzioni capitali, botte da orbi, sono stati raccolti in unantologia che, senza nulla togliere al bravo Emilio, ne mette in evidenza la vena vagamente sadica. Prefazione, ironica ed efficace, di Antonio Bozzo. Wofgang Bscher, Assenze asiatiche (pp. 138. Euro 13, Voland) Alvaro Enterra, LIndia, Una guida culturale per il viaggiatore (pp. 576, Euro 26, Ibis) Piero Elia, La fortuna di perdere (pp. 246, Euro 17, e/o) Ernest Van Der Kwast, Mama Tandoori (pp. 280, Euro 16.90, Isbn) Jane Gardam, Luomo con il cappello di legno (pp. 246, Euro 18, e/o) Claudio Giunta, Il paese pi stupido del mondo (pp. 176, Euro 14, Il Mulino) Santi Urso (a cura di) Suppliziario salgariano (pp. 102, Euro 13, Zandonai).

AFRICHE
Piccole escursioni sparse sul tappeto di un continente che trascina e travolge, a cominciare dalle sue musiche. Di alcune di esse d testimonianza La musica del deserto, con un sottotitolo allettante, Da Timbuctu a Bamako alla scoperta dei suoni del Sahara. Lautrice, Anna Jannello, a lungo giornalista del settimanale Panorama, viaggia seguendo la formula del Turismo Responsabile, e dunque il suo sguardo particolarmente sensibile. Tre settimane raccontano il Mali del Festival au desert, i concerti a Bamako, le sonorit raccolte scendendo le acque del Niger, o girando per Timbuctu. Jannello non scrive nei panni della specialista, ma indossa quelli di una viaggiatrice attratta da percussioni e pizzicar di corde che evocano storie antiche, da parole che emozionano pur non comprendendole. Nellattesa, speranza forte, di poter tornare in una Libia senza Gheddafi, e guarita dalle profonde ferite dei bombardamenti liberatori, leggetevi Da Tripoli al Messak, percorso, anche storico, nella Libia minore, fino a raggiungere le stupefacenti incisioni rupestri del Messak. Lautore, Luca Cosentino, si tiene ben lontano da narrazioni egotiste, dando vita a un racconto da cui traspaiono lamore e lammirazione per un Paese magnifico. Era il 1939, quando Curzio Malaparte part come inviato del Corriere della Sera verso lAfrica. Aveva poco meno di 40 anni, ma seppe indagare luniverso africano e farlo suo, inviando in Italia articoli di impressionante lucidit ed efficacia, oggi raccolti in Viaggio in Etiopia e altri scritti africani, raccomandato senza esitazione. Amara Lakhous, scrittore algerino che vive a Roma, ci aveva gi sorpreso e divertito con i suoi due precedenti lavori, Scontro di civilt per un ascensore a piazza Vittorio e Divorzio allislamica a viale Marconi. Con Un pirata piccolo piccolo, adotta un passo narrativo diverso, ugualmente destinato a lasciare unimpronta. Hassinu, impiegato alle poste di Algeri, nato il 29 febbraio, scopre allimprovviso di avere 4 anni in pi rispetto ai 36 fino ad allora dichiarati. Quattro anni di vita in meno. Un furto, cui Hassinu si ribella. Scritto con largo anticipo rispetto alle recenti ribellioni che hanno trafitto le dittature di Maghreb ed Egitto, la vicenda uninvocazione alla libert, chiesta per prima proprio dallAlgeria. Muhammad viveva in una zona desertica e inospitale, non molto distante dalla Mecca, abitata da un popolo miserabile e intriso di paganesimo. Era analfabeta, ma lo spronavano la sete di giustizia, la speranza di un mondo migliore anche per le donne, la lotta allidolatria, il desiderio di diffondere listruzione. Muhammad Il messaggero, deriso fino alla notte in cui dio gli apparve e gli parl. Kader Abdollah rivisita la figura di Maometto in forma letteraria, partendo dalla convinzione che lapproccio allIslam sia possibile solo conoscendo il Profeta. Preceduto da unintroduzione di Isabella Camera dAfflitto, Le stelle di Gerico intitola i suoi 10 capitoli ad altrettanti

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Una lettura argentina per grandi e piccoli: Lestate che uno diventa grande, di Francesca Capelli, o il racconto di Jules Verne, La giornata di un giornalista americano nel 2890
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elementi naturali (lapislazzuli, cristalli, rame, loro nero...) tramite i quali Liana Badr, esule a Ramallah, descrive i luoghi della sua Palestina e il dolore di non poterci tornare. Badr popola le pagine di figure ed episodi che attraversano vicende personali, e accadimenti storici dimenticati. Forte laccento sulla quotidianit di una patria mai abbastanza rimpianta. Unaltra donna, Monique Agnor, ci porta, con Figli della notte, in navigazione tra Comore, Madagascar, Syechelles. Lo fa scegliendo una rotta il cui fine avvicinare il lettore, in 7 racconti, ai riti, alle leggende, alle figure, ai mondi onirici e reali, costruiti dalle diverse etnie di quelle terre. Parallelamente, Agnor lancia un forte messaggio contro le tante minacce che, di quelle terre, insidiano lintegrit culturale e ambientale. Anna Jannello, La musica del deserto (pp. 141, Euro 7, Terre di Mezzo) Luca Cosentino, Da Tripoli al Messak (pp. 205, Euro 7.50, Terre di Mezzo) Curzio Malaparte, Viaggio in Etiopia e altri scritti africani (pp. 240, Euro 9, Vallecchi) Amara Lakhous, Un pirata piccolo piccolo (pp. 182, Euro 17, e/o) Kader Abdallah, Il messaggero (pp. 297, Euro 17, Iperborea) Liana Badr, Le stelle di Gerico (pp. 231, Euro 15, Edizioni Lavoro) Monique Agnor, Figli della notte (pp. 108, Euro 12, edizioni Lavoro)

AMERICHE
West dei tempi che furono e dei nostri, in tre opere assai differenti tra loro. Esce il 14 luglio, Il grande libro del Western Americano: oltre 300 pagine, divise in Racconti e leggende, Scritti, Canzoni e ballate, Glossario del West. Tra gli autori degli Scritti, Theodore Roosvelt e Washington Irving; nei Racconti spiccano le firme di Mark Twain, Zane Grey e Jack London. Davvero imperdibile. Fa a pezzi il mito del West Percival Everett con Il paese di Dio. Sulla copertina, come in un film di Sergio Leone, la scritta Menti, ruba, inganna e, se non funziona, prega. La storia, 1871, inizia con il protagonista, spregevole vigliacco, che assiste da lontano allincendio della propria casa e al rapimento della moglie per mano di una banda di delinquenti. Dopo aver assoldato un cacciatore di taglie, parte con lui alla ricerca della consorte. Ed proprio usando il filo del viaggio, che Everett tesse la trama di un West da B movie e tv, ricamando tutti ma proprio tutti gli stereotipi. A libro terminato, vengono in mente i fratelli Cohen, lEastwood leonino e, va da s, John Wayne. West con jeep e tv in Notte di sangue a Coyote Crossing. Servendosi di una chiave che gira nella serratura del pulp e del noir, la trama ha schema classico: un paese dellOklahoma, tranquillo come il suo vice sceriffo, tre uomini che vi irrompono per vendicare la morte del fratello e minacciano fuoco e fiamme. Ma il cadavere scomparso e il vice sceriffo deve ritrovarlo in una notte. Impresa complicata da sparatorie, incendi, inseguimenti, mentre il marcio della citt viene a galla. E, tanto per rimanere nel classico, arriva la sfida finale. Era il 1889 quando la rivista The forum pubblic un racconto di Jules Verne, La giornata di un giornalista americano nel 2890. Immaginando lAmerica di un secolo dopo, Verne mette al centro della vicenda limprenditore Francis Bennet, proprietario di un impero editoriale. Bennet muove immensi giri di affari, finanzia imprenditori e ricerche scientifiche. Ma, sopra ogni altra cosa, controlla linformazione, e grazie a ci naviga come un capitano di lungo corso nel mare della politica internazionale. Jules, seppure con qualche differenza, profetizz la carriera di tale Silvio B? In anticipo sui tempi era anche la baronessa Elsa von Freytag-Loringhoven di Sante gonne. Elsa passeggiava per il Greenwich Village indossando corpetti di lattine di pomodoro; si spogliava per Man Ray e recitava poesie nelle taverne dei marinai. Definirla eccentrica, sarebbe improprio. La baronessa era donna che rivolgeva la sua intelligenza a tutto ci che poteva, per mille e validi motivi, uscire dalle regole. Lo faceva sui palcoscenici dei cabaret berlinesi, nei circoli dadaisti, nelle improbabili relazioni sentimentali. Ebbe grande coraggio, lottando a modo suo contro i ghetti dentro cui le donne erano chiuse. La data della Descubierta, in Nuovo Mondo, coincide con la verit storica: 12 ottobre 1492. Quando, per, lammiraglio sbarca, trova ad attenderlo una nave vichinga, che, senza tanti complimenti, affonda una caravella e uccide molti marinai. Cristoforo torna in Spagna, e viene accusato di tradimento. I Reali, tuttavia, gli concedono una seconda possibilit. La spedizione salpa. Al fianco di Colombo c Leonardo Da Vinci. Altra data importante, nelle moderne vicende del Caribe, il 17 aprile 1961. Fu allora che John Kennedy tent di invadere Cuba, sbarcando nella Baia dei porci un gruppo di anticastristi appoggiati dalla Cia. Radio Miami guarda a quella vicenda da tre diversi punti di vista: due uomini, un cubano e un americano, a bordo di unimbarcazione ancorata al largo, cui affidato il compito di decifrare i messaggi lanciati dallemittente Swan; altri due, sullisola, che organizzano lo sbarco; la maestra Cleopatra, che, per prima, sente i colpi delle armi da fuoco. Largentino Rawson mescola invenzioni e realt dei fatti, dando forma a una storia in cui entrano nomi celebri, ed episodi di raro divertimento. Pur definendosi, con bella modestia, residente temporaneo e non viaggiatore (titolo che molti faciloni si assegnano) Alessandro Agostinelli, nel suo Honolulu Baby, ha saputo scovare veramente di tutto dentro il paniere esotico delle Hawaii. Adottando un linguaggio cha sa di radio e di cinema, e mettendolo in forma di diario, lautore racconta dei leghisti hawiani, di economia locale, di capodanno cinese, dellukulele, del surf, e incolla i lettori alle pagine con capitoli dal titolo Lubriaco invasore, Vecchie foto delle Hawaii e papa Luciani, Il Totti delle Hawaii. Racconti brevi messi gi con il pepe, lintelligenza e lautoironia di un toscano quale Agostinelli . Una lettura argentina e consigliata per le estate di figli e nipoti piccoli: Lestate che uno diventa grande, recente uscita di Sinnos, editore specializzato nei libri per linfanzia. Saverio segue il padre che va in Argentina per lavoro. Qui incontrer le Abuelas (nonne) di Plaza de Mayo e Rosana, scoprendo una realt fatta di drammi e di speranze, che gli spalancher il cammino verso let adulta. A Tijuana, Messico, Vincent Calhoun aspetta il Dia de los muertos, la grande festa del Giorno dei Morti. Le scommesse sulle corse dei cani lo hanno ridotto sul lastrico, ma ora pensa di avere in tasca la dritta vincente. Perde, e il suo strozzino gli propone di saldare i debiti scortando oltre confine un ricercato. Mentre Vincent si trascina sotto il sole del deserto, riemerge dal passato la donna della sua vita. Il cammino infernale lultima scommessa, solo Vincent pu provare a vincerla. Meridiano Zero conferma grande intuito nello scegliere titoli e autori. Sui Gesuiti, armata religiosa che ebbe un ruolo fondamentale nel periodo della prima colonizzazione delle Americhe, esiste una letteratura sterminata. Venga il tuo regno, ponderosa ma affascinante opera, ambientata nel Canada di inizio 600. Spinti dalle voci che favoleggiano di immense riserve di diamanti e oro, alcuni commercianti francesi sbarcano a Port Royal. La sete di ricchezza li spinge a inoltrarsi nel territorio. Identico cammino compiono i Gesuiti, cacciatori senza scrupoli di anime, che stringono accordi con le trib Irochesi e Uroni. La giovane irochese Kateri si converte, e la sua totale dedizione alla fede la pone in odore di una santit che farebbe assai comodo alle Vesti Nere. Ma a questo punto che la storia prende un corso diverso. Sar la Storia con la esse maiuscola a scrivere la parola fine. Scritto una ventina di anni fa, Dov finita Dulce Veiga? il capolavoro di Abreu, intellettuale che, sotto la dittatura, dichiar pubblicamente la propria omosessualit. Dulce, cantante popolarissima in Brasile, scompare nel nulla dopo un concerto. Un giornalista, anni dopo, accetta lincarico di provare a ritrovarla. Le tracce di Dulce, lo sprofondano nella dimensione smisurata di San Paolo, e la ricerca assume i contorni netti di unossessione, di un pretesto dietro il quale si nascondono angosce personali. Meraviglioso. William Targ (a cura di) Il grande libro del Western americano (pp. 330, Euro 18.50, Cavallo di ferro) Percival Everett, Il paese di dio (pp. 200, Euro 16, Nutrimenti) Victor Gischler, Notte di sangue a Coyote Crossing (pp. 207, Euro 14, Meridiano Zero) Jules Verne, La giornata di un giornalista americano nel 2890 (pp. 75, Euro 8, Ibis) Ren Steinke, Sante gonne (pp. 400, Euro 18, Alet) Giampiero Stocco, Nuovo Mondo (pp. 375, Euro 20, Bietti) Eduardo B. Rawson, Radio Miami (pp. 315, Euro 18, La Nuova Frontiera) Alessandro Agostinelli, Honolulu Baby (pp. 172, Euro 9. 50, Vallecchi) Francesca Capelli, Lestate che uno diventa grande (pp. 128, Euro 11, Sinnos) Kent Harrington, Dia de los muertos (pp. 207, Euro 14, Meridiano Zero) William T. Volmann, Venga il tuo regno (pp. 840, Euro 22, Alet) Caio F. Abreu, Dov finita Dulce Veiga? (pp. 246, Euro 16.50, La Nuova Frontiera)

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TEATRO
FINALMENTE ANCHE NEW YORK RICONOSCE I MATRIMONI GAY La notizia, e la festa pi grande, venuta da New York. Ma almeno in questo caso va detto che oggi la Grande Mela non pi cos diversa, o distante, dal resto degli Stati uniti. Tanto per cominciare, New York arrivata sesta, persino dopo il certo non cos liberal Iowa, nella corsa verso il riconoscimento dei matrimony gay. E se vero che, ora che per la prima volta il tab stato rotto in un luogo cos importante, in uno degli Stati pi popolosi, c' chi suggerisce di andare all'attacco finale, sfidare la Corte suprema, in realt tutto il Paese si sta gi muovendo. Persino le corporation, grandi e piccole, sembrano infatti essersi convinte che essere gay o lesbiche non pu pi essere un motivo per essere trattati in modo differente sul posto di lavoro. Nemmeno quando si parla dei vantaggi che da sempre, non solo qui, accompagnano chi si sposa o diventa parte di un unione civile. A cominciare dal punto pi dolente per chi vive negli Stati Uniti, ovvero l'iscrizione del partner alla propria assicurazione sanitaria. Cosa gi possible, ma costosa, a meno che per l'appunto il tuo datore di lavoro non decida di pagare di tasca sua. Le prime a muoversi, e sborsare tra i 2000 e i 2500 dollari l'anno per i loro impiegati gay, sono state, gi qualche anno fa, la Cisco, multinazionale dei servizi della rete, o gli hotel della Kimpton. Ma il vero boom arrivato nel giugno 2010 quando anche Google, e a ruota Apple, Facebook, le aziende della Silicon Valley o gli studi legali di Wall street hanno deciso di adeguarsi al nuovo trend. Cos oggi, dicono i dati della Human Rights Campaign, una delle colonne della comunit gay americana, ben il 58% delle 500 aziende della lista di Fortune, ha esteso alle coppie omosessuali i benefit sanitari. In realt, se si guarda al di l della lista, le aziende virtuose sono ancora minoranza. Tra le grandi, chi ha pi di 200 lavoratori (i dati sono della Kaiser Family Foundation), la percentuale scende a un pi modesto 38%. Ma forse tra qualche anno non sar cos, visto che ora si addirittura scatenata una piccola competizione nel mondo delle corporation, una corsa a chi pi aperto verso i lavoratori omosessuali. l'ennesima prova della forza della lobby gay negli Usa, cos estesa da provocare l'ammirazione, e un pizzico di invidia, degli altri movimenti, a partire da quello degli ambientalisti. Cos quest'anno sono stati proprio loro gli ospiti d'onore del Power Shift, la conferenza nazionale che riunisce i militanti di base dei mille gruppi verdi del paese. Dan Choi, ex sottotenente dell'esercito, e leader del movimento che ha imposto a Obama di cancellare il terribile Don't ask, don't tell, la legge che discriminava soldati e soldatesse omosessuali, stato ad esempio l'unico relatore a ricevere una standing ovation. Per poi essere subissato di domande su come si fa a convincere la Casa bianca, ma anche l'intera societ, a dare ragione a chi si batte per il cambiamento.

di Elfi Reiter

FESTIVAL SANTARCANGELO 41

a quando ho iniziato a pensare al festival, la figura dellattore stata limmagine-guida di ogni mia indagine, scrive Ermanna Montanari nellintroduzione al catalogo di Santarcangelo 41, aperto ieri per riempire fino a domenica 17 luglio, con spettacoli, performance e installazioni piazze e teatri della cittadina romagnola alle porte di Rimini. Lattore come emblema concreto del fare-disfare-rifare, lattore che chiama in causa lo spettatore, senza il quale non si d teatro. S, perch la relazione tra attore e pubblico fondamentale affinch possa crearsi quellevento nel senso deleuziano, atto al presente che fonde passato e futuro in una visione comune. la riprova che il terzo movimento di Santarcangelo 2009/2011 con la direzione artistica che riunisce Chiara Guidi della Socetas Raffaello Sanzio (2009), Enrico Casagrande dei Motus (2010) e Ermanna Montanari del Teatro delle Albe (2011), promette di indagare a fondo il presupposto dato allandamento triennale suggerito da unidea di Piergiorgio Giacch, Sandro Pascucci e Fabio Biondi nel luglio 2008 per lautogestione collettiva allinsegna del potere senza potere. Ripartire dal basso, consegnando le scelte artistiche in mano a coloro che le fanno quotidianamente. Lattore dentro e fuori la realt scenica, dunque, per interrogare (anche) la realt politico-sociale, come dimostrano alcuni incontri al margine: Poesia araba. La rivoluzione permanente, reading di poesie a cura di Tahar Lamri, scrittore e giornalista nato ad Algeri che vive in Italia da 25 anni e tra laltro collabora a Internazionale, oppure la giornata dedicata a Unidea di rivoluzione per riflettere su nuovi punti di partenza per
Dallalto: Mikado di H.Rosestrom; Everything is going to be all right n.5 di M. Pormale; Singspiel di U.Von Brandenburg

Attori in scena e fuori


Da ieri e fino a domenica 17 luglio torna il Festival internazionale del teatro in piazza, con una miriade di spettacoli, performance e installazioni che occuperanno le strade e i teatri della cittadina romagnola alle porte di Rimini
lare evento in cui persone a caso sono chiamate ad abbracciarsi (qui nelle sere del primo e secondo weekend, allinterno di uno spazio segnato da una parete di vetro affinch il dentro e il fuori siano ben visibili per tutti). Nata come installazione ai margini di Das Eis di Alvis Hermanis, la scenografa e costumista lettone che lavora per lo pi con lacclamato regista di Riga, Everything... prende di fatto spunto e nome dalla gigantesca installazione fotografica commissionatale da Brigitte Frle per la prima edizione di spielzeiteuropa (la sezione teatro dei Berliner Festspiele) svoltasi nel 2006/07 sotto il motto Alles wird gut (tutto andr per il meglio), come dice appunto il titolo inglese. A suo tempo gli abbracci tra passanti anonimi e coppie improvvisate erano stati inseriti come sculture viventi in diversi luoghi storici della ex Berlino Ovest, fotografati e poi esposti per i tre mesi del festival sulla facciata esterna e in alcuni spazi interni, per simboleggiare un nuovo inizio. Dentro e fuori, per simboleggiare anche le architetture del teatro, fatte di mattoni e di corpi, di materia e di immateriale. Sar di buon auspicio anche per Santarcangelo? Chiss. Everything... fa parte di Intersection/Intimacy and Spectacle, progetto della Quadriennale di Praga condiviso con 8 istituzioni culturali europee, tra cui Helsinki, Belgrado, Riga, Bergen e Nitra. Santarcangelo dei teatri accoglie nella sua sezione 5 artisti. Accanto alla citata Pormale, giunge dalla Lettonia Dace Dzerina portando una enorme pedana su cui sono disegnate le tracce dei passi utili per imparare a ballare il tango. Con questo suo Touring Dance Teacher lartista visiva e scenografa, attiva dal 1998 oltrech nel suo paese, in Lituania, Olanda e Germania, esprime nel movimento della danza il concetto messo in scena dalla sua collega: usare lo spazio pubblico per incontrarsi, colloquiare, divertirsi. Insieme. Gli altri tre partecipanti a Intersection arrivano da Finlandia, Germania e Francia: Hans Rosenstrm, Harun Farocki e Ulla von Brandenburg. Il primo allestisce una stanza in cui gli spettatori sono pregati di entrare uno a uno, sedersi sulla sedia posta davanti a uno specchio, mettersi le cuffie e ascoltare ci che sar loro narrato: Mikado fa scaturire un mondo fatto di suggestioni sonore. Farocki e von Brandenburg invece lavorano entrambi con le immagini in movimento. Farocki noto per i suoi lavori di documentazione con la tecnica del found footage e il rigore applicato nelle ricerche e analisi storico-politiche, e qui con Immersion mette a repentaglio la percezione: nel video di 20 minuti (proiettato in loop) si vedono sequenze registrate nel corso di un laboratorio a Fort Lewis vicino a Seattle che vedeva impegnati alcuni psicoterapeuti a istruire alcuni psichiatri dellesercito Usa riguardo luso di Virtual Iraq, un software inventato per curare i soldati traumatizzati dalla guerra. Una carrellata verso un enorme sole al tramonto distoglie in un primo momento lattenzione dal cannone che si erge dal basso per puntare sullambiente circostante, e subito si inserisce la voce accompagnata dallimmagine che scorre parallela sullo schermo e rappresenta un uomo (tra)vestito da soldato, ripreso frontalmente, nel raccontare le fasi salienti di unimboscata fino a terminare enfaticamente con lesclamazione: era tutto talmente surreale!. Parole, queste, che danno il via alla scomparsa nel buio della figura umana per farci concentrare maggiormente sullo scenario (disegnato) di un luogo abitato, spettralmente vuoto, dopo essere passati in mezzo alle pi terrificanti esplosioni con nuvole nere sullorizzonte. Laspetto interessante che la colonna a sinistra, quella del videogioco per la terapia immersiva, non si riconosce sempre come finta, per cui sorgono continuamente questioni del tipo: vero o finto? scena reale o costruita? Farocki come gi in altri suoi lavori focalizza le peculiarit del linguaggio audio-visivo facendone emergere tutte le ambiguit, tra visione e percezione, apparenza e verit, costruzione e messinscena, realt e finzione. Ulla von Brandenburg (nata a Karlsruhe, vive a Parigi) presenta il suo Singspiel concepito nel 2009 nella Villa Savoia di Le Corbusier: ununica lunga inquadratura cattura ci che gli abitanti non hanno mai vissuto, ossia la macchina ideale del vivere concepita dal suo ideatore. Indagando la macchinazione del teatro, la costruzione dei comportamenti, i significati dei gesti, lartista si sofferma sullaspetto formale di messinscena e lenfasi psicologica utilizzando i canoni della drammaturgia musicale. Per svelare la realt in una finzione storica, giocando sul doppio livello tra seduzione e memoria. Per informazioni visitare il sito: www.santarcangelofestival.com agire anzich reagire di fronte alle diverse crisi che ci hanno investito mettendo sotto sopra narrazioni, interpretazioni, codici di lettura del mondo e last but not least lo stesso nostro vivere. Lattore dentro e fuori lo spazio teatrale. A guardare il programma sono tanti gli eventi fuori dai classici canoni dello spettacolo dal vivo, e ci fa parte delle caratteristiche di sempre del Festival internazionale del teatro in piazza dove spesso si mettono in scena le stesse componenti del fare spettacolo. Attori che marcano codici e convenzioni per sovvertirli, come Ivo Dimchev in Som Faves assume 10 topoi da una lista ipotetica di 100, li mette in connessione ricavandone intriganti modelli non modelli in cui forma e contenuto sono in assoluto contrasto inedito. In un continuo fabulare tra gestualit e verbosit si rincorrono luoghi comuni del vivere contemporaneo in una scena quasi nuda, in cui lattore di origini bulgare si fa accompagnare unicamente da una tastiera, un gatto bianco in porcellana, una sedia e una parrucca. Attori fuori e dentro la scena saranno coloro che partecipano alla performance di Monika Pormale Everything is going to be alright n. 5, dove il numero 5 sta per la quinta volta che ha luogo questo singo-

ALIAS N. 27 - 9 LUGLIO 2011 (7

L'INTERNET DELLE COSE CAMBIA IL MONDO DEGLI UMANI

Se le macchine parlano tra loro

di Gabriele De Palma

l pi grande essere vivente la foresta, secondo il sapere dei nativi americani. Un modo di pensare olistico che stato spesso trascurato dai bianchi che hanno colonizzato il continente. La foresta un enorme sistema senziente, di cui i singoli alberi e arbusti sono parti che interagiscono tra loro: un organismo composto da microorganismi. Un po' come per la barriera corallina, in cui i polipetti che abitano i singoli coralli non sono che parti di un tutto. Oggi anche l'uomo bianco si riappropriato di questa antica saggezza, e l'ha traslata in ambito tecnologico. Al prestigioso Mit di Boston c' una divisione dedicata alle citt intelligenti, le cosiddette smart cities, in cui gli aggregati di edifici, oggetti e abitanti vengono intesi in modo non meccanicistico ma come un solo organismo, un sistema di (sotto)sistemi. E dove il sistema nervoso centrale costituito dalle reti di comunicazione che collegano i singoli elementi. E gli esseri umani in tutto questo non sono che una parte residuale del sistema. Quella preponderante sono le cose, le macchine o meglio i sensori inseriti negli oggetti. quella che viene detta l'Internet delle cose, abilitata da diverse tecnologie che vengono spesso raccolte sotto la locuzione machine-to-machine (m2m). Le tecnologie in questione sono varie: quelle dei sensori, che vanno dalle etichette Radio Frequency Identification (Rfid) ai codici bidimensionali come i QRcode (quelli che si trovano sulle bollette della luce, in alcuni quotidiani e in certa cartellonistica pubblicitaria); quelle delle reti e dei protocolli di comunicazione (Gsm, Gprs, Hedge, 3G, 4G, Wi-Fi e Gps). Una rete connettiva, il network, che usa hardware (chips), software (salsa) e middleware (la su-

perficie ruvida delle chips che permette alla salsa di aderirvi). L'internet delle cose non una allucinazione premonitrice di quel che verr, Ne abbiamo gi in casa i prodromi, che non fanno ancora delle nostre citt esseri senzienti, ma sono i primi esempi e le prime unit che domani diverranno parte di un tutto. Ad esempio i contatori della luce installati in moltissime abitazioni dall'Enel qualche anno fa gi comunicano i consumi reali dei clienti. Lo fanno usando un tipo di rete di norma poco usata, quella elettrica, capace di trasmettere quantit di dati esigue su distanze notevoli. Il vantaggio che si paga quel che si consuma, anzich come accadeva prima con i contatori tradizionali pagare una stima basata sui consumi dei mesi precedenti, quasi sempre poi da conguagliare in un senso o nell'altro. Gli ambiti a cui si adatta la comunicazione tra macchine sono potenzialmente infiniti, cos come il numero di oggetti a cui i chip si possono adattare. In una giornata dedicata all'esposizione dei prototipi di Reply, un'azienda italiana, si potuto provare ad esempio lo specchio magico dei nostri giorni: un enorme pannello che restituisce oltre all'immagine riflessa di chi ci si para dinnanzi anche gli appuntamenti della giornata, la temperatura corporea, l'ossigenazione del sangue, il peso e la dieta necessaria per mantenere quello ideale. Per ora un pezzo unico, o quasi, ma l'ingresso nelle nostre vite quotidiane lontano solo quanto l'intraprendenza di qualche partner industriale. Al momento tra i settori pi interessati ci sono quello dei trasporti, con servizi di infomobilit in tempo reale, e diverse filiere produttive, dall'alimentare a qualsiasi altro bene che non sia una materia prima. Le etichette a identificazione radio vengono gi messe su alcune merci deperibili per monitorarne lo stato di conservazione. Come accade per

la catena del freddo, che viene gestita meglio in automatico dai sensori che dall'uomo. Chi meglio di un sensore pu verificare la temperatura a cui viene mantenuto il pesce surgelato? Quale controllore in carne ed ossa in grado di garantire che la merce non stata esposta e temperature non salubri per un guasto al sistema refrigerante delle celle frigorifere? Siamo ancora lontani dal giorno in cui le nostre abitazioni e le nostre citt potranno considerarsi un unico organismo, ma ci arriveremo. Fino a qualche anno fa era pi facile perdere il telefonino, oggi invece appropriarsi di uno smartphone altrui comporta un alto rischio di essere rintracciati grazie all'identificazione del dispositivo attraverso la triangolazione delle celle di rete mobile, o con ancor pi precisione tramite il segnale Gps. Alcuni ladri di iPhone sono stati scovati in poche ore, e a denunciarli non stato un cittadino, ma il telefono stesso. I bracciali elettronici con cui vengono costretti alcuni detenuti o alcuni indagati. Julian Assange, ideatore di Wikileaks, e Dominique Strauss-Kahn, direttore del Fondo Monetario Internazionale, sono stati confinati agli arresti domiciliari con la garanzia che non fuggissero data da un sensore su una cavigliera. Vallanzasca non avrebbe potuto evadere passando da un obl e irridendo la sorveglianza delle guardie, se non amputandosi un piede. Come ogni tecnologia nuova o ogni nuova applicazione di quelle esistenti anche l'internet delle cose porta con s nuovi problemi, o problemi noti ma che assumono dimensioni completamente diverse in base alle nuove coordinate. La Commissione dei servizi pubblici californiana, su suggerimento della associazione dei difensori dei diritti in era digitale la Electronic Frontier Foundation ha recentemente proposto un rafforzamento delle regole sulla privacy dei dati dei conta-

tori energetici intelligenti. I dati sul consumo elettrico ad esempio possono indicare con un ottima percentuale di plausibilit la presenza o meno in casa dei residenti. Finora non c'era stata molta attenzione sui numeri dei nostri contatori, perch questi venivano registrati da esseri umani, spesso su carta e archiviati nei database. Ora l'intercettazione dei dati una possibilit pi concreta e allarmante. I kilowatt diventano cos un dato sensibile e pericoloso se finisce nelle mani sbagliate, mentre prima l'unica preoccupazione che potevano destare era legata ai costi delle bollette per gli utenti e per i gestori. Neelie Kroes, commissaria europea per l'Agenda digitale, con ottima scelta di tempo si gi pronunciata in merito al nuovo mercato e alle nuove frontiere che si prospettano per la comunicazione tra macchine indicando nella privacy uno dei temi pi delicati per i cittadini dell'Ue. In fondo le informazioni che gli utenti danno di s su Facebook giustamente considerato uno spauracchio per la propria riservatezza possono essere false dato che non c' nemmeno la necessit di registrare il proprio account fornendo i propri dati reali. Ma il chip inserito nell'automobile, manomissioni a parte, non mente. E d informazioni degli spostamenti non contestabili nemmeno in tribunale. Provate a contestare una multa presa dall'Ecopass, o a sfondare un casello munito di Telepass sperando di farla franca. Si pu discutere eventualmente su chi era al volante al momento dell'infrazione, non che il volante fosse di quella precisa automobile. Rischi e opportunit si mescolano forse in pari misura: i vantaggi in termini di conoscenza, sicurezza e efficienza comportano anche nuovi problemi, che vanno affrontati possibilmente senza inibire lo sviluppo che promettono. gabriele@effecinque.org

Le rete sta per assistere a un sostanziale cambiamento di popolazione, domani i dispositivi connessi saranno molto pi numerosi delle persone e comunicheranno tra loro dati per migliorare la nostra vita, dalla mobilit all'ambiente, dalla sicurezza agli alimenti. Ma attenzione alle orecchie indiscrete

A sinistra un drone volante guidato via telefono cellulare e a destra lo specchio magico di Reply

8) ALIAS N. 27 - 9 LUGLIO 2011

di Bruno Di Marino

CINEMA
Uk, 2011, 4, musica: Benny Benassi con Gary Go, regia: autore ignoto, fonte: Virginradiotv

Tre uomini si recano in un laboratorio ipertecnologico con una memoria digitale. Il tecnico gli fa indossare un casco e inserisce lhard disk in modo da fargli rivivere a livello neuronale i loro incontri in soggettiva con tre donne (sempre la stessa truccata in modo diverso: mora, bionda e rossa). Nel finale nello stesso luogo entra finalmente lei con un disco in mano, davanti ai tre attoniti maschietti che non sapranno mai (come del resto lo spettatore) lincontro (o gli incontri) da lei registrati. Siamo dalle parti di Strange Days o di Se mi lasci ti cancello, dunque in linea con la rappresentazione delle immagini mnemoniche a cui il cinema degli ultimi anni ci ha abituato. Ma questo clip il cui singolo vede la collaborazione tra il dj di origini italiane e il musicista inglese oltre a essere ben girato, ha il pregio dellironia, il che non guasta.

LE DONNE
Italia, 2011, 537, musica: Fabri Fibra, regia: Cosimo Alem, fonte: Mtv

INTERVISTA A CHICCO TESTA

Per un brano che vuole essere un tributo damore alluniverso femminile, alle donne di ogni razza e taglia, non poteva che esserci un videoclip-galleria di corpi e volti rubati soprattutto per le strade (di Roma). Donne, insomma, pi che belle autentiche, filmate nei luoghi di lavoro pi diversi, al ralenti e in primo piano mentre rivolgono lo sguardo alla camera. Fabri Fibra inframezza questi portrait eseguendo il playback circondato da bianchi manichini. Le donne ha una struttura prevedibile anche se, tutto sommato, funziona, firmato come altri lavori del rapper dal solito Alem. Questo terzo singolo incluso nellalbum Controcultura. La fotografia di Edoardo Carlo Bolli.

L'alba di un mercato in esplosione


di G.D.P.

ALAS DE TANGO
Argentina, 1997, 530, musica: Leon Gieco, regia: Mario Sabato, fonte: Youtube.com

el mondo della comunicazione tra macchine l'Europa ha un ruolo trainante rispetto agli altri continenti, infatti il mercato pi sviluppato e da solo rappresenta quasi la met di quello globale. Neelie Kroes, Commissario europeo dell'Agenda digitale, da un paio di anni sta cercando di governare il processo di sviluppo di questo settore destinato a crescere costantemente e a collegare pi macchine che persone alla rete. Anche per questo si recentemente passati dal vecchio sistema di indirizzi IP (ipv4) a quello nuovo (ipv6) molto pi capiente. L'Italia annovera alcune realt molto interessanti e tra queste uno dei pionieri delle tecnologie che abilitano l'internet delle cose, Telit, azienda fondata nel 1986 a Trieste rilevata dagli israeliani della Polar Investment nel 2003 e che conserva oltre alla sede italiana del capoluogo giuliano anche un altro centro di ricerca e sviluppo in Sardegna. Chicco Testa, presidente della divisione Communications Plc, racconta lo scenario in cui si muove il mercato. L'internet delle cose in espansione costante, cosa ci riserva il futuro? Una crescita ancora pi rapida. Siamo al punto in cui sono diminuiti i costi per unit di prodotto, che se per le aziende uno svantaggio visto che dovranno confrontarsi con una pi agguerrita competitivit sui prezzi per il mercato un'agevolazione, nel senso che l'm2m avr maggiore penetrazione anche in settori che finora erano rimasti esclusi per i costi industriali. Un po' quello che successo per i cellulari: venti anni fa costavano tantissimo e li avevano in pochi, oggi costano pochissimo e li hanno tutti. Quali settori saranno interessati maggiormente dall'adozione di moduli per la comunicazione wireless tra macchine? In base all'ultimo Beecham Report, il pi autorevole in materia, quello dei trasporti con la gestione delle flotte aziendali con la possibilit di effettuare il tracking dei mezzi sempre pi monitorati attraverso l'm2m. Poi la cosiddetta building automation, con l'adozione di moduli, chip e lettori integrati negli

edifici. Le applicazioni in campo energetico sono ormai una realt cos come il controllo delle macchine manifatturiere, e sta per esplodere, grazie al calo dei costi e alle soluzioni sempre pi raffinate, anche il campo medicale con il monitoraggio di alcuni apparecchi sanitari e la telemedicina. Ad esempio? Ad esempio possibile controllare automaticamente e da remoto che un paziente assuma i farmaci prescritti, cosa che soprattutto nel caso dei salvavita fondamentale. Se la pillola non viene consumata, scatta un allarme che prima informa il paziente stesso, e poi in caso di mancata risposta, i parenti. Per quanto riguarda i trasporti c' una best-practice che riguarda il porto di Trieste, con varchi in ingresso dotati di lettori di etichette elettroniche che registrano i movimenti dei container. L'idea di trattare i container come flotte di oggetti in movimento. Ce ne sono pi di 50 milioni in giro per il mondo, riuscire a sorvegliarne gli spostamenti strategico per il trasporto merci. La commissione europea vigila anche sui problemi relativi al monitoraggio sempre pi pervasivo che ci attende nei prossimi anni. Ci sono anche problemi di privacy sui dati trasmessi? Per quanto riguarda gli oggetti come i container non vi sono problemi di sorta. Le cose cambiano un po' quando si passa ad applicazioni consumer. Ad esempio in Olanda c' una legge che prevede l'adozione di scatole nere nelle auto private, il che oltre a agevolare la mobilit permette enormi risparmi sull'assicurazione. Se le assicurazioni sono in grado di sapere dove, come e quando viaggia unauto, possono far pagare solo per l'uso effettivo del mezzo. In Olanda presto verr eliminato il bollo auto e la tassa di propriet. I navigatori di domani anzich indicare il percorso pi breve, indicheranno quello pi rapido, evitando gli ingorghi. Questo permetter di ridurre l'inquinamento e ottimizzare i consumi. Certo le informazioni in tempo reale possono comportare problemi di privacy ma con gli attuali algoritmi non difficile garantire l'anonimato. In fondo anche quando si paga con carta di credito si stanno dando informazioni in tempo reale agli istituti di credito.

In una tanghera deserta, avvolta nella penombra, una coppia danza. Ai tavoli oltre allo stesso Gieco che canta gli avventori sono sagome di cartone. Il volto di lei si trasforma nella morte. Nel bandoneon che suona vengono intarsiate una serie di immagini. Poi gli sfondi cambiano e i ballerini si ritrovano a danzare fin sulla luna. Molto riuscita latmosfera che Sabato riesce a creare a partire dalla musica struggente di Gieco, peccato che il clip non sia compatto e si disperda un po iconograficamente. Bellissime alcune inquadrature come i tanghri (Cesar Coelho e Johana Copes Buenos) ripresi attraverso il vetro di due calici.

IM ON FIRE
Usa, 1984, 3, musica: Bruce Springsteen e The E Street Band, regia: John Sayles, fonte: Youtube.com

Diretto da uno degli esponenti pi importanti del cinema indipendente Usa, Im on Fire non ha la rapidit classica dei video musicali ma, al contrario, una sorta di dilatazione narrativa che crea un suggestivo effetto di intensit. La classica femme fatale entra in una officina e, ammiccante, lascia le chiavi della sua decapottabile al meccanico Springsteen per la revisione. Sayles ne inquadra solo la gonna e le gambe, mentre lui, che sta riparando una vettura schiena a terra, la guarda dal basso. La sera il bel ragazzo scorrazza nella notte a bordo della decapottabile fino ad arrivare sotto casa della cliente. Sarebbe tentato di bussare al campanello e approfittare della situazione, ma dopo averci riflettuto decide di lasciare le chiavi nella buca delle lettere. Il messaggio chiaro: il maccanico orgoglioso non accetta le profferte della ricca signora e rivendica la sua natura di uomo puro, sorprendendo cos lo spettatore che si sarebbe aspettato un epilogo diverso. Non siamo dalle parti di Uptown Girl di Joel, dove lincontro tra classi sociali finiva in musical. Ora il proletario ha maturato una coscienza di classe.

ALIAS N. 27 - 9 LUGLIO 2011 (9

SEGUE DA PAG 4

SINTONIE
filippo brunamonti antonello catacchio mariuccia ciotta luciano del sette cristina piccino roberto silvestri silvana silvestri

IL FILM

MICHEL PETRUCCIANI. BODY AND SOUL


ITALIA 2011

DI MICHAEL RADFORD. DOCUFILM. FRANCIA

ENNIO & CO.


di Gabrielle Lucantonio

IN VIAGGIO CON UNA ROCK STAR


DI NICHOLAS STOLLER, CON BILLY GREEN BUSH, CHRISTINA AGUILERA. USA 2011

PASSANNANTE
DI SERGIO COLABONA; CON FABIO TROIANO, ULDERICO PESCE, ANDREA SATTA. ITALIA 2011

0 0
2010

Il geniale e volubile rocker inglese Aldous Snow vive un momento di depressione e stasi creativa dopo il flop del suo disco African Child, oltre al fatto che la donna lo lascia e si porta via il figlio. Snow precipita nella droga ma nel frattempo dagli Usa un talent scout suggerisce il suo nome per una grande rentre. Ora dovr recarsi in Inghilterra per convincerlo a trasferirsi a Los Angeles

L'EREDE
DI MICHAEL ZAMPINO; CON ALESSANDRO ROJA, GUJA JELO. ITALIA 2011

dford e dello sceneggiatore James Salomon sta nel mostrare quanto sia difficile mantenere i nervi saldamente democratici di fronte a un attacco durissimo. In filigrana si legge quello che avvenuto negli Usa dopo l11 settembre e la lettura del film apre squarci inquietanti sui piani alti del potere. (a.ca.)

GIALLO/ARGENTO
DI DARIO ARGENTO; CON ADRIEN BRODY, EMMANUELLE SEIGNER. ITALIA 2011

Dopo la morte del padre, Bruno, medico milanese, prende possesso di una vecchia villa immersa nella natura selvaggia degli Appennini. Non sar uneredit facile. La conoscenza dei vicini lo far precipitare in una spirale di sospetti che cambieranno per sempre la sua esistenza.

LALBERO
DI JULIE BERTUCCELLI; CON ADEN YOUNG, CHARLOTTE GAINSBOURG. FRANCIA AUSTRALIA

Film di chiusura di Cannes 2010, fuori concorso, produzione franco-australiana, opera dalle ambizioni poetiche, promessa di una cineasta legata ai set di Kieslowski, Tavernier, Ioseliani, e autrice di un titolo pluripremiato (Semaine de la Critique 2003 e Csar per il miglior esordio), Depuis qu'Otar est parti. Documentarista, la giovane Bertuccelli si avventura agli antipodi dietro il romanzo Our Father who art in the Tree di Judy Pascal, ambientato negli arsi territori del Queensland. A caccia della sospensione dell'incredulit, cercando l'equilibrio con il sovrannaturale e la magia di Peter Weir, L'albero ricade indietro, sradicato e non solo metaforicamente. L'albero un enorme ficus, cattedrale aborigena conficcata nel terreno, sovrastante l'edificio abitato da Dawn (Gainsbourg) e dai suoi quattro figli. La sottile linea che divide la realt dell'immaginazione qui si dissolve in segni premonitori inconcludenti, in visioni di paesaggi gialli, e in un estenuante menage familiare. (m.c.)

Dario Argento rimane immenso, elevando le pulsioni della sua estetica horror ad artigianato shock del subconscio, a cardiogramma feroce di cento succedanei. Nonostante le infinite difficolt produttive, una trama sempliciotta e un cast (Adrien Brody, Emmanuelle Seigner, Elsa Pataky) alla sbando, Argento si conferma genio invisibile, un bambino che nella sua vita cinematografica migliora le coscienze interiori di ognuno di noi. Dario Argento anche il motivo per cui psicologi e critici hanno ancora la sensazione di esistere (per tanti motivi, senza riuscirci). Non a caso, i personaggi di Giallo possiedono tutti qualcosa di freudianamente irrisolto nella loro infanzia, e un po come il grande demiurgo raramente tornano nei luoghi in cui sono stati da bambini, se non con la memoria. (f. bru.)

Nel novembre del 1878, Giovanni Passannante, cuoco anarchico lucano, attenta con un temperino alla vita del re Umberto I. Laugusto monarca riporta soltanto qualche graffio. Per Passannante si apre un processo, che si concluder con la condanna a morte. La grazia precipita luomo in una cella sotto il livello del mare, e poi in un manicomio criminale dove morir nel 1910. Il corpo, cui viene negata sepoltura, viene decapitato, e il cervello, insieme al cranio, entra a far parte dei reperti del museo di Criminologia di Roma. La vicenda, caduta nel dimenticatoio, tornata alla luce in tempi recentissimi, quando un giornalista, un musicista e un attore decidono di dar battaglia affinch i resti di Passannante trovino sepoltura a Savoia di Lucania, suo paese natale. Dalla vicenda, il regista Sergio Colabona ha tratto un film, Passannante, in programmazione nel circuito nazionale, che ha tra i protagonisti lattore lucano Ulderico Pesce, Bebo Storti e, nel ruolo di Passannante, Fabio Troiano (lds)

Michael Radford (Il mercante di Venezia, Il postino) intreccia le testimonianze dirette e quelle del padre, delle molte donne della sua vita (dalla hippie Erlinda alla pianista classica Gilda Butt, che lo spos), jazzisti francesi ed americani (da Aldo Romano a Joe Lovano), produttori discografici, il figlio Alexandre ed altri personaggi che furono vicini al pianista. Biografia che appassiona e pu sedurre anche chi non sia un amante del jazz. Emergono con straordinaria forza il carattere di Michel Petrucciani, la sua indomabile voglia di vivere e sperimentare, la capacit di vincere una malattia terribile e invalidante, creando musica di rara potenza e ispirazione. (l.o.)

PAUL
DI GREG MOTTOLA; CON SIMON PEGG, NICK FROST. USA 2011

IL FESTIVAL
MITTELFEST
CIVIDALE DEL FRIULI, GORIZIA 9-16 LUGLIO

ISOLA 10
DI MIGUEL LITTIN; CON BENJAMN VICUA, BERTRAND DUARTE. CILE 2009

La ventesima edizione di Mittelfest propone spettacoli di teatro, danza e musica con eventi internazionali e anteprime assolute, riflessione sui primi ventanni in Europa, uno sguardo speciale verso lest . Inaugura il 9 luglio Luca Ronconi con La modestia sul testo di Rafael Spregelburd. Isabella Ragonese il 16 sar in scena con Lady Gray di Will Eno e in cartellone ancora autori polacchi, slovacchi, russi e lanteprima nazionale Goli Otok produzione Teatro della Cooperativa di e con Renato Sarti e Paolo Bonacelli. Nel cartellone musicale uno dei concerti il ritorno della No Smoking Orchestra del regista Emir Kusturica, nata a Sarajevo nel 1980 (il concerto si tiene l11 luglio al teatro Verdi di Gorizia). Nove gli appuntamenti di danza e tra i numerosissimi appuntamenti musicali, Mario Brunello e Marco Paolini rileggono Arnold Schnberg e Lella Costa (il 14) in Liszt e la Poesia compie con Roberto Plano (al piano), un percorso nelle pagine meno frequentate di Liszt. (s.s.)

Due amici fanatici di sf, scrittori di avventure galattiche partono da Roswell, New Mexico dove, come si sa, atterr un disco volante e salvano dalle macerie di unauto maldestramente guidata un alien alto un metro di nome Paul che produce incanti come Elio (e le Storie Tese) che infatti lo doppia in italiano. Ne restano cos affascinati che se lo portano, perennemente inseguiti, in giro in camper per gli States prima di consegnarlo allastronave marziana di soccorso. Lex filmaker indie Greg Mottola maneggia un budget serio ma non vacilla e interviene con larma invincibile dellumorismo. (r.s.)

IL PRIMO INCARICO
DI GIORGIA CECERE; CON ISABELLA RAGONESE, FRANCESCO CHIARELLO. ITALIA 2010

5 (CINQUE)
DI FRANCESCO MARIA DOMINED; CON ROLANDO RAVELLO, STEFANO SAMMARCO. ITALIA 2011

Francesco Maria Domined un attore (Fatti della banda della Magliana, Cover Boy). Il film da regista sceglie questi stessi luoghi, anche perch gli permettono di muoversi con una certa libert e di evitare un realismo un po facile e rumoroso. La storia ambientata al Quarticciolo, si ispira alla cronaca, ha un segno tutto maschile: cinque ragazzi, adolescenti in riformatorio, cercano il colpo grosso, quello che li possa fare ricchi. Il punto di vista del regista eccentrico, a cominciare dalla scelta degli attori presi dal Grande fratello o dallIsola dei famosi, prova a raccontarci le relazioni tra maschi, il contesto in s rimane fuori campo. La macchina da presa bracca i personaggi, il ritmo forte ammicca alla loro adrenalina. (c. pi.)

Un episodio poco conosciuto del golpe cileno. I ministri del governo Allende, il suo segretario personale e altri esponenti della pubblica amministrazione furono portati nel profondo sud del paese, sull'isola Dawson. Tra quei trenta prigionieri c'era anche il ministro delle miniere Sergio Bitar, che ha scritto un libro a cui Littin si ispirato. Nel campo i detenuti perdono la loro identit e i contatti con il resto del paese, i loro nomi sono ridotti a numeri. Il tessuto del film si allarga un po' alla volta in un respiro profondo a comprendere non solo la loro vicenda personale fatta di dignit e forza morale, ma quella dell'intero paese in un momento fissato per sempre nella storia, l'assalto alla Moneda e la morte di Salvador Allende (e Littin non ammette la teoria del suicidio, ora infatti si riaperta linchiesta).(s.s.)

LO SCENEGGIATORE
PREMIO AMIDEI
GORIZIA, PALAZZO DEL CINEMA, PARCO CORONINI CRONBERG 14-23 LUGLIO

LIBERA USCITA
DI BOBBY FARRELLY, PETER FARRELLY; CON OWEN WILSON, JASON SUDEIKIS. USA 2011

Il Premio Amidei, dedicato a uno dei grandi sceneggiatori italiani, premio alla migliore sceneggiatura cinematografica tra i film europei della stagione (in giuria i registi Scola, Giraldi, Marco Risi, Piccioni, gli scrittori Bruni e Piccolo, con Giovanna Ralli e Silvia dAmico) questanno propone la sensazionale rassegna completa organizzata in collaborazione con lambasciata francese, di tutti i film di Franois Truffaut come regista e sceneggiatore, accompagnata dal volume Vivment Truffaut di Ugo Casiraghi a cura di Lorenzo Pellizzari. Sar presente Sylvain Chomet, il regista de L'illusionista per parlare di sceneggiatura dellanimazione (la sceneggiatura de L'illusionista di Tati). Dedicata alla scrittura migrante ci saranno retrospettive di Mohsen Melliti, Mohamed Zineddaine, Fred Kuwornu, Dagmawi Yimer, Mefehnja Tatcheu, Laura Halivovic, Fatma Bucak. Inoltre: premio opera prima, spazio per i bambini, omaggi ai personaggi del cinema italiano. (s.s.)

Bellesordio di Giorgia Cecere, gi sceneggiatrice per Amelio e Edoardo Winspeare. Una maestra del sud negli anni cinquanta lascia il paese, assegnata a un villaggio ancora pi sperduto. Quando il fidanzato la lascia per una ricca ragazza del suo stesso ambiente, lei si lascia andare a un rapporto con un giovane muratore e per non perdere il posto per lo scandalo causato, decide di sposarlo, scoprendo poi le sue vere qualit di uomo forte e maturo. (s.s.)

13 ASSASSINI
DI MIIKE TAKASHI; CON GORO INAGAKI, KOJI JASUKO. GIAPPONE 2010

THE CONSPIRATOR
DI ROBERT REDFORD; CON ROBIN WRIGHT, JAMES MCAVOY. USA 2011

La guerra di Secessione terminata con la sconfitta dei sudisti, ma il conflitto ha lasciato strascichi: il 14 aprile il presidente Lincoln ucciso da John Wilkes Booth. Tra gli arrestati c anche Mary Surratt, poich le riunioni per organizzare gli omicidi venivano fatte nella sua pensione. Labilit di Robert Re-

Quando allorizzonte era apparso Tutti pazzy per Mary sembrava che due nuovi geni irriverenti si fossero affacciati nellolimpo hollywoodiano. Negli anni successivi, pur firmando film anche curiosi, non riuscirono pi a bissare quel successo cos eccentrico. Ora, tredici anni dopo, la coppia sembra avere subito una mutazione genetica: nel loro mirino entrano infatti un paio di quarantenni in odore di imbecillit e a rischio strabismo per il loro vizio di seguire con lo sguardo la parte posteriore di qualsiasi ragazza. Anche quando sono in compagnia delle rispettive consorti. In loro soccorso viene una amica che d loro un singolare suggerimento: concedere una libera uscita dal matrimonio. Linvoluzione dei Farrelly non sta tanto nellaver reso macchiette i due protagonisti maschili, quanto nel non aver saputo costruire situazioni che non fossero tutte ancorate alle convenzioni. (a.ca.)

LA MOSTRA
MARZIA MIGLIORA E SALLA TYKK
EX3, FIRENZE FINO ALL11 SETTEMBRE

Remake dal film di Eichi Kudo del 63, il pi grande del genere wu xia, un omaggio non solo al genere samurai e al gioco dazzardo, ma anche al western allitaliana, dedicato a Sergio Corbucci, realizzato dallattore e regista specialista di neo-horror, riuscita metafora del potere dispotico incarnato in Naritsugu, principe feudale del 1844 e della sua idea di popolo come servitore del sovrano. Miike si diverte a fare un po di accademia ma resta quel giocoliere naturale dellumorismo e della violenza che ha esibito nella sua lunga carriera. (m.c.)

TRANSFORMERS 3, 3D
DI MICHAEL BAY, CON SHIA LEBEOUF E ALAN TUDYK, USA 2011

Il Centro per larte contemporanea di Firenze ospita fino all11 settembre prossimo una doppia personale con delle installazioni di due artiste internazionali: Rada il progetto proposto dellitaliana Marzia Migliora, a cura di Arabella Natalini, e White Depths la prima personale in uno spazio istituzionale italiano della filmakers finlandese Salla Tykk, a cura di Marinella Paderni. Migliora, classe 1972, per la sua opera si ispirata a una bandiera, il cui segno grafico - nel Codice internazionale dei segnali marittimi - significa sospendete quello che state facendo. Cos se in mare quella traccia assume un valore univoco, per lartista diventa un invito aperto a molteplici soluzioni. La stessa croce blu diventa un luogo percorribile e il bianco delle porzioni restanti, una distesa di materiali di scarto. Lautrice finlandese (Helsinski, 1973) si rivolge al pensiero di John Ruskin per reinventare un mondo di metamorfosi. (a di ge.)

Per chi non fosse appassionato di mezzi di trasporto che cambiano forma trasformandosi in gigantesche creature dacciaio per scambiarsi grandi mazzate linizio di questo nuovo episodio risulta piuttosto interessante. Siamo infatti in piena guerra fredda, Unione sovietica e Stati uniti si contendono il primato spaziale. Tutta la parte iniziale brillante. Purtroppo poi tutto precipita. Autobot e Decepticon prendono il sopravvento, sono talmente giganteschi che gli esseri umani scompaiono in loro presenza e si fa fatica ad appassionarsi alla guerra tra i buoni Autobot e i cattivi Decepticon. (a.ca.)

Chi lo ha fatto fare a Fabio Frizzi?! Chi me lo ha fatto fare?! di Fabio Frizzi si svolto il 10, 11 e 12 maggio al Teatro Centrale Preneste a Roma e un estratto dello spettacolo, con le musiche realizzate dal compositore per i film di Fulci, stato presentato durante la serata dinaugurazione del Fantafestival il 9 giugno scorso, allauditorium della Conciliazione. un diario di vita aperto dopo anni di lavoro. La musica dei miei miti e la mia suonate insieme in una serata confessione divertente e un po intimo. Chi me lo ha fatto fare? afferma Frizzi. Sulla locandina dello spettacolo, dietro al maestro sorridente, ci sono i suoi miti, quelli che lo hanno influenzato e/o aiutato nella suo crescita estetica, artistica e professionale: Johann Sebastian Bach, i Beatles, Pietro Germi, Lucio Fulci, Tomas Milian, Sidney Bechet e alcuni altri. Sono molte le persone che me lo hanno fatto fare e a tutte loro va la mia stima e la mia riconoscenza. Riconoscenza per trentacinque anni di musica, di passione, di incontri e di esperienze. Tutto cominciato ed continuato grazie alla musica, che mi ha affascinato e mi ha portato con s. Ed ai miei miti, i miei punti di riferimenti che mi hanno accompagnato e stimolato giorno dopo giorno. il tipo di spettacolo che sempre di pi i compositori di musica applicata al cinema decidono di realizzare ad un certo punto della loro carriera. Una specie di autobiografia musicale. Si pensa ovviamente al concerto Fotogramma di Nicola Piovani, che era un viaggio attraverso i momenti pi importanti e toccanti della sua vita attraverso i film e uno spettacolo di teatro e di canzoni. O i concerti di Claudio Simonetti, dove con i Daemonia, oltre alle musiche che ha realizzato per Dario Argento, suona sempre Halloween di John Carpenter e la Toccata e fuga in re minore di Bach. Siamo tutti stati influenzati da lui, noi compositori gli dobbiamo tutti qualcosa. Proprio per questo, suoniamo la 3 Brandenburghese di Bach durante questo spettacolo spiega Frizzi. Oltre a questo bellissimo brano di Bach, gli altri che costituiscono una parte dello spettacolo sono: Eleanor Rigby dei Beatles, Il Ferroviere di Carlo Rustichelli, La canzone dell'amore perduto di Fabrizio de Andr, Petite fleur di Sidney Bechet, un Medley di musica dei film di Fulci non scritte da Frizzi, Stare bene a met di Pino Daniele, Otto e mezzo di Nino Rota e Il funerale di una marionetta (Tema di Hitchcock). Quelle di Frizzi invece sono Ibo Lel (Mombasa), un Medley di Fulci, San Frediano, Fantozzi, When I fall in love with you, Concerto per Clarinetto e Archi - 3 mov. Allegro, Un ciclone in Famiglia, Medley Capitano, I fatti vostri (sigla), Butta la luna (Tema di Alyssa). Unico imbarazzo di uno spettacolo come questo il confronto: le mie musiche eseguite insieme a quelle che ho sempre amato confida Frizzi. Forse anche il modo per capire meglio l'estetica di un compositore. Solo attraverso quelli che si ammirano si pu forse capire qual stato il suo percorso creativo.

10) ALIAS N. 27 - 9 LUGLIO 2011

Un centinaio di persone distribuiscono volantini contro i padroni della musica. Bloccano il concerto. Urlano al cantautore: Lascia qui lincasso. Testimonianze su una serata-simbolo della canzone italiana

di Alberto Piccinini

ass alla storia come il processo a De Gregori. Processo politico, s'intende. Venerd 2 aprile 1976, al Palalido di Milano, un centinaio di persone ferm a met il concerto sold out del cantautore romano di fronte a seimila spettatori. Rimmel, uscito lanno prima, era stato in classifica 40 settimane, vendendo la cifra record di 500.000 copie. Proiettato in una nuova dimensione di popolarit, De Gregori aveva un album in uscita: Buffalo Bill. La tourne la organizzava il Piccolo Teatro di Milano. Sullo sfondo c' la Rca, la casa discografica del cantuautore. Il biglietto costa 1500 lire. Prima del concerto della sera, accanto al botteghino, vengono distribuiti volantini contro i padroni della musica firmati da Stampa Alternativa: Decine di migliaia di incazzati hanno capito che i Palalido sono i loro Vietnam, i loro campi di battaglia. Soltanto due mesi prima, nello stesso Palalido, uno spettrale Lou Reed (2000 lire) stato costretto a interrompere il concerto tra lanci di sassi e bottigliette. Per evitare altri attriti si aprono precauzionalmente le porte a tutti. E il concerto si svolge con le luci accese. Vedevo la gente che applaudiva appena salivo sul palco, cosa mai successa prima. il ricordo De Gregori raccolto dal giornalista Claudio Bernieri Poi cerano quelle luci accese. Dopo una prima interruzione (gli strapparono la chitarra di mano, ricorda il batterista successiva della canzone italiana. con s. Scendeva, parlava con le Carlo Marcovecchio), e la lettura Continuiamo a leggere: Prende la guardie, ripartiva. dal palco di un comunicato contro parola un uomo con la barba bianNon ricordo molta violenza larresto di un compagno a Padova, ca, d'et indefinibile: La rivoluzioquella sera. riprende Baraghini il concerto riprende. De Gregori e la ne non si fa con la musica. Prima si Esasperazione, s. Cerano nel nosua band finiscono come possono, fa la rivoluzione, poi si potr pensastro gruppo delle frange accese, aupoi tornano nei camerini. re alle arti o alla musica. Lo diceva tonomi, che per in genere riuscivaE qui che va in scena il processo anche Majakovski che era un vero rimo a calmare. Naturalmente una vero e proprio. I verbali li scoviavoluzionario e si suicidato. Suicidaparte del pubblico si incazz. Ricormo nella cronaca che il giorno dopo ti anche tu!. De Gregori ascolta paldo bene De Gregori, stizzito. Avrebusc sul Corriere della Sera: Quanto lido e silenzioso. Con scarsa convinbe potuto spiegarsi, ma non lo fehai preso stasera? urla un giovane. zione mormora al microfono: Forse ce. Mancava solo lolio di ricino, Credo un milione e due... - sussurra sono una vittima dell'industria.... fu invece il commento del cantautocon un filo di voce De Gregori -, ma Di chi erano quelle voci? In uninterre riportato ancora dal Corriere. La poi c' la SIAE.... Se sei un compavista televisiva recente De Gregori contestazione quando tu prendi gno, non a parole ma a fatti, lascia chiedeva che almeno si facessero veuna persona e gli contesti delle cose qui l'incasso, ribattono. dere. A quasi 40 anni di distanza. () Unaggressione quando io ti Fu il critico Mario Luzzatto Fegiz E rimasto qualche nome. Gianni prendo a cazzotti e ti dico che sei a firmare il pezzo. Calc la mano: Muciaccia, punk della prima ora, stronzo Quella fu unaggressione, Al microfono si alternano volti lomchitarrista dei Kaos Rock, poi perso cio non ci fu nessun dialogo. brosiani e giovani che sembrano nei gorghi del socialismo milanese. Questultimo commento lo ha colti da raptus isterico.... Secondo i Cera sicuramente Marcello Bararaccolto un cronista/musicista che testimoni un vero e proprio procesghini, che dellarcipelago di Stampa allora collaborava con LUnit, Clauso neppure ci fu: il Palalido si stava Alternativa era il volto pi noto. Acdio Bernieri. Ne fece un libro, Non svuotando, il diverbio tra i contestacetta di rovistare nei ricordi di un sparate sul cantautore - preziosa ractori e De Gregori si sarebbe svolto evento del quale sono rimasti, dice, colta di interviste a cantautori della tra il sottopalco e i camerini. Daltra solo pochi flash: No, non ero io met degli anni 70, da tempo introparte la cronaca, pure romanzata, quello di Majakowskij. sorride vabile, che il prossimo settembre coglie bene la centralit drammatiNon avevo la barba bianca. Penso verr ripubblicato dalle edizioni Voca che quellevento avr nella storia fosse Gianluca, che adesso non c lolibero con allegati i nastri originali pi. Gianluca faceva teatro, guidava delle conversazioni. Cera queun furgone col quale abbiamo girastarea libertaria, moralista se vuoi Fotoposter di Francesco to il mondo e la cosa pi incredibile ricorda oggi Bernieri Riteneva che De Gregori pubblicate sullalbum che non aveva mai documenti si dovesse suonare a un prezzo poliRimmel, 1975

RICORDI 2 APRILE 1976, FRANCESCO DE GREGORI CONTESTATO AL PALALIDO DI MILANO

Il processo di Alice
tico, saltare lintermediazione di quelli che chiamavano i padroni della musica. Erano cani sciolti. Andavano a vedere con quale macchina arrivavano a suonare i musicisti, facevano i conti in tasca. Moralismo a parte, l'idea della musica gratis non godr mai di grande considerazione, n allora e n mai. Sull'utopia, pericolosa o naif che fosse, vinse fin da subito una specie di necessario realismo mercantile. Per due anni in Italia non si fecero grandi concerti. Poi, negli anni '80, si ricominci daccapo. Su quelle contestazioni Bernieri ha un'altra idea: Per capirci, come se oggi si riuscisse a impedire il download gratuito dalla Rete. Che succederebbe?. Ancora. Chi ce l'aveva con De Gregori, e perch? Re Nudo e Andrea Valcarenghi avevano chiesto al cantautore di organizzare il concerto di Milano, ricevendo in cambio un garbato rifiuto (da qui la scelta di coivolgere il Piccolo Teatro). Con Lotta Continua, poi, c'era stato uno scontro a proposito del rimborso chiesto in occasione di un concerto militante. Il giornale sfotteva cos: E venuto compiendo un pericoloso viaggio da Roma centro alla periferia di Roma tale De Gregori, pare celebre, il quale ha chiesto 400.000 lire per esibirsi, e ha preso 400000 pernacchie. De Gregori, da parte sua, si difese con un lettera al giornale facendo notare ai compagni che la musica ancora in mano ai Tony Santagata, e non ai proletari. E cera Muzak, il mensile di musica e politica diretto da Giaime Pintor. La stroncatura di Rimmel (e dellermetico canto degregoriano) comparsa su quelle colonne a firma dello stesso Giaime rimasta celebre: Non un caso da sottovalutare che la fortuna dell'ermetismo dati anni '30-'40, e cio si collochi programmaticamente come isolamento dal fascismo, isolamento nell'attivit pubblica e nella poesia come risposta "privatistica" alla retorica mussoliniana. (...) Una poetica ermetica, dell'intuizione lirica, una poetica tendenzialmente idealista, dunque di destra, arretrata negli anni '70, dunque incapace di rispecchiare tensioni, di farsi portatrici di valori positivi e rivoluzionari. Pi prosaica e velenosa risult tuttavia una cronaca coeva di Enzo Caffarelli per Ciao 2001, Raccontava il De Gregori privato cos: Lo guardo sbigottito mentre gioca a poker e beve champagne allHotel Belle Vue di Rimini, categoria lusso, una stanza tutto escluso 38.000 lire a notte, mentre cala il sipario. Ma tutto questo Alice non lo sa. Fu quella che colp nel segno, eccitando il moralismo dell'epoca? Per uno scherzo del destino la maniera dylaniana di De Gregori, nei testi e nello stile, si allarg in quegli anni fino a investire il volto pubblico del cantautore, il difficile rapporto con il tumultuoso vogliamo tutto di quegli anni. Sembrava la storia di quell'immondiziologo che nel 1965 si era messo a frugare nella spazzatura di Dylan per scoprire le prove del tradimento. Dylan era scappato a gambe levate verso il rock elettrico, nascosto giorno e notte dietro i Ray Ban scuri. Dylan - attacc una volta Giaime Pintor - solo il ripiegarsi su se stesso dell'intellettuale giovane americano. Il paradosso lo spieg una volta lo stesso De Gregori: Dylan non mai stato inquadrabile politicamente al contrario di me che invece quando mi chiedono per che partito voto non ho nessun problema a dirlo. Dopo quella brutta serata, il cantautore minacci di smettere del tutto, di non cantare pi. Per pi di un anno non suon in pubblico. Lo avvistarono a fare il commesso in una libreria di Trastevere.

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l crossover una delle tendenze musicali che ha maggiormente segnato gli anni Novanta. La definizione di per s generica ma allepoca era intesa come la fusione tra rap e rock - c anche chi dice tra funk e metal - operata da un gruppo o un solo artista, e in questo senso era una vera novit. Per la stessa fusione generata da una collaborazione tra rappresentanti delluno o dellaltro genere si faceva gi pi fatica a tirare in ballo il termine anche perch un singolo episodio non pareva n generare un fenomeno nuovo n snaturare lo stile degli autori. Per i cultori tutto ha inizio nel 1991 con luscita di Life 'n Perspectives of a Genuine Crossover, album fondamentale per farsi non solo unidea del genere (per giunta fuori dai canoni poi affermatisi) ma anche per capire in fretta la concezione musicale di un decennio in cui avvenuto lo sdoganamento collettivo e dunque definitivo delle contaminazioni tra ambiti musicali diversi. A firmarlo non sono n degli artisti statunitensi n inglesi ma gli olandesi Urban Dance Squad, al loro secondo lavoro, quello che ha ufficializzato la nascita del crossover. Ma la vera e propria esplosione popolare del binomio rock-rap arriva appena un anno dopo con l'uscita dell'eponimo esordio degli statunitensi Rage Against The Machine: un album che prende spunto dal concetto portato alla ribalta dagli Urban Dance Squad ma risulta pi immediato e ha un grande impatto, specie sui ventenni di allora, anche per il messaggio antagonista dei testi. Gli spettatori del primo concerto italiano della band di Zack de la Rocha e Tom Morello, un sabato pomeriggio allo Zimba di Milano, hanno potuto assistere a una sintesi estetica pi che mai efficace del fenomeno: il pubblico era diviso tra incappucciati vestiti oversize, pantaloni col cavallo basso e via cos, e capelloni vestiti di nero o, meno numerosi, con una camicia di flanella a scacchi sbottonata. Rapper e rocker, gli stessi che spesso e volentieri si guardavano storti fino a disprezzarsi, per una volta erano uniti sotto lo stesso palco. Da qui in poi la sintesi tra rock e rap ha cominciato a essere cos. Per giunta senza il featuring istituzionalizzata fino a far entrare di un gruppo rock. La storia di stabilmente le rime a tempo nelquesto flirt sta vivendo ormai da l'estetica pop, ultima e definitiva tempo e inevitabilmente uno dei conferma del successo di questo momenti pi anonimi. Le star delsdoganamento della presunta anle due sponde Jay-Z e Linkin timusica rap. Park con Collision Course nel Ma non tutto inizia negli anni 2004 hanno provato di nuovo ad Novanta, anzi. La novit vera e attirare lattenzione su questo conpropria dellepoca era appunto il nubio ma la loro collaborazione processo di istituzionalizzazione. non ha eccelso per incisivit e ori quando i Run Dmc decidono di ginalit, anzi. andata un po meincludere su Raising Hell anche la glio con Street Sweeper Social cover di un pezzo degli Aerosmith Club, gruppo messo in piedi da e di realizzarla con lapporto dei Tom Morello (Rage Against the membri stessi del gruppo capitaMachine) e Boots Riley (The nato da Steven Tyler, che si scrive Coup) a Los Angeles nel 2006, ma per un pezzo di storia. E siamo nel loro eponimo album del 2009 appena nel 1986. Tutto esplode vince la nostalgia visto che si tratanche grazie a un video che rapta a tutti gli effetti di crossover anpresenta con ironia ed efficacia ni Novanta. In Blakroc, progetto questo incontro-scontro tra due e album del 2009 prodotto musiculture considerate agli antipodi: calmente dal duo rock Black Keys per questi e altri motivi Walk This che duetta, tra gli altri, con Mos Way entrata a far parte a tutti gli Def, Q-Tip, Raekwon, Ludacris, effetti della cultura popolare. Ma RZA e Pharoahe Monch, invece si il 1986 un anno clou in questo sfruttano i differenti stili dei rapsenso perch registra luscita di per chiamati a raccolta e il risultaun altro album fondamentale: in to sa meno di gi sentito. Ma tocLicensed to Ill dei Beastie Boys, ca guardare pi indietro per trovatrio proveniente dal punk ma pi re le vere e proprie chicche. Partiache mai coinvolto nel rap, chitarmo dal 1991: i Public Enemy, alre e rime si incrociano a pi riprelepoca i rapper con i suoni pi se a cominciare da (You Gotta) Firock in circolazione, danno alle ght for Your Right (to Party!), linstampe una nuova versione di un no di una generazione che, in pieloro singolo uscito nel 1987, Bring na affermazione del decennio edothe Noise. Stavolta la musica non nistico, si stava ancora formando. arriva dai piatti ma opera degli Questo brano di recente stato ceAnthrax, metal band newyorkese lebrato nel video di Make Some che d al brano una spinta in pi Noise, il primo realizzato a partire rendendolo uno dei rap pi potenda un singolo estratto da Hot Sauti della storia. Chuck D ne parla in ce Committee Part Two (2011), ultitermini eloquenti: Quando ho inmo e ispirato album dei tre (ex) racontrato Percy Sledge gli ho chiegazzacci newyorkesi. Si tratta pi sto quante volte ha cantato When di un mediometraggio di fiction a Man Loves a Woman e lui mi ha che di un videoclip musicale: un risposto circa sei milioni di volte. divertito e ironico omaggio dei BeAllora ho pensato Se Percy Sledge astie Boys ai loro esordi che parte pu cantare When a Man Loves a proprio da quella chitarra grezza Woman sei milioni di volte io posfusa alla perfezione con quel rap so fare Bring the Noise per altri urlato. Se il flirt tra rock e rap con ventanni. la sua ricca storia stava rischiando In questa dichiarazione del di venire dimenticato, i Beastie 2008 il nostro non si riferisce Boys insomma hanno pensato di espressamente alla versione con evitare lingiustizia ricordandoci gli Anthrax ma anche grazie a che loro per esempio sono esplosi quella che il brano diventato a

Negli anni Novanta, il crossover di band come Urban Dance Squad e Rage Against The Machine istituzionalizza la fusione tra rap e rock. Gi nel 1986 Run Dmc e Aerosmith avevano dato la linea. Ripensando a Walk this Way

di Luca Gricinella

FENOMENI LIMPERDIBILE INCONTRO TRA DUE GENERI

Contaminazione di una scena


tutti gli effetti un classico per un pubblico trasversale. Passiamo allincontro tra i Cypress Hill e i Sonic Youth: introdotta da alcuni rumori chitarristici I Love you Mary Jane (ogni doppio senso non puramente casuale) prende quota con Kim Gordon che sussurra fino a quando la voce nasale di B-Real si fa avanti a ritmo ma dando la sensazione di provenire da una persona in uno stato alterato di coscienza. Considerando la distanza estetica tra i due gruppi il risultato una combinazione sorprendente. Il brano fa parte della colonna sonora di Judgment Night (in italiano Cuba Libre - La notte del giudizio) film del 1993 di Stephen Hopkins diventato un vero e proprio culto per i rapper e i rocker meno puristi. Basta leggere la lista delle collaborazioni sul booklet della colonna sonora per capire i motivi di questo successo: gli Helmet sostengono gli House of Pain, i Dinosaur Jr. se la vedono con Del the Funky Homosapien, gli Slayer con Ice-T (gi avvezzo al crossover visto che appena un anno prima aveva dato vita al progetto Body Count), i De La Soul con i Teenage Fanclub, i Faith No More affiancano i Boo-Ya Tribe e i Living Colour i Run Dmc - che tornano a coltivare il vizio dopo aver ricevuto varie soddisfazioni da quel primo esperimento. Ma il picco della colonna sonora resta proprio I Love You Mary Jane: un brano etereo, senza quel rap duro e quelle chitarre pestate che hanno presto reso scontato e statico il crossover. Successivamente solo la collaborazione tra i Black Lips e Gza (Wu-Tang Clan) del 2009 per il brano The Drop I Hold si avvicinata a questi livelli di armonia anomala. Una versione ancora meno prevedibile stata quella europea anche se da queste parti il genere non stato frequentato tanto quanto oltreoceano. In prima linea ci sono proprio gli Urban Dance Squad, gruppo che si formato in quel 1986 in cui sono usciti Walk This Way e Licensed to Ill ma che dopo i primi due folgoranti album ha perso un po di smalto uniformandosi in qualche modo allo stile statunitense. Subito dopo, perch no, ci sono gli Assalti Frontali di Conflitto (1996), pi che mai ispirati e per loccasione sostenuti dai Brutopop, band post-punk capitolina il cui groove irregolare si incastra alla perfezione col flow di Militant A. Ma la fusione pi didascalica dei due generi salita alla ribalta proprio a scapito di queste versioni meno allineate e questa stagione presto finita. Se da qualche anno per il rap entrato nel linguaggio rock e pop fino a non farsi pi notare il merito anche dei musicisti meno allineati dellepoca che dunque si sono presi la loro rivincita. Questa fusione naturale, nascosta, accade anche quando ci sono di mezzo collaborazioni tra esponenti dei due fronti come quella, emblematica in questo senso, tra Kid Cudi, Mgmt e Ratatat per Pursuit of Happiness (2009). Di certo lala radicale dei puristi hip hop che storceva il naso anche allepoca della prima ribalta dei Roots perch non riteneva lecito parlare di hip hop per una band che non rappava su delle basi ma su un tappeto sonoro creato da strumenti (pi) tradizionali, oggi ripenser a quei tempi con imbarazzo. Stesso discorso per i rocker che in passato hanno biasimato Aerosmith, Anthrax e Sonic Youth per le collaborazioni citate. Chiss che i Beastie Boys non abbiano risvegliato le coscienze del crossover, genere che di certo rivivr la sua gloria quando il gruppo giusto lo riprender nella maniera giusta e nel momento giusto. Mentre scriviamo Big Boi degli Outkast per esempio in studio con i Modest Mouse per collaborare al nuovo ellep di questi indie rocker trentenni. Non si tratta di nomi nuovi e sulla carta non sembrano poter approdare sulla scena musicale spiazzando un po tutti ma chiss

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STILI JAMES BROWN TRA GLI ARTISTI PI CITATI

I campioni dellhip hop


Molte star della versificazione hanno saccheggiato le basi ritmiche di rocker e non solo. Da Walk on the Wild Side di Lou Reed, ripresa da A Tribe Called Quest, alla zeppeliniana When the Levee Breaks, incastonata in una hit dei Beastie Boys, Rhymin and Stealin
di L. Gr.
A sinistra il pezzo degli Anthrax con Chuck D, accanto la copertina della colonna sonora del film Cuba Libre - La notte del giudizio; al centro della pagina i tre Beastie Boys, qui sopra la copertina di Walk this Way, loriginale dei Run Dmc

ncora prima di collaborazioni, incroci ed esperimenti sonori, lhip hop entrato in contatto con altri generi musicali tramite le selezioni discografiche dei dj pi arguti e lungimiranti e i campionamenti di una miriade di produttori. Chiaramente il secondo caso quello di cui ci sono pi testimonianze: le incisioni su disco. Soul e funk sono (ancora oggi) senza dubbio le musiche predilette per questo saccheggio mirato alla produzione di basi utili per il rap. In poco pi di tre decenni di produzioni, tra una rima a tempo e laltra gli ascoltatori pi attenti e/o ossessivi del ritmo urbano per eccellenza avranno riconosciuto porzioni ritmiche (break) di brani firmati da colossi come James Brown - su tutti Funky Drummer - ma anche di pezzi prodotti da veri e propri outsider come Melvin Bliss o gli Honey Drippers - si vedano gli incipit, rispettivamente, di Synthetic Substitution e Impeach the President, a detta di molti il pezzo pi campionato in assoluto dal rap. Fama degli autori a parte, tra i brani pi campionati nella storia dellhip hop figura anche Hihache della Lafayette Afro Rock Band, pezzo senza dubbio ascrivibile alla black music ma con sonorit che aprono con decisione al rock. E non si tratta di un caso isolato. Per spostarsi sul rock classico va subito tirata in ballo When the Levee Breaks dei Led Zeppelin: la batteria di John Bonham facilmente riconoscibile in Rhymin and Stealin, brano di apertura del primo album dei Beastie Boys, Licensed to Ill (1986). Ma lo stesso break finito, tra gli altri, in Kim di Eminem, Lyrical Gangbang di Dr. Dre e Midnight di Ice-T. Si tratta dunque di un campionamento rock classico in ambito hip hop, anche se manifesto pi che altro ai rari cultori di entrambi i generi. Non mancano per esempi di campioni pi riconoscibili: nel 1990 sullalbum desordio di A Tribe Called Quest, People's Instinctive Travels and the Paths of Rhythm, lottava traccia, Can I Kick It?, costruita principalmente sul loop di un segmento di Walk on the Wild Side di Lou Reed. I due brani hanno lo stesso attacco ma in quello dei rapper, a basso e chitarra si aggancia presto e a sorpresa un beat sporcato subito da uno scratch. Pi recente invece, del 2005, What's Your Number: Dj Muggs dei Cypress Hill ha costruito lhit sulla linea di basso di Guns of Brixton dei Clash, a conferma che la crew losangelina ha una predilezione per il rock - gi dichiarata nel 2000 con lalbum Skull & Bones. Wyclef Jean in questo ambito andato oltre, senza neanche cambiare il titolo e senza troppo sforzo e fantasia infatti nel 1998 ha realizzato una via di mezzo tra un remix, un omaggio e una cover di uno dei brani pi noti dei Queen: Another One Bites the Dust. Una versione rap che ha sbancato le classifiche di mezzo mondo. Tra i gruppi rock pi campionati dai dj hip hop non vanno dimenticati i Black Sabbath e gli AC/DC e guarda caso una volta ancora i primi Beastie Boys sono i titolari di pi canzoni che hanno attinto da queste storiche band: tocca citare di nuovo Rhymin and Stealin, costruita sul riff di Sweet Leaf dei primi, come No Sleep Til Brooklyn che vive sul riff di T.N.T. dei secondi. Hanno sezionato la loro musica anche altre star dellhip hop come Eminem, Busta Rhymes, Ice-T, Boogie Down Productions e Tone Loc. Senza dimenticare Dan the Automator che per Music to Be Murdered By, il suo micro-mix del 1989 in piena orbita taglia e cuci, tra uno scratch e laltro ha scomodato Hells Bells (1980). Senza guardare cos indietro una delle ultime vere hit hip hop, Hip Hop is Dead di Nas, tratta dallomonimo album uscito sul finire del 2006, prende vita dal riff di In-A-Gadda-Da-Vida (1968) degli Iron Butterfly. Per lo pi non si tratta di brani campionati tanto quanto quelli di James Brown e soci ma i dj e produttori hip hop pi affermati per forza di cose sono affamati di musica senza distinzioni di genere e il rock un contenitore troppo ampio per essere evitato o ancora peggio snobbato a causa di quei pregiudizi generati da una storica ma pi che mai anacronistica rivalit. I rocker, che allo stesso modo continuano a guardare allhip hop con la puzza sotto il naso, dovrebbero fermarsi un attimo e ascoltare meglio la musica non pi dei propri vicini di casa, ma dei propri coinquilini.

ALIAS N. 27 - 9 LUGLIO 2011 (13

Ray Manzarek & Robbie Krieger

Caparezza
Il rapper di Molfetta tornato con un nuovo album dal titolo Sogno eretico.
SANT'AGATA BOLOGNESE (BO) DOMENICA 10 LUGLIO (SONICA FESTIVAL) BAGNOLI (NA GIOVEDI' 14 LUGLIO (ARENILE RELOAD) ROMA SABATO 16 LUGLIO (IPPODROMO DELLE CAPANNELLE-ROCK IN ROMA)

ON THE ROAD
Stan Ridgway
Lartista di culto americano, gi leader dei Wall of Voodoo e autore di album storici come The Big Heat, di nuovo in tour in Italia.
ASTI LUNEDI' 11 LUGLIO (PIAZZA SAN SECONDO-ASTIMUSICA) BOLOGNA MARTEDI' 12 LUGLIO (BOTANIQUE) ROMA MERCOLEDI' 13 LUGLIO (PARCO DEGLI ACQUEDOTTI-ROCK CITY) LIVORNO GIOVEDI' 14 LUGLIO (VILLA CORRIDI) PONTINIA (LT) SABATO 16 LUGLIO (ANFITEATRO G. VERGA)

A quarant'anni dalla scomparsa di Jim Morrison tornano due degli artefici del suono dei Doors.
PISTOIA SABATO 9 LUGLIO (PIAZZA DUOMO-PISTOIA BLUES) GRADO (GO) DOMENICA 10 LUGLIO (DIGA NAZARIO SAURO)

ne, L. Oh e C. Penn (l'11, Sala Sinopoli), George Benson (il 12, Cavea), Brad Mehldau & Joshua Redman Duo (il 13, Sala Sinopoli), Elton John (il 13, Cavea).
ROMA DA SABATO 9 A MERCOLEDI' 13 LUGLIO (AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA)

Roma incontra il mondo


In programma concerti con Officina Zo, Ana Carolina, Chiara Civello, Yann Tiersen, Jimmy Cliff, Alex Britti, Alborosie, Petra Magoni & Ferruccio Spinetti, Nando Citarella & I Tamburi del Vesuvio.
ROMA DA SABATO 9 A SABATO 16 LUGLIO (LAGHETTO DI VILLA ADA)

BloomLive
Settima edizione per la rassegna di rock indipendente made in Italy che quest'anno si sposta a Sesto San Giovanni. Sul palco Club Dogo (oggi) e la reunion tra Almamegretta e Raiz (domani).
SESTO SAN GIOVANNI (MI) SABATO 9 E DOMENICA 10 LUGLIO (CARROPONTE)

sion, The Joy Formidable, Kaiser Chiefs e Paolo Nutini (il 15), The Serge Gainsgbourg Experience, Lou Reed, Vivendo de cio e Verdena (il 16). E inoltre il 15 Elettrowave al Livello Undiciottavi di Trepuzzi con Andrea Mi, Tetrixx, Dario Lotti, Marcello Napoletano, Guido Nemola e Ralf.
LECCE DA MERCOLEDI' 14 A SABATO 16 LUGLIO (STADIO VIA DEL MARE E ALTRE SEDI)

Take That
La pi famosa boyband si riunita.
MILANO MARTEDI' 12 LUGLIO (STADIO MEAZZA)

One Dimensional Man


Nuovo interessante album per la indie rock band italiana.
PADERNO FRANCIACORTA (BS) SABATO 9 LUGLIO (CRAZY BEER FEST) VICENZA GIOVEDI' 14 LUGLIO (FERROCK) BUCINE (AR) VENERDI' 15 LUGLIO (NE PAS COUVRIR) SASSARI SABATO 16 LUGLIO (ANFITEATRO FERROVIARIO)

Astimusica
Il prestigioso festival ha in cartellone Graziella Lintas e Mau Mau (oggi), Daniele Ronda, Billy Bros. Jumping Orkestra & Minnie Minoprio (il 10), Ordem e Stan Ridgway (l'11), Eugenio Ripepi e Lou Dalfin (il 12), I Tre Tenorini (il 13), Jethro Tull (il 14), Chiara Canzian e Morgan (il 15), Luca Passarino, Beppe Giamp, Ribbon Ink e Brunori Sas (il 16).
ASTI DA SABATO 9 A SABATO 16 LUGLIO (PIAZZA SAN SECONDO, PIAZZA CATTEDRALE, CORTILE DEL MICHELERIO)

Sherwood Festival
L'edizione 2011 del consolidato festival rock patavino prosegue con il concerto di Nouvelle Vague (oggi), Emir Kusturica (il 12), Calibro 35 (il 13), Paolo Benvegn (il 15), Elio e le Storie Tese (il 16).
PADOVA SABATO 9, MARTEDI' 12, MERCOLEDI' 13, VENERDI' 15 E SABATO 16 LUGLIO (PARCHEGGIO NORD STADIO EUGANEO)

Burning Heads
Hardcore-punk dalla Francia.
BOLOGNA LUNEDI' 11 LUGLIO (XM 24) FIRENZE MARTEDI' 12 LUGLIO (CPA FIRENZE SUD) ACQUAVIVA DELLE FONTI (BA) MERCOLEDI' 13 LUGLIO (OASI SAN MARTINO) ROMA GIOVEDI' 14 LUGLIO (INIT) MONSERRATO (CA) VENERDI' 15 LUGLIO (CAMPO RUGBY UNION) BOVISIO MASCIAGO (MB) SABATO 16 LUGLIO (WIPE OU FESTIVAL)

Lustando
Prime due delle tre serate della rassegna nel Monferrato. In programma Rumatera, Marracash, Tre Allegri Ragazzi Morti, Mista Savona, Sud Sound System e Bria Sound System dj set (oggi) e, a chiudere, Lou Seriol, Orange Project e Baraonda Meridionale.
LU MONFERRATO (AT) SABATO 9 E DOMENICA 10 LUGLIO (PIAZZA GHERZI)

Yo Yo Mundi
La band piemontese presenta dal vivo il nuovo album Munfr.
GORGONZOLA (MI) SABATO 16 LUGLIO (AREA FESTE)

Milano Jazzin' Festival


Sono attesi: Chicago (il 10), George Benson (l'11), una serata a tutto rap con Cypress Hill, House of Pain e Public Enemy (il 12), Cyndi Lauper (il 13), Medeski, Martin & Wood (il 15) e Vinicio Capossela (il 16).
MILANO DA DOMENICA 10 A MERCOLEDI' 13 E SABATO 16 LUGLIO (ARENA CIVICA)

Spaziale Festival
La rassegna organizzata dal propositivo locale torinese ha in cartellone Mogwai (il 12), Anna Calvi, Paolo Spaccamonti (il 13), Paolo Benvegn, Theoric Fund, Tomakin (il 14), Calibro 35, Ronny Taylor, Traffic Light Orchestra (il 15).
TORINO DA MARTEDI' 12 A VENERDI' 15 LUGLIO (SPAZIO 211)

Mogwai
In Italia la indie post rock band scozzese, tra le migliori espressioni della nuova scena europea, per presentare l'album Hardcore Will Never Die, but You Will.
BAGNOLI (NA) SABATO 9 LUGLIO (ACCIAIERIA SONORA-NEAPOLIS FESTIVAL) TORINO MARTEDI' 12 LUGLIO (SPAZIO 211-SPAZIALE FESTIVAL)

Neapolis Festival
Nelle due giornate la rassegna partenopea ha in cartellone Mogwai, Skunk Anansie, Marlene Kuntz, The Shak&Spears e l'unica data italiana di Architecture in Helsinki (oggi), Newyork Newyork, Crocodiles, Battles, Hercules and Love Affair e Underworld (domani).
BAGNOLI (NA) SABATO 9 E DOMENICA 10 LUGLIO (ACCIAIERIA SONORA)

Jazzanova
Sia nei live che nei dj set, la band esprime un mix di suoni moderni e retr.
PELLEZANO (SA) VENERDI' 15 LUGLIO (COMPLESSO MONUMENTALE SPIRITO SANTO) LOCOROTONDO (BA) SABATO 16 LUGLIO (LARGO MITRANO-LOCUS FESTIVAL)

I Suoni delle Dolomiti


Uno dei festival pi attesi d'Italia, tra le splendide montagne del Trentino Alto Adige propone appuntamenti oggi con Mario Brunello e Nives Meroi in Val di Fassa (rifugi del Catinaccio e del Sassolungo) e alle ore 14 in Pian Frataces, ancora Brunello e Hortus Musicus (il 14, Malga Costa, Val di Sella), Horns Aloud & Martin Mayes (il 15, a Lagusei, Val di Fassa).
DOLOMITI TRENTINE SABATO 9, GIOVEDI' 14 E VENERDI' 15 LUGLIO (VARIE SEDI)

Ipm
L'International Promoters Meeting prevede Performance oggi con Karizma, Ricky Birickyno e Spellband (al Room 26), Tony Humphries, Timmy Regisford, Barbara Tucker, Dawn Tallman, Luis Radio, Sarah Favouritizm e Jacko (domani dalle ore 10 alle 21, Sheraton Golf Hotel & Resort) e Fatboy Slim, Kerri Chandler, Tania Vulcano e Kikko Messina (ancora domani dalle 18 alle 24 al Janga Beach di Fregene).
ROMA SABATO 9 E DOMENICA 10 LUGLIO (VARIE SEDI)

Locus Festival
Sono attesi Cristina Don (il 15, Jazzanova e Paul Randolph (il 16).
LOCOROTONDO (BA) GIOVEDI' 15 E SABATO 16 (LARGO MITRANO)

Lou Reed
Una icona del rock internazionale.
PISTOIA DOMENICA 10 LUGLIO (PIAZZA DUOMO-PISTOIA BLUES) LECCE SABATO 16 LUGLIO (STADIO VIA DEL MARE-ITALIA WAVE, MAIN STAGE)

Cyndi Lauper
Il ritorno della ragazza che voleva divertirsi.
ROMA LUNEDI' 11 LUGLIO (CAVEA AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICALUGLIO SUONA BENE)

Pistoia Blues Festival


Lo storico festival toscano ha in programma James Burton, Robben Ford, Robbie Krieger & Ray Manzarek, Willie Nile, Dave Peabody, Michele Beneforti & Hot Love Trio, General Stratocuster & The Marshals, Skapestrati (oggi) e chiude domani con Lou Reed, Hilary Travis e Gaia Groove.
PISTOIA SABATO 9 E DOMENICA 10 LUGLIO (PIAZZA DEL DUOMO)

Flippaut
Un festival lungo una giornata con: Don Black, Chromeo, Elizabeth, Glasvegas, The Strokes e Verdena.
VIGEVANO (PV) MARTEDI' 12 LUGLIO (CORTILE DEL CASTELLO)

Arcade Fire
Una delle band indie pi quotate del momento, arrivano da Montreal, Canada.
LUCCA SABATO 9 LUGLIO (PIAZZA NAPOLEONE-LUCCA SUMMER FESTIVAL)

Glasvegas
La band indie rock scozzese torna nel nostro paese.
VIGEVANO (PV) MARTEDI' 12 LUGLIO (CORTILE DEL CASTELLO-FLIPPAUT FESTIVAL) ROMA MERCOLEDI' 13 LUGLIO (ALPHEUS)

Festival delle Colline


Il festival della provincia toscana ha in programma due appuntamenti, Tre Allegri Ragazzi Morti e Tigran Hamasyan in A Fable.
PRATO MERCOLEDI' 13 LUGLIO (BIBLIOTECA LAZZERINI) CARMIGNANO (PO) GIOVEDI' 14 LUGLIO (ROCCA)

I Concerti nel Parco


Altra rassegna capitolina che prevede live di Girotto/Servillo/Mangalavite (oggi), Sergio Cammariere (il 10), Patrizio Trampetti e Peppe Barra (il 13), Adriana Calcanhotto (il 14), Sofya Gulyak (il 16).
ROMA SABATO 9, DOMENICA 10, MERCOLEDI' 13, GIOVEDI' 14 E SABATO 16 LUGLIO (VILLA DORIA PAMPHILJ)

Hjaltalin
una data per l'interessante band indie pop islandese.
ROMA DOMENICA 10 LUGLIO (CIRCOLO DEGLI ARTISTI)

Traffic Free Festival


La rassegna torinese rinnova l'appuntamento estivo con Pfm, Verdena, Stearica (oggi), Tiger & Woods (oggi al Museo Regionale di Scienza Naturali), Arti e Mestieri, Eugenio Finardi, Manuel Agnelli e Claudio Rocchi (domani).
TORINO SABATO 9 E DOMENICA 10 LUGLIO (PIAZZA SAN CARLO)

DinamoFest
Un nuovo progetto autofinanziato che regala a Roma oltre settanta eventi culturali per quattro giorni. In ambito musicale si segnala un incontro nazionale di reggae sound (oggi), Adriano Bono & La Minima Orchestra e Sandro Joeux (domani).
ROMA SABATO 9 E DOMENICA 10 LUGLIO (CITTA' DELL'ALTRA ECONOMIA EX MATTATOIO)

Im from Barcelona
Pi che un gruppo una big band, 29 membri per la formazione indie-pop svedese.
MARINA DI RAVENNA (RA) MARTEDI' 12 LUGLIO (HANA-BI)

GruVillage
All'interno della kermesse live Mario Biondi (oggi) e, unica data italiana, Peter Hook and Joy Division's Closer (il 15).
TORINO SABATO 9 E VENERDI' 15 LUGLIO (SHOPVILLE LE GRU)

Jethro Tull
Una delle band storiche del progressive rock inglese, capitanata come al solito dalla voce e dal flauto di Ian Anderson.
ASTI GIOVEDI' 14 LUGLIO (PIAZZA DELLA CATTEDRALE-ASTIMUSICA) BORETTO (RE) VENERDI' 15 LUGLIO (CANTIERI ARNI) BRESCIA SABATO 16 LUGLIO (PIAZZA DELLA LOGGIA)

Fiera della Musica


La cittadina friulana ospita la dodicesima edizione della rassegna, si chiude con Moby e A Certain Ratio.
AZZANO DECIMO (PN) SABATO 9 LUGLIO (AREA PALAVERDE)

Anthony B
Una leggenda del roots reggae, accompagnato dalla Born Fire Band.
BOSCO ALBERGATI (MO) MERCOLEDI' 13 LUGLIO (IL FIENILE CIRCUS

Lucca Summer Festival


La rassegna propone Arcade Fire e A Classic Education (oggi), Elton John (il 14), B.B. King e Joe Cocker (il 15).
LUCCA SABATO 9, GIOVEDI' 14 E VENERDI' 15 LUGLIO (PIAZZA NAPOLEONE)

Ferrara sotto le stelle


Sedicesima edizione per uno dei festival pi importanti della penisola in ambito rock indipendente. In settimana previsti due concerti, quello degli Skunk Anansie e quello di Vinicio Capossela.
FERRARA DOMENICA 10 E VENERDI' 15 LUGLIO (PIAZZA CASTELLO)

Musica sull'acqua
Il festival sulle sponde del lago di Como propone Concerto Ateliers Il piccolo principe (oggi Abbazia di Piona, Colico), recital pianistico di Enrico Pace su musiche di Liszt (domani al chiostro di san Calocero a Civate), Trio d'Archi su opere di Bach (il 15 a Villa Monastero di Varenna) e Concerto Anniversari (il 16, Abbazia di Piona, Colico).
PROVINCIA DI LECCO SABATO 9, DOMENICA 10, VENERDI' 15 E SABATO 16 LUGLIO

!50!
La maratona sarda, organizzata da Paolo Fresu, prevede suoi concerti con Sheila Jordan Special 5tet, duo con Ralph Towner e con Ludovico Einaudi, performance del trombettista con Lella Costa e Flavio Soriga; altri appuntamenti con Tea44, Food Sound System, Bojan Z, Stefano Benni (Melodia. La sfida dei principi trombettieri), Devil Quartet.
ORISTANO, BARUMINI, POSADA, UTA, FLUMINIMAGGIORE, MANDAS, ARBUS, STINTINO, DORGALI DA SABATO 9 A SABATO 17 LUGLIO (VARIE SEDI)

Austra
Una sola data per la band indie electro pop canadese.
SANT'ARCANGELO IN ROMAGNA (RN) DOMENICA 10 LUGLIO (PIAZZA GANGANELLI)

Verdena
Tour estivo anche per la rock band bergamasca che presenta l'acclamato nuovo doppio cd Wow.
TORINO SABATO 9 LUGLIO (PIAZZA SAN CARLO-TRAFFIC FREE FESTIVAL) RHO (MI) MARTEDI' 13 LUGLIO (FLIPPAUT RELOADED) LECCE SABATO 16 LUGLIO (ITALIA WAVE)

Rock City
Settima edizione per il festival rock nella zona sud della capitale. Oltre a una serie di tribute (Ac/Dc, Battisti, Vasco Rossi, Santana e De Andr) in cartellone i concerti di Tower of Power (il 12) e Stan Ridgway (il 13).
ROMA DA SABATO 9 A SABATO 16 LUGLIO (PARCO DEGLI ACQUEDOTTI)

Anna Calvi
Torna in Italia la cantante e autrice britannica, rivelazione del 2011 sulla scia di PJ Harvey.
TORINO MERCOLEDI' 13 LUGLIO (SPAZIO 211-SPAZIALE FESTIVAL)

Festival Internazionale di Villa Adriana


Per la parte musicale la rassegna tiburtina ospita per la prima volta in Italia il pianista Zhang Haochen, in programma musiche di Schumann, Beethoven, Chopin, Debussy e Prokof'ev (oggi) e Cassandra Wilson (il 16).
TIVOLI (RM) SABATO 9 E SABATO 16 LUGLIO (AREA ARCHEOLOGICA DI VILLA ADRIANA)

Marlene Kuntz
In tour la band piemontese per presentare il nuovo disco, Ricoveri virtuali e sexy solitudini.
BAGNOLI (NA) SABATO 9 LUGLIO (ACCIAIERIA SONORA-NEAPOLIS FESTIVAL) ROMA DOMENICA 10 LUGLIO (PARCO PORTA SAN SEBASTIANO) QUARTU SANT'ELENA (CA) VENERDI' 15 LUGLIO (SPIAGGIA DEL POETTO)

Hydrogen Live
Il Love Festival ha in programma il reggae di Alborosie e Elton John.
PIAZZOLA SUL BRENTA (PD) DOMENICA 10 E MARTEDI' 12 LUGLIO (ANFITEATRO CAMERINI)

Orientoccidente
Settima edizione del festival di culture e musiche migranti. In cartellone: il progetto Shemtov Slept Here (il 12 in Piazza del Comune a Pergine Valdarno, Ar), serata dedicata a Bob Marley, con Mellow Mood Yacouba Dembel & Djeli-Kan (il 13 in Piazza Varchi a Montevarchi, Ar), Dhoad Gypsies of Rajasthan ospiti Nuove Trib Zulu (il 14 in Piazza Masaccio a San Giovanni Valdarno, Ar).
PROVINCIA DI AREZZO DA MARTEDI' 12 A GIOVEDI' 14 LUGLIO

Combichrist
La band norvegese unisce il metal con la techno e l'electro.
PALESTRINA (RM) DOMENICA 10 LUGLIO (PARCO ARCHEOLOGICO BARBERINI)

Odio lestate/Festival di Villa Carpegna


La manifestazione (fino al 5 agosto, dopo una serie di Cam Jazz Nights) prevede Roma Tarantella Festival (Battente Italiana, M. Cavallaro & Tarantaproject), la sezione Jazzs Cool: Chihiro Yamanaka Trio, Gianluca Figliola 5tet, Sheila Jordan 4tet, carta bianca a Enrico Pieranunzi (E. Pieranunzi Latin Jazz 5tet, Pieranunzi/Danilo Perez Duo, Pieranunzi/John Patitucci/LaBarbera), Rosario Giuliani 4tet con Joe LaBarbera, Lage Lund 5tet, Jazz Age 4tet e una Maratona Jazz con allievi e maestri dei seminari.
ROMA DA SABATO 9 A SABATO 16 LUGLIO (VILLA CARPEGNA)

Emilia Romagna Festival


Il festival itinerante prosegue con il violoncellista Ramon Jaff (il 13, Aeroporto G. Marconi di Bologna), Orchestra Regionale Emilia Romagna in L'elmo di Scipio (il 14 alla Rocca Sforzesca di Imola, Bo), Figaro il barbiere con Elio voce recitante (il 14 e il 15 al Teatro Petrella di Longiano, Fc), Iva Bittov in Roots of Soul (il 15 all'Arena della Balle di Paglia di Cotignola, Ra), la Tallin Sinfonietta (il 16 al Tempio Malatestiano di Rimini).
COMUNI DELL'EMILIA ROMAGNA DA DOMENICA 13 A SABATO 16 LUGLIO

Rock in Roma
Il festival rock della capitale prosegue i suoi appuntamenti con i live di Fabri Fibra (oggi), Chemical Brothers (il 13), Franco Battiato (il 15), Caparezza (il 16).
ROMA SABATO 9, MERCOLEDI' 13, VENERDI' 15 E SABATO 16 LUGLIO (IPPODROMO DELLE CAPANNELLE)

Dudu Manhenga
Un lungo tour italiano per la interessante vocalista africana, con ospiti Raffaele Casarano e Max De Aloe.
TREIA (MC) MERCOLEDI' 13 LUGLIO (AFROROCKO) MANTOVA GIOVEDI' 14 LUGLIO (DA CONFERMARE)

Afterhours
Tour estivo per la formazione di Manuel Agnelli.
MILANO SABATO 9 LUGLIO (ARENA CIVICA)

Paolo Benvegn
Il cantautore si conferma tra i pi ispirati della scena italica con il nuovo lavoro Hermann.
TORINO GIOVEDI' 14 LUGLIO (SPAZIO 211-SPAZIALE FESTIVAL) PADOVA VENERDI' 15 LUGLIO (PARCHEGGIO NORD STADIO EUGANEOSHERWOOD FESTIVAL)

Genova Guitar Festival


L'edizione 2011, la seconda, del festival dedicata a Gary Moore e ospita Warren Hayes Band (l'11, unica data), Robben Ford (il 13) e Alvin Lee Band (il 16, unica data).
GENOVA LUNEDI' 11, MERCOLEDI' 13 E SABATO 16 LUGLIO (PORTO ANTICO ARENA DEL MARE)

Italia Wave
Lo storico festival va in Salento. Sui vari palchi allestiti si alterneranno band e artisti noti e meno noti. Sul Wake Up Stage: band emergenti e La Fame di Camilla (il 14), Iosonouncane (il 15), Elizabeth e The Cyborgs (il 16). Sullo Psycho Stage: band emergenti e BoomDaBash, Krikka Reggae e Almamegretta (il 14), Ardecore e Perturbazione (il 15), Kalweit & The Spokes, Quintorigo e Ex-Otago (il 16). Sul Main Stage: Emel Mathlouthi, Oudaden, Zina, Sud Sound System e Jimmy Cliff (il 14), Bud Spencer Blues Explo-

Limp Bizkit
Torna una delle band di punta del cosiddetto nu metal.
CODROIPO (UD) MARTEDI' 12 LUGLIO (VILLA MANIN)

Casa del Jazz Festival


La ricca rassegna propone Luca Chiaraluce, Joe Lovano Us Five, Robben Ford, Michael Brecker Tribute Band, Eddie Calmieri Quartet, Gabriel Cohen Jewish Experience, finale concorso per cantanti di big-band jazz.
ROMA DA SABATO 9 A SABATO 16 LUGLIO (CASA DELLA JAZZ)

Chicago
La superband tornata.
ROMA SABATO 9 LUGLIO (CAVEA AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICALUGLIO SUONA BENE) MILANO DOMENICA 10 LUGLIO (ARENA CIVICA-MILANO JAZZIN' FESTIVAL)

Luglio Suona Bene


Il festival estivo al Parco della Musica. Il programma della settimana prevede: il ritorno dei Chicago (il 9 alla Cavea), Stefano Di Battista Quintet (il 9 in Sala Sinopoli), John Mellencamp (il 10, Cavea), Cyndi Lauper (l'11, Cavea), Tea for 3 con D. Douglas, E. Rava, A. Cohen, U. Cai-

Virginiana Miller
La band livornese tra le migliori espressioni del pop rock italiano.
ROSELLE (GR) GIOVEDI' 14 LUGLIO (CAVA) ROMA SABATO 16 LUGLIO (PARCO PORTA SAN SEBASTIANO)

Villa Arconati Festival


In cartellone Vinicius Cantuaria e Adriana Calcanhotto (il 13) e Goran Bregovic (il 14).
CASTELLAZZO DI BOLLATE (MI) MERCOLEDI' 13 E GIOVEDI' 14 LUGLIO (VILLA ARCONATI)

14) ALIAS N. 27 - 9 LUGLIO 2011

Pozzuoli Jazz Festival


La rassegna si svolge in luoghi naturalistici e archeologici. Concerti di Mario Romano con Joe Amoroso, Luca Aquino, Slivovitz, Sarah Jane Morris, Matteo Ranieri, Antonello Salis, Virginia Sorrentino e Marco Di Tilla con Pietro Condorelli, Elisabetta Serio Trio con Annalisa Madonna, Bebo Ferra 4tet.
POZZUOLI (NA) SABATO 9, DOMENICA 10 E DA GIOVEDI' 14 A SABATO 16 LUGLIO (VARIE SEDI)

Villa Celimontana Festival Circus


Gli appuntamenti pi a carattere musicale riguardano il Lino Patruno Jazz Show, Shake the Jazz. Cleopatra, Ciuri Ciuri Jazz. Musica e teatro dalla Sicilia, Jazz Circus.
ROMA LUNEDI' 11, MARTEDI 12, GIOVEDI' 14 E VENERDI' 15 LUGLIO (VILLA CELIMONTANA)

Vivere Jazz
In cartellone Gianluca Petrella I-Jazz Ensemble (omaggio a Nino Rota) e Raphael Gualazzi.
FIESOLE (FI) LUNEDI' 11 E GIOVEDI' 14 LUGLIO (TEATRO ROMANO)

Musicastelle in Blue
Il festival internazionale di musica e spettacolo offre i concerti di Joshua Redman/Brad Mehldau, The Manhattan Transfer, Return to Forever di Chick Corea e The Original Blues Brothers Band.
BARD (AO) MARTEDI' 12, MERCOLEDI' 13, VENERDI' 15 E SABATO 16 LUGLIO (FORTE DI BARD)

Iseo Jazz
Entra nel vivo la rassegna con lomaggio a Sarah Vaughan (J. Yuille, S. Gibellini, M. Vaggi, T. Arco), Stefano Cocco Cantini 4tetto, Stefano Bollani solo, Mattia Cigalini 4tetto, trio Irrigo Cappelletti/Andrea Massaria/Mat Maneri, Umberto Petrin solo, Lucio Terzano 4tetto, Rita Marcotulli, Lydian Sound Orchestra diretta da Riccardo Brazzale.
PALAZZOLO SULLOGLIO, ISEO (BS) DA MARTEDI' 12 A SABATO 16 LUGLIO (VARIE SEDI)

Lartista stato ospite della rassegna di Sarzana, dove ha ritirato il premio assegnato alla memoria dei due grandi cantautori cileni, Victor Jara e la madre Violeta. La dittatura pensava di averci zittiti, ma siamo pi vivi che mai

RITMI
re di incontri tra intellettuali nella Universidad de Concepcin negli anni Cinquanta, e inoltre fu un grande amico di mia madre. Ho anche avuto modo di intervistarlo qualche mese fa. Lavorare sulla trasmissione della memoria ha un senso se vi qualcuno a cui parlare e trasmettere un messaggio. Utilizzando anche gli attuali strumenti di comunicazione. Non stupisce quindi se Parra presente sui principali social network della rete e al contempo rende disponibili in download libero i suoi dischi sul proprio sito web. C' chiaramente volont, oltre i fini commerciali, di parlare alla giovani generazioni: In Cile il pubblico che segue i miei concerti un uditorio misto di giovani e meno giovani. Agli ex esiliati e pi in generale a coloro che hanno un passato e/o un presente pi politico piacciono i brani pi datati, rappresentativi del periodo Allende. I pi giovani cercano di scandagliare la propria storia passata e poco conosciuta, perch la storia ufficiale la scrivono quelli che stanno al potere. Ed per questo che necessario scrivere, fare cinema e cantare. Il pubblico europeo ascolta con sentimento culturale e
Tre immagini di Angel Parra

Umbria Jazz
Nel megacartellone (dalle 12 a notte inoltrata) Dee Alexanders Evolution Ensemble, Renato Sellani con Massimo Moriconi, Francesco Bearzatti, Tia Fuller, Henry Butler, Hiromi Trio, Ahmad Jamal, Stefano Mincone, Anat Cohen, Max Ionata, Funk Off, Simona Severini, Franco DAndrea Three, Brandon Marsalis Duo & Quartet, European Jazz Ensemble, Stefano Di Battista, Mattia Cicalini, Claudio Fasoli, Santana, Gabriele Mirabassi con Aca Seca Trio, Perugia Jazz Orchestra diretta da Mario Raja, Nicola Mingo, Marco Tamburini, Liza Minnelli, Ciammarughi/Zeppetella/Sferra/Tavolazzi, Rosario Giuliani con Fabrizio Bosso, Gilberto Gil, Sergio Mendes, Roberto Cecchetto, Dado Moroni, Alvin Queen, Roberto Gatto, Danilo Rea/Flavio Boltro, Trombone Shorty & Orleans Avenue, B.B. King, Francesco Cafiso, Giornale di Bordo (Salis, Angeli, Murgia, Drake), Eddie Palmieri, Michel Camino, Chucho Valdes.
PERUGIA DA SABATO 9 A SABATO 16 LUGLIO (VARIE SEDI)

INCONTRI ALLACOUSTIC GUITAR MEETING

di Gianluca Diana

Pescara Jazz
La veterana rassegna propone Cassandra Wilson, i Manhattan Transfer, la quarta edizione dei Return to Forever guidati da Chick Corea, il trio di Cyrus Chestnut, la Jazz at Lincoln Orchestra guidata da Wynton Marsalis con ospite Francesco Cafiso.
PESCARA VENERDI' 15 E SABATO 16 LUGLIO (TEATRO-MONUMENTO DANUNNZIO)

Merano Jazz
Nella cittadina suonano Joe Lovano, The Teachers, Franco DAndrea in piano solo, Roswell Rudd Trio, John Scofield 4tet.
MERANO (BZ) DA MERCOLEDI' 13 A SABATO 16 LUGLIO (GIARDINO CASTEL KALLMNZ)

a cura di Roberto Peciola con Luigi Onori (jazz) (segnalazioni: rpeciola@ilmanifesto.it) Eventuali variazioni di date e luoghi sono indipendenti dalla nostra volont.

n piedi dal 1998, l'Acoustic Guitar Meeting di Sarzana ha da poco mandato in scena la sua quattordicesima i presso la cornice della Fortezza Firmafede, come di consueto ha centralizzarendo ambiti letterari e cinematoto la propria attenzione sul mongrafici in qualit di scrittore e atdo della chitarra acustica e sui tore. Ma la figura principale di s personaggi che attorno a questa quella dello storyteller. Voce, si muovono. Dal 2009 inoltre chitarra e mille storie da narrare. stato istituito il Premio Citt di In questa veste Parra si fatto coSarzana-Regione Liguria. Corde e noscere, e cosi stato presentato voci per Dialogo e Diritti, una sealla premiazione: Come accoglie zione dedicata alla celebrazione questo premio? Cosa significa ogdella chitarra come strumento di gi portare avanti l'eredit politiimpegno sociale e di lotta. Per il ca, culturale e musicale che fu di 2011 il premio in questione stasua madre e di Victor Jara?. to assegnato alla memoria dei una grande responsabilit. due grandi cantautori cileni VioleNoi, uomini e donne della generata Parra e Victor Jara. A ritirare il zione vicina a Salvador Allende, tutto il figlio di Violeta, Angel Pardobbiamo dare l'esempio. Partenra. Personaggio importante quedo con l'insegnare ai nostri figli e st'ultimo, a cui la storia ha conseai nostri nipoti. L'amore per il gnato il ruolo di testimone di prossimo inizia dalla propria caun'epoca. Dopo l'assassinio di Jasa. Nonostante passi il tempo, ra e la scomparsa della madre, gli non ci fermiamo. Il prossimo aneventi hanno giocoforza legato no si inaugurer a Santiago il muad Angel il ruolo di voce rappreseo intitolato a Violeta Parra. Il cisentativa delle vicende della sua neasta cileno Andres Wood ha terra. Il figlio di Violeta nel corso concluso le riprese di un film reladegli anni dell'esilio che lo ha cotivo alla sua vita prendendo le stretto dapprima in Messico e poi mosse dal mio libro Violeta se fue in Europa, ha costruito ulteriora los cielos e inoltre, la fondazione mente la sua figura di cantautore, Victor Jara fa un gran lavoro di digi iniziata in terra natia negli anvulgazione e conservazione delni della giovent con la madre e l'opera e dei valori che animarola sorella Isabel. Non solo, col trano la vita di Victor. La dittatura scorrere degli anni Parra ha intraera convinta di averci zittiti una preso anche altre strade, percorvolta per tutte, ma hanno sbaglia-

Angel Parra, il testimone


to. Siamo pi vivi che mai. Le parole di Angel Parra sono ferme e decise, e il messaggio chiaro. La voglia di non abbassare la guardia, di non fare cadere nel dimenticatoio gli anni di Pinochet, viva e intensa, in molteplici segmenti della cultura cilena. Incluso quello cinematografico: oltre la pellicola dedicata a Violeta, gia in produzione il film The Resurrection of Victor Jara, che sar firmato dal regista di New Orleans John Travers, con un cast stellare che comprende tra l'altro lo stesso Angel Parra. Che ha ben chiaro cosa significa fare memoria: Cosa significa continuare a suonare e raccontare questi eventi nel 2011? Significa continuare a lottare contro i mezzi che ci ignorano, significa tenere alti i valori e gli ideali utopici della nostra identit. La sinistra democratica ha bisogno di avere i suoi portavoce altrimenti rischia di scomparire. A proposito di recenti dipartite, lo scorso 25 aprile venuto a mancare a Santiago del Cile Gonzalo Rojas Pizarro, considerato il maggior poeta latinoamericano esistente. Rojas, oltre il valore come intellettuale e uomo di cultura, era amico della famiglia Parra: stato un poeta di grande prestigio. Ma non solo, stato molto di pi: un educatore, un professore universitario, un uomo di sinistra. Un promoto-

storico, quello sudamericano con il cuore e lo stomaco. Il Vecchio Continente ha accolto Parra negli anni del suo esilio in terra francese, a Parigi, quando visse straniero in terra d'altri. Di quel periodo racconta e narra nelle sue canzoni, sottolineando che oltre la musica c' poco da aggiungere: Per comprendere l'esilio necessario viverlo. Non dimentica la sua Europa l'uomo di Valparaiso, al cui sguardo attento alle cose del mondo, non sfugge il dramma delle genti che scappano dai conflitti in corso nelle terre maghrebine. Popolazioni in fuga, stranieri e il forte rischio di intolleranza: In Europa presente uno zoccolo duro di destra fascista, per cui in periodi di crisi si cercano "capri espiatori". Questi vengono trovati negli stranieri. A questi i governi della destra europea inputano le colpe della loro mala gestione dello stato (privatizzazioni, perdita dello spirito di unit nazionale e tendenza alla divisione, ecc.). Il diverso, l'altro, viene usato strumentalmente. Preoccupante anche che molti degli stessi giovani maghrebini che giungono in Europa, aderiscano a questi valori del modello liberale. In quanto sono l'unico modello proposto, e ci accade perch manca un'ideologia di massa a sinistra. Oltre le opere di prosa scritte di pugno, le partecipazioni cinematografiche passate, presenti e future, Parra come gi ricordato in precedenza, cantante e chitarrista delicato e coinvolgente. Una discografia chilometrica - solo sul suo sito sono presenti ben trentadue titoli da scaricare - che ne testimonia l'inesauribile vena creativa. I pensieri conclusivi dell'intervista non potevano quindi che essere rivolti a chi cerca di intraprendere il mestiere di cantore. A un giovane cantautore che oggi decidesse di affrontare un percorso di canto e di lotta con le sole armi di voce e chitarra direi di essere onesto e coerente. E apprendere la propria storia. Il popolo che non conosce la propria storia inciampa due volte sulla stessa pietra.

ALIAS N. 27 - 9 LUGLIO 2011 (15

ULTRASUONATI
AA. VV.
ERASED TAPES COLLECTION III (Erased Tapes/Self)

BOOK NOTE

MOMBU

Terzo capitolo della raccolta che Robert Raths, boss della label tedesca, mette in campo per far conoscere i suoi beniamini. Letichetta si sta facendo notare per alcune produzioni di rilievo in particolare in ambito neoclassico. Ma non solo. E lo si capisce dagli artisti presenti in questa compilation che vede la presenza di un folle sperimentatore giapponese (Worlds End Girlfriend), dellinglese Rival Consoles, nuovo guru Idm, e dei seguaci post rock Codes in the Clouds, The British Expeditionary Force e lafur Arnalds. A rappresentare il genere principe della Erased Tapes Peter Broderick e Nils Frahm, qui in veste solista e in duo con Anne Mller. (r.pe.)

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Il senso delle parole sui muri. Un giorno con Beatles e Pink Floyd
Roberto Peciola
Troppo spesso - complice anche un gergo giovanile che non nega certo superlativi di ogni genere - si sente parlare di personaggi, cose o fatti in termini eccessivi, e cos facile ascoltare la parola mito a proposito, anzi a sproposito, di questo o quello. Ci sono per situazioni in cui nessun altro aggettivo pu essere altrettanto efficace, come, ad esempio, quando si parla del gruppo che ha scritto pi di ogni altro la storia del rock e del pop, i Beatles. Per celebrarne il suddetto mito sono stati utilizzati innumerevoli mezzi, e tra questi numerosi volumi che ne hanno ripercorso la storia, i fatti, le parole, le canzoni, gli errori. Un mito su cui non sembra, anche a distanza di mezzo secolo dalla nascita e pi di quarantanni dalla fine, calare linteresse. Prova ne sono anche due libri pubblicati in questi mesi nel nostro paese. Il primo - a firma Massimo Padalino, giornalista e critico musicale per varie riviste specializzate - si intitola The Beatles. Yeh! Yeh! Yeh! (Arcana ed., 559 pag, 25 euro), ed la raccolta dei testi - commentati - dei Fab Four nel periodo che va dal 1962, anno del loro primo album Please. Please Me, al 1966, quando Lennon e soci pubblicarono un disco, Revolver, che preannunciava lepocale svolta che sarebbe avvenuta di l a poco ( in programma anche una seconda parte con i testi dei successivi album del quartetto di Liverpool). Un lavoro certosino in cui Padalino, oltre a riprodurre le liriche con traduzione in italiano, andato alla ricerca dei significati pi reconditi e meno noti di canzoni che

MANTRA (Subsound-Narcotica/Goodefllas)

ANGELO ADAMO
MY FOOLISH HARP (Red)

Metti assieme due entit che si sfiorano da molto senza toccarsi. Cresciute musicalmente con fonti d'ispirazione e approccio simili: quello del jazz-core pi slabbrato e sporco. Che fa ciondolare teste a ritmi inauditi, ed evoca rispettosamente storie di improvvisazione di matrice african-american. Che, forse perch lontane nel tempo, assurgono - beffarda nemesi - a tradizione. compito rischioso, con percentuali di errore alte. Non accade. Piuttosto si azzecca la strada, destando stupore e stimolando interesse. Questo la sintesi dell'incontro tra A. Zitarelli (batteria) e L.T. Mai (sax), rispettivamente provenienti da Neo e Zu. Qualche ospite a dar corpo ai suoni, ma il tutto c'. tangibile, in modo rilevante e vibrante. Che disco! (g.di.)

7
MU

Relax go-go in questo cd di classici del jazz pi qualche originale che se ne vien fuori per automatismo linguistico, per fedele aderenza a stereotipi luoghi comuni. Tutto come una jam session, nella quale ha il sapore dellabituale anche quello che non s mai sentito. Il titolare della registrazione suona unarmonica a bocca cromatica; col suo quartetto, ma qua e l fa comparire uno o pi dei suoi ospiti. Tra questi Roberto Ottaviano (in Mizzy il gatto) e Fabrizio Bosso (in La mela di Carmela), ma quanti sono sembrano stare volentieri e bene insieme, divertendosi con una musica volutamente anonima. Poco be-bop, malgrado il lavoro esca da unetichetta bop-dipendente. (g.ca.)

SENSILENTI (Abeat Records/Ird)

ANTIMUSICA
ANTIMUSICA TI VUOLE BENE (Autoproduzione)

hanno segnato unepoca, da She Loves You a Help!, da Love Me Do a Yesterday, e in pi ha aggiunto stralci di interviste, aneddoti, aforismi. Per entrare nel mondo Beatles nel profondo. UN ANNO DOPO, nel 1967, i quattro baronetti registravano un disco tra i pi importanti dellintera storiografia rock, Sgt. Peppers Lonely Hearts Club Band, lavoro che si concludeva con uno dei brani pi belli incisi dalla band, A Day in the Life, composta da John Lennon e Paul McCartney. A questa canzone e ai cinque giorni che ci vollero per registarla dedicato The Beatles 1967 (Casanova e Chianura ed., collana Auditorium, 13 euro) di Giampiero Orselli. Lautore racconta le azioni di Lennon, McCartney, Harrison e Starr, non lesinando idiosincrasie, vizi, manie e, ovviamente, il genio nascosto dietro ognuno di loro e dietro i

vari personaggi che fecero da contorno alle loro vite. ALTRI MITI. uscito da poco, per la Rizzoli, uno splendido volume che di miti ne contempla ben due: i Pink Floyd e il loro discusso capolavoro The Wall. Pink Floyd. The Wall (256 pag., 45 euro) di Gerald Scarfe con introduzione di Roger Waters un libro che traccia, attraverso i disegni e i bozzetti del grande artista inglese, vignettista politico del Sunday Times da ben quarantadue anni, ma anche attraverso i racconti dei tre floydiani superstiti (lo stesso Waters, Nick Mason e Dave Gilmour) e di Alan Parker (regista dellomonimo film del 1982), la genesi di un disco - per certi versi anchesso epocale -, il making of e i retroscena di uno degli spettacoli pi ambiziosi che siano mai stati pensati e messi in atto da un gruppo rock.

Nel mare magnum delle uscite discografiche jazz italiane segnaliamo un progetto che si discosta con grazia e intelligenza da tanto mainstream. I Mu sono un quartetto dallassetto ritmico piuttosto inconsueto: vibrafono e glockenspiel, chitarra, basso e batteria. Siamo dunque dalle parti dei Tortoise di Tnt, ma il gruppo sempre lavora per dare alla musica un che di quieto, di assorto che invece in tanti gruppi nu jazz e post rock preludio ad accelerazioni drammatiche. Vivono vicino a un lago, i Mu: e si sente, nello sciabordio liquido delle loro composizioni. (g.fe.)

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SIMONA SEVERINI
LA BELLE VIE (My Favorite Records)

Antimusica, vero nome Michele Cosentino, un cantautore torinese sopra le righe e - punto a favore - difficile da arginare. La sua verve popolare non ha troppi filtri, sia dal punto di vista sonoro sia da quello testuale. Telefonate da parte di dio, messaggi d'amore sulla bamba, un'ossessione anti-Moccia (come dargli torto?), Kak che diventa il giocatore che a prostitute non va e via di questo passo. Tutto a suon di - udite, udite - drum'n'bass, electro-pop dozzinale ma anche voce e chitarra, blues, rock e ska. Ironico e politicamente scorretto, schietto e scrupoloso nell'abbinamento di testo e musiche, Antimusica un vero cane sciolto tra i musicisti italiani, uno che difficilmente troverete incluso in questa o quella scena. E meno male! (l.gr.)

La giovane interprete rende omaggio alla grande poesia francese cantando, in lingua originale, due liriche di Rimbaud musicate da Antonio Zambrini, pianista e arrangiatore dell'album, oppure i testi di Hugo, Prudhomme, DeLisle, Isle-Adam, sui quali Faur, a inizio Novecento, ricama sonorit impressioniste. Ma c' spazio anche per la chanson swingata (Distel, Gainsbourg, Legrand) mentre lo standard Emily (Mercer/Mandel) rovina la coerenza di un album che ha nella voce della leader, nella delicatezza del piano jazz trio e negli assolo di Gabriele Mirabassi al clarinetto i momenti di forza, espressione, originalit. (g.mic.)

SONIC YOUTH
SIMON WERNER AU DISPARU (Syr/Goodfellas)

PASQUALE BARDARO
MOVE ON (Itinera / Egea)

Pasquale Bardaro un nome da tenere d'occhio, nella galassia composita di chi, in Italia, cerca di trovare nuove vie per il jazz. Percussionista al San Carlo di Napoli, quando pensa il suo jazz invece lavora con vibrafono, pianoforte, Fender Rhodes. Decisamente interessante, qui, la scelta timbrica: Bardaro ha messo assieme le voci sassofonistiche complementari di Gaetano Partipilo e Francesco Bearzatti, ha aggiunto una ritmica efficace, e poi spazio alle sue composizioni, ariose e memori di pressoch tutte le strade di ricerca tentate dal jazz contemporaneo: senza dimenticare il cammeo di una verdiana Amami Alfredo... (g.fe.)

7 7

ALEXANDRE DESPLAT
THE TREE OF LIFE (Lakeshore Records)

VIJAY IVER/PRASANNA/NITIN MITTA


TIRTHA (Act/Egea)

LEGENDA

BEYONCE'
4 (SonyMusic)

Iperprofessionale, perfezionista, bellissima. Ottima cantante, produttrice, ora anche titolare di una linea di profumi. Vi sfidiamo a trovarle un difetto. Ah, s: la musica... Finora l'ex Destiny's Child ha messo mano a canzoni iper-liftate scala hit parade, della serie: grande tecnica, poco cuore. Ora uno scatto, perch questo 4 non cambier la storia della musica ma la riposiziona senz'altro del mondo dell'r'n'b contemporaneo con reminescenze soul anni Settanta. Molto percussivo - non a caso pare si sia ispirata all'afrobeat di Fela Kuti - e con un utilizzo della voce decisamente pi sfrontato, in particolare nell'apripista 1+1, ballata acustica ricorda Prince. Funzioner benissimo anche Party, grazie al contributo del rapper Andr 2000. (s.cr.)

Il compositore francese Alexandre Desplat ormai completamente inserito nel cinema americano, a tal punto che Terrence Malick lo ha chiamato per le musiche originali del suo meraviglioso The Tree of Life, sicuramente uno dei film pi importanti della stagione cinematografica appena conclusa. La partitura (corde e pianoforte) di Desplat, registrata con la London Symphony Orchestra, discreta. Si inserisce alla voce off e all ambiente sonoro in cui tutti i rumori quotidiani e quelli della natura hanno lo stesso peso. The Tree of Life un film nel quale il sonoro importante quanto limmagine, entrambi sono interdipendenti luno dallaltro per formare un tutto omogeneo, perfetto. La musica come un fiume che attraversa la vita, dalla nascita fino alla morte. Indispensabile e necessaria. (g.lu.)

Un disco delicato, onirico e intriso di capacit evocative. Un incontro tra piano, tabla, voce e chitarra, senza tentativi di scrittura che mirino a una fusione, piuttosto a un dialogo costante tra i tre musicisti. Al fine di raggiungere un delicato, funzionale e riuscito equilibrio. Obiettivo raggiunto. Il combo gira alla grande, coordinato con maestria dal leader, lo statunitense di origine indiana Iver. Il pianista in un periodo fertile. Ben venga quindi questa registrazione, che seppur datata 2008, affascina e avvince oltremodo. Sia nelle istanze pi jazzate (Tribal Wisdom), sia in contesti pi tradizionali (Entropy and Time). Davvero bello. (g.di.)

7 8

Episodio cinematografico numero due per la giovent sonica. Mondo del cinema sempre francese, con la pellicola diretta da F. Gobert. E un volo pindarico intriso di psichedelia dall'inizio alla fine dei tredici temi musicali sviluppati in questo disco. Con alle stelle anche le sonorit per cui si conosce la band, in un delicato e riuscito equilibrio. Con al centro in modo chiaro e netto la visualizzazione su grande schermo. A materializzare il tutto Moore, Ranaldo, Gordon, Shelley e O'Rourke. Tonici e concentrati, i nostri sono in uno stato di grazia. Capacit, esperienza e consapevolezza realizzativa. Che altro volere di pi? (g.di.)

STEELA
UN PASSO UN DUBBIO (On the Road/Universal)

FRANCESCO LO CASCIO/ ALPIO C NETO/FEDERICO UGHI


AIR (Terresommerse)

FLOGGING MOLLY
SPEED OF DARKNESS (Borstal Beat Records/Audioglobe)

6 7

EUGENIO COLOMBO/RAFFAELLA MISITI


OCTOBER SONGS (Rudi Records)

Dal progetto concertistico Il futuro non pi quello di una volta del polistrumentista e della cantante generato lalbum (sottotitolo Play the Songs of Leonard Cohen prodotto da una neonata etichetta, info: rudirecords.com). Il jazz da anni cerca di rinnovare il repertorio ma occuparsi oggi dello scrittore e cantautore canadese operazione che nasce da esigenze artistiche legate alla percezione dellattuale, e critico, momento storico. Le sue canzoni - dicono gli autori -, spesso nella loro semplicit disarmante, ci mostrano una strada percorsa coerentemente molti anni fa, anche se il futuro a quel tempo ci sembrava migliore. Cos la musica del duo sgorga in modo contemporaneo e non nostalgico, cerca di restituire nuova poesia a testi e suoni gi ricchi di una calda umanit, di profonda suggestione, di unasciutta etica dei sentimenti. I brani coheniani sono reinventati con originalit e se la Misiti ha parlato di attraversare la canzone proprio questo il senso di un doppio viaggio, passato e presente. (l.o.)

A volte recensire un disco pu essere una sfida difficile da affrontare per non cadere nella banalit, altre invece pu risultare un esercizio semplicissimo. E questultimo il caso di Speed of Darkness, quinto lavoro dei Flogging Molly, band tra le pi note in ambito celtic-punk. Semplice perch il genere in s non lascia spazio a sorprese di alcun genere: quello che pensi sar, . La questione quindi facile facile, se vi piace lo stile e il sound, questo lennesimo disco per voi, con anche, dal punto di vista delle liriche, i giusti riferimenti politici e, in particolare, alla crisi economica mondiale. (r.pe.)

RAY GELATO & KAI HOFFMAN


HEY BOY! HEY GIRL! (Double Scoop)

Si pu fare improvvisazione dassieme e non cadere nella routine? Si pu, quindi, rendere omaggio sul serio al concetto di composizione istantanea? Si pu. Lo dimostra questo trio di pensatori ispirati della musica scritta nella testa. Parlano di aria nel titolo e fanno bene. Perch la loro musica ariosa. Poi: musica di rarefazione commossa. Poi: musica di riflessione e sintesi creativa. Lo Cascio, vibrafonista, sa che i veri maestri dello strumento per lattualit musicale sono Bobby Hutcherson e Teddy Charles, non gli ottimi Lionel Hampton e Milton Jackson o il meno ottimo Gary Burton. Se ne ricorda, si ricorda pure degli itinerari melodici (sissignori: melodici) di Anton Webern, ma poi fa benissimo di testa sua come coordinatore e solista. Neto, sax soprano e tenore, rilegge magnificamente, con delicatezza, la storia del jazz post-free. Il batterista Ughi superbo per tecnica misura intuito. (m.ga.)

Un ascolto distratto di questo disco potrebbe richiamare alla mente vaghe reminiscenze dei Subsonica. Ma immergendovisi pi attentamente ci si accorge che il parallelo si limita al fatto che a scolpire il sound di questo secondo album degli SteelA si aggiungono i contributi di Max Casacci, Samuel Romano e di Madaski vero idolo con la sua band Africa Unite di questi ragazzi di origine salentina. E gi perch i sei tipi folgorati nel Salento (nota Giamaica dItalia) dai ritmi sincopati giamaicani sono partiti alla volta di Torino per intercettare un proprio ipotetico sound, che si concretizza in una miscela di reggae, dubstep, elettronica, e ballad minimaliste. Et media ventiquattro anni, gli SteelA dimostrano a questo punto del loro percorso artistico, una maturit, sensibilit, professionalit, dedizione e impegno, alquanto rari in tempi di suoni precotti, cut and past dellultima ora, e ricette da fast food. Nei tuoi silenzi, voce e chitarra in bella evidenza, solo una delle prove che quando il talento c, fa la differenza. (g.d.f.)

WHEN SAINTS GO MACHINE


KONKYLIE (!K7/Audioglobe)

Il merito indiscutibile di Gelato, cantante e sax tenore statunitense, trapiantato a Londra, consiste, da vent'anni in qua, nel continuare a proporre coerentemente tutte quelle musiche decisive per la nascita del rock (fuori dal country o dal blues): ecco quindi, dopo il boogie, il jump, l'honk-tonk, la jazz-song, che, come avverte la copertina: The golden age of the vocal duet is back. il trionfo del duo canoro d'impronta swing che da Louis Prima con Keely Smith ad Armstrong con la Fitzgerald, caratterizza un'epoca. Da provetti crooner, Ray e Kai si buttano in sedici classici anni QuarantaCinquanta, con il sestetto Giants a riarrangiare tutto (o quasi) in veloci r'n'b. (g.mic.)

SCOTT MATTHEW
GALLANTRY'S FAVORITE SON (Glitterhouse / Venus)

E tre: Scott Matthew, archiviata la pur notevole avventura sonora con l'ex sodale di Morrissey, Spencer Corbin, gli Elva Snow, sembra sempre pi indirizzato a una sorta di raffinata forma cantautorale. Questo il terzo lavoro solistico, e forse il migliore a oggi. Certo, Matthew non esattamente quello che definireste uno spirito pacificato: astenersi quindi depressi e inclini alla malinconia. Ma il suo vocione spesso virato sul falsetto cos vicino al timbro affascinante di un John Matyn, e la sua scrittura prossima alla classicit folk rock d'un Thomas Dybdhal lo aiutano assai. E la crescita evidente di lavoro in lavoro. (g.fe.)

giampiero cane stefano crippa gianluca diana grazia rita di florio guido festinese mario gamba luca gricinella gabrielle lucantonio guido michelone luigi onori roberto peciola

La Scandinavia ci ha abituati a band di livello internazionale ormai da anni: il pop svedese, lalt rock norvegese, le sperimentazioni islandesi, il metal estremo finlandese. Per qualche tempo a rimanere indietro sembrava essere la Danimarca, ma pare che le cose anche da quelle parti stiano prendendo una piega interessante. Pop e elettronica sono i punti su cui sembrano focalizzarsi maggiormente le attenzioni di nuove formazioni in arrivo da Copenaghen e dintorni, tra queste buon ultima ecco quella dei When Saints Go Machine. Un quartetto nato come band elettrodance ma che per lep prima e per lellep di debutto ora allarga gli orizzonti abbandonando le ritmiche in 4/4 da dancefloor in favore di strutture pi complesse e decisamente intriganti che vanno a toccare anche territori meno easy, con tocchi classicheggianti, echi di world music e tanta sana attitudine pop che ci ha fatto pensare ai Caribou di Swim, solo meno sperimentali... (r.pe.)

16) ALIAS N. 27 - 9 LUGLIO 2011

Unelaborazione che cita limmaginario s.f. degli anni cinquanta, tratta dal sito web StumbleUpon

di Graziella Pulce

he Ceronetti sia gran lettore di romanzi non fa notizia. Ma non era per nulla prevedibile che dopo pi di un cinquantennio di attivit desse alle stampe un romanzo, come ha fatto con questo In un amore felice (Adelphi Fabula, pp. 313, 19,00). Come un Pollicino di fiaba il settantaquattrenne fotoreporter Aristide Boronovici, detto Aris, coglie minuti segni nel frastuono aggrovigliato di una grande citt e trova il suo amore, una donna di trentanni che dice di chiamarsi Ada, ma che in circostanze diverse altri chiamano Nada o anche Nanda, e sul cui passato gravano colpe oscure. Dare il nome o cambiare il nome esprime un atto di possesso o unistanza di manipolazione e in questo romanzo i nomi e i profili sono entit piuttosto elastiche che si allungano e si accorciano, si fanno pi leggeri o si caricano in spessore. Ada infatti visitata da entit extraterrestri che lassediano e che otterranno il suo sacrificio. Accanto a personaggi di fantasia, se ne affacciano altri ben altrimenti noti, come Tesla, von Braun o J. F. Kennedy. Lespediente di fare della protagonista una sensitiva consente al narratore di intrecciare i fili del passato del presente e del futuro e di rendere mobile locchio del teleobiettivo in modo da dare dei fatti narrati una versione il pi possibile svincolata dalla prospettiva umana. Grottesco e surreale, In un amore felice si colloca sulla linea di scrittura che passa per Difesa della luna (1971) e Aquilegia (1973 e 1988), testi che sfondano il muro del reale realistico e mostrano unaltra tramatura del mondo, della quale di norma i pi non hanno neppure sentore. Romanzo di difficile definizione, insieme fantascientifico, filosofico e profetico, in cui risulta marcato lelemento elegiaco della compassione vicendevolmente nutrita dai protagonisti, unica loro difesa di fronte a un male di proporzioni cosmiche. Nel 2011 dunque una storia ambientata nel 1957 sullamore incongruo e sugli UFO, su una sensitiva e un anziano fotoreporter, su abductions da parte degli alieni, su misteriosi contatti, sullinvasione dellUngheria, sulla Citt degli Stracci, sugli effluvi graveolenti, sulla miseria delle carni consumate. In uno scenario grigio piombo si accendono lampi di vitalit autentica solo a contatto con i pi derelitti e sempre netta resta la distinzione ceronettiana tra i molti e i veggenti, tra chi persegue il potere, il denaro e la fama, e chi schiva tutto questo e si tiene pago di una tazza di t caldo e di una carezza. Dunque unopera di natura evidentemente allegorica, nella quale ogni elemento ancipite e sta a rappresentare oltre se stesso anche qualcosa che i pi di norma non vedono e non colgono. Su tutti i temi qui trattati Ceronetti era intervenuto pi volte, tuttavia in questoccasione ha cucito i vari elementi in modo che le sue figurine potessero agire compiutamente. Ci ha richiesto un impegno di scrittura diverso da quello abituale: lo scrittore si tenuto lontano dalle forme consuete dellaforisma, dellarticolo di giornale, dellinvettiva e del commento e ha accettato di intrecciare dialoghi e situazioni nellintento di portare il lettore a sperimentare lesposizione allindicibile, a ustionarsi a contatto con le allegorie. Il Novecento di Ceronetti, inventariato in Ti saluto mio secolo crudele (vedi box) si ricompone in uno scenario di epifanie che occhi

CERONETTI, MISTERI
Ottimo per affrontare un incontro con il negativo, con il meschino reso impavido dal grado e dalla poltrona ragguardevole, efficacissimo contro la tentazione di abbandonare le armi di fronte alla stupidit, Ti saluto mio secolo crudele Misteri e sopravvivenze del XX secolo di Guido Ceronetti (con le illustrazioni a cura dellautore e di Laura Fatini, Einaudi, pp. 128, 17,50) un piccolo ma efficace prontuario di salute mentale. Il bagliore che scintilla in questi trentacinque pezzi (alcuni estratti da testi di altri autori) consente di neutralizzare lopaco indifferenziato e recuperare limpido il cristallino per guardare gli emblemi di un secolo trafitto. Tutto pu essere nominato da un linguaggio che ha conosciuto il roveto ardente dellindicibile ed disceso a valle con le parole ancora calde del fuoco primigenio: il Titanic, Rudolf Hess, il napalm o Nikola Tesla. Filologo e filosofo, lettore di testi antichi e moderni, scrutatore di fotografie e disegnatore, questuomo magrissimo, vegetariano dal 57, capace di individuare lassoluto acquattato nel dettaglio e di dimostrare che il mondo dellocculto quello in cui viviamo ogni giorno. La scrittura resta per lui esperienza dellignoto e del mistero, in grado di riattivare la potenza originaria del suono e dunque di rendere vivo e vitale anche ci che ha subito laggressione pi devastante. cos per le statue del Buddha distrutte a Bamiyan dagli integralisti islamici, o per limmagine di Marilyn presente ovunque viva e bella, che ha avuto ragione della ragion di stato che lha condannata a morte. (g. pu.)

e orecchie capaci avrebbero potuto cogliere. La lettura della Guerra dei mondi da parte di Orson Welles, lepisodio di Roswell, le frequenti segnalazioni di avvistamenti: il fenomeno UFO diventava popolare. Nel 58 Jung pubblicava Un mito moderno. Le cose che si vedono in cielo e, tanto per dire, qualche anno dopo Flaiano metteva in

scena Un marziano a Roma, Calvino pubblicava Le Cosmicomiche e Buzzati La signora ch stata sulla luna; poi verr Manganelli con gli articoli sugli Oggetti volanti non identificati. Il fantastico nel suo simulato arbitrio rivela sempre qualcosa di quel che nascosto, scrive Ceronetti in La marionetta e lanima (poi nella Vita apparente). La

letteratura del Novecento presenta unarea del fantastico, con testi che volitano intorno al grande enigma sulla natura di ci che si vede e sul senso di ci che nascosto, con una consapevolezza tutta diversa rispetto alle epoche precedenti. Il narratore assume spesso la postura del testimone e il testo di fatto si presenta non di rado

IN UN AMORE FELICE: DOPO OLTRE CINQUANTANNI DI ATTIVIT, ARRIVA UN ROMANZO

Ustionarsi con Ceronetti


Libro di difficile definizione, fanta-scientifico, filosofico e profetico, si incentra sullelegia della compassione reciproca come unica difesa, oggi, contro il male cosmico. Cos Guido Ceronetti ustiona il lettore con le sue allegorie, che attingono al culto paranoico anni cinquanta per gli Ufo

quale testimonianza di immagini e per immagini, in netta controtendenza rispetto a un modello linguistico che andato sempre pi privilegiando lindividuazione per astrazione. Lautore si presenta come voce che d corpo e sostanza verbale a qualcosa che stato percepito come pura forma, chiusa in un suo nocciolo di dura e inspiegata visivit. In questo senso la scrittura di Ceronetti, anche quella di questo romanzo in lingua italiana, come recita il sottotitolo, profetica, caduta nel tempo ma non appartenente a questo tempo. Lautore ha rinunciato al grido e si fatto passare attraverso la cruna dago della narrazione purch fosse possibile consegnare intero il messaggio di allarme che scuota fino al profondo le coscienze intorpidite, alle quali riesce sempre pi difficoltoso percepire il gemito di dolore delle terrestri creature viventi, umane e animali. Anche let avanzata e la debolezza di Aris, come pure la docilit di Ada a farsi prostituta sacra sono allegorie e sono continuamente rimarcate: lo scopo di creare spazio sufficiente a personaggi nei quali laggressivit del secolo risulti depotenziata e mostrare un modello alternativo a quello delluomo cieco, arrogante e portatore di morte. Cos come Ada riplasmata ogni volta dal cambio dei nomi viene a presentarsi come un personaggio metamorfico, librata su un destino anomalo che attende di essere dispiegato. Personaggi che svelano la loro natura di marionette, carne deperibile e anima dacciaio, e sostengono con altissima dignit e piena consapevolezza il loro ruolo di portatori di balsamo sulle piaghe dellumana, inconsapevole creatura terrestre. La sconcertante ode oraziana delluomo puro e inerme che non teme gli artigli del Caos ha trovato una sua ulteriore e felice attualizzazione.

ALIAS N. 27 - 9 LUGLIO 2011 (17

Gianfranco Ferroni, Le donne di Marcinelle, 1956-57, Bergamo, Provincia

BERSAGLI
I B R

La terrazza milanese di Silvia Bergero


di Gianni Manzella
Entra subito dentro la scena, insegnavano antichi maestri alla scuola dello sguardo. Senza preamboli, senza divagazioni personali; non pi il tempo delle cronachette teatrali di George Bernard Shaw che pure, col loro svagato parlar daltro, avevano laria di mettere sullavviso che tanto da guardare sui quei palcoscenici londinesi non cera molto. Ha lapparenza di una scena teatrale il luogo in cui viene precipitato il lettore nelle pagine iniziali di Galline, primo romanzo di Silvia Bergero (Rizzoli, pp. 251, 17,90). Non a caso Bergero chiama a sostegno lautorit di Anton Cechov, in esergo. Nella vita reale per lo pi si mangia, si beve, si dicono sciocchezze scriveva il grande russo. Ecco cosa bisogna far vedere in scena. Siamo avvertiti, sappiamo cosa ci aspetta. La scena, dunque. La festa che si svolge in una casa con vista sulle guglie del Duomo, abbastanza grande da contenere le chiacchiere di duecento persone. Ragazze che dondolano sui tacchi alti. Musica e drink. Siamo a Milano, non c bisogno di dirlo, non ci sarebbe nemmeno bisogno di quel cenno alla Madonnina che dalla terrazza sembra a portata di mano. Dove altrimenti tanta maniacale attenzione allabito firmato, allaccessorio giusto? Dove altrimenti anche labbigliamento diventa una competizione? E si traduce infatti in un mettersi gi da gara... La Milano degli anni duemila, la Milano uscita dallubriacatura dei soldi facili. La Milano capace di riservare pi di una sorpresa, che si colora di arancio e scuote via la patina di antipatia che laccompagnava allesterno, come avvertono le cronache di questi giorni. Vista dallangolo di una fauna intellettuale che sta al crocevia fra editoria, spettacolo, redazioni di network televisivi, senza escludere le vecchie solide professioni borghesi. Qui, loccasione per ritrovarsi la presentazione di un libro. Ma del libro non si dice e non si sa niente. Piuttosto sullautore che si butta un occhio, metti mai. Quel che si dice sono le griffe, i vestitini delle collezioni e le palettes di stagione, i modelli delle scarpe e delle borse ecco, ora si fa caso che la copertina del libro riproduce una di quelle borsette che si tengono in una mano, come si chiamano... E poi gli incontri, le storie, come duso ormai definire quelle relazioni di incerta durata e anche l a competizione non si scherza. E pazienza, se non sai cos la Chanel 2.55 o lo shatush di Coppola, se hai qualche dubbio sulla clutch turchese Miu Miu o le sneakers di Yohji: fa parte del gioco. Anzi proprio questo il gioco: buttarti dentro i gerghi, i tic, le minuzie che in un microcosmo possono gonfiarsi fino a diventare ossessioni, scovare i must prima che diventino must. Quei gerghi, quei tic, quellossessione per lo shopping e per quella sua variante ancor pi ossessiva che sono i saldi, Silvia Bergero li conosce assai bene, ha lavorato per molti anni per un settimanale femminile. E li riversa sulle sue protagoniste. Quattro amiche diverse quel che basta, dalla pragmatica e ricca allinsicura e ipersensibile pi una quinta che appare e scompare, vive e lavora a Londra e anche nel nome, Andrea, porta un che di esotico. Le autoproclamate galline del titolo. Tutte cinquantenni, et cerniera fra una maturit che tarda ad arrivare e una giovinezza che ancora ieri sembrava l, non fosse che la vita vissuta fa zavorra. Il dramma in agguato dietro langolo, o meglio dentro quelle famiglie di cos solida tradizione, apparentemente. Il destino dispettoso non risparmia neppure coloro che erano sicuri di vivere al riparo dai colpi della vita. Piccole crepe cui non si d peso fino a che non si allargano pericolosamente. Un figlio incompatibile. Un padre che riemerge da un passato negato per rimescolare rapporti e sentimenti. Segreti e bugie. Un banale incidente stradale che per ha il torto di capitare nel posto sbagliato, un periferico quartiere di immigrazione cinese, quanto basta per innescare disordini di strada e reazioni incontrollabili e certo, torna in mente la rivolta di via Sarpi o quella di via Padova, con tutto il corredo di commenti sociologici su triadi orientali e bande giovanili sudamericane. Ma intanto gli incontri, le storie si dipanano. Esili e un po fatue, nellintreccio di conversazioni che prende il posto di una vera trama. Si mangia, si beve, si dicono sciocchezze. Disegnando la mappa di una citt dalleleganza discreta, pi da brunch domenicale che da ritrovi notturni. Mica solo Brera e i Navigli. Lasciassero tutti lauto a casa, scoprirebbero la bellezza di questa citt sbotta quella specie di voce collettiva che lautrice lascia slittare dalluna allaltra delle sue protagoniste. E poi i weekend fuori Milano. La riviera ligure, fra Rapallo e Verezzi; la montagna di Sankt Moritz piuttosto che Courmayeur; la gita sul trenino dellEngadina e le terme di Bagno Vignoni. Dovunque portandosi dietro i propri riti, laperitivo, lo champagnino, le cure del corpo. Le proprie chiacchiere un po intello. Sar per questo che queste sorelle dItalia del terzo millennio ci fanno un po venire in mente i cari Fratelli arbasiniani di quarantanni prima. E se l cera da correre per uno spettacolo di Visconti a Spoleto, qui non si pu mancare il musical degli Abba, Mamma mia!. I conti tornano. Galline ti prende un po alla volta, con leggerezza. Gioca con la memoria generazionale, per una sorta di gusto mimetico, facendo reagire il lato debole (ma non era Camilla Cederna?) come entit biologica con i maschi che fan crocchio come le comari di un paesino (ma non era De Andr?). Mescola gruppi apparentemente omogenei per meglio separarne le individualit agendo pi per centrifugazione che per decantazione, vien da dire. Leggerezza forse la parola chiave del romanzo, ma un po perversa. Indica un modo di toccare le cose, un contatto che pu lasciare un impalpabile disagio. Che siano proprio sempre simpatiche, le nostre, non si pu dire. Ci mettono del loro per non esserlo. Ma difficile sottrarsi a un moto di empatia per il sentimento che incarnano. Perch di questo in fondo si tratta. Il romanzo il racconto di un sentimento di amicizia. Che finiscano per riconciliarsi con un party a sorpresa, una di quelle feste dove gli ospiti arrivano allinsaputa del festeggiato, in fondo un atto dovuto. Come larrivo di un deus ex machina a teatro.

Uomini in cambio di carbone. Questaccordo del governo italiano col Belgio allorigine della tragedia del 1956, qui ricostruita con voci e archivi come monito alla politica doggi

di Giulio Ferroni

n questi ultimi tempi si affaccia insistentemente, insieme alla parola dordine dellautofiction, quella parallela e spesso convergente della non fiction: categorie, queste che passano spesso per cruciali acquisizioni, di risolutiva pertinenza contemporanea, mentre fin troppo evidente che designano qualcosa che si ritrova nella letteratura di ogni tempo e paese (ma capita che troppa concentrazione sul presente non fa vedere al di l del proprio naso). difficile segnare i confini tra la cosiddetta non fiction e il reportage: e chi pu negare che certi reportage novecenteschi, oltre a toccare in profondit eventi reali, diano poi eccezionali esiti di scrittura, superiori a quelli di tanta letteratura canonica? Singolare caso di inchiesta rivolta al passato ora il libro di Paolo Di Stefano La catastrfa Marcinelle 8 agosto 1956 (Sellerio La Memoria, pp. 252, 13,00), dedicato (A futura memoria, come indicano le pagine introduttive) al disastro della miniera di carbone belga in cui morirono 262 minatori, tra cui 136 immigrati italiani. Qui lautore (che nellinvenzione narrativa ha toccato recenti fatti di cronaca, come in Nel cuore che ti cerca, 2008) si presenta soprattutto come un trascrittore, uno che costruisce un percorso in cui raccoglie direttamente le voci di alcuni dei sopravvissuti e di alcuni congiunti degli scomparsi e offre la traduzione di alcuni documenti ufficiali (atti processuali, interrogatori e testimonianze): compie un viaggio per registrare quelle voci, iniziando proprio da Marcinelle, dove incontra la figlia di una delle vittime, che abita ancora l (e proprio in una rue des Mineurs, la via dei Minatori), toccando altre localit della zona, dove risiedono varie persone rimaste in Belgio, e giungendo alla fine in Abruzzo, tra Pescara e Manoppello, il centro da cui pi numerosi venivano i

minatori italiani. Ma non tutte le voci trascritte provengono dal viaggio e da incontri diretti: lautore ha utilizzato anche interviste e spezzoni di documentari, frutto, come tutto il materiale del libro, di accurata ricerca. La trascrizione tende a conservare la vivacit dello scatto orale, le particolarit di linguaggi in cui, per coloro che sono rimasti in Belgio, italiano standard e forme dialettali si mischiano col francese, mentre quasi per tutti la parlata dialettale tende a compromessi continui con la lingua, con anacoluti, forzature grammaticali e sintattiche di vario genere, idiotismi e scatti personali. Ne risulta una vera e propria polifonia che porta sulla pagina scritta non tanto limmediatezza delloralit, quanto la concretezza di vite semplici e determinate, di sentimenti radicati nella durezza del vivere: amore, amicizia, lavoro, cibo, costruzione di s entro la materialit dellesistere; vite devastate dalla perdita, dal dolore, ossessionate dal ricordo di quellevento, dal peso che il mondo ha su di esse caricato. Con queste voci umane la memoria della catastrfa (deformazione tra francese e dialettale) non si risolve solo in un atto di piet per le vittime, in affermazione della necessit del ricordo, ma nel palpito di unultima persistenza di un mondo che non pi, di unItalia popolare, quellItalia del lavoro, che ha portato sulle proprie spalle il peso

delle trasformazioni che si sono succedute nel dopoguerra, subendo la violenza di quel vorticoso sviluppo italiano ed europeo. In un accordo col Belgio, del 1946, il governo italiano aveva ottenuto considerevoli quantit di carbone in cambio dellinvio di manodopera italiana per il lavoro nelle miniere: la catastrfa viene da l, in quello scambio di uomini per carbone che escludeva ogni considerazione della sicurezza (e la voce di Peppe, un siciliano dai due cuori, che sembra raccogliere in s lesperienza di tutti i minatori del mondo, ci dice che La giovent nostra stata venduta dal governo). Di Stefano con delicatezza sa far parlare queste voci nella loro evidenza, tanto lontana sia dallesteriore retorica di alcuni politici di quel tempo (di cui viene riportato qualche campione) che dalla volgarit degli attuali talk show televisivi: esse toccano sempre dei fatti, pur se da punti di vista vari e diversi, muovendosi tra la semplice consistenza della vita privata, i pi elementari affetti quotidiani, e la ricostruzione del terribile evento, le ipotesi e le denunce sulle responsabilit mai davvero chiarite, i risvolti oscuri della mancanza di sicurezza nella vecchia miniera, lagitazione dei dirigenti e dei soccorsi, il recupero dei cadaveri e i riti funebri, la disperazione delle donne che con i loro bambini aspettavano ai cancelli. Attraverso questi fatti il libro ci fa

balenare davanti un dato storico essenziale, su cui, nellorizzonte illusorio della virtualizzazione, del postmoderno e del postumano, siamo troppo poco abituati a riflettere: ci mostra che il grande sviluppo economico del dopoguerra e ogni sviluppo produttivo passato e passa sopra le vite umane, che la radicale trasformazione del mondo a cui abbiamo assistito nella seconda met del Novecento si servita degli esseri umani, ha lacerato tante esistenze, ha agito violentemente sulla loro semplice identit. Certo, come dicono molti di coloro che qui hanno la parola, si trattava di sfuggire alla fame: e per molte delle vite che non sono state distrutte non sono poi mancati progressi, miglioramenti; molti in un modo o nellaltro sembra che ce labbiano fatta. Ma che dire del confronto, da molti suggerito, tra la situazione dei nostri emigranti dallora e quella dei disperati migranti di oggi? Qui si tocca con mano labiezione del razzismo e del leghismo, e ci giunge una lezione di dignit, di umanit severa e resistente. Nella semplicit di tanti uomini e donne c davvero tanto di memorabile, come ad esempio in questa battuta di una figlia che vive a Pescara: Io quando dico che mio padre stato minatore in Belgio lo dico con orgoglio, e certi personaggi odierni della politica e delle istituzioni mi piacerebbe che avessero la stessa dignit.

LA CATASTRFA, INCHIESTA DI PAOLO DI STEFANO

Dignit e orgoglio dei figli di Marcinelle

18) ALIAS N. 27 - 9 LUGLIO 2011

Gianriccardo Piccoli, Shining, 2006

CRITICA DEL GIARDINO

VRIDE

BORTOLOTTI, SAPER VEDERE NEL CEMENTO


di Andrea Di Salvo
Nelle nostre citt pervase dal cemento, sigillate al suolo dallasfalto, c ancora spazio per un uso del giardino e del verde che, almeno nellapproccio, non sia residuale. Ma necessita nellinfinito frattempo di sempre rinviate politiche pubbliche volte a recuperare una qualche sostenibilit ambientale sul territorio urbano e con locchio attento invece al prodursi qui di variegate risposte dal basso di un atteggiamento mentale che sia, prima di tutto, esito di un utile esercizio dello sguardo. Saper vedere, immaginare e quindi trovare il verde anche l dove non si abituati a pensarlo, l dove non ci si aspetta di trovarlo. Oppure, inventarlo. Che lo stesso. A questo ci invita Emanuele Bortolotti nel suo Il giardino inaspettato (Electa, pp. 215, 49,00). Sottotitolo immediatamente operativo Trasformare angoli di cemento in spazi verdi. Sulla base soprattutto della sua esperienza professionale, viene proposta dallautore una rassegna che illustra, oltre a temi pi scontati, casi di un autoproclamato paesaggismo estremo e di frontiera. E ci sia perch indaga (tra laltro) briciole disperse di spazi residuali dellabitare urbano, suggerendone il ripensamento, il riuso anche straniante, quanto perch metodologicamente assume come una sfida i condizionamenti dellonnipresente costruito. Situazioni limite dove tuttavia, complice la vitalit della vegetazione, il saper fare tecnico e la specializzazione delle soluzioni consentono, comportano invenzione, appunto, epifania di spazi nuovi perch immaginati e realizzati dove non erano. Cavedi che diventano scenografie di fogliami e acqua con inserti dartista, pozzi di luce con cascate di piante, garage di abitazioni o centri servizi di imprese che si ricoprono di giardini, affacci di verde dagli open space degli uffici che riportano la vegetazione al centro degli edifici, patio che restituiscono ambientazioni a tema (importante il rapporto anche soltanto visivo con fondali verdi), terrazzi interni che si animano di colonnati dedera, bocche di lupo trasformate in finestre sul cortile E accanto ai giardini sui tetti, tetti giardino, facciate qualificate dal verde (come quelle immaginate da Stefano Boeri nel milanese Bosco verticale, dove terrazzi sfalsati consentono lo sviluppo di piante dalto fusto tra i diversi piani delledificio), applicazioni di una serie di sistemi per il verde verticale mutuate dalloriginale intuizione di Patrick Blanc. E ancora, episodi di natura recuperata ai margini dellabitare, cortili e corridoi e varchi tra i palazzi come occasioni di socializzazione, fino alle suggestioni del giardino condominiale promiscuo. Con la consapevolezza che il saper fare di questi molti inusuali episodi di valorizzazione, di invenzione molecolare del verde deve, per incidere, farsi sistema, abitudine, uso condiviso, rete di soluzioni, punto di vista guida, modo di intendere generalizzato e condizionante (le mode, e con ci forse lintervento pubblico, perlopi temporizzato sulle scadenze elettorali). Sguardo capace appunto di trasformare in verde angoli di cemento ma, pi in generale, innovativa feconda angolazione condivisa.

Monaco pazzo, chiamava Pasolini Roberto Roversi: il quale oggi rivolge al Paese questo canzoniere damore incendiario, dove le memorie divengono politica immediatezza

di Roberto Galaverni

TRENTA MISERIE DITALIA, QUARTA E ULTIMA PARTE DI UN POEMA CIVICO

Roversi? E Roversi?.... Quante volte, mentre mi trovavo lontano da Bologna per qualche impegno legato alla letteratura, capitato che qualcuno mi abbia rivolto questa domanda, a met tra una richiesta di corrispondenza e unaffermazione certa. Come a dire, anzitutto, che Roberto Roversi c. Del resto anchio lo sapevo di questo esserci di Roversi, di questa sua indefessa costanza di opere e di scrittura. Il monaco pazzo, cos lha chiamato Pasolini in una poesia che Roversi ricorda a sua volta nella prima parte de LItalia sepolta sotto la neve, il poema a cui lo scrittore bolognese sta lavorando dagli anni ottanta. E davvero il destino di questuomo sempre vigile e attivo sotto la crosta della sua citt, come si fosse abbarbicato nella sua pancia, pu essere paragonato a quello della sua poesia. Bologna, la citt della nebbia e della pietra rossa, rosso comunista e rosso cardinalizia, retorica e istituzionale, accademica e massonica, la citt di Catalano e Loderingo; Bologna che concede le sue cose pi belle quando come addormentata e dimentica di se stessa, al di sotto o al di fuori dei ranghi, dei diplomi e dei tanti paludamenti; Bologna amata nonostante tutto e oltre tutto; Bologna che compare come una volta per sempre, gravida di tutte le macerie, i colori e le speranze del dopoguerra, in Dopo Campoformio, il primo libro importante di Roversi. Non molto diversa la posizione della sua poesia, che a partire dalla fine degli anni sessanta, con il rifiuto della grande editoria e la stampa in proprio del primo ciclostile delle Descrizioni in atto, ha preso a diffondersi sotterraneamente, sem-

Mia Italia al presente


pre brevi manu, in modo continuo, affidabile, radicato in profondit. Non un gran rifiuto, dunque, quello di Roversi, bens una decisione in nome di qualcosa; e ancora: non la scelta di un non fare ma di un fare in modo diverso, in coerenza con una precisa strategia culturale e politica. Da allora per lui soltanto ciclostilati, auto-edizioni facenti capo alla sua stessa libreria Palmaverde, base operativa, garanzia minima di libert, riparo contro il tracimare del veleno e del rancore; oppure pubblicazioni presso editori piccoli e piccolissimi. Proprio per la sua concezione naturaliter sociale e politica dellesistenza delluomo, Roversi ha sempre saputo che in poesia conta la qualit dei gesti e dei rapporti, e che allora un lettore vero vale pi di mille lettori contraffatti. E non solo lha saputo, ma da una certa altezza in avanti ha agito di conseguenza. Per una neonata casa editrice marchigiana, la Sigismundus di Ascoli Piceno, al prezzo da battaglia, diciamo cos, di 11 euro, uscita ora la quarta e ultima parte dellItalia sepolta sotto la neve, con il titolo Trenta miserie dItalia. Trenta come appunto il numero delle sequenze poetiche di lunghezza variabile che la compongono. Un canzoniere damore incattivito da una rabbia rabbiosa per un tradimento che in atto ma che deve passare, cos lha definito Roversi. E la destinataria dei versi sempre lei, lItalia, a cui il poeta si rivolge in modi che stanno tra laccusa, il rimprovero, linvocazione, lammonimento, lauspicio, lesortazione, il canto. Ne esce una specie di lunga canzone allItalia; una canzone incendiata e incendiaria, pur dentro alla neve e al freddo della nostra storia degli ultimi decenni, perch il tono dei versi sempre carico denergia, premuroso, deciso, acceso. vero infatti che in tanta indignazione, che impone spesso i modi del semplice referto e della denotazione diretta, si tratta poi di un libro tuttaltro che arreso o ripiegato, ma di pazienza, di resistenza, perfino con alcune note forti di speranza. Si crea allora una miscela molto particolare, perch questo poeta di molta memoria, che provvisto di un retaggio culturale e antropologico forte e chiaramente orientato, che anche per formazione ideologico-letteraria conosce bene il nesso tra memoria e utopia, finisce poi per scrivere per necessit, emergenza, continuo stato deccezione sempre e tutto al presente, quel presente che per eccellenza il tempo della sua poesia. Scritti al presente nel presente sono infatti questi passaggi o sequenze poetiche, a cui si pu estendere la stessa denominazione di descrizioni in atto che si richiamata prima, e che rappresenta, credo, la vera configurazione formale ed espressiva di Roversi, quello che di pi suo questo poeta ha posto sul piatto della nostra poesia. La descrizione in atto come sviluppo del ricco e pastoso poemetto della stagione di Officina (Pasolini, Roversi, Leonetti, Volponi, tutti con dietro Pascoli: sono quelli gli anni della reinvenzione della forma-poemetto), come accelerazione ed esasperazione anche qui visibile limprinting sperimentale di Roversi delle componenti di significazione diretta, nel tentativo di far deflagrare il discorso poetico dallinterno, dalla situazione comunicativa immediata, quasi a voler compensare, non tanto per negarlo quanto per metterlo alla prova, il peso predeterminato e sovrastrutturale dellideologia. Proprio per inseguire una denuncia il pi manifesta possibile, tra Descrizioni in atto e il successivo Il Libro Paradiso la poesia di Roversi per circa un ventennio si stesa sempre pi in orizzontale, in una specie di parossismo della visibilit dellespressione. E in questa priorit del documento di per s bastante, la parola della sua poesia ha assottigliato perfino alleccesso il suo spessore problematico, producendo come uno schiacciamento della scrittura sulla pagina. Certo per farsi pi lampante, pi penetrante ed efficace. Il sacrosanto risentimento storico-politico si incanalato talora in un discorso unilaterale o univoco, la priorit del fatto visibile in uno sguardo a prima vista. Come, soprattutto, se non si potesse far altro che vedere, e non anche ascoltare, sentire. Proprio con LItalia sepolta sotto la neve Roversi, senza peraltro rinnegare la propria linea di poesia critica (il che significa anche di critica della poesia), ha rilanciato la sua peculiare capacit di svolgimento poematico, inclusivo non solo di materiali espressivi diversi, ma anche di variet di timbri e registri, daperture e dislivelli dello sguardo, dincisivit figurativa, con propensione alla rappresentazione visionaria e allegorica. In questultima parte del poema, poi, accanto alla storia affiora con forza il sentimento del tempo, lo sguardo del poeta a se stesso e al proprio destino sullisola-Palmaverde, un po naufrago scampato al pericolo, un po prigioniero della sua stessa vocazione. Uno sguardo non tanto introspettivo, per, ma di prospettiva, cio volto, come sempre ma ora in modo anche diverso, attorno a s, al di l di s. Uno sguardo, ma anche pi un ascolto. Il monaco pazzo, il camminatore inamovibile, il lettore di Goethe, Hlderlin e Brecht, degli eretici italiani, Campanella, Bruno o Campana, dalla sua cella stracittadina pu sentire a questo punto il suono primo e ultimo della realt, dentro a tutto, al di l di tutto. Quel suono che forse dico soltanto forse pu giustificare limpegno, le scelte, la lotta. Resto l e ascolto, lItalia con la spada impolverata e / senza filo al fianco. / Mi fisso immobile ad ascoltare / imparo di nuovo il fascino del vento / la frastagliata ebbrezza delle onde dei mari. Forse questo poeta che in fondo sembrerebbe votato al tempo lungo della pazienza e al silenzio della contemplazione, avrebbe dovuto provare a scrivere un suo Divan, un libro di verit, giustizia, gioia e armonia. Ma la sua storia, la nostra storia i versi che ho ricordato appartengono a una poesia sul 77 , almeno per ora glielo ha impedito.

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In grande, la Piet Rondanini al Castello Sforzesco, nella sistemazione storica dei BBPR. In basso, a colori, lInnocenzo X di Velzquez

BERSAGLI
I B R

PROMEMORIA PER MILANO, 5 MOVIMENTO: DA ALBERTINI ALLA MORATTI


E R I A

Le epifanie di Violo direttore della Bur


di Niccol Scaffai
Sembra quasi impossibile che la BUR Biblioteca Universale Rizzoli sia nata in Italia, uno dei paesi europei in cui il numero dei lettori pi basso e una percentuale sconfortante di cittadini dichiara di non leggere nemmeno un libro allanno. Nata due volte, anzi, con la capacit di risorgere dalle proprie ceneri e di rinnovarsi tanto come sede autorevole per le edizioni di testi canonici (penso per esempio alla collaborazione recentemente istituita con lAssociazione degli Italianisti per i commenti ai classici italiani), quanto come veicolo di proposte attuali e militanti, tra le quali, alla fine del 2009, lalmanacco dedicato alla Resistenza del classico. Un titolo che potrebbe essere scelto come insegna dellintera storia della BUR: non solo perch le edizioni dei classici latini e greci sono uno dei punti di forza della collana (alzi la mano, almeno tra i letterati, chi non ha avuto a che fare con quei libri, a scuola e soprattutto alluniversit, da una parte o dallaltra della cattedra); ma anche perch la dignit del progetto e la solidit del catalogo hanno fatto della BUR vecchia e nuova una di quelle risorse che garantiscono la continuit di una cultura anche nei periodi meno favorevoli. Il primo libro pubblicato nella BUR (1949) fu I promessi sposi (300 lire, 50 ogni cento pagine), cui seguirono negli anni pi di 900 titoli antichi e moderni. Quella prima serie, con la copertina grigia e un po austera per gli standard odierni, offr a molti loccasione di farsi una biblioteca privata di tutto rispetto (oggi si direbbe, con formula abusata e un po compromessa, che entr nelle case degli italiani), prima che altre collane, tra tutte gli Oscar di Mondadori, ne riprendessero la formula con diversi mezzi. La vecchia BUR, adorata e rimpianta persino da chi verosimilmente non fece in tempo a comprarne nemmeno un volume, chiuse nel 1972. Ma appena un anno dopo fu inaugurata la nuova serie, meno pionieristica e pi curata della precedente, sia sul piano scientifico che su quello grafico (grazie alle copertine di John Alcorn). Prima uscita, Le confessioni di SantAgostino. Il principale artefice della fortuna della nuova BUR stato Evaldo Violo, sotto la cui trentennale direzione la collana si (ri)affermata e ha prosperato. Nessuno meglio di lui, dunque, potrebbe raccontare la storia della sua gloriosa collana, affidata a una lunga intervista che Violo ha concesso al poeta e traduttore Marco Vitale: Ah, la vecchia Bur! Storie di libri e di editori (Edizioni Unicopli, pp. 186, 14,00). Nato nel 1934, cresciuto tra Padova e Milano, dove ha studiato filosofia laureandosi con Enzo Paci, Evaldo Violo ha cominciato a lavorare nelleditoria gi dal 1966, alla Rizzoli del vecchio Angelo. Da semplice lettore e correttore, gli toccano allinizio i volumi meno eletti; ma i complimenti del caporedattore non tardano a raggiungere il giovane collaboratore, che sa come si scrivono termini allora evidentemente non ovvi in terra lombarda: Hai ragione, pasta allamatriciana si scrive con la a. Bravo, si vede che tu hai la stoffa del redattore. Continua cos. Passato al Saggiatore di Alberto Mondadori, da poco emancipatosi dalla casa madre, e poi agli Oscar, Violo ritorna in Rizzoli nel 1973, proprio alla guida della nuova BUR che diventer con lui quasi una casa editrice autonoma, con un catalogo articolato in diverse sottocollane e unattenzione al contemporaneo parallela a quella storica per i classici. Il mestiere Violo lha imparato anche grazie agli incontri con alcune figure cruciali delleditoria italiana del Novecento: da Mario Spagnol a Vittorio Sereni, da Giampaolo Dossena a Enrico Filippini. N sono mancate, nella sua carriera, quelle che lo stesso Violo definisce epifanie: Un giorno vidi passare nel nostro corridoio un signore anziano avvolto in un ricco cappotto di cammello che camminava lentamente, molto lentamente: era Eugenio Montale. Oggi Violo consulente editoriale di Nino Aragno, non a caso uno degli editori con un catalogo letterario tra i pi vivaci. Sono molti gli aneddoti che lintervista riporta e che restituiscono limmagine di un uomo colto e ironico, giustamente orgoglioso dellalto artigianato culturale realizzato insieme e talvolta nonostante gli intellettuali: penso per esempio al ricordo pungente su Oriana Fallaci, di cui Violo non nasconde le asperit caratteriali senza per questo sminuirne la consistenza professionale. Dal canto suo, Marco Vitale bravo a sollecitare lintervistato lasciandolo rispondere liberamente o anche divagare, per riprendere il filo se necessario; e lo anche nel mantenere quasi sempre la giusta distanza, mostrandosi partecipe (Vitale stato anche un collaboratore della BUR di Violo) senza le eccessive confidenze o complicit che avrebbero potuto escludere il lettore. Forse anche perch il dialogo non illustra solo gli ingredienti della cucina editoriale (che sono comunque un aspetto notevole del libro), n si ferma solo sulla biografia dellintervistato. La chiarezza, la volont di spiegare che caratterizzano le risposte mettono spesso in luce la ragion dessere dellintervista, che consiste nella relazione profonda tra i libri letti, pensati, pubblicati e le circostanze storiche, politiche e socio-economiche che li motivano e li rendono perfino necessari. Anche come forma di reazione o, appunto, di resistenza a quelle circostanze. Lesempio migliore un incontro che Evaldo Violo fece nel 1986, durante un viaggio in Unione Sovietica dove lo aveva condotto il progetto di pubblicazione delle opere teatrali di Bulgakov. A Mosca, Violo and a trovare Cecilia Kin, grande conoscitrice della letteratura italiana, che gli raccont di come avesse perso il marito nelle carceri staliniane e il figlio, cresciuto con il desiderio di emendare le colpe del padre, nella seconda guerra mondiale. Dopo il terribile racconto ricorda Violo ebbi la sensazione che il suo interesse smodato e pantagruelico per tutto ci che riguardava la cultura italiana fosse una specie di nepente per dimenticare le tremende vicende di quella tragedia sia personale che collettiva.

Assessori, agenzie, galleristi: il sacco


di Giovanni Agosti
i dieci anni 1997-2006 della giunta milanese di destra, guidata da Gabriele Albertini, non corrisponde un unico assessore alla cultura: infatti nel 2005, quasi alla fine del mandato, Salvatore Carrubba lascia lincarico a fronte di tagli del bilancio ma anche di una limitata messa in opera dei tanti progetti annunciati. Che fine ha fatto, per fare solo un esempio, la Biblioteca Europea, in cui si favoleggiava avrebbero preso posto circa un milione di volumi? E, cambiando di scala, che ne stato del concorso per la nuova sistemazione, al Castello Sforzesco, della Piet Rondanini di Michelangelo? Le pratiche furono espletate; ci fu persino un vincitore nel 1999: larchitetto portoghese Alvaro Siza, classe 1933. Non sono storie soltanto milanesi: nello stesso modo andata a Firenze con il giapponese Arata Isozaki, classe 1931, che nel 1998 aveva vinto regolarmente il concorso per la costruzione di una nuova uscita per la Galleria degli Uffizi, una gigantesca pensilina affacciata su piazza Castellani. Sar piuttosto da ragionare sulla Milano del 1952 che acquista per 170 milioni di allora, raccolti anche tramite una sottoscrizione popolare lultima scultura di Michelangelo, posseduta a Roma, prima, dai marchesi Rondinini e, poi, dai Sanseverino Vimercati, e la fa sistemare, bene o male, in tempi brevissimi, dai BBPR e sulla Milano del Duemila che bandisce concorsi e convegni per mettere a punto una nuova collocazione di quel capolavoro incompiuto, senza approdare a nulla. Se non a una pulitura dellopera che oggi, bianchissima, stride con i marmi sporchi che le stanno vicini nelle sale buie al piano terreno del Castello Sforzesco e che va detto una volta per tutte non sono ormai che lombra di quelle allestite nel 1956 dallo studio BBPR (Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers). Quel tipo di museografia, messa a punto alla lu-

ce dellidealismo crociano e di una decantazione formale dei valori figurativi, richiede una manutenzione costante e non sopporta intromissioni: basta leliminazione di una barriera architettonica o un cordone di troppo o un distanziatore oggi necessario o un corpo illuminante incongruo e lequilibrio di una sala del genere va a farsi benedire. E cos successo a Milano. Un giro per la Genova incantata di Franco Albini, tra veneziane e tripoline, o la Verona cromatica di Carlo Scarpa, tra encausti colorati e giochi dacqua giapponesi, indica la fragilit di questi manufatti museali che lasciarono stupefatto, per eleganza e qualit, non solo il mondo degli studi. La carica di Carrubba viene assunta, per lultimo segmento della seconda giunta di Albertini (2005-2006), da un professore universitario, insegnante di estetica, Stefano Zecchi, un allievo di Enzo Paci, noto al pubblico televisivo e autore di tanti saggi e di parecchi romanzi, da Estasi a Sensualit, da Incantesimo a Amata per caso. Dei frutti di quella fine stagione, gi segnata da vistose difficolt economiche, non riesco per a farmi venire in mente nulla di preciso, tranne la mostra sulla scultura lignea lombarda, dai Visconti agli Sforza, che si tenne al Castello Sforzesco: la manifestazione pi seria che si fosse vista a Milano da molto tempo, curata da Gianni Romano e da Claudio Salsi, cio dal massimo competente sullargomento e dal direttore delle raccolte civiche. Di certo non invece un risultato di cui andare fieri la riapertura della Galleria dArte Moderna alla Villa Reale, che se non sbaglio avvenne in quel frangente: gi si detto, in una delle puntate precedenti di questa cicalata, di come fosse ridicolo ribattezzare quelledificio Villa Belgiojoso Bonaparte; quanto al fatto di rinominarla, come avvenne, Museo dellOttocento, basta dire che tra quelle mura si conservano splendidi De Pisis e splendidi Morandi, oltre a qualche Picasso. E infatti entrambe le etichette, con carte intestate e loghi annessi e spese inevitabili, ebbero vita breve, visto che, pur da poco, si ritornati alle dizioni precedenti. Ma il risultato museografico non si pu che continuare a stigmatizzarlo, tranne plaudire al fatto civile che il museo continua a essere gratuito, come per decenni sono stati tutti i musei civici milanesi (non lo sono pi dal 2004). Tende di fodera su bacchette dottone luccicante stonano con larchitettura neoclassica, mentre i colori delle pareti, scelti da chi ha poca confidenza con i pantoni, danno vita a una ridda di pugni negli occhi. Gli Scapigliati, da Cremona a Ranzoni, affogano in un mare rosso fuoco, ora che non hanno pi una tappezzeria con cui ripararsi; idem dicasi per i giallo cromo e i blu notte, che nei rivolgimenti conformisti della moda sono stati impiegati al posto del prima onnipresente bianco. Nella Villa Reale sono assenti, quasi sempre, i cartellini sotto le opere, sostituiti da uno schema generale per le sale: neanche si trattasse di una casa museo, neanche si avesse a che fare con sequenze di dipinti da manuale, la cui conoscenza data per scontata nel visitatore colto. Il risultato finale , per gran parte delle sale, la trasformazione di un museo in una cava da cui attingere per i prestiti destinati alle infinite mostre sullOttocento italiano sparse ai quattro angoli del nostro paese. Ma chi ha avallato scelte del genere? Linospitalit di Milano si misura bene, proprio per il decennio in questione, pensando alla vicenda del pi grande regista teatrale italiano, Luca Ronconi, nato nel 1933, che dal 1999 diventa nellordine direttore, direttore artistico, semplicemente consulente del Piccolo Teatro. Nella lunga stagione milanese, nonostante la quantit di spettacoli prodotti, il lavoro di Ronconi non riesce a segnare la vita culturale della citt, se non con Infinities tra i capannoni della Bovisa; niente a che vedere insomma con lidentit tra la propria carriera di artista e il senso dellistitu-

A partire dal 1997 si fa sempre pi pressante, intorno ai luoghi storici milanesi e alle opere darte, la presenza di agenti estranei che danno vita a iniziative improvvide senza alcun argine civile (le soprintendenze dormono). E cos Velzquez finisce in un condominio di viale Sabotino...

zione che Strehler aveva messo in atto e che ha rappresentato, per decenni, un peculiar mark per Milano. La dolorosa solitudine di Ronconi, alla guida creativa di un teatro provvisto di tre sale e di tantissimo pubblico, un segno dello scollamento tra la produzione culturale e la citt. Non riescono a forare la cortina di indifferenza gli spettacoli di chi ha pur dato alla storia del teatro, e forse non a quella solo, lOrlando Furioso o le Baccanti, la Torre o Ignorabimus, per attingere unicamente ai ricordi giovanili di chi scrive. Si arriva in queste condizioni alle elezioni del maggio 2006, dove ancora una volta le forze della destra vincono e il sindaco di Milano diventa Letizia Moratti, ex presidente della Rai ed ex ministro della pubblica istruzione durante uno dei governi Berlusconi; lassessore alla cultura, ad apertura di mandato, lallora cinquantacinquenne Vittorio Sgarbi. Laureato in filosofia e specializzato in storia dellarte, ha alle spalle una produzione editoriale torrenziale e una lunga carriera politica: stato pi volte deputato per il partito di Berlusconi e, per due anni, sottosegretario nel secondo governo gestito dallo stesso uomo politico. La fama televisiva di Sgarbi e il variopinto ambiente che lo circonda esercitano un fascino su amministratori pubblici di ogni colore; pi volte la rossa Mantova lo aveva visto protagonista di esposizioni messe in atto tramite societ di servizi che si sovrapponevano alle strutture pubbliche preposte allorganizzazione delle mostre. Idem dicasi a Siena. Cos, a memoria: Tekne, Artematica, Arthemisia... A questultima agenzia si deve linvolontaria antropologia dei gusti medi dei letterati italiani messa in atto nel padiglione Italia dellattuale Biennale di Venezia. E forse da parte di intellettuali invitati cos in massa qualche no, grazie, sar per unaltra volta, non mi intendo di arte contemporanea anche qui non sarebbe stato male; inutile lamentarsi poi per il latte versato.
Quel ritratto e Francis Bacon A lungo la societ a cui Sgarbi si appoggiava stata la Tekne di Gilberto Algranti, un personaggio non trascurabile, dalle molte vite e dalla non scarsa incidenza sulla vita culturale, o almeno artistica, milanese. Il gallerista Algranti infatti stato tra i responsabili dellapprodo nel cortile di un condominio in viale Sabotino, nel 1996, del ritratto di Innocenzo X di Velzquez della collezione Doria Pamphili: proprio quel portento della pittura, che Francis Bacon non ebbe mai il coraggio di studiare dal vero a Roma, pur essendone stato cos terribilmente pitonato. Nessuno credeva che loriginale fosse esposto in quel luogo, a Milano. In viale Sabotino ho avuto netta la sensazione in seguito pi volte riprovata che il mondo si fosse capovolto; di l a poco infatti in quel cortile si sarebbero tenute, se la mia memoria non falla, una mostra su Asterix e una sulle copertine dei Gialli Mondadori. Tutto questo solo per evocare i poteri fuori del comune di Algranti. E del resto nello stesso luogo, complici le Soprintendenze, arrivava nel 2002 la Fornarina di Raffaello. Ma perch l,

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no fece saltare laccordo previsto da tempo perch per ragioni di conservazione la Flagellazione di Caravaggio del museo di Rouen non sarebbe potuta venire: e quindi non valeva la pena presentare la mostra; poco valevano Baciccio, Cagnacci, Cairo, Carracci, Cortona, Gentileschi, Guercino, Maratta, Reni, Saraceni.... I quotidiani locali per mesi, tra il 2006 e il 2007, hanno raccontato delle frizioni tra sindaco e assessore in merito a iniziative culturali rivolte soprattutto allarte contemporanea: dalla rassegna dei graffitisti al PAC a una mostra sui rapporti tra larte e lomosessualit nel disgraziato Palazzo della Ragione (dove ancora non si vista uniniziativa a livello di quel monumento del medioevo italiano, sulla cui facciata giace dimenticato lantelamico Oldrado da Tresseno, mentre allinterno arredi in verde malachite stavano a testimoniare un restauro raccapricciante del passato recente). Le discussioni vertevano su questioni di principio, dimenticando le ragioni di qualit, in una confusione delle idee che vedeva parte dellopposizione alleata con Sgarbi, alla difesa di una cinica esaltazione giovanilistica di chi dipinge i muri con gli spray o di un non meno cinico fiancheggiamento delle istanze omosessuali. Dietro entrambi i fronti si agitava la conquista di fasce di mercato, non la ricostruzione storica dei fenomeni: larrembaggio ai temi, non la riflessione critica. Sar proprio con la mostra sullomosessualit, dove accanto a Warhol o a Nan Goldin stavano vere porcherie, che nel 2007 si infransero i rapporti tra sindaco e assessore, pronti a riannodarsi per in vista di altre occasioni elettorali e di nuovo usando le mostre darte come merce di scambio. Come dimenticare lesposizione al Museo Diocesano, chiusa da pochi giorni, dedicata alla formazione lombarda di Caravaggio nelle cui confuse sale ma memorabile era quella dedicata ad Antonio Campi con grandi pale tutte notturne Sgarbi e la Moratti facevano la pace sotto lo sguardo benevolo di Silvio Berlusconi?
Comparsate e couriership Di fronte a tutto questo da parte del Comune lo Stato, nella figura delle Soprintendenze, cio degli organi preposti alla tutela delle opere darte, non stato in grado di rappresentare a Milano una sponda adeguata di resistenza. Le ragioni sono molteplici, non ultima il progressivo logoramento dei funzionari, sempre pi vecchi, sempre pi privi di entusiasmo e di mezzi e inclini, in parecchi casi, alla ricerca del quieto vivere. O in grado di accontentarsi delle offe di visibilit rappresentate da comparsate in cataloghi e convegni: qualche scheda, qualche saggio, qualche couriership (cio qualche soggiorno gratuito per scortare le opere darte di qua o di l per il mondo). E poi non mancavano le lezioni dallalto, dai capiufficio. Proprio la soprintendente di Milano nel 2005 scriveva lintroduzione per il catalogo di un antiquario di Parigi che metteva in vendita una tavola cinquecentesca con il Compianto su Cristo morto riferita al Bramantino, cio al pi grande pittore lombardo del Rinascimento: un intero volume scritto da un ex funzionario di Soprintendenza passato da poco a insegnare allUniversit. Non mi ricordo che fin l si fossero visti comportamenti del genere. E, ai fini di questo discorso, poco importa che il quadro sia una copia antica e non un originale: serve solo ad aggiungere al danno la beffa. Resta che dimostrazioni di spregiudicatezza del genere a me, e spero non solo a me, non piacciono. E adesso, di l me la richiedono, viene la volta della Favola di Brera. 5-continua

in uno stabile qualunque, sulla circonvallazione, e non in una sala di Brera? Tanto pi che il quadro di Raffaello, normalmente esposto in Palazzo Barberini a Roma, di propriet statale. Il punctum dolens della situazione sempre lo stesso: qualcuno autorizza le imprese apparentemente pi assurde, perch ti ripete sono il male minore e sono imposte dallalto. E cos, passo dopo passo, si arrivati al punto in cui siamo. Solo un ricordo dal mio personale cahier des dolances: quando si tratt nel 2008 di allestire al Louvre la mostra di Mantegna pressoch tutti i prestiti richiesti ci furono concessi, con leccezione del San Giorgio delle Gallerie dellAccade-

mia di Venezia, una tavola di cm 66 x 32 che tra il 2004 e il 2005 era stata spedita a Mosca, al Museo Puskin, e a Roma, alle Scuderie del Quirinale, per lesposizione Da Giotto a Malevic. La reciproca meraviglia che sanciva gli accordi economici e diplomatici tra lItalia di Berlusconi e la Russia di Putin: supposte ragioni di conservazione ne impedirono il prestito a Parigi, a una mostra monografica dedicata al pittore rinascimentale; eppure nel 2009 il quadro di Mantegna stato prestato a Roma alla mostra Il Potere e la Grazia. I Santi Patroni dEuropa, il cui titolo gi tutto un programma. Quella parata di immagini sacre del passato nei saloni abbuiati di Palazzo Venezia, riu-

nite con il fine di mostrare le radici cristiane dellEuropa, era lo sfondo per una riunione tra Berlusconi e nugoli di autorit ecclesiastiche, a partire dal segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone. Manifestazioni del genere si svolgono perch accanto a chi le pensa e ne ha bisogno per motivi che nulla hanno a che fare con gli studi c chi materialmente le mette in pratica e stila testi scientifici o considerati tali. Salvo poi vergognarsene e definirli, tra amici, marchette. Lo sbarco a Milano di Sgarbi in veste di assessore avviene anche in seguito al ritiro della propria candidatura a sindaco della citt; frutto cio di un baratto con la Moratti.

Gi prima di assumere quella carica era stato proprio Sgarbi, nel 2005, a curare unampia rassegna su Caravaggio e sui caravaggeschi, italiani ed europei, in Palazzo Reale: a prescindere dalla portata scientifica della manifestazione, si pu constatare che la mostra era prevista in due sedi, Milano e Vienna, dove sarebbe stata ospitata dal 5 marzo al 9 luglio 2006 nel palazzo del principe di Liechtenstein. Ma, che io sappia, nella seconda sede non approd mai. Perch? Qualcosa evidentemente nella macchina, si fa per dire, organizzativa non funzion a dovere. stato uno dei tanti segni dellincapacit di Milano di mettere a punto manifestazioni importanti condi-

vise con altre grandi istituzioni europee o americane; piuttosto vigono qui produzioni autarchiche, pensate in fretta e realizzate ancora pi in fretta, sui tempi spiccioli della politica, o prodotti importati a pacchetto dalle societ di servizio in combutta con gli editori. Il treno si era gi perso da tempo, almeno fin da quando la mostra Seicento. Le sicle de Caravage dans les collections franaises non era arrivata a Milano, nonostante il frontespizio del catalogo registrasse, sotto Galerie nationales du Grand Palais, Paris, un Palazzo Reale, Milan: era il 1989 e quella parata di capolavori, frutto di un benemerito censimento territoriale, non fu visibile in Italia; qualcuno a Mila-

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David Schnell, Teich, 2007, Berlino, collezione privata

VAGABONDING
L I B R I E V I A G G I

IL PESO DEL TEMPO, I RACCONTI DEL TEDESCO LUTZ SEILER

LA ROUTE 66 E LE ALTRE: GLI USA IN 99 ITINERARI


di Roberto Duiz
Colata dopo colata dasfalto, tutta la lunga pista che dallindustriale Chicago scendeva arzigogolando incerta a sud fino a svoltare improvvisamente a ovest per puntare decisa in direzione del Pacifico e andare a morire sulla spiaggia di Santa Monica, fu ricoperta, celando le tracce lasciate dai carri dei pionieri dellepopea. Fu battezzata Route 66 la prima grande passerella che doveva celebrare il trionfo dellautomobile, inaugurata con enfasi nel 1926. Bast una manciata di anni perch quella festa finisse. Quando John Steinbeck ne percorse ampi tratti agli albori del decennio successivo era gi cominciata unaltra epopea, quella degli Okies della Grande Depressione. La ribattezz Mother Road, non solo perch era la prima di tutte le grandi strade dAmerica, ma soprattutto perch nel suo grembo si rituffavano i reietti provenienti da nord e da est per resettare la loro vita e provare ad andare a rinascere con pi fortuna nella Terra Promessa, che come da manuale mitologico stava sempre a ovest. Lo scrittore intitol The Grapes of Wrath il frutto letterario di quel suo tampinamento di anime vagabonde, che nella traduzione italiana fu, pi semplicemente, Furore e dal quale John Ford trasse un film che non sfigur nei confronti del romanzo. Contemporaneamente, su quella stessa strada lungo la quale famiglie di migranti si spostavano come trib in un esodo biblico cera Woodie Guthrie, che le stesse storie raccoglieva per restituirle in forma di ballate. Letteratura, cinema e musica: su quellinfinito nastro dasfalto in cui si incrociano operai e disoccupati, hobos e reduci di guerra, fuorilegge e sognatori prendono consistenza, fino a diventare indistruttibili, le radici della highway culture americana, sopravvivente anche alla decadenza della Route 66, caduta in stato dabbandono negli anni sessanta e rimpiazzata da highway pi scorrevoli fino a essere ufficialmente decertificata e cancellata dalle mappe stradali. Le percorrono tutte le altre importanti arterie che tagliano gli States in ogni direzione attraversando i pi variegati scenari undici autori vagabondi reclutati dalla Lonely Planet. 99 itinerari tematici tra i pi belli del paese sono sezionati, indagati e svelati in ogni dettaglio, evocazioni comprese, in Stati Uniti on the road (Edt, pp. 704, 28,00). East e West Coast, foreste, grandi fiumi, deserti, montagne, canyon, praterie, istruzioni per luso lungo ogni percorso e digressioni in luoghi limitrofi dove meglio prendono corpo le suggestioni raccolte strada facendo. Storia e societ, indiani e cowboy, pionieri e guerra di secessione, motel e stazioni di servizio, arte e letteratura, cinema e musica, personaggi leggendari. Noblesse oblige, la Route 66, la madre di tutte le strade, a inaugurare il viaggio, tornata percorribile dopo loblio, ridotata di segnaletica e ripopolata nelle cittadine che sembravano set cinematografici ed erano diventate ghost-town, imperdibile museo a cielo aperto dei simboli e dei miti americani.

Lo sfaldamento di uninfanzia Ddr

di Stefano Zangrando

i un certo ardimento nel proporre, come ha fatto leditore Del Vecchio, una collana dedicata alle short stories a un pubblico come quello italiano. Pure i buoni esiti continuano a non mancare un po ovunque, come dimostra il primo nato di questa collana racconti, Il peso del tempo (trad. di Paola Del Zoppo, pp. 232, 15,00) dello scrittore tedesco Lutz Seiler. Il titolo un lieve, felice scostamento dalloriginale: la Zeitwaage, alla lettera bilancia del tempo, il cronocomparatore, uno strumento che amplifica il ticchettio dellorologio per rilevarne le aritmie. Si tratta dunque di misurare il tempo, di pesarlo appunto, di vagliare cio, fuor di metafora, le irregolarit, le sfasature, le incongruenze esistenziali dovute in primo luogo al congedo storico dalla RDT, ma che nascono in realt da un sostrato pi personale, da una pena variamente incarnata. Lautore, nato nel 1963 a Gera, in Turingia, da una famiglia proletaria e con un passato da muratore e fale-

gname, si era fatto conoscere soprattutto come poeta e saggista, finch nel 2007 aveva vinto il premio Ingeborg Bachmann con un racconto, Tuksib, poi confluito in questa prima raccolta. Vi si narra del viaggio in treno in Kazakistan un viaggio ufficiale, con interprete al seguito di una recluta dellesercito tedesco-orientale, un giovane inseparabile dal contatore Geiger che nasconde nel taschino. Non forse il testo pi adatto a esemplificare lestetica complessiva dellopera, orientato com a una rappresentazione assai grottesca e claustrofobica, il cui culmine memorabile nellincontro finale con il fiero e marziale fuochista kazako tutto preso a intonare con il suo pesante accento i primi versi della Lorelei di Heine, la pi celebre romanza tedesca. Con gli altri testi della raccolta questo racconto condivide del resto la vocazione memoriale, autobiografica e antispettacolare, per cui tutto condotto da una narrazione lenta e precisa, morosa per dirla con il Goethe teorico del romanzo, capace di fondere azioni e descrizioni, forma e ricordo in un dettato di straordinaria densit, in una sorta di sospensione temporale che tuttavia

non pregiudica il ritmo narrativo e che, insomma, tuttaltro che noiosa. Seiler ha infatti la capacit di avvolgere il lettore in questo nabokoviano paradiso di dettagli, per creare il quale egli attinge senzaltro alle proprie qualit di poeta. Vi poi un tratto comune ai vari protagonisti di queste storie, ed un grumo insolubile di malinconia e senso di colpa, lattitudine riflessiva e dolente di un personaggio cui il senso delle cose pare sfuggire o, nella migliore delle ipotesi, svelarsi in un tempo ormai trascorso. Di qui il disadattamento e linettitudine che contraddistinguono ad esempio il Frber dei primi due racconti, gli unici ambientati fuori dalla Germania. Frank vive linizio di una crisi coniugale la stessa che pervade di un muto dolore altri suoi simili in alcuni racconti successivi durante un viaggio negli Stati Uniti, visitati per la prima vol-

quel momento Frber vide se stesso: un riflesso grottesco, una striscia nelloleoso specchio degli antenati, la cui essenza si era coperta, come impura o deteriorata, di macchie scure. Sulla pellicola di sapone Frber era completamente solo; era invecchiato e aveva i tratti della madre, e qualcosa non quadrava con la prospettiva: si restrinse, conflu, concavo-convesso, gli pass per la testa, ma le sue conoscenze scolastiche non lo raggiungevano pi. Le sue mani, gi simili a quelle di un folletto, si agitavano per aria, completamente impotenti e sperdute. Devo rompere la bolla azteca, era il suo unico pensiero; in preda al panico, con entrambe le braccia in avanti, Frber assal lo specchio untuoso e spar. I racconti centrali hanno come ambientazione ricorrente la provincia tedesca orientale nei decenni precedenti il crollo del Muro, e il mondo rievocato quello dellinfanzia e della giovinezza. Il bacio sul cappuccio narra i turbamenti di uno scolaro diverso, esplorandone la solitudine e gli affetti in un ambiente dalle tinte grigie, a tratti cupo e violento; Il merlo della colpa torna su questo sentimento dominante attraverso la vicenda di un merlo ferito e lasciato morire per sbaglio da un ragazzino segnato da uninnocente sbadataggine; Il balbuziente porta il tipo del giovane protagonista sulla soglia della pubert, inscenando la sua scelta inconsapevole di un nuovo riferimento adulto, di un primo modello extra-parentale; e sempre la narrazione accompagnata da una profonda cognizione letteraria, umana e ambientale, che calibra ogni singola parola e scava nei temi e nei paesaggi che tratta, fino a esaurirne, pur con unallusivit a tratti estrema, il potenziale poetico e di verit: come se pi a fondo, in quellanamnesi, non si potesse andare. Lespressione compiuta di questa poetica, dopo lintermezzo poco meno che visionario de Le abluzioni serali, in cui assistiamo alla morte assurda di un aspirante scrittore atterrato da una botta in fronte, nella Trilogia degli scacchi. Se il primo dei tre racconti funge da raccordo con il tema della fine dellinfanzia, e il terzo tenta un ricongiungimento postumo lasciando che sia la voce del padre a ripercorrere la propria passione per il gioco, per nel secondo, dedicato a un amore al tempo delluniversit, che emerge limperativo profondo della prosa di Seiler. Ripartito su diversi decenni, il ricordo di Gavroche cos battezzata da un compagno di studi per una qualche somiglianza con lomonimo personaggio dei Miserabili , del suo daimon scacchistico e della sua incantevole vitalit, approda alla scoperta costernata della sua morte recente da parte dellautore, ormai tuttuno con la voce narrante. Seguiamo allora il racconto nel suo stesso farsi, e il narratore nel suo tentativo tardivo di salvare ci che resta: era solo importante non falsificare nulla, non inventare nulla, o comunque non far prendere il sopravento allinvenzione, che deve servire a rendere pi esatto ci che si vuole raccontare... dovevo trovare un modo per accomiatarmi, una pietra sepolcrale. Alla luce di questintenzione, il racconto che conclude la raccolta ta. Luomo prostrato dal senso di e d il titolo al volume anche, o un fallimento imminente e la narrasoprattutto, la narrazione definitizione ne segue a distanza ravvicinava di un destino: un destino minota lo sfaldamento percettivo. Cos, re, tuttavia, se la nascita dello se nel primo testo la trama si riduscrittore coincide con la morte delce allattesa di entrare in un ristoloperaio berlinese che, ritratto corante lontano da casa, mentre a un me un eroe epico, pareva incarnagabbiano incastrato in un secchiore agli occhi delluomo spezzato ne tocca assolvere una triste funziounimpossibile pienezza di vita, pane simbolica, nel secondo questa drona di s e del proprio mondo: vena analogica si estende allinconavvertivo linoppugnabilit, la certro surreale con un improbabile tezza priva di dubbi del suo essesciamano di strada, un soffiatore re... I suoi gesti mi apparivano pudi anime che, grazie a un ingomri e compiuti. Ben diverso, e non brante macchinario, produce enorprivo di un ambiguo disprezzo di mi bolle di sapone contenenti, a s, lappellativo di sognatore dir suo, gli spiriti di chiss quali che il narratore riserva a se stesso, avi. La poesia di Seiler raggiunge bench a conti fatti sia proprio quequi un apice quando, di fronte alla sto ad avergli permesso di rinascefiglioletta scelta come cavia del rire, trovando la strada che lo avrebto-show culminante e avvolta orbe portato, anni dopo, a pesare, a mai in una grande bolla che ne conmisurare quel tempo: a ripensarlo fonde limmagine, lapatico protaquindi, a ponderarne lo scorrere gonista asseconda maldestro un reineluttabile entro un processo di siduo impulso di ribellione: in smarrimento storico e individuale.

Pesare il tempo significa, per questo poeta di Turingia classe 1963, vagliare le sfasature e le incongruenze esistenziali provocate dal congedo storico dalla Germania Est: una scrittura che fonde con lentezza e precisione azioni e descrizioni

22) ALIAS N. 27 - 9 LUGLIO 2011

Lee Miller, la soprano Irmgard Seefried nel settembre 1945, in mezzo alle rovine del Teatro Lirico Statale di Vienna

IL DIARIO DI GUERRA 1944-45 DA ADELPHI


G L I A

BERSAGLI
U S T

Il bambino perduto, lassente: Peter Handke


di Stefano Gallerani
Forse Handke un narratore un po aberrante, un lirico che perlopi scrive romanzi perch nella lirica la parola uscirebbe troppo allo scoperto e dovrebbe essere abbastanza violenta da esorcizzare il vuoto che circonda il verso, e Handke nella parola teme, si sa, tanto linoffensivit che la violenza. O al contrario: scrive perlopi romanzi perch gli stati lirici dellovvio, sporadici, improvvisi come sono certe ore fatate della donna mancina, in casa, la notte, un bicchiere dacqua in mano, il silenzio e fuori le stelle risaltano meglio nel continuo pacato della prosa. Con queste parole Anna Maria Carpi accompagnava, nel 1979, la versione a sua cura de La donna mancina (1975), uno dei testi centrali del secondo decennio creativo dello scrittore di Griffen (quello che seguiva il cubismo de I calabroni e si chiudeva col cromatismo stifteriano de Nei colori del giorno); e lo faceva schierandosi, tra i lettori di Handke, nel novero dei perplessi, abbagliata e, allo stesso modo, irritata dal carattere precipuo di una scrittura tersa e tesa ai limiti del sopportabile: quellineffabile che appare ora soltanto unemozione ora lunica verit. Pure, pi di trentanni dopo, e al di l della polemica su Handke (incomprensibile per lattuale status quo della letteratura), questa appare ancora lunica chiave daccesso alla sua opera, col tempo rarefattasi nella densa fluidit dei procedimenti diaristici che gi allora si modellavano (Il peso del mondo, del 77) o nella fantastica enigmaticit di narrazioni sempre pi solitarie e irrelate (Il cinese del dolore, del 1983, o Il mio anno nella baia di nessuno, del 1994). Come a voler sparire nella pagina e in una parola che rifiutano la solennit delle immagini memorabili ma non si sottraggono alla cristallizzazione del paesaggio, Handke andato inesorabilmente dissacrando nuclei di senso e equivoci contenutistici, rifugiandosi in una maniera paradossale (fideistica e primitiva) che non ha mancato desser letta, psicoanaliticamente, come niente altro che la cattiva coscienza di ogni avanguardia. E per, il giovane zazzeruto che sul finire degli anni sessanta insultava il pubblico e saugurava di vivere da scrittore piuttosto che esserlo, sembra sempre aver scartato qualsiasi attestazione critica, vigile e al contempo estraneo (o, meglio, straniato) rispetto agli esiti della sua indagine (che resta, per inciso, una delle pi ricche di spunti degli ultimi decenni, quasi fosse la traccia duna specie di artista in via di estinzione). Impegnatosi da par suo, ovvero ellitticamente, in forme impreviste di vivere civico (per quanto, cio, si evince dai suoi reportage politici), lautore di Infelicit senza desideri e Falso movimento non ha smesso di scrivere romanzi: il penultimo, Don Giovanni (raccontato da lui stesso) data 2004, lultimo, appena tradotto in italiano, La montagna di sale (a cura di Claudio Groff, Garzanti, Narratori moderni, pp. 103, 15,00), di tre anni successivo. In entrambi, sebbene nella diversit di registro e riferimenti, a sorprendere la presenza assente di una voce narrante che troppo banalmente potremmo identificare con quella del narratore in prima persona (una forma che lo stesso Handke sembra aver esautorato e depotenziato proprio dal momento che lha assunta come categoria dello spirito); non stupisce, invece, lambientazione fantastica, cos pedissequamente oggettiva e reale da risultare pi che artificiosa: simbolica, appunto. Ma allora, chi davvero che parla ne La montagna di sale? E a cosa alludono i simboli che costellano ogni breve lassa di questa favola-romanzo? A volerne ricostruire la trama con laiuto, anche, del risvolto di copertina potremmo accettare per buone queste righe riguardo lavventura notturna della protagonista di Kali Eine Vorwintergeschichte (cos in originale): La donna tornata solo per rivedere unultima volta sua madre, ma appena comincia ad aggirarsi per le strette viuzze di pietra si rende conto che quello non pi il luogo sereno e gioioso dei suoi ricordi. Perch tutti i bambini sono scomparsi, svaniti nel nulla inghiottiti dalla montagna di sale e dal triste destino che affligge coloro che vi si avvicinano. Per scrupolo di chiarezza, la donna una famosa cantante lirica e le viuzze pietrose sono quelle del suo paese dorigine, ma come sempre in Handke (e a maggior ragione nei suoi titoli degli anni novanta) ci si accorge presto che uninterpretazione simbolica palese (la scomparsa dei bambini come perdita dellinnocenza e la loro ricerca come itinerario per gradi verso la riappropriazione di s) non se non incongrua, e deve gioco forza lasciare il passo a una metafisica pi profonda e tangente, in ossequio al ritmo pacato e lento che il romanzo-racconto di Handke impone trattando di pochissimo e di tutto. Circonfuso di nebbia, popolato da personaggi fiabeschi e costellato di boschi, sentieri e declivi, lambiente de La montagna di sale non meno realistico di quello borghese de La donna mancina e, come quello, di tale intensit e legatezza di realizzazione che ogni figura dismette infine i propri caratteri, come un attore che lavatosi il trucco diventi niente. Cos il destino della cantante, che ha il dono di trovare ci che si perso meglio di chiunque altro, diventa il destino di nessuno e di ciascuno; e non bisogna aspettare molto perch si insinui il sospetto che la voce che narra la sua storia, come osservandola da una postazione riservata e prossima, sia proprio quella di colui che manca, lassente, il bambino perduto o quanto questo rappresenta ma senza raggiri strutturali: cos, semplicemente, perch dopotutto Peter Handke non parla che del nostro esistere circondati daltri esistenti; perch della sventura che arrechiamo con il nostro semplice essere qui non abbiamo colpa. Non sono pi i tori cattivi, con intenzione, gi nellistinto, a calpestare, infilzare, squarciare, bens i buoi odierni dallo sguardo fisso, irrisolti, inconsapevoli, peggio ancora: ignari.

La pi bella delle primavere


la pace!. Queste fresche pagini giovanili, tradotte per la prima volta, ci restituiscono una Ingeborg Bachmann protesa alla letteratura e interiormente gi del tutto indipendente
di Cecilia Bello Minciacchi
gno 1945 al termine del conflitto. Hamesh, di sei anni pi grande, amante della lettura ma senza titolo di studi superiori, nel tono immediato delle sue lettere piene daffetto per Ingeborg e per la sua famiglia, restituisce tutta la meraviglia dellincontro, tratteggia il carattere e le inclinazioni della giovane, ancora non espressa scrittrice che appena finita la guerra riprender con passione gli studi letterari a Innsbruck e poi a Graz. tutta orientata alla letteratura, Ingeborg Bachmann, che riconosce Hamesh, apparsogli basso e bruttino durante linterrogatorio sostenuto per ottenere un documento, solo quando nominano insieme autori amati: tutta un tratto abbiamo parlato di libri, di Thomas (Mann) e Stefen Zweig e Schnitzler e Hofmannsthal. Ero cos felice, lui li conosce tutti e mi ha detto che non avrebbe mai pensato di trovare in Austria una ragazza cos giovane con queste letture, nonostante leducazione nazista. E di colpo tutto stato completamente diverso, e gli ho raccontato dei libri. Ingeborg protesa al lavoro e interiormente gi del tutto indipendente: la pace! della sua esclamazione calda di entusiasmo prelude ai programmi desiderati e divenuti allimprovviso realizzabili. Sa vedere lontano con lenergia vitale che le restituita inaspettatamente dalla storia prima cos dura: Dio mio, chi avrebbe pensato qualche mese fa anche soltanto che ne saremmo usciti vivi! Ho ripreso ad andare ogni giorno sulla mento, di spaesamento e solitudine: Una sola cosa continua a farmi male! Tu non hai detto nemmeno una parola a proposito di rivedersi o non partire o rincontrarsi un giorno da qualche parte. Il Diario diviso in due parti: la prima inizia nel settembre 1944, quando Ingeborg, ammessa allIstituto Magistrale di Klagenfurt, scampa a un servizio di lavoro in Polonia, ma non si adegua agli educatori nazisti, agli Goria, da sola e per sognare, sognaadulti che vogliono farci ammazzare sogni magnifici! Studier, lavore e mandano bambini a scavare rer, scriver! Perch sono viva, vitrincee: quella che Hans Hller va. Oh Dio, essere libera e vivere, nella sua Postfazione definisce la anche senza scarpe, senza pane e rottura con il mondo militaristico burro, senza calze, senza... macdei padri, chiamando persuasivach, sono tempi magnifici!. mente in causa il cosiddetto, straorI libri, daltro canto, erano subidinario, capitolo dei sogni del roto apparsi nel Diario come degli inmanzo Malina. La seconda parte, terlocutori e degli strumenti di salmaggio e giugno 1945, piena di devezza personale allinterno della terminazione e di speranza. tragedia collettiva, la salvezza di Il testo del Diario di guerra, un morire da sola ch in cuor suo dattiloscritto in pulito curato con aveva gi fatto testamento, lontafine scrupolo filologico, in s molna almeno dal buio umido e da to breve, ma la lettura risulta ricca quelle masse torpide e mute che e permette di ritrovare, al di l del si chiudono in rifugi dove vietato documento umano e storico che parlare per risparmiare ossigeno. rappresenta, dettagli e chiavi nuoMeglio la luce e la letteratura: Le ve per affinare linterpretazione o giornate sono cos piene di sole. per interrogarsi sul rapporto biograHo portato una sedia in giardino e fia-letteratura dellincompiuto Lileggo. Mi sono fermamente riprobro Franza, l dove Lord Percival messa di continuare a leggere Glyde appare diversissimo da Jack quando cadranno le bombe. Hamesh o dove, per parlare della liIl pudore che si pu avere nel berazione, Franza usa unespressioleggere lettere o diari trova la sua ne tratta quasi di peso dal Diario: giustificazione: sicuro, ma privo di la pi bella di tutte le primavere. presunzione, c gi un destino, in Verranno altri tempi di riflessioqueste pagine della Bachmann, un ne sulla violenza della Shoah, per destino naturale, scaturito da motiIngeborg figlia di un professore vazioni e predilezioni profonde, e iscritto al partito Nazionalsocialiun destino cercato con tenacia, fatsta, tempi di inchiesta sulle cause to di applicazione e dedizione alla di morte, sempre assassinii, sulscrittura, di libert e di autonomia. lelaborazione della colpa e sulRiflesso nitido del suo bisogno di lintrusione inesorabile della stoindipendenza ci viene da un rimria: LIo non pi nella storia, ma provero affettuoso, a distanza, di la storia, oggi, a essere nellIo, Jack Hamesh nelle lettere in cui le scriver nelle Lezioni di Francoforscrive delle prime speranze degli te. E per noi davvero magnifiebrei tornati in Palestina, del rapco, oggi, poter leggere il punto, porto tra ebrei e arabi non ancora drammatico e urgente, in cui per compreso nei suoi tragici sviluppi, lei il ribaltamento ha inizio: Mio e poi del senso di totale sradicaamato diario, sono salva!

ientt nous plongerons dans le froides tnbres; / Adieu, vive clart.... A questi versi del Chant dAutomne di Baudelaire tornava Ingeborg Bachmann appena diciottenne quando gli alleati sferravano gli ultimi attacchi su Austria e Germania. Attendeva che i bombardamenti finissero rimanendo allaria aperta a leggere Il libro dore di Rilke o il Baudelaire ormai imparato a memoria. Non sapeva ancora che il Canto dautunno avrebbe invece avuto un esito favorevole: lestate pi bella della mia vita e, dovessi campare centanni, queste resteranno la primavera e lestate pi belle. Della pace non si avverte un gran che, dicono tutti, ma per me pace, pace!. Le pagine giovanili che ora possiamo leggere, pagine rapide, esatte e piene demozione, appartengono al Diario di guerra di Ingeborg Bachmann appena pubblicato da Adelphi con prontezza rispetto alledizione tedesca del 2010 (a cura di Hans Hller, traduzione di Elisabetta DellAnna Ciancia, pp. 132, 11,00) e addirittura con nuove informazioni in anticipo sulla ristampa. Del volume fanno parte sostanziale, non solo integrante, le lettere inviatele tra la Pasqua del 46 e lestate del 47 da Jack Hamesh, lebreo viennese esule, arruolato nellArmata Britannica, che Ingeborg conobbe nel giu-

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