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Henri de Lubac

LOrigine della Religione


(prima parte)

Sullorigine della religione nella storia umana si potrebbe scrivere un grosso volume, perch le teorie che pretendono di istruirci su questo tema sono molteplici. Per ci possiamo anche contentare con poche righe, dato che scientificamente, non sappiamo nulla. Non possiamo esporre qui tutti i numerosi sistemi miscugli inestricabili di osservazioni, ipotesi, spiegazioni e giudizi di valore che sono stati proposti da un secolo, approssimativamente: naturismo, manismo, animismo e pre-animismo , totemismo, magismo e pre-magismo, neonaturismo, sociologismo, ecc Sistemi che si intrecciamo o che, al contrario, si suddividono in mille combinazioni e dei quali i pi importanti conoscono uno dopo laltro il successo, la decadenza e la rinascita sotto forme ringiovanite. Senza dubbio alcuno, sar pi utile, dopo aver denunciato alcune illusioni comuni alla maggior parte di questi sistemi, indicare rapidamente quali sono le principiali conclusioni soprattutto negative, che permette di formulare lo stato attuale delle ricerche.

ILLUSIONI COMUNI A NUMEROSI SISTEMI

Quale fu lattivit psichica dei primi uomini?

Una prima illusione che necessario tener conto, dato che ancora non s dissolta consiste nel credere che possibile arrivare a stabilire, scientificamente quello che furono, dal punto di vista religioso, le prime generazioni umane. Le due strade principali per quelli che risaliamo verso le nostre origini sono, infatti, letnologia (aiutata dal folklore) e la preistoria. E quanto pi progrediscono queste scienze, sia per esplorazioni o scoperte, sia per il perfezionamento dei loro metodi, pi ci comunicano il sentimento del nostro pi lontano passato permane nella sua stessa singolarit irraggiungibile. I veramente pi primitivi tra i primitivi che letnologia sceglie come proprio possesso, lo sono soltanto in senso molto relativo. Sappiamo indubbiamente un

buon numero di cose sulla situazione sociale dei selvaggi attuali e di ieri, per ignoriamo tutto sulla societ risolutamente primitiva1. Da tutte le parti troviamo culture gi complesse, risultato di unevoluzione forse lunga e probabilmente anche di numerose mescolanze. E sebbene tale popolo fosse il testimonio arretrato di quello che fosse la cultura assolutamente primitiva, ci potrebbe solo consegnare questa cultura alla nostra osservazione in uno stato che non permetterebbe il suo riconoscimento. Poich gli elementi spirituali non si conservano alla stessa maniera dei fossili: sia come conseguenza di una certa impotenza congenita o di circostanze disgraziate, geografiche e altro, un popolo che non progredisce, ritorna, e, nel non avanzare, retrocede; se linfanzia non avvia alla maturit, cambia in infantilismo, che una forma di senilit. Pertanto, conveniente diffidare di formule come queste: LAfrica, scatola di conserva dellumanit primitiva, o: lAustralia, museo del passato umano. In tutte le maniere, dobbiamo riconoscerlo con Joseph Huby: N i pigmei, n gli australiani del Sudest, n i bant saprebbero informarci evidentemente sulla mentalit del primo uomo2. Quanto alla preistoria, per numerosi e interessanti che siano i documenti di cui si dispone, sono inizi che risalgono fino alla primissima et dellumanit. Se necessario credere a Henri Breuil, tra questa primissima et e lapparizione delle razze che conosciamo un poco, sono potute passare centinaia di migliaia di anni3. E, cos che sappiamo, per esempio, dellumanit del chelense, se non che esistito, dato che tagli pietre? Che informazioni pu fornirci la mandibola di Heidelberg sulla mentalit delluomo cui appartenne?

Problema insolubile

Quali che siano le induzioni e le ipotesi che possibile fare, il problema delle origini assolute , dunque, qui insolubile, Mai potremo dire che la pi antica manifestazione umana che possiamo raggiungere o ricostruire con letnologia sia quella che equivale allumanit primitiva, e, parallelamente, quei pi antichi testimoni preistorici nei quali possiamo captare con sicura certezza le orme dellattivit psichica degli antichi uomini lasceranno sempre dietro di loro un immenso passato tenebroso.

Frazer, The Scope of Social Anthropology, pags. 163-164.

Recherches de Science religieuse, 1917, pg. 352. Leccin de apertura del College de France, Revue des Cours et Confrencess, 30 de diciembre de 1929.
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IL MITO DEL PRIMITIVO

C ancora una seconda frequente illusione. Si immagina che possiamo ottenere un risultato serio riunendo disordinatamente una serie di dati osservati nei popoli pi diversi, fino ad arrivare a comporre un quadro sintetico. Questo metodo, o meglio questa assenza di metodo, vizia la maggior parte dei sistemi che si sono elaborati da un secolo. Sotto il pretesto che letnologia la scienza dei popoli che non hanno storia, s creduto dessere per lungo tempo autorizzati a trattarla come una semplice scienza naturale, senza preoccupazione alcuna di ordine storico. S rappresentato eccessivamente i primitivi - questo grande proletariato della storia delle religioni4 come una massa omogenea, e a stento, per maggiore chiarezza dellesposizione, si introduceva, a volte, nel suo studio, alcune divisioni e classificazioni sommarie. In questa maniera, sir J. G. Frazer, studiando il culto del cielo in Africa divide il suo lavoro in quattro parti, che si riferiscono successivamente allAfrica Orientale, alla valle del Congo, allAfrica del Sud e allAfrica Occidentale5.

SCHEMI ARBITRARI

Cos, se letnologo voleva, oltre la semplice esposizione di fatti attuali, introdurre in essi qualche ordine di successione, ricostruire, per esempio, le origini della religione e la sua evoluzione posteriore, si vedeva ridotto a lasciarsi guidare da alcune vere similitudini psicologiche determinate il pi delle volte, come vedremo, da unideologia -. Questo fu il famoso schema di Auguste Comte, imponendo la legge dei tre stadi, teologico, metafisico e positivo. Dopo altri venne lo schema pi complicato di Lubbock, sottomesso a diverse modificazioni: ateismo, feticismo, totemismo, sciamanismo, antropomorfismo, teismo per Frazer, tutta la storia dellumanit si spiega con una marcia verso lastratto e il generale: la scienza e la religione sono due grandi ipotesi sulluniverso, ipotesi materialista e ipotesi spirituale, e luna e laltra hanno progredito parallelamente con una semplificazione e unificazione graduali: Dalla stessa maniera ch lipotesi materialista ha ridotto gli innumerevoli aspetti della materia a una sola sostanza, lidrogeno, la storia spiritualista ha riassunto gli innumerevoli spiriti in un Dio unico6.

La frase di Sderblom. The Worship of Nature, Londres, 1926. 6 Op. cit., pagg. 9-10.
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SCUOLE STORICHE

Dagli inizi di questo secolo, approssimativamente, nuove scuole reagirono contro questo soggettivismo. Malgrado le profonde divergenze che esistono nellispirazione delle differenti scuole, ci che le imparenta tra loro, tanto nel metodo come nei risultati, una preoccupazione comune per introdurre la storie nellinterno delletnologia. Proibendosi a se stessa lisolamento di ogni elemento culturale del tutto che deve spiegarlo, cercano di determinare, con criteri oggettivi per quanto possibile, vincoli di successione e di dipendenza tra insiemi culturali previamente distinti. Possiamo, pertanto, designarle col nome comune di scuole storiche: scuola tedesca, da dove sorsero i primi manifesti a favore del metodo storico-culturale (Ratzel, Frobenius, Graebner, Ankermann); scuola austriaca, che si sforzava, allo stesso tempo, di aumentare il rigore del metodo e il valore delle conclusioni che permette di raggiungere (Schmidt, Gusinde, Koppers, Schebosta); scuola inglese, sempre pi diffusionista (Maitland, Rivers, Elliot, Smith); scuola americana, meno inclinata alle grandi sintesi e pi sensibile ai fenomeni di convergenza (Boas, Dixon, Goldenweisser, Radin, Lowie). La Francia non qui molto rappresentata, forse come suggeriva George Montandon, perch al genio latino ripugna di pi lidea di culture eterogenee. Difatti, la reazione contro le opinioni delletnologia classica segu soprattutto le strade meno fortunate del sociologismo durkheimiano.

IDEOLOGIA RAZIONALISTA

Lideologia che con pi frequenza presiedette i lavori dei teorici delletnologia religiosa era formata da due elementi principali: una credenza nel progresso uniforme e continuo, post al servizio di un ideale razionalista. Pertanto, era sottinteso che, da una parte, la religione dov cominciare per qualche rappresentazione molto rudimentale e molto grossolana, per arrivare, poco a poco, sotto linfluenza coniugata dallo sviluppo mentale e dallo sviluppo sociale, a forme superiori tali come il monoteismo. E, daltra parte, lunico vero progresso doveva consistere nelleliminazione di ogni religione o, almeno, di quello che la maggioranza degli uomini intende con questa parola, per una ragione adulta e pienamente cosciente. I punti di partenza, secondo i sistemi di questo tipo, possono variare e andare da un estremo a un altro. Per letnologia classica, era, da cercarlo in qualche errore, in qualche ipotesi troppo precipitosa della ragione ancora senza alcuna esperienza. Secondo altri, la religione nasceva, al contrario, da unattivit totalmente differente dallattivit razionale: Durkheim parla di un pensiero collettivo che raggiunge il suo parossismo nelle fasi di esaltazione di tutto linsieme del clan; Lvy-Bruhl (la cui teoria a volte si esagera) fa intervenire una mentalit primitiva operatrice di concezioni mistiche, che saranno respinte, se non estirpate radicalmente dalla civilizzazione. Per, quale che sia la maniera per spiegare i primi passi delluomo nellampio

campo della religione, c accordo nel pensare che tutto dipende da questi primi tre passi: Per questi bisogna giudicare tutto il resto; che nessun valore veramente nuovo sorge durante il processo; che le numerose trasformazioni che si operano nelle forma religiose, costituiscono solo una esplorazione diversa dello stesso dato iniziale. Se questo dato falso o incosciente, anche tutto il resto lo . La vecchia idea di Auguste Comte cos resuscitata, lidea di unet finalmente positiva, o, come diceva Brunschvicg, di un avvento dellhomo sapiens che fa sparire lhomo religiosus. La forma di pensiero che suppone la religione corrisponde a uno stato dellinfanzia; la religione, pertanto, non pi eterna di ci che , per esempio, nella storia delle societ- umane, unistituzione come la nazione armata; sopravvive a se stessa nella sua inevitabile decadenza, per arriver un giorno in cui la scienza, spiegando tutto per mezzo di leggi positive, spiegher definitivamente tutto.

LILLUSIONE DELLELEMENTARE

Non questo il luogo opportuno per criticare la metafisica soggiacente a tali spiegazioni. Baster provare nel piano fenomenologico lillusione che tali spiegazioni suppongono. Ci figuriamo che la determinazione scientifica di ci che fosse la prima religione se la supponiamo possibile permette un giudizio di valore sulla religione stessa, nella sua essenza, e variet di forme che riveste nella storia. E di conseguenza, si crede che si possa risolvere tutto il problema religioso con quelle sole luci delletnologia. In questa maniera, Taylor, ponendo prima di tutto lidea dellanima, formata nello spirito di un selvaggio per una uninterpretazione ingenua di fenomeni tali come i sogni o le sincopi, vedeva solo nelle grandi religioni storiche un animismo trasformato, gravato dalla stessa mancanza di originalit, se si pu dire, delle superstizioni primitive sulle anime dei morti o gli spiriti della natura. In questa maniera, Loisy (pi sfumato ordinariamente), dopo aver creduto di provare nellorigine di tutte le pratiche di sacrifici unoperazione puramente magica, conclude che lidea della soddisfazione per il sacrificio, malgrado la raffinatezza e lattenuazione che in certi culti s apportata per moralizzarla, in fondo solo una garanzia magica7. E cos come Durkheim che scelse apposta questo titolo per la sua famosa opera le forme elementari della vita religiosa. Leditore Hamelin, sa che gli elementi della rappresentazione sono i principi essenziale della religione e qualcosa come le sue categorie permanenti; similmente, le forme elementari della religione saranno allo stesso tempo le sue forme primitive, rudimentali e le forme essenziali, costitutive.

Essai historique sur le Sacrifice, Pars, 1920, pg. 319; cf. pginas 531 ss.

FALLIMENTO DELLEVOLUZIONISMO SEMPLICISTICO

Posizione tanto paradossale che sono molto pochi gli autori capaci di mantenerla fino alla fine. Da Comte, che istituisce una religione positiva, fino a Durkheim, che proclama un nuovo paradosso che se la religione non pu esistere senza un certo delirio, questo delirio ben fondato, o Lvy-Bruhl, che abbozza timidamente una riabilitazione delle forze oscure dello spirito che disorientano il pensiero critico8 assistiamo a vari pentimenti molto istruttivi. Levoluzionismo, cos estremamente semplice, che totalmente passato di moda, anche nello studio della vita materiale. Illusione contro cui numerosi psicologi, storici e filosofi, daltra parte indipendenti tra loro e di frequente opposti gli uni agli altri, reagiscono unanimemente. Preoccupati di captare il fatto religioso in ci che ha di specifico, rifiutano la priorit, e con maggior ragione il monopolio delletnologia, della sociologia o delleconomia. Sia per la nascita della religione, sia per le sue manifestazioni posteriori, negano di confondere lordine di apparizione e concatenazione causale. Stimano che nel campo religioso, come in altri, e forse di pi, ogni nuova forma di vita o di pensiero deve essere scrutata in se stessa; che nella storia del pensiero umano vi sono solo complicazioni superficiali e simulazioni di n principio che rimane immutabile, tranne vere invenzioni, di ci che si trasforma o esalti qualcosa di diverso (L. Brunschvicg); che le grandi personalit religiose profeti, fondatori, mistici, riformatori svolgono un ruolo che non possibile sottovalutare, in modo tale che il giudizio che si creduto poter emettere sul punto di partenza presunto non pu decidere in nessun caso sul giudizio che bisogna formare sul punto di arrivo. Per il resto, come in tutti gli ambiti, non un fatto di esperienza che i principi, umili e poco differenziati, lasciano indovinare difficilmente ci che racchiudono di originale? Nella maggioranza dei casi, si potr solo dire tenendo conto i suoi svolgimenti posteriori. Questo vero nelle specie biologiche, particolarmente per ci che si riferisce alla specie umana la soluzione scientifica del problema umano, dice giustamente Teilhard de Chardin, non si determiner con lo studio dei fossili, ma con una considerazione pi attenta delle propriet e possibilit che nelluomo attuale permettono di prevedere luomo di domani9 e illuminano, allo stesso tempo, per retrospezione, luomo del passato. Durkheim lo riconosce anche espressamente per ci che si riferisce alle istituzioni sociali: Per comprendere bene una istituzione, spesNouvelle Revue Franaise, 1 sett. 1933, pagg. 453 3 ss.: nel momento stesso in cui con pi precisione distinguiamo la separazione che esiste tra questa mentalit e la nostra, sentiamo per essa un interesse che non pura curiosit. La descrizione e lo studio dei suoi tratti essenziali risvegliano in noi una lontana risonanza, come se delle fibre occulte si ponessero a vibrare sordamente. Sotto il nome di mentalit primitiva, non si tratter, forse, di tendenze e di abiti, attivi nel pi profondo di noi stessi, ribelli allanalisi, irriducibili al pensiero chiaro, e che le nostre psicologie e logiche mai trassero fuori dallombra? Questi elementi della vita mentale, pi affettivi che intellettuali il progresso del pensiero riflessivo e critico ha potuto, nelle nostre societ, rispettarli, allontanarli, disciplinarli. Non li ha estirpati in assoluto. E, ammettendo che questo fosse possibile, sarebbe desiderabile? 9 Unimportante scoperta paleontologica umana, il Sinanthropus pekinensis; Revue des questions scientifiques, 20 luglio 1930. Cf. Yves de Montcheuil, o.c.
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so bene seguirla fino alle fasi avanzate della sua evoluzione, evidentemente, quando pienamente sviluppata quando appare il suo vero significato con pi chiarezza 10. E piacevole leggere una simile osservazione nellopera stessa in cui Durkheim pretende spiegarci le realt spirituali, e perfino la stessa essenza del cristianesimo contemporaneo, col totemismo degli Arunta.

FILOSOFIE SOTTOSTANTI

necessario segnalare, infine, una quarta illusione, che non meno diffusa. Poco fa si formulava un giudizio dogmatico sulla religione secondo il solo studio del suo lontano passato dal punto di vista empirico. Ora, per un errore inverso, sebbene quasi sempre coniugato con la precedente, questo stesso studio che credendosi empirico dominato da punti di vista dogmatici che gli impongono i loro risultati. Si crede di esporre le origini della religione secondo i fatti, con un metodo strettamente obiettivo, mentre, senza saperlo, si costruisce un sistema. Non soltanto lorigine storica e lorigine psicologica della religione sono trattati contemporaneamente, ma entrambi sono spiegati in funzione di una filosofia che s costruita seguendo altri vie diverse. Senza alcun dubbio, la cosa non totalmente illegittima, ed persino impossibile procedere completamente in altra maniera. Il fatto scientifico non mai un fatto bruto, c una mutua fecondazione della teoria e dellesperienza, o di ci che fa le sue veci, e se vero che nessun metodo pu vantarsi di essere completamente obiettivo, losservazione si applica qui al massimo. La cosa essenziale sar avvertirlo. Si potrebbe per dimostrare come le variazioni dei sistemi sullorigine dellidea di Dio, lungo il secolo XIX, hanno seguito regolarmente unaltra serie di variazioni, verificabili nel campo della filosofia generale o delle tendenze spirituali. Il tradizionalismo, la psicologia associazionista, levoluzionismo spenceriano, il dinamismo associazionista alla Bchner, il marxismo, il sociologismo durkheimiano, ecc , trovano ognuno a sua volta la sua fedele immagine nella descrizione del fatto religioso originale e della sua evoluzione. Schmidt, con perspicacia, lo fece notare per alcuni sistemi. Avrebbe sicuramente potuto dare un esempio in pi, anche se di altrettanta forza come altri, tratto dalle proprie dottrine.

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Le forme elementari della vita religiosa, pag. 137.

LA PRIORI DEL MARXISMO-LENINISMO Niente come il marxismo-leninismo soccombe in ogni caso di fronte a questultima illusione. Daccordo con la tesi fondamentale del materialismo storico, ha risolto in anticipo di spiegare lorigine della religione come riflesso fantastico che sorge nella coscienza sociale in conseguenza di un sentimento di imperfezione e di impotenza, sentimento a sua volta nato dalla debolezza dei mezzi tecnici di cui dispone luomo primitivo. Anche se si basasse in unesegesi corretta del pensiero di Marx11 nulla sarebbe strettamente sistematico come una simile spiegazione. Ci non impedisce a quelli che la propongono concludano: Il marxismo leninista studia i dati di fatto, e deduce le sue conclusioni soltanto da questi dati.

RIASSUNTO

Riassumendo: credere che la scienza pu raggiungere i principi stessi dellumanit; credere che possibile determinare a forza di induzioni psicologiche quali sono attualmente le popolazioni pi primitive e quali furono le pi primitive tra le forme religiose che si offrono allosservazione; credere che il primitivo o il rudimentale equivale allessenziale e al fondamentale; credere, infine, che si fa scienza quando si applica un sistema, come, in quantit pi o meno forti, secondo i casi, le quattro illusioni che attualmente sono ancora abbastanza diffuse tra gli studiosi che dedicano allo studio della religione affinch valesse la pena di segnalarle. Indubbiamente non si tratta di lanciare una pietra agli studiosi, a volte illustri, che furono vittime di queste illusioni. Era quasi inevitabile che una scienza giovane avesse nei suoi principi ambizioni smisurate e che attendesse speranze chimeriche. Era impossibile che nella sua prima fase contasse su un metodo sicuro. Nata nel secoCi negato, specialmente da Henri de Man, che si riferisce ai primi scritti di Marx. Secondo la concezione fondamentale dei fatti sociali che sar il punto di partenza di Marx, le condizioni materiali determinano gli uomini tanto come questi determinano queste condizioni. Soprattutto nelle sue opere di giovent espose e difese questa posizione: questa soltanto rende giustizia alla realt della vita, che si presenta sotto il doppio aspetto di un processo materiale e spirituale. Gli obblighi pratici della lotta che le circostanze del momento imposero a Marx, lo indussero, nei suoi scritti ulteriori, a fondarsi nella prima delle due affermazioni e a sottolineare la determinazione materiale del comportamento sociale. Dopo di lui, la maggior parte dei marxisti lo hanno imitato invece di farlo, fino al momento in cui, dalla dottrina dialettica di una reciprocit di azione materiale e spirituale nella lotta delluomo con i propri mezzi, sorse la dottrina materialistica delle cause puramente economiche dei fatti di ordine spirituale . LIde socialiste, t. franc., 1953, p. 16. Comunque sia, necessario riconoscere che mai Marx seppe comprendere il fatto religioso in se stesso.
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lo dellevoluzionismo, era naturale che adottasse istintivamente, contemporaneamente alle intuizioni esatte, gli schemi pi semplicistici. Infine, come ogni disciplina positiva, ebbe bisogno di tempo per separarsi dalla metafisica, disposta a tornare alla metafisica, ma pienamente cosciente e senza confusione di metodi. Attraverso tante fragili teorie, la scienza, daltra parte ha progredito. Per i suoi progressi saranno decisivi solo se si libera da illusioni che la maturit ormai non consente. Basta tuttavia percepirlo per rendersi conto che non nel campo delletnologia e della preistoria e sulla questione scientifica delle origini dove si pu formulare una lotta decisiva circa la religione. Per questo ci che hanno visto gli scrittori leninisti, che, abbastanza perspicaci per criticare le sintesi del razionalismo borghese e la sua ideologia superficiale, credono ancora, tuttavia, che lo studio della religione primitiva gli fornir la chiave del problema religioso12.

DISCUSSIONE DI ALCUNI PUNTI IMPORTANTI

Questo vuol dire che nulla pu essere stabilito sulle nostre origini religiose, che abbia un certo valore? Affatto. I progressi realizzati da quarantanni nel metodo etnologico, come larricchimento considerevole di ulna documentazione che non smette di aumentare, permettono da ora, se non presentare soluzioni definitive, almeno respingere certe affermazioni false o arbitrarie. Una base pi solida e pi ampia si offre cos alle ipotesi storiche, cos come una materia pi ricca alle interpretazioni della psicologia religiosa e della metafisica.

ARBITRARIET DELLA TESI SU UNA FASE ARELIGIOSA

In primo luogo, necessario collocare allinizio della storia un periodo totalmente areligioso? La tesi fu sostenuta una volta da Lubbock13 contemporaneamente alla tesi della promiscuit primitiva dei sessi. Sorprese vedere come attualmente tanto una tesi come laltra sono ancora difese. Trattata giustamente, gi nel 1909, da A. Van Gennep, come fantastica, la teoria della promiscuit dei sessi, stata distrutta dalla critica dettagliata cui la sottomise Edward Westermack, nella seconda edizione della sua grande Storia del matrimonio14. Quanto alla supposizione di unassenza toLucien Henry, Les origines de la religion, p. 139. Vedere pp. 25 e 68, le critiche dirette dallautore alle idee di Salomn Reinach e de Frazer. 13 The Origin of Civilization and the Primitive Condition of Man, 1870. 14 Trad. franc. 1934, t.I, pp. 115 a 303. Vedere anche R. Lowie, Trait de sociologie primitive, ed. franc. completata dallautore, Pars, 1935.
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tale di religioni nei primitivi, Lubbock allegava a suo favore lesempio di alcune trib particolarmente grossolane. Per, uno ad uno, questi esempi ( che non avrebbero provato gran che) risultarono falsi. Recentemente, popoli che erano considerati atei hanno rivelato a osservatori pi pazienti credenze che non si sospettavano in loro. Le informazioni circostanziate di Strehlow sugli Arunta dellAustralia Centrale contraddicono le negazioni troppo precipitose di Spencer e di Gillen, e gli yagani della Terra del Fuoco, in opposizione alle affermazioni di Darwin riprodotte da Frazer, sono state considerate, senza alcun dubbio, come popoli religiosi da Gusinde e Koppers15. Mancando lappoggio delletnologia, alcuni ricorrono alla preistoria. Prima dellet delle caverne, dicono, nulla d trovato che provi lesistenza della religione. Per questo argomento negativo non ha alcun valore, perch nessun documento ci informa sullattivit spirituale degli uomini in questet precedente. Non vi sono ragioni per negare ogni religione come per postulare tra esse, per esempio, il monoteismo, Non facciamo congetture, come s gi fatto, sulla religione del firmatario: sarebbe, per lo meno prematura. In ogni caso, dal periodo musteriano, il primo in cui abbiamo resti umani un poco completi, lattenzione prestata alla sepoltura attesta un ordine di preoccupazioni che difficile chiarire, per possono, almeno in senso ampio, chiamarsi religiose. Il leninismo concede grande importanza alla prima affermazione di una prima fase completamente areligiosa dellumanit, perch spera di trovare in esso una prova che la religione non risponde a una necessit essenziale della natura umana, ma solamente uno stadio transitorio della prima societ. Per la medesima ragione si oppone alla teoria freudiana il cui errore, pretende, consiste nel trasformare una categoria storica e sociale in una categoria eterna e biologica, e che ha fatto cos della religione, si voglia a no, un fenomeno inerente lumanit16. Per lontano da essere fatti reali quelli che originano la prima tesi, chiaro che la tesi quella che dirige laffermazione dei fatti.

Vedere Koppers, 3 settimana di etnologa religiosa (Tilburgo, 1922), p. 316-328, e Etudes, 1922, t. 173, p. 152-165. Unter Feuerland Indianen, Stuttgart, 1924. Questo caso degli yagani facilit a Frazer uno degli argomenti a favore della sua tesi generale sullanteriorit della magia 16 LUCIEN HENRY: Les origines de la religion, pp. 83 e 90.
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DOVE ESISTE LA CULTURA PI ARCAICA?

Quali sono i primitivi che esistono anche sul nostro pianeta, i rappresentanti della cultura pi arcaica? Secondo la teoria accettata per molto tempo, seguita ciecamente da Durkheim, e a cui aderisce, tra gli altri, Lvy-Bruhl, sarebbero, senza dubbio alcuno, gli indigeni dellAustralia Centrale. La rozzezza della loro cultura farebbe vedere in questi australiani i pi arretrati di tutti gli uomini, i veri primitivi. Per questa equazione tra primitivismo e rozzezza, proprio in ci che concerne gli elementi materiali di una cultura, lo molto meno forse quando si tratta di elementi spirituali. Per formularla si suppone che il pi rozzo anche il pi semplice. Per, da una parte, se questo generalmente certo nel primo caso, non lo necessariamente nel secondo: nelle trib australiane come quella degli Arunta, riti e credenze, per rozzi che siano, appaiono gi molto complicati. E, daltra parte, vi sarebbe molto da dire sulla relazione tra le due idee di primitivismo e semplicit, relazione completamente differente secondo che si tratti di una semplicit di povert o di una semplicit di perfezione.

TASMANOIDI E PIGMEI

Se si abbandona questo punto di vista sullo spirito per considerare le cose pi storicamente, appaiono nuove direzioni. Senza dubbio, i progressi conseguiti col metodo non permettono ancora se devono permetterlo qualche volta di erigere un quadro completo e definitivo delle diverse culture nelle loro relazioni reali e la loro cronologia relativa. Il quadro di Schmidt, che suppone lo sforzo maggiore in questo senso, deve considerarsi come unipotesi di lavoro, elaborata dopo una numerosa serie di osservazioni, ma non come unacquisizione definitiva. Non concorda, daltra parte, in tutti i punti con altre, come quella di Graebner. Tuttavia, un fatto sembra chiarirlo. Senza dire nulla dei Tasmaniani, la cui razza fu completamente distrutta dai coloni inglesi nello spazio di un secolo (1777-1877), prima che si fossero potute raccogliere sulle loro credenze informazioni concordanti, il gruppo di popolazioni chiamate Tasmanoidi e quello dei Pigmei presentano segni di grande antichit.

LORO POSIZIONE GEOGRAFICA

I segni estrinseci, in primo luogo. La loro posizione geografica li presenta come autoctoni espulsi dal loro suolo da nuove classi umane 17. Kurnai e Chepara, respinti allestremit sud-est dellAustralia; Bushmen dellAfrica del Sud; Yagani e altre trib della Terra del Fuoco; Pigmei dellAsia o dellAfrica, che si mantengono con grandi difficolt in isolotti (isole Andamane) o in approdate profondit delle selve equatoriali18. Segni intrinseci: la cultura materiale di questi popoli estremamente rudimentale. Questo certo soprattutto per i Pigmei, di cui necessario dire alcune parole.

RAZZA E CULTURA DEI PIGMEI

Considerati a lungo come esseri leggendari Buffon credeva ancora che erano scimmie i Pigmei non cominciano a essere conosciuti un poco a fondo fino alla seconda met del secolo passato (XIX), grazie ai lavori del tedesco Schweinfort e del francese De Quatrefaces. Attualmente sono sempre meglio conosciuti anche se ancora molto imperfettamente. Li si divide comunemente in due gruppi, sotto i nomi convenzionali di Negritos per quelli dAsia e dOceania, e di Negretti per quelli dAfrica. Dal punto di vista antropologico, formano, senza alcun dubbio, razze diverse. La loro costituzione fisica originale, non sembra il risultato di una degenerazione a partire da una razza negra. Se sono, quasi da tutte le parti, in via di sparizione19, per cause completamente esterne. I pi numerosi e prosperi sono attualmente quelli del Congo Belga, che, secondo Schebesta, sono centomila, allincirca20. La maggior parte di questi ometti ignorano ancora il taglio della pietra; utilizzano solo legno e ossa. Alcuni di loro (gli Andamaniani)non sanno perfino produrre fuoco. Mancano di arte figurata. Le loro case sono semplici ripari di rami. Non conoscono lagricoltura e vivono di frutti e caccia, mezzi di sussistenza insufficienti che li fanno dipendere dai loro vicini la maggior parte del tempo. Li troviamo qui, come

ancora convinzione comune, in Africa, tra i negri e tra i pigmei, che questi furono i primi possessori della terra africana. 18 Formano attualmente una serie di isolotti ripartiti su una vasta zona che si estende dallOceania alla costa occidentale di Arisca. Li si incontra in Nuova Guinea, nelle Filippine, a Formosa, in alcuni angoli della Cina, a Malacca, nelle frontiere dellIndocina e Siam, nellOceano Indiano, nelle Indie (mones Vindhya), a Su dellAbissinia, nel Congo Belga, nel Congo francese, e nel Gabon. 19 I Mincopi delle isole Andamane, che erano circa 5.000 nel 1858, e 1.317 nel 1911, sono oggi approssimativamente 450. 20 Schebesta ha studiato specialmente i negri di Malacca e i negri di Ituri, nel Congo Belga.
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sembra, con un insieme culturale pi arcaico almeno come quello degli australiani paleolitici21. Dalta parte, le relazioni tra i pigmei e le razze circostanti sono pi frequenti e regolari di quanto si cred allinizio. Inoltre i meticci, che sono molto numerosi, sono andati a produrre mescolanze culturali. Neanche qui si trova un ciclo culturale allo stato puro, e per ricostruire la cultura pigmea originale bisogna dedicarsi, secondo una pittoresca espressione di Schmidt, a operazioni di chimica etnologica o, come disse Rabeau, allanalisi sociologica, operazioni pie o meno avventurate malgrado tutto. Non sicuro che, in qualche caso, vi siano pigmei che parlano la loro lingua originale. Unosservazione attenta scopre con frequenza in loro, anche se a piccole dosi, di animismo, magia, mitologia, anche totemismo, senza che vi sia un mezzo per affermare con sicurezza se sono elementi ricevuti da popoli vicini pi evoluti. Questo fatto diminuisce limportanza dellopposizione, forse artificiale, che esiste tra gli enologi a favore della priorit degli australiani e i sostenitori della priorit dei pigmei. Il riconosciuto arcaismo della cultura pigmea permetterebbe, almeno, di vedere con pi chiarezza che lo sviluppo del totemismo in quello che alcuni hanno creduto di trovare la prima forma di religione, un fenomeno relativamente tardivo, e porterebbe un dato in pi al problema capitale dellorigine dellidea di Dio.

Gli scarsi vincoli tra letnologia e la preistoria poserebbero su un serio appoggio se si scoprisse qualche fossile di pigmeo. Per erano erronee le notizie di simili scoperte, a Sumatra, e poi in India, durante gli ultimi anni.
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