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tcci cur nrttr i vrnrsr ni


/ssi ctn/zi cNr r ccNcrrt
n crrrnt/ i ct
s/cci c
Il libro disponibile alltnt
http://www.scribd.com/doc/26512906/
Logiche-imprese-diassicurazione
Giugno 2011
Cesare Sfondrini: Logiche delle Imprese di Assicurazione e concept dofferta
ICT, Saggio, giugno 2011.
si tc wrs:
http://www.cesaresfondrini.net/
r-v/i t:
cesare.sfondrini@tin.it
Nel frontespizio riprodotta la riduzione da stampa dellUomo Vitru-
viano, disegno a matita e inchiostro su carta di Leonardo Da Vinci,
databile al 1490, il cui originale attualmente conservato nel Gabinet-
to dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dellAccademia di Venezia
(limmagine tratta da http://http://it.wikipedia.org/wiki/Uomo
_
vitruviano/).
SOMMARI O
a tutti intuitivamente nota limportanza del Sistema Assicurativo
quale motore essenziale di crescita e sviluppo nei paesi occidentali.
A partire dai primi anni 80 i Sistemi Assicurativi Europei sono sta-
ti oggetto di modicazioni signicative dettate da importanti cambia-
menti normativi. Il paradigma fondante di questi cambiamenti dettati
dagli organi regolatori consiste nel ritenere il mercato deregolamentato
il naturale strumento di regolazione e controllo di un sistema econo-
mico comunque complesso che sia volto a massimizzare efcienza e
competitiv.
Per chi ha interazioni con le imprese di Assicurazione quale fornito-
re di sistemi complessi che impattano sui meccanismi di funzionamen-
to operativo dellaAssicurazione, la conoscenza dei cambiamenti del Si-
stema Assicurativo rilevante. Daltro canto la letteratura esistente o
troppo specialistica e utile, quindi, agli operatori e manager del settore,
o pi interessata a fornire consigli ai lettori su come scegliere al meglio
i prodotti assicurativi offerti dal mercato: in entrambi i casi siamo lon-
tani dalle esigenze di chi vuole capire le relazioni tra funzionamento
delle Imprese di Assicurazione e fabbisogni tecnologici.
Il lavoro si articola in cinque capitoli e unappendice:
rnivo ctritoto Ripercorre i concetti chiave di rischio ed enfatizza
la principale ragione desistenza delle Imprese di Assicurazio-
ne: lobiettivo evidenziare la originale valenza sociale del siste-
ma assicurativo e indicare i processi chiave che le Assicurazioni,
quali imprese con precipue caratteristiche, devono gestire
sccoNoo ctritoto Spiega in modo semplice ma ragionevolmente
preciso le caratteristiche dei principali prodotti assicurativi se-
guendo il classico schema di suddividere le imprese in ramo
danni e ramo vita
tcnzo ctritoto Un importante aspetto che caratterizza il modo di
funzionamento delle imprese di assicurazioni la congurazio-
ne organizzativa. Sono evidenziate le congurazioni funzionale e
divisionale, ponendo enfasi sul trade-off tra beneci e complessi-
t che inevitabilemnte ciascuna scelta porta con s. Alcuni cenni
sono fatti per illustrare la struttura organizzativa a rete che sem-
bra costituire un fenomeno innovativo rilevante per levoluzione
del settore
outnto ctritoto Le Imprese di Assicurazione sono, prima di tutto,
imprese: allora importante individuare i processi fondamentali
e a supporto che costituiscono il loro normale operare. In que-
sto capitolo sono approfonditi la gestione tecnica e la gestione
nanziaria: linversione del ciclo produttivo, caratteristico delle
imprese di assicurazione, per cui i ricavi emergono prima dei
costi correlati, pone infatti lassicurazione nella condizione di in-
vestire il disavanzo economico in attivit di natura nanziaria; la
iii
gestione degli investimenti nanziari, anche perch legati al ri-
spettare gli impegni presi con i Clienti, costituiscono attivit core
di gestione dellimpresa
ouiNto ctritoto In questo Capitolo si evidenziano alcune soluzioni
ict che riteniamo siano contemporaneamente innovative e con
considerevole impatto su importanti processi produttivi tipici
delle imprese di assicurazione
trrcNoici Il settore delle Assicurazioni per sua natura estremamen-
te complesso sia per variet di prodotti offerti, sia per caratteristi-
che speciche della gestione caratteristica. Data la valenza socia-
le ed economica delle imprese di Assicurazione nel mondo occi-
dentale, la complessit incrementata ulteriormente dal quadro
normativo. Ho deciso di mettere in appendice molti dettagli im-
portanti mantenendo nei Capitoli precedenti i concetti essenziali
necessari per la corretta comprensione: in questo modo spero
che il testo possa essere fruito in modo pi immediato e uido
Una considerazione generale: il mio obiettivo non era quello di pre-
disporre un testo di riferimento con grande quantit di dettagli e ricco
di spunti richiamanti la dottrina e il suo sviluppo, quanto piuttosto di
proporre un quadro organico e di alto livello su quanto accaduto/sta
accadendo nel settore Assicurativo, mantenendo per sempre in evi-
denza gli impatti operativi organizzazione, clienti e sistemi che
levoluzione delineata comporta.
ABSTRACT
Everyone has an intuitive feeling of the importance of the Insur-
ance System as a fundamental driving force for the growth and de-
velopemnt of western countries.
Since the Eighties the regulatory authorities in European Union have
pushed the Insurance System to become progressively near to a com-
petitive market. The paradigm behind that regulatory intervention is
considering a competitive market with limited interference from exter-
nal entities on the normal behaviour of the market itself the natural
arena to obtain maximum efciency and benet for the customers.
It means that important changes were forced on the Insurance Com-
panies and the changing process is still running. For every player
which does business with Insurance Institutions as a technological
supplier, a knowledge of the evolution of the system is important to
have a closer examination of their needs.
I have used a systemic approach aimed to show up the main cause-
effect relationship between context changes and implied impacts on
Banks strategies: nevertheless, I have carefully attempted to identify
systematically the practical consequences on the operations of a typical
banking. Only you could evaluate if I was able to be really concrete.
iv
v
RI NGRAZI AMENTI
Le ragioni che mi hanno spinto alla produzione di questo documen-
to sono molteplici.
Il primo motivo che, dopo aver realizzato con laiuto di alcuni
colleghi un documento strutturato sullevoluzione del settore bancario,
essi mi hanno rivolto linvito a produrre uno studio analogo per il
settore delle Assicurazioni.
A testimonianza del focus sul settore specico si anche articolata
unorganizzazione commerciale che ha cercato di focalizzarsi sulle assi-
curazioni sia in termini di presidio commerciale puro, sia di supporto
alla vendita.
Il secondo motivo dato dal fatto che il settore delle Assicurazioni
sta da alcuni anni attraversando una serie di cambiamenti signica-
tivi strettamente legati alle dinamiche di mercato competitivo a cui
lo stanno spingendo gli organi di controllo recependo le indicazioni
dellUnione Europea; questo signica che le imprese di Assicurazio-
ni dovranno necessariamente attrezzarsi per raggiungere standard di
eccellenza per efcacia ed efcienza.
Per un fornitore di servizi ict questo apre un ventaglio di possibili
opportunit di business di sicuro interesse.
Lultima ragione che mi ha portato a lavorare secondo questa logica
stata il fatto che ritengo che se davvero si vuole aggredire il mercato
ict non pensabile farlo senza conoscere i meccanismi di funziona-
mento dei settori presidiati: lInformation Technology oggi pi che
mai tecnologia per abilitare nuovi processi e incrementare lefcienza
di quelli esistenti. Senza una maggiore conoscenza dei nostri Clienti
secondo questa dimensione vedo veramente difcile crescere nellIT.
Il risultato del lavoro diventava progressivamente pi articolato e
complesso: mi venuta quindi la curiosit di vericare con alcuni col-
leghi se il documento potesse avere utilit anche per la front line che
opera a stretto contatto con i Clienti. Il feedback da loro ricevuto
stato decisamente positivo e mi hanno suggerito di distribuire il do-
cumento in oggetto: in effetti nella mia idea originaria il documento
era da intendersi come qualcosa in evoluzione continua perch potesse
diventare in futuro un giornale di bordo colmo di idee e iniziative.
Da qui lidea, dopo una prima distribuzione, di farlo evolvere in
ottica 2.0 con un wiki.
Desidero ringraziare alcuni colleghi che hanno rivisto interamente il
documento, dedicandogli tempo durante i week end, dando rilevanti
contributi: in particolare Alessandro Odorico e Alessandro Sangiovan-
ni, che hanno coraggiosamente letto tutto il draft, e Antonio Arini che
ha condiviso limpostazione; tutti gli errori sono ovviamente di mia
responsabilit.
Milano, 3 agosto 2011
Cesare Sfondrini
I NDI CE
Elenco delle Figure ix
Elenco delle Tabelle xi
1 tr rtNzi cNi nrttr /ssi ctn/zi cNi 1
1.1 Uno Strumento per trasformare la situazione di rischio 1
1.2 Lassicurazione quale strumento per realizzare la mu-
tualit 2
1.2.1 Il concetto intuitivo di premio 2
1.2.2 Le condizioni necessarie della mutualit 3
1.3 Limpresa di assicurazione: unentit complessa 4
1.3.1 Le caratteristiche dellimpresa di assicurazione 4
1.3.2 Limpresa di assicurazione e il mercato 5
1.4 I processi della gestione caratteristica 6
1.4.1 I processi assicurativi 6
1.4.2 I processi dinvestimento 7
1.5 Lequilibrio economico-nanziario e la solvibilit 7
2 tN/ r/Ncn/vi c/ sti rncnctti /ssi ctn/ti vi 9
2.1 Terminologia e prima classicazione 9
2.2 Le assicurazioni sulla vita 11
2.2.1 Polizze caso morte 11
2.2.2 Polizze caso vita 12
2.2.3 Polizze miste 14
2.2.4 Polizze linked 15
2.2.5 La determinazione del premio: i concetti di ipo-
tesi demograca e ipotesi nanziaria 15
2.2.6 Prodotti Ramo vita: determinazione della presta-
zione e versamento dei premi 16
2.3 Le assicurazioni contro i danni 18
2.3.1 Le tipologie di rischio 19
2.3.2 Loggetto della copertura assicurativa 19
3 t cnc/Ni zz/zi cNr Nrtt i vrnrs/ ni /ssi ctn/zi cNr 23
3.1 Organizzazione: introduzione 23
3.2 Le strutture organizzative 24
3.2.1 La struttura organizzativa di tipo funzionale 25
3.2.2 La struttura organizzativa di tipo divisionale 27
3.2.3 La struttura organizzativa a rete 30
3.3 I meccanismi operativi 31
4 i t rnccrssc rncnttti vc nrttr i vrnrsr ni /ssi ctn/zi c-
Ni 33
4.1 Fasi principali 33
4.2 La gestione tecnica 34
4.2.1 Ramo vita: la determinazione dei premi e las-
sunzione dei rischi 34
vi
Indice vii
4.2.2 Ramo danni: la determinazione dei premi e las-
sunzione dei rischi 38
4.2.3 La distribuzione 40
4.2.4 La gestione dei contratti e dei risarcimenti 43
4.2.5 La determinazione delle riserve 44
4.3 Funzione Finanziaria e strategie di investimento 47
4.3.1 Composizione degli investimenti 51
4.4 Il processo di gestione del proprio rischio nelle imprese
di assicurazione 52
4.5 La riassicurazione 55
4.6 La denizione del patrimonio 58
5 t tti ti zzc i NNcv/ti vc nrtt i ct Nrt vrnc/tc nrttr /ssi -
ctn/zi cNi 59
5.1 Concept soluzioni ICT per il mercato delle assicurazio-
ni 59
5.2 Call Center EVO: lincontro con lambiente Internet 60
5.2.1 Lo scenario di riferimento: levoluzione Inter-
net 60
5.2.2 Linterazione nellambiente Internet: oltre lascol-
to 61
5.2.3 Il primo passo: il modello Call Center EVO 62
5.2.4 Lazienda come attore sociale: la progettazione
della Community 66
5.3 Mobile Worker: Contratto Digitale 68
5.3.1 Contesto e opportunit 68
5.3.2 Descrizione della soluzione 69
5.3.3 Caratteristiche del servizio 69
5.3.4 Use case 70
5.4 Informativa Finanziaria: un servizio dedicato 71
5.4.1 Informativa Finanziaria: introduzione 72
5.5 Lultima evoluzione: il Mobile Application Server 74
5.5.1 Le tipiche applicazioni disponibili 74
5.6 Scenari evolutivi 76
5.6.1 La Business Intelligence 76
a i t ccNcrttc ni ni scui c 77
a.1 Le tipologie dei rischi 77
a.2 Latteggiamento delle persone e delle aziende d fronte
ai rischi 77
a.3 Rischio e bisogno di sicurezza 78
a.4 Condizioni di assicurabilit dei rischi 79
a.5 Assicurazione: il fondamentale principio di mutualit 79
a.6 Le condizioni necessarie della mutualit 80
a.7 Assicurazione attuariale e assicurazione opzionale 80
b crNNi /tt/ vrtcnctcci / ni c/tcctc nrt rnrvi c Nrt n/vc
n/NNi 83
c nrtt/cti stttr ni srnvr trcNi cur 85
c.1 La riserva premi 86
c.2 La riserva matematica 86
viii i Nni cr
c.3 La riserva sinistri 89
c.4 La riserva di senescenza 92
c.5 La riserva di perequazione 92
c.6 La riserva di equilibrio 92
d crNNi sttt/ nrcct/vrNt/zi cNr nrt srttcnr 95
e ct/ssi ri c/zi cNr rrn n/vc Nrt srttcnr vi t/ 99
f ct/ssi ri c/zi cNr nri ni scui Nrt n/vc n/NNi 101
g tN rccts sttt /ssi ctn/zi cNr nc /ttc 103
h ctcss/ni c 107
i ti st/ /cncNi vi 111
Bibliograa 113
EL ENCO DEL L E FI GURE
Figura 1 Schema tipico di Organizzazione Funzionale 25
Figura 2 Schema tipico di Organizzazione Divisionale 28
Figura 3 Schema logico per la formazione del premio -
Ramo Vita 37
Figura 4 Schema logico per il calcolo del premio nel ramo
danni 40
Figura 5 Un modello evolutivo di Call Center per la ge-
stione del canale Internet 63
Figura 6 Contratto Digitale: lIT abilita la rivoluzione di
processo 72
Figura 7 Semplice esempio di sfasamento temporale tra
anno desercizio e copertura assicurativa 86
ix
EL ENCO DEL L E TABEL L E
Tabella 1 Riepilogo delle caratteristiche dellorganizzazio-
ne funzionale 26
Tabella 2 Riepilogo delle caratteristiche dellorganizzazio-
ne funzionale 28
Tabella 3 Tipici valori delle riserve tecniche ramo sinistri
(Fonte ISVAP) 47
Tabella 4 Tipici valori delle riserve tecniche ramo vita (Fon-
te ISVAP) 47
Tabella 5 Attivit a copertura riserve tecniche ramo danni
(fonte ISVAP) 51
Tabella 6 Attivit a copertura riserve tecniche ramo vita
(fonte ISVAP) 51
Tabella 7 Attivit a copertura riserve tecniche per contratti
Unit Index linked (fonte ISVAP) 51
Tabella 8 Dato storico Percentuale dei premi ceduti in rias-
sicurazione in Italia (Fonte ISVAP) 56
xi
1 L E FUNZI ONI DEL L E ASSI CU-
RAZI ONI
i Nni cr
1.1 Uno Strumento per trasformare la situazione di rischio 1
1.2 Lassicurazione quale strumento per realizzare la mutualit 2
1.2.1 Il concetto intuitivo di premio 2
1.2.2 Le condizioni necessarie della mutualit 3
1.3 Limpresa di assicurazione: unentit complessa 4
1.3.1 Le caratteristiche dellimpresa di assicurazione 4
1.3.2 Limpresa di assicurazione e il mercato 5
1.4 I processi della gestione caratteristica 6
1.4.1 I processi assicurativi 6
1.4.2 I processi dinvestimento 7
1.5 Lequilibrio economico-nanziario e la solvibilit 7
+.+ tNc stntvrNtc rrn tn/srcnv/nr t/
si tt/zi cNr ni ni scui c
Le persone e le aziende, in quanto esposte a numerosi rischi, si
trovano permanentemente in una situazione a rischio. In paralle-
lo alla presa di consapevolezza di questa situazione le persone e le
aziende avvertono un bisogno molto importante, il cosiddetto biso-
gno di sicurezza, che li spinge alla ricerca dei mezzi per soddisfarlo
adeguatamente.
Le persone o le aziende esposte ai rischi puri possono fronteggiarli
in differenti modi
1
:
1. evitare il rischio;
2. assumere in proprio il rischio;
3. ridurre la possibilit del vericarsi del rischio;
4. ridurre lentit del danno che pu produrre il vericarsi del ri-
schio;
5. limitare le conseguenze economiche del rischio;
6. trasferire a terzi, di provata solvibilit, le conseguenze economi-
che del vericarsi del rischio: questo avviene tramite il ricorso
allassicurazione
1 Per alcuni approfondimenti si veda lAppendice A dal titolo Il concetto di rischio
1
2 tr rtNzi cNi nrttr /ssi ctn/zi cNi
Lassicurazione costituisce quindi uno degli strumenti utilizzabili dalle per-
sone e dalle aziende esposte al rischio per trasformare la loro situazione a
rischio in una situazione di sicurezza.
+.z t /ssi ctn/zi cNr ct/tr stntvrNtc rrn
nr/ti zz/nr t/ vttt/ti t/
Lassicurazione si basa sulla mutualit, cio sul raggruppamento di La mutualit come
strumento naturale
di ridurre gli effetti
di eventi rischiosi
pi attori persone o aziende che mettono in comune i rischi dei
quali temono le conseguenze decidendo di contribuire al regolamento
dei danni che colpiranno solo alcune di loro.
La mutualit, rendendo possibile il ricorso allassicurazione, permet-
te di eliminare il rischio e di creare sicurezza.
La realizzazione della mutualit la funzione fondamentale dellimpresa di
assicurazione.
Afnch la mutualit possa permettere di eliminare il rischio e crea-
re sicurezza necessario che si verichino due fondamentali condizio-
ni:
1. deve esserci un contesto per cui la numerosit degli attori e le
caratteristiche degli eventi rischiosi costituiscano un universo di
indagine in cui possano essere applicate le leggi della statistica;
2. le analisi statistiche devono essere riferite a un numero molto
alto di rischi dispersi, omogenei e aventi una frequenza di acca-
dimento stimabile, con fondamento, a priori.
+.z.+ Il concetto intuitivo di premio
Dato un esperimento il cui risultato sia soggetto alle leggi del ca-
so, se si ripete lesperimento per un gran numero n di prove indi-
pendenti accade che la frequenza relativa v/n, cio il rapporto tra il
numero di volte che un evento si verica e il numero totale di esperi-
menti effettuati, tende a convergere ad un numero preciso al crescere
di n: il rapporto costituisce una stima della probabilit P dellevento
in oggetto.
2
Una delle condizioni essenziali per gestire lassicurazione dei rischi
la cosiddetta organizzazione statistica della mutualit. Signica che
necessario stimare a priori:
f, la frequenza di accadimento dei sinistri
C
m
, il loro costo medio.
2 Per semplicit si pensi allesperimento lancio di una moneta: ripetendo lesperimento
molte volte si vericher che la frequenza relativa dellevento la moneta si fermata su
testa tende ad avvicinarsi al 50%, e questo sempre pi vero se si aumenta il numero
di prove ripetute. Stiamo qui facendo riferimento a quella che viene denita come
interpretazione frequenziale della probabilit di un evento. Esiste anche una trattazione
assiomatica della Probabilit che costituisce un settore della Teoria della Misura. Per una
disamina epistemologica si veda D. Costantini, L. Geymonat Filosoa della Probabilit
+.z t /ssi ctn/zi cNr ct/tr stntvrNtc rrn nr/ti zz/nr t/ vttt/ti t/ 3
Dato un insieme di potenziali rischi di numero N, se in un dato anno
il numero di sinistri vericatisi stato n, la frequenza dei sinistri sar
pari a
f = n/N (1.1)
Se il costo medio dei sinistri C
m
, il costo totale dei sinistri M a
carico dellimpresa di assicurazione sar:
M = nC
m
(1.2)
il costo totale M dovr essere sopportato da ciascuna unit espo-
sta al rischio rientrante nel gruppo degli assicurati, gestito in base al
principio della mutualit. Pertanto, ciascuna unit sosterr il costo
seguente:
M
N
=
n
N
C
m
= f C
m
(1.3)
Il prodotto f C
m
esprime il prezzo base dellassicurazione, ossia il
premio assicurativo puro.
+.z.z Le condizioni necessarie della mutualit
La gestione dei gruppi di rischi assicurati in base al principio della
mutualit pu avvenire solo se si vericano le seguenti condizioni: Il signicato di
mutualit
organizzata
statisticamente
1. dispersione dei rischi.
Le unit a rischio costituenti il gruppo debbono risultare ade-
guatamente disperse geogracamente in modo che il vericarsi
del rischio non possa impattare su larga parte delle popolazio-
ne assicurata. Questo necessario perch possa realizzarsi la
compensazione tra i rischi assicurati.
2. Omogeneit qualitativa dei rischi
necessario che i rischi delle unit assicurate siano omogenei sot-
to il prolo qualitativo, ossia per natura, per fonti che li generano
e per fattori che ne determinano il vericarsi
3
3. Omogeneit quantitativa dei rischi
I rischi delle unit assicurate debbono essere omogenei anche
sotto il prolo quantitativo, ossia in rapporto ai valori assicurati.
Se cos non fosse evidente che lutilizzo della semplice tecnica
di calcolo di premio puro sopra descritta potrebbe comportare
il prodursi di forti scostamenti tra il costo totale dei sinistri, sti-
mato a priori, e il costo totale effettivo, con pesanti conseguenze
economiche per limpresa di assicurazione
4
.
3 In sostanza queste due prime condizioni onsentono di vedere il vericarsi dello stes-
so evento rischioso relativo a due assicurati come risultato di due prove ripetute
indipendenti dello stesso tipo di esperimento vericarsi dellevento rischioso
4 naturalmente possibile considerare la variabilit quantitativa facendo dipendere il va-
lore del premio puro da indicatori di scostamento dei possibili danni rispetto al valor
medio dei danni stessi
4 tr rtNzi cNi nrttr /ssi ctn/zi cNi
+. t i vrnrs/ ni /ssi ctn/zi cNr: tN rNti -
t/ ccvrtrss/
Unimpresa di assicurazione unazienda di produzione economica che basa
la sua gestione sullattivit assicurativa, costituita da:
1. negoziazione sistematica delle coperture dei rischi sul mercato
assicurativo
2. attivit nanziaria e di investimento.
Nellambito della pi vasta categoria delle imprese di assicurazione
corretto distinguere tra:
le imprese di assicurazione, dedite allassunzione diretta dei ri-
schi
le imprese di riassicurazione, dedite allaccettazione in via siste-
matica delle parti di rischi cedute dalle imprese di assicurazione
successivamente alla loro assunzione.
Limpresa di assicurazione basa la sua esistenza sulla continua e
costruttiva partecipazione al mercato assicurativo, con il quale intera-
gisce mediante: Gli input e gli output
dellimpresa di
assicurazione
gli input
i rischi assunti a fronte dei premi necessari per lo svolgimento
della sua gestione caratteristica
gli output
le prestazioni a favore degli assicurati, somme assicurate, rendite,
pagamento dei sinistri, servizi aggiuntivi.
Come per qualsiasi impresa la sua esistenza strettamente legata
alla sua capacit di trasformare gli input in output in modo efciente
ed efcace.
+..+ Le caratteristiche dellimpresa di assicurazione
Le caratteristiche peculiari dellattivit dellimpresa di assicurazione
sono:
1. Inversione del ciclo produttivo base
Il ciclo produttivo dellimpresa di assicurazione mostra il conse-
guimento dei ricavi, rappresentati dai premi assicurativi, in via
anticipata rispetto al sostenimento dei costi tipicamente i co-
sti per i sinistri ma anche gli esborsi tipici di molti prodotti del
comparto vita.
Limpresa di assicurazione conosce quindi in via anticipata i ri-
cavi e pu solo prevedere i costi futuri delle prestazioni agli as-
sicurati: il rischio della sua gestione deriva dallincertezza che
contraddistingue le previsioni dei costi futuri.
+. t i vrnrs/ ni /ssi ctn/zi cNr: tN rNti t/ ccvrtrss/ 5
2. Disponibilit permanente di notevoli volumi di mezzi nanziari
Tra lincasso dei premi e il pagamento dei costi delle prestazioni
agli assicurati intercorrono di norma durate pi o meno estese,
che, soprattutto nelle assicurazioni sulla vita, riguardano perio-
di poliennali. Lampio intervallo temporale che intercorre tra
lincasso dei premi e il pagamento delle prestazioni porta lim-
presa di assicurazione a disporre in via permanente di notevo-
li volumi di mezzi nanziari, che alimentano rilevanti processi
dinvestimento.
Limpresa di assicurazione si congura come un intermediario nanzia-
rio, in quanto le sue strutturali disponibilit di mezzi nanziari fanno
emergere la sua capacit di convogliare sistematicamente, tramite gli
investimenti, i propri mezzi disponibili verso il nanziamento delle
aziende caratterizzate da permanente decit nanziario sia del settore
privato sia del settore pubblico.
Si noti bene che larga parte dei notevoli volumi di mezzi nanziari di-
sponibili hanno un vincolo di destinazione: gli investimenti dei mezzi -
nanziari vanno realizzati tenendo conto della natura e della dinamica
delle obbligazioni assunte verso gli assicurati.
Gli ampi interessi che vedono al centro limpresa di assicurazione
primi tra i quali quelli degli assicurati sono alla base della regolamen-
tazione pubblica del settore assicurativo e il controllo pubblico sulle imprese
di assicurazione.
+..z Limpresa di assicurazione e il mercato
Il perseguimento del ne istituzionale dellimpresa di assicurazione
avviene tramite la realizzazione sistematica e continuativa di negozia-
zioni di copertura dei rischi sul mercato.
La dinamica del mercato assicurativo e lincertezza che contraddi-
stingue le previsioni di mercato, stanno alla base del rischio generale
al quale limpresa di assicurazione permanentemente esposta.
La gestione dellimpresa di assicurazione pu essere intesa come un
complesso processo di trasformazione di input in output, che si realiz-
za tramite la sua partecipazione ai seguenti mercati di riferimento:
1. mercato assicurativo, nel quale si realizza la trasformazione delle
situazioni a rischio degli assicurati in situazioni di sicurezza;
2. mercato nanziario e immobiliare, nel quale si realizza la tra-
sformazione delle risorse nanziarie liquide a disposizione in
investimenti redditizi;
3. mercato del lavoro, nel quale interviene attraverso la specializza-
zione in professionalit mirate ai ruoli della propria organizza-
zione;
4. mercati dei beni e dei servizi, nei quali interviene investendo
parte delle risorse nanziarie disponibili in fattori produttivi (be-
ni e servizi), necessari per supportare le attivit della gestione
caratteristica.
6 tr rtNzi cNi nrttr /ssi ctn/zi cNi
+.a i rnccrssi nrtt/ crsti cNr c/n/ttrni -
sti c/
La gestione dellimpresa di assicurazione si incentra sulla negozia-
zione sistematica delle coperture dei rischi e sulla realizzazione siste-
matica dei processi assicurativi tramite i quali, a fronte del consegui-
mento dei premi, si impegna a effettuare le prestazioni convenute al
vericarsi del rischio al quale i propri assicurati sono esposti: per sem-
plicit consideriamo qui come prestazioni la liquidazione dei sinistri e
il pagamento di somme o di rendite a favore dellassicurato o di terzi.
Strettamente correlati ai processi assicurativi sono i processi dinve-
stimento
5
che limpresa di assicurazione deve realizzare nel tempo per
dare conveniente impiego alle risorse alimentate dai premi e che sono
a sua disposizione per il periodo intercorrente tra il loro incasso e il
pagamento delle prestazioni.
La gestione caratteristica dellimpresa di assicurazione risulta quindi dalla
combinazione produttiva integrata di:
1. processi assicurativi
2. processi dinvestimento
+.a.+ I processi assicurativi
La copertura dei rischi comporta la realizzazione da parte dellim-
presa di assicurazione di:
1. processi di assunzione dei rischi, con i quali si deniscono la
dimensione, le condizioni di copertura e il premio.
6
2. processi di liquidazione dei sinistri al vericarsi dei rischi assicu-
rati.
I processi di assunzione dei rischi, in forma piena o in coassicu-
razione, sono strettamente legati ai processi di liquidazione dei sini-
stri. Detti processi a loro volta sono strettamente legati ai processi di
riassicurazione.
5 I processi di investimento costituiscono parte integrante della gestione caratteristica: si
pensi per esempio ai prodotti vita in cui lassicurazione propone al Cliente un rendimen-
to garantito dellinvestimento. Il processo di investimento dovr essere progettato e im-
plementato in modo che lassicurazione possa mantenere fede allimpegno verso i propri
assicurati. Questa correlazione si esprime spesso dicendo che le disponibilit nanziarie
dellassicurazione garantite dallinversione del ciclo produttivo sono vincolate.
6 Allo scopo di realizzare lomogeneit quantitativa dei rischi assunti, limpresa di
assicurazione ricorre a:
a) processi di coassicurazione, tramite i quali partecipa pro-quota allassicurazione
di rischi di grandi dimensioni con altre imprese di assicurazione
b) processi di riassicurazione, con i quali cede parte dei rischi assunti a unimpresa
di riassicurazione.
Limpresa di riassicurazione a sua volta pu cedere parte dei rischi accettati a unaltra
impresa di riassicurazione, dando cosi luogo ai processi di retrocessione.
+.= t rcti ti sni c rccNcvi cc-ri N/Nzi /ni c r t/ sctvi si ti t/ 7
+.a.z I processi dinvestimento
Con i processi dinvestimento limpresa di assicurazione impiega
produttivamente i mezzi nanziari disponibili alimentati prevalente-
mente dallincasso dei premi.
I processi dinvestimento dellimpresa di assicurazione possono es-
sere distinti in:
1. processi di investimento nanziari che hanno come oggetto dif-
ferenti tipologie di titoli (azioni, obbligazioni) e altri strumenti
nanziari (futures, opzioni, swap)
2. processi di investimento immobiliari che hanno come oggetto be-
ni immobili di differente tipo (fabbricati, terreni, aree fabbricabi-
li).
Le differenti caratteristiche degli investimenti che limpresa di as-
sicurazione pu effettuare la inducono a realizzare una conveniente
diversicazione degli stessi, cos da realizzare il migliore trade-off tra
rendimento e rischio; se vero che la diversicazione rappresenta una
linea guida valida per ogni investitore, per lassicurazione lesigenza di
tenere sotto controllo il rischio degli investimenti pu considerarsi un
obbligo in quanto larga parte degli investimenti sono destinati a garantire
le obbligazioni dellimpresa verso gli assicurati.
+.= t rcti ti sni c rccNcvi cc-ri N/Nzi /ni c r
t/ sctvi si ti t/
Le caratteristiche del rapporto che limpresa di assicurazione avvia
con lassicurato in sede di vendita dei prodotti assicurativi, che si tra- La solvibilit come
fondamento
dellattivit
assicurativa
duce nel suo impegno ad effettuare una prestazione denita contrat-
tualmente al vericarsi del rischio, evidenziano limportanza della sol-
vibilit dellimpresa di assicurazione. Questultima, infatti, a fronte
di una prestazione certa dellassicurato il versamento del premio
assume solo un impegno da mantenere in futuro.
La solvibilit dellimpresa di assicurazione riguarda la sua capacit di as-
solvere le obbligazioni assunte verso gli assicurati ed strettamente lega-
ta allequilibrio economico-nanziario che chiamata a realizzare nel
tempo in connessione allo svolgimento della sua gestione.
La solvibilit dellimpresa di assicurazione dipende:
1. dalle riserve tecniche
7
, che debbono risultare sempre di entit
congrua in rapporto agli impegni da assolvere,
2. dalla disponibilit di un patrimonio netto di dimensioni adegua-
te a costituire un fattore di sicurezza.
7 Si vedano il paragrafo La determinazione delle riserve nel capitolo Il processo produt-
tivo delle imprese di assicurazioni e lAppendice C Dettagli sulle Riserve Tecniche:
qui importante osservare che la determinazione delle riserve uno dei core processes
dellimpresa di assicurazioni e parte della sua gestione caratteristica
8 tr rtNzi cNi nrttr /ssi ctn/zi cNi
La normativa del settore assicurativo impone alle imprese di assicurazione
la disponibilit di un margine di solvibilit, costituito fondamentalmente
dal patrimonio netto, denito come eccedenza dei mezzi patrimoniali
a disposizione dellimpresa rispetto agli obblighi assunti.
2 UNA PANORAMI CA SUI PRODOT-
TI ASSI CURATI VI
i Nni cr
2.1 Terminologia e prima classicazione 9
2.2 Le assicurazioni sulla vita 11
2.2.1 Polizze caso morte 11
2.2.2 Polizze caso vita 12
2.2.3 Polizze miste 14
2.2.4 Polizze linked 15
2.2.5 La determinazione del premio: i concetti di ipotesi
demograca e ipotesi nanziaria 15
2.2.6 Prodotti Ramo vita: determinazione della prestazione
e versamento dei premi 16
2.3 Le assicurazioni contro i danni 18
2.3.1 Le tipologie di rischio 19
2.3.2 Loggetto della copertura assicurativa 19
z.+ trnvi Nctcci / r rni v/ ct/ssi ri c/zi c-
Nr
Come stato pi volte sottolineato, la funzione principale delle im-
prese di assicurazione consiste nellaccollarsi i rischi che gravano sui
loro assicurati e nel fornire loro una forma di risarcimento a fronte di
uneventuale diminuzione della loro ricchezza, del loro reddito dispo-
nibile o della loro capacit di produrre reddito, qualora tali circostanze
siano determinate dal vericarsi degli eventi temuti. Nella prassi si
soliti distinguere tali eventi in:
1. Riconducibili alla durata della vita umana: si parla in questo ca- Gli eventi gestiti dal
ramo vita
so di contratti (polizze) di assicurazione sulla durata della vita
2. Riconducibili a tutte le altre circostanze che possono riguardare Gli eventi gestiti dal
ramo danni
un soggetto e si usa parlarne come di polizze riguardanti danni
a cose e persone.
Da un punto di vista giuridico lordinamento vigente distingue latti-
vit assicurativa in:
1. ramo vita
2. ramo danni
intendendo come ramo il raggruppamento dei rischi su base omoge-
nea.
9
10 tN/ r/Ncn/vi c/ sti rncnctti /ssi ctn/ti vi
In particolare, le diverse tipologie di rischio sono raggruppate in rami
sulla base dei criteri deniti nelle direttive comunitarie: i rischi relativi
ai danni vengono classicati in diciotto rami omogenei, mentre quelli
relativi alla durata della vita umana in sei rami
1
.
Le assicurazioni sulla durata della vita umana coprono a loro volta
due tipologie di rischio:
1. il rischio di mortalit o di premorienza, ossia la possibilit che
un individuo muoia (prematuramente) privando di una fonte
di reddito coloro che gli sopravvivono e che da lui dipendono
economicamente (gli, coniuge etc)
2. il rischio di longevit, cio la possibilit che la durata della vita
di un individuo ecceda il periodo per il quale egli dispone delle
risorse economiche necessarie a fronteggiare le esigenze correnti
di una esistenza dignitosa.
Nelle assicurazioni del ramo danni ricadono tutte le altre tipologie
di rischi, solitamente raggruppate nelle seguenti tre grandi classi:
1. rischi di riduzione del valore dei beni che compongono il patri-
monio di un soggetto sia un individuo, sia unimpresa cau-
sata da eventi esterni, quali un furto, un incendio, una calamit
naturale ecc.;
2. rischi inerenti la persona, segnatamente il rischio che essa possa
essere colpita da una malattia o da infortuni, determinando un
danno economico identicabile con le spese necessarie per le cu-
re e/o con il minor reddito generato a causa dellinabilit del
soggetto colpito dallevento rischioso;
3. rischi legati ai danni materiali o sici provocati a terzi dalle azio-
ni di un individuo, o di altri soggetti o beni di cui egli respon-
sabile ad esempio per unimpresa i propri impianti produttivi
per i quali tenuto a pagare un risarcimento che riduce il suo
reddito disponibile o la sua ricchezza.
Come in ogni settore economico, anche nel settore assicurativo sono La terminologia
tipica del settore
ormai in uso alcuni termini specici che riprendiamo qui sinteticamen-
te:
Rischio: espressione con la quale si identica il possibile veri-
carsi di un certo evento dal quale pu generarsi una perdita per
un certo soggetto.
Sinistro: il vericarsi dellevento temuto che comporta pertan-
to la realizzazione del rischio che sino a quel momento era solo
eventuale.
Danno: il sinistro genera un danno, che pu essere sia mate-
riale sia sico, sia diretto sia indiretto e cio un danno non
direttamente riferibile alloggetto del sinistro, come nel caso del-
la perdita di quote di mercato causate da una sospensione della
produzione per incendio.
1 Per la classicazione di dettaglio dei rami del settore vita e dei rischi nel settore danno
si vedano le appendici Classicazione per ramo nel settore vita e Classicazione dei
rischi nel ramo danni
z.z tr /ssi ctn/zi cNi sttt/ vi t/ 11
Indennizzo o risarcimento: lemergere del danno determina il
diritto dellassicurato alla prestazione prevista nel contratto, rap-
presentata da un indennizzo o risarcimento per il danno su-
bito, ovvero dallerogazione di una o pi somme di denaro cosi
come previsto nel contratto.
Assicurato: soggetto su cui grava il rischio.
Contraente: il sottoscrittore di una polizza assicurativa. pu
identicarsi o meno con lassicurato.
Beneciario: colui a favore del quale limpresa di assicurazione
tenuta a erogare la prestazione in caso di sinistro; ancora si noti
che contraente e beneciario possono essere distinti.
z.z tr /ssi ctn/zi cNi sttt/ vi t/
Le assicurazioni sulla vita si propongono di coprire i rischi legati
alla durata della vita umana garantendo al beneciario lerogazione di
una somma di denaro al vericarsi, in un momento futuro ma incerto
a priori, di un evento connesso con la vita dellassicurato. La loro
funzione e le loro caratteristiche tecnico-economiche variano a seconda
che si tratti di:
polizze caso morte
polizze caso vita;
polizze miste
polizze linked.
z.z.+ Polizze caso morte
Le coperture caso morte hanno la funzione di evitare che la scomparsa
dellassicurato sia causa di difcolt economiche per le persone che da lui eco-
nomicamente dipendono, come ad esempio la moglie o i gli. Queste
polizze prevedono che limpresa di assicurazione eroghi una somma
predeterminata al/ai beneciario/i al momento della morte dellassi-
curato: in tal modo essi si trovano a disporre di un patrimonio che
consente loro di compensare leventuale riduzione del reddito familia-
re o del reddito sul quale a qualsiasi altro titolo potevano contare
determinato dalla scomparsa dellassicurato e dal conseguente venire
meno di una fonte di reddito. Tale somma, calcolata sulla base di spe-
ciche clausole contenute nella polizza stessa e pertanto nota a prio-
ri, viene erogata solo se la morte dellassicurato avviene nei termini
previsti dal contratto.
A questo riguardo le polizze caso morte possono essere:
1. a vita intera: lassicurazione copre lintera vita dellassicurato;
pertanto sicuro che prima o poi i beneciari otterranno il pa-
gamento della somma assicurata, anche se resta lincertezza sul
momento in cui si vericher levento che da diritto alla presta-
zione.
12 tN/ r/Ncn/vi c/ sti rncnctti /ssi ctn/ti vi
2. temporanee: nella copertura temporanea il pagamento della som-
ma prestabilita avviene solo a condizione che il decesso dellassi-
curato si verichi entro il periodo di vigenza del contratto; se al
momento della scadenza della copertura lassicurato ancora in
vita, nulla sar dovuto ai beneciari
2
.
In aggiunta alle prestazioni principali contemplate dalle polizze caso
morte possibile, dietro pagamento di un premio aggiuntivo, preve-
derne alcune di carattere complementare che vengono utilizzate per
far fronte a rischi specici quali:
in caso di invalidit dellassicurato pu essere stabilita la cessa-
zione dellobbligo al pagamento degli eventuali premi futuri, op-
pure lerogazione del capitale previsto originariamente in caso
morte;
nel caso la morte avvenga per cause accidentali, violente, fortui-
te e non dipendenti dalla volont dellassicurato, come nel caso
di incidente dauto, lassicuratore pu erogare ai beneciari un
multiplo del capitale assicurato
nel caso lassicurato lasci gli orfani o postumi, essi possono ave-
re diritto a ottenere un capitale aggiuntivo da parte dellimpresa
di assicurazione
Una particolare tipologia di copertura per il caso di morte quella
spesso stipulata in concomitanza con laccensione di un mutuo a lungo
termine (ad esempio un mutuo ipotecario per lacquisto della casa): in
tal caso il contratto prevede, in caso di morte dellassicurato, leroga-
zione di un capitale pari al debito che in quel momento residua verso
la banca.
possibile stipulare contratti caso morte per conto o a favore di terzi.
Forme ulteriori di copertura riguardano le assicurazioni caso morte su
pi soggetti. in base alle quali limpresa pagher una somma di denaro
quando almeno uno dei soggetti assicurati cesser di vivere nel caso
di polizza vita intera, oppure nel periodo di vigenza del contratto se
si tratta di polizza temporanea.
z.z.z Polizze caso vita
Le assicurazioni caso vita prevedono lerogazione di una presta-
zione monetaria nel caso in cui a una specica et (o data) lassicurato
sia ancora in vita. La loro funzione economica consiste nel garantire che
il beneciario che solitamente coincide con lassicurato disponga
anche oltre il compimento di unet, che spesso coincide con la cessazione del-
lattivit lavorativa, di un reddito sufciente a mantenere labituale tenore di
spesa.
Proprio a sottolineare la nalit previdenziale di questa polizza
in generale possibile, attraverso linserimento di una specica opzione
2 Indipendentemente dalla tipologia di contratto sottoscritto, lassicurazione non tenuta
alla sua prestazione alla morte dellassicurato nei casi in cui la morte sia avvenuta per
cause imputabili alla volont dellassicurato stesso
z.z tr /ssi ctn/zi cNi sttt/ vi t/ 13
nel contratto, trasformare il diritto a percepire un capitale come presta-
zione nale di una qualsiasi copertura sulla vita in diritto a ottenere
lerogazione di una rendita.
A sua volta la rendita pu essere:
immediata: limpresa di assicurazione eroga la prestazione a
partire dal momento di sottoscrizione del contratto;
differita: il pagamento avviene solo a partire da una data succes-
siva a quella di stipula del contratto, a condizione che a quelle-
poca lassicurato sia ancora in vita.
In entrambi i casi la polizza assume le caratteristiche fondamentali di un
prodotto di investimento del risparmio con nalit previdenziali: il sottoscrit-
tore afda infatti allimpresa di assicurazione la gestione di un certo capitale
a fronte di una serie di pagamenti futuri.
La rendita pu essere:
1. temporanea, quando stabilito un termine ai pagamenti periodi-
ci;
2. vitalizia. se lobbligo dellassicurazione a effettuare i pagamen-
ti si estingue solo alla morte dellassicurato. In questo caso le
rendite possono essere sia immediate sia differite.
Alcune opzioni tipiche per la rendita sono:
pagamento di una somma ssa o crescente,
indicizzazione allandamento della gestione nanziaria delle som-
me non ancora erogate,
opzione di reversibilit della rendita a favore di terzi indicati dal
contraente della polizza: con questa garanzia si tende ad assicu-
rare un reddito non solo allassicurato ma anche a una persona
terza, quale ad esempio il coniuge,
opzione di contro assicurazione che, nelleventualit che soprag-
giunga la morte dellassicurato prima della scadenza della poliz-
za, prevede la restituzione dei premi pagati agli eredi dellassicu-
rato
Recentemente si diffusa, allinterno delle tipiche coperture assi-
curative sulla vita, la presenza di garanzie complementari innovative
riguardanti lo stato di salute dellassicurato
3
. Esse possono:
riconoscere una rendita predeterminata nei casi in cui lassicu-
rato non sia in grado di svolgere lattivit lavorativa a causa
dinfortunio o malattia
riconoscere il pagamento di un capitale per far fronte a malattie
di particolare gravit che richiedono costosi interventi chirurgici
3 Sono coperture che si differenziano dalle polizze contro gli infortuni, linvalidit e la
malattia per la loro durata pluriennale.
14 tN/ r/Ncn/vi c/ sti rncnctti /ssi ctn/ti vi
riconoscere coperture cosiddette long term care che prevedono
prestazioni in natura ad esempio, servizi erogati al contraente
per conto dellassicurazione oppure in forma monetaria. In
questultimo caso il pagamento pu avvenire come erogazione
di un capitale, ma pi frequentemente di una rendita.
In tutti i casi si ha diritto alla prestazione nel caso in cui il con-
traente, pur non essendo affetto da malattia specica, non sia in gra-
do di svolgere in maniera autosufciente le funzioni correnti della vi-
ta quotidiana per cui ha bisogno di assistenza domiciliare o in centri
specializzati.
Il riconoscimento dello stato di disabilit avviene secondo parame-
tri stabiliti sui quali ancorato il valore della prestazione. Questa pu
avere una durata per tutto il periodo di vita in cui lassicurato sar
disabile o per un numero denito di anni; nel caso di recupero dellas-
sicurato dallo stato di disabilit la prestazione viene interrotta. Tutte
queste coperture innovative possono essere vendute in maniera auto-
noma o combinate con le altre garanzie relative alla condizione di vita
dellassicurato: un esempio costituito dalle rendite che prevedono
un aumento dei pagamenti periodici qualora si verichi lo stato di
non autosufcienza del beneciario della polizza.
z.z. Polizze miste
La terza tipologia di polizze appartenenti al ramo vita quella delle
polizze cosiddette miste, in quanto si propongono in linea di princi-
pio di coprire contestualmente sia il rischio di premorienza sia quello
di longevit. In questa categoria si distinguono:
1. la polizza mista ordinaria in base alla quale lassicurato ha diritto
a ottenere un capitale predenito se ancora in vita alla scaden-
za, ovvero, nel caso in cui egli muoia prima di tale data, tale
diritto si trasferisce agli altri beneciari da lui indicati. Si tratta
pertanto dellunione di una polizza caso vita a capitale differito
e di una polizza temporanea caso morte;
2. polizza mista a termine sso, che prevede lerogazione di un ca-
pitale alla scadenza del contratto indipendentemente dalle con-
dizioni di vita dellassicurato; evidentemente, se lassicurato non
sar pi in vita, lerogazione sar a favore dei beneciari indicati
in polizza.
Nel caso delle polizze miste risulta molto attenuato lelemento di aleato-
riet connesso con il vericarsi delle condizioni che danno luogo alla
prestazione e che invece sono ben evidenti nelle polizze caso morte
(soprattutto in quelle temporanee, altres dette di puro rischio) nel-
le quali vi sempre la possibilit che lassicurato versi premi che non
daranno mai luogo a un futuro capitale.
viceversa molto accentuata la componente di capitalizzazione nanzia-
ria: contro il pagamento di una somma limpresa di assicurazione
simpegna a restituire a scadenza la somma iniziale maggiorata dei
rendimenti maturati nel tempo.
z.z tr /ssi ctn/zi cNi sttt/ vi t/ 15
z.z.a Polizze linked
Nelle polizze note come linked il capitale nale determinabile
ricorrendo a predeniti parametri ssati nella polizza, il cui valore
varia di giorno in giorno. A seconda del parametro utilizzato per la
quanticazione del capitale tali polizze si suddividono in:
1. index linked
il capitale viene determinato sulla base di un predenito indice
(o index) del mercato azionario. ad esempio lS&P Mib, lS&P
500, o di un mix di tali indici, ad esempio, 50%, S&P Mib, 50%
Dow jones e 20% Nikkei, ovvero sulla base di un parametro di
riferimento che, di norma, costituito da una obbligazione strut-
turata sottoscritta dallimpresa di assicurazione a copertura della
polizza emessa. Se rispetto al momento della sottoscrizione della
polizza il valore dellindice (e cio del parametro di riferimento)
aumenta nel tempo, allora aumenta analogamente anche il capi-
tale spettante allassicurato; viceversa, se lindice perde valore.
Ci implica che lassicurato non ha alcuna certezza di ottenere
lintero capitale versato a meno che si tratti di una polizza index
linked guaranteed che prevede la restituzione del capitale ver-
sato dal netto dei costi di distribuzione e gestione) oltre che, di
norma, un rendimento minimo garantito;
2. unit linked:
il capitale determinato sulla base delle performance ottenute da
fondi interni di gestione, assimilabili a fondi comuni di investi-
mento ancorch solitamente gestiti dallimpresa di assicurazione,
oppure sulla base dei risultati ottenuti su fondi comuni di terzi.
La differenza principale tra le unit linked e le polizze rivalutabili
data dal fatto che in queste ultime la performance del fondo
separato di gestione serve solo a rivalutarelimporto del capitale
assicurato, mentre nel primo caso il valore del capitale spettante
allassicurato deriva totalmente dal valore del fondo di gestione.
Trattandosi di polizze ad elevato contenuto nanziario, in caso di mor-
te dellassicurato prima della scadenza viene comunque riconosciuto
ai beneciari o agli eredi il valore corrente delle attivit nanziarie
sottostanti agli impegni contrattuali, maggiorato di una percentuale
normalmente molto contenuta quale garanzia assicurativa caso
morte. La struttura di questa tipologia di polizze presenta, sotto il pro-
lo delle prestazioni, molte similitudini con i fondi comuni di investi-
mento e con altri strumenti strutturati, ad esempio con le obbligazioni
indicizzate con o senza garanzia di restituzione del capitale versato e
di rendimento minimo.
z.z.= La determinazione del premio: i concetti di ipotesi demograca
e ipotesi nanziaria
Dalla descrizione di cui sopra dei tipici prodotti del ramo vita risulta Determinazione del
premio nel ramo vita:
le ipotesi demograca
e nanziaria
chiaro che la determinazione del premio dipende da:
16 tN/ r/Ncn/vi c/ sti rncnctti /ssi ctn/ti vi
Ipotesi demograca
Indica linsieme di valutazioni circa la probabilit che levento te-
muto (morte o sopravvivenza dellassicurato) si verichi nel pe-
riodo di vigenza del contratto e d luogo alla componente demo-
graca o attuariale del premio. Si utilizzano a tal ne le tabelle
demograche
Ipotesi nanziaria
Indica linsieme di considerazioni e valutazioni concernenti la di-
stanza temporale tra il momento di versamento del/i premi e
quello di erogazione del capitale o della rendita e la conseguente
necessit di attualizzare i capitali assicurati in base ad una sti-
ma dei rendimenti attesi sulle somme versate (il cosiddetto tasso
tecnico)
z.z.b Prodotti Ramo vita: determinazione della prestazione e versa-
mento dei premi
Dopo avere illustrato le funzioni economiche svolte dai diversi tipi
di assicurazioni sulla vita, ci si concentra ora sulla determinazione
della prestazione che lassicuratore tenuto ad effettuare qualora si
verichino le condizioni previste dal contratto.
Come abbiamo visti nelle coperture sulla durata della vita presen-
te:
1. una componente demograca
2. una componente di natura nanziaria;
entrambe consentono il trasferimento della ricchezza nel tempo al-
laccadimento di un evento connesso alla durata della vita umana.
A questo riguardo si noti che limporto del capitale o della rendita
viene determinato sulla base delle clausole contenute nella polizza che
rimandano a due distinte situazioni:
1. il capitale o la rendita sono determinati, quantomeno in parte,
nello stesso contratto;
Rientrano in questo caso:
a) la quasi totalit delle polizze temporanee caso morte, per le
quali il capitale assicurato viene quanticato nel contratto,
b) polizze vita rivalutabili
i. a vita intera
ii. caso vita a capitale differito
c) polizze indicizzate.
Nel caso delle polizze rivalutabili limporto che verr effettiva-
mente corrisposto dallimpresa di assicurazione dato dal capi-
tale assicurato maggiorato di una somma, non nota a priori, de-
rivante dalleventuale rendimento maturato sui premi versati dal
contraente, che pu essere vincolato a un rendimento minimo
garantito.
z.z tr /ssi ctn/zi cNi sttt/ vi t/ 17
I relativi premi vengono segregati in un apposito fondo di gestio-
ne allinterno della stessa impresa di assicurazione e periodica-
mente solitamente annualmente una percentuale del ren-
dimento conseguito da tale gestione separata viene riconosciuta
allassicurato il cui capitale viene cosi rivalutato. La percentua-
le in base alla quale il rendimento del fondo viene imputato ai
singoli assicurati detta aliquota di retrocessione e varia di nor-
ma tra il 75 e il 90%. La rivalutazione opera anche quando la
prestazione attesa una rendita anzich un capitale: in tal ca-
so sar limporto dei singoli pagamenti ad essere maggiorato in
funzione del rendimento ottenuto.
Simili alle polizze rivalutabili sono le polizze indicizzate oggi
quasi scomparse dal mercato nelle quali il capitale (ma spesso
anche i premi) venivano automaticamente aumentati sulla base
di indicatori esterni, quali ad esempio il tasso di inazione.
2. il capitale varia ed determinabile ricorrendo a determinati pa-
rametri esterni
Rientrano in questo caso
a) le polizze index linked
b) le polizze unit linked
Per quanto riguarda il versamento dei premi da parte del contraente
delle polizze vita si rileva che il pagamento pu avvenire:
1. in ununica soluzione, versando un premio unico, come nel
caso delle polizze linked e di quelle caso vita che prevedono una
rendita immediata;
2. in maniera frazionata, nella forma di:
a) premi periodici, dove la determinazione del premio deve
tenere conto anche delleventualit che il contraente muoia
prima del completamento dei pagamenti contrattualmente
previsti,
b) premi ricorrenti, che devono intendersi come premi unici
versati nellambito di un contratto pluriennale.
Il periodo durante il quale i premi sono dovuti pu essere:
uguale a quello della polizza
caso di molte polizze vita a capitale differito
polizze miste ordinarie o rivalutabili
Limitato ad un certo numero di anni
caso delle polizze a vita intera.
Il mancato pagamento delle somme previste a favore dellimpresa
di assicurazione comporta, in funzione del numero di premi annui
pagati:
la risoluzione del contratto assicurativo,
18 tN/ r/Ncn/vi c/ sti rncnctti /ssi ctn/ti vi
la riduzione proporzionale delle prestazioni originariamente sta-
bilite.
Pu inoltre essere previsto il riscatto delle somme gi versate, che
implica, ovviamente, lestinzione del contratto assicurativo; di norma
il riscatto della polizza possibile solo se e trascorso un determinato
periodo dalla stipula della polizza e il valore riscattabile viene deter-
minato secondo le clausole specicate nel contratto. La ragione per
cui lopzione del riscatto prevista in alcuni contratti a partire da
un periodo successivo alla stipula della polizza risiede nellinteresse
dellimpresa a recuperare i costi iniziali sostenuti, specie le spese di
distribuzione per le quali in alcuni casi le imprese stesse riconoscono
lintera provvigione di collocamento agli agenti (pre-conto), nellipote-
si di una durata del contratto sino a scadenza. Lopzione di riscatto
pu essere inserita nel contratto solo se limpresa di assicurazione ha
la certezza di dover erogare un certo capitale; sono pertanto escluse le
polizze temporanee caso morte.
Mediante il riscatto lassicurato ha quindi la possibilit di rendere
liquido un contratto pluriennale prima della scadenza contrattuale.
Esiste peraltro anche la possibilit di accrescere la liquidit di una
polizza, senza per questo estinguerla, oltre che attraverso il riscatto
parziale, anche ricorrendo al prestito su polizza. Anche questa opzione
regolata nel contratto in cui si indica il tasso di interesse a cui il
prestito viene concesso nonch le modalit per la determinazione del
credito massimo concedibile.
z. tr /ssi ctn/zi cNi ccNtnc i n/NNi
Le coperture assicurative contro i danni a cose e persone si propon-
gono di risarcire lassicurato nel caso in cui questi sia colpito da eventi
che comportano:
una riduzione della sua ricchezza
una diminuzione della sua capacit di generare reddito.
Le assicurazioni contro i danni svolgono pertanto funzione di inden-
nizzo che pu essere espletata alternativamente:
risarcendo il valore economico di un bene danneggiato o sottrat-
to, oppure ripristinandone il valore duso, ad esempio coprendo
i costi di riparazione di un autoveicolo incidentato. In questulti-
mo caso lentit delleventuale risarcimento di norma correlata
al valore corrente del bene, ad esclusione dei casi in cui il valore
del bene dichiarato in polizza sia inferiore al suo valore effettivo
(caso di sottoassicurazione): in tal caso si applica la cosiddetta
regola proporzionale, in base alla quale viene risarcita solo una
percentuale del danno pari al rapporto tra valore dichiarato e
valore effettivo;
reintegrando la capacita di consumo o la ricchezza dellassicura-
to, ridotti a causa di un sinistro subito o causato: in tal caso viene
z. tr /ssi ctn/zi cNi ccNtnc i n/NNi 19
stabilito un valore massimo (massimale) risarcibile dallimpresa
di assicurazione, oltre il quale le conseguenze economiche del
sinistro rimangono a carico dellassicurato.
In linea di principio limpresa di assicurazione tenuta a risarci-
re il danno direttamente causato dallevento temuto, ma pu esse-
re altres previsto che il risarcimento venga esteso anche ai cosiddet-
ti danni indiretti, soprattutto quando lassicurato unimpresa o un
professionista.
z..+ Le tipologie di rischio
Le prestazioni che lassicuratore tenuto ad effettuare variano in
funzione del danno causato dal vericarsi del rischio. Il rischio pu
essere ricondotto a una delle seguenti tipologie;
rischi di riduzione del valore dei beni
Sono coperti dalle cosiddette assicurazioni di cose e da quelle del
patrimonio.
Queste coperture conferiscono allassicurato il diritto a ottenere
una somma la cui entit dipende dal valore del bene sottratto, di-
strutto o danneggiato. fondamentale che vi sia corrispondenza
tra il valore effettivo del bene e quello dichiarato in polizza, sulla
base del quale viene determinato il premio. Tuttavia, se la po-
lizza a primo rischio assoluto, limpresa risarcir il danno sino
al massimale previsto, indipendentemente dal valore del bene.
Solitamente il bene deve essere espressamente indicato nel con-
tratto, a meno che questo non preveda una generica garanzia a
favore di tutti i beni localizzati in un certo luogo (appartamento.
magazzino ecc.);
rischi inerenti la persona
Sono coperti dalle assicurazioni infortuni e malattia.
Tali polizze tutelano lassicurato sia contro le spese che questi
chiamato a sostenere a causa di infortuni o malattie, sia contro
eventuali riduzioni della sua capacit di produrre reddito deter-
minate da invalidit parziale o totale, temporanea o duratura.
Non sono solitamente coperti da garanzia assicurativa i danni
subiti nello svolgimento di particolari attivit, le malattie pre-
gresse, n i soggetti che hanno superato una certa et, per cui la
probabilit che il rischio si concretizzi evidentemente piuttosto
elevata;
rischi legati ai danni materiali o sici provocati a terzi dalle azio-
ni di un individuo, o di altri soggetti o beni di cui egli respon-
sabile
Sono coperti dalle assicurazioni di responsabilit civile.
z..z Loggetto della copertura assicurativa
Per quanto riguarda loggetto della copertura assicurativa si distin-
guono:
20 tN/ r/Ncn/vi c/ sti rncnctti /ssi ctn/ti vi
1. le assicurazioni di cose, tra le quali rientrano:
a) le polizze contro gli incendi e gli altri eventi naturali, quali
grandine e tempesta;
b) le polizze sui furti di beni di propriet;
c) le polizze contro danni subiti da parte di veicoli terrestri,
marittimi ed aerei (sia dei mezzi sia dei beni trasportati) per
cause indipendenti dalla volont dellassicurato;
2. le assicurazioni del patrimonio, che si propongono di garantire il
patrimonio dellassicurato da eventi che ne potrebbero intaccare
la consistenza. Tra queste si citano:
a) le polizze sui crediti e le polizze deiussorie. Nelle prime
lassicuratore garantisce lassicurato dal rischio di inadem-
pimento da parte di un creditore, mentre nelle seconde las-
sicuratore si assume lobbligo di effettuare una prestazio-
ne pecuniaria a favore di terzi qualora lassicurato risulti
inadempiente;
b) le polizze di tutela giudiziaria tramite le quali limpresa
di assicurazione si impegna a garantire allassicurato las-
sistenza legale qualora questi sia chiamato in giudizio da
terzi;
c) le polizze contro perdite pecuniarie dovute a fattori esterni
al comportamento dellassicurato, quali la diminuzione di
reddito o protto dovuto ad evento stabilito in contratto
d) le polizze di assistenza, che si propongono di intervenire in
situazione di difcolt per lassicurato, ad esempio traspor-
tando il veicolo incidentato o lassicurato infortunato. In
questo tipo di contratto il risarcimento del danno non soli-
tamente di tipo monetario, ma si sostanzia in un servizio a
favore dellassicurato;
3. le assicurazioni sulle persone che tutelano lassicurato contro gli
eventi che comportano un danno allintegrit sica dellindivi-
duo; in particolare esse si suddividono in:
a) assicurazioni contro gli infortuni. Queste coperture garan-
tiscono, qualora una causa fortuita e violenta ed esterna
comporti linvalidit permanente o linabilit temporanea
dellassicurato o la sua morte, la liquidazione di un risarci-
mento in denaro che pu essere sia in forma di capitale,
sia in forma di rendita la cui entit funzione principal-
mente della riduzione della capacita dellassicurato di pro-
durre reddito, del suo livello reddituale corrente, nonch
delle spese relative alla cura e riabilitazione. La garanzia as-
sicurativa pu essere collegata allattivit lavorativa dellas-
sicurato o meno; ad ogni modo sono esclusi dalla copertura
gli infortuni avvenuti durante lo svolgimento di attivit o
discipline sportive particolarmente rischiose;
b) assicurazioni sulla malattia. Diversamente da quelle sugli
infortuni queste polizze contemplano i casi in cui il danno
z. tr /ssi ctn/zi cNi ccNtnc i n/NNi 21
alla persona dovuto a cause interne e non violente. I ri-
sarcimenti prevedono il rimborso delle spese sostenute per
le cure medico sanitarie e, a seconda della garanzia, anche
una indennit giornaliera (diaria). Alcune coperture assicu-
rative prevedono il ricorso a cure presso strutture conven-
zionate, per cui lassicurato acquisisce il diritto alla presta-
zione e non deve sostenere direttamente alcuna spesa. Le
garanzie offerte si differenziano per tipologie di cure previ-
ste, con esclusione di malattie contratte prima della stipula
della copertura assicurativa o di particolari patologie gi in
essere, e per massimali di risarcimento, sia complessivi che
per singolo evento dannoso;
4. le coperture contro la responsabilit civile che si propongono di
garantire il soggetto contro le conseguenze economiche di attivi-
t che causano direttamente indirettamente danni a terzi. Va sot-
tolineato che un soggetto responsabile non solo delle proprie
azioni, ma anche di quelle di soggetti di cui questi responsabi-
le, ad esempio i propri gli minorenni, cosi come dei beni di sua
propriet. Rientrano in tale ambito le coperture contro i danni
causati principalmente da:
a) attivit industriali o professionali: i danni possono riguar-
dare sia le persone, come nel caso dei danni provocati dalla
vendita di cibi avariati ovvero dalla negligenza di un profes-
sionista, sia lambiente, come nel caso dei danni da inqui-
namento. Le categorie di soggetti interessati a queste poliz-
ze sono le imprese e i professionisti, quali medici, avvocati,
commercialisti e progettisti;
b) guida di un autoveicolo, meglio nota come Rc auto e alla
quale dedicheremo un focus specico;
c) attivit non professionali, come certe attivit sportive duran-
te lo svolgimento delle quali possibile causare un inciden-
te. In questa categoria rientrano anche le cosiddette assicu-
razioni del capofamiglia, volte a garantire tale soggetto da
tutti i rischi che su di questi gravano nellambito familiare e
domestico, tra cui i danni che possono essere provocati dalle
cose custodite nellappartamento o da rotture o malfunzio-
namenti di apparecchiature in esso contenute ad esempio
la rottura di una tubazione e i danni che possono essere
causati dalle persone (E.g. il coniuge, i gli).
Alcune polizze come la Rc auto, quelle relative ai rischi atomici o di Lobbligatoriet di
alcune tipologie di
polizze
inquinamento da idrocarburi, relative ai rischi professionali di broker
assicurativi ecc., sono obbligatorie. Tale obbligo giusticato dalla
volont di tutelare le persone dalle conseguenze negative di attivit
che presentano un grado elevato di rischio o quando la mancanza di
garanzie assicurative comporta nel caso specico problemi rilevanti
per ampie fasce della popolazione.
Un aspetto rilevante delle polizze di responsabilit civile costituito
dalla delimitazione della validit temporale della copertura assicurati-
va. La garanzia pu infatti coprire gli eventi dannosi che:
22 tN/ r/Ncn/vi c/ sti rncnctti /ssi ctn/ti vi
1. si sono vericati nello stesso periodo in cui in vigore la coper-
tura (secondo il criterio losses occurring);
2. sono stati denunciati nel periodo di vigenza della polizza assicu-
rativa. sebbene si siano vericati in periodi antecedenti (criterio
claims made).
In effetti, in casi quali quello di danni ambientali, della responsabilit
dei medici e delle strutture sanitario-ospedaliere, gli effetti (negativi)
di determinate attivit possono manifestarsi anche con diversi anni di
ritardo: nel caso di adozione del criterio losses occurring. tali danni
sarebbero esclusi dalla garanzia e resterebbero a carico del Soggetto
che ne responsabile.
Si segnala inne un punto intrinsecamente critico relativo alle po-
lizze RC, rappresentato dalla difcolt oggettiva di contenere il costo
dei risarcimenti, che a sua volta si riette sullentit del premio richie-
sto agli assicurati. Ci dovuto al fatto che sia il danneggiato, sia il
soggetto che eventualmente chiamato a valutare lentit del danno
a seconda dei casi lautorit giudiziaria, i periti, i medici ecc. sono
soggetti diversi dallassicurato che ha sottoscritto il contratto assicurati-
vo. Emerge pertanto un conitto di interessi tra lassicurato, che tende
a sottostimare il danno per timore che risarcimenti elevati determinino
un incremento futuro del premio e, dallaltro lato, il danneggiato che
tende invece ad ottenere il risarcimento pi elevato possibile.
3 L ORGANI ZZAZI ONE NEL L I MPRE-
SA DI ASSI CURAZI ONE
i Nni cr
3.1 Organizzazione: introduzione 23
3.2 Le strutture organizzative 24
3.2.1 La struttura organizzativa di tipo funzionale 25
3.2.2 La struttura organizzativa di tipo divisionale 27
3.2.3 La struttura organizzativa a rete 30
3.3 I meccanismi operativi 31
.+ cnc/Ni zz/zi cNr: i Ntncntzi cNr
La denizione dellorganizzazione di unimpresa si riconduce al-
la denizione dei criteri secondo cui si raggruppano le persone per
svolgere le attivit ed ai meccanismi di integrazione necessari per la
cooperazione.
I tipici criteri di aggregazione sono
1
:
1. tecnico;
2. di mercato;
3. di prodotto.
Il criterio tecnico impiegato per aggregare secondo specializzazio-
ne tecnica e di competenze richieste dai processi/attivit produttivi.
Sotto questo prolo, nelle imprese di assicurazione, hanno rilevanza i
processi:
1. tecnico-assicurativi,
2. nanziario-patrimoniali,
3. commerciali
4. dei servizi generali di supporto.
Allinterno dei primi ha rilevanza la differenziazione tra i processi
assicurativi del lavoro diretto e quelli del lavoro indiretto. I processi
assicurativi trovano differenziazione al loro interno in termini di rami
assicurativi.
Il criterio del mercato utilizzato per differenziare le BU/funzioni
per aree e segmenti di mercato. Tipicamente questo porta a distingue-
re tra strutture preposte alla gestione del portafoglio italiano e orga-
ni preposti alla gestione del portafoglio estero. Allinterno dei primi,
1 Per una disamina dei criteri si veda D. Nadler M. Tushman Competing By Design
23
24 t cnc/Ni zz/zi cNr Nrtt i vrnrs/ ni /ssi ctn/zi cNr
poi, possibile distinguere tra organi preposti alle differenti aree e ai
differenti segmenti in cui suddiviso il mercato italiano.
Il criterio del prodotto si articola in:
1. strutturale
Trova riferimento, di norma, negli organi direttivi di primo e, a
volte, in quelli di secondo livello, e d luogo alla struttura or-
ganizzativa per divisioni di prodotto. Ciascuna di dette sub-
unit organizzative afdata al direttore di divisione, responsa-
bile della gestione di particolari combinazioni di prodotti assicu-
rativi/mercati.
2. matriciale
In questo caso gli organi di coordinamento per prodotto non han-
no prevalenza gerarchica: tipiche gure di coordinamento sono i
product manager e i project manager.
a) Product manager: sono preposti al coordinamento delle at-
tivit proprie dei programmi di gestione riguardanti parti-
colari prodotti o linee di prodotti assicurativi esistenti.
b) Project manager: sono preposti al coordinamento delle at-
tivit riguardanti la progettazione e lo sviluppo di nuovi
prodotti assicurativi.
In generale:
Prevale il criterio tecnico nella denizione delle funzioni degli
organi operativi interni dellimpresa di assicurazione
Prevale il criterio di mercato (segmento, area, Zona, classi di
clienti) per gli organi preposti a gestire i rapporti impresa-assicurati.
Il criterio per prodotto viene usato per rafforzare il presidio in
modo complementare
.z tr stnttttnr cnc/Ni zz/ti vr
Nellaffrontare il problema della progettazione e della revisione della
struttura organizzativa di unimpresa si devono affrontare due proble-
mi fondamentali:
1. la specializzazione: come attuare la divisione del lavoro
2. lintegrazione: come coordinate le attivit specializzate per otte-
nere i risultati desiderati.
Dei due problemi, sicuramente il primo di soluzione pi agevole;
molto pi difcile invece la soluzione del secondo, dato che il coor-
dinamento dellintegrazione, rivolto ad assicurare coerenza e comple-
mentariet tra le attivit, si presenta complesso, proprio per lelevato
numero di elementi in interazione tra loro dai quali dipende
2
.
2 Si veda Thompson, Organizations in actions per la denizione dellinterdipendanza
dei compiti come criterio di complessit organizzativa
.z tr stnttttnr cnc/Ni zz/ti vr 25
Dal vario combinarsi delle soluzioni date ai due problemi di fondo
considerati sopra scaturiscono i tipi fondamentali di strutture organiz-
zative dellimpresa di assicurazione.
.z.+ La struttura organizzativa di tipo funzionale
Un primo tipo di struttura la struttura funzionale, nella quale lintera La specializzazione
tecnica come criterio
di suddivisione delle
attivit
attivit dellimpresa di assicurazione suddivisa in aree caratterizzate
da differenti compiti e risultati da raggiungere: le funzioni organizza-
tive. Ciascuna di dette funzioni diretta da un responsabile che ne
dirige e coordina le attivit.
Le funzioni fondamentali dellimpresa di assicurazione sono quelle
tecnico-assicurative, che fanno capo ai rami assicurativi. Per questo
motivo la struttura organizzativa di tipo funzionale dellimpresa di
assicurazione la struttura per rami.
La struttura organizzativa funzionale per rami illustrata nella Figura
seguente.
Figura 1: Schema tipico di Organizzazione Funzionale
Le sue caratteristiche pi importanti sono sintetizzate nella Tabella
seguente.
Il vantaggio fondamentale che la struttura funzionale permette di con-
seguire lefcienza in condizioni di stabilit. Questo perch il ricor-
so al suo impiego permette di realizzare economie di scala tramite
laumento dei volumi delle attivit, assumendo che parte dei costi di
struttura non si modichino al variare dei volumi entro dati interval-
li. La stessa struttura pu anche permettere di realizzare economie di
scopo, se le specializzazioni di ramo, le tecnologie dei processi assicu-
rativi e non, e la competenza professionale dellalta direzione possono
permettere la realizzazione di combinazioni di prodotti assicurativi il
cui costo totale risulta inferiore a quello ottenuto dalla somma dei co-
sti comportati dalla produzione e dalla vendita di ciascun prodotto,
attuate in modo indipendente.
Lelasticit operativa della struttura funzionale dipende dalla relativa
semplicit della rete di comunicazioni e di decisioni che la contraddi-
26 t cnc/Ni zz/zi cNr Nrtt i vrnrs/ ni /ssi ctn/zi cNr
Tabella 1: Riepilogo delle caratteristiche dellorganizzazione funzionale
stinguono. La struttura tende a perdere di efcacia in caso di aumento
di una o pi delle seguenti variabili:
dimensione dellimpresa
ampiezza del mercato in cui opera,
numero di rami esercitati
gamma di prodotti forniti alla clientela.
In tutti questi casi lattivit di direzione e lattivit produttivo-commerciale
si trovano a dover gestire in continuazione il problema delle priorit.
Di conseguenza, le decisioni tendono a crescere nel numero, nella loro
importanza e nelle loro interazioni, le linee delle comunicazioni si al-
lungano e si riduce la capacit dellimpresa di reagire tempestivamente
alle variazioni dellambiente esterno.
La struttura funzionale caratterizzata da:
1. limitata elasticit strategica.
a) lalta direzione, in quanto responsabile ultima delle decisio-
ni strategiche, delle decisioni tattiche e delle decisioni opera-
tive, chiamata a stabilire la priorit e lestensione da dare
alle stesse, ossia il grado di attenzione da rivolgere a ciascu-
na categoria di decisioni. In questo contesto, le decisioni
operative tendono ad avere la precedenza sulle altre perch
sono pi numerose, di pi facile individuazione e legate a
esigenze pi immediate.
b) Esiste un conitto tra le attivit tradizionali e le attivit in-
novative: la struttura funzionale tende a privilegiare lef-
cienza in condizioni di stabilit e quindi le attivit tradizio-
nali tendono ad avere la priorit sulle attivit innovative.
Pertanto, quando queste ultime trovano spazio di attuazio-
ne sorgono particolari problemi nellattribuzione dei risul-
tati raggiunti alle funzioni operative. Cosi, se la direzione
tecnica mette a punto nuovi prodotti assicurativi, incontra
notevoli difcolt nel trasferire gli stessi ai rami interessati.
.z tr stnttttnr cnc/Ni zz/ti vr 27
Questo perch esistono spesso conitti di interesse tra la pri-
ma funzione e le seconde, il che rende estremamente lento
il trasferimento dellinnovazione, anche in presenza di un
notevole impegno a tale scopo da parte dellalta direzione.
2. limitata elasticit strutturale
Questo semplicemente perch non dispone di risorse organizzati-
ve particolari da destinare alla progettazione e alla realizzazione
di cambiamenti strutturali.
La struttura organizzativa dellimpresa considerata in gura un
classico esempio struttura funzionale, dato che mostra la specializza-
zione delle funzioni sia tecnico-assicurative, sia di investimento patri-
moniale e di servizi, e il coordinamento e demandato alla catena dei
rapporti gerarchici. Le unit funzionali sono accentrate in tre direzioni,
a loro volta articolate in divisioni, servizi e ufci.
In particolare, con riguardo allattivit tecnico-assicurativa, la specia-
lizzazione funzionale pone enfasi ai differenti rami assicurativi (ramo
vita e rami danni) e alla riassicurazione. La logica sottostante alla
struttura tipicamente quella dellorganizzazione orientata ai servizi
assicurativi da offrire agli assicurati. Unintegrazione dei differenti ti-
pi di servizi assicurativi offerti agli assicurati avviene, fatta eccezione
per le polizze assicurative multirischio (ad esempio, la polizza globale
fabbricati per incendio, furto, responsabilit civile) a livello di agenzia,
su iniziativa dellagente.
.z.z La struttura organizzativa di tipo divisionale
Per quanto visto sopra allaumentare delle funzioni, dei prodotti, La suddivisione delle
attivit in base ai
prodotti e ai mercati
relativi
dellampiezza dei mercati, dei gruppi di clienti destinatari dei prodot-
ti assicurativi, la struttura funzionale incontra notevoli problemi di
funzionamento. Da qui lesigenza di ricorrere a una struttura organiz-
zativa pi idonea a gestire i nuovi problemi: la struttura divisionale o
struttura decentrata. Nella Figura seguente diamo la rappresentazio-
ne graca di una struttura divisionale, mentre nella successiva Tabella
sintetizziamo le sue caratteristiche.
Il principio base della struttura divisionale consiste nel raggruppare le varie
attivit assicurative in base ai prodotti e ai mercati relativi e non in base alle
attivit produttive relative, come nel caso del modello funzionale.
Ciascun gruppo di prodotti e di mercati assicurativi (divisione) vie-
ne assegnato a un responsabile, investito delle decisioni strategiche,
tattiche e operative riguardanti larea assegnatagli.
Sotto il prolo strategico, il rispetto di questo principale limita al
direttore della divisione la possibilit di espansione strategica della
divisione alla quale preposto.
La responsabilit della diversicazione propria della direzione ge-
nerale, che pu delegare al direttore di una divisione la realizzazione
della diversicazione, limitatamente ai prodotti rientranti nellattivit
della stessa, oppure pu decidere i limiti entro i quali questultima
debba essere realizzata a livello centrale.
In generale, la denizione sia delle responsabilit direzionali sia
di quelle operative in relazione alla strategia risulta difcile e com-
28 t cnc/Ni zz/zi cNr Nrtt i vrnrs/ ni /ssi ctn/zi cNr
Figura 2: Schema tipico di Organizzazione Divisionale
Tabella 2: Riepilogo delle caratteristiche dellorganizzazione funzionale
plessa quando le divisioni siano molto numerose, e ci si ripercuote
negativamente sulla direzione del cambiamento strategico.
Nella struttura considerata alla direzione generale, oltre alla fun-
zione strategica di diversicazione, sono riservate anche una serie di
funzioni di interesse comune a tutte le divisioni, quali:
le ricerche di mercato,
.z tr stnttttnr cnc/Ni zz/ti vr 29
gli studi sulle tecnologie di processo,
la formazione,
la pianicazione e il controllo globale.
In ogni caso, i criteri che portano alla denizione delle funzioni
comuni da mantenere a livello centrale sono identicabili nei seguenti:
comunanza a pi di una divisione;
realizzabilit di economie di scala;
mantenimento/miglioramento dellefcienza delle singole divi-
sioni.
Nella realt questultimo criterio solleva difcolt di misurazione,
soprattutto perch le divisioni si contendono i servizi delle funzioni co-
muni: la migliore ripartizione delle funzioni in oggetto solleva spesso
conitti tra la direzione divisionale e la direzione generale.
Affermatasi sotto la sollecitazione di salvaguardare lefcienza ope-
rativa dellimpresa a seguito dellaumento delle sue dimensioni e della
sua complessit, la struttura divisionale si dimostra idonea allo scopo
sino a quando possibile suddividere limpresa in divisioni che non
hanno capacit potenziali in comune, e questo perch procedendo al-
larticolazione dellimpresa in divisioni possibile accrescere lelasti-
cit operativa senza causare una diminuzione delle sinergie e delle
economie di scala realizzabili.
Tuttavia, bisogna evitare che larticolazione in divisioni comporti la
separazione di gruppi di prodotti omogenei, destinati agli stessi mer-
cati, perch ci si risolverebbe nella diminuzione delle economie di
scala e delle sinergie realizzabili.
Nel complesso, a parit di dimensioni, lelasticit strategica strut-
turale dellimpresa di assicurazione organizzata per divisioni po-
tenzialmente maggiore di quella organizzata su base funzionale in
quanto:
Le decisioni riguardanti lo sviluppo strategico sono delegate
le decisioni strategiche a livello centrale sono limitate allappro-
vazione dei piani divisionali e al controllo dei risultati delle divi-
sioni
si hanno maggiori possibilit di gestire convenientemente la di-
versicazione dellimpresa e la strategia globale
Nella realt non infrequente osservare che la direzione generale
dellimpresa di assicurazione organizzata su basi divisionali non riesca
a trarre vantaggio da tali possibilit: infatti nella decisione dellarea di
autonomia da riconoscere alle direzioni di divisione pu accadere che
questa venga denita in modo cosi ampio da ridurre notevolmente
larea decisionale riservata alla direzione generale stessa, con conse-
guenze negative sulla formulazione delle strategie e sulla denizione
della strategia globale: in particolare la sua capacit di innovazione
pu ridursi a causa della mancanza di integrazione tra le divisioni, a
30 t cnc/Ni zz/zi cNr Nrtt i vrnrs/ ni /ssi ctn/zi cNr
meno che non siano istituite funzioni centrali preposte alla gestione
della ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e di nuovi mercati.
In conclusione, la struttura divisionale rappresenta una soluzione
valida ai problemi emergenti dallo sviluppo dellimpresa di assicura-
zione. La sua superiorit rispetto alla struttura Funzionale dipende
dalla capacit della direzione generale dellimpresa di saper combinare
convenientemente lefcienza in condizioni di stabilit con lelasticit
organizzativa.
.z. La struttura organizzativa a rete
La struttura organizzativa a rete si caratterizza per il fatto che essa de- La focalizzazione
sulle core
competences
riva dalla combinazione di pi imprese di non grandi dimensioni per
realizzare molte delle capacit di performance proprie delle grandi im-
prese. Nella struttura a rete ciascuna impresa svolge un ruolo specico
e limitato. Al centro della rete, per, c limpresa di assicurazione, che
svolge alcune azioni chiave per la rete e coordina le attivit delle altre
imprese che fanno parte della stessa.
Nella struttura a rete dellimpresa di assicurazione dato osservare
che le attivit proprie del core business assicurativo sono gestite diret-
tamente dallimpresa, mentre le altre attivit, in tutto o in parte pi o
meno ampia, sono gestite da altre imprese con le quali essa intrat-
tiene relazioni strategico-strutturali o funzionali-strutturali. Alcune
decisioni tipiche in tal senso sono:
stringere relazioni strategico-strutturali con imprese specializza-
te nella progettazione di prodotti assicurativi ad alto contenuto
nanziario.
denire rapporti strategico-strutturali con altri intermediari -
nanziari principalmente banche per la distribuzione di pro-
dotti assicurativi.
stringere rapporti strategico-strutturali con imprese di interme-
diazione nanziaria alle quali assegnare la gestione dellasset
allocation dei propri investimenti.
Denire rapporti strutturalifunzionali con imprese informati-
che per la gestione del loro sistema informativo.
denire rapporti strutturali-funzionali con imprese specializzate
nella gestione dei sinistri di particolari rami assicurativi.
I vantaggi della struttura organizzativa a rete che, quando supporta-
ta in notevole misura dallinformation technology, si congura sempre
pi come struttura organizzativa dellimpresa di assicurazione virtua-
le, sono:
1. ciascun componente della rete si specializza e quindi pu focaliz-
zarsi e fornire prestazioni di livello molto elevato
2. elevata essibilit della struttura organizzativa dato che pu mo-
dicarsi per includere nuovi prodotti assicurativi, eliminare pro-
dotti obsoleti
. i vrcc/Ni svi crrn/ti vi 31
3. maggiore essibilit nella scelta e mantenimento degli operatori
della distribuzione pi efcienti.
. i vrcc/Ni svi crrn/ti vi
I meccanismi operativi sono costituiti dai sistemi e dai processi che
permettono alla struttura organizzativa dellimpresa di assicurazione
di funzionare, ossia che permettono agli organi in essa presenti di rea-
lizzare comportamenti coerenti con i loro ruoli. Rientra tra i meccani-
smi operativi il processo di comunicazione, tramite il quale i differenti
organi della struttura organizzativa ricevono le informazioni loro ne-
cessarie e convogliano informazioni agli altri organi con i quali hanno
relazioni. Le informazioni che uiscono attraverso il sistema delle co-
municazioni sono legate tra loro nel sistema informativo, che, pertanto,
un altro meccanismo operativo. Un importante meccanismo opera-
tivo il processo di decisione, tramite il quale si procede allelabora-
zione delle informazioni riguardanti le alternative di scelta, legate ai
particolari corsi di azione, in vista di individuare quello o quelli, nel ca-
so dei piani e dei programmi, pi rispondenti agli obiettivi perseguiti
dallimpresa.
Un altro meccanismo operativo il processo di coordinamento, stretta-
mente legato al processo di comunicazione. Tramite il processo in og-
getto si mira ad assicurare unitariet ai comportamenti dei differenti
organi presenti nella struttura organizzativa dellimpresa di assicura-
zione, ossia la loro coerenza agli obiettivi perseguiti da questultima.
Tra i meccanismi operativi ha un ruolo rilevante il processo di control-
lo, che tramite la misurazione dei risultati realizzati, la loro valutazione
in rapporto agli obiettivi perseguiti e ladozione di azioni correttive, in
caso di scostamento dei primi dai secondi, mira ad assicurare nel tem-
po che i risultati delle attivit dei differenti organi siano coerenti con
gli obiettivi perseguiti dallimpresa. Sui comportamenti dei differenti
organi, pero, ha notevole incidenza un altro meccanismo operativo
il processo di valutazione tramite il quale si procede ad apprezzare
le performance dei differenti organi, ossia le loro prestazioni, analizza-
te nei contributi forniti dalle stesse al raggiungimento degli obiettivi
perseguiti dallimpresa di assicurazione. La valutazione delle perfor-
mance, tuttavia, incide sui comportamenti degli organi solo e in quan-
to legata a un altro meccanismo operativo, costituito dal processo di
gestione del sistema premiante. Questultimo prevede ricompense
in caso di performance coerenti con gli obiettivi e sanzioni nel caso
contrario.
4 I L PROCESSO PRODUTTI VO DEL-
L E I MPRESE DI ASSI CURAZI ONI
i Nni cr
4.1 Fasi principali 33
4.2 La gestione tecnica 34
4.2.1 Ramo vita: la determinazione dei premi e lassunzione
dei rischi 34
4.2.2 Ramo danni: la determinazione dei premi e lassunzio-
ne dei rischi 38
4.2.3 La distribuzione 40
4.2.4 La gestione dei contratti e dei risarcimenti 43
4.2.5 La determinazione delle riserve 44
4.3 Funzione Finanziaria e strategie di investimento 47
4.3.1 Composizione degli investimenti 51
4.4 Il processo di gestione del proprio rischio nelle imprese di
assicurazione 52
4.5 La riassicurazione 55
4.6 La denizione del patrimonio 58
a.+ r/si rni Nci r/ti
Lattivit di unimpresa di assicurazione risulta incentrata su due
momenti specici:
1. il pagamento del premio da parte dellassicurato
2. leventuale pagamento del risarcimento o del capitale pattuito da
parte dellimpresa di assicurazione al beneciario della polizza.
In effetti questi due momenti identicano le fasi cruciali del proces- Il vincolo di
equilibrio economico
per le assicurazioni
so produttivo di unimpresa di assicurazione ed evidenziano il vincolo
di equilibrio economico che essa deve rispettare nel suo operare quoti-
diano: la necessit che i premi incassati siano sufcienti a coprire i costi dei
risarcimenti e di gestione e a generare unadeguata remunerazione del
capitale investito nellimpresa dagli azionisti.
Come gi notato, nelle imprese di assicurazione si verica uninver-
sione del ciclo economico, per cui limpresa contabilizza e incassa i
ricavi prima ancora di sostenere e conoscere lesatto importo dei costi.
Questo determina le seguenti implicazioni gestionali:
1. la quanticazione dei premi si basa su ipotesi relative alla pro-
babilit di accadimento degli eventi contro i quali sono state sti-
pulate le polizze, allentit delle prestazioni nali, nonch alla
consistenza dei costi di gestione:
33
34 i t rnccrssc rncnttti vc nrttr i vrnrsr ni /ssi ctn/zi cNi
2. una parte delle somme incassate deve essere accantonata a ri-
serva per fronteggiare gli oneri futuri che risultano spesso incer-
ti sia nellammontare, sia con riferimento al momento del loro
pagamento;
3. le somme che vengono accantonate nelle riserve devono essere
gestite, e cio investite in attivit nanziarie o reali in modo ta-
le da garantire il mantenimento del loro valore nel tempo e il
conseguimento di un congruo rendimento;
4. il tradizionale rischio dimpresa, cio leventualit che i ricavi
non coprano i costi, assume una connotazione particolare nel-
limpresa di assicurazione proprio a motivo dellincertezza che
circonda la determinazione dei costi. Per questo opportuno
che limpresa individui tutti i rischi a cui si espone, elabori ap-
propriate tecniche di gestione e si doti di un patrimonio adeguato
al ne di fronteggiare leventuale disavanzo tra i premi incassati
e le prestazioni dovute, mantenendo in tal modo la ducia degli
assicurati.
Le fasi produttive possono essere quindi ricondotte a:
1. gestione tecnica o assicurativa caratterizzata da La gestione tecnica
a) la determinazione del premio;
b) la distribuzione delle polizze;
c) lassunzione dei rischi e la costituzione del portafoglio ri-
schi;
d) la gestione dei sinistri e la liquidazione dei risarcimenti e
delle prestazioni;
e) la determinazione delle riserve, soprattutto di quelle desti-
nate negli anni futuri al pagamento delle prestazioni verso
gli assicurati.
2. gestione nanziariao patrimoniale che riguarda lamministrazio- La gestione
nanziaria
ne delle disponibilit nanziarie che vengono acquisite attraverso
i premi e comprende:
a) la gestione corrente della liquidit, relativamente al paga-
mento dei costi operativi e delle prestazioni che vengono
liquidate nellesercizio;
b) la gestione degli investimenti reali e/o nanziari effettua-
ti utilizzando le riserve e i mezzi propri dellimpresa di
assicurazione.
a.z t/ crsti cNr trcNi c/
a.z.+ Ramo vita: la determinazione dei premi e lassunzione dei
rischi
I processi delle assicurazioni vita hanno come oggetto le coperture
dei rischi riguardanti la vita umana. Tipicamente questi rischi riguar-
dano la morte o la sopravvivenza e in connessione si individuano le
a.z t/ crsti cNr trcNi c/ 35
due grandi categorie di assicurazioni: le assicurazioni caso morte e le
assicurazioni caso vita.
Per tutte le assicurazioni sulla vita, limpresa di assicurazione, in Il ciclo produttivo nel
ramo vita
connessione alla copertura dei rischi, realizza un ciclo produttivo che
mostra come operazioni iniziali e nali:
1. le assunzioni dei rischi
2. le liquidazioni e i pagamenti delle somme o delle rendite assicu-
rate.
Anche se la gestione dellimpresa di assicurazione si traduce in singo-
le operazioni, nella realt queste operazioni per il tipo di copertura,
per la logica che le supporta, per la mutualit che ne caratterizza la
realizzazione si presentano legate tra loro in gruppi omogenei, che
correttamente vanno riferiti a differenti processi produttivi. Ne con-
segue che la gestione dellimpresa assicuratrice vita risulta composta
fondamentalmente, ma non esclusivamente, da:
1. processi di assunzione di rischi riguardanti la vita umana
2. processi di liquidazione delle prestazioni.
Ricordiamo che le assicurazioni vita hanno come ne : Il ne delle
assicurazioni ramo
vita
1. evitare o ridurre le conseguenze economiche negative che, al ve-
ricarsi di un rischio afferente la vita umana, possono determi-
narsi nelleconomia dellazienda familiare alla quale appartiene
lassicurato (assicurazione caso morte),
2. permettere allassicurato di poter disporre di un certo capitale o
di una rendita al raggiungimento di una certa et (assicurazione
caso vita).
Entrambi i tipi di assicurazione possono essere acquistati dallassi-
curato pagando un prezzo il premio rapportato al tipo e alle
dimensioni delle prestazioni richieste.
Il costo delle assicurazioni vita, ossia il premio, rappresenta una forma di
impiego del risparmio alimentato dallazienda familiare alla quale appar-
tiene lassicurato: il risparmio deriva dalla volontaria sottrazione al
consumo immediato di una parte del reddito prodotto per soddisfare
bisogni futuri.
A determinare nel tempo le dimensioni e la dinamica del risparmio Contratti ramo vita
in relazione alla
dinamica del
rispramio
delle aziende familiari concorrono fondamentalmente i seguenti fatto-
ri:
1. il reddito prodotto
In generale allaumentare del reddito, a parit di ogni altra condi-
zione, tende ad aumentare il risparmio. Non solo, ma questulti-
mo, oltre dati livelli di reddito, tende ad aumentare in misura pi
che proporzionale allaumento del reddito. Nel caso di risparmio
destinato alle assicurazioni vita chiaro che la decisione va rap-
portata ai livelli di reddito previsti per un periodo pluriennale
piuttosto esteso.
36 i t rnccrssc rncnttti vc nrttr i vrnrsr ni /ssi ctn/zi cNi
2. i consumi
Il reddito prodotto dallazienda familiare destinato in primo
luogo ai consumi intesi come soddisfacimento dei bisogni imme-
diati. evidente che tra consumi e risparmio esistono relazioni
di concorrenza dato che, a parit di reddito, allaumentare dei
primi si contrae il secondo e viceversa. tuttavia provato da
numerose indagini empiriche che oltre dati livelli di reddito i
consumi aumentano in misura meno che proporzionale rispetto
allaumento del reddito, creando le premesse per lo sviluppo dei
processi di risparmio.
3. la propensione al risparmio
esprime la maggiore o minore inclinazione al risparmio delle per-
sone, chiamate a decidere la destinazione del reddito prodotto
nelle aziende familiari
4. la contribuzione assicurativa
5. la tassazione
Il reddito prodotto dallazienda familiare, in particolare il red-
dito di lavoro dipendente, soggetto alla contribuzione sociale
obbligatoria (in particolare, contributi INPS e INAIL.) e alla tas-
sazione. Poich in entrambi i casi si tratta di prelievi coattivi, essi
riducono il reddito a disposizione dellazienda familiare. Quindi
il livello e le variazioni della contribuzione assicurativa e della
tassazione, riducendo il reddito disponibile rispetto al reddito
prodotto, incidono sia sui processi di consumo sia sui processi di
risparmio
6. la dinamica dei prezzi
in periodi di alta inazione, contraddistinti da forti aumenti dei
prezzi, la percentuale di reddito dedicata ai consumi aumenta
dato che, di norma, non c il correlativo e adeguato aumento dei
redditi. Il fenomeno particolarmente rilevante nelle famiglie
con redditi da lavoro dipendente
7. la dinamica dei tassi dinteresse
In sede di destinazione del risparmio dellazienda familiare han-
no notevole peso i tassi dinteresse: questi, da un lato, esprimono
il rendimento dei titoli a reddito sso, dallaltro, incidono sulla
redditivit degli altri impieghi del risparmio. Le loro variazio-
ni nel tempo, quindi, concorrono a modicare la convenienza
relativa delle differenti forme dimpiego del risparmio. Le va-
riazioni dei tassi dinteresse in dati tempi possono esaltare la
convenienza dellacquisto delle assicurazioni vita, mentre in altri
tempi possono penalizzarla.
I premi delle assicurazioni vita sono deniti dallimpresa di assicura-
zione con riguardo alle caratteristiche del prodotto assicurativo e te-
nendo conto delle sue condizioni interne e della situazione di mercato.
I fattori che stanno alla base dei premi delle assicurazioni vita sono
riconducibili a:
a.z t/ crsti cNr trcNi c/ 37
1. ipotesi demograca
2. ipotesi nanziaria
3. caricamento.
Lipotesi demograca riguarda la stima della probabilit di morte o
di sopravvivenza. Dette stime sono basate su tavole demograche,
ottenute tramite elaborazione dei dati dei censimenti e dai dati espe-
rienziali dellimpresa.
Lipotesi fnanziaria riguarda il rendimento minimo garantito allassi-
curato dallimpresa di assicurazione. Esso si lega ai proventi previsti
sugli investimenti effettuati dallimpresa di assicurazione per dare co-
pertura alle riserve tecniche, delle quali avremo modo di occuparci in
seguito.
Quanto ora detto evidenzia che la gestione delle assicurazioni vita
basata sul principio della capitalizzazione, dato che le prestazioni
a favore dellassicurato sono basate sia sui premi versati sia sui pro-
venti degli investimenti effettuati a copertura delle riserve tecniche e,
fondamentalmente, della riserva matematica.
ll caricamento riguarda:
1. i costi di acquisizione dei rischi,
2. i costi di gestione,
3. i margini di sicurezza
4. i margini di risultato.
In estrema sintesi, la formazione dei premi delle assicurazioni vita pu
essere cosi schematizzata:
Figura 3: Schema logico per la formazione del premio - Ramo Vita
38 i t rnccrssc rncnttti vc nrttr i vrnrsr ni /ssi ctn/zi cNi
a.z.z Ramo danni: la determinazione dei premi e lassunzione dei
rischi
Le assicurazioni contro i danni riguardano unampia serie di ri-
schi di differente natura, che hanno come unico tratto distintivo dalle
assicurazioni vita di essere diversi dai rischi riguardanti la vita umana.
I rischi oggetto delle assicurazioni contro i danni riguardano sia le
persone che le aziende, differenti sono per i processi economici che
stanno alla base della domanda di queste assicurazioni:
1. Assicurati persone
Le assicurazioni contro i danni permettono di soddisfare partico-
lari bisogni di sicurezza: il premio versato allimpresa di assicu-
razione per ottenere la copertura di particolari rischi rappresenta
una delle possibili destinazioni del reddito disponibile per un
acquisto per soddisfare un bisogno. Ricordiamo che i proces-
si di consumo sono concorrenti dei processi di risparmio nella
destinazione del reddito delle aziende familiari
2. Assicurati aziende di produzione
Le assicurazioni contro i danni rappresentano dei servizi produt-
tivi, rilevanti per lazienda nelleconomia dei loro processi ge-
stionali. A fronte del costo comportato dalla corresponsione del
premio, lazienda consegue una serie di beneci
a) diretti
risparmi di costi che essa realizza in connessione al veri-
carsi del rischio, dato che pu riversare sullimpresa di
assicurazione i costi e le perdite subite
b) indiretti.
i. la brevit dei tempi di ripristino della situazione esisten-
te prima del vericarsi del rischio,
ii. lassenza di problemi di acquisizione di risorse nanzia-
rie per nanziare i costi comportati dai danni,
iii. i beneci scali connessi alla deducibilit dei premi.
I processi delle aziende di produzione che alimentano la do-
manda dei prodotti assicurativi danni sono da identicare nei
processi di acquisto di servizi.
Quanto alle nalit delle assicurazioni contro i danni necessario
distinguere tra:
1. gli assicurati persone
lacquisto di dette assicurazioni permette di garantire nel tem-
po il livello dei consumi, e di riesso dei risparmi, programmati
dallazienda familiare della quale fanno parte, se al vericarsi
del rischio i costi o le perdite da sostenere o subire, essendo tra-
sferiti allimpresa di assicurazione, non incideranno sul reddito
disponibile.
a.z t/ crsti cNr trcNi c/ 39
2. gli assicurati aziende
Per aziende in generale, e per le imprese in particolare, lac-
quisto delle assicurazioni contro i danni garantisce lequilibrio
economico-nanziario della loro gestione nel tempo, se i costi
e/o le perdite comportati dal vericarsi del rischio potranno
essere trasferiti allimpresa di assicurazione.
I premi delle assicurazioni danni sono deniti dalle imprese di as-
sicurazione sulla base della stima della probabilit del vericarsi del
rischio e del costo medio dei sinistri. La logica nel rispetto della quale
sono deniti i premi delle assicurazioni danni coerente col principio
della ripartizione, che sta alla base di queste assicurazioni, secondo
il quale la somma dei premi versati dagli assicurati deve essere suf-
ciente a permettere il pagamento dellimporto complessivo dei sinistri
agli assicurati che li hanno subiti. Sulla denizione dei premi incidono
fattori interni dimpresa e fattori esterni di mercato e dambiente.
I fattori interni sono da riferire a:
1. costi commerciali che dovranno sostenere per la commercializza-
zione dei prodotti assicurativi,
2. costi di gestione dei rischi assunti
3. costi di gestione per la liquidazione dei sinistri,
4. costi per la gestione degli investimenti a copertura delle riserve
tecniche.
I fattori esterni sono da ricondurre a:
1. frequenza di accadimento dei rischi
2. costi medi dei sinistri
3. condizioni di mercato, e in particolare alle condizioni che deter-
minano la concorrenza tra le differenti imprese in esso presenti
4. regolamentazione dellattivit assicurativa.
Il premio delle assicurazioni danni ha una struttura composta da:
1. premio puro
2. caricamento
la somma dei quali costituisce il premio di tariffa.
Come viene dettagliato nellAppendice B Cenni alla Metodologia
di Calcolo del Premio nel ramo danni, la determinazione dei premi
basata su:
1. la stima della frequenza di accadimento del rischio
2. la stima del costo medio dei sinistri.
La sinistrosit stimata potrebbe risultare ex-post inferiore a quella ef-
fettiva. Per far fronte a questa eventualit le imprese di assicurazione
includono nel caricamento il cosiddetto margine di sicurezza che dipende
da numerosi fattori tra i quali:
40 i t rnccrssc rncnttti vc nrttr i vrnrsr ni /ssi ctn/zi cNi
1. il tipo di rischio,
2. la dimensione del portafoglio,
3. la composizione del portafoglio,
4. la variabilit osservata in passato della sinistrosit.
Come regola generale il margine di sicurezza per un dato tipo di ri-
schio assunto tende a diminuire allaumentare del numero degli assicu-
rati. Ne consegue che le imprese con portafogli di grandi dimensioni,
potendo contare su una pi stabile sinistrosit, si trovano nella condi-
zione di poter offrire per lassicurazione di dati rischi premi pi bassi
di quelli delle imprese concorrenti che hanno portafogli di dimensioni
pi limitate.
Figura 4: Schema logico per il calcolo del premio nel ramo danni
a.z. La distribuzione
La fase della distribuzione si compone di tutte le azioni necessarie af- I canali di
distribuzione dei
prodotti assicurativi
nch i prodotti delle imprese di assicurazione possano essere acquisi-
ti e sottoscritti dalla clientela. I canali di distribuzione principalmente
utilizzati dalle imprese di assicurazione sono;
1. gli agenti:
2. i broker;
3. gli sportelli bancari;
4. il canale diretto, che comprende a sua volta
a) gli stessi dipendenti dellimpresa
b) il canale telefonico
c) il canale on line basato su Internet.
a.z t/ crsti cNr trcNi c/ 41
cti /crNti :
1. operano in rappresentanza dellimpresa stipulando coperture per
suo conto, incassando le somme relative alle coperture vendute
e rilasciando i relativi contratti assicurativi.
2. Hanno contratti verso limpresa di assicurazione che deniscono
rapporti di natura monomandataria per cui lagente presta la
sua opera esclusivamente per una sola impresa o plurimanda-
taria e in questo caso lagente pu offrire prodotti di imprese
diverse
1
.
3. Sono remunerati in base a provvigioni calcolate, di norma, in
percentuale dei volumi di premi raccolti e in funzione delle di-
verse tipologie di coperture assicurative vendute che vengono
riconosciute loro dallimpresa in occasione dellacquisizione di
nuovi contratti e dellincasso dei premi. Nel caso di contratti plu-
riennali, che prevedono il pagamento di premi periodici, spesso
limpresa riconosce anticipatamente tutte le provvigioni che sa-
rebbero dovute nel futuro allagente: inoltre, al raggiungimento
di determinati volumi di raccolta di prassi riconosciuta una
provvigione aggiuntiva (rappel).
i snckrn :
1. operano invece come mediatori autonomi tra le imprese di assi-
curazioni e i loro clienti e non sono vincolati da alcun accordo
con le imprese; per questo motivo sono in grado di ricercare
allinterno della vasta gamma di prodotti presenti nel mercato le
coperture pi idonee alle esigenze assicurative della loro cliente-
la, solitamente rappresentata da imprese o comunque da soggetti
che necessitano di coperture assicurative di elevato importo e con
caratteristiche spesso non standardizzate.
2. Sono remunerati attraverso il riconoscimento di provvigioni da
parte dellimpresa di assicurazione. La nuova normativa, in vigo-
re dal 2005, prevede che al momento della proposta di un contrat-
to assicurativo il soggetto proponente renda noto al consumatore
se opera come intermediario indipendente o in rappresentanza
di unimpresa di assicurazione.
cti srcntrtti s/Nc/ni :
1. costituiscono uno strumento di distribuzione relativamente re-
cente, motivato perlopi dallesigenza avvertita da queste due ti-
pologie di intermediari nanziari di contenere i costi distributivi
e di attuare strategie di vendita congiunta, mirate ad offrire una
gamma completa di prodotti volti a soddisfare tutte le esigenze
nanziarie del cliente
1 In Italia una parte rilevante degli agenti che opera in base ad accordi di pluriman-
dato vende, in realt, prodotti di imprese appartenenti allo stesso gruppo assicura-
tivo: in pratica la maggior parte degli agenti operanti nel nostro paese pertanto
di tipo monomandatario ed vincolata ad un rapporto di esclusivit con un gruppo
assicurativo.
42 i t rnccrssc rncnttti vc nrttr i vrnrsr ni /ssi ctn/zi cNi
2. distribuiscono prodotti assicurativi standardizzati e in larga pre-
valenza appartenenti al ramo vita, quali ad esempio le polizze in-
dex e unit linked, a cui si afancano in alcuni casi le coperture Rc
auto e quelle caso morte collegate al rimborso di mutui ipotecari.
Questo sia per ragioni di carattere normativo, sia per la specica
formazione nanziaria del personale di vendita impiegato nelle
banche
3. hanno un costo di provvigioni inferiore rispetto ai canali costi-
tuiti da agenti e broker. Il minor costo del canale bancario
spiegato sia dalla natura maggiormente standardizzata dei pro-
dotti offerti, sia dal fatto che i costi per il funzionamento degli
sportelli bancari vengono imputati a una molteplicit di prodotti,
tra i quali anche quelli assicurativi.
i t c/N/tr ni nrttc :
1. rappresentato perlopi dai dipendenti dellimpresa di assicura-
zione, dal canale telefonico e da Internet.
2. Utilizza la propria Direzione Commerciale per stipulare polizze
con imprese o altri enti rappresentativi di una pluralit di (po-
tenziali) assicurati
2
. In questi casi, lelevato volume complessivo
di coperture che viene negoziato consente al cliente di ottenere
condizioni spesso pi favorevoli di quelle che lagente o il broker
sono autorizzati a praticare.
3. Utilizza il canale telefonico e Internet principalmente per prodot-
ti standardizzati del ramo danni, e in particolare le coperture
Rc auto. Attraverso questi canali si segmentano gli assicurati in
funzione della loro rischiosit attraverso il costo della copertura
offerta; questo consente di praticare condizioni di prezzo pi coe-
renti e quindi migliori per i clienti meno rischiosi di quelle
praticate dagli altri canali. Le caratteristiche precipue del canale
lo rendono idoneo per un target di Clienti tecnologico e per
prodotti standardizzati che non necessitano di una particolare
assistenza al momento della sottoscrizione della polizza. Molte
grandi imprese di assicurazione hanno spesso preferito destinare
il loro utilizzo e la loro gestione a imprese appositamente costi-
tuite come nel caso di Genertel nel gruppo Generali anzich
afancare i nuovi canali a quelli gi esistenti.
Come considerazione generale importante che, indipendentemente
dal canale distributivo, sia sistematicamente monitorato il trade-off tra
la massimizzazione dei volumi di vendita e il mantenimento nel por-
tafoglio rischi di un prolo di rischio analogo a quello preventivato al
momento della determinazione dei premi.
Il tema critico principalmente perch la modalit di retribuzione dei
canali distributivi, soprattutto quello degli agenti, risulta pressoch
ancorata ai volumi venduti e questo pu pertanto comportare uno
scrutinio poco approfondito e unimprecisa classicazione dei rischi
assunti.
2 Si pensia al caso di unimpresa che contrae polizze integrative a favore dei propri
dipendenti
a.z t/ crsti cNr trcNi c/ 43
a.z.a La gestione dei contratti e dei risarcimenti
La fase successiva alla determinazione del premio e alla stipula del
contratto costituita dalla gestione delle coperture emesse e dei re-
lativi risarcimenti. Pi in dettaglio, si tratta di attuare le procedure
necessarie per:
1. lincasso dei premi
2. il rilascio ai clienti della documentazione a supporto della garan-
zia stipulata
3. limputazione delle somme percepite, al netto dei costi di produ-
zione e gestione, ai rami corrispettivi
4. la raccolta delle denunce di sinistro
5. la valutazione delle condizioni previste nel contratto per linden-
nizzo
6. la stima dellentit del risarcimento
7. il provvedimento alla sua liquidazione.
Dalla precedente illustrazione dei prodotti assicurativi risulta evidente
che la gestione degli indennizzi relativi ai rami danni pi complessa rispetto
a quelli del ramo vita: nei contratti del ramo vita lerogazione delle pre-
stazioni gi prevista in contratto per una data somma ad una certa
scadenza oppure soggetta al mero accertamento dello stato di natura
dellassicurato.
Nel campo delle assicurazioni contro i danni, invece, necessario
effettuare una procedura risarcitoria articolata in:
1. accertamento delle cause che hanno provocato il danno
2. verica del diritto a ottenere un risarcimento
3. valutazione dellentit della perdita subita
4. raggiungimento di un accordo con il danneggiato sullammonta-
re del risarcimento.
La complessit e la durata della procedura risarcitoria dipendono a
loro volta dalla tipologia dei sinistri; in linea di principio si distingue
tra:
1. sinistri di massa
Sono i sinistri caratterizzati da:
a) elevata frequenza,
b) danni di importi unitari contenuti
c) laccertamento e la valutazione dellindennizzo sono il pi
possibile standardizzati, anche a rischio di subire richieste
ingiusticatamente elevate da parte degli assicurati o dei
beneciari del risarcimento.
44 i t rnccrssc rncnttti vc nrttr i vrnrsr ni /ssi ctn/zi cNi
Per questa tipologia di sinistri vale la regola non scritta secon-
do la quale il costo della perizia non deve superare il valore
dellindennizzo potenziale.
Limpresa di assicurazione deve comunque evitare che si ma-
nifestino atteggiamenti condiscendenti da parte dei liquidatori,
obiettivo il cui perseguimento pu risultare problematico quan-
do gli stessi agenti che hanno stipulato la polizza svolgono un
ruolo determinante nel processo risarcitorio. Essi tendono infat-
ti a soddisfare, per quanto possibile, le esigenze del loro cliente,
anche a scapito del contenimento del costo dei risarcimenti da
parte dellimpresa; questo il motivo per cui le imprese appalta-
no a soggetti esterni la funzione di accertamento dei sinistri e di
valutazione dei risarcimenti;
3
2. sinistri complessi
Sono i sinistri caratterizzati da:
a) presenza di danni ingenti
b) laccertamento della dinamica di accadimento e delle re-
sponsabilit, oltre che la valutazione dei danni causati, ri-
sultano particolarmente difcoltosi.
c) La prassi di far effettuare le perizie da soggetti altamente
specializzati ed esperti, anche esterni allimpresa
d) Frequente utilizzo di avvocati e ricorso alle sedi giudiziarie
per la valutazione delle responsabilit e dellentit dei dan-
ni da risarcire nel caso in cui esiste una rilevante difformit
nella valutazione del danno tra danneggiato e impresa di as-
sicurazione: il completamento della pratica richiede tempi
anche molto lunghi.
In generale chiaro che tanto maggiori sono le somme in gio-
co e tanto pi complesso laccertamento della dinamica di un
sinistro, tanto pi probabile il sorgere di un contenzioso che
comporta spese aggiuntive dovute alla gestione legale della con-
troversia. Si tratta di equilibrare due esigenze chiaramente con-
trastanti: il contenimento costo dei risarcimenti e la limitazione
dei costi connessi alla procedura risarcitoria.
a.z.= La determinazione delle riserve
Una delle fasi fondamentali del processo produttivo dellimpresa di
assicurazione la determinazione delle riserve
4
.
3 I sinistri Rc auto costituiscono parte rilevante della categoria dei sinistri di massa: pro-
prio allinizio del 2011 stato messo in evidenza dai mass media il tema dellecces-
sivo costo premio assicurativo dovuto, secondo le Imprese di Assicurazioni, alla pre-
senza sistematica di frodi nel settore Rc Auto. Lente regolatore replica evidenziando
il fatto che lItalia ha comunque premi che hanno costo doppio rispetto a paesi simili
(Francia, Germania) e insistendo su una necessaria maggiore efcienza delle imprese di
assicurazione
4 Per dettagli ulteriori sulla natura delle riserve e le logiche che sottendono il loro calcolo
si rimanda allAppendice C
a.z t/ crsti cNr trcNi c/ 45
La parte preponderante del premio pagato dagli assicurati viene de-
stinata al pagamento delle prestazioni a loro favore che frequentemen-
te risultano incerte:
1. per listante temporale in cui saranno dovute
2. per limporto che dovr effettivamente essere pagato.
Alla ne dellanno in sede di stesura del bilancio, e comunque in ogni
istante t
o
di osservazione, le imprese si possono pertanto trovare di
fronte alle seguenti situazioni:
1. il contratto assicurativo giunto a scadenza e non si vericato levento
che fa scattare lobbligazione assicurativa.
In tal caso nessuna prestazione dovuta allassicurato e il premio,
al netto delle spese di gestione ad esso imputabili, pu ritenersi
acquisito in via denitiva dallimpresa di assicurazione e utilizzato
per pagare le prestazioni spettanti ad altri assicurati secondo il
criterio della mutualit;
2. il contratto assicurativo giunto a scadenza, ma prima della scadenza si
vericato un sinistro con conseguente danno per il quale non si sono
ancora concluse le procedure di liquidazione.
In questo caso non stata ancora erogata la prestazione dovuta
dallimpresa verso lassicurato e si evidenzia verso il danneggiato un
debito la cui entit non ancora certa;
3. Il contratto assicurativo non ancora giunto a scadenza.
Resta pertanto, a seconda della tipologia di contratto, lincertez-
za sul vericarsi delle condizioni da cui dipende la prestazione
dellassicurazione, sul momento di accadimento e,/o sullentit
della prestazione. Un esempio quello di una polizza caso vita
che scade tra un certo numero di anni e che stata stipulata sulla
vita di un assicurato che attualmente ancora in vita. In questo
caso limpresa di assicurazione ha un debito verso il beneciario
della polizza che possiamo denire condizionato dai futuri even-
ti. Si congura un debito verso lassicurato, esigibile in futuro e, per
alcune tipologie di contratti, incerto nellammontare.
Nei casi 2) e 3) quindi necessario che limpresa di assicurazione ef-
fettui una stima di tali oneri futuri e accantoni le risorse necessarie per
farvi fronte.
Le risorse accantonate che rappresentano a tutti gli effetti debiti verso gli
assicurati sono denominate riserve.
Le riserve si distinguono in:
1. riserve tecniche/ramo danni
Sono inerenti il ramo danni; e a loro volta suddivise in:
a) riserve premi, volte a fronteggiare le future (eventuali) pre-
stazioni che limpresa potrebbe essere tenuta ad effettuare
con riferimento a contratti non ancora scaduti: il fenome-
no semplicemente dovuto allo sfasamento tra anno bilan-
cistico e coordinate temporali di inizio/ne della polizza
assicurativa;
46 i t rnccrssc rncnttti vc nrttr i vrnrsr ni /ssi ctn/zi cNi
b) riserve sinistri, concernenti i sinistri gi vericatisi, ma anco-
ra da pagare. Lentit di questa riserva molto superiore
alla precedente, come esemplicato nella tabella seguente
dipende dalla tipologia dei sinistri occorsi nellesercizio.
i. Sinistri di massa: dato che laccertamento e la liquida-
zione avvengono entro pochi mesi dalla presentazione
della denuncia, alla chiusura del bilancio dellimpresa
di assicurazione residuano per lo pi impegni inerenti
il pagamento dei sinistri avvenuti in prossimit di ne
anno.
ii. sinistri complessi: hanno comportato lavviamento di
un contenzioso sullaccertamento delle eventuali respon-
sabilit dellassicurato nella determinazione del sinistro,
oppure sullentit effettiva del danno, e la conseguente
procedura di liquidazione pu risultare lunga e incer-
ta. Hanno un peso maggiore nel valore complessivo
della riserva sinistri e la loro stima presenta maggiori
difcolt
Limpresa verica lo stato di liquidazione di tutti i sinistri ac-
caduti nellanno e negli anni precedenti non ancora chiusi e
determina limporto da accantonare sulla base dellesperien-
za passata, aggiustandolo poi in funzione delle informazio-
ni che acquisisce nel corso del tempo sullandamento delle
procedure risarcitorie.
In generale lammontare complessivo delle riserve per sini-
stri non ancora liquidati supera il livello dei premi annui
raccolti, e il valore sar tanto pi alto quanto pi oneroso
in termini temporali il processo risarcitorio
5
c) altre riserve, tra cui le pi importanti sono le cosiddette
riserve di perequazione, che possono essere accantonate per
far fronte alle eventuali oscillazioni cicliche della sinistrosit
nel corso del tempo
2. Riserve Matematiche/ramo vita:
sono inerenti il ramo vita e sono rappresentate da quella parte
dei premi gi riscossi che viene rinviata al futuro per colmare
lo squilibrio tra le prestazioni future dellassicurato, e cio gli
eventuali premi periodici che questi deve ancora versare, e le
prestazioni future della compagnia, ossia il capitale o la rendita.
a) In generale la determinazione di tali riserve presenta un gra-
do di problematicit inferiore rispetto a quelle del ramo dan-
ni per tutti i prodotti per i quali predominante lipotesi de-
mograca: in generale i fattori demograci durata media
della vita e conseguente speranza di vita sono soggetti
a cambiamenti molto graduali nel corso del tempo e questo
comporta una maggior prevedibilit delle prestazioni future
per lassicurazione;.
5 C un effetto cumulativo dovuto al fatto che i sinistri ancora da liquidare possono
essere accaduti anni prima rispetto allanno di esercizio in corso: i valori economici
devono per essere trascinati da bilancio a bilancio no alla conclusione della pratica
a. rtNzi cNr ri N/Nzi /ni / r stn/trci r ni i Nvrsti vrNtc 47
b) Un fattore importante nella determinazione delle riserve
matematiche costituito dal livello dei rendimenti nanzia-
ri conseguiti nellambito della gestione degli investimenti.
La determinazione del premio avviene anche tenendo conto
la possibilit di investimento a un certo tasso di rendimen-
to che le disponibilit nanziarie acquisite consentono. Se
le previsioni di rendimento non si realizzino, necessario
aumentare limporto delle riserve accantonate per evitare
che le somme disponibili risultino insufcienti a garantire
le erogazioni future contrattualizzate
3. Riserve speciche polizze linked ramo vita
Le imprese costituiscono riserve speciche a fronte delle polizze
linked, nelle quali lentit della prestazione nale non prede-
nita in quanto funzione dellandamento di specici parametri
e il rischio di investimento, cio il rischio di non ottenere il ren-
dimento atteso dal premio versato allimpresa di assicurazione,
grava sul cliente assicurato.
Tabella 3: Tipici valori delle riserve tecniche ramo sinistri (Fonte ISVAP)
Tabella 4: Tipici valori delle riserve tecniche ramo vita (Fonte ISVAP)
Dal confronto tra la Tabella 3 e la Tabella 4 emerge che lentit com-
plessiva delle riserve del ramo vita molto superiore a quella del ra-
mo danni (e cos anche il rapporto tra le riserve e i premi raccolti
nellanno); questo si spiega con il fatto che le coperture del ramo vita
hanno durata pluriennale e spesso prevedono premi unici, per cui il
divario temporale e la conseguente necessit di accantonare risorse
necessariamente maggiore.
a. rtNzi cNr ri N/Nzi /ni / r stn/trci r ni
i Nvrsti vrNtc
In unimpresa di assicurazione la funzione nanziaria pu essere scom-
posta in:
48 i t rnccrssc rncnttti vc nrttr i vrnrsr ni /ssi ctn/zi cNi
1. Gestione Tesoreria
Linversione del ciclo costi/ricavi tipica del settore assicurativo
rende tipicamente meno problematica la gestione della tesoreria:
trattasi infatti della gestione corrente dei ussi di cassa in entrata
e in uscita e ha come obiettivo il mantenimento dellequilibrio tra
le disponibilit liquide e gli impegni che limpresa deve onorare
nel breve termine. Rientrano tra tali impegni le spese di gestione
quali:
a) pagamento delle provvigioni spettanti agli agenti
b) risarcimenti per i quali si conclusa la fase di liquidazione
2. Gestione degli investimenti
Una parte consistente dei premi viene accantonata in riserve che
verranno utilizzate in futuro per fronteggiare gli impegni che
gradualmente si manifesteranno. Le riserve rappresentano di-
sponibilit che devono essere investite in attivit nanziarie quali
azioni, obbligazioni, quote di fondi comuni di investimento ecc.,
o in attivit reali per lo pi immobili in modo tale da as-
sicurare la solvibilit dellimpresa nel tempo. Si noti che nella
denizione dei premi interviene, di fatto, anche il risultato atteso
da questi investimenti: signica che la gestione nanziaria, nella
componente gestione degli investimenti, un elemento cardine
del processo produttivo delle assicurazioni, specialmente nel ramo
vita. Il reddito generato dallinvestimento delle risorse moneta-
rie costituisce unimportante fonte dei mezzi che limpresa ha a
sua disposizione per fare fronte ai propri impegni e che, implici-
tamente, presente negli stessi prodotti offerti nel mercato. Per
la natura della gestione degli investimenti limpresa esposta al
rischio che il rendimento sia inferiore a quello atteso e che, al mo-
mento di erogare le prestazioni, il valore degli investimenti sia
inferiore a quanto originariamente ipotizzato. In sostanza lim-
presa di assicurazione sottoposta al classico rischio nanziario
degli investitori.
In generale limpresa di assicurazione non pu assumere un rischio
eccessivo perch le riserve rappresentano un debito verso gli assicurati
6
.
Valgono alcune considerazioni di carattere generale:
1. nella selezione degli investimenti limpresa di assicurazione, ana-
logamente a un qualsiasi investitore, si trova di fronte al noto
trade-off tra rischio e rendimento: investimenti che garantiscono
in media rendimenti pi elevati presentano anche un pi elevato
prolo di rischio
6 Come gi ripetutamente osservato limpresa di assicurazioni maggiormente vincola-
ta rispetto ad un ordinario investitore in quanto nei propri prodotti, con particolare
riferimento al ramo vita, possono essere presenti delle garanzie di redditivit degli in-
vestimenti effettuati dallassicurato. Normalmente la tecnica usata dalle assicurazioni
per limitare il rischio quella di correlare strettamente gli investimenti offerti con i
propri investimenti sul mercato (caso polizze linked) e/o di diversicarli opportuna-
mente in modo da bilanciare oscillazioni negative con oscillazioni positive (vedi trade
off investimenti immobiliari vs. azionari)
a. rtNzi cNr ri N/Nzi /ni / r stn/trci r ni i Nvrsti vrNtc 49
2. qualora lorizzonte temporale previsto dallimpresa per linvesti-
mento sia breve sia cio probabile un suo smobilizzo in tempi
brevi opportuno privilegiare attivit poco rischiose e molto
liquide per evitare di subire pesanti oneri legati alla loro mo-
netizzazione e ottenere un rendimento inferiore a quello atteso.
Questa la situazione tipica per il ramo danni
3. Nel caso invece lorizzonte temporale sia pi lungo, allora pos-
sibile investire in attivit meno liquide e pi rischiose, ma pi
redditizie (tipico per il ramo vita).
Da queste semplici indicazioni possiamo comprendere le diverse po-
litiche di investimento attuate dalle imprese del ramo danni rispetto a
quelle del ramo vita.
1. Ramo danni
gi emerso in precedenza che i risarcimenti dovuti dallimpre-
sa sono per lo pi concentrati nellarco del primo o secondo an-
no successivo alla stipula del contratto e solo una quota mini-
ma dei sinistri sono pagati negli anni successivi. Linvestimento
dei premi e delle riserve tecniche deve essere pertanto effettua-
to in unottica di breve termine e deve privilegiare strumenti -
nanziari con scadenze ravvicinate, caratterizzati da una limitata
rischiosit, quali
a) titoli di stato
b) obbligazioni emesse da imprese ritenute molto solide con
scadenza a breve o a medio termine.
Una parte delle risorse nanziarie pu comunque essere destina-
ta a forme di investimento non particolarmente liquide e questo
perch per taluni sinistri il pagamento del risarcimento avviene
dopo alcuni anni.
Gli immobili costituiscono una forma dimpiego che, pur non
essendo facilmente liquidabile, poco rischiosa e garantisce di
norma il mantenimento del valore nel tempo compensando le-
ventuale crescita monetaria del costo dei risarcimenti dovuta ai
processi inazionistici.
Nella tabella Tabella 5 sono illustrati alcuni dati storici sulle di-
verse attivit in cui le imprese italiane del ramo danni hanno
investito le riserve tecniche. Come anticipato, il peso preponde-
rante quello degli strumenti obbligazionari che rappresentano
oltre la met del portafoglio titoli.
2. Ramo vita
Nelle imprese che operano nel ramo vita, le garanzie prestate si
estendono generalmente su un arco temporale pi ampio di quel-
le relative alle coperture dei rami danni. Pertanto, allincertezza
circa il vericarsi di determinati eventi, si somma quella relativa
ai futuri rendimenti nanziari. Infatti, nel quanticare il prezzo
della copertura, i rendimenti attesi sulle somme versate dagli as-
sicurati vengono implicitamente riconosciuti sotto forma di un
50 i t rnccrssc rncnttti vc nrttr i vrnrsr ni /ssi ctn/zi cNi
versamento iniziale inferiore alla prestazione futura. Nellipo-
tizzare un tasso implicito di rendimento nella determinazione
del premio, limpresa assume su di s il rischio di non essere in
grado di ricavare sulle somme incassate quanto implicitamente
assunto.
La gestione nanziaria deve quindi cercare di conseguire i rendi-
menti inizialmente ipotizzati, compito questo non facile quando
si tratta di coperture che prevedono garanzie che si estendono
anche sullarco di svariati decenni.
Il rischio di non ottenere un adeguato rendimento grava sullim-
presa di assicurazione in misura diversa a seconda che si tratti
di:
a) coperture assicurative che prevedono una prestazione na-
le predeterminata, come nel caso di una polizza mista or-
dinaria per la quale denito a priori limporto che dovr
essere erogato a scadenza, importo determinato in sede di
stipula della polizza ipotizzando di ottenere un certo rendi-
mento. In tal caso, il rischio nanziario grava interamente
sullimpresa di assicurazione;
b) coperture nelle quali la prestazione nale solo parzialmen-
te predeterminata: questo il caso delle polizze rivalutabi-
li, per le quali limpresa garantisce un rendimento minimo
positivo quello che consente quantomeno il mantenimen-
to del capitale assicurato mentre a carico del cliente
il rischio relativo alla possibilit di conseguire rendimenti
superiori;
c) coperture in cui il rischio totalmente a carico dellassicurato,
come nel caso delle polizze unit o index linked che preve-
dono lerogazione a scadenza di somme il cui importo di-
pende dallandamento di un parametro esterno pressato.
Per limpresa di assicurazione il rischio pu essere di fatto
annullato a condizione che essa investa in strumenti che
hanno un prolo nanziario identico a quello del parametro
cui la prestazione e agganciata. Volendo semplicare:
i. se limpresa vende polizze unit indicizzate allo S&P
Mib il principale indice del mercato telematico azio-
nario gestito da Borsa italiana dovr allora investire
le corrispondenti riserve in un portafoglio in cui i ti-
toli trattati nel mercato a cui lindice si riferisce sono
presenti in percentuale analoga.
ii. Nel caso invece delle index linked, le riserve sono inve-
stite in uno zero coupon bond cio un titolo di debito
che non prevede il pagamento di cedole intermedie e
in opzioni sullandamento dellindice a cui riferita la
prestazione assicurativa; spesso si ricorre alla sottoscri-
zione di titoli obbligazionari strutturati che replicano
esattamente lindice di riferimento della polizza.
chiaro che quanto indicato non copre per lassicurazione dal
rischio di perdita di reputazione inevitabile nel caso di obiettivi
di rendimento non raggiunti lato cliente.
a. rtNzi cNr ri N/Nzi /ni / r stn/trci r ni i Nvrsti vrNtc 51
a..+ Composizione degli investimenti
Alcuni dati storici sulla composizione degli investimenti per lintero
settore indicata nelle due tabelle seguenti.
Tabella 5: Attivit a copertura riserve tecniche ramo danni (fonte ISVAP)
Tabella 6: Attivit a copertura riserve tecniche ramo vita (fonte ISVAP)
Tabella 7: Attivit a copertura riserve tecniche per contratti Unit Index linked
(fonte ISVAP)
La composizione delle attivit poste a coperture delle riserve detenute
dalle imprese italiane a fronte delle coperture assicurative del ramo
vita ad eccezione di quelle linked, di cui si dir tra breve evi-
denzia negli ultimi anni un atteggiamento prudenziale che si esplicita
nellelevato peso della componente obbligazionaria, rappresentata per-
lopi da titoli di stato (tab. 6). Una simile caratteristica peraltro
tipica in una fase di elevata turbolenza attraversata dai mercati azio-
nari, durante il quale i rendimenti degli investimenti azionari hanno
spesso assunto segno negativo e dalla conseguente volont delle im-
prese di evitare perdite signicative. Laumento del peso percentua-
le degli investimenti obbligazionari anche legato al fenomeno del-
la progressiva cessione degli immobili legato ai ben noti trend di de
materializzazione delleconomia
7
.
Considerazioni a parte valgono invece per le polizze linked, per le
quali le riserve vengono contabilizzate, oltre che gestite separatamen-
te; la loro composizione pesantemente inuenzata dalla tipologia di
7 Per un interessante analisi della dematerializzazione delleconomia si veda J. Rifkin
Lera dellaccesso
52 i t rnccrssc rncnttti vc nrttr i vrnrsr ni /ssi ctn/zi cNi
coperture effettivamente vendute: si osserva in altri termini, una corri-
spondenza tra la tipologia di fondo unit o di indice (index) prescelto
dallassicurato e composizione
delle attivita in cui sono investite le riserve.
La rilevanza della gestione nanziaria nellambito delle politiche ge-
stionali di unimpresa di assicurazione dipende dalla tipologia di co-
perture offerte. Pi in generale, si osserva che, negli anni recenti, la
progressiva riduzione dei tassi dinteresse e le negative performance
dei mercati azionari hanno determinato la diminuzione del contributo
offerto dalla gestione nanziaria alla formazione del reddito delle im-
prese di assicurazione. spingendole ad una gestione pi attenta della
componente tipicamente assicurativa.
Questultima considerazione si applica in particolare alle imprese ope-
ranti nei rami danni caratterizzate in passato da fenomeni di sottosti-
ma dei prezzi delle coperture e/o andamenti degli indennizzi supe-
riori a quelli ipotizzati spesso compensati dai ricavi della componente
nanziaria.
Quando questo accade si riscontra che la somma dei risarcimenti do-
vuti e delle spese di gestione superiore ai premi incassati e la si-
tuazione sintetizzata dal raggiungimento di valori superiori allu-
nit del combined ratio
8
, lindice sintetico di redditivit della gestio-
neindustriale.
Tuttavia, i ricavi nanziari compensavano il saldo negativo della gestio-
ne industriale e consentivano alle imprese di conseguire un risultato
economico nale positivo. Lattuale andamento dei mercati nanzia-
ri e le aspettative sulla loro situazione rendono di fatto impraticabile
questa strategia ed evidenziano la rischiosit di un approccio che con-
sidera la gestione assicurativa come strumentale a quella nanziaria
e non viceversa, esponendo cosi le imprese al duplice rischio della
volatilit dei mercati nanziari e dellandamento della sinistrosit.
a.a i t rnccrssc ni crsti cNr nrt rncrni c
ni scui c Nrttr i vrnrsr ni /ssi ctn/zi c-
Nr
Come emerso dai precedenti paragra, nello svolgimento della loro
attivit le imprese di assicurazione sono esposte ad alcune tipologie di
rischi che si determinano nelle differenti fasi del processo produttivo.
Per semplicit, tali rischi vengono suddivisi in:
1. rischi attinenti la gestione tecnico-assicurativa, che si sostanzia-
no nelleventualit che i premi raccolti (o le riserve tecniche) non
siano sufcienti a fare fronte alle prestazioni assicurate (underw-
riting risk). A loro volta essi si distinguono in;
a) rischio di sottotariffazione (underwriting premium risk) os-
sia il rischio di una divergenza tra i costi nali sostenuti e
le previsioni di costo utilizzate al momento della determina-
zione del premio Asua volta ci si pu vericare a causa del-
limpiego al momento della quanticazione del premio di
a.a i t rnccrssc ni crsti cNr nrt rncrni c ni scui c Nrttr i vrnrsr ni /ssi ctn/zi cNr 53
stime sulla sinistrosit che risultano successivamente errate,
oppure a causa delladozione di particolari politiche com-
merciali volte a utilizzare la leva del prezzo per aumentare
la quota di mercato;
b) rischio di insufcienza delle riserve tecniche o reserve risk, e
cio la possibilit che le riserve tecniche, calcolate in base al-
la stima dei pagamenti dovuti agli assicurati, non siano suf-
cienti a far fronte agli impegni di pagamento nel momento
in cui verranno a scadenza. In realt, questa evenienza pu
anche essere determinata da un aumento dei costi non pre-
vedibile al momento della determinazione del premio dovu-
ti ad eventi quali un inatteso aumento dellinazione, mu-
tamenti legislativi che accrescono lonere dei risarcimenti,
manifestarsi di nuove malattie ecc., oppure a fattori di natu-
ra nanziaria, come ad esempio variazioni negative dei tassi
di interesse a cui le riserve sono investite;
2. rischi relativi alla gestione nanziaria a causa dei quali il contro-
valore delle attivit detenute dalle imprese pu risultare insuf-
ciente al momento dellerogazione delle prestazioni a favore
degli assicurati. Tra questi si menzionano:
a) rischio di credito, e cio la possibilit che lemittente di un
titolo di debito ad esempio, unobbligazione o una com-
mercial paper detenuto in portafoglio dallimpresa di assi-
curazione sia insolvente, ovvero leventualit che i riassicu-
ratori di cui diremo tra breve siano insolventi;
b) rischio di mercato, e cio la possibilit che si verichino oscil-
lazioni nel valore o nei rendimenti degli strumenti nanziari
in cui sono impiegati i premi raccolti (o le riserve a seconda
del diverso orizzonte temporale). Questo fa si che il contro-
valore delle attivit possa risultare insufciente al momento
dellerogazione delle prestazioni a favore degli assicurati
c) rischio di liquidit, che riguarda leventualit che i ussi di
cassa generati dalle attivit non siano coerenti da un pun-
to di vista temporale con quelli delle passivit e, pertanto,
che nel caso di necessit di smobilizzo delle attivit, il loro
valore monetario risulti inferiore a quello ipotizzato,
3. rischio operativo (operational risk) connesso al non corretto fun-
zionamento delle procedure operative interne dellimpresa di as-
sicurazione, ovvero a comportamenti scorretti tenuti dal persona-
le dellimpresa, o ancora a frodi.
In linea di principio, le imprese del ramo danni sono maggiormente
esposte al rischio assicurativo e questo perch il tasso di sinistrosi-
t pu variare da un periodo al successivo in misura considerevole,
rendendo in tal modo inefcaci le stime originariamente compiute.
Per le imprese operanti nel ramo vita, invece, i rischi assicurativi tipici
legati al tasso di mortalit/mobilit sono meno volatili. Inoltre
le eventuali variazioni si manifestano in tempi relativamente lunghi
e pertanto risultano pi prevedibili nella loro gestione da parte delle
imprese stesse.
54 i t rnccrssc rncnttti vc nrttr i vrnrsr ni /ssi ctn/zi cNi
I rischi di natura assicurativa sono principalmente originati dal fatto
che, nella pratica quotidiana, la politica di assunzione dei rischi da
parte dellimpresa non pu seguire esattamente i principi generali di
oculata gestione assicurativa precedentemente illustrati. Specicata-
mente:
1. i rischi sottoscritti non sono sempre omogenei tra loro
2. possono non essere indipendenti nelle rispettive probabilit di
accadimento
3. non sono in numero sufciente ad assicurare il funzionamento
della legge dei grandi numeri, per cui si vericano signicativi
scostamenti tra le probabilit di accadimento stimate e quelle
effettive.
Questo pu anche essere leffetto di speciche politiche commerciali o
allesistenza di vincoli normativi
9
.
Esistono tuttavia tecniche di gestione, principalmente coassicurazione
e riassicurazione, che permettono allimpresa di riequilibrare la com-
posizione dei rischi in portafoglio e ridurre la probabilit che un de-
terminato evento possa causare risarcimenti di entit tali da metterne
in pericolo la stabilit: abilitano inoltre lattuazione di politiche vol-
te allacquisizione di quote di mercato e allespansione della propria
clientela.
Per quanto attiene invece i rischi di natura nanziaria, resta valido
quanto affermato nel paragrafo precedente e cio che sono le imprese
del ramo vita ad esservi maggiormente esposte e che lintensit dei
rischi dipende dal tipo di copertura offerta, o pi precisamente dalla
previsione o meno di un rendimento garantito a favore dellassicurato.
La gestione dei rischi nanziari rappresenta una funzione sempre pi
rilevante per le imprese di assicurazione, a cui dedicano una quantit
crescente di risorse soprattutto umane.
La capacit di gestite i rischi, e cio, in ultima analisi, la capacit di con-
tenere al minimo gli eventuali squilibri economici e nanziari e di ri-
sultare sempre solvibili nei confronti degli assicurati, costituisce infatti
il punto fondamentale su cui si fonda la reputazione di questa tipolo-
gia di intermediari nanziari, nonch uno degli aspetti cruciali intorno
al quale si snoda la regolamentazione delle imprese di assicurazione.
La gestione dei rischi nanziari non presenta elementi peculiari rispet-
to a qualsiasi altro gestore di un portafoglio titoli, quale ad esempio
una banca o un fondo comune di investimento.
Le possibili tecniche di gestione di tali rischi, in estrema sintesi, si
identicano con:
1. le tecniche di gestione integrata dellattivo e del passivo di bilan-
cio.
Limpresa cerca di costruire un portafoglio di attivit nanziarie
che abbia caratteristiche di liquidit, di sensibilit alle variazioni
dei tassi di interesse e di cambio, nonch alle altre variabili nan-
ziarie, analoghe a quelle del passivo, ossia a quelle degli impegni
9 Si pensi alle assicurazioni obbligatorie contro eventi catastroci che, per loro natura, non
godono delle propriet statistiche necessarie per un adeguato modelling
a.= t/ ni /ssi ctn/zi cNr 55
assunti nei confronti degli assicurati. In questo modo si perviene
ad unattenuazione dei rischi: si limitano cio le possibili perdite
che questi possono causare;
2. le tecniche di copertura dei rischi che prevedono, principalmente,
limpiego degli strumenti derivati.
Diversamente dalla tecnica precedente, in questo caso lentit dei
rischi nanziari che gravano sullimpresa non si modica. Tut-
tavia i derivati consentono, in linea di principio, di conseguire
un reddito positivo in grado di compensare le perdite a cui il
vericarsi dei rischi pu dar luogo.
a.= t/ ni /ssi ctn/zi cNr
Le tecniche utilizzate allo scopo di attenuare i rischi assicurativi
sono:
1. la coassicurazione
La coassicurazione prevede la suddivisione di un determinato
rischio tra pi imprese assicurative; ci implica che ciascuna im-
presa responsabile solo di una quota delleventuale danno e
che sia il premio che essa riceve, sia la prestazione che potr es-
sere chiamata ad erogare risultano proporzionali alla quota del
rischio assunto.
In pratica la coassicurazione, pur riguardando singoli rischi, si
inserisce in un rapporto continuativo, in base al quale le imprese
si scambiano reciprocamente quote di rischi differenti.
La nalit della coassicurazione consiste nel frazionamento di
quei rischi che per entit del possibile risarcimento o per elevata
probabilit di accadimento non risultano omogenei con i rischi
gi assunti,ovvero potrebbero risultare alquanto onerosi per la
singola impresa. Il rischio rappresentato dal fatto che un sin-
golo cliente richieda una copertura pi elevata rispetto a quella
mediamente richiesta dagli altri assicurati.
2. la riassicurazione
La riassicurazione consiste nella cessione di rischi sottoscritti ad
un riassicuratore e si differenzia per questo dalla coassicurazio-
ne, nella quale il frazionamento del rischio tra pi imprese av-
viene allorigine del contratto assicurativo e non invece successi-
vamente, e per il fatto che limpresa che cede il rischio si pone
comunque quale unico interlocutore verso lassicurato.
La motivazione principale alla base della riassicurazione la vo-
lont di unimpresa di assicurazione di limitare la volatilit della
sinistrosit attesa, minimizzando le probabilit di risarcimenti ri-
levanti a carico della singola impresa, e di limitare le oscillazioni
della sinistrosit generale che pu causare volatilit nei risultati
economici dellimpresa. Inoltre, dato che la capacit di crescita
di unimpresa limitata dai requisiti patrimoniali richiesti dalle
56 i t rnccrssc rncnttti vc nrttr i vrnrsr ni /ssi ctn/zi cNi
autorit di vigilanza, limpresa piuttosto che rinunciare alla cre-
scita del portafoglio assicurativo in uno specico ramo o in una
certa area geograca, o essere costretta ad aumentare la propria
patrimonializzazione, pu cedere parte dei rischi sottoscritti al
riassicuratore trasferendo una quota corrispondente dei premi
incassati (riassicurazione passiva)
10
.
I riassicuratori operano a livello internazionale a tutti gli effetti
come assicuratori di ultima istanza a favore delle imprese di as-
sicurazione
11
. Essi mettono le proprie disponibilit nanziarie a
sostegno della solvibilit delle imprese, provvedono a frazionare
e trasferire i rischi, consentono la crescita della capacit assicura-
tiva. Le imprese di assicurazione, a loro volta. possono assumere
rischi gi sottoscritti da altre imprese (riassicurazione attiva), allo
scopo di aumentare il volume di affari o diversicare il proprio
portafoglio rischi. La riassicurazione favorisce, inoltre, la mu-
tualit dei rischi a livello internazionale, rendendo assicurabili
rischi che per entit delle somme assicurate e le probabilit di ac-
cadimento possono assumere proli preoccupanti per limpatto
conseguente sui bilanci delle singole imprese.
In considerazione delle nalit conseguibili mediante la riassicu-
razione, il suo ricorso pi frequente e intenso nei rami danni
rispetto ai rami vita, cos come illustrato nei dati storici della
tabella seguente.
Tabella 8: Dato storico Percentuale dei premi ceduti in riassicurazione in Italia
(Fonte ISVAP)
Nei primi, infatti, la variabilit della sinistrosit meno prevedi-
bile; inoltre, in alcuni di questi rami le probabilit di accadimen-
10 Ovviamente lente regolatore pone dei limiti sia al patrimonio netto minimo che alla
percentuale dei rischi che possono essere ceduti
11 interessante osservare che tutte le 7 imprese specializzate nella Riassicurazione ope-
ranti in Italia hanno comunque sede legale in altri paesi dellunione europea (fonte
ANIA)
a.= t/ ni /ssi ctn/zi cNr 57
to di eventi con conseguenze di dimensione catastroca sono pi
accentuate.
Da un punto di vista tecnico la riassicurazione pu avvenire:
a) su base facoltativa. ossia per singoli rischi.
In tal caso lassicuratore decide liberamente quali rischi ce-
dere, al tempo stesso, il riassicuratore pu decidere se accet-
tare o meno la cessione;
b) sulla base di trattati annuali che disciplinano le tipologie di
rischi cedibili, le modalit di trasferimento dei rischi e le
condizioni economiche sottostanti allaccordo tra le parti.
In questo caso la cessione dei rischi assunti pu avvenire
secondo diverse tipologie di trattati:
i. trattati proporzionali, in cui il riassicuratore si assume
lobbligo di pagare allimpresa cedente gli eventuali ri-
sarcimenti in misura proporzionale alla quota dei pre-
mi ceduti. I trattati proporzionali possono a loro volta
essere
ii. in quota
Nel trattato in quota limpresa cede una percentua-
le dei premi, ottenendo limpegno del riassicuratore a
ottenere una pari percentuale di partecipazione ai risar-
cimenti
iii. in eccedente;
limpresa cede al riassicuratore i rischi che superano un
importo predeterminato.
iv. facoltativo obbligatorio.
Prevede la facolt di cessione di determinati rischi da
parte dellimpresa, mentre il riassicuratore obbligato
ad accettarli, nellambito del trattato che ne denisce i
contenuti e gli importi massimi;
v. non proporzionali, in cui il riassicuratore si impegna
a risarcire lassicuratore nellambito di un dato massi-
male, ogniqualvolta i risarcimenti superino una soglia
prestabilita (portata).
Lammontare del risarcimento oltre il quale interviene il riassi-
curatore pu essere stabilito per singolo evento o sinistro un
evento pu infatti dare origine a pi sinistri. In particolare, trami-
te la copertura contro un eccesso di perdita (stop loss) limpresa
pu predeterminare quale sia il livello massimo di risarcimenti
che deve sostenere nel corso di un anno.
I riassicuratori riconoscono alle imprese cedenti commissioni che
sono calcolate secondo determinate formule che possono anche
prevedere riduzioni o aggravi di quanto dovuto dallimpresa in
funzione della sinistrosit registrata o dellandamento dei risar-
cimenti posti annualmente a carico del riassicuratore. Contro
58 i t rnccrssc rncnttti vc nrttr i vrnrsr ni /ssi ctn/zi cNi
leventuale insolvenza del riassicuratore sono spesso previsti de-
positi vincolati a favore dellimpresa cedente sino alla denizione
degli impegni derivanti dal trattato.
I prezzi della riassicurazione possono variare di anno in anno,
determinati in base allandamento dei risultati economici conse-
guiti dai riassicuratori negli anni precedenti.
a.b t/ nrri Ni zi cNr nrt r/tni vcNi c
Il termine patrimonio indica le risorse nanziarie di propriet del-
limpresa di assicurazione, perlopi rappresentate dal capitale versato
dagli azionisti, dalle riserve patrimoniali e cio non da quelle tec-
niche nonch dagli eventuali utili non distribuiti. Il patrimonio
costituisce una delle principali garanzie a favore degli assicurati: se a
causa del manifestarsi dei rischi sopra esposti limpresa produce un
reddito negativo e cio una perdita tale perdita pu essere as-
sorbita dal patrimonio senza pregiudicare la solvibilit dellimpresa di
assicurazione, se invece il patrimonio non fosse adeguato e cio in gra-
do di coprire la perdita, limpresa potrebbe trovarsi in una situazione
di insolvenza nei confronti dei propri assicurati.
La funzione del patrimonio particolarmente rilevante nella fase di ini-
ziale attivit di unimpresa di assicurazione nonch in quelle successi-
ve di espansione; la vendita di nuove polizze pu inizialmente compor-
tare una composizione non ottimale del portafoglio rischi, causando
una sinistrosit superiore alle aspettative.
Una crescita sostenuta pu, inoltre, comportare un livello iniziale di
costi superiori ai ricavi, specie nei casi in cui si riconoscono agli agenti
anticipi sulle provvigioni relative a polizze pluriennali.
Aumentando quindi il volume delle polizze vendute, cresce lesigenza
di mantenere adeguate dotazioni patrimoniali con cui far fronte a even-
ti imprevisti che possono riguardare non solo i risarcimenti, ma anche
eventuali diminuzioni nel valore degli investimenti detenuti a coper-
tura degli impegni assicurativi, nanziamenti alla rete commerciale
etc.
La determinazione dellentit del patrimonio dipende sia da scelte di
natura gestionale, volte a denire la quantit di mezzi necessari a fron-
teggiare le diverse esigenze dellimpresa, sia da regole di carattere
generale stabilite dalle autorit di vigilanza allo scopo di garantire
che le imprese di assicurazione mantengano un livello di mezzi propri
commisurati ai rischi assunti.
5 L UTI L I ZZO I NNOVATI VO DEL-
L I CT NEL MERCATO DEL L E ASSI CU-
RAZI ONI
i Nni cr
5.1 Concept soluzioni ICT per il mercato delle assicurazioni 59
5.2 Call Center EVO: lincontro con lambiente Internet 60
5.2.1 Lo scenario di riferimento: levoluzione Internet 60
5.2.2 Linterazione nellambiente Internet: oltre lascolto 61
5.2.3 Il primo passo: il modello Call Center EVO 62
5.2.4 Lazienda come attore sociale: la progettazione della
Community 66
5.3 Mobile Worker: Contratto Digitale 68
5.3.1 Contesto e opportunit 68
5.3.2 Descrizione della soluzione 69
5.3.3 Caratteristiche del servizio 69
5.3.4 Use case 70
5.4 Informativa Finanziaria: un servizio dedicato 71
5.4.1 Informativa Finanziaria: introduzione 72
5.5 Lultima evoluzione: il Mobile Application Server 74
5.5.1 Le tipiche applicazioni disponibili 74
5.6 Scenari evolutivi 76
5.6.1 La Business Intelligence 76
=.+ ccNcrrt scttzi cNi i ct rrn i t vrnc/tc
nrttr /ssi ctn/zi cNi
Il fenomenale sviluppo delle reti dati ha reso possibile soluzioni che,
solo no a pochi anni or sono, semplicemente non erano tecnologica-
mente fattibili o economicamente sostenibili.
Nello stesso tempo il mondo delle relazioni tra aziende e consuma-
tori sta subendo modicazioni cos rilevanti che stiamo assistendo ad
autentici cambi di paradigma.
La complessit dei processi operativi tipici della gestione caratteristi-
ca delle imprese di assicurazione pu beneciare notevolmente delle
opportunit offerte dalle nuove tecnologie: in particolare la mobili-
t consentita dalle reti e le pi innovative soluzioni IT consentono di
intervenire realmente sulla execution di processi produttivi chiave.
La normale prassi metodologica richiederebbe una preliminare ana-
lisi della spesa ICT nel comparto assicurativo: onde evitare inutili
duplicazioni si rimanda al lavoro sviluppato da Assinform
1
.
1 In particolare al Rapporto Assinform sullinformatica le telecomunicazioni e i contenuti
multimediali 41
a
edizione
59
60 t tti ti zzc i NNcv/ti vc nrtt i ct Nrt vrnc/tc nrttr /ssi ctn/zi cNi
Nei paragra seguenti andremo a descrivere alcune classi di solu-
zioni che potrebbero portare reali vantaggi competitivi alle imprese di
assicurazioni che si congureranno quali early adopter.
=.z c/tt crNtrn rvc: t i NccNtnc ccN t /v-
si rNtr i NtrnNrt
=.z.+ Lo scenario di riferimento: levoluzione Internet
Lo sviluppo di Internet negli anni con riferimento allutilizzo/fun-
zionalit offerte agli Internauti pu essere cos sintetizzato:
Anni 7090: utilizzo della rete principalmente per recupero/-
ricerca dati attraverso telnet, FTP e primi scambi messaggi con
e-mail. Community senza identicazione e basate su interessi
(universit)
902000: si consolida lutilizzo dei browser come strumento di
accesso alla rete abilitando la normalizzazione dei protocolli. Com-
munity centrate su siti Web, basate su interessi comuni, tipica-
mente identicate (registrazione). La fruizione degli ambienti
web principalmente in lettura di informazioni
2002oggi: si sviluppano Community basate su interessi, identi-
t dellutente riconoscibile, creazione di contenuti dal pubblico,
fruizione dei servizi in mobilit. Sfuma il concetto di online-
ofine
In sostanza Internet diventa un ambiente in cui:
Le persone la utilizzano come strumento per comunicare esatta-
mente come i gruppi sociali comunicano quando si incontrano
sicamente
consentito il superamento del vincolo socio-demograco pre-
sente nei gruppi sociali sici, reali
Si perdono alcuni aspetti rilevanti della socialit sica (e.g. lin-
guaggio del corpo) e rispetto dellidentit in senso stretto in
rete si possono agire identit pi o meno differenti rispetto alla
propria effettiva
Lidentit on line si arricchisce perch oltre i dati anagraci ci
sono i contenuti creati dal soggetto e i contenuti di feedback
apportati sui contenuti di altri soggetti appartenenti alla com-
munity (tagging): il tutto contribuisce a formare nuove reti di
informazione a partire dai singoli contenuti
Dal punto di vista pratico incrementato esponenzialmente il nu-
mero di gruppi sociali rispetto a quelli prima resi possibili dai vincoli
della prossimit sica e sociale. Fermo restando lutilizzo di differenti
strumenti, oggi le persone parlano e socializzano in rete esattamente
=.z c/tt crNtrn rvc: t i NccNtnc ccN t /vsi rNtr i NtrnNrt 61
come accadeva nei gruppi principalmente sici negli anni 7080:
principalmente cambiato lordine di grandezza.
In unottica di mercato si congurano le stesse necessit di sem-
pre per la conoscenza e interazione con le persone che costituiscono
il mercato stesso. Il moltiplicarsi delle interazioni sociali attraverso il
nuovo mezzo non modica concettualmente quello che dovrebbe fare
unazienda eccellente ovvero:
Ascoltare i propri Clienti
Essere presenti nel rispondere alle esigenze dei Clienti stessi
Fornire informazione just in time (quando serve) e qualitativa-
mente eccellente
Realizzare prodotti e servizi di eccellenza che consentano ai Clien-
ti di avere esperienze di utilizzo e fruizione altrettanto eccellenti
Il cambiamento del mezzo ha per impatti signicativi sul come
realizzare le interazioni necessarie con i propri Clienti
i t rncstrv/ nrtt /sccttc nrcti i NtrnN/tti Molti consumato-
ri
2
Internauti sono always on e, quali attori sociali dei social net-
work, producono una enormit di feedback sulle proprie esperienze
di consumo e fruizione di servizi
La globalit intrinseca nella rete, la semplicit dellinterazione socia-
le, la sparizione dei vincoli di sicit, il potersi esprimere in modo pi
libero e talvolta anche pi irresponsabile porta il consumatore ad avere
intrinsecamente pi potere nei confronti delle aziende produttrici.
Nellambiente Internet lascolto dei Clienti si esprime attraverso la
presenza nei Social Network e lascolto sistematico di ci che le
persone dicono.
Possiamo dire che il problema dellascolto complicato dal fatto
che il potere nella relazione produttore/consumatore si sta spostando
dalla parte del consumatore
3
: le aziende non possono permettersi di
non ascoltare quello che in rete si dice di loro.
=.z.z Linterazione nellambiente Internet: oltre lascolto
Abbiamo evidenziato che ogni azienda eccellente deve interagire
con i propri Clienti.
Internet costituisce un ambiente sociale, ovvero un coacervo eteroge-
neo di community, pi o meno formalizzate.
Il passaggio successivo alla fase di ascolto, nientaffatto obbligato
4
,
quello di rendere viibile la propria presenza partecipando attivamente
2 La chiave di lettura utilizzata dalle aziende di produzione delluomo Internet quale con-
sumatore riduttiva e un autentico problema per la credibilit della presenza sociale
in rete dellazienda
3 Per due motivi: lambiente Internet consente unenorme amplicazione di quanto si
dice perch non ci sono vincoli sici e i mercati del mondo occidentali sono ormai
saturi, tanto che dominio sulla cultura e ricevere lattenzione del pubblico occupandone
la risorsa tempo stanno diventando i principali obiettivi MKTG di molte aziende
4 Si vuole qui evidenziare che essere presenti in modo attivo nellambiente Internet non
reso necessario dai tempi in cui viviamo ma, se mai, risultato di una scelta conseguente
a un reale cambio di paradigma
62 t tti ti zzc i NNcv/ti vc nrtt i ct Nrt vrnc/tc nrttr /ssi ctn/zi cNi
e in modo identicabile ai social network: si tratta cio di diventare
attori sociali attivamente presenti in rete.
un passo delicato che richiede uno specico abito mentale social
network trained che non si costruisce overnight: signica che non
pu esserci frattura tra un front end che opera in ottica di Social Net-
work (informalit, trasparenza, ottica di complicit con i propri Clienti)
e un backend che non crede nel lavorare con il Cliente.
Si noti in particolare che:
1. Essere presenti signica principalmente rispondere alle richie-
ste dei clienti, sia dirette che indirette - si pensi ad un giudizio
negativo sui servizi/prodotti postato da un navigatore su un
Forum
2. Non signica esserci per Comunicare secondo le logiche del-
la tradizionale comunicazione MKTG: si passa infatti dallottica
del target allottica del gruppo sociale, il che signica che il pa-
trimonio sociale quindi pi importante della comunicazione
obiettivizzata verso un target
3. Le risposte devono essere tempestive e socialmente utili (re-
gistro comunicativo tra pari, valore informativo e di servizio
reale)
4. Lambiente dei Social Network richiede empatia e partecipazio-
ne genuine. Latteggiamento funzionale e fondato sullobiettivo
tradizionale di convincere/persuadere il Cliente semplicemente
non paga in quanto non genuino
Il passo nale ripetiamo non obbligato pu essere la proget-
tazione di una propria community che consiste nel progettare e pre-
disporre lambiente in cui le persone possono parlare tra loro e con
noi. Si noti che predisporre lambiente non signica solo scegliere e
rendere disponibili gli strumenti per una social network: si tratta in-
fatti di Progettare la propria community che signica individuare
loggetto sociale sottostante i propri prodotti e servizi e identicare il
concept narrativo coerente con le passioni e i desideri della potenziale
comunit. In denitiva un lavoro di Ingegneria Sociale
5
.
=.z. Il primo passo: il modello Call Center EVO
Anche senza arrivare alla progettazione della propria community, di
cui ci occuperemo nel paragrafo successivo, ci sono alcune importan-
ti esigenze funzionali che devono essere coperte dallevoluzione dei
sistemi/processi in essere nelle banche e assicurazioni:
1. Sito istituzionale coerente con limmagine che lazienda si vuole
dare
5 Il termine Ingegneria Sociale stato introdotto con connotazione negativa dal famoso
hacker K. Mitnik nel suo Larte dellinganno intendendo lo studio del comportamen-
to individuale di una persona al ne di carpire informazioni. Qui si vuole intendere
che la progettazione della presenza in rete unarmonica applicazione di discipline quali
sociologia, antropologia, psicologia e ingegneria.
=.z c/tt crNtrn rvc: t i NccNtnc ccN t /vsi rNtr i NtrnNrt 63
2. Mail come canale di accesso
3. Chat come canale di accesso
4. Monitoring della navigazione dellInternauta quando opera sul
nostro sito
5. Supporto informativo allInternauta che sia dinamico e context
driven, cio tenga in considerazione come lutilizzatore naviga
sul nostro sito
6. Utilizzo di un sistema di ascolto per essere consapevoli di quanto
sta accadendo in Internet correlato a noi
7. Progettazione di campagne di Internet MKTG
Daltra parte tutte le banche e assicurazioni sono dotate di canali di
accesso telefonici tipicamente presidiati mediante Call Center.
Lesigenza diventa allora quello di far evolvere i Call Center in mo-
do da poter gestire lambiente Internet e la socialit in rete: questo il
mission statement della nuova offerta Call Center EVO.
La gura seguente illustra schematicamente il concept del nuovo
modello di interazione.
Figura 5: Un modello evolutivo di Call Center per la gestione del canale
Internet
Il cuore del sistema la piattaforma di routing che consente di
gestire i diversi canali.
Sulla base dei carichi di lavoro, degli skill degli operatori
6
e delle
procedure/processi operativi in essere e codicati nella congurazione
del sistema, gestisce linstradamento delle richieste di interazione.
Il modello prevede la presenza di tre moduli funzionali:
6 Utilizziamo il termine operatore in senso allargato: infatti canali diversi richiedono skill
molto diversi e anche molto differenti dallimmagine consueta che abbiamo di operatori
telefonici. In particolare nel caso di profonda gestione della presenza sociale in rete,
loperatore potrebbe essere il Community Manger o, in casi estremi, il Responsabile
del Customer Care
64 t tti ti zzc i NNcv/ti vc nrtt i ct Nrt vrnc/tc nrttr /ssi ctn/zi cNi
1. Phone call Management Module
2. WEB Channel Management Module
3. Operative Community Management Module
Andiamo ora a descrivere le principali funzioni dei moduli funzio-
nali.
rucNr c/tt v/N/crvrNt vcnttr il modulo che gestisce il tra-
dizionale Canale Telefonico Inbound/Outbound. Tutte le funzionalit
evolute di un tipico Call Center avanzato sono presenti. In particolare
il modulo di outbound, testato e utilizzato in aziende che effettuano
vendite telefoniche, consente di inserire e/o aggiornare record inerenti
gli eventi di outbound in un Database Relazionale centralizzato.
La piattaforma di routing in grado di gestire sia la telefonia tradi-
zionale (ISDN/PSTN) sia VoIP.
Una caratteristica rilevante la possibilit di gestire unit Call Cen-
ter distribuite, consentendo la massima essibilit nella gestione del-
linbound e/o delloutbound.
wrs cu/NNrt v/N/crvrNt vcnttr Questo modulo consente di LIT a supporto dei
nuovi mparadigmi di
relazione tra azienda
e clienti
gestire tutti gli innovativi canali di comunicazione utilizzati in Internet.
In particolare permette linterazione attraverso:
1. Mail Management
2. Chat Management
3. WEB Multimedia Call Management
4. Monitoring navigazione Internauta
5. WEB Call me congurata dinamicamente e context driven
Approfondiamo qui alcuni temi in relazione alla gestione della so-
cialit in rete.
La casella di mail aziendale, nella sua semplicit, rappresenta il pri-
mo modo di essere presente in Internet da parte dellazienda: potr
sembrare strano ma lerrore pi comune che le aziende commettono
di non presidiare la casella di mail creando un notevole danno di im-
magine allazienda stessa. In questo modo ogni richiesta di interazio-
ne viene noticata secondo opportune strategie agli operatori deputati
alla sua gestione. un canale delicato da gestire in quanto frequente-
mente viene utilizzato da utenti evoluti che hanno bisogno di risposte
approfondite: in altri termini stiamo parlando di Clienti o potenzia-
li Clienti che hanno le idee abbastanza chiare e che chiedono rispo-
ste approfondite; questo accade tipicamente sia per richieste verso il
Customer Care per problemi sul servizio/prodotto, sia per richieste
di approfondimento su un servizio/prodotto di cui si sta valutando
lacquisto.
Il canale Chat spesso utilizzato in ambiente Internet: un cana-
le delicato in quanto il registro di comunicazione utilizzato spesso
informale e contemporaneamente molto veloce chi lo utilizza si
aspetta risposte praticamente immediate ma questo non signica
=.z c/tt crNtrn rvc: t i NccNtnc ccN t /vsi rNtr i NtrnNrt 65
che siano tollerate risposte inaccurate. Spesso dietro le richieste via
chat ci sono Internauti Smart che possono costituire degli autentici
opinion leader allinterno delle Community di appartenenza.
Il sistema qui modellizzato consente naturalmente la gestione del
canale Chat integrandolo con la piattaforma di routing. Un elemen-
to veramente innovativo la gestione automatica della chat attraverso
sistemi di riconoscimento semantico dellinterazione: infatti la natura-
le velocit del canale chat porta inevitabilmente ad un volume piut-
tosto elevato di richieste apparentemente destrutturate. Se per il
dominio cognitivo delle risposte ragionevolmente limitato
7
pen-
sabili utilizzare motori interpretativi che, identicando la semantica
della richiesta, possono attingere ad un database di conoscenze per
fornire risposte via Chat in automatico, mantenendo la gradevolezza
dellinterazione.
Il sistema pu essere utilizzato anche per fornire nuovi servizi: si
pensi per esempio alla trasposizione via Chat di molte transazioni in-
formative che il nostro Cliente magari ora non eroga attraverso il cana-
le telefonico perch troppo costoso o alle classiche FAQ che il Cliente
oggi gestisce o attraverso una fredda pagina WEB o attraverso il canale
telefonico.
Il WEB Multimedia Call Management risponde allesigenza di in-
crementare la redemption rate degli acquisti via Internet e, pi in
generale, di migliorare il livello di servizio offerto.
Le analisi effettuate da societ specializzate del settore riportano ine-
quivocabilmente che spesso lacquisto di un prodotto/servizio via In-
ternet non viene portato a termine perch il fabbisogno informativo
necessario per superare eventuali incertezze non disponibile e manca
il conforto umano nellinterazione.
Lidea quella di fornire la possibilit di interagire in modo multi-
mediale (WEB cam e/o audio via PC) inserendo delle icone di Call
me now in punti opportuni delle pagine del sito dellazienda Cliente.
Il servizio pu naturalmente essere afancato/integrato con il canale
di Chat Management.
Unimportante caratteristica dellimplementazione di questo canale
di comunicazione che la possibilit di contattare il Call Center con
la Web Call pu essere creata dinamicamente sulla base della storia
recente di navigazione del Cliente. Se per esempio unassicurazione
Internet RC auto vedo che il Cliente sta ripetutamente cercando in-
formazioni sulle caratteristiche del servizio aggiuntivo di assistenza
legale, posso pensare che abbia bisogno di essere messo in contatto
con un operatore specializzato che possa fornire informazioni just in
time: in questo caso il sistema genera on the y sulla pagina WEB
licona per poter attivare la procedura di call me back.
crrn/ti vr ccvvtNi t\ v/N/crvrNt vcnttr il modulo che con-
sente di mappare lambiente Internet in uno o pi canali di interazione
con il Call Center evo.
Come abbiamo visto precedentemente le aziende non possono pi
evitare di ascoltare cosa si dice in rete su di loro: questo signi-
7 Si pensi alle richieste che un potenziale Cliente di unassicurazione pu effettuare
mentre sta compilando un preventivo RC auto via Internet
66 t tti ti zzc i NNcv/ti vc nrtt i ct Nrt vrnc/tc nrttr /ssi ctn/zi cNi
ca monitorare forum, blog, testate giornalistiche, servizi informativi
mashed-up da altre fonti primarie. chiaro che serve un sistema che
opportunamente addestrato (dictionary matching) ricerchi su Internet
quanto sta accadendo e si sta dicendo su di noi in modo da renderlo
noto agli operatori e consentire loro di interagire.
8
La soluzione individuata integrabile nel Client applicativo dello-
peratore, costituendo una nestra aggiuntiva dellapplicazione. Linte-
grazione comunque necessaria solo se lazienda ha deciso di non
avere un Community Management Team dedicato: al momento le
best practice prevedono invece che la gestione della community, es-
sendo particolare, sia preferibile progettarla come entit organizzativa
dedicata anche se utilizza le stesse infrastrutture tecnologiche degli
operatori.
=.z.a Lazienda come attore sociale: la progettazione della Commu-
nity
Il momento pi alto di denizione della presenza della propria azien- La presenza sociale:
una decisione
importante da
progettare
da quale attore sociale in Internet la progettazione della propria com-
munity per fare in modo di vivere realmente in unottica vicina ai
Social Network
Non per un passaggio immediato e in molti casi pu non essere
necessario
9
.
Esitono alcuni criteri sociologici per decidere se abilitare una propria
Community:
Presenza di tipici elementi aggreganti:
passione (e.g. moto, auto sportive. . . )
pratica (e.g. D*I*Y)
idoli comuni
prodotto (e.g. nokia)
Idee . . .
Il prodotto/servizio dovrebbe avere almeno una delle seguenti
caratteristiche
Generare emozioni
Essere importante per chi lo acquista
Deve poter essere socialmente declinabile (e.g. Barilla, casa,
famiglia)
Deve esserci o deve essere progettabile una community per-
ch esiste una community potenziale
Si evince che la differenza fondamentale tra linsieme degli utenti
di un prodotto/Servizio e una community il desiderio conscio o
inconscio di conoscere e frequentare persone afni partecipando nel
dialogo e nella dialettica che si evolve in modo socialmente naturale.
8 Naturalmente il prevedere linterazione signica che lazienda ha anche preso la
decisione di essere presente socialmente in rete
9 Imprescindibile invece lascolto.
=.z c/tt crNtrn rvc: t i NccNtnc ccN t /vsi rNtr i NtrnNrt 67
Le tecnologie Internet sono solo strumenti che non possono generare
community alcuna se non esiste potenzialmente la community
10
.
Il concetto di Community in Internet potrebbe essere denito come
gruppo di amici che stanno approfondendo la reciproca conoscenza.
Esattamente come in un Gruppo sociale, le community Internet sono
caratterizzate da interessi e passioni comuni, senza il vincolo sico
socio-demograco in questo caso simili livelli sociali e prossimit
sica non sono fattori abilitanti/vincoli.
Linteresse/passione comune sono fattori abilitanti per la creazio-
ne del Gruppo: il concetto di community presuppone per che esista
anche un legame forte tra i componenti della community.
t/ rnccrtt/zi cNr nrtt/ ccvvtNi t\ Progettare una community
signica:
1. Abilitare la formazione di un Gruppo con interessi condivisi
2. Abilitare il formarsi di legami forti tra i componenti del gruppo
Laspetto valoriale e la coerenza conseguente valori condivisi e
comportamenti attesi costituiscono elementi imprescindibili per la
creazione di una community di valore e che porti valore ai suoi com-
ponenti.
I passaggi fondamentali per la progettazione della Community sono:
1. Vericare se ci sono le condizioni perch ci sia una community
inerente i ns. prodotti/servizi
2. Denire il Social Object del ns. prodotto/servizio ovvero lin-
sieme dei vissuti dei potenziali partecipanti incentrato sulla spe-
cicit del prodotto servizio (e.g. Barilla casa, famiglia, intimacy)
che vogliono condividere e discutere con gli altri membri. Si noti
bene che loggetto Sociale non pu essere comunicato (o c o
non c): pu solo essere abilitato
3. Denire il Concept Narrativo e creare il contesto in cui la so-
cialit degli utenti possa uire. Nel caso di Barilla potrebbero
essere le storie famigliari, di frugalit, semplicit e genuinit che
caratterizzano il mondo rurale che si vuole rappresentare
4. Denire il Community Mix. Sinteticamente signica esplorare Il Community Mix
il mix di strumenti che abilitano le seguenti dimensioni della
Community
a) Talento: far esplodere la creativit della community (e.g.
progettazione concorsi)
b) Socialit: lo scambio non funzionale di messaggi (strumenti
per la socializzazione)
c) Utilit: le ragioni del guadagno pratico conseguente allade-
sione alla community (e.g. FAQ, opinioni di esperti, link ad
altri siti rilevanti per gli argomenti trattati, documentazione
tecncica di prodotto, congurazioni. . . )
10 A costo di banalizzare si pensi alla piazza principale di una piccola cittadina: la sua
esistenza sica non implica affatto che siano presenti comunit reali di cittadini che la
utilizzino rendendola viva
68 t tti ti zzc i NNcv/ti vc nrtt i ct Nrt vrnc/tc nrttr /ssi ctn/zi cNi
d) Collaborazione: leverage sulla community per la risoluzio-
ne di problemi (strumenti per abilitare la community a ri-
solvere problemi)
e) Narcisismo: sempre presente, signica fare in modo che le
persone siano visibili e siano orgogliose di esserlo
t cnc/Ni zz/zi cNr rrn crsti nr t/ rnrsrNz/ i N nrtr Dal punto di
vista organizzativo invece indispensabile far comprendere ai nostri La presenza in rete
richiede anche una
progettazione
organizzativa
Clienti che la decisione di essere presenti in rete ha notevoli impatti
sia per il processo di gestione (mentalit e procedure), sia per il team
da dedicare al Community management.
Un tipico team di community management costituito da:
1. Community Manager
2. Animatore/moderatore
3. Responsabile Customer Care
Per quanto riguarda invece processi e procedure di gestione devono
essere riviste per lo specico Cliente: si tenga per presente che labito
mentale necessario per linterazione nelle Community molto partico-
lare: trasparenza, spontaneit, informalit, focus sulla socialit e non
sugli obiettivi di business sono tutti elementi da valutare con grande
attenzione che vincolano le modalit di comunicazione e che posso-
no essere in contrasto con i tipici obiettivi di target delle tradizionali
strategie di marketing
11
.
=. vcsi tr wcnkrn: ccNtn/ttc ni ci t/tr
=..+ Contesto e opportunit
I contratti relativi alla prestazione dei servizi di investimento, esclu- LIT come tecnologia
di processo
so il servizio di consulenza in materia di investimenti, e, se previsto, i
contratti relativi alla prestazione dei servizi accessori sono redatti per
iscritto e un esemplare consegnato ai clienti (art.23 del Testo Unico
della Finanza ovvero il Decreto Legislativo del 24 febbraio 1998, n. 58
aggiornato con le modiche apportate dal d.lgs. n. 146 del 25.9.2009).
Questo comporta una visita presso il cliente per la compilazione
della modulistica, la consegna di una copia alla banca / assicurazio-
ne ed il successivo data entry manuale dellinformazione nei sistemi
informativi aziendali.
Questo processo ha degli impatti sul workow operativo che risulta
frazionato in attivit di front e back-ofce con conseguenti costi di
gestione elevati e tempistiche lunghe.
Esiste unopportunit quindi per realizzare e proporre un servizio
che, con un impatto minimo sulle modalit operative dei promotori,
consenta di risparmiare sui tempi di lavoro e sui costi di gestione.
11 Si pensi alla progettazione e partecipazione di un Forum attinente ai propri prodotti/-
servizi: se lo spirito di vendere i propri prodotti (upselling, cross-selling) prevalesse
rispetto allo spirito di servizio verso la community il risultato presumibilmente sarebbe
un disastro perch la community si sentirebbe tradita.
=. vcsi tr wcnkrn: ccNtn/ttc ni ci t/tr 69
=..z Descrizione della soluzione
Il Contratto Digitale signica risparmio ed efcienza senza prece-
denti. Si eliminano i costi di scanning e/o di data entry, si agevola
larchiviazione e la gestione documentale e si permette laccesso ai
dati in tempo reale, accelerando enormemente i processi gestionali e
decisionali.
Il contratto, pur ottemperando agli obblighi cartacei di legge, na-
sce infatti in digitale, abilitando elaborazioni e workow innovativi
ed efcienti.
1. Il servizio si basa sullutilizzo di una speciale penna digitale che
viene utilizzata per la compilazione degli ordini o contratti. Non
bisogna far altro che usarla come una normale penna biro, scri-
vendo su carta e compilando i moduli come di consueto con testi,
date, orari e segni di spunta.
2. Le penne digitali utilizzano una speciale videocamera sulla pun-
ta della penna, e si comportano come uno scanner che legge in
diretta quanto scriviamo.
3. La carta adatta allutilizzo delle penne digitali normale carta di
cellulosa e pu essere prodotta nei formati e tipi pi disparati:
carta semplice, copiativa chimica a due o tre fogli, una o due
facciate, formato da A5 ad A3 o combinazioni di tutti questi tipi.
I contratti possono anche essere stampati dal Promotore, con una
normale stampante laser a colori.
4. Tutto ci che si scrive immagazzinato nella penna no a quando
si seleziona con la penna stessa il pulsante di invio, costituito da
una casella da barrare (normalmente in fondo al contratto) : a
questo punto i dati vengono inviati tramite Bluetooth al telefono
cellulare, ad un tablet pc o notebook, per linvio tramite rete
mobile o anche WiFi (a seconda del tipo di rete disponibile).
5. I contratti vengono ricevuti in tempo reale dal server di gestio-
ne, dove tutti i campi del modulo (testi, numeri, date, orari e
segni di spunta) comprensivi di qualunque cosa vi abbia scrit-
to lutente (annotazioni, disegni, rme . . . ) vengono letti da un
potente sistema di riconoscimento del testo manoscritto, elabo-
rati per correggere eventuali errori di lettura e, inne, scritti nel
database specico per il modello caricato.
6. Loriginale cartaceo del contratto resta disponibile per il Promo-
tore e per il cliente per tutti gli usi previsti.
=.. Caratteristiche del servizio
I service element tipici di un servizio di questo tipo sono:
1. Penna Digitale
2. Contratti con pattern specico
70 t tti ti zzc i NNcv/ti vc nrtt i ct Nrt vrnc/tc nrttr /ssi ctn/zi cNi
3. Calamaio USB (per connessione della Penna al PC, scarico dati e
ricarica batteria)
4. Software per telefonino / tablet / notebook
5. Software per PC
6. Software di ricezione- digitalizzazione-elaborazione contratti
7. Software di integrazione con i sistemi legacy di back ofce (svi-
luppo opzionale)
Si noti che:
La Penna Digitale uno strumento di acquisizione (basato su
tecnologia ICR) contenente anche un rell con comune inchio-
stro, che consente di scrivere in senso tradizionale (mantenendo
quindi la piena disponibilit cartacea del documento, scritto e
rmato in originale).
I contratti utilizzati sono analoghi nella forma a quelli esistenti
ma ristampati (su carta comune) utilizzando uno specico retico-
lo brevettato (pattern).
Linformazione immagazzinata nella penna trasmessa ai siste-
mi aziendali e quindi elaborata in real-time.
Linformazione viene trasmessa dalla penna al telefonino (o Ta-
blet / notebook ) via Bluetooth, e da qui via rete mobile al ser-
ver di elaborazione dei dati. In alternativa, linvio al server pu
avvenire tramite il calamaio USB collegato al pc.
Il servizio richiede limplementazione di un software ad hoc per
lacquisizione e la validazione dei dati dai contratti e la successi-
va integrazione con i sistemi legacy aziendali.
=..a Use case
Il tipico caso duso per il sistema, nella sua pi semplice congura-
zione, il seguente
1. Compilazione contratto
Il promotore / agente utilizza la penna digitale per la compila-
zione dei contratti da stipulare con i propri clienti, come con una
qualsiasi penna tradizionale.
2. Invio Dati
Una volta terminata la compilazione di un contratto, il telefonino
automaticamente trasmette le informazioni immagazzinate nella
penna al server gestionale tipicamente in alternativa al tele-
fonino, possibile scaricare i contratti compilati collegando la
penna al PC mediante il calamaio USB.
=.a i Nrcnv/ti v/ ri N/Nzi /ni /: tN srnvi zi c nrni c/tc 71
3. Validazione contratti
Loperatore di back ofce, tramite un applicativo web-based, ac-
cede alla repository sul server per visualizzare i contratti com-
pilati ed inviati dai promotori. Effettua quindi il controllo della
copia digitalizzata e la validazione.
4. Registrazione
In seguito alla validazione, il contratto registrato a sistema e
quindi reso operativo. I dati del cliente sono aggiornati e la
reportistica immediatamente disponibile.
Sono in via di valutazione le evoluzioni del servizio che tengano in
considerazione lutilizzo di dispositivi evoluti quali i tablet PC.
In questo caso loperativit si modica nelle componenti:
1. Invio dati
Una volta terminata la compilazione di un contratto, la penna
digitale automaticamente trasmette le informazioni immagazzi-
nate al tablet del Promotore. Questultimo le invia tramite rete
mobile al server gestionale (presso il cliente o in Cloud TI).
2. Validazione del contratto
Il Promotore stesso quindi, tramite un applicativo web-based,
accede dal suo tablet alla repository sul server e:
visualizza il contratto
effettua il controllo/emendamento della copia digitalizzata
valida la correttezza formale del contratto
Si noti che in questo caso la validazione avverrebbe da parte del
promotore il quale, in accordo con le normali pratiche di Busi-
ness Process Reengineering, ha la massima conoscenza disponi-
bile per agire al meglio e deve esserne quindi lowner.
Come si evince dalla gura sottostante la riduzione del lead ti-
me pu essere considerevole; ancor pi importante il fatto di
evitare eventuali ripensamenti da parte dellacquirente.
=.a i Nrcnv/ti v/ ri N/Nzi /ni /: tN srnvi zi c
nrni c/tc
Levoluzione dei terminali mobili sotto gli occhi di tutti: dopo una Un esempio di come i
nuovi terminali
scatenano la fantasia
nellIT
prima fase evolutiva che ha visto la progressiva sostituzione di sem-
plici cellulari con smartphone multifunzionali dotati di molteplici fun-
zionalit sempre pi indispensabili (mail, messenger, suite ofce sem-
plicate), si sta assistendo con lavvento dei Tablets ad una seconda
fase evolutiva che promette interessanti sviluppi sia per la tipologia di
applicazioni fruite, sia per innovazione di processi di business.
Al consolidarsi di alcuni sistemi operativi per cellulari si pensi a
Symbian e Blackberry si contrappone una nuova onda dei sistemi
72 t tti ti zzc i NNcv/ti vc nrtt i ct Nrt vrnc/tc nrttr /ssi ctn/zi cNi
Figura 6: Contratto Digitale: lIT abilita la rivoluzione di processo
operativi recenti come OS di Apple e Android di Google che si stanno
imponendo sul mercato in particolar modo per smartphone e Tablet.
Anche Microsoft, presente precedentemente con Windows Mobile, sta
sviluppando Windows Phone 7, in partnership con Nokia. La foca-
lizzazione su un numero limitato di sistemi operativi incrementa la
diffusione di applicazioni utilizzabili su pi apparati ed il modello
distributivo dello Apple Store sta facendo scuola.
In questo scenario i tablet si congurano come driver tecnologico per
la sostituzione degli apparati e possono abilitare la fruizione di nuove
applicazioni.
=.a.+ Informativa Finanziaria: introduzione
Gli Information Provider sono societ che si occupano della distribu-
zione dei dati e delle informazioni di mercato attraverso applicativi a
pagamento.
Il mercato dellInformation providing in Italia un mercato maturo
ed in costante evoluzione per rispondere al meglio alle esigenze delle
differenti realt nanziarie.
Attualmente i principali Information Provider che diffondono nel pa-
norama italiano linformativa di mercato sono:
1. Borsa Italiana
2. ThomsonReuters
3. Bloomberg
4. Six Telekurs
5. Il Sole 24 Ore
6. e-Class
7. Kedrios
8. Sungard
Il mercato Italiano pu essere suddiviso in due blocchi: Upper Tier e
Low Cost Tier.
=.a i Nrcnv/ti v/ ri N/Nzi /ni /: tN srnvi zi c nrni c/tc 73
/ncui trtttn/ Larchitettura tipica client/server: i server ricevono
in input i ussi informativi nanziari originali dalle varie istituzioni
preposte (tipicamente borse Europee) e, conoscendo la struttura delle
informazioni, possono elaborarle rendendole disponibili ai client dei
diversi terminali. Data la natura real time del usso, lottimizzazione
della trasmissione dei dati costituisce fattore critico di successo.
i t cti rNt Il client deve essere distribuibile via Application Store e deve
essere identico per ogni Client lasciando la programmabilit del pro-
dotto (numero di tasti funzionali, numero di nestre per schermata,
contenuti) al server in funzione del prolo utente, denito dallo user
stesso e riconosciuto nella fase di autenticazione: in questo modo si
evita la frequenza delle azioni si software distribution.
La congurazione stessa deve essere modicabile da un amministrato-
re tramite uninterfaccia web semplice ed intuitiva.
ccNtrNtti i Nrcnv/ti vi Di seguito presentiamo indicazioni dei conte-
nuti informativi rilevanti:
1. Tipici Contenuti Informativa Finanziaria
a) Azionario italiano ed estero
b) Obbligazionario
c) Derivati
d) Fondi
e) Tassi
f) Cambi
g) Metalli
h) Indici mondiali
2. Comunicati Price Sensitive
a) Informativa in Real Time ricevuta direttamente in originale
dalle societ quotate
b) Archivio storico con motore di ricerca
3. Anagrafe Titoli - Centinaia di migliaia di schede anagrache re-
lative a:
a) Azioni, diritti, warrant
b) Obbligazioni
c) Covered warrant e certicates
d) Fondi, Etf
e) Derivati
4. Avvisi di Borsa Documenti societari e studi societari
a) Amplissimo database di documenti consultabili e memoriz-
zabili tramite un
b) Completo motore di ricerca
74 t tti ti zzc i NNcv/ti vc nrtt i ct Nrt vrnc/tc nrttr /ssi ctn/zi cNi
cni ti c/t stccrss r/ctcns Alcuni caratteri distintivi di una soluzione
di questo tipo sono:
1. Interfaccia Semplicata ed Intuitiva
2. Fonte Dati istituzionale (Borse Europee)
3. Visualizzazione di Informazioni Diverse (tramite Tasti Precon-
gurati)
4. Personalizzazione dei Contenuti delle Viste Relative per Singolo
Cliente (dal dispositivo o da una interfaccia web)
5. Possibilit di collegare Servizi Web
6. Possibilit di Interfacciare Sistemi/Applicazioni del Cliente (es:
accesso al database dei Clienti del promotore)
7. Creazione di watchlist Multiple (set di titoli a particolare interes-
se per lutente)
8. Trafco Dati Limitato (le quotazioni push trasferiscono pochi
bytes al minuto;
9. Basso Consumo di Batteria in quanto limitato dallottimizzazione
del trafco dati
=.= t ttti v/ rvcttzi cNr: i t vcsi tr /rrti -
c/ti cN srnvrn
Abbiamo visto che le applicazioni fruibili in mobilit possono co-
stituire un elemento fondamentale nella trasformazione dei processi
aziendali verso il raggiungimento di kpi di eccellenza.
Il passo evolutivo successivo consiste nel rendere fruibili su dispo- Lapice della
essibilit: il Mobile
Application Server
fruibile in modalit
MaaS
sitivi mobili tutte le fasi di processi che, dopo opportuna analisi di
Business Process Reengineering, possono beneciare dellesecuzione
in mobilit. Questo reso possibile dallutilizzo di Mobile Application
Server che, interagendo con i legacy server aziendali, si fa carico di
integrare le applicazioni esistenti e le rende fruibili ai terminali mobili.
=.=.+ Le tipiche applicazioni disponibili
Le applicazioni disponibili sono:
1. Document & File Sharing
2. Productivity Pack
3. Sales Pack
4. Financial Promoters
5. Quality Check List
=.= t ttti v/ rvcttzi cNr: i t vcsi tr /rrti c/ti cN srnvrn 75
ncctvrNt 6 ri tr su/ni Nc lapplicazione mobile grazie alle quale
le aziende possono condividere rapidamente e facilmente documenti
e les o altre informazioni strutturate.
Lapplicazione interfaccia uno o pi repository di documenti residente
sui legacy server o ospitato in sistemi esterni (e.g. Sharepoint)
Tramite il device mobile possibile visualizzare i Files ed i Documenti,
modicarli e salvarli abilitando la diffusione in modalit push delle
modiche effettuate
rncntcti vi t\ r/ck una semplice suite di produttivit articolabile
in:
1. Prenotazione Sale Riunioni
2. Prenotazione Auto Aziendali
3. Richiesta Ferie/Permessi
4. Approvazione Ferie/Permessi
5. Autorizzazione Trasferte
6. Gestione Rimoborsi on the Go
s/trs r/ck un pacchetto di applicazioni mobile pensate per agevola-
re linterazione in mobilit tra la forza vendita e lazienda. Estendendo
il sistema CRM o ERP aziendale agli utenti mobile:
1. Mobile CRM
Mobile CRM lo strumento verticale pensato per mettere a dispo-
sizione sugli smartphone di un utente le informazioni relative al
CRM aziendale. In questo modo possibile interfacciare le strut-
ture dati del CRM aziendali e rendere disponibili in mobilit le
informazioni tra cui:
Elenco clienti con dettaglio anagraco
Preventivi Cliente
Ordini Cliente
Invio Sales Feedback
Una applicazione di questo tipo consente ad un utente di inol-
trare allazienda un feedback dopo un incontro avvenuto con il
cliente. Tra i vari dati sono gestite anche le coordinate GPS per
geolocalizzare la registrazione dellinformazione. I campi della
scheda feedback sono variabili e possono essere customizzati ed
il suo contenuto puo essere inviato via email ad una lista di
distrubuzione e/o essere memorizzato su un database o CRM.
2. Invio Ordini Cliente
Questa applicazione consente ad un utente di inoltrare allazien-
da un ordine cliente. Tra i vari dati sono gestite anche le coordi-
nate GPS per geolocalizzare la registrazione dellinformazione. I
campi della scheda ordine sono variabili e possono essere custo-
mizzati ed il suo contenuto puo essere inviato via email ad una
lista di distribuzione e/o essere memorizzato su un database o
sistema ERP per la gestione degli ordini.
76 t tti ti zzc i NNcv/ti vc nrtt i ct Nrt vrnc/tc nrttr /ssi ctn/zi cNi
3. Visualizzazione Cataloghi/Listini
Questa applicazione consente ad un utente di visualizzare i cata-
loghi e listini aziendali. Particolarmente comoda da utilizzare su
strumenti quali i tablet, lo strumento si pone come obiettivo quel-
lo di superare i cataloghi e listini cartacei utilizzati dagli agenti
di commercio.
=.b scrN/ni rvcttti vi
=.b.+ La Business Intelligence
uno dei settori in cui si stimano tassi di crescita dellordine del 7%,
decisamente superiori rispetto alla media stimata per tutto lIT.
Nel comparto assicurativo lacuirsi dei fenomeni fraudolenti potreb-
be trovare nellutilizzo avanzato di sistemi di Business Intelligence una
prima contromisura.
La peculiarit delle esigenze dei Clienti rendono la Business Intelli-
gence e le sue soluzioni un ambito tipico per lo sviluppo di progetti
ad hoc secondo le esigenze dei clienti.
A I L CONCETTO DI RI SCHI O
Nellelaborare la sua originale teoria della gerarchia dei bisogni Ma-
slow ha costruito la scala dei bisogni umani secondo un ordine di
priorit. Dopo i bisogni primari riguardanti la sopravvivenza (bisogno
di casa, di cibo), al secondo posto della scala si colloca il bisogno di
sicurezza, a provare lalta priorit che le persone attribuiscono a detto
bisogno.
Il bisogno di sicurezza strettamente legato al rischio che con-
naturato ad ogni attivit umana, svolta individualmente o in forma
associata. Con il termine rischio si intende ogni evento aleatorio, os-
sia di manifestazione possibile ma non certa, del quale si pu stimare
la probabilit di accadimento e prevedere le conseguenze positive o
negative che al suo vericarsi pu determinare.
Lincertezza caratterizza le situazioni nelle quali, con riguardo a dati
eventi aleatori, non possibile anticipare se si vericheranno o meno
n tanto meno stimare a priori la loro probabilit di accadimento e le
conseguenze che potranno generare.
/.+ tr ti rctcci r nri ni scui
Secondo la teoria del rischio, i rischi osservabili nella realt sono
riconducibili a tre grandi categorie, e pi precisamente a:
1. i rischi puri, riguardanti eventi aleatori che, al loro vericarsi,
possono produrre solo conseguenze economiche negative: perdi-
te, danni ecc.;
2. i rischi speculativi, riguardanti eventi aleatori che, al loro veri-
carsi, possono produrre conseguenze economiche positive (utili,
plusvalenze ecc.) o negative (perdite, danni ecc.);
3. il rischio imprenditoriale, che riguarda il rischio per limpresa di
subire perdite, che possano minacciarne la sopravvivenza.
Lassicurazione loperazione economica che permette di fronteggiare i ri-
schi puri tramite il loro trasferimento a terze economie, sufcientemente solide
per garantire la copertura dei danni o delle perdite che potranno originarsi al
loro vericarsi.
/.z t /ttrcci /vrNtc nrttr rrnscNr r nrt-
tr /zi rNnr nl rncNtr /i ni scui
Le persone o le aziende esposte ai rischi puri possono fronteggiarli in
differenti modi:
77
78 i t ccNcrttc ni ni scui c
1. evitare il rischio: questo comporta la rinuncia alleffettuazione
di attivit esposte a dati rischi, linterruzione di attivit per il
sopraggiungere di rischi, o anche limplementazione di processi
di prevenzione che rendano di fatto impossibile il vericarsi del
rischio;
2. assumere in proprio il rischio: comporta la decisione consapevo-
le e razionale di fronteggiare direttamente le conseguenze econo-
miche negative del vericarsi del rischio;
3. ridurre la possibilit del vericarsi del rischio: implica il ricor-
so ad azioni nalizzate a ridurre la frequenza di accadimento
del rischio entro un livello accettabile per la persona o lazien-
da esposta allo stesso; queste azioni riguardano tipicamente la
prevenzione del rischio;
4. ridurre lentit del danno che pu produrre il vericarsi del rischio:
signica ricorrere ad azioni nalizzate a ridurre lentit delle con-
seguenze economiche negative; queste azioni riguardano tipica-
mente la protezione dal rischio;
5. limitare le conseguenze economiche del rischio: ci pu avvenire
tramite la combinazione di una serie di unit esposte allo stesso
rischio, e facendo in modo di ridurre la probabilit che tutte sia-
no colpite dallo stesso rischio contemporaneamente; un classico
esempio dato dalla decisione di disperdere geogracamente
una serie di unit produttive esposte allo stesso rischio;
6. trasferire a terze economie, di provata solvibilit, le conseguenze
economiche del vericarsi del rischio: ci avviene tramite il ricorso
allassicurazione
/. ni scui c r si sccNc ni si ctnrzz/
Le persone e le aziende, in quanto esposte a numerosi rischi, si trova-
no permanentemente in una situazione a rischio. In parallelo alla
presa di consapevolezza di detta situazione le persone e le aziende
avvertono un bisogno molto importante: il bisogno di sicurezza. Da
qui, la ricerca dei mezzi per dare adeguato soddisfacimento allo stesso.
Uno dei mezzi disponibili a tale scopo lassicurazione che, pertanto,
si presenta come uno degli strumenti utilizzabili dalle persone e dalle
aziende esposte al rischio per trasformare la loro situazione a rischio
in una situazione di sicurezza.
/.a ccNni zi cNi ni /ssi ctn/si ti t/ nri ni scui 79
/.a ccNni zi cNi ni /ssi ctn/si ti t/ nri ni -
scui
Afnch un rischio puro possa essere assicurabile dovrebbero essere
soddisfatte alcune condizioni
1
:
1. numerose unit omogenee: deve riguardare un numero sufcien-
temente ampio di unit omogenee esposte alla stessa tipologia di
rischio
2. misurabilit del danno: necessario che il danno da esso pro-
ducibile possa essere misurato, sia pure nei modi e con i limiti
propri delle misurazioni riguardanti eventi aleatori
3. assenza di moral hazard: necessario che il danno sia prodot-
to esclusivamente dal rischio e non da comportamenti volontari
della persona o dellazienda, ossia da quello che viene denito il
moral hazard
4. misurabilit della probabilit di accadimento: il rischio assicu-
rabile quando la sua frequenza di accadimento sia stimabile a
priori con un accettabile grado di approssimazione alla realt
5. entit danno potenziale molto superiore al costo dellassicurazione:
il danno potenziale temuto si presenta di entit considerevole
e il costo dellassicurazione non si presenta molto alto, cos da
renderne conveniente il trasferimento,
6. impatto limitato delleventuale accadimento sul numero degli
assicurati: a priori pu essere previsto con fondamento che il
suo vericarsi non colpisca contemporaneamente la maggioran-
za delle persone o delle aziende ad esso esposte.
/.= /ssi ctn/zi cNr: i t rcNn/vrNt/tr rni N-
ci ri c ni vttt/ti t/
Lassicurazione si basa sulla mutualit, cio sul raggruppamento di pi
persone o aziende che mettono in comune i rischi dei quali temono le
conseguenze e decidono di contribuire al regolamento dei danni che
colpiranno solo alcune di loro.
La mutualit, pertanto, rendendo possibile il ricorso allassicurazione,
permette di eliminare il rischio e di creare sicurezza.
La realizzazione della mutualit la funzione fondamentale dellim-
presa di assicurazione, che basa la sua gestione sulla stessa per rag-
giungere il suo ne istituzionale.
Afnch la mutualit possa permettere di eliminare il rischio e creare
sicurezza necessario che si verichino due fondamentali condizioni:
1 Il rischio pu essere assicurato anche se le condizioni non sono soddisfatte: in questo
caso necessario ricorrere a tecniche di co-assicurazione e riassicurazione oppure alle
due riserve tecniche di equilibrio e di perequazione
80 i t ccNcrttc ni ni scui c
1. deve essere organizzata statisticamente;
2. deve essere basata su analisi statistiche riferite a un numero mol-
to alto di rischi dispersi, omogenei e aventi una frequenza di
accadimento stimabile con fondamento a priori.
/.b tr ccNni zi cNi Nrcrss/ni r nrtt/ vt-
tt/ti t/
La gestione dei gruppi di rischi assicurati in base al principio della
mutualit pu avvenire solo se si vericano le condizioni esaminate di
seguito.
1. Dispersione dei rischi.
Le unit a rischio costituenti il gruppo debbono risultare ade-
guatamente disperse geogracamente, perch in caso contrario il
vericarsi del rischio potrebbe riguardare larga parte delle stesse
o, al limite, tutte le unit contemporaneamente. In altri termi-
ni, necessario che il gruppo delle unit esposte al rischio sia
molto numeroso ma che solo un numero limitato di esse subi-
sca il sinistro. necessario, inoltre, evitare che larga parte delle
unit esposte al rischio, o al limite tutte, subiscano nello stesso
momento il sinistro, perch in questi casi non potr realizzarsi la
compensazione tra i rischi assicurati.
2. omogeneit qualitativa dei rischi
necessario che i rischi delle unit assicurate siano omogenei
sotto il proilo qualitativo, ossia per natura, per fonti che li
generano, per fattori che ne determinano il vericarsi ecc.
3. omogeneit quantitativa dei rischi
i rischi delle unit assicurate debbono essere omogenei sotto il
prolo quantitativo, ossia in rapporto ai valori assicurati. Ci im-
pone che questi ultimi, a livello del gruppo delle unit assicurate,
non debbano mostrare entit notevolmente diverse tra loro. In ca-
so contrario, infatti, potranno prodursi forti scostamenti tra il co-
sto totale dei sinistri stimato a priori e il costo totale effettivo, con
pesanti conseguenze economiche per limpresa di assicurazione.
/. /ssi ctn/zi cNr /ttt/ni /tr r /ssi ctn/-
zi cNr crzi cN/tr
Le logiche di rischio, probabilit associata allaccadimento dellevento
temuto, il concetto di mutualit e il corrispondente calcolo del premio
costituiscono i principi alla base della cosiddetta assicurazione attuariale:
questo tipo di assicurazione permette di dare copertura a rischi legati
ad attivit molto differenziate e spesso complesse.
/. /ssi ctn/zi cNr /ttt/ni /tr r /ssi ctn/zi cNr crzi cN/tr 81
In tempi pi recenti si affermata lassicurazione opzionale a cui si
ricorre soprattutto per la copertura di rischi specici legati ad attivit
standard sottostanti, fondamentalmente di tipo nanziario. Lassicura-
zione opzionale cosi denominata perch si realizza tramite il ricorso
alle opzioni che consistono nella facolt, acquisita tramite il pagamen-
to di un premio, di dare vita a unoperazione di acquisto (opzione
Call) o di vendita (opzione Put) entro una data pressata a un prezzo
prestabilito.
B CENNI AL L A METODOLOGI A DI
CALCOLO DEL PREMI O NEL RAMO DAN-
NI
Il premio delle assicurazioni danni ha una struttura composta da:
1. premio puro
2. caricamento
la somma dei quali costituisce il premio di tariffa.
Il premio puro copre solo il rischio e, quindi, ha la funzione di garan-
tire allimpresa di assicurazione le risorse nanziarie necessarie per
pagare i sinistri prodotti dal vericarsi del rischio assicurato.
Il caricamento ha la molteplice funzione di:
1. coprire i costi commerciali (fondamentalmente le provvigioni di
acquisizione)
2. coprire i costi di gestione sostenuti dallimpresa di assicurazione
3. garantire un margine di sicurezza necessario per fronteggiare
eventuali andamenti della sinistrosit peggiori di quelli previsti
4. permettere allimpresa di assicurazione di conseguire un margi-
ne di risultato economico.
Lobiettivo dellimpresa di assicurazione in sede di denizione dei pre-
mi per una data categoria di rischi quello di garantire lequilibrio
economico-nanziario della gestione degli stessi.
Assumiamo le seguenti denizioni:
B
.
= un particolare ramo assicurativo
A
.
= anno di riferimento
n
.
= numero degli assicurati
c
sm
.
= costo medio del sinistro
n
s
.
= numero dei sinistri
S
.
= n
s
c
sm
ammontare dei sinistri che limpresa provvede di liqui-
dare agli assicurati per gli n rischi del ramo B;
V
m
.
= Valore medio per cui il rischio assicurato
i
m
.
=
c
sm
V
=intensit media di danno
p
a
.
= provvigioni di acquisizione che si prevede di corrispondere agli
agenti e/o ai broker per gli n rischi acquisiti;
83
84 crNNi /tt/ vrtcnctcci / ni c/tcctc nrt rnrvi c Nrt n/vc n/NNi
c
g
.
= costi di gestione che limpresa prevede per il ramo B;
m
.
= margine economico
p
t
.
= premio medio di tariffa
P
t
.
=

p
t
Per un particolare ramo assicurativo B con riferimento allanno A, i
premi di tariffa complessivi P
t
che limpresa dovr conseguire tramite
lassunzione di n rischi dovranno essere di importo sufciente a copri-
re i costi dei sinistri, i costi di acquisizione, i costi di gestione e ad
assicurare un congruo margine di risultato economico m.
La condizione di equilibrio economico-nanziario futuro del ramo B
dellimpresa di assicurazione si pu cos esprimere:
P
t
= p
t
n = S +p
a
+c
g
+m (B.1)
Da cui segue:
p
t
=
S
n
+
p
a
n
+
c
g
n
+
m
n
=
n
s
c
sm
n
+
p
a
n
+
c
g
n
+
m
n
(B.2)
che, con qualche semplice sostituzione conduce a:
p
t
= f
s
c
sm
+
p
a
n
+
c
g
n
+
m
n
(B.3)
Il primo termine costituisce il premio puro, p
p
, la cui relazione con
la frequenza dei sinistri risulta essere:
p
p
= f
s
c
sm
= f
s
i
m
V (B.4)
Da cui segue che laccuratezza della stima della frequenza dei sinistri
f
s
indispensabile per la valida determinazione del premio puro.
Il calcolo della stima reso ulteriormente complesso anche dai seguen-
ti fattori:
1. alcune unit esposte al rischio possono subire pi sinistri nel
corso dello stesso anno. Si tiene conto di questo fenomeno con il
coefciente di ripetibilit.
2. Alcuni sinistri vericatisi possono, per diverse ragioni (responsa-
bilit di terzi, esclusione dalla copertura ecc.), non comportare
costi per limpresa di assicurazione.
3. Per specici rischi il vericarsi di un sinistro pu comportare la
propagazione dei danni anche ad altri rischi (e.g. incendio che
colpisce fabbricati contigui). Si tiene conto di questo fenomeno
attraverso il coefciente di propagazione
C DETTAGL I SUL L E RI SERVE TEC-
NI CHE
Come abbiamo gi avuto modo di sottolineare nel capitolo sul fun-
zionamento delle imprese di assicurazioni le riserve tecniche sono va-
lori che ne caratterizzano il bilancio ed esprimono le obbligazioni di
queste ultime verso gli assicurati.
Nonostante la loro denominazione, questi valori non esprimono ri-
serve in senso proprio in quanto:
non derivano da destinazioni del risultato economico delleserci-
zio (riserve di utili)
non derivano da variazioni del capitale netto (riserve di capitale).
Lattributo tecniche sottolinea che la loro origine da legare alla
logica che supporta i processi tecnicoassicurativi e il loro formarsi
costituisce parte integrante della gestione caratteristica dellimpresa di
assicurazione.
Nel bilancio dellimpresa di assicurazione si presentano sempre co-
me elementi passivi del suo capitale di funzionamento e come compo-
nenti negativi del suo risultato economico.
Le riserve tecniche riguardano sia le assicurazioni vita sia le assicu-
razioni danni. Alcune di tali riserve sono presenti in entrambi i tipi di
assicurazione, altre riguardano solo quelle vita o solo quelle danni.
La caratteristica comune a tutte le riserve tecniche lindetermina-
tezza, in quanto calcolate per far fronte ad eventi non certi. Linde-
terminatezza pi alta nelle riserve tecniche delle assicurazioni danni
ed originata dalla variabilit sia della frequenza dei rischi sia dellin-
tensit dei danni che questi possono produrre al loro vericarsi, sia
dallalto numero delle unit assicurate e/o del numero di sinistri.
Le tipiche riserve tecniche presenti nel bilancio dellimpresa di assicu-
razione sono le seguenti:
la riserva premi;
la riserva matematica;
la riserva per spese di gestione;
la riserva sinistri;
la riserva per somme da pagare;
la riserva di perequazione;
la riserva di senescenza;
la riserva di equilibrio.
85
86 nrtt/cti stttr ni srnvr trcNi cur
c.+ t/ ni srnv/ rnrvi
La riserva premi il valore che esprime gli impegni futuri dellim-
presa di assicurazione relativi ai sinistri che si potranno vericare sui
rischi in corso alla chiusura dellesercizio, ossia in sede di formazione
del bilancio.
La riserva premi composta dalla somma di due componenti:
1. Riserva per frazioni di premio: lo sfasamento temporale tra le
date decorrenza e/o scadenza delle coperture assicurative e lini-
zio/ne dellanno contabile: di fatto alla data del bilancio quasi
tutte le coperture assicurative sono in corso
2. Riserva per rischi in corso: riguarda le eventuali integrazioni del-
la prima componente della riserva necessarie per tenere conto
dei maggiori costi dei sinistri previsti sui rischi in corso, ossia
delle eccedenze di detti costi rispetto a quelli assunti a base dei
premi che si rinviano allesercizio o agli esercizi futuri.
Figura 7: Semplice esempio di sfasamento temporale tra anno desercizio e
copertura assicurativa
La natura della componente 1 della riserva premi la assimila ad un
risconto passivo: in sostanza si tratterebbe di retticare i premi assi-
curativi conseguiti nellesercizio in funzione del rapporto tra residuo
della copertura e la durata complessiva.
La componente 2 ha natura invece molto diversa, trattandosi di una
integrazione legata alla diversit tra la stima della frequenza dei rischi
e/o i costi sostenuti dallassicurazione rispetto a quanto effettivamente
rilevato. Per questo motivo
1
la riserva premi viene vista come una
rimanenza passiva.
c.z t/ ni srnv/ v/trv/ti c/
La riserva matematica una riserva tecnica riguardante le assicura-
zioni vita e ha lo scopo di esprimere il valore delle obbligazioni poten-
ziali dellimpresa di assicurazione verso gli assicurati per i contratti in
corso alla ne dellesercizio, pari alla differenza tra il valore attuariale
degli impegni dellimpresa e quello degli impegni degli assicurati.
1 In realt per la natura economica della riserva, che una posta che rappresenta le obbli-
gazioni dellassicurazione nei confronti degli assicurati ed legata alla natura probabili-
stica degli eventi, il considerarla un risconto passivo concettualmente sbagliato anche
se il calcolo da effettuarsi ha lo stesso principio.
c.z t/ ni srnv/ v/trv/ti c/ 87
Per chiarire la necessit e limportanza della riserva matematica nel
bilancio delle imprese di assicurazione che esercitano le assicurazioni
sulla vita opportuno muovere dalle differenze che esistono tra queste
ultime e le assicurazioni danni. Nelle imprese che esercitano le assi-
curazioni danni il rischio praticamente costante durante il tempo sul
quale si estende la copertura (di norma annuale), se si esclude lim-
patto di rilevanti e repentine variazioni nelle condizioni economiche
dambiente. Il premio commerciale corrisponde al premio di rischio
aumentato dei caricamenti per i costi di acquisizione, i costi di ge-
stione, il margine di sicurezza e il margine di utile. Se indichiamo
con:
P il premio commerciale
p il premio puro
c i caricamenti:
avremo la seguente relazione tra premio e caricamento:
P = p +c (C.1)
Nelle imprese che esercitano le assicurazioni sulla vita il rischio va-
riabile nel tempo. Ne consegue che lassicurato che stipula unassicu-
razione ramo vita, , che ha quasi sempre durata poliennale, dovrebbe:
per coperture in caso di morte pagare un premio naturale an-
nuo crescente, dato che la sua probabilit di morte aumenta col
progredire dellet.
Per coperture in caso di sopravvivenza pagare un premio na-
turale annuo decrescente dato che la probabilit di sua sopravvi-
venza diminuisce col progredire dellet.
Per ovvi motivi trattasi di condizioni non convenienti per gli assicu-
rati
2
che ridurrebbero lappetibilit dellofferta.
In generale le imprese di assicurazione richiedono agli assicurati del
ramo vita premi periodici costanti per lintera durata del rapporto assi-
curativo. Nelle assicurazioni caso morte, come prassi le assicurazioni
richiedono allassicurato, nei primi anni di durata della polizza, in ag-
giunta al premio di rischio un premio di risparmio. Se indichiamo
con:
p il premio di rischio
r il premio di risparmio
c il caricamento
2 in caso di morte lassicurato si vedrebbe costretto a corrispondere premi pi alti al
raggiungimento dellet avanzata, quando di norma i suoi redditi si riducono per la
cessazione dellattivit lavorativa e il passaggio al pensionamento. In caso di coper-
ture legate alla sopravvivenza lassicurato si vedrebbe costretto a corrispondere premi
particolarmente alti nel primo periodo di durata della polizza.
88 nrtt/cti stttr ni srnvr trcNi cur
il premio commerciale P richiesto allassicurato risulta composto nel
modo seguente:
P = (p +r) +c (C.2)
Nellespressione riportata (p +r) un valore costante
3
.
Alla luce delle considerazioni fatte in precedenza, per unassicura-
zione temporanea in caso morte il premio costante fatto pagare allassi-
curato per lintera durata del contratto sar maggiore del premio di ri-
schio nei primi anni di questultima e conterr un premio di risparmio
positivo via via
decrescente. Leccedenza cosi formatasi dovr essere portata a riser-
va matematica per far fronte negli ultimi anni di durata del contratto
alla carenza che si affermer tra premi di rischio e premi incassati, che,
pertanto, far emergere un premio di risparmio negativo crescente.
Nel caso delle assicurazioni miste, la riserva matematica sar alimen-
tata, da un lato, dal premio di risparmio che servir a realizzare, du-
rante lintera copertura, lequilibrio tra premi periodici versati e premi
rapportati al livello di rischio, come nelle assicurazioni in caso di mor-
te, e, dallaltro, dagli accantonamenti necessari alla costituzione del
capitale che limpresa di assicurazione si impegnata a corrispondere
allassicurato in caso di sopravvivenza alla scadenza convenuta.
Esistono diversi metodi per il calcolo della riserva matematica:
1. il metodo prospettivo;
2. il metodo retrospettivo;
3. il metodo ricorrente.
La valutazione deve essere effettuata sulla base dei premi puri, ossia
non tenendo conto dei caricamenti.
Solo con lobiettivo di dare lidea delle modalit di calcolo ci focaliz-
ziamo sul metodo ricorrente perch pi intuitivo.
Siano:
n+1 lanno per il quale si vuole calcolare la riserva matematica
R
n
il valore della riserva matematica allanno n
P
n
il valore dei premi che gli assicurati pagano nellanno n
S
n
la somma da pagare in caso di morte dellassicurato
q la probabilit di morte dellassicurato
p la probabilit che lassicurato resti in vita
Abbiamo la seguente serie temporale che denisce la Riserva mate-
matica:
R
n+1
= R
n
+P
n+1
= k(S
n+1
q +R
n+1
p) (C.3)
Naturalmente V
0
sempre nullo e S
t
noto in fase di sottoscrizione
della polizza (nel caso morte coincide con la somma convenuta con-
trattualmente); p e q sono invece noti attraverso le tabelle di mortalit.
3 la grandezza e il segno delle due componenti nei differenti anni di durata della polizza
variano secondo il tipo di prodotto assicurativo considerato.
c. t/ ni srnv/ si Ni stni 89
c. t/ ni srnv/ si Ni stni
La riserva sinistri riguarda gli accantonamenti che limpresa di as-
sicurazione autorizzata allesercizio dei rami danni deve effettuare a
ne esercizio in previsione dei costi che essa dovr sostenere in futuro
in relazione ai sinistri avvenuti nellesercizio al quale si riferisce il bi-
lancio, o in esercizi precedenti, e in corso di liquidazione alla data di
chiusura dello stesso.
La riserva sinistri, sotto il prolo contabile, un valore presunto
passivo di ne esercizio da accogliere nella classe dei fondi rischi, dato
che sorge in previsione delle uscite monetarie che limpresa di assi-
curazione dovr effettuare in futuro quando, conclusosi il processo
di liquidazione, dovr pagare i sinistri. Questo valore, per, viene
contabilizzato a ne esercizio, in sede di composizione delle scritture
contabili integrative, per rilevare i costi dei sinistri avvenuti durante
lesercizio, e quindi economicamente gi formatisi, la contabilizzazio-
ne dei quali non ha potuto aver luogo nel corso di questultimo perch
non c stata ancora n luscita monetaria n il sorgere di un debito
verso lassicurato o il terzo beneciario.
Se a ne esercizio non si procedesse alla costituzione della riserva
sinistri, non si rispetterebbero due principi contabili fondamentali:
1. il principio della competenza, che prevede che nel bilancio i costi
di esercizio siano correlati correttamente ai ricavi di pertinenza
dellesercizio stesso, non sarebbe rispettato perch non si terreb-
be conto dei costi dei sinistri avvenuti, ossia di componenti nega-
tivi economicamente formatisi nellesercizio e che, in quanto tali,
debbono incidere sulla determinazione del risultato economico
dellesercizio cui si riferiscono.
2. il principio della completezza perch il risultato economico del-
lesercizio risulterebbe falsato in quanto sarebbero indicati solo
una parte dei costi che debbono concorrere alla sua determina-
zione.
Il valore della riserva sinistri determinato a ne esercizio presen-
te sia nello Stato Patrimoniale sia nel Conto Economico del bilancio
dellimpresa di assicurazione. Pi precisamente:
Conto economico: la riserva sinistri di ne esercizio appostata
tra i costi dei sinistri del Conto Economico, perch esprime un
componente negativo del risultato desercizio
Stato Patrimoniale: appostata nella sezione del Passivo dello
Stato Patrimoniale perch esprime un debito in corso di deni-
zione dellimpresa di assicurazione verso gli assicurati o i terzi
beneciari.
Poich a inizio esercizio c la riserva sinistri, riguardante i sinistri
avvenuti in esercizi precedenti e in corso di liquidazione, e a ne eser-
cizio ci sono ancora sinistri di esercizi precedenti in corso di liquida-
zione, sul risultato dellesercizio incide solo la variazione della riserva
sinistri tra linizio e la ne dellesercizio.
90 nrtt/cti stttr ni srnvr trcNi cur
In base allart. 33 del d.lgs. 173/97 le imprese devono costituire alla
ne di ogni esercizio la riserva sinistri, inscrivendo nel bilancio lam-
montare complessivo delle somme che, da una prudente valutazione
effettuata in base a elementi obiettivi, risultino necessarie per fare fron-
te al pagamento dei sinistri avvenuti nellesercizio stesso o in quelli
precedenti, e non ancora pagati, e alle relative spese di liquidazione.
Per quanto attiene i criteri di valutazione il legislatore si limitato a
descrivere la logica che deve presiedere alla valutazione della riserva
sinistri e a indicare i principi nel rispetto dei quali la stessa deve essere
effettuata.
La logica prevista quella di basare la valutazione della riserva sul-
lesame dei singoli sinistri avvenuti nellesercizio o in quelli precedenti
e di riettere nella stessa tutti gli elementi obiettivi rilevanti, ossia tut-
te le circostanze accertate e rilevanti ai ni della stima dei costi che
limpresa dovr sostenere in futuro a titolo di risarcimento dei danni
originati dai sinistri.
Gli elementi obiettivi da considerare in sede di valutazione della riser-
va sinistri sono:
le richieste di risarcimento,
le perizie tecniche,
le fatture dei costi sostenuti dallassicurato o dal danneggiato,
gli accertamenti dei consulenti tecnici sia dellimpresa di assicu-
razione sia delle parti interessate al risarcimento,
le cartelle cliniche,
le perizie mediche dufcio,
gli accertamenti effettuati nel luogo del sinistro,
le deposizioni dei testi,
i costi medi sostenuti di recente per sinistri simili,
i costi medi dei sinistri simili rilevati a livello di settore,
le informazioni assunte presso le autorit inquirenti,
le sentenze penali e civili.
I principi previsti dal legislatore e nel rispetto dei quali le impre-
se sono tenute a effettuare la valutazione della riserva sinistri sono i
seguenti:
1. il principio dellanaliticit;
Impone allimpresa di assicurazione di procedere alla valutazio-
ne degli accantonamenti a riserva distintamente per i singoli sini-
stri avvenuti nellesercizio al quale si riferisce il bilancio o negli
esercizi precedenti. Il legislatore, in deroga a detto principio, am-
mette la possibilit di procedere alla valutazione sulla base del co-
sto medio, a condizione di riferirsi a gruppi di sinistri omogenei
e sufcientemente numerosi.
c. t/ ni srnv/ si Ni stni 91
2. il principio dellobiettivit;
impone allimpresa di assicurazione di procedere alla valutazio-
ne di ciascun sinistro da portare a riserva tenendo conto di tutte
le circostanze, di tutti i fatti e di tutte le informazioni disponibili
e rilevanti per la stima del costo futuro da sostenere a titolo di
risarcimento del danno, nonch delle connesse spese di liquida-
zione. Nel rispetto del principio in oggetto, oltre agli elementi
informativi obiettivi sopra riportati, nella valutazione della riser-
va sinistri si deve tenere conto delle somme che potranno essere
recuperate. Cosi, ad esempio, se sono previste delle franchigie,
ossia delle quote di danni a carico degli assicurati, detti valori do-
vranno essere portati in diminuzione dei valori da accantonare a
riserva.
3. il principio della prudenza;
Il principio della prudenza impone allimpresa di assicurazione,
nel caso in cui esistano notevoli incertezze circa i livelli che po-
tranno raggiungere i costi futuri dei sinistri, di orientare le valu-
tazioni verso i valori pi alti del range di variabilit anticipato.
Questo, nellintento di garantire, alla luce delle informazioni di-
sponibili, la capacit dellimpresa di far fronte ai costi futuri dei
sinistri
4. il principio della competenza
Il principio della competenza impone allimpresa di assicurazio-
ne innanzitutto di portare a riserva sinistri lintero costo futuro
previsto, ossia inclusivo anche del suo aumento conseguente al
previsto aumento dei prezzi. In secondo luogo, detto principio
impone alle imprese di costituire la riserva sinistri anche per i si-
nistri avvenuti ma non ancora denunciati alla chiusura delleser-
cizio, i cosiddetti sinistri tardivi o IBNR (Incurred But Not Re-
gistered). Per il calcolo di questa riserva devono essere osservate
le disposizioni impartite dallISVAP
Nella valutazione della riserva sinistri necessario stimare le spese
di liquidazione dei sinistri ai sensi dellart. 33 comma 5 del d.lgs.
173/97 che sono composte da:
1. Costi di diretta imputazione, perch riguardano in modo speci-
co i particolari sinistri
2. costi indiretti di ramo
3. costi comuni a tutti i rami.
I costi comuni dovrebbero essere imputati in quote ai vari rami
assicurativi.
Le spese di liquidazione costituiscono lomonima riserva (Riserva
per spese di liquidazione)
Con il d.lgs 175/95 si sancito lobbligo di quanticare la riser-
va sinistri per i sinistri tardivi cio i sinistri avvenuti ma non ancora
registrati. I criteri per la sua valutazione sono deniti dallISVAP.
92 nrtt/cti stttr ni srnvr trcNi cur
c.a t/ ni srnv/ ni srNrscrNz/
La riserva di senescenza riguarda le assicurazioni malattia ed stata
introdotta in Italia dal d.lgs. 49 del 15 gennaio 1992. Successivamente,
lart. 25 del d.lgs. 175/95 lha recepita includendola tra le altre riserve.
Il decreto in oggetto al comma 1 dellart. 25 recita: Per i contratti di as-
sicurazione contro le malattie facenti parte del portafoglio italiano che
abbiano durata poliennale o che, pur avendo durata annuale preve-
dono lobbligo dellassicurazione di rinnovarli alla scadenza, le impre-
se, qualora i premi siano determinati per lintera durata del rapporto,
con riferimento allet degli assicurati al momento della stipulazione
del contratto, debbono costituire una riserva di senescenza destinata
a compensare laggravarsi del rischio dovuto al crescere dellet degli
assicurati.
Lart. 25 del d.lgs. 175/95 prevede che la valutazione della riserva
di senescenza possa essere effettuata in base al
1. metodo analitico
in questo caso previsto che: La riserva di senescenza [..] deves-
sere calcolata in relazione alla prevedibile durata dei contratti,
allet degli assicurati ed alle basi tecniche adottate dallimpresa
2. in base al metodo forfettario.
In questo caso il suo valore non pu essere calcolato in misura in-
feriore al dieci per cento dei premi lordi dellesercizio relativi ai
contratti aventi le caratteristiche indicate al comma 1. Lo stesso
decreto prevede, per, che lISVAP possa ssare, anche per singo-
le imprese, unaliquota pi elevata per il calcolo in via forfettaria
della riserva di senescenza.
c.= t/ ni srnv/ ni rrnrct/zi cNr
Lart, 37 del d.lgs. 173/97 disciplina le riserve di perequazione pre-
vedendo che la loro funzione quella di alimentare accantonamenti
conformemente alle disposizioni legislative allo scopo di perequare le
uttuazioni del tasso dei sinistri negli anni futuri o di coprire rischi
particolari.
Lo stesso articolo precisa che rientra in queste riserve la riserva di
compensazione del ramo credito di cui allart. 24 del d.lgs. 175/95: i
dettagli per la quanticazione sono descritti nellarticolo 25 e nellart.
80 del successivo d.lgs. 173/97.
c.b t/ ni srnv/ ni rcti ti sni c
La riserva di equilibrio un particolare tipo di riserva tecnica a
disposizione dellimpresa di assicurazione per gestire i rischi con:
c.b t/ ni srnv/ ni rcti ti sni c 93
1. bassa probabilit di vericarsi, legata agli intervalli temporali
pi o meno lunghi che di norma intercorrono tra il vericarsi
di eventi successivi
2. rilevantissime dimensioni dei danni che possono produrre al loro
vericarsi
Tipici in questo ambito sono i rischi catastrofali (di origine naturale
o prodotti dalluomo) e i rischi ambientali.
Per i rischi dei quali abbiamo detto sopra il risultato tecnico del
singolo esercizio non ha grande fondamento, dato che leccezionalit
degli eventi richiede il riferimento a periodi poliennali, pi o meno
estesi, per determinare un risultato medio signicativo.
In particolare, per i rischi catastrofali estremamente difcile stima-
re sia la frequenza di accadimento (probabilit) per il basso numero di
eventi, sia il danno medio, a causa dellestrema variabilit.
Questo signica che, anche utilizzando le tecniche di Co-assicurazione
e Riassicurazione, i risultati tecnici della gestione di questi rischi mo-
strano rilevantissime uttuazioni nel tempo.
Da qui lesigenza di ricorrere alla costituzione e alladeguamento,
nei successivi esercizi, della riserva di equilibrio, procedendo allac-
cantonamento di quote dei risultati tecnici prodotti dalla gestione di
detti rischi negli esercizi in cui si chiusa in utile, e allutilizzo della
stessa, in tutto o in parte secondo i casi, negli esercizi in cui la ge-
stione dei rischi in oggetto si chiusa con perdite rilevantissime. In
questo modo, quindi, tramite la costituzione e lutilizzo della riserva
di equilibrio possibile perequare nel tempo i risultati tecnici ottenuti
dallimpresa nella gestione di detti rischi.
In questo modo i risultati desercizio esprimono il reale andamen-
to economico della gestione che li determina, in quanto la riserva di
equilibrio, funge da regolatore delle uttuazioni dei rischi in oggetto
distribuendo le punte massime dei sinistri tra pi esercizi, ed eviden-
zia il fatto che queste ultime sono legate da un nesso causale ai rischi
coperti in una serie di anni successivi e non esclusivamente ai rischi
coperti nellanno in cui si verica il sinistro catastrofale.
La riserva di equilibrio non prevista esplicitamente dal d.lgs. 173
/ 97 anche se lo sono le riserve di perequazione, che hanno la stessa
nalit.
D CENNI SUL L A REGOL AMEN-
TAZI ONE DEL SETTORE
Limpresa di assicurazione a motivo della sua rilevanza socio-economica
soggetta a una particolare regolamentazione
1
, che attiene a tutte le
fasi che contraddistinguono il suo ciclo di vita, e pi precisamente:
1. alla sua entrata nel mercato assicurativo;
2. alla sua gestione;
3. al suo sistema di informazioni e di comunicazioni;
4. al suo controllo;
5. alla sua liquidazione.
Lentrata nel mercato assicurativo dellimpresa di assicurazione su-
bordinata allottenimento dallIsvap (Istituto per la Vigilanza sulle As-
sicurazioni private e di interesse collettivo) dellautorizzazione alleser-
cizio dellattivit assicurativa. Detto obbligo previsto sia per le im-
prese che intendono esercitare lattivit assicurativa vita (art. 7 d.lgs.
174/95) sia per le imprese che intendono esercitare lattivit assicurati-
va danni (art. 9 d.lgs. 175/95). Per ottenere lautorizzazione esse deb-
bono dimostrare di essere state costituite in una delle seguenti forme
giuridiche (art. 5 d.lgs. 174/95; art. 7 d.lgs. 175/95)
2
:
1. societ per azioni,
2. societ cooperativa a responsabilit limitata,
3. societ di mutua assicurazione.
Il rilascio dellautorizzazione subordinato alla prova di possedere:
1. il capitale sociale minimo per le imprese costituite nella forma di
societ per azioni o di societ cooperativa;
2. il fondo di garanzia minimo per le societ di mutua assicurazio-
ne.
1 LISVAP lAutorit che esercita la regolamentazione del settore. Dal sito www.isvap.it
si rileva che LISVAP, istituito nel 1982, una autorit indipendente dotata di autono-
mia patrimoniale, contabile, organizzativa e gestionale. LIstituto opera per garantire la
stabilit del mercato e delle imprese di assicurazione, nonch la trasparenza dei prodotti,
nellinteresse degli assicurati e degli utenti in generale
2 Lart. 2546 del Codice civile prevede che nella societ di mutua assicurazione le obbliga-
zioni sociali sono garantite dal patrimonio sociale, Lo stesso articolo prevede che i soci
sono tenuti al pagamento di contributi ssi o variabili, entro il limite massimo determi-
nato dallatto costitutivo. Inoltre, previsto che in esse non si pu acquistare la qualit
di socio se non assicurandosi presso la societ, e che si perde la qualit di socio con
lestnguersi dellassicurazione
95
96 crNNi sttt/ nrcct/vrNt/zi cNr nrt srttcnr
Per le imprese che intendono esercitare le assicurazioni sulla vita il
capitale sociale (nelle societ per azioni) o fondo di garanzia (nelle
societ di mutua assicurazione) non pu essere inferiore a e5.164.569,
mentre per le societ cooperative a responsabilit limitata il capitale
sociale non pu essere inferiore a e2.582.284 (art. 10 dlgs.174/95).
Per le imprese che intendono esercitare le assicurazioni contro i danni,
il capitale sociale o il fondo di garanzia, rispettivamente per le societ
per azioni o le societ mutue, in base allart. 12 del d.lgs. 175/95, non
pu essere inferiore a:
1. e5.164.569 se le assicurazioni riguardano i rami responsabilit
civile;
2. e2.582.284 se le assicurazioni riguardano i rami infortuni; ma-
lattia; corpi veicoli terrestri; corpi veicoli ferroviari; corpi veicoli
aerei; corpi veicoli marittimi, lacustri e uviali; merci trasportate;
incendio; perdite pecuniarie; assistenza;
3. e1.549.371 se le assicurazioni riguardano i rami altri danni ai
beni e tutela giudiziaria.
Per le imprese costituite nella forma di societ cooperativa a respon-
sabilit limitata il capitale sociale non pu essere inferiore alla met
dei valori indicati sopra.
Le imprese di assicurazione, inoltre, per ottenere lautorizzazione
debbono disporre del fondo di organizzazione, la cui entit determi-
nata dallIsvap, ma che in ogni caso non pu essere maggiore della
met dei valori minimi del capitale sociale o del fondo di garanzia per
le imprese di assicurazione vita (art. 10 d.lgs. 174/95) e per le imprese
di assicurazione danni (art. 12 d.lgs. 175/95).
Lottenimento dellautorizzazione altres subordinato alla dimo-
strazione dellesistenza di una serie di condizioni precisate nellart. 9
del d.lgs. 174/95 per le imprese di assicurazione vita e nellart. II del
dlgs. 175/95 per le imprese di assicurazione danni.
Nel rispetto del principio dellHome Country Control, introdotto
con i decreti legislativi 174/95 e 175/95, lautorizzazione rilasciata dal-
lIsvap permette alle imprese di assicurazione italiane di operare in
qualsiasi Stato dellUnione Europea e altrettanto dicasi per le imprese
autorizzate dalle autorit degli altri Stati dellUnione.
Norme particolari sono previste per le imprese di assicurazione vita
che intendono istituire una sede secondaria in altro Stato membro del-
lUnione (art. 42 d.lgs. 174/95) o in uno Stato terzo (art. 48) e per le
imprese danni (artt. S2 e 59 d.lgs. 175/95).
Norme particolari sono altres previste per le imprese vita e le impre-
se danni che intendono esercitare lattivit di assicurazione in libert
di prestazione di servizi in altro Stato dellUnione Europea (artt. 44 e
45 d.lgs. 174/95 e artt. 54 e 55 d.lgs. 175/95) o in uno Stato terzo (art.
48 d.lgs. 174/95 G art S9 d.lgs. 175/95)
La regolamentazione riguarda anche la gestione delle imprese di as-
sicurazione. Cos, per le imprese di assicurazione vita il dlgs. 174/95
prevede lobbligo della gestione distinta per le imprese autorizzate al-
lesercizio anche delle assicurazioni danni (art. 21), norme particolari
per le operazioni di capitalizzazione (art. 40), per la determinazione
crNNi sttt/ nrcct/vrNt/zi cNr nrt srttcnr 97
dei premi (art. 22), la gestione dei rapporti con gli assicurati (artt. 64,
109, 110, 111), per le ( riserve tecniche (artt. 24, 25), per la copertu-
ra delle riserve tecniche (artt. ( 26, 27, 28, 29, 30), per il margine di
solvibilit (artt. 33, 34, 35).
Analogamente per le imprese di assicurazione danni il d.lgs. 175/95
prevede lobbligo della gestione distinta per le imprese autorizzate an-
che allesercizio delle assicurazioni vita (art. 21), nonch norme per le
comunicazioni delle tariffe e delle condizioni di polizza (art. 41), per
la gestione dei rapporti con gli assicurati (artt. 75, 123), di integrazione
e di modica della normativa sulla RCA (art. 126), per la gestione dei
sinistri (art. 46), per il ramo assistenza (artt. 50 e 51), per le riserve tec-
niche (artt. 23, 24, 25, 26), per gli investimenti a copertura delle riserve
tecniche (artt. 27, 28, 29, 30), per il margine di solvibilit (artt. 33, 34,
35, 36, 37, 38).
Norme particolari sul controllo, sulla contabilit e sul bilancio sono
previste dal d.lgs. 174/95 per le imprese di assicurazione vita. Pi
precisamente, norme sul sistema di controllo interno (art. 20), sul re-
gistro delle attivit a copertura delle riserve tecniche e sulla situazio-
ne trimestrale (art. 31), sul bilancio e i libri contabili (art. 61), sulla
certicazione del bilancio (art. 62).
Per le imprese di assicurazione danni il d.lgs. 175/95 prevede norme
sul controllo interno (art. 21), sul registro delle attivit a copertura
delle riserve tecniche e sulla situazione semestrale (art. 31), sul bilancio
e i libri contabili (art. 72), sulla certicazione del bilancio (art. 75).
La materia del bilancio desercizio delle imprese di assicurazione e
del bilancio consolidato dei gruppi assicurativi stata profondamen-
te modicata dal d.lgs. 173/ 97, che ha recepito la quarta direttiva
comunitaria specica per i bilanci delle imprese di assicurazione.
La vigilanza sulle imprese di assicurazione vita e disciplinata dal-
lart. 20 del d.lgs. 174/95.
La vigilanza sulle imprese di assicurazione danni disciplinata dal-
lart. 21 del d.lgs. 175/95.
Norme particolari sono previste dal d.lgs. 174/95 per le imprese
di assicurazione vita in ordine alla decadenza dellautorizzazione (art.
54), alla revoca dellautorizzazione (artt. 55, 56, 57), alla liquidazione
coatta amministrativa (art. 58).
Norme particolari per le imprese assicuratrici danni sono previste
dal d.lgs. 175/95 in ordine alla decadenza dellautorizzazione (art.
65), alla revoca dellautorizzazione (artt. 66, 67, 68), alla liquidazione
coatta amministrativa (art. 69).
E CL ASSI FI CAZI ONE PER RAMO
NEL SETTORE VI TA
Nei rami vita la classicazione per ramo la seguente:
1. le assicurazioni sulla durata della vita umana;
2. le assicurazioni di nuzialit e di natalit;
3. le assicurazioni, di cui ai rami I e II, le cui prestazioni principali
sono direttamente collegate al valore di quote di organismi di
investimento collettivo del risparmio o di fondi interni ovvero a
indici o ad altri valori di riferimento;
4. lassicurazione malattia e lassicurazione contro il rischio di non
autosufcienza che siano garantite mediante contratti di lunga
durata, non rescindibili, per il rischio di invalidit grave dovuta
a malattia o a infortunio o a longevit;
5. le operazioni di capitalizzazione;
6. le operazioni di gestione di fondi collettivi costituiti per leroga-
zione di prestazioni in caso di morte, in caso di vita o in caso di
cessazione o riduzione dellattivit lavorativa.
Limpresa che ha ottenuto lautorizzazione allesercizio delle assicu-
razioni di cui ai rami I, II o III ovvero quella di cui al ramo V se
stata autorizzata ad esercitare anche un altro ramo vita con assunzio-
ne di un rischio demograco, con i relativi contratti pu garantire in
via complementare i rischi di danni alla persona, comprese lincapacit
al lavoro professionale, la morte in seguito ad infortunio, linvalidit a
seguito di infortunio o di malattia. Limpresa che ha ottenuto lauto-
rizzazione allesercizio delle operazioni di cui al ramo VI del comma 1,
in via complementare ai relativi contratti, pu garantire prestazioni di
invalidit e di premorienza secondo quanto previsto nella normativa
sulle forme pensionistiche complementari.
99
F CL ASSI FI CAZI ONE DEI RI SCHI
NEL RAMO DANNI
Nei rami danni la classicazione dei rischi la seguente:
1. Infortuni (compresi gli infortuni sul lavoro e le malattie professio-
nali); prestazioni forfettarie; indennit temporanee; forme miste;
persone trasportate;
2. Malattia: prestazioni forfettarie; indennit temporanee; forme
miste;
3. Corpi di veicoli terrestri (esclusi quelli ferroviari): ogni danno
subito da: veicoli terrestri automotori; veicoli terrestri non auto-
motori;
4. Corpi di veicoli ferroviari: ogni danno subito da veicoli ferrovia-
ri;
5. Corpi di veicoli aerei: ogni danno subito da veicoli aerei;
6. Corpi di veicoli marittimi, lacustri e uviali: ogni danno subito
da: veicoli uviali; veicoli lacustri; veicoli marittimi;
7. Merci trasportate (compresi merci, bagagli e ogni altro bene):
ogni danno subito dalle merci trasportate o dai bagagli, indipen-
dentemente dalla natura del mezzo di trasporto;
8. Incendio ed elementi naturali: ogni danno subito dai beni (diver-
si dai beni compresi nei rami 3, 4, 5, 6 e 7) causato da: incendio;
esplosione; tempesta; elementi naturali diversi dalla tempesta;
energia nucleare; cedimento del terreno;
9. Altri danni ai beni: ogni danno subito dai beni (diversi dai beni
compresi nei rami 3, 4, 5, 6 e 7) causato dalla grandine o dal gelo,
nonch da qualsiasi altro evento, quale il furto, diverso da quelli
compresi al n. 8;
10. Responsabilit civile autoveicoli terrestri: ogni responsabilit ri-
sultante dalluso di autoveicoli terrestri (compresa la responsabi-
lit del vettore);
11. Responsabilit civile aeromobili: ogni responsabilit risultante
dalluso di veicoli aerei (compresa la responsabilit del vettore);
12. Responsabilit civile veicoli marittimi, lacustri e uviali: ogni
responsabilit risultante dalluso di veicoli uviali, lacustri e ma-
rittimi (compresa la responsabilit del vettore);
13. Responsabilit civile generale: ogni responsabilit diversa da
quelle menzionate ai numeri 10, 11 e 12;
101
102 ct/ssi ri c/zi cNr nri ni scui Nrt n/vc n/NNi
14. Credito: perdite patrimoniali derivanti da insolvenze; credito al-
lesportazione; vendita a rate; credito ipotecario; credito agricolo;
15. Cauzione: cauzione diretta; cauzione indiretta;
16. Perdite pecuniarie di vario genere: rischi relativi alloccupazio-
ne; insufcienza di entrate (generale); intemperie; perdite di uti-
li; persistenza di spese generali; spese commerciali impreviste;
perdita di valore venale; perdita di tti o di redditi; perdite com-
merciali indirette diverse da quelle menzionate precedentemente;
perdite pecuniarie non commerciali; altre perdite pecuniarie;
17. Tutela legale: tutela legale;
18. Assistenza: assistenza alle persone in situazione di difcolt.
Nei rami danni lautorizzazione rilasciata cumulativamente per pi
rami cos denominata:
per i rami di cui ai numeri 1 e 2, "Infortuni e malattia ";
per i rami di cui ai numeri 1, persone trasportate, 3, 7 e 10,
"Assicurazioni auto";
per i rami di cui ai numeri 1, persone trasportate, 4, 6, 7 e 12,
"Assicurazioni marittime e trasporti";
per i rami di cui al numero 1, rischio persone trasportate, 5, 7 e
11, "Assicurazioni aeronautiche ";
per i rami di cui ai numeri 8 e 9, "Incendio ed altri danni ai beni";
per i rami di cui ai numeri 10, 11, 12 e 13, "Responsabilit civile";
per i rami di cui ai numeri 14 e 15, "Credito e cauzione";
per tutti i rami, "Tutti i rami danni".
G UN FOCUS SUL LASSI CURA-
ZI ONE RC AUTO
Lassicurazione contro la responsabilit civile relativa ai veicoli a mo-
tore meglio nota come RC auto occupa una posizione particolare
allinterno del variegato portafoglio prodotti offerto dalle imprese di
assicurazione; questa tipologia di polizze rappresenta infatti una quo-
ta molto ampia del mercato assicurativo italiano ed estero in termini
di raccolta premi e ci dipende soprattutto dal fatto che obbligatoria
per tutti i possessori di veicoli.
La ragione per cui, con una norma del 1969, stato introdotto in
Italia lobbligo per tutti i proprietari di autoveicoli di stipulare un simi-
le contratto da ricercare nella volont di evitare che le conseguenze
degli incidenti automobilistici dessero luogo a contenziosi diffusi e la-
sciassero gravare su ampie fasce della popolazione i danni causati da
terzi. Tale obbligo assicurativo grava sul proprietario dellautoveicolo
e, pi in generale, su chiunque pone in circolazione un autoveicolo,
avendone la disponibilit, ad esempio in qualit di usufruttuario.
Un obbligo analogo riguarda le imprese di assicurazione autorizzate
a operare nel ramo Rc auto, che non possono esimersi dallaccettare le
richieste di garanzia avanzate dai possessori di autoveicoli, a meno che
tali richieste non siano conformi a quanto prescritto dalla legge.
La copertura Rc auto garantisce lassicurato contro i danni involon-
tariamente causati a terzi dalla circolazione del proprio autoveicolo,
sia che si tratti di danni materiali, sia di danni alla persona. Sono con-
siderati terzi i soggetti diversi dal conducente dellautoveicolo, i cui
danni non vengono pertanto risarciti. Il risarcimento effettuato dal-
limpresa di assicurazione a favore dei terzi danneggiati solitamente
contrattualmente limitato a un importo massimo (un massimale, per
lappunto) che per legge attualmente non pu essere inferiore a un va-
lore soglia denito in ambito comunitario in concerto con le autorit
di regolamentazione.
Spesso, se il danno provocato dallincidente solo materiale, non
coinvolge pi di due autoveicoli e, soprattutto, riconosciuto anche
da chi lha determinato, il danneggiato pu chiederne la liquidazione
e il risarcimento direttamente alla propria impresa di assicurazione
anzich rivolgersi a quella di colui che ha causato lincidente anche se
sar questultima, in ultima istanza, a dovere sostenere il relativo onere.
Ci possibile grazie alla Convenzione di indennizzo diretto (Cid),
ossia una convenzione tra le imprese di assicurazione, in base alla
quale limpresa che effettua la liquidazione del sinistro a favore del suo
assicurato ha diritto a richiedere il rimborso a quella del danneggiante.
Nel caso, invece, in cui lincidente sia provocato da un autoveicolo
non identicato o privo di assicurazione o la cui impresa di assicura-
zione soggetta a procedure di liquidazione coatta, e abbia provocato
gravi danni alla persona, il risarcimento dei danni avviene a carico del
103
104 tN rccts sttt /ssi ctn/zi cNr nc /ttc
Fondo vittime della strada, organismo nanziato da tutte le imprese
di assicurazione che esercitano la Rc auto in Italia.
Un aspetto cruciale delle coperture Rc auto riguarda la determina-
zione del premio. A questo proposito va ricordato che, a seguito del
recepimento di una direttiva CE, dal 1994 la ssazione dei premi nel
ramo Rc auto stata completamente liberalizzata e sono state intro-
dotte norme volte a incrementare la trasparenza delle tariffe praticate
dalle imprese di assicurazione. Diversamente da quanto accadeva in
passato, quando il costo delle coperture assicurative erano determinate
dal Comitato interministeriale prezzi, oggi ciascuna impresa di assicu-
razione pertanto libera di adottare il proprio sistema di tariffazione,
eventualmente segmentando la clientela al ne di individuare i prezzi
pi congrui per ciascun assicurato.
Gli elementi che determinano il costo delle coperture Rc auto sono
essenzialmente:
1. il numero dei sinistri causati dallassicurato
2. il loro costo medio
3. le spese legali e amministrative relative alla gestione dello stesso
sinistro.
Il calcolo viene effettuato sulla base dei risarcimenti attesi, la cui
previsione fondata sullesperienza passata e sulle stime di aumento
dei costi stessi. quindi possibile ripartire gli assicurati in classi di
rischio omogenee in funzione di alcune loro caratteristiche correlate
al numero degli incidenti e ai relativi costi medi, come ad esempio il
sesso, let, la provincia di circolazione ecc. Si tiene inoltre conto della
sinistrosit pregressa, in base alla quale ciascun veicolo assicurato
assegnato ad una determinata classe di rischio: il passaggio da una
classe meno rischiosa a una pi rischiosa a causa del vericarsi di
un incidente comporta, secondo lapplicazione del meccanismo del
cosiddetto bonus/malus, un aumento del premio. Se viceversa lassi-
curato non causa di alcun incidente si ha, con il passare del tempo, il
passaggio ad una classe migliore e una corrispondente riduzione del
premio.
In generale, nel caso i costi sostenuti dalle imprese di assicurazione
per i risarcimenti aumentino, essi vanno ripartiti tra tutti gli assicurati
in base al principio di mutualit in misura ovviamente differente tra
coloro che hanno causato incidenti e chi no.
Pertanto, anche chi passato a una classe di rischio migliore de-
ve partecipare alla copertura del maggior fabbisogno a cui si trova
esposto lassicuratore.
Negli ultimi anni si sono registrati aumenti signicativi nel costo
delle assicurazioni Rc auto e il fenomeno in Italia ha avuto risonanza
informativa a livello nazionale proprio recentemente (Dicembre 2010).
Ci sono due interpretazioni assai differenti del fenomeno:
1. Taluni addebitano la responsabilit di tali aumenti alla struttura
oligopolistica del mercato che, unitamente allobbligo a contrarre
unassicurazione posto a carico sia degli assicurati che delle im-
prese di assicurazione, genera rigidit sul lato della domanda e
tN rccts sttt /ssi ctn/zi cNr nc /ttc 105
dellofferta e consente comportamenti collusivi tra le imprese di
assicurazione, riducendo gli incentivi a praticare prezzi a livelli
vicini ai costi di produzione. Nel passato si sono avute condanne
di diverse imprese italiane di assicurazione da parte dellAntitru-
st italiana che ha censurato uno scambio dinformazioni sulle
tariffe Rc auto tra le stesse imprese, ritenuto illegittimo anche in
base alla normativa comunitaria. La conoscenza continuata e re-
ciproca delle tariffe praticate potrebbe infatti consentire atteggia-
menti collusivi nella formazione dei prezzi assicurativi. Le stes-
se organizzazioni dei consumatori hanno denunciato gli aumenti
dei prezzi registratisi negli scorsi anni, senza tuttavia riuscire a
dimostrare la formazione di protti eccessivi da parte delle im-
prese stesse. comunque un fatto che il premio medio assicura-
tivo in Italia anche il doppio del corrispondente premio pagato
da Nazioni con proli nazionali simili, quali Francia e Germania.
2. In base a una seconda ipotesi gli incrementi dei premi sono da
imputare alla crescita dei costi dei sinistri, favorita peraltro da
atteggiamenti condiscendenti da parte delle imprese di assicura-
zione nei confronti del processo risarcitorio e di coloro che vi
sono coinvolti. Tale ipotesi sostenuta da quanto emerge dai
dati riguardanti landamento dei conti tecnici delle imprese di
assicurazione relativi al comparto Rc auto da cui emerge che,
negli anni recenti, la crescita dei costi dei risarcimenti stata su-
periore a quella dei premi pagati dagli assicurati. Come stato
da pi parti sostenuto, non si pu tuttavia tralasciare il fatto che
lobbligatoriet ad assicurarsi- che non pone quindi problemi di
elasticit della domanda delle coperture allaumentare del prez-
zo non costituisce di certo un incentivo per le assicurazioni
a contrastare la crescita dei costi dei risarcimenti. Se da un lato
certamente vero che la parte preponderante dei costi (i risarci-
menti) esogena al controllo diretto delle imprese (si pensi alla
progressiva lievitazione dei risarcimenti medi per le lesioni di
lieve entit stabiliti da parte della magistratura ordinaria), dal-
laltro si deve rilevare come non si sia sviluppata, nelle forme
dovute o con lintensit necessaria, lazione di contrasto verso
atteggiamenti opportunistici da parte di tutti i soggetti che trag-
gono direttamente o indirettamente vantaggio dallindustria dei
risarcimenti relativi ai sinistri Rc auto. Il benchmark costituito
dai premi decisamente inferiori pagati in contesti europei simili,
fa ritenere che il problema sia stato nora affrontato semplice-
mente aumentando i premi richiesti, sfruttando lobbligatoriet
del contratto previsto dalla legge, piuttosto che nel fronteggiare
il fenomeno: questa almeno la posizione espressa dallISVAP.
A questo riguardo dalle statistiche relative agli ultimi anni emerge che
solo due terzi dei sinistri Rc auto avvenuti in un determinato anno
sono liquidati nel corso dei due anni successivi e che la liquidazione
completa di tutti i sinistri Rc auto richiede un periodo di sette-otto
anni a partire da quello in cui sono stati denunciati.
Inne, si segnala la progressiva divaricazione dei prezzi delle coper-
ture tra i diversi assicurati. prodottasi a seguito della liberalizzazione
106 tN rccts sttt /ssi ctn/zi cNr nc /ttc
delle tariffe e che ha costituito una fonte di critica per i livelli raggiunti
in alcune aree del paese e per determinate categorie di assicurati.
H GLOSSARI O
tssicuntto soggetto su cui grava il rischio
tssicuntzioNc (coNtnttto oi} loperazione economica che per-
mette di fronteggiare i rischi puri tramite il loro trasferimento
a terze economie, sufcientemente solide per garantire la coper-
tura dei danni o delle perdite che potranno originarsi al loro
vericarsi
tttivitk stNctnic ocriNitc ott tcsto uNico stNctnio -raccolta di
depositi o di altri fonti con obbligo di restituzione -operazioni di
prestito -leasing nanziario -servizi di pagamento -emissione e
gestione di mezzi di pagamento -rilascio di garanzie e di impe-
gni di rma -operazioni per proprio conto o per conto della clien-
tela in: strumenti di mercato monetario, cambi, valori mobiliari,
strumenti nanziari e azioni -partecipazioni alle emissioni di ti-
toli e prestazioni di servizi connessi -consulenza alle imprese in
materia di struttura nanziaria, di strategia industriale -servizi
di intermediazione nanziaria del tipo money broking -gestione
e consulenza nella gestione di patrimoni -custodia e amministra-
zione di valori mobiiari -informazioni commerciali -cassette di
sicurezza -altre attivit secondarie
stNctssicuntzioNc Fenomeno di concentrazione di mercato e inte-
grazione produttiva per cui molte realt bancarie hanno prima
acquisito e poi integrato il canale distributivo per fornire servizi
assicurativi standard o di moderata personalizzazione. Vedasi
anche Banca Universale
stNct uNivcnsttc Si ha quando la Banca decide di svolgere diret-
tamente molte delle attivit consentite dal nuovo Testo Unico
Bancario
scNcricitnio colui a favore del quale limpresa di assicurazione
tenuta a erogare la prestazione in caso di sinistro; ancora si noti
che contraente e beneciario possono essere distinti
coNtntcNtc il sottoscrittore di una polizza assicurativa che non ne-
cessariamente coincide con lassicurato
coNvcNzioNc oi iNocNNizzo oinctto Convenzione di indennizzo
diretto (Cid), ossia una convenzione tra le imprese di assicura-
zione, in base alla quale limpresa che effettua la liquidazione
del sinistro a favore del suo assicurato ha diritto a richiedere il
rimborso a quella del danneggiante
107
108 ctcss/ni c
otNNo il sinistro genera un danno, che pu essere sia materiale sia
sico, sia diretto sia indiretto e cio un danno non direttamen-
te riferibile alloggetto del sinistro, come nel caso della perdita di
quote di mercato causate da una sospensione della produzione
per incendio
ruNzioNc oi iNtcnvcoitzioNc riNtNzitnit Limpresa di assicura-
zione si congura come un intermediario nanziario, in quanto
le sue strutturali disponibilit di mezzi nanziari (cfr. inversione
del ciclo produttivo) fanno emergere la sua capacit di convo-
gliare sistematicamente, tramite gli investimenti, i propri mez-
zi disponibili verso il nanziamento delle aziende caratterizzate
da permanente decit nanziario sia del settore privato sia del
settore pubblico
iNocNNizzo o nistncivcNto lemergere del danno determina il di-
ritto dellassicurato alla prestazione prevista nel contratto, rap-
presentata da un indennizzo o risarcimento per il danno su-
bito, ovvero dallerogazione di una o pi somme di denaro cosi
come previsto nel contratto
iNvcnsioNc oct cicto rnoouttivo il fenomeno per cui nelle im-
prese di assicurazioni si formano prima i ricavi (i premi anticipati
dagli assicurati) dei costi correlati
irotcsi ocvocntrict Indica linsieme di valutazioni circa la proba-
bilit che levento temuto (morte o sopravvivenza dellassicurato)
si verichi nel periodo di vigenza del contratto e d luogo alla
componente demograca o attuariale del premio. Si utilizzano a
tal ne le tabelle demograche
irotcsi riNtNzitnit Indica linsieme di considerazioni e valutazioni
concernenti la distanza temporale tra il momento di versamento
del/i premi e quello di erogazione del capitale o della rendita
e la conseguente necessit di attualizzare i capitali assicurati in
base ad una stima dei rendimenti attesi sulle somme versate (il
cosiddetto tasso tecnico)
isvtr il fenomeno per cui nelle imprese di assicurazioni si forma-
no prima i ricavi (i premi anticipati dagli assicurati) dei costi
correlati
tcccc tvtto ctnti Legge n. 218 del 30 luglio 1990 famosa per aver
introdotto la societarizzazione delle banche e la essibilit nella
concessione da parte loro ai Clienti di crediti a breve/medio/lun-
go periodo
vtnciNc oi sotvisititk costituito fondamentalmente dal patrimo-
nio netto, denito come eccedenza dei mezzi patrimoniali a di-
sposizione dellimpresa rispetto agli obblighi assunti. Lentit
del margine di solvibilit deve essere calcolata secondo i dettami
dellISVAP lente di sorveglianza del settore Assicurativo
vututtitk (rniNcirio oi} Lassicurazione si basa sulla mutualit, cio
sul raggruppamento di pi persone o aziende che mettono in co-
mune i rischi dei quali temono le conseguenze e decidono di
ctcss/ni c 109
contribuire al regolamento dei danni che colpiranno solo alcune
di loro.
La mutualit, pertanto, rendendo possibile il ricorso allassicura-
zione, permette di eliminare il rischio e di creare sicurezza.
onicNttvcNto stnttccico tttc ncttzioNi Approccio strategico di
vendita nel quale la Banca denisce un unico punto di riferimen-
to per il Cliente Corporate Banker per la clientela delle im-
prese e consulente nanziario per la private con lo scopo di
massimizzare il patrimonio informativo sullimpresa, riducendo
cos il rischio e/o massimizzando lopportunit di cross selling
(specialmente sul private)
rncvio Quando il principio di mutualit applicabile, imprese/pri-
vati hanno lopportunit di risolvere il problema del rischio ce-
dendolo alle imprese di assicurazione. Questo avviene attraverso
il pagamento anticipato di una quantit di denaro, tipicamente
assai inferiore al valore economico stimato causato dal vericarsi
del potenziale danno, normalmente denominato premio
ronttroctio oct ttvono oinctto itttitNo Per portafoglio del la-
voro diretto italiano si intende il portafoglio di tutti i contratti di
assicurazione stipulati dalle compagnie assicuratrici italiane e la
documentazione ad essi connessa
ronttroctio oct ttvono iNoinctto itttitNo Per portafoglio del
lavoro indiretto italiano si intendono i contratti stipulati da im-
prese italiane o da stabilimenti in Italia di imprese aventi la sede
legale in altro Stato, se limpresa cedente essa stessa impresa
italiana o stabilimento in Italia di imprese aventi la sede legale in
altro Stato.
ronttroctio oct ttvono iNoinctto cstcno Si considerano porta-
foglio estero i contratti stipulati nel caso in cui limpresa cedente
sia unimpresa avente la sede legale in altro Stato. I contratti sti-
pulati da imprese italiane attraverso uno stabilimento costituito
in altro Stato si considerano portafoglio estero
rniNcirio oct vutuo nicoNoscivcNto c tutonizztzioNc uNict
Direttiva CEE del giugno 1985 che impone lestensione alle altre
nazioni della CEE del riconoscimento gi in essere in una singola
Nazione CEE dellattivit Bancaria di un intermediario. Le rela-
tive autorizzazioni non devono essere nuovamente richieste nei
nuovi paesi al d fuori del paese di origine dove linterme-
diario andr eventualmente ad operare
ntvo otNNi la tradizionale macro classicazione utilizzata in am-
bito assicurativo per indicare imprese di assicurazioni (o una di-
visione di unimpresa di assicurazione) che tratta prodotti ricon-
ducibili a tutte le altre circostanze che possono riguardare un
soggetto e si usa parlarne come di polizze riguardanti danni a
cose e persone
110 ctcss/ni c
ntvo vitt la tradizionale macro classicazione utilizzata in ambito
assicurativo per indicare imprese di assicurazioni (o una divisio-
ne di unimpresa di assicurazione) che tratta prodotti riconduci-
bili alla durata della vita umana
nitssicuntzioNc (ivrncsc oi} le imprese di riassicurazione sono
dedite allaccettazione in via sistematica delle parti di rischi cedu-
te dalle imprese di assicurazione successivamente alla loro assun-
zione. La funzione resa necessaria dal fatto che alcuni eventi
non soddisfano i criteri statistici per la validit del principio di
mutualit
niscuio espressione con la quale si identica il possibile vericarsi di
un certo evento dal quale pu generarsi una perdita per un certo
soggetto
niscnvc tccNicuc Sono poste che caratterizzano il bilancio delle im-
prese di assicurazione ed esprimono le obbligazioni di queste nei
confronti degli assicurati. La metodologia e i vincoli per il loro
calcolo sono ssati dallISVAP. Il termine non deve generare con-
fusione: non sono accantonamenti di Utile di esercizio ma vere
e proprie stime di costi a cui lassicurazione dovr far fronte per
la propria gestione caratteristica (cfr. inversione del ciclo produt-
tivo): per questo motivo devono essere intese come debiti verso
gli assicurati
siNistno il vericarsi dellevento temuto che comporta pertanto
la realizzazione del rischio che sino a quel momento era solo
eventuale.
tcsto uNico oi iNtcnvcoitzioNc riNtNzitnit Legge approvata de-
nitivamente nel febbraio 1998 che deniva attori e attivit nel
campo dellintemediazione
tcsto uNico stNctnio D.lgs. n. 385 del 1 settembre 1993 che siste-
matizza e armonizza i cambiamenti progressivamente apportati
alla legge del 1936 dalla legge Amato-Carli del 1990 e dal rece-
pimento delle direttive comunitarie avvenute nel 1992. I prin-
cipali cambiamenti consistono nella societarizzazione delle ban-
che (e conseguente abbandono della funzione pubblica) e nel-
la despecializzazione delle Banche sulla base della tipologia di
crediti gestiti quale conseguenza dellabbattimento dei relativi
vincoli (le banche da questo momento possono erogare crediti a
breve/medio/lungo periodo)
I L I STA ACRONI MI
srv Business Process Management
sro Business Process Outsourcing
srn Business Process Reengineering
cio Convenzione di Indennizzo Diretto
cio Chief Information Ofcer
cnv Customer Relationship Management
cno Chief Risk Ofcer
cso Chief Security Ofcer
cvv European Mastercard Visa
crc European Payments Council
uui Herndahl-Hirschman Index
isvtr IStituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di interes-
se collettivo
vtts Mobile as a Service
vBt Merger ans Acquisition
vrs Mobile Financial Services
vrs Mobile Financial Services
virio Markets in Financial Instruments Directive
Nrc Near Field Communication
rtc Piano di accumulazione pluriennale
rvo Project Management Ofce
ros Point of Sale
rso Payment Services Directive
nrio Radio Frequency Identication
nit Rapporti Interbancari Accentrati
nist Ricevuta Bancaria
nio Rapporti Interbancari Diretti
stts Software as a service
111
112 ti st/ /cncNi vi
scrt Single Euro Payments Area
sictv Societ dInvestimento a Capitale Variabile
stt Service Level Agreement
siv Subscriber Identity Module
tco Total Cost of Ownership
tus Testo Unico Bancario
tur Testo Unico in Materia di Intermediazione Finanziaria
BI BL I OGRAFI A
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