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di Evelyne Pieiller
Aidan Wash è un cinquantenne vedovo, vagamente depresso, operaio assolutamente non
qualificato. E per di più è anche gallese, fatto che non mette a posto proprio niente, perché nel paese
dove un tempo ardevano le acciaierie, ora bruciano solo le auto faticosamente pagate dai salari più
bassi del Regno Unito. Per finire, e non è la cosa meno grave, non crede più, dopo anni di “New
Labour” terribilmente “moderno” all'efficacia degli scioperi e delle altre proteste.
Secondo logica, Aidan il melanconico, dovrebbe finire per sprofondare nella prostrazione quando la
Sunny Jim Electronics decide di licenziare i suoi duemila dipendenti. Invece, misteriosamente è
preso da una indignazione che gli tonifica i neuroni e lo porterà a sfiorare la stravaganza, portandolo
ad affrontare le sue paure in cui riconoscerà quelle dei suoi compagni, della sua classe e forse anche
quelle di tutto il nostro mondo.
Ma non bisogna ingannarsi. Se Ray French mette bene in scena una disalienazione interiore, se si
tratta qui di una favola politica, questo romanzo, imperturbabilmente eccentrico, non riprende quasi
niente dei cliché della letteratura impegnata. Si inserisce invece molto meglio in una letteratura “che
richiede impegno”, che preferisce salutare la bellezza contraddittoria degli umani, imperfetti,
vanitosi, compiaciuti e qualche volta eroici.
Aidan ha avuto un'intuizione: l'economia si è “modernizzata”, la buona vecchia lotta operaia deve
fare lo stesso. Unico mezzo: i media. Occorre trasformarsi in un fatto di cronaca. Pieno di
entusiasmo, progetta di seppellirsi vivo fino a che la direzione tornerà sulle sue decisioni. Nella bara
interamente biodegradabile che gli ha fornito lo specialista locale di oggetti direttamente caduti dal
camion, a sei piedi sotto la terra del suo giardino, debitamente equipaggiato di cellulare, periscopio
e diverse pulegge, si impegna in una metamorfosi imprevista. Innanzitutto diventa un eroe: il “colpo
mediatico” è riuscito, le televisioni se lo contendono, tutta la città viene a vederlo, l'operaio non è
più fuori moda, è diventato un'attrazione, un'emozione. E' stupendo per l'ego, è ottimo per la causa.
http://www.monde-diplomatique.fr/2008/12/PIEILLER/16731
Six pieds sous terre, de Ray French, traduit de l’anglais par Carine Chichereau, Fleuve noir, Paris,
2008, 439 pages, 20 euros.
Going under, by Ray French, Vintage, 2007, £7,99