Vous êtes sur la page 1sur 286

Antonio Gesualdi

Il nuovo Nordest

@Nordest - Lineanews
Ergon Edizioni

Linea News studio associato di Francesco Brasco, Antonio Gesualdi, Francesca Rigotti via Leonardo da Vinci, 14 36100 - Vicenza Tel.: 0444-912691 e-mail: info@lineanews.it web: www.anordest.it La cartina in copertina, sulla distribuzione delle famiglie nel Nordest, realizzata grazie al software disponibile in Internet del Centro di servizi Interdisciplinari di Rilievo Cartografia ed Elaborazione (C.I.R.C.E.) dellIstituto Universitario di Architettura di Venezia (I.U.A.V.). Indirizzo web http://cidoc.iuav.it/sintesi

A mia moglie Mitzi che al telefono rispose sempre che non ero in casa. A mia figlia Camilla che ha sempre risposto, ma avendo solo due anni, nessuno capiva se cero o non cero. Ai miei colleghi Francesco e Francesca che, in redazione, hanno sempre risposto al posto mio. Un libro, per, dice sempre pi di una chiacchierata al telefono!

Indice
Introduzione Prima di tutto uomini e donne Marx, Freud e il Nordest Il Nordest, un luogo comune ai nordestini Punti di vista Lantropologia che non c La mentalit essenza del progresso 1. Autorevolezza, diversit e individualit Famiglie e famiglia del Nordest La famiglia autoritaria o stirpe, incompleta Il figlio erede e il figlio cadetto La disciplina famigliare La famiglia e i suoi figli, che storia La sequenza del progresso, con lacceleratore La famiglia stirpe, incompleta, urbana La famiglia stirpe, un bilancio 2. Carattere e atteggiamenti Reich, Lopez e il figlio prete I soldi, la pellagra, lalcol e i suicidi La pratica religiosa e la pratica sessuale Il lavoro fonte di equilibrio Limprenditore-operaio/contadino Limprenditore-operaio rivoluzionario La contro-rivoluzione industriale 3. Scolarizzazione e secolarizzazione Il prete vagabondo e ubriacone Dove c il prete c lalfabetizzazione 5 91 63 29 9

Siamo o non siamo tutti preti? Il diplomato e la diplomata tecnici Linsegnante mamma, ma soprattutto persona Il Purgatorio che verr Il sano egoismo lassociazionismo 4. Ideologie e frammenti Democrazia cristiana, socialismo ed etnocentrismo Leader maximo? Il Papa Forza etno! Legemonia Democristiana Il fomentatore e il capro espiatorio La famiglia stirpe blocca comunisti e fascisti La Lega l dove declina la pratica alla messa I leader minimi I leader doggi Proteggere gli ultraliberisti? E finito il welfare dellal di l Astenuti apocalittici e astenuti integrati Democrazia e Nazione 5. Leconomia sglobalizzata Chi guadagna, guadagna tempo Capitalismo stirpe e capitalismo individualista Leredit come pensione? Delocalizzare: la libert in Russia! Manodopera e mano-libera La cassa rurale psicologica Invecchia la popolazione, ma gli immigrati non servono Si cercano le professioni che nessuno sa pi fare Limprenditore-venditore Il ciclo inventivo Proteggere la contro-rivoluzione Limprenditore inventato Per i politici: costruire tanti Berlusconi 6 181 129

Le nuove ineguaglianze Piano piano, forte forte 6. Dallebreo allextracomunitario Quando la badante era ebrea Dentro e fuori dal ghetto Assimilato meglio che altrove Statuti famigliari a confronto Non tutti gli italiani hanno lo spirito fascista La donna-bambina immigrata 7. Conclusioni: Che succeder? Oggi per domani Sempre contro la sofferenza di massa Diplomati e laureati Cera un capannone e una parrocchia ad ogni angolo di strada Saper perdere per poter influenzare i governi Ci sono ancora le classi sofferenti? Leuropeista convinto il pi protetto 261 231

Il problema non che cosa fare, ma come fare Il problema formale W. Reich

Introduzione

Prima di tutto uomini e donne I giornalisti non sono ricercatori o docenti universitari molti lo sono, a dir la verit e gli studiosi non sono giornalisti ma molti lo sono, a dir la verit -. Tutto sta nel cercare di raccontare, almeno, la propria verit. Gli uni e gli altri, per, spesso si scambiano di ruolo perch gli interessi e le tematiche si incrociano. Sono intellettuali e fanno parte della classe dirigente. Hanno il diritto, ma soprattutto il dovere, di analizzare, capire, studiare, divulgare e proporre. Dunque era naturale che anchio, giornalista di un quotidiano esclusivamente on line, @Nordest (www.anordest.it) - mezzo ancora oggi sottovalutato - finissi per occuparmi di un tema come il Nordest cercando di approfondire, di tirare qualche somma, di seguire qualche traiettoria di indagine giornalistica sintende. Non si pu raccontare di persone, di luoghi, di accadimenti quotidiani e non inserirli, almeno mentalmente, in un contesto complesso attuale e storico. Con questo libro ho voluto fare proprio questo: mettere in un contesto organizzato quanto andiamo raccontando giorno per giorno su @Nordest. Per le coordinate fondamentali mi sono affidato allantropologia e ho scelto la teoria che mi sembrava pi avanzata ed esplicativa, ad oggi, e che mi desse strumenti complessi e attendibili oltre che falsificabili e, quindi, verificabili1.

1. Ma provate a farvi unidea se ci riuscite - di cosa significano, realmente, questi dati riportati da un giornale locale: Si va esaurendo un percorso di sviluppo: il 2002 (per il Nordest) stato un anno che risulta essere il terzo peggiore nell'ultimo cinquantennio. Il Pil cresciuto solo dello 0,3 per cento, il reddito pro capite sceso dello 0,2, per la prima volta in dieci anni il valore corrente delle esportazioni diminuito, la domanda interna delle famiglie cresciuta solo dello 0,8 per cento, la produttivit del lavoro scesa dello 0,2. Gli occupati sono aumentati di 25.000 unit e i disoccupati sono diminuiti di 2.000.

Ho scartato il sistematico taglia-e-cuci darchivio con le solite spennellate dinterviste, ma non mi sono neppure iscritto ad un corso universitario. So che questo pu creare ibridi: troppo poco scientifico o troppo poco giornalistico, ma un rischio che bisognava correre. Il giornalista deve avere il coraggio di sapere stare anche nella terra di nessuno. Sono convinto che questo lavoro sul Nordest, a questo punto, e in questo modo andava fatto e mi auguro che altri potranno prendere spunti per approfondire. Quanto alle idee sempre preferibile averne qualcuna che non averne. La mancanza di idee lascia chiunque in balia degli eventi, senza riferimenti, disorientato. Unidea, anche se sbagliata, invece apre, comunque, alla ricerca creativa e costituisce una promessa di verit.

Marx, Freud e il Nordest Molta analisi marxista, di cui molti studiosi del Nordest, ancora oggi, sono puntuali divulgatori, non regge alla storia e allattualit. Non regge pi neppure lanalisi weberiana che fissa le categorie religiose per la spiegazione dello sviluppo. Cos come Marx spiega la nascita del capitalismo inglese e sbaglia su quello continentale, francese o tedesco o russo, Max Weber spiega, a partire dalle religioni, la nascita del capitalismo europeo ma non quello del Sudest asiatico o del Giappone. Marx vede la scissione in due macro-classi e prevede la dittatura del proletariato guardando la Gran Bretagna tra il XVIII e il XIX secolo, ma in Francia, in Germania, e poi nei paesi mediterranei e in Russia, le cose vanno molto diversamente2. Tra il 1500 e il 1900 i paesi europei danno vita non a una ma a pi rivoluzioni: culturale, demografica ed economica. Lo stesso filosofo inglese ultra citato dai liberisti, lo scozzese Adam Smith, scriver che per capire qualcosa di ci che accade bisogna tener conto della cultura, delle istituzione e delleconomia. Dunque un altro errore di Marx quello di credere che tutto sgorgasse dalleconomia? Anche. Invece, ad esempio, linvenzione della stampa, ad un certo punto della storia europea, pi che un effetto una necessit e diventa, poi, una causa dello sviluppo tecnologico. La stampa andava inventata proprio in quel momento e in

2. Sugli errori di Marx c un bel volumetto di Paolo Sylos Labini edito da Laterza oppure si pu dare unocchiata al sito internet del professore liberal socialista. Il libro si trova anche allindirizzo internet: www.crs4.it/Letteratura/LaCrisi/LaCrisi.html

10

Germania. Lalfabetizzazione in atto rende indispensabile un torchio per imprimere pi carta e pi velocemente, ci sono sempre pi cose da raccontare e da tramandare: il sapere qualificher le persone e questo qualificher il saper-fare. In Cina il processo era gi stato messo in pratica nel XI secolo ma, poich nella lingua cinese ci sono molti caratteri, linvenzione dellintaglio del legno e i caratteri mobili non furono ritenuti utilizzabili in grande stile. Mentalit differenti. In Europa, quattro secoli dopo, nel 1850, Carlo Maria Cipolla3, ci spiega che i paesi industrializzati sono anche quelli pi alfabetizzati: Svezia, Prussia, Inghilterra, Francia, Austria e Belgio hanno gi superato il 50%. LItalia ancora intorno al 20%. Dunque prima di arrivare alleconomia, al mercato, ai schi, bisogna capire e cercare di spiegare cosa c sotto la punta delliceberg anche se questa punta pi facile da misurare soltanto perch si vede. Il crollo del 1929, comunque lo si voglia spiegare, produce il nazismo in Germania, ma negli Stati Uniti produce il New Deal. Da una parte Hitler dallaltra Roosevelt. I paesi mediterranei, dopo la Prima Guerra Mondiale, fanno tutte lesperienza di regimi autoritari, ma in Italia il fascismo dura venti anni in Spagna il franchismo una cinquantina. In Italia la monarchia salta, in Spagna c tuttora. Leconomia, dunque, non spiega tutto e non crea tutto: non da l che bisogna partire per spiegare quanto accade o accaduto. I crolli demografici, ad esempio, spesso sono spiegati con i crolli economici: ma in buona parte dellEuropa di oggi si vive bene eppure si fanno pochissimi figli. In Africa c la povert pi diffusa ma i tassi di natalit sono ancora alti. Questo, per, non significa che non si debba tener conto di dati economici: le maggiori correlazioni studiate nel Terzo mondo, infatti, ci dicono che sono la speranza di vita e lalfabetizzazione, la speranza di vita e il reddito pro-capite o questultimo e lurbanizzazione o lalfabetizzazione che indicano reali movimenti di crescita. Se c qualcosa da capire, dunque, bisogna guardarlo da pi punti di vista e, soprattutto, cercando di non semplificare pi o di non assolutizzare pi nessun dato in particolare. Chi lo fa, sbaglia. Cos come non possiamo non utilizzare un secolo di psichiatria, di psicanalisi, di pedagogia per cercare di capire gli atteggiamenti mossi dallinconscio e che muovono dal profondo gli uomini e le donne che ci circondano e noi stessi. Il friulano Tito Maniacco che ha scritto una storia della sua regione fa riferimento a Marx, e fa riferimento anche a Ronald Laing, lo psichiatra antipsichiatra nato a Glasgow in Scozia, per riproporre una storia didentit a partire dalla lingua. E viene
3. C.M. Cipolla Literacy and Development in the West Londres- Penguin - 1969

11

facile il ricordo di scozzesi che hanno rischiato la testa pur di parlare nella propria lingua. Che affinit! Dobbiamo coltivare le nostre differenze dice Laing citato da Maniacco. E si ricorda la storia della Scozia come quella del Friuli; la storia delle identit attraverso la lingua, appunto. Il fatto che tutti hanno una propria lingua e questo tentativo di differenziazione, piuttosto, mostra levidenza dellappartenenza di questi intellettuali alle loro origini: la Scozia come il Friuli, non a caso. Mostra linconscio, il substrato non consapevole, piuttosto che lelaborazione superiore. Egiusto che sia cos, ma sarebbe anche giusto divenirne consapevoli e la presa della consapevolezza individuale non pu che passare da un rapporto a due o da un piccolo gruppo come quello famigliare. Ma su questo sappiamo bene che anche la psichiatria si divisa. Letnopsichiatra Piero Coppo scrive: sull'onda della contestazione antiautoritaria che sconvolse l'Occidente negli anni '60 e '70, (alcuni psichiatri) criticarono a fondo, ponendosene al di fuori, l'apparato psichiatrico e la societ che l'aveva espresso, a volte con la stessa seriet e profondit di argomentazioni, spesso con maggiore radicalit, decisione e forza: Herbert Marcuse, Ronald Laing, David Cooper, Franco Basaglia, per citarne alcuni. Ma, diversamente da essi, gli "psichiatri comparativi" intendevano restare nell'ambito di questa societ, della psichiatria e della Scienza. In un certo senso, volevano verificare, dall'interno del sistema psichiatrico, la tenuta del sistema stesso per renderlo, finalmente, coerente. Ecco diciamo che lintenzione di una collettivit dovrebbe essere proprio quella di rendersi consapevolmente coerente, emanciparsi, nonostante i diversi atteggiamenti e la diversit delle idee. Cosa che, tra laltro generalmente accade. Certo la psicologia nasce nei paesi germanici e soprattutto nasce l dove un sistema famigliare preciso pu essere lorigine di quel modello psichico. In Oriente, in Africa, in India la psicanalisi di un austriaco come Freud non spiega molto se non in riferimento alle categorie europee. Non per questo ci devono sfuggire dati storici sui turbamenti che si diffondono nei periodi di cambio di mentalit, di passaggio da concezioni religiose a concezioni collettive ideologiche o di frammentazione. I salti nel fascismo, nel nazismo, nel comunismo, in Europa, sono sempre stati annunciati da tassi pi elevati di suicidi, di malessere mentale, di patologie diffuse. La stessa fissazione paranoica ad una ideologia, di per s, malattia. Antipsichiatri come Laing, ma anche altri come Thomas Szasz, Erving Goffam, e poi Foucault, Dleuze, Guattari o anche Basaglia a Gorizia hanno sicuramente contribuito alla 12

moderazione professionale, anche se non hanno certo eliminato la follia. Anzi dimostrare che la razionalit schizofrenica inscritta nella famiglia, e quindi gi nellinfanzia, non significa non ammettere la patologia stessa. Una struttura famigliare patogena produce valori e atteggiamenti patogeni. Tutti gli scienziati sociali convengono che lideologia un dogma rigido al quale si aderisce e difficilmente spiegabile. Ma le ideologie hanno fatto la storia contemporanea e anche milioni di morti. Non possiamo far finta di niente per paura dello choc che ci procura il pensarci anche paranoici, simbiotici o schizoidi. Se si parla di nazismo o di stalinismo viene facile a tutti parlare di schizofrenia, di malati di mente, di pazzi. Ma se quelli sono estremi umani tutti gli altri stadi vanno studiati con altrettanta chiarezza. Assumiamo, cos, il totalitarismo anche come un tentativo collettivo di normalizzare la schizofrenia; un tentativo di combattere il malessere collettivo, ma questo non lo riteniamo normale o accettabile. Per tutto ci che riteniamo normale dobbiamo poterlo guardare anche da questo punto di vista: il grado di sanit mentale collettivo e in particolare della classe dirigente che ne scaturisce, il carattere, la tipologia, il profilo di chi rappresenta o di come si presenta una collettivit di individui. Tracciare il profilo di una collettivit significa studiarne il temperamento, il carattere, le modalit di azione e di reazione; in ultima analisi significa anche accettarla. Oggi siamo nel XXI secolo e continuiamo a cercare di organizzarci calcolando ogni giorno un reddito pi o meno alto, unazienda che chiude e una che apre, due artigiani in pi qui e quattro di meno di l, e cos via. Diventiamo sempre pi miopi, a visione corta, e continuiamo a destinare risorse per sondaggi estemporanei, indagini ripetitive, modelli interpretativi misurabili, ma insufficienti. Finiamo per aggrapparci a criteri congiunturali che, alla fine, non chiariscono niente. Dobbiamo tornare a studiare seriamente, ma senza confondere una certa idea deterministica con le indicazioni di lungo termine. I fenomeni politici, economici e sociali non hanno niente di ineluttabile. Ma non dobbiamo neppure fare lerrore di pensare che il presente sia sconnesso dal passato; ogni territorio sempre artefice del proprio sviluppo e del proprio sottosviluppo. Dunque non questione di indovinare il futuro, ma di delineare i possibili itinerari in base, anche, alle evoluzioni nazionali e internazionali. In altri termini - scrive Emmanuel Matteudi - losservazione dei modi di organizzazione tradizionali di ogni societ mostra in modo evidente a qual punto levoluzione recente e del futuro di ogni territorio associata ai fondamenti organizzativi del passato. E tutto qui. 13

Il Nordest, un luogo comune ai nordestini Paradossalmente abbiamo bisogno di pi semplicit ma anche di pi strumenti di analisi. Siamo pieni di esperti che sanno tutto sul Nulla e di tuttologi che non sanno nulla sul Tutto. E siamo anche pieni di rimpalli e di luoghi comuni. Per ora il clima ripetitivo, unaltalena di aria. Il 24 maggio 2001 il quotidiano Il Giornale sbarca a Vicenza e titola: Opere promesse da cinquantanni fatte in 24 mesi La citt delle formiche che produce pi della Grecia4. Il giornalista Gian Antonio Stella aveva gi raccontato nel libro Schei il Nordest straricco cos come Paolo Rumiz e altri. Eravamo ancora in piena euforia da Nordest. Sembra passato un secolo? No, molto, molto di pi. Sono secoli che cos. Ma basta attendere solo due anni, leuforia passa, le borse sono crollate proprio nella primavera del 2001, e libri incensatori sul Nordest non se ne pubblicano pi. Estate 2003, si legge che ''Il peso di Veneto, del Friuli-Venezia Giulia, del TrentinoAlto Adige appare molto limitato nella compagine di governo se comparato con altre aree e con il consenso elettorale garantito alla maggioranza politica nazionale. E i paragoni con la Scozia, la Catalogna, la Baviera che si sprecavano solo qualche anno addietro, oggi sembrano semplicemente improponibili''. Lo scrive il sociologo vicentino Ilvo Diamanti. Due anni prima leggevamo, sempre dalla penna di Diamanti che: Per chi intende definire il Nord Est evocando altri esempi internazionali il gioco oggi appare complicato. Perch difficile individuare uno specifico aspetto che lo contraddistingua. E per questo uno specifico Paese nel quale si rispecchi. Giappone o USA? Luno e laltro. E, inoltre, Catalogna e Svezia. Il Nord Est riflette una pluralit di esempi internazionali. Il che lo rende unarea, per cos dire, poco italiana. E intanto arriva il libro del giornalista Bruno Manfellotto S-profondo Nord. Insomma a guardare certi dati e sentire cos tanti commenti viene veramente paura: ieri eravamo ricchissimi, oggi rischiamo il tracollo. Che sar domani? Ci arriveremo, almeno? Giorgio Bocca, alla prefazione del libro Schei (ma chiss come veramente si scrive, schi sghej!) dice che negli anni Sessanta, quando faceva le inchieste per Il

4. Vicenza non produce pi della Grecia ma esporta per un valore di euro uguale alla Grecia. La cifra dellexport greco di circa 12.470 milioni di euro mentre i vicentini esportano circa 11.000 milioni di euro. Su questo tema vi sono anche altri miti: c chi scrive che Vicenza esporta quanto Grecia e Portogallo insieme oppure che esporta quanto Grecia e Argentina. Ce ne sono altre?

14

Giorno di Italo Pietra, nel miracolo di Vigevano, Carpi, Lumezzane accadeva la stessa cosa: miracolo economico, appunto: Stessa crescita a prato basso, apparentemente spontanea, apparentemente imprevedibile, incontenibile, epidemica infettiva Stessi personaggi inventori e mercanti, trascinatori e trascinati, ora con vista da aquila ora incapaci di vedere oltre la punta del loro naso; stessi orgogli, stesso piove governo ladro, stessa schizofrenia, noi e lo Stato, come se non fosse la stessa cosa; come se uno Stato non fosse fatto dai suoi cittadini, dalla loro cultura, dalle loro tradizioni, dalle memorie del sangue. E si cita Fernando Camon, scrittore nato in un piccolo paese di campagna, in provincia di Padova, presso Montagnana, (che lo stesso Camon definisce cittadina chiusa da una perfetta cinta di mura - Castellani vi ha girato il film "Romeo e Giulietta" - che risale ai tempi del tiranno Ezzelino, prima di Dante. Di questo paese non ha mai indicato il nome) che andava scrivendo: Siamo partiti alla pari del Meridione. Forse pi indietro ancora. Abbiamo sempre fatto da soli, ci hanno sempre trattato male. Lo Stato come se non ci fosse mai stato. Nel rapporto dare-avere abbiamo dato mille e ricevuto zero virgola qualcosa. Insomma un Nordest con unaria poco italiana, in uno Stato che come se non ci fosse stato, e mossi dalla stessa schizofrenia di emiliani, lombardi o piemontesi. E se fosse vero?

Punti di vista Dal giornalismo non pu che venire la divulgazione, la proposta di un punto di vista, listantanea. Ma un certo lavoro di categoria abbisognava anche di sistematicit, di progetti di ricerca pi meditati e meno mediatici. Giampaolo Pansa, collega e piemontese come Bocca, dice che i giornalisti dovrebbero passare molto pi tempo a leggere che a scrivere; pi tempo a osservare, studiare, catalogare. Dunque un primo assunto condivisibile che leconomia una conseguenza e non una causa. Se per qualcuno pi facile possiamo anche dire; una sovrastruttura e non una struttura. Non una grande scoperta ma nel contesto di pensiero unico nel quale viviamo gi un passo avanti. Questa idea non nuova, per stare corti, risale a sociologi come Comte, Durkheim, Parsons secondo i quali la cultura che trasforma la famiglia, ma nel nostro caso la famiglia che decide la cultura e quindi anche il sistema economico. Prima si nasce e poi si impara e poi si fa. Quelli che cerano prima di noi 15

hanno fatto lo stesso. Il governatore della Banca d'Italia, centro di analisi e controllo dell'economia nazionale, nel 1997 disse che "la nostra economia pu tornare a crescere a ritmo annuo dell'ordine del 3%". Abbiamo misurato una crescita, esattamente, della met. Nel 1999 Bankitalia stima un crescita di non pi di 300 mila posti di lavoro. Se ne conteranno, l'anno dopo, quasi un milione. Nel 2001, sempre Bankitalia, annuncia un aumento del Pil intorno al 2,3%. Eurostat misurer una variazione di crescita di 1,7%. Il tasso di inflazione programmato di Bankitalia, tranne per il 1998-99, nel decennio 1993-2003 sballato per cifre che vanno da un minimo dello 0,4% ad un massimo del 2,9%. Per carit non fraintendiamoci: non ho nessuna intenzione di squalificare gli economisti, i giornalisti che si occupano cos bene di gossip-economia, o di deludere gli studenti di economia5 ma, allora, dobbiamo trovare la risposta ad una domanda seria che si pu banalizzare come si vuole, ma resta seria: perch abbiamo cos tanti economisti e cos tanti disoccupati e male occupati? Solo in Italia negli anni Settanta avevamo il 4% di disoccupati e oggi siamo a oltre il 10%. Nel frattempo abbiamo avuto la svalutazione della lira, i boom delle borse, il decollo spettacolare del Nordest. Tutto questo non servito a debellare la disoccupazione, anzi, caso mai lha aumentata. Lesplosione del reddito o la diminuzione dellexport o la crescita di unimpresa non spiegano cosa realmente stia succedendo. Ma, noi, siamo pieni di dati economici e di modelli econometrici. Solo qualche anno fa abbiamo scelto una classe politica basandoci sulle promesse di riduzione del debito pubblico. Ci siamo angosciati sul fatto che ogni italiano, bambini compresi, ha 20 mila euro di debito. Poi venuto il boom delle borse e cos i bot sono stati messi nel pentolone della finanza psichica. Ma l sono stati bruciati e ora chi pu torna ai vecchi bot, pi sicuri, e del debito pubblico, nel 2003, meglio non avere pi pensiero. Latteggiamento, in fin dei conti, non poi cos malsano perch se vero che ognuno di noi ha 20 mila euro di debito pubblico anche vero che ne ha pi o meno altrettanti di credito. Siamo reali debitori solo nei confronti di chi, dallestero, compra i nostri bot. I veri
5. Gli iscritti universitari al gruppo economico-statistico, nel 2000-2001, erano in tutta Italia, 25481, secondi solo al gruppo medico (31.110 iscritti). Il professor Giampiero M. Gallo dice di aver appreso con grande soddisfazione che il Nobel per leconomia 2003 sia stato assegnato a Clive Granger e Robert Engle, econometrici statunitensi, che hanno reso la University of California la mecca della nostra disciplina. Non un caso, appunto, che il Nobel delleconomia, nel 2003, vada a degli econometrici americani.

16

debitori, caso mai, sono i pensionati che hanno dato e dovrebbero ricevere indietro con gli interessi. Veri debitori sono anche quelli che hanno investito in borsa e non sanno pi dove sono finiti i propri risparmi. Il deficit pubblico interno, invece, un affare tra s e s, tra la mano sinistra e la mano destra. Si tratta, al fondo, di una partita con se stessi. Quello che conta, piuttosto, il debito netto con lestero. Ovvero quello che dobbiamo pagare per sostenere i nostri consumi. Nellultimo decennio abbiamo oscillato tra qualche centinaio di euro a testa di debito a buone migliaia, sempre a testa, di credito. Siamo un paese di esportatori: produciamo molto e consumiamo poco. Il Nordest, poi, ancora di pi. Nellambito della circoscrizione nord orientale - come scrivono i tecnici - il commercio estero, nei primi mesi del 2003 rispetto allanno precedente, cresciuto di quasi il 20% nel solo Friuli-Venezia Giulia, grazie alle commesse navali e alle vendite di macchine e apparecchi meccanici. Il Veneto chiude il primo trimestre del 2003 con una flessione di oltre il 6% ma lavanzo commerciale complessivo di 1.666 milioni di euro. I dati disaggregati a livello provinciale segnalano, al primo trimestre 2002, un calo diffuso dei flussi, sia dal lato delle importazioni che delle esportazioni, con le sole eccezioni di Padova (+4% nellimport), e di Venezia (+7,5% nellexport). Con riferimento alla bilancia commerciale, Treviso, con un saldo positivo di 910,3 milioni di euro, sale al pi alto gradino della graduatoria, davanti a Vicenza (814,9 milioni di euro) e Padova (con 377,4 milioni). Verona segnala un saldo negativo di oltre 831 milioni di euro, ma attenzione perch Verona un terminale internazionale di importazione di buona parte dItalia. In sostanza il Nordest produce molto pi di quanto consumi e ha bisogno dellesistenza di altri esseri umani che, magari, consumino pi di quanto siano in grado di produrre ma che siano in grado di pagare, per. Il dollaro forte, e lottundimento ideologico del liberoscambismo, hanno fatto di questa distorsione una possibilit concreta. Ma non potr essere sempre cos. Dunque il deficit pubblico il risultato di una posizione psicologica della nazione e non di condizioni economiche reali, mentre quello commerciale economia reale e misura leffettiva ricchezza di una nazione o di una regione o di una provincia. Non si possono produrre, ad esempio, materie prime che non si hanno. Ma perch i cittadini-creditori non riescono a rendere i cittadini-debitori pi parsimoniosi o a spingerli a restituire il prestito? Semplicemente perch debitori e creditori sono la stessa persona. In qualit di acquirente di bot tendo a far aumentare il deficit e a lucrare su interessi pi alti. Difficilmente mi organizzer per chiedere pi tasse e meno spese. Preferisco pi spese pubbliche, meno tasse e pi interessi. Al 17

limite con i risparmi della mia pensione compro bot che pagano la prossima mia pensione. Se non ho prestato i miei risparmi allo Stato a me stesso tender, ugualmente, a voler essere sicuro di poter ricevere prestazioni di diritto che, comunque, aumenteranno le spese. E tender anche a distribuire i costi il pi possibile e quindi a pagare meno tasse. Linteresse generale va sempre, logicamente, nella direzione dellaumento della spesa pubblica e in modo contrastante per quanto riguarda le tasse. Motivo per cui, oggi, sono diventati, di fatto, tutti neokeynesiani e i politici si ritrovano a combattere, a parole, sul meno tasse per tutti che non ha significato se, invece, linteresse generale quello di pi spesa per tutti. Cos per il debito interno siamo in un territorio inconscio, psicologico, pi profondo e manipolabile e manipolatorio mentre per lo scambio con lestero tendiamo ad essere pi consapevoli e razionali. E lo scontro tra economia psichica ed economia reale. Non solo, ma linflazione non c pi. Tutto questo avrebbe dovuto creare almeno una riduzione delle spese o una impennata dei prezzi: scaricare sulle generazioni future le incontinenze di oggi. Ma, di fatto, allinizio del XXI secolo, non c n inflazione n riduzione delle spese, ma una rigida stagnazione e un rischio deflazione con, invece, una nettissima riduzione in Italia siamo intorno al 40% della fascia di popolazione da 14-29 anni della popolazione6. Ovvero nessun (sperato?!) travaso di debiti alle generazioni future come si pu leggere ovunque, ma un problema da risolvere per le generazioni stesse che lhanno generato. Chi in attivit in questi anni avr da risolvere alcuni problemi seri gi nel prossimo futuro e una delle decisioni gi prese proprio quella di avere meno figli possibili. Decisione, questa s, che non poteva essere rimandata negli anni!

Lantropologia che non c Ida Magli scriveva che in Italia rischioso parlare di antropologia. Nei corridoi delle nostre universit lantropologia il folclore o le tradizioni popolari oppure la continua disputa su cos luomo? Anima e corpo oppure luomo risultato del suo ambiente. Ecco laltra nozione fondamentale: luomo al cospetto dalla citt eterna e luomo
6 - Trend calcolato tra il 1990 e il 2010

18

nella citt terrena. E questa la grandezza del sapere che ha contraddistinto le Universit italiane fin dalle origini, - spiega Ida Magli - ossia fin dalla nascita del concetto stesso di universit, la cittadella di tutti i saperi e pi antiche Universit sono italiane, e una delle pi antiche, e delle pi gloriose, quella di Padova, nel cui ambito ancor oggi si dibatte che cosa fare dellAntropologia. La grandezza alla quale accennavo si fonda proprio sul presupposto che lUomo sia un tuttuno, e che tutte le discipline scientifiche, tutti i saperi, alla fine debbano convergere per tentare di conoscere davvero lUomo. NellUniversit di Padova lAntropologia collocata tuttora nellinsieme delle scienze naturali, alle quali fa capo anche la biologia. Ai cattolici da una parte, ai marxisti dallaltra, questo principio cognitivo - luomo come totalit - non piace perch pone tanti problemi che non si possono risolvere con lassolutizzazione delluno o dellaltro. Di qui, una soluzione politica distruttiva: eliminiamo lAntropologia. Poco a poco lAntropologia culturale stata ridotta alle produzioni popolari: il folclore, le tradizioni, i proverbi, le processioni, i Santi locali, i cibi, i dialetti... Un processo inaugurato dai marxisti ma che, alla fine, piaciuto anche ai cattolici se non altro perch a dar ragione al popolo non si sbaglia mai. Laltra Antropologia, a sua volta, quella pi pericolosa perch includeva fisicit individuale e gruppo, ambiente naturale e ambiente culturale, stata fatta sparire, con la scusa del pericolo del razzismo, riassorbendola nelle singole discipline, dalla genetica alla demografia fino alla medicina. E cos, eccoci qua, noi Italiani, i pi grandi produttori di pensiero vero, quello teorico, quello che pone i problemi al centro del sapere e che non li evita fingendo che lUomo sia o un cuore o un fegato, o un dialetto o una processione, e che pertanto soltanto cos produce scienza perch, nel momento stesso in cui la produce, gi sa di doverla superare, eccoci qua, dicevo, a rinunciare allAntropologia. Non una battuta, uno scherzo. In questi giorni sta per andare in pensione lunico professore ordinario di Antropologia delluniversit di Padova. Se, come pare, al suo posto non subentrer nessuno, a Padova lAntropologia scomparir. A Padova, s, proprio a Padova. Noi non possiamo crederlo, non riusciamo a crederlo. I governanti spingono spesso gli Italiani a produrre di pi. Ma cosa pi importante che produrre pensiero? 7 Dunque basta streghe e fal, santi e santoni, e basta anche con il popolo delle partite Iva, i Schei e la Serenissima; gi stato detto tutto cos bene e anche con

7. Antonio Marazzi, il professore ordinario di Padova, andr in pensione nel 2005. Il professor Paolo Palmeri anchegli ordinario ma in attesa di chiamata.

19

stile godibile. Vogliamo tornare allorigine. La scoperta occorre rifarla perch pare sia stata dimenticata anche per ragioni ideologiche. La guerra delle ideologie fa morti, tanti come quella delle religioni. E nella logica italiana, nel rapporto tra i tipi italiani, per poter costruire una Nazione, qualcosa nato e qualcosaltro si dovuto sotterrarlo. Fatta lItalia, occorreva farne una rappresentazione che stata diluita in tanti mezzi e lungo tanti anni fino a dare limpressione di un lavoro incompiuto o neppure mai fatto. Facciamo, almeno, il Nordest! Stiamo nel Nordest dItalia e cerchiamo di raccontarlo senza cominciare con i dati sul prodotto interno lordo, su quanti soldi ha fatto (o ha perso) il tale imprenditore, sulla cifra pi alta di impiegati nella piccola impresa, su quanti chilometri di strade abbiamo costruito nellultimo decennio. Tutto questo una conseguenza di altri sistemi. Anzi sono decisioni prese venti, se non cinquantanni fa. Oggi dobbiamo sforzarci di prendere decisioni avvedute per i prossimi cinquantanni, caso mai. A una prima occhiata ci si rende subito conto che la carta antropologica non corrisponde a quella politica e neppure a quella geografica. Ci sono uomini e donne che vivono in zone di montagna ma lo fanno in modo completamente diverso ad altri che vivono, ugualmente, in zone di montagna. C la montagna florida, che si riempie di turisti, accogliente e c la montagna spopolata, abbandonata, zeppa di emigranti. Ci sono le linee tracciate dalla storia sulle carte geografiche che sono diventate politiche, ma che mettono insieme popoli con temperamenti e culture diverse. Amministrare un comune diventa, per questo, pi facile che amministrare anche una sola provincia o una regione: il movimento dei sindaci che nasceva allinizio degli anni Novanta nel Nordest e che moriva subito dopo era lespressione lampante di questo equivoco, di questa poca consapevolezza. La sostanza che la politica un effetto non la causa degli andamenti di lungo termine. Anche se questo non significa che la politica non svolga una delle funzioni sociali pi alte come quella di sovraintendere alla mediazione degli interessi di parte soprattutto in funzione simbolica e ideologica. La politica pu intervenire con pi determinazione ma dovrebbe farlo in modo troppo autoritario e questo non pi permesso dalle coscienze dei popoli sani e democratici. I regimi autoritari hanno espropriato, deportato e mischiato intere popolazioni, annientato e sacrificato a ideali fasulli milioni e milioni di persone. Non pi possibile che possa tornare ad essere invasiva. La carta antropologica, infatti, continua a restare quasi immutata nei secoli. Fortemente radicata nel lungo e lunghissimo periodo quasi a dispetto dellapparen20

te velocit. E cos anche noi stiamo raccontando una velocit che soltanto una rappresentazione del mondo e una messa in ordine di simboli adatti agli anni che viviamo. La nostra analisi e limmaginazione di cui disponiamo, purtroppo, non poi cos potente da permetterci di spaziare tra i secoli. Nel medio e lungo termine si afferma il sistema di fondo dal quale ogni essere umano scaturisce; ovvero la famiglia dorigine, il gruppo di appartenenza, il luogo nel quale si sono modellati valori e comportamenti di base. Lidea inconscia di rapporto allautorit e lidea, altrettanto inconscia, di rapporto tra uguali. Ci sono diversi modi di definire le strutture famigliari, passate e presenti, ma tutti gli scienziati sembrano concordare sui alcuni criteri generali: rapporto genitori-figli (almeno finch i figli nasceranno da un uomo e una donna), rapporto tra fratelli e regole del matrimonio; ovvero di creazione della coppia genitoriale. Su questi perni antropologici, mutuati dalla teoria generale di Emmanuel Todd, e sulle posizioni psicanalitiche di Davide Lopez, si fondano le ipotesi di base della mia indagine sul Nordest8. Lo sviluppo e la stagnazione sono percepiti come esclusivi fenomeni economici, ma vedremo che non cos. Slegati dalla loro origine i fatti e i dati delleconomia ci dicono poco o niente oppure, spesso, ci deviano anche dalla giusta soluzione o da una pi equilibrata analisi. Il Sole 24 Ore, giornale per antonomasia degli imprenditori, sulla scrivania di tutti gli imprenditori e i professionisti del Nordest, il 21 luglio 2003, titola: Le aziende estere credono nellIndia clima migliore ma restano problemi per infrastrutture e burocrazia. Una foto di ragazzine che guardano gli indici economici al centro tecnologico della Samsung a Mumbai correda il servizio. Ad un sondaggio le aziende presenti in India esprimono un giudizio positivo su quel Paese che offre opportunit per nuovi e pi grandi investimenti. Le zone dove si pu investire con pi tranquillit? Eccole: Maharashtra (dove sorge Bangalore), Andhra Pradesh, Tamil Nadu e Gujarat. Niente di pi prevedibile per chi gi negli anni Ottanta aveva indicato proprio quelle zone dellIndia come le pi promettenti per mentalit e crescita culturale.

8. Emmanuel Todd, antropologo, demografo e storico francese ha previsto gi negli anni Settanta il crollo dellUnione Sovietica, ma anche la stagnazione di inizio 2000. Davide Lopez, psicanalista, ideatore del concetto di persona e della proposta di Democrazia ascensionale. Io conosco i due studiosi soltanto attraverso quanto hanno pubblicato o dichiarato in pubblico e mi sono avvalso di loro idee e teorie perch le ho ritenute geniali. La responsabilit di quanto sostenuto in questo libro soltanto mia e le persone menzionate non lo sono soprattutto in caso di mie cattive interpretazioni, parziali citazioni, errori e omissioni.

21

Lindicatore fondamentale? Il sistema famigliare con accentuazione matrilineare. Non lo trovate in nessun libro, giornale quotidiano o sito di economia un indicatore di questo tipo! La Fondazione Nordest stata criticata da Luca Cordero di Montezemolo che in un incontro al CUOA di Altavilla Vicentina dice: Lultimo Rapporto sul Nordest parla dellesaurimento di alcuni dei fattori propulsivi alla base dei recenti successi. Ma non la fine di un modello, pi che altro un cambiamento di fase. Anche la Ferrari ci passata, e lalleanza con il Gruppo Fiat ha rappresentato il cambio di passo che ha garantito nuovi risultati. E sempre lo stesso modello, insomma: lo dice anche il capo della Ferrari! Il modello della famiglia stirpe incompleta.

La mentalit essenza del progresso Molti studiosi concordano anche sul fatto che la famiglia odierna sviluppata in direzione nucleare: ovvero con pochi componenti che coabitano. Luogo comune difficile da smontare, anche questo, dopo decenni di bombardamento sociologico e mediatico. La famiglia nucleare esisteva in Inghilterra prima ancora della rivoluzione industriale. La famiglia nucleare esiste in molte parti del mondo e dEuropa da secoli. Gli studi di Peter Laslett, ad esempio, hanno dimostrato linesistenza, in Inghilterra, di famiglie allargate gi da prima della rivoluzione industriale. Strano, per un giornalista, scoprire che quanto siamo andati scrivendo per anni era frutto di un luogo comune, di una ipotesi non verificata dai fatti, divulgata da docenti universitari qualificati, ma non rispondente alla realt. Se ci sforziamo nella lettura vediamo allopera troppi filosofi, sociologi, economisti che non procedono dai fatti ma da idee. La rappresentazione della realt produce una realt che non c. I fatti ci dicono, in sostanza, che non esiste un processo temporale di una famiglia allargata che si nuclearizza. Piuttosto sembra esserci, storicamente determinata, un tipo di famiglia che predomina in una zona e che modifica, questo s, nel tempo, la propria complessit. Fare la storia spaziale pi che la storia temporale, quindi, significa fare la storia di costanti. Non solo ma le variabili culturali che ne derivano sono certamente legate a quelle economiche e viceversa, tutto si pu incrociare, ma non detto che tutto sia correlabile e storicamente fissato: noi ci siamo convinti, di pi, che le variabili culturali siano, addirittura, completamente autonome. Non ci sono correlazioni strin22

genti, fatti chiari che associano andamenti economici allandamento della mentalit. Anzi qui siamo ancora pi azzardati a sostenere che la mentalit lessenza stessa del progresso o del regresso. Ad esempio il momento della riproduzione culturale e non biologico perch nel mondo varia da poco pi di 10 anni fino a 30 e oltre. Se fosse biologico sarebbe uguale ovunque e in tutti i tempi. In realt il momento della riproduzione possiamo considerarlo come la conclusione del periodo di apprendimento di un individuo in una societ data. Se si alza let al matrimonio non perch ci sono pochi soldi per sposarsi, ma perch si allungato il periodo di apprendimento per accedere allet adulta. Il vero problema che misurare la mentalit pi difficile che misurare un reddito. Difetto di questo modello che non produce come leconomia, o il sondaggismo, analisi e dati anno per anno o giorno per giorno ma ha una scansione temporale di decine danni o secoli e quindi poco strumentalizzabile. Il concetto pi facile che viene rimpallato oggi che la popolazione decresce e invecchia e abbiamo, tutti, bisogno di extracomunitari immigrati. Niente di pi falso: sono le imprese a prevalente uso di manodopera che hanno bisogno di stranieri e i paesi in crescita che hanno bisogno di fare formazione a costo zero. E non vero che limmigrazione far stabilizzare la popolazione. Pi 36.000 immigrati nel luglio 2003, e in tutto il Nordest si stimano in circa 350.000, su una popolazione di oltre 6 milioni, il 5,8%. Ma non bastano. Francesco Jori sul Gazzettino sostiene che siamo una popolazione sempre pi anziana; aumentano soprattutto i "grandi vecchi": il numero degli ultra ottantenni dovrebbe raddoppiare nel giro di 24 anni. E scrive: La variabile migratoria giocher un ruolo ancora pi cruciale sull'evoluzione della popolazione in et lavorativa (20-49 anni), che in assenza di migrazioni diminuirebbe di un milione di unit in appena vent'anni. Per mantenere invariato il numero di persone in questa fascia, sarebbe necessario un saldo migratorio annuo di 50.000 unit (lo stesso effettivamente realizzatosi negli ultimi quattro anni)9. Ma quali mutamenti di mentalit sono necessari per riuscire ad assorbire 50.000 nuovi immigrati l'anno? Niente paura, gi tutto deciso sia qui sia nei paesi di origine. Ci saranno dei mutamenti - indipendenti da tutto ci - ma resta il fatto che l'immigrazione non il modo per rispondere ai cambiamenti nelle strutture dellet della popolazione autoctona sempre che non si voglia ricorrere a esodi di massa o a inter-

9. Su questo esistono dati molto diversi a seconda delle ipotesi che ogni esperto fa in funzione del proprio ragionamento: si va da previsioni o stime dai 13.000 ai 50.000 lanno. Le stime sulla presenza variano tra 200.000 a 350.000.

23

venti autoritari e militari. Marcello Pacini, gi nel 1991, introducendo il rapporto della Fondazione Agnelli su Famiglia, figli e societ in Europa scrive: Il problema della denatalit in Italia quello dellassottigliamento delle classi pi giovani: i vuoti demografici sono particolarmente ampi nella classe fra 0 e 4 anni. Quindi, ragionando dal punto di vista del riequilibrio nella stuttura per et della popolazione, limmigrazione pu essere una soluzione al problema a condizione che gli immigrati siano compresi tra 0 e 4 anni ed equilibratamente distribuiti per sesso. Ma sappiamo invece che i flussi migratori sono costituiti in prevalenza da giovani maschi tra i 15 e i 35 anni, i quali andrebbero a sommarsi proprio alle classi pi folte della nostra popolazione, con il risultato di accentuare invece che di ripianare gli squilibri. Anche dal punto di vista economico, lipotesi della sostituzione pare improponibile. Le linee evolutive di uno sviluppo economico nazionale non possono essere abbandonate di colpo. Il processo di ricambio qualitativo della forza lavoroprevede, anche per i prossimi anni, un ingresso nel mercato del lavoro di classi di giovani, pi istruiti della media dei lavoratori. Lassenza di alcuni milioni di giovani non comporta quindi un semplice ammanco nel bilancio demografico del paese, ma costituisce un impoverimento culturale e professionale. Tutte le ultime simulazioni delle Nazioni Unite dicono che il livello dei flussi necessari al raggiungimento di obiettivi strettamente demografici tale da superare presto le possibilit di inserimento delle societ darrivo10. Non solo ma la storia ha dimostrato che leffetto di flussi anche intensi sulla struttura per et non sono rilevanti: in Germania tra il 1951 e il 1984 un'immigrazione netta di 7,8 milioni di persone ha contribuito a ridurre la percentuale di anziani di appena 0,5 punti percentuali e di 0,4 anni l'et media. Non solo ma gli ex-jugoslavi sono stati perfettamente assimilati mentre i turchi sono stati differenziati. I ricongiungimenti familiari degli immigrati, poi, tendono a riequilibrare la popolazione e anche velocemente perch, naturalmente, i ricongiungimenti avvengono a padri, madri o figli gi fatti! Lassimilazione significa anche questo, soprattutto questo. E un luogo comune credere che limmigrazione serva a mettere a posto quattro conti che non tornano. Limmigrazione serve soprattutto a ridisegnare il mondo attraverso la costruzione di nuove mentalit, ad accelerare la circolazione del sapere, a creare commistioni e anche a diffondere un p di pi pratiche esogamiche, perch no? E certamente anche a tenere basso il costo del lavoro.

10. Non dimentichiamo che allinizio del Settecento Montesquieu pensava che il mondo si sarebbe presto spopolato del tutto. Alla fine dello stesso secolo Malthus predisse che ci sarebbero presto stati troppi uomini nel mondo da non poterli pi sfamare.

24

Insomma limmigrazione che fa la nuova economia e non il contrario. Ed anche per questo che il Nordest reagisce con il sceriffo sindaco di Treviso che vuole vietare agli extracomunitari di sedere sulle panchine dei parchi pubblici o che propone vagoni piombati. Chi produce o accoglie immigrati fa nuova economia e coloro che vivono ancora nel vecchio mondo vanno nel panico e regrediscono in difesa come la questione del crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche ha dimostrato sia ai cattolici che ai musulmani. Alla fine avranno tutti buone ragioni da vendere! La strada, guardando anche al passato, sembra obbligata: alta formazione per alta qualificazione e nuova mentalit. Oggi il Veneto, con i suoi quattro atenei, propone 40 delle 42 classi previste dall'ordinamento nazionale, il Friuli 34, il Trentino 19. Nell'ultimo decennio, il volume complessivo dei laureati quasi raddoppiato. Ma vedremo anche che lalta scolarizzazione pu produrre nuove diseguaglianze e tensioni. E questo sar solo un esempio. Insomma la cultura, la mentalit, la struttura valoriale e di atteggiamenti possono essere misurate e controllate: da questi dati e solo dalla sempre pi alta sofisticazione di questi possibile, guardando indietro, cercare di prevedere cosa succeder davanti. Non altrimenti. Chi dice che tutto questo non un modello ma solo un risultato spontaneo o solo un poeta o solo un imprenditore!11

11 - Mi riferisco al poeta vicentino Fernando Bandini e allimprenditore Pietro Marzotto che, pi volte, in vari interventi, hanno negato lesistenza di un modello veneto o nordestino a seconda del periodo storico in cui venivano intervistati. Quanto a scrittori e attori o altri artisti anche molti di loro si cimentano spesso in interviste dove si sforzano di spiegare cosa stia succedendo: di solito ci dicono che va tutto in malora, non pi come una volta e il degrado ovunque. Niente di pi che percezioni personali, naturalmente. Quanto alle categorie generali, che non hanno niente a che vedere con i casi singoli che possono essere, addirittura, delle eclatanti eccezioni, dico poeta perch il poeta ha un carattere teneramente romantico e non pu non riversare questa indole in visioni tragiche, pi o meno marcate, che sono prevalenti espressioni del temperamento tendenzialmente depressivo. L'insoddisfazione perenne, l'anelito ad una radura luminosa irraggiungibile, la parola sintetica ma ricercata. Ma, al contempo, una buona dose di narcisismo. Giuliano Vigini scrive: "un esercito di persone scrive poesie, ma solo uno sparuto drappello le legge". E questo non un indizio pscicologico? Il poeta racconta sempre prima se stesso e per fare la storia delle masse, forse, il poeta il pi inadeguato di tutti. E questo vale anche per gli scrittori, oggi, per gli sceneggiatori, gli attori, i pittori e gli artisti in genere.

25

L'imprenditore lo altrettanto. E' mosso dall'ansia del profitto, dalla gestione degli affari, deve rivalersi. Non pu non essere sempre al limite, aggiornato, razionale ma anche istintivo, giocatore e, un p dipendente e stressato, se non altro, di lavoro. E chiaro che non stiamo parlando del singolo, ma del tentativo di fare di categorie professionali anche un profilo psichico. Non casuale il mestiere che si decide di fare e la scelta sta sempre nell'impianto di base che parte dall'infanzia. A questo va aggiunto che le considerazioni antropologiche e psicologiche non vanno mai appiccicate a singoli soggetti ma alla generalit dei concetti. Quando dico che gli scrittori hanno certo profilo caratteriale non sto dicendo che quello scrittore cos, ma che, dalla mia soggettivit, vedo l'insieme "scrittore" in quel modo. Io osservo, ma devo essere anche osservato, e sono consapevole di essere osservato mentre osservo. Giovanni Raboni sul Corriere della Sera si domanda e si spiega perch la letteratura "oggi un panorama di rovine (da una parte il trionfo della pseudoletteratura, dall'altra la progressiva, inarrestabile scomparsa del pubblico della letteratura)". "La modernit - conclude Raboni - lungi dall'essere una scoperta o un appannaggio del nostro secolo, ha la sua patria, il suo habitat naturale nel secolo precedente: e non solo negli ultimi scorsi di esso, ma nell'intera sua durata, dalla rivoluzione romantica sino al fiorire della grande poesia decadente e poi simbolista, del grande romanzo realista e poi naturalista, del grande teatro problematico-borghese. Di nomi, qui, superfluo e quasi imbarazzante farne, tanti e tanto incontestabili sono: da Baudelaire, a Hopkins, da Balzac a Dickens, da Flaubert a Dostoevskij, da Ibsen a Cechov." Oggi i romanzi non lasciano traccia anche se se ne scrivono a bizzeffe. Anche gli scrittori italiani vanno a generazioni: gli anni Venti sfornano da Calvino a Volponi, da Fenoglio a Sciascia a Rigoni Stern. Gli anni Trenta da Arbasino a Eco, da Siciliano a Pontiggia. E prima sono venuti Pirandello, Svevo, Moravia, Vittorini, Pavese. Poi pi niente. Raboni, allora, guarda in faccia alla realt: "Vuol dire, intanto, - dice - che la rarefazione qualitativa del romanzo italiano non cominciata ieri, ma allora, nel periodo compreso, grosso modo, fra il miracolo economico e gli anni di piombo: cio, appunto, in coincidenza con l'avvicendamento generazionale fra i nati nel quinquennio '20-24 e i nati nel corrispondente quinquennio degli anni Trenta." Poi "il romanzo morto" e si trasformato in un "reperto da tavolo anatomico". Cosa successo? Per Raboni, che in fondo un critico letterario e poeta, si passati dal "fuoco alla controversia". I grandi scrittori, dice, "Hanno vissuto in anni decisivi per la loro formazione, vicende intensamente drammatiche, hanno attraversato l'emergenza". (Se leggete il mio ultimo capitolo di questo libro trovare delle affinit su quanto scrive, a proposito di economia e riforme, il banchiere Tommaso Padoa-Schioppa. Non casuale, ma limpianto psichico di unintera generazione). Ma torniamo a Raboni: "Duole - e un p spaventa - doverlo dire, ma l'immaginazione romanzesca (a differenza, forse, di quella poetica, che pu 'accontentarsi' di disastri pi intimi, di catastrofi pi segrete) ha probabilmente bisogno - per riconoscersi, rafforzarsi, dare il meglio di s - di precariet e incertezza, di inquietitudini, rivolgimenti, conflitti; ha bisogno, come in tempi pi antichi la tragedia, di eventi collettivi nei quali non sia in gioco soltanto il destino degli individui, ma anche quello del gruppo cui ciascun individuo sa o sente di appartenere - eventi suscettibili, proprio per questo, di trasformarsi con il tempo in miti. Non lamentiamoci troppo, dunque, dell'attuale situazione del romanzo italiano; in un certo senso, un buon segno." S, perfettamente d'accordo, la fine del romanzo e della poesia un buonissimo segno di salute psichica generale. Ma sotto la grande intelligenza di Raboni, persiste questa nostalgia per la cultura della sofferenza. Un grande scrittore, dunque, sarebbe solo il prodotto di una vicenda umana intensamente drammatica? Ma perch non sono stati drammatici, ad esempio, gli anni di piombo? Piuttosto, direi; il singolo sempre prodotto del brodo culturale nel quale vive. E la vera drammaticit non l'evento traumatico acciden-

26

tale ma, piuttosto, il persistere di un alto tasso di mortalit. Di un'aria che si respira, insomma, anche senza volerlo e anche senza capitarci dentro. La vicinanza alla morte diventa dramma continuo, pesante, che necessita di reazioni altrettanto forti e continue. Il romanzo frutto di uno stress collettivo perch c chi scrive, ma anche chi legge. Questa la fine del romanzo e della poesia perch la fine di una mentalit e di uno stato di cose che anche quella solitaria della scrittura e della lettura del testo. L'alfabetizzazione elementare si nutrita di un'esperienza interiore che, proprio perch tale, tumultuosa, intensa, risucchiante l'universale nell'intimit. La lettura ad alta voce del Medioevo cede il passo alla lettura muta e il cuore sobbalza di pi perch la mente risuona in se stessa e il tocco pi forte. Al di fuori non c' altro. La mentalit derivante dalla cultura superiore non pu che essere a pi ampio spazio, multilivello, disomogeneizzante, sdrammatizzante perch rapporta se stessi agli altri, al gruppo. La cultura superiore interdisciplinare, pi analitica, scientifica. Qui il romanzo non ha pi ragione di essere centrale. E dunque viene vivisezionato pi che, semplicemente, scritto. Il romanziere non sta all'Ottocento meglio che al Novecento, come conclude il ragionamento di Raboni, del quale sono condivise tutte le premesse, ma il romanzo, semplicemente, sta al tratto di parabola ascendente dell'alfabetizzazione primaria. Dopo non serve pi. - Il libro di Julian Jaynes, edito da Adelphi, Il crollo della mente bicamerale e lorigine della coscienza pu essere molto utile per chi voglia capire meglio la nascita della scrittura e della coscienza o la fine della poesia o della musica. link: Piero Coppo - http://www.emsf.rai.it/biografie/anagrafico.asp?d=407 Fernando Camon: http://www.ferdinandocamon.it/lavitait.htm Ida Magli: http://www.italianiliberi.it/Edito03/magli_antropologia.htm LAntropologia nelle universit italiane: http://lgxserver.uniba.it/lei/universita'/antropologia.htm

27

28

Capitolo 1

Autorevolezza, diversit e individualit

Famiglie e famiglia del Nordest Semplicemente: alla base delle distinzioni del mondo c il tipo di famiglia che genera gli individui, quindi la cultura, le istituzioni e leconomia. La grande Terra, che apparentemente i mezzi di comunicazione fanno sembrare essere diventata cos piccola, in realt rimane complessa e articolata. Chi la abita, che a prima vista, pu sembrare nero, giallo, bianco, alto, basso, nascendo in una famiglia piuttosto che in unaltra, in una zona piuttosto che in unaltra, introietta inconsciamente e coscientemente dei valori e degli atteggiamenti tipici. Questi valori sono il frutto dei rapporti primari, pi o meno autoritari, tra genitori e figli e dei rapporti, pi o meno egualitari, tra fratelli e sorelle. Oggi una giovane pakistana, nel 50% dei casi, sposer un cugino primo e avr un destino diverso dalla giovane anglosassone che, mai, quasi mai, sposer un cugino di primo grado. Anzi la decisione per la giovane pakistana gi stata presa quando lei era bambina e il velo che le copre il viso serve anche a salvaguardare proprio questa decisione. Quella ragazza non sul mercato esogamico, ma nel mercato endogamico dello sposalizio. La ragazza anglosassone, ed europea, sua coetanea, invece, ha il tab dellincesto forte e non sposer mai un parente. Deve cercare lo sposo al di fuori del suo gruppo dorigine e quindi deve uscire dalla famiglia prima possibile e mettersi sul mercato. Per capirci una usa il velo e laltra diventa una velina, come le vallette di un noto spettacolo televisivo italiano, perch fanno parte di gruppi portatori di valori e atteggiamenti molto diversi tra loro. Se un giovane cinese, anche dopo sposato, condivide la vita quotidiana con fratelli e sorelle, un giovane giapponese non lo farebbe mai. E se un nigeriano pu avere sposato contemporaneamente anche pi di una donna, un sudamericano, probabilmente, non lo ha fatto. 29

Ognuna di queste probabilit fa s che un uomo si trovi a condividere con chi lo ha preceduto - nei lunghi anni di una vita - valori, atteggiamenti, desideri, organizzazione della mente e che si trovi anche a combattere questi valori per ragioni altrettanto forti di vicinanza e riconoscimento o per ragioni di lontananza e di affrancamento. E questi lunghi anni sono lunghi anni sempre: prima del primo millennio, prima della prima guerra mondiale, prima del boom del Nordest e dopo il boom del Nordest. Ci che cos profondamente sedimentato produce cultura, visione della vita, progetti per il futuro che dipendono dalla prefigurazione che ne fa la mente e che dipendono, anche, dalle relazioni con laltro. Il sistema proposto dallantropologo francese Emmanuel Todd, che cita anche quello di Frdric Le Play, per quanto riguarda lItalia, pienamente condivisibile. Il nostro Paese ha tre grandi strutture famigliari che possiamo chiamare: famiglia nucleare egualitaria, famiglia comunitaria esogamica e famiglia stirpe atipica o incompleta1. La famiglia nucleare egualitaria maggioritaria in tutto il Paese, ma in alcune aree la presenza storica e forte di famiglie di altro tipo hanno fatto dellItalia ci che oggi. Linterazione tra questi tipi, queste mentalit, queste culture hanno prodotto e producono il Paese cos come . La famiglia nucleare egualitaria diffusa nel Nordovest, nel Sud e nelle Isole. La famiglia comunitaria esogamica, invece, diffusa nel Centro e la famiglia stirpe atipica nel Nordest. Questa sistemazione , naturalmente, frutto di indagine storica e attuale e, come tutte le teorie, frutto di elaborazioni di dati a volte parziali, a volte mancanti e non certo sistematici come si vorrebbe che fosse. Ad esempio lIstat, il nostro istituto nazionale di statistica, misura la cosiddetta famiglia estesa; un tipo di famiglia che si avvicina a quella che consideriamo significativa per la nostra indagine, ma non perfettamente aderente.

1. La suddivisione delle tre Italie non nuova, ma sia quella divulgata dalla Storia dItalia dellEinaudi sia la suddivisione di Bagnasco e Trigilia non arrivano alle stesse conclusioni proposte da Todd. Le tre italie che ne derivano sono Nord, Centro e Sud-Isole oppure Centro-Nordest, Nordovest e Sud-Isole. Per gli studiosi francesi, invece, il Nord italiano diviso in due: Nordovest e Nordest e il Nordovest ha la stessa struttura di Sud e Isole. Per un primo approccio a Le Play sono pubblicate on line le sue opere al sito: www.uqac.uqebec.ca/zone30/Classiques_des_sciences_sociales. Di Le Play si occupato anche il docente trevigiano Ulderico Bernardi.

30

1 - Famiglie estese (2000-2001)

Percentuale di famiglie estese


NO NE C Sud Isole 94-95 3,6 7,1 7,2 4,4 2,9 96-97 3,9 7,8 6,4 4,9 3,2 98-99 2000-2001 4,4 3,2 6,6 6,3 7,3 6,7 5,1 5,4 3,6 3,7 media 3,77 6,95 6,9 4,95 3,4

fonte: Istat

31

Lultimo rapporto Istat, 2003, sulla famiglia, annota che le famiglie estese corrispondono a quelle tipologie familiari allinterno delle quali si individuano almeno due nuclei (coppie o nuclei monogenitore) oppure un solo nucleo con membri aggregati alla famiglia. La cartina numero 1, ad esempio, ci visualizza la distribuzione di queste famiglie estese. Allinterno di essa, abbiamo detto, non ci sono soltanto i genitori che relazionano tra loro e con i figli, ma anche altri parenti. Il dato, per, non ci dice quali parenti. Questo, invece, importante perch il tipo di parentela e il numero effettivo dei nuclei definiscono anche il tipo di famiglia complessa: famiglia stirpe o famiglia comunitaria. Nel 2003, inoltre, scopriamo che il Nordest (che per lIstat comprende anche lEmilia-Romagna), negli anni Novanta, si mosso nella direzione del Centro, delle isole e del Nordovest, ovvero mostrando, anche se a zig-zag negli anni, una tendenza alla diminuzione della famiglia estesa mentre il Sud va addirittura in controtendenza e aumenta questo tipo di famiglie. Un segnale di un futuro sviluppo economico pi stabile e ordinato del Sud? Per quanto riguarda il vero Nordest, ovvero senza lEmilia-Romagna, abbiamo una diffusione di famiglie con aggregati o pi nuclei che del 5,5% nella Provincia di Bolzano, 1,6% in Trentino, 7,1% in Veneto e 4,1% in Friuli-Venezia Giulia (in Emilia-Romagna 6,9%). Veneto e Trentino-Alto Adige risultano essere anche le regioni con alte percentuali di famiglie di 5 componenti e pi. Infine Todd include anche la provincia di Mantova nel sistema di famiglia stirpe incompleta del Nordest. Una carta della distribuzione della famiglia estesa, quindi, solo una prima bussola per il nostro orientamento. Infatti se consideriamo le famiglie estese come simili a quelle che lIstat definisce famiglie altre allora le percentuali di famiglie con nuclei aggregati o non-nucleari, nel Nordest, sono da considerarsi molte di pi di quanto non risultino da semplici aggregati statistici. Le altre famiglie - spiega Anna de Angelini nel Rapporto 2003 di Veneto Lavoro - sono perci un p pi numerose di quelle classificate dallIstat come famiglie di tipo D (estese). Ci che ci interessa dimostrare che il tipo di famiglia nucleare non una prospettiva certa anche se cos appare. Nella realt, perfino lorganizzazione della famiglia urbanizzata mantiene delle regole di vicinanza e di scambio molto stretto e verticale tra le generazioni. Vale la pena citare anche unaltra ricerca sempre dellIstat, del 2001, sulle reti di parentela e reti di solidariet. Ebbene - la ricerca ci dice che - una donna del Nordest tra i 55 e 64 anni pu contare su oltre 7 parenti stretti e circa 3 amici e conoscenti. Cosa che, soprattutto per gli amici e i vicini, non vale per tutte le altre coetanee del resto dItalia che hanno 32

molto meno vicinanze. Addirittura in Italia quasi i tre quarti dei genitori con figli non coabitanti ha almeno un figlio residente nellambito dello stesso comune: il 17,3% nello stesso caseggiato e poco pi del 50% di quanti hanno superato i 64 anni vive entro un chilometro dallunico figlio o da quello pi vicino. L84,8% dei genitori vede i figli almeno una volta a settimana, il 75,3% li sente almeno una volta a settimana, il 38,3% tutti i giorni. Oltre i 74 anni il 12,6% delle madri e l11,9% dei padri, che non vivono con i figli, abitano nel loro stesso caseggiato e rispettivamente il 30,2% e il 24,3% entro un chilometro. E ancora: Per le coorti che hanno contratto matrimonio prima del 1955 quasi il 40% delle coppie coabita con i genitori al momento delle nozze. Per le coppie sposate tra il 1986 e il 1998, la quota del 10,9%. Disaggregando per macroregioni abbiamo ancora una conferma di quanto andiamo dicendo: Tra le coorti sopravviventi pi anziane nel Nordest questo comportamento diffuso nel 60,1% dei casi, nel Centro per il 55,4% e nel Mezzogiorno 21,8%. Per i pi giovani il minimo si riscontra nel Nordovest e il massimo nel Nordest e Centro. Le coppie sposate che risiedono vicino ai genitori entro un chilometro sono il 51,3% per le coorti pi giovani. Inoltre nel Nordest, l11% dei nonni abita nella stessa casa con almeno un nipote. Solo il Centro ha una percentuale leggermente pi alta di coabitazione nonni-nipoti (12,5%) mentre Nordovest e Sud e Isole hanno percentuali tra 6,4% a 8,9%. Non solo, ma ad esempio, nel Veneto come scrive Unioncamere sono pi diffuse, che nel resto dItalia, le famiglie con figlio unico (49,5% e 45,8% in Italia), le famiglie con due figli sono il 40,6% (42,6 a livello nazionale) e solo il 9,9% (11,6%) hanno 3 e pi figli: la famiglia di cinque componenti e pi sembra, quindi, essere allargata ad altri famigliari. In Italia il 60,1% dei giovani tra i 18 e i 34 anni vive ancora nella famiglia di origine, ma nel Veneto tale percentuale cresce al 60,4%, E interessante notare che di questi, ben il 64,3% occupato, ma vi anche un 25,9% che studia ed un 6% in cerca di occupazione. Poich in Italia il numero degli occupati che vivono in famiglia si abbassa (47,1%), si alza quello degli studenti (29,7%) e di coloro che cercano occupazione (18,6%), sembra che rimanere in famiglia costituisca nel Veneto come nel Nord Est una scelta di vita. Sarebbe interessante approfondire se tale scelta non sia determinata anche da costi pi elevati delle case, degli affitti e delle spese per vivere. Coerentemente, in Veneto pi elevata la percentuale delle famiglie che ritengono di possedere risorse economiche ottime o adeguate (74,8% contro una media nazionale del 72%). Non vi pare una contraddizione quando Unioncamere scrive che le famiglie del Nordest ritengano di avere ottime risorse economiche eppure i loro figli riman33

2 - Coppie sposate che vivono con i genitori di uno dei due

Tra le coorti sopravviventi pi anziane nel Nordest questo comportamento diffuso nel 60,1% dei casi, nel Centro per il 55,4% e nel Mezzogiorno 21,8%. Per i pi giovani il minimo si riscontra nel Nordovest e il massimo nel Nordest e Centro.

34

gono nella casa dei genitori pi a lungo che in altre parti dItalia perch le case costano troppo? La spiegazione pi semplice: la famiglia che origina il comportamento perch si ritiene di allungare il tempo di apprendimento alla vita e per laccumulo di risorse: non a caso, statisticamente, sono i figli ad essere pi disoccupati dei padri. Se noi produciamo unaltra cartina per avere a colpo docchio la distribuzione delle coppie che vivono con i genitori dopo sposati possiamo perfettamente sovrapporla allItalia delle famiglie. Al Nordest una maggiore coesione ma poi vedremo questo cosa comporta al Centro un andamento simile di vicinanza e nel Nordovest, Sud e Isole comportamenti decisamente diversi. LItalia stata, finora, lunico paese del mondo Occidentale a presentare una vasta area di presenza di famiglia di tipo comunitario prevalente diffusa dallEmiliaRomagna allUmbria, allAbruzzo. Alcune corrispondenze si trovano nel sud del Portogallo, in Scozia, in una parte della Francia, nella Scandinavia e soprattutto nei paesi dellEst Europa e in tutto il blocco che va dalla Russia alla Cina fino alla Cambogia, non esiste, invece, nel mondo anglosassone, tranne le eccezioni. Il Nordest italiano presenta una famiglia autoritaria incompleta che nel modello tipico presente nellEuropa centrale, in una parte sud della Francia e nel nord della Spagna. La famiglia nucleare egualitaria, invece, caratterizza soprattutto la Francia del bacino parigino, lItalia nordoccidentale e meriodionale e il Sudamerica mentre la famiglia nucleare assoluta tipica della Gran Bretagna, dei paesi del Benelux, di parte della Norvegia e degli Stati Uniti. In percentuale sulla popolazione mondiale la famiglia autoritaria, detta anche stirpe o ceppo o souche, raggruppa circa l8%. In Europa la sua distribuzione del 26%. Questo tipo di famiglia prevalentemente alla frontiera di tipi antropologici di famiglie, in Europa, e soprattutto di confini linguistici. La caratteristica geografica che ne risulta una linea di frontiera tra la lingua tedesca e la lingua latina. Non solo ma lappartenenza alla frontiera tedesca dimostra una concezione famigliare pi inegualitaria mentre quella appartenente alla frontiera latina dimostra, almeno formalmente, una concezione pi egualitaria. Nella zona limite dellimpero romano, al di qua e al di l del Reno, tutto si mischia in modo ancor pi intricato.

La famiglia autoritaria o stirpe, incompleta Ma cosa significa famiglia nucleare, comunitaria, autoritaria e quali di queste carat35

terizza il Nordest? Il tipo di famiglia che pu capitare a uno nato a Venezia piuttosto che a Bolzano o a Gorizia, segna il destino di quel bambino o di quella bambina. Ci che potr pensare di se stesso o del mondo sar in buona parte custodito negli anfratti della propria esperienza dei primissimi anni di vita di cui non avr che vaghissimi ricordi ma che sono fondamentali (e poco misurabili!) e quella pi cosciente che inizier con la frequenza alla scuola, dei parenti, degli amici, del vicinato2. L si forma un gruppo, un partito, unassociazione, una comunit, una citt, una provincia, una regione, una nazione il Mondo. E allora andiamo l. Degli otto tipi di famiglie censite nel mondo quelle che ci interessano sono la famiglia nucleare egualitaria, la famiglia autoritaria e la famiglia comunitaria. Le grandi distinzioni partono da due assunti fondamentali: lautorit; ovvero il rapporto genitori-figli e luguaglianza; ovvero il rapporto tra fratelli e sorelle. La modulazione dellautorit viene misurata con la permanenza o meno, allinterno della famiglia di origine, dei figli sposati che hanno, a loro volta, generato unaltra coppia con altri figli. Nel caso questo modello si presenti siamo di fronte ad un rapporto continuo tra generazioni nonni-genitori-nipoti. Si assume in questo caso la trasmissione di valori tradizionali, pi radicati, facenti capo a norme che vengono controllate anche dalle generazioni pi anziane. Quando questa verticalit non si presenta siamo di fronte a sistemi pi liberali. Mentre per quanto riguarda la modulazione delluguaglianza questa viene misurata attraverso i sistemi di trasmissione delleredit. Nel caso il sistema sia preferenziale verso un figlio e si escludono gli altri ci troviamo di fronte ad una trasmissione di valori tendenzialmente di ineguaglianza, di differenza degli uomini tra loro. Se, altrimenti, ci troviamo di fronte a norme, e soprattutto a costumi di convivenza tra fratelli sposati e di trasmissione delleredit distribuita in modo egualitario, allora il sistema famigliare produce persone portatrici di valori di eguaglianza e universalismo tra gli uomini3. Il sistema antropologico contemporaneo del Nordest indicato come sistema a
2. Sulla storia della famiglia si veda anche lopera di Andr Burguire e La question familiale en Europe di Jacques Commaille - LHarmattan, 1998, e per non stare solo in Europa, ci sono anche le teorie di Eric Berne, psicoterapeuta americano, che parla di programmazione famigliare. Per il Nordest interessante il Primo rapporto sulla condizione giovanile nel Veneto pubbicato dalla Regione Veneto nel 2002 (pg 29). 3. Per unanalisi approfondita dei sistemi famigliari vedere i libri di Emmanuel Todd indicati nella bibliografia essenziale. Studi su micro aree dimostrano che esistono molteplici varianti di trasmissione delleredit, dovute al costume, anche allinterno di un unico macro-sistema legale.

36

famiglia stirpe incompleta o atipica. Questo sistema famigliare distribuito in tutto il Nordest e, per quanto riguarda tutta lItalia, soltanto nel Nordest. Approssimativamente la famiglia stirpe incompleta del Nordest occupa il 10% della Nazione mentre quella liberale/egualitaria il 60% (Nordovest, Sud e Isole) e la famiglia autoritaria/egualitaria occupa il restante 30% (Centro Italia). I pesi, per, di una famiglia stirpe o comunitaria sono decisamente superiori a quelli della famiglia nucleare se non altro per il fatto che una famiglia complessa ha, mediamente, alcuni componenti in pi. La famiglia stirpe caratterizzata da un sistema autoritario/inegualitario. La verticalit dei rapporti tra generazioni e la distribuzione delle eredit in modo preferenziale per il primogenito ne identificano immediatamente i caratteri di base. Questo tipo di famiglia particolarmente diffuso nellEuropa centrale (anche parte della Spagna e della Francia) e soprattutto in Germania e in Giappone oltre che in Israele. Nel Nordest questo sistema ha delle modulazioni diverse sia sulla linea dellautorit/liberalit sia su quella delleguaglianza/diseguaglianza. Queste varianti interne, alquanto complesse, e che avrebbero bisogno di studi approfonditi e pi specializzati, fanno di gruppi di province, o meglio di zone estese del Nordest, luoghi con determinate e differenti caratteristiche di identit. Mentre appare abbastanza chiara, in Alto Adige, con il maso chiuso4 una presenza che consideriamo pi pura di famiglia stirpe e che fa riferimento alla modulazione semplice di autorit/ineguaglianza, nel rodigino e nel veneziano o nel triestino, questa famiglia, ha delle flessioni pi marcate sulla linea delluguaglianza.
4. Il termine maso - in tedesco Hof - deriva dal latino mansio ossia dimora e identifica una residenza contadina composta dalla casa e dai relativi mezzi di lavoro e sostentamento, quali i terreni agricoli e i fabbricati rurali (stalla, fienile, mulino, alveare, forno, ecc.). La storia del maso chiuso risale al XV-XVI secolo. Fu lImperatore Massimiliano I dAsburgo, Duca del Tirolo, a definire nel 1502 le linee legislative per garantire ad un unico erede lintero terreno agricolo assegnato, orientamenti poi ratificati nelle Costituzioni Tirolesi del 1526 e del 1532. Ma la normativa del maso chiuso trova la sua pi completa definizione giuridica nel 1775 nel complesso di leggi emanate da Maria Teresa dAsburgo e la contemporanea creazione del Libro Fondiario e del Catasto. Quattro i punti fondamentali delle norme teresiane: istituzione del maso chiuso, come azienda agricola indivisibile; possibilit di costituzione solo qualora i fabbricati civili, rurali ed i campi agricoli permettano il mantenimento di una famiglia di almeno cinque persone; spettanza del patrimonio per eredit ad uno dei figli maschi, solitamente il primogenito, ed indennizzo degli altri figli; iscrizione della propriet - classificata come maso chiuso - nel Libro Fondiario. Queste norme vennero abolite dopo lannessione dellAlto Adige al Regno dItalia nel 1918, ma rimasero nelluso comune del diritto consuetudinario. Attualmente interessa circa il 45% delle aziende agricole provinciali e raggiunge la massima diffusione (circa il 70%) in Val Passiria, patria di Andreas Hofer.

37

La modulazione di ineguaglianza generalmente sottostimata perch le leggi e le regole ufficiali tendono verso principi di uguaglianza anche se, i costumi o le decisioni delle famiglie, poi, si dimostrano pi tradizionali, articolate e complesse. Leconomista, Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, sopraccitato sempre dai liberisti, a proposito dellenfiteusi scrive: Affinch lenfiteusi produca i suoi buoni risultati, condizione inderogabile, oltre al divieto del riscatto per un lungo periodo di tempo ed al divieto della revisione del canone, la indivisibilit del fondo. Il concetto della indivisibilit del fondo, accolto in taluni paesi di lingua tedesca e tra noi in Alto Adige, urta in Italia contro tradizioni ed usanze radicate nella popolazione rurale. Nessun padre vuole oggi provocare sentimenti di odio e di vendetta fra i propri figli assegnando ad uno di essi la propriet del fondo. Se non si vuole che tra fratelli corrano coltelli (una vedova alla quale il professor Lorenzoni, ad occasione della inchiesta sulle condizioni dei contadini nel mezzogiorno, chiedeva: perch il padre non ha assegnato tutto il fondo ad uno solo dei figli? Rispose: correrebbero coltelli!) necessario rassegnarsi alla divisione dei fondi tra i figli, almeno tra i figli maschi. Giova tuttavia, entro i limiti del possibile, porre rimedio alleccessivo frazionamento dei fondi ed allo sminuzzamento delle particelle appartenenti al medesimo proprietario in localit diverse e distanti. Unoccasione dice ancora Einaudi per porre un qualche rimedio alleccessivo frazionamento, l dove esso esiste, dato dalla riforma agraria. In questa occasione noi ci troviamo ad agire su terreno vergine. Se allatto della concessione dellenfiteusi si stabilisce che il fondo debba rimanere indivisibile, la conduzione dellindivisibilit nota a tutti i componenti della famiglia rurale sin dallinizio, cosicch il padre non potr essere tacciato di ingiustizia se ubbidisce alla legge che sta sopra di lui. Insomma lingiustizia perpetrata dal padre la si fa diventare astratta. Ma se sempre il padre a fare la legge astratta! Ad esempio, oggi, 2003, se in una famiglia con tre figli; figlia-figlio-figlia, viene deciso che al figlio destinata lazienda e per titolo di studio un diploma, mentre alle figlie destinato un appartamento ciascuna e per titolo di studio la laurea, questo ritenuto equo. In realt il figlio, che ha ricevuto in eredit unazienda, nel costume corrente senzaltro leletto della famiglia. Lapparente sistema egualitario, di fatto, si scontra con un sistema tradizionale di valori inegualitario anche in riferimento allo statuto della donna. La primogenita, infatti, nel nostro esempio cede la primogenitura al fratello maschio e viene parificata allultimogenita. 38

3 - Le tipologie famigliari in Europa

fonte: E. Todd, Linvention de lEurope - Le Seuil

39

Tra laltro se un tempo il simbolo maggiore delleredit era la terra oggi lo lazienda o la casa; comunque il bene che , tra gli altri, il meno divisibile5. Dunque la famiglia stirpe incompleta, che caratterizza il Nordest, dato anche il contesto nazionale, fondata su una costante pratica inegualitaria, tramandata nel tempo, velata per da dogmi e leggi egualitarie. Stesso principio, a mio avviso, si pu riscontrare nella modulazione autoritaria. Quando la famiglia dorigine abita in un appartamento e il figlio, una volta sposato, si sposta in un appartamento sottostante o soprastante, nello stesso edificio, siamo di fronte alla divisione dei due nuclei oppure la divisione soltanto formale e la vicinanza, invece, sostanziale? E evidente che anche i dati di cui disponiamo andrebbero valutati con pi precisione e soprattutto indagini statistiche, sociologiche, economiche e giornalistiche andrebbero indirizzare maggiormente in questa direzione. Allo stato delle mie conoscenze le analisi statistiche confermano, generalmente, la strutturazione che abbiamo definito stirpe-incompleta della famiglia del Nordest. Senza incorrere nellerrore grossolano di dividere le zone geografiche in montane, pedemontane e di pianura direi che, in grande approssimazione, la famiglia stirpe del Nordest, oggi, ha una modulazione pi complessa nelle province di Verona, Rovigo, Padova, Venezia, Treviso, Pordenone e Udine. Appare, invece, meno complessa, nelle province del Trentino-Alto Adige, Belluno e Vicenza e Trieste e Gorizia. Dal punto di vista statistico la complessit stata misurata nella correlazione di proporzioni di presenza di famiglie estese e proporzione di presenza di tipi di contadini negli anni Settanta. La scelta di valutare ancora il sistema rurale , sicuramente, approssimativa ma, allo stesso tempo, asseconda la necessit di trovare degli indi5. Dalla prima met del 1500 a met del 1700 a Venezia anche le case restano quasi tutte di propriet della stessa famiglia tramandate di padre in figlio e anche quando cambiano famiglia per mancanza di eredi maschi passano al figlio della sorella. Jean-Franois Chauvard: Pour une histoire dynamique de la proprit vnitienne L'exemple de la paroisse de San Polo (XVIIe-XVIIIe sicles) in Extrait des Mlanges de l'Ecole franaise de Rome (Italie, Mditerrane), 1999, 111, 1, p. 7-72. Dal 2002 anche l'Alto Adige formalizza una pi marcata uguaglianza: una nuova legge, infatti, stabilisce che anche le figlie primogenite godranno degli stessi diritti dei maschi (Legge Provinciale n 17 - 28 Novembre 2001). E non va dimenticato che anche gli alti tassi di celibato e nubilato, tipici della famiglia stirpe, contribuiscono al mantenimento del patrimonio famigliare: quando lo zio scapolo muore i beni tornano ai nipoti. In Alto Adige, ad esempio, su 100 persone sole soltano il 38,7% ha pi di 65 anni; la media italiana di 55,1%.

40

4 - La famiglia del Nordest

Distribuzione tipi familiari


Mnage complesso-autoritario e regole successorie egualitarie Mnage semplice-autoritario e regole successorie non egualitarie Mnage semplice-autoritario e regole successorie egualitarie

41

catori semplici soprattutto riguardo le comparazioni internazionali per la definizione e la collocazione, appunto, degli stessi sistemi famigliari. Per una pi precisa definizione della famiglia stirpe la struttura rurale della societ permette una pi semplice identificazione e quindi una collocazione spaziale pi adeguata. Di fatto la famiglia stirpe implica la propriet agraria ma la propriet agraria non implica necessariamente la famiglia stirpe. Ovvero l dove abbiamo la diffusione di questo sistema famigliare riscontriamo, sicuramente, la diffusione della propriet agraria. Ma non vale il contrario. Dallinchiesta sulla propriet e sulle aziende agricole dellIstituto Nazionale di Economia Agraria nel 1950 appare evidente un quadro di stabilit secolare. La sola eccezione, come nota Carlo Pazzagli6, rappresentata dai terreni della pianura padana ad agricoltura capitalistica intensiva: In primo luogo dalla zona classica irrigua che si estende sulla sinistra del Po dalla Dora aostana al Mincio, alla quale devono aggiungersi i fertili terreni alluvionali di formazione recente della pianura alessandrina, piacentina e veronese. Il Nordest non conosce le aziende latifondiste e soltanto nel basso veronese e nel rodigino troviamo aziende agricole capitalistiche con salariati in zone di coltura intensiva e imprese cooperative in area di bonifica. Il Trentino-Alto Adige si divide tra aziende famigliari coltivate da proprietari o da affittuari o da forme di gestione tipiche della montagna: grande azienda silvopastorale gestita in affitto o con salariati o da enti collettivi. Queste forme comprendono anche le province di Belluno e delle attuali province di Pordenone e Udine. Tutto il resto , secondo la nostra regola, gestito da aziende famigliari coltivate da proprietari o da affittuari tranne una buona parte della provincia di Venezia, a nord, dove un cuneo di mezzadria si inserisce nella terraferma fino a coprire il basso trevigiano e una parte del pordenonese e delludinese. L troviamo aziende a colonia parziaria, con poderi, tipica soprattutto, del Centro Italia. Dunque l dove domina la famiglia stirpe non possiamo non trovare la propriet contadina diffusa degli anni Cinquanta-Settanta del Novecento. Comparando le due cartine (figure 4 e 5) appare straordinario un primo profilo del Nordest: famiglia stirpe diffusa, incompleta per alcune differenze nelle diverse modulazioni.

6. I rapporti di lavoro e lutilizzo del suolo nellultimo trentennio, in Storia dItalia, vol 6 Altante Einaudi.

42

5 - Distribuzione tipologie di propriet agricola (1970)

Popolazione attiva in agricoltura


Contadini proprietari 10-20% e salariati meno del 26% Contadini proprietari 20-30% e salariati 26-50% Contadini proprietari meno del 10% e salariati 26-50% Mezzadria 20-30%

43

Ad esempio Bolzano e Rovigo hanno la stessa distribuzione di popolazione attiva maschile nellagricoltura, ma in una provincia questo il risultato di una famiglia con un mnage semplice, autoritario, e regole successorie rigide e inegualitarie mentre nellaltra le regole successorie sono egualitarie e le strutture famigliari sono pi complesse o meno rigide. Le due province, infatti, avranno un destino diverso ma fanno parte di un sistema che per le sue combinazioni interne si differenzia, o simile soltanto in parte, dalle province circostanti. Si potrebbe anche dire che latipicit della famiglia stirpe del Nordest un insieme di compromessi locali tra i tipi pi o meno autoritari e pi o meno egualitari. Con la regola egualitaria che, spesso, legalmente definita ma non perfettamente eseguita nella pratica e la regola autoritaria apparentemente affievolita, ma ancora praticata. Dal punto di vista politico, ma ne vedremo in seguito i risvolti pi dettagliati, questo tipo di famiglia non crea una predominanza fascista/comunista perch non prevalgono pratiche famigliari che prevedono la coesistenza in un unico sistema di almeno due figli sposati conviventi con i genitori. Cosa che, invece, avviene, con molta frequenza, nel Centro Italia. Insomma il modello Nordest esiste, ma appare evidente che anche la sua negazione ha una ragione dessere: il modello non si vede e, dal nostro punto di vista, non oggetto della pubblicistica quotidiana. Dunque si tratta di un sistema che antropologicamente e psichicamente esistente ma che si origina nella parte meno consapevole delle persone tanto da poterne teorizzare anche linesistenza. E un p come coloro che credono che lincesto sia universale o che il matrimonio tra cugini primi sia una rarit che, tra laltro, porta a deformazioni o malattie genetiche. Esistono paesi, nel mondo, in cui il matrimonio tra cugini primi la norma e lincesto non problema.

Il figlio erede e il figlio cadetto Abele fu pastore di gregge e Caino agricoltore. Pass un tempo e Caino fece al Signore unofferta dei frutti della terra, e Abele pure offr dei primogeniti dei suoi greggi e il loro grasso. Or il Signore grad Abele e ci che gli offriva; ma non riguard a Caino e alla sua offerta. Caino allora si irrit grandemente e la sua faccia si sconvolse. Come and a finire abbastanza noto, ma perch Dio scelse lofferta di Abele e non quella di Caino la Bibbia non lo dice. Forse non detto perch anche se avesse scel44

to le offerte di Caino e non quelle di Abele si sarebbe, comunque, verificata una iniquit. La scelta di un fratello rispetto allaltro crea la percezione tangibile che gli uomini, nel mondo, qualsiasi esso sia, non sono uguali tra loro7. La differenza del destino dei simili generata dalla struttura famigliare che, per conservarsi, decide di non dividere il proprio patrimonio ma di mantenerlo intatto per il futuro. Per poter fare questo uno dei figli deve essere considerato eletto e gli altri cadetti. Da qui il condensato dei valori fondanti i particolarismi, gli etnocentrismi e le differenziazioni. Il rifiuto delluniversale che ha caratterizzato la storia di molte nazioni ha origini profonde e radicate in sistemi famigliari che hanno attraversato indenni le generazioni. Ebrei, tedeschi, giapponesi, baschi, irlandesi, catalani, fiamminghi, valloni, galiziani, bretoni, occitani, norvegesi, gitani, cechi, svedesi, canadesi francofoni, scozzesi, coreani, nordestini italiani sono tutti caratterizzati da questo sistema comune. Ognuno di essi ha poi, per collocazione nazionale, dovuto mediare - rispetto ad altri sistemi di valori - a seconda della propria forza, ma ognuno ha vissuto e vive, pi o meno coscientemente, limpronta autoritaria/inegualitaria. La famiglia stirpe coltiva il culto delle differenze perch, al proprio interno, decide per la differenza. Lo statuto della donna, nella storia della famiglia stirpe, in un sistema bilaterale; ovvero la donna partecipa in pieno alla gestione della famiglia. La donna gestisce la famiglia quando il capofamiglia emigra a cavallo tra Ottocento e Novecento ed sempre la donna - come testimonia una ricerca dellAssociazione industriali di Vicenza - che decide o, comunque, influenza il figlio nella scelta del tipo di studio superiore anche nel 2000. E pensare che vengono spesi miliardi per lorientamento scolastico per i giovani e giovanissimi. La donna della famiglia stirpe incompleta, se non altro, pu essere portatrice di una dote e dunque rispetto al marito ha diritti privati consistenti anche se non formalmente definiti o ambigui. Questo accade soprattutto per la donna che sposa il figlio cadetto, cio colui che non ha ereditato o ha ereditato soltanto una parte compensatoria; tra costoro, infatti, lassociazione con la moglie per la creazione di nuove imprese, artigiane o commerciali, fondamentale. Ad esempio attraverso la donna, ma non a lei, anche nella Repubblica di Venezia, che passa la linea per lerede di riserva: se tutti gli eredi maschi diretti muoiono la

7. La scelta di entrambi avrebbe portato ad una rappresentazione di un sistema famigliare e di valori inadeguato e non coerente per le popolazioni che hanno adottato la Bibbia come testo fondamentale. La Bibbia, dunque, una rappresentazione.

45

propriet passa al figlio maschio della donna, al nipote, anche se si cambia lignaggio. Pur non essendo significativo perch non ho trovato correlazioni gi studiate, noto comunque che la scelta del regime di comunione dei beni nei matrimoni del Nordest va oltre il 50% soltanto in Trentino-Alto Adige, mentre restano sotto la quota il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia. E evidente come la comunione dei beni tra i coniugi stabilisca una legame pi forte e vincolante e come si possa presupporre un qualche apporto percepito come paritario nella formazione della famiglia. In questo tipo di famiglia il potere della madre in relazione alleducazione dei figli che, sostanzialmente, a carico della donna. Madre-donna, quindi, che pu divenire onnipresente e anche inconsciamente odiata proprio perch incombente. Se la famiglia stirpe con modulazioni instabili, nella storia, si caratterizza per la ossessionante caccia alle streghe e al diverso proprio per questa incombenza. Il tipo di famiglia pi stabile, invece, cerca la soluzione della tensione emotiva con ladesione al culto della Madre-Madonna. La Sacra Famiglia, la cui casa in ogni paese, in ogni quartiere del Nordest, il luogo simbolo della famiglia autoritaria: l il Padre al vertice supremo, ma laccesso alla sua potenza avviene attraverso intercessioni. Il cattolicesimo, dalla Controriforma in poi, proceder sempre pi verso un adattamento perfetto a questo tipo di famiglia. Il figlio eletto, il padre eterno, la madre onnipresente sono la rappresentazione pi adeguata alla famiglia stirpe. La donna della famiglia stirpe non femminista, al pi, proprio per la logica della differenziazione, anche di genere, indotta a percepirsi pi come minoranza che come laltra parte nella lotta tra i sessi. Nella famiglia, in privato, marito e moglie collaborano, arrivano anche a scambiarsi di ruolo in quanto a potere decisionale, e questo rende vana e inutile la rivendicazione sociale. Al contrario del sistema basato sulla famiglia anglosassone, nucleare assoluta, incentrata su valori liberale/inegualitario, dove lo statuto della donna tale da spingere la rivendicazione sessuale femminile anche su posizioni fondamentaliste. Il rapporto fratello/sorella, nel mondo anglosassone, molto flebile proprio per lineguaglianza tra fratelli e rende punto focale della famiglia la madre pi del padre proprio per lassenza di rapporti verticali. La linea madre-figlia, cos, diventa pi stabile e duratura e innesca rappresentazioni mentali di distinzione tra i sessi e quindi di lotta e, per certi aspetti, anche di ritardo della stessa emancipazione. La lotta tra i sessi una tipica regressione di questo tipo di famiglia. Mentre, invece, il Nordest, gi dal secondo dopoguerra, produce onorevoli deputa46

te e sar la prima regione italiana ad offrire un ministro donna; la trevigiana Tina Anselmi8. La donna gode di uno statuto simmetrico con luomo, almeno in privato, e quindi nello scambio tra padre e marito non ha bisogno della coalizzazione con la madre o con le altre donne. Lamozzone si esplica piuttosto nelle rivendicazioni sociali di genere allinterno di categorie gi costituite: la donna manager, la donna sindacalista, la suora, la donna che difende le maltrattate o le prostitute, la donna nel lavoro, la donna in politica, la donna imprenditore, la donna avvocato Il cristianesimo parla piuttosto del rapporto padre-figlio che di quello tra fratelli. Ges sempre pi interpretato come figlio obbediente che non come fratello rivoluzionario. E se c da disobbedire, Ges, disobbedisce a Maria pi che al Padre del quale, alla fine, non po che farne la volont. Mentre il raddoppio della paternit, ideale e terrena, tra Dio e Giuseppe modula, a sua volta, lambiguit della totale sottomissione ma anche della volont di potenza. Un padre onnipotente allo stesso tempo anche un padre che diverr debole. Questa scomposizione, del padre forte-e-debole, evidentemente ancora immatura, evidenzia un livello pi arretrato dei singoli e della collettivit. Invece il pervenire al riconoscimento totale, e alla riconciliazione con il padre reale e con la madre reale, forti e deboli allo stesso tempo, significa porsi in una posizione sicuramente pi adulta. Il rispetto per il padre e per la madre reali, nonostante i loro difetti, e la loro perdita di potenza, frutto di questa ricomposizione, ad uno stadio pi maturo, post adolescenziale. Il Concilio di Trento, dunque, come fase ancora immatura dei cattolici, non poteva non rigettare con forza lipotesi protestante del rifiuto del culto dei santi e della Vergine. Nella famiglia stirpe incompleta lintercessione resa indispensabile9. La scissione delle figure genitoriali attiva e proiettiva: protestanti e cattolici, insieme, non negheranno mai la potenza autoritaria del Padre. Anzi, se i cattolici insisteran-

8. Nel 1678 Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, nobile veneziana, raggiunse un traguardo riservato fino ad allora agli uomini: la laurea. Era la quinta figlia illegittima di Giovanni Battista Cornaro Piscopia, procuratore di San Marco "de supra", la pi alta carica dignitaria dopo quella del Doge. Gi all'et di undici anni la ragazzina aveva espresso voto di castit e il desiderio, assecondato dal padre, di studiare. Lucrezia divenne membro di varie accademie e intrattenne rapporti epistolari con i maggiori studiosi italiani e stranieri del secolo. Dopo la laurea si trasfer a Padova. Rifiut sempre il matrimonio, decidendo di diventare un'ablata benedettina dedicandosi ai poveri. Mor il 26 luglio 1684, a soli 38 anni, probabilmente di tubercolosi. 9. Nel Nordest ci sono 116 santuari dedicati al culto della Vergine (secondo il conteggio fatto da Antonio Niero sono 70 nel Veneto, 26 nel Friuli-Venezia Giulia e 20 in Trentino-Alto Adige).

47

no sul libero arbitrio, pur nella contraddizione di SantAgostino, i protestanti accentueranno ancor pi lidea che il Signore ha gi scelto, per ognuno, il destino terreno ed eterno. Ci che resta al fedele cercare di scoprire, con le proprie opere, il disegno di Dio su di s. Il cattolico, invece, grazie anche alle intercessioni, pu, con la propria opera, arrivare al cospetto di Dio con la speranza della Grazia. Mentre il protestante non pu pi riconoscere n lintercessione dei santi n dei preti e quindi si rivolger direttamente a Dio attraverso la propria coscienza10. I cattolici conserveranno, anzi, accentueranno la necessit dellintercessione e quindi il ruolo e la potenza della Chiesa terrena: il prete diviene, cos, il primo mediatore, il primo complice per laccesso al Padre. Il Papa, nellOttocento, diverr perfino infallibile. Il tentativo adolescenziale di emancipazione conduce, inevitabilmente, verso una pi forte dipendenza dalla madre e dallaltro al tentativo di ripetere, su persone estranee (professori, profeti, patriarchi ecc.) quel movimento, eventualmente, precocemente fallito di maturit; quella tensione emotiva indispensabile allo sviluppo ed alla costruzione di un io ideale. Il figlio cadetto, pi di altri, rischia di finire proprio in questa posizione psicologica perch, in qualche modo, rifiutato dai genitori. La famiglia stirpe europea, dunque, crea dal XVI secolo in poi unorganizzazione simbolica religiosa sempre pi perfettamente adeguata, nel tempo, alla sua struttura e alle sue modulazioni.

La disciplina famigliare La famiglia stirpe tiene alla disciplina, non intesa come violenza o sopraffazione fisica, come invece accade nel modello anglosassone, ma come capacit rigida di trasmettere valori e atteggiamenti; educazione. Una trasmissione che non esclude le donne e che, anzi, costitutiva della bilateralit del sistema famigliare: gi i dogi veneziani trasmettevano leredit anche alle figlie femmine in mancanza di maschi. Mentre il rapporto tra genitori, dunque, tendenzialmente bilaterale quello tra genitori e figli sicuramente verticale. Il padre lautorit di riferimento che (in segreto con la madre?) decide chi il figlio delezione (il primogenito o lultimogenito, a questo punto, appare come una regola impersonale, ma comunque accettata) e quindi la distribuzione delle risorse alle generazioni future. Ne deriva un rapporto
10. Gi gli eretici italiani, i conciliaristi, Marsilio da Padova, Guglielmo di Okham, proponevano il contenimento del potere temporale dei preti.

48

ineguale tra fratelli e una spinta esogamica altrettanto forte. I figli e le figlie cadetti sono costretti a uscire dalla famiglia dorigine e ad inventarsi un destino proprio, se non altro a cercare di sposare un eletto. Il figlio cadetto il figlio soldato, il figlio prete, il figlio emigrato, operaio o anche il figlio che ha studiato e si inventato un proprio percorso professionale. Non quello che resta in famiglia e che sostituir il padre dopo la morte. Vedremo come anche il potenziale culturale della famiglia stirpe, proprio grazie a questa struttura, tra i pi forti e stabili. La famiglia stirpe genera, quindi, disciplina e gruppo. Crea, simultaneamente, famiglie rigide, complesse, e una buona disciplina dei singoli e una organizzazione stabile dei ruoli. Paolo Barbaro sul Veneto scrive a conferma: Quanto ho provato a dire finora mi stato confermato in tutte le esperienze di lavoro; in ufficio, nei viaggi, nei grandi e piccoli cantieri, sui lavori di costruzione a cui ho partecipato come tecnico per parecchi anni. In Italia o in Africa, nelle Alpi o sullo Zambesi, eccoli i Veneti - come li ho visti - lavoratori instancabili, pazienti, metodici e insieme capaci di immaginazione, se non proprio di fantasia; pronti agli ordini, e in genere allautorit che dimostri qualche dote, qualche seria capacit; talora servili; intelligenti, con una certa intelligenza pratica preponderante (come il don Luigi di prima - che aveva inventato tra una messa e laltra la pompa trasportabile a mano per dare il verderame alle viti); con tratti di filosofia spicciola sempre pronti; mai filosofia dei massimi sistemi: si pu dire che siamo filosofi del piccolo, non del grande; fondamentale bont e semplicit danimo, quella bonariet e anche monaggine per cui venivamo spesso presi in giro ma lo sapevamo. Ma la famiglia del Nordest si distingue anche per un certo ammorbidimento delle ineguaglianze - dovuto anche alla pressione nazionale - e dunque per un rapporto pi caldo, o comunque, pi vicino tra fratelli nonostante la scelta del privilegiato nelleredit. Nelle aziende, ad esempio, non infrequente una certa distribuzione di compiti proprio tra fratelli e sorelle nella conduzione dellattivit11. Abbiamo esempi famosi dai Marzotto ai Benetton, dai Coin agli Illy, ai Riello e anche tantissimi altri meno famosi.

11. Interessante a questo proposito lintervento nel rapporto 2000 della Fondazione Nordest di Paolo Gubitta su Imprese, famiglia e passaggio generazionale dove dimostrato come gli imprenditori nordestini tendenzialmente dividano tra i famigliari la gestione di settori ritenuti nevralgici dellazienda e deleghino ai manager soltanto settori ritenuti controllabili e non strategici. Non solo, ma spesso la gestione aziendale si sovrappone alla geografia dei rapporti tra parenti.

49

In un certo senso questa struttura famigliare propone lineguaglianza valoriale compensata dalluguaglianza economica. La ricerca di sistemi di compensazione, di strutture stabili di contenimento di eventuali regressioni alla Caino, per intenderci fanno s che ci sia, da parte di tutti, inclusi ed esclusi, un lavorio continuo di riequilibratura. Ne parleremo pi avanti ma ritengo che la caratura del ruolo del prete, gestita soprattutto negli ultimi due secoli, sia stato un tentativo brillantemente riuscito di compensare i figli cadetti. La perdita del privilegio materiale stata compensata con lattribuzione di ruolo e prospettive immateriali. Dunque abbiamo di fronte a noi una famiglia maschilista ma che attribuisce un ruolo non secondario alla donna. Una famiglia inegualitaria ma che, a livello pratico, si sforza di aderire a principi pi egualitari. Una famiglia autoritaria di gruppi integrati ma che modula la verticalit dei valori con un certo individualismo. Il risultato quello di una societ molto dinamica e organizzata. Si tratta di una societ, quella creata dalla famiglia stirpe, che nella storia ha proposto passaggi fondamentali anche allintera umanit: Atene, Israele, Germania, Giappone sono e sono state civilt che, a vario titolo, giocano e hanno giocato ruoli sempre di primo piano. Nel bene e nel male. Ed stato cos anche per il Nordest rispetto allintera Nazione.

La famiglia e i suoi figli, che storia! La famiglia stirpe pu tollerare, al contrario di altre, molto bene tutte le et al matrimonio (meno 18 19/24 pi 24). La tolleranza delle et al matrimonio permette una variabilit molto alta di gestione delle fasi di apprendimento e della distribuzione delle risorse. Come sappiamo let al matrimonio non biologica ma culturale e dunque un metro stabile per misurare la fase di apprendimento e di alfabetizzazione. Sostanzialmente ci si sposa quando si concluso, in una data famiglia, quello che ritenuto il periodo di apprendimento per poter generare una nuova famiglia. Let al matrimonio, differenziata per i maschi e le femmine, indica cos anche il grado di maschilismo. Lallungamento dellet al matrimonio, logicamente, non pu che essere originato dallapparente complessit dellapprendimento in vista dellet adulta. Oggi la reale complessit del mondo, ma anche il rumore costante dei mezzi di comunicazione di massa, favoriscono una percezione di inadeguatezza dei sistemi valoriali di riferi50

6 - Figli illegittimi (1951-1975)

Percentuale di figli illegittimi sui nati vivi


Da 10% a 20% Da 5% a 10% Da 0% a 5% fonte: Istat

51

mento e quindi di insicurezza generale - diffusa tra tutti i soggetti nei diversi ruoli famigliari - tali da indurre ad allungare lapprendistato dei figli. Generalmente una pi alta scolarizzazione associata ad un innalzamento dellet al matrimonio. Inoltre l dove esiste una grande differenza tra let del maschio e let della femmina al matrimonio segniamo una pi marcata concezione maschilista o patrilineare. La donna percepita ancora bambina e viene affidata ad un uomo molto pi vecchio di lei. Un ravvicinamento delle et al matrimonio, maschile e femminile, dimostra, invece, tendenze pi egualitarie tra i sessi e minore maschilismo. Negli ultimi 20 anni nel Nordest questa differenza intorno ad una media di 2,8 anni e si accorciata nel tempo. La modulazione alta dellet al matrimonio permette, dunque, una pi vasta gamma di progettualit per il futuro. In questo sistema ha aderito bene la Chiesa cattolica come sistema di controllo autoritario che obbligava alla castit o, simultaneamente, alla procreazione incontrollata. Il controllo delle nascite, per la Chiesa e la destra cattolica, non delegato allindividuo ma socializzato. I figli cadetti che non si sposano diventano preti, suore oppure zii e zie zitelle. Il controllo sociale e questa ineguaglianza sostanziale fa aderire perfettamente la Chiesa alla famiglia stirpe. La risultante una rilevante produzione di figlie e figli cadetti che possono essere accolti dalla stessa Madre Chiesa e di figli e figlie timorate e aderenti ai valori di autorit e ineguaglianza. Il celibato e il nubilato sono il contraltare delle famiglie numerose. E, in definitiva, la Chiesa stessa diventa un sistema efficiente di controllo delle nascite, prendendo per s parte di questi figli e figlie delle tante famiglie numerose, l dove le tecniche contraccettive non sono ancora sofisticate ed efficaci. La Chiesa come contraccettivo a posteriori? Di fatto il destino di ogni figlio o figlia, se pure numerosi, viene in qualche modo gestito a priori. Una delle caratteristiche della famiglia stirpe, infatti, nella bassa presenza di figli illegittimi. La distribuzione di cui abbiamo parlato nelle province del Nordest del mnage complesso ricalca quasi con precisione la distribuzione di figli illegittimi (figura 6). Il dato di media tra il 1872-1875 significato e rimane con la stessa impronta fino ad oggi. La media, alla fine dellOttocento, di figli illegittimi per 100 nati di 2,1 per Treviso, 2,6 per Belluno, 3 a Vicenza, da 4 e poco superiore Udine, Verona, Rovigo e Padova, mentre Venezia registra un 6,9. Trentanni dopo Vicenza e Belluno sono tendenzialmente stabili (3,3 e 2,9) Treviso salita a 2,9, Padova a 6,3, Venezia a 9,2 mentre Rovigo fa registrare 14,2 illegittimi ogni 100 nati. Spieghiamo 52

la crisi di Rovigo (che sar anche pi forte negli anni Cinquanta del Novecento) con lintervento di bonifica nel basso Polesine e Rovigo dopo il 1870. Si tratta di uno spostamento autoritario di 2.500 coloni provenienti da Sermide, Trecento, Massa Superiore, Lendinara, Adria e Cavarzere a cui si aggiunsero circa 1.000 uomini che dai villaggi circostanti si recavano, quando ve nera bisogno, a lavorare le terre pi vicine. 12 La stessa vicinanza con lEmilia-Romagna ha sicuramente influenza sul comportamento dei rodigini. In quella regione le medie degli illegittimi sono sempre molto alte. Confrontando alcune variabili (frontiera, intervento totalitario sulle masse, presenza di contadini proprietari e salariati, autorit, ineguaglianza/uguaglianza, comunismo) riscontro che il dato elevato di figli illegittimi particolarmente correlato alla presenza del sistema autoritario nelle famiglie e alla alta presenza di contadini proprietari-salariati; dato che comune sia nel bolzanino, nel rodigino e, appunto, in Emilia. Gli spostamenti di masse, poi, contribuiscono ad aumentare la nascita di bambini e bambine naturali. A questo proposito appare evidente come anche le linee di confine, tracciate dagli eserciti o dalle diplomazie, poco reggono di fronte agli incontri tra uomini e donne! Nel 1951 i figli illegittimi nati nel Nordest ricalcano la distribuzione simile di circa un secolo prima e a met degli anni Settanta la distribuzione rivela la persistenza del tipo di famiglia caratteristico di queste province dItalia: Vicenza, Treviso e Pordenone quelle con meno illegittimi, mentre Rovigo e Bolzano quelle con pi frequenza. Il risultato di Bolzano, oltre che dato strutturale, come Rovigo, spiegabile anche per lintervento autoritario fascista che ha scombussolato con lintenzione di italianizzarlo il sud Tirolo. Il fascismo in quelle zone ha forzatamente trasferito migliaia di italiani per tentare di ridurre la densit di tedeschi. Limmissione, quindi, di popolazioni esterne in gruppi stabilizzati produce un malessere generale e uno scontro tra regole sociali e affetti privati che viene reso misurabile anche dalla quantit di figli non riconosciuti anche se la famiglia stirpe, l dove sottoposta a processi che la rendono instabile, comunque, produce pi illegittimi. Cos come movimenti di masse e di etnie hanno sconvolto anche Trieste e Gorizia. Spiegate le eccezioni la carta degli illegittimi del Nordest non fa che confermare la stabilit della famiglia nordestina nellarco di secoli. Il contenimento dei figli illegittimi, dunque, spiega una certa stabilit e anche un
12. Gino Luzzato Leconomia italiana dal 1861 al 1894 ed. Einaudi, pag. 105 e seguenti.

53

radicato conformismo e controllo della famiglia. Lequilibrio interno viene salvaguardato e la capacit di prendersi cura della prole ha come risultate la sicurezza della paternit e della maternit. I figli che erediteranno sono figli sicuramente propri. La famiglia autoritaria, generalmente, crea forti tassi di illegittimit allorquando si presenta nella forma pi instabile, mentre nella forma stabile lillegittimit tendenzialmente e storicamente bassa. Lidentificazione di queste varianti permetterebbe di spiegare due fenomeni ritenuti paralleli e tra i pi tragici della storia europea: la caccia alle streghe e la caccia agli ebrei. Entrambi i fenomeni sono caratterizzati da una allocazione nellarea caratterizzata dalla famiglia autoritaria con, invece, una modellazione instabile tipica della cultura tedesca, scandinava, scozzese e basca. Il Nordest si distingue anche per il tasso, pi basso dItalia, per matrimoni tra consanguinei. A fine Ottocento il Veneto registra 8,7 matrimoni tra cugini su 1.000 abitanti, 0,3 tra zii e nipoti e 2,3 tra cognati. Molto meno in confronto a Liguria e Piemonte con 18,2 matrimoni tra cugini e tassi intorno al 10 e superiori in Calabria e Sicilia. Dunque la famiglia nordestina ha anche un forte radicamento endogamico che, in gruppi fortemente stabili, produce un allargamento di famiglie dello stesso tipo nel momento in cui avviene limmissione della nuova sposa. La spiegazione principale del lavoro delle donne, nel Nordest, sia dovuto a questo modello che rende la femmina pi anziana stabile allinterno della casa mentre tende a spingere la moglie del figlio, la donna pi giovane, al lavoro. Limmissione della donna giovane, estranea al gruppo della famiglia originaria, non entra cos in conflitto con il ruolo della suocera perch la sua posizione gi codificata nel sistema dellautorit e allo stesso tempo viene indirizzata verso la produzione di risorse. Nel contesto della famiglia stirpe il tasso di et al matrimonio femminile potrebbe essere correlato alla tendenza al voto, ma soprattutto alle pratiche religiose. Inoltre laumento dellet al matrimonio abbassa il tasso dei divorzi. Divorziano di pi e prima, infatti, le coppie che si sposano pi giovani. Logicamente, laffievolimento della disciplina matrimoniale e della castit annunciano un orientamento pi liberale e democratico. Il portato di valori legati alla regolazione del matrimonio, dunque, ha conseguenze politiche, economiche e istituzionali di lunga proiezione. In Italia stato possibile correlare il voto comunista negli anni Settanta con let al matrimonio delle donne negli anni Cinquanta. Il matrimonio tardivo anche indice di un aumento dellascetismo, soprattutto fem54

minile. Una pi lunga contemplazione in et giovanile significa una minore libert sessuale e un radicamento ai valori tradizionali e religiosi. La produzione di nubilato correlata ad un orientamento pi conservatore, pi adeguato alla sottomissione allautorit paterna e dunque predisposto allaccettazione della sofferenza e della rinuncia. La perpetua che tuttora accudisce la parrocchia, figlia di Dio e sorella del prete, la risultante di questo modello femminile? Ma come abbiamo visto per le donne divise tra istituti di beneficenza e carit ci sono anche quelle che lavorano. LOperaio cattolico il 6 gennaio 1895 a proposito della necessit di cominciare ad organizzare proprio le donne scrive che lo scopo primario di questo nuovo settore del movimento sociale cattolico deve essere quello di conservare e accrescere nelle ascritte lo spirito religioso, la moralit dei costumi, lamore e la pratica dei doveri individuali e sociali e di suffragare le socie defunte. Qui c tutto: spirito religioso, ubbidienza, morigeratezza, dovere di gruppo e amor proprio, ma soprattutto sofferenza e solidariet. Il matrimonio ordine, e lordine necessario, soprattutto alla famiglia stirpe. Da qui il controllo pressante della Chiesa sulla sessualit. E nessuna concessione pu essere fatta alla richiesta della fine del celibato dei sacerdoti proprio in ordine a questa disciplina generale. La paranoia sulla masturbazione, la castit prematrimoniale, il divieto di controllare le nascite ne sono una risultate, cos come lobbligo della fedelt come salvaguardia della monogamia. Lintroietto Dio-Padre non potrebbe pi esistere in un sistema aperto il cui padre di troppi figli e marito di troppe mogli e madri finirebbe per scomparire come ectoplasma nelle dinamiche famigliari. Il prete-sposato il cardine della dissoluzione della Chiesa cattolica espressa attraverso lorganizzazione dei figli e delle figlie non elette. Significherebbe lintroduzione del principio di uguaglianza nel sistema autorit/ineguaglianza e quindi una tensione contraddittoria che potrebbe portare ad una secolarizzazione ancora pi accelerata come stato per i protestanti. Ogni fase cruciale della sessualit sottoposta al controllo e alla regolazione a prescindere dai risultati disturbanti ai quali si pu giungere. Tutto a suo tempo e a suo luogo e modi. Il matrimonio assoluta creazione del nuovo e da esso devono scaturire le programmazioni messe in opera e quelle che continueranno. Non si pu fallire. Hans Erich Troje, storico del diritto di Francoforte, sostiene che la famiglia il luogo in cui ogni follia normale e che i principali ideologi del benessere del bambino per lo pi non hanno figli, cos come non erano sposati gli inventori e i propagandisti dei valori del matrimonio cristiano. Dulce bellum inexpertis. 55

Ma non si trattava e non si tratta di essere esperti di bambini o di matrimonio; si tratta di essere esperti del sistema autorit libert.

La sequenza del progresso, con lacceleratore La famiglia stirpe, nella conclusione della prima fase di secolarizzazione, produce sistemi ideologici tipici cos come stato per le religioni. Sistemi ideologici, come quelli religiosi, che mostrano una straordinaria continuit temporale. Le tre grandi forze, infatti, che caratterizzano il Nordest sono la socialdemocrazia, la democrazia cristiana e il nazionalismo o regionalismo etnocentrista. Questi impianti manifestano una resistenza stupefacente al tempo e a qualsiasi modificazione sociale, economica o militare. In Italia, poi, nonostante il passaggio del periodo fascista, ritroviamo, nel secondo dopoguerra, le stesse forze che avevano preso la scena prima della Prima Guerra Mondiale. E possibile ipotizzare che per questo tipo di famiglia la continuit temporale, la stabilit sociale che ne deriva, siano ancora pi importanti dei valori stessi che la fondano. In sostanza se si affermano i democristiani si tende a sostenere i democristiani e se si affermano i socialisti si tende a continuare a sostenere i socialisti. Il principio di stabilit si impone. La fedelt al passato, alle regole gi sperimentate altissima. Le ideologie, indipendentemente dai loro risvolti differenti, possono affermarsi nel tempo grazie a questa struttura. Al contrario, invece, il risvolto etnocentrista, ha diverse caratteristiche basate sulla quantit della popolazione e sulle dimensioni degli stati o delle stesse zone interessate. I Paesi del Nord Europa, o la Svizzera, ad esempio elaborano una differenziazione etnocentrica che li porta, piuttosto, allaffermazione, nel tempo, di uno spiccato neutralismo. La presa di coscienza della limitata potenza militare nazionale trasforma la pretesa della diversit in posizione ideologica di distanza, di neutralit. Allinterno, invece, delle singole nazioni il regionalismo si ripete storicamente in forme diverse: nel Nordest dai moti del 1848, allunit dItalia, alle questioni di Trento e Trieste e poi del Sud Tirolo e oggi al fenomeno delle lighe e quindi della Lega Nord, solo per stare allultimo secolo. Si tratta, indubbiamente, di una proiezione della propria superiorit. Lossessione del lignaggio, dellappartenenza alla famiglia, al gruppo, alla lingua, alla comunit fa degli individui di questo sistema famigliare portatori anche incoscienti di modelli di superiorit. Se non altro di differenza: volont di potenza mimetizzata nel comportamento umile e remissivo del figlio che sa, che un giorno, sar al posto del 56

7 - Mortalit infantile (1999)

Probabilit di morte alla nascita ogni 1000 nati maschi

pi di 4

meno di 4 fonte: Istat

57

padre. La famiglia stirpe, il cui riferimento al lignaggio sempre articolato e presente, produce una certa quantit di blasonati pi o meno fittizi. E una conseguenza della trasmissione del sangue, del sangue blu, dellidentit del gruppo. Fin troppo facile, nel Nordest, individuare il patriziato veneziano quasi tutto inventato di sana pianta durante la Serenissima. La miriade di conti sparsi per le campagne venete ne sono la dimostrazione. Ma non mancano gli esempi pi moderni, come limprenditore vicentino Gaetano Marzotto o i suoi colleghi veneziani Volpi e Cini diventati tutti conti per meriti attribuiti durante il periodo fascista. La famiglia stirpe un moltiplicatore sul piano culturale, nel senso che accelera i processi in corso; siano essi positivi siano essi negativi. La trasmissione rigida che la caratterizza e le grandi capacit di controllo tra generazioni permette di accelerare i comportamenti riferiti allimpianto valoriale che in quel dato periodo dominante. Vanno sottolineate anche altre caratteristiche della famiglia stirpe del Nordest prima di affrontare i temi del carattere, della scolarizzazione, delle ideologie e delle economie di questo sistema. Il tasso di mortalit infantile uno degli indicatori massimi dello stato di sviluppo e di benessere di una societ. Questo tasso, logicamente, mostra il grado di qualit delle strutture sanitarie e sociali di una provincia o di una regione. La speranza di vita di un neonato coinvolge la salute fisica e psichica dei diretti famigliari, le capacit sanitarie, assistenziali, sociali e generali dellintera collettivit. Questo tasso un indicatore supremo del benessere. Ebbene tra fine Novecento e inizio Duemila il Nordest - ancora una volta - mostra la stessa faccia di sempre: la probabilit di morte da zero a un anno, al di sopra o al di sotto di 4 ogni mille nati (figura 7), in cui le province di Vicenza, Belluno, Pordenone, Udine, Gorizia e Trieste con Padova, Venezia e Treviso (che per, come quasi sempre, si colloca in una zona di oscillazione) si collocano al di sotto mentre tutte le altre al di sopra. Pi esattamente notiamo uno 0,83 di Trieste, un 5,22 di Verona e un 7 di Rovigo13. Il tasso di mortalit un tasso pi tragico ma pi corretto di quello della natalit per misurare il grado di progresso perch dimostrata lesistenza di una correlazione pi stretta tra il tasso di alfabetizzazione e la speranza di vita (+ 0,85) che non tra il

13. Questo dato vale la pena precisarlo perch lo riteniamo strategico. Si tratta del dato riferito allultimo disponibile sul sito Istat e riguarda il 1999. Trieste 0,83 Udine 1,33 Pordenone 2,04 Belluno 2,4 Vicenza 3,53 Gorizia 3,6 Padova 3,68 Venezia 3,73 Treviso 4,1 Trento 4,67 Bolzano 4,75 Verona 5,22 Rovigo 7. La differenza tra Trieste e Verona di 4,39.

58

tasso di alfabetizzazione e il tasso di natalit (- 0,73). Questo significa che labbassamento del tasso di mortalit un indicatore pi preciso del livello culturale e dellevoluzione della mentalit: attraverso le variazioni del tasso di mortalit e di fecondit le societ si preparano ad una transizione. Mentre le correlazioni tra parametri demografici e variabili economiche hanno dimostrato valori pi bassi: reddito pro capite e speranza di vita sono correlate - in una scala da meno 1 a pi 1 - per un segno +0,69 e addirittura per un -0,58 la correlazione tra reddito pro capite e tasso di natalit. La sequenza che si logicamente determinata, ma anche dimostrata nei fatti, : alfabetizzazione, abbassamento del tasso di mortalit, abbassamento del tasso di fecondit e alzata del reddito. In questi anni le province che, pi di altre, stanno seguendo questa sequenza sono quelle del Friuli-Venezia Giulia.

La famiglia stirpe, incompleta, urbana Nel contesto urbano pi difficile spiegare la strutturazione di valori di uguaglianza e ineguaglianza o di autorit o libert, ma qui bisogna misurare lo scambio di servizi, il ruolo dei nonni rispetto ai nipoti, i rapporti decisionali. Quello che sparisce nel contesto urbano il ciclo di sviluppo del gruppo domestico, che non pi fisicamente visibile, ma non il sistema famigliare; ovvero linsieme dei valori immateriali, stabili, che vengono trasmessi. Nei contesi con famiglia stirpe la liberazione sessuale sposta a sinistra cos come lascetismo tiene la conservazione. Laumento dellet al matrimonio porta allaumento del misticismo in periodo di pervasione religiosa e spinge su organizzazioni e gruppi mistici in piena secolarizzazione14. La famiglia stirpe presenta anche, come abbiamo gi accennato, un accentuato carattere patogeno dal punto di vista psicologico: essa esalta coscientemente il potere del padre e inscoscientemente il rispetto della madre e per questo pu forzare un possibile scontro dei figli con essa che, apparentemente, li tradisce accettando la loro ineguaglianza. Combina ad un grado abbastanza elevato disciplina e individualismo, ma allo stesso non definisce chiaramente lo statuto della donna e dei figli non eletti. Fa della donna una strega o una Vergine santa e dei figli cadetti dei soldati o

14. Su questo si vedano le inchieste della professoressa Cecilia Gatto Trocchi sulla diffusione delle sette nel Nordest negli ultimi anni.

59

dei preti. Quando produce molti figli e figlie ne destina anche molti al celibato e al nubilato. La patologia la si pu riscontrare quando, a livello collettivo, si attiva nelladesione al fascismo adesione allautorit, ma al contempo trasgressiva coercizione delluguaglianza -; al terrorismo opposizione allautorit ma rimarcatura delleletto di classe -; allesplosione xenofoba proiezione sullaltro della propria posizione schizoide -; o in ordine privato alla diffusione dellalcolismo, della droga o del suicidio.

La famiglia stirpe, un bilancio Il bilancio complessivo della famiglia stirpe incompleta da ritenersi positivo. Si tratta di un sistema che ha una fortissima capacit di educazione e valorizzazione dei figli; fondato sulla predominanza del maschio ma con una forte attribuzione di potere non formalizzato per la donna. Sistema che crea piuttosto dello scontro tra coniugi uno scontro madre-figlio anche questo ammortizzato da credenze religiose e adesione allorganizzazione della Chiesa cattolica. E un sistema che crea disciplina e adesione al gruppo, ma allo stesso tempo tollera lindividuazione anche se cerca di strutturala attraverso ruoli preordinati. Quella della famiglia stirpe incompleta una societ che tollera anche le differenziazioni e, addirittura, le crea anche l dove non ci sono: una spiccata tendenza a percepire le differenze per differenziarsi e quindi un senso di lignaggio e di classificazione facile. Non c nessuna ansia di inglobare o eliminare laltro, ma una forte tendenza a dissipare energie nella lotta contro fantasmi ideologici che essa stessa crea. La tendenza verso lassassinio del fratello per lintroietto del valore di ineguaglianza pi marcato nella famiglia stirpe tipica del mondo tedesco. Nel Nordest il rapporto tra fratelli non ha mai raggiunto - come nella famiglia stirpe rigida - la posizione schizofrenica di sterminio dellaltro e neppure quella simbiotica di tentativo di assimilazione totale dellidentit altrui nella propria. Nel Nordest laccentuazione sulleguaglianza tra fratelli scarica la tensione interna piuttosto con accordi di spartizione delleredit o di divisione di ruoli. Il nazismo e il comunismo, da queste parti, troveranno sempre, come hanno trovato, baluardi e fortificazioni resistenti. Anche la stabilit verso il contenimento della procreazione illegittima la dimostrazione di un meccanismo esogamico efficacemente regolato. La spinta verso lesterno del gruppo famigliare dorigine per la creazione di una 60

nuova coppia pone la donna in una condizione aleatoria, ma assicurata dalle diverse modulazioni del controllo sessuale e dellorganizzazione sociale. Quanto alle singole province gi in atto uno spostamento verso valori pi egualitari in Trentino-Alto Adige e in Friuli-Venezia Giulia, mentre in Veneto il processo pi complesso e pi attardato. Le province di Vicenza, Treviso e Belluno, accoppiate, come stato in passato, segnaleranno prima di altre gli andamenti futuri, mentre appare ancora pi problematica del passato la situazione di Rovigo e in evoluzione nellimmediato futuro quella di Verona, Venezia e Padova. Il Nordest ha risorse necessarie per potersi ancora meglio qualificare e identificare e per poter procedere verso un futuro tranquillo, ma si rende necessaria una maggiore consapevolezza, appunto, della propria identit e del proprio carattere perch sono in vista fortissimi cambiamenti.

61

62

Capitolo 2

Carattere e atteggiamenti

Reich, Lopez e il figlio prete E vero che le istanze morali nella persona umana nascono da determinate proibizioni della societ i cui primi rappresentanti nella vita umana sono i genitori scrive Wilhelm Reich ma gi le prime modifiche nellIo e nelle pulsioni che avvengono con le primissime rinunce e identificazioni, molto tempo prima che si arrivi alla formazione del Super-Io, sono in ultima analisi determinate dalla struttura economica della societ e rappresentano gi le prime riproduzioni e i primi ancoramenti del sistema sociale, cos come cominciano gi a sviluppare le prime contraddizioni.1 Ed sempre Reich a dirci che se, come stato detto, gli uomini fanno essi stessi la loro storia, che dipende da determinate condizioni e premesse economiche se la concezione materialistica della storia deve partire dalla fondamentale premessa della sociologia, lorganizzazione naturale e psichica degli uomini, allora chiaro che le nostre ricerche a un certo punto debbono acquistare una importanza sociologicamente decisiva. Noi studiamo le strutture psichiche, la loro dinamica e la loro economia. Dalla struttura psichica dipende la forza produttiva pi importante, la forza produttiva forza lavoro. Senza la psicologia scientifico-naturale non si possono comprendere n il cosiddetto fattore soggettivo della storia n la forza produttiva forza lavoro. La premessa per arrivare a questa comprensione il rifiuto di quelle concezioni psicoanalitiche che spiegano la cultura e la storia della societ umana con le pulsioni anzich comprendere che prima di tutto, sono i rapporti sociali ad
1. Ritengo, e per questo lo cito testualmente, che Reich su questo vada corretto nel senso che la struttura economica preesistente comunque frutto delle decisioni degli uomini e delle donne preesistenti. Reich, tra laltro, pur aprendo una visuale fenomenale per lo studio del carattere non aveva ancora colto il fatto che, ad esempio, uno stesso impianto autoritario pu dare, contemporaneamente, sia sviluppi repressivi che trasgressivi.

63

influire sui bisogni umani modificandoli, prima che le pulsioni e i bisogni cos modificati possano cominciare ad agire come fattori storici. I pi noti caratterologi di oggi cercano di comprendere il mondo in base ai valori e al carattere anzich far derivare il carattere e determinati valori dal processo sociale. Noi qui prendiamo Reich traducendolo cos: a determinati ordinamenti sociali sono associate determinate strutture umane. Meglio ancora: ogni ordinamento sociale crea quei caratteri di cui ha bisogno per esistere e nella societ divisa in classi sempre la classe dominante che, con laiuto delleducazione e delle istituzioni famigliari, difende la propria posizione trasformando le proprie ideologie in ideologie dominanti di tutti i membri della societ. E prendiamo come riferimento anche Davide Lopez (e tutte le sue critiche a Reich) quando dice: Tuttavia lopera di deformazione, distorsione o distruzione di un meccanismo cos delicato quale il carattere del bambino, della sua potenzialit formale e creativa, base di quella che sar la futura persona, si compie continuamente e quotidianamente nella famiglia e nella scuola, proprio per linsensibilit degli adulti, di coloro che non riescono a comprendere che il bambino una piccola persona. Ritengo la reazione di coloro, specialisti stessi della psicanalisi, di porsi in posizioni di sostegno alla libert assoluta, malintesa, dellindividuo con deformazioni caratteriali, divenga cos conservatrice, regressiva e repressiva perch inconsapevolmente alleata di quel carattere. Lo sforzo per lemancipazione viene cos neutralizzato e cristallizzato in comunit terapeutiche, espedienti di gruppo, purgatori comuni. I contenuti del carattere, quindi, sono originati dallesterno, dalla societ, mentre laspetto formale, la modalit di espressione appartiene allambito genuino dellindividualit. Per questo indicativa, ad una buona analisi del carattere, la forma di espressione: il modo di dire pi che il contenuto; il comportamento reale pi di quello promesso o dichiarato. Una caduta precoce dei genitori come oggetti ideali, molto spesso subita per la spiccata preferenza di un altro fratello, viene vissuta come perdita e abbandono definitivo. Questo processo generalmente riconosciuto dalla psicanalisi come causa di una formazione deficitaria del Superio, soprattutto negli aspetti pi ideali. La persona, quindi, che rappresenta lautorit, o che allinterno di unorganizzazione in una posizione predominante, viene vissuta come un nemico. Costoro si troveranno a temere lautorit, a sentirsi in colpa nei suoi confronti, proprio perch la odiano. Lodio irreversibile verso i genitori e verso qualsiasi persona in posizione di superiorit spiega Lopez li indirizza alla fine verso i loro fratelli e sorelle che essi scelgono come oggetti damore. Per tutta la vita non escono 64

mai dal mondo dei bambini! Spesso si pu incontrare, nel Nordest, a causa della diffusione della pratica della produzione di figli cadetti, un carattere che molti scrittori hanno addirittura mitizzato: un comportamento serafico, quello di una certa monaggine nello sguardo come lha definita Paolo Barbaro dei veneti. Un comportamento da agnello di Dio che, per, esprime lingiustizia patita di chi crede, in fondo, di essere stato comunque indulgente con il carnefice o presunto tale. Noi che abbiamo fatto tutto da soli come dice lo scrittore Ferdinando Camon, intendendo mantenere con questo unavversione verso un padre (politico) ideale che, invece, avrebbe dovuto alleviare le vere o presunte sofferenze. E poi lo sguardo cristallino, puro, del lavoro onesto ma anche della durezza narcisistica, impenetrabile riversata nellamore per le cose piccole, per il saper fare minuto, quotidiano. Lamore per la piccola e, soprattutto propria creazione che, per, resta propria e che dimostra o vuole dimostrare una certa superiorit velata. A questo punto lidea che debba essere la realt ad adattarsi a loro piuttosto che il contrario si fa strada e si impone anche nella rivendicazione sociale e politica. Ma il costo del narcisismo sempre misurato da altrettanto grado di masochismo che la sua moneta di scambio. La caduta degli aspetti ideali del Superio la causa della regressione verso la narcisistica compiacenza della propria innocenza che nello stesso tempo accusa perenne nei confronti degli adulti, delle generazioni pi vecchie. Ideali narcisistici servono a compensare, anzi a mascherare, il sentimento profondo del vuoto emotivo e della inconsistenza dei propri interessi, dal momento che le emozioni che contano nella vita sono andate perdute e distrutte. Mentre il figlio eletto gode del vantaggio della costanza damore ed facilitato nella costruzione del proprio carattere e pu mantenere anche nella fasi pi difficili un ideale dei genitori protetto, il figlio cadetto coartato e gettato in una landa dove le possibilit di deformazioni del carattere sono pi insistenti. La sua liberazione, per, passa dalla conferma della propria posizione, dalla certificazione che le passate generazioni fanno della propria colpa: cosa che soprattutto le donne pi anziane hanno sempre certificato. La frequenza alla messa, nei secoli, cosa stata se non questa autoaccusa nei confronti del figlio e delle figlie donate alla Chiesa? Il normale vive comunque la caduta dellideale paterno e materno, ma non come lotta perenne, autodistruzione e distruzione, piuttosto come inevitabile sostituzione dellanziano. La percezione che il passato anche nel presente, e sar futuro, affievolisce lodio, pacifica e non tenta quasi mai di addossare tutte le colpe a chi ha vissuto prima per riuscire a vivere in una apparente bolla di innocenza ora e poi. 65

Lanalisi scientifica marxiana - scrive Lopez - dei movimenti di sviluppo delle strutture economico-sociali e lindagine freudiana sullorganizzazione libidicoemotiva dellindividuo sembrano convergere su di una conclusione: lattivismo, il volontarismo, il rivoluzionarismo, che fanno seguito molto spesso allipercontrollo cosciente del funzionamento degli individui e delle strutture sociali, non accelerano ma ritardano la spinta verso lemancipazione e la maturazione individuale e sociale degli uomini. La psicanalisi, dunque, pu dirci molto sulla composizione e scomposizione del sistema famigliare tipico del Nordest e, storicamente, pu dirci molto anche sulla sua economia. Per non addentrarci in questioni ambivalenti e complesse ci limitiamo a constatare che il pensiero freudiano sulla repressione sessuale va di pari passo alla invenzione, poi, da parte delleconomista Keynes del sostegno alla spesa, del consumismo. Repressione della sessualit e risparmio sono la stessa faccia della stessa medaglia. La Chiesa chiama il denaro sterco del diavolo, ma benedice la propriet immobiliare. Il controllo sessuale diventa una degli ambiti nevralgici e cos la sessualit diviene diabolica e, di conseguenza, il nubilato e il celibato ne sono il contraltare. Per non peccare, quindi, al limite meglio sposarsi e riprodursi ma la moglie non deve essere trattata come una prostituta e quindi, comunque, bisogna essere morigerati. Risparmiare, dunque, nel sesso e anche nel denaro. E presumibile, addirittura, che non sia, a questo punto, segno di sanit politica e sociale il livello del reddito pro-capite, o del conto in banca, ma piuttosto questo indichi delle deformazioni caratteriali anche se non necessariamente sessuali. Una certa efficacia economica, la tenuta di un sistema finanziario, pu essere basata proprio sulla sofferenza di molti, sulla dispersione di vitalit ed energia umana pienamente emancipata, adulta, e che coinvolge tutti e non solo una categoria apparentemente pi interessata di altre.

I soldi, la pellagra, lalcol e i suicidi Lansia dellaccumulo come espressione di un sintomo di una deformazione caratteriale. Cosa pu significare, altrimenti, il ritrovare, sistematicamente, nel corso degli ultimi cinquantanni, nel racconto quotidiano della vita del nordestino, il ripetersi di lavoro, lavoro, lavoro. Lavoro come coazione, assenza di alternative, esecuzione di manufatti. La pressione, ad esempio, dei tassi di suicidio, sempre pi alti, con66

frontati con altre zone dItalia potrebbe essere un indicatore di questo malessere. Pressione che, da lungo tempo, distribuita tra le province in modo quasi fermo a indicare che, l e solo l, potevano e possono accadere certi fatti e certi processi. Escludiamo i cosiddetti pazzi e anormali come vengono classificati anche nei censimenti pi recenti. Nel Nordest la distribuzione geografica durante lultimo secolo e mezzo non varia di molto. Nel 1877 sono le province di Venezia, Udine, Verona, Treviso e Vicenza dove si conta la pi alta percentuale sul totale complessivo di pazzi e anormali. A Belluno ci sono pi sordomuti e a Rovigo molti pi ciechi. A Venezia le donne senza vista sono pi numerose degli uomini, unico caso in tutto il Nordest dove lhandicap colpisce di pi le donne. Una specie di indicatore delluguaglianza pi marcata del veneziano anche in ordine ai generi sessuali!? Nel 1960 la distribuzione di anormali e minorati simile a quella di cento anni prima: meno nel bellunese e nelludinese e di pi nel veronese, nel trevigiano e nel vicentino. Ritengo, logicamente, stabile questo tipo di classificazione degli uomini e delle donne perch la follia, cos come viene conteggiata qui, ha caratteristiche biologiche predominanti. Il pazzo che passa attraverso il sistema sanitario e le strutture ufficiali ha messo in atto comportamenti che vengono osservati come tali da tutti, famigliari, vicini e medici. Il ricovero dello schizofrenico quasi uguale alla presenza nella societ: la malattia eclatante. Motivo per cui gli schizofrenici ricoverati sono molto vicini al numero di quelli esistenti, mentre non cos per altre patologie o per chi abusa di alcol o di droghe perch la malattia discutibile o non si vede completamente. E come se accettassimo una certa percentuale di persone che possono essere perdute nonostante continuino a vivere sprofondate in un cataclisma psichico dal quale, generalmente, riconosciamo lincapacit, soggettiva e sociale, di poterne risalire la china. Ma se non accettiamo come indicatore di malessere la frequenza di persone ammalate psichiche abbiamo, comunque, altri indicatori dello stato di salute generale. Storicamente lalcolizzato e il suicida possono dirci del carattere e dello stato di salute di una popolazione del Nordest. Lalcolismo, ad esempio, non un retaggio della societ contadina come abbiamo tentato di raccontarci sempre. Lalcolismo il prodotto di una societ, di una cultura. Gino Luzzato, gi ci faceva notare ne Il costo della vita a Venezia nel Trecento che gli eredi di ser Nicol Morosini avevano un altissimo consumo di vino. Molto elevato risulta il consumo del vino, di cui, in 6 mesi, si acquista, in 3 volte (a novembre, febbraio ed aprile), la bellezza di 2800 litri, qualche cosa come 16 litri al giorno. Ser Morosini non era tra i pi ricchi patrizi veneziani che di vino ne consumavano anche di pi ma un p al di sopra della media. 67

Dunque, il vizio, non proprio una esclusiva abitudine dei poareti. Una statistica dettagliata dellintervento della Commissione Medica del servizio di Psichiatria dellUlss 5 del Veneto, tra la fine degli anni Ottanta e linizio degli anni Novanta, del Novecento, a Vicenza, per il controllo delle visite per lidoneit alla guida di autoveicoli su soggetti che erano stati ripetutamente bocciati in visite precedenti quindi molto sofisticata - ci dice che soltanto il 6,25% delle persone visitate erano contadini. La mia ipotesi, dunque, questa: lalcolismo, e come vedremo altri indicatori, la risultante di deformazioni caratteriali dovute allambiente famigliare e sociale. Per questo motivo misura il grado, vero, di benessere degli individui che compongono quella famiglia o quella societ. Non mio compito, qui, riferirmi ad aggregati nazionali e a comparazioni complesse che richiederebbero uno studio a s o comunque rimandi e analisi gi fatte e con ottimi suggerimenti, ma un cenno dobbiamo farlo2. LItalia, certamente, non sfugge a un nuovo andamento che vede la produzione di vino scendere dai 120.000 ettolitri/anno dei primi anni Ottanta ai poco pi di 60.000 ettolitri degli anni Novanta, con maggiore coinvolgimento, nella contrazione produttiva, di quelle regioni tradizionalmente dedite alla coltura della vite. La produzione di vino, in ettolitri (x 1000) scende, nel decennio 1980-1993, da 2.056 a 1.147 ettolitri per il Trentino-Alto Adige, da 16.239 a 7.928 per il Veneto e da 2.144 a 1.265 per il Friuli-Venezia Giulia. Alcuni studi sostengono che la diminuzione del consumo di vino va di pari passo con laumento del consumo di birra e di superalcolici. Sono state rilevate differenze in relazione al livello di istruzione (maggior proporzione di bevitori tra i laureati e tra coloro che svolgono un lavoro non manuale rispetto a coloro che hanno una cultura di livello elementare e svolgono lavori manuali). Il sesso maschile non solo beve pi di quello femminile (15,4% di astemi contro 39,6%), ma ha anche un consumo maggiormente articolato (47,2% beve vino, birra e superalcolici, mentre solo il 21,5% delle femmine si comporta nello stesso modo). E' evidente, anche, una relazione diretta tra assunzione di vino e progredire dell'et

2. Solo per fare qualche esempio: Donovan ha sottolineato limportanza di un deficit psico-strutturale e di fattori socio-culturali predisponesti. Lorange e Tullias ritengono che limpulsivit del borderline pu esprimersi attraverso labuso dellalcol. Lewis, Cook e Winokus, invece, sostengono che la personalit antisociale ricorre allalcol e alla droga. Valliant e Milofski dimostrarono che lalcolista smette di bere senza alcun trattamento quando stabilisce una fonte sicura di autostima.

68

ed una relazione inversa per la birra; i superalcolici presentano un andamento analogo alla birra, con una maggior proporzione di consumatori tra i giovani3. Secondo molti ricercatori circa la met (4, 69) dei delitti di aggressivit (omicidi, lesioni personali, delitti sessuali) sono imputabili ad abuso alcolico e determinati dalla capacit della sostanza di rendere manifeste pulsioni latenti. Non solo ma oltre il 90% degli omicidi vede coinvolte persone che gi si conoscono o hanno relazioni di vicinanza o di parentela4. E anche possibile che l'alcolista rivolga contro se stesso la violenza; secondo valutazioni internazionali la proporzione di suicidi tra gli etilisti circa doppia di quella della popolazione generale (4, 87). Tutto questo pu essere anche quantificato nella perdita di giornate lavorative a causa di malattie od anche ad infortuni sul lavoro. Si calcola che tra gli alcolisti l'assenteismo, per frequenza e per durata, sia almeno tre volte superiore alla media (69) e che una considerevole quota (circa 1/3) di maschi invalidi, prepensionati e disoccupati sia rappresentata da alcol dipendenti. Nonostante questo quadro sostanzialmente negativo, una puntuale trattazione dell'argomento da parte dell'Osservatorio Permanente sui Giovani e l'Alcol, conclude affermando che in Italia l'opinione pubblica generalmente sopravvaluta il problema alcol, sia sotto l'aspetto delle economie, che delle diseconomie. Il valore delle prime e delle seconde, valutate entrambe secondo parametri diretti e indiretti, sarebbe rispettivamente di 1,3 e 0,7% del Pil, consentendo di concludere che tutto il sistema alcol produce e brucia ricchezza per circa il 2% del Pil. Che questo sia tanto o poco si pu discutere; di fatto centinaia di persone, ogni anno, nel Nordest si suicidano o tentano di farlo e migliaia sottostanno alla debilitazione da dipendenza. Sulla stessa definizione di alcolismo c un vasto dibattito, ma per capirci adottiamo la definizione proposta dallOrganizzazione Mondiale della Sanit secondo
3. Il criterio della disponibilit viene definito dalla formula D = P + (I - E) - U + (G1 - G2), dove P = produzione nazionale, E = esportazione, (I - E) = saldo import-export, U = usi diversi dal consumo umano (perdite comprese), G1 = scorte presenti all'inizio del periodo considerato, G2 = scorte presenti alla fine del periodo considerato, (G1 - G2) = giacenze. La stima del consumo pro capite si ottiene dividendo la disponibilit per la popolazione media presente nel periodo considerato. E' ovvio che il risultato che si ottiene rappresenta una stima globale e piuttosto grossolana del fenomeno, senza possibilit alcuna di avere informazioni disaggregate per sesso, et ed aree geografiche. 4. Una ricerca Eu.r.e.s. del 2003 rivela che gli omicidi sono quasi tutti accaduti in ambito domestico. Sempre sulle vicende famigliari si pu consultare in internet: Famiglie e individui: cosa passa tra le generazioni? Il caso della famiglia mezzadrile in Toscana di Giancarlo Francini - Istituto di Terapia Famigliare di Siena.

69

8 - Decessi per abuso di alcol (1867-77)

Morti per abuso di alcol ogni 10.000 abitanti


pi di 4 tra 2 e 4 fino a 2 fonte: censimenti

70

la quale si pu dire che esiste una farmaco dipendenza di tipo alcolico quando il consumo di alcool da parte dellindividuo oltrepassa i limiti normalmente accettati dal contesto socio-culturale di appartenenza, quando le modalit di assunzione sono ritenute inadeguate dal suddetto contesto o quando lassunzione di alcool diviene talmente elevata da danneggiare la salute dellindividuo o i suoi rapporti interpersonali 5. Ci si pu danneggiare a tal punto da incorrere nella morte come oggi accade per molti giovani il sabato sera. Si tratta, in sostanza, di un suicidio mascherato che noi ci accontentiamo di leggere come malessere. Nel decennio 1868-1877 i morti per sostanze alcoliche, in media, ogni 10.000 abitanti erano distribuiti cos: Venezia 1,7 Rovigo 1,9 Vicenza 2,7 - Belluno 2,8 Verona 3,2 Udine 3,3 Treviso 3,97 Padova 6,3 (figura 8). Nel 2000, dalla fonte Regione Veneto, troviamo dati sulla percentuale di ubriacature rispetto alla popolazione delle province. La distribuzione quasi identica: Rovigo, Venezia e Belluno registrano valori tra il 2,6 e il 3,2, Vicenza a 4,45, poi Verona e Padova intorno a 6 (Padova citt 8,5 e Verona citt 9,5) e infine Treviso con una media provinciale di 6,1. Treviso che, ancora una volta, troviamo in una posizione basculante tra due sistemi allinizio del Novecento, la ritroviamo peggiorata allinizio del 2000. Insomma gli alcolizzati sono rimasti, pi o meno, negli stessi luoghi e in una distribuzione simile per oltre un secolo. L dove abbiamo avuto una crescita economica vi erano gi le condizioni di una certa presenza del malessere che possiamo, meglio, chiamare inquietudine. La differenza, allinterno delle province, della distribuzione di coloro che si ubriacano tra capoluogo e paesi ha una costante: le ubriacature sono percentualmente molto pi alte nelle citt. Unaltra conferma allipotesi di una presenza pi marcata, nella provincia nordestina, della famiglia stirpe in grado di modulare meglio leducazione e i comportamenti. Dunque nessuna industrializzazione, nessuna urbanizzazione o cambiamento economico ha inciso sullo stato di salute dei veneti in ordine relativo. Se cos questo confermerebbe addirittura che, invece, proprio una certa ansiet, un certo malessere, un

5. In funzione dell'evolversi del pensiero sul concetto di "dose sicura"; dalla soglia dei 120 grammi pro capite di alcol anidro/die degli anni 60, si successivamente passati ai 60 grammi/die per i maschi e 40 per le femmine od anche ai 40 e 20 grammi, rispettivamente per maschi e femmine. Nel tempo anche lOMS ha abbandonato anche il concetto di dose adeguata.

71

temperamento particolare a spingere verso lattivismo economico e produttivo. Quello che consideriamo con troppa facilit benessere economico molto pi correlato con la societ pi inquieta strutturalmente che non con una societ pi tranquilla. Treviso, Vicenza, Padova e Verona, con Pordenone e Udine sono, infatti il fulcro della recente caratterizzazione pubblicistica del Nordest: luogo di lavoro, lavoro, lavoro e di schei. Perfino la distribuzione delle popolazioni afflitte da pellagra ci confermano in unipotesi che, mi rendo conto, pu essere sconcertante. Ma che, comunque, invito a studiare con pi attenzione e con meno sentimentalismo. Se guardiamo i pellagrosi, che hanno unorigine pi aderente alla situazione economica generale, vediamo che la malattia congiunturale mentre i comportamenti devianti sono strutturali. La malattia non indicativa del malessere generale di tutta una societ al contrario di alcolismo e suicidio. Nel 1899 i pellagrosi padovani sono i pi numerosi di tutto il Nordest: sul totale complessivo il padovano ne ha il 57%. Poi i poveretti che mangiavano solo polenta si distribuiscono tra Venezia (11,1%), Treviso (8,9), Vicenza (8,5) fino a Udine (4,9) e Belluno (4%), Verona (2,6) e Rovigo (2,6). Dieci anni dopo mentre migliora la situazione generale i pellagrosi passano da 39.892 a 20.303 la situazione, di Padova (43,9%), Treviso, Udine, Venezia, Rovigo resta, in bene o in male, sostanzialmente stabile. Vicenza e Verona peggiorano molto. Belluno passa da 1.600 pellagrosi a soli 500. Nel 2000 il tasso di incidenza dellAids somiglia pi a quello della pellagra che dei suicidi. Alta incidenza a Pordenone, alta a Vicenza, Padova, e Rovigo, seguono Trieste, Venezia, Bolzano, Trento, Gorizia, Belluno e Treviso. Alcol e suicidi sono anche correlati perch corrispondono in parte alla stessa persona, hanno entrambi il portato di una lunga turbolenza nella vita dei singoli e delle loro famiglie. Eventi traumatici, crisi che si alternano a fasi pi serene, ricadute, rotture dei rapporti. Appare chiaro, quindi, che la storia di questi comportamenti una storia lunga, che attraversa le generazioni. I decolli culturali, i cambiamenti che si accavallano, lalfabetizzazione, lindustrializzazione sono tutti fenomeni che interagiscono con lequilibrio psicofisico. Equilibrio che viene messo in crisi soprattutto nelle classi pi borghesi. Mentre contadini e operai sopportano linsicurezza del lavoro e la classe di rendita sopporta linsicurezza data dalla paura della perdita del lignaggio e dello status, la classe media borghese deve sopportare entrambe le incertezze: quella della mentalit che cambia e quindi la possibile perdita di status e quella economica legata 72

allinsicurezza del lavoro. In Italia, nel 1874, si danno la morte 213 padroni e solo 29 braccianti. Le province irrequiete, dunque, lo sono sempre state nel bene e nel male. La famiglia stirpe del Nordest ha accelerato processi di degrado l dove questi hanno attecchito e ha accelerato processi di emancipazione quando si sono innestati. Il moltiplicatore, quindi, pi che economico antropologico e funziona indipendentemente da ci che si vuole moltiplicare. Questo passaggio, vedremo, dovuto alla mentalit e al ritmo con il quale, soprattutto lalfabetizzazione, ha prodotto i progressi della cultura e della secolarizzazione: ovvero processi generalizzati di emancipazione individuale e quindi di maggiore collaborazione e giustizia collettiva. Il boom economico tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta si annuncia anche con la distribuzione dei suicidi. Nel 1961 tra suicidi e tentati suicidi solo Rovigo e Gorizia contano tra i 10 e 20 casi ogni 100.000 abitanti. Tutto il blocco veneto, compreso Trento ed escluso Venezia, registra una incidenza tra 20-30 casi mentre la stessa Venezia, Trieste, Udine-Pordenone, Belluno e Bolzano superano i 30 casi per ogni provincia. Lo scivolamento di Venezia appare lampante e la popolazione molto aumentata: la provincia che ha subito la pi forte industrializzazione durante il fascismo. In meno di venti anni, fascismo o non fascismo, la citt passa a industrie pi moderne e diventa il polo della chimica. Talamini, leditore-direttore del Gazzettino aveva ospitato i primi fascisti proprio nel palazzo dove si confezionava il giornale. Giuseppe Volpi inventa la Mostra del Cinema, ma prima progetta e mette in piedi Porto Marghera, vuole il ponte sulla Laguna, trasforma in spiagge Jesolo e Sottomarina. Volpi con la Sade garantisce lenergia ai cantieri navali, alle acciaierie messe in piedi con i capitali di grandi industrie come lIlva di Terni, le Acciaierie di Piombino, lAnsaldo, poi diventer anche conte. A Venezia arrivano i Piaggio, Ferrari, Marinotti, Cini, Breda, Gaggia, la Montecatini. Nel 29 si contavano gi quaranta aziende con oltre 10.000 occupati. La manodopera viene spostata tutta dalla terraferma. Nel centro storico di Venezia i disoccupati, in quattro anni, dal 28 al 31, passano da 4.000 a 13.000. Non ci sono alternative, questo lavoro creer il disagio dei decenni successivi. Lo spostamento di masse, labbiamo visto, crea sconquassi. Nel 1939 solo Volpi controlla attraverso la Societ Adriatica di Elettricit una quindicina di altre societ in tutto il Nordest: navi, ferrovie, alberghi, imprese allestero. Alla morte di Talamini si prender anche il Gazzettino. La Venezia che era stata tranquilla fino allarrivo del fascismo viene stressata negli anni Trenta. Il conte Cini, negli anni Sessanta, dir ad Alberto Cavallari del Corriere 73

9 - Suicidi (1998)

Suicidi ogni 100.000 abitanti


pi di 11 tra i 7 e gli 11 fino a 7 fonte: Istat

74

della Sera: Produrre uomini il problema pi difficile che abbiano oggi a Venezia e il Veneto veneziano. E poi il giornalista aggiunge di suo: La formazione degli operai avviene a Marghera dove, come in un crogiolo, si sta sciogliendo una regione contadina. La formazione degli altri meno facile. Venezia unisola dove la crescita duna borghesia industriale stata lenta. Mestre una citt dimmigrati, di tecnici liguri, torinesi, milanesi, che non mettono radici o sono appena radicati. Dietro liperbole di Marghera, c stata una classe dirigente che ha vissuto anni di trapasso. E Mestre forse un altro segno di questa crisi duomini. Se Marghera vedova di capitalismo veneto, Mestre stata orfana di amministratori. Dal secondo dopoguerra gli indicatori della provincia lagunare hanno tutti dei movimenti di riaggiustamento: il tasso di suicidi tendenzialmente pi alto uno di questi, ma a fine secolo, Venezia (che resta luogo di elezione per i suicidi romantici, anche per i non residenti, come rivela uno studio della psicologa veneziana Diana Stainer) torna ad essere nuovamente tra le province meno suicidarie (figura 9). Nel 2000 il passaggio fatto: soltanto Rovigo resta stabile e pi tranquilla, oggi si dice pi povera! Le altre province venete, compreso Venezia, abbassano i livelli di suicidio cos come Trento e Udine. Pi autosacrificati sono diventati i bolzanini, i bellunesi, i pordenonesi, i goriziani e i triestini. Non difficile, a questo punto, pensare che proprio in queste province, nei prossimi anni, vi saranno pi prospettive anche dal punto di vista economico: saranno meno tranquille. Pordenone, tra laltro, ha gi messo in atto uno spauracchio come Unabomber e il bellunese stato indicato dal ministro dellInterno Pisanu, nella relazione sulla criminalit 2003, come provincia di attrazione della malavita organizzata. Linqiuetudine di oggi ci segnala una certa ansia che avr, sicuramente, effetti sulle istituzioni e sulleconomia di domani. Se un primo Nordest ha corrisposto esattamente alla distribuzione pi pura della famiglia stirpe affermandosi soprattutto nelle province di Vicenza, Trento, Bolzano (ancora non italiane), Verona, Belluno e Udine. Un secondo Nordest si affermato con i cambiamenti a Venezia, Treviso, e in qualche modo Padova. Ora, dopo un movimento di terziarizzazione e autonomia di Trento e Bolzano e di terziarizzazione e autonomia anche delle province del Friuli-Venezia Giulia, avviato un cambiamento importante nel veneziano, nel rodigino, nel veronese e nel padovano che sono il fulcro della famiglia pi complessa del Nordest e pi sensibile ai cambiamenti. Infine se confrontiamo i dati sugli incidenti mortali segnalati come morti per violenze animali, schiacciamento sotto veicoli e locomotive, lesioni prodotte da mac75

chine industriali nel decennio 1868-1877 non abbiamo sorprese nello scoprire che Belluno e Venezia sono le province meno colpite mentre Vicenza e Rovigo se la passano male. Un secolo dopo, e nonostante lindustrializzazione, tutto rimasto allincirca uguale, anzi Rovigo e Vicenza hanno migliorato la loro posizione relativa mentre soltanto Belluno lha peggiorata. Lindustrializzazione, quindi, non ha provocato pi morti, in senso relativo, anzi come scrive Cesare Cislaghi si nota che la pericolosit inversamente proporzionale al livello di sviluppo industriale, mancando in alcune zone i pur insufficienti mezzi antinfortunistici. Non solo ma dalla met degli anni Cinquanta al 1969 nei comparti che stanno invecchiando che aumentano gli infortuni; il tessile, il metalmeccanico e in parte ledilizia, crollano vistosamente nellalimentare, nei trasporti, nellelettricit-gasacqua e barcollano nella chimica. Il lavoro quindi un luogo protetto: chi devia controllato come in famiglia. Un imprenditore vicentino riesce, addirittura, a programmare un cambio delle procedure di lavorazione il solo giorno del luned per evitare che gli operai ubriaconi e drogati possano farsi male dopo un week-end di bisboccia. In molte fabbriche si dovuto lottare, allinizio del 2000, anche per le pause-pip. Pi indicativi, invece, i dati sugli incidenti stradali che riguardano tutta la popolazione, in generale, e quindi la capacit di risposta psico-fisica allimprevisto. Nel 1961 le province con meno incidenti stradali sono Padova, Rovigo, Udine, Treviso, Verona e Vicenza. Le stesse province, quarantanni dopo, mostrano la stessa distribuzione geografica - invertita - dellincidente automobilistico. Le province che hanno avuto pi dinamismo sono quelle che hanno dovuto pagare di pi. Lindustrializzazione, dunque, soprattutto un costo sociale pi che un costo endogeno.

La pratica religiosa e la pratica sessuale Cos come la sessualit, che diventa terreno di controllo sociale ma anche di liberazione, la decisione dellet al matrimonio delle femmine, luso dei contraccettivi, linterruzione della gravidanza volontaria, diventano difficilmente controllabili, personali, fenomeni di grandi aggregati. La rivoluzione demografica coincide con laffondamento della pratica religiosa, ma soprattutto con la crisi delle vocazioni. Dalla dichiarazione dellinfallibilit del Papa, che il tentativo massimo di portare Dio sulla terra e avvicinare sempre pi lorganizzazione della Chiesa ai valori della famiglia stirpe (abbandonando altri tipi famigliari pi superstiziosi e anomici), alla 76

crisi irreversibile delle vocazioni, attraversando anche la piena industrializzazione, il prete perde i suoi fedeli. La pratica religiosa in un secolo passa dall80% a poco pi del 20%. Ora possibile controllare le nascite e, probabilmente come stato per la stampa, venuto il momento giusto di inventare la pillola e commercializzare il profilattico. La tecnologia frutto del sapere. Come spiega Cesare Musatti nel suo trattato di psicanalisi vi in certo modo antitesi fra socialit e sessualit. Lamore basta a se stesso; e nellamore non si fa perci sentire il bisogno di socialit. La tendenza, nellamore, a sottrarsi ai legami della collettivit, si manifesta con il pudore dei propri sentimenti amorosi. Le pubbliche manifestazioni amorose (culminanti nelle orge erotiche collettive) rivelano una scissione degli impulsi propriamente sessuali dalle componenti di tenerezza, e possono facilmente essere la espressione di tendenze omosessuali. Lamore quindi limita i sentimenti sociali ed fattore disgregativo delle collettivit sociali: il celibato del clero cattolico risponde precisamente alla esigenza di mantenere la massima coesione nella gerarchia ecclesiastica e nella Chiesa stessa. Per amore gli uomini sono facilmente portati a svincolarsi, o come si suol dire, a rinnegare la religione, la razza, la nazione, la classe ecc. a cui appartengono, e perci lamore una forza anticonservatrice, da cui le religioni, le razze, le nazioni, le classi, hanno costantemente cercato di difendersi. Anche il nevrotico scrive sempre il veneziano Musatti come linnamorato, antisociale: la sua libido fissata su determinati oggetti inconsci, ed , come energia impiegata nella costruzione dei sintomi, i quali costituiscono una forma, o una sua forma, di attivit sessuale. Perci il nevrotico non dispone, o dispone scarsamente, di libido da investire nei sentimenti sociali. Inoltre il nevrotico si sente un isolato nella societ che non lo pu comprendere; sente che un abisso lo divide dagli altri, e non vi quindi per lui la possibilit di una identificazione con la folla. Ma per la stessa relazione economica che sussiste fra i diversi investimenti o impieghi della libido, le formazioni collettive possono talora rappresentare a loro volta una difesa dalla nevrosi; e la tendenza alla costituzione di formazioni collettive a forte coesione, si accompagna con una attenuazione ed una provvisoria scomparsa delle nevrosi. La liberazione sessuale aiuta e sostiene, dunque, lemancipazione e la rimozione della nevrosi. Il mondo, comunque sia, progredisce: un re del Settecento viveva, certamente, peggio di un operaio di oggi. Non aveva lacqua potabile dai rubinetti, i termosifoni e i 77

condizionatori, rischiava di morire di peste ogni tre-quattro anni, o per le conseguenze di una banale infezione6. Non aveva la radio, la televisione in salotto, tutte le riviste specializzate possibili e neppure unautomobile. Viveva in uno stato totalitario ed egli stesso, il re, era limpersonificazione del terrore. Nel Seicento le case reali europee vedevano morire, prima che compissero un anno, il 25% dei loro figli. Nel XVII secolo la probabilit che un figlio morisse prima del padre era del 50% ma se il figlio sopravviveva nella maggior parte dei casi perdeva il padre prima di diventare maggiorenne7. Tra i 1966 e il 1970 gli operai specializzati hanno perso il 2% dei loro figli e i manovali il 3%. Lunico vantaggio che aveva il re di ieri rispetto allimprenditore-operaio del Nordest di oggi , appunto, che limprenditore-operaio lavora, lavora, lavora mentre il re oziava. Ma il principio di piacere e il principio del lavoro sono, poi, cos antitetici?

Il lavoro fonte di equilibrio Il boom: cresce la produttivit, ma cresce anche il lavoro e allora siamo indotti a considerare il lavoro come divertimento, elemento essenziale dellequilibrio mentale. La sparizione di coloro che vivono di rendita, degli inoccupati, anche per troppa incidenza di suicidi (!), psicologicamente instabili, e una delle ragioni di un pi sano equilibrio sociale. Il nordestino lavora. Ogni progresso della coscienza, ogni salto di alfabetizzazione, ha portato ad un aumento del lavoro e della produttivit. Lansia aumenta e lanestetico anche. La disciplina famigliare, per, permette non solo una forte educazione ma anche deformazioni caratteriali replicate e unintensit del lavoro pi forte.

6. Lambasciatore veneziano Marino Cavalli scrive in una sua relazione a proposito di Carlo V: Limperatore si trova det di anni cinquantuno, mal disposto del corpo, per le gotte che tutto linverno, e qualche volta daltro tempo, lo travagliano orribilmente; e li medici dicono che avendo cominciato ad ascendergli fino alla testa, sono pericolosissime di farlo morire quasi in un subito. 7. Come spiega Sergio Ricossa nella corporazioni medievali, essendo vivo nei maestri il desiderio di trasmettere il proprio mestiere ai figli, ma essendo assai dubbio lavere il tempo per riuscirci, data la naturale fragilit della famiglia, si cercava di formare nuclei pi consistenti aggregando alla famiglia stessa e riunendo sotto il medesimo tetto apprendisti, lavoranti in casa, servitori, tutti trattati alla stregua di figli adottivi. Forse numerosa, la famiglia non era tuttavia patriarcale. Dunque anche la famiglia patriarcale non sempre esistita!

78

Anche il figlio orfano pu contare su questo supporto perch la famiglia, anche con la morte diffusa, si scompone e si ricompone continuamente. In piena industrializzazione loperaio e limprenditore diventano le figure di riferimento, ma nel Nordest si rifanno agli stessi valori tanto che, nel nucleo industrializzato, diventano la stessa cosa: limprenditore-operaio, entrambi borghesi, se intendiamo come borghese colui che essenzialmente intende farsi da s 8. Si tratta di un tipo individualista che, comunque, afferisce ad un gruppo almeno famigliare, ed volonteroso, tenace, competitivo. Socialmente organizzato e individualmente anche eccentrico, avventuriero o che non ha altre alternative che spingersi verso il futuro. Renzo Rosso, uno dei pochi nuovi imprenditori del Nordest, a Gian Antonio Stella dice: Lo spiego a tutti quelli che assumo: guarda, qui tutte le porte sono aperte. Puoi aspirare a fare quello che vuoi. Occhio per: se dimostrerai di non essere professionale ti passeranno tutti sopra. Non sar io a eliminarti, ma i tuoi stessi compagni di lavoro. E il sindacato? Non esiste9. Pu venire quando vuole ma non c. E uscita una legge che obbliga ogni azienda di un certo livello ad avere un delegato sindacale, ho fatto attaccare la circolare in bacheca ma non si presentato nessuno. Perch hanno paura del padrone? Chiede Stella. Ma no, si figuri! A fine anno vengono da me i capi e dicono: questo x sta bravo, questo cos cos, questo bravissimo. E ogni anno rivediamo lo stipendio di ogni singola persona. A uno do cento-

8. Michel Lobrot, pedagogo, sostiene che il carattere passionale dellautorit si manifesta in quelli che la esercitano come in quelli che la subiscono. Nei primi essa genera sentimenti ambigui di vergogna e dorgoglio: si cerca di mascherare il potere posseduto bench questo rappresenti lessenziale delle proprie prerogative. Nei secondi, essa genera un miscuglio di sottomissione e odio. Si adora il potere che ci domina e ci protegge odiandolo nello stesso tempo perch ci schiaccia. Il modo in cui certi lo combattono ad esempio gli estremisti di sinistra prova che alla prima occasione sono pronti a metterlo dalla loro parte. Questo argomento vale anche per una certa critica a Reich. E Karl Kautsky, padre della socialdemocrazia, che in polemica con Lenin e Rosa Luxemburg sostiene, dopo le sconfitte dei socialisti in Germania, che dal punto di vista economico, tanto il socialismo quanto il capitalismo si presentavano come due possibilit egualmente aperte alle scelte del corpo sociale. Non cera spazio per rivoluzioni ma per un confronto tra socialismo maturo e capitalismo con potenzialit di sviluppo. Per assicurare la vittoria del socialismo era indispensabile la maturit soggettiva del proletariato, maturit raggiungibile solo e unicamente nella democrazia politica. Dunque socialdemocrazia e capitalismo originano, nel mondo della famiglia stipre, dallo stesso impianto. 9. La risposta di met degli anni Novanta. Il Sindacato c eccome alla Diesel - anzi c soltanto la Cgil - e la visita aziendale dellallora Presidente del Consiglio Massimo DAlema, leader dei Democratici di Sinistra, conferma lintenzione dellazienda di dare segnali di apertura.

79

mila lire daumento, a un altro niente, a un altro magari mezzo milione, perch no? In pi a Natale do un premio allimpegno. Che pu prendere non solo chi produce meglio ma anche quello simpatico che contribuisce a creare un buon ambiente. E in pi diamo lOscar al dirigente dellanno una competizione bellissima!. E Gianfranco Zoppas, che non giovane come Renzo Rosso e non si fatto da solo, parla in italiano corretto anche perch ha avuto tra i maestri di vita lo zio Luigi Buzzati, parente dello scrittore bellunese autore del Deserto dei Tartari, e che pubblica un libro dal titolo Ex cura competitionis industriae salus, si ritrova a dire le stesse cose: Noi (imprenditori) soprattutto a Nord Est, siamo gente che porta ancora avanti la cultura contadina, e che se non lavora 12-14 ore al giorno, specie destate, si sente in colpa. Fatte le sue 35 ore settimanali, come occuper il lavoratore veneto le altre 200? Andando a Jesolo? No di certo; si butter sul secondo, terzo, quarto lavoro. E allora voglio vedere il fisco Ci devono pensare i frati di SantAntonio, quelli del Messaggero di Padova, a smorzare un p gli entusiasmi. Cos nel libro di Valentino Salvoldi dal titolo Lavoro e Solidariet, a pagina 18, si pu leggere testualmente: Tutti vanno gridando che il marxismo morto, dopo aver gravemente danneggiato lumanit a causa del suo errore antropologico: laver rubato alluomo quella fede che poteva dare alla persona la sua vera dimensione di grandezza. Per e anche i mass media cattolici stanno rendendosene conto lerrore antropologico del capitalismo non meno grave: conduce ad un ateismo pratico, non meno materialista del comunismo, sollecita lingordigia, lavarizia, la cupidigia, propaga la cultura del consumismo senza limiti, non fa pensare ai bisogni del Terzo Mondo, produce armi di ogni genere, che vende ai paesi poveri, dove poi invia i nostri operai a costruire ospedali (favorisce conflitti e tensioni: cos guadagna nellindustria della morte producendo bombe e nellindustria della salute). Il Nord manda nei paesi disastrati i suoi medici e medicinali (spesso quelli che scartiamo), mentre nei paesi ricchi stimola la gente a mangiare fino a stare male, per poi sottometterla a diete costosissime per dimagrire corpi deformati dal benessere!. E una vecchia faccenda che ritorna: il sacerdote vicentino Ermenegildo Reato, scrive a proposito dellenciclica di Leone XIII sulla questione operaia di inizio Novecento: Lenciclica, partendo dallanalisi della condizione operaia, frutto del libero ed egoistico gioco delle forze capitalistiche, denunciava la soluzione marxista del problema sociale in quanto spersonalizzante lindividuo negli ingranaggi dello Stato; riconfermava il diritto di propriet privata sia dei beni di consumo che di quelli di produzione, sottolineandone per la funzione sociale, che pu e deve essere garantita da opportuni interventi da parte dello Stato, responsabile del benes80

sere di tutto il corpo sociale e non custode impassibile delle fortune delle classi privilegiate. Lenciclica suggeriva, come strumento di soluzione dei problemi sociali, lassociazionismo tra padroni e operai dove ci fosse possibile, tra soli operai dove non fosse possibile diversamente. Naturalmente i commenti furono vari e non sempre concordi: alcuni lo interpretarono in senso restrittivo accentuando la difesa della propriet privata, altri notarono il significato originale del documento: la riaffermazione della funzione sociale della propriet privata, il diritto allassociazione operaia, la difesa dei diritti civili e politici dei lavoratori. A Vicenza lannuncio dellenciclica fu dato con notevole risalto dal nuovo vescovo Antonio De Pol, uomo attento e sensibile ai problemi del mondo operaio, con una lettera pastorale rivolta a tutta la diocesi, e lo stesso vescovo poi mand un indirizzo di piena adesione al Papa, sottoscritto dai presidenti di tutte le Societ cattoliche operaie e agricole vicentine. Associazioni di operai e imprenditori, insieme, non se ne sono viste, ma la costruzione, in un unico soggetto, di caratteri imprenditoriale e caratteri operai, nel Nordest stato realizzato. Scrive il professor Ulderico Bernardi: Dominanti e subalterni stanno comunque allinterno di uno stesso cerchio di cultura e non si contrappongono solo e schematicamente entro un rapporto di potere. Il che significa, per esempio, che quando si parla di cultura popolare veneta non si d vita a una astrazione sfumata ideologicamente, ma piuttosto a un complesso univoco di relazioni variamente collocabili sul piano della dinamica storica. tuttavia, proprio nel Veneto gli scambi tra cultura dominante e cultura subalterna sono stati continui pure se di diversa frequenza nelle due direzioni. Comportamenti e conoscenze sono passati dalluna allaltra cultura pi facilmente che altrove anche per la tipologia particolare delle residenze. Se per residenze si intendono il tipo di famiglia...

Limprenditore-operaio/contadino Il borghese scrive Ricossa non accetta le caste, ma neanche legualitarismo. Dunque cos come limprenditore nordestino borghese per la sua adesione alla tradizione di famiglia e per la sua intraprendenza nel fare, anche loperaio borghese per lincapacit di aderire allegualitarismo grazie al suo ancoraggio al saper fare che distingue uno dallaltro. Il borghese lotta, lotta continuamente e con decisione, ma non lotta mai per la classe. La lotta del borghese per s e la propria famiglia: la gerarchia riconosciuta ma in funzione delle persone e dei gruppi di appartenenza mai in funzione di 81

uno Stato, di un ente, di un ideale astratto. Lintroietto del contenimento delle esplosioni isteriche, dellautocontrollo, della quiete, della diffidenza della massa un esercizio di lungo termine al quale il cattolicesimo fa sempre riferimento. Le distanza della gerarchia ecclesiastica, la lentezza e ripetitivit dei riti, il vincolo tra fedele e sacerdote sono alimentati nelle pratiche quotidiane. Il cattolico non pu riferirsi direttamente alla Bibbia, e quindi a Dio, e non pu riferirsi neppure al suo vicino. Il tramite sempre il prete che lunico che pu sapere, spiegare, organizzare, progettare e interpretare. La Chiesa difende la parola di Dio dagli stessi fedeli e difende i fedeli anche da se stessi attraverso la confessione e lassoluzione. Mai nessuno viene condannato allinferno seduta stante. Dunque tutto possibile allindividuo, ma tutto organizzato nel proprio sistema di valori e di rappresentazione della realt. Il borghese ha le mani libere, appunto, per lavorare come e quando gli pare. Al massimo chieder perdono. Scrive Elias Canetti: In ogni pi profondo problema morale, egli solo dinanzi al corpo sacerdotale; ed completamente in suo potere in cambio della vita passabilmente serena che quello gli rende possibile Chi abbia osservato la fila di coloro che si avviano alla comunione non avr potuto far a meno di notare quanto ciascun singolo si occupi unicamente di s. La persona che precede e quella che segue lo riguardano ancor meno del prossimo con cui ha a che fare nella vita quotidiana e con cui ha vincoli gi assai lenti. Il movimento di massa, caso mai, verr dal giorno del Giudizio quando tutti saranno parificati dinanzi al Dio vero. Il giorno del Giudizio, infatti, lunico vero riferimento temporale per il cattolico. Per ora ognuno per s e tutti borghesi. Il successo, la colpa, il fallimento sono tutte questioni personali e sono messe in conto per s, ma soprattutto per gli altri. Chi in difficolt perch ha commesso qualche errore. In questa logica non la societ che produce lo stato di fatto, ma lintraprendenza o linsufficienza personale. Il figlio eletto dimentica presto di aver avuto fortuna perch, egli stesso, non altro che il risultato dellintraprendenza e del successo degli avi. Una certa inettitudine anche smemorata. Il lavoro nero comunque e sempre lavoro e se questo accentua le disuguaglianza e lede la libera concorrenza non un problema. Ognuno, appunto, libero di fare concorrenza come gli pare. Il valore di base non la libera concorrenza ma lineguaglianza. Gli affari sono affari anche contro se stessi, perch lo Stato anche se stessi. Ma lo Stato agisce con ritmi che limprenditore-operaio non concepisce: per lui il diritto 82

il contratto privato, dare-avere, la redistribuzione quella allinterno della famiglia e del gruppo dinteresse, il servizio pubblico potrebbe anche non esistere perch egli si arrangia e tutti dovrebbero arrangiarsi come lui. La cultura, in tutto questo, non necessaria, anzi fino ad un certo livello innesca lindustrializzazione, ma poi non serve pi. E tutto da dimostrare che il secondo livello di istruzione sia necessario e su questo molti esperti, oggi, stanno sudando sette camicie. Ma c il trucco: per saper fare bisogna, almeno, saper leggere, scrivere e far di conto. Ma poi il livello troppo alto di istruzione pu rallentare il fare; significa rischiare di perdere lassolutezza della piccola filosofia e del manufatto ben fatto. La conoscenza estesa relativizza il proprio contributo alle cose del mondo e dunque sminuisce. Limprenditore-operaio non crede e non studia le scienze sociali: materie che si occupano di concetti indistinti, di masse, di generi. Egli, invece, pi portato per la tecnica e per ci che, attraverso Dio, pu essere utile e immediato per la creazione della felicit eterna, s, ma anche terrena. Il corso di studio professionale e scientifico preferibile a quello umanistico. La cultura umanista tradizionale, si rif al passato, alla storia. La tecnica, per definizione nuova. Se la tradizione nella famiglia e nella storia della famiglia allora non pu che andare verso la tecnica lingegno dellimprenditore-operaio. La manipolazione del mondo preferibile alla manipolazione degli uomini: ognuno deve restare libero nella posizione affidatagli. Se avr successo non sar che la dimostrazione della sua libert idealizzata, se avr insuccessi non sar che la dimostrazione della sua libert idealizzata. Dunque se il Nordest contadino trova nel prete il suo carattere organizzatore, mediatore e propulsore10 il figlio cadetto per antonomasia, del XX secolo, viene nuovamente sostituito dal figlio eletto che, grazie alle risorse famigliari, riporta il carattere imprenditoriale in primo piano. Il passaggio avverr nella fase della scristianizzazione di fine Novecento e sar modulata dal passaggio di una figura nuova di breve durata; il politico-manager. Nessuno mai bottegaio, affarista, truffaldino, ma luno e laltro aderiscono allautorit e lineguaglianza con convinzione. Il rispetto delle regole prodotte dalla famiglia stirpe viene costantemente mantenuto. Non si spreca niente.

10. La storia del Nordest di Edoardo Pittalis, ed. EBI -2003 - uno schizzo interessante di questa mia interpretazione. Nel primo volume, mediamente, ogni 4-5 pagine viene citato un prete.

83

Il risparmio va nelle offerte e distribuito ai pi poveri. Poi il risparmio sar letto soprattutto come investimento. Il denaro un mezzo e pertanto utile e amorale (nel senso che non ha morale): non ha carattere se non quello di chi lo possiede. Quindi il denaro pu essere segno di usura e venire condannato, ma pu essere segno di ricompensa ed essere approvato. Abbiamo tanto denaro oggi per aver avuto tanta sofferenza ieri11. Il denaro, quindi, monetizzazione dellessere e va difeso, confermato, tenuto. Dal monoteismo al monetarismo il passo breve: la potenza di Dio ormai svalutata si trasforma nella potenza della moneta. Il denaro serve a niente, ma pu tutto, anche unire unintera Europa. Gli industriali-operai nordestini passano, cos, con disinvoltura dallodio contro Roma allamore sviscerato per Bruxelles12. Le banche del Nordest si aggregano ma non scompaiono: lAmbroveneto diventa Banca Intesa, la Banca Popolare di Vicenza apre sportelli anche al Sud, la Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo entra in San Paolo, la Banca Popolare di Verona si coalizza con quella di Novara e lAntonveneta diventa anche olandese. La fissazione sul denaro segue la fissazione su Dio. Anche se si fa finta che non si morir mai, in realt questo lo si sa; inconsciamente, ma lo si sa. E dunque in periodo di scristianizzazione, di decomposizione delle ideologie, di inutilit della preghiera, il dollaro forte, leuro che promette mercati e capitali possono diventare ancore di salvezza terrena. Dopo la morte qualcosa rester. La moneta assume un carattere totipotente, come un dio, pu creare ogni cosa con la stessa sostanza13. Monetizzare creare, rendere possibile, fare. Siam sempre l. Il furto perseguito con leggi diviene e umane, in ogni modo, in ogni luogo. Il furto

11. Il denaro anche espressione della fatica quotidiana come lo definisce monsignor Giuseppe Dal Ferro a proposito delle offerte che si lasciano nei pellegrinaggi ai santuari. In un mondo dove la sofferenza e la morte sono onnipresenti anche il denaro pi scarso espressione di sforzo fatto. 12. Si vedano, su questo, i sondaggi negli anni Novanta del sociologo Ilvo Diamanti. 13. Un aforisma di Lopez dice: Una volta venne da me un paziente, a cui i genitori avevano regalato una Porsche per conquistare le donne. Malgrado la fuoriserie, per, non succedeva niente e le ragazze non davano nulla in cambio. Gli dissi che se voleva iniziare lanalisi con me sarebbe stato meglio restituire la Porche ai genitori. Il paziente domand: E come far a conquistare le ragazze? Gli risposi: se le conquista la Porche non le conquista certamente Lei! Com vero che lentit della compensazione indica esattamente il grado di inferiorit, langoscia di impotenza, e la sfiducia nel poter essere mai amati!

84

unoffesa allautorit che dispone e soprattutto indispone perch mette in discussione il valore di ineguaglianza. Chi ha lo ha meritato e quindi non pu essere offeso da chi non ha meriti perch non ha. Lo Stato non esiste perch non esistono le organizzazioni astratte. Esistono i singoli individui, le loro concrete necessit e bisogni. Il politico il tramite dello Stato; deve essere riconosciuto, individuato, attendibile. Deve appartenere alla comunit di riferimento; deve intercedere con lente astratto. Il politico un manager e pu organizzare anche una certa distribuzione di denaro: alla fine della parabola arriver Tangentopoli. Limprenditore-operaio del Nordest non pu concepire uno Stato impersonale.

Limprenditore-operaio rivoluzionario Il borghese non uno tranquillo, lo ha detto lo stesso Marx: La borghesia ha avuto da svolgere nella storia un compito sommamente rivoluzionario. Elui che rischia ed lui che pu trovarsi costretto ad andare contro la legge, contro lestraneo, contro natura contro. La sua sicurezza economica e di status sempre in discussione. Se un salariato in agricoltura o nellimpresa rischia il posto, se un indipendente rischia i soldi. E sempre sotto stress e deve alleviarlo col lavoro o con il consumo - se non consuma, investe - se non investe non guadagna! Il mondo da cambiare ma per migliorarlo purch tutto rimanga in ordine. Il proletariato voleva cambiare il mondo inglobando tutte le altre classi. Lanelito di base lassimilazione, lomogeneizzazione. Il borghese vuole cambiare il mondo purch ognuno resti quello che . Se le cose non vanno come dovrebbero sempre colpa dellaltro. Satana uccide i pellagrosi e la cattiva politica blocca lintraprendenza del Nordest. Il passaggio dal carattere dominato dal prete a quello dallimprenditore-operaio14 ha visto predominare, per un breve periodo, il politico-manager. Antonio Bisaglia, il rodigino che negli anni Settanta scalza Mariano Rumor dalla guida reale della Democrazia cristiana veneta, viene descritto cos da Giampaolo Pansa: Che cosa ricava Bisaglia da questo contatti?15
14. Negli anni Sessanta i giornalisti del Corriere della Sera definiscono i nordestini tenenti dindustria. Dunque il passaggio da tenenti dindustria a capitani avviene negli anni Novanta! 15. Si fanno i nomi di aziende come Samca e Fabrizio Coisson su Paese sera scrive: In Polesine le industrie nascono con gli organigrammi di dirigenza fatti a clich in cui il bisagliano non manca mai come uomo di cardine. C Luigi Bortolussi, Antonio Cittante della Coldiretti, i fratelli Grassetto, Giulio Grosoli e i suoi quattro figli tutti importatori di carni, Bruno Saccomanni e Mario Valeri Manera presidente degli industriali veneti.

85

Lui come si vedr risponde: soltanto amicizia e qualche aiuto disinteressato. Niente affari nascosti. Niente societ fantasma. Niente prestanomi. Le voci in Veneto sono tante e sono tantissime soprattutto a Rovigo: ma, si sa, sotto le dittature si mormora sempre. Quel che non va dimenticato che ogni partito (la Dc pi di tutti, ma non soltanto Dc) un corpo con due anime. C lanima che fa politica, e c quella che procura lossigeno per far politica, cio il partito-azienda. E il leader politico spesso anche il manager della propria azienda-partito. Un tipo speciale di manager, che alla propria azienda procura affari e tangenti, cio denaro, perch lazienda lo investa nellorganizzazione e nellattivit politico-culturale e quindi si rafforzi, garantendo anche la carriera del politico, o, se vogliamo usare una parola meno brutale, la continuit della funzione del politico. Su questi affari, infine, il politico-manager ritaglia una quota per s, che gli serve per colmare il distacco fra la propria condizione retributivo-sociale e quella dei manager veri che, istituzionalmente, pi sono bravi e pi guadagnano. Accade in tutti i partiti, tranne che nel Pci dove il reddito dellaffare va tutto o quasi tutto al partito. Non rapina. E una ricompensa. E lintegrazione dello stipendio ufficiale, che concorre a formare la retribuzione reale di chi fa politica a tempo pieno. Il sistema diffuso soprattutto nei partiti sgranati incorrenti ed accettato da tutti. Perch dovrebbe far eccezione il Veneto? E perch la Dc? E perch Bisaglia? (anche se lui dice di no: ha lindennit di deputato e quel che gli viene dalle Generali, e il tutto, afferma, gli basta). Fra il 1969 e il 1970 uno degli affari pi vistosi dellazienda-partito Dc nel Veneto lautostrada Trento-Vicenza-Rovigo. La pi inutile dItalia, e anche la pi famosa, ribattezzata con la sigla dei tre capi dorotei veneti, Piccoli, Rumor e Bisaglia: PI-RU-BI. Il mensile Successo, nel settembre del 1984, pubblica un sondaggio sulla corruzione. Il 30% dichiara di aver avuto richieste illecite, il 16% da pubblici ufficiali e l11% da politici. I pi tartassati dai politici erano i liberi professionisti (uno su tre) e i commercianti (uno su quattro). Il Mondo del 17/18 febbraio del 1987 siamo a cinque anni danticipo su Tangentopoli intervista 400 imprenditori, dirigenti dazienda e liberi professionisti e scopre che, nel Nordest, la diffusione della tangente trova risposte di moltissimo diffusa o abbastanza diffusa nel 91,3% dei casi. Solo il Centro Italia lo supera con il 94,9%. Ma ancora pi sorprendente, e indicativo, il modo con cui viene vissuto il fenomeno. Il Nordest si distingue ancora una volta: solo il 43,4% lo rifiuta (Nordovest 68% - Centro 81,8% - Sud e Isole 78,9%). Anzi, di pi, il 47,7% lo accetta. Il professor Franco Cazzola che si occupato a lungo di corruzione, comunque, nota 86

che il Nordest larea dItalia meno corrotta. Non solo ma la distribuzione dei casi di corruzione per finanziamento o per consenso, addirittura, si spacca precisamente a met a significare che il radicamento dei partiti nel territorio fa in modo da non dover impiegare troppe pressioni illecite per finanziarli, il che vero, avviene anche nelle zone bianche, ma pi per interposto soggetto: la Chiesa, il parastato spicciolo, ecc. che per agire del partito in senso stretto. Negli anni Novanta il manager di partito viene spazzato via in un baleno da Tangentopoli: la metamorfosi arrivata a conclusione. Inizia il ciclo di una nuova mentalit. Il muro di Berlino crollato, la mentalit scaturita dagli anni Sessanta arrivata a maturazione; preti ce ne sono sempre meno, i politici-manager sono stati utili ma pi per motivi endogeni che esogeni e il borghese torna a fare limprenditore-operaio a tutto tondo con la mentalit dei figli che si sono pacificati con i padri. Gaetano Marzotto orfano di padre, morto assassinato, compra parti dellazienda dai parenti e negli anni Venti ne fa un impero di lana pi di prima. Ha fatto le divise per i soldati in guerra, ma anche un villaggio stratificato per operai e impiegati sullo stile del protezionista vicentino Alessandro Rossi. Ha salvato De Gasperi dagli squadristi e ha fatto costruire un monumento al nonno che portava il suo stesso nome. Lascia lazienda al figlio Giannino ma poi se la riprende, alla fine sceglie il pi piccolo, Pietro che, naturalmente, anche lui ha fatto loperaio perch non voleva studiare. Dopo qualche anno di questa vita ho preferito iscrivermi alluniversit. Ho studiato legge a Milano e, una volta laureato, avrei voluto fare il professore. Ma i consigli di mio padre e i magri stipendi da docenti mi hanno convinto a tornare definitivamente in azienda. Ora anche lui stato messo da parte da figli e nipoti pi giovani. Leonardo Del Vecchio, orfano anche lui, invece si fatto tutto da solo. E per farsi da soli bisogna studiare. Del Vecchio, infatti, racconta a Luca Goldoni che ci stava bene in orfanotrofio: Mi piaceva studiare, ero bravo in scrittura e presto diventai lo scrivano delle suore. Da quanto ci racconta Gian Antonio Stella siamo di fronte ad vero e proprio fenomeno umano: dopo aver lavorato fino a notte, Del Vecchio, caricava il bagagliaio della Fiat 1100 e partiva (e mica cera lautostrada fino a Belluno, allora) per consegnare le montature dei suoi occhiali a Milano entro le otto, per poi tornare subito ad Agordo in tempo per seguire il lavoro da mezzogiorno fino a sera. Limprenditore-operaio come il Presidente-operaio16, non dorme mai. E un altro orfano diventa straricco e nel giro di ventanni vende maglioni colorati in tutto
16. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si definito tale durante la campagna elettorale del 2001 e in pi interviste ha dichiarato di dormire, al massimo, tre/quattro ore per notte.

87

il mondo. E Luciano Benetton che perde il padre a 10 anni e resta con la madre e i fratelli Gilberto, Carlo e Giuliana e con loro mander avanti il Gruppo. Fa il commesso in un negozietto a Treviso ma poi diventa Benetton. Neanche lui ha tempo per studiare. Vedremo, invece, che tutti i figli di tutti questi imprenditori studiano moltissimo e si laureano quasi tutti, pi o meno con lode. Il veronese Ruggero Bauli, ha 90 anni nel 1985, muore lasciando un impero di burro e pasta lievitata ai figli Alberto, Adriano e Carlo. Era emigrato in Argentina non una, ma due volte. Pi imprenditore-operaio di cos?

La contro-rivoluzione industriale Unindagine di qualche anno fa commissionata dai giovani imprenditori del FriuliVenzia Giulia dice che 6 imprenditori su dieci hanno tutti i figli impiegati nella propria azienda. Ma proprio tutti! Il 69% delle imprese sono state fondate da un operaio o un impiegato che ha fatto la gavetta e poi si messo in proprio. E solo il 32% considera importante studiare le strategie di mercato, la programmazione, il controllo o la ricerca. La ragione del successo che non bisogna fare mai il passo pi lungo della gamba e in sostanza quello che importa - come a sottolineare la distanza con chi studia - letica del lavoro, il senso di responsabilit dellimpresa (nel senso di non farla fallire, probabilmente!) e lattenzione ai problemi finanziari, i soldi. Lindividuo forte se il gruppo al quale appartiene forte. Le stesse province del Nordest creeranno a ritmi sfalsati personalit di caratura nazionale e internazionale in periodo di decollo e turbolenza. Pasolini in unintervista del 67 si dice convinto che un piccolo paese non pu dare un grande scrittore. Ogni libro in rapporto al suo background culturale. Se questo mediocre anche il libro lo sar. Possono esserci delle eccezioni, vero, ma allora si tratta di persone culturalmente apolidi. Vale anche per tutte le altre categorie. E neppure il Nobel goriziano Carlo Rubbia uneccezione o il vicentino Federico Faggin, inventore del microchip. Limprenditore-operaio, maggioritario nel Nordest, nel 33,4% dei casi un erede, tra questi ci sono i pi ricchi, uomo per l85,2% dei casi, con un medio titolo di studio che dirige unimpresa con meno di 50 dipendenti. Gli iniziatori, ormai, sono soltanto il 17,2%, hanno aziende pi grandi e un buon titolo di studio e sono ricchi. I nuovi hanno un titolo di studio pi tendente al basso, 88

una dimensione dimpresa piccola e, comunque, oltre il 52% ha pi di 50 anni e non sono, poi, tanto ricchi17. E linizio della contro-rivoluzione industriale. Il professor Geremia Gios che insegna economia dellambiente a Trento, dice: Da noi non c disoccupazione, si lavora di meno, i redditi sono pi elevati, i servizi migliori: che senso ha lavorare di pi e predere di meno? E il professor Silvio Goglio, docente di economia politica aggiunge: I trentini non accetterebbero la qualit della vita veneta. Si rifiutano di fare gli straordinari; figurarsi lavorare programmaticamente dieci e pi ore al giorno. Per non parlare della cultura imprenditoriale dopo decenni di sostegno pubblico. E cos anche loperaio-operaio comincia a scarseggiare perch la famiglia stirpe ha deciso di investire in scolarizzazione. Nel 1993 il Nordest impiegava nellindustria in totale un milione e quarantadue mila persone. Nel 99, in un segno di evidente stagnazione, si contano solo 40.000 occupati in pi. Nello stesso periodo il terziario aumentato di 107.000 occupati, due volte e mezza in pi dellindustria. Il valore aggiunto al costo dei fattori misurato a inizi 2000 dallIstituto Tagliacarne rivela unincidenza dell80% del terziario per il Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige e del 62% per il Veneto. Il tasso di attivit generale, in quasi tutto il Veneto, oltre il 50% (Vicenza a 56,5, Padova a 48,6), Bolzano a 57,4, Trento 52,1. Il Friuli-Venezia Giulia, invece, abbondantemente sotto il 50 tranne Pordenone al 50,3%. E let media al parto, per tutto il Nordest, dal 1994, schizzato sopra i 30 anni. Non ci saranno pi imprenditori-operai tra qualche generazione, non ci saranno pi neppure tanti preti come qualche anno fa ma ci saranno ancora tanti, tanti borghesi; ovvero delle nuove classi medie di famiglie stirpe incompleta, esogamiche, bilaterali, con figlio eletto, prevalentemente terziarie e scolarizzate.

17. Per avere unidea di come si distribuisce la ricchezza in una nazione come gli Stati Uniti, ad esempio, campione di liberalismo, date unocchiata al libro Ricchi & Straricchi di Ferdinand Lundberg Feltrinelli. In oltre un secolo e mezzo di storia la ricchezza vera, scrive il giornalista americano, passa sempre tra le mani delle stesse famiglie. Lunico modo per diventare, veramente, ricchi ereditare.

89

90

Capitolo 3

Scolarizzazione e secolarizzazione

Il prete vagabondo e ubriacone Trento era la citt ai confini tra mondo latino e mondo germanico, la via di mezzo tra Roma e Wittemberg, epicentro della Controriforma, in sostanza, gi avviata dai gesuiti spagnoli. LInquisizione aveva gi cominciato a infierire e, soprattutto, i primi libri erano gi stati messi allIndice. Non era passato neanche un secolo dallinvenzione della stampa. Il Concilio dur una ventina danni e fu trasferito prima a Bologna, poi riaperto nuovamente a Trento, interrotto e ripreso per finire nel 1563. Nel frattempo linventore dellInquisizione, il cardinale Gian Pietro Carafa, era diventato Papa Paolo IV e approv le decisione di respingere la teoria della giustificazione per fede, la necessit delle opere per la salvezza eterna, conferm il numero dei sacramenti. Il Concilio afferm anche linterpretazione ufficiale delle Sacre Scritture come la sola valida e fu confermata listituzione divina del sacerdozio, con lobbligo di residenza dei vescovi, il divieto del cumulo dei benefici ecclesiastici e la riconferma del celibato ecclesiastico. Nasce il Catechismo Tridentino e si ufficializza la Congregazione dellIndice che ha il compito di aggiornare lelenco dei libri proibiti. Il controllo era stato ripreso, ma una buona parte dellEuropa si allontanava da Roma. Luterani, calvinisti, anabattisti, antitrinitari, anglicani alla fine del Cinquecento erano diffusi e stabili da Praga ad Amsterdam, da Ginevra a Magdeburgo, a Edimburgo. Grandi macchie protestanti vi erano anche nel sud e nellovest della Francia. In poco pi di due secoli la scolarizzazione e lindustrializzazione avranno origine e sviluppo in quella parte dEuropa. I paesi mediterranei, invece, progressivamente perderanno smalto e perderanno lantico splendore; sono prevalentemente esclusi dalla lettura e dalla scrittura. La scristianizzazione va per tappe: da met Settecento allarrivo di Napoleone la Chiesa devastata nel bacino parigino, nella Spagna centrale e meridionale, nel 91

Portogallo e nellItalia meridionale. In tutte queste zone domina la famiglia nucleare egualitaria e il bracciantato rurale. Non un caso se nel Sud Italia, tra il 1950 e il 1965, la frequenza alla messa sar dal 30-40% a meno mentre nel Nordest sar ancora mediamente oltre il 60%. Tra la fine dellOttocento e larrivo del nazismo sprofonda anche il protestantesimo. Aumentano i senza religione e aumentano le scissioni, gli studenti di teologia tedeschi passano da 4.536 a 2.228 tra il 1900 e il 1908. Il filosofo tedesco Nietzsche fa morire Dio e il medico, teologo e botanico inglese, Charles Robert Darwin aveva scritto una nuova teoria evoluzionistica tanto da far inorridire qualcuno per essere diventato, improvvisamente, discendente di una semplice scimmia. In Germania, in tutte le chiese protestanti, il numero dei cresimati passa dagli 808.911 nel 1920 ai 447.695 nel 1930. Infine arriva la scristianizzazione definitiva, dal 1965 al 2000, quando cede anche la Chiesa cattolica l dove aveva resistito al primo affondamento, dal Belgio, alla Germania meridionale, dallAustria, una parte della Svizzera, della Francia, alla Spagna, al Portogallo e al Nordest dItalia dove, se vera una proiezione dellOsservatorio religioso del Triveneto, nel 2012, non ci sar pi neppure un prete per parrocchia. I primi colpi dati dalla scienza e dallindustrializzazione hanno colpito soprattutto le zone con famiglie nucleari. Il Nordest ha resistito alla prima scristianizzazione, anzi, per certi aspetti si era anche riorganizzato. Lalternarsi, tra fine Settecento e inizi Ottocento, di truppe napoleoniche e truppe austriache, dopo il crollo della Serenissima, la logica giurisdizionalistica e realistica di Vienna, poi, di Parigi e ancora di Vienna viene portata allestremo, almeno sino al 1855, da una propensione allaccentramento politico e da un amministrativismo onnipresente e onnipotente che stringe le sue maglie anzitutto sulle cose e persone sacre. La legge statale sempre e ovunque uguale, senza distinzione tra Venezia e Terraferma, tra citt, cittadine e compagna, alte gerarchie curiali e clero inferiore. Il mondo ecclesiastico veneto viene cos unificato per volont dei sovrani, non della Chiesa universale romana. 1 Prima di questa grande riorganizzazione della Chiesa cattolica veneta, dallalto degli imperi, ci troviamo di fronte ad un sacerdote non necessariamente destinato alla cura delle anime. Troviamo larciprete, il parroco, il pievano o il rettore, labate, il pedagogo, lispettore o il maestro pubblico, il precettore o il prete altarista, il cappellano o il prete libero.
1. Filiberto Agostini Istituzione ecclesiastiche e potere politico in area veneta - Marsilio, 2003.

92

Una miriade di personaggi tutti facenti capo alla Chiesa cattolica. Per la verit scrive il professor Agostini un clero, questo minore, che seppur carente sotto diversi profili, una diretta espressione della comunit in cui vive, in quanto non si pone in maniera distaccata da essa, ma ne condivide appieno il destino, in alcuni casi occupandosi pure di faccende civili e della stessa coltivazione dei campi; altres un clero che spesso non vive nelle canoniche, ma in casa propriao in affittooppure assieme alla famiglia dorigine con ritmi e stili di vita di fatto non comparabili a quelli dei parroci dimoranti stabilmente appresso la chiesa parrocchiale. Si tratta di preti senza impiego o preti di famiglia inquieti e vagabondi, litigiosi e miserabili, i preti domestici che celebrano la messa contentandosi di poco e che, conclusa la funzione rituale, confessati i fedeli e insegnata la dottrina, dimettono la veste talare per immergersi nella vita quotidiana del villaggio rurale e della famiglia, con ovvi riflessi sulla qualit complessiva del servizio pastorale offerto, sul livello della loro preparazione dottrinale e sullimmagine stessa del prete. Sono preti che, come tutti, si ubriacano, bestemmiano, vagabondano. In meno di un secolo ci sar uno sfoltimento quasi del 50% di questi preti. Nello stesso periodo in alcune zone la popolazione, addirittura, triplica. Ma intanto il prete diventato pi produttivo, pi efficace, stato organizzato, selezionato e istruito. Nel 1850 solo il 31% dei cappellani svolge le proprie mansioni nella parrocchia di origine; lorganizzazione coopta, sposta, sistema. Allinizio dellOttocento nelle diocesi2 di Udine e di Concordia - rispetto alle altre diocesi trivenete - sono prevalentissimi i curati, a Padova, invece, prevalgono gli altaristi e i cappellani, cos come a Venezia e a Verona mentre a Vicenza si distinguono i canonici. Gli altaristi, comunque, sono i pi diffusi ovunque. Ad Adria - che ha meno preti di tutto il Nordest di allora - ci sono 286 altaristi, 98 cappellani, 4 curati, 77 parroci e 25 canonici. Dunque tutto lOttocento un secolo di riorganizzazione della parrocchia e dei suoi funzionari dapprima facenti capo allamministrazione statale e poi, via via, pi liberi3. Il prete dellimpero asburgico, ma anche di quello napoleonico, un ufficiale civi-

2. Quando parliamo di diocesi dobbiamo ricordare che la loro distribuzione territoriale non corrisponde esattamente alla distribuzione delle province. Le diocesi conservano sostanzialmente immutati i confini stabiliti da Pio VII nel 1818. 3. Lo storico, monsignor Antonio Gambasin, docente allUniversit di Padova, a proposito della parrocchia veneta scrive: Sopravvive anche dopo gli Asburgo, il pastore danime preoccupato del problema della verit cristiana, che si sente impegnato, perci, a trasferire nella stampa e, dal primo 900, nelle piazze la polemica contro il radicalismo positivista e leresia borghese.

93

10 - Le diocesi del Nordest

Bolzano Trento

Verona Vicenza Adria Chioggia Padova Venezia

Treviso Vittorio-V.to Belluno

Udine Concordia-Pn Gorizia Trieste

94

le che registra, annota, controlla, svolge mansioni burocratiche, segue il catasto, i programmi sanitari, leducazione e leconomia agraria. Deve essere istruito. Limpero asburgico concepisce il prete, in cambio di protezione e rendite, come ministro di un ente morale. E anche limpero napoleonico, riorganizzando territorialmente il clero, ha finito per fare della parrocchia il centro dellamministrazione locale anche nelle citt. Un modello che sopravviver agli stessi imperi e durer fino a noi. Gli altri sacerdoti vengono spostati nei seminari, nei conventi, negli enti religiosi pi specializzati. La stessa distribuzione dei conventi e dei monasteri, gi dalla fine del Settecento, indica una presenza di frati organizzata con oculatezza. E gli stessi vescovi nordestini ondeggiano senza pudore dalla sottomissione a Napoleone, alla sottomissione allAustria e ondeggeranno senza pudori anche nel 48 tra lappoggio e le accuse ai primi moti risorgimentali e alla Repubblica veneziana di Manin4. In una questione rimarranno sempre inflessibili, lautorit: E necessario stare sottomessi - scrive il vescovo Giobatta Falier di Ceneda citando San Paolo in una lettera pastorale - non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza e di essere sottomessi ai magistrati e alle autorit, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona state sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore: sia al re come al sovrano, sia ai governatori come ai suoi inviati. Che il re fosse Napoleone o Giuseppe II o Francesco I poco importava. Anzi erano gli stessi imperatori a preoccuparsi di non danneggiare una istituzione potenzialmente utile. Mentre con la Serenissima cera stata una comunanza di interesse e una forte reciprocit per quanto riguardava listruzione e il controllo delle universit, con i regimi imperiali - soprattutto con quello francese - linsegnamento assume nuove forme. Il sacerdote perde il ruolo di interlocutore di prestigio ma lo riconquister nellorganizzazione quotidiana della parrocchia e poi nella ridefinizione dei ruoli dei seminari e degli istituti.

4. Interessante anche quanto si legge nella sintesi della storia del Friuli-Venezia Giulia nel sito ufficiale della Regione: Alla spedizione dei Mille parteciparono venticinque Friulani, di Annone, Barcis, Codroipo, Fossalta di Portogruaro, Gradisca d'Isonzo, Latisana, Motta di Livenza (due), Palazzolo dello Stella, Palmanova, Polcenigo, Pordenone (tre), Portogruaro (due), Sacile, San Daniele (due), San Vito al Tagliamento, Talmassons, Tarcento. Tolmezzo e Udine (due). Nel numero non compreso il nome di quel grande friulano di adozione e padovano di nascita, che fu Ippolito Nievo. Su questo, come su altri episodi del Risorgimento stata costruita molta retorica. Ma volendo rendere il giusto merito a chiunque si batta in buona fede per un'idea che crede giusta, bisogna dire che i Friulani si comportarono seriamente e costruttivamente anche in circostanze sfavorevoli e senza darsi arie di eroi. Insomma, siamo come tutti, ma siamo friulani!

95

Secondo quanto scrive Agostini i giovani seminaristi, tra fine Settecento e Ottocento, provenivano prevalentemente da famiglie con una media di 6 membri ciascuna, ma non mancavano anche famiglie con 10 membri e pi. L80% aveva i genitori in vita, mentre circa il 9% era orfano di padre e un altro 10% orfano di madre5. La formazione dei preti avviene soprattutto su giovani provenienti da grandi centri, dalle citt e dalle parrocchie pi dinamiche e centrali. E let media dei seminaristi sempre quella adolescenziale; dai 12 anni in su e col passare degli anni si elever anche per la ristrutturazione complessiva dellistruzione. Il seminarista deve sottostare a regole disciplinari ferree sia durante le ore di istruzione e lavoro e anche durante il tempo libero. Si pu parlare solo durante la ricreazione, laccesso alla mensa a orari fissi, non si pu avere denaro con s. La veste deve essere sobria e di misura regolare e non bisogna mai farsi sopraffare dalla pigrizia e dallozio. Il tempo scandito con precisione: il mattutino, lorazione mentale, il vespro, la compieta, la messa quotidiana, il rosario, la meditazione. E anche i vescovi cambiano: da prevalenti patrizi e borghesi diventano anche di modesta origine sociale. La loro attivit diventa quella di controllare, amministrare, gestire le diocesi con buona disciplina, assicurare le visite agli istituti e ai seminari e alle parrocchie, cooptare sacerdoti idonei allinsegnamento, controllare i testi e le lezioni, vigilare, correggere il rettore nel caso si renda necessario, imporre nuove regole e far rispettare le vecchie, incoraggiare, approvare, ma soprattutto disciplinare. Il vescovo padovano Francesco Scipione Dondi DallOrologio, gi agli inizi dellOttocento, sostiene che occorre formare un corpo di operosi e dotti parroci, curati e confessori in grado di spargere utilmente i loro sudori a pro delle anime; dallaltro coltivare i chierici ricchi dingegno e gli ecclesiastici eruditi. Tra alunni secolari e alunni seminaristi - conclude Agostini - nessuna promiscuit pi possibile nello stesso edificio; la separazione definitiva diventa una condizione necessaria, la regola doro per incrementare il vero spirito sacerdotale, per debellare nei chierici lignoranza della scienza sacra, per formare il nuovo uomo religioso.

Dove c il prete c lalfabetizzazione? L dove il primo choc scientifico trova la famiglia impreparata il crollo della fede immediato: la sostituzione con altre credenze e superstizioni avanza rapidissima.
5. Filiberto Agostini op.cit.

96

La scristianizzazione avviene, di regola, prima nelle zone con famiglia nucleare e grande sfruttamento agricolo e poi nelle altre. Pi che scristianizzazione assistiamo ad un crescendo di incredulit, superstizione, proliferazione di santi protettori (basti pensare ai miracoli legati a San Gennaro, Santa Rosalia, Padre Pio nel Sud Italia) e, dal punto di vista pi terreno, unadesione maggiore ai singoli preti, alla istituzione locale, una certa personalizzazione della pratica pi che della fede. Sar cos anche in politica riguardo il voto di preferenza che al Sud sempre stato molto praticato. L dove, invece, la famiglia stirpe organizzabile gerarchicamente la Chiesa cattolica, associata alle esigenze imperiali e statali, diventa il tramite per il controllo capillare. Se anche la fede si affievolisce lorganizzazione parrocchiale riesce a contenerne gli effetti devastanti. In un contesto rurale la famiglia stirpe mantiene con pi rigidit lorganizzazione riferita a principi gerarchici, autoritari e di ineguaglianza. La famiglia tendenzialmente pi egualitaria produce il bracciantato, il lavoro giornaliero e la classe operaia che ha meno aderenza al sistema verticale e quindi unimmagine flebile del Dio-padre, che resta padre di famiglia ma non organizzatore del lavoro. Nel nostro Nordest viene totalmente confermata la teoria espressa da Emmanuel Todd secondo la quale la pratica religiosa pi bassa nelle province con la pi alta incidenza di manodopera bracciantile e operaia. Nel 1852 lindice del rapporto sacerdoti/abitanti (ogni 10.000) vede a quota 6 Adria mentre tutte le altre diocesi sono su indici molto pi alti: Udine 34, Verona 33, Venezia 32, Vicenza 27, Ceneda 25, Padova 23, Treviso e Belluno 20 e Feltre 15. Il Polesine, con tutti i distinguo storici e di organizzazione delle diocesi, gi nellOttocento segnava una differenza sostanziale per la presenza di sacerdoti per abitanti (figura 11). E la segner anche riguardo lalfabetizzazione. La Chiesa cattolica del Nordest si riorganizzata pesantemente durante la dominazione austriaca e ha proseguito per oltre un secolo a connettersi con la societ laica. Anzi lestinzione del protestantesimo6 in Europa favorisce i cattolici e il loro accentramento verso Roma. Si tratta, naturalmente di unadesione minoritaria, ma comunque resistente: se partiamo con lo sguardo da Ovest troviamo lIrlanda cattolica, il Belgio, la Germania centro occidentale e del Sud, fino a Praga, lAustria, parte della Svizzera, un blocco nel sud e ovest, vandeano, della Francia e il nord di Spagna e Portogallo oltre al Nordest dItalia. La combinazione di autorit famigliare, la preminenza della presenza del prete ben
6. Nel Nordest, nel 1901, risultano censiti soltanto 1589 protestanti di cui solo a Venezia 917.

97

11 - Sacerdoti/abitanti (1850)

Sacerdoti ogni 10.000 abitanti


pi di 30 tra 20 e 30 tra 10 e 20 tra 0 e 10

fonte: F. Agostini

98

organizzata e disciplinata, e il livello di indipendenza economica fanno di queste zone bastioni di resistenza alla scristianizzazione nonostante lindustrializzazione. Si dovr arrivare agli anni Novanta del Novecento per avvertire un vero e proprio affondamento anche se gi qualche decennio prima il sociologo-imprenditore, il padovano, Sabino Samele Acquaviva diventa famoso proprio scrivendo un saggio dal titolo Leclissi del sacro nella civilt industriale 7. Strano destino scrive Todd del cattolicesimo che nasce nel cuore della famiglia nucleare egualitaria e che, nei secoli, si sposta sempre pi nelle zone di predominanza della famiglia stirpe. Configurazione ironica questa che associa il cattolicesimo tardivo ai tipi famigliari autoritari e inegualitari che avevano favorito, invece, cos bene il protestantesimo. Il momento di svolta di questo percorso il 1871 quando Roma stabilisce linfallibilit del Papa. Tra il 1744 e il 1828 la zona nordestina pi fertile di vocazioni quella compresa tra il feltrino e San Bonifacio, tra Arsiero e Vicenza; una mezzaluna pulsane di cattolicesimo che far, soprattutto della provincia di Vicenza, il cuore del decollo culturale e industriale del Nordest. Gi nel 1806, in piena riorganizzazione amministrativa, il clero nordestino pu contare su 1.742 parrocchie sparse equilibratamente su tutto il territorio. Quasi tutte le diocesi hanno una parrocchia allincirca ogni mille abitanti tranne Venezia che supera i 2.000 abitanti e Chioggia che supera i 3.000. Venezia e il Polesine sono gi da un secolo pi scristianizzate rispetto le altre province. Come abbiamo visto in cinquantanni, tra inizio e met Ottocento, i preti del Nordest, praticamente si dimezzano. E un riflesso della modernit, ma anche dellorganizzazione pi autoritaria delle diocesi e delle parrocchie. Quella che sar la provincia di Rovigo ha meno preti di tutte le altre e solo il blocco Treviso-BellunoPordenone ha una media di preti pi bassa di tutto il resto del Nordest. Ma la pratica religiosa intorno all80% 8. Negli anni Sessanta del Novecento comincia il declino e la pratica religiosa arriva intorno al 37%. Dal 1993 al 1999 la frequenza alla messa, dei nordestini, di coloro che ci vanno una o pi volte a settimana scende lentamente dal 37,3% al 32,2%.
7. Acquaviva, al contrario di Pietro Marzotto, alla fine decide per linsegnamento. Negli anni Sessanta il sociologo possedeva una fabbrica di elettrodi. 8. Per alcuni dati ci siamo riferiti a Il Veneto religioso di Giuseppe Dal Ferro ed. Rezzara 1995. Vicenza il volto di una citt e Dio o Dioniso; due inchieste svolte a distanza di un decennio, sullo stesso campione, tra gli anni Settanta e gli anni Novanta.

99

Ma lanno del Giubileo, il 2000, questo tipo di pratica crolla pi del 10%. Tra coloro che hanno 11 anni e pi non vanno mai a messa circa il 20%, anche se nellultimo decennio del Novecento c una leggera ripresa (nel 1993 erano il 19,7% e nel 2000 il 17,6%). In Veneto si frequenta di pi, in Trentino-Alto Adige meno e in Friuli-Venezia Giulia ancora meno. Dei diplomati frequenta regolarmente la messa festiva il 41,9%, tra chi si fermato alla terza media frequenta il 36,5%; tra i laureati la frequenza pi alta; 44%. Tra coloro che hanno la licenza elementare frequenta la messa il 66,2%. La maggioranza va a messa per ascoltare la parola di Dio (39%). Coloro che credono in Dio sono il 77%. Il pi istruito e il meno istruito frequentano di pi rispetto ai mediamente istruiti. Monsignor Giuseppe Dal Ferro tenta una spiegazione del fenomeno e scrive: C per una differenziazione sempre pi marcata fra le lites religiose e il popolo che, non trovando pi un facile modo di credere, si rifugia o nellintimismo o nel miracoloso o in sette. La piet popolare entrata in crisi negli anni 60 ed ha provocato disorientamento in molta gente semplice, a cui si contrappongono le lites, che in questi anni hanno studiato teologia o si sono aggiornate con le iniziative delle diocesi e delle associazioni. E sempre stato cos, anche nei secoli precedenti, ma la spiegazione ha un valore importante perch connota coloro che continuano a frequentare la messa e che sono, appunto, le lites. Ma la scristianizzazione appare, quasi, definitiva e inesorabile. Nel Nordest gli alunni dei seminari passano dai 636 del 1972 ai 434 del 1991. Nel 70 c un sacerdote ogni 915 persone, nel 1985 ce ne uno ogni 1.100, nel 1995 un prete ogni 1.200 abitanti. Avanti cos, nel 2010, dice una proiezione dellOsservatorio religioso del Triveneto, ci sar un prete ogni 2.062 abitanti; in Friuli-Venezia Giulia sar uno ogni 3.000. Nel 1852, alla fine della riorganizzazione delle diocesi e delle parrocchie del Nordest, avevamo una media di un prete ogni 3/400 abitanti, ma cera gi leccezione di Chioggia con un prete ogni 1.554 abitanti. Il decremento dei religiosi ancora pi pesante: nel 1970 ne erano stati ordinati 118, ventanni dopo soltanto 26. Stessa crisi anche per le suore passate da 23.494 nel 1970 a 16.705 nel 1991. Anche i matrimoni religiosi ne risentono, nel 93 calano del 9,6% in Trentino-Alto Adige, del 5,6% in Friuli-Venezia Giulia e del 3,3% in Veneto. La Chiesa cattolica, spiega sempre il vicentino monsignor Dal Ferro, sembra aver scelto una presenza pi culturale che istituzionale, sviluppa cultura teolo100

gica, associazionismo, sostegno alla famiglia e iniziative di carit. E significativo il fatto che nellanno scolastico 1992/93 si avvalgano dellinsegnamento della religione nel Triveneto il 96,9%. Come si pu vedere, anche graficamente, nel 2000 la presenza di preti ricalca la carta della distribuzione nel 1850. Siamo passati, nel frattempo, da una media di 23 preti ogni 10.000 abitanti a una media attuale di 3 preti se non meno per ogni 10.000 abitanti. Verona, Venezia, Trento e Bolzano ne hanno pi di altre, Rovigo e Gorizia tra 1 e 2. Soltanto venti anni prima, negli anni Settanta, la media era di pi di 5/6 preti ogni 10.000 abitanti e sempre Verona, Venezia e Trento ne avevano anche pi di 8 (figura 12). Il Friuli-Venezia Giulia, nel suo insieme, si scristianizzato pi velocemente con la nota di Gorizia che, per, presenta la pi alta percentuale di battezzati di tutto il Nordest (61,3% sui nati nel 2000). Utilizzando i dati del 2000 sui battezzati e ipotizzando che ad essere battezzati siano solo i bambini da zero a un anno, troviamo che nella diocesi di Rovigo la percentuale del 38,7%, la pi bassa, e a Venezia, addirittura, battezzato solo il 19,6% dei bambini nati. A Belluno, Verona, Vicenza, Trieste, Udine, Trento e Bolzano la percentuale sotto il 50%. Nelle altre province ancora sopra. Spiega la discrepanza di questi dati - la presenza dei preti e i battezzati - la sconnessione tra lorganizzazione della Chiesa cattolica e i praticanti. La presenza a Venezia e a Trento di preti dovuta ad una maggiore frequenza di parrocchie e chiese in proporzione alla popolazione e alla presenza di numerosi consigli pastorali: a Venezia 67 mentre a Trento ve ne sono 38. In tutte le altre province i consigli pastorali sono addirittura azzerati nella maggior parte dei casi. Inoltre sono presenti numerose scuole, seminari, istituti religiosi e conventi. Venezia anche sede del Patriarcato. A Venezia e Trento risulta speculare la presenza di preti con la percentuale di battezzati nel 2000; in queste province ci sono pi preti, in proporzione alle altre, e meno battezzati sempre in proporzione alle altre province. A guardare solo i numeri sembrerebbe quasi che l dove ci sono pi sacerdoti crollano i battesimi. Ma se teniamo conto di quanto scrive Acquaviva allora tutto ritorna nella logica. Il sociologo nellEclissi del Sacro sostiene: Spesso, coloro che conservano un minimo di religiosit non battezzano o battezzano molto tardi i loro figli, mentre altri, che hanno quasi perduto ogni senso del sacro, o del senso sacrale dellatto, di frequente battezzano per consuetudine, dando alla cerimonia un valore quasi folkloristico. Da questa ottica l dove ci sono pi sacerdoti, allora, possibile che ci siano meno battesimi. 101

12 - Sacerdoti/abitanti (2000)

Sacerdoti ogni 10.000 abitanti


pi di 4 tra 3 e 4 tra 2 e 3 tra 1 e 2 fonte: Annuario Pontificio

102

Insomma la Chiesa non proprio pi quella asburgica, di una volta. Fonti giornalistiche, riprendendo fonti diocesane, sostengono che le 15 diocesi del Nordest hanno in tutto 5.737 preti e che ognuno di questi ha un carico medio di 1.450 abitanti e di questi il 30-35% sono devoti e praticanti regolari. Comparando i dati Istat che riferiscono una pratica anche superiore a una volta a settimana e il dato sui battesimi del 2000 ritengo, invece, che sulla popolazione totale i cattolici devoti e praticanti reali oscillino dal 5 al 15% della popolazione nella varie province del Nordest. Monsignor Valentino Grolla, direttore dellOsservatorio religioso, prevede che entro il 2012 il numero di comunit senza parroco aumenter vistosamente. Oggi dice Grolla nel Triveneto, solo un terzo dei sacerdoti ha meno di 55 anni; un quarto ha raggiunto i 75. Negli ultimi 4 anni, il numero dei defunti arrivato ad essere pi che doppio rispetto al numero degli ordinati. Let media raggiunger la punta pi alta, 61 anni e mezzo, nel 2004, per poi decrescere fino alla media di 60,4 anni nel 2012. Lavanzamento dellet porr problemi di collocazione e di assistenza. Il Nordest moderno, dunque, era gi moderno un secolo fa: le province scristianizzate non hanno avuto il decollo industriale mentre quelle mediamente cattoliche, con una presenza di preti n alta n bassa rispetto alle province estreme, hanno, invece, avuto gi tra Ottocento e Novecento un primo decollo e poi unindustrializzazione forte negli anni Sessanta e negli anni Novanta. Evidentemente ha avuto un ruolo importante anche il figlio cadetto del Nordest diventato prima prete-contadino e poi anche prete-(imprenditore)-operaio. Negli anni 70 inizia lascesa della parabola della scolarizzazione totale e dal 2000 lurgenza della Chiesa cattolica del Nordest diventa quella di non scomparire, eventualmente di coinvolgere sempre pi i laici perch il figlio cadetto, nel frattempo, non ha fatto figli! Dal 1976 cominciano gli andamenti di controllo liberi dellet al matrimonio e dei tassi di natalit al ribasso. Le regioni del Centro avevano gi iniziato negli anni Cinquanta. Nel Veneto negli anni Cinquanta il tasso di fecondit (figli ogni 1.000 donne in et feconda) intorno ai 2,3 totale, negli anni Sessanta sale anche a 2,7, ma a met degli anni Settanta gi sotto 1,9 per arrivare, progressivamente, a poco pi di 1 di oggi. Il Trentino-Alto Adige in leggero ritardo, fa pi figli, tocca il 3,2 negli anni Sessanta, ma raggiunge il Veneto nel 1976 quando tutte e due le regioni sono sotto il 2. Il Friuli-Venezia Giulia gi negli anni Cinquanta aveva un tasso di fecondit sotto il 2, risale negli anni Sessanta, con quale anno di anticipo sulle altre due regioni, ma al massimo fino a 2,2, nel 68 c un ritorno sotto il 2, poi una ripresa, oscillazioni sopra e sotto fino al 72 e, infine, un costante calo fino ad arrivare 103

nell87 a 0,96 per ritornarci nel 93. Il Friuli-Venezia Giulia la regione pi sensibile del Nordest e, per certi aspetti, anticipatoria anche se il peso demografico del Veneto pi condizionante e attrae di pi lattenzione.

Siamo o non siamo tutti preti? La religione una determinazione delle strutture famigliari, ma a sua volta determina il ritmo del progresso, della cultura, economico e sessuale. E da essa derivano le ideologie quando non ha pi lorganizzazione per influire direttamente. Il siamo tutti preti di Lutero ha sconvolto lorganizzazione della Chiesa ma ha anche avuto come immediata conseguenza il fatto che pi nessuno stato autorizzato, nel mondo protestante, ad essere prete. Luguaglianza terrena si contraddice con lineguaglianza metafisica che vuole ognuno predestinato da Dio e quindi labolizione del monopolio del clero il primo obiettivo terrestre del protestantesimo. Ma anche la spinta a leggere la Bibbia direttamente. Il luterano, il calvinista non hanno intermediari diretti e possono, e devono, accedere alla parola di Dio direttamente. Devono imparare a leggere. La Riforma esige la libert e luguaglianza terrestre tra gli uomini, elimina quindi il potere dei preti, ma afferma lassoluta autorit di Dio. La Controriforma esige la sottomissione ai preti e quindi lineguaglianza tra gli uomini ma riafferma luguaglianza ultraterrena e la Grazia di Dio, quindi il libero arbitrio per concorrere alla salvezza eterna. Libert davanti a Dio, mitigata dalla confessione, ma totale sottomissione al prete. La Chiesa cattolica dovr ricorrere alla inibizione alla lettura perch linterpretazione della parola di Dio possa continuare a passare attraverso il prete. Il Nordest non entra nella zona protestante pur essendo costituita prevalentemente dal tipo di famiglia stirpe. La vicinanza a Roma e la crescita di Venezia ne fanno un caso particolare. Secondo Todd la persistenza del cattolicesimo nella famiglia stirpe oltre che misurata dalla vicinanza con Roma viene modulata dallinterno con la teologia agostiniana che contempla, comunque, lidea della predestinazione, di un appello selettivo degli uomini per la salvezza. Una modalit che si adatta al valore di ineguaglianza tipico della famiglia stirpe. La risultante sar che mentre nel 1480, nel Nordest erano gi in funzione dei torchi a stampa e a Venezia si stampavano centinaia di libri, nel 1800 lalfabetizzazione, rispetto agli altri paesi europei del Nord Europa, aveva gi accumulato un forte ritardo. La Controriforma ha bloccato la cre104

scita culturale nonostante la compensazione di Venezia che rimane comunque oasi di tolleranza ma anche di politiche di sopravvivenza. Allinizio del 900 il Veneto alfabetizzato dal 50 al 70%, ma lEuropa del centronord gi oltre il 90% e la Francia ha gi tra il 70 e il 90% di cittadini che sanno leggere e scrivere. Il prete, dal momento della riorganizzazione asburgica, diventa lalfabetizzato in grado non solo di leggere e scrivere, ma anche di elaborare concetti complessi, di spiegare, di fare da pedagogo, da esperto, economo e traduttore. Lalfabetizzazione aderisce alla famiglia stipre in grado di sostenere leducazione e la verticalit dei rapporti. Quando il meccanismo educativo entra in questo tipo di famiglia esso viene replicato e sostenuto rigorosamente, grazie anche al suo moltiplicatore interno. La Chiesa cattolica dalla Controriforma blocca questa possibilit e la concede soltanto ai figli cadetti. Dallorganizzazione di inizio Ottocento in poi il processo sar qualificato e accelerato ma ci vorr pi di un secolo per arrivare al 50% di alfabetizzati e ancora quasi un altro secolo per completare lalfabetizzazione generale della popolazione. Circa 200 anni di ritardo sulla Svezia e un secolo, un secolo e mezzo su Germania, Francia e Inghilterra. Non solo ma il Nordest va anche in ritardo rispetto al resto dellItalia del Nord: la famiglia stirpe funziona indefessamente come un acceleratore anche dellignoranza. E non si tratta di una scelta di classe, ma della risultante di un temperamento, di un carattere preciso del tipo di famiglia: tramanda lacquisito, compreso lanalfabetismo. Sar proprio tra la fine del Settecento e la met dellOttocento che il Nordest raggiunger il 50% di uomini, ma solo quelli tra 20 e 30 anni, alfabetizzati. Il nord della Francia e lInghilterra avevano raggiunto il traguardo durante il Settecento, la Germania il secolo prima. Nel 1871 gli analfabeti, tranne Trento e Bolzano che sono gi all80% di alfabetizzati, coprono tra il 62,4% al 78,3%. Ce ne sono meno a Belluno, Verona e Venezia e molti di pi a Vicenza e Rovigo. A sottoscrivere gli atti di matrimonio, nel 1875, soltanto lo sposo nella maggior parte dei casi, ma gi a Udine, Verona, Vicenza e Belluno sono pi le volte che firma solo lo sposo che quelle dove non firma nessuno dei due. E gi qualcosa. Le spose analfabete in una trentina danni passano da una media del 70-80% al 2030%. In testa sempre Belluno che anche andata velocissima passando dal 77,8% delle spose analfabete nel 1872 al 15% nel 1905. Accelerano anche Vicenza, Udine e Padova. Venezia va lentamente e nello stesso periodo dimezza appena le analfabete. Nel 1872 era la prima provincia alfabetizzata al femminile con il 68,9% delle 105

spose analfabete, ma nel 1905 si allinea quasi a Rovigo che ha il 34,9% di analfabete. Nel 1911 Belluno la provincia, in totale, pi alfabetizzata, seguono Vicenza, Verona, Treviso, Udine, Padova, Venezia e, appunto, Rovigo (figura 13). In questi trentanni gli espatri medi annui sono, nel Nordest, i pi alti dItalia. I pi alti allinterno della regione sono nel bellunese, nel vicentino e nelludinese. Le stesse province che nello stesso periodo accelerano lalfabetizzazione accelerano anche lemigrazione. Se conteggiamo gli espatri complessivi per provincia ogni 1.000 abitanti, per, troviamo che dal 1876 al 1901 sia Belluno che Udine e Vicenza hanno una predominanza di espatrio temporaneo. Sono le uniche; in tutte le altre province lemigrazione vera e propria sempre superiore a quella temporanea9 (figura 14). Non solo ma Belluno, Udine e poi Vicenza sono le province da dove lemigrazione parte prima. Dopo la partenza dei bellunesi, a seguito sono andati i friulani, i vicentini e i veronesi e poi nel 1879 hanno iniziato i rodigini e i trevisani. Nel 1883 cominciano ad emigrare in massa anche i padovani e solo nel 1888 sono indotti a lasciare la loro provincia anche i veneziani. Dal 1899 dal vicentino partono una media di 10-13.000 persone lanno. Venezia ha un picco allinizio del 1891 ma perde poca popolazione. Gli anni di grande esodo sono proprio il 1888, il 1891 e il 1895. La storia vista dagli spazi pi che dalle cronologie ci dice che chi rimasto, o chi ha scelto lemigrazione temporanea o definitiva, non solo ha imparato un mestiere e forse un p di lingua straniera, ma si anche alfabetizzato. Ha imparato a leggere e scrivere velocemente, ha imparato un mestiere, si mosso, ha acquisito nuovi orizzonti e si anche industrializzato. Andrebbe considerata anche una certa flessione dei vincoli matrimoniali che poteva spingere uomini e donne verso altri Paesi. Nel 1902 Zanardelli e Cocco Ortu presentaro una legge sul divorzio, ma vengono messi in minoranza dai conservatori come Salandra che ondeggiarono ma poi si schierarono decisamente contro. Il 6 giugno 1903 Salandra, nella sua relazione, disse: Laccrescersi della divorzialit quasi dappertutto pi rapido che non sia quello della popolazione e dei matrimoni. Questo fenomeno non si spiega soltanto, anzi non si spiega principalmente come effetto delle leggi pi larghe. Esso si rilevato anche laddove le leggi non sono mutate. Esso leffetto di parecchie cause complesse e concorrenti, dalle quali derivato il fatto doloroso che molti uomini e donne son disposti a riguardare il vin9. Si veda Ercole Sori Lemigrazione italiana dallunit alla seconda guerra mondiale Il Mulino 1979. Sugli emigranti si vedano anche le conclusioni di Emmanuel Matteudi: Structures familiales et dveloppement local, Ed. LHarmattan, 1997.

106

13 - Alfabetizzazione (1911)

Analfabeti ogni 100 abitanti dai 6 anni in su


da 10 a 20 da 20 a 25 da 26 a 30 pi di 30 fonte: Censimento

107

colo del matrimonio diversamente da come facevano un secolo fa, e cedono pi facilmente al desiderio di scioglierlo. Tali cause sono il pi intenso sentimento della personalit individuale che si traduce in pi squisita sensibilit e in pi ribelle intolleranza delle avversit. Sicuramente lemigrazione, nel ritmo e nella posizione geografica, andata di pari passo con lalfabetizzazione. Le province pi alfabetizzate e velocemente alfabetizzate sono le stesse che contano pi emigrati e che acquistano pi libert; o si tratta di un riequilibrio tra la popolazione esistente e le risorse disponibili per cui si innesca un decollo culturale e successivamente anche economico, (ma questo, storicamente, avviene contemporaneamente e luno non sarebbe in causa-effetto con laltro10), oppure vorrei autorizzarmi a pensare che lemigrazione non un fenomeno, specifico, di semplice povert - visto negli aggregati generali e non solo nel poareto che magna solo poenta - ma un segnale globale, in un dato periodo storico di una data societ, in relazione con tutte le altre, che avviata una rivoluzione culturale e istituzionale soprattutto nel paese che la origina. Lemigrato una delle maggiori produzioni del tipo di famiglia stirpe e lo studio di Emmanuel Matteudi sulle strutture famigliari e sviluppo locale lo dimostra: la famiglia stirpe nel giro di tre generazioni produce oltre il 60% di emigrati sul totale e dal momento dellindustrializzazione produce operai, sempre tra i figli cadetti. Non casuale, infatti, che oggi, nel 2000, gli immigrati provengano da paesi che hanno, di recente, alzato di molto il tasso di alfabetizzazione e che stanno vivendo fasi turbolente di decollo culturale. Una percentuale alta di immigrati extracomunitari, che arrivano nel Nordest, oggi gi alfabetizzata e acculturata ed in grado,

10. Lobiezione della divisione delle classi; i ricchi si istruiscono e i poveri emigrano pi logica che storica perch, ad esempio, nel 1870 dalla Carnia vanno allestero 1800 muratori, 1410 braccianti e 1062 boscaioli e qualche altro migliaio di persone tra falegnami, tessitori, taglia-pietra, girovaghi, garzoni, domestici, sarti e fabbri. Ma si considera estero la Carinzia, la Stiria, la Baviera! I 1062 boscaioli che vanno solo in Stiria e Corinzia come se fossero rimasti a casa. Chi, veramente, va lontano arriva fino in Germania e in Ungheria sono gli arrotini. Evidentemente lemigrazione della montagna prima di tutto emigrazione interna. Probabilmente una societ rurale, composta prevalentemente da contadini, fa emigrare in proporzione pi contadini, ma in realt i veri emigranti sono i figli cadetti che in proporzione ai figli ereditieri sono molto pi numerosi in epoca di non controllo delle nascite. Nel 1901 nel Veneto ci sono 277.000 famiglie nellagricoltura, 121.000 nellindustria, 59.000 nel commercio, circa 30.000 interessate nel settore dei servizi e quasi 19.000 che vivono di rendita. Questo il motivo per cui continuo a sostenere che se ci occupiamo del temperamento di una nazione, di una regione o di una provincia come se ci occupassimo del carattere di una persona. Chiaramente quando questa persona in piena infanzia si presenta in un modo e quando adulta assume un altro aspetto, ma il temperamento, se non subisce gravi traumi, rimane riconoscibile.

108

14 - Espatri tra 800 e 900

Vocazione migratoria

alta

bassa fonte: E. Sori

109

superato il problema della lingua, di lavorare o comunque di leggere istruzioni anche complesse. Anche negli anni Sessanta il rimpatrio degli immigrati italiani riveler caratteristiche culturali che disegneranno il tipo di sviluppo del Nordest: dai paesi tedeschi torneranno coloro che impianteranno il distretto dellocchialeria nel bellunese, ad esempio. Ma gi negli anni Cinquanta i dati sui comportamenti della popolazione (alfabetizzazione, fecondit, suicidio) segnalavano le province pronte al nuovo sviluppo economico e quelle pi attardate. Il decollo culturale del Nordest allinizio del Novecento segna subito, anche, la propria affermazione con il primo Papa nato in queste province; viene, infatti, da Riese Giuseppe Sarto che diventer Pio X. Leggeremo il decollo culturale di una provincia anche per gli uomini di prestigio che sa dare, per il contributo che offre allumanit intera in tutti i campi e in ogni modo e non soltanto per il reddito procapite che genera. Ogni provincia nordestina, come ogni angolo di mondo, a modo suo ha una propria particolarit che la distingue dalle altre e allo stesso tempo ne fa una necessaria partner complementare. I ritmi di sviluppo, ma anche le caratteristiche che nei secoli si ripetono, sono la prova di questa identit e di ci che potrebbe essere di molto valorizzato con una maggiore consapevolezza se non fosse oppressivo limperativo - fortunatamente soltanto mediatico e di chi lotta per il potere - dellomologazione al solo pi alto reddito pro-capite. Cosa che, tra laltro, non si verifica. Il Nordest il segno di una combinazione tra famiglie complesse, cattolicesimo organizzato, crescita dellalfabetizzazione. Nel 1871 soltanto Belluno (ma anche Trento e Bolzano) si distingueva per lalfabetizzazione generale, e ancora nel 1901 rimanevano indietro Venezia, Padova e Rovigo. In pieno fascismo non cambia niente se non un leggero progresso generale, soprattutto delle donne, e soltanto nel 1971 tutto il Nordest ormai completamente alfabetizzato. I pi analfabeti resteranno gli occupati nellagricoltura, gli addetti ai servizi domestici e quanti risultano di condizione non professionale (23% circa). Lalfabetizzazione femminile, rispetto al Nordovest, andata a rilento. La famiglia stirpe ha unimpronta pi maschilista e quindi ha penalizzato le donne che sono partite svantaggiate: a fine Ottocento soltanto la provincia friulana ha una maggioranza di alfabetizzate donne sul totale. Nel 1911, comunque, sanno leggere e scrivere a 10 anni, dal 90 al 95% dei vicentini, dei bellunesi e dei friulani. Sono tutti abili per il lavoro e possono cominciare a leggere anche istruzione di macchinari pi complessi. Possono leggere volantini, titoli di giornali, catechismi, indicazioni semplici. 110

Nel trevigiano nel padovano e nel veronese sanno leggere e scrivere dall85 al 90% dei bambini. Venezia attardata sul 75% e Rovigo sull80%.

Il diplomato e la diplomata tecnici Tra il 1951 e il 1961 le donne superano il 50% nelle scuole di avviamento professionale solo a Bolzano e Trieste. Le maggiori frequenze delle donne, nei licei, sono sempre a Trieste, ma anche a Gorizia e nel Veneto si distinguono solo Vicenza e Venezia. Tra tutti la percentuale sopra il 50% degli iscritti agli istituti tecnici e magistrali la riscontriamo solo a Vicenza, Belluno e Trieste. In tutto il Nordest, nel 1991, coloro che hanno la licenza media, in percentuale, hanno ormai raggiunto i possessori di licenza elementare. E cominciata la parabola ascendente dellistruzione alta. In Trentino-Alto Adige in trentanni i laureati sono triplicati e le donne laureate pi che raddoppiate. I diplomati sono pi che quadruplicati. In Trentino-Alto Adige e in Friuli-Venezia Giulia, nel 91, le donne diplomate sono ormai il 50% del totale. Solo il Veneto pi attardato11. Sar cos anche nellimpiego delle donne nei servizi: le due regioni superano il 50% agli inizi degli anni Sessanta mentre il Veneto ha qualche anno di ritardo. In Trentino-Alto Adige dal censimento del 61 aumentano le percentuali di tutti i livelli di studio. Per la popolazione con pi di 6 anni, soprattutto nellultimo decennio, media inferiore ed elementari raggiungono la stessa distribuzione percentuale nella popolazione. Il livello dellalfabetizzazione si generalmente e costantemente alzato. Nel Veneto rimane una leggera maggioranza di coloro che hanno la licenza elementare rispetto alle medie. Negli ultimi ventanni crescono molto i diplomati. La societ pi differenziata: nel 91 i laureati superano la percentuale dei diplomati del 61. Le donne laureate raggiungono la stessa percentuale sul totale delle donne che avevano la licenza media nel 61 (35,8%). In Friuli-Venezia Giulia i diplomati nel 91 sono tanti quanti erano coloro che avevano la licenza media nel 71. Efacile prevedere che prima in Friuli-Venezia Giulia e poi altrove la percentuale di laureati nella popolazione sar uguale alla percentuale di diplomati nel 1961.

11. Nel capitolo sulleconomia spiegher perch una societ pi industrializzata e pi flessibile nella forza lavoro ha bisogno, proprio per gestire la flessibilit, di forza lavoro alfabetizzata ma non istruita ad alti livelli. In forma attenuata questo si verifica nelle differenze tra il Veneto e le altre due regioni del Nordest. Flessibilit e formazione si contraddicono.

111

Tutta la popolazione gode di un livello di istruzione, indubbiamente, alto soltanto rispetto a trenta-cinquantanni fa. Il Veneto, in questa comparazione, appare meno lineare e, si distingue per un assetto complessivo meno egualitario: la scolarizzazione bassa e quella alta misurano, tra loro, una divergenza pi alta che non nelle altre due regioni. Resta, comunque, difficile considerare ora la vera evoluzione dellistruzione non tanto per la mancanza di dati pi o meno omogenei, quanto per la differenziazione stessa dei cicli di istruzione. Saper leggere e scrivere semplice da quantificare ma anche da spiegare: si passa dalla dipendenza allindividualit, dalla esclusione allinclusione nel sapere collettivo. Ma comparare o studiare i percorsi di studio e le conseguenze diventa difficile per tutti. Qualche dato su quanto dicevamo a proposito dei diversi percorsi scolastici: la loro differenziazione a met degli anni Novanta, risulta marcata riguardo il tasso di scolarizzazione per fasce det, nella fascia dei 18 anni abbiamo un tasso di scolarizzazione del 54,4% per il Trentino-Alto Adige rispetto al 69,3 del Friuli-Venezia Giulia e al 61,1 del Veneto. Una differenza di oltre 15 punti tra Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige! Si percepisce anche un vistoso spostamento dagli istituti tecnici e professionali verso i liceali. In Friuli-Venezia Giulia sovradimensionata anche lofferta di scuole magistrali; evidentemente un retaggio dellistruzione professionale femminile che la nuova mentalit sta smantellando. Gi nel decennio 51-61, infatti, Gorizia, Trieste e Bolzano avevano una percentuale tra il 40 e il 45% di donne frequentanti le magistrali. Nel Nordest quando attecchisce listruzione il modello famigliare dominante sceglie listruzione utile e manda i figli alle scuole professionali e tecniche e le figlie agli istituti magistrali. Il Veneto la regione con vocazione pi professionale e tecnica e infatti dimostra un sottodimensionamento alla scelta dei licei anche rispetto al resto dItalia. Nel Nordest, comunque, quando si inizia un ciclo di studi si tende a finirlo. Nel tempo cresciuto anche il passaggio dalla scuola dellobbligo alla scuola superiore; attestato ormai al 90%. Al 2000 il Nordest arriva con unistruzione prevalentemente tecnica, in senso lato (decisa, tra laltro, gi dallimpero asburgico), come il carattere del Nordest impone, e utile per il lavoro quotidiano. Ma la prospettiva gi cambiata ed gi percepibile lo spostamento generalizzato verso listruzione liceale anche se il sistema continua ad offrire una maggiore presenza di docenti per gli studenti tecnici e professionali rispetto agli altri. Nel Nordest il rapporto medio tra docenti e allievi di uno ogni 10 per i tecnici112

professionali e uno ogni 12/14 allievi per i licei. Di conseguenza la percentuale in pi, rispetto alla media italiana, di uscita pi precoce dalla scuola superiore dovuta anche alla maggiore frequenza di cicli intermedi previsti dallordinamento scolastico (i tre anni di professionali dopo le medie inferiori). Ma gli studenti e le studentesse nordestine che decidono di frequentare i licei (compresi gli artistici e magistrali!) mostrano esiti nettamente favorevoli: i maturi superano l85% di coloro che si sono iscritti ai licei e il 75-80% per i tecnici-professionali. Il percorso liceale appare chiaramente come quello destinato anche ad una continuazione degli studi in ragione di una maggiore specializzazione successiva di livello universitario. Va aggiunto, considerando gli studi sulla mobilit sociale dovuta allistruzione, che nelle classi pi basse il percorso scolastico deciso dal livello culturale della famiglia di origine, ma quando si arriva ai livelli pi alti la prestazione scolastica influenzata molto di pi dal livello economico della famiglia. E dunque in un Nordest ricco c da aspettarsi alte prestazioni scolastiche nel prossimo futuro. Linsegnamento elementare stato fondamentale per avviare lindustrializzazione e non a caso proprio Vicenza - che risulta essere la provincia pi ricca del Nordest - in testa alla classifica per il migliore insegnamento elementare ed una delle prime citt dItalia per presenza di bambini e bambine extracomunitari a scuola12. Treviso, agli inizi degli anni Settanta, assieme a Verona, Trento e Bolzano, si presentano come le uniche province, non solo del Nordest, ma di tutta Italia, come quelle con la pi alta percentuale di licenza elementare al decimo anno di vita (figura 15). Tutti questi sono coloro che dal 1991 hanno trenta-quarantanni. Queste province, infatti, sono state le protagoniste del Nordest degli anni Novanta. Ma nel 1971 queste che sono le province pi avanzate per listruzione elementare, sono anche quelle pi attardate sullistruzione media superiore. Confrontando le due cartine (figura 15 e 16) abbiamo una sorprendente sovrapposizione. Il Nordest di oggi, flettente, un p depresso, in stato di panico e agitazione dovuto anche alleffetto di questa scelta: i quarantenni di oggi sono attardati sullistruzione e hanno qualche sfasatura nellesame di realt. Lindustrializzazione degli anni Sessanta ha frenato la crescita possibile del primo decennio del 2000. Da met anni Novanta, per, il blocco tra Vicenza e Udine, compreso Rovigo, ha gi ripensato la propria destinazione futura e ritroviamo percentuali, tra le pi alte

12. http://www.edscuola.it/archivio/statistiche/conoscere_02.pdf

113

15 - Licenza elementare (1971)

Percentuale al decimo anno di et


oltre il 90% tra l85 e il 90% tra l80 e l85% meno dell85% fonte: Istat

114

16 - Licenza di scuola media (1971)

Percentuale di diplomati alla media inferiore ( su popolazione 14 anni)


pi di 40% (solo la provincia di Trieste) tra il 30 e il 40% tra il 25 e il 30% tra il 20 e il 25%

fonte: Istat

115

del Nordest, di iscritti alle scuole superiori sulla popolazione di 14-18 anni. Il Nordest, dunque, ha gi deciso il proprio profilo del 2015-2020 e sar sviluppato soprattutto nel blocco Treviso-Belluno-Vicenza (ricordate gli inizi del secolo scorso?) e in tutto il Friuli-Venezia Giulia (figura 17).

Linsegnante mamma, ma soprattutto persona Il Nordest non seleziona durante il periodo dellobbligo ma seleziona pi tardi confermando una propensione alleducazione e alla trasmissione dei valori negli anni fondamentali dellapprendimento. Se gli anni necessari per lapprendimento si allungano si allunga anche il periodo dedicato allistruzione. Il tasso di alfabetizzazione, dunque, misura il grado di sviluppo di una societ. Non solo, ma le regioni del mondo dove si sa pi leggere e scrivere sono accumunate da un unelevazione dellet al matrimonio delle donne. I due dati sono legati da una stretta correlazione il che significa che lo statuto della donna, il grado di bilateralit di una societ, sono i presupposti fondamentali per la programmazione del progresso. La correlazione non significa, allinverso, che se aumenta let al matrimonio aumenta lalfabetizzazione, ma, pi semplicemente, che i due fenomeni fanno parte di uno stesso movimento strutturale: se globalmente aumenta listruzione femminile significa che sta aumentando la quantit di tempo per lapprendimento. Non detto che questa quantit di tempo non sia organizzabile in modo diverso, ma questo, per ora un altro discorso. Sicuramente ci attribuibile alla donna la creazione di un clima educativo, di cura dei figli nella disciplina mentale e sociale, nelle pre-condizioni perch, poi, la scuola possa essere utile. L dove let al matrimonio delle donne cresce e si abbassa la differenza di et tra gli sposi significa che la donna non pi trattata come una bambina e che la relazione tra gli sposi non di tipo autoritario ma bilaterale, pi equilibrata. Linnesco di questo processo porta, inevitabilmente, per laccorciarsi del periodo fecondo naturale, ad una correlazione dellabbassamento del numero di figli per donna. Oggi siamo ad una media di 1,1 mentre, in tutto il Nordest, negli anni Sessanta eravamo ancora a 2,6 figli per donna. La famiglia stirpe si adatta velocemente ai nuovi processi ed probabile che il trend durer per lungo tempo. Nel Nordest una presenza costante della donna nella famiglia ha assicurato nellultimo secolo una forza efficace nel sistema educativo. Che si tratti di un processo culturale appare evidente se pensiamo che in Veneto, alla fine 116

17 - Iscritti alle medie superiori (1997)

Iscritti alle medie superiori su popolazione 14-18 anni


pi del 90% (solo Trieste e Gorizia) tra l80 e il 90% tra il 70 e l80% meno del 70% fonte: Istat

117

dellOttocento, il numero delle donne attive in agricoltura era di 60 ogni 100 uomini. Nel 1881 le donne, in tutta Italia, impiegate in agricoltura erano il 27,5% sulla popolazione attiva, nel 1901 il 24,9% e nel 1911 il 21,7%. Le donne in condizione non professionale (casalinghe!) passano dal 49,5% nel 1881 al 62,6% nel 1911. Nello stesso periodo il Veneto, come risulta dai censimenti, ha la percentuale pi alta di famiglie con il pi alto numero di componenti, 5,5 e anche la speranza di vita la pi alta dItalia; 60,9 anni per un veneto contro i 56,7 di un piemontese o il 58,4 di un marchigiano o, addirittura, 47,8 di un napoletano o 46,3 anni di un sardo. Cerano quasi 15 anni di differenza tra un nordestino e un meridionale! Segno che anche lItalia meridionale, nel frattempo, ha fatto grandissimi passi avanti. Insomma laffrancamento della donna dal lavoro agricolo va di pari passo con la crescita dellalfabetizzazione e con il contenimento delle nascite. E anche la psicologia deve cambiare. Lopez scrive: secoli di pregiudizi cristiani, basati sullidentificazione tra sessualit e procreazione (fatti propri anche da una parte della psicoanalisi)! La valorizzazione della femminilit basata sullutero. E se la donna non ce lha, o non pu usarlo, non vale niente? E se lo usa, al massimo quattro volte durante la sua esistenza, vale solo per questo? Il valore della donna e forse condizionato dai capricci della natura e da quelli delluomo? Il solo modo di annullare uno svantaggio storico-sociale nei confronti delluomo una rigorosa comprensione psicoanalitica del problema. Da un lato, il gallicismo imperante significa la riduzione delluomo e della donna ad animali darmento, dallaltro, questa comprensione implica che una nuova valorizzazione della femminilit della donna necessario che avvenga, sia a livello del corpo, come conseguimento di un orgasmo pieno e totale, sia a livello della sensibilit e dellintelligenza, che nella societ contemporanea si sono dimostrate, se non superiori, per lo meno pari a quelle degli uomini. Lemancipazione della donna, come integrit e totalit, come individuo di genere, decisiva per la liberazione delluomo dal branco e la sua maturazione di persona. Nel 1961 la modernit aveva rimodellato tutto il Nordest, ma sulle strutture di base gi esistenti. Se venti, trenta anni dopo i mezzi di comunicazione di massa assumeranno unimportanza decisiva per il destino di tutto il Paese tanto da ritrovarsi con un Presidente del Consiglio proprietario di un impero mediatico fatto di televisioni e giornali, in quegli anni il Nordest ha gi deciso su chi, questi mezzi, avranno pi influenza. La radio aveva una lunga storia e in tutte le province, allinizio degli anni Sessanta, il mezzo ancora pi diffuso. Trieste, Gorizia, Rovigo e Bolzano hanno il numero pi alto di abbonamenti alla radio ogni 1.000 abitanti. Treviso il pi basso. 118

Ma il numero degli abbonamenti alla televisione, in relazione a quelli alla radio, porta in testa alla classifica dei pi aggiornati i veneziani, i triestini, i padovani, i rodigini e i veronesi. Preferiscono ancora la radio, invece, a Bolzano, a Trento, a Udine, a Belluno, a Gorizia e Vicenza. Anche in questo caso Treviso in bilico. La partenza lenta della famiglia stirpe si vede anche da qui. La famiglia pi modellata su basi di liberalit e uguaglianza si stacca prima dalla tradizione, sposta immediatamente lattenzione dal passato al futuro, pi sensibile alle sollecitazioni. La famiglia stirpe pi cauta, ponderatrice, deve prima convincersi seriamente per poter assimilare la novit; per un certo qual modo pi tradizionale e adulta, mentre laltro tipo di famiglia pi moderna e giovanile.

Il Purgatorio che verr Secondo alcuni storici13 le rivoluzioni sono annunciate, in et moderna e contemporanea, dal superamento del tasso di alfabetizzazione maschile generale del 50%. Un dato comune, infatti, alla rivoluzione inglese, francese e russa la coincidenza delle rivoluzioni con laumento dellalfabetizzazione maschile. E anche intuitivo associare una maggiore capacit di connessioni e di possibilit di lettura e scrittura allimpennata di democratizzazione ed eguaglianza che si diffonde quando viene superato un certo livello di cultura. Ma il tasso di alfabetizzazione anche distribuito allinterno di una societ data e quindi differenzia ancora di pi coloro che continuano a vivere in un contesto di trasmissione orale, con intermediari necessari, da coloro che possono accedere, singolarmente, ai testi sia nella scrittura che nella lettura. Il mediatore, colui che sa leggere e scrivere, nel Nordest il prete cattolico, diventa dominante per la trasmissione delle ideologie e anche delle amministrazioni civili. Dal monopolio del sapere si passa lentamente alla democratizzazione. Il passaggio porta con s anche le turbolenze nei confronti dellautorit e una relativizzazione dei costumi sociali e in particolare di quelli sessuali. Emmanuel Todd riassume cos questo passaggio: Lalzarsi dellet al matrimonio associato al processo di alfabetizzazione implica un maggiore ascetismo sessuale, accompagnato da aggiustamenti e turbe psicologiche corrispondenti, fenomeno gi osservato dagli storici che si sono occupati dellEuropa del Sedicesimo e Diciassettesimo secolo. La diffusione dei metodi contraccettivi suppone, invece,
13. Linglese Lawrence Stone, ad esempio.

119

lalfabetizzazione delle donne e non soltanto quella degli uomini, e segue generalmente, dopo un certo periodo, variabile secondo il ritmo dellalfabetizzazione in corso, il processo rivoluzionario. La rivoluzione politica, che dipende dal tasso di alfabetizzazione maschile, precede, in generale, il taglio del tasso di natalit, che dipende, a sua volta, dal tasso di alfabetizzazione femminile, negli alti e bassi del tempo. La diffusione di unansia a fondamento sessuale complica i processi di violenza innescati per la destabilizzazione dellautorit e delle lites anziane. Il Nordest passa la linea dellalfabetizzazione maschile allinizio del secolo scorso quando si affermano, pi o meno in modo violento, le due ideologie tipiche della famiglia stirpe: il socialismo, in tutte le sue varianti e il popolarismo. Poi ci sar il regresso ancor pi violento e drammatico nella guerra e nel fascismo ( questa pi una storia nazionale) ma per quanto riguarda il Nordest una pressione, che durer pi di quarantanni, di tipo etnocentrico sulle questioni di Trento e Trieste e poi di Bolzano e quindi il fenomeno delle leghe. A titolo indicativo mi pare di poter vedere, nel Nordest, una evoluzione ciclica che parte, dapprima, con la modificazione della mentalit e della cultura, alla quale, dopo un certo periodo, segue una turbolenza politico-istituzionale, pi attinente alla gestione del potere e infine, alla maturit del cambio di mentalit e allavvio di un nuovo assetto politico, segue una fase di stabilizzazione e di progresso delleconomia. Se questi cicli, considerati dallunit dItalia ad oggi sono corretti, in questi anni dovremmo trovarci in una fase di evoluzione di una mentalit nuova che ha preso lavvio dai primi anni Novanta e verr a maturazione tra il 2010 e il 2015. Intanto in atto una turbolenza in ambito politico e istituzionale per una definizione di una nuova rappresentanza. Questo ciclo dovrebbe creare i suoi primi risultati gi durante i prossimi cinque anni per concludersi, poi, nel 2030. Intanto si sta esaurendo landamento economico iniziato negli anni Ottanta e che ha prodotto il boom economico degli anni successivi non solo nel Nordest. Se cos sar la cosiddetta ripresa economica, di cui oggi tanto si spera, dovrebbe cominciare ad innescarsi tra il 2010 e il 2015. E evidente che gli andamenti saranno pi o meno accentuati o stagnanti, ma noi, qui, parliamo di una nuova struttura complessiva di mentalit, di istituzioni e, quindi di mercati. E come confrontare il periodo fascista a quello precedente, oppure il periodo della destra e sinistra storica tra Ottocento e Novecento a quello del dominio democristiano del secondo dopoguerra. O anche come se volessimo confrontare, senza tenere conto della mentalit, degli assetti istituzionali o di rappresentanza politica, del tipo di sviluppo il boom degli anni Sessanta con quello degli anni Novanta. Ad esempio ipotizziando un aumento costante della scolarizzazione superiore la 120

domanda, tra le pi importanti, alla quale bisogna azzardare gi una riposta : cosa succeder quando la maggior parte della popolazione avr il diploma di scuola superiore? E possibile un aumento sincronico della richiesta di pari opportunit con una maggiore strutturazione generale fondata sulla mentalit pi inegualitaria. Allo stesso tempo anche una maggiore incidenza delle autorit nazionali e locali in funzione gestionale pi che di comando. Pi Stato e pi opportunit. La percezione di aver studiato, di aver dedicato una lunga parte della vita allapprendimento di base, di avere quindi necessit di mettere a frutto queste maggiori conoscenze pu indurre ad un tentativo, generalizzato, di differenziazione. Le modalit dei percorsi, il tipo di studi scelto, le aspettative della famiglia e del singolo porteranno, sicuramente, ad un aumento del lavoro pi qualificato e corrispondente ai propri standard mentali e culturali. Laumento del lavoro pi qualificato significa anche linvenzione di nuovo lavoro non soltanto la richiesta. Il sistema avr quindi la necessit di enti organizzatori pi efficaci e, direi autorevoli, per il coordinamento. Ovvero, veramente, di altre mentalit amministrative. Se le prime fabbriche somigliavano, tra fuochi e ferro fuso, fiamme e polveri, pi allinferno che alla terra, il prossimo lavoro somiglier sempre di pi alla citt dellUomo con meno materia da plasmare e pi simboli da manipolare. Se dallinferno si poteva uscire soltanto metaforicamente e sperando in Dio, ora se non sar un Paradiso, qui, si potr almeno pensare che non sar pi una selva oscura e selvaggia che solo a pensarci viene paura. Potr bastare anche soltanto pensare che sar un Purgatorio dove per correr migliori acque alza le vele omai la navicella del mio ingegno, che lascia dietro a s mar s crudele; e canter di quel secondo regno, dove lumano spirito si purga e di salire al ciel diventa degno.

Il sano egoismo lassociazionismo La secolarizzazione, lalfabetizzazione, la successiva disgregazione delle ideologie, trova comunque una soluzione di contenimento anche per chi meno emancipato e maturo. Come dimostrano studi approfonditi e dati recenti, anche solo di tipo giornalistico, pu aumentare la violenza nellapice dei turbamenti politici, di cambi di mentalit, ma nel medio-lungo periodo si ottiene sempre una diminuzione delle 121

offese gravi, sia alle persone che ai patrimoni14. La carit, la contemplazione e la mobilitazione attorno alla sofferenza, trovano sbocco nella proliferazione dellassociazionismo. Non mia intenzione infierire nei confronti di nessuno e mi conforta un aforisma di Lopez secondo il quale, di solito, non ha ragione n lopinione comune n quella dellesperto. Ma, piuttosto, resta la convinzione che solo con la critica costruttiva reciproca si raggiunge il giusto equilibrio. Questo perch voglio dire che lassociazionismo lodevole, ma anche luogo di compensazione di traumi. Cos come la parrocchia, con il prete, offriva a tutto tondo un luogo di compensazione tra la salute e la malattia, oggi il ruolo spostato sulle associazioni che, come ci ha gi detto monsignor Dal Ferro, il nuovo luogo dove la Chiesa, vittima della secolarizzazione, ha deciso di esercitare il proprio operato. La compassione il pi crudele fra tutti i sentimenti perch corrompe, fiacca e avvilisce la mente. Laltruismo scrive sempre lo psicanalista Davide Lopez tanto pi compassionevole quanto pi feroce legoismo mistificato e compensato, ottiene risarcimento narcisistico per la forzata rinuncia allegoismo, mantenendo permanentemente debitori i derelitti assistiti e nutriti. Solo il sano egoismo verace altruismo. Nel periodo preindustriale e appena industrializzato ogni famiglia tendeva a vivere le disuguaglianze come un dato di fatto immodificabile e la solidariet umana si esprimeva tradizionalmente come carit, cio come espressione di un sentimento di bont e di amore per gli altri, e non in termini razionali e immanenti 15. Se questa mentalit produce differenziazione e lassistito viene spinto fuori dalla famiglia e chiuso in istituzioni ben circoscritte (orfanotrofi, conventi, manicomi, sanatori ecc.), la mentalit successiva, sostanzialmente a partire dagli anni Sessanta, scopre il bisogno soggettivo e tender, piuttosto, a negare le differenze per cui i vecchi si chiameranno anziani; i matti disabili mentali; gli storpi handicappati. La carit, che assumeva anche aspetti privati e personali in funzione, sempre, del Giudizio Divino, cominciava a dare il passo al servizio pubblico e quindi al Welfare. Su queste questioni ci sono molti studi complessi ma una cosa chiara: anche lassistenza prima di tutto di tipo culturale e ha un valore di prestigio prima che economico. A Vicenza, ad esempio, negli anni Settanta, il servizio pubblico, aperto a tutti, di scuola materna ha unofferta eccedente di circa 800 posti. Il motivo? Le

14. Si veda per farsi unidea Jean-Claude Chesnais Storia della Violenza - Longanesi. 15. Renzo Scortegagna, Riforme, innovazione, immobilismo Patron Editore - 1981.

122

famiglie preferiscono mandare i figli alle scuole private, ancora gestite da personale religioso, prevalentemente in centro citt, anche in zone distanti dalla propria abitazione. La trasmissione dei valori di base e le considerazioni di status vengono ritenute pi importanti del servizio in s. Dunque anche lofferta di assistenza ha caratteristiche particolari e legate prima alla mentalit e alla cultura che non alle concrete necessit economiche o di salute. Il tasso di iscrizione alle scuole materne pubbliche, a tuttoggi, nel Veneto molto basso rispetto a quello del Friuli-Venezia Giulia; 30,4% contro il 53,6%. La ricerca del professor Renzo Scortegagna sullofferta dei servizi sociali a Vicenza, a met degli anni Settanta, credo possa valere ancora per le conclusioni che debbono essere lette in senso antropologico pi che di critica agli apparati politici e amministrativi. Scrive il docente padovano: Si determinerebbe cos un flusso circolare tra le variabili, in quello che si pu chiamare spazio politico, che assicurerebbe unautonomia relativa allo stesso momento politico, prescindendo sostanzialmente dalla domanda sociale. Ovvero lintervento politico-amministrativo autoreferenziale e non produce nessun effetto concreto sulla domanda sociale che si origina dalla famiglia e dal suo sistema. Il sistema politico-amministrativo gestisce un altro ordine di problemi mentre le questioni reali la collettivit stessa che le elabora nella trasformazione della mentalit. La collettivit sempre antropologicamente sana nel periodo storico dato ed sempre capace di scegliere la strada migliore, di fare il compromesso pi alto e meno devastante per se stessa. La critica al padre, al passato, se il mondo esiste ancora, non pu non essere benevola e comprensiva proprio perch pone il figlio che diventer, a sua volta, padre nella condizione di potersi emancipare liberamente e anche trasformarsi completamente nella pacificazione. Linutilit di un certo tipo di politica (soprattutto in una societ sana) ha quindi, prevalentemente, una funzione di ammortizzatore sociale per lo scambio tra le mentalit tra le nuove e le vecchie generazioni e per la compensazione, a livello simbolico, degli interessi contrastanti. La percezione che la politica serva solo a far perdere tempo corretta proprio perch c bisogno di tempo perch qualcosa cambi da s. Dal punto di vista pi pratico, escludendo i totalitarismi di tutti i tipi, anche dimostrato che, a livello nazionale, la dinamicit sociale ed economica proporzionale alla distanza dal centro politico e amministrativo. Tradotto si potrebbe sostenere che 123

pi si distanti dalla capitale pi si potr realizzare la propria identit culturale, economica e sociale in pieno. Ma la capitale serve, appunto per poter dare tempo al tempo. La regola sarebbe attinente anche per il Nordest regione dItalia tra le pi distanti dalla capitale politica16. Il rapporto del febbraio 2003 sulla scuola non statale del Ministero dellIstruzione dice che i livelli medi di affollamento delle scuole private sono significativamente pi bassi nellistruzione media e superiore rispetto a quanto avviene nella scuola statale, ma simili nelle scuole dellinfanzia e nelle elementari: ci a significare unaffluenza alle scuole non statali pi omogenea nei cicli di istruzione primaria a quella delle statali. I dati confermano la prevalenza numerica degli alunni della scuola statale in ogni area geografica, ma specie nel Sud e nelle Isole; mentre spicca il peso dellistruzione non statale nel Nord tutto. In tale area il contributo maggiore scaturisce dalla Lombardia e dal Veneto. La Lombardia detiene anche il primato in entrambi i tipi di gestione in termini di consistenza di alunni, mentre la popolazione scolastica del Veneto solo la sesta in Italia. La situazione registrata nel Veneto quindi senzaltro singolare, si pensi soprattutto allinfanzia, tipo di scuola in cui, nella regione, ben oltre la met dellutenza complessiva (68,58%) si ritrova nelle scuole non statali, ma anche in Lombardia non solo lelevata densit di popolazione scolastica a favorire la domanda di istruzione non statale, che peraltro si attesta ben oltre la media nazionale in tutto il Nord; ci varrebbe a maggior ragione se si considerassero gli ulteriori apporti della regione Valle dAosta e delle province autonome di Trento e Bolzano. Tradotto significa che nel Nordest persistono le condizioni di cui scriveva il professor Scortegagna nellindagine centrata su Vicenza; ovvero che si tratta di una scelta che dovrebbe assicurare una certa tradizione di valori. La scuola privata agisce soprattutto sui bambini negli anni pre-scolari, salta le elementari, e li riprende nella pre-adolescenza - nei periodi cruciali della formazione ha una percentuale pi bassa di bambini handicappati e di extracomunitari, ma ha percentuali pi alte di anticipo sugli anni scolastici. In Veneto le percentuali di anticipo scolastico sono del 2,12% e in Friuli-Venezia Giulia del 6,57% nella scuola non statale e rispettivamente dello 0,69% e 0,41% nella scuola statale. Inoltre la scuola non statale pi generosa nelle promozioni soprattutto nelle classi prime di passaggio: prima media inferiore e prima media superiore. Nelle superiori, comunque, pi buona sempre, promuove con pi

16. Per questo si vedano soprattutto i primi testi di Emmanuel Todd.

124

facilit, tutti gli anni. Insomma la scuola privata unoasi di privilegio nella quale, il fatto stesso di esserci, avvalora nei bambini e nelle bambine listinto dellineguaglianza. Si tratta di un sistema che ha incidenza sul 7-8% degli alunni complessivi. Cosa di pi attinente al temperamento del Nordest? Per tornare al volontariato, non bisogna confondere la generosit e la nobilt della persona con loblativit e la dedizione inesauribile dellindividuo (o anche della collettivit) dominato dalla collusione narcisismo-masochismo, dellindividuo cosiddetto umanitario. Quanto pi estrema la dedizione al compito di aiutare col sacrificio di s individui deboli e questuanti, ma anche subdolamente perversi e malvagi, tanto pi possibile dedurre e svelare con la comprensione dei doppi ruoli fino a che punto lindividuo abbia sviluppato da bambino lideale di genitori buoni e dediti, fino al sacrificio di s. Costui, da adulto, impersona quel falso s iperbolico che si lascia vampirizzare dallaltro s infantile, debole ma anche vorace, che pretende ora, nel gioco drammatizzato dei doppi ruoli, il dissanguamento e lolocausto di coloro che lo hanno generato, nutrito, accudito. Dunque, lumanitarismo la maschera stessa del sadismo 17. Paradossalmente soltanto chi ha un vero carattere delinquenziale ha pi alte possibilit di guarigione. Sia dal punto di vista teorico spiega Lopez sia da quello clinico, cio dei risultati terapeutici, solo il delinquente che ha conservato lideale delinquenziale anche dopo la cattura (ci potrebbe scandalizzare i benpensanti e coloro che si dedicano appassionatamente alla creazione di istituti sociali per la redenzione dei delinquenti), quello che non incline alla sottomissione dinanzi alla autorit e che conserva una sua dignit di fronte ai tentativi di riformarlo, ha una certa potenzialit di ottenere risultati positivi dalla psicoterapia. Potrebbe valere anche per la Chiesa ci che abbiamo scritto per la politica? Assecondare nella collusione narcisismo-masochismo una serie di categorie di persone significa, semplicemente, giocare un ruolo simbolico di reciprocit piuttosto che un intervento di sana, egoistica e vera e propria emancipazione? Paradossalmente se consideriamo la traiettoria storica verso una sempre pi alta emancipazione e una sempre pi sana reciprocit tra gli esseri umani la risposta ci viene dalla stessa Chiesa cattolica. I movimenti e i gruppi associati pi numerosi, negli anni Novanta, e in crescita negli
17. Davide Lopez Il mondo della persona Ed. Raffaello Cortina.

125

ultimi trentanni, infatti, non sono quelli legati ad handicap o alla carit religiosa o sociale che sia, ma quelli riferiti allo sport e al tempo libero. Si tratta degli scout18 che dal 1966 al 1990 passano da 7.720 iscritti a quasi 22.000. Il CSI, Centro Sportivo Italiano, in Veneto quadruplica gli iscritti in ventanni e a met degli anni Ottanta conta 52.691 tesserati. Calano consistentemente, invece, gli iscritti allAzione Cattolica da 560.000 del 1964 ai circa 80.000 degli anni Novanta. I comportamenti di fatto, evidentemente, come abbiamo notato anche nella valutazione di un carattere sono decisivi e hanno pi valore delle dichiarazioni. Negli ultimi tempi il sondaggismo ci ha abituato molto di pi alle dichiarazioni e alle analisi di queste piuttosto che alla misura dei comportamenti reali. Ma comunque un esercizio utile riuscire a distinguere le dichiarazioni dai comportamenti reali. E chiaro che il dato della frequenza alla messa, reale, molto pi forte di quello della semplice dichiarazione. Cos come evidente che il ritenere la Chiesa unistituzione di fiducia una dichiarazione che pu facilmente superare il 60-70% anche in contesti non religiosi. Mentre un dato interessante, e che si ripete nel tempo, riguarda la presenza, proprio della parrocchia, intesa anche come luogo ricreativo e di aggregazione. Ebbene unindagine divulgata dal Gazzettino il 2 novembre 1998 rivela che la Chiesa continua a riscuotere un forte consenso come istituzione sociale, e come sistema di servizi, mentre mantiene un credito decisamente pi limitato sotto il profilo dellorientamento etico e dei valori. La direzione scelta dalle alte gerarchie della Chiesa stessa viene confermata e ribadita periodicamente. Ma, di fatto, la frequentazione della parrocchia ha come accessori fondamentali, soprattutto per i bambini e i ragazzi, proprio la trasmissione inconscia di valori e orientamenti ideali e il servizio viene utilizzato, anche per motivi di prestigio, come abbiamo visto per le scuole materne da praticanti e non praticanti. Il sondaggio appena citato, infatti, ci dice che il 47% dei cattolici praticanti e il 48,9% dei non praticanti danno un giudizio abbastanza positivo sui servizi delle parrocchie nella propria realt locale. In complesso il 60-80% tra praticanti e non praticanti ha bisogno di un servizio sociale come quello che, ancora oggi, offre la parrocchia. Un utilizzo sano ed egoistico della parrocchia, dunque da parte dei nordestini, che

18. Non un caso che a Vicenza nelle elezioni amministrative del 2003 il candidato dirompente che si presenta fuori dai gruppi sia di centrosinistra che di centrodestra Giovanni Giuliari, ex scout, che utilizza proprio quella organizzazione e quella mentalit per conquistare circa tanti voti quanti quelli della Lega Nord.

126

si misura anche con una delle pi basse percentuali dItalia di persone che fanno parte di gruppi o associazioni19. Non possiamo non ammettere, dunque, che limpegno in unassociazione, quando sano, emancipato e non frutto di una corazza caratteriale, si esprime con gentilezza e senso della sobriet e solidariet e, soprattutto, lo si usa perch utile. Negli ultimi ventanni, al contrario di quanto si intende spesso nellopinione comune, lassociazionismo ha avuto delle evoluzioni positive e continuer ad averne verso impegni pi razionali, democratici e specifici. Un caso per tutti: nel panel decennale sui valori e atteggiamenti dei vicentini20 tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta la partecipazione dei cittadini di quella provincia ai partiti e ai gruppi sociali aumenta. Flettono o rimangono stabili la partecipazione ai gruppi religiosi organizzati e a quelli spontanei, ma raddoppiano o quintuplicano le partecipazioni alle associazioni professionali, ai comitati di quartiere agli organismi scolastici. Raddoppia anche la partecipazione ad associazioni e gruppi per lassistenza ai malati, ai drogati e agli anziani, ma la percentuale pi alta di vicentini dichiara, comunque, di partecipare a club o gruppi sportivi e ricreativi. Se la partecipazione ad un gruppo sportivo indica la voglia o la necessit di fare sport, ad un gruppo professionale il rapportarsi con altri che svolgono il proprio lavoro, ai comitati di quartiere per linteresse per il proprio luogo di vita; cosa indica la partecipazione ad un gruppo di assistenza ai drogati, agli alcolizzati o ai malati? La risposta a questa domanda labbiamo gi data e mi auguro non disturbi visceralmente nessuno, ma piuttosto ponga un problema, eventualmente da dibattere. Io credo che rifletta un proprio trauma in quellambito e che questo dovrebbe essere prima analizzato e reso consapevole e poi, eventualmente, messo al servizio di altri. E indubbio che un certo associazionismo sia compensatorio di traumi e sia il simbolo della secolarizzazione della carit (di una migliore salute della famiglia) che nella mentalit precedente del Nordest e non solo era organizzata e gestita solo dal prete. Discorso che, a mio avviso, vale anche per i partiti politici: quando questi sono piccoli e raccolgono soltanto delle minoranze evidente che tendono ad esprimere con pi forza caratteri. Quanto pi sono grandi tanto pi tenderanno ad esprimere correnti, gruppi contrastanti e percorsi personali meno omogenei seppure coincidenti a grandi linee.

19. Si veda Franco Garelli Religione e chiesa in Italia Il Mulino 1991 e anche Un singolare pluralismo a cura di Garelli, Guizzardi e Pace - Il Mulino 2003. 20. Il mio libro scritto con Giovanna Benatti: Dio o Dioniso - Egida 1991.

127

Se scorriamo un annuario statistico del 1999 troviamo alcuni dati interessanti sul volontariato nelle regioni del Nordest. La percentuale delle entrate dei soldi che servono per mantenere il mondo del volontariato solo in Friuli-Venezia Giulia ha una maggioranza di esborsi privati (21,9%). Se sommiamo il dato riguardante lesborso privato e quello prevalentemente privato otteniamo una percentuale di 64,5% per Bolzano e 65,2% per il Friuli-Venezia Giulia. Il Veneto in quasi equilibrio tra risorse pubbliche e risorse private mentre Trento assiste con fondi pubblici le associazioni per oltre il 70%. Il volontariato, quindi, perde la connotazione di gratuit perch chiede lintervento pubblico e quindi entra, comunque sia, in un sistema di convenzioni, di regole, di ritmi e logiche da rispettare. Il volontariato un aspetto del pubblico e non del privato, dello Stato e non pi della Chiesa21. Unocchiata rapida alla distribuzione dei servizi evidenzia una preponderanza, a Bolzano, di associazionismo sportivo e tempo libero (17,8%) mentre il FriuliVenezia Giulia impegnato soprattutto nella ricreazione e intrattenimento (34,3%), nellistruzione per adulti (10,2%) e in gruppi di sostegno alla ricerca (17,7%). Trento, invece, si distingue per gruppi dediti allassistenza morale e alla raccolta di fondi per opere da realizzare allestero (12,6%); missionarismo. Ma ancora il Friuli-Venezia Giulia che si impone per la percentuale alta di gruppi dediti allascolto telefonico (12%) e allassistenza legale (8%). I gruppi religiosi di assistenza morale o formazione religiosa, invece, sono su cifre bassissime che vanno dall1,7% di Bolzano al 3,6% del Friuli-Venezia Giulia. Il Veneto minoritario in quasi tutto gli ambiti di servizi offerti dal volontariato tranne nella donazione del sangue dove spicca con una percentuale oltre il 30 quando Trento, che al secondo posto, appena a quota 6,3%, mentre Bolzano ferma allo 0.5%. Che si tratti di un retaggio tipico della famiglia stirpe ancorato alla vecchia ossessione del sangue blu?

21. Per una lettura pi sfiziosa su questo argomento: I pericoli della solidariet di Sergio Ricossa, ed. Rizzoli

128

Capitolo 4

Ideologie e frammenti

Democrazia cristiana, socialismo ed etnocentrismo Le quattro tipologie di famiglia prevalenti in Europa generano sistemi ideologici differenti tutti riferiti a tre grandi ideologie: socialista, nazionalista e religiosa reazionaria. Sintetizziamo il risultato di ricerche storiche e antropologiche complesse: la famiglia nucleare egualitaria fondata su valori di libert/eguaglianza ed esprime una modulazione anarco-socialista o liberal-militarista o un repubblicanismocristiano. La famiglia comunitaria fondata su valori di autorit/eguaglianza ed esprime una modulazione comunista o fascista mentre per la derivazione religiosa atea. La famiglia nucleare assoluta imperniata su valori di libert/ineguaglianza e modula il laburismo e il liberl-isolazionismo ed frammentata nelle religioni. Quanto alla famiglia stirpe, come sappiamo, fondata su principi di autorit/ineguaglianza ed esprime la socialdemocrazia, letnocentrismo e la derivazione religiosa democristiana. Nessuna di queste ideologie cos forte da annullare le altre e dunque i rapporti di forza tra loro generano instabilit o, comunque, mutamenti nei sistemi di potere. Il socialismo la prima derivazione ideologica che si affaccia alla fine dellOttocento e a questo segue la risposta nazionalista e poi quella pi democratica. I paesi che vivono il fascismo e il nazismo, dal secondo dopoguerra, non avranno che minoritari i movimenti o i partiti nazionalisti. Le ideologie democristiane e socialiste sono quelle che beneficiano dellaffondamento storico dei nazionalismi. Tra gli anni 1945 e 1970 si istituzionalizzano, in tutta Europa, la socialdemocrazia svedeve, il laburismo inglese, lanarco-comunismo francese e il comunismo italiano. Nello stesso periodo in Germania la democrazia cristiana recupera lelettorato di destra e anche in Italia accade cos per lelettorato conservatore. Lequilibrio tra socialismi e ideologie conservatrici di derivazione religiosa, a met degli anni Settanta, sovrapponibile alla diffusione della pratica religiosa dagli anni 129

Cinquanta: quasi tutto il Nordest va regolarmente a messa per oltre il 60% dei casi. Nel Nordest, come in molte zone dEuropa, lostacolo principale alla diffusione del socialismo viene, infatti, proprio dal cattolicesimo. Fino agli anni Settanta lequilibrio a somma zero: la perdita di voti di un sistema ideologico il guadagno dellaltro. Dalla fine degli anni Sessanta in poi non sar pi cos e la decomposizione del sistema riguarder tutte le forze ancorate ai socialismi, nazionalismi e alle ideologie religiose reazionarie. Nel Nordest il processo apparentemente pi lento e arriver ad evidente decomposizione negli anni Novanta, ma il sistema, in realt, gi in crisi nei decenni precedenti. Il voto alle elezioni politiche, ad esempio, per la Camera dei deputati, del Veneto, in questo senso significativo. La Democrazia cristiana scende per la prima volta sotto il 50% a partire dalle elezioni del 1979. Le sinistre, Partito comunista e Partito socialista, tengono fino al 1992, ma non crescono mentre, nel frattempo, nascono i Verdi e le lighe: ideologie che chiameremo verdi e grigie e che si ancorano ai temi ambientalisti e ai temi xenofobi e regionalisti. A Trieste il segnale arriva anche prima con la lista del Melone che nel giugno del 79 arriva a conquistare il 28,7%. Nelle elezioni tra l83 e l87 Verdi e leghe ottengono percentuali tra il 3 e 4%, ma nel 1992 al crollo dei democristiani, si aggiunge anche il crollo dei socialisti con lesplosione della Lega al 17,8%. La crisi religiosa ha anticipato, e si anche in parte accavallata, alla deindustrializzazione e se per brevissimo tempo il socialismo era riuscito ad approfittare dellaffondamento della Democrazia cristiana, alla fine viene travolto e lelettorato trascinato in un sistema pi complesso e articolato. Dal 1979, quando insieme Democrazia cristiana e Partito comunista e Partito socialista contano l81,3% dei voti dei veneti, si passa ad un decennio dopo quando questi tre partiti insieme contano soltanto il 52,1%. Nel 2001 Forza Italia e An, insieme, prenderanno il 40%, Margherita e Ds il 30% e la Lega Nord il 10%: insieme faranno ancora l80%! La prossima scomposizione far ancora l80%?

Leader maximo? Il Papa La fine delle religioni pervasive e totalizzanti delle mentalit ha portato, definitivamente, le aspirazioni, tutte, a terra. La citt di Dio completamente abbandonata e la citt dellUomo diventata pi vicina. Le grandi ideologie mettono gli individui a 130

cospetto dello Stato, dellorganizzazione terrena razionale e collettiva. E nel rapporto tra cittadino e Stato valgono sempre i sistemi valoriali di base trasmesse dal sistema famigliare di appartenenza. Il sistema famigliare stirpe incompleta produce ideologie di tipo autoritario/inegualitarie con le modulazioni attinenti alla incompletezza del sistema stesso. Nel Nordest valuto, sostanzialmente, ancoraggi pi liberali ed egualitari nelle province pi a sud sulla linea ovest-est e pi aderenti al tipo di famiglia stirpe, invece, nella zona nord. Finch resister la metafisica cattolica non ci sar bisogno di una metafisica sostitutiva: il socialismo nasce nel Nordest alla fine dellOttocento, ma lorganizzazione della Chiesa cattolica resister allidea del futuro di uguaglianza sulla terra per tutti gli uomini e continuer a proporre il modello del futuro ultraterreno. Il comportamento morale, quindi, diventa preminente rispetto a quello razionale economico e sociale. I cattolici intervengono prima di tutto sui comportamenti sessuali o di distinzione di genere, sui tempi della famiglia, sulla solidariet tra uomini a prescindere dalla classe. La destra cattolica non produce espressioni autenticamente liberali proprio perch prima vengono le posizioni etiche e morali. Si innesca, cos, una vera e propria reazione non solo al socialismo che vuole nuova vita sotto un altro cielo e sopra unaltra terra, ma anche al nazionalismo, al comunismo, al liberismo basata sempre su una definitiva soluzione che non , per, ancora terrena. Il cittadino in rapporto di sottomissione allautorit dello Stato, o meglio del singolo monarca, Papa compreso, ma questi, a sua volta, solo strumento della mano di Dio. Il leader massimo terreno rimane sempre il Papa. Lipotesi famigliare precisa Emmanuel Todd non esclude la possibilit di un pluralismo politico interno a ciascun tipo antropologico. Da uno stesso sistema famigliare possono nascere una, due o tre forze principali, dove i rapporti definiscono la via politica del paese o della regione considerata. Ma tutte queste forze hanno in comune i valori ideologici fondamentali trasmessi dal sistema famigliare. I cattolici trentini, ad esempio, erano totalmente integrati nelle strutture della diocesi capaci di trasformarsi, quando necessario, in macchina elettorale. Scrive Maria Garbari: La loro azione si distinse invece sul piano sociale ed economico rivolgendosi in particolare al mondo contadino dove pi forte era la miseria e lemarginazione. Superata la mentalit di stampo puramente caritativo, i cattolici, fra i quali emerse la figura di don Lorenzo Guetti, riuscirono a dare vita ad una rete di consorzi cooperativi nel campo della produzione e del consumo, a organizzare il credito attraverso la Banca cattolica trentina ed a coordinare le iniziative cooperativistiche nel Sindacato agricolo industriale. La vera direzione politica era tenuta nelle mani del 131

Comitato diocesano per lazione cattolica che difendeva la confessionalit di tutte le istituzioni, comprese quelle economiche. Solo dopo la nomina a vescovo di Celestino Endrici (1904-1940) il movimento cattolico assumer struttura di partito indipendente dalla chiesa per gli aspetti organizzativi: nel 1904 con lUnione politica popolare trentina (UPPT) e nel 1905 con il Partito popolare trentino. E ancora sempre la storica trentina ci dice qualcosa di importante sui socialisti: Le origini del socialismo trentino, ufficialmente organizzato con lAssociazione socialdemocratica per Bolzano, Trento e Rovereto costituita a Bolzano nel 1894, non risalgono alliniziativa operaia, data linconsistenza del proletariato in un paese prevalentemente agricolo e con grande diffusione della piccola propriet. La sua nascita va attribuita allazione di alcuni intellettuali destrazione borghese, convertiti agli ideali umanitari e di giustizia legati al socialismo. Fra costoro emersero Augusto Avancini, Antonio Piscel e Cesare Battisti che si trovarono di fronte al problema di fare convivere glideali internazionalisti con la tutela nazionale. Il Nordest, dunque, si caratterizza per ideologie diverse i cui valori di base, per, sono lautorit e lineguaglianza. L dove la Chiesa ancora forte non c bisogno di ideologie sostitutive. La Chiesa non aderisce a nessuna ideologia ma si oppone a tutte quelle che nascono fuori di essa e contro essa e quindi anche pi trasversale. Lideologia cattolica reazionaria non socialista ma solidarista, non nazionalista ma ultraterrena non comunista ma comunitaria. Il Berico, giornale cattolico, nel 1887 scriveva: Lunico segreto adatto a condurre la classe operaia alla riforma pi desiderabile il rendere gli operai veramente cristiani. Luomo veramente cristiano sa adempiere i suoi doveri, rispettare gli altrui diritti, sa essere caritatevole con i fratelli. Si renda dunque loperaio cristiano e tosto sar osservatore dei propri diritti e dei propri doveri. LOperaio cattolico insiste, invece, sulla confessionalit delle societ operaie. Don Ermenegildo Reato spiega come era inammissibile una societ operaia che non si fosse qualificata come cattolica, che cio non avesse sottoposto il proprio statuto allapprovazione del vescovo, avrebbe facilmente consentito laccesso alle cariche sociali a elementi pericolosi. Primo e principale dovere delle societ cattoliche quello di dimostrarsi e di mantenersi sempre cattoliche. Quindi si richiede ai soci assiduit alla spiegazione del Vangelo, al catechismo, ai sacramenti. Particolarmente delicata la posizione del presidente della societ a cui attribuita una paternit diremo cos spirituale, verso tutti i membri del Sodalizio. 132

Una cura speciale si doveva avere per i nuovi soci: Attenti a chi entra! (). Se non si seguono i retti dettami () avremo, ed avemmo purtroppo in qualche luogo, dimissioni di membri di presidenza, diserzioni di soci, screzi, malumori, lotte e scandali gravissimi. 1 Lideologizzazione, perch possa esplicarsi, ha bisogno di un popolo che sappia almeno leggere e scrivere. Nel Nordest questo avviene tra fine 800 e 900: i processi si accavallano, lalfabetizzazione cresce ma si avvia anche lindustrializzazione. Il socialismo si espande il tutto il Nordest e fino alla Prima Guerra Mondiale, soprattutto nei centri urbani, lavanzata sfiora il 50%. Votano solo i maschi e in Polesine i socialisti, nel 1919, prendono il 70% dei suffragi e non scendono, n in citt n in provincia, sotto il 40%. Nel 21, per, i socialisti polesani gi quasi scompaiono per la reazione degli agrari. La societ instabile, i processi di cambiamento politico, a seguito della nuova mentalit alfabetizzata e in via di industrializzazione, sono in pieno svolgimento; nel 21 il voto gi diverso a quello di due anni prima. I cattolici arretrano nei comuni urbani (-3,3%), aprendo ulteriormente la forbice tra comuni rurali e urbani, che passa da 17,8% nel 1919 a 22,4% nel 1921, mentre i socialisti migliorano le posizioni nei centri maggiori, soprattutto in provincia di Padova (+6,6%) e Vicenza (+4,2%). La famiglia stirpe subisce i primi contraccolpi e mentre il sistema pi di tipo egualitario non cos sensibile allurbanizzazione in quanto ha una modulazione pi ampia nei rapporti verticali tra le generazioni, quello pi inegualitario viene colpito maggiormente. Vivere in citt, in famiglie meno complesse, non pone grandi problemi a chi gi stato scomposto mentre produce un qualche adattamento che non significa la modificazione dei valori di base, ma sicuramente una nuova visione pi ansiosa e di abbandono, se non altro di distanza dallautorit paterna e di modifica della propria autorit nei confronti dei figli. La famiglia stirpe, pur mantenendo i propri valori di base, deve far riferimento allo Stato, alle regole dettate dallautorit collettiva. I socialisti liberali e anarchici ora hanno altri compagni di strada, che per fanno riferimento a valori pi autoritari e sono meno inclini alla percezione delle ineguaglianze e meno disponibili a combatterle. I socialisti e gli anarchici dovranno scendere a patti con i socialdemocratici, ma non ci vorr molto, per, per una divisione interna.

1. Ermenegildo Reato Pensiero e Azione sociale dei cattolici vicentini e veneti dalla rerum novarum al fascismo Ed. Nuovo Progetto.

133

Se la socialdemocrazia, la democrazia cristiana e i movimenti nazionalisti o etnocentristi hanno una geografia pi di derivazione religiosa il comunismo e il fascismo hanno, prevalentemente, una geografia pi di tipo economica e quindi il processo culturale e la prima industrializzazione modificano le percezioni del proprio status. I popolari, invece, sono pi omogenei nonostante la divisione tra citt e campagna; non fosse altro per la capacit di ricomposizione delle complessit gestita dalle autorit capillari e verticali: il prete, il vescovo, il Papa, appunto. Il concetto di uomo universale della Rivoluzione Francese qui non attecchisce. I vescovi veneti di allora si adeguavano ad ogni nuova autorit, ma, in realt mantenevano le distanze tanto da diventare essi stessi autorit alla fine degli imperi. Le truppe napoleoniche che, a loro seguito, portavano i codici civili, si scontravano con popolazioni le cui tradizioni venivano prima di tutto. Andreas Hofer, un montanaro tirolese grande e grosso, che divenne capopolo e si batt con coraggio contro i francesi prima di essere fucilato disse: "Io amavo molto il mio Paese, come tutti. Forse lo amavo pi degli altri. Per la mia terra, per la mia Patria mi sarei gettato sul fuoco. Non ci pensai nemmeno un attimo ad affrontare quello che dicono essere il pi grande esercito del mondo. Ma poi... chi mai questo Napoleone? per permettersi di regalare il mio amato Tirolo?" Nello stesso periodo, come nelle valli altoatesine, nell'alto vicentino ci furono sollevazioni violentissime e un prete di Carr, don Giuseppe Marini, un cappellano di neanche trentanni, guida la rivolta. Anche lui fin fucilato il 19 agosto 1809. I valori di libert e uguaglianza trovano qui, storicamente, una barriera antropologica prima che politica. La terra, la lingua, il vicinato che d sicurezza sono sentimenti che diventano, come certe parole, cose. E se serve, armi. Luomo universale non abita qui. Nel 2003, nel sito internet raixe venete si pu ancora leggere in un forum interventi di questo genere: Ciamare nordest el Veneto xe una bela astuzia, no ghe xe dubi! Ma el nordest, e me rivolgo ai "cari amisi" taliani, non esiste. Esiste el Veneto, e nesuni ne lo pole cavare! So d'acordo anca mi. Penso che i giornaisti preferisse parla de nord-est parch pare parlare de tere lontane, anonime, guai dire che se parla del Veneto! Sta espression nasconde ea poca considerassion che i ga' de noialtri. Comunque de norma con "nord-est" se intende indicare el Triveneto (Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia). Ma eora no capisso perch no lo ciama Triveneto, forse perch xe un nome che rievoca el fatto che fu terra di Venezia (le famose tre venezie)? Insomma lappartenenza e la definizione linguistica, dai piccoli ai grandi, viene 134

rimarcata continuamente. La lingua il meccanismo primordiale di anti-universalismo. Non lo di fatto perch le lingue si possono insegnare e imparare. I meccanismi sociali esistenti sono basati su inclusione/esclusione. La reazione differenzialista si esprime attraverso il linguaggio che include ed esclude e che, appunto, precisa che gli uomini non sono tutti uguali. Lautorit quella della Chiesa e poi anche dello Stato e lineguaglianza quella delle differenze gi sperimentate e assimilate allinterno della famiglia. Lo Stato si fonde con la Chiesa, dunque la Chiesa diventa lo Stato. Il Nordest, per, minoranza in Italia dove il sistema, invece, oscilla tra anarco-socialismo e liberalismo con qualche deriva militarista, o di devianza violenta, e un autoritarismo di stampo comunista o fascista. Esorprendente, infatti, come ladesione al fascismo in Italia, nel 1922, sia quasi lesatta riproduzione di quella che dal secondo dopoguerra rimarca la presenza del comunismo. Il Nordest cattolico, quindi, si rapporta continuamente allinterno delle stesse ideologie ad un socialismo plurale o al comunismo, e ad un liberalismo pi spinto di quanto non sia capace di esprimere al proprio interno e subisce il fascismo o il comunismo delle zone pi autoritarie ed egualitarie e le pressioni del socialismo o del militarismo tipico delle zone con prevalenza di famiglia liberale/egualitaria. Il Partito comunista italiano, dopo la scissione del 22, diventer punto di riferimento della sinistra, ma non attecchir nel Nordest se non nelle zone con pi accentuazione egualitaria. Nel Nordest il comunismo correlato al grande sfruttamento agricolo e, come nel Centro Italia, alle zone di mezzadria, ma soltanto le province di Rovigo e di Venezia terranno, proprio per queste correlazioni, nel tempo. Nel 1972 il Partito comunista supera il 40% dei suffragi solo nel rodigino, mentre il Partito socialista ottiene pi del 13% nelle province di Belluno e Udine e il Partito socialdemocratico, con almeno l8%, copre anche le province di Treviso e Pordenone soprattutto ai confini con Venezia e Belluno. La sinistra nordestina, di tipo socialdemocratico, nella zona della famiglia stirpe. Il socialismo nordestino (Psi e Psdi), senza il comunismo, non va sopra il 20-25% in tutto il secondo dopoguerra, e soltanto dove radicato storicamente. Il Partito socialdemocratico avr uno dei suoi maggiori successi nazionali proprio nel Nordest (figura 18). Specularmente la Democrazia cristiana, nel 75, ottiene i pi bassi suffragi proprio nelle province di Belluno, Pordenone, Udine oltre che nel veneziano e nel rodigino. Qui la combinazione valoriale aderentissima alla socialdemocrazia, autorit/ine135

18 - Il voto al PSDI (1972)

pi dell8% tra il 7% e l8% tra il 6% e il 7% sotto il 6%

136

guaglianza, ha il suo migliore ancoraggio. Il socialismo riformista o socialdemocratico attecchisce nelle zone pi a nord ma regredisce in forme anarchiche e comuniste nelle zone pi egualitarie. Giacomo Matteotti, quando militava nella stesso partito del romagnolo Benito Mussolini, difese a spada tratta i massoni socialisti. Al congresso di Ancona del 28 aprile 1914 il futuro duce presenta un ordine del giorno per cacciare fuori dal partito tutti i massoni. Matteotti, che non un massimalista, vuole evitare le liste di proscrizione e dice: se il nostro partito ununione di uomini che conoscono le prime norme della lealt, non c bisogno di dire alle sezioni di prendere per la schiena i massoni e cacciarli fuori. Un socialista nordestino come Matteotti, a livello nazionale, diventa un socialdemocratico e non sar un caso se i figli di Matteotti finiranno nel partito socialdemocratico di Saragat. Pietro Nenni, faentino doc, non potr dire molto di Carlo Matteotti se non che un mediocre acchiappanuvole con un nome illustre. Ma il Polesine dar allItalia anche la prima donna socialista del Nordest alla Costituente, Angelina Merlin, una maestra che aveva studiato dalle Canossiane e che si occuper di bordelli: soffriva vedendo che le donne, mogli di pescatori e marinai e troppo spesso sole, si prostituivano per qualche piccolo lusso, o per fame, ai benestanti locali. Il Trentino2 pi democristiano non da meno con Elsa Conci che, poi, nel 1955 fu tra le fondatrici dell'Unione Parlamentare Europea Femminile (di cui fu presidente dal 1959), e membro della Delegazione Italiana al Parlamento Europeo di Strasburgo. Delegata Nazionale del Movimento Femminile della Democrazia Cristiana dal 1954 al 1964. Le stesse impronte, dunque, ma su ideologie opposte. Elsa era figlia di Enrico Conci (Trento 1866-1960), deputato al Parlamento di

2. Non vanno neppure dimenticate figure come Cesare Battisti, socialista interventista, o il giovane triestino, vissuto a Trento, Lajos Domokos, fervente socialdemocratico, pacifista e antileninista. Piero Gobetti scriver: Dal giugno 1924 la politica italiana dominata dalla considerazione dell'assassinio di Giacomo Matteotti. Assassinio politico, delitto del regime, di fronte al quale noi, anti-mussoliniani e anti-fascisti, invocammo sin dal primo giorno, come unica risposta, il processo al regime. Ci fu chiaro sin dal primo giorno che del caso Matteotti bisognava fare il caso Dreyfus degli italiani, la pietra di paragone della nostra dignit di popolo moderno. E nel processo al regime dovevano essere coinvolti come complici quelli che hanno sostenuto o resa possibile con le loro responsabilit passate una situazione di trasformismo, di cortigianeria, di corruzione medioevale, quelli che hanno umiliato con risorse di domatori e raffinatezze di lusingatori la dignit politica appena nascente di un popolo troppo a lungo condannato alla retorica dei mendichi. Le colpe dei reduci sono anche le colpe dei padri. Non stato cos.

137

Vienna e, dopo l'annessione del Trentino all'Italia, senatore del Regno e della Repubblica. La socialdemocrazia favorisce una stabile coscienza di classe perch questo ideale coincide con il sistema valoriale della differenza tra gli uomini. La classe contadina-operaia diversa dalle altre, ma contemporaneamente riconosce anche le altre. Il socialdemocratico non aspira allegemonia, considera la possibilit dellesistenza anche di altre classi e del loro possibile successo, non vuole abolire la propriet privata. Socialdemocrazia e Democrazia cristiana non negano il diritto della propriet, piuttosto si esercita una pressione fiscale forte, ma non si pensa neppure alla nazionalizzazione o allespropriazione. Il patrimonio immobiliare, per la famiglia stirpe, intoccabile e va al figlio ereditiere, i soldi che vanno ai cadetti, invece, sono nel mercato egualitario. I politologi Gianni Riccamboni e Ilvo Diamanti scrivono: Gli orientamenti di voto assumono, infatti, configurazioni territoriali assai pi stabili di quanto non faccia vedere il contesto economico-sociale Appunto!

Forza etno! Nel Nordest i nazionalismi e le adesioni al fascismo sono soprattutto alla frontiera (Trieste/Bolzano) per ragioni etniche, di identit, mentre nelle zone a modulazione pi liberale o egualitaria il nazionalismo si traduce in un impianto etnocentrista di tipo regionale. Il disorientamento prodotto dai passaggi di mentalit provoca una reazione al diverso e un irrigidimento verso la propria lingua, la conservazione in astratto e laggressione proiettiva allestraneo, soprattutto a livello simbolico, in quanto la dimensione della popolazione non pu esprimere la potenza reale in una regressione di vero e proprio nazionalismo. Si tratta di una reazione conservativa di autorit e di ineguaglianza che esprime anche un modello di partito a leadership autoritaria e con contenuti etnocentrici riconoscibili, ma spesso equivocati, dai sistemi liberali ed egualitari. Un p come lequivoco tra fascismo e comunismo: alla citt ideale del proletariato la classe media risponde con il livellamento dei cittadini tra loro e con la sottomissione nei confronti dellautorit del duce. E la reazione al movimento socialista organizzato da parte dei piccoli borghesi e dei proprietari terrieri presi dal panico del cambiamento e che poi crea la crisi economica originata dallisolamento dovuto proprio al nazionalismo totalitario e alla conseguente autarchia economica. L dove il socialismo meno ancorato alla famiglia stirpe, le turbolenze sono pi 138

alte, e avverranno gli scontri pi duri e le incursioni regressive fasciste. L dove la classe operaia organizzata dalla Chiesa cattolica i compromessi saranno pi forti e la barriera al fascismo pi alta. Viene utile a questo proposito un ricordo di Mariano Rumor, che nelle sue Memorie scrive: Avevo sette anni quando il nonno Giacomo, antifascista viscerale, perch cattolico intransigente, aveva invitato mio padre a rinchiudermi in un collegio di preti perch avevo trascinato la domestica ad assistere, come ad uno spettacolo, ad una delle prime vocianti sfilate fasciste. 3 Il cattolico Josef Mayr-Nusser, tirolese, si lasci morire di fame in un vagone bestiame a Erlangen, durante il suo trasporto da Danzica al campo di concentramento di Dachau, il 24 febbraio 1945. Era un optante costretto ad arruolarsi nelle SS di Hitler. Rifiut e sottoscrisse il rifiuto e si condann a morte piuttosto di diventare nazista. Legualitarismo del fascismo ha derivazioni socialiste; lo stesso Mussolini prima socialista e poi fascista. Il regime non smantella il capitalismo ma lo ingabbia in un sistema autarchico, regolato dallo Stato, che assicuri un poco, ma a tutti. Il cittadino del fascismo chiede, prima di tutto, sicurezza e proietta la propria aggressivit allesterno. Ma va a colonizzare cercando lavoro per tutti, perseguiter gli ebrei assecondando lossessione paranoica e demente del nazismo. Culto del capo e populismo e nazionalismo di destra sono una combinazione fragile e, per certi aspetti, primordiale di proiezione della colpa alle passate generazioni. A questo proposito Lopez scrive: Quale , quindi, trasferendoci sul piano sociale, la colpa dei padri, a loro volta figli di coloro che in Italia ed in Germania vollero o subirono il fascismo, che in altre nazioni subirono o accettarono la guerra, i cui ideali erano lautarchia e laccumulazione capitalistica? Quella di aver proiettato tutta la colpa sui loro padri, di averli emotivamente castrati, non sapendo di avere cos distrutto in qualche modo il padre in loro stessi! Quanto pi violenta stata la ribellione contro il padre, tanto pi debole ed inconsistente sar a sua volta lidentificazione nel ruolo di padre verso i figli, se si sceglie di identificarsi completamente con loro, a meno di preferire, come difesa, lidentificazione con limmagine del padre forte ed autoritario del conflitto edipico, lidentificazione, cio, con laggressore. In

3. Negli anni Trenta i preti usavano anche il friulano in senso antifascista: nel 1933 proprio i fascisti proibirono a Zaneto, pseudonimo di don Giovanni Schif, parroco di Percoto, di continuare le pubblicazioni dei suoi versi satirici sul settimanale diocesano di Udine, La Vita Cattolica. Ecco quattro versi tratti da "La tasse sui vedrans" (l'imposta sugli scapoli): "Se cjape pt la tasse / dutis si sposarn; / cum nissun s'impense / di rest plui vedran".

139

entrambi i casi si ha una soluzione automatica, immediata e coatta del problema dellidentificazione, non una soluzione personale e mediata dalla formazione di ideali differenziati. I fascisti si identificano con il padre autoritario e ne ripropongono il modello, ma propongono anche il livellamento tra i fratelli che, coalizzati, vanno a scontrarsi proprio con lautorit riconosciuta. Il duce per stare in piedi deve usare simboli, fomentare, tenere insieme con la forza e la minaccia e quindi espropriare, deportare, incarcerare, perseguitare. Lautorit fascista individua il capo in una figura reale e si espone alla ineguaglianza reale proclamando, invece, luguaglianza: in questo il fascismo rivela la propria fragilit. Lautorit comunista, invece, si difende spersonalizzandosi e offrendo al popolo lautorit massima della classe nello Stato; cos si alimenta la percezione simbolica delluguaglianza. La famiglia comunitaria, infatti, produce storicamente molto pi comunismo che fascismo. Il fascismo, evidentemente, il risultato della combinazione della famiglia comunitaria con la famiglia liberale/egualitaria e, per questo, pi uneccezione che la regola e pi tipicamente italiano. Su questo si veda anche lintervista sul fascismo dello storico Renzo De Felice che, inconsapevolmente, ma con precisione ritiene fascismo soltanto quello italiano e quello tedesco. Dunque lalfabetizzazione produce, anche combinata con lindustrializzazione, nel sistema di famiglia stirpe del Nordest, socialdemocrazia e democrazia cristiana che attraversato il fascismo diventano egemonia democristiana. Nel Nordest, fino agli anni Ottanta, la combinazione di autoritarismo e inegualitarismo e il controllo organizzativo e morale tramite la Chiesa ha prodotto legemonia della Democrazia cristiana. Nel Veneto le analisi del voto e anche dei referendum, come quello sul divorzio, dimostrano sempre una non completa spiegazione delle scelte elettorali attraverso gli indicatori economici o sociali proprio perch sulla distribuzione del tipo di famiglia che, invece, si spalma la presenza democristiana. La strutturazione pi egualitaria, soprattutto nel veneziano, nel padovano e nel polesine, pur sulle diverse modulazioni di autorit e uguaglianza, ha prodotto un socialismo pi anarchicheggiante e una certa presenza comunista. Legemonia democristiana, poi, con la definitiva scristianizzazione comincia a scomporsi mentre nascono le ideologie verdi e grigie dal Friuli, al Trentino al Veneto. Il politologo Paolo Feltrin dir che il profilo elettorale del Veneto appare meno uniforme e compatto di quando lo si analizza per grandi aggregati territoriali. Anche 140

la lettura delle relazioni tra figure sociali, soprattutto del mondo rurale, e scelte di voto appare contraddetta o almeno molto sfumata, laddove lascia intendere lesistenza di legami forti e diretti tra determinanti socio-economiche e comportamenti politici. Cruciale sembra rivelarsi, invece, la dimensione culturale e di identit e il fattore organizzativo e di solidariet. I politologi arrivano vicini alla soluzione, ma non individuano nel sistema famigliare di appartenenza lorigine dei meccanismi di voto anche se lappartenenza religiosa viene indicata come fortemente determinante. Il Nordest, nel grande aggregato, presenta una certa complessit perch si avvicina di molto alla tipologia della famiglia stirpe ma la modula in modo incompleto e con variabili interne che andrebbero dettagliate e indagate con pi discipline coordinate tra loro; un lavoro, questo, che non ancora stato fatto e che potrebbe essere importante cominciare a programmare. Il fascismo riuscir a disancorare la sinistra socialista soprattutto nel bellunese e nelludinese, dove linflessione socialdemocratica deve combattere anche al proprio interno, e nel rodigino e veneziano dove la modulazione pi egualitaria e liberale sono pi facilmente disarticolabili. In queste stesse province la modulazione egualitaria, ma anche autoritaria, per comporta una presenza pi forte, e per certi versi confermata rispetto al pre-fascismo, del comunismo.

Legemonia Democristiana La Democrazia cristiana raccoglie tutto il voto di destra nel secondo dopoguerra, e anche quello urbano fascista, e particolarmente nella campagna, mentre le sinistre si concentrano nei centri urbani. In modo molto simile a quanto era accaduto prima del fascismo. Venezia, Verona, Rovigo e Belluno sono le province venete a maggioranza socialista. Nel secondo dopoguerra le forze di sinistra soltanto in queste province avranno una qualche incidenza. I processi di lungo e lunghissimo termine hanno pi forza di quelli di breve termine e spiegano questi andamenti che proiettano sul voto politico del secondo dopoguerra e fino agli anni Ottanta, la strutturazione antropologica del Nordest prima di ogni altra cosa. LAzione cattolica, che diventer il braccio operativo della Democrazia cristiana, impronter la sua attivit sul gusto per lattivismo antintellettuale, esaltazione della 141

figura mitica del capo, identificazione fisica e psicologica nella massa, contrapposizione esasperata al nemico.4 Ovvero sullautorit e lineguaglianza, valori pi ancorati nel Nordest e dove la Democrazia cristiana, da sola, nonostante la guerra e la Resistenza, raggiunger il 60% dei consensi. In Veneto e a Trento la Dc scender sotto il 50% negli anni Ottanta, a Belluno era gi accaduto nel 68 mentre a Rovigo e a Venezia questa percentuale non mai stata raggiunta. In Friuli-Venezia Giulia era scesa sotto il 50% gi nel 1953 (a Udine dieci anni dopo), a Bolzano resta tra il 15-20% ma qui c il caso tutto di frontiera della Sdtiroler Volkspartei (ma non dimentichiamo i Ladins, Die Freiheitlichen, Union fur Sdtirol) anche se negli anni 50, 60 e 70 il Psi ed il Pci a Bolzano, avevano la maggioranza assoluta in molti quartieri popolari. Nel 2002 a Bolzano al referendum per trasformare piazza della Vittoria in piazza della Pace, promosso da Alleanza nazionale, stravincono coloro che vogliono rimanere nella tradizione della vecchia denominazione; per il Trentino-Alto Adige non possiamo dimenticare che l'obbiettivo fascista di trasformare la citt di Bolzano in una citt italiana di 100.000 abitanti, che era l'obbiettivo di Mussolini formulato nel 1926, stato raggiunto nel 1964. La politica di migrazione italiana, favorita dallo Stato, continuata con piani strategici ed proseguita anche dal punto di vista della qualit e non solamente della quantit. Sempre negli anni Sessanta moltissimi dei funzionari degli enti statali in Alto Adige erano profughi istriani, quindi particolarmente motivati dal punto di vista nazionale). Fatti troppo recenti per chiederne gi larchiviazione. In tutto il dopoguerra il Nordest porta la Dc sotto il 50% nel 1963; al cambio di mentalit degli anni Sessanta

Il fomentatore e il capro espiatorio Leffetto dellindustrializzazione e la scristianizzazione bloccheranno democristiani e sinistre nei sistemi famigliari di riferimento fino al cambio successivo di mentalit. Il sistema agricolo, o rurale/urbano, cos come verr modificandosi diventa una conseguenza non la causa del voto politico. Alla vigilia della Prima Guerra mondiale,

4. A. Giovagnoli - "Le organizzazioni di massa dAzione cattolica" in R. Ruffilli (a cura di), Cultura politica e partiti nellera della Costituente, I, Bologna, il Mulino, pp. 263-362. - 1979

142

19 - La Dc sotto il 50%

Periodo in cui la Dc scende sotto il 50%


dagli anni 50 dagli anni 60 dagli anni 80 province in cui la Dc non ha mai superato il 50%

143

dunque, socialisti e popolari sono alla pari: lalfabetizzazione supera il 50% e inizia una turbolenza sociale che porta alla formazione delle ideologie5. I socialisti propongono unalternativa alla citt di Dio e il sistema Chiesa cattolica reagisce. Il prete diventa catalizzatore e fomentatore. Ren Girard spiegher bene come si arriva al delitto attraverso lidentificazione del capro espiatorio. Ma meglio ancora Lopez chiarisce chi fomenta il delitto. La vittima sacrificale della folla non - spiega Lopez - luomo qualunque, ma piuttosto un individuo dotato di volont di potenza, reale o supposta tale, vissuto come pericoloso per la comunit o per parte di essa. Luomo che vuole costruire sulla terra il Paradiso ha certamente una volont di potenza che, almeno simbolicamente, si confronta con quella di Dio. Nel sistema stirpe il comunista diventa lo sfidante del prete. Entrambi figli cadetti, entrambi esclusi, uno privatamente e uno socialmente, dalleredit. Entrambi proiettano la propria volont di potenza su un capro espiatorio: rispettivamente satana e la propriet privata; mali dellumanit per antonomasia nelle rispettive ideologie. Ma il giustiziere anche vittima e la vittima aspira alla giustizia. I sacrificatori sono i propri popoli, la forza brutale. Ma chi che stimola la violenza dei popoli? Io mi permetto di affermare dice Lopez -: sono i sacerdoti! Io intendo qui il sacerdote in senso lato come lintellettuale, il comiziante di professione, limbonitore, il propagandista. Lalfabetizzazione, le turbolenze per la mentalit che si evolve, costruiscono inconsciamente riferimenti culturali e personali. Il sacerdote, bianco o rosso che sia, diventa il fomentatore, colui che attizza; la mente occulta che stimola e controlla. Nel Nordest i rapporti di forza e lorganizzazione della Chiesa cattolica, precedente allalfabetizzazione di massa, fanno del prete, pi che del comunista, colui che dirige le folle. Il comunista del Nordest, tuttal pi, tenter unaltrettanta forza, ma non ne avr la disciplina e soprattutto lorganizzazione. Nei regimi comunisti avver il contrario. Il cuore anarco-socialista del Nordest dar ai socialisti italiani un Giacomo Matteotti, ma sulla frontiera friulana, a forze pari, avremo un alternarsi di violenze e di carneficine. Il sacerdote non il profeta, ma colui che alimentando il mito di Satana concepisce e istruisce. Il male non degli uomini ma proiettato in unorigi-

5. Le dinamiche internazionali, ricordate, sono anchesse frutto di scelte di uomini e donne e le interazioni si giustificano ed esistono, ma andrebbero considerate a tutti i livelli. La guerra fredda e la divisione in blocchi da chi originata? Comunque pu essere un inizio la lettura del libro Mondo globale, mondi locali di Clifford Geertz edito da il Mulino 1999.

144

ne semi-divina e quindi proiettato sul proprio nemico, trasfigurato. Il male esiste perch c Satana e dunque bisogna combatterlo. Si finisce cos per identificarsi con chi viene persecutoriamente vissuto come il proprio nemico, quando il nemico diviene unossessione per e dentro la propria mente. Il nemico diviene il proprio doppio nella crisi mimetica! Il movimento psicodinamico va dallidentificazione proiettiva allintroiezione, fino allo stadio finale dellidentificazione soggettiva. Il masochista pu diventare sadico proprio perch, laltro suo ruolo rovesciato, il sadismo. Il prete fomenta il sadismo della folla domenicale (masochista, contenuta nella genuflessione e nella sottomissione) perch ostacoli e fermi il socialismo. Il comiziante, sul palco, fomenta il popolo (masochista, capo allins) in piazza perch fermi i padroni. In nome della lotta contro i privilegi, e a favore dei diversi, degli emarginati, dei poveri, delle vittime, - scrive Lopez - propugnando un umanitarismo deteriore, corrotto, fondamentalista e integralista, al giorno doggi bande di scalmanati e facinorosi si abbandonano al vandalismo pi abietto. In verit, ancora una volta, i nostalgici del totalitarismo sobillano e istigano alla violenza le masse, servendosi di una penetrazione ideologica martellante, la cui mira la formazione di un imprint. Precisamente come nel passato, ancora oggi gli organizzatori della violenza sono i sacerdoti. E cos il cosiddetto umanitarismo laico moderno, compreso lumanitarismo comunista, altro non se non linevitabile, inesorabile, necessario, prosecutore del cristianesimo, la sua ulteriore evoluzione. 6 La scristianizzazione, dunque, comporta quasi simultaneamente la flessione dellideologia religiosa reazionaria e di quella comunista. Lidentificazione con la vittima, con il dominato, ha il suo doppio nellaggressione. E la collusione narcisimo-masochismo che, sviluppata in un intero sistema, produce effetti totalizzanti e di violenza collettiva. Lappello alla compassione e alla carit e un appello mistificatorio perch mantiene il derelitto nella sua condizione e costruisce un capro espiatorio, reale o simbolico. Le vittime del popolo istigato alla violenza restano comunque esempi di forza di resistenza, di coerenza e fedelt a se stessi e alla propria verit, ai modelli e gli ideali ai quali dedicarono e dedicano lesistenza. Certo la vittima in collisione col carnefice, ma con limmolazione la sua vita ascende verso altezze che non vanno sminuite. La tragedia della vittima la stessa del carnefice; ma la prima ha il merito di non aver messo in atto la violenza pur avendo partecipato alla scena del delitto.

6. D. Lopez: divinizzaizone del capro espiatorio: il cristianesimo in Gli Argonauti, n. 91 dicembre 2001

145

La vittima, fino ad allora, e anche dopo, propone un ideale. Il carnefice lha perduto, vuole uccidere laltro ideale nellantagonista, e cos soccombe alla regressione per il disfacimento della propria mente. I doppi ruoli e le identificazioni proiettive proprio grazie alla violenza dovrebbero affiorare almeno nella consapevolezza delle generazioni future: non accogliere il facile richiamo alla carit e alla compassione non significa sottostare agli impulsi razzisti e sterminatori, ma, pi semplicemente, aspirare ad una democrazia ascensionale nella quale la vittima, a sua volta, non diventa, carnefice in un rimando sine die. Chi pi consapevole, autorevole, emancipato pu accompagnare alla pi tranquilla posizione psichica e, allo stesso tempo, ostacolare e opporsi alla regressione disgregatrice e violenta prima che questa travolga. Il cittadino sempre pi maturo ha sempre meno bisogno di sacerdoti e, quindi, pu depotenziare sempre pi gli aspiranti capri espiatori.

La famiglia stirpe blocca comunisti e fascisti Il fascismo e il comunismo, dunque, non vengono dalla famiglia stirpe, ma sono piuttosto originati da un altro sistema famigliare. Storicamente la famiglia stirpe incompleta fa da blocco alla regressione totalitaria perch gi riconosce unautorit concreta di riferimento e comunque ha molte modulazioni compensatorie. Ma il Nordest, nellItalia del dopoguerra, far sempre la differenza per lancoraggio alla tradizione e il ritmo pi lento del cambio di mentalit. Il Nordest autoritario/inegualitario - il centro di gravit italiano; il sistema di compensazione tra i sistemi ben pi possenti, anche numericamente, liberale/egualitario e autoritario/egualitario. I democristiani vincono nel Nordest perch il sistema tendenzialmente pi inegualitario e i democristiani governeranno lItalia per decenni. Leguaglianza per i democristiani affidata allultraterreno e quindi gi assicurata a tutti i buoni cristiani. Sulla terra si pu gestire la diversit. I socialisti non hanno questa possibilit di doppia-offerta e sono teoricamente universalisti. Quando il Nordest produrr la Lega Nord la politica nazionale ne sar fortemente condizionata. Il Nordest ha una famiglia troppo impura per produrre il nazismo alla tedesca e troppo poco egualitaria per produrre il comunismo/fascismo come nelle regioni pi centrali dItalia. Resister ad entrambi e nella scomposizione delle ideologie maggiori produrr, piuttosto, la nozione etnocentrica che pu evolversi solo in funzione difensiva e regionale e non in funzione aggressiva e nazionale. Ladesione al fascismo, dunque, mediamente omogenea ma anche bassa. La struttura prevalentemente stirpe del Nordest produce sia socialdemocrazia che 146

democrazia cristiana. Le variabili dipendono dalle impurit antropologiche che, finora, hanno favorito le accentuazioni autoritarie/inegualitarie su quelle tendenzialmente pi egualitarie. Da questo le correlazioni spaziali, prima che temporali, definiscono la prevalenza di una risultante ideologica e politica piuttosto di unaltra. Entrambe queste ideologie identificano nello Stato (sociale o socialista) il massimo riferimento per lorganizzazione sociale: Lamore per lo Stato non esclusivamente socialdemocratico e il sogno di una societ verticalmente integrata non solamente democristiano. Autorit e ineguaglianza non sono in questione neppure nella lotta tra i diversi gruppi ideologici. Lo scontro in questo contesto non arriva mai allaffermazione di una ideologia autenticamente liberale se non in zone minoritarie. Allo stesso tempo limpurit della famiglia stirpe del Nordest la salvaguarda anche dal nazismo, sia per la relativa resistenza alla scristianizzazione sia per la qualit pi bassa della differenziazione paranoica: qui gli ebrei, al pi vengono messi in ghetti, l si realizza un Olocausto. I socialisti sono universalisti teoricamente e quindi resistono al nazionalismo e i cattolici hanno come riferimento autoritario non il Duce o il Fuhrer ma il Papa che prima di Mussolini e prima di Hitler, in modo pi impersonale ma ficcante, diventa infallibile! Il nazismo traduce nellaccezione pi malata e di disgregazione della mente, per lattacco ideale al padre, alla generazione precedente, per il crollo delle economie, per il tradimento subito, la nozione di differenziazione della famiglia stirpe, la differenza di razza. La famiglie stirpe incompleta si ferma alla differenza di lingua, di atteggiamento, di costume. Il nazismo la ricalca del protesantesimo allapice della sua scristianizzazione: tenta di subordinare lo Stato alla razza: il predestinato esclude stermina tutti gli altri. Ma questa inversione metafisica cozza contro la realt se non altro perch tutti gli altri sono di razza diversa. Il buio della mente persegue i propri demoni e non vede pi il reale: il persecutore coartato dal proprio oggetto mentale. La reazione sadica al comunismo, in piena scristianizzazione nellEuropa protestante, produce un tentativo di riacquisizione di una posizione psichica di dominanza e di ritorno al paganesimo. Il crollo nella mente del carnefice oscurata dalla propria stessa impotenza: uscita dagli ideali di ricomposizione (e di emancipazione) con il passato. Tentare di riappropriarsi e di riprodurre la potenza del passato (del padre) dopo aver147

la seviziata significa distruggere lideale futuro possibile e quindi annientare anche se stessi una volta assunto il ruolo dellautorit. Il nazismo paranoia e follia.

La Lega l dove declina la pratica alla messa Letnocentrismo solo un p schizoide. Lelettore leghista un maschio, adulto, non molto istruito, operaio e Fausto Anderlini definisce cos gli orientamenti delloperaio veneto: uno che disprezza la politica () ma non disegna comunque n limpegno sindacale n ladesione allazione collettiva di tutela dei propri interessi. Una figura mobile, irrequieta, insoddisfatta di ogni habitus, che tange un poco tutti i mondi e le cerchie, con pi che larvali propensioni strumentali nel comportamento. Allapice della scristianizzazione la reazione etnocentrica della famiglia stirpe si attiva proprio qui ed proprio nel Nordest che nascono le lighe che marcano soprattutto il territorio e aspirano alla centralit regionale o meglio alla nazione veneta. Ma laccavallamento dellindustrializzazione degli anni Ottanta gi esaurisce il fenomeno che, invece, prende laccento pi moderno di offerta politica vera e propria marcata dalla Lega Lombarda; tra laltro elettoralmente in anticipo sulla Liga Veneta proprio per la diversa velocit dellindustrializzazione e deindustrializzazione tra Nordovest e Nordest. Dalla pulsione etnocentrista regionale a quella pi moderna di popolo dei produttori che si contrappone a quella dello Stato centralisa. Lo scontro politico va a tutto campo e i simboli, gli slogan anche truculenti, servono da rafforzamento comunicativo per accorpare esigenze che sono molteplici: identit, alterit, rappresentanza, interessi. La Lega, soprattutto nel Nordest, si posiziona esattamente l dove, ventanni prima, declinava la pratica religiosa e quindi la Dc. Nel 2000 soltanto la Lista Di Pietro, tra i nuovi partiti, si posiziona uniformemente, sopra il 4%, in tutto il Nordest. In Trentino-Alto Adige le vicissitudini e il posizionamento della Lega Nord nelle elezioni del 1998 sono sintomatiche: 8,7% in Trentino e 0,8% in Alto Adige: l dove lespressione etnocentrica precedentemente connotata rispetto allindustrializzazione-deindustrializzazione esistono gi partiti di riferimento. Letnocentrismo difensivo, che nasce in un Paese in cui la famiglia stirpe minoritaria, si appoggia sulla pratica del saper fare e valorizza listruzione di base, il risultato del lavoro, la competizione che il modello dominante nazionale scambia per liberismo; si tratta, invece, di differenziazione: siamo i pi bravi, quindi siamo i 148

migliori: pi produttivi, pi sicuri, pi puliti... Valori fondanti il riferimento allautoritarismo e allinegualianza tradotti in senso di competizione e liberista ma che non hanno nessun supporto culturale o di mentalit di liberalit e uguaglianza maggioritaria, almeno nel Nordest. Il riferimento, infatti, alla diversit, alla lingua, alla differenza, ma anche allautorit. Umberto Bossi, leader della Lega Nord e Ministro della Repubblica, nel luglio 2003 dice, ripreso dal Corriere della Sera: Quando ero bambino ballavo il rock. Allora era facile, cera chi difendeva la tradizione, chi lilluminismo, cio i partiti atei di massa. Poi arriva il sessantotto che crea cittadini, cio uomini mascherati, tutti con la stessa identica maschera. Girarono gli altari, sovvertirono la tradizione anche nella religione. E si scagliarono contro la famiglia7. LOccidente non quattro regole illuministiche, siamo uomini. E non vero come dicono gli illuministi che siamo tutti uguali. Loro li vorrebbero tutti dello stesso colore, magari tutti della stessa altezza. O tutti della stessa lingua, come avrebbe aggiunto Pasolini che, qualche settimana prima di morire, fu invitato da Gustavo Buratti che racconta dal sito dellIstituto per la storia della Resistenza e della societ contemporanea nelle province di Biella e Vercelli, cosa rispose lintellettuale friulano alla domanda su come difendere i ragazzi dialettofoni in una scuola che, invece, si pretendeva democratica. In questi dieci anni - disse Pasolini - la situazione antropologica e culturale italiana o meglio, la cultura antropologica italiana si completamente ribaltata. L'insegnamento o la protezione del dialetto o diventato un fatto di tradizionalismo, di conservatorismo (che considero perfettamente sano, per le ragioni che esiste una "destra sublime"), oppure dovrebbe diventare profondamente rivoluzionario (qualcosa come la difesa della propria lingua per i Paesi baschi, oppure per gli irlandesi), deve arrivare al limite del separatismo, che sarebbe una lotta estremamente sana, perch questa lotta per il separatismo non altro che la difesa del pluralismo culturale, che la realt di una cultura. Quindi: o essere conservatori, ma illuminati, in

7. E molto interessante questo concetto di famiglia che hanno i leader politici, soprattutto di centrodestra, dopo la scristianizzazione. I leader precedenti o erano sposati, o al massimo erano dei single o dei vedovi. Pride, il mensile on line gay, ha pubblicato unindagine proprio su questo argomento. Bossi ad esempio si sposato una prima volta e ha avuto un figlio, poi ha avuto tre figli con la donna che solo dopo diventata la sua seconda moglie. Ha avuto figli fuori dal matrimonio e poi si risposato. Berlusconi s sposato due volte, ed ha avuto figli in ambedue i casi. Fini invece si sposato una volta sola, ma sua moglie divorziata. Casini si separato dalla moglie annullando il matrimonio alla Sacra Rota ed ora ha una nuova compagna fissa. Lunico regolarmente sposato e con figli Rocco Buttiglione ma la sua collega Dorina Bianchi ha un bambino dun anno e non sposata. Un esempio di scristianizzazione sostanziale!

149

modo assolutamente nuovo, che non ha niente a che fare con la conservazione della destra classica; o essere addirittura rivoluzionari. La cosa, che fino a dieci anni fa era una cosa ragionevole, giusta: gli italiani parlano siciliano o romano o friulano, quindi difendiamoli, abituiamoli a parlare un italiano dialettizzato, ad amare il loro dialetto, a rifornire il loro italiano con l'estrema abbondanza lessicale [dei dialetti...], oggi deve avere connotazioni completamente nuove [...]; bisogna trovare un nuovo modo di essere liberi. E un problema centrale della nostra vita". Pasolini ha anticipato Bossi?

I leader minimi La geografia dei socialisti, democristiani ed etnocentristi ha un riferimento pi stringente al passato religioso mentre la geografia dei comunisti e dei leghisti ha riferimenti pi aderenti ai processi di industrializzazione forzata (Venezia - Trieste). Nella famiglia stirpe del Nordest socialdemocrazia e democrazia cristiana sono la risultante del mondo ideologico seguita allalfabetizzazione mentre comunismo e leghismo aderiscono nei processi di industrializzazione. Entrambe interagiscono con la scristianizzazione. In questa logica una sequenza di istruzione alta caratterizzata da un passaggio maggioritario alla scuola secondaria superiore, un forte terziarizzazione ed una pi marcata emancipazione delle menti definir il nuovo status collettivo del Nordest gi dai prossimi anni. Il processo di totale scristianizzazione, accentuatosi nellultimo decennio, e una pi alta alfabetizzazione, soprattutto femminile, potrebbero rendere ancora pi evidente le caratteristiche fondamentali della famiglia stirpe: autorit e ineguaglianza. Lautorit, in unalzata dei tassi di attivit nel terziario, pu significare pi Stato, pi riferimento alla coordinazione e alla gestione della rete sociale ed economica, anche pi richiesta di protezione. Lineguaglianza, in un contesto del genere, potrebbe esprimersi in una sempre pi marcata differenziazione delle opportunit individuali controllata, per, da una classi medie che modulano, direttamente nelle famiglie, le dinamiche del lavoro. Il veicolo fondamentale delle ideologie non sono gli stati o i partiti ma i nuclei famigliari nei quali avvengono anche le eventuali compensazioni che si esprimono negli atteggiamenti formali e di contenuto degli individui. Se non teniamo conto di questi meccanismi fondanti non possiamo che procedere per astrazioni. Ma tanto la realt andr per la sua strada nonostante le nostre astrazioni. 150

Il Nordest di fine Novecento frutto dellautoritarismo Chiesa-Dc degli anni precedenti e che era riuscito ad esprimere leader rappresentativi anche a livello nazionale: i De Gasperi, i Rumor, i Piccoli, i Gui, i Bisaglia, i De Michelis. Ora non ne esprime perch li sta ancora allevando e questo uno dei segnali del cambiamento di mentalit avviato nello scorso decennio: il Nordest in pieno fermento.

I leader doggi Dalla religione unica si passa allideologia unica: gi agli inizi del Novecento, nelle province venete e friulane, la presenza di protestanti ed ebrei non supera qualche migliaio di persone. Oltre duemila ebrei sono censiti soltanto a Venezia. Il protestantesimo era stato fermato alla frontiera del Nordest, ma non del tutto. Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi, dellagosto 2002, presieduto dalla pastora Erika Tomassone, registra con grande preoccupazione l'aggravarsi, nel nostro paese, di un clima di intolleranza nei confronti delle minoranze etniche e religiose, talvolta stimolato e strumentalizzato da esponenti di partito e di governo. In tale quadro, l'attacco sferrato all'onorevole Riccardo Illy in quanto valdese e quindi portatore di una cultura calvinista, che produrrebbe sentimenti egoistici, oltre che fondato su presupposti falsi, testimonianza del pi profondo disprezzo dei principi di laicit e pluralismo e tende a stimolare sentimenti di ostilit pregiudiziale in funzione dell'appartenenza confessionale. Il Sinodo esprime viva gratitudine nei confronti di quei rappresentanti della Chiesa cattolica e delle comunit ebraiche che hanno respinto tale provocazione, dimostrando nei fatti che una fede autentica rifiuta di lasciarsi usare quale strumento di ostilit e divisione tra le persone. Il quotidiano LUnit, diretto da Furio Colombo che stato portavoce della Fiat negli Stati Uniti, si accorge di tutto e il 27 agosto pubblica un articolo che attacca cos: Anche i razzisti nel loro piccolo si evolvono. Lattacco a Francesco Saro, deputato di Forza Italia in smobilitazione che si presenter da solo alla corsa per la presidenza nel 2003 dopo la candidatura del Polo data alla leghista Alessandra Guerra. Lazzurro spolvera qualche vecchio arnese di sociologia e spara contro Illy: fa parte di una cultura egoistica e improntata unicamente al profitto, individualista, che nulla ha a che fare e nulla ha in comune con questo paese e questa regione, dice. Una cavolata madornale. Vagli a spiegare che il fondatore del movimento valdese, Valdo, mercante di Lione, - rimbrotta LUnit come se fosse LAvvenire - poco prima di Francesco dAssisi lasci i suoi averi e predic la povert della chiesa. Lo stesso Saro, ex socialista, 151

nel 93 quando Illy era candidato a sindaco di Trieste disse, ancora pi chiaramente, che i cattolici non possono votare un sindaco valdese. I friulani, invece, lhanno sempre votato, Illy. E il nuovo governatore friulano si vede cos: "Sono cresciuto in una famiglia valdese, invece della consueta ora di religione ho fatto le scuole domenicali valdesi. Ho ricevuto uneducazione piuttosto rigida. Per esempio, la nostra visione del peccato pi intransigente rispetto a quella dei cattolici. Non abbiamo la confessione, quando trasgrediamo rispondiamo direttamente a Dio, non c assoluzione in terra". Non ci sono intermediari, Illy se la deve vedere direttamente con Dio per quello che far. Non fosse che Dio ha gi deciso il destino di Illy e dobbiamo tutti sperare che il governatore non si identifichi troppo nel Padre. Ma lui assicura i lettori dellUnit: "Il retaggio della mia educazione unetica della responsabilit forte, un senso del dovere rigoroso. Mi stato sempre ripetuto che lazienda di famiglia non era al mio servizio ma che io, cos come ogni altro componente della famiglia, ero al servizio dellazienda. Lo stesso principio si riflette nel mio impegno in politica, verso le istituzioni, i cittadini". Che un uomo o una famiglia debba essere al servizio dellazienda e non lazienda al servizio delluomo un p preoccupante, ma probabilmente era solo unanalogia per dire che riconosceva lautorevolezza dello Stato e quindi della Regione come espressione di tutti i cittadini. Speriamo che Illy ne sia consapevole. L11 giugno Francesco Battistini, sul Corriere della Sera, aveva scritto: E nel Friuli che ha dato il bacio della morte (politica) a Haider e la tomba (vera) allo xenofobo olandese Pim Fortuyn, c' chi celebra gi il funerale elettorale dell'asse BossiTremonti: "Si sono giocati tutto, escono a pezzi - racconta Ferruccio Saro, grande elettore del vecchio Psi, il deputato dissidente espulso da Forza Italia che s' candidato alla presidenza della Regione e ha rubato un 3% alla Guerra - L'idea gliel'aveva data Rino Formica, l'ex ministro di Craxi, molto legato a Tremonti: proporsi come rappresentanti del Nord-Est e costruire qui, in Veneto e in Lombardia, la successione a Berlusconi. Hanno sbagliato i conti, per. Hanno buttato fuori i dirigenti locali e scelto una leghista che non piaceva a nessuno, cucinando il panettone a Milano. L'hanno fatto con arroganza, anche. Bossi in piazza, a proporre di fucilare quelli che non ci stavano, come me, o a minacciare il taglio dei finanziamenti da Roma, nel caso avesse vinto Illy. E Tremonti nei suoi incontri con gli imprenditori, ricevuti con a fianco il direttore dell'ufficio imposte". Una rivolta mai vista, nel centrodestra. Che nemmeno Bossi ("i fuorusciti sono solo dei Qui, Quo, Qua") ha potuto liquidare: "Hanno insultato i nostri simboli - dice Cecotti (leghista, sindaco di Udine, passato con Illy nda), sul filo della rielezione al primo turno - hanno preso 152

un agriturismo e l'hanno riempito di funzionari "visitors" coi loro sondaggi, hanno messo dei telefonisti con l'accento napoletano a proporre di votare Guerra, hanno mandato la Finanza tre volte in cinque giorni a controllare gli alberghi di Tondo. Non potevano che fare questa fine: nelle regioni a statuto speciale, Forza Italia destinata a diventare un partito marginale () E Battistini scrive ancora: La sconfitta ha una madre certa, ma orfani pi o meno afflitti. Roberto Rosso, il commissario politico gi reduce dalle sconfitte con Forza Italia in Piemonte, si consola con una "sostanziale tenuta del nostro voto". Illy? A sentire Rosso, in fondo ha vinto perch s' rifatto allo stile Berlusconi, al modello dell'imprenditore entrato in politica. An e Lega, poverette, non hanno placebo simili. E il sindaco Cecotti, uno che scrive anche gialli in friulano, pu anche maramaldeggiare: questo suicidio politico, lui l'aveva un p narrato nel suo President . Sette cadaveri eccellenti nel palazzo della Regione. Uno, toh, era proprio quello di Peppino Zoppolato, il capo della Lega di qui. Che oggi si dimette. Lonorevole Riccardo Illy, valdese, dunque, crea scompiglio nel centro-destra, diventa Governatore del Friuli-Venezia Giulia e fa una Giunta di tutti esterni: decide lui e nessun altro. Qualche giorno dopo, a Roma, in un incontro tra studiosi e politici a Palazzo Giustiniani alla presenza del Presidente del Senato Marcello Pera il politologo Arduino Agnelli, docente di storia delle dottrine politiche all'Universit di Trieste, dice che la Giunta Illy composta da "assessori che sono tutto e il contrario di tutto". Non solo, ma all'interno di questa Giunta, vi sono persone, come ad esempio l'assessore Enrico Bertossi8 che era stato, in un primo tempo della campagna elettorale, indicato da Forza Italia come proprio candidato presidente e lui aveva anche accettato. "Nella mia regione - ha detto Agnelli - non c' pi rappresentanza". Non si capisce - ha spiegato - in base a quale logica gli assessori debbano essere scelti al di fuori del Consiglio regionale, ma non solo; in Consiglio sono entrate persone soltanto perch erano nella lista del Presidente ma che non sono state espressamente votate. Dunque il Friuli-Venezia Giulia sta mettendo in pratica un forte sistema in cui la rappresentanza viene fortemente affievolita in ragione della governabilit. Ma questo sempre secondo il ragionamento del professor Agnelli - tutto da dimostrare visto, appunto, la composizione di una Giunta che "tutto e il contrario di tutto".

8. Bertossi, quando era presidente della Camera di Commercio di Udine disse che vedeva: Un Friuli economico, che pur facendo parte del Nordest, presenta caratteristiche peculiari, per certi aspetti simili ma non uguali alle altre province del Nordest, tanto da identificarsi come un vero e proprio "localismo.!!!

153

Dunque limprenditore che ha portato il marketing nellazienda di famiglia nella quale stato a servizio e che produce caff, il signore dallo sguardo serio che non mette mai la cravatta neppure nelle occasioni ufficiali, viene attaccato perch non cattolico ma anche perch troppo autoritario. Illy, infatti, la personificazione dei valori fondamentali della famiglia stirpe e, in questo caso, data ladesione al protestantesimo, direi completa pi che incompleta. Credo sia un passaggio importante che esce anche dal confine locale e che, ancora una volta, pone il Nordest in una posizione di proposta ideologica nuova anche per il resto del Paese con la quale, nel prossimo futuro, occorrer fare i conti. Illy il rappresentante antropologico dellautoritarismo e dellinegualitarismo che esprime il protestantesimo centro europeo e che potrebbe diventare congiunzione, non geografica o di maniera, ma culturale e ideale, anche verso lesterno e nellEuropa unita dei popoli e non della moneta. Anche se appare paradossale la struttura autoritaria e allo stesso tempo inegualitaria del protestantesimo a livello metafisico, rivendica, socialmente, luguaglianza tra gli uomini. La predestinazione ultraterrena fa della vita terrena unopportunit per cercare di svelare il progetto di Dio sullindividuo e quindi ognuno pu porsi alla pari. Operando si sveler il disegno predestinato. Si tratta di una forma di pari opportunit la lettura a ognuno della Bibbia che esplicher il disegno di Dio soltanto alla fine. Nel frattempo il protestante agisce, ondeggiando, storicamente, tra lobbedienza alla propria coscienza e obbedienza allautorit civile (o allazienda, se questa diventa, ideologicamente come nel Nordest, tanto autorevole!). Il sistema famigliare basato su autorit/ineguaglianza aderisce a questa rappresentazione metafisica ma con modulazioni che hanno portato i protestanti a sconfessare il potere del Papa e ad affermare quello dello Stato e a combattere le disparit tra gli uomini. Il protestante, dunque, pu essere anche di sinistra. Di fatto, dunque, nessuna sorpresa se il protestante Illy, aderente a valori di autorit e ineguaglianza, metafisici, si connota a sinistra. In questo modo viene riconosciuto meglio anche dai comunisti e dai leghisti. Il protestantesimo scristianizzato diventa forza di sinistra e infatti non si registrano reazioni politiche quando proprio Illy ad incontrare, neanche due mesi dopo essere diventato Presidente, il Governatore della Carinzia, il nazionalista Joerg Haider. Il 3 agosto 2003, a passo Pramollo, i due si incontrano alla 55esima edizione della Festa dell'amicizia Friuli-Carinzia e decidono la realizzazione del collegamento tra Pontebba e le piste da sci di Nassfeld, che lo stesso Illy ha ricordato essere stato inserito tra gli obiettivi del suo programma di governo. Vogliono trasformare Pramollo/Nassfeld in uno tra i migliori comprensori turistici a livello europeo. Ma 154

la collaborazione tra le due Regioni, hanno concordato Illy ed Haider in un comunicato congiunto e ufficiale, proseguir anche in altri settori, sulla base di quell'Accordo bilaterale sottoscritto nel 2001 e che dalla prossima riunione ufficiale tra i due Governi, fissato per il 20 settembre in Carinzia, dovr portare ad operativit e fatti concreti. Non solo ma Illy vuole mettere in rete anche le strutture sanitarie di Friuli-Venezia Giulia, Carinzia e Veneto, e anche quelle della Slovenia. Sar pi facile farlo con il governatore Haider che con il governatore Galan? A met settembre proprio Illy e Galan si incontrano in gran segreto per mettere a punto il progetto dellEuroregione; un agglomerato omogeneo culturale, sociale ed economico che comprende il Friuli-Venezia Giulia, il Veneto, la Slovenia, la regione istriana, la contea di Fiume e poi, se ci staranno, anche Trentino e Alto Adige. Galan dir: E una collaborazione che perseguo da anni. E con quelli che cerano prima di Illy (Forza Italia e Lega Nord) non che ci siano stati grandi successi. Illy parla di coopetition: Nelle attivit delle imprese - spiega a Renzo Mazzaro de La Nuova Venezia - potremmo sempre avere concorrenza mentre per realizzare le infrastrutture, la rete dei servizi sanitari, scolastici, culturali, potrebbe esserci perfetta collaborazione. Su questo vale la pena di citare il sociologo Arnaldo Bagnasco che nel libro Societ fuori squadra scrive: Lidea di una Europa delle regioni suggestiva, e in certi sensi plausibile, ma se radicalizzata, a parte ogni altra considerazione sullappropriatezza spaziale di specifiche funzioni organizzative, si scontra non solo con levidenza che gli stati sono e continuano saldamente a essere i referenti essenziali dellUnione, ma anche con il fatto che lallargamento dellUnione implicher problemi gi difficili da gestire a livello di stati, che probabilmente diventerebbero impossibili facendo troppo spazio a soggetti regionali. La discussione aperta. Il settimanale delle chiese evangeliche, battiste, metodiste e valdesi, Riforma, che probabilmente il Presidente Illy riceve, pubblica on line, nellagosto 2003, un articolo di Marco Mazzoli che fa il punto sulle questioni politiche sul tappeto: mentre nella calura estiva, tra scarsit dacqua, rincari dei ristoranti e dei generi alimentari, si d la colpa al solito euro ormai in circolazione da parecchio tempo (dimenticando lassenza di politiche governative di gestione delle risorse idriche), un altro spettro si aggira nellaccaldata penisola: quello del declino industriale italiano, ormai denunciato da importanti autorit istituzionali. E finita la cuccagna della lira svalutata, spiega Mazzoli, le ricette di meno tasse per tutti e lavoro flessibile sono andati a farsi friggere. E ora di finirla con gli equivoci e che la crescita economica e la liberalizzazione delle economie richiede unapertu155

ra commerciale incondizionata una balla. Gli Usa sono in realt uno dei paesi pi protezionisti di tutto il mondo. I dati statistici dimostrano che i paesi africani e asiatici sono molto pi aperti al commercio estero di quanto non lo siano gli Usa. Esempi plateali (ma passati sotto silenzio dai media americani) sono le barriere doganali stabilite da Bush sulle importazioni di beni alimentari (lunica speranza di crescita per molti paesi africani) e le sulle importazioni di acciaio dallEuropa. possibile chiede il settimanale protestante - che il costo del lavoro (e la sua precariet, che alcuni preferiscono chiamare flessibilit) sia determinato dalla concorrenza internazionale di paesi dove esiste il lavoro minorile, i sindacati sono inesistenti e il potere nelle mani di dittature repressive? Ma dopotutto la Cina comunista un partner beneamato, sotto lamministrazione Bush. Unaltra balla che il mercato lasciato agire da solo fornisce il risultato economico migliore possibile. Siamo in condizioni di oligopoli e monopoli e quindi tristemente vero che il mercato in regime di monopolio o di oligopolio collusivo pu causare risultati socialmente devastanti, imponendo di fatto il prezzo ai consumatori, privi di qualsiasi tutela, come dimostra la crisi argentina, dove la privatizzazione dei servizi pubblici stata solo la semplice consegna di imprese pubbliche nelle mani di monopolisti privati stranieri. E poi non vero che il mercato sempre e comunque pi efficiente dello Stato, anzi, lo Stato molto pi efficiente del privato nelloffrire i servizi. Alcuni tristi esempi: la disastrosa privatizzazione delle ferrovie inglesi, con incidenti ferroviari cresciuti esponenzialmente, la spesa sanitaria pro capite statunitense, che pi alta di quella tedesca e francese, mentre i cittadini americani sotto la soglia di povert (circa il 10%) sono privi di polizze assicurative, quindi, di fatto, quasi privi di protezione sanitaria. Nessuno conclude Marco Mazzoli - ha mai fatto un serio sforzo per migliorare lefficienza del settore pubblico, attraverso azioni di monitoraggio, o meccanismi politico-istituzionali che consentano un vero controllo sulla pubblica amministrazione: questo implica anche il licenziamento dei dipendenti pubblici inefficienti (si tratterebbe di licenziamento per giusta causa). Queste considerazioni appartengono al pensiero liberale keynesiano: non occorre certo essere "di sinistra" per condividerle. Non vero, Mazzoli si sbaglia: Illy ha gi fatto anche questo. Appena arrivato, a met giugno, andato, senza cravatta, in via Carducci, a Trieste, a incontrare i direttori regionali ed i direttori dei servizi autonomi dell'amministrazione regionale. "Mi sento al servizio di questa Regione, di tutti i suoi cittadini e delle istituzioni e mi aspetto da voi lo stesso atteggiamento", ha detto il neo Presidente, quindi si riorga156

nizza tutto e questo significa una diminuzione delle direzioni regionale che dovranno diventare al massimo dieci coordinate da un direttore generale. Invece Mazzoli cazzecca quando scrive che certe considerazioni non occorre certo essere di sinistra per condividerle. Infatti nellestate 2003 anche dai cantoni meno di sinistra arrivano richieste protezioniste. Il mondadoriano, Economy, allegato a Panorama, il 3 luglio 2003 a penna del direttore Paolo Madron titola: Lo Stato intervenga in Fiat. Sommario: I liberisti storcono il naso inorriditi, ma la salvezza del pi importante patrimonio industriale del paese merita una deroga. Anche se temporanea e definita nei modi. Rompete gli indugi voi di Roma, linvito del vicentino Madron, e scucite un miliardo e mezzo di euro per la Fiat. Che agli altri ci pensano tutti gli altri liberisti! Il Corriere della Sera del 21 luglio, in prima pagina, sintetizza meglio, in grassetto, il pensiero: Loffensiva economica dellEstremo Oriente, indicata dal ministro dellEconomia Giulio Tremonti nellintervista al Corriere come la causa principale delle difficolt dellindustria italiana, preoccupa, le imprese tessili del Nord Est. Non si tratta di imporre restrizioni (il protezionismo sarebbe danno per tutti ha detto il ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione) ma di utilizzare il semestre di presidenza Ue per introdurre anche in Oriente le clausole sociali che rendono pi caro il lavoro in Europa e per condurre con energia la lotta alle contraffazioni. Va dritto al sodo solo il leader della Lega, a Ferragosto, a Ponte di Legno, Bossi annuncia che la Lega pronta ad avviare da settembre una campagna per il ripristino dei dazi doganali per difendere le imprese italiane. ''Ritornano i gazebo per le strade. Gli illuministi della sinistra hanno tolto i confini per fare entrare i clandestini e offrirli come schiavi alle aziende. Le imprese non sono per state salvate, anzi la produzione andata altrove e noi siamo aggrediti dalla Cina''. Secondo il ministro per le Riforme, la battaglia per il ripristino dei dazi doganali fondamentale per la difesa dell'economia italiana: ''Dobbiamo sdoganare una parola: protezionismo. Lo faranno a Venezia nel consueto appuntamento annuale di settembre. Peccato che la parola sia gi stata sdoganata, in un nuovo senso, gi almeno cinque anni fa. Comunque si apre un dibattito. Berlusconi andr in Cina un paio di mesi dopo, ma per confermare i rapporti di reciprocit. E Luca Cordero di Montezemolo rimproverer bonariamente il presidente del CUOA di Altavilla Vicentina, Giancarlo Ferretto, perch lo ha mandato a prendere allaereoporto con una Volvo e non con una Fiat o con una Ferrari, magari!

157

Proteggere gli ultraliberisti? Insomma le previsioni della richiesta protezionista scritte da Todd gi nel 98 arrivano puntualmente dopo lo stress da euro che tutto potr produrre tranne unEuropa unita. E cos anche le reazioni; il 25 agosto mi ritrovo nella posta elettronica i link della newsletter LaVoce, sito internet animato da docenti e ricercatori universitari, prevalentemente di economia politica, dei quali Giuliano Amato, ex delfino di Bettino Craxi, scrive lelogio sostenendo, tra laltro, che una buona ragione di un sito del genere il fondo comune che lega i collaboratori, quella cultura della concorrenza di cui capitato a me di essere stato missionario in anni passati e che ancora oggi pi un culto ammesso che una religione di Stato. Ebbene i cultori della libera concorrenza sparano subito un testo di Alberto Giovannini: amministratore delegato de Unifortune Asset Management, Honorary Professor presso la Zhongshan University in Guangzhou, e Advisor dell'Institute of Contemporary Finance, Jiao Tong University in Shanghai. In precedenza ha lavorato presso il fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Presiede il cosiddetto "Giovannini Group", un gruppo di consiglieri della Commissione Europea su problemi legati ai mercati finanziari. Giovannini dice che con le protezioni si sussidia lindustria nazionale e si tassano i consumatori nazionali. Il meccanismo funziona perch tipicamente la tassa, pro-capite, bassa, e quindi facile da nascondere agli occhi del pubblico. questo il momento di pensare ad altri sussidi? Non ora che tutti gli industriali capiscano che strategie basate sugli aiuti pubblici sono perdenti? Chiss se questo vale anche per lacciaio statunitense. Non solo ma lo stesso Giovannini rincara la dose e appunta: Chi pensa che la competitivit dei cinesi sia dovuta solo al fatto che i salari in quel Paese sono una frazione dei salari in Europa dimostra profonda ignoranza. Se cos fosse, perch non siamo inondati da prodotti africani? La Cina un Paese con una cultura ricchissima che si riflette in lites economiche e politiche assai sofisticate. E un Paese dove la conoscenza, la creativit e lo spirito imprenditoriale sono incoraggiate e ammirate, e raggiungono livelli superiori a quelli nel nostro Paese. Ma in Cina ad incoraggiare e ammirare questo spirito imprenditoriale non uno Stato comunista, interventista e protezionista? Lo vedo male Bossi che va in Cina, come un Marco Polo, male attrezzato, a chiedere di smetterla di mandarci giocattoli o ristoranti tipici! Ma certo uno scambio reciproco di beni e capitali potrebbe passare anche da un protezionismo sperimentale e pi coordinato. Piuttosto del protezionismo darwinista statunitense e libero scambista che viene fatto passare per progresso 158

E finito il welfare dellal di l Dunque limplosione delle ideologie permette, grazie ad una sostanziale pace civile che regna in Europa da oltre cinquantanni, un passaggio morbido di mentalit e anche una certa omogeneizzazione. Accusare un signore di essere valdase diviene completamente insensato, ma prendere in considerazione politiche regionaliste e nazionaliste e, perch no, protezioniste diventa obiettivo trasversale. Mentre in passato le crisi religiose e la crescita dellalfabetizzazione producevano passaggi violenti e sanguinari, lavvicinarsi della realizzazione della Citt degli Uomini grazie a livelli cultuali pi alti, fa delle lotte di potere, anche tra generazioni, passaggi meno cruenti anche se non meno destabilizzanti. Nellera moderna piuttosto il sistema liberale anglosassone che spinge per la dicotomia destra/sinistra, come ha fatto la signora Thatcher in Gran Bretagna, o comunisti/non comunisti come fa il cavaliere Berlusconi in Italia. Il cancelliere tedesco Schroeder vince, piuttosto, sulla dicotomia pace/guerra, il francese Chirac su europeismo/nazionalismo. Le vecchie etichette ideologiche non ci sono pi. Se lappartenenza a una Chiesa o ad un gruppo pu creare una certa sicurezza, compresa la distorsione delle valutazioni, la disintegrazione dei riferimenti nella societ post-industriale mette in crisi i singoli che rischiano lanomia. Il consumo di massa pu creare un certo effetto di sospensione dellansia. Il livellamento dei consumi, laccesso a standard simili di oggetti o servizi pu essere utilizzato per calmare il disorientamento per offrire simboli di uguaglianza e ineguaglianza. Ma non, con questo, permettere lemancipazione proprio perch istiga lattaccamento alloggetto. Nella nuova classe media, quella pi istruita e terziarizzata, per intenderci, la fine delle ideologie non provoca la stessa paura che attanaglia i gruppi professionali meno qualificati o che subiscono la concorrenza delle nuove tecnologie e delle biotecnologie. Operai, piccoli commercianti, piccoli e medi coltivatori, allevatori, imprenditori, artigiani devono far fronte a vere e proprie reazioni di panico: i produttori di latte del Nordest occupano per mesi le pagine di cronache per le loro proteste spruzzando letame sulle autostrade. Gli operai passano per la cassa integrazione anche a quarantanni e diventano materia prima per formatori da impiegare, agenzie di servizi e strutture di collocamento al lavoro. I contoterzisti chiudono bottega: solo il Gruppo Benetton, nellultimo anno, ha eliminato 38.000 posti di lavoro esterni. E non c nessuna compensazione ultraterrena per questa sofferenza. Non ci sar un giudizio divino, non ci sar lo 159

Stato proletario che metter a posto tutti allo stesso modo, prima o poi, e non c pi nemmeno la propria Nazione, i concittadini, perch nel frattempo tutti dicono che la politica decide tutto a Bruxelles, in Europa o in qualche parte del Mondo e che, appunto, c la globalizzazione. Dove sia questa globalizzazione, di preciso, nessuno ancora lo ha detto9. Dagli anni Ottanta, come abbiamo visto, nel Nordest esplode letno-regionalismo ma anche la nuova microideologia verde. Nel Veneto, nell83, i Verdi prendono, alle elezioni politiche per la Camera, il 3,7%. Quattro anni dopo sono al 3,2% e la Liga Veneta prende il 3,1%. Ma poi storia finita: i Verdi resteranno sempre sotto i 5%. A differenza della Lega Nord, per, la distribuzione del voto praticamente estesa a tutto il Nordest: non ci sono vere e proprie nicchie. Anzi, Vicenza che una delle province storiche del leghismo, anche la provincia nella quale il capoluogo esprime una forte presenza Verde. Sono gli stessi anni dellesplosione dei Verdi in Germania, dellascesa del Fronte nazionale in Francia. In Italia i verdi e i grigi, alle elezioni europee del 1989, sono quasi pari: 6,2% e 5,5%. Spiega Todd: le due micro-ideologie non cercano un sogno o la creazione di una societ nuova. Esse sono conservatrici, si sforzano di proteggere contro la corruzione la citt ideale del presente. I movimenti ecologisti vogliono fermare la degradazione dello sviluppo tecnologico, nucleare o chimico. I movimenti xenofobi sono inquieti per la distruzione della societ a causa dellimmigrazione. Verdi e grigi vogliono fermare la storia. I verdi, per, sono allestrema sinistra mentre i grigi sono a destra anche se non questo quello che conta. I verdi possono spostarsi anche pi al centro e i grigi anche. Alexander Langer, leader dei verdi nordestini, negli anni Settanta un militante dellestrema sinistra parlamentare10. Langer, che si suicida il 3 giugno del 95, avrebbe voluto un movimento verde attraverso tutto lo spettro politico, una conversione ecologica della societ. Lidea di Langer era quella di unautolimitazione cosciente, di una valorizzazione della vita

9. Mi sembra interessante qui ricordare quando diceva Renzo De Felice sullidea di Europa: Tant vero che, se consideriamo i gruppi neofascisti attuali, vediamo che il nazionalismo sostanzialmente scomparso, e al suo posto c una sorta tutta particolare di europeismo. Un europeismo che qualcuno potr dire una specie di supernazionalismo: lEuropa contro lAmerica o lUnione Sovietica, una terza entit fra i due blocchi contrapposti. Questo particolare europeismo il frutto della crisi dei valori nazionali seguita alla seconda guerra mondiale. 10. Cos come Franco Rocchetta, fondatore della Liga Veneta, agli inizi degli anni Settanta milita in un gruppo ecologista radicale: Fronte di liberazione veneto che assalta una petroliera a Marghera.

160

conviviale a livello locale e comunitaria. Ma i Verdi vogliono chiudere la stalla quando i buoi sono gi abbastanza fuori. Lazienda in corso di liquidazione e lallarme suona tardivo. Lo dice anche una maxi-sentenza di Porto Marghera. Il giorno dei morti, il 2 novembre 2001, i 28 imputati del maxi-processo per i 157 operai morti per tumore al Petrolchimico di Marghera vengono tutti assolti. A vario titolo erano accusati di omicidio e lesioni plurime e anche disastro colposo per aver inquinato con gli scarichi aria, suolo, sottosuolo e acque lagunari. Secondo il collegio giudicante il CVM, la sostanza prodotta negli stabilimenti di Porto Marghera, provoca solo alcune forme di tumore (angiosarcoma epatico e altre forme di epatopatia) e la sua cancerogenicit nota solo dal 1973: quindi, le morti precedenti a quella data non costituiscono reato11. "Successivamente al 1973 per prima Montedison e poi Enichem realizzarono tempestivamente gli interventi sugli impianti necessari a ridurre l'esposizione dei lavoratori a livelli compatibili con quelle norme di protezione che il legislatore solo allora eman". E vale la stessa cosa per linquinamento ambientale. Legge la sentenza il giudice Ivano Nelson Salvarani, 62 anni, tra i fondatori di magistratura democratica12, e nellaula famigliari e altri urlano "vergogna, vergogna"; il prosindaco di Venezia, il Verde, Gianfranco Bettin, scoppia in lacrime. Nellelenco degli imputati cera la chimica italiana degli ultimi trentanni: dagli ex presidenti Montedison Eugenio Cefis e Giuseppe Medici, agli ex amministratori delegati di Montedison Alberto Grandi e Giorgio Porta, quest'ultimo chiamato in causa anche come presidente Enichem ed Enimont, fino all'ex presidente di Enichem ed Enimont Lorenzo Necci. All'inizio della mia carriera, - dir pi tardi a Repubblica proprio Nelson Salvarani - pi di trent'anni fa, mi chiamavano pretore d'assalto. Dieci anni fa, quando da pm ho avviato l'inchiesta su Gianni De Michelis e Carlo Bernini, mi accusavano di indagare in un'unica direzione e di essere strumento del Pci. Adesso sono diventato un servo dei padroni. Ma voglio ribadire che era una sentenza che purtroppo doveva essere fatta. Dico purtroppo perch non va incontro alle aspettative della gente, che per si era costruita una verit indotta e virtuale. Abbiamo deluso le attese di chi riteneva che il proprio marito, il proprio padre erano morti per colpa della fabbrica.
11. Poco dopo esce in libreria per i tipi di Feltrinelli, Petrolkiller scritto da Gianfranco Bettin e Maurizio Dianese. 12. Per la storia dei magistrati veneti fondatori di Magistratura democratica si consiglia la lettura del libro di Giovanni Palombarini, Giudici a sinistra Edizioni Scientifiche Italiane - 2000.

161

Leuroparlamentare di Forza Italia, Renato Brunetta, dir pi tardi che l'area metropolitana non potr realizzarsi fino a quando ''non si chiuder la chimica a Portomarghera. Vogliamo che sia la Magistratura a risolvere i nostri problemi strategici con la chiusura di questi impianti?'' La fabbrica, dunque, non c pi e quando cera era quello che era e tutti lo sapevano. Ai verdi del Nordest, dopo questa sentenza, non resta che cercare di accompagnare il futuro pi che riesumare il passato. Nellagosto 2003 denunciano la Giunta regionale del Veneto per la contaminazione di campi coltivati con organismi geneticamente modificati. E estate, largomento ostico, due assessori propongono di usare il tutto per farne combustibile. Sempre Gianfranco Bettin dir: ''Per questo motivo come Federazione regionale stiamo per lanciare a settembre una campagna per la raccolta delle 5000 firme necessarie alla presentazione di una proposta di legge regionale di iniziativa popolare per rendere il Veneto 'libero da ogm', accompagnata da iniziative locali per allargare il numero dei Comuni che dichiarano il proprio territorio antitransgenico, per introdurre prodotti tipici e biologici nella ristorazione collettiva pubblica e aprire nei mercati locali spazi specifici per i produttori biologici e dei prodotti tipici regionali''. I verdi sono integrati: classe media, scrittori, attori, insegnanti, ricercatori, bancari. Sono pi attivi l dove erano pi attivi i cattolici. Gli altri, i grigi, sono preoccupati: artigiani, operai, piccoli imprenditori, autonomi, pensionati. Sono pi attivi l dove erano pi attivi i laici. I grigi provano a resistere alla modernizzazione attaccando gli immigrati che vengono a fare gli operai, i venditori, gli artigiani e, perfino, gli imprenditori. Ma il capro espiatorio immigrato frutto, pi di altro, del panico. Le percentuali di voto leghista, che nelle consultazioni amministrative a elezioni diretta di sindaci o presidenti, toccano anche il 70% in alcune province (Luca Zaia, a Treviso, nel giugno 2002 prende il 68,9%) non giustificano il clima di caccia alle streghe: nel 1999 lincidenza percentuale sulla popolazione residente degli immigrati nelle province con pi attrattiva va dal 3,2 al 3,7%, in altre siamo intorno all1,2-2%. Tra laltro, dal 1995 al 1999 ci sono stati incrementi annuali dellordine dello 0,4-0,6% e anche con un rallentamento nel 1997. Dunque si tratta, per lo meno, di un rapporto impari dove la proiezione delle angosce private trova sbocco nellidentificare un oggetto esterno da perseguire per corazzare quello che, in realt, nella propria mente: il panico per linsicurezza del lavoro e del salario, entrambi diventati insicuri anche per limprenditore-operaio. Letnocentrismo veneto nellultimo secolo fa venire in mente gli onorevoli padova162

ni Breda e Papadopoli, il trevigiano Manfrin, e il vicentino Rossi che fondarono, nel 1889, lAssociazione fra i veneti residenti a Roma. Cos come il bellunese Giovanni Battista Zannini e la letterata trevigiana Luigia Codemo che scrive gi nel 1872: Che cosa il Veneto per lItalia? Niente. Che cosa deve diventare? Tutto. E non si pu non ricordare le traversie del Comitato veneto per il decentramento e le autonomie promosso dal trevigiano PierLuigi Mozzetti che a fine Ottocento voleva una regione autonoma e si attaccava alla lingua, al sangue, alla terra: la nobilit, naturalmente, era nel passato della Serenissima e del leone marciano, suo simbolo. Il sistema non rifiuta le differenze e sfugge luniformazione. E come costretto a spingersi avanti da solo. Al limite attardarsi per vedere gli altri cosa fanno e quindi differenziarsi. Anzi, la famiglia stirpe, ha la tendenza ad accentuare le differenze anche dove non esistono o sono risibili. La differenza linguistica, ad esempio, paradossalmente potrebbe essere fatta valere anche a qualche decina di chilometri di distanza se si confrontassero, tra loro, i dialetti veneti, friulani o trentini.

Astenuti apocalittici e astenuti integrati Lastensione al voto, senza dubbio, la risultante di una contestazione, ma quando questa supera il 30% degli aventi diritto non si tratta pi di sola contestazione. Il 30% di una popolazione che contesta realmente significherebbe una turbolenza continua e una instabilit non riassorbibile se non con grandi cambiamenti culturali e sociali. Lalto astensionismo racchiude, invece, una sostanziale adesione al sistema, anche se non dichiarata; il messaggio dellelettore chiarissimo e ritiene i candidati maggiori egualmente degni di governare. Non solo, ma nella deideologizzazione collettiva lastensione la risultate dellabbassamento della tensione e della lotta tra le classi. Operai e impiegati, spinti verso il livellamento in alto, saranno tendenzialmente pi influenzati dalla percezione che il sistema sta funzionando e che i temi del dibattito politico, pur diventando sempre pi complessi, possono essere non influenti. Non dimentichiamo che in Italia dagli anni Sessanta si raggiunge lalfabetizzazione totale e la crescita economica viaggia ad un + 5,6% in pi lanno per un lungo trentennio. Il fenomeno dellastensionismo, dunque, diventa un fenomeno di massa al nuovo cambio di mentalit, dovuto pi che alla contestazione che invece si rivolge a micro-ideologie o a partiti spontanei alla adesione. E chiaro che, allo stesso tempo, il fenomeno delladesione tacita assume aspetti 163

Referendum estensione art. 18 (2003)

Affluenza alle urne


oltre il 30% tra il 25% e il 30% tra il 20% e il 25% sotto il 20%

164

preoccupanti in quanto permette lespansione di oligarchie politiche incontrollabili. Le stesse organizzazioni intermedie: sindacati, associazioni, gruppi, sono improntate in sistemi verticali, cooptanti e differenziati da essere indotti pi a gestire il gestibile che non a decidere i reali cambiamenti. Vengono continuamente assaltate da clonazioni pi o meno potenti: Confindustria dalla Compagnia delle Opere, i sindacati da sindacati di categoria o di settore, le associazioni si moltiplicano pur occupandosi dello stesso ambito. Il controllo delle organizzazioni di massa, tra laltro, efficace in un sistema autoritario ma viene messo in crisi dalle modulazioni egualitarie. Non un caso se il sindacalismo inglese, che agisce in un sistema libert/inegualit, nel contesto anglosassone la base del partito e non viceversa. E non un caso, invece, neppure la strutturazione verticale e forte del sindacalismo tedesco pienamente ancorato al sistema autoritario/inegualitario. In Italia, invece, i sindacati si sono dovuti dividere ideologicamente in tre. Su tutti, chi, realmente, decide, e questa potrebbe essere anche una soddisfazione democratica, il sistema famigliare. Lequilibrio o il disequilibrio che si realizza tra i tipi di famiglia decide il destino di una regione, di una nazione e lo fa pesantemente, nel lungo termine e indiscutibilmente. E nessun singolo uomo o gruppi di uomini per quanto organizzati possono avere unaltrettanta forza da opporvisi a una potenza culturale e di mentalit che si esplica cos massicciamente e nel tempo. Se, ad esempio, consideriamo laffluenza alle urne per il referendum sullestensione anche nelle piccole aziende dellarticolo 18 dello Statuto dei lavoratori, in base anche alle eleborazioni dellIstituto Cattaneo notiamo che la distribuzione dei votanti la ricalca della distribuzione dei tipi di famiglia. In Italia l dove i sistemi famigliari sono prevalentemente egualitari c stata pi affluenza e pi voto per il s a prescindere dalla presenza di piccole imprese. Anzi l dove vi sono pi addetti alla piccola impresa lastensionismo stata maggiore. Infine, per non essere sempre complicati, va anche considerato che una popolazione che invecchia pu essere meno interessata al futuro e quindi vota meno. Nelle citt con indici di invecchiamento pi alti anche lastensionismo pi alto.

Democrazia e Nazione La democrazia, che si afferma nelle singole nazioni, legata a queste in modo indissolubile. Se si affievolisce il sistema democratico e si affermano le oligarchie perch il valore della Nazione si va esaurendo e i modelli comuni diventano altri e 165

meno omogenei. Se il valore della Nazione si acuisce tanto da diventare esclusivo si rischia lautoritarismo. Lequilibrio tra Democrazia e Nazione fondante la modernit ed ancorato al valore di appartenenza e di identit. Non a caso la nazione nasce con le grandi monarchie. Quando le macro-ideologie svaniscono, letnocentrismo regionale si acuisce e la deindustrializzazione manda nel panico larghe fasce della popolazione, allora si smorza il valore di appartenenza nazionale e nasce la globalizzazione. La globalizzazione, quindi, non una causa ma un effetto della perdita di identit che, nel nostro paese, per quanto riguarda il Nordest, ma non solo, ha significato una reazione etnocentrica. Il rifiuto e labbandono delle credenze collettive unificanti e non totalizzanti crea il tentativo di far nascere credenze collettive, altrettanto tranquillizzanti, come appunto leuropeismo, la multicultura, il mondialismo, la decentralizzazione. Negli altri paesi europei la perdita di identit ha creato reazioni nazionaliste e differenzialiste (tanti pi ricchi ma anche tanti pi poveri) che si sono cristallizzate nellidea della globalizzazione. Ma che cosa sia, da dove, effettivamente venga la globalizzazione nessuno lo spiega. Quando il livello culturale di base cresceva, le industrie offrivano occupazione, il territorio era disponibile, tutto sembrato possibile. Il progresso diventato vissuto quotidiano: i nonni morivano di fame, ma i nipoti gi studiavano di pi e viaggiavano in aereo. Le economie crescevano, quella americana pi di tutte perch era la pi protetta, e le infrastrutture promosse dagli stati davano lavoro anche ai meno qualificati. Lobiettivo individuale, caso mai, era cercare di ottenere sempre di pi e associandosi con altri individui dello stesso livello e della stessa categoria cercare di indirizzare verso di s pi risorse possibili. Generazioni intere sono cresciute pensando il merito, il coraggio, la fortuna, la lotta per la sopravvivenza, la resistenza al dolore come atteggiamenti individuali e non come frutto dellandamento generale. Tutto questo possibile a livello nazionale; con la formazione di una sola lingua che permette il confronto e lo scambio, di un territorio controllabile, di costumi e risorse divisibili in base a principi e leggi comuni. Niente di tutto ci, naturalmente, ostacolo alluniversalismo, se non la mentalit: la lingua si pu imparare, la terra si pu condividere, i costumi si possono assimilare. Lunico problema, reale, che ci vorranno secoli e non settimane! Per ora ci si chiede: dov lEuropa? Cosa appartiene dellEuropa o del Mondo ad un nordestino, un italiano, un francese, un inglese, un americano o un cingalese? Le risorse della propria nazione, ma non di certo le risorse del mondo che, detto cos, diventano soltanto un concetto astratto o di teoria economica. Ecco perch lEuropa 166

ancora non esiste. Cosa appartiene ad un italiano del sottosuolo francese? La pizza europea, ma in realt italiana. Che cosa possiamo farcene del libero mercato delle professioni europee se la maggior parte della forza lavoro attiva non parla la stessa lingua? La paura diventa pi forte dellavventura, non c pi il Far West, anzi il West da conquistare siamo diventati noi! La percezione di perdere ci che si ottenuto diventa pi presente della speranza di conquistare ci che non si ha. La finanza psichica, pi che leconomia reale, prende il sopravvento: le turbe psichiche muovono denaro inutile, finto, elettronico che neppure pi si manipola, e si scaricano nella speranza dellarricchimento veloce, per cercare di sentirsi o di mettersi, comunque al riparo. Se prima la paura e il bisogno di sicurezza si esorcizzava ricorrendo a Dio, poi al partito o alla classe di appartenenza, oggi si tentato il ricorso al denaro perfino allinvenzione a tavolino di una nuova moneta, lEuro. Pi ne ho pi mi sento al sicuro. Ma se si svaluta? Ed ecco lossessione paranoide per il contenimento dellinflazione. Il patrimonio, oggi, pi importante del salario. Carlo Tullio Altan, professore di antropologia culturale a Trieste, alla fine degli anni Ottanta gi si domanda se era possibile, in queste condizioni, una nuova regressione autoritaria e scrive nel suo libro Populismo e trasformismo: Una pura e semplice riedizione del regime storicamente impensabile, se si tiene conto, come si cercato qui di fare, della complessa congiuntura di cui fu il risultato, e per la quale esso da giudicare irripetibile. Certo per contro un fatto, che i bisogni umani, che ci fanno essere cio uomini e non solo animali, sono insopprimibili. E se fra i bisogni fondamentali delluomo non va mai trascurato il bisogno consapevole di libert, che ci distingue appunto dagli animali, nemmeno si pu trascurare socialmente il bisogno di sicurezza - che aggrega e cementa i gruppi e le societ in un comune interesse di autodifesa, tanto contro le minacce esterne, quanto contro quelle di uninterna dissoluzione -, senza pagarne duramente il fio in termini di perdita di libert. In Italia settori notevoli di un ceto medio, enormemente dilatato in ragione della trasformazione mondiale del sistema produttivo, nel senso del terziario, se colpiti dalle conseguenze del disordine indotto dal sistema politico su quello economico (si pensi ad un debito pubblico che, giunto alla sua soglia critica, dovesse essere consolidato, per evitare una inflazione selvaggia e travolgente, riducendo drasticamente le abitudini di consumo dei risparmiatori, ormai fattesi simili ad un riflesso naturale) potrebbero costituire uneccellente base sociale per unimpresa autoritaria. La possibilit n tuttaltro che remota. Come ho gi scritto ritengo la paura del deficit pubblico non reale in quanto si tratta di una partita di giro con se stessi, se ogni cittadino realmente il proprio Stato. 167

Ma Altan scriveva una decina di anni fa quando eravamo bombardati da argomenti sul tema. Ennesima dimostrazione come i grandi temi mediatici siano sorprendentemente contingenti e legati alle evoluzioni della mentalit. Anzi, per alcuni aspetti, il deficit pubblico pu diventare uno dei leganti collettivi: se tutti hanno un credito nei confronti dello Stato di appartenenza, tutti ne hanno anche un debito. La condizione accomuna ricchi, medi e poveri, meridionali e settentrionali, giovani e vecchi. Paradossalmente cos come si definito il Nordest come popolo delle partite Iva si definita lItalia come il popolo dei bot. Meglio essere popolo di qualcosa che popolo per niente! Quanto alla governabilit, alla democrazia debole, anche questa un mito: nel Nordest, nel secondo dopoguerra, ci sono stati sindaci che hanno governato le citt per decenni. Deputati che sono morti senatori dopo molteplici legislature. Piuttosto, in passato, il governo non era nelle istituzioni ma nei partiti; e anche questo i cittadini lo sapevano come sapevano delle tangenti e come sapevano delle fabbriche pericolose. I cittadini sanno tutto! La stabilit dei governi italiani, infatti, non si misura con la durata dei primi ministri ma con la durata dei segretari di partito. Ebbene se Fanfani stato segretario della Dc prima per cinque anni di fila e poi per due anni. Aldo Moro lo stato dal 1959 al 1964, il vicentino Mariano Rumor dal 1964 al 1969, Benigno Zaccagnini dal 1975 al 1980. De Mita ha diretto la segreteria democristiana dal 1982 al 1989. Bettino Craxi stato segretario del PSI per 17 anni! Pi stabilit di cos? Piuttosto alcuni modelli che oggi ci vengono proposti potrebbero, addirittura, sfociare in monarchie democratiche come negli Stati Uniti dove, in definitiva, finiscono per contendersi il potere la famiglia Bush e la famiglia Clinton. Alexis Toqueville scrive: "se cerco di immaginarmi il nuovo aspetto che il dispotismo potr avere nel mondo, vedo una folla innumerevole di uomini eguali, intenti solo a procurarsi piaceri piccoli e volgari, con i quali soddisfare i loro desideri. Ognuno di essi, tenendosi da parte, quasi estraneo al destino di tutti gli altri: i suoi figli e i suoi amici formano per lui tutta la specie umana: quanto al rimanente dei suoi concittadini, egli vicino ad essi, ma non li vede; li tocca ma non li sente affatto; vive in se stesso e per se stesso e, se gli resta ancora una famiglia, si pu dire che ha una patria." Toqueville scrive questo guardando lAmerica e dunque un sistema di famiglie molto diverso dal nostro, ma oggi molto influente su buona parte degli italiani. Da qui, ammonisce Toqueville, nasce un'aristocrazia di tipo nuovo "una delle pi dure che siano mai apparse sulla Terra (...) vorrei srive sempre Toqueville - che pensassero un p pi a fare dei grandi uomini:... che si ricordassero sempre che una nazione non pu restare lungamente forte quando 168

ogni uomo individualmente debole e che non si sono ancora trovate delle forme sociali e delle combinazioni politiche tali che possano fare un popolo energico con dei cittadini pusillanimi e muti. Se il 7 novembre 2000 ha suonato la sveglia per milioni e milioni di americani che non votano ma soltanto consumano forse siamo sulla strada giusta. Se il 7 novembre apre l'era della telenovelas politica Bush-Clinton, allora, scordiamoci gli Stati Uniti e torniamo nella nostra cara vecchia Europa; qui torner il centro del mondo. Qui c il nostro Nordest, anche se qui, per unaltrettanta debolezza e pusillanimit, pensano che il centro del mondo non sia lUomo, ma lazienda, lo Stato, la lingua o, magari, lEuro. Se dobbiamo riassumere in una parola scrive Emmanuel Todd la prima met del XX secolo, il termine falsa coscienza che convincer meglio di altri. Falsa coscienza sessuale, sociale, politica. Ovunque le lites borghesi lanciano le masse in uno scontro mortifero, interno alle nazioni ed internazionale. In nome delle ideologie messianiche e menzognere si velano grandi realt sordide. Le classi borghesi piccole e grandi non hanno sopportato il proprio individualismo. Gli ondeggiamenti militari e totalitari sono il risultato di questo scacco. Ma il deragliamento dellEuropa non proviene da una dinamica propria dello Stato, macchina disincarnata. Gli Stati non diventano folli che per gli uomini che li costituiscono, li dominano o li concepiscono in forme psicotiche. Gli stessi apparati, in altre circostanze, si comportano senza aggressivit. La follia degli Stati non che il riflesso delle lites.

Link: Sui ladini: http://storiaveneto.scipol.unipd.it/studi/Palla/L. Palla Su Pasolini: http://www.storia900bivc.it/pagine/editoria/buratti394.html Sulla vicenda Enichem: http://www.petrolchimico.it/Petrolchimico/home_petrolchimico.htm

169

20 - Lista Di Pietro

Elezioni politiche (Camera, proporzionale) 2001

sopra il 4%

sotto il 4%

170

21 - Verdi

Elezioni politiche (Camera, proporzionale) 2001

sopra il 2%

sotto il 2%

171

22 - Ccd-Cdu

Elezioni politiche (Camera, proporzionale) 2001

sopra il 3%

sotto il 3%

172

23 - Lega Nord

Elezioni politiche (Camera, proporzionale) 2001

sopra il 10%

sotto il 10%

173

24 - Forza Italia

Elezioni politiche (Camera, proporzionale) 2001

sopra il 30%

sotto il 30%

174

25 - Alleanza nazionale

Elezioni politiche (Camera, proporzionale) 2001

sopra il 10%

sotto il 10%

175

26 - Margherita

Elezioni politiche (Camera, proporzionale) 2001

sopra il 17%

sotto il 17%

176

27 - Rifondazione comunista

Elezioni politiche (Camera, proporzionale) 2001

sopra il 4%

sotto il 4%

177

28 - Democratici di sinistra

Elezioni politiche (Camera, proporzionale) 2001

sopra il 10%

sotto il 10%

178

29 - Radicali

Elezioni politiche (Camera, proporzionale) 2001

sopra il 3%

sotto il 3%

179

180

Capitolo 5

Leconomia sglobalizzata

Chi guadagna, guadagna tempo Se vero che chi veramente guadagna, guadagna tempo, allora il Nordest ha cominciato a guadagnare gi dallinizio del secolo scorso1. Il Veneto di allora, comprendente anche tutto lattuale Friuli tranne Gorizia e Trieste, contava su una speranza di vita dei propri abitanti, nella media tra gli anni 1897-1904, di 60,9 anni con tutte le altre regioni italiane dietro; venivano subito dopo le altre regioni del sistema di famiglia autoritaria/egualitaria Marche (58,4), Umbria (57,7) e Toscana (56,8) e poi quelle del sistema liberale/egualitaria del Nordovest del Sud-Isole e i napoletani. Leconomia la parte cosciente dei comportamenti umani, ma la vita dipende da molto altro. La scienza triste suppone che tutto si faccia in modo razionale, o almeno pensa che il comportamento del singolo sia basato sul massimo soddisfacimento dellinteresse personale. Ma spesso la storia ci ha detto il contrario. E stato dimenticato ma, almeno per quanto riguarda lEuropa, il decollo economico, negli anni Sessanta, aveva fatto apparire a tutti che era il momento di fare come i francesi. Il decennio dopo bisognava, invece, fare come gli svedesi; e non dimenticate i nordestini andati in Svezia negli anni Settanta. Poi arrivato il decennio dei tedeschi e poi quello degli anglosassoni. Insomma le economie europee hanno trainato ad infatuazione decennale pi che in ordine a logiche macroeconomiche.

1. Non solo, ma chi si preso tempo per studiare poi ha anche guadagnato di pi: a titoli di studio pi elevati corrispondono rendimenti maggiori (chi detiene la licenza media, un diploma o una laurea ha un reddito che , rispettivamente, del 12%, del 18% e del 29% pi elevato rispetto a chi ha la licenza elementare o nessun titolo di studio). Il diploma che offre il rendimento maggiore, sembra essere il diploma di istituto professionale che assicura un reddito di circa il 7% pi elevato rispetto a chi non diplomato. Le lauree pi redditizie sembrano essere medicina, giurisprudenza e economia, con un reddito che superiore a quello dei non laureati del 23%, 16% e 15%, rispettivamente.

181

Peccato che ogni economia si inscriva, invece, in una sistema antropologico e culturale specifico e pi che essere importato o esportato pu essere solo messo in relazione. Incistare o bloccare i sistemi culturali significa interdire lesplicazione democratica di ciascun paese. Motivo questo anche per chiarire il perch non si potuto fare che una semplice Europa monetaria, con una sola vera istituzione indipendente, la Banca Centrale Europea, e niente di pi. Finch le sovranit restano nazionali, o anche regionali, lEuropa dei popoli rester salvaguardata e non creer nessun altro tipo di Europa nonostante le proposte astratte. E chiaro che la logica dellinteresse individuale non si esaurisce nel cosciente, nel razionale, e organizzare la societ su questo una semplice assurdit. E unassurdit credere che esista, prima di tutto, la legge economica. Che una mano invisibile riesca ad equilibrare, ogni volta, in qualsiasi condizione, le domande e le offerte una idea magica. Penso: una societ in cui gli anziani sono prevalenti tender a combattere di pi linflazione che la disoccupazione. E, infatti, in Europa la disoccupazione negli ultimi dieci anni sempre aumentata ed giovanile2. Linflazione, invece, sotto stretto controllo, ormai quasi quotidiano. Ma questa stessa societ di vecchietti disinveste sulle infrastrutture di lungo termine, sulla scuola, sulla tenuta ambientale e tende a bloccare limmigrazione se non a fini strumentali. Il deputato prende voti andando pi per ospizi che per asili. Se ne accorge anche Gian Antonio Stella che sul Corriere della Sera del 20 agosto 2003 scrive di premure e attenzioni da parte di Alleanza nazionale che, sotto la spinta di Ignazio La Russa, ha mobilitato tutti i dirigenti del partito, grandi e piccini, in una raffica di visite a ospizi, cronicari, centri sociali di tutta Italia, dalla Casa di Riposo Ventimiglia di Catania allistituto Salvi di Vicenza aprendo, in concorrenza con la sinistra pi attenta tradizionalmente a questo mondo e con i cieli azzurri berlusconiani, la campagna per la conquista di una fetta della torta elettorale che si fa sempre pi larga. E appetita. Lossessione della bilancia dei pagamenti sempre in attivo un tipico rifiuto della giovinezza (cos come leccesso contrario un ripiego infantile e regressivo) perch presuppone una vita corta davanti per poterla riequilibrare. Lequilibrio della bilancia dei pagamenti dovrebbe essere un obiettivo di benessere

2. Il premio Nobel Franco Modigliani, Jean Paul Fitoussi, Beniamino Moro, Dennis Snower, Robert Solow, Alfred Steinherr e Paolo Sylos Labini su questo hanno perfino proposto il "Manifesto contro la disoccupazione nell'Unione Europea".

182

reale, nel medio lungo termine e con la soddisfazione generale: un segnale di distribuzione matura delle risorse e dei tempi e modi della vita di ognuno; unoscillazione equilibrata. Qualche economista parla di scontro tra generazioni, ma i pi giovani potrebbero anche decidere di emigrare e lasciare i vecchi nel loro brodo. Per addolcire lo scontro si potr allungare let per la pensione, tassare gli assegni di vecchiaia o arrivare alla capitalizzazione pura: ogni generazione far per s. Ma in tutte queste prospettive manca sempre la constatazione di un fatto: le generazioni sono legate tra loro da vincoli di parentela. Quando si parla di vecchi, o anziani che dir si voglia, stiamo parlando dei nonni e quando si parla di giovani stiamo parlando dei nipoti di questi nonni. La lotta tra le generazioni non avverr se non con una modulazione incruenta e piuttosto con un accordo. Gli scontri generazionali, caso mai, riguardano i processi di emancipazione non i processi economici. In Italia abbiamo la coincidenza di un fenomeno, nel Nordest pi che altrove abbiamo la popolazione pi vecchia nella zona pi ricca. Qui la tendenza etnocentrista pu spingere le generazioni, insieme, a livellare verso il basso i principi di solidariet con lesterno e a tentare, fortemente, di mantenere allinterno della zona le risorse, sia per i vecchi che per i giovani. I presupposti culturali ci sono e quelli economici potrebbero essere attivati da un forte cambiamento politico. Ma c anche chi dispera come il direttore della Fondazione Nordest, Daniele Marini, che presentando il Rapporto-2003 ha detto: Il Nordest del grande processo espansivo finito sia perch sono limitate e in via di esaurimento le sue risorse, sia perch sta terminando un certo tipo di sviluppo e cambiando gli orientamenti della popolazione. Il declino demografico continua a prosciugare le giovani forze locali destinate al lavoro. In assenza di migrazioni, fra meno di vent'anni, le persone di et compresa fa i 20 e i 49 anni diminuiranno di circa un milione, e non saranno in grado di sostituire le generazioni che li hanno preceduti. E, d'altro canto, una ripresa della natalit, ancorch distante dall'avvenire, mostrerebbe i suoi frutti solo nel lungo periodo''. Un allarme, questo, che ad esempio in Trentino-Alto Adige era di moda tra la fine degli anni Settanta e linizio degli anni Ottanta: oggi il Trentino-Alto Adige ha sviluppato turismo e terziario ed una regione - in rapporto ad altre - che sta gi migliorando il proprio saldo demografico. E il governatore del Veneto, Giancarlo Galan, invece, punta i piedi, e sente puzza di elezioni che si avvicinano e tuona: ''Il modello di sviluppo economico del Nordest vivo e vegeto''. Lo ha detto, a luglio 2003, alla presentazione dei dati sull'utilizzo dei Fondi sociali europei, intervenendo sul dibattito sulla vitalit vera o presunta del Nordest. ''Quando fa comodo si parla di Nordest, quando fa un p meno 183

comodo non si parla mai di Veneto. Nel Nordest il Veneto una cosa a s e va stranamente molto meglio del Friuli-Venezia Giulia, e va ancora pi stranamente molto meglio del Trentino Alto-Adige. Il Veneto continua ad andare perch in tutte le sue componenti riesce a fare performance migliori delle regioni limitrofe, e delle regioni con le quali competiamo in tutta Europa''. Un capitalismo per ogni campanile?

Capitalismo stirpe e capitalismo individualista A parte le polemiche politiche vediamo di chiarirci le idee generali: il Nordest rientra nella categoria mondiale del capitalismo stirpe che si distingue da quello individualista tipico anglosassone. Questultimo vuole il profitto a breve termine basato sulla soddisfazione immediata del consumatore. Il consumatore al centro degli interessi perch la famiglia tipica anglosassone libera presto gli individui e distribuisce in modo inegualitario le eredit. I fattori di produzione; capitale e lavoro, devono essere gestiti in veloci, essere flessibili, spostati l dove va il consumo. La famiglia fortemente nuclearizzata e quindi deve poter portare con s uneconomia flessibile. Il risparmio minimizzato perch inglobato nel consumo. Leventuale deficit viene coperto dallindebitamento che spinge, a sua volta, a sostenere la flessibilit. Nel sistema stirpe il capitalismo non tende, esclusivamente, al profitto ma alla conquista dei mercati e alla espansione della produzione. La realizzazione di manufatti deve essere di qualit. Gaetano Marzotto interrogato dalla Commissione del Ministero per la Costituente sulleconomia italiana durante il fascismo alla supposizione di un parlamentare che chiedeva che effetti si sarebbero avuti se i prezzi dei nostri manufatti fossero stati ribassati del 10% per la collocazione allestero, risponde: Non credo che sarebbe aumentato in quanto che tutti i prezzi sarebbero stati ribassati: cera lindustria polacca che lavorava a prezzi bassissimi, vi erano lindustria cecoslovacca e quella giapponese, che lavoravano a prezzi rovinosi. Si lavorava pi per gli articoli, genere, disegni e qualit. Nei nostri prodotti cera un certo gusto. Noi non si produce panno grigio-verde; siamo fornitori di qualcosa di pi, di un prodotto nel quale conglobato un gusto personale. In tal modo un articolo pu essere introdotto in un paese anche con un prezzo leggermente superiore che ci consente di esportarlo coprendo le spese generali. 184

Insomma si combina unattitudine a mettere nel lavoro un gusto personale che trova un proprio mercato a prescindere dalle regole di concorrenza bruta. Il consumatore del capitalismo stirpe non al centro dellattenzione: pi un agente necessario mentre la manodopera qualificata riceve pi attenzione. La risultante macro un consumo depresso, un attivo costante della bilancia commerciale e una stabilit dei lavoratori rispetto al ruolo e al luogo di lavoro. Se il capitalismo individualista importatore il capitalismo stirpe esportatore. Limpresa non completamente sul mercato ma appartiene alle famiglie che le tramandano di generazioni in generazioni; nel sistema stirpe non nascono nuovi capitalisti alla stessa velocit e quantit che in quello individuale. La ricchezza meno mobile, ma il lavoro anche meno flessibile. I fattori di produzione sono pi stabili e accorpati. La propensione al risparmio si alza e linvestimento, pi del consumo, ne segue le tracce. Ma i due capitalismi sono strettamente legati tra loro: se uno produce pi di quanto consuma e uno consuma pi di quanto produce, luno ha bisogno dellaltro. I sistemi, per, alla lunga, se questa la logica, non convergeranno ma si differenzieranno nella mentalit. I livelli culturali divergono: un sistema flessibile produce un livello culturale non molto alto della popolazione e sposta repentinamente la forza lavoro produttrice e consumatrice. Linstabilit esige livelli culturali pi contenuti della stabilit che, invece, deve puntare sulla trasformazione delle materie prime, sulla qualit e il gusto personale. Su questo livello appare straordinaria la coincidenza delle carte dellalfabetizzazione del Nordest tra Ottocento e Novecento, periodo in cui, nel Nordest, gli analfabeti vanno sotto la quota del 50%, e quella dellistruzione elementare degli anni Settanta, e la distribuzione degli addetti allindustria del 2001 (figura 30). Nel 2001 il tasso degli addetti alle imprese, infatti, trova le province di Vicenza, Belluno, Treviso e PordenoneUdine ai primi posti. Le province tra fine Ottocento e inizi Novecento con maggiore crescita di alfabetizzati sono Vicenza, Belluno, Treviso, Udine e Verona. Venezia era tra queste alla fine dellOttocento, ma prima della Prima Guerra mondiale si attarda e mantiene ancora un alto tasso di analfabeti3. I depositi bancari, pro-capite, nel 1925, sono pi alti nelle province di Vicenza, Belluno, Treviso e Udine. Non solo ma nel 1971 si preparano alla nuova industrializzazione sempre le stesse province: la percentuale dei licenziati alle elementari sul

3. Nel 1911 gli addetti allindustria nelle due province di Vicenza e Venezia si aggiravano intorno al 32% (concentrati soprattutto nei due poli dellAlto-vicentino e della citt lagunare), seguiva il veronese con il 27% e il padovano con il 23%. Gli addetti allindustria delle altre province sono intorno al 20%.

185

30 - Addetti allindustria (2001)

Rapporto tra residenti e addetti allindustria


tra 3 e 5 tra 5 e 8 tra 8 e 10 pi di 10

186

totale della popolazione, quindi coloro che hanno una istruzione di base, sono pi concentrati nelle province di Treviso, Pordenone, Vicenza, e Belluno e Verona. Il livello culturale della successiva forza lavoro prepara le crescite economiche del futuro. Attenti perch il blocco Vicenza-Treviso-Belluno anche oggi quello che, se si muove compatto, riesce a dare il movimento futuro a tutto il Nordest. A questo proposito non sottovaluterei lallarme lanciato dal ministro degli Interni, il sardo Giuseppe Pisanu, che ha indicato le tre province venete come: ''Un'area di particolare interesse per il traffico di stupefacenti e per la tratta di esseri umani, risultata cogestita da sodalizi nazionali e transnazionali''. Per quanto riguarda il Veneto, il ministro ha rilevato che la regione '' caratterizzata da un grande dinamismo economico e finanziario del tessuto imprenditoriale: una crescita economica particolarmente visibile nelle province di Belluno e Treviso, che pu risultare un elemento attrattivo per il crimine''. In particolare, la relazione evidenzia nelle province di Verona, Vicenza, Treviso e Belluno la presenza di esponenti di origine calabrese attivi in settori dell'imprenditoria, come edilizia pubblica e locali notturni, ma anche nel traffico di stupefacenti. In queste province sono stati scoperti sodalizi criminali impegnati nella gestione del traffico di stupefacenti importati da Napoli. E' stata accertata anche la presenza attiva di alcuni pregiudicati ritenuti affiliati a contesti criminali pugliesi, collegati anche ad elementi autoctoni. Se questa robaccia attecchisce in queste province il nuovo Nordest potrebbe esserne compromesso. Ma torniamo allistruzione: negli Stati Uniti, dagli anni Sessanta ad oggi, il livello culturale degli scolarizzati medi diminuito. Non solo, ma secondo i dati del National Science Foundation i diplomati scientifici americani sono passati dai circa 200.000 allanno a met degli anni Ottanta ai circa 150.000 nel 90-91. In Europa il sorpasso sugli Usa avviene nel 1988 e nel 1992 sono stati diplomati in materie scientifiche oltre 200.000 giovani. Nel Nordest, invece, nel 2003, si iscrivono alluniversit anche i trentenni come accade a Udine: i diciotto-diciannovenni continuano ad essere la componente prevalente (56,6%), i neo-iscritti di oltre 21 anni sono aumentati di circa il 40% dal 1993-94 al 2002-03 e laumento della percentuale di matricole con et superiore ai 30 anni di oltre il 150% (passando dal 2,7 nel 1993-94 al 6,9% nel 2002-03). I dati emergono dai risultati del questionario che ogni anno il Centro Programmazione, sviluppo e valutazione dell'Ateneo udinese sottopone alle matricole. Il cambiamento del profilo degli immatricolati emerge anche da altre risposte. Aumenta, ad esempio, il numero di coloro che pensano di mantenersi agli studi uni187

versitari con il mio lavoro o con i risparmi accumulati quando lavoravo, cos come quello di chi intende abitare nella casa di propriet e di chi si iscrive per miglioramento, aggiornamento, approfondimento professionale o cambiamento di condizioni lavorative. I neo-iscritti fra i 21 e i 30 anni, a fronte di una media di Ateneo pari al 29%, sono pi numerosi nelle facolt di Lettere (46%), Lingue (35%), Scienze della formazione (34%) e nei corsi di laurea interfacolt (35%). Il 78% risiede in Friuli-Venezia Giulia (12% nella citt di Udine e 41% nel resto della provincia). Nei corsi interfacolt la percentuale dei residenti nella provincia di Udine sale dal 53% dellintero Ateneo al 76%: la differenza determinata dal corso in Educatore professionale, in cui la percentuale di immatricolati della provincia di Udine raggiunge l86%, segno che il corso di laurea risponde alle necessit del territorio e che gli iscritti sono gi impegnati in attivit lavorative come educatori. Le facolt che attraggono pi immatricolati da Gorizia e Trieste sono Lingue, Lettere, Agraria e Veterinaria, ma anche Giurisprudenza. I cittadini stranieri sono il 2,3% e si iscrivono soprattutto a Lingue e Veterinaria. Per quanto riguarda la carriera scolastica, in 10 anni, la percentuale dei liceali passata dal 33 al 40%. Restano marcate le differenze fra maschi e femmine sulla scelta della facolt: i primi preferiscono Ingegneria (80%), Scienze (85%) e Agraria (62%), mentre le donne non amano soltanto gli studi umanistici (Lettere, Lingue e Scienze della formazione), ma anche Medicina (63%). Rispetto allanno precedente notevolmente diminuita la percentuale di donne immatricolate a Scienze della formazione, mentre aumentata la componente femminile a Giurisprudenza, passando dal 55 al 61%. Chi influenza la scelta? Lo sappiamo gi: i genitori. Lattivit del padre o della madre, infatti, risulta decisiva: a fronte di una media di Ateneo pari al 2,3%, le matricole con padre agricoltore iscritte a Veterinaria sono il 9,8% e quelle ad Agraria il 6,5%. Le matricole con padre imprenditore, professionista o dirigente prediligono invece le facolt di Giurisprudenza, Economia o Ingegneria. Perch i giovani scelgono una laurea invece che un altra? Non certo perch li orienta il mercato! Motivo numero uno il 64% - si lascia guidare dallinteresse personale (a Lettere e Scienze questo motivo raggiunge addirittura l80%). Il 35% (soprattutto iscritti a Medicina, Giurisprudenza e Scienze della formazione) considerano la laurea necessaria per le attivit future, mentre il 24% (soprattutto chi sceglie Economia e Scienze) un modo pi semplice per trovare lavoro. Le matricole sembrano piuttosto sicure della loro scelta: il 91% non cambierebbe idea nemmeno se a Udine fossero presenti tutte le facolt. Una curiosit? Questi giovanotti e giovanotte, nel 45% dei 188

casi, vanno a lezione in automobile. In sintesi: let allimmatricolazione si sta alzando; ovvero le fasi di apprendimento si stanno gi allungando e i soldi, pubblici e privati, spesi per lorientamento agli studi sono soldi buttati!4 Le economie sono la risultante di sistemi antropologici e dei movimenti interni di livelli di cultura. La mentalit stirpe finora ha agito nel senso dellaccumulazione dei fattori di produzione e dellesportazione pi che dellimportazione. Si prodotto per consumare ma anche perch altri consumassero in cambio di materie prime e moneta. Il paradosso, per, ci avverte che se tutte le bilance commerciali dovessero andare in eccedenza non ci sarebbe pi domanda e quindi sarebbe inutile aver prodotto. Ma se sempre le stesse vanno in deficit non ci saranno pi soldi da incassare. Il sistema individualista, basato sulla mobilit sociale, deve produrre anche legami tra consumatori, consumatori e produttori, luoghi comuni e simbologie condivise per poter comunicare. Gruppi, associazioni, sette, partiti devono poter collaborare tra loro per cercare il massimo guadagno dalla relazione interna e produrre, per lesterno, lidea di un gruppo omogeneo e affidabile. Il sistema politico deve far apparire che tutto cambi anche se non cambia niente. Lo scontro simbolico tenuto basso. La sostituzione del personale politico non comporta nessuno stress per il sistema e, anzi, la sostituzione avviene con una certa frequenza. Il capitalismo del tipo nordestino, invece, pi differenziato, meno ancorato al rapporto consumatore-produttore, e quindi pi proiettato allesterno e pi strutturato allinterno. La piccola impresa e lartigianato sono espressione delle famiglie e del vicinato, la grande impresa acquisita dallo Stato o dallesterno e quando interna , comunque, famigliare. La retribuzione, la qualificazione, ladozione di nuove tecnologie sono il frutto di una trattativa interna abbastanza lunga. Il sistema lento nella scelta di nuovi modelli, ma quando li adotta accelera velocemente. In un sistema cos la politica tende a far apparire il tutto immobile, mentre tutto cambia continuamente. Lo scontro simbolico tenuto alto e il personale politico cambia lentamente e viene tenuto sotto controllo anche dallapparato burocratico. Una certa superiorit e differenziazione viene tramutata nella superiorit della produzione e quindi dellesportazione. Se fosse vera la teoria del libero scambio e della

4. Quanto a quelli che vanno alluniversit in auto meglio rallegrarsene. Quando ci andavo io cera gi qualcuno che aveva lauto. Erano pochi. Oggi quei pochi fanno professioni di alto livello e guadagnano, sicuramente, pi di me. Dunque se aumenta il numero di studenti che hanno gi lauto pu anche essere un buon segno di processo di uguaglianza. Altro che cattiverie sui giovani!

189

mano invisibile quando una moneta si apprezza dovrebbero aumentare anche le importazioni e viceversa. Ebbene nel Nordest la svalutazione della lira ha accelerato le esportazioni negli anni Novanta, ma lintroduzione delleuro, pi forte, non ha affatto accelerato le importazioni se non per il gioco dei cambi. Non c nessun equilibrio naturale. In una economia complessa nessun paese si specializza nella produzione di certi beni e altri paesi in altri. Una regione o un paese a capitalismo stirpe, di conseguenza, avr una tendenza quasi naturale al protezionismo: tende a comprare poco e vendere molto, tende a conquistare i mercati pi che i consumatori che, a loro volta, concepiscono il risparmio come valore e quindi linvestimento pi del consumo. La preferenza sar verso lacquisto di beni e servizi autoprodotti, di marchi e brevetti propri, di limitare lesterofilia che, al massimo, pu essere imposta solo in beni simbolici. Studi storici e sociologici dimostrano come miti e simboli statunitensi dal dopoguerra ad oggi sono stati acquisiti nei paesi europei, in particolare Francia e Italia, soltanto dopo una revisione di adattamento, trasformazione e assimilazione locale5. Dunque i sistemi si proteggono anche se alcuni sistemi ideologici cercano di imporre la propria rappresentazione dei meccanismi economici.

Leredit come pensione? Una delle imprese simbolo del Nordest, la Marzotto, proprio nel 2003 cambia gestione: dal primo giugno viene estromesso dalla guida Pietro Marzotto. Non si tratta n di unincursione di multinazionali, n di Opa ostile. E un nuovo patto di sindacato tra gli eredi: Andrea Don dalle Rose, Matteo e Gaetano Marzotto, promuovono un accordo tra 13 parenti tutti di et tra i 32 e 56 anni che prendono in mano lazienda. Allaccordo partecipano tre rami della dinastia di Valdagno arrivata alla sesta generazione. Pietro Marzotto resta con il 17,6% e ora i cugini hanno in tutto il 27,09%. Laccordo, tra laltro, prevede la clausola di non vendere pacchetti azionari al di fuori della famiglia n in Borsa n fuori Borsa. Per decidere sul da farsi dovranno trovarsi tutti e votare a maggioranza dell80%. Pietro Marzotto, per la seconda volta, come aveva fatto il padre, si ritirato a vita privata. Nel passaggio generazionale, pi che indicatori economici o sondaggistici, andrebbero considerati con

5. Si veda Aris-Duby La Vita Privata, Il Novecento Laterza, 1988.

190

pi attenzione gli indicatori demografici. Se nel passato si ereditava nel pieno della vita attiva, oggi leredit rischia di arrivare quando si raggiunta let delle pensione. Se si allunga la speranza di vita il patrimonio resta incollato alla generazione dei nonni che possono continuare a gestirla fino a quella dei nipoti, scavalcando, ogni volta, quella dei figli. La mediazione autoritaria, gestita in passato dalla generazione di mezzo, finirebbe per restare fissata, invece, sulla generazione pi anziana. Per certi aspetti laumento della speranza di vita potrebbe favorire, culturalmente, proprio la famiglia stirpe che, manterrebbe uno statuto pi alto di autorevolezza, ma sarebbe costretta, dovendo gestire il patrimonio tra gli eredi col capostipite ancora in vita, a trovare meccanismi pi egualitari. Il sistema delle donazioni, delle distribuzioni degli incarichi nelle aziende o delle parziali gestioni del patrimonio potrebbero favorire questa tendenza. Dunque un futuro pi autorevole con una maggiore mediazione tra le generazioni, ma una pi lunga presenza di quella pi anziana durante la maturit delle successive, e una necessaria alzata del livello di uguaglianza tra i possibili eredi che dovranno mediare pi a lungo, o combattere, col capostipite, la suddivisione del patrimonio in funzione, anche, del contributo attivo apportato per accrescerlo. Laumento delluguaglianza tra gli eredi comporta una maggiore legame tra loro e una pi forte tensione per la democrazia delle decisioni. La maggioranza deve diventare qualificata per non essere continuamente sottoposta a cambio di regole e a turbamenti continui. Ma per questo motivo diventa anche pi rigida e lenta. La Borsa, invece, turba e spersonalizza. Se la Borsa italiana asfittica, la Borsa del Nordest di cui si parlava ogni giorno sui quotidiani a fine anni Novanta non mai decollata perch non risponde alle necessit di un sistema che non raccoglie l i propri capitali e non vuole metterli in gioco proprio l. Caso mai laumento delle ineguaglianze che disarticola i redditi e li differenzia molto come avviene negli Stati Uniti o che scolla le aziende dal proprio territorio costringendo a creare fonti diverse di scambio del denaro. I Marzotto dicono: n in Borsa, n fuori Borsa ma tra noi! Il denaro per la famiglia stirpe ha molta importanza, ma correlato soprattutto al figlio cadetto o alla dote della figlia pi che allerede. Chi eredita acquisisce beni duraturi: la terra, lazienda, la casa, lo studio professionale; ovvero la clientela fidata e i fornitori sicuri. Chi non eredita riceve la dote o il denaro che pu essere investito, associato a quello di un ereditiere, speculato. Il denaro utilizzato come riparatore di ingiustizia diventa opportunit di rientrare: chi ha denaro, si dice, sta scalando verso la vetta. Ma di quale montagna? Quella dellequit e della giustizia. Solitamente il fratello erede incaricato anche 191

di sostituire il padre nelle accortezze verso i fratelli cadetti: lazienda di famiglia resta, in qualche modo, patrimonio comune nel caso si rendesse necessario. Un certo tipo di welfare primordiale, ma anche di autarchia, ascritto, dunque, nel sistema imprenditoriale stirpe.

Delocalizzare: la libert in Russia Se, ad un certo punto, il sistema guarda alla delocalizzazione, non per andare a cercare manodopera pi disponibile, che tra laltro dovrebbe essere qualificata e avere un certo gusto personale cosa che, a priori, impossibile trovare in quanto deve correlarsi con il proprio6. Non questo il problema di questo capitalismo che pu benissimo alzare i tassi di fecondit, abbassare i tassi di et al matrimonio o assimilare immigrati tuttal pi ghettizzandoli. Si delocalizza per cercare maggiori spazi di libert. Lazienda del Nordest cresce in tutto il Novecento in ragione di una sistematica ineguaglianza tra fratelli. Limprenditore-operaio, non distinguendo a pieno i ruoli, abbassa i livelli di lotta, e crea margini piuttosto per investire in macchinari e capannoni, qualit dei prodotti, sistemi di vendita. Risparmio e investimento sono strettamente connessi allidea di un futuro, al proseguio del proprio lignaggio, cosa che in altri sistemi non accade in modo cos stringente dove si sviluppano processi consumistici pi accentuati. Nel sistema della famiglia stirpe i processi produttivi passano in secondo piano, lo sfruttamento del lavoro compensato dal prestigio dello scambio dei ruoli. Lineguaglianza sostanziale accettata come motore della crescita sociale ed economica: la scalata della montagna apparentemente solitaria, ascritta allindividuo, ma, sostanzialmente, frutto della verticalit dei rapporti famigliari e di una tipica organizzazione produttiva. Dunque la delocalizzazione parte perch si riducono gli spazi di libert dazione per una mentalit in evoluzione che, pi acculturata e attenta allambiente e alla salute, esige maggiori divisioni di ruoli e di responsabilit. Negli anni Ottanta, quando

6. La frequentazione tra imprenditori italiani e la Romania ci sono professionisti che, ormai, lavorano stabilmente tre giorni nel Nordest e tre giorni in Romania dovuta alla somiglianza del tipo di famiglia. La Romania e la Polonia, infatti, hanno una maggioranza di famiglia di tipo nucleare egualitario differenziata da quella tipica dellEst Europa che autoritaria/egualitaria produttrice endogena del comunismo.

192

nasce la Lega nascono anche i Verdi e la pressione delle nuove generazioni sui problemi dellinquinamento, della salute e della distruzione del territorio diventano patrimonio culturale comune. Bolzano e Trento, per salvaguardare il territorio e le proprie strutture antropologiche, etniche, spingono molte imprese verso il veronese. Cacciate come stato cacciato il fascismo che le aveva volute per annacquare la germanicit del Sud Tirolo, ma se ne sono anche andate di spontanea volont, come dice Oswald Zuegg perch manca lo spazio, manca la forza lavoro e soprattutto manca una cultura industriale. Sono sparite la Alumix, la Magnesio, la Falk, la Siderland e oggi le Acciaierie di Oltrisarco sono sotto scacco continuo per la faccenda delle polveri: 15.000 bolzanini seguono giorno per giorno dichiarazioni, dati, polemiche e si confrontano con gli amministratori locali, i dirigenti e anche con gli operai. Dopo la pausa estiva la Giunta Comunale di Bolzano ha aperto proprio con la faccenda delle Acciaierie. Il sindaco Giovanni Salghetti Drioli: "Mi spiace - ha detto - che alcuni proseguano nella disinformazione e vogliano guastare un evento assai significativo per l'intero quartiere. Ho letto attentamente lo studio del dottor Guido Maccacaro, primario del Servizio Multizonale di Medicina del Lavoro, sulla qualit dell'aria ad Oltrisarco e seguo con grande attenzione con il direttore dell'Agenzia Provinciale per l'Ambiente Huber, tutte le migliorie che sono state apportate dalle Acciaierie in particolare al reparto scorie per quanto riguarda il contenimento delle polveri. I dati che riguardano la quantit media relativa alla polverosit, rientrano nei valori di qualit previsti dalla normativa. Anche i controlli medici sugli abitanti di Oltrisarco residenti in un raggio di 100-200 metri dal reparto scorie delle Acciaierie e quelli di altri quartieri eseguiti su base volontaria, nei valori assoluti, non destano particolari preoccupazioni da un punto di vista tossicologico. Lazienda va bene, il lavoro va bene, ma le polveri e il cancro non vanno pi bene, per niente, e lo sanno anche gli operai! Noi abbiamo deciso di puntare sullambiente spiega Luis Durnwalder, Presidente della Provincia di Bolzano e su unindustria solo compatibile. In Friuli il 30% della popolazione ha abbandonato le zone di montagna, in Austria il 17%, in Germania il 20%: da noi solo lo 0,6%. E un grande successo. Ma per limprenditore darwinista Christoff Amonn, gi presidente degli industriali altoatesini, questo significa, semplicemente, che saltato completamente uno dei cardini su cui ruota uneconomia sana basata sulla libera concorrenza: non c pi la crudelt della selezione, dice. Mario Marangoni, il Pirelli trentino, gommista figlio di gommisti, la dice ancora pi grossa: con tutti i soldi che abbiamo non stato fatto niente per le infrastrutture. Io sono trentino e amo il Trentino ma non posso pi sopportare certe cose. Qui per anni 193

se chiedevi un finanziamento ti dicevano: i soldi te li diamo, per tu devi assumere tot persone o rinunciare al tale tipo di ristrutturazione. A un certo punto gli ho risposto: attaccatevi i vostri soldi alle palle, ma in casa mia comando io. E allora via, si va a Verona. Anche Zuegg, con quel bel cognome tedesco, se ne era andato a Verona. Potr essere utile a costoro aggrapparsi a Luigi Einaudi quando scrive: Cos in una societ. Accanto agli uomini che ubbidiscono, i quali compiono degnamente il lavoro ad essi assegnato, adempiono scrupolosamente allufficio coperto, vi debbono essere gli uomini di iniziativa, i quali danno e non ricevono ordini, compiono un lavoro che nessuno ha ad essi indicato, creano a se stessi il compito al quale vogliono adempiere. La societ ideale non societ di gente uguale luna allaltra; composta di uomini diversi, i quali trovano nella diversit medesima i propri limiti reciproci. La societ ideale si compone di gente che comanda e di gente che ubbidisce, di uomini al soldo altrui e di uomini indipendenti. La societ non vivrebbe se accanto agli uni non vi fossero gli altri. Certo, questione di autorit, ma anche questione di uguaglianza e di vivibilit. Nel vicentino le concerie della Valle del Chiampo7 abbassano la presenza gi dagli anni Ottanta e vanno in sud America o in Russia. I russi se li ricordano ancora i conciari: l, dicono, ci hanno perso Napoleone e Hitler, ma molti soldi anche i conciatori italiani. Negli anni Settanta le aziende sono spinte fuori dalle citt, poi fuori dalle zone pi progredite e comincia il periodo itinerante: prima Sud Italia, poi resto del mondo. Tutto questo non ha niente a che vedere con processi economici o di mercato, ma con evoluzioni della mentalit collettiva. Non si va in un posto dove puoi perdere tutto come un Napoleone qualsiasi. Se i conciari andavano in Russia era perch stavano cercando la libert. In Russia!

7. Dal sito internet della Rino Mastrotto Group: La tradizione conciaria del Rino Mastrotto Group risale ad oltre 40 anni fa quando Arciso Mastrotto, padre di Rino, con i figli Angelo, Bruno, Santo e Mario acquisirono con un altro socio la Conceria Aurora ed il 17 agosto 1958 iniziarono a conciare pelli. Lattivit coinvolse gradualmente tutti i figli che svilupparono competenze nei diversi settori di attivit. In particolare Rino, dopo aver maturato una buona conoscenza dellintero ciclo di lavorazione, si dedic alla delicata attivit dellapprovvigionamento della materia prima () Rino Mastrotto Group ha spaziato con i suoi investimenti in tutte le direzioni: dal Nord-Est del Brasile, dove ha dato vita in brevissimo tempo alla Conceria Bermas Ltda, realt produttiva di pi di 30.000 metri quadri in continua espansione, alla Russia.

194

Manodopera e mano-libera La societ vuole pi salute, pi ambiente, ha pi istruzione e si terziarizza: un effetto della controrivoluzione industriale che crea la globalizzazione. Gli imprenditori, di conseguenza, restano senza manodopera perch non la coltivano pi, infatti, non sul serbatoio di forza lavoro che stanno progammando il futuro, smantellano il serbatoio del contoterzista e robottizzano e meccanizzano il lavoro. Piuttosto, se serve manodopera e mano-libera, esportano reparti dazienda o tutta lazienda. E se chiedono pi manodopera a gran voce perch vogliono pubblicizzare i costi della ristrutturazione o della conversione e tenere sotto controllo i salari. Un certo ritardo sulle applicazioni tecnologiche e sulla ricerca deriva proprio dal tentativo di equilibrare questi due processi. Una forte accelerata su ricerca e innovazione spingerebbe fuori dal mercato del lavoro fasce ancora troppo ampie di attivi. La tenuta sotto tono della ricerca una scelta collettiva: nessuna societ esprime geni se non decide di produrne. Quando il Nordest ha voluto geni li ha prodotti: durante il Rinascimento, nel 700 veneziano, negli anni Sessanta del Novecento: Palladio, Goldoni, Faggin, Rubbia. Tanti scrittori e intellettuali giusti, al momento giusto! Oggi sono tutti ancora in laboratorio. Mentre, sempre gli imprenditori, per poter restare nelle zone pi avanzate, senza dubbio con la disponibilit di servizi qualificati e di infrastrutture pi avanzate (nonostante le tasse) e poter puntare anche sulla socializzazione dei costi devono fare pressione su un sistema di valore; quello dellofferta di lavoro. Per giustificare la presenza di fabbriche devono poter offrire lavoro e lo fanno chiedendo manodopera qualificata: cio formata con denaro pubblico. Dar lavoro come dar da mangiare: una giustificazione per fare accettare alla collettivit il ruolo dellimpresa, magari anche un p inquinatrice. Non potr reggere ancora a lungo e lo stesso presidente dei piccoli e medi imprenditori di Vicenza, la provincia pi industrializzata, quella che esporta tanto quanto la Grecia, Fiorenzo Sbabo dice, sorprendentemente: Credo che il dibattito sviluppatosi in queste ultime settimane, incentratosi prevalentemente sulla domanda dazi s, daz no, sia fuorviante. La realt che come sempre, da buoni italiani, da buoni veneti, ciascuno di noi sta cercando di trovare una risposta, una soluzione, ad un problema che, come molti altri che ci stanno affliggendo, dovrebbe invece vedere uniti gli sforzi. Occorre ragionare, come in parte si sta cercando di fare, sia a livello nazionale sia locale, su alcuni dati di fatto, in primis su quello che siamo imprenditori e agiamo in base alle 195

regole del mercato. In tal senso, ritengo che le prime regole messe a punto dal Consiglio dellUnione Europea, con lintroduzione del cosiddetto Scudo commerciale, approvato il 28 gennaio scorso, possano essere un discreto deterrente. Si tratta, naturalmente di introdurre la loro conoscenza presso le piccole e medie imprese italiane, ma soprattutto di farle applicare con laiuto dello Stato. Cos come si tratta di attivare tutte le misure necessarie, come stanno facendo gli Stati Uniti, affinch vi sia la tutela del copyright, la protezione del marchio, lintroduzione del certificato dorigine e magari anche il controllo sulletica della produzione. E evidente, tuttavia, che questo un problema che va affrontato a 360 gradi, perch se oggi la Cina a fare la parte del diavolo, domani la stessa potrebbe essere interpretata da un altro dei Paesi emergenti e magari fuori dalle regole del Wto. Per questo credo sia giunto il momento di interrogarci su una serie di fenomeni che stanno caratterizzando, in particolare, il sistema industriale veneto, quali la delocalizzazione, la manodopera extracomunitaria, la denatalit, il passaggio generazionale nelle aziende, la carenza di infrastrutture, la richiesta di nuove aree industriali, solo per fare alcuni esempi. Non vi qui lo spazio per approfondire in modo serio ciascuno di questi argomenti, ma ormai chiaro a tutti che si tratta di molteplici fattori che, unitamente ad una crisi economica che molti esperti leggono come strutturale del nostro sistema, stanno di fatto mutando il modo di fare impresa. La domanda da porsi, - dice ancora Sbabo - non se fare o meno guerra alla Cina, ma se preservare o meno, e nel primo caso, come, alcune caratteristiche del cosiddetto Modello Veneto, fino a ieri vincente e oggi pericolosamente in bilico. La nuova legge regionale sui distretti ha costretto, forse per la prima volta, gli imprenditori, le categorie economiche, gli enti, le camere di commercio, a fare sistema, ancora non sappiamo, considerando il recentissimo varo del provvedimento, con quale risultato. Crediamo, tuttavia, che la strada imboccata sia quella giusta, quella che da tempo, da anni, la nostra associazione va propugnando, cio quel tentativo di fare squadra, spesso disatteso da molti dei protagonisti che in passato lo hanno invocato. Si pu discutere allora su progetti come il tentativo di creazione di un distretto veneto in Cina, o su iniziative come quella di un padiglione cinese alla prossima fiera delloro di Vicenza, ma a poco servir, se non ci daremo pochi e chiari obiettivi: la richiesta allo Stato italiano di comportarsi, come avviene nel resto del mondo, e cio come partner commerciale delle imprese, affiancandole, sostenendole e, se necessario, difendendole, nei loro sforzi di penetrazione dei mercati; analoga richiesta al sistema bancario, di fare un salto di qualit, come esso stesso chiede alle imprese, nel garantire determinate condizioni di credito e assistenza a livello internazionale; la richiesta alle istituzioni e, ancora agli istituti di credito, di aiutare 196

le aziende sul piano della finanza speciale, per favorire quella crescita dimensionale altrimenti impossibile; la richiesta di incentivi e agevolazioni per la ricerca e linnovazione tecnologia. Su questo, e altro ancora, credo dovrebbe essere incentrato il dibattito a tutti i livelli: nazionale, regionale e locale. Il rischio, viceversa, quello di vedere nel breve volgere di pochi anni, la trasformazione di quella che ancora considerata unarea industriale tra le prime al mondo, in unarea in declino. Insomma - conclude Sbabo - potrebbe essere che se anche il passaggio generazionale avr successo i nostri figli si troveranno a gestire non pi aziende di produzione, ma di commercializzazione. Il che non necessariamente un male. Purch sia una scelta e non una necessit. Limprenditore-operaio del Nordest inconsciamente sa gi che la strada obbligata quella dellinnovazione e della qualificazione. Sa anche che questa non si adegua pi, semplicemente, alla richiesta di flessibilit. Sa anche che ha bisogno di pi Stato, ma per il momento deve riorganizzarsi, chiarirsi le idee, e quindi prende tempo e cerca di pubblicizzare i costi o moralizzare lattivit. Al massimo delocalizza quello che si pu delocalizzare. Alla fine anche limprenditore del Nordest sceglier la qualificazione e abbandoner i temi della flessibilit e del costo del lavoro. Anzi, a sentire Sbabo, lo stanno gi facendo. Gi nel primo rapporto della Fondazione Nordest, nel 2000, gli imprenditori sostenevano che sono la burocrazia, il fisco e la viabilit i motivi primari per i quali decidevano la delocalizzazione. Il costo del lavoro veniva soltanto dopo (54,3%). Negli anni successivi in questi tipi di sondaggi saranno aggiunte anche domande sulla disponibilit dei terreni, sulla mentalit delle forze lavoro, sulla criminalit o la prossimit geografica tanto da far risalire a livelli pi alti lindicatore della ricerca di manodopera qualificata o il costo del lavoro. Ma questo solo un artificio sondaggistico per sostenere la pubblicizzazione dei costi e la difesa dellazienda durante la contro-rivoluzione industriale in atto. Fare azienda non soltanto una questione di singolare intraprendenza8.

8. Luciano Gallino, nel suo ultimo libro: La scomparsa dellItalia industriale, (Torino, Einaudi, 2003) dimostra la fine, quasi totale, dellindustria italiana dellaeronautica civile, di quella chimica, di quella delle telecomunicazioni, della metalmeccanica high tech, fino alla crisi grave e forse irreversibile della nostra industria automobilistica. Il sociologo del lavoro torinese - dopo aver mostrato il crollo della grande industria - denuncia il "piccolo bello" incapace di ricerca e innovazione e mostra i dati: 74 domande italiane di brevetto per milione di abitanti nel 2000, a fronte delle 366 svedesi, 337 finlandesi, 309 tedesche, 242 olandesi, 211 danesi, 174 austriache, 151 belghe, 145 francesi, 133 del Regno Unito. Ma che senso ha brevettare in uneconomia aperta e in continua trasformazione? E non questa unantica forma di protezionismo?

197

La cassa rurale psicologica Che i mutamenti economici siano non strettamente correlati o causa di andamenti sociali ce lo dice anche la strutturazione del risparmio. Nel 1911 lUnione economico-sociale dei cattolici italiani sforna una statistica secondo la quale le casse rurali e popolari sono pi numerose a Padova, (123) e Verona (91) mentre in tutte le altre province venete (divise territorialmente per diocesi) sono in una variabile tra 20 e poco pi di 50: ad Adria, in polesine, ce ne sono 52. La strutturazione e la distribuzione delle casse, dunque, dipende non da fattori di ricchezza ma, evidentemente, dalla percezione del pericolo. Le province di Padova, Verona e Rovigo di allora sono quelle con la pi alta presenza di sfruttamento agricolo e di bracciantato e quindi la presenza delle casse rurali rispondono pi ad una esigenza psicologica che economica. Il mercato del credito gestisce denaro proveniente dalle pi svariate attivit e inattivit e quindi si muove con logiche anche sconnesse da quelle delleconomia reale o comunque legati a progetti, prospettive, percezioni, fomentazioni. Alla fine del 98 in Trentino-Alto Adige si contano 150 banche, di cui, 127 di credito cooperativo. La rete distributiva capillare: 857 dipendenze, di cui 466 in provincia di Trento e 391 in provincia di Bolzano, media di abitanti per sportello 1064, inferiore alla met del corrispondente dato nazionale. In una decina danni sono state accorpate la Banca di Trento e Bolzano, diventate partner del Banco Ambrosiano Veneto, e la Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, passata sotto il controllo di Unicredito. Il Credito Fondiario di Trento stato formalmente incorporato nella Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Restano la Banca Popolare del Trentino ed il Mediocredito del Trentino Alto Adige. Se il controllo del credito passa in mani extraregionali - scrive Cinzia Fedrizzi, democratica di sinistra - su Societ Aperta, un sito internet trentino - prevedibile che il Trentino-Alto Adige diventi un mercato in cui solo lopportunit economica dellinvestimento guider le scelte tralasciando altri importanti fattori (sociali, politici, ecc.) che vengono attualmente considerati. In questa prospettiva, il controllo delle banche locali, oltre che il presupposto dello sviluppo economico, diventa anche una premessa fondamentale per il mantenimento di una vera autonomia Non si pu, dunque, accettare passivamente il progressivo spossessamento del sistema creditizio, considerandolo un fenomeno inevitabile o come un sacrificio necessario da fare sullaltare della globalizzazione. Fatto che la globalizzazione nasce grazie allo spossessamento e non viceversa. Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredito, al CUOA, prendendo 198

il master honoris causa in banca e finanza dice: Negli ultimi quindici anni il panorama finanziario internazionale ha subito cambiamenti epocali () aumentata significativamente, nelle economie sviluppate e nei paesi emergenti, la quota di prodotto nazionale intermediata dal settore privato. E cresciuto enormemente il balance sheet delle famiglie: sono aumentati da una parte gli asset grazie al risparmio ed alla progressiva privatizzazione dei sistemi pensionistici e le liabilities, grazie alla crescita dei mutui residenziali e del credito al consumo. Sono aumentati in modo spettacolare lammontare e la complessit delle transazioni finanziarie, ed in particolare di quelle cross-border. Sono cresciuti i prodotti derivati ed cresciuta la capacit di calcolo e nelle telecomunicazioni, cresciuta la capacit di analizzare, gestire, trasferire rischi finanziari a livello globale. A che serve tutto questo? A garantire la distribuzione ottimale dei rischi, risponde Profumo. La banca non funziona pi da deposito e prestiti, ma da gestore del rischio dimpresa. Non attenua pi le ansie ma, caso mai, le crea. Il rapporto col risparmiatore, per, nel frattempo andato deteriorandosi e sempre Profumo, indirettamente, conferma: Limpressione che linnovazione del sistema, fatta di privatizzazioni prima, ristrutturazioni poi, aggregazioni negli ultimi anni, abbia prevalso fin qui sullinnovazione nel sistema, dove alla prova la relazione pi minuta, fra banca e impresa, banca e risparmio, unimpressione non priva di fondamento () Se ricorriamo ad una categoria teorica, il nostro un sistema caratterizzato prevalentemente dal cosiddetto relationship banking, per certi versi simile allesperienza tedesca, piuttosto che dal transaction banking, tipico dei paesi anglosassoni. La vera riduzione del rischio, ammette Profumo, viene attraverso il network di relazioni, conoscenze, interazioni ripetute che creano un rapporto di fiducia e riducono i rischi, in maniera significativa, sia pur poco quantificabile. Dunque il rischio non quantificabile perch il tipo di relazione tra risparmiatoreinvestitore con lo sportello che la qualifica. La banca non pi come la cassa depositi e prestiti che, in sostanza, doveva offrire sicurezza. La banca, oggi, parla una lingua complicata e pi che sicurezza offre ansia. Lansia richiede, per essere placata, piuttosto il mutuo che un deposito sicuro. Il denaro non pu pi essere tenuto fermo: laccelerazione aumenta la massa circolante. Lansia degli americani, oggi, alle stelle visto che ormai, in quel sistema, il debito delle famiglie, proprio con le banche, supera abbondantemente il reddito. E lansia spinge ad azioni e reazioni inconsulte. Secondo Merrill Lynch, il rapporto tra debito e reddito famigliare, negli Usa, ha raggiunto il 111% partendo dal 102% del 2001. 199

Oggi gli statunitensi non hanno scelta: o si mettono a girare allimpazzata (e vanno in Iraq, ad esempio) o se si fermano devono mettere in conto una riduzione drastica del tenore di vita del 20-30% con tutte le conseguenze sociali che ne derivano. Nei sistemi di capitalismo stirpe come Germania, Giappone, Israele e nord est italiano, invece, persiste il tentativo di tenere lansia sotto controllo. Le verifiche sul campo dimostrano che la durata e lampiezza della relazione bancaimpresa sono solitamente associate a tassi di interessi inferiori e maggiori disponibilit del credito e minori richieste di garanzie accessorie. Obiettivo finale? Lo dice ancora lamministratore delegato di Unicredito: Questo modello di relazione, basato sulla relazione localistica e sul multiaffidamento, rende tranquille le imprese, pi che in situazioni diverse, sulla continuit dei rapporti nella buona o nella cattiva sorte. Nel 2000, lamministratore delegato di una delle pi grandi banche del nostro paese, Alessandro Profumo, spiega come un nordestino si rappresenta la propria banca e su cosa devono essere fondate: sullo stesso principio delle casse rurale di ieri! Alleviare il panico nei confronti del futuro e assicurarsi una certa tranquillit. Che spetti alla banca, poi, incentivare linnovazione, scoprire i talenti imprenditoriali o il business, un mito non perch la banca non possa farlo ma perch questo lo decide il grado di cultura di una popolazione che indipendente dal mercato del credito. Quando parliamo del Nordest stiamo parlando di circa 500.000 imprese per un totale di circa 2.000.000 di addetti: significa una media di circa 4 addetti per impresa (compresi limprenditore stesso e i collaboratori famigliari, oltre ai dipendenti). Ovvero una famiglia media di trentanni fa. Nessuna organizzazione sar in grado, da sola, di poter influenzare strategicamente i trend che la struttura antropologica esistente modella. Linnovazione verr e la nuova impresa anche. Nel bellunese limprenditore Antonino Comis che produceva montature per occhiali fino allanno scorso oggi produce speck per vip. Se non conversione questa! Il consiglio degli esperti di fronte a qualche dato economico, tra laltro gi previsto anni fa? Accrescere il numero di dipendenti per impresa: ma come suggerire di fare altri due figli ad una donna in menopausa. Meglio lo speck!

200

Invecchia la popolazione, ma gli immigrati non servono La popolazione attiva, da qui al 2050, secondo una previsione fatta su un modello multistrato basato su processi markoviani9 rivela che tra cinquantanni i tassi di attivit maschili non presentano modificazioni significative rispetto allanno1998 fatta eccezione per la fascia di et 50-60 in cui aumentano in media di circa 14 punti percentuali a causa, per lo pi, di un inasprimento dei requisiti minimi di accesso al pensionamento. I tassi di attivit femminili presentano, invece, un incremento significativo a decorrere dal venticinquesimo anno di et. Nella fascia di et centrale 30-50 il tasso di attivit risulta mediamente superiore di circa 21 punti percentuali rispetto allanno base. Tale incremento si smorza gradualmente nelle et successive.10 La previsione media dellIstat, ci dice che il Nordest, nel 2020 avr una popolazione maggiore di quella attuale: 6.854.068 abitanti. Certo ci saranno molti anziani in pi e molto meno giovani, ma ci saranno anche molte pi persone adulte e mature. Lipotesi bassa, quella peggiore, prevede qualche centinaia di migliaia di persone in meno delle attuali. Dunque nessun panico se guardiamo linsieme. Se guardiamo le variazioni medie annue nellultimo secolo e mezzo troviamo, certamente, sempre segni positivi almeno fino al 1991 e forse questo ci ha abituati a considerare la crescita della popolazione come scontata. Le impennate si sono verificate nel decennio tra il censimento del 1911 al 1921, ma poi arrivato il fascismo. Impennate si registrano nel censimento del 1951, ma era appena stata combattuta unaltra guerra mondiale. E poi ancora una forte crescita negli anni Sessanta: decennio di grandi mutamenti. Dal punto di vista sociale, dunque, le impennate di popolazione possono portare anche pi guai di quanti ne risolvono. Una societ giovane certamente pi turbolenta, pi violenta, pi avventata ed probabile che almeno per il prossimo ventennio non vi sar pi tanta voglia di far casino. Un calo drammatico della popolazione comunque relativo perch tutti i paesi, oggi anche quelli del Terzo Mondo, stanno progredendo verso un massiccio controllo delle nascite.
9. I processi Markoviami sono processi stocastici che modellano situazioni in cui la transizione tra stati non deterministica, ma probabilistica, ed caratterizzata dal fatto che la probabilit di transire in uno stato successivo dipende esclusivamente dallo stato attuale. Ovvero non si tiene conto della storia. 10. Aprile Rocco - RGS (Ragioneria Generale dello Stato) e De Persio Paolo e Lucarelli Annalisa CONSIP (Concessionaria Servizi Informativi Pubblici) su proiezioni della popolazione italiana.

201

Ci sarebbe quindi un livellamento in basso e un effetto molto relativo nellequilibrio dei pesi demografici. Piuttosto sarebbe da tenere in considerazione leffetto contrario: ovvero il livellamento verso il basso delle nascite nei Paesi in via di sviluppo e in quelli arretrati. Quanto agli immigrati non servono solo per sostenere la produzione che gi al di sopra delle necessit, basta guardare quanto esportiamo ma potrebbero servire per aumentare o sostenere i consumi che saranno, questi s, veramente stagnanti. Meno aumento della popolazione, infatti, significa meno consumi e per sistemi come quello del Nordest questo pu significare dover cercare degli adattamenti importanti e dei livellamenti consistenti della bilancia commerciale. La provincia di Vicenza che esporta quanto la Grecia (sic!) non sar pi un mito anche perch laccelerazione dei consumi innescata da una certa disinibizione che, per ora, non mi sembra sia attivata. A livello internazionale non si capisce, quindi, come governi e amministrazioni moraliste, influenzate addirittura da sette religiose ultrafondamentaliste, come ad esempio avviene negli Stati Uniti col governo Bush junior, possano contribuire ad innescare questi comportamenti di spesa. Nel Nordest lo statuto femminile nonostante tutto abbastanza progredito e generalmente bilaterale. Per le deviazioni si nota che le province pi ricche economicamente sono anche quelle dove pi alta la presenza di eros center e annunci di prestazioni private sui quotidiani. Indicatori critici che pi che di liberazione sessuale ci parlano di malesseri di coppia o di un tentativo liberatorio nei rapporti tra uomini e donne. Statisticamente in Friuli-Venezia Giulia ci sono molte pi donne per ogni 100 uomini che non in Trentino-Alto Adige. Nel mondo nelle aree dove ci sono pi donne i processi bilaterali e di parit sono pi avanzati e i rapporti tra i sessi pi liberi. Comunque sia il rilancio dei consumi non potr non passare da una nuova e pi soddisfacente relazione maschio-femmina.

Si cercano le professioni che nessuno sa pi fare Alla domanda: che tipo di forza lavoro vi serve e assumerete tra il 1999 e il 2000? Le imprese rispondono11 che sono a caccia soprattutto di operai specializzati e di conduttori di impianti (circa 38%) mentre i servizi cercano soprattutto professioni-

11. Rapporto 2000 Fondazione Nordest pag. 118 Tabella 9, fonte Unioncamere.

202

sti della vendita e servizi alle famiglie. Ma mentre le imprese che effettivamente cercano operai specializzati si concentrano nelle dimensioni tra 1 e 50 dipendenti i servizi sono uniformemente distribuiti. Sia le grandi agenzie di servizi che le piccole cercano prevalentemente venditori, anzi le grandi pi delle piccole, e soprattutto in Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. Le grandi aziende, invece, quelle sopra i 250 dipendenti, non hanno neanche pi bisogno di manodopera specializzata; anche loro cercano pi venditori e tecnici intermedi e pi in Friuli-Venzia Giulia che in Veneto. Dunque siamo alla conferma anche di quanto andavamo dicendo riguardo la propensione alla conquista di quote di mercati: le aziende piccole e medie sono ancora in fase di esecuzione, non inventano e attendono levoluzione chiedendo aiuti. Le grandi aziende, invece, hanno definito gi i prodotti e i processi ma stanno ragionando sui mercati e i nuovi sbocchi, mentre il sistema dei servizi in progressione generale in tutto il Nordest e particolarmente nelle province a pi alta e diffusa scolarizzazione secondaria superiore e universitaria. In tutte queste province, infatti, le variazioni, negli ultimi anni, del numero degli addetti alle industrie sono con il segno meno, tranne, appunto, Vicenza, Belluno e Treviso. In Friuli-Venezia Giulia, invece, il 37% degli occupati attivi distribuito tra agricoltura (3%) e settori manifatturieri, mentre il resto tutto terziario e i redditi sono alti (nel 2000, dai 38 ai 43 milioni di Lire pro-capite).

Limprenditore-venditore Il venditore pu affiancare loperaio-imprenditore perch distribuito tra tutti i gradi di istruzione: tra la licenzia media e la laurea breve. La professione ha una distribuzione uniforme, non solo, accentuata nella forza lavoro femminile piuttosto che maschile. Si tratta di una professione che pu essere esercitata sia da dipendente che da indipendente e alle pi diverse condizioni di flessibilit. Non solo il venditore nel mezzo, in quanto a distribuzione dei titoli di studio, ma anche a met per la distribuzione del lavoro femminile: sostanzialmente le qualifiche inferiori sono a maggioranza maschile, mentre quelle superiori hanno equilibri pi consistenti o maggioranze femminili. Questo significa che a mano a mano che si alzano i livelli di istruzione vengono abbandonati i lavori nei quali prevalgono le necessit di scolarizzati bassi e si producono sistemi di lavoro, prodotti e servizi, adeguati alla nuova mentalit. In questi anni il venditore stato, indubbiamente, il lavoratore pi strategico sia per le industrie che per i servizi. Acquisti e vendite, nel mercato nordestino, cominciano ad 203

essere importanti e anche molte aziende, banche, centri commerciali stranieri approdano in queste regioni. Pensiamo, ad esempio, al business di internet. Alla fine degli anni Novanta assistevamo a scene disorientanti anche nel Nordest. A Palazzo Bonin-Longare, a Vicenza, sede dellAssociazione industriali, imprenditori e professionisti si scagliavano contro le decisioni di alcune start-up di limitare la quantit di azioni acquistabili al collocamento in Borsa. Troppo poche! Sergio Luciano, ex giornalista di Repubblica che avvia lunico giornale esclusivamente on line dItalia, Il Nuovo, con una campagna pubblicitaria miliardaria, deve dare spiegazioni delle decisioni di E-Biscom, che il suo editore, di limitare il numero di azioni al lancio in Borsa. Limprenditore-operaio nordestino furioso per non poter riuscire a farsi spazzolare con pi forza i propri risparmi. I compratori non sapevano neppure di che aziende si trattasse o del tipo di prodotti e servizi offerti, ma i venditori erano stati bravissimi: cera chi acquistava solo startup del Nuovo Mercato!!! La new-economy degli anni Novanta non stato altro che un business della vendita: venivano collocate sul mercato delle idee attraverso il lavoro di abilissimi venditori della generazione pi scolarizzata. Il fatto che molti amministratori delegati in una societ di vecchi - avessero sotto i trentanni non insospettiva nessuno, anzi era garanzia di novit e freschezza. Virgilio Degiovanni, inventore di Freedomland, girava il Nordest con una specie di struttura ambulante che montava nei palazzetti dello sport dove mostrava delle immagini tratte da video-cassette (non da internet!) simulando che cosa si sarebbe fatto da l a qualche mese con la rete attraverso un televisore. Unidea che attirava migliaia di spettatori che, poi, diventavano acquirenti di un decoder e promotori, a loro volta, dellidea. La maggior parte non sapeva neppure spiegare, tecnicamente, di cosa si trattasse. Era in vendita ancora solo unidea. Migliaia di nordestini la sposavano e si improvvisavano, a loro volta, venditori. Perfino nei paesini di montagna c ancora qualcuno che ha il decoder di Freedomland e che pu consolarsi almeno per il fatto di essere riuscito a piazzarlo anche al vicino di casa. Era gi accaduto in passato: Douglas Casey, in un libro uscito in Italia nel 1981, dal titolo Come salvare i propri soldi in periodo di crisi scrisse: Fino a poco tempo fa, due uomini con un paio di transistor in un garage potevano autodefinirsi societ di elettronica e movimentare milioni in offerte pubbliche. Nei primi anni Sessanta, ogni compagnia che nel suo prospetto usava generosamente la parola tecnologia e nel suo nome il suffisso onica o ex poteva manovrare multipli di 1000 a 1 di gua204

dagno sui prezzi, anche se i suoi profitti erano solo un trucco contabile. Un p pi tardi arriv la mania dei conglomerati, e la parola sinergismo acquist un nuovo senso e serv a indicare che sette od otto compagnie legate solo dal comune record di insuccessi potevano essere combinate in una grossa societ finanziariamente sana. Il 1972 ebbe le sue emissioni nel campo dei microprocessori. Il 1973 e il 1974 videro una speculazione sfrenata sui valori auriferi, molti dei quali poi persero dall80 al 95% del loro valore. Il 1975 fu segnato dallascesa e dalla caduta delle azioni delle radio ricetrasmittenti. Il 1976 vide movimenti esplosivi delle azioni minori sottovalutate (tutto relativo, immagino). E poi Casey continua Il 1977 ci dette le azioni delle societ cinematografiche. Il 1978 vide tornare nel mercato dentisti e tassisti a comperare azioni speculative. Ma dal 1974 la speculazione vera e propria si mossa sul mercato ufficiale delle opzioni. Se consideriamo a che punto arrivata oggi questa speculazione, il 1929 e il 1968 non sembrano, al confronto, particolarmente turbolenti. Insomma niente di nuovo: la tecnica di vendita degli anni Novanta consistita nel cambiare il suffisso alle societ-idea che si mettevano sul mercato: da onica oppure ex a .com oppure net. Di fatto c che la professione di venditore quella che garantisce i maggiori sbocchi anche per i diplomati o coloro che hanno la laurea breve. Si tratta del lavoro pi flessibile in relazione al titolo di studio acquisito. Per ora il primo obiettivo del venditore costruire nuovi compratori. Nel frattempo chi sta per essere rimodellato investe sui figli e chiede protezione, o come si vuol chiamare, protezionismo. Secondo unindagine commissionata dagli artigiani veneti e pubblicata dalla casa editrice Nuova Dimensione di Portogruaro, dal titolo: La staffetta generazionale nellimpresa artigiana veneta, nel giugno 2003 risulta che nei prossimi 10 anni pi del 20% degli artigiani prevede un passaggio generazionale, ma il 12,2% prevede anche di cessare lattivit. Chi cessa lo fa per mancanza di successori nel 17,8% dei casi, ma soprattutto perch i successori non sono disponibili (54,8%). I motivi per cui i successori non sono disponibili a subentrare? Perch impegnato in altre attivit esterne (66,3%), studia per svolgere altre attivit professionali (60,0%), ha scarso interesse per l'azienda (18,8%), vede scarse prospettive per l'azienda (5,0%) e non condivide il modello di gestione del titolare (2,5%). La piccola azienda e lazienda artigiana, dunque, si chiude non perch manchi di prospettive economiche, ma perch padri e figli hanno idee nuove sul futuro. Piuttosto apre limpresa artigiana con titolare lextracomunitario: il Nordest, secon205

do unindagine Cna, ha la percentuale pi alta di imprese artigiani con titolari cittadini stranieri: 35,9%. Complessivamente i titolari immigrati sono il 25%; la maggioranza in Veneto. Lerede dellartigiano, nella maggior parte dei casi, studia, si prepara ad altre professioni o e gi impegnato in altre attivit. E gi tutto deciso. Quanto alla preoccupazione maggiore, invece, per le successioni gi stabilite, quella del mantenimento del patrimonio. A verifica del sondaggio leggiamo gli iscritti allInps tra gli artigiani: dal 1997 al 2001 la classe di et fino a 24 anni diminuita del 31%, quella appena sopra fino a 34 anni del 6,4%. Ed diminuita anche quella dai 45 ai 49 anni. Si abbandoner lattivit artigianale nellabbigliamento, servizi, legno e autotrasporti. Traduzione: labbigliamento gi in via di smantellamento e anche il Gruppo Benetton orientato su molteplici altri settori (per non sapere ancora bene cosa fare si buttato sulle autostrade, se non altro per fare liquidit) e come abbiamo detto, nellultimo anno, ha sfilato dal mercato indotto 38.000 posti di lavoro. I Marzotto hanno deciso di passare la mano alla nuova generazione. I servizi stanno passando alle medie e grandi agenzie e a strutture pi complesse con professionalit pi alte. Il legno e lautotrasporto non possono pi reggere alla mentalit di salvaguardia dellambiente e di protezione che ne deriva e dovranno evolversi fortemente. Non solo ma se nel distretto bellunese degli occhiali il titolo di studio pi richiesto quello di licenza elementare (39,5%) e c anche una buona richiesta di diplomati (33,4%) che fa supporre una tenuta importante, non vale, invece, lo stesso discorso per il distretto veneziano e trevigiano della calzatura che basato sull82,3% di richiesta di titolo di studio di licenza media e cos anche per le vetroceramiche, il legno e il mobile. Al contrario le industrie dellelettronica ed elettrodomestici chiedono il diploma superiore per quote tra il 44,3 e il 77%. Lelettronica, poi, vuole soprattutto diplomati. A Vicenza, loreficeria-gioielleria, ha dovuto spingere sulle qualifiche professionali e la formazione professionale (36,5%) cos come accaduto anche per le concerie (29,9%) e ora questi settori sono in una fase molto critica. In sostanza l dove il distretto abbastanza esclusivo e non ha grande competizione nelle province adiacenti alle famiglie bastato investire fino alla formazione professionale o alla qualifica professionale creando, per, i presupposti per un cedimento nei prossimi decenni. Mentre l dove le imprese hanno dovuto fare i conti con una certa concorrenza nellistruzione della forza lavoro, anche tra distretti simili, e anche nel ritmo di espansione, la richiesta e quindi linvestimento collettivo sul titolo di studio tende a differenziarsi tra provincia e provincia12.
12. Da elaborazioni statistiche di Veneto Lavoro - 2002

206

Il ciclo inventivo E accaduto sempre cos: quando Venezia era allapice della sua potenza mentale e culturale trainava anche leconomia. La produzione di panni grezzi o rifiniti nasce l. Poi Venezia progredisce sviluppa imprese tipo lArsenale e la vecchia industria tessile si sposta nella terraferma che produce anche molti braccianti e oggi tanti stagionali per le aziende alimentari veronesi e i complessi turistici. NellOttocento la meccanica comincia ad espandersi nelle province pi alfabetizzate e nel frattempo Venezia, durante il fascismo, torna ad essere il centro culturale del Nordest e apre le porte alla chimica, alle grandi imprese, agli agglomerati internazionali, e ai Marzotto, ai Rossi, si affiancano i Volpi, i Cini, cos come solo a Trieste, Gorizia e Venezia, oggi, c un accenno avanzato di elettronica avanzata o di industria aerospaziale. Verona si specializza nel farmaceutico e nel settore alimentare, utilizzando praticamente la stessa manodopera del passato; gli stagionali perch i pandori, le colombe e le uova di Pasqua su questo che si basano, mentre le biotecnologie stanno concentrandosi nuovamente l dove in via di smantellamento lindustria metalmeccanica e tessile. Nellagosto 2000 in Friuli-Venezia Giulia sono 76 le aziende che hanno seminato mais Ogm: 24 in provincia di Pordenone, una nel goriziano e 51 in provincia di Udine (di cui 22 nella Bassa friulana). Sul montare delle polemiche per questo che i Verdi definiscono inquinamento loncologo Umberto Tirelli, primario del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, dice: "Gli Ogm vanno assumendo un grande rilievo sul fronte della salute pubblica. Tutte le sperimentazioni e i controlli fatti dagli organismi internazionali, comprese l'Organizzazione Mondiale della Sanit e la Fao confermano che non c' alcun grado di tossicit negli Ogm vegetali in commercio. Negli Stati Uniti, dove gli Ogm sono usati da diversi anni, non si riscontrata alcuna malattia nei consumatori nuova rispetto all' Europa, dove invece gli Ogm non sono presenti. Tutti gli alimenti che noi abitualmente abbiamo nella nostra dieta sono il risultato di secoli di selezioni, incroci, ibridizzazioni compiute su animali e piante. Sono esattamente gli stessi fenomeni cui danno luogo gli Ogm, solo che in quel caso sono avvenuti naturalmente. Oggi la biotecnologia riesce solo a fare in maniera molto pi corretta e molto pi efficace quello che naturalmente un processo avvenuto nei secoli. Questa la realt delle cose". Intanto a Treviso una ventina di imprenditori agricoli si sono ''laureati'' in omeopatia per bovini grazie ad un corso promosso dalla Coldiretti. Dicono di aver appreso le modalit per curare in modo alternativo le malattie delle vacche applicando alle bestie discipline terapeutiche sempre pi diffuse tra la popolazione umana. Con l'o207

meopatia, secondo i responsabili del corso, si possono infatti curare le malattie del bovino da carne che riguardano malformazioni, sindromi intestinali, malattie infettive e del metabolismo nonch intossicazioni di vara natura. ''Che in natura esistano delle cure alternative ed efficaci non certo una novit di questo secolo - ha osservato il direttore di Coldiretti Treviso, Andrea Crestani - e valorizzare e sensibilizzare i consumatori su questo argomento per Coldiretti una mission che appartiene al presente e al prossimo futuro''. Ma in Friuli-Venezia Giulia la Federazione degli Industriali, nellestate 2003, pensa ancora solo allexport: "Qualche segno di miglioramento rispetto ai risultati del primo trimestre (che erano stati fortemente negativi soprattutto nel confronto con l'ultimo trimestre del 2002) comunque c' ma non sufficiente per far presagire a breve prospettive di ripresa". Particolarmente significativo spiegano gli imprenditori friulani - stato l' andamento delle vendite che risultano positive e in crescita sul mercato interno, ma ancora negative sui mercati esteri. Come la spiegano? Con la tautologia: "Il rafforzamento dell'euro sul dollaro continua a penalizzare le esportazioni della nostra regione che trova nell' area americana uno dei suoi principali mercati di sbocco". La nomea di un percorso impossibile, pi di ogni altra considerazione, rende quel percorso veramente impossibile. Chi sposa le teorie di uneconomia liberoscambista anglosassone senza nazioni si rif alla scolastica medievale dove la realt veniva dedotta dalla teoria. Adam Smith viene ridotto a puro liberoscambista e le nazioni diventano entit astratte cos come i fattori di produzione perdono ogni qualit intrinseca. Paul Krugman e Maurice Obsfeldt, ad esempio, che producono manuali di economia per gli universitari statunitensi e le business school di tutto il mondo, associati al pensiero unico anglosassone, scrivono 790 pagine per lInternation Economics edito da Harper Collins, ma minimizzano i problemi della redistribuzione dei redditi e smentiscono labbassamento dei salari reali dovuti proprio alla deregolamentazione dei mercati. E gli imprenditori friulani ci cascano! Insomma gli imprenditori nordestini sperano ancora, dopo due anni di rimandi, che gli Stati Uniti si riprendano e che comperino quanto loro hanno previsto di produrre. Ma perch se le famiglie statunitensi sono pi indebitate di tutte le altre messe insieme e nessuno pi presta loro i soldi per indebitarsi ancora?

Proteggere la contro-rivoluzione Paolo Petiziol, fondatore e presidente dellAssociazione culturale MittelEuropa e 208

Console onorario della Repubblica Ceca per il Triveneto, Presidente della Finest S.p.A., la societ finanziaria regionale per assistere le aziende del FriuliVenezia Giulia, del Veneto e del Trentino nella loro espansione allEst dir alla Padania che sotto laspetto culturale davvero il Nordest il tramite per questi Paesi (est Europa), e il Friuli-Venezia Giulia in particolare ne il crocevia storico-culturale secolare. Non dimentichiamoci infatti che il Friuli orientale e Trieste sono sempre appartenuti anche politicamente allarea danubiana fino al 1918. Appare quindi in tutta la sua evidenza come queste terre rappresentino ancor oggi un potenziale enorme di congiunzione tra leconomia mediterranea e quella centro-europea, quindi persone tecnicamente preparate e culturalmente formate in questarea possono rappresentare delle opportunit di grandissimo interesse per lintero Paese. Va da s che, se poi si considera anche quanto rilievo economico rappresentino, e ancor pi rappresenteranno negli anni a venire, le economie centro-europee nel contesto della nostra Europa, questazione strategica assume ancor pi significato... Alcune scadenze, peraltro, sono alle porte: Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca stanno per entrare a pieno titolo nellUnione Europea; una svolta decisiva per lItalia, ma soprattutto per il Nord e il Nordest () La Regione Veneto - dice ancora Petiziol - invidia oggi lalta autonomia dallo Stato centrale del Friuli-Venezia Giulia, che una Regione a statuto speciale, mentre il Friuli continua a temere il Veneto per la sua enorme potenza economico-finanziaria, nonch per le sue elevate potenzialit industriali. Basti pensare che la Provincia di Vicenza vanta un impresa ogni 7 abitanti, neonati compresi, e che Treviso e Vicenza insieme esportano pi di tutta la Repubblica dArgentina! () Il Veneto deve poter contare sulle capacit delle genti di confine - molte azioni specifiche devono esser gestite insieme in Finest. Uniti Veneto, Friuli, Trentino e Trieste costituiscono una massa critica produttiva, intellettuale e mercantile che pu competere, come numero di abitanti e numero di imprese, con tutti gli Stati dellEuropa centroorientale, con larea danubiana e con quella balcanica. Non il libero scambio, dunque, che produce lo sviluppo del commercio internazionale, ma, al contrario, il dinamismo interno che perfeziona le potenzialit di crescita in un determinato periodo storico, programma gli investimenti, soprattutto umani, per il futuro e si relaziona con i movimenti delle altre popolazioni. Un mercato globale un mercato che si fermerebbe perch tenderebbe al livellamento globale dei salari, dei prezzi, della produzione e del consumo. E la dinamica interna di ogni singolo paese, in rapporto alle altre, che crea il mercato e quindi la dinamica interna che deve essere, in qualche modo, protetta per poter continuare ad esplicare i propri effetti. La diversa distribuzione delle materie 209

prime sulla Terra e nella Terra un bene in s cos come la diversa distribuzione di popolazione e mentalit. Emmanuel Todd gi nel 1998 scriveva: La definizione di un protezionismo intelligente, che va al di l della flessibilit monetaria, sar il grande dibattito del prossimo decennio. Le societ non possono indefinitivamente vivere sotto la tensione di adattamento in un contesto di deficit della domanda globale. Se le societ nazionali non arriveranno a definire la via nuova di un protezionismo economico che assicuri il mantenimento delle protezioni sociali, la stabilit delle infrastrutture materiali e dei sistemi educativi, noi possiamo prepararci a vivere dei fenomeni di regressione di massa: dei conflitti di classe violenti o il ritorno puro e semplice a certe forme di barbarie. Una riflessione economica deve essere aperta, mettendo in piazza dei concetti generali, ma deve incentrarsi sui dettagli amministrativi e settoriali. Il quadro definito da List di uneconomia protetta sul versante estero, ma liberale e competitiva sul versante interno, resta senza dubbio valida. Contrariamente a quanto affermano gli ultraliberisti lapertura commerciale non indispensabile al mantenimento della concorrenza. Questo soprattutto se il livello culturale continua ad alzarsi. Noi dobbiamo fuggire alla credenza magica sulle cause del dinamismo economico che piazza fuori dalluomo le forze del progresso. Insomma una concorrenza tra analfabeti, impauriti e imbarbariti non servir a nessuno e non produrr nessun progresso, meno che meno economico. Non il libero scambio che produce lo sviluppo del commercio internazionale ma, al contrario, il dinamismo interno che produce crescita e quindi importazione ed esportazione. Se questo dinamismo non viene protetto o coltivato le economie non possono che collidere, globalizzandosi. Una delle teorie che, ad oggi, appare pi azzeccata, divulgata da Ravi Batra, dice che fino a quando la crescita dei salari reali segue da vicino la crescita della produttivit e dei profitti, si registra una fase di sviluppo accelerato. Quando la politica economica mira a massimizzare l'export, controllando la domanda interna e quindi i salari, l'economia inizia a balbettare, anche se, per lungo tempo, si gonfia una bolla speculativa alimentata dal credito e dal basso costo del denaro accumulato. Eccoci qua. L11 agosto a Cortina, ad una tavola rotonda con Pietro Marzotto, Tiziano Treu, Massimo Calearo (presidente degli industriali vicentini) e il sindaco di Padova, Giustina Destra, si dibatte con una platea di imprenditori sul tema se sia o meno finito il mito del Nordest. Pensiero comune che ha tenuto insieme pubblico e relatori che per far crescere il Nordest (ma, veramente, tutta lItalia) bisogna conquistare nuovi mercati! Un imprenditore, produttore di finestre, sostiene che ormai impiega solo il 15% 210

delle risorse per pagare la forza lavoro ma non riesce pi a vendere. Un altro dice che se guardiamo al passato non possiamo non essere ottimisti: lui lavora, i figli lavorano nella sua azienda e girano in Porsche. Alla fine rivela che un imprenditore comasco. Uno del Nordest, infatti, avrebbe omesso in pubblico il narcisismo della Porsche. Un dato per tutti: il Friuli-Venezia Giulia nel 2002 ha diminuito sia le esportazioni che le importazioni. Ma mentre le esportazioni sono diminuite del 3,5% rispetto allanno precedente, le importazioni sono diminuite dell8,4%. Le esportazioni, nei primi sei mesi del 2003, hanno segnato contrazioni nel Veneto del 6,3% e nel FriuliVenezia Giulia del 3,1%. Viceversa il Trentino-Alto Adige ha registrato una variazione positiva (+2,1%): in particolare la crescita delle vendite ha riguardato i prodotti alimentari, bevande e tabacco, i prodotti dellagricoltura e della pesca e le macchine ad apparecchi meccanici. Insomma un modello difficile da cambiare, anzi, probabilmente rimane sempre uguale a se stesso anche se si modulano in modo diverso i tanti fattori che lo compongono. Per produrre, ormai, basta pochissimo: il problema produrre per chi?

Limprenditore inventato Nel 1987 uno storico, non un economista, propone la teoria secondo la quale nessuno dei due passi decisivi che privarono i lavoratori del controllo sul prodotto e sul processo: 1) lo sviluppo della dettagliata divisione del lavoro che caratterizz il sistema a domicilio e 2) laffermarsi dellorganizzazione centralizzata che caratterizza il sistema di fabbrica fu imposto dallevidenza della loro superiorit tecnica. Queste innovazioni nellorganizzazione del lavoro non furono introdotte tanto per ottenere una produzione maggiore con i medesimi investimenti, quanto per consentire al capitalista di arraffare una fetta pi grossa della torta a spese del lavoratore; soltanto la crescita successiva delle dimensioni della torta che ci impedisce di percepire linteresse di classe alla radice di quelle innovazioni. La funzione sociale dellorganizzazione gerarchica del lavoro non sta nellefficienza tecnica ma nellaccumulazione 13.

13. David S. Landes, a cura, A che servono i padroni? Bollati Boringhieri. Si veda soprattutto i capitoli scritti da Stephen A. Marglin. Per disimparare qualche altro luogo comune o slogan si consiglia la lettura delle opere di Karl Polanyi.

211

Paul Samuelson ha molto criticato questa ricostruzione storica, sostenendo la neutralit della concorrenza perfetta. Il nodo del problema, secondo Samuelson, sta nella domanda: chi e cosa impedisce alloperaio di farsi capitalista? Se il modello fosse, realmente, neutrale e concorrenziale, assolutamente niente. Di fatto non lo . Adam Smith ci insegna che per essere concorrenziale un produttore deve essere tecnologicamente efficiente e suggerisce la divisione del lavoro. Per Smith incrementano la produttivit laumento della destrezza di ogni singolo operaio, il risparmio del tempo che comunemente viene perso passando da una specie di lavoro allaltro e linnovazione di un gran numero di macchine che facilitano e abbreviano il lavoro mettendo in grado un uomo di fare il lavoro di molti. Ma questo non risponde ancora alla nostra domanda del perch loperaio non si faimprenditore. Per inciso: secondo unindagine della Fondazione Nordest (2001) il 43,2% ha sempre fatto limprenditore e di questi il 32,7% ha ereditato lazienda mentre il 57,5% lha avviata. Il restante 56,8% prima di avviare limpresa faceva loperaio (64%), limpiegato o insegnante tecnico (26,1%) o il dirigente (4,4%). A questo punto dovrebbe essere chiaro anche ai classici liberoscambisti, che laumento della produttivit una questione che ha poco a che fare con leconomia ma piuttosto con la vita sociale, con listruzione, con il sistema antropologico nel quale si nasce e si vive. Il risparmio del tempo importante: paradossalmente per lavorare 40 ore la settimana basterebbe lavorare, ininterrottamente, per poco meno di due giorni di seguito, compreso la notte. Si risparmierebbe molto tempo e in una settimana ci potrebbero stare altre 120 ore di lavoro! Peccato che anche qui bisogna fare i conti con la struttura fisica e psichica degli uomini e delle donne attivi. Comunque anche questo un ambito culturale perch ci sono uomini che lavorano 35 ore la settimana, ma altri 40, 60 e anche 90 o 100. Nel 700 inglese e nell800 da noi le mansioni di un operaio sono ancora talmente semplici che non si spiega la necessit delle divisione del lavoro. E su questo, bisogna dire, che il Nordest non fa una vera e propria scelta capitalista classica: loperaio del Nordest, infatti, diventa anche imprenditore. Il motivo per cui si spinge sulla specializzazione perch senza la specializzazione il capitalista non avrebbe avuto alcun ruolo. Il lavoro a domicilio del primo capitalismo ha in s lopportunit di scegliere tra un sistema con loperaio-imprenditore e un sistema con la divisione pi netta dei ruoli. Ma perch loperaio-imprenditore minoritario o, addirittura assente? 212

Perch lorganizzatore, o il capitalista, avrebbe dovuto, una volta diventato anche produttore, scindersi e accontentarsi del salario e non avrebbe pi ottenuto il profitto o avrebbe dovuto reinvestirlo quasi per intero. Frapporsi tra produttori e compratori , invece, molto pi remunerativo. Se oggi, lo dice anche un piccolo imprenditore nordestino, serve solo il 15% di risorse per produrre, tutto il resto pu essere pensato come profitto. Il capitalista, cos concepito, esplica la propria autorit frapponendosi e mantenendo a s la risorsa della conoscenza dei mercati e, successivamente, organizzando la conoscenza tecnica. Il fordismo non altro che la creazione, da parte dellimprenditore, di una categoria di nuovi lavoratori; i tecnici, in grado di regolare i processi produttivi in concorrenza con gli operai specializzati. Fino ad allora solo gli operai pi esperti, i pi anziani, quelli di pi alta capacit gestivano, con i propri colleghi, i turni e i carichi di lavoro. Limprenditore doveva relazionarsi col capo del reparto degli operai. La creazione, invece, di quella che John Kenneth Galbraith chiamer tecnostruttura e Thorstein Veblen identifica con la classe degli ingegneri, servir a rompere il blocco del sapere monopolistico tecnico degli operai. La creazione, nel Nordest, di una serie di derivati universitari per la formazione di tecnici, di business school e di corsi tutti associati alle esigenze dellimpresa e tutte sostenute dalle associazioni imprenditoriali sono la controprova della necessit dellimprenditore di una qualifica intermedia per il controllo della fabbrica. In sostanza non c cos tanto bisogno di tecnici se non per controllare il sistema verticale aziendale e dividere il pi possibile i blocchi produttivi. Pi i blocchi sono divisi, meglio limprenditore si posiziona e controlla e a questo scopo utile anche la delocalizzazione. Il sistema nordestino ha, invece, mantenuto anche lopzione operaio-imprenditore motivo per cui sociologi, economisti, esperti vari, politici, sostengono che si tratti di un modello che deve essere cambiato dove le mediazioni interne sono meno importanti mentre diventano fondamentali quelle esterne. Fare sistema , infatti, la parola dordine pi diffusa e, appunto, meno praticata. La contro-rivoluzione industriale render sempre meno necessario questo apparato di controllo e il sistema si realizzer con altre specializzazioni pi di comunicazione che tecniche. E su questo il Nordest gi avvantaggiato. Loperaio-imprenditore se assicura una certa stabilit e una bassa conflittualit allinterno del sistema produttivo e industriale perde per la capacit di poter ottenere altissimi profitti e quindi di far da solo nella conquista dei mercati. Loperaioimprenditore vince nel mercato pi ristretto e per ottenere vantaggi in quelli globalizzati deve poter associarsi o collaborare con grandi imprese. Paradossalmente, spiega Marglin, il controllo esercitato dal capitalista dipendeva in buona parte dal 213

suo apporto di capacit organizzativa, conseguenza di un patrimonio di doti e di caratteristiche individuali dalla straordinaria avidit alla straordinaria intelligenza che lo distinguevano dai comuni mortali. Questo non contraddice la smentita che il lavoro dellimprenditore raro, produttivo, e quindi viene remunerato, anzi, lottimizzazione paretiana del criterio concorrenziale dei prezzi non dipende soltanto dalla scarsit e dalla produttivit dei beni e dei fattori, ma anche dal loro essere beni puramente privati, nel senso che se una persona ne possiede di pi, di necessit, unaltra ne possieder di meno. Ma se sono i grandi aggregati a creare coloro che si distinguono io tradurr cos: nei macro aggregati la stragrande maggioranza degli uomini e delle donne vuole vivere in tranquillit, serenamente e godendo della vita. Esclusi gli inabili per i pi diversi motivi, a coloro con pi corazze caratteriali viene, di volta in volta attribuito un ruolo, di utilit pubblica, quindi con il consenso sociale generalizzato, e affidato lonore e lonere di distinguersi. Il capitalista uno di questi. La capacit di lavorare, come ci ha spiegato anche Smith, necessaria per il progresso, ma questa un bene pubblico, non un bene privato. La conoscenza un bene pubblico e, tra laltro, quando passa di mano chi la offre non la perde. Dunque se tutto il lavoro conoscenza il prezzo del lavoro, di chiunque, tender a zero con il passaggio della conoscenza, a parit di capitali. Motivo per cui serve inventare strumenti pubblici o regole esogene al mercato per creare una certa rarit della conoscenza come il prestigio sociale. Non solo ma laltro espediente per mantenere rara la conoscenza quello di fidelizzare la propria clientela. Il risultato della mia conoscenza, ovvero la qualit dei miei prodotti, diversa da quella di altri prodotti. Ma tutto questo non pu bastare, e non basta neppure a livello internazionale non si pu andare, infatti, a dire a un giapponese o a un cinese o a un coreano: tu non devi sapere, o saper fare, quello che so io e che faccio io!. Dunque a questo punto si rende necessaria, per tutti, la creazione della divisione del lavoro e di uno che ne tenga le fila. Dividendo il lavoro si rende sempre pi difficile la possibilit di copiarlo e si affida allimprenditore, remunerandolo, lattivit di organizzare, o contribuire a creare, un mercato della forza lavoro. Se la divisione del lavoro a limitare il mercato, soprattutto quello della forza lavoro, creando cos il capitalismo, avremo che l dove, come nel Nordest, limprenditoreoperaio pi diffuso la divisione del lavoro sar meno praticata: una sola persona si occuper di pi operazioni insieme e prender pi decisioni. L le conoscenze passano anche prima possibile da una generazione allaltra, dal padre al figlio, ai parenti collaboratori, e passano meno al di fuori del circuito istituzionale scolastico. La cono214

scenza viene trasmessa, diciamo cos, in privato piuttosto che in aule pubbliche. Si tratter di una conoscenza meno sofisticata, pi pratica che teorica, per certi aspetti pi elementare, ma funzionale a quellazienda o a quel distretto. La divisione del lavoro pi bassa produrr, di conseguenza, una disoccupazione pi bassa. La conoscenza, dunque, non una merce vera e propria, ma molto di pi: un rapporto sociale di produzione che nel Nordest viene gestita prevalentemente in famiglia. Limprenditore-operaio del Nordest pi che il capitale mette a frutto molto meglio una certa possibilit e capacit organizzativa. Il modello Nordest non dipende, quindi, dal luogo o dalla contiguit dei luoghi, ma dallinterazione sociale che viene espressa in quel luogo e che interagisce anche con il luogo. Limprenditore-operaio, per, ostacola lespansione della produzione e lacquisizione dei mercati, in quanto i limiti di controllo individuali sono, a loro volta, molto alti. Limprenditore-operaio, poi, deve poter avere una certa mano libera, anche sostenuta dalla mentalit generale, nellesercitare le proprie capacit organizzative e produttive. Deve poter disporre. Chi meglio del padre della famiglia stirpe ha questa possibilit? Quello che appare, ad una prima osservazione, un contesto di individualisti , in realt, un conteso nel quale la produzione di individui in grado di avere un consenso collettivo per comportamenti autoritari dato ed, eventualmente, mediato con latteggiamento paternalistico. Limpresa del Nordest, quindi, per forza di cose deve essere piccola perch figlia di un sistema verticale famigliare che fa capo ad un padre. Se cambia la mentalit lautoritarismo personalizzato della generazione precedente diventa astratto nella generazione futura, ma sempre autoritarismo resta. In sostanza si applica la furbata suggerita da Einaudi: il risultato deve essere lo stesso. Suggerire ai nordestini di fare imprese pi grandi significa soltanto dimostrare di aver studiato molta teoria e soprattutto solo di derivazione anglosassone.

Per i politici: costruire tanti Berlusconi Il sistema non potr vivere in uneconomia globalizzata stagnante con le grandi monete occidentali troppo alla pari nonostante le diversit reali. Il dibattito su un protezionismo intelligente, su un libero scambio non mitologico o sulla deficienza della domanda globale deve essere aperto prima possibile anche a Nordest. Le tensioni che potrebbero innescarsi per il finanziamento delle infrastrutture, per la regressione dei sistemi educativi, per lapertura della forbice delle ineguaglianze 215

non solo dei redditi - potrebbero portare a scontri sociali pi o meno simbolici molto forti. Ricordo che, da giovane, mi piaceva molto leggere i libri divulgativi di Piero Angela. In uno di questi, erano gli anni Settanta, cera scritto che con la clonazione saremmo diventati quasi immortali perch avremmo potuto scritto costruire un altro s stesso, privo di coscienza, e tenercelo a disposizione per trapiantarci gli organi a mano a mano che saremmo invecchiati14. Quando si sono alzate le polemiche, successivamente, dagli anni Novanta, perch la clonazione non era pi soltanto pensata ma era stata messa realmente in pratica, questa eventualit di utilizzo stata resa immorale e lo stesso Piero Angela, preso da pudore, mi disse che quello del libro era soltanto un esempio di un possibile utilizzo non unipotesi praticabile. Questo per dire che ogni idea deve comunque fare i conti con la realt e molto spesso pi facile fare passere idee pesanti attribuendo loro obiettivi caritatevoli. Se diciamo che la clonazione ammessa per motivi medici e per salvare vite umane non incontriamo obiezioni e non ne incontreremo. Se diremo che limprenditore d lavoro ai padri di famiglia, liberiamo limprenditore da vincoli che altrimenti ne soffocherebbero liniziativa. Se diremo che il protezionismo serve a salvare la nostra economia, ma anche quella degli altri, non avremo difficolt, almeno, ad aprire il dibattito. Dunque, con le dovute accortezze, o furbizie di comunicazione, il momento di prendere il toro per le corna e cominciare. Il Giappone degli anni di gloria funzionava cos: concorrenza tra le aziende per il mercato interno, ma accordi, e protezioni statali nei confronti dei mercati esteri. Il libero scambio non necessario per il mantenimento della concorrenza internazionale perch il livello culturale in aumento in quasi tutto il mondo e la diversificazione dei prodotti sar sempre pi alta e le necessit intellettuali e simboliche sempre pi differenziate. Non esiste nessun progresso, nessuna dinamica eccellente nelle astrazioni economiche: abbiamo gi testato le economie centraloparanoiche, liberoschizoidi e sadomonetarie e ne siamo usciti e ne usciamo conciati male. Win Duisenberg, ex presidente dalla Banca centrale europea ammette che la politica monetaria non sufficiente a generare crescita e occupazione durevoli. Ma in quel momento, forse, erano le soluzioni migliori per le condizioni che si presentavano. Ora il momento di saggiare uneconomia emancipatrice, aderente alla realt, consapevole della condizione umana. Se proteggere quanto abbiamo acqui-

14. Piero Angela Luomo e la marionetta - Garzanti

216

sito significa una chiusura nella propria identit non per questo si devono aggredire gli altri che faranno e fanno altrettanto. Un mercato protetto potrebbe livellare verso il basso la produttivit? Se guardiamo al settore dellagricoltura che, tuttora, in Europa, fortemente protetto, dobbiamo dire che avvenuto lesatto contrario. Negli ultimi 50 anni lagricoltura stata praticamente rivoluzionata e una minoranza di forza attiva impiegata produce quantit di prodotti che, addirittura, per sostenere i mercati devono sottostare a quote programmate15. Un mercato protetto dallinvasione dei prodotti deve, per, diventare un mercato attrattivo dei capitali se vero che i capitali si muovono in tempo reale. Chi non riesce ad entrare dalla porta entra dalla finestra, ma deve accettare di farlo investendo, producendo, prima di tutto, lavoro e benessere per le persone. Il sistema diventa in questo modo nuovamente dinamico perch innesca cicli produttivi, ma anche cicli di consumo e monetari reali. Oggi chi riesce a distinguere una fuga di capitali allestero da un investimento? E che cosa se ne fa il paese di destinazione del capitale che gli viene accordato? Lo spende per comprare beni che noi produciamo o lo investe per proporci beni che non possiamo pi acquistare? Linasprimento delle condizioni economiche reali viene ammortizzato da una serie di comportamenti reali, ma alla lunga produce uno scontro di classe pi aspro, uno scontro tra popoli, e una flessione dei servizi comuni. Per i prossimi dieci, quindici anni, il dibattito reale verter sulla scelta tra libero scambio e protezione: non c alternativa a questa grande sfida. Attaccare il costo del lavoro durante una flessione generale dei consumi un nonsenso, uno stare fuori dalla realt. E evidente che il liberoscambista colui che ha, in realt, una maggiore protezione nel mercato interno. Liberoscambista chi ha o pensa di avere risorse finanziare sufficienti per poter sostenere una concorrenza, nel mercato del lavoro o dellimpresa, essendo, in realt, protetto allinterno. Chi pi di un imprenditore di un impero televisivo nazionale pu trovarsi in questa situazione ottimale? Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio proprietario di

15. A Bolzano i contadini e gli allevatori, grazie a Informatica Alto Adige Spa possono collegarsi ad un sito internet per consigli e consulenze di qualsiasi tipo. Lassessore all'Agricoltura Hans Berger ha detto: "Negli ultimi anni la rete ha fatto il suo ingresso anche nei masi di montagna: ora, con la nuova website di consulenza, i contadini che hanno bisogno di consigli ed informazioni per la loro attivit potranno ricevere entrambi in modo veloce e comodo, senza spostarsi da casa". E il contadino se ne sta in salotto.

217

Mediaset (e non solo) , per logica, ultra-liberale perch la sua azienda non ha concorrenza nel mercato interno. Nel sistema finanziario uno come Berlusconi pu muovere ingenti capitali in tutto il mondo; fare affari, creare alleanza, ottenere dividendi e altri capitali, ma il suo core business protetto. Protetto dalla lingua, dalla dimensione assicurata dalle leggi e non dal mercato, protetto da se stesso in quanto nel doppio ruolo, conquistato e voluto, di capo di azienda e Presidente del Consiglio16. Direi che Berlusconi in persona lesempio personalizzato dellimprenditore italiano del futuro: azienda protetta in patria e possibilit di influenza internazionale attraverso la potenza che viene espressa nel paese di origine. Gestione e amministrazione diretta o affidata a figli e figlie e amici di famiglia protetti, a loro volta, da leggi sulleredit e dalla vicinanza al Governo nazionale. I nordestini, nel 2001, hanno sicuramente contribuito molto ad eleggere un loro prototipo, ora dovranno metterlo in pratica anche in casa propria. Allora se lultra-liberista a parole e un protezionista nei fatti abbiamo dallaltra parte che chi non protetto non pu permettersi di essere liberoscambista. Chi sottoposto, e lo sar sempre di pi, alla pressione dei mercati a salari bassi, dalle monete svalutate a causa della supervalutazione interna, dallinflazione che lentamente si alza, viene sottoposto a tensioni che potrebbero diventare non pi sopportabili. Questi sono coloro i quali hanno creduto allesistenza reale del libero scambio fingendo di non accorgersi che un certo sviluppo anche del Nordest dipendeva dalla svalutazione della Lira, dalla predazione di materie prime, dalla finanza psichica che gonfiava solo idee o dallo sprofondamento di alcune bilance commerciali. In contesti come questi anche la guerra pu diventare necessaria! Mentre per gli europei cercare lallargamento a oltranza pu diventare unillusione di conquista di nuovi mercati! La presa della realt passa dalla definizione di tanti nuovi Berlusconi. In concreto se analizziamo chi pi protetto e chi no, nel Nordest, non possiamo non accorgerci che il rischio abbastanza alto perch i non protetti sono pi numerosi. Ebbene se consideriamo soprattutto la famiglia dobbiamo convenire che una coppia adulta ha una certo grado di sicurezza quando entrambi i coniugi hanno un lavoro stabile e uno stipendio o un salario sicuro. In senso oggettivo questa la condizione pi tranquilla e quando la coppia non ha neppure figli la solidit finanziaria

16. Mediaset riuscita ad ottenere il controllo di Telecinco in Spagna soltanto nel dicembre del 2002 dopo lacquisto del 12% del gruppo Correo. Berlusconi diventato Presidente del Consiglio dal maggio del 2001.

218

pu essere considerata al massimo livello. Non fare figli diventa un vantaggio non indifferente! Mediamente, nel Nordest, con Trento e Bolzano sovrappesati nel settore pubblico, abbiamo una suddivisione che ci mostra una netta prevalenza di persone occupate nel settore privato. Operai, conduttori di macchine e personale non qualificato, in Veneto, superano il 50% nel gruppo dei dipendenti privati. Nel pubblico tecnici e intellettuali superano, a loro volta, il 50%. I venditori sono trasversali in tutti i settori e in una percentuale simile: per il Veneto 12,2% nel settore privato e 11,2% nel pubblico. La maggioranza di venditori indipendente. Nel complesso, per rendere le osservazioni pi efficaci, ci basti sapere che il personale non qualificato pi numeroso nel settore pubblico cos come i tecnici e gli intellettuali. Mentre i dirigenti e imprenditori sono pi numerosi tra gli indipendenti, come i conduttori di macchine e infine, tra i dipendenti, nel settore privato gli operai sono pi numerosi. Per le donne il settore pubblico, istruzione e sanit, il pi attrattivo. In Trentino-Alto Adige oltre l80% delle donne lavora nel terziario, in Friuli-Venezia Giulia il 76,5%, in Veneto il 67,1%. Unanalisi pi dettagliata della distribuzione delle professioni tra uomini e donne rivela che le donne impiegate nei servizi domestici e le impiegate sono molto pi numerose degli uomini impiegati nello stesso ambito, mentre tra gli operai e gli indipendenti lo sono soprattutto gli uomini. E chiara la decisione di fare in modo che, nonostante la necessit di lavorare di entrambi i coniugi, la divisione delle professioni tenda ad una messa in equilibrio delle possibilit di rischio. La donna viene dirottata in professioni e in situazioni come quella di dipendente pubblico, nella scuola o nella sanit, ad esempio, dove alcuni diritti formali, uguali comunque per tutte, vengono, di fatto, meglio esercitati per tutta una serie di fattori: massa di occupati, grado di sindacalizzazione, femminilizzazione, parcellizzazione del lavoro, sostituibilit ecc. ecc. I maschi, invece, tendono ad essere pi numerosi nelle professioni pi rischiose, meno garantite, ma con pi possibilit di guadagno17. Logicamente la coppia i cui partner hanno una combinazione di lavori tali da renderli insicuri, sia per il salario/stipendio, sia per la stabilit del lavoro stesso, tender

17. Unindagine di Bankitalia rivela che nella ripartizione delle attivit finanziarie il pensionato, tranne per le passivit finanziarie, sopra tutte le altre categorie. Il 51,4% di titoli di Stato sono in quota al pensionato. Tra dipendenti e autonomi, invece, chi ha la maggior quota di passivit finanziarie il cosiddetto altro autonomo distinto dallimprenditore e dal professionista che, per, sono secondi in classifica. Limpiegato , infine, colui che ha distribuito omogeneamente depositi, titoli di Stato, fondi, altre attivit. Loperaio ha una discreta quota di depositi bancari e postali e anche una discreta quota di passivit finanziarie.

219

ad essere pi debole e quindi anche pi turbolenta. La vedova, single, pensionata allestremo opposto di questa coppia se non nel periodo in cui vengono messi in discussione gli istituti pensionistici. Ma se sui diritti acquisiti molto difficile intervenire appare, dunque, evidente che la coppia tipica nordestina in una certo stato di insicurezza. La coppia marito-moglie di piccoli negozianti, di artigiani, della piccola impresa o anche la coppia operaio/operaia di imprese private in settori discendenti, in un sistema inutilmente distruttivo e liberoscambista, subisce i contraccolpi pi gravi alla propria identit e sicurezza anche perch tendenzialmente meno scolarizzata. E per quello che ha significato per il Nordest questo aggregato di persone merita di essere difeso. Lazione sindacale di salvaguardia e di ammortamento dellimpatto nel periodo di espulsione dal lavoro (casse integrazioni, prepensionamenti ecc.) soltanto un intervento che arriva alla fine di un periodo di grande stress e di lotta. Nel frattempo molto stato distrutto e i tentativi di autodifesa di queste famiglie hanno portato allinasprimento di ingiustizie sociali gravi. Dallaltra parte la coppia con distribuzione di lavoro in ambiti pi sicuri tender ad ammortizzare allinterno eventuali contraccolpi esterni. Una certa alzata dei numeri dei divorzi e dei secondi matrimoni potrebbe nascondere il tentativo di affinare proprio questo risultato: ovvero cercare un partner con maggiori sicurezze o con reddito pi alto del precedente. Dallaltra parte la famiglia con donna casalinga pu vivere tensioni altissime o grande tranquillit in base al lavoro del marito. Se limprenditore-operaio del Nordest pu subire delle crisi, la moglie di questo pu compensare con attivit di solidariet, di interventi caritatevoli, di vicinanza al volontariato come forma di protezione futura. E come se si investisse nelleventualit che possa accadere di cadere in disgrazia. Oggi lattivit del volontariato, infatti, non viene pi giustificata in senso morale: sono buoni e fanno del bene e conquisteranno il Paradiso. Oggi il volontariato diventata una vera e propria attivit di mutuo soccorso, con tanto di bilancio e di prospettive. E sempre pi un luogo di sicurezza affettiva per il futuro e pertanto deve essere gestita con doppia contabilit mica ti regalo i miei soldi per niente! La San Vincenzo mestrina, ad esempio, sforna il bilancio 2002 e nel comunicato di presentazione scrive testualmente: Cinquecentrotrenta volontari della San Vincenzo (compresi quelli nelle parrocchie) det compresa fra i 18 ed i 75 anni hanno dedicato lo scorso anno circa 98.000 ore in servizi di utilit sociale. Considerando il solo costo della manodopera contenuto ad 11,36 euro lora, il valore di queste ore ammonta a 1.113.280 euro. 220

Vi presentiamo il nostro bilancio del 2002 scrive nel Prossimo il presidente della San Vincenzo, Stefano Bozzi - non per dirci 'Come siamo bravi!' ma per rassicurare i nostri benefattori che la loro fiducia ben riposta: tutto ci che riceviamo cerchiamo di convertirlo in immediati aiuti concreti. Vogliamo segnalare aggiunge Bozzi - come anche nella Mestre 'benestante' crescano ogni anno i bisogni e i bisognosi. A fronte di un apparente calo di un certo tipo di povert si affacciano o si espandono altre realt di emarginazione. Come vorremmo chiudere un anno con tutte le voci di bilancio in calo! Prima ed al di l dei numeri, per, ci sono le persone, gli incontri, migliaia di volti, nuovi o consueti, in cui vorremmo aver cancellato, almeno per un attimo, le rughe scavate dalla solitudine e dallemarginazione". Uhmm! Tra il 1993 e il 2001 loperaio, il piccolo artigiano e il commerciante perdono il lavoro: Nella Mestre benestante crescono i bisognosi. Nelle province di Belluno, Verona, Venezia, Rovigo e Trento aumentano gli stagionali non solo nellagricoltura ma anche nel turismo, trasporti e industria alimentare. Il 66% delle casalinghe si dice disposta a lavorare purch si possa riuscire a combinare le esigenze del lavoro con quelle della famiglia. Insomma la struttura logica della famiglia del Nordest in una posizione pi critica del passato quando si scelto di lavorare tutti, maschi e femmine, a qualsiasi condizione, pur di progredire ed emanciparsi. Oggi quella famiglia in uno stato di maggiore insicurezza e di pi bassa protezione - rispetto al recente passato - perch le risorse pubbliche sono gi destinate ai salariati dipendenti pubblici. Il condono fiscale, il condono edilizio, il mutuo agevolato non sono altro che interventi tampone come quelli che arrivano dopo lespulsione dal lavoro per il lavoratore dipendente. Il peggio stato fatto prima. La famiglia complessa ha una capacit di resistenza molto pi alta delle altre. La diffusione di legami pi ravvicinati, anche quotidiani, fisici, stabili pu contribuire ad ammortizzare le crisi e scaricarle attraverso tutte le generazioni presenti, ma, allo stesso tempo, scarica lungo tutte le generazioni inquietudine e malessere. Un nonno non felice se il nipote non trova o perde il lavoro anche se a lui rimane la pensione sicura. Indubbiamente, nel Nordest, chi entrato per scristianizzazione e deindustrializzazione nella zona di insicurezza ha liberato lo stress in un voto che rappresentava la richiesta protettiva: il voto etnocentrico autoprotettito per antonomasia, almeno in senso simbolico. In questo contesto lo Stato diventa sempre meno influente nelle dinamiche reali perch un agente troppo attivo sul mercato del lavoro. Lo Stato 221

il pi sicuro datore di lavoro in quanto, essendo a sua volta dipendente dalla volont dei lavoratori stessi, costretto a rispettare gli accordi. Licenzia con lentezza e piuttosto implode! Il contratto nazionale dei dipendenti pubblici stato rinnovato nellestate del 2003 senza dibattiti cruenti o ore ed ore di sciopero. Per il contratto dei metalmeccanici la trattativa diventata scontro aperto e i sindacati si sono anche divisi sullaccordo. Ma anche vero che gli indici di reddito degli impiegati pubblici sono, generalmente, pi bassi di quelli dei dipendenti delle industrie. Considerato come agente condizionatore dello sviluppo lo Stato, gli enti pubblici, sono invece diventati soltanto riferimento organizzativo. Lo Stato centralizzato che con le monarchie assolute e poi il fascismo e il comunismo sovietico avevano indotto molti a pensare che fosse un agente attivo , in realt, uninvenzione di breve durata e di scarsissimo successo. Lo Stato un mezzo, una grande impresa di tutti, che d molto lavoro e ne dar sempre di pi a prescindere dallefficienza. Coscientemente o meno uno Stato tende a spostare le risorse verso le zone pi attardate, per motivi egualitari, ma cos facendo apporta capitali o macchinari l dove non esistono livelli culturali adeguati per utilizzarli e ne riduce lapporto l dove, invece, potrebbero essere meglio utilizzati. Lequilibrio tra questi due obiettivi: uguaglianza e allocazione di risorse non viene mai ottenuto neppure dagli stati autoritari. Uno Stato, per, d lavoro sicuro anche ai lavoratori meno efficienti.

Le nuove ineguaglianze Il Nordest, soprattutto Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia ha gi imboccato la strada dellalta scolarizzazione generalizzata equilibrata. Nel Veneto, come abbiamo gi visto, c ancora un certo rallentamento dovuto ad una maggiore diversificazione dei percorsi nellambito dellistruzione professionale e una forbice pi ampia tra scolarizzazione bassa e laureati. Il lavoro pesante, manuale, sta per essere completamente abbandonato, limpresa dovr essere pi accogliente e a misura duomo, ma anche, soprattutto a misura di donna. Una certa flessibilit, infatti, richiesta dagli imprenditori potrebbe essere assicurata proprio dallimpiego delle donne se queste trovassero motivazioni sufficienti per conciliare tutti gli ambiti della vita. Dove sta la differenza della donna impiegata part-time in un negozio da quella impiegata part-time in unazienda? Nel luogo di lavoro, nel tipo di lavoro. Se lazienda rispondesse a questa domanda potrebbe ottenere molta pi flessibilit e molta pi disponibilit. La nuova mentalit, produttrice anche di 222

31 - Il Terziario (1998)

Percentuale del valore aggiunto al costo dei fattori

pi del 65% tra il 55 e il 65% tra il 50 e il 55% fonte: Istituto Tagliacarne

223

nuove tecnologie, accelera gi la deindustrializzazione posizionando i pi alfabetizzati in posti di lavoro pi sicuri e in ruoli pi remunerati. Chiaramente il ritmo non uguale per tutti: le province pi industrializzate si muovono pi lentamente e per un periodo pi lungo conteranno fasce numerose di persone che si collocheranno tra il lavoro e il non-lavoro. Si tratta di pensionati, studenti, casalinghe, pseudo-disoccupati, sostituti, che permetteranno di sperimentare ipotesi di transito possibili dal secondario al terziario. Non sono e non saranno le tecnologie a innescare questi processi, come abbiamo visto anche per il passato, ma la contro-rivoluzione industriale in atto. I sindacati non difenderanno pi soltanto gli operai, ma i dipendenti in genere. Il Sindacato sar un luogo di compensazione generale perch al proprio interno potr mediare, in modo non istituzionale, il rapporto tra associato-dipendente pubblico-dipendente privato-cittadino. La tensione interna potrebbe innescare meccanismi di scissioni, ma il movimento complessivo non cambier. Se per questo conviene tenere i sindacati divisi pi che pensare allunione. In una stessa persona, infatti, negli attuali sindacati italiani pu racchiudersi troppa variet di ruolo. Pi sindacati gestiranno questa varietin-uno facendola apparire diversit o si specializzerano, come in parte gi lo sono. Il Sindacato e lassociazionismo sono una strategia di sicurezza irrinunciabile per lindividuo che deve stare nel mercato del lavoro. Il Nordest dimostra un processo lento nella deindustrializzazione, ma alcune province hanno gi accentuato il passaggio per gli anni prossimi. Venezia , ad esempio, sta puntando, nuovamente, su poli artistici e attivit di punta: la Telecom a San Salvador ha aperto un polo avanzato di nuove tecnologie e a SantElena attivo lincubatore comunale Progetto Venezia Distretto delleconomia immateriale; ovvero formazione e ricerca, patrimonio culturale, nanotech, copyright e sistemi assicurativi e finanziari. La Biennale ha messo insieme Nicola Tognana, Andrea Illy, Giannola Nonino, Giorgio Poulides, Franz Maier, Giuliano Segre, Francesco De Domenico e Gilberto Benetton per un club di Amici che vorranno sfruttare le costanti impennate di visitatori alle mostre darte. Il battesimo degli Amici della Biennale stato festeggiato con una cena blindata allhotel Monaco e una madrina deccezione: il commissario europeo Viviane Reding. A Venezia sempre stato cos, no?

Piano piano, forte forte Lalta dinamica culturale pu permettere una equilibratura tra la dinamica economica e sociale e questo, finalmente, potrebbe portare ad una stabilit delle bilance commerciali con mercati interni dinamici. 224

Se la famiglia stirpe ha dimostrato una certa resistenza allindustrializzazione oggi dimostra una certa resistenza alla terziarizzazione. Se ci sono investimenti pubblici, il privato si muove con pi sicurezza, ma questo rallenta linnovazione. Per chi non volesse crederci basti ricordare che dal 1839 al 1866 il Veneto il pi lento di tutti a costruire ferrovie: 11 chilometri allanno contro i 33 del Piemonte e i 16 della Lombardia. Nel 1955 leditore Einaudi pubblica una monumentale panoramica sulle regioni italiane di Ferdinando Milone: a pagina 291 il capitolo 16 intitolato: Cause del debole grado dindustrialit delle tre Venezie. Oggi il titolo potrebbe essere: Cause del debole grado di terziarizzazione del Nordest! Sono sicuro che 20-30 anni si scriveranno libri sul modello avanzato di terziario nel Nordest! Dal censimento del 1951 risulta, infatti, che Rovigo rimaneva di gran lunga la provincia pi agricola del Veneto (Veneto 43%, Rovigo 60%). Rovigo, poi, sar penalizzata dalle alluvioni e agli inizi degli anni Sessanta sar lunica provincia che avr perso ancora popolazione. Treviso era ancora prevalentemente agricola (50%), ma le industrie passavano ad oltre il 30%, aumentando di 12 punti rispetto al 1936. A met degli anni Trenta soltanto Vicenza, Trieste e Bolzano avevano una percentuale di popolazione attiva impiegata nellagricoltura al di sotto del 50%. Padova e Verona devono aspettare, appunto, il secondo dopoguerra per arrivare allo stesso risultato. Il crollo percentuale degli addetti al primario a Belluno, pi che a un sviluppo dellattivit industriale, era ancora legato agli spostamenti della popolazione attiva e allo sviluppo di settori tradizionalmente poveri. Le aggressioni esterne, poi, porteranno al trauma del Vajont dellinizio degli anni Sessanta che per decenni ha inciso sulle prospettive di quella provincia. Doveva essere una Tennessee Valley, scriveva il Corriere della Sera di allora, e invece investimenti di miliardi non hanno rallentato la depressione e la decadenza.18
18. Scrive Alberto Cavallari sul Corriere della Sera: Questo un tema serio che i cattolici dellAlto Veneto devono affrontare: lagricoltura come industria. Per anni essi hanno difeso il mondo contadino in sfacelo, e bisogna rendergliene atto. Ma s trattato duna difesa conservatrice, per evitare che il contadino andasse verso la fabbrica, concepita come diavolo, come elemento di scristianizzazione, e verso la tecnica, concepita come cultura avversa al mondo cattolico delle campagne. Loro invece il compito di trasformare la campagna per non perdere quel tesoro che essa pu significare come industria-base. Il Veneto non pu ridursi ad una sola esplosione di microindustrie. Dietro lindustrializzazione, va mantenuta anche lindustria di fondo della terra. Ed consolante vedere che certi cattolici lhanno capito sulla scia del sindacalismo cattolico rurale francese. Scendendo da Belluno, nelle campagne di Treviso, sincontrano fenomeni nuovi, positivi, proprio nel Veneto pi cattolico. Sono le scuole fondate intorno a Castelfranco dal democristiano Domenico Sartor per leducazione tecnica dei contadini e le cooperative C.E.C.A.T. che hanno un parco macchine dun valore che supera i due miliardi. La cooperativa concepita come fabbrica, il contadino educato per essere un tecnico di questa fabbrica agricola, sono i punti fermi del movimento rinnovatore. Cos, la campagna non vive pi di sola parrocchia o di sola famiglia, ma tenta davere i suoi operai, per non scristianizzarsi ed anche per non fallire.

225

Vicenza e Venezia, nel 51, avevano perso relativamente poco di forza lavoro agricola essendo il settore di minor peso gi prima. Ci significa che se quantitativamente non esiste pi la famiglia stirpe e complessa del passato rurale esistono, comunque, trasmissioni di valori che si rifanno alla famiglia stirpe e che vengono veicolati dalla societ nel suo complesso. I figli cadetti che hanno ricevuto una compensazione di eredit avviano nuove attivit imprenditoriali, o professionali, non pi legate alle vecchie economie. I figli cadetti, non ricompensati, invece alimentano la manodopera per le grandi aziende. E gli ereditieri evolvono nelle tradizionali attivit della famiglia dorigine. Dunque il Nordest deve ancora completare la deindustrializzazione e in futuro sar ancora pi pesante, ma contemporaneamente, crescer la terziarizzazione. Oggi le percentuali degli addetti esclusivamente della Pubblica amministrazione sugli attivi varia da un 24,9% nel triestino a 9,9% nel trevigiano: le province di Vicenza, Treviso, Verona e Padova sono ancora intorno al 10%. Tutte le altre hanno superato il 13/14% mentre Bolzano all8,8% e Gorizia al 17,8%. Le vecchie industrie hanno pi operai e meno impiegati. Le nuove hanno pi impiegati e meno operai. Si affievolisce il mito dellimprenditore- operaio - categoria che ha avuto ed ha una forte coscienza di classe - e con essa anche il dualismo operaio/borghese e si afferma quello tra lavoro dipendente/autonomo, tra lavoro sicuro/insicuro, stabile/instabile. Tutto questo si racchiude nella dicotomia protetto/non protetto. Le classi medie, salariate, diventano pi numerose degli operai e soprattutto pi numerose degli imprenditori-operai. Anche le donne che lavorano sono quelle indipendenti che hanno unet tra i 40 e 49 anni e un livello di istruzione medio-basso. Sono impegnate mediamente per 40-45 ore la settimana con la massima flessibilit. Le loro figlie stanno scegliendo altre modalit. Chi ha 40-49 anni oggi, ed artigiana o artigiano, ha cominciato ad avere paura alla fine degli anni Settanta-inizi anni Ottanta, alla prima crisi alla quale ha assistito, ovvero quando cominciata la flessione della Democrazia cristiana e lascesa della Lega. Il prossimo decennio sar decisivo per il destino di grandi categorie di lavoratori del Nordest e i mutamenti politici che si vedranno saranno consistenti. Il crollo delle ideologie ha fatto riemergere il temperamento locale ma la strutturazione di uneconomia va comunque relazionata a quella nazionale e a quella internazionale e in questo contesto le nozioni di disciplina/indisciplina e di opportunit/tempestivit saranno fondamentali. Per ora letnocentrismo ha funzionato da architrave per reggere la paura della disintegrazione e la globalizzazione consumistica ha attenuato la fase di passaggio. 226

LEuropa economica si fa per questo motivo: per evitare la disintegrazione e per creare un obiettivo comune che giustifichi il sacrificio. Lillusione di un grande mercato interno creato artificialmente con la realt di una moneta comune che ha azzoppato i pi deboli. Ma la stagnazione non pu essere nascosta a lungo: piccoli imprenditori, operi di vecchie industrie, commercianti, artigiani, artigiani-immigrati, servizi alle persone irregolari, avranno un futuro difficile e stanno gi avendo un brutto momento presente. Il sentimento di inutilit che pu prendere, non pi compensato da religione, ideologia o dal nazionalismo deve cercare altre soluzioni se il localismo fallisce e leuropeismo diventa sadismo. Per le classi medie salariate e avanzate i problemi sono meno pressanti ma se tutti gli altri sono minacciati da disoccupazione e perdita di potere economico anche questi, che si sentono pi al sicuro, diverranno dei minacciati... se non altro dai primi. Aumenta la disuguaglianza (pi disoccupazione, diverse opportunit) e aumentano le ore di sciopero. Aumenta linsicurezza e aumentano i partiti pi autoritari. Gli insegnanti, classe intellettuale che agganciando gli operai proponevano la rivoluzione da sinistra, ora si sganciano dalla dinamica sociale per arroccarsi nella dipendenza pubblica pi sicura. Gli operai sposano, allora, la tesi del mercato che almeno d lavoro, se non d la dittatura del proletariato ma il mercato, nel frattempo, si terziarizza. A Nordest resta limprenditore-operaio che dispone di capitali ma non pi di prospettive sui prodotti e di figli, neanche pi tanti. Si producono, allora, pi venditori per sondare nuovi mercati: la new-economy funziona ma per poco e fa girare solo il capitale che si era accumulato (e poi lo brucia!) mentre gli informatici sono ancora in costruzione. Il venditore elettronico, le-commerce, non ancora perfettamente funzionante ed in stallo a causa della insicurezza delle transazioni. Lunica vera prospettiva nuova aumentare gli anni di istruzione e fare come hanno fatto i nonni e i bisnonni: prima sapere e poi saper-fare. La percentuale alta di universitari che, negli ultimi anni, ha scelto di studiare Formazione mi pare indicativa di questo passaggio. Non solo formazione, ma formatori professionali per continuare a fare formazione. Se un mercato di questo tipo viene protetto, si ottiene una nuova strutturazione privata durante lammortizzazione delle insicurezza attraverso il pubblico e la formazione di una nuova classe media tra 15-20 anni. Se, invece, la falsa coscienza che pervade la classe intellettuale, prevalentemente gli insegnanti, va a maturazione prima grazie alla mancanza di scolari (oggi nel Nordest siamo a medie intorno ai 12 allievi per insegnante, la media Ocse di 17,7) e al rallentamento dellistruzione generale pubblica per gli effetti della stagnazione, allora potrebbe esserci una saldatura con il gruppo degli insicuri e quindi turbolenze ma 227

anche laccelerazione delle riforme strutturali. Il fatto, per, che in Italia linsegnante soprattutto donna potrebbe comportare delle complicazioni in quanto la persistenza della falsa coscienza degli insegnanti potrebbe anche affiorare ma essere ammortizzata gi in famiglia. Se il marito perde il lavoro la moglie insegnante pu essere indotta a resistere. Quindi potrebbe anche esserci una saldatura di classe ma privata.19 Che lintellettuale viva un profondo stato di falsa coscienza lo si vede chiaramente. Emmanuel Todd fa lesempio francese del passaggio di giornalisti da una giornale allaltro senza pi nessuna limitazione. Un tempo nessun direttore de Le Figaro, giornale di destra, poteva neppure pensare di andare a dirigere Le Nouvel Observateur di sinistra. Oggi possibile. E lo anche in Italia: fino a qualche anno fa i direttori de LUnit erano uomini di partito o giornalisti comunisti. Oggi LUnit diretta da Furio Colombo. Non solo ma fino a qualche decennio fa un dirigente di un partito comunista non poteva permettersi di comprarsi uno yatch, neppure in compropriet, o rilasciare interviste sui colori dei propri calzini e delle proprie cravatte; oggi lo fanno. Per ora in corso la gestione delle asimmetrie tra aspettative generate dallistruzione e competenze richieste, ma la problematica delle asimmetrie riguarda, in realt, alcune professionalit particolari. Inoltre le asimmetrie del mercato del lavoro nordestino riguardano soprattutto le donne. Il problema delle professionalit introvabili un p una vulgata perch, in realt, dai dati di Excelsior-Unioncamere risulta che le figure professionali pi difficili da reperire nel 2002 sono gli operai addetti alledilizia, le hostess e gli assistenti a terra del trasporto aereo, gli addetti ai carburanti, gli idraulici, i conduttori di macchine a terra, i gioiellieri, gli orafi, i disegnatori artistici, i riparatori di strumenti ottici i progettisti e i fototecnici. Quindi professioni che vanno apprese e che non sono rintracciabili sul mercato come, ad esempio, i rifinitori nelledilizia o gli idraulici. Ma poi ci sono professioni che presup-

19. Da unindagine Censis del 2000 risulta che la maggior parte dei docenti della scuola primaria e secondaria (oltre il 70%) ritiene che il prestigio e la considerazione sociale della professione docente siano diminuiti nel corso degli ultimi dieci anni. Inoltre il corpo docente pi del complesso della popolazione tra i 15 ed i 64 anni di et che la scuola stia migliorando. Tra i docenti tale convinzione viene espressa dal 40% degli intervistati mentre sul totale della popolazione non supera il 24%. Infine mentre i docenti rifiutano il principio del merito come criterio di sviluppo della carriera, nel corpo sociale ampiamente diffusa lopinione che per migliorare il sistema scolastico sia necessario arrivare ad una differenziazione degli stipendi sulla base di criteri di merito. Il 61,2% della popolazione di oltre 18 anni si esprime infatti in tal senso, mentre il rimanente 38,8% ritiene che bisogna aumentare gli stipendi in base alla anzianit di servizio.

228

pongono un gusto, una mentalit, una padronanza della lingua, una particolare affidabilit e una identit per la creazione di quel gusto personale di cui parlava il vecchio Gaetano Marzotto alla Commissione ministeriale. Quelle professioni non sono immediatamente copribili da un flusso di immigrati extracomunitari e neppure da giovani autoctoni di bassa scolarizzazione: quindi mancheranno sempre. Anzi, non ci sono proprio pi. E fortunatamente sappiamo che una vulgata anche lidea che i giovani del Nordest abbandonano presto la scuola. Non vero: uno studio sui giovani 15-18 del bellunese e del trevigiano ha dimostrato che la met sono, effettivamente, transitati nel mercato del lavoro ma per periodi estivi, in modo occasionale o stagionale. Non solo, ma a guardare bene scopriamo che il Nordest, a livello nazionale, si incarica di istruire la maggior parte degli extracomunitari che arrivano nel nostro Paese. Se la sinistra e una parte della destra diventata riferimento dei sicuri tutto laltro spazio politico diventa terreno fertile per chi si occupera degli insicuri. Nelle elezioni del 2001 emersa una netta divisione sociale: hanno votato per il centro-sinistra i protetti dal sistema statale (grandi impresa, apparati pubblici, ceto politicizzato, intellettuali di editoria, media, universit, i non-competitori) e hanno votato centro-destra o Lega Nord coloro che non sono protetti (nuovi ricchi, professionisti, piccola e media impresa, commercianti, nuovi poveri, lavoratori giovani o sommersi ecc.). Probabilmente ancora una volta il Nordest dovr fare a modo suo. Se la fine del cattolicesimo stata la fine della solidariet tra agricoltori e borghesia-rendita. Se la fine del comunismo originata dalla rottura tra insegnanti e operai. La fine dellattuale assetto politico sar la rottura tra imprenditore-operaio sicuri-insicuri e categorie divenute insicure che avranno, nel frattempo, generato un nuovo modello economico e quindi una nuova rappresentanza.

229

230

Capitolo 6

Dallebreo allextracomunitario

Quando la badante era ebrea Alla fine del Seicento quasi tutti gli ebrei dItalia sono ormai rinchiusi nei ghetti. Il pi antico quello di Venezia. I portoni del ghetto si aprono allalba, al suono della Marangona, la campana di San Marco, e si chiudono al tramonto, sorvegliati durante la notte, da guardiani cristiani pagati dalla Comunit ebraica. Le truppe napoleoniche scardineranno i portoni, ma gi Giuseppe II, limperatore austriaco, influenzato proprio dagli illuministi francesi, aveva emanato il famoso Editto di Tolleranza (1781-1784), che esonerava gli ebrei austriaci dallobbligo di portare la rotella gialla e di vivere segregati nei ghetti. Allepoca Trieste, Gorizia, Gradisca e Mantova erano dominazione austriaca. A Trieste la comunit ebraica avvia il porto e viene riconosciuta ufficialmente nel 1746 dallimperatrice Maria Teresa, madre di Giuseppe II. Il padre di Maria Teresa, limperatore Carlo VI, aveva fondato nel 1719 ad Anversa la Compagnia delle Indie, che poi dovette cedere allInghilterra; pens allora di fare di Trieste il porto dellAustria e un grande emporio per i commerci con lOriente, che potesse fare concorrenza ai porti dellEuropa settentrionale; e concesse alla piccola citt adriatica il porto franco. Gi dal 1753 gli ebrei triestini possono abitare anche fuori del ghetto (il nuovo ghetto quello di via Beccherie occupato dopo labbandono del vecchio ghetto di Corte Trauner) e cos molti ebrei affluiscono a Trieste verso lemancipazione dalla Repubblica Veneta (San Daniele del Friuli) dopo il 1777. Il porto di Trieste, dunque, prima che un concorrente commerciale e industriale di quello di Venezia diventa il moderno simbolo della tolleranza. Se nei secoli precedenti, la persecuzione religiosa, aveva spinto i toscani proprio nel veneziano ora erano gli ebrei veneziani che andavano a sviluppare Trieste. Il 3 giugno 1796 le truppe napoleoniche occupano Verona; le porte del ghetto sono 231

divelte. I Francesi, avanzando, occupano ancora Padova e Rovigo. Il 16 maggio 1797 la volta di Venezia. Conquista facile per i Francesi, perch la gloriosa Repubblica si arrende. Lultimo Doge disse: "Stanote no semo sicuri gnanca nel nostro leto". A far parte del nuovo Consiglio comunale entrano tre ebrei. Nel ghetto veneziano piantano lAlbero della libert; le porte erano gi state levate dai cardini e bruciate: dora in poi per la strada circoler anche il cittadino rabbino e le gondole smetteranno di fare la ronda. Fino ad allora nessun ebreo poteva abitare fuori del ghetto, n uscire dalla cinta senza il "segno giudaico" (rotella gialla o bianca e rossa, o cappello a pari di zucchero giallo, o con nastri gialli; per le donne: velo giallo che copre a guisa di mantelletto testa e spalle; come accadeva anche per le prostitute). Poteva andare in viaggio solo con un permesso speciale, e solo la Repubblica Veneta permetteva agli ebrei di passaggio di girare tre giorni senza il segno giudaico. La societ del ghetto ha quasi ovunque, in Italia, la stessa fisionomia: banchieri, cenciaioli e sussidiati. Alcune Comunit ebraiche del tempo sono organizzate in modo esemplare; molti ghetti diventano centro di studi, ai quali gli ebrei si dedicano la mattina presto e la sera tardi, prima e dopo la giornata di lavoro, nelle jeshivth per adulti. Al tempo dei ghetti gli ebrei italiani eccellono fra gli ebrei dEuropa per gli studi ebraici: Livorno viene chiamata "la piccola Gerusalemme" (titolo dato in seguito anche a Gorizia) e anche l, gli ebrei costruiscono il porto; a Ferrara vive e opera Isacco Lampronti, famoso medico e talmudista, autore dellopera Pchad Itzchak; a Padova il cabbalista Mosh Chajim Luzzatto, che fa anche parte del Tribunale rabbinico di quella citt. La condotta a Venezia veniva rinnovata ogni dieci anni; e nel 1777, allo scadere della condotta, questa viene rinnovata a dure condizioni: agli ebrei permesso di esercitare il solo mestiere di cenciaioli (la cosiddetta strazzaria). In seguito a tale restrizione, gli ebrei di Padova non possono pi dedicarsi allindustria degli argentieri. Gli ebrei non possono risiedere dove non esiste un ghetto. Naturalmente, nessun nuovo ghetto veniva istituito e le comunit minori, come quella di San Daniele del Friuli, disperse. Da questa Comunit molti ebrei passano allora entro il vicino territorio austriaco, ingrossando le gi esistenti Comunit di Trieste, Gorizia e Gradisca. Degli appartenenti a queste tre Comunit (Johel Pinckerle di Gorizia, Mos e Giacobbe Marpurger di Gradisca e Ventura Parente di Trieste) avevano ottenuto dallimperatore Ferdinando II, quale riconoscimento dellaiuto da loro prestato nella guerra contro i Veneziani, tutti i privilegi che venivano concessi ai Hofjuden dellImpero (diritto di viaggiare per tutti i territori dellImpero senza "segno giudaico" , divieto di essere espulsi e poi richiamati con lobbligo di sborsare forti 232

somme, diritto di abitare a Vienna, di fare indisturbati i loro commerci nelle loro case o botteghe). Questo decreto fu inviato a tutti i principi secolari e religiosi. La pergamena originale, in data: Vienna, 12 marzo 1624, munita del sigillo imperiale, si trova nellarchivio della Consulta Israelitica di Gorizia. In tutte le Comunit italiane si notano, dallOttocento, sintomi di decadenza; tre secoli di vita nel ghetto hanno prodotto anche decadenza fisica: lebreo basso di statura, nevrotico, pi superstizioso e pi povero. E scritto proprio cos nel volume pubblicato nel 1961 dallHistadruth Hamorm (Associazione Insegnanti Ebrei dItalia) e che raccoglieva gli atti di un seminario organizzato nel 1959 a Vigo di Cadore. Uno dei campi professionali pi redditizio per gli ebrei sar quello delle assicurazioni (le Assicurazioni Generali di Trieste, societ che ha filiali in tutto il mondo, sono state fondate da tre ebrei). Nel Veneto vi sono famiglie ebree che portano titoli nobiliari e un blasone: li hanno conseguiti per lo pi allepoca napoleonica, e sono stati riconosciuti dallAustria. Gli ebrei tutti prendono parte alla vita politica, militando in tutti i partiti e particolarmente in quelli di sinistra. Il veneziano Luigi Luzzatti (1841-1927), professore di diritto costituzionale, fu Presidente del Consiglio dopo essere stato Ministro delle Finanze. Il triestino Salvatore Barzilai (1860-1939) fu soprannominato "il deputato di Trieste al Parlamento italiano". Nel 1861 al Parlamento italiano cerano 6 deputati ebrei; dieci anni dopo erano 11, nel 1874 se ne contavano 15. I ghetti erano stati, definitivamente, chiusi. Anche nella differenziazione dei ghetti gli ebrei hanno sempre coltivato gli studi: nel 1861 in Italia il 64,5 % analfabeta; fra gli ebrei erano solo il 5,8 %. Non dimentichiamo, per, neppure quanto ci racconta Michele Luzzati (nel sito internet dellassociazione Menorah) sulle giovani ebree, convertite, cacciate dalla Baviera cattolica e ospitate allasilo delle fanciulle israelite di Padova, nel 1853, dove lo statuto fissava lo scopo dellattivit con queste parole: lobiettivo quello di allevare buone madri di famiglia fra le fanciulle, ebree, prive di beni e fortuna, avvezzarle per tempo al lavoro e farle maestre, istitutrici e cameriere. Scopo fondamentale di questo pio istituto era quello di formare personale di servizio: le badanti di allora, insomma.

Dentro e fuori dal ghetto In nessun paese dEuropa il contributo dato dagli ebrei alla cultura nazionale cos grande come in Italia; il Nordest non da meno. Ricordiamo il patriota triestino 233

Giuseppe Revere (1812-1889), che partecip alle lotte risorgimentali a Milano, Venezia e Roma, fu giornalista, poeta e scrittore. Morto a Roma, ora sepolto nel cimitero ebraico di Trieste. Il fiorentino Enrico Castelnuovo (1839-1915), vissuto quasi sempre a Venezia, fu apprezzato romanziere: il suo capolavoro, "I Moncalvo, un romanzo psicologico di ambiente ebraico italiano. Giglio Padovan (18361896), triestino, fu poeta vernacolo e traduttore di Shakespeare. Fra i cultori di scienze letterarie il goriziano Graziadio Isaia Ascoli (1829-1907), glottologo illustre, cui si deve la pubblicazione dell"Archivio glottologico italiano". Fu proprio Ascoli, seppure con molte polemiche, a proporre il nome di Venezia Giulia alla regione, ancora irredenta, in cui nacque. Altri irredenti famosi furono Adolfo Mussafia (18341905), dalmata, per quasi mezzo secolo professore allUniversit di Vienna che al Parlamento austriaco difese sempre i diritti delle minoranze italiane dellAustria e il triestino Salomone Morpurgo (1859-1942), bibliotecario della Nazionale di Firenze. E poi ancora il triestino Samuel David Luzzatto (Shaddal, 1800-1865) direttore del Collegio Rabbinico di Padova (fondato nel 1829), esegeta e traduttore della Bibbia, un pioniere della moderna scienza del giudaismo. Interessante anche il suo Epistolario, dove si trova, tra laltro, una lettera che Shaddal indirizz ad Alessandro Manzoni sul processo per omicidio rituale di Trento, e che rimase senza risposta. I goriziani Isacco Samuele Reggio ed Eude Lolli. Cugina di Shaddal la poetessa triestina Rachele Morpurgo. Al Collegio Rabbinico di Firenze (trasferito da Roma per opera di Margulies) insegn H.P. Chajes, rabbino a Trieste e Vienna, animatore del movimento sionistico. A Trieste i matrimoni misti sono frequenti. Cecil Roth, ad un certo punto scriver: "E triste incontrare uomini che portano illustri nomi ebraici e sono completamente digiuni di cultura ebraica". Lassimilazione, ormai, era cosa fatta. Gli ebrei triestini eccellono non solo nel campo delle lettere e delle scienze, ma si distinguono anche come patrioti (la scuola ebraica di Trieste la prima scuola italiana della citt); e questo loro atteggiamento si accentua quando entrato il Veneto a far parte dellItalia, rimasta Trieste isolata e senza ununiversit italiana e gli ebrei di Trieste divisi dagli ebrei del Regno, la lotta irredentistica entra nella sua fase epica. Lirredentismo triestino lultima fase del Risorgimento e ne ha tutte le caratteristiche; e per le stesse ragioni per cui gli ebrei italiani hanno preso parte alle lotte risorgimentali. Quella di Trieste per popolazione la terza dItalia. Dopo la parentesi della guerra, nel 1920, su 350 deputati, 19 sono ebrei. Dunque laltro, in una regione cattolica segnata dalla Controriforma, viene, storicamente, ghettizzato. Questo il comportamento della famiglia stirpe incompleta del 234

Nordest. Lebreo veneziano deve portare il segno della differenza formale, anche se, sostanzialmente, le misure restrittive sono meno repressive che altrove. Gi il Senato di Venezia risponde a Carlo V che chiedeva lespatrio dei protestanti: Quanto alli luterani et eretici el stato e dominio nostro libero et non podemo devedrli. Nel triestino e goriziano le idee illuministe di uguaglianza arrivano anche prima e si sedimentano. Il diverso assimilato, ma resta distinto. Nel Veneto, Venezia Tridentina e Venezia Giulia-Zara, nel 1931 la distribuzione degli ebrei italiani era rispettivamente di 6,5%, 2,7% e 14,4%. Sommati tra loro sono i pi numerosi di tutta Italia; un p come gli immigrati di oggi1. La percentuale di popolazione ebraica nelle tre regioni varia da 70,3 ebrei ogni 10.000 abitanti in Venezia Giulia e Zara a 19,6 nella Venezia Tridentina e 7,5 in Veneto. Gli ebrei, prima delle leggi razziali, sono distribuiti soprattutto a Trieste, Venezia, Padova, Verona e Bolzano. Poco o nulla era cambiato dallinizio del secolo. Agli inizi degli anni Trenta gli ebrei, ogni 10.000 abitanti, sono 3,75 a Bolzano, 0,36 a Trento, 0 a Belluno, 1,66 a Padova, 0,27 a Rovigo, 0,77 a Treviso, 5,71 a Venezia, 1,78 a Verona e 0 a Vicenza. A Fiume vi erano 13,5 ebrei ogni 10.000 abitanti, a Gorizia 3,6, a Pola 0,17, a Trieste 9.91, a Udine 0,47 e a Zara 0,912. Indubbiamente la presenza degli ebrei nel Nordest appare tollerata sia dalla famiglia stirpe pi autoritaria che da quella pi egualitaria. Dunque, se vero che qui c stata la sagrestia dItalia, anche vero che nella sagrestia hanno trovato una certa accoglienza anche coloro che si riferivano ad un credo diverso da quello cattolico. Certamente la protezione-ghettizzazione della Repubblica di Venezia allorigine di questa tolleranza, ma la Repubblica di Venezia, a sua volta, lorigine del tipo di famiglia tipica del Nordest. Motivo per cui qui troveremo piuttosto unansia di differenziazione, ma non lintolleranza o laggressione che conduce allo sterminio. Il diverso il Nordest lo integra nel lavoro, nella relazione culturale o sociale, ed eventualmente su questi stessi ambiti che fa leva per differenziarlo. Le differenze fondamentali, di religione o di razza, vengono diminuite. Ritengo il massimo grado di tolleranza quello in cui il diverso non viene percepito come tale. Luniversalismo vuole gli uomini tutti uguali e quindi il colore della pelle,
1. Anche la discriminazione sessuale assume forme simili, in unindagine del 2002 di "Goletta Gay" Venezia e Trieste sono le citt del Nordest che meglio di altre assommano capacit di tolleranza e accoglimento. 2. Fonte: http://www.palazzochigi.it/Presidenza/DICA/beni_ebraici/PAG301_320.pdf

235

32 - Presenza ebraica negli anni Trenta

Residenti ogni 10.000 abitanti

pi di un ebreo fino ad un ebreo nessuna presenza

236

o la religione, o il sesso sono indifferenti per lo status di un individuo. Se si veramente universalisti non si possono vedere le differenze reali o inventate che siano. A gradi inferiori di questo comportamento troviamo la differenziazione - quando nonostante la tolleranza una qualche differenza viene comunque marcata - o troviamo il multiculturalismo quando si ottiene lo stesso effetto differenziante attraverso lalibi del rispetto delle diversit. Se letnocentrista differenzia per marcare la differenza, il multiculturalista differenzia per rispettare la differenza. Il risultato lo stesso. Nel Nordest, a mio avviso, questo della differenziazione latteggiamento pi diffuso e caratteristico, il primo della destra e della Lega Nord, e il secondo delle sinistre e delle organizzazioni di accoglienza sia cattoliche che laiche. Minoritari sono i comportamenti razzisti o di universalismo indifferente. Se il ghetto linvenzione del differenzialismo nordestino nel Cinquecento, le case per gli extracomunitari sono i ghetti degli anni Novanta/Duemila. Nellottobre 2002 gli industriali trevigiani organizzano una gita per i sindaci a Strasburgo. Il quotidiano nazionale La Repubblica scrive: Programma: breve saluto delle autorit locali e, soprattutto, visita guidata al centro d'accoglienza per immigrati della citt francese, esempio europeo di integrazione degli extracomunitari e multiculturalismo. Hanno portato dei trevigiani in Francia! La scolaresca composta da 79 sindaci (su 95) della provincia, accompagnati per tre giorni "alla scoperta delle best practices europee sui temi dell'immigrazione, della gestione del territorio e dello sviluppo eco-compatibile". Quota di partecipazione: nessuna, tutto gratis. Il sindaco leghista, Giancarlo Gentilini, che propone vagoni piombati per gli extracomunitari raccogliendo, quasi sempre, centinaia di colonne di giornali di commenti e indignazioni con tanto di foto, non accetta di partecipare al tour gratuito. Ne ha dette troppe: "Io difendo la razza Piave", vuole prendere le "impronte del naso e dei piedi" oppure: "Murerei vivi i frati che portano da mangiare agli extracomunitari". Non ci va Gentilini ma ci manda ugualmente due rappresentanti del comune. Non c' niente di male - dir - a vedere che fanno gli altri, anche se una cosa deve essere chiara: gli industriali devono assumersi le loro responsabilit. Se vogliono gli extracomunitari, poi devono trovargli una casa e non scaricare tutto sugli enti locali". Gli amministratori di sinistra, poi, non vedono lora di avere gli industriali dalla loro parte e contro Gentilini e si imbarcano quasi tutti. E anche quelli di centrodestra stanno al gioco. "Dobbiamo avvicinarci in fretta alle soluzioni europee. Le aziende chiedono manodopera, e qui manodopera vuol dire immigrazione", racconta 237

33 - Stranieri (1998)

Presenza ogni 10.000 abitanti

da 300 a 500

da 100 a 300

da 0 a 100 fonte: Ministero Interni

238

Floriano Zambon, sindaco polista di Conegliano. "Una volta fissate le regole contro la clandestinit, non bisogna chiudersi troppo. Anche perch, se riusciamo a impostare politiche serie di mediazione culturale e integrazione, le imprese prosperano. E paure e resistenze si superano senza difficolt". Uno studio condotto dallORIV lOsservatorio sulle integrazioni nelle citt avanza una prima analisi osservando la distribuzione della popolazione veneta e straniera e le linee di tendenza demografica in relazione alla convivenza sul territorio. Cerca dindividuare se si va enucleando un modello di segregazione spaziale osservando la distribuzione degli abitanti secondo due parametri: la presenza nei centri abitati (intesi come Sistemi Lavorativi Locali ovvero distretti economici-abitativi) suddivisi in piccoli, medi e grandi e la ripartizione fra centro e periferia, in seno ai medesimi. Il confronto sul primo parametro rivela che gli immigrati, rispetto alla popolazione totale, hanno una concentrazione: - simile agli italiani nei centri di piccola dimensione - inferiore nei sistemi medi (dai 26.000 ai 105.000 abitanti), eccetto Arzignano (Vi) - superiore nei sistemi grandi (oltre i 105.000 abitanti). Circa la distribuzione fra centro e periferia, lanalisi pi complessa perch i comportamenti abitativi degli immigrati sono condizionati da una serie di fattori che gli italiani non hanno. Tendenzialmente gli autoctoni tendono a fuggire dai centri maggiori per risiedere nelle aree periferiche, contribuendo comunque a favorire la loro crescita demografica. La preferenza per risiedere in centro si mantiene nei piccoli insediamenti, sebbene la tendenza maggiore sia fuggire verso gli agglomerati di media dimensione. Gli immigrati sinsediano maggiormente sia nelle periferie dei piccoli centri che nei centri delle aree metropolitane. In altre parole la tendenza demografica fra i due gruppi di popolazione divergente nel rapporto centro-periferia e per linsediamento fra piccoli e medi sistemi lavorativi locali. 3 Insomma si formano i ghetti automaticamente nonostante le gite a Strasburgo. Gino Zanni, direttore della Cgil del Veneto, spiegher che le strategie degli imprenditori per tentare di costruire o ristrutturare case di propriet pubblica in concessione da destinare agli extracomunitari trattenendo gi in busta paga anche laffitto un tentativo di abbassare il livello dei diritti dellindividuo. Si finisce per essere legati ad un imprenditore dice non solo per il lavoro, ma anche per la casa. Una

3. Il sistema veneto tra globalizzazione e cooperazione internazionale: Lvia Acli Centro Toniolo CeSPI, versione on line.

239

debolezza del lavoratore che potrebbe essere pagata con la perdita di diritti fondamentali. Traduzione: la capacit di ricatto del datore di lavoro sul lavoratore diventerebbe insostenibile e ne potrebbe risentire anche la sindacalizzazione. Comunque le distribuzioni di abitazioni popolari sono un dato sensibile dei rapporti di uguaglianza pi che un indicatore economico. Se analizziamo soltanto il Veneto notiamo che gli immigrati del rodigino (e del veneziano), infatti, sono trattati con pi uguaglianza di altri come logico attendersi dalla modulazione del sistema famigliare. Nel rodigino le domande di case popolari di nordestini che sono state ammesse con assegnazione sono il 6,1%, nel 1997, mentre per gli extracomunitari le assegnazioni sono state l8,5%. In tutte le altre province i dati sono invertiti: gli autoctoni in percentuale ricevono, sempre, pi soddisfazione. A Venezia e Padova le differenze sono basse: tra 1 e 2%, mentre a Treviso, Belluno, Verona e Vicenza le disparit variano dal 3 al 5%4. E ancora: se definiamo il rapporto tra le domande di regolarizzazione dopo la BossiFini (su dati elaborati dallOsservatorio sullimmigrazione del Veneto) e il numero dei permessi di soggiorno al dicembre 2002 come tasso di irregolarit, in quanto corrispondente approssimativamente alla percentuale di presenza di irregolari che vogliono emergere, troviamo una distribuzione per province che conferma tutte le nostre teorie. Padova, Venezia e Rovigo hanno manifestato, rispettivamente, il 61% di tasso di irregolarit, il 55% e il 44,5%. Sono le province a maggiore modulazione egualitaria del Veneto; quelle pi accoglienti. Verona ha un tasso di irregolari del 35%, Treviso 33%, Vicenza 31% e Belluno 28%. Lipotesi del ghetto che si riproduce: gli extracomunitari possono uscire durante il giorno, lavorare, interagire, ma poi devono ritirarsi. Non c proprio niente di nuovo. Il positivo di tutta questa storia che il ghettizzato non verr perseguitato e, nel tempo, potr contare su una sostanziale assimilazione, pur non diventando mai eguale. Non solo ma lextracomunitario uninvenzione recente: non pi vecchia dellinvenzione della Comunit europea! Meglio essere ghettizzati che inquisiti, comunque, o sterminati. Quando Napoleone disse: "io non voglio pi Inquisizione, non voglio Senato, sar come un Attila per lo Stato Veneto", si sbagliava di grosso. Dimenticava che lo Stato Veneto non esisteva quasi pi e lInquisizione era altrove. Se lInquisizione veneziana cattura Giordano Bruno, la messa al rogo avviene a

4. Su questo si veda lelaborazione Coses su dati Ater-Regione Veneto nel: Rapporto finale, la presenza immigrati nelle regioni adriatiche. Il caso Veneto 2001

240

Roma, ed sempre Venezia che difende Galileo Galilei. Dunque se fuori c lInquisizione nel vecchio Nordest c il ghetto. Se fuori c il razzismo nel Nordest c soltanto la drammatizzazione simbolica.

Assimilato meglio che altrove Il Dossier Statistico Immigrazione 2001 della Caritas produce Indici statistici dei modelli di integrazione. Ebbene il Nordest quello dove i valori positivi sono pi numerosi che altrove soprattutto per acquisizioni di cittadinanza, per presenza di coniugati, per motivi famigliari, per la presenza di coniugati con prole, di minori, di minori a scuola. Nel Nordest ci sono anche molti meno anziani immigrati e una relativa stabilit di residenza. Tra le regioni il Friuli-Venezia Giulia dimostra maggiore integrazione di Veneto e Trentino-Alto Adige. Il Frili-Venezia Giulia, nei dati spicca, ma se valutiamo anche la provenienza dellimmigrato scopriamo che qui molto alta la differenziazione tra immigrati africani e immigrati dallEuropa dellEst. Evidentemente lintegrazione avviene per vicinanza e il dato di differenziazione generale si attenua perch pi basso nei confronti di popolazioni contigue. Nel trevigiano, invece, la prevalenza di magrebini rende pi evidente le differenziazioni. Anche per i matrimoni misti il Nordest si differenzia: le donne sono le pi disposte ad affrontare un matrimonio misto mentre gli uomini scelgono straniere provenienti da Paesi a maggioranza sia ortodossa (Romania, ex Urss) sia cattolica (Brasile, Polonia, Repubblica Dominicana). In un matrimonio misto lei/italiana-lui/islamico (se ne stimano 1.100-1.200 lanno in Italia), circa il 40% registrato nel Nordovest, il 13% nel Nordest, il 20% nel Sud e il 7% nelle Isole. Lavoro s, casa anche, ma matrimoni misti molto meno. Se per questo in Alto Adige anche i matrimoni misti tra italiani e tedeschi sono pochi e pure in discesa: nel 1981 erano il 7% del totale, dieci anni dopo erano poco pi della met (3,9%). Considerando lincidenza della popolazione straniera sul totale della popolazione residente, il Friuli-Venezia Giulia gi agli inizi degli anni Novanta ai vertici della graduatoria nazionale: gli stranieri al 31 dicembre 1994 rappresentavano il 2,46% della popolazione complessiva regionale, un valore alquanto significativo se si considera lincidenza nelle regioni del Nord (1,86%) e la media nazionale (1,62 %). Certo contano molto le posizioni di frontiera di Trieste e Gorizia e la guerra che ha sconvolto lex Jugoslavia. Ma in quelle zone, labbiamo visto, la tolleranza sempre stato un valore stabile. 241

Allinterno dellarea del Nordest, che accoglie quasi un quarto di tutti gli immigrati soggiornanti in Italia, il Friuli-Venezia Giulia la regione dove sono pi numerosi i fattori che attestano lavanzamento del processo di inserimento stabile (quali ad esempio, lalto numero di ricongiungimenti familiari, acquisto di cittadinanza, matrimoni misti e cos via). Il Friuli-Venezia Giulia anche la regione italiana dove limmigrazione cristiana la pi alta in percentuale (68,5), mentre in Veneto questo gruppo gi sotto il 50% e in Trentino-Alto Adige intorno al 57%. La maggioranza di immigrazione musulmana, invece, si colloca nelle regioni dItalia pi scristianizzate (al Sud e in Emilia-Romagna). Lo status dellimmigrato, dunque, a Nordest tranquillo. Nel lungo periodo prevista lassimilazione, ovvero la rottura delle caratteristiche pi distintive dei costumi dei paesi di origine, e limmissione di quelli tipici italiani o se si vuole del Nordest. Sulla popolazione delle tre regioni la presenza di stranieri si aggira intorno al 3%, quindi con una rilevanza minima rispetto al peso elettorale della Lega Nord che esprime il pi forte dissenso allimmigrazione. Appare evidente come il fenomeno immigrazione non la causa della protesta, ma caso mai, il pretesto della protesta. Le lighe nascono alla fine degli anni Settanta per evoluzione della scristianizzazione e per gli effetti dellindustrializzazione. Lansia trovava, anche allora, unespressione etnocentrica (fora i terroni, forza etna) ma anche questa era in ritardo rispetto alla massiccia emigrazione interna dal Sud che non aveva nel Nordest il punto di approdo, ma caso mai nel Nordovest. Anche il terrone era solo un capro espiatorio. La reazione allimmigrazione nasce in ritardo ma si incolla sulle ansie etnocentristiche: nel Nordest le province con pi extracomunitari sono quelle con pi voto leghista. Dunque o i leghisti non riescono ad avere nessun intervento reale sulla propria realt (cosa che appare impossibile visto i larghi suffragi ottenuti dagli amministratori leghisti locali nellultimo decennio) oppure la discriminazione verbale soltanto in funzione simbolica: predicare male ma razzolare bene. I leghisti sono pi forti a Treviso, Vicenza, Verona, Pordenone e Udine e gli extracomunitari sono prevalentemente a Vicenza (37.376 pari al 26,8% del totale regionale), Verona (31.879 pari al 22,8%), Treviso (29.776 pari al 21,3%), per il Veneto e a Udine e Pordenone per il Friuli-Venezia Giulia. Trieste, come abbiamo visto, un caso a s come anche il Trentino-Alto Adige dove letnocentrismo si esprime in altre forme pi storicamente determinate. Non c nessuna correlazione tra la nascita del leghismo e limmigrazione: i due fenomeni sono disgiunti e hanno cause diverse. La presenza degli extracomunitari nelle stesse province leghiste potrebbe, oggi, far apparire la correlazione, ma 242

il ritmo di crescita dei due fenomeni, invece, ci dice che non cos. Nel Nordest il fenomeno ripete quello della collocazione degli ebrei che venivano percepiti pi per la collocazione nelle attivit produttive che per la religione diversa. Caso mai la religione poteva servire da pretesto per difendere un certo mercato del lavoro o per avviare o sostenerne di nuovi a bassi costi. La differenziazione viene fatta a valle pi che a monte e da l si risale allorigine. Lavori in fonderia perch sei un immigrato diverso da Sei un immigrato perch lavori in fonderia. Ma agli effetti pratici si ottiene lo stesso risultato: limmigrato lavora in fonderia! '' Il Nordest ha bisogno di 50 mila immigrati? Si chiede il veneziano, europarlamentare forzista, Renato Brunetta, e si risponde: - Li avr, nessuno potr dirvi di no. Per necessaria una selezione per etnia ed altre capacit, il che non razzismo. Per fare strade, ad esempio, sono bravi i pakistani, come infermieri gli indiani. Quindi necessaria una selettivit per etnia, in ragione della produttivit. Fino ad oggi, invece, i flussi non sono mai stati organizzati in questo modo''. La famiglia stirpe porta, in estremo, al differenzialismo desplusione, ma questo accade l dove il sistema famigliare maggioritario. In Italia la famiglia nordestina fortemente minoritaria e langoscia del diverso viene amministrata nella semplice opzione differenzialista che non si traduce in persecuzione. Il ghetto il risultato dei gruppi chiusi, della modulazione degli accessi ai sistemi di appartenenza. In Germania il deragliamento paranoico ed economico crea il lager. Nel Nordest la tensione industriale e lansia collettiva si associano al concetto di differenziazione e quindi la richiesta di espulsione o di difesa razziale diventa fortemente simbolica, politica, mentre il comportamento reale, date le dimensioni demografiche, di assimilazione, e anche delle migliori. E mentre il sindaco leghista di Treviso, Gentilini, le spara grosse o si rifiuta di accettare il tour gratuito offerto dagli imprenditori, i donatori di sangue dellAvis di Treviso vanno in polemica con il Gazzettino in merito alle donazioni da parte di popolazione immigrata. Il 30 luglio 2003 il Gazzettino titola: Sangue, la domanda cresce pi dellofferta ma gli immigrati non possono donare. Il motivo, spiega il giornalista, perch occorrerebbe fare troppi controlli preventivi sul loro stato di salute. Maurizio Bonotto, presidente regionale dellAvis, il giorno dopo convoca in tutta fretta una conferenza stampa per rettificare e sottolinea come gli stranieri siano considerati potenziali donatori di sangue alla stregua degli italiani - circostanza confermata dall'iscrizione all'Avis, nella Marca, di alcune decine di extracomunitari - con l'unica differenza dell'esigenza di maggiori margini di cautela. Praticamente ripete quanto aveva scritto il giornale dimostrando che le ragioni di sangue qui sono ancora forti. Bonotto spiegher che gli immigrati rimpatriano almeno 243

una volta l'anno e quindi, come per ogni iscritto, imposta una pausa di sei mesi nelle donazioni dopo ogni viaggio all'estero. Insomma la terra, la lingua, il sangue rimangono archetipi di riferimento che, anche se in modo pi o meno evoluti, fanno da ancoraggio ancora al nordestino del 2000. Il blasonato veneto tipico e anche una certa ossessione, appunto, per il sangue blu5. Non a caso la societ rurale esprimeva una piccola nobilt pullulante pi che una vera e concentrata aristocrazia. Secondo una recente ricerca delle universit adulti-anziani del Veneto conta sul suo territorio 4.500 edifici superstiti riconducibili alla villa. Nella ricerca condotta questanno dalle 16 universit adulti-anziani del vicentino legate allistituto Rezzara - spiegano i ricercatori - si voleva dimostrare come la villa abbia rappresentato un innesto felice della cultura urbana nella cultura rurale, provocando una straordinaria spinta innovativa nellagricoltura. E il capo della villa, guarda caso, sempre un conte! Il sistema a differenziazioni interne si riproduce nei secoli e si sedimenta nelle distinzioni professionali, di appartenenza, di associazionismo. E anche gli storici anziani del 2000 vanno a dimostrare linnesto felice della villa. A quanto limmigrato blasonato? Un arabo, discendente di un qualche maraj, concorderebbe anche leurodeputato Brunetta, sarebbe adatto a portare titoli nobiliari!

Statuti famigliari a confronto Ovunque, in un modo o nellaltro, si riscontra una predominanza della societ di arrivo che reagisce allimmigrato, al diverso, o con la segregazione o con lassimilazione a seconda del sistema di valori legato alle strutture famigliari. Nel Nordest questo sistema particolarmente differenzialista anche se molto tollerante. Va anche tenuto conto che si tratta di una relazione e quindi in gioco ci sono anche i diversi sistemi famigliari di cui sono portatori gli immigrati. Di fatto i magrebini hanno pi difficolt perch devono passare ad un equilibrio tra il loro sistema prevalentemente endogamico e quello nordestino (occidentale) che esogamico. La tendenza a sposarsi in ambiti parentali da noi assolutamente negata. Forse la
5. Non va dimenticato neppure un motivo superstizioso che anche prima della Controriforma era diffusa: il sangue dei cristiani, si dice nel processo a Trento per il piccolo Simone, avrebbe avuto per gli ebrei un profumo gradevole, purificherebbe lo stomaco, darebbe al volto un colorito fresco e infine preserverebbe le donne da un parto prematuro. Il 23 marzo 1475, gioved santo per i cattolici e inizio di Pesach per gli ebrei, a Trento scomparve un bambino di due anni, Simone, di cui pochi giorni dopo venne ritrovato il cadavere nei pressi dell'abitazione di un esponente della comunit ebraica di Trento. Questo fu il pretesto per la persecuzione.

244

pressione sar minore per quanto riguarda la patrilinearit e il sistema autoritario, ma sullo statuto della donna i magrebini, e gli islamici in genere, avranno difficolt notevoli. Sar molto pi semplice per gli immigrati provenienti dai paesi dellEst portatori di sistemi famigliari pi simili e, anzi, gi presenti in Italia. Addirittura lo status della donna est europea , per molti aspetti, anche pi avanzato di quello della coetanea italiana e non va dimenticato che in quei paesi la presenza di donne rispetto agli uomini e tra le pi alte del mondo. E stato, infatti, proprio lo statuto fortemente bilaterale della donna dellest Europa a produrre una delle dinamiche che pi hanno contribuito allimplosione del regime comunista dellUnione Sovietica. Non credo sia neppure casuale il dato che vuole tra le minorenni il 60% delle denunciate per vari reati provenienti dai paesi dellest Europa. Per le altre nazionalit le minorenni sono in bassissime percentuali se non nulle, compreso le marocchine. La parit maschio-femmina ha anche i suoi punti deboli, no? Il diritto alla differenza, quindi, che viene scambiato, generalmente e soprattutto a sinistra, per uno stadio avanzato, nientaltro che il mantenimento delle differenziazioni. La societ antropologica del Nordest produce, quindi, lo stesso impianto valoriale e gli stessi atteggiamenti di fondo sia negli appartenenti a gruppi politici di destra sia a quelli di sinistra o di centro. E il rapporto con il diverso che si manifesta e origina il comportamento non lappartenenza politica. La posizione ottimale, penso, sia lindifferentismo o se si vuole luniversalismo: se gli uomini sono tutti uguali allora dove sta la differenza? Se c una qualche differenza allora ammettiamo che non siamo tutti uguali! E tutto qui. Il resto solo un problema di ritmo di integrazione e di lotta di potere. Ad un vecchio immigrato magrebino padovano o trentino o pordenonese alla pensione, fra qualche decennio, non rester che constatare labbandono da parte dei figli della propria cultura dorigine e contemporaneamente linadeguato adattamento alla cultura italiana. I figli di immigrati andranno errando in una sorta di terra di nessuno antropologica se non ci si render consapevoli di quanto sta accadendo. Il sistema stirpe, come ad esempio quello tedesco, tende inoltre a differenziare anche allinterno dei gruppi immigrati6. In Germania i turchi sono rimasti circoscritti nelle proprie comunit nonostante siano il gruppo pi numeroso. Gli ex jusoslavi, invece, sono stati completamente assimilati. Nel Nordest avvengono processi simili: il gruppo ex jugoslavo viene assimilato con pi facilit e si pone anche in una posi-

6. Anche nel ghetto di Venezia gli ebrei di origine tedesca predominarono per numero se non per censo o per importanza, fino allet di decadenza della Comunit. Si veda: Cecil Roth, Gli ebrei in Venezia, Cremonese, Roma, 1932

245

zione interessante dal punto di vista economico per i sempre pi forti legami di delocalizzazione prodotti dalle aziende. Il gruppo magrebino, invece, fortemente ghettizzato. Non credo sia per una questione di pelle o di sangue! Semplicemente per una questione antropologica: il sistema famigliare dellest Europa pi ancorabile al nostro nonostante qualche differenziazione sullo status delle donne. E dimostrato che lideologia del diritto alla differenza, da qualunque parte venisse, non ha permesso la preservazione di nessuna cultura di immigrati, ma ha largamente contribuito al disorientamento psicologico e sociale della seconda generazione degli immigrati. Negli Stati Uniti, addirittura, lassimilazione di tutte le cittadinanze viene pagata fortemente dalla ghettizzazione dei neri. Il colore della pelle, l e anche in Gran Bretagna, fa ancora la differenza. Negli anni Venti e Trenta, negli Stati Uniti, oltre 60.000 immigrati e neri sono stati addirittura sterilizzati, segregati o fatti oggetto di leggi razziali. Qui il colore della pelle non un problema, ma ritardando ladesione ai valori della societ di accoglienza da parte degli adolescenti si creano spunti di anomia che avranno maggiore visibilit soprattutto nei centri pi urbanizzati. Dunque sia le ipotesi di accoglienza che quelle di repulsione rischiano di ottenere lo stesso effetto: quello di non integrare serenamente le giovani generazioni immigrate. Un marocchino nato in Italia, o che ha iniziato qui la scolarizzazione, da adulto non potr non sentirsi - fortemente e degnamente - un cittadino del Paese che lo ha accolto ed educato. Spinto in un ghetto, costretto a mediare, da solo, tra i genitori o i nonni o gli zii nei quali vivono ancora i costumi dorigine, e i compagni di scuola, gli enti di socializzazione locali che, invece propongono altre modalit si trover in un turbinio di soluzioni, di possibilit e, soprattutto, di sofferenze. Risparmiare queste sofferenze a tutta una generazione di giovanissimi e giovanissime dovrebbe essere un nuovo comandamento portato nel bagaglio di ognuno a prescindere dalle ideologie e micro-ideologie di appartenenza. Il fomentatore razzista aizza la folla proiettando sul capro espiatorio immigrato limmagine della propria angoscia, della perdita delle proprie certezze passate. Il crollo della mente di fronte al panico blatera parole schifose, denigranti, offensive. Ma dallaltra parte unaltrettanta volont di potenza rischia di spingere limmigrato verso rigurgiti fondamentalisti, verso accentuazione folkloristiche o di costume, di autoghettizzazione. La spinta verso unidentit che nel proprio paese, magari, viene in secondo piano e si gi affievolita in un paese straniero assume risvolti fondamentalisti. Il fomentatore e il capro espiatorio finiscono per combattersi aggrappandosi ad un 246

passato che entrambi hanno, di fatto, disconosciuto e abbandonato. Sono entrambi nel panico ma entrambi vogliono sopravvivere e vivere meglio di prima. La lotta pu diventare cruenta se non capiranno che luno il doppio dellaltro, il proprio riflesso. Un incontro consapevole tra emancipati e adulti avrebbe, invece, come risultate una relazione di reciprocit e di arricchimento. Il Nordest deve definire al pi presto lo statuto dellimmigrato per gli anni futuri e se appare impossibile il pi alto grado di indifferentismo sarebbe, almeno, opportuno ripiegare sulla pi evidente assimilazione. Su questo il protestante Illy si gi spinto avanti e non appena diventato Presidente del Friuli-Venezia Giulia ha deliberato lestensione dellassegno di maternit anche alle immigrate. Mettere al mondo un figlio, almeno, rende uguali tutte le donne. Cosa succede o succeder ad una diciassettenne magrebina, nata a Verona, che si innamorer di un coetaneo veronese ma che i genitori di lei hanno gi promesso al cugino fratello del padre? Non pretenderemo mica che debbano essere solo i soggetti interessati, magari degli adolescenti, a risolvere il dilemma? Non vorremo mica assistere a nuovi drammi alla Giulietta e Romeo?

Non tutti gli italiani hanno lo spirito fascista La storia del Trentino-Alto Adige pi complessa, ma la trama appare simile. Lintervento autoritario del fascismo ha reso cruenta la vita di generazioni fino al terrorismo degli anni Sessanta. Ma gli stessi altoatesini, come lo storico Giorgio Delle Donne, ammettono che non tutti gli italiani sono venuti qui con lo spirito fascista. E il caso di molti italiani della Bassa Atesina, soprattutto quelli di origine trentina, che ormai, come dicono molti, guardano Colpo Grosso alla TV e votano S.V.P. Insomma assimilati tanto da ritenersi tedeschi. In realt la differenziazione non esce dal sistema e in Alto Adige, volendo, si pu fare la storia degli italiani fascisti, degli italiani diventati tedeschi, degli italiani trentini e anche di quelli che non vogliono essere n fascisti n trentini n tedeschi. E sempre Giorgio Delle Donne che in una storia del Trentino-Alto Adige scrive: Molto spesso non solo l'S.V.P., il P.P.I. o il P.A.T. del Trentino, per leggerezza o per scelte deliberate ignorano la presenza degli italiani in Alto Adige, ma anche organizzazioni di sinistra commettono tale errore, anche quando si parla di prospettive di convivenza. Nelle occasioni di dibattito svolte in Tirolo si parla di nordtirolesi, sudtirolesi e trentini, mentre gli altoatesini di lingua italiana vengono confusi con i trentini. C' anche una ragione storica di questo fatto. Evidentemente 247

i trentini sono presenti da sempre nel territorio, come i sudtirolesi ed i nordtirolesi, mentre gli italiani della provincia di Bolzano sono presenti solamente da 70 anni. Inoltre sono arrivati con le baionette, quindi siamo condannati a pagare queste colpe dei padri, come se gli altri fossero immuni da comportamenti poco democratici. Quando si era pensato di riuscire a fare le riforme costituzionali con una semplice Bicamerale tutto and in stallo sugli statuti delle regioni e due emendamenti vennero proposti rispettivamente dal popolare Paolo Palma e da Natale D'Amico, di Rinnovamento: volevano far votare la Camera sull'abolizione del regime speciale per tutte le regioni che gi godono dell'autonomia, con l'eccezione del Trentino-Alto Adige. Unevidenza del fatto che se c una differenza radicata, indiscutibile, forte, questa nel Nordest e tutta lItalia non pu non riconoscerla. Non solo ma le caratteristiche etnico-linguistiche dei gruppi presenti nella provincia di Bolzano sono altrettanto presenti. Tra San Michele all'Adige e Salorno, salendo da sud rispettivamente l'ultimo comune del Trentino ed il primo dell'Alto Adige, ci sono solo una decina di chilometri; entrambi i paesi fanno parte del medesimo stato nazionale e della stessa regione, della stessa provincia ma - a livello politico mostrano delle differenze macroscopiche. Tensioni diverse, esigenze diverse, aspettative diverse, partiti diversi, slogan diversi. E la situazione si ripropone, e diventa paradigma, tra Bolzano e Trento, i due capoluoghi di provincia. La differenziazione, dunque, vale verso lo straniero, ma vale anche in casa propria. E diverso anche il proprio vicino di casa. Nel Nordest, infatti, si parlano molte lingue minoritarie. Il censimento bolzanino, ad esempio, fondato sul fatto che ogni cittadino obbligatoriamente tenuto a firmare una dichiarazione di appartenenza (o aggregazione al fine del godimento dei diritti collegati), che ha unevidente valenza politica, a livello personale e per il proprio gruppo di appartenenza. Senza la dichiarazione etnica, infatti, in Alto Adige non si ha il lavoro. Questo vale per lamministrazione dello Stato, ma anche per gli enti locali. Ed ora, la pratica utilizzata dal pubblico si sta estendendo anche ad enti privati. Ci sono banche, per esempio, che nei requisiti di concorso richiedono il possesso di patentino. E per ottenere il patentino occorre la dichiarazione etnica. La dichiarazione etnica serve poi per poter candidarsi alle elezioni. Alexander Langer alle elezioni comunali del 1995 fu escluso dalla candidatura a sindaco di Bolzano perch obiettore etnico, cio non appartenente ad uno dei tre gruppi etnici ufficiali. La Corte di Cassazione nel novembre 1999 ha accolto il ricorso di un candidato, sempre dei Verdi, escluso dalle elezioni regionali del 1993 per non aver reso la dichiarazione di appartenenza linguistica al censimento del 1991. La Corte ha ribadito che il diritto di elettorato passivo diritto politico fondamentale che 248

la Costituzione riconosce e garantisce con i caratteri dellinviolabilit, e che pu essere limitato soltanto al fine di realizzare altri interessi costituzionali del pari fondamentali e generali. La Corte, pertanto, nel caso specifico ha ritenuto valido la dichiarazione ad hoc rilasciata dal candidato al momento delle elezioni. Nonostante questa sentenza, limpostazione politica precedente rimasta immutata. In Trentino, invece, questo stesso problema etnico stato risolto, politicamente, con la ridefinizione delle circoscrizioni elettorali rese pi aderenti alla presenza di minoranze sul territorio. In questo modo dovrebbe essere, almeno teoricamente, pi facile eleggere consiglieri provinciali rappresentanti le minoranze. Che poi queste minoranze si attivino realmente un altro discorso. Gli immigrati, cos come il verde Langer, diventano portatori di una richiesta di uguaglianza, di universalismo ma in un sistema autoritario/inegualitario sono portatori di tensione anche se non necessariamente di richiesta di libert. I paesi di emigrazione, infatti, sono tutti tendenzialmente basati su sistemi autoritari, patrilineari, e dunque di prevalente strutture famigliari verticali. Gli immigrati provengono, per, tutti da paesi nei quali negli ultimi anni cresciuta costantemente lalfabetizzazione e si sono abbassati i tassi di fecondit. In India il tasso di natalit sceso al 2,9% mentre il tasso di mortalit crollato allo 0,9% negli ultimi 50 anni. Le previsioni ONU al 2025 ipotizzino che la fecondit dei paesi meno sviluppati declini da 3,83 figli per donna (1985-90) a 2,45 (2020-25) e la speranza di vita cresca nello stesso periodo da 60,5 a 71,3 anni. Dunque lemigrazione non come stato anche per il Nordest tra Ottocento e Novecento solo un fenomeno di povert, ma stato ed un segnale di un processo di crescita e di progresso. A muovere masse di persone pi che lo sfruttamento la ricerca dellautoaffermazione; la consapevolezza che anche se c una promessa per lal-di-l, lal-di-qu meglio viverselo con pi audacia e con pi soddisfazione. Lalfabetizzazione amplia le panoramiche, le prospettive, spinge a cercare soluzioni anche fuori dal proprio mondo. Gli immigrati non vengono qui per farsi sfruttare, ma per trovare unidentit pi forte, pi stabile, un qualche Paradiso in Terra. Credo, per questo, che anche le ipotesi di fondamentalismi, di qualsiasi origine, accentuati e diffusi siano profondamente sbagliate nel medio e lungo termine e funzionali soltanto ai fomentatori di tutte le estrazioni. E vero che i paesi musulmani sono i pi attardati sia sullalfabetizzazione che sul controllo delle nascite, ma anche vero che sono in quella direzione. LIran ha ormai quasi tutte le donne alfabetizzate, ha un forte controllo delle nascite; un Paese pronto ad un nuovo passaggio storico. Questo non significa che le democrazie degli altri paesi debbano necessariamente essere come quelle occidentali: la Cina 249

ha elaborato una via diversa al comunismo che non somiglia affatto a quella russa e neppure a quella cubana. La Russia dopo il crollo del muro rientrata, lentamente, nel novero dei paesi avanzati anche se non possiamo dire che la risultante politica sia il modello occidentale di democrazia. Questo non significa che ogni paese non possa trovare una propria dimensione equilibrata, nuova e originale, di rispetto dei diritti fondamentali e di amministrazione pubblica e il discorso vale anche per i Paesi musulmani. Gli immigrati non hanno soltanto il compito di trovare una soluzione per s e per il proprio futuro, ma anche quello di contribuire al futuro dei propri concittadini e dellintera umanit. La quantit di rimesse nella madre patria gioca un ruolo fondamentale sia nel Paese di arrivo sia in quello di partenza. Luguaglianza che, eventualmente, si raggiunge nel Paese ospitante non mai perfetta proprio perch una consistente parte del reddito deve essere destinata a chi rimasto; a chi ha il compito di preparare il paese di origine alleventuale rientro. Dal 1992 al 2001 gli immigrati nel Nordest hanno spedito a casa milioni e milioni di euro: agli inizi degli anni Novanta dal Trentino-Alto Adige escono 4.706.000 di euro, dal Veneto 12.682.000 e dal Friuli-Venezia Giulia 3.886.000. Agli inizi del 2000 gli immigrati spediscono 9.000.000 di euro dal Trentino-Alto Adige, 40.214.000 dal Veneto e 9.995.000 dal Friuli-Venezia Giulia. In un decennio le rimesse sono pi che raddoppiate in Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige e pi che triplicate in Veneto. Generalmente si tratta di un quinto dello stipendio di un singolo immigrato. Denaro, questo, che arriva prevalentemente in Europa comunitaria (Germania), in Estremo Oriente, in America settentrionale e nel Nord Africa. I dati provinciali mostrano anche come la diminuzione delle rimesse degli extracomunitari sia un segnale della crisi generale, per tutti, degli anni seguenti. La rimessa un dato economico sensibilissimo per landamento di uneconomia. Che limmigrazione-emigrazione non sia soltanto un fenomeno per piagnucolosi lo dice anche il dato sugli scolarizzati. Secondo il Ministero degli Interni, che forse esagera un p, il 48% degli extracomunitari che lavorano regolarmente nel Nordest possiede un diploma superiore: il 17,3% ha la licenza media, il 13,4% una laurea e il 12% una formazione professionale. L'identikit dell'immigrato nelle province di Trento, Verona, Vicenza, Treviso, Pordenone e Udine arriva da due ricerche condotte per il Cnel e presentate a Roma dal trevigiano Maurizio Sacconi. Il Nordest dice il vice ministro del Welfare contrariamente al Sud che rappresenta la garanzia della sopravvivenza, appare agli 250

immigrati un evidente miglioramento della qualit della vita. Non un problema trovare un lavoro regolare, dichiarano i lavoratori, anche se spesso a tempo determinato e non adeguato a capacit e ad attese economiche. Mentre secondo il 72% dei datori di lavoro l'inserimento degli immigrati nelle imprese positivo, vige la legge che integrato chi lavora, molto complesso invece il percorso integrativo con i residenti. E difficile potersi integrare con uno stipendio di 1.600.000 lire, secondo il quale il fattore economico incide profondamente sulla mancata coesione sociale l dove la presenza degli immigrati arriva al 10% sulla popolazione locale. Tra le priorit ricordate dal sottosegretario c' innanzitutto quella di poter gestire i flussi non solo a livello quantitativo ma soprattutto qualitativo attraverso un percorso legislativo fatto di diritti e di ordine. Assai utili in questo senso, dice Sacconi, si stanno dimostrando gli enti bilaterali che, con le regioni e le varie associazioni di volontariato, danno buoni risultati. Alloggio e lingua sono i due principali ostacoli sentiti non solo dai lavoratori, ma anche dagli imprenditori stessi che, secondo l'altra ricerca, costituiscono i due fattori che incidono maggiormente sulla qualit del lavoro svolto. Da notare come la dimensione dell'azienda determini la metodologia di selezione: quelle con pi di 50 dipendenti ricorrono alle imprese interinali, mentre le pi piccole all'intermediazione fiduciaria. E a questo punto Sacconi vede una correlazione tra settori ed etnie, per cui in agricoltura, edilizia e servizi alle persone ci lavorano gli immigrati dell'Est, nell'agroalimentare i maghrebini, nel meccanico, chimico e nel legno gli africani, mentre nel pellame e nell'alberghiero gli asiatici. La cultura della differenziazione agisce nei settori produttivi. In realt il sistema agricoltura, edilizia e servizi alle persone ha bisogno di sistemi valoriali pi simili a quelli nordestini e una capacit pi alta di apprendimento della lingua latina. Gli agricoltori e gli edili nordestini, infatti, fanno molta fatica a parlare italiano mentre gli immigrati dellEst si adattano facilmente anche al dialetto! I magrebini, in ragione della loro pi accentuata ghettizzazione, finiscono per fare gli stagionali nelle zone dove il bracciantato o lindustrializzazione aveva inciso di pi. Nelle altre industrie gli altri africani (ghanesi, senegalesi, nigeriani, eritrei) e non mancano alcune particolarit come le accentuazioni matrilineari ad alta scolarizzazione (indiani) o monoteistici come i sikh. Nel vicentino, ad esempio, i sick sono impiegati soprattutto nelle industrie del pellame e, folcloristicamente, sono assurti alla cronaca per non voler indossare il casco quando circolano in motorino. Nel 2000 il casco diventato obbligatorio ma i sikh avevano gi il turbante, obbligatorio. 251

Ne sono nati dibattiti e polemiche. I sindaci di Vicenza e Treviso, provocatoriamente, hanno chiesto lintervento del Ministero dei Lavori Pubblici, e cos le ragioni dei sikh sono state sfruttate in senso strumentale per dimostrare la loro mancata assimilazione. "Per certi aspetti rispose lallora sottosegretario, il vicentino, Mauro Fabris dellUdeur di centro-sinistra - c' un'analogia con il chador per i musulmani, e con il dibattito che nato in Francia, dove sono numerosi gli immigrati islamici. Io per ai sindaci ho raccomandato di far applicare scrupolosamente la legge; quando un italiano va in territorio sikh per rispettare le loro norme non beve whisky; noi chiediamo che anche loro facciano altrettanto e rispettino le leggi italiane". La politica non far niente di pi e dei sikh vicentini non si pi parlato7. I sikh, al pari degli induisti credono nella reincarnazione e portano come segno di appartenenza alla comunit; un cognome comune Singh, che significa Leone (della Fede), il caratteristico turbante e le Cinque K, cio: 1)Ks (barba e capelli mai tagliati, questi ultimi raccolti nel turbante); 2)Kangh (pettine in legno); 3)Kirpn (un piccolo pugnale che i Sikh annodano fra i capelli); 4)Kar (un braccialetto di ferro); 5)Kaccha (pantaloni corti alle ginocchia).

7. Il sindaco vicentino, rieletto, Enrico Hullweck, forzista, ci riprova subito con unordinanza spettacolare che cerca di collocare i mendicanti a distanze prestabilite. Settembre 2003: non mostrare ''deformit ributtanti'', lasciare almeno un metro di marciapiede per il transito dei pedoni, mendicare a distanza di almeno 200 metri l'uno dall'altro: sono alcune delle disposizioni emesse dal sindaco vicentino in un'ordinanza che disciplina la mendicit sul territorio comunale. Pena: sanzioni da 25 a 500 euro. Le regole prevedono anche che chi chiede l'elemosina lo faccia ad almeno cento metri da manifestazioni di carattere economico, sportivo, politico o da mercati e fiere. Richiesta dalle ''numerose lamentele espresse ripetutamente da cittadini residenti'' ed emessa in considerazione di ''alcuni gravi episodi di molestia nei confronti di cittadini'' e di litigio tra gli stessi mendicanti, l'ordinanza motivata anche ''dall'opportunit di non consentire in talune particolari vie o piazze la mendicit per motivi di decoro''. In particolare, il divieto di accattonaggio vige in Corso Palladio, in Piazza dei Signori e nelle altre aree pedonali del centro storico. Il Vescovo Pietro Nonis si limitato a dire che ''i questuanti non si possono spianare con misure di legge o di disciplina forzata'' e che ''in particolare fra loro esistono persone innocue, miti, non pericolose''. Il capogruppo Ds in consiglio comunale, lex Dc, ex Verde, Luigi Poletto, dice pi del Vescovo: ''E' un'ordinanza ridicola e vergognosa: la mendicit viene derubricata da problema sociale della societ opulenta a questione estetica'', riferendosi al testo che vieta ''la mendicit invasiva aggravata mostrando nudit, piaghe, amputazioni o deformit ributtanti''. Il direttore della Caritas diocesana vicentina, don Giovanni Sandon, rileva pacatamente che ''elemosina ed accattonaggio non sono un modo serio di fare promozione umana, non mirano a rimuovere la situazione che crea precariet, anzi sappiamo che dietro a un determinato accattonaggio pu esserci davvero una forma di sfruttamento delinquenziale, particolarmente odioso quando vengono usati minori''. Tuttavia, afferma la Caritas, ''non liberando la vetrina del centro storico che si risolve il problema: nel ricovero notturno dell'ultimo inverno la Caritas diocesana ha ospitato 376 persone, di cui 70 italiani, pari al 18,6% del totale. Il problema c'''.

252

Ora passi per il pettine di legno, il braccialetto e anche il piccolo pugnale, ma necessariamente i sikh immigrati concessioni sui pantaloni alle ginocchia negli inverni nordestini le hanno gi praticate autonomamente. Anche qui la storia dimostra che le differenziazioni fanno leva sia tra chi accoglie, sia tra chi arriva. In altri paesi europei gli stessi sikh per non incorrere in multe per il mancato uso del casco, ma contemporaneamente, per non abbandonare completamente la propria religione, hanno finito per radersi a zero i capelli in modo da potersi comunque distinguere. E cos non stato pi necessario indossare il turbante sotto il casco.

La donna-bambina immigrata Limmigrato, poi, non appare dal punto di vista antropologico, come una soluzione ai problemi di invecchiamento delle popolazioni autoctone. E anche se fosse il processo lentissimo, secolare. I tassi ancora cos bassi e differenziati di matrimoni misti, e la forte percentuale di sposalizi tra un italiano e una sposa proveniente dai paesi in via di sviluppo, con la differenza di et tra i coniugi vicina ai 10 anni ( 37,9 anni lui, 29,7 lei), rafforzano, invece, lidea che limmigrazione possa favorire un persistente maschilismo che non trova pi corrispondenza tra le italiane e che si trasferisce sulle extracomunitarie. La donna-bambina-sposa la manifestazione chiara di un tentativo di resistenza allequilibrio tra i sessi. Per questo credo che notizie come quella di una coppia di fidanzati - lui vicentino di 65 anni, lei marocchina di 36 - che, a fine agosto 2003, ha presentato una istanza al Tribunale del capoluogo berico per imporre all'ufficiale di stato civile, sulla base dei dettami della Costituzione italiana, di procedere alle pubblicazioni delle nozze, nonostante la mancanza del nulla osta al matrimonio da parte dell'ambasciata marocchina, siano da leggere con pi circospezione. Per ottenere questo documento, ha spiegato l'avvocato che assiste i due promessi sposi, l'ambasciata avrebbe richiesto come condizione inderogabile la conversione dell'uomo alla religione islamica. Ma il vicentino si sarebbe opposto a qualunque ipotesi di conversione e da qui la mancata concessione del nulla osta. Listanza egualitaria principale, secondo me, dovrebbe affiorare nella vicinanza delle et dei promessi sposi prima che nello scontro tra ambasciate e tribunali. Dallaltra parte un fatto come questo dimostra un indiscutibile avanzamento della nostra cultura di tolleranza: la nostra famiglia certamente pi aperta di quella musulmana, e su questo i musulmani devono, decisamente, essere invitati a riflettere. Fenomeni, questi, che comportano comunque la persistenza di forme di differen253

ziazione e che non lasciano presupporre che sia la ricerca del ringiovanimento della popolazione il motivo dellimmigrazione-emigrazione o di una sua accettazione. Piuttosto questa pu essere una ragione politica per tentare di far scegliere tra due tensioni che sembrano correlate: morirete di vecchiaia sembrano dire esperti e politici multiculturalisti - se non accettate gli immigrati! Ma che si muoia di vecchiaia deve essere una speranza, pi che una minaccia! Molte ricerche dicono che sarebbero soprattutto le donne a decidere lemigrazione e questo significa che nel paese dorigine la donna, alla prima alfabetizzazione, dimostra subito il miglioramento del proprio statuto sociale. La donna un terminale sensibilissimo dei cambi di mentalit se non proprio lagente primario. La donna alfabetizzata riesce a controllare meglio le nascite grazie ad una maggiore liberazione sessuale e quindi richiede anche degli standard di qualit della vita pi alta per s e i propri famigliari. Rossella Palomba ricercatrice IRP, Istituto Ricerche Popolazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche scrive: Molte extracomunitarie sono partite per soddisfare obblighi morali che la struttura tradizionale della famiglia esige nel loro paese di origine, come far studiare i fratelli pi piccoli o acquistare la casa per i genitori, un negozio al fratello, un "jeepney" (il minibus che funziona da taxi collettivo nelle Filippine) al marito. Le donne migranti diventano cos il perno principale della strategia di sopravvivenza familiare, eventualmente preparando il terreno per l'immigrazione di altri membri della famiglia. Emigrando in Italia riescono a guadagnare 30-40 volte di pi che nel loro paese, garantiscono una fonte importante di denaro per i loro parenti, si costruiscono un nuovo ruolo familiare e sociale nel paese di provenienza. Si sono cos formati gruppi etnici in cui queste sono la maggioranza e reticoli sociali atipici esclusivamente femminili (sorelle cugine, amiche) che si conoscono, si frequentano, spesso vivono insieme, si sostengono a vicenda. Le famiglie matrilineari africane o orientali, le famiglie anomiche filippine e quelle sudamericane e le famiglie comunitarie dellest europeo con il migliore status femminile sono quelle che hanno generato, pi di altre, le emigrazioni femminili. Comunque il Nordest, al contrario di quanto si pensi, gi molto avanti sullintegrazione e lo dimostra anche lindice statistico di esclusione sociale8.

8. Il dato si riferisce allapplicazione per la misura dellesclusione sociale sulla base della metodologia elaborata dalle Nazioni Unite proposta da S. Castellani (1999). LIndice di esclusione sociale (IES) si riferisce alla popolazione residente nelle regioni italiane ed costruito a partire da cinque variabili: disoccupazione, soddisfazione personale, partecipazione alla vita sociale, spese per consumi, criminalit. Lindice globale ottenuto come media aritmetica non ponderata degli indici parziali. In Giornate di studio sulla popolazione Universit di MilanoBicocca - Milano 20-22 febbraio 2001 Misure e implicazioni demografiche dellesclusione sociale: Raimondo Cagiano de Azevedo, Alessandra Garbero, Cristina Giudici.

254

A scuola, ad esempio, gli alunni stranieri tendono ad accumulare pi ritardo degli italiani per motivi linguistici ma anche per non parificazione degli studi. A Vicenza uno studio ha mostrato che, su 1.971 alunni stranieri, si trovavano almeno un anno indietro il 31% di quelli delle elementari, il 66,7% di quelli delle medie, e ben 71,4% degli alunni delle superiori, tra i quali il 34,2% aveva almeno 2 anni di ritardo. Le statistiche italiane, poi, ci dicono che scelgono i licei solo il 18,4% degli stranieri, (e addirittura solo il 10,4% degli africani), contro il 28,8% degli italiani. Decisamente maggiore l'afflusso agli istituti professionali, scelti dal 40,6% di tutti gli stranieri (e dal 55,4% degli africani) e solo dal 27,1% degli italiani. In questo caso, per, le comparazioni fatte su scala nazionale fanno completamente fuori strada se ci riferiamo alla scala locale. Nel Nordest, infatti, dove arriva la pi alta percentuale di stranieri, anche gli autoctoni scelgono pi gli istituti professionali e si fermano di pi dopo i tre anni di superiori che non nel resto dItalia. Dunque se anche gli extracomunitari si comportano allo stesso modo vuol dire che la scuola del Nordest funziona con una buona assimilazione. Dal punto di vista della mentalit oserei dire che limmigrazione, nel Nordest, evidente soltanto nel Veneto. In FriuliVenezia Giulia, se consideriamo solo i maschi, abbiamo che tra jugoslavi, albanesi e croati (le prime tre cittadinanze) si arriva al 47% di tutti gli immigrati nella regione. Ovvero siamo nella stessa situazione di inizio Novecento quando la gran parte dei friulani emigrava in Austria o Germania. Se escludiamo anche limmigrazione transfrontaliera proporrei, allora, di non parlare pi di un fenomeno immigrazione in Friuli-Venezia Giulia anche perch la vicinanza tra il nostro Paese e i confinanti si esprime in una vicinanza di sistemi famigliari e valoriali di base nonostante le apparenti differenze ideologiche. In Veneto c una vera immigrazione che soprattutto marocchina, ma anche ghanese. In Trentino-Alto Adige, infine, la situazione come quella del Veneto, ma pi equilibrata tra cittadini marocchini e balcanici con anche tunisini e pakistani. In Trentino-Alto Adige va considerata anche una consistente immigrazione dalla Germania (!) che per i maschi significa il terzo gruppo di cittadinanza straniera presente dopo marocchini e jugoslavi, ma per le donne il primo gruppo (15% sul totale delle immigrate). Le province pi differenzialiste sono proprio quelle di frontiera mentre Trento, Belluno, Treviso, Padova e Rovigo hanno tutte una prevalenza di immigrati di provenienza marocchina, ma con una forte presenza anche di altri gruppi di stranieri soprattutto albanesi. Se valutiamo la coppia di testa degli immigrati abbiamo tedeschi/albanesi a Bolzano; jugoslavi/croati a Gorizia e Trieste; albanesi/jugoslavi a Udine e Venezia; marocchini/albanesi a Trento, Belluno, Treviso, Padova e Rovigo; marocchini/ghane255

si a Verona, jugoslavi/marocchini a Vicenza e albanesi/ghanesi a Pordenone. Dunque nel Nordest se c una questione immigrazione questa va considerata con una certa attenzione nel rapporto con gli africani che non sono tutti uguali, anche se pu sembrare e con i gruppi confinanti. In totale tutti gli africani sono circa 65.000 nellintero Nordest; ovvero l1% dellintera popolazione. Se questo un problema! Fare di questo una questione grave appare eccessivo e frutto di un certo annebbiamento delle menti. Sostanzialmente si tratta di rapporti tra vicini (che ci sono da sempre, e anche molto stretti, come dimostrano i dati sui figli illegittimi!) con i quali possibile unaltissima mediazione proprio grazie alla vicinanza dei sistemi famigliari e dei valori che ne derivano e che, anche storicamente, si sono determinati. Coloro che provengono dai paesi dellest non dellUnione e residenti nel Nordest sono circa 90.000. Per quanto riguarda, invece, gli africani non c dubbio che unassimilazione chiara e consapevole, accettata da entrambe le parti, potr portare, sicuramente, le generazioni future ad un adattamento pi sereno e stabile in quanto sar chiaro che sia il Paese dorigine della famiglia che quello di accoglienza o di nascita gli garantiscono la piena emancipazione e anche la piena opportunit di poter essere un cittadino a pieno titolo. Ai pochi Abdullah o Abdellaziz, e anche ai tanti Josef, nati a Bolzano negli ultimi anni, dobbiamo una spiegazione e dobbiamo offrire una opportunit di riconoscimento reciproco. Gli immigrati di seconda generazione non sono pi immigrati, ma sono italiani! Il mantenimento della jus sanguinis metter in crisi il nostro codice di nazionalit e si dovr mettere mano anche al diritto al voto. Il Nordest, lItalia, ma anche questi uomini e donne che ci onorano di scegliere il nostro Paese come Paradiso in Terra in cui migliorare la propria condizione e quella dei loro pi cari affetti, non possono non concordare sul fatto che fare dei loro figli degli italiani a pieno titolo significa ipotecare un futuro di pacificazione e quindi di vero sviluppo per tutti. E siccome, anchio, sono un terrone immigrato, posso aggiungere tranquillamente che se poi si riuscir a fare dei loro figli e delle loro figlie anche delle nordestine allora non potremmo, tutti, non esserne orgogliosi. Il resto solo fondamentalismo folkloristico.

Link: http://www.bartlebynel900.org/maurilio/ALTO ADIGE.htm

256

34 - Comunit straniere prevalenti (2001)

nazionalit
Albanesi ex Jugoslavi Marocchini Tedeschi fonte: Istat

257

35 - Popolamento nel Novecento

Anni di inizio

dal 1921 dal 1951 dal 1871 e ripresa della crescita dal 1971

fonte: Istat

258

259

260

Capitolo 7

Che succeder?

Oggi per domani Sappiamo ci che stato eppure non detto che sia stato proprio cos, figuriamoci le grossolanit che si possono dire su ci che non ancora. Tuttal pi, leggendo loggi, possiamo azzardare, delle ipotesi. I paesi oggi definiti sviluppati contenevano il 32,1% della popolazione del mondo nel 1950, il 18,5% nel 1996 e si prevede solo il 14,8% nel 2025. Il peso dellAfrica, che era pari all8,9% nel 1950 e al 12,8% nel 1996, salir al 18,1% nel 2025, invertendo la traiettoria dellEuropa (21,7% nel 1950, 12,6% nel 1996 e 8,7% nel 2025). Gli altri continenti resterebbero stazionari. Cina, India e Stati Uniti resteranno nei primi tre posti, ma Russia e Giappone scenderanno sotto Pakistan e Indonesia. Dei sei paesi europei nei primi venti posti, a met del secolo scorso, nel 2025 rimarr solo la Germania. Cambieranno, quindi, i pesi delle nazioni, ma se consideriamo lEuropa come unentit politica unica, allora niente di tutte queste classifiche sar vero. Dunque il mondo segue una grande logica che finora si realizza nel progresso mentale, nellemancipazione sempre pi diffusa, nella pacificazione generale nonostante le potenzialit distruttive. Nel 1865 l'economista inglese Stanley Jevons scrisse un libro allarmante, "La questione del carbone", che rappresenta il primo invito a porre dei "limiti alla crescita" dei consumi di una materia prima strategica. Negli anni Settanta del Novecento il Club di Roma, animato da Aurelio Peccei, parl di limiti dello sviluppo prevedendo la fine di una discreta variet di materie prime. Di fatto succede che il rapporto tra riserve che possono essere sfruttate con profitto economico dati i prezzi correnti e produzione - che esprime la durata di tali riserve con i tassi correnti di estrazione - andato aumentando e non diminuendo durante gli ultimi decenni per i maggiori minerali. Inoltre i prezzi reali delle materie prime sono storicamente diminuiti nonostante laumento della produzione mentre il progresso tecnico ha permesso un alto grado di sostituibilit delle risorse non rinnovabili. 261

Lagricoltura di questo un esempio lampante: sempre meno terra coltivabile, sempre meno contadini, ma sempre pi produzioni. Lo studioso americano Joel Cohen ha raccolto e analizzato 93 stime delle capacit di popolamento della terra fatte da studiosi dal 600 ad oggi: di queste 17 danno una cifra inferiore ai 5 miliardi, 28 tra i 5 e i 10 miliardi, 24 tra i 10 e i 25 miliardi e 24 pi di 25 miliardi. Insomma ce n per tutti i gusti e ognuno pu vedere ci che vuole. Oggi, per i dati di cui disponiamo, non possiamo dire altro che i tassi di natalit sono generalmente in ribasso, i tassi di alfabetizzazione in rialzo e che il Nordest, da qui a ventanni, sar tendenzialmente pi vecchio. Ma un signore di 70 anni, doggi, in buona salute del Nordest non vi sembra tranquillamente paragonabile ad un signore di 50 anni degli anni Cinquanta? E, dunque, cosa di cos catastrofico potr mai succedere? Che non vorranno lavorare in unazienda a ripetere la stessa operazione per milioni di volte consecutivamente? Ma ci sono gi i robot che nel 2020 giocheranno anche a calcio tra di loro! In diversi paesi europei - scrive il demografo Antonio Golini - la vita media si infatti di molto avvicinata o ha superato i limiti biologici (73,8 anni per i maschi e 80,3 per le femmine) che Jean Bourgeois-Pichat aveva indicato nel 1978, revisionando una sua precedente stima. La fase transizionale della mortalit spiega Golini - sembra perci non essere ancora terminata e si pu anzi ragionevolmente ritenere che una vita media di 90 anni sia alla portata dei paesi pi sviluppati in tempi relativamente brevi. Se poi nella popolazione si riuscir a tenere sotto controllo media e variabilit dei principali fattori di rischio, allora la vita media potrebbe anche sfiorare i 100 anni e raggiungere i 110 se si riuscir a controllare anche in piccola parte i processi di invecchiamento cellulare; ma questi traguardi sembrano conseguibili solo nel giro di qualche generazione. Se quindi per ancora due e tre generazioni lincremento di vita media nel passare dalle madri alle figlie dovesse risultare dellordine del 15-20%, allora lobiettivo di fecondit necessario per mantenere lammontare della popolazione in una condizione di stazionariet (e non anche la struttura), o in un suo intorno, pu essere rivisto. Non occorrer infatti che la discendenza finale netta si attesti sul valore di 2 figli per donna, ma baster che essa si aggiri intorno a 1,7. Sappiamo anche che la famiglia stirpe del Nordest pu fare molto: organizzata, coesa, solidale, attenta alle risorse economiche e finanziarie e anche una volta convinta portatrice di un sicuro cambiamento. Certo una famiglia che crea anche molta ansiet, che se regredisce troppo produce una certa disorganizzazione mentale, ma su questo si pu intervenire e incrementare una prevenzione ben strutturata. La famiglia stirpe anche grande produttrice ed esportatrice: alterna produzione di manodopera che, in senso di export, emigrazione, alla produzione di manufatti alla 262

fine del XX secolo. Le famiglie si nuclearizzano, diminuisce il numero medio dei componenti, ma rimangono le strutture mentali che vengono ricollocate sia al suo interno sia nelle prime agenzie di socializzazione. Questo passaggio andrebbe meglio studiato, ma appare impossibile negare che l dove nascono i figli, la famiglia, sia anche il luogo dove, prima di altri, vengono trasmessi valori e atteggiamenti. Cos come statisticamente certo che nel Nordest nonostante la nuclearizzazione vediamo anche una pi forte resistenza e una pi diffusa presenza della famiglia complessa. La societ rurale rendeva pi evidente questi sistemi, quella urbanizzata li sottintende. La stessa accelerazione verso il figlio unico pu essere letta come gestione totale delle nascite e quindi decisione alla fonte della scelta dellunico figlio erede. Inoltre sostanzialmente avviata una contro-rivoluzione industriale per cui le persone saranno sempre pi istruite, ma anche sempre pi differenziate tanto che, gi oggi, viene difficile anche agli esperti confrontare i dati, i percorsi e la qualit della scuola superiore e universitaria. Unindagine sui laureati e il mercato del lavoro del 2001 rivela che esistono gi delle discriminanti anche sullo stesso voto di laurea. I giovani con voti di laurea pi alti si mostrano pi selettivi degli altri nei confronti del lavoro e spesso preferiscono continuare la propria formazione rimandando il momento dellinserimento nella vita attiva. Si osserva, infatti, che allaumentare del voto di laurea diminuisce il tasso di occupazione (da 65,5% nella classe 66-99, a 58,6% in quella 110 e 110 e lode) ed, in particolare, aumenta la percentuale di quanti pur non lavorando non cercano lavoro (il 12,7% dei giovani con un voto compreso tra 66 e 99 contro il 21,9% di quelli con 110 o 110 e lode), mentre rimane pi o meno stabile la quota di quanti cercano lavoro (10,1% per la classe 66-99, 9,9% in quella 110 e 110 e lode). Quando il successo raggiunto negli studi considerevole i giovani sono disposti a posticipare linizio di unattivit lavorativa se questa non corrisponde alle loro aspettative. Il livello di istruzione di un individuo, per ascendere, e anche per non discendere nella scala sociale, deve crescere nel tempo. Ma il prolungamento della scolarit impone anche un costo crescente per il tempo di apprendimento, per linvestimento in denaro e per la persistenza nella marginalit sociale. Tutto questo per un beneficio che sempre aleatorio (motivo per cui, ad esempio, la formazione continua tende ad essere sempre un costo sociale e a produrre professionisti dellinsegnamento specializzato ma anche professionisti dellapprendimento rimborsati dai fondi sociali europei!). Appare quindi evidente che chi ha pi investito in istruzione tenda a tenere alto il prezzo del proprio impiego e anche a differenziarlo. Laumento dellistruzione un bene collettivo che aumenta la qualit della vita in generale, ma il suo costo prevalentemente privato. Dove persistono le diseguaglianza le opportunit relative restano, 263

comunque, pi rigide e la felicit di ciascun individuo, nonostante lo sforzo, tende a restare costante. Va anche detto che una struttura sociale inegualitaria, riguardo listruzine, non esclude una forte mobilit sociale cos come laumento dei tassi di scolarit non escludono una stagnazione della mobilit sociale. Allora quando gli operatori economici chiedono pi ricerca e know-how di cosa, realmente, parlano? Se non interpreto male cercano di socializzare i costi dellistruzione tentando, allo stesso tempo, di mantenere il pi possibile rigida la struttura sociale che li vede avvantaggiati. Flessibilit e formazione, infatti, non sono perfettamente conciliabili e anche lesperienza degli Stati Uniti ce lo insegna: meno scuola pi flessibilit, pi scuola e meno flessibilit. In realt solo chi avr investito in istruzione, e quindi in mobilit sociale, sar capace di produrre innovazione. I due interessi, nel breve periodo, potrebbero divergere pi che convergere. Come gi avviene con il ritardo nellinserimento nel mondo del lavoro dei giovani laureati con i voti pi eccellenti. Il professor Lorenzo Bernardi, nel Rapporto Nordest 2003, scrive che Il nuovo quadro dellassetto universitario si pu difficilmente conoscere e rappresentare: si parla di oltre 3.000 corsi di laurea triennali, dai titoli pi variopinti, entro le 42 classi di ordini di studio che dovrebbero rappresentare una prima mappa dellorganizzazione dei saperi; non ancor dato immaginare invece fino a dove si spinger la fantasia accademica nel costruire le successive lauree specialistiche triennali entro le 104 classi per esse proposte. Come stato con lunit dItalia: si fatta lItalia ma non gli italiani cos ora, si far lEuropa ma non gli europei. 1 Gi, precisamente, cos.

1. 40 milioni di cittadini dellUnione Europea usano regolarmente una lingua minoritaria o regionale, nella stragrande maggioranza dei casi assieme alla lingua ufficiale o alle lingue ufficiali dello Stato rispettivo; con lallargamento, nel 2004 tale cifra aumenter di circa 6 milioni di persone. Ma nonostante ci non esistono ancora delle disposizioni giuridiche a livello comunitario sulle lingue europee meno diffuse e regionali. quanto ha denunciato il Parlamento Europeo, approvando la relazione, elaborata da Michl Ebner (PPE/DE,I), contenente raccomandazioni alla Commissione sulle lingue europee regionali meno diffuse - le lingue delle minoranze nellUE - in considerazione dell''allargamento e della pluralit culturale. Il Parlamento aveva introdotto negli anni 80 una linea di bilancio per sostenere le lingue regionali e minoritarie, ma la Commissione non riuscita a utilizzare i crediti a causa di una sentenza della Corte di giustizia del 1998 in base alla quale non vi una base giuridica appropriata per tale politica. Per uscire dallimpasse, i deputati chiedono ora che la Conferenza intergovernativa, che dovr negoziare il progetto di Costituzione proposto dalla Convenzione, includa tra le disposizioni sulla politica culturale dellUnione un riferimento esplicito alla promozione della diversit linguistica, comprese le lingue regionali e minoritarie, quale espressione di diversit culturale.

264

Sempre contro la sofferenza di massa Verso la fine del XX secolo tutto sembra compiuto: le grandi costruzioni della mente, le citt di Dio e poi quelle ideali degli uomini sono state vagliate dalla storia. Non incidono pi come un tempo. Ci che viene deciso dai grandi aggregati umani (diviso per regioni, nazioni, continenti, tutto il Mondo) non pu non essere, in quel dato periodo storico a quelle complesse condizioni, la cosa pi ragionevole da fare. Scandalizzo qualcuno se dico che in questo vi entra anche la guerra? E si scandalizza qualcuno se, studiando la storia, ma anche guardando anche allattualit, incontriamo anche la guerra? E indubbio che qualche ragione ci deve essere alla guerra, cos come ci sono ragioni che fanno della pace non solo un sentimento ma una pratica sempre pi diffusa. Non c pi la sofferenza di massa sulla quale si appoggiavano soprattutto le religioni e poi le ideologie di massa. Il consumo di massa ha fatto piazza pulita di tutto larmamentario ultraterreno. E stato un sostituto alle angosce per la perdita delle certezze: almeno un frigorifero e una lavatrice ce la potevano avere tutti. Il panico per la morte onnipresente teneva tutti aggrappati alle speranza dopo la morte. La fine della morte stata anche la fine del mondo dei morti. Lemancipazione di sempre pi persone anche la fine delle idee megalomaniche di Paradiso in terra ad opera di quella o quellaltra ideologia. I tassi di mortalit infantile sono, in un secolo, crollati quasi a zero. Il dolore diventato personale. La morte, altrettanto. Il culto del morto finito e chi ha dato ha dato Mettere a rischio la vita in una fabbrica malsana, in un comportamento illegale, in una insistente sovralimentazione diventa, semplicemente, stupido, suicida. La fabbrica deve diventare pulita e accogliente, quasi un ufficio da terziario. Il terziario diventa, nel frattempo, il mondo delle donne perch si presta meglio alla salvaguardia della salute e alla gestione pi flessibile. Gli uomini seguiranno. La crescita, paradossalmente, c sempre, ed costante. Quando la mentalit in evoluzione e la rappresentazione del mondo comincia ad appartenere alle nuove generazioni si ha una stasi economica. Quando, poi, si definiscono nuovi assetti politici, organizzativi, istituzionali si ha limpressione di sconvolgimenti sociali, ma solo la preparazione ad un nuovo ciclo economico. Cos, ad esempio, gli anni dal 1975 al 1988 sono anni di cambiamento e di crescita e non anni di flessione. Se si considerano non i tassi di crescita del Prodotto lordo ma dei movimenti di alfabetizzazione, tassi di mortalit e fecondit (in calo) ci si rende perfettamente conto di questo. Le fasce di popolazione che vanno ai margini 265

sono portatrici della crisi; i loro ambiti, la loro professione, la mentalit non pi adeguata, ma tutti gli altri hanno la netta percezione di raggiungere un nuovo obiettivo del Paradiso in Terra. Nella societ di primaria alfabetizzazione le parole sono cose. Lalfabetizzazione secondaria, invece, spinge ad una relativizzazione della cultura scritta, alla comprensione di scienza e tecnica e matematica che relativizzano la scrittura e il testo. Si prolunga il periodo di apprendistato fino alladolescenza: anni di autoaffermazione e anche di ribellione. E dunque definire lo stadio della scuola secondaria molto pi difficile che misurare il semplice saper leggere-e-scrivere. I percorsi si diversificano pur apparendo uguali. La posizione culturale che ne deriva agisce pesantemente sulla definizione delle ideologie e delle economie. Lalfabetizzato disoccupato si muove ed emigra. Lacculturato diplomato o laureato disoccupato non emigra pi; esige altre soluzioni. Tutti i meccanismi sono perfettamente complementari: dagli anni Novanta del secolo appena passato misuriamo un bouleversement generale di tutti gli indicatori culturali e sociali. Poi seguiranno a ruota quelli politici-istituzionali e quelli economici. Oggi dove siamo? Allinizio di mutamenti politici-istituzionali considerevoli. E quello che comunemente intendiamo come boom economico non torner prima del 2010-2015. Diffiderei, nel frattempo, di quelli che di sei mesi in sei mesi continuano, da due anni a questa parte, a posticipare la cos tanto agognata ripresa economica. Avremo alti e bassi, ma la prossima euforia un p pi avanti.

Diplomati e laureati La famiglia stirpe del Nordest ha un tasso di fecondit pi basso delle altre perch tende, nellepoca moderna, al figlio unico. Per lItalia, nel suo complesso, il tasso ancora pi basso per levoluzione dello statuto della donna che si accavallato. Pochi figli, dunque, molta educazione, prossima stagnazione. Diminuiranno i diplomati e i laureati? No, perch sappiamo bene che o si decide per una stagnazione culturale o per una stagnazione demografica. Sembra dimostrato infatti che se linvestimento diventa massiccio sulleducazione perch la decisione di fare un solo figlio ha come prospettiva un aumento del livello di istruzione programmato. Dunque, di conseguenza, si produce una stagnazione demografica. Al contrario labbassamento del livello distruzione come avvenuto negli Stati Uniti negli ultimi 20 anni produce una crescita demografica e una maggiore attivit economica. A livello delle singole famiglie tutte sono impegnate nelleducazio266

36 - Il Nordest o i Nordest

libert

ineguaglianza eguaglianza

autorit Grafico suggestivo della distribuzione provinciale dei sistemi prevalenti di trasmissione dei valori

sistema complesso sistema tipico Alto Adige/Sdtirol sistema semplice

267

ne dei figli, ma al livello macro-sociale diventa impossibile andare oltre uno sforzo massimo generalizzato. Questo investimento individuale aggregato spiega Todd definisce il potenziale di tutta una societ: il prodotto del numero di giovani per lintensit dei loro studi. Ogni societ ha uno stock intellettuale (prodotto del numero degli uomini per la formazione media di ciascun individuo) che se rallenta e se associato allabbassamento del tasso di fecondit rivela lincapacit di un paese ad andare oltre certi limiti. Il sogno americano di un progresso illimitato si imbattuto in questo limite e, finora, soltanto la Svezia ha dimostrato di poter sostenere uno dei limiti pi alti del livello culturale associato ad unalzata del tasso di fecondit. Anche se la Svezia poi ritornata a tassi pi bassi2. Il tasso di fecondit, poi, strettamente associato al tipo di famiglia che caratterizza una societ e che altro fa una famiglia se non bimbe e bimbi? Con la differenza che alla famiglia pu bastare anche un unico figlio mentre la societ, per riprodursi, ne ha bisogno almeno di due. Finora.

Cera un capannone e una parrocchia ad ogni angolo di strada Le aziende nordestine saranno sempre meno, sempre pi produttive e sempre pi concentrate in territori con servizi intermodali. Dovranno risparmiare lambiente, curare meglio i dipendenti, osservare regole sociali e cedere parte della libert di azione e di intrusione. Altre diventeranno mobili, nomadi e seguiranno le traiettorie andata e ritorno della gi avviata delocalizzazione. Aziende come troupe circensi o teatrali: piccole, scomponibili e ricomponibili, multinazionali in miniatura. Cos come la General Electric la sola impresa di oggi che risultava presente nellIndice Dow Jones alla fine dellOttocento cos sar anche fra cinquantanni: molte imprese saranno completamente sparite o avranno cambiato settore. Occorrer rivedere lo status della donna e quello dellimmigrato e aggiornarlo per valori che devono superare le barriere, rendere pi equilibrata ed egualitario il rapporto tra esseri umani qualsiasi siano le caratteristiche specifiche o di genere. Andiamo verso una societ tranquilla dove il Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, regioni pi concentrate, pi riflessive e programmabili, spingeranno il Veneto. I partiti politici sapranno capire le caratteristiche profonde, consce e inconsce, del Nordest nel suo insieme e delle singole province. Gli stessi partiti potranno ottenere lonore di rappresentare una collettivit che, nel tempo, ha sempre saputo
2. Autori vari: Famiglia, figli e societ in Europa Edizioni Fondazione Agnelli - 1991

268

trovare soluzioni soddisfacenti e, nonostante tutto, distribuite con una certa equit. I legami famigliari, in un certo senso, hanno obbligato i nordestini a inventare un modello che pur afferendo allautorit paterna ha mediato e modulato le regressioni con espressioni di uguaglianza abbastanza diffuse e generalizzate. La posizione sulla linea di confine tra latinit e germanicit ha favorito anche una commistione di mentalit che ha effetti moderatori verso qualsiasi eccesso. Non bisogna forzare la mano sulla centralizzazione ma sulla coordinazione. Occorre fare sistema, come dicono molti, ma bisogna avere il coraggio di aggiungere che bisogna prima di tutto lasciare che ognuno possa comandare in casa propria. Se in passato le influenze esterne sullalfabetizzazione dipendevano anche dalla collocazione geografica che accelerava o ritardava il fenomeno oggi le tecnologie di comunicazione hanno raso al suolo quasi tutte le montagne di mentalit ma per certi aspetti, in questo modo, hanno reso ancora pi incisivo il sistema famigliare sulla formazione. Non un caso se tanti studiosi della famiglia trovano proprio questo scoglio leggendolo come contraddizione: la famiglia si nuclearizza ma alla famiglia viene chiesto sempre un maggiore intervento educativo, di controllo della devianza, e di presenza sociale. E proprio cos: il sistema famigliare, in un mondo a educazione multilivello e multimediale, assume un ruolo centrale di coordinamento e di decisione. Lo sempre stato e lo ancora di pi come necessario ancoraggio per i percorsi formativi sempre pi differenziati. Se i genitori sono diplomati o laureati potranno tranquillamente partecipare allorientamento scolastico e professionale dei figli. E parteciperanno, allegramente, anche alla propria formazione permanente, purch abbiano gi un lavoro. Lalzata generale dei tassi di alfabetizzazione fa prevedere, per il futuro, un progresso generalizzato, anche un ritorno allistruzione, e un progresso anche politico e istituzionale che dovr ancora passare per altre rivoluzioni o cambiamenti anche violenti, ma ci significher che lumanit aspira alla maturit. Una popolazione attiva e fortemente istruita trover comunque e sempre il modo di animare uneconomia efficace.

Saper perdere per poter influenzare i governi Il Nordest ha la tendenza a generare incoerenze piuttosto che sintesi. Le lites nordestine fanno fatica a trovare una visione unificata e, a mio avviso, dovrebbero rinunciare. Le classi dirigenti affette pi da ipnotismo che da autoritarismo non si sono ancora rese conto che molto pi sano accompagnare i processi collettivi che 269

cercare di incistarli sulle proprie rappresentazioni ideali. Paradossalmente, in certi periodi, bisognerebbe anche rinunciare a vincere per influenzare di pi. Ma bisognerebbe avere le idee chiare! E la realt che va governata non ci che ci si rappresenta di quella realt. Per ottenere un esame di realt corretto lunica strada quella del confronto continuo con chi non fa parte del proprio gruppo, del proprio partito o della propria famiglia. Se il nordestino, quindi, tende allincoerenza le lites dovrebbero agire nella consapevolezza di queste incoerenze e gestire, simbolicamente, le incongruenze per favorirne lemancipazione. Le opposizioni coerenti e programmate possono dettare, sempre, lordine del giorno. Per capirci: il ruolo di un sindaco come quello di Treviso, mi riferisco a Giancarlo Gentilini, va in questa direzione e produce levidenza di una corazza caratteriale. Accompagnare i tanti gentilini sulla strada della reciprocit significa capire che si tratta della rappresentazione di una profonda incertezza, di un panico sociale, di un forte disorientamento. Se Gentilini fa buttar gi le case, pericolanti, che ospitano gli immigrati questi troveranno sempre rifugio o nel Duomo del vescovo o in una Camera del Lavoro perch lautorit, residuale, della Chiesa e lo spirito duguaglianza dei lavoratori sono pi forti della regressione etnocentrista. Ma, a questi livelli, lo scontro inutile per tutti. A questi livelli quello che serve protezione per tutti: un Duomo o una Camera del Lavoro, laici, che possano ospitare, soprattutto, chi del posto e ha una paura fottuta non di non poter guadagnare per il domani ma di perdere tutto, proprio domani! La scuola di base: saper leggere scrivere e far di conto e quella elementare ha prodotto anche lindustrializzazione degli anni 60 e degli anni 90. La scuola superiore aiuta soprattutto lo sviluppo degli anni 90, ma serve anche per il futuro e avviare il terziario del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia e quindi del Veneto. Il terziario, per, particolarmente una produzione o sovrapproduzione locale: non esportabile o lo difficilmente. Il terziario un insieme di servizi alla persona, amministrazione, istituzione, sanit. E legato a tradizioni, a costumi, ad una lingua, al paesaggio. E femminile ed anche momentaneo e di supporto alla produzione di beni. Il terziario che verr dovr essere legato alla scuola di eccellenza: universit e master serviranno per produrre terziario immateriale esportabile ed internazionale. Lo penso, ad esempio, per il giornalismo che oggi legato ai media nazionali o locali; parlati in italiano, confezionati e gestiti soltanto per un pubblico limitato. Questo giornalismo non potr crescere pi di quanto non lo sia stato negli ultimi anni. Ma il giornalismo on line, quello su internet, appena nato, ha una platea mondiale, non pi legato alla lingua, al luogo dorigine, agisce su fonti e contesti nazio270

nali e internazionali contemporaneamente. Questo sar un giornalismo pi adeguato al prossimo livello di scolarizzazione. I manipolatori di simboli, soprattutto statunitensi, che producono rappresentazione della realt, e la esportano abbondantemente, non a caso guadagnano pi di tutti in questo ambito. I miliardi di ingaggio dei giornalisti o degli attori o di alcuni scrittori sono nientaltro che il risultato di questo processo per cui non si produrranno soltanto manufatti o servizi ma anche pi simbologie, verit preconfezionate, manipolazioni aggreganti o disgreganti. Cosa c di pi improduttivo di un programma di intrattenimento televisivo eppure, con accordi tra le televisioni, si riescono a sfornare dati di ascolto, percentuali, e su questo si creano dei mercati miliardari. Ma anche nel 2000 le ricerche pi avanzate, ad esempio nel campo della pubblicit, ci confermano che il sistema pi perfetto di comunicazione persuasiva il ppp passa parola personale. Cosa che si sa dal tempo dei re che guarivano la scrofola con il solo tocco delle mani: funzionava gi allora il passa parola e, per di pi, funzionava anche la credenza che, appunto, quel tocco facesse guarire. Con uno spot, invece, non mai guarito nessuno, ma arricchito s. Il terziario, vero, immateriale e internazionale quello della ricerca, della vendita, dei supporti alle imprese, della scienza e della tecnologia. Dunque prevedibile il crollo dellexport di manufatti, almeno nei paesi in via di deindustrializzazione e una ulteriore impennata del terziario. Ovunque il tasso di sciopero si abbasser con lalzata dellistruzione. Piuttosto ci saranno contrapposizioni selettive, mirate, strategiche. Decisioni, ad esempio, di tenere alto il livello di scontro con le controparti per raggiungere obiettivi di valore pi che economici. Gli alti redditi saranno sempre pi dati dallefficacia economica ma anche dal potere sociale (per quantit degli interessati e per qualit). Passare dal guadagnare 2, a 3, a 4 milioni al mese a 5 pu essere un obiettivo perseguibile e da sostenere ma chi si angoscia per guadagnare centinaia di milioni al mese (e guarda un p: calciatori, giornalisti tv, intrattenitori, capi dimprese nazionali che passano nel giro di pochi mesi dalluna allaltra, manager ecc.) saranno da considerarsi psicologicamente malati e inutili per la produzione nazionale. Laccumulazione di denaro non sar pi indice di successo perch non indice di equilibrio. Il Nordest gi non produce niente o poco di tutto questo: le squadre di calcio del Nordest non sono tra le prime di Serie A, non abbiamo grandi presentatori o giornalisti televisivi, cantanti, attori, non vi sono che alcune star nazionali, non siamo in un territorio di spreco e di ingiurie. Non lo saremo neppure nei prossimi decenni. La societ del Nordest generalmente sana e per questo va protetta! 271

Ci sono ancora le classi sofferenti? Ora dobbiamo imparare a vivere in una civilt cristiana senza chiese. Il tentativo fatto con laccentuazione ultraliberista appare alquanto fallimentare: anzi il libero mercato incondizionato crea sempre pi oligopoli e monopoli. Annullare le nazioni o le zone antropologiche un passo falso. Di fatto saranno accentuate le contraddizioni tra localismo e globalismo fintanto che la Nazione insieme di lingua comune, terra, simboli, appartenenze - sar simbolicamente ed economicamente vilipesa. La costruzione monetaria dellEuropa dovr essere, quanto prima, capovolta e diventare solo una conseguenza dellunione degli uomini e delle donne europee. E un processo lungo, millenario. Nel frattempo ne viviamo tutte le contraddizioni: aumentano le ineguaglianze tra paesi e al loro interno, listruzione alta che corrisponde a reddito alto e anche a produzione bassa deve fare massa e allearsi con gli istruiti alti degli altri paesi e cercare di imporre direzioni e proposte simboliche per tutti: europeismo, libero scambio, moneta unica. Cos, oggi, accettare passivamente il libero scambio significa accettare lineguaglianza. Accettare lEuropa dei trattati tra i governi e non quella dei referendum significa accettare lEuropa delle lites e non dei popoli. Solo questultima potr essere una bellEuropa. Gli alfabetizzati del Nordest scrivono in italiano, non tutti lo parlano quotidianamente, il dialetto ancora molto praticato nonostante tutto. Ebbene tutti dovrebbero parlare anche linglese? Difficile. C una classe ricca, acculturata, di tutte le estrazioni che gira il mondo per lavoro o per piacere, che naviga in internet, che si organizza con riferimenti internazionali, ma c una classe, di massa, che non sa le lingue, non gira il mondo, non ha riferimenti internazionali e alcuni neppure nazionali. Non si pu fingere che non sia cos. Fare sparire le nazioni, fare sparire le regioni o le province o i comuni unoperazione illusoria, e soprattutto tragica. Il crollo delle economie, la stagnazione che proseguir, sar in funzione di questo ottundimento delle classi dirigenti. Questo non vuol dire laccentuazione delletnocentrismo e delle differenziazioni, ma, al contrario la comprensione e la valorizzazione delle peculiarit, dei ritmi diversi, che possono rendere, invece, dinamiche le produzioni e i mercati. Il pensiero omogeneizzatore liberoscambista ha interessi di classe e soltanto dei pi ricchi e acculturati di una certa, nuova, nomenklatura. Se lalfabetizzazione generale mette tutti verso un tragitto di uguaglianza e di un minimo comune denominatore, lalta istruzione, invece, separa, accentua le ineguaglianze, apre la forbice tra chi pu stare nella concorrenza senza confini e chi pu soltanto soccombere. Quanti sono coloro che possono svolgere la propria profes272

sione, indifferentemente, nel Paese dorigine o in un paese straniero? Dissociare leconomia dalla cultura significa creare un carnaio industriale. Linterazione tra movimento del livello culturale, capacit di assorbimento della domanda ed evoluzione delle grandezze delle categorie professionali ci che ci fa capire le reali tendenze dellequilibrio o disequilibrio sociale. Questa interazione fortissima in una nazione, ma non esiste se non in linee superficiali tra nazioni diverse. Il mercato del lavoro europeo non esister a breve e i movimenti demografici se vero che vanno tutti nella stessa direzione anche vero che ci vanno a ritmi diversi e quindi avremo situazioni diverse in ogni paese. Cosa succede a nazioni differenti, con strutture antropologiche differenti, unite soltanto dalleuro? Vediamo un abbassamento del livello di vita verso la media dei paesi e non traino verso chi pi avanzato, alzata dei prezzi ma tenuta dellinflazione ovvero salari reali pi bassi, aumento della disoccupazione, soprattutto giovanile, stasi ulteriore delle nascite cos, almeno, si abbasser il potenziale dei disoccupati. In Italia, poi, abbiamo aggiunto anche un p di furbizia e i prezzi sono lievitati col semplice passaggio alleuro e con la sempre pi diffusa permanenza dei giovani nella famiglia di origine. Una fermata generale, quindi, dei consumi che si drammatizzer quando nei prossimi anni se ne evidenzieranno ancora di pi gli effetti nel commercio e nella produzione. Il capitale industriale, soprattutto quello volto all'esportazione, non potr pi giocare sulle differenze di cambio esistente fra i vari paesi europei. Le aziende del Nordest sono ad un passaggio critico. Ci comporter, per tutta una serie di beni e servizi un livellamento verso il basso, spingendo le aziende a delocalizzare la produzione verso paesi dove sono migliori le condizioni quadro. Si pu dire che tutto ci faccia parte delle leggi ferree del capitale, ma certo non si pu credere che l'unificazione monetaria, senza politiche di bilancio comuni, possa uniformare effettivamente un mercato, del lavoro anzitutto, superando non tanto le frammentazioni interne (garantiti, precari, ecc.), ma soprattutto le disuguaglianze territoriali-regionali-nazionali, in un breve lasso di tempo e senza sconvolgimenti strutturali. Piuttosto, nella rincorsa al ribasso continueranno a rimanere forti differenze (salario, condizioni generali, welfare, fiscalit, ecc.) che il sistema finanziario potr sfruttare a proprio vantaggio, accrescendo la concorrenza fra lavoratori, precari, disoccupati di diverse "zone" europee. I servizi pubblici che, piaccia o no, finora si strutturano ancora solo su scala nazionale, ossia secondo una divisione territoriale fondata su giurisdizioni politiche diverse. E da qui occorre (ri)partire. Per costruire uno sganciamento dalle condizioni, anzitutto materiali (ma non solo), che fondano la concorrenza tra classi lavoratrici di paesi diversi. 273

Accettando supinamente (o magari facendo di necessit virt, come sta facendo un confuso "neoliberismo di sinistra") lo smantellamento delle conquiste sociali e dei diritti dei lavoratori in nome dell'Europa correremo il rischio di una forte regressione sociale. Negli ultimi 5 anni sono stati sottratti dalle tasche dei lavoratori, dipendenti e indipendenti, circa 200 mila miliardi con i tagli alle pensioni, alla spesa sanitaria, a tutti i servizi sociali, con l'aumento della pressione fiscale sui salari e l'aumento delle tasse su gran parte dei beni primari. Contemporaneamente si sono avviate trasformazioni nell'organizzazione di servizi essenziali come la sanit ed i trasporti, che hanno ridotto questi bisogni collettivi a merci, ed stata operata una forte riduzione del reddito reale dei lavoratori. Il Trattato di Maastricht (1992) sta in questo: debito pubblico non pi del 60% del Pil, rapporto deficit/Pil 3% e un'inflazione che non ecceda pi dell'1,5% quella dei tre paesi che l'hanno pi bassa. A novembre 2003 i maggiori paesi europei non hanno un solo parametro a posto e la disoccupazione ha nuovamente sfondato il 9%. Alla fine ladattamento continuo alla concorrenza estera distrugge la domanda interna e quindi, sommando le domande interne in flessione, si distrugge di conseguenza la domanda mondiale! Ed ecco la stagnazione globale. Questa la vera globalizzazione! Nel 1995 le imprese del centro-nord hanno ottenuto profitti da record malgrado i consumi degli italiani siano aumentati solo dell'1,2%, grazie ad un aumento del 14% delle esportazioni. Finora ha pagato il dollaro forte, ma dora in poi chi pagher? Pagheranno i pi deboli e limprenditore-operaio del Nordest rischia di non riuscire pi a creare le forze produttive come in passato e a gestire il proprio territorio e la mentalit che lo distingue. Il quotidiano La Repubblica, il 27 agosto, appena dopo la visita del cancelliere tedesco Schroeder a Verona pubblica unintervista. Domanda: Come pu la sinistra convincere i suoi elettori che la riforma del welfare necessaria, senza perdere la propria anima n appunto il consenso degli elettori? Risposta: "Questo proprio il compito essenziale. Troppo a lungo tutti noi democratici europei - noi di sinistra come i conservatori - abbiamo creduto che i problemi legati alla crescita debole e al cambiamento della struttura generazionale delle nostre societ, sarebbero stati risolvibili con un ritorno a fasi di crescita robusta. Ci siamo sbagliati tutti. Dobbiamo dire alla gente che ci troviamo in una situazione economica mondiale cambiata, sullo sfondo della globalizzazione e di una concorrenza inasprita. Non vogliamo gettare alle ortiche lo Stato sociale, ma che sullo sfondo di questi cambiamenti dobbiamo decidere che cosa possiamo ancora permetterci, e che cosa no. E dobbiamo mobilitare risorse per i compiti del futuro: pun274

tare su istruzione, ricerca e sviluppo tecnologici, strutture per l'infanzia (asili nido, ecc), che anche in nome dei diritti delle giovani madri e delle giovani famiglie sono le priorit di questo decennio. Conservare la giustizia sociale e insieme investire nel futuro: a questa politica non c' alternativa, ne sono convinto". Il nuovo welfare, dunque, consisterebbe nel finanziare asili per bambini e bambine che non ci sono? Ancora sacrifici, insomma. Il bellunese della Banca centrale dEuropa, Tommaso Padoa-Schioppa, sostiene che solo sei anni fa Francia e Germania si autoiscrivevano con sussiego al nucleo dei Paesi in regola su tutto: inflazione e bilancio, direttive europee e stabilit politica. La Germania godeva di alti prezzi, alta qualit dei prodotti e periodiche rivalutazioni del marco. La Francia svaluta nel 1983, controlla con accanimento i salari e non svaluta pi. Alla fine degli anni Novanta i due Paesi si ritrovano a terra. E ora tocca allItalia. La soluzione di Padoa-Schioppa? Non restano che le riforme strutturali scrive sul Corriere del 26 agosto 2003 eterno ritornello di quelle che Luigi Einaudi chiamava le sue prediche inutili: lasciar funzionare le leggi del mercato, limitando lintervento pubblico a quanto strettamente richiesto dal loro funzionamento e dalla pubblica compassione. Ma cosa c di pi contraddittorio che invitare a varare riforme strutturali ovvero interventi pesanti dello Stato sul destino dei cittadini presenti e futuri e poi citare Einaudi e la mano invisibile? E una mostruosit logica. Padoa-Schioppa si ritrova a scrivere che lunico principio guida della classe dirigente deve essere quello di attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del Ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato lindividuo dal contatto diretto con la durezza del vivere, con i rovesci della fortuna, con la sanzione o il premio ai suoi difetti o qualit. Cento, cinquanta anni fa il lavoro era necessit; la buona salute, dono del Signore; la cura del vecchio, atto di piet familiare; la promozione in ufficio, riconoscimento di un merito; il titolo di studio o lapprendistato di mestiere, costoso investimento. Il confronto delluomo con le difficolt della vita era sentito, come da antichissimo tempo, quale prova di abilit e di fortuna. Gi, il famoso mondo della sofferenza di cui abbiamo scritto. E il banchiere bellunese consapevole che tutto questo sempre pi divenuto il campo della solidariet dei concittadini verso lindividuo bisognoso, e qui sta la grandezza del modello europeo. E cosa propone? Lacrime e sangue perch quello della solidariet anche scrive sempre Padoa-Schioppa degenerato a campo dei diritti che un accidioso individuo, senza pi meriti n doveri, rivendica allo Stato. Capito? I milioni di disoccupati prodotti in questi venti anni, la frenesia produttiva 275

dellimprenditore-operaio del Nordest, le corse tra gli impegni di famiglia e le ore di lavoro delle artigiane venete, friulane o trentine e altoatesine sono state soltanto accidia e dora in poi andranno corrette con determinazione. I sacerdoti della sadomoneta unica, inflessibilmente, fanno il loro mestiere, ma la vita e la morte sono pi potenti. Uomini e donne non stanno scegliendo e non sceglieranno la regressione: il lavoro non pi soltanto una necessit, la buona salute non pi un dono del Signore, la cura del vecchio un diritto, la promozione in ufficio una opportunit, il titolo di studio un necessario investimento. Abilit e fortuna sono state mitigate da trasmissione del sapere e opportunit e su questa strada si costruita una lunga pace e una sempre meno diffusa sofferenza umana. E si potr costruire anche una bellEuropa. Altro che accidia!

Leuropeista convinto il pi protetto Abbiamo visto che i livelli antropologici sono incoscienti e potenti, quelli culturali subcoscienti e quelli economici coscienti e misurabili. Abbiamo cercato di capire soprattutto la collocazione e il profilo del Nordest e fatto qualche cenno sul ritmo di evoluzione, sulla storia. Abbiamo incontrato il figlio erede tentativo, gi in passato, di figlio unico per poter concentrare le risorse, sempre scarse, culturali ed economiche e non disperderle. La famiglia stirpe incompleta, del Nordest ha elaborato strategie, nello spazio e nel tempo, per mantenere e accrescere questo patrimonio e, allinizio del 2000, pu dire di esserci riuscita. La pubblicistica corrente degli ultimi cinquantanni non ha fatto altro che raccontare questo successo. Ma questo successo nasconde anche il panico che il ricordo delle sofferenze, delle privazioni, dei sacrifici fa, invece, affiorare. Sono state scelte dolorose; decidere il destino di un figlio diverso da un altro, un atto importante cosciente o incosciente che sia. Se c stata unespressione di autorit stata necessaria e se c stata unaccentuazione di ineguaglianza, questa stata altrettanto obbligata. Tutto quello che stato acquisito, per, oggi va difeso. Veniamo continuamente bombardati da concetti liberoscambisti ma ci troviamo a combattere, ogni giorno, con politiche monetarie ultrainterventiste. Governatori di banche nazionali ed europea che usano la chiave dei tassi di interesse come noi usiamo quella del rubinetto dellacqua. Un mostro logico. Cos le classi che vivono sul mercato nazionale, sono le meno produttive, particolarmente protette e diventano europeiste (politici, funzionari pubblici, insegnanti, giornalisti, intellettuali, universitari ecc.). Le classi che, non avendo strumenti qualificati, ma sono costrette a stare 276

sui mercati internazionali per vendere o comprare beni e servizi si trovano, invece, esposte alla concorrenza pi spietata: le piccole e medie aziende, lartigianato, linformatica, i trasporti. Una minoranza, certamente, che per nel Nordest ancora maggioranza. E poi queste benedette pensioni, squisita questione di ogni nazione: ma non sono un problema perch vero che si invecchia, ma si invecchia sempre meglio e si pu andare in pensione pi tardi. E non possiamo non ammettere che, in termini di economia reale, e al nostro livello di sviluppo, basta accelerare la produttivit fisica. Anzi, questo, in parte gi avviene. Il professore udinese, Carlo Pelanda, che editorialista del Gruppo Athesis, di Forza Italia e protagonista di una scazzottata televisiva con lesponente islamico Adel Smith, ha scritto, nel 1999, attaccando la sinistra su flessibilit e fisco: Impossibilitati ad assumere nuovo personale, molti imprenditori stanno esplorando la possibilit di impiegare sistemi tecnologici molto avanzati che permettono di tenere basso il numero degli addetti ed allo stesso tempo aumentare il volume d'affari dell'azienda. Se il lavoro fosse flessibile e poco costoso non ci sarebbe un tale incentivo alla modernizzazione competitiva. Ho di recente visitato per motivi professionali quattro aziende, nel nord. Stanno acquistando macchinari da fantascienza. Un imprenditore mi dice, ridendo: "devo ringraziare la sinistra perch senza di essa mai avrei avuto lo stimolo a girare le universit americane per trovare nuove tecnologie e mai avrei chiesto ad un geniale ingegnere toscano di trasformarle nel processo industriale che mi serve". Soprattutto, - scrive sempre Pelanda - con un rapido calcolo, viene fuori che le nuove macchine equivarranno al lavoro di circa 200 operai su tre turni. Il che significa che l'azienda non dovr temere la concorrenza per costi minori che viene dai competitori asiatici. Sopratutto potr crescere e continuare a restare fatta di due societ con meno di 15 dipendenti ciascuna, limite sotto il quale si pu licenziare senza troppi vincoli e dove non ci sono i sindacati (operai felici perch si prendono bei fuoribusta). Guardate cosa stata lagricoltura degli ultimi cinquantanni. Dal 1963 la produzione agricola pro-capite aumentata del 27% e il prezzo dei prodotti sceso del 50%. La produzione di cereali cresciuta di 2,6 volte e il prezzo reale del grano diminuito di tre quarti. Non solo, ma laumento di carbonio nellaria, laumento delle precipitazioni e della temperatura contribuiscono ad incrementare il rendimento dei raccolti. Obiettivo alquanto semplice, dunque, in una societ automatizzata come la nostra decidere di aumentare la produttivit giustificandola come si vuole. Non solo, ma c un buon 10% di popolazione attiva in tutto il Paese che non 277

viene fatta lavorare o lavorare in chiaro. Se tutti questi tornassero a lavorare, se si spingesse sulla produttivit di quel tanto, il problema delle pensioni per la popolazione che invecchia diventerebbe una favola. Discorso chiuso. Discorso chiuso anche sulla flessibilit, per. Questo, come altri, solo un problema di distribuzione di risorse pubbliche, ovvero di superamento dellintontimento simbolico antistatalista e liberoscambista a oltranza. Ladesione generale al liberoscambismo, alla deificazione monetaria, alle bolle borsistiche della classe dirigente e intellettuale un bel fenomeno di falsa coscienza: loro stessi sono in una posizione privilegiata del sistema. Non possono vedere la condizione di chi finito in una posizione di instabilit. Se c una crisi di obnubilazione, negazione della realt, non consapevolezza di ci che accade. Uno dei pi geniali economisti contemporanei, Geminello Alvi, dice: C una sproporzione talmente palese tra quanto di impressionante sta accadendo e i proclami di progresso conditi di quotidiani numeretti sul Pil e le borse. Si assume che leconomia comunque spieghi sempre tutto, come neppure Marx avrebbe preteso. Scivoliamo, infine, tutti in questo fiume asettico di rivoluzioni tecnologiche, borse, mercati da rendere flessibili. E nessuno che mai sarrischi a ragionare altrimenti, a scombinare questi schemi... Cronicit della fretta, nervosismo, lusso di massa, ipnosi delle mode, plebi cosmopolite, dionisismi, etiche solo umanitarie, confusioni erotiche: tutti i sintomi, da sempre, indubbi di una civilt in regresso, o che perlomeno si disgrega. E il tipico capitalismo individualista statunitense, alle soglie del 2000, si ritrova con una posizione debitoria sullestero, ovvero la differenza tra i capitali che deve al mondo e quelli che possiede, stimata in 1900 miliardi di dollari, pari al 19,2% del Pil e, nel 2003, con 471 miliardi di dollari di deficit della bilancia commerciale. Lindividuo solo prevalentemente un consumatore, ma anche uno che muore dansia e molto presto. Lindividuo del Nordest, invece, ha un gruppo consistente di famiglie, e quindi di legami, di gruppi, ancora forti e in grado di reagire o spingere lansia verso la produzione pi che verso il consumo; alla conquista di mercati. Leffetto lo stesso: lansia per tutti, ma la forma delle soluzioni non indifferente. Il liberoscambismo attecchisce promettendo la cura dellansia con una vendita facile, produzioni e consumi illimitati in un mercato dove tutti sono allo stesso livello e competono ad armi pari. In realt non cos; i paesi vivono a velocit diverse, anche nei paesi occidentali gli andamenti demografici vanno a velocit diverse, e cos i competitori non interagiscono allo stesso livello e le economie pi potenti tendono a monopolizzare le risorse. Lansia consumatrice prevede la violenza, laggressio278

ne, mentre lansia protettrice prevede la reciprocit, una maggiore compensazione. In grande scala le diversit delle popolazioni e quindi delle economie nazionali, fortunatamente, producono protezioni di fatto e quindi pi reciprocit che violenze. La delocalizzazione, ad esempio, uno dei risultati pi evidenti di un protezionismo nato dalla mentalit ambientalista e alfabetizzata dei paesi pi ricchi e dalle esigenze protezioniste dei paesi in via di sviluppo. Unindagine di Confindustria rivela che su 150 paesi che esportano verso lUnione europea a tasso zero ve ne sono soltanto 22 verso i quali lUnione europea, a sua volta, esporta alle stesse condizioni. 40 paesi esportano verso i paesi dellUe a tassi ridotti (non pi del 20%) contro i 168 verso i quali i paesi del vecchio continente esportano pagando dazi dal 15% al 70%. Qual , dunque, la reciprocit protezionista che si pu innescare, di fatto, date queste condizioni? La delocalizzazione, appunto. E, infatti, questo ci che avviene. In base ai dati Wto, 36 paesi membri hanno impegni per un totale di 1370 quote individuali in agricoltura: lintroduzione delle quote non fa altro che creare flussi bilaterali di import-export che implicano il coinvolgimento dei rispettivi stati nazionali generando rendite che creano, da entrembe le parti, esigenze protezioniste. Uneventuale forzata liberalizzazione di quei mercati provocherebbe la perdita delle rendite di posizione soprattutto per i paesi che esportano. Questo esempio la dimostrazione che anche la liberalizzazione altrui produce perdita di benessere per la maggior parte dei paesi perch fa alzare i prezzi delle importazioni e fa perdere le posizioni di rendita legate alle quote. Queste dinamiche mentalit/dazi-reciproci costringe i paesi pi ricchi a spostare le proprie aziende nei paesi con mercati potenziali. Ma in questo modo i pi ricchi, per espandere i mercati, devono contribuire alla creazione e allo sviluppo delle forze produttive e del capitale sociale dei paesi dove delocalizzano. Questa una tipica dinamica protezionista realizzata dallo stato di fatto e dalla potenza delle relazioni tra le diverse popolazioni pi che da scelte politiche consapevoli. Interventi pi strutturati, in questo ambito, potrebbero evitare sprechi di risorse, scelte sbagliate di zone antropologiche troppo diverse e favorire, invece, pi stabili reciprocit, espansioni di mercati e interventi su specifici settori industriali. Nel 2003, dopo anni di ribassi, la Germania tornata a superare gli Stati Uniti, di oltre il 7%, proprio sul mercato dellexport. Il paese pi tipico di capitalismo stirpe ha ripreso a muoversi proprio su ci che sa fare meglio: conquistare mercati nuovi - in est Europa ed estremo Oriente - e lo fa proprio attraverso la delocalizzazione innescata anche dal protezionismo. Non a caso limprenditore bellunese Leone Lauri dice: Sono convinto che la delocalizzazione rappresenti una grande opportunit di sviluppo per le nostre aziende, che possono in questo modo conquistare e presidiare i mercati esteri. 279

Delocalizzazione che non riguarda solo le attivit a basso costo di manodopera, ma che tocca anche i settori di altissimo contenuto tecnologico. A questo punto, per, non posso sottrarmi dal porre una domanda; in che modo possiamo coniugare delocalizzazione e occupazione? Che senso ha parlare di delocalizzazione quando sappiamo che la provincia di Belluno sta facendo i conti con un fenomeno di calo demografico significativo? E questo, in fondo, il vero problema. Ma un falso problema proprio perch se vero che la popolazione giovane diminuisce, diminuiranno anche coloro che cercano lavoro. La delocalizzazione logica. Sono stato educato come gli altri englishmen a rispettare il free trade non solamente come dottrina economica, ma anche come parte della legge morale, scriveva John Maynard Keynes nel 1933, eppure la protezione degli interessi esteri di un paese, la conquista di nuovi mercati, il progresso dellimperialismo economico sono elementi non eludibili dello stato delle cose... Simpatizzo perci con quelli che ridurrebbero al minimo, invece che con quanti massimizzerebbero gli intrecci economici tra le nazioni. Le idee, la conoscenza, larte, lospitalit, i viaggi, queste sono cose che dovrebbero per loro natura essere internazionali. Ma lasciamo che le merci siano fatte in casa, nel caso in cui sia ragionevole e convenientemente possibile; e sopratutto rendiamo la finanza un affare primariamente nazionale. Interessante anche la polemica, nel 2003, tra gli economisti Francesco Giavazzi e Renato Brunetta. Giavazzi loda il commissario europeo Mario Monti che vuole liberalizzare gli ordini professionali e Brunetta si trova costretto a puntualizzare spiegando che le questioni sono molto pi complesse delle teorie mutuate dai colleghi anglosassoni: Se Giavazzi avesse fatto un p di politica come me si sarebbe reso conto della realt e non penserebbe solo a modelli economici astratti, adatti a mondi ideali che non esistono. Peraltro, non essendo chiamato a rispondere a nessuno delle sue idee se non alla scienza economica, pu continuare liberamente a professarle, ma non speri che esse siano acriticamente applicate. Il liberismo ed il mercato non sono concetti astratti. Il mercato, come Giavazzi sa bene, funziona se vi la giusta dose di regole, che varia da settore a settore, da Paese a Paese. E anche Romano Prodi, economista e Presidente della Commissione europea, su un tema delicato come le pensioni, scrive: Ipotizzare misure e politiche uniformi per tutti i paesi europei proponendo, com stato detto da qualcuno, una Maastricht per le pensioni due volte sbagliato. E sbagliato da un punto di vista economico, perch i dati di partenza e le situazioni di fondo differiscono talmente da paese a paese da escludere una singola ricetta valida per tutti. Ed sbagliato dal punto di vista poli280

tico, perch i sistemi previdenziali vanno talmente al cuore del contratto sociale proprio delle singole comunit che una imposizione dallesterno sarebbe vista come uninaccettabile interferenza. La potenza dello stato, antropologico, delle cose, dunque, non pu pi essere valutata come variabile dipendente dalleconomia e il libero mercato dimostra, sempre pi, di aver bisogno di regole, in primis della pace mondiale. Il liberoscambio imposto dai paesi pi forti, a sua volta, accentuando le ineguaglianze pu, invece, spingere verso rapporti di forza per la conquista o la difesa dei mercati. Friedrich List, originario di Wrttemberg, esiliato per le sue idee liberali soggiorn a lungo negli Stati Uniti e una volta tornato in patria divenne acceso sostenitore dellunione doganale (Zollverein) dei piccoli stati tedeschi; scrisse a met Ottocento, Il sistema nazionale di economia politica. Nel libro List fa una critica forte allindividualismo, uno dei presupposti del pensiero classico anglosassone, e contrappone la propria teoria delle forze produttive alla teoria classica dei valori. La capacit di creare delle ricchezze - scrive leconomista tedesco - infinitamente pi importante della ricchezza come tale; essa garantisce non soltanto il possesso e la moltiplicazione dei beni gi acquisiti, ma anche la ricostruzione di quelli gi perduti. Se ci valido per i privati lo ancora di pi per le nazioni, che non possono vivere di rendita. La Germania stata devastata in ogni secolo dalla peste, dalle carestie, da guerre interne ed esterne, ha per sempre salvato gran parte delle sue forze produttive, e cos ha sempre raggiunto una certa prosperit; mentre la Spagna, ricca e potente, ma calpestata dai despoti e dai preti, in pieno possesso della pace interna, caduta in una miseria e in una povert sempre pi profonde (...) Chi vorrebbe cercare la ragione e rendersi conto del perch una nazione si sia elevata dalla povert e dalla barbarie alla prosperit e alla civilt e come unaltra nazione dalla ricchezza e dalla fortuna sia caduta in miseria e povert, alla risposta che il lavoro la causa della ricchezza e la pigrizia quella della povert (unosservazione che, del resto, il re Salomone aveva gi fatto tanto tempo prima di Adam Smith), far sicuramente seguire unulteriore domanda: qual dunque la causa del lavoro e quale quella della pigrizia? Ebbene per List la risposta a questa domanda un p ci che hanno fatto i nordestini in questultimo secolo: lo spirito che anima gli individui, lordine sociale, gli affetti, il buon esempio per i pi giovani, leducazione, lintelligenza; insomma quello che abbiamo definito come sistema famigliare. La forza produttiva, dunque, viene prima del valore di scambio. Ed pesante la critica di List a Smith che giunse a considerare improduttivo persino il lavoro intellettuale tanto era preso dalla ricchezza - materiale - delle nazioni. 281

E per finire non si pu non citare, a titolo di chiarezza, lesempio che lo stesso List fa del buon padre di famiglia che somiglia al profilo del padre di famiglia del Nordest. La differenza - scrive List - fra la teoria delle forze produttive e la teoria dei valori potr essere spiegata meglio con un esempio tratto dalleconomia privata. Se di due padri di famiglia entrambi proprietari terrieri, entrambi in grado di risparmiare annualmente mille talleri ed entrambi con cinque figli, uno investe i propri risparmi e manda i figli a svolgere un lavoro manuale, laltro impiega i suoi risparmi per fare di due dei suoi figli degli agricoltori intelligenti e per preparare gli altri tre allesercizio di una professione conforme alle loro attitudini, il primo opera secondo la teoria dei valori, il secondo invece secondo la teoria delle forze produttive. Al momento della sua morte il primo sar pi ricco del secondo in valori di scambio, ma per ci che riguarda le forze produttive le cose staranno assai diversamente. La propriet del secondo padre si trover divisa in due parti, e ciascuna di esse, grazie ad una coltivazione migliorata, fornir un provento netto pari a quello che prima si ricavava dalla propriet intera; nel contempo gli altri tre figli trarranno larghi mezzi di sussistenza dalle loro attitudini personali. La propriet del primo invece si trover divisa in cinque parti ed ogni parte verr coltivata nello stesso modo nel quale stato coltivato finora il complesso. Nelluna famiglia viene risvegliata e sviluppata una quantit di forze intellettuali diverse e di attitudini che si moltiplicano di generazione in generazione; ogni generazione seguente possieder pi forza per ottenere ricchezze materiali della antecedente. Nellaltra famiglia invece aumenter lignoranza e la povert, nella stessa misura nella quale aumenta il frazionamento del terreno. Cos il proprietario di schiavi aumenta, per loro tramite, la somma dei suoi valori di scambio, ma rovina la forza produttiva delle generazioni future. Ogni spesa fatta per listruzione della giovent, per lamministrazione della giustizia, per la difesa della nazione ecc. una distruzione di valori di scambio a favore delle forze produttive. La maggior parte dei consumi di una nazione va a vantaggio delleducazione delle generazioni future e delle cure per la futura forza produttiva nazionale. Il cristianesimo, la monogamia, labolizione della schiavit e della servit, la monarchia ereditaria, linvenzione della stampa, della posta, della moneta, dei pesi e delle misure, del calendario e degli orologi, la polizia di sicurezza, la liberalizzazione della propriet fondiaria, e i mezzi di trasporto sono ricche sorgenti di forze produttive. Ora, agli inizi del 2000, per gli effetti liberoscambisti spinti allestremo di fatto abbiamo vendite bloccate e consumi depressi, culture vilipese e forze produttive disorientate. Qui a Nordest, dove le indicazioni di List sono antropologicamente e e anche inconsciamente pi sostenute, la reazione etnocentrica, a questo punto, 282

diventa lo sbocco naturale. Il Nordest, nel cuore dellEuropa dei popoli, non ha nessunaltra strada possibile se non acquisire una maggiore consapevolezza della propria identit e del proprio capitale sociale ed economico, di quello che in parte in realt gi fa, per contribuire a creare un nuovo equilibrio tra le nazioni e, quindi, mercati sempre pi prosperosi e degni. E in Friuli-Venezia Giulia, come in Trentino-Alto Adige/Sdtirol anche arrivato letno-socialismo. Il neo Presidene della Giunta regionale del Friuli-Venezia Giulia, Riccardo Illy, nelle dichiarazioni programmatiche ufficiali, non a caso dir: Qui, in questAula, voglio, pertanto, riaffermare il mio personale impegno che lazione di questo governo sar sempre guidata dallidea principale che la nostra vera ricchezza la diversit nellunit () Lunico obiettivo e rimane il servizio nel governare, avendo ben presente che alla fine della nostra giornata abbiamo il dovere etico di dar conto del nostro operare. Alla nostra gente, ma anche alla nostra coscienza. Con la certezza di contribuire ogni giorno per il ruolo che ci compete ad adoperarci fattivamente affinch la nostra Regione possa - memore della sua storia, delle sue tradizioni e dei suoi valori culturali - svolgere quel ruolo internazionale per essere faro e centro della nuova Europa. Ora il Nordest in una posizione di forte instabilit, attesa e preoccupazione. Ma anche in attenuazione la drammatizzazione del panico. C della ricchezza accumulata e nei prossimi anni si dovranno prendere decisioni di protezione di quanto stato ottenuto finora e di riorganizzazione per quanto si vorr fare nei prossimi decenni non dimenticando che alla base di tutto ci sono, sempre, gli uomini e donne e gli anni che passano, i-ne-so-ra-bil-men-te. Un futuro ci sar sempre, ma un corretto e consapevole esame di realt ci dice che solo il presente esiste, e questa, almeno, una verit!

283

284

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE E ON-LINE Per la bibliografia essenziale rimando alle note di seguito. Mentre per una bibliografia dettagliata e in progress ho previsto la pubblicazione di apposite pagine nel sito dedicato al libro in @Nordest www.anordest.it Nel sito saranno pubblicati anche gli aggiornamenti, i dibattiti e le notizie inerenti le tesi contenute nel libro e saranno linkate altre indagini che riterremo interessanti sul Nordest. Stessa soluzione anche per i link. Qui sono stati proposti soltanto quelli ritenuti indispensabili; tutti gli altri sono riportati nel sito e, soprattutto, tenuti aggiornati. Per contattare lautore si pu utilizzare lindirizzo di posta elettronica: info@lineanews.it

Di Emmanuel Todd si consiglia la lettura: - "La chute finale. Essai sur la dcomposition de la sphre sovitique" Ed. Robert Laffont, 1976 - "Le fou et le proltaire", Robert Laffont, 1979 - "L'invention de la France". Scritto con Herv le Bras - Hachette-Pluriel, 1981 - "La troisime plante, Structures familiales et systmes idologiques" - Le Seuil, 1983 - "L'enfance du monde, Structures familiales et dveloppement" - Le Seuil, 1984 - "La nouvelle France" - Le Seuil, 1990 - "L'invention de l'Europe" - Le Seuil, 1994 - "Le destin des immigrs" - Le Seuil, 1994 - "L'illusion conomique". Essai sur la stagnation des socites dveloppes Gallimard, 1998 - "Dopo limpero - La dissoluzione del sistema americano", Marco Tropea Editore, 2003

Di Davide Lopez: - "Analisi del carattere ed emancipazione" - Jaka Book, 1972 - "E Zarathustra parl ancora" - Essai, 1973 - "Al di l della saggezza, al di l della follia" - Guaraldi, 1976 - "La psicoanalisi della persona" - Boringhieri, 1983 - "Libert e amore" scritto con Silvia Corbella - Boringhieri, 1986 - "La via nella selva" - Raffaello Cortina,1987 - "Dalla depressione al sorgere della persona", con Loretta Zorzi - Raffaello Cortina Editore, 1990 - "Il mondo della persona (Aforismi)." - Raffaello Cortina, 1991 - "La psicoanalisi della consapevolezza" - Edizioni Scientifiche Italiane Napoli, 1997 - "La sapienza del sogno", con Loretta Zorzi - Ed. Masson, 1999 - "Terapia psicoanalitica delle malattie depressive" con Loretta Zorzi - Raffaello Cortina, 2003

285

Il nuovo Nordest un prodotto dellinfoweb

@Nordest
www.anordest.it

Il nuovo Nordest supplemento a @Nordest - www.anordest.it Progetto editoriale: Francesco Brasco Finito di stampare nel mese di novembre 2003 da Global Print - Gorgonzola (Milano) per conto della Ergon Edizioni - Vicenza

286

Vous aimerez peut-être aussi