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Le metamorfosi L'unico romanzo latino a noi giunto sono Le metamorfosi, opera parzialmente autobiografica di Apuleio in 11 libri, nella quale

il protagonista narra la sua trasformazione in asino. Nel testo Apuleio aggiunge molte sottotrame nate da leggende popolari. La pi bella senza dubbio "Amore e Psiche". Questa favola occupa addirittura due libri, e, come il resto delle Metamorfosi, ha un significato allegorico: Cupido (identificato con il greco Eros, signore dell'amore e del desiderio), unendosi a Psiche (cio l'anima), le dona l'immortalit, ma Psiche per giungervi deve affrontare innumerevoli prove, tra cui quella di scendere agli Inferi per purificarsi. Trama Psiche una bellissima principessa, cos bella da causare l'invidia di Venere. La dea invia suo figlio Eros perch la faccia innamorare dell'uomo pi brutto e gretto della terra, perch Psiche sia coperta dalla vergogna di questa relazione. Ma il dio si innamora della mortale, e con l'aiuto di Zefiro, la trasporta al suo palazzo, imponendo che gli incontri avvengano al buio per non incorrere nelle ire della madre Venere. Una notte Psiche, istigata dalle sorelle, decide di vedere il volto del suo amante, pronta a tutto, anche all'uomo pi orripilante, pur di conoscere. questa brama di conoscenza ad esserle fatale: una goccia cade dalla lampada e ustiona il suo sposo: il dio va via e Venere scaglia la sua punizione. Solo alla fine Psiche riceve l'aiuto di Giove, che, mosso a compassione, fa in modo che gli amanti si riuniscano: Psiche diviene una dea e sposa Eros. Una fiaba berbera? Come si sa, Apuleio non faceva mistero di essere mezzo numida e mezzo getulo, anche se la lingua in cui componeva le sue opere letterarie era il latino. E bench i riferimenti letterari delle sue opere siano perlopi relativi alla cultura greco-latina, indubbio che in esse deve essere presente anche qualche elemento nordafricano. Purtroppo della cultura letteraria indigena di quei tempi ben poco si sa, dal momento che doveva esprimersi prevalentemente a livello orale. Amore e Psiche, per la sua natura esplicitamente dichiarata di "fiaba" (che nel romanzo viene raccontata da una vecchia), ha molte probabilit di riflettere aspetti di questa cultura orale. E difatti numerosi elementi ricompaiono, identici o con minimi scarti, anche nelle fiabe di tradizione orale del Nordafrica, raccolte e messe per iscritto in tempi recenti. Mouloud Mammeri ha pi volte sottolineato l'affinit tra la fiaba di Apuleio e un racconto cabilo assai noto, Luccello della tempesta. A sua volta, tale racconto ha forti affinit con un'altra trama nordafricana, diffusa soprattutto in Marocco, vale a dire Ahmed Unamir (dove peraltro i generi sono invertiti: l'eroe un maschio e la consorte misteriosa una femmina). Entrambe le fiabe si limitano alla prima parte del racconto, e si concludono quindi con la cacciata, senza pi speranza di ritorno, del coniuge troppo curioso. Ma esistono anche versioni pi "complete", per esempio Fiore splendente, della Cabilia orientale, che prosegue fino al lieto fine conclusivo. Interessanti sono qui le congruenze con le peripezie dell'eroina in cerca dello sposo presso la suocera, che in questo caso non la dea Venere, bens l'orchessa Tseriel. Nel suo peregrinare, la fanciulla (Tiziri "Chiaro di Luna") si imbatte, tra gli altri, in alcuni pastori che le mostrano greggi che sarebbero state riservate a lei, se solo non fosse stata troppo curiosa. Questo dettaglio, perfettamente inserito nella fiaba odierna, potrebbe forse spiegare la presenza, abbastanza slegata dal contesto, del dio Pan (il dio pastore) nel punto corrispondente di Amore e Psiche. 1

Psiche Psiche in greco significa anima, che allude al significato mistico della storia. E riconduce alle prove che la donna dovr affrontare nel corso della storia, simbolo delle iniziazioni religiose al culto di Iside. I miti delle antiche popolazioni elleniche hanno spesso attirato l'attenzione degli psicologi perch in essi si ritrovano sia i conflitti intrapsichici sia le indicazioni per la soluzione degli stessi. Uno dei miti pi conosciuti quello che vede protagonisti Eros e Psiche. Il mito racconta la vicenda di una principessa bellissima che si innamora di uno splendido giovane, di cui per ignora quasi tutto, perfino il volto. I due amanti si incontrano tutte le notti in un palazzo magico e nel buio vivono il loro amore; alla fanciulla tutto concesso tranne vedere il volto dell'amato. Ma Psiche, spinta dalla curiosit, una notte si avviciner allo sposo dormiente con un lume in mano, e ne scoprir la vera identit. Ma una goccia di olio, cadendo dal lume, sveglier Eros, che abbandoner la donna gettandola nella disperazione. Il mito racconta che poi Eros ottiene l'immortalit per Psiche ed il loro amore continua per sempre. E' la prima parte del mito, per, quella che mi porta a proporre qualche interpretazione. Per prima cosa vorrei soffermarmi sulla natura dei due protagonisti. Eros nella mitologia greca figlio del Caos e rappresenta la forza, l'energia vitale che ovunque e che unisce le parti; attraverso Eros viene assicurata la continuit degli esseri viventi. Psiche, o pi precisamente la parola psiche, secondo l'etimologia greca significa "anima", da cui poi derivato il termine psicologia che letteralmente significa discorso intorno all'anima. Ma il termine psiche non porta in s il significato di trascendente o spirituale o immortale che invece noi avvertiamo nella parola anima: indica piuttosto l'insieme di quelle funzioni, di quelle capacit presenti negli esseri viventi che gli permettono appunto di essere tali. Aristotele e Platone parlano infatti non di un' anima, ma di tre anime distinte: la prima presente solo nell'uomo e che presiede alle funzioni intellettive; la seconda presente in tutti gli animali e particolarmente in quelli superiori, che governa l'aspetto emotivo; l'ultima comune a tutti gli esseri viventi, l'anima vegetativa, che assicura la sopravvivenza dell'individuo e della specie. La prima e pi immediata delle spiegazioni che si pu dare del mito quella che scopre nello stesso il conflitto legato al complesso edipico. I due amanti infatti vivono in un luogo incantato, fuori del tempo; la principessa innamorata di un bellissimo giovane dal volto sconosciuto e, quando lo scopre, lo riconosce come quello di un dio potentissimo, ma contemporaneamente lo perde cadendo nell'angoscia. presente la dimensione erotica. Il mito quindi rappresenta il tema dell'attrazione tra i sessi, ha come tema la primissima fase dell'innamoramento, quella in cui i nostri desideri sono proiettati sull'altro e con l'altro prendono corpo: la fase in cui il partner fortemente idealizzato. Poi la realt che si fa spazio e pu accadere che si ami l'altro per quello che nella sua concretezza e limitatezza, ed allora nasce il vero rapporto d'amore, oppure al dileguarsi del "Dio" pu subentrare dapprima uno stato depressivo dovuto al lutto, alla perdita. Ma del mito di Eros e Psiche si pu tentare anche un'altra lettura ed una diversa interpretazione. Se Eros figlio diretto del Caos, Psiche l'anima, e delle tre sicuramente quella intellettiva: infatti la fanciulla, spinta dalla 2

curiosit, vuole conoscere la vera identit dello sposo. Psiche accende il lume nella notte per vedere ci che nascosto, quindi simboleggia la scienza, la filosofia, la logica, che con i loro strumenti cercano di decodificare il mondo, il Caos, l'energia che accomuna gli opposti. Ma Psiche, nel momento stesso in cui cerca di ridurre in formule matematiche la grandezza di Eros, perde il contatto con il mondo, perde il senso profondo delle cose e se ne separa irrimediabilmente. Ed il mito racconta allora ci che storicamente avvenuto: i Greci, scopritori della logica, fondatori della filosofia e della matematica, di fatto persero per sempre quel senso pratico del mondo, persero il sentimento dell'unit dell'essere umano che da allora, nel mondo della cultura occidentale, stato sempre proposto come scisso dal resto del mondo e scisso egli stesso in due parti, una alta, nobile, intellettuale, tesa verso l'immortalit, l'altra oscura, indomabile, ribelle alle regole, strettamente connessa con il corpo, con i suoi bisogni, con le sue pulsioni, la prima irrimediabilmente fragile, la seconda semplicemente possente. (spirito apollineo e spirito dionisiaco) (DAnnunzio panismo) Ed allora il mito lontano di Eros e Psiche nasconde un messaggio attuale: se l'uomo sapr percepire il divenire del mondo nella sua materialit e sar capace di rispettarlo e sentirlo proprio, senza provare a stravolgerlo con la sua scienza, forse potrebbe ricostituirsi quell'unit perduta e Psiche potr tornare ad unirsi ad Eros nella notte. I misteri di Iside e il romanzo delle Metamorfosi di Apuleio L'intero racconto delle Metamorfosi richiama il culto di Iside. Il romanzo introduce la vicenda di Lucio, un giovane pieno di curiosit, che desidera imparare l'arte della magia; usa per un unguento sbagliato e viene trasformato in asino. Solo dopo molte peripezie potr, con l'aiuto di Iside, intraprendere la propria iniziazione: abbandoner allora le spoglie di asino, essere che appartiene a Seth, per ritornare uomo al servizio della dea Iside. La vicenda pu essere interpretata come allusione al destino dell'anima umana: attratta dall'amore per un corpo terreno, dovr a lungo peregrinare sulla terra prima di liberarsi dalle passioni (Lucio, riprese le forme umane, fa la scelta della castit) per scegliere la via che lo riporta al creatore. Rimandano al culto di Iside anche la novella di Amore e Psiche (IV, 28 - VI, 24) e la vicenda di Carite (libro VIII). Interpretazioni Il mito di Amore e Psiche si offre a varie interpretazioni, le quali possono essere pensate o come il prodotto di alcuni influssi culturali gi preesistenti ad Apuleio o a lui contemporanei, oppure come il tentativo di associare il contenuto della favola ad idee e tendenze posteriori all'autore latino. La chiave di lettura psicanalitica, per esempio, la chiara espressione di un tentativo di rivisitazione della novella da parte di una cultura molto recente e quindi lontana da quella a cui appartenne Apuleio. Anche l'interpretazione folklorica rientra nell'ambito degli interessi di tipo strutturale della narratologia moderna. Pi vicina alla sensibilit tardo-latina del II sec. d.C. la chiave di lettura misterica, in sintonia con la religiosit popolare del periodo, o quella filosofico neoplatonica caratterizzata da una indagine metafisica molto seguita anche durante il Rinascimento. L'interpretazione cristiano - medievale infine, di 3

derivazione tomistica, sembra conciliare gli aspetti propri della filosofia dottrinale a quelli pi propriamente religiosi. Interpretazioni filosofiche La favola di "Amore e Psiche" si presta ad interpretazioni filosofiche perch risente dei contributi dottrinali forniti dalla cultura diffusasi nella tarda grecit (vale a dire dal IV-III sec. a.C. in poi). In Apuleio tuttavia la trattazione di un argomento dottrinale non fine a se stessa, ma filtrata attraverso una favola, cio una forma di divertimento e di intrattenimento. In ambito filosofico, si distinguono due chiavi di lettura predominanti della favola: quella aristotelica, risalente ad una corrente di pensiero ancora fortemente radicata nelle province romane dell'Africa settentrionale del II secolo d.C.; quella neoplatonica, espressa dalla famosa scuola fondata da Plotino nel III sec. d.C: questa risult essere l'interpretazione pi seguita anche durante il Rinascimento, decisamente neoplatonizzante. Lettura aristotelica Si tratta di una rilettura della favola eseguita sulla base delle possibili influenze che il pensiero di Aristotele ebbe su Apuleio. Ipotesi da non scartare, questa, se si tiene conto dell'origine composita del sapere latino. Ll'influenza del pensiero aristotelico riscontrabile nell'idea dell'anima vista come "facolt" di crescere, di nutrirsi, di muoversi e di sentire: cos Psiche, superando, nell'ambito della trama narrata, le prove ordite da Venere, rappresenterebbe il "pensiero puro" (nous, in greco) che viene a contatto con gli aspetti "sensibili" dell'esistere. Cupido, invece, starebbe ad indicare il corpo, ovvero la fisicit assoluta, la quale, nel contesto di una filosofia sostanzialista (quale appunto quella aristotelica), gode della stessa dignit dell'anima. Lettura neoplatonica Il criterio di lettura della "fabella" suggerito dall' interpretazione ispirata al neoplatonismo si incentra sul concetto di emanazione: l'anima razionale (Psiche), cio, deriva da un principio universale ed eterno, l'UNO (vale a dire l'Olimpo degli Dei), e nulla, al mondo, partecipa cos intensamente dell'essenza dell' UNO come l'anima stessa. Tuttavia, l'eccessiva cura per le cose terrene (i tesori della reggia) conduce Psiche ad affrontare numerose peripezie, le quali stanno a rappresentare il degrado dell'entit emanata nella materialit (la quale, platonicamente parlando, coincide con l'assenza dell' UNO). Ma l'anima, che immortale (per Plotino, infatti, "nulla muore o si rigenera dal momento che tutto essere" ), riassorbita nell'UNO di cui fa parte (processo dell' "estasi") e diviene libera (cos, Psiche finalmente in grado di salire con Cupido nell'Olimpo degli Dei). Neoplatonismo: scuola platonica fondata ad Alessandria d'Egitto da Ammonio Sacca nel II secolo d.C. Tale corrente di pensiero, pur configurandosi come una forma di sincretismo misterico-filosofico, evidenzi i suoi tratti principali nel tentativo di conciliare le idee di Platone con quelle di Aristotele. L'esponente pi illustre della scuola fu Plotino (III secolo d.C.). Nella novella, infatti, Psiche (=l'anima) definita come la creatura pi bella e affascinante del mondo, tanto che gli altri uomini la considerano Venere stessa, scesa in terra.

Lettura rinascimentale L'interpretazione rinascimentale della novella collocata nel contesto di un forte recupero del pensiero neoplatonico e ristabilisce un profondo contatto con l'idea della filosofia intesa come iniziazione ai sacri misteri del vero. Uno dei filosofi pi in vista all'interno dell'Accademia neoplatonica fu Ficino: quest'ultimo, tra le altre cose, si distinse anche per un attento studio dell'"Asino d'oro" di Apuleio. Molti elementi essenziali della filosofia di M.Ficino possono essere associati ad alcuni significati nascosti della novella. L'anima (Psiche) sarebbe intesa, in una successione di gradi decrescenti di perfezione, come l'elemento mediano di congiunzione (copula mundi) tra il mondo sovralunare, espresso da Dio (Giove) e dall'angelo (Cupido), e quello sublunare, manifestato dalla materia (le due sorelle). Di qui poi il significato allegorico di Cupido come Eros platonico (il desiderio di bellezza), il quale, alla visione della bellezza (=Psiche), eleva l'anima all'ASSOLUTO, permettendole di eludere l'intervento di Venere (la "libido") e concedendole le "ali" per far ritorno alla sua patria celeste. In Ficino, dunque, l'"estasi" plotinica con la quale l'anima si ricongiunge all' EN, diviene propriamente l'estasi dell'amante. Amore e Psiche secondo Giulio Romano Le scelte operate da Giulio Romano per l' elaborazione degli affreschi del Palazzo del Te sono sottoposte a differenti interpretazioni. Ad esempio, F.Hartt ha voluto vedere, nel ciclo pittorico, l'ascesa dell' Anima (Psiche) dal mondo e dal suo amore bestiale verso la rivelazione dell' amore spirituale. Altri, invece, vi hanno soltanto riscontrato un' esaltazione paganeggiante degli "illeciti amori". E' pero opportuno pensare che possano convivere entrambi i filoni tematici, in sintonia con il carattere polisemico dell'iconografia del Manierismo. In quest'ottica, la scena rappresentante il bagno di Marte e Venere fa parte della serie degli amori "divini", contrapposti a quelli "bestiali" celebrati nella scena contigua: ma in questo caso il Dio Mercurio che interviene per impedire le sacrileghe nozze. Marsilio Ficino aveva senza dubbio letto l' "Asino d'oro" di Apuleio, sia perch la favola era generalmente nota all' interno degli ambienti colti del Rinascimento (vedi l'edizione del Beroaldo, che la pubblic nel 1501 in "Commentarii a Philippo Beroaldo conditi in Asinum aureum Lucii Apuleii"), sia perch il filosofo stesso, in qualit di consigliere del Botticelli, aveva suggerito di persona, al pittore, la descrizione apuleiana di Venere (Met.X,31,32) per la composizione della celebre "Primavera". La materia, pur partecipando dell'essenza dell' EN, ha una sua negativit, perch la sua nullit agisce come resistenza passiva al summum bonum: in questo consiste l'imperfezione del mondo sublunare. E' possibile ipotizzare che Ficino, in sintonia con il simbolismo tipico del Platonismo rinascimentale, vedesse realizzata nel romanzo di Apuleio la doppia essenza della dea Venere: da una parte la Venere celeste, esotericamente identificabile con Iside, la quale, riconducendo Lucio (il protagonista) all' "humanitas" (l'affabilit e l'appagamento di s), innalza l'uomo dalla degradazione alla salvezza spirituale; dall'altra la Venere materiale (la "libido"), che, invidiosa di Psiche, e animata da pensieri malvagi, la causa dei patimenti umani. 5

L'estasi dell'amante definita da Ficino come "furor amatorius", il pi potente e sublime, perch chi ama cerca di riunirsi a Dio creando un "circuitus spiritualis" da Dio all'anima e da essa a Dio. Interpretazione psicanalitica La novella di Amore e Psiche pu essere analizzata dal punto di vista psicanalitico riguardo a quattro temi fondamentali: - la nascita e lo sviluppo di un rapporto d'amore - gli effetti dell'amore sull'animo umano - la nascita e lo sviluppo dell'uomo all'interno della societ - il rapporto di ogni uomo con la propria anima. Tuttavia data la complessit del discorso che richiede specifiche conoscenze legate in particolare alle teorie junghiane, abbiamo preferito limitarci ad analizzare e riprodurre alcune interpretazioni dei simboli che compaiono nelle prove sostenute da Psiche. Interpretazioni Carl Gustav Jung(Kesswyl 1875 - Kusnhact, Zurigo, 1961) , ritenendo insufficienti le interpretazioni freudiane, ammise l'esistenza, oltre che di un inconscio personale, anche di un inconscio collettivo, consistente di immagini primordiali, quali miti e credenze religiose, comuni alla cultura a cui l'individuo appartiene, e i cui livelli pi profondi formano l'inconscio collettivo, comune a tutta l'umanit. Le immagini primordiali dell'inconscio collettivo sono degli archetipi, cio delle forme che si ritrovano nelle culture pi disparate. La psicoterapia di Jung, che utilizza le libere associazioni come quella freudiana, mira a mettere il paziente in contatto con l'inconscio collettivo. Le indicazioni junghiane sono spesso incrociate con lo studio della mitologia e dell'antropologia, confluendo in vaste zone della critica simbolica.

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