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Quaderni del Gruppo Di Ur

V: NUOVI DIALOGHI SULL'ERMETISMO


dedicati a J.M. Kremm-Erz I Ediz.: Aprile 2004; II Ediz. : Agosto 2005; III Ediz.: Settembre 2006; IV Ediz.: Ottobre 2006

La Porta Ermetica

Ogni quaderno del Gruppo di Ur raccoglie, in forma organica e sintetica, quanto emerso nell'omonimo Forum, in relazione ad un determinato argomento. In esso si trovano, perci, sia citazioni degli autori studiati, sia commenti. I quaderni si devono considerare in continuo aggiornamento, dal momento che l'emergere di nuovo materiale sull' argomento trattato pu rendere opportuna una nuova edizione.

Questo quaderno, dedicato a Giuliano Kremmerz, un personaggio che tanta influenza ha avuto sul Gruppo di Ur, ha una veste letteraria assai cara allo stesso Kremmerz: quella dialogica. I dialoghi si sono svolti non solo pubblicamente nel nostro Forum, ma anche, per l'interesse suscitato dall'argomento, privatamente. Per poter riportare taluni dialoghi privati, pur rispettando la privacy dei partecipanti, si ricorso ad un personaggio collettivo, che, come in una omonima opera alchimistica, stato chiamato Turba Philosophorum. Il 3 dialogo si svolto nel Forum prima degli altri, ma essendo l'argomento trattato, da un punto di vista storico e logico, successivo a quello trattato nei primi due dialoghi, lo si messo al suo giusto posto, con un minimo di adattamenti rispetto ai messaggi originali. Arrivato alla sua IV edizione, il quaderno risulta alquanto ampliato, cos che si ritenuto utile, per il lettore, farlo precedere dal seguente Sommario, analogo a quelli che precedono i Dialoghi del Maestro. I Dialogo: Kremmerz e Abraxa - Kremmerz denigrato da Erim - Analisi di scritti di Erim, di Paolo e Luciana Virio e di Massimo Scaligero -. II Dialogo: Alfonso del Guercio - Il Manifesto Realista - Scritti di Del guercio - Rapporti Del Guercio-Lombardi Genesi dello pseudoCorpus - La pseudoPreparazione - La pseudoSophia - La "magia avatarica" - . III Dialogo: Esame del III Libro dello pseudoCorpus - "Separando Magico" - Gli "Assiomi alchimici" - L'alchimia "del fango e dell'acqua" e la Corretta Pratica - Lettera di Kremmerz a Jesboama, Criscenon e Abeon - Ancora sulla Corretta Pratica - I limiti dell'analisi di David Gordon White ne Il Corpo Alchemico - La Goccia Primordiale - Lettera di Kremmerz sulla Castit - Il CEUR fece suo il contenuto dello pseudoCorpus - I libri dello pseudoCorpus successivi al III - N.R. Ottaviano e R.P. Ottaviano - Alcuni evidenti falsi presenti nell'archivio di U.D. Cisaria - Amelio e la Trasferenza - L' "alchimista italianissimo" non apparteneva all'O.E. - Ancora sui due Ottaviano -. IV Dialogo: Gli Amanti, III cap. de I Tarocchi di kremmerz - Sessualit fisica e fluidica - Essere in buona salute Usarcaf e la linea di successione dell'O.E. - Sui primi esponenti dell'O.E. - Montemayor e Colletta - Manifestazioni esterne dell'O.E. - Su un libello antimassonico - Significati di "Egizio" - Mario Parascandolo prese le distanze dalle pratiche CEUR - Una promessa di Dattilo Ideo - Un comunicato di Paolo Fogagnolo contro Alessandro Boella - Una precisazione di Luigi Parente su Verginelli e Muciaccia - Girolamo Moggia - Ancora su Vinci Verginelli e Giacinto Muciaccia - Veri e Falsi nell'archivio Cisaria - Importanza della circolare di Kremmerz del Giugno 1914 - Alcune esagerazioni di A. M. Piscitelli - Ortodossia del Circolo Vergiliano - Dattilo Ideo, Veritasclaritas e lo pseudo-Mamo-Rosar-Amru - V. Fincati e gli atteggiamenti del CESNUR - Picatrix e Libreria Sephiroth - V. Fincati ovvero la Missione di un cristiano tra i pagani - Insufficienza della mitologia disgiunta dalla ritualit - Varie "abilit" di Fincati - Fincati ama la mitologia o le (sue) favole? - Una nota su Mario Polia - Sul nuovo Pantheon -.

I DIALOGO
Artefio: Mi interessano particolarmente tre persone del Gruppo di Ur, perch appaiono abbastanza differenti fra di loro, pur essendo dotate di grande carisma spirituale. Esse sono : Julius Evola, e su di lui sono disponibili molte informazioni dirette ed indirette, date dalla sua produzione libraria e dalla sua stessa vita, anche se sussistono periodi della sua vita dei quali si sa poco. Arturo Reghini, dove in sostanza si sa molto meno. Almeno a me appare come un uomo che ha avuto esperienze molto "sottili", come quelle "sub specie interioritatis", che lo caratterizzano pi nel suo aspetto speculativo che in quello operativo. In altre parole appare molto pitagorico. Abraxa, se esistito un uomo reale che si firmava cos. Apparentemente, in senso sottile, il pi potente di tutti, almeno secondo la mia opinione. Se si considera con attenzione quello che afferma, appare un'immagine di qualcuno che aveva raggiunto e superato le soglie di un pensiero magico. Si hanno notizie sulla sua identit? Quadreracles: Eccellente latinista e grecista, nonch discepolo "solare" di Kremmerz, Ercole Quadrelli firm con lo pseudonimo di Tikaipos i suoi scritti pubblicati su Ur. I suoi insegnamenti orali, messi in forma letteraria da Evola, furono pubblicati sotto lo pseudonimo di Abraxa. La sua traduzione della Chimica Vannus (Chimico Crivello), stata pubblicata postuma, sotto lo pseudonimo di "Abraxa-Quadreracles". Sadescan: In Introduzione alla Magia si possono trovare numerose monografie che fanno riferimento alla magia dell'eros. Le due pi complete sono senza dubbio quelle firmate Abraxa. Come stato detto, questi era un discepolo solare di Kremmerz e come tale membro del cosiddetto Ordine Egizio; la confraternita di Miriam essendo una emanazione isiaca di esso. Turba Philosophorum: Su Abraxa nessuno ha avuto mai nulla da ridire. Kremmerz ha avuto invece dei detrattori. Il primo stato Erim. Poi altri ve ne sono stati, in concomitanza con la pubblicazione del cosiddetto Corpus Philosophicum Totius Magiae (altri scrivono Corpus Philosophorum Totius Magiae), che taluni hanno voluto attribuire a Kremmerz. Sadescan: Nella sua opera "Il Conseguimento Celestiale", Erim fa di tutto per identificare gli studiosi dell'occulto, non condividenti la sua del tutto personale ed isterica visione del Cristianesimo, con i satanisti. Ne fa fede ad es. il suo seguente pastrocchio: "L'essena deve evitare assolutamente: le scuole costituite dai veri stregoni intellettuali, i pi pericolosi, anche se molto rari, come i santi di cui sono l'inversione: adoperano la magia di patto con i maggiori kakodemoni, adoperandosi more biforcuto, con l'aborto e la connessa morte della madre; si propongono dare l'androgenato temporaneo ai quattro elementi maggiori diabolati, per le realizzazioni iperfisiche di profitto, mantenendo in vita il fantasma a spese della credula ed ingenua massa degli affiliati. Quelle costituite dai maghi

neri, di basso conio, anch'essi rari, che adoperano la magia di patto con le bestie disincarnate, dette spiriti degli elementi, praticando il sortilegio, ludi lubrici e le messe nere. Ed infine quelle meno funeste, ma dannose alla ragione, dei neo pagani, negatori della Verginit della Vergine Celeste Madre, ed assertori di una magia cerimoniale che gradualmente sdrucciola nella prevaricazione mentale, per assenza di autentiche basi esoteriche. E' la magia rifugio in prevalenza dei mancati monaci e di eunuchi congeniti. Le scuole soltanto deviative, costituite dagli enfatici semplicisti, assertori del preteso nuovo verbo contemporaneo; tali sedicenti maestri, dotati generalmente di ignoranza templaria, visto che sono fatti acquisiti, lo yogha (sic), l'influsso magnetico, la vasta letteratura di pretesi maghi dal frasario oscuro o di ripetizioni delle dottrine orientali (non bene acquisite), facendo del tutto un miscuglio ed insegnando che solo fachiricamente respirando e pensando autoipnoticamente si sviluppano certi centri del corpo iperfisico e la perfezione di essi darebbe la divinit personale, il superamento; sterile dottrina in disarmonia alla cosmica-umana e alla ineffabile immensa scienza templaria. Quelle costituite dagli spiritisti, che sono innocui, ma inguaribili; come compartecipare l'ansia ed il tormento di una autocreazione spirituale gloriosa a chi si illude di parlare a volont con le pi alte personalit dell'empireo. Quelle costituite dai neo sedicenti teosofi, brava gente generalmente, gente di cui i pi sono dotati di spirito altruistico, ma convinti che vi sia pi merito a decifrare e comprendere dei vocaboli difficili dei brahaman, che nel guardagnarsi faticosamente i misteri Essenici, profondi della propria razza bianca, assoma di tutte le razze colorate, che si avvia luminosamente alla gloria rivelata dal Redentore per la universalit del Globo." Maximus: Luciana Virio, moglie di Paolo Virio, forse il pi importante discepolo di Erim, pubblic l'opera di quest'ultimo "Il Conseguimento Celestiale" nel maggio del 1970. Circa un anno dopo, il fratello di Luciana, Massimo Scaligero, pubblic un suo libro dal titolo "Yoga, Meditazione, Magia", nel quale prese decisamente le distanze dal metodo indicato da Erim. Infatti nel Cap. XIII, intitolato "Eros e Spagiria, cos si espresse: "... Abbiamo sottolineato l'assoluta estraneit del metodo da noi indicato all'Occultismo tradizionale e in particolare ad attuali revivescenze di dottrine ermetiche, kabbalistiche o gnostiche, presumenti indicare sentieri di restaurazione dell'Androgine, o del binomio primordiale. Un simile intento, cui dovrebbe soccorrere come fondamento una ferrea Scienza dello Spirituale, pu anche tentare di valere mediante semplici interpretazioni di tali dottrine, onde possibile che qualche aspetto dell'alchimia tradizionale venga chiamato in causa ad hoc come, ad esempio, avvenuto per taluni insegnamenti che oggi si lasciano intravvedere quali misteriosi filoni della Tradizione ritrovata, nell'eco di qualche discepolo: insegnamenti che conosciamo sino alla radice da cui scaturiscono, s da poter restituire le giuste proporzioni al fenomeno. Non varrebbe la pena di occuparsi di simili manifestazioni, ove non offrissero un aspetto caratteristico della presente collusione del tradizionale con il soggettivo mistico, privo di basi per una discriminazione noetica, o di intuizione della correlazione con il tipo di coscienza dell'uomo moderno: coscienza di cui non v' gnosticismo che possegga il senso. Si tratta di interpretazioni della Genesi e in particolare della vicenda dell'Eden, in chiave cosmologica, secondo una determinata visione di tipo kabbalistico-martinista, che invero non dicono nulla di decisivo in tema di mitica androginica: il decisivo, se mai, dovrebbe seguire nella parte operativa in cui vengono fornite tecniche della Magia del congiungimento, secondo una utilizzazione della simbologia spagirica di Nicola Flamel e di Basilio Valentino. In forma simbolico-alchimica e perci meno esplicita, ci si trova di fronte all'identica tecnica del Randolph nella sua Magia sexualis, n pi n meno: una serie di posizioni di acoppiamento, mediante cui si tenta di operare, grazie a uno psichismo imaginativo e orante, sulla polarit delle correnti di vita che normalmente si deteriorano nel sesso. Non manca a tutto ci lo sfondo mistico, astrologico, misterico, il linguaggio allegorico e solenne, ma invero m a n c a l a m a t e r i a p r i m a, la magia del pensiero: la cui presenza pertanto implicherebbe un radicale mutamento della forma rituale dell'Opera, in ordine alla immutabilit del suo contenuto, con cui l'Io verrebbe a contatto diretto. Manca la tecnica dell'imaginazione vivente, il veicolo mediante cui l'uomo di questo tempo restaura la comunione con il Sovrasensibile. Sostanzialmente perci manca il senso dell'impresa come storia dell'Io: soltanto da una noesi autocosciente infatti pu scaturire il significato della p e r d i t a d e l l a c o r r e l a z i o n e p r i m o r d i a l e i n f u n z i o n e d e l l a f o r m a z i o n e d e l l a c o s c i e n z a, e il tipo di forza che questa deve ridestare nel tempo presente per la restituzione di quella. Tutto viene ridotto a operazioni di accoppiamento misticamente sorvegliato, in cui si riesce bens ad afferrare mediante la rappresentazione alchimica l'importanza delle forze messe in giuoco, ma riguardo a queste non viene fornito il bench minimo mezzo di conoscenza per una percezione cosciente e un padroneggiamento adeguato. La simbologia alchimica rimane uno sterile rappresentare, se non il p e n s i e r o v i v e n t e che muove in essa. Ma, come si veduto, il pensiero vivente gi in s la chiave dell'Opera ed esige esso, nel tempo presente, il suo rito, la sua alchimia: che non hanno bisogno di essere studiati in testi scritti, bensl di essere ritrovati nel diretto sperimentare metafisico. Nel Filum Ariadnae si ammonisce che mai questa Scienza sublime pu essere appresa dai libri, ma solo per rivelazione divina , e lo stesso Nicola Flamel nel suo Livre des figures hieroglyphiques ricorda che i principi dell'Opera non si trovano in alcun libro , ma solo Dio pu rivelarli: il cui senso ultimo la trama metafisica della reale Spagiria, rinviante alla necessit del pensiero liberato. La realt che simili conati della Gnosi tardiva sono espressivi di una coscienza ingenua, incapace di comprendere quali profonde forze di consapevolezza, nel senso di un'autoresurrezione del pensiero, siano richieste all'uomo di questo tempo ai fini della restituzione della originaria correlazione androginica. L'esoterista moderno deve poter riconoscere nei promotori di tali ingenui orientamenti, qualcosa come una volont di contagio del fallimento dell'impresa interiore condotta con il loro metodo. E' impressionante vedere come uomini, la cui vita la testimonianza del fallimento dell'esperienza di cui consigliano il metodo, siano portati dallo stesso impulso del fallimento a erigersi a maestri, quasi a conseguire una rivalsa sul piano dottrinario. I seguaci che tali pseudo-guide eccitano, si sentono incoraggiati nell'assunzione gnostica dell'esperienza dalla loro mancanza di responsabilit rispetto alla basali forze di Autocoscienza cui fa fondamentalmente appello l'esperienza in questo tempo. ..."

Luciana Virio, per cos dire, "accus il colpo" e, nel suo diario, pubblicato con il titolo "Esperienze di un'anima scissa dal suo complemento", in data 12 Marzo 1971 cos scrisse: "Ieri sera dopo aver molto pregato e invocato la luce cado nel sonno e sogno. Uno strano sogno: ho sognato te, triste, magro, giovane, vestito di bleu, mi pareva l'abito del matrimonio, avevi in mano il libro di Erim. Vicino a te, seduto M. nella figura giovanile. Tu gli mostravi il libro e rivolto a lui dicevi: Tu sapevi, conoscevi la dottrina, l'hai seguita per anni, l'hai creduta buona, vera e tradizionale. Lo , l'unica vera, basata sul Cristo e la reintegrazione dell' Androgine. Tu sapevi tutto questo eppure l'hai denigrata, vilipesa e deformata. Perch lo hai fatto? E' grave ci che hai fatto. Ti sar chiesto conto del tuo operato, perch lo hai fatto volontariamente e coscientemente. Osserva come hai errato nel tuo giudizio . E qui gli mostrava un foglio: io da lontano assistevo a questo colloquio, ho notato che il foglio era scritto da me con una grafia larga che usavo una volta, e oltre lo scritto - compendio - v'era un disegno (foglio e disegno nella realt non esistono). M. osserva attentamente il foglio ed il disegno, convinto delle parole di Virio, ma dopo un poco sorride con superiorit. Virio sempre in piedi, triste e serio nello stesso tempo. Io da lontano soffro e penso: vedi, venuto a difendere il libro di Erim, non i suoi, i suoi no, Erim s. Virio, come sentisse il mio pensiero, mi guarda e risponde: Questa la Tradizione. E' Dottrina sacra, E' Arcana Sapienza. E' il mio compimento. Sono disceso a posta per difenderla, e lui lo sa dice rivolgendosi a M. E prosegue: I miei, libri, sono serviti a te, alla tua purificazione, al tuo compimento, hanno valore solo per te e il tuo amore per me ... Nel dire queste parole solleva il braccio sinistro ed io mi accorgo che come allora ferito (in riferimento ad altro sogno di passata incarnazione) e subito, nel sogno stesso, mi sovviene il ricordo. Soffro ancora di pi, e un desiderio di avvicinarmi a lui per curarlo come allora, mi prende. Lui sente questo, M. sparisce dalla scena, ed io mi avvicino. Virio sorride ma sempre triste, sente il mio soffrire ed il mio stato di amore, si fa da me abbracciare... gli comunico il mio amore, sento che gli comunico questo amore... e mi sveglio." Ea: Verso la fine della sua esposizione de "Il Conseguimento Celestiale", Erim cos riassume l'operatio lunae: "Abbiamo quindi: il regime di fuoco sulla terra, il regime superiore di acqua pura in aria, ed infine il regime di proiezione del vapore celeste o nettare, la cui chiave trovasi nella Veneris Magna Coelestis". A parte il brutto latino, imputabile forse a qualche copista, Erim fa riferimento ad una sua operetta giovanile (scritta appena diciottenne) pubblicata anonima, nel 1897, a Parigi, presso l'editore Chamuel, con il titolo di "Venvs Magique". L'opera stata da qualcuno attribuita erroneamente a Sedir. Questi, di otto anni pi grande di Erim, ne fu solo il traduttore-curatore. Questa operetta, che come mostra il passo de "Il Conseguimento Celestiale, Erim riteneva valida anche durante gli anni della maturit (mor qualche mese prima di compiere 59 anni) importante per almeno due motivi: 1) Testimonia del primo contatto di Erim con l'occultismo francese, contatto che (soprattutto quello con Papus) si mantenne nel tempo. 2) Testimonia dell'esistenza, sin dall'epoca giovanile, di quella duplice personalit di Erim, che traspare dalle parole di Massimo Scaligero nell'opera "Yoga, Meditazione, Magia" e ancor meglio da qualche lettera di Scaligero stesso. Infatti, nella Venere Magica si alternano parti interessanti, nelle quali Erim adopera uno stile che ricorda Fabre D'Olivet e Stanislao De Guaita, e parti che sono un curioso miscuglio di sensualit e moralismo. Questa duplice personalit, come vedremo, fu concausa (oltre all'inadeguatezza del suo metodo per l'uomo moderno) del fallimento dell'opus magicum di Erim, testimoniato da Scaligero. La differenza tra le due personalit tale, da aver fatto pensare, a qualcuno dei traduttori italiani della Venere Magica, che quest'opera sia stata scritta da pi autori. In relazione al rapporto tra Erim e Kremmerz, cos scrisse Paolo Virio in una lettera a Ren Guenon, datata 22 Dicembre 1950 : "Mi basta precisare che Erim non conobbe in persona fisica il Kremmerz, ma ne intese solo parlare. Da serio iniziato, volle informarsi su di lui e sulle sue numerose attivit, anche per via esoterica. Cerc unicamente di tenersene alla larga e di mettere in guardia o di aiutare certi incauti. Una volta poi scrisse col pseudonimo di Vincenzo de Cubertis al Papus, al Piobb e ad altri "occultisti" di cui aveva inteso il nome, esponendo loro alcune malefatte e basse operazioni magiche del Kremmerz , invitandoli a diffidare." La lettera di cui parlava Virio (scritta a macchina) si trova presso l'archivio Papus della Biblioteca di Lione, catalogata col numero 5486(11). Eccone il testo: "Napoli 13 Settembre 1910 Al Signor Dottor Grard Encousse (sic) - Paris Maestro Papus, E' con la commozione di tutto il mio spirito che vi indirizzo queste righe. Voi siete quel maestro beneamato che ha conferito al mio spirito la luce e la giusta diffidenza per quegli scritti, quando caddi nell'abisso terribile di una cattiva associazione. Compresi allora la terribile via in cui mi si spingeva mentre al presente, dopo tre anni di un terribile combattimento con gli elementi del male, il mio manoscritto vi giunge sotto gli occhi quale ringraziamento, e come riscontro della vostra opera di bene. Leggete, maestro benefattore, il riassunto di tre anni di lotta continua, stando tutto solo contro la malefica e malvagia setta di "MIRIAM". Il vostro spirito sar commosso e mi risponderete conferendo la pace al mio povero spirito tormentato.

Vi domando: io non devo pubblicare questo manoscritto perch non ho saputo celare abbastanza misteri terribili per i profani? Se lo faccio in buona fede Voi mi darete l'avvallo della vostra parola protettrice o almeno una lettera prefatoria? Aspetto una risposta che metta sulla retta via i poveri discepoli in buona fede, che una volont perversa distoglie dal giusto cammino. Mi aspetto dalla bella Francia e da Voi la luce e quella libert che i vostri antenati ci hanno dato tramite i sacrifici del "Terrore". Spero nell'aiuto di quegli uomini di bene che si propongono di combattere il male in tutte le forme in cui esso si presenta. Vi saluto con tutta l'anima Dr. Lorenzo De Guberti (sic) Presso il Sign. PUZZIELLO via Flavio Gioia, 23 NAPOLI" Come si pu notare Virio ricordava male lo pseudonimo di Erim, che non era Vincenzo de Cubertis, bens Lorenzo De Guberti o pi probabilmente Erim stesso si era sbagliato nel riferirglielo. Si direbbe infatti che Erim (brutto segno per uno che si qualifica come iniziato) non avesse molta memoria: scrive male il cognome di Papus (Encousse anzich Encausse). E' difficile pensare ad un errore di stampa, visto che nel rileggere una lettera (oltretutto cos corta) facile correggere la "o", che pu essere trasformata in "a" con la semplice aggiunta di una gambetta. Dunque Erim ricordava male il cognome di colui che, almeno a parole, sembrava considerare uno dei suoi maestri. Taluni studiosi, venuti a conoscenza di tale lettera, hanno pensato che "quegli scritti" di cui parla Erim potrebbero essere i libri del famigerato Corpus. Ma essi hanno lavorato probabilmente di fantasia, infatti Erim dice chiaramente di essere da tre anni iscritto alla Miriam. Ora, come tutti sanno, gli iscritti alla Miriam avevano a loro disposizione i Fascicoli di Miriam e non il Corpus; e gli stessi Fascicoli erano somministrati gradualmente. Dunque a Papus Erim aveva inviato probabilmente i Fascicoli iniziali A, B, C e ora, altrettanto probabilmente, gli inviava il Fascicolo D, al quale finalmente aveva avuto diritto di accesso, assieme al suo "diario magico" dei tre anni trascorsi. Tuttavia, V. Fincati, nella sua versione del Corpus, riporta anche stralci di un'altra lettera di Erim, sempre proveniente dal Fondo Papus della Biblioteca di Lione: "In un giornale seppi qui a Venezia dello scioglimento da accusa di spionaggio del Maggiore del genio navale Alfredo Carreras. Ignoravo il nome del maggiore incriminato e ne ebbi un colpo: il Carreras, ex teosofo, era divenuto discepolo di Ciro Formisano in compagnia dell'ex capitano commissario Virginio Bernard sotto presentazione dell' ex colonnello medico di marina Prof Pace di La Spezia che aveva un ottimo gabinetto di oculistica. L'analisi di molteplici giornali locali e di cose che mi sono state dette..... ai miei occhi di ermetista sono risultati fatti di eccezionale gravit che mi affretto a comunicarti perch tu possa prenderne visione. La povera vittima, l'Ing. Carreras, veniva richiamato in ufficio mentre i figli assonnati chiamavano invano la mamma lontana...... di buon mattino recatasi a Camogli presso..... il Maestro Formisano..... tu assisti allo sfacelo di una personalit dalla mente vigorosa e dalla coscienza adamantina quali conobbi il Carreras, or sono dieci anni..... egli aveva il culto di Dio e della famiglia, egli adorava la sua sposa versatissima in teosofia e costei i bimbi e il marito; il rospo schifoso riuscito a emettere la sua bava le cui tracce sono forse state riscontrate dagli agenti che hanno fatto la perquisizione. Io credo innocente il Carreras e perci mi ribello a questo misfatto nuovo; Ciro Formisano si serve dei discepoli come vittime espiatorie dei suoi falli. E seppure il Carreras, come appare dalla lettera sibillina del capitano Ravenna che ti accludo sia incorso in leggerezza, io ritengo responsabile Ciro Formisano: costui capace di tutto per cupidigia di denaro e fatalit vuole che si prestino ai suoi raggiri valorosissimi uomini in una incoscienza pericolosa. Giacch non mi verrai a sostenere la tesi che un astrattissimo e lucido matematico quale era il Carreras e un illustre chimico come il Pace, siano degli imbecilli asserviti, come mostrasti di credere a Napoli. Persone elevatissime per ingegno, valore, posizione sociale e illibatezza di costume si sono risveglaiti in un baratro profondo attratti dal vortice di questo schifoso rettile che risponde al nome di Ciro Formisano e tu carissimo.... l'angelo Marzorati quel valorosissimo elemento sensibile dell'ammirato Vostro per una corrente di bene mi sarete grati delle brusche mie parole di un tempo quando ho sospettato..... misconosciuto, cercavo di scolpire a vivo un farabutto pericoloso giacch se io gridavo a voi "state in guardia" era per cosa vera e palpabile, magicamente pensata e operata. Ogni fatto concreto la realizzazione di un pensiero..... con questo assioma magico, se scorri il COMUNE nel numero tredici del 23 Marzo trovi che l'ispiratore del cronista Virginio Bernard (lo stile l'uomo) affibbia a Buddha e Sar Peladan e ai teosofi le spese del discredito mentre tenta poi di far la reclame alla setta di M+ e cos aveva pensato contro di voi il maestro Ciro Formisano detto G. Kremmerz e, amico carissimo, converrete con me che a scaldarsi nel seno anche se per solo spirito di carit una serpe della sua fatta vi da correre seri pericoli. Contro coloro che cercano di sfruttare le leggi della natura per frode.... avrei voluto agire a viso aperto ma me lo vietano le vittime..... sempre vittime innocenti per colpa di un innominabile, si chiamino Josephine Dorrot, Anna Rodriguez, Andreina Celi Duca, gemente acutamente tuttora viva nella bara-lavello......! Ti affermai a Napoli che avrei tenuto testa al K Da solo e gli f mangiar la polvere al dragon nero con la sola volont; giacch i documenti che posseggo esibiti al magistrato gli schiuderebbero le giuste porte della prigione. Ma vi in me un rammarico profondo per le vittime, vittime nello scandalo presente e negli scamdali maggiori futuri, giacch per tutta Italia si desto per qualche settimana uno sguardo diffidente verso i buoni teosofi..... La compassione male vela uno schiacciante quanto ingiusto disprezzo per questa buona famiglia quale fu quella del Carreras. La loro posizione elevata oramai compromessa. Voi chiedete la redenzione dei discepoli della setta di M+ meritevoli di miglior stato poich non sono persone

comuni. Questo quello che umano e che buono ed ci che ti chiedevo nell'opuscolo terribile che ti lessi a Portici. E questo io domander ai maestri di Francia nel render noto l'abuso dello pseudonimo di Sar Peladan. Perci li prego di far leggere lettera e giornali ai tuoi cari amici con la mia chiara firma (grazie al cielo non ho da nasconderni) e poi rimandameli. Ti saluto carissimo fratello il lettore del libro di Thot UMBERTO ALBERTI ... Sono scuole occultistiche da evitarsi: quelle costituite dai banditi intellettuali, i pi pericolosi che adoperano la magia di patto con i maggiori cacodemoni adoperandosi more biforcuto, con l'aborto e la connessa morte della madre, si propongono dare l'androgenato temporaneo ai 4 elementi maggiori diabolati per le realizzazioni iperfisiche di profitto mantenedo in vita il fantasma a spese della credula e ingenua massa degli affiliati cui ammaniscono i nomi pi puri e attraenti quali Circolo del Grande Oriente di M+, della dea Iside, di Siva, della dea Diana e simili. N rifuggono dalla promiscuit bestiale fecondando artificialmente more biforcuto un uovo da schiudersi con la malvagia e infame pratica in interiora mulieris detta dell'homunculus." Questa lettera sicuramente susseguente a quella prima analizzata. Da essa si deduce che vi stato un incontro di persona tra Erim e Papus a Napoli ed Erim, ormai sicuro dell'amicizia di Papus, si firma tranquillamente con il proprio nome e cognome. A Portici ha fatto leggere a Papus un nuovo documento; ma ancora una volta non si tratta dell'ingombrante Corpus, dal momento che Erim stesso lo definisce un opuscolo. Con ogni probabilit, egli era venuto in possesso del volumetto "Iniziazione alla Scienza dei Magi", scritto, nell'Agosto 1906, da quel V. Bernard, su cui Erim si sofferma nella lettera stessa. L'opera fu approvata da Kremmerz nel Giugno dell'anno successivo. Da allora circol in forma riservata all'interno della Miriam, raccomandata come testo di approfondimento delle dottrine di Kremmerz. La lettera contiene, come si vede, un poscritto, la prima parte del quale quasi identica ad un brano (gi citato da altri) de "Il Conseguimento Celestiale". La seconda invece mostra tutta l'ignoranza di Erim in campo scientifico. Non esiste infatti alcun uovo che possa schiudersi dopo essere stato fecondato da sperma umano, neppure se messo ad incubare nelle "interiora mulieris". Poich, come ben si sa, vi incompatibilit genetica tra il seme umano e l'ovulo animale. E non si cerchi, per favore, di scusare Erim dicendo che stava esprimendosi ...simbolicamente. Dove aveva udito una simile sciocchezza? Occorre chiedersi che cosa intendesse Virio quando, nella lettera a Guenon, dice che Erim indag "anche per via esoterica". Si potrebbe pensare che intendesse semplicemente che Erim si iscrisse alla Miriam per provare su di s i relativi insegnamenti. Ma Erim, come abbiamo visto, dice nella seconda lettera: "L'analisi di molteplici giornali locali e di cose che mi sono state dette..... ai miei occhi di ermetista sono risultati fatti di eccezionale gravit". Come usava dunque i suoi occhi di ermetista? In una lettera di Massimo Scaligero, nella quale si parla di Erim, viene detto: "L'Alberti, esoterista cristiano, cabbalista, martinista, coltivava le scienze esoteriche insieme con la moglie Ersilia: una coppia simpatica, ma stranamente collegata con l'Occultismo, perch al livello pratico finiva sempre sul piano delle sedute spiritiche. Peraltro egli, cultore della spagiria "a due vasi", ossia della via dell'eros verso il soprasensibile, a causa del fallimento di talune pratiche operative, era afflitto da una sorta di ossessione erotica, per cui tra l'altro la moglie doveva scegliere delle cameriere orbe, sciancate e senza denti, perch egli non subisse eccitazioni nell'ambito familiare: del resto di questa sua ossessione l'Alberti non faceva un mistero e la spiegava non senza un senso di umorismo, da noi condiviso, soprattutto riguardo alle "veneri" domestiche." Questa lettera di Scaligero conferma tutta la "doppiezza" di Erim, che, mentre ne "Il Conseguimento Celestiale" condannava lo spiritismo, in realt lo praticava. Le sedute spiritiche erano dunque quegli "occhi di ermetista" con i quali pretendeva di scoprire le cose pi nefande, in relazione ad un uomo che, come dice Virio, egli non aveva mai conosciuto di persona. Se si fossero conosciuti, Kremmerz gli avrebbe certamente parlato delle "simili nature" che si attaccano sistematicamente a chi, come Erim, affetto da una ossessione, facendo prendere all'incauto veggente "fischi per fiaschi".

II DIALOGO
Sadescan: Nel saggio "I Manoscritti di G. Kremmerz", apparso nel n 7 della rivista Ier Porneusis, V. Fincati scrive: "... la mancata disponibilit dei restanti libri del Corpus ci impediva di sviluppare, in vista di un'eventuale comprensione speculativa e dell'operativit, la dottrina ermetico-kremmerziana. Mentre eravamo nell'impasse rinvenimmo sul catalogo di una libreria di Genova un curioso libricino anonimo di 18 pagine sulla magia sessuale, che nel catalogo successivo assunse forma leggermente diversa e pi vasta riportando anche il nome dell'autore, sedicente Gran Maestro di un Gruppo Lilith. La sua lettura ci colp perch si distaccava nettamente dai soliti libercoli sull'argomento di stampo anglo-sassone: vi risaltava nettamente un'impronta kremmerziana, ma di tal fatta che ci indusse subito a ritenere che quell'autore doveva aver avuto accesso, in qualche modo, ai tanto anelati libri del Corpus che rimanevano!...Andai a casa sua...Il discorso cadde ad un certo punto sui manoscritti kremmerziani e, con mia grandissima sorpresa, perch proprio non me l'aspettavo, tir fuori da una scansia i famosi manoscritti inediti assieme a qualche altro documento. Alla domanda su come li avesse ricevuti mi disse che provenivano dalla

casa di un certo "del G.", capo del fantomatico Ordine del Mantos che abitava nell'isolato accanto. Questi sarebbero stati sottratti da una persona con l'astuzia e quindi consegnati a lui." Il Gran Maestro del Gruppo Lilith, che aveva pubblicato a Firenze nel 1991 i due volumetti intitolati "I segreti della Magia Sexualis", era Marco Massai e "del G." era un personaggio piuttosto noto negli ambienti kremmerziani, cio Alfonso (Alfio) del Guercio. Dattilo Ideo: Prendo atto di questa identificazione fatta da Sadescan. Se poi si tratti veramente di costui cosa che mi farebbe piacere sapere.... Sadescan: Prima di occuparsi (vedremo come) di Kremmerz, l'ingegner Del Guercio era noto soprattutto per la sua relazione culturale con Berto Ricci, testimoniata dalla collaborazione all'Universale, la rivista creata e diretta da Ricci, nel quinquennio 1931-35. Ci occuperemo, prima di tutto, del "Manifesto Realista", pubblicato su "L'Universale" del 10 Gennaio 1933, firmato da Ricci e sottoscritto da un gruppo di aderenti, tra i quali Del Guercio, nel quale si denuncia la decadenza della civilt occidentale. In particolare, in relazione ai problemi dei quali ci occuperemo in seguito, si afferma che: "il problema religioso non si risolver con filosofie e meno che mai con idoli idealistici, ma solo sul terreno religioso e cio o per un rinnovamento profondo delle religioni esistenti o per l'avvento di nuove energie spirituali sulla terra quando quelle religioni avessero ultimata l'opera loro". Ma ecco il testo completo del Manifesto Realista: "Alcuni Italiani, sazi di sentir parole, e desiderosi d'un ritorno italiano alle idee, ritengono utile esporre il loro pensiero su cose di qualche interesse presente e futuro. Questo manifesto non perci che una franca espressione d'opinioni fortemente sentite, delle quali alcune coincidono con princpi ormai stabiliti in Italia e in via d'affermarsi anche fuori, altre sono controverse: n le prime si danno qui come novit, n le seconde come suggerimenti a nessuno. Pi cercatori di verit che recitatori di catechismi, e accomunati da questa ricerca e dal dispregio della facile sapienza che si sbriga de' massimi problemi con frasi usate, i firmatari trovandosi d'accordo su alcuni punti essenziali ne danno notizia a chi come loro si pone oggi domande rigorose e si sforza di trovarvi risposta. E in primo luogo affermano che secondo ogni apparenza l'odierna crisi spirituale e pratica di molti popoli crisi di civilt, e sta ad indicare la decadenza della civilt occidentale nei suoi aspetti di nazionalismo e di capitalismo, nonch in quello pi antico e solenne di cristianesimo. prova della decadenza del nazionalismo il suo stesso acuirsi morboso al servizio di nascosti interessi negli Stati pi forti e di pi remota formazione, e l'esasperarsi degli egoismi nazionali sul piano diplomatico e militare in contrasto col crescente universalismo dell'intelligenza e dei costumi; il suo ricorrere a trappole pacifiste per garantire ai profittatori di Versailles il predominio. Dimostrano la decadenza del capitalismo la crisi generale delle industrie e dei mercati, la guerra doganale e lo sciovinismo economico, la disoccupazione come stato permanente di folle, il tracollo delle grandi e piccole aziende divenuto normalit, il deprezzamento della stessa propriet agricola e il definitivo struggersi di patrimoni di vecchia data, l'impotenza dei cosiddetti cartelli e forse la loro medesima costituzione, la frequente impossibilit di smercio delle materie e delle manifatture, la difficolt e spesso l'impossibilit di giovarsi degli sbocchi esistenti, la svalutazione della mano d'opera determinata dal progresso meccanico in una societ inetta e restia a farne l'uso migliore, l'ingigantirsi numerico della burocrazia a tutto scapito del lavoro, l'agglomeramento sterile e malsano nelle grandi citt, lo squilibrio tra una produzione progredita a dismisura e una distribuzione sociale e internazionale rimasta indietro di secoli, l'intervento inevitabile degli Stati nell'economia privata. Dimostrano la decadenza del cristianesimo: l'attenuarsi del sentimento del peccato negli uomini, la presa sempre minore che hanno i princpi cristiani sulla vita degl'individui sia credenti che no, l'affievolimento del concetto di trascendenza nello spirito umano quando non si riduca a spicciola superstizione e bigotteria, il clero sempre pi abbassato a mestiere, l'imborghesirsi di quello secolare e la sua stessa correttezza esteriore che ne fa una classe di stipendiati incapace ugualmente di grandi virt, il distacco d'una societ nominalmente cristiana dagli apostoli delle missioni e dai martiri delle persecuzioni, il degenerare della maschia bont evangelica in una gelida irreprensibilit al di qua del bene e del male, il trionfo della moda pubblica e impura di beneficenza sul precetto individuale e austero di carit mentre gi si afferma come valore sociale superiore a entrambi quello di solidariet; la promessa e non raggiunta conciliazione tra dogma cattolico e scienza e pensiero moderno; la disperata siccit e la depravazione intellettuale delle chiese protestanti; infine il palese prevalere quasi dappertutto del potere pratico e spirituale dello Stato sul potere pratico e spirituale della Chiesa di Roma, e delle altre che meno legittimamente si nominano da quella religione: tanto da rendere oggi pazzesca l'ipotesi, ieri ancora verosimile e varie volte avverata, di moltitudini cristiane accorrenti in difesa del papa o della fede colpita come in Russia e nel Messico. Concludiamo perci che i sintomi di declino della civilt occidentale investono il nazionalismo, il capitalismo e il cristianesimo; che questo triplice decadimento sensibile nella crisi presente, la quale non si risolver nel sistema ma oltre il sistema, cio oltre il nazionalismo, oltre il capitalismo, oltre le degenerazioni storiche del cristianesimo. Rileviamo a tal proposito quanto sia transitorio, e da riferirsi pi che altro al secolo passato, il concetto stesso di mondo occidentale come ambiente chiuso e vivente a s; e come sia da reputarsi probabile che alla civilt futura collaboreranno genti d'ogni razza e d'ogni Paese. I sottoscritti escludono per che la societ e la civilt avvenire abbiano a fondarsi sul comunismo russo o sul gandhismo indiano, essendo il primo nient'altro che il contraccolpo locale e temporaneo della rapida rovina d'un feudalismo mitigato, e il secondo un impulso tradizionale non adattabile ad altro clima. Pure apprezzando l'immenso valore dei due fenomeni e la parte indubbia che avranno nella prossima storia del mondo, come pure il necessario e gi visibile apporto che a questa daranno altre razze, essi sono convinti che tutte queste energie variamente modificate e incanalate dagli eventi e dalle necessit dovranno far capo all'Italia e alla rivoluzione fascista, rivoluzione imperiale, centro d'una imminente civilt non pi caratteristica d'un continente o d'una famiglia di popoli, ma universale.

Credono quindi che sia grave errore definire il Fascismo come salvatore della civilt d'Occidente, anzich venuto a darle morte serbando di lei unicamente il cardine eterno, e cio il rispetto e la funzione della personalit umana: principio mediterraneo, anteriore al cristianesimo, e dal cristianesimo accolto come sopravvivenza imperitura di paganit fino ad esser ripreso dal Rinascimento italiano. Vedono nell'universalismo un moto fatale della storia contemporanea, accresciuto senza pi possibile freno dal moltiplicarsi degli scambi e dal progresso delle scienze; e sono persuasi che l'unione dei popoli sar attuata dall'Impero fascista con le armi della pace e della guerra, nonch col concorso di tutti i lieviti rivoluzionari oggi in azione nel mondo. Vedono cio nel Fascismo, di l da ogni contingenza provvisoria, un moto cosmopolita come sono le cose d'Italia, assimilatore e unificatore di popoli. Ripudiamo dunque come arretrato ed equivoco il linguaggio di chi vocifera di romanit secondo una ristretta visuale nazionalista d'origine non certo italiana, del tutto contraria alla missione di Roma, che non quella di contrapporsi ai barbari ma di farli cittadini. E osservano con particolare soddisfazione come sia fallito senza rimedio il proposito d'inserire la Rivoluzione fascista nel quadro d'un ridicolo legittimismo europeo rimasto a sognare Sante Alleanze per uso di pochi maniaci del principio dinastico mondiale e nostalgici d'un ordine feudale ucciso dai Comuni italiani e dal Rinascimento italiano. Affermano che il nome d'Italiano implica oggi, e sempre pi richieder in un prossimo futuro, non la sola qualit di abitante d'un territorio e di suddito d'uno Stato, ma quella di milite d'una rivoluzione in atto e di costruttore dell'Impero. Queste due realt-idealit madri della storia moderna, Rivoluzione e Impero, appaiono inseparabilmente legate dalla relazione di causa ed effetto, ed vuoto artificio il dividerle. Sbaglia chi nel giudicare le rivoluzioni si ferma ai loro presupposti astratti o alla cronaca loro, e sbaglia chi scambiando il modo con l'essenza vede nell'impero un fatto soltanto militare. Gli imperi pi o meno vastamente raggiunti e pi o meno stabilmente mantenuti dai popoli moderni sui territori e sugli spiriti nascono dalle rivoluzioni e ne propagano le idee; decadono e lentamente si dissolvono quando le idealit che li ingenerano hanno esaurito il loro compito nel mondo. E le moderne rivoluzioni, dalla luterana all'inglese d'un secolo dopo, dall'americana alla giacobina, alla bolscevica, e alla kemalista, esprimono innanzi tutto (qualunque ne sia la base teorica) la vitalit del paese d'origine, la volont e capacit di dominio del loro popolo. I sottoscritti considerano l'Impero nella piena estensione metafisica e geografica del termine, con tutto quel ch'esso inchiude di necessaria violenza, ma soprattutto come atto d'amore sul mondo: non fondarono imperi Attila e Tamerlano. Credono, con Dante, ch'esso spetti all'Italia e a Roma; e credono che gl'imperi d'altri non siano che abbozzi e ombre di lui. Considerano come secondaria la forma di governo di esso, purch assicuri la partecipazione intera dell'individuo allo Stato, lo sviluppo di aristocrazie non necessariamente ereditarie n elettive ma naturalmente sorte dall'ingegno e dal lavoro, e la possibilit della dittatura. Vedono nella rivoluzione italiana intrapresa nel moto per la libert e l'unit nazionale, e ora portata al pi alto grado e facentesi popolo e spinta sul campo d'Europa dal Fascismo, la premessa necessaria dell'Impero umano che realizzer la Monarchia di Dante e il Concilio di Mazzini. Per questo motivo sopra ogni altro, attestano a Mussolini, Capo della Rivoluzione fascista, e Capo d'Italia, la loro calda e sicura devozione. Prendendo a esaminare gli elementi che si possono opporre fin d'ora alla civilt attuale, e sui quali presumibilmente si fonder la futura, riscontrano anzitutto come il determinismo economico e il materialismo storico siano dottrine smentite da molti fatti, e vere soltanto per una limitata classe di fenomeni all'infuori dei quali agiscono forze spirituali d'intensit uguale e talvolta maggiore, bench di pi difficile percezione: forze il cui alterno moto aggrega o disgrega i ceti sociali, accresce o debilita le nazioni. Negano che sia da vedersi oggi alcuna vitalit nelle ideologie liberali, nel patriottismo convenzionale, nelle mascherate massoniche, nella democrazia rappresentativa e nelle furbe utopie ginevrine, parvenze morte e morti istituti che innestati sul cristianesimo della Riforma e della Controriforma costituiscono appunto la contraddittoria e crollante intravatura della societ contemporanea; e rifiutano di conseguenza a questi elementi ogni funzione storica nel futuro prossimo o remoto. E dichiarano quanto segue. Per il problema religioso: che la fede religiosa un fatto individuale, e che la libert di coscienza potenzialmente acquisita dai popoli con la rivoluzione francese e proclamata molto prima in terra italiana proporzionata alle possibilit degli individui, ma non si pu n si deve sopprimere con ritorni di barbarie; che, per quanto riguarda l'Italia, la libera universalit del Fascismo esclude anche in via d'ipotesi ritorni tali; che la tradizione nostra civile non rientra nella cattolica e pu e ha potuto svolgersi indipendentemente da quella; che l'intrecciarsi del paganesimo mediterraneo al cristianesimo cattolico stato condizione certa e costante della storia italiana, col risultato di contemperare i due elementi fino a che una pi alta forma non li riassuma; che il problema religioso non si risolver con filosofie e meno che mai con idoli idealistici, ma solo sul terreno religioso e cio o per un rinnovamento profondo delle religioni esistenti o per l'avvento di nuove energie spirituali sulla terra quando quelle religioni avessero ultimata l'opera loro; che a tale rinnovamento o a tali energie d'altra provenienza spetter di metter fine al dissidio concettuale e morale tra civilt moderna e fede; che infine il rampollare dal tronco mediterraneo di un'etica fascista al disopra delle preoccupazioni confessionali degli individui l'annuncio del tempo nuovo. Per il problema politico: che gli istituti politici sono transitori ed hanno valore solo in quanto tendono all'Impero; e che merito grandissimo del Fascismo affermare e sostenere il concetto d'una politicit dell'uomo impressa e riconoscibile in ogni attivit umana. Che questa politicit o essere politico non consiste nella briga dei partiti, delle categorie e delle clientele, bens nella partecipazione dell'individuo allo Stato secondo le proprie capacit, secondo ed entro il proprio ufficio, e nel sorgere spontaneo e continuo delle aristocrazie naturali; ch'essa supera di molto le rispettabili ma non pi sufficienti virt del patriottismo sentimentale, dell'ossequio alle leggi e di una medievale sudditanza detta modernamente civismo; che se l'italianit pot per secoli essere pi che altro natura (Cellini) e per successivi decenni pi che altro convinzione eroica (martiri di Belfiore), occorre oggi trasmettere a tutto il popolo la fusione di questi due aspetti di lei, uno istintivo l'altro riflessivo, gi attuata con continuit nei grandissimi da Dante Alighieri a Giuseppe Garibaldi, e in ore supreme negli umilissimi dai combattenti dell'Assedio a quelli del Carso e di

Fiume: s che nel corso di poche generazioni essa italianit principii ad agire simultaneamente come fatalit e come volont, come energia innata e come confessata fede. Chiedono che si sviluppi e si estenda in Italia un imperialismo popolare non incorporato in associazioni, ma emanante dal Fascismo quale sua conseguenza immediata, e dal Fascismo trasfuso a tutta la patria come coscienza di una missione universale. Detto imperialismo non pu significare rinunzia al compimento dell'unit geografica e oblio delle terre italiane rimaste in mano serba, inglese o francese, ma solo condanna di chi non veda oltre quelle, e cerchi di polarizzare su quelle l'attenzione e la passione dei giovani. Per il problema economico e sociale, i sottoscritti riconoscono come portata dai tempi e sintomo certo di profonda trasformazione la necessit d'una limitazione qualitativa e quantitativa del diritto di propriet, e d'una subordinazione ferrea ed equa degli interessi privati all'interesse dello Stato. Credono che ci non voglia dire avviarsi a un marxismo incompatibile con la natura umana e soprattutto con la natura italiana, ma solo trasferire nell'ordine economico il concetto di politicit dell'individuo come esposto sopra; e che il tramonto inarrestabile del sistema liberale esiga da una parte l'eticit dell'economia, dall'altra la graduale partecipazione dei lavoratori alle aziende e la fine d'ogni proletariato. Ritengono che la societ futura avr a fondarsi sul dovere del lavoro e sul diritto del produttore alla propriet nei limiti utili allo Stato; e che il diritto di propriet e quello di eredit siano buoni in quanto servano allo Stato, nocivi in quanto non concordino coi suoi fini; che l'iniziativa individuale sia da favorirsi oppure da limitarsi e reprimersi secondo lo stesso criterio. Additano al disprezzo degli Italiani e all'attenzione dei legislatori della Rivoluzione quella classe di ricchi oziosi che sta assente dalla lotta economica, e che potendo dar vita alle aziende, lavoro ai lavoratori, ricchezza alla nazione, preferisce godersi le rendite o sfruttare con metodi primitivi i possessi lasciando al Governo tutto il peso delle bonifiche e dei lavori pubblici, e dimostrandosi indegna dei beni cos malamente amministrati. E ravvisano nel corporativismo fascista il principio del nuovo ordine, suscettibile d'imprevisti sviluppi e d'impensabili risultati; giudicano che sia errore deplorevole quanto comune il prendere per punti d'arrivo di esso corporativismo quelli che ne sono invece i primi passi necessari, quali l'iscrizione generale ai sindacati, le otto ore lavorative, l'assicurazione obbligatoria, la magistratura del lavoro. Infine, tengono per fatto importante e forse capitale lo scadimento del dualismo vecchio tra campagne e citt sia nell'ordine economico sia in quello sociale e morale, e il convergere della civilt, umanit ed economia rustica e della civilt, umanit ed economia cittadina verso un unico tipo." _____________ Gennaio 1933 Firmato da: Berto Ricci Sottoscritto da: Giorgio Bertolini, Romano Bilenchi, Diano Brocchi, Gioacchino Contri, Alfio Del Guercio, Alberto Luchini, Roberto Pavese, Icilio Petrone, Ottone Rosai, Edgardo Sulis, Mario Tinti. Turba Philosophorum: Per quanto riguarda il pittore Ottone Rosai (Firenze 1895 - Ivrea 1957), nellopuscolo "Il Rosai", Firenze, 1930, il testo iniziale, anonimo, ma scritto da Berto Ricci (Firenze 1905 - fronte libico 1941), dice: Rosai, bestemmiatore, negatore micidiale delle virt borghesi, immensamente pi vicino a Dio degli onesti atei e cattolici che a tutte le cantonate danno esempio di specchiatezza familiare e civile, ma tuffati nellonda fangosa moderna son cenci sudici davanti allessenza della vita [...] libero dal giogo delle finzioni pu scrivere quello che non scriverebbe un altro ridotto schiavo, anche con pi ingegno. Sia ben chiaro che nellarte, come davanti a Cristo, lingegno strumento e soltanto strumento: nulla perci in s, e moltissimo quando mosso da pi alto. Poeta dunque pi di tutti i poeti oggi vivi, eguagliato soltanto da Palazzeschi e dal pazzo bellissimo Campana, Rosai quello che d a noi e a tutti pi umanit. Sadescan: Nell'articolo intitolato "Sulla vitalit del Cattolicesimo", pubblicato su "L'Universale" del 25 Marzo 1933, rispondendo ad un precedente "Commento al Manifesto" di Roberto Pavese, Del Guercio scriveva: "Pur avendo tutto il riguardo e la mia personale simpatia per Roberto Pavese e riconosciuta tutta la forza e serenit delle sue osservazioni, rimango fermo nel pensiero che il cristianesimo, cattolico o no, abbia nelle sue forme attuali compiuto e concluso il suo ciclo di attivit terrena e che se vuole addirittura conservare il dominio spirituale a cui naturalmente chiamato, si trovi di fronte al dilemma posto nel Manifesto: o profondamente rinnovarsi o deporre il "seme dell'eternit" in un nuovo terreno". Per Del Guercio dunque il Cristianesimo era naturalmente chiamato al dominio spirituale: doveva solo profondamente rinnovarsi. Nello stesso articolo Del Guercio aggiungeva: " I riti di un culto che si affermato sono o dovrebbero essere di carattere magico nel senso pi alto e assoluto della parola" ed anche: "Che effettivamente il ripotenziamento del rituale di un culto implichi un profondo rinnovamento emanante direttamente dalla potenza divina, mi sembra che venga posto in evidenza dall'esempio dell'Imperatore Giuliano, il quale non riusc nuovamente a "galvanizzare" i riti del culto pagano, pur non mancandogli n la fede, n l'ingegno, n i mezzi. Gli mancava la Divinit". Del Guercio era perci su posizioni nettamente contrarie all'Imperialismo Pagano di Arturo Reghini e anche a quello di Julius Evola, ritenendo che il paganesimo fosse terminato per sempre all'epoca dell'imperatore Giuliano. Del Guercio si interess invece ad un altro libro di Evola e cio "Maschera e Volto dello Spiritualismo Contemporaneo", uscito in prima edizione nel 1932 e particolarmente al capitolo "I ritorni al Cattolicesimo". Al contrario di Evola che, pur prospettandola, non credeva molto alla possibilit di una forma superiore attiva di ritorno al cattolicesimo, Del Guercio ne fece il suo programma. Nel suo articolo "La Religione come Conquista", comparso nel numero del 10 Febbraio 1933 de "L'Universale", Del Guercio scriveva: "Bisogna, in una parola, cambiare l'atteggiamento del credente di fronte alla religione e creare il bisogno religioso come senso di conquista. Ma per avere questo non ci vogliono n la Propaganda Fide, n le inframmettenze politiche ecclesiastiche o le processioni; occorre creare "l'ambiente", il campo magnetico entro il quale il "motore" costretto necessariamente a girare. Deve essere un ambiente attivo, maschio come il Sole" e aggiunge: "Come crearlo? Chi lo creer? Per Berto Ricci sar un nuovo Ges o un nuovo San Francesco. Per mio conto preferisco per ora lasciare

l'interrogativo". In realt Del Guercio, nello stesso articolo, dimostra di seguire, a livello individuale, gi una strada ben precisa, consistente nel "ritrovare in noi quel nucleo di verit che la religione racchiude: - Non sapete che le vostre membra sono tempio dello Spirito Santo, il quale in voi...- (Paolo ai Cor., I, VI, 19)". Del Guercio invoca perci "lo slancio profondo di chi si impossessato della maschia energia del Cristianesimo primitivo per tornare a battezzare con la forza dello Spirito". Il vero problema, come abbiamo visto, per Del Guercio era "creare l'ambiente, il campo magnetico entro il quale il "motore" costretto necessariamente a girare". Non si poteva pensare di creare tale ambiente tra i reghiniani (alla Massoneria Del Guercio fu sempre decisamente avverso), n tra gli evoliani e, viste le critiche evoliane ma soprattutto guenoniane dell'antroposofia, egli non si fidava neppure degli steineriani. Un altro filone sembrava invece pi promettente. Del Guercio non ignorava che, da tempo, il cosiddetto Ordine Egizio possedeva una doppia anima. Se Izar, Spedalieri e Lebano erano stati discepoli "egizi" di Mamo Rosar Amru essi per erano anche detti "Martinisti Napoletani", essendo stati iniziati al Martinismo da Eliphas Levi e perci secondo una linea pi diretta di quella vantata dai discepoli di Papus. Sarebbe dunque bastato, nei loro successori, eliminare l'anima "egizia" a vantaggio di quella cristiano-martinista. Del Guercio neppure ignorava l'analogo tentativo che in quegli anni veniva compiuto da Erim, visto che quest'ultimo aveva trasmesso i fascicoli miriamici, accompagnati dalle sue lettere denigratorie non solo ad occultisti francesi, ma anche italiani (Virio ad es. cita esplicitamente Pierre Piobb, pseudonimo dell'italiano conte Vincenti). Esistevano due possibilit di agire: fare una ricerca dall'esterno e pubblicarla, ovvero cercare di entrare nell'organizzazione come aveva fatto Erim. Del Guercio segu inizialmente la prima possibilit. Testimonianza di questa attivit di quegli anni una sua ricerca pubblicata ufficialmente, con lo pseudonimo di A. Verniero, soltanto nell'anno 2000 ed intitolata "Giuliano Kremmerz e la sua Scuola Iniziatica". Riguardo a questo testo, si legge nell'introduzione: "Ne fu annunciata la pubblicazione dall'autore stesso in una nota introduttiva, datata Firenze, 14 Agosto 1945, posta come premessa alla ristampa di una delle prime opere del maestro Kremmerz "Angeli e demoni dell'amore", curata sul finire degli anni '40 dalla Partenopea di Napoli" . Dopo aver identificato Verniero con Del Guercio, si aggiunge:" Il volume rimase tuttavia nel cassetto dell'editore e non fu mai pubblicato. Non sappiamo se il motivo da ricondursi a variazioni nei programmi editoriali della Societ Editrice Partenopea, oppure ad una scelta precisa o ad un ripensamento dell'autore. Sappiamo invece che l'opera in realt comprendevanella sua stesura finale- due parti in pi rispetto al primo libro, imperniato prevalentemente su una analisi approfondita di alcuni episodi della vita di Kremmerz. La prima parte, in cui si delineava efficacemente il profilo biografico del Kremmerz, chiarendone alcuni aspetti ancora misteriosi, risultava infatti integrata da capitoli a se stanti riguardanti l'opera, la scuola e gli insegnamenti (comprese le istruzioni cosiddette segrete) del medesimo. Tuttavia, mentre del primo volume, rimasto nell'archivio dell'editore, sono iniziate a circolare gi negli anni '50 alcune copie e trascrizioni, questi ultimi scritti - di non poco interesse per una maggiore e migliore comprensione dell'intera opera kremmerziana- sono rimasti in ben pi riservati cassetti e pare ne esistano soltanto due o tre copie." Cosa era avvenuto? ci che Del guercio sperava: con la sua attivit aveva attirato l'attenzione di Domenico Lombardi, Delegato Generale della Miriam. Questi stava cercando in quegli anni, dopo la II guerra mondiale, di riorganizzare la Miriam e riteneva che l'appoggio di un personaggio di riconosciuta preparazione culturale come Del Guercio gli sarebbe stata utile. Del resto, nel primo libro della sua opera, Del Guercio prendeva, ad arte, le difese di Kremmerz e perci Lombardi, vista la "doppia anima" egizio-martinista della sua organizzazione, non si preoccup del rinnovamento del cristianesimo auspicato da Del Guercio. Essendo la massima autorit della Miriam (ed avendo egli perso i contatti normali con l'Ordine Egizio) nomin Del Guercio Segretario Generale della Miriam, carica che Lombardi stesso aveva fino a quel momento ricoperto, unitamente (dopo le dimissioni e la morte di Kremmerz) a quella di Delegato Generale. Nella gi citata nota introduttiva ad Angeli e demoni dell'amore del Kremmerz, Del Guercio scriveva: "Oggi, dopo la persecuzione fascista che giunse persino alla soppressione violenta di una delle Accademie kremmerziane, e specialmente in seguito alla morte del Fondatore, si pu dire che della Miriam non rimasto che un nostalgico ricordo di un alto ideale, conservato da pochi superstiti discepoli della vecchia Scuola". In uno scritto datato 1944 e firmato A.D.G. si legge analogamente: "Nel caso che il gruppo non abbia pi, ne sia cosciente o meno, il legame con il Centro, la questione si fa pi delicata. Ma in questa circostanza le conoscenze possedute dal gruppo non hanno pi valore "vivo" che debba conservarsi e trasmettersi. Sono conoscenze che hanno ormai un aspetto statico, di valore pi che altro culturale e da passarsi in archivio". Turba Philosophorum: Non casuale che Del Guercio scrivesse una nota introduttiva proprio ad Angeli e demoni dell'amore. In tale operetta c'erano dei riferimenti al cristianesimo che potevano fare al caso suo. Nella nota infatti si legge: "Nel presente opuscolo, per quanto senza pretese, non mancano degli spunti interessanti. Sulla possibilit di usare una cerimonia religiosa come potente ausilio di un'operazione magica, vi un richiamo che, anche da un punto di vista puramente pratico, molto istruttivo. Cos pure il significato strettamente magico della messa colto magistralmente nelle sue linee essenziali, anche se il lettore penser che quel gioco di parole sulla patena ed il calice, il denare e la coppa della simbologia del "Taro" sia piuttosto sibillino". Sadescan: Entrando in Miriam (e ci dimostra che non entr per vivificarla) scrisse una "Circolare per mantenere la regolare continuit della Fr+ di Mir+", datata Firenze Dicembre 1947, proveniente dalla Segreteria Generale e controfirmata da Domenico Lombardi, in qualit di Delegato Generale. Mentre apparentemente si davano direttive per la riorganizzazione della Miriam (e in particolare per l'Accademia fiorentina J.M.K.E. , cio " J.M. Kremm-Erz", che viene dichiarata, nel documento, come l'unica riconosciuta dalla Delegazione Generale), in realt si insinuavano pesanti dubbi sulla validit dell'Accademia stessa. Vi si pu ad es. leggere: " Tuttavia necessario osservare che, mentre le iscrizioni e le Accademie furono chiuse, nessuna disposizione stata mai presa in questo senso per la Seg+ Centrale della Delegazione Generale, la quale Segreteria, pertanto, l'unica parte della Fr+ che abbia conservata intatta la sua continuit, sia per la persona ad essa regolarmente designata, sia per le sue funzioni. Resta perci ben fermo che oggi, qualunque iniziativa presa nell'intento di proseguire o conservare il funzionamento

della Fr+ di Mir+ non pu aversi che attraverso la Segr+ Gen+". Si insinuava dunque subdolamente che non vi fosse continuit nella carica di Delegato Generale ricoperta da Lombardi e praticamente si affermava di essere, al momento, l'unica autorit. Altrettanto subdolamente Del Guercio scrisse: "Su questo punto bene soffermare l'attenzione, poich indispensabile tener presente che le manifestazioni di carattere iniziatico sono sempre gerarchiche. E come vi gerarchia di classi (per es. circolo esterno e circolo interno, ecc.) vi gerarchia di Organizzazioni. Quindi il considerare la Mir+ nel suo aspetto fisico di fratellanza, come un'organizzazione chiusa in s stessa , sarebbe lo stesso che isolarla dalla "catena iniziatica" di cui fa naturalmente parte e pertanto cesserebbe ogni sua ragione di essere". Fingendo di dimenticarsi che la Miriam ricevette regolare trasmissione da Kremmerz e che perci aveva tutto il diritto a continuare per la sua strada, Del Guercio insinuava che, se non fosse stato pi possibile un collegamento "orizzontale" con l'Ordine Egizio, la Miriam doveva essere messa "in sonno". A che pro? ovviamente affinch i suoi membri venissero indirizzati in altra direzione. Da chi? ovviamente dall'unica (secondo lui) autorit rimasta in Miriam, il segretario generale Del Guercio. Cosa fece Lombardi? perch controfirm tale documento? Quando Kremmerz abbandon (dal 1 Gennaio 1913) la sua carica di Delegato Generale, scrisse all'allora Segretario Generale Domenico Lombardi , dicendo: "ti invito a comunicarlo ai Presidi delle nostre Accademie e lasciare che il Consiglio dei pi anziani provveda". Kremmerz dunque riconosceva al Consiglio degli anziani la facolt di decidere circa le modalit di continuazione della Schola. Il Consiglio non prese alcuna decisione riorganizzativa e Kremmerz inoltr allora la "Circolare perch la Frat+ non si disperda ed entri nei definitivi confini della sua origine", datata 29 Giugno 1914 ed indirizzata ai MM+ preposti alla direzione di Circoli Ermetici della Miriam. Essa inizia con le parole: "Carissimi Fratelli, essendomi, per ragioni momentanee, ritirato dalla direzione generale della Scuola Ermetica per lasciare a voi la indipendente direzione di gruppi e circoli, desidero in poche parole farvi note alcune cose inerenti alla costruzione generale della Miriam..." Kremmerz perci affermava di aver lasciato, almeno momentaneamente, ai Maestri Preposti la direzione indipendente di gruppi e circoli. Morto Kremmerz, segretario generale della Miriam rimase Domenico Lombardi, mentre a Napoli Vincenzo Manzi, preside della locale accademia, si proclam successore del maestro defunto, dando origine a un lungo scisma. L'attivit di Lombardi fu estremamente ridotta fino agli anni 1946-1947, quando egli tent di riunificare (senza peraltro mai riuscirvi completamente) i gruppi kremmerziani sotto la sua guida come Delegato Generale e nominando nuovo segretario generale Del Guercio. Che questi mirasse, una volta stabilito il contatto iniziatico con la Miriam, a proseguire per conto suo, cominci ad evidenziarsi sin dall'inizio del loro rapporto. Infatti Lombardi, in una lettera inviata da Napoli il 17 Novembre 1947, fu costretto a scrivergli: "...Circa l'obiezione che fai, cio: <<Un fratello che non volesse aderire alla nuova organizzazione, pur continuando a praticare come in passato ed in possesso di Cifra, cordone e pagella non potrebbe logicamente essere considerato fuori catena, etc...>> qui ti prego riflettere, se vogliamo restare logici e coerenti, che un Fr+, a qualsiasi grado appartenga e qualunque siano le istruzioni stampate e manoscritte che gli furono date dal Maestro Kremmerz, resta sempre un numero della Fratellanza, ma che, non aderendo a collaborare lealmente ed efficacemente al doveroso compito di riportare la Fratellanza Stessa alla rigorosa osservanza dei principi fondamentali, ben precisati nei 60 commi della Pragmatica, viene automaticamente a mettersi fuori catena. Non pi un petalo della Mistica Rosa di Myriam". La stesura della circolare del Dicembre del 1947 venne affidata a Del Guercio, affinch si presentasse ufficialmente come nuovo Segretario Generale. La circolare termina infatti con le parole: "Tutte le richieste d'informazioni, le domande ecc, devono essere indirizzate esclusivamente al seguente indirizzo: Dr Alfonso del Guercio, Via Giuseppe Giusti 10 Firenze. Lombardi, come per confermare, di suo aggiunse: "Qualunque corrispondenza non indirizzata come sopra non verr presa in considerazione dalla Delegazione Generale" e firm con la formula: "Domenico LombardiFirenze per J.M. Kremm-Erz". Probabilmente Lombardi, in una prima lettura, apprezz soprattutto la parte principale del documento, che riguardava la riorganizzazione della Miriam e non fece troppo caso alle affermazioni insinuanti, che abbiamo evidenziato precedentemente. Perci firm il documento. Tuttavia, sicuramente, se ne accorse in seguito, visto che indirizz alla Segreteria Generale, il 27 febbraio 1948, un nuovo documento, con preghiera di provvedere alla diramazione, nel quale si affermava, tra le altre cose che: "Una la Del+Gen+: quella designata da J.M. Kremmerz". Infatti, il comma 48 della Pragmatica Fondamentale della Miriam precisava che: "Il delegato generale pu rilasciare il suo ufficio per ordine del collegio o capitolo operante, suo giudice diretto e suo mandante. Pu, autorizzato, farsi sostituire temporaneamente e delegare a sua volta un rappresentante diretto per una regione o stato: pu conservarsi anonimo o manifestarsi apertamente." In relazione a ci, in un documento datato, 7 Ottobre 1949 (e perci dopo la rottura con Del Guercio) Lombardi scrisse anche: "...coi poteri inerenti alla Del+Gen+, a me oralmente trasmessi dal Maestro J.M. Kremm-Erz, in fedelt alla mai revocata Pragmatica Fondamentale...". Del Guercio, sul momento, "abbozz", diramando la circolare del 1948 e aggiungendo di suo la formula: "D'ordine del Del+ Gen+, Il Seg+ Gen+ A.del Guercio". Intanto preparava a Lombardi un "piattino" molto pi amaro. Turba Philosophorum: E' finalmente il Corpus? Sadescan: Gli atteggiamenti di Del Guercio che risultarono impossibili da sopportare da parte di Lombardi erano due, collegati l'uno all'altro: 1) Del Guercio, in risposta a chi si chiedeva come egli fosse riuscito in apparente breve tempo a raggiungere un posto di prestigio in Miriam, ventilava una propria appartenenza all'Ordine Egizio. 2) A riprova di ci egli cominci, con finta discrezione, a far circolare non solo il suo primo libro riguardante la biografia di Kremmerz, ma anche, e separatamente dal primo, i due successivi (ai quali abbiamo gi accennato) che rielaborati e accresciuti erano, nel frattempo, diventati tre. Per farli sembrare autentici documenti dell'Ordine Egizio, aveva loro allegato, come premessa, gli Statuti dell'Ordine Egizio stesso, ricevuti in visione da Lombardi. Esaminiamo il primo punto. Riguardo all'Ordine Egizio, occorre distinguere i Dodici Supremi Vecchi Maestri del Collegio (o Capitolo) Operante, da quei discepoli di Kremmerz (o di altri dei dodici) ammessi nell'Ordine come

possibili successori dei dodici stessi. Per fare un es., recatisi Vinci Verginelli e Gino Muciaccia (iscritti all'Accademia Pitagora di Bari) da Kremmerz a Beausoleil nel Dicembre 1929 e nel Febbraio 1930, il Maestro, secondo quanto loro riferito, li iscrisse entrambi all'Ordine Egizio come "indiretti" alle sue dipendenze. Nulla di strano perci che avesse fatto analoga iscrizione nei confronti dell'allora suo Segretario Generale Domenico Lombardi. Qualcosa di simile fece Lombardi (come testimonia una lettera datata 9 marzo 1949) nei confronti del suo Segretario Particolare Mario Parascandolo, definendolo "unico regolare indiretto iscritto al Gr:.Or:.Os:.Eg:." Ed probabile che Lombardi si sarebbe comportato cos anche nei confronti di Del Guercio, se questi si fosse dimostrato fedele. Turba Philosophorum: Esser venuto a conoscenza degli Statuti dell'Ordine Egizio modific i piani di Del Guercio. Fino a quel momento sembra che egli avesse intenzione di far passare i suoi scritti come "continuazione del Fascicolo D" della Miriam. Scrisse infatti nella sua nota introduttiva ad Angeli e demoni dell'amore: "Particolarmente interessante, per dottrina e pratica, l' "insegnamento segreto" destinato esclusivamente ai "fratelli miriamici". Esso diviso in due parti: quella comune a tutti gli iscritti e che contenuto nei Fascicoli A, B, C, D, e l'insegnamento destinato ad una cerchia ancora pi ristretta, i veri e propri "discepoli", e che , salvo la continuazione del fascicolo D, qualche istruzione personale, quasi completamente orale. Sadescan: Il primo dei libri che Del Guercio accod agli Statuti dell'Ordine Egizio intitolato "Preparazione". E' un miscuglio di pezzi ricopiati, quasi parola per parola, da scritti di Kremmerz, intessuti con confusionarie elucubrazioni di Del Guercio. La parte pi pericolosa di questo libro costituita dalle istruzioni relative ai digiuni e alle purgazioni. Si tratta di una parte che, se il testo fosse autentico, non avrebbe motivo di essere. Infatti gli Statuti dell'Ordine Egizio terminano con due "tabelle di vittizzazione", che danno istruzioni complete relative all'alimentazione dei membri rispettivamente nel semestre invernale (Novembre-Aprile) e in quello estivo (Maggio-Ottobre). Esse sono una diretta applicazione dell'aurea regola di Kremmerz che digiuno vuol dire "attenersi al pasto strettamente necessario". Invece i digiuni e le purgazioni indicati nella "Preparazione" ricordano il rigorismo di alcuni mistici cristiani, come Ildegarda di Bingen, conducente a forme non sempre auspicabili di anoressia e tradiscono l'orientamento mistico-cristianeggiante di Del Guercio. Ma non basta: i purganti indicati nella "Preparazione" sono semplicemente i purganti salini della vecchia farmacopea ufficiale (molto distante dall'attuale). Del Guercio non aveva minimamente tenuto conto della vastissima scienza erboristica, dimostrata da Kremmerz (ad es. nelle Lunazioni) e probabilmente non sapeva che Kremmerz auspicava un superamento delle purgazioni saline anche nell'ambito della farmacopea ufficiale; tant' vero che, in diversi numeri del bollettino miriamico "La Medicina Ermetica", uscito negli anni 1899-1900, aveva pubblicizzato le pastiglie "Boissy", che, emulsionando, dopo l'assunzione, il purgante in esse contenuto, evitavano le coliche abbastanza comuni con quel tipo di purgazioni. E' inoltre da notarsi: 1) che del Guercio consiglia, in certe purgazioni, l'uso di sostanze assolutamente da evitarsi (nitrati: salnitro) 2) che nelle Lunazioni di Kremmerz si sconsigla l'uso di medicamenti a base di zolfo durante certe "lune" (vedi ad es. 14a puntata, secondo ciclo) mentre tutti i preparati di Del Guercio sono sempre a base di zolfo. 3) che le posologie indicate da Del Guercio non hanno alcun valore, risultando esagerate per certi soggetti e, al contrario, insufficienti per altri. Infatti uno dei difetti delle purgazioni saline che dipendono molto dall'equazione personale dell'individuo e soprattutto che danno assuefazione. Si fa perci presente a tutti gli studiosi di Kremmerz che, mentre "nihil obstat" a che si usi la nutrizione indicata dalle tabelle di vittizzazione degli Statuti dell'Ordine Egizio, vi sono motivi seri per sconsigliare l'adozione del regime di digiuno e purgazione indicato nella "Preparazione" di Del Guercio. Il primo libro, che stiamo considerando, poi, in relazione alla magia sessuale, in contraddizione con il terzo, che esamineremo in seguito. Nel primo si afferma infatti (paragrafo 43) : "La castit la castit: stato di assoluta inappetenza sia nel fisico sia nel pensiero, poich lo sperma umano, gelatinoso, ha propriet di fissare tutte le immagini del cervello umano e di modellare in ogni sua molecola vitale (zoospermia) la idea concepita anche senza la eiaculazione, anzi pi potentemente nella sua prigionia nei vasi spermatici che non nell'atto eiaculatorio". Nel terzo libro (paragrafo 117) si chiede invece :" Lo sperma ritiene l'immagine fissata nello stato di polluzione effettiva o nello stato di urielismo critico senza polluzione fisica?" e si risponde : "non possibile che senza la eiaculazione effettiva o reale lo sperma possa realizzare uno sviluppo in ipotesi". Cominciamo ora l'analisi del secondo dei libri di Del Guercio, che si intitola "La Sophia". Esso stato redatto con la stessa tecnica del precedente: cucire liberamente "pezzi" di Kremmerz con "pezzi" di Del Guercio. Questo II Libro ha come "asse portante" il concetto di "separando", n poteva essere diversamente in un libro che vuol simulare di esser kremmerziano, visto che Kremmerz nel 1 cap. de "I Tarocchi dal punto di vista filosofico" afferma: "Il separando l'enigma della magia dei grandi maghi ed la sola finalit assoluta". Che soluzione propone Kremmerz a tale enigma? Nel 4 par. del Fascicolo B della Miriam dice: "la integrazione umana comincia a comparire e progredire a grado a grado che l'HERMES comparisce e progredisce nell'uomo. Quindi HERMES una entit divina se si concepisce come il tipo perfettissimo dell'equilibrio tra i due binomii SATURNIANO-LUNARE HERMES MERCURIALE-SOLARE". Ma come compare Hermes nel mago? Kremmerz dice nel 9 dei Dialoghi sull'Ermetismo: "L'autore alchimico che si fece chiamare Rupescissa, nei suoi manoscritti si esprime a modo suo e del tempo in cui scriveva: -Se l'umana ampolla che pare di una sola vessica costituita non si separa in doppia vessichetta onde una sia judice dell'altra, non potrai credere che la Pietra (Rupe) sia in vista del pellegrino-. Non esiste integrazione dei poteri occulti dell'uomo e nell'uomo senza questo separando di controllo". Col progredire dell'Hermes, cio del separando di controllo, si perviene al separando vero e proprio o sdoppiamento (del corpo fluidico da quello fisico). Abraxa, il pi versato nella scienza alchimica tra i discepoli di Kremmerz, scrive nella monografia dedicata alle Operazioni magiche a due vasi e allo Sdoppiamento: "La pratica dello Specchio, quale te la esposi nel capitolo III, comprende due realizzazioni dipendenti: la liberazione della vista dell'occhio, e il suo attivarsi in uno spazio , che la luce astrale stessa - la quale liberazione resa possibile da un certo distacco del corpo sottile dal corpo fisico. Ora ti dar degli indirizzi a fine di liberare completamente quel corpo, tanto da poterlo

muovere nello spazio; e tu con lui, lasciando gi il corpo fisico. Nell'occultismo volgare ci detto: uscita in astrale. Anche in questa realizzazione, chi opera la volont, come forza solare e centrale. Tieni per fermo, che la volont vera viene dal possesso di s. Essa tanto pi forte, per quanto pi assoluto ed energico il possesso di s. La forza che essa ha, quella della determinazione che la comanda; e la forza di una tale determinazione dipende dal grado di centralit dell' io . Questa volont solare, calma, decisa e centrale il nostro oro. In essa devi dare forma precisa al tuo nuovo scopo. La realizzazione ha tre fasi: 1) distacco non accompagnato da coscienza durante il sonno: 2) idem, accompagnato da coscienza; 3) distacco cosciente allo stato di veglia. Il primo aspetto ha esso stesso degli stadi progressivi. Pniti questi cmpiti, successivamente: a) Muovere col corpo sottile un oggetto lieve e vicino al tuo letto; b) Muoverlo in un ambiente lontano; c) Apparire nel sonno di un'altra persona; d) Far sentire la tua presenza ad una persona desta; e) Apparire in forma visibile ad una persona desta - e questo lo stadio finale e perfetto. Ora ti indico la tecnica..." Nella pretesa "Sophia" di Del Guercio non si trova traccia n dell'Hermes come quinto "corpo" equilibrante gli altri quattro, n del basilare separando di controllo, n dell'articolazione minuziosa dei vari tipi di sdoppiamento : di fatto, tutta la sua dottrina del separando, nonostante le molte parole, riducendosi all'affermazione della possibilit di tre tipi di separando ( lunare, mercuriale e solare) e all'accenno a taluni metodi pratici. Altri aspetti della "Sophia" verranno esaminati nel prossimo messaggio. Nel par. 81 della Sophia del Guercio dice: "La dottrina cristiana differisce essenzialmente dalla dottrina buddista nelle applicazioni inferiori - nella esposizione del karma, per noi la buddlca la vera. Ma il cristianesimo con la ritualit magica, della purificazione che il Budda sotto altra diversa forma predica con digiuni e astinenze, mira ad una cancellazione del karma primitivo, in un'autocreazione che magicamente chiamata dalla chiesa sacramentale. I sacramenti della chiesa sono tutti di magia universale. Praticati dai santi, cio da uomini che hanno uno stato di mag vero e reale, producono effetti indiscussi se praticanti e mag vanno di accordo cosciente. Il Buddismo proclama che nessun Dio cambier il tuo Karma, che l'azione di un uomo su di un uomo nulla, che la nostra rigenerazlone non dipende che da noi stessi. Queste osservazioni sono vere pel solo Buddismo, che predica la trasformazione dell'uomo per mezzo della sua volont e della sua opera, ma sono nella Sofia magica degli errori da prendersi con le molle. (Il Karma dice un manuale buddista, il nostro operare, il nostro merito e demerito in senso morale). Giustizia rigida e immutabile domina in tutto il regno della natura animata ed inanimata. Ogni mala o buona azione porta necessariamente i suoi frutti. Nessuna grazia di un Dio personale pu liberare dalle conseguenze della sua mala azione un malfattore. Il Karma non una forza operante al di fuori come un Dio, ma una forza operante continuamente su noi. Questo secondo la verit della vita individuale una verit certa, perch negare ci varrebbe negare la legge della causa producente il suo effetto - per in magia un errore il credere in questo domma buddico perch sarebbe negare l'azione creativa del pensiero umano in un uomo allo stato di mag puro, su di un uomo impuro. Se ogni atto una creazione, una forma, una disposlzione differente nelle molecole delle cose esistenti per s, chi proibisce ad uno spirito di santit di purgare con un atto creativo di purgazione uno spirito immondo, chi impedisce ad un uomo colpevole, il cui karma gravido di delitti, di sentirsi rigenerato con un soffio santo, distrutto il Karma, dissipate le larve, disciolti gli spiriti ombrosi che pesano su di lui? L'atto creativo non ha limiti di potenza onnipotente o nullo secondo la forza del mag operante l'atto. Il battesimo di S. Giovanni non quello di pievano Arlotto: il primo da un pastorello ti sfodera un Cristo, il secondo lascia il mondo come si trova." Del Guercio aggiunge in nota: "La redenzione per mezzi di un Emmanuel o Cristo, fondamento del Cristianesimo, col buddismo incompatibile e inconcepibile. Se il battesimo stesso cristiano non dovesse lavare il karma dell'atto originale, o il karma collettivo che l'uomo nascendo porta dall'altra esistenza, non avrebbe ragione di esistere. Il Giordano, simbolo del fiume della purit, simbolo del lavacro della idea pura nella memoria incisa nell'anima umana toglie con la fede il peccato del karma esistente. Magicamente il rituale cristiano sublime ed vero. L'assoluzione dei peccati alla morte del peccatore prepara il battesimo della nascita susseguente. Tra una morte ed una nascita il periodo di purgazione o purgatorio che gli evangelici negano e che l'asinit dei preti cattolici non ha argomenti da difendere oltre la fede e l'autorit papale." A parte la malcelata sviolinata nei confronti del Cristianesimo, pochi Buddhisti si riconoscerebbero nella descrizione che Del Guercio fa della loro dottrina. Essi, come la maggioranza degli asceti orientali, non negano certo l'influsso positivo che un guru pu avere sui suoi discepoli. Se l'uso di tale influsso volutamente limitato da parte dei maestri, perch l'ascesi buddhista ascesi "solare" (di puro spirito "ario", la defin Evola) e perci si vuole che sia la consapevolezza del discepolo a svilupparsi e ad ottenere la libert spirituale. Kremmerz aveva un atteggiamento molto pi pratico ed equilibrato. Dalla Miriam escludeva soltanto i "buddhisti spurii" (termine con il quale indicava quei teosofi , sedicenti buddhisti, che consideravano erroneamente il karma come legge ineluttabile), ma escludeva invece molti cristiani. Nella sua Relazione ai Dodici Supremi Vecchi Maestri del Collegio Operante scrisse infatti: "Escludo buddisti spurii che vivono della fatalit del pensiero e dell'atto anteriore...Cos nettamente escludo, dalla famiglia che nasce alla conoscenza di leggi divine, i necrofori nuovi che ammettono come indiscussa la sopravvivenza di tutte le anime terrestri al disfacimento del corpo saturniano...". Nel par. 110, Del Guercio ritorna sull'argomento da un altro punto di vista e dice: " Nella nostra iniziazione osiridea, il Maestro che ha alla sua dipendenza un discepolo, non pu agire su lui in nessun ultro modo che sviluppando la sua intellettivit, e lasciando a lui tutta la iniziativa di preparare il suo sviluppo, cio lo sviluppo dell'angelo o del Christos o cristo in lui. Se nvece agisce direttamente il maestro sul discepolo, la nostra non avrebbe diritto alcuno ad avere la potest di iniziazione osiridea e diventerebbe isiaca, perch ci che nella pratica distingue l'Osiride dall'Iside appunto questo carattere specialissimo, di avere l'Osirideo sviluppato il suo Cristo secondo la verit e la libert assoluta, e l'isiaco di averlo secondo ci che i suoi maestri hanno voluto che fosse...Esempio pratico di ci si incontra in ogni religione dove il tipo del Maestro, sia Ges o Budda, fissato nelle immagini del cerchio di azione e di sviluppo. Un osirideo che si sviluppa un maestro effettivo, cio ha virt e poteri. Un isiaco che si sviluppa un tipo limitato assegnato alle immagini fissate: esempio i santi del cattolicesimo". Sono evidenti le contraddizioni tra il paragrafo 91 e il 110. Perch nel 91 Del Guercio si stupiva dell'atteggiamento

buddhista, se lo stesso atteggiamento che il maestro usa nell'iniziazione osiridea? Perch nel 91 definisce i santi cristiani "uomini che hanno uno stato di mag vero e reale" (il mag essendo, a differenza della trance che passiva, uno stato attivo e magico di coscienza), mentre nel 110 li fa diventare "un tipo limitato assegnati alle immagini fissate" e perci passivo nei confronti di tali immagini? Perch nel 91 accusa i buddhisti di voler fare a meno dell'influsso dei maestri, mentre nel 110 pretende che anche Buddha, oltre che Ges, sia passivamente "fissato nelle immagini del cerchio di azione e di sviluppo"? Non si pu terminare l'analisi della pretesa Sophia, senza accennare a quella dottrina o pratica che costituisce forse il maggior oggetto di scandalo dello pseudo-Corpus e cio quella che, in tale testo, viene detta "Magia Avatarica". Lasciamo parlare Del Guercio (par. 95): " Ma ci che rappresenta per te la prova indiscussa della vita eterna dell'anima e degli organi corporei come semplici strumenti rappresentativi di essa, lo magia avatarica, i cui elementi formano l'ultimo passo come ti ho detto dinanzi che ti schiuder la porta della meraviglia assoluta. Questa Magia Avatarica, i cui elementi formano l'ultimo libro di questa opera di denudamento iniziatico, consiste in una chimica misteriosa per la quale in un corpo vivente ed intelligente si stacca l'anima e si immette definitivamente o temporaneamente in un altro corpo da cui precedentemente si sia allontanata l'anima, o il far cambiare l'anima di un corpo vivo con quella di un genio, di un eroe o nume. Il solo annunzio di questa altissima parte della Magia operante sbalorditiva pel profano eppure questi mutamenti molte volte sono naturali e occasionali. La freniatria non una scienza ma una pratica medicale empirica e come scienza bambina poppante, poich i pi grandi casi di tali mutazioni o scambi, avvengono e si manifestano nelle follie, dove ordinariamente tra il contenente (corpo umuno) e il nuovo contenuto (anima sostituita) vi incompatibilit e disquilibrio. Gli antichi sacerdoti innanzi ai pozzi consultavano lo spirito che discorreva in essi, come il pi recente venuto dall'Empireo. Gli Avatar o sostituzioni di anime fatte magicamente sono procurati creando una graduale proporzionalit tra l'anima che immessa e il corpo che stato privato dell'anima sua. Questa la prova che stabilisce per noi l'indiscutibilit scientifica che l'anima la padrona delle sensazioni corporee di cui gli organi non sono che mezzi dall'alto in basso e dal basso in alto." La prima cosa che deve mettere in guardia il lettore la terminologia adoperata (avatar e magia avatarica) presa di peso dal piuttosto recente movimento teosofico anglo-indiano e nella stessa erronea accezione con cui questo lo adoperava ai suoi inizi. I successivi e pi seri studi effettuati sull'induismo hanno dimostrato che per Avatar si intende l'incarnazione, a volte periodica, di una divinit o spiritualit di alto rango. I pi importanti Avatar della suddetta tradizione essendo quelli di Vishnu. In questo senso, Avatar era anche, secondo le credenze cristiane, Ges Cristo, quale incarnazione della seconda persona della Trinit. L'immotivata credenza teosofica che gli Avatar dovessero incarnarsi in un individuo gi adolescente venne sonoramente smentita dal caso del Dalai Lama ( Avatar del Bodhisattva Avalokitesvara) e di altri importanti Lama tibetani, che si reincarnano, come ormai noto, in un nascituro e non in un adolescente. Se codesta pretesa magia avatarica fosse stata effettivamente una pratica tramandata nell'Ordine Egizio, non avrebbe avuto detto Ordine un suo termine "ad hoc", consolidato dall'uso, e pi appropriato per indicarla? Il termine usato diventa pi comprensibile se si ammette che Del Guercio abbia, invece, semplicemente "scopiazzato" ci che riferisce. Ma da chi scopiazz? Ovviamente proprio dai Buddhisti, criticando i quali (come abbiamo gi visto) cerc di dissimulare al lettore della "Sophia" che stava, in realt , servendosi "a piene mani" delle loro dottrine. Esiste infatti nella tradizione tibetana una rarissima e pericolosa pratica detta Trongjug. Di essa dice Evans-Wentz ne "Lo Yoga Tibetano ": "Un seguace del Trongjug pertanto ritenuto capace di attuare la revulsione del proprio corpo ed assumere il corpo di un altro essere umano, sia con il consenso di quest'ultimo sia contro la sua volont; nonch di penetrare in, resuscitare, e ,dopodich, possedere il corpo di una persona appena morta. Impossessarsi del corpo di una persona contro la sua volont , naturalmente, un atto di magia nera, perpetrato soltanto da uno yogin che segue il sentiero delle tenebre." Non era una occasione veramente unica, per cercare di far credere che l'Ordine Egizio e Kremmerz seguissero un tale sentiero e cos liquidarli definitivamente? Tradurre Trongjug nel linguaggio dell'Ordine Egizio non era per cos agevole, non essendo mai esistito un termine equivalente (Evans-Wentz afferma che Trongjug "vuol dire Trasferenza e Ispirazione") e perci ci si accontent di "magia avatarica". Turba Philosophorum: Stiamo seguendo con grande interesse l'analisi che Lei fa del corpus. Tuttavia qualcuno si domanda: quali sono i motivi che hanno portato a svolgere queste osservazioni solo ora e non ad es. quando il corpus fu pubblicato dalle Edizioni Agape? Sadescan: Innnanzitutto non affatto vero che non siano state fatte osservazioni analoghe alle nostre in passato. Oltre a numerose discussioni private, vi sono stati ad es. gli importanti contributi pubblici di Adriano Cosi su siti e forum di Internet (anche se vi era in essi qualche inesattezza) e di "Amelio" sulla rivista "Politica Romana". Del Guercio ha avuto la fortuna di far lavorare involontariamente per lui persino persone ostili , vedi il Gruppo Agape, che non credo abbia mai amato "l'ordine del mantos". Ma, perlomeno quelle edizioni pubblicarono anche gli Statuti dell'Ordine Egizio, cos che chi era veramente qualificato, anche non conoscendo a fondo Kremmerz, non aveva difficolt a separare il grano dal loglio. Invece le edizioni pi recenti riportano solo gli apocrifi. Non si deve pi permettere che venga infangato il nome di Kremmerz, per distogliere dalla sua via chi sinceramente interessato.

III DIALOGO
Occhi di If: Vorrei analizzare, assieme a voi, il III libro del Corpus Ph. Totius Magiae. Anzich riportare integralmente tale testo, mi propongo di fornirne una sintesi, usando mie parole e mettendo in evidenza eventuali punti ambigui dal punto di vista dell'interpretazione:

Del Separando Magico Esiste un segreto fisico che, praticato con prudente intelligenza e accorgimenti sottili, rigenera il corpo grossolano e rinforza, predisponendole all'atto, potenzialit angeliche (cio di mobilit spirituale) dell'uomo. Questo segreto non va confuso col Grande Arcano Sacerdotale dei Grandi Maestri. Quest'ultimo si intravede solo dopo l'assunzione al maestrato di I grado e si concepisce nettamente quando, avendo gi ottenuto il separando lunare, si realizza il mercuriale nella sua piena potenza. Il segreto di cui vogliamo parlare rivelato dalla Genesi. L'Albero del bene e del Male (corrispondente alla clava di Eracle del mito greco) un albero che sia l'uomo che la donna (simboleggiati da Adamo ed Eva) possono toccare, ma solo dopo che in loro nato il desiderio sessuale: l'episodio dell'Albero infatti si verifica dopo che Adamo ha visto gli animali in accopiamento e dopo che "Egli-gli Dei" ha tratto, di conseguenza, da Adamo stesso Eva, quale essere percepito separativamente e desiderato. Attorno al suo tronco attorcigliato un serpente, la potenzialit magica che pu essere messa in atto nel dispiegarsi del serpente stesso. Questo albero produce un frutto, che Egli-gli dei ha proibito che si mangi. Essendo un frutto, se, maturando, cade in un terreno fertile, d vita ad un novello albero. La Bibbia lo distingue dall'Albero della Vita e lo chiama invece Albero del Bene e del Male, cio della creativit e della neccessit, ovvero della volont e della fatalit. S_Fabrizio:Il simbolismo dell'albero, lo si ritrova un p in tutte le tradizioni, il mangiare il frutto una chiara allusione al pasto sacro, cio a quello che alcune scuole iniziatiche chiamano Piccolo Arcano naturale, in stretto rapporto con il Grande Arcano o calendario liturgico operativo (senza il quale non pu realizzarsi nulla). L'errore da non fare, per riuscire nella nostra Grande Opera, come la genesi ci insegna quello che, prima di cibarsi dell'albero della conoscenza (simboleggiato dall'albero delle dieci Sefirot privo della colonna centrale) bisogna imparare a cibarsi dell'albero della vita (simboleggiato dall'albero delle dieci Sefirot, completo delle tre colonne). La cacciata e la caduta di Adamo dal paradiso terrestre, dal quale poi era possibile accedere al paradiso celeste, fu dovuta proprio a questo suo cibarsi dell'albero della conoscenza in modo prematuro, e ci gli fece fallire l'Opera per la quale era stato creato. Con la caduta, gli occhi di Adamo ed Eva si aprirono e si accorsero di essere nudi, cio, si accorsero di non essere pi rivestiti di un corpo glorioso che il Signore gli aveva dato. Tuttavia, Dio non cacci Adamo, cio l'Uomo, dal paradiso terrestre in modo definitivo, ma gli diede per mezzo di un'opera di rettificazione la possibilit di ritornare al suo stato originario e di gloria nel quale, al principio del creare, si trovava. L'insegnamento del genesi, attuale e vuole dirci che oltre all'osare, bisogna mettere in pratica la virt della prudenza e dell'intelligenza, molti ho visto perdersi per Via e rovinare la loro vita e spesso quella degli altri, grazie a queste pratiche alchemiche che non voglio reputare n giuste n sbagliate ma sicuramente pericolose, e non alla portata di tutti. Ci che dico, non lo dico per averlo studiato sui libri ma per esperienza vissuta. Prima di mangiare il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, Adamo come scritto nel genesi, diede nome a tutti gli animali, ci significa che Adamo gi aveva la conoscenza e con la conoscenza tante altre virt, altrimenti non avrebbe desiderato neanche mangiare il duplice frutto. Harpocrates: Mago colui che conosce la virt e le leggi occulte della natura e sa trarne giovamento. S_Fabrizio: Poich il duplice frutto dell'albero della conoscenza, (formato da solo due colonne) Mem e Schin, mentre quello della vita, (formato dalle tre colonne) come il triplice Mercurio o Ermes il tre volte grande, Mem Alef e Schin. I due alberi forse, sono un unico albero, solo che come avviene per il terzo volto di Giano a noi invisibile, non riusciamo a vederne la terza colonna, quella del perfetto equilibrio, siboleggiato dal segno astrologico della bilancia, sotto il quale, secondo la cabal furono creati Adamo ed Eva. Cerchiamo innanzitutto il regno di Dio, il resto ci sar dato in pi. Occhi di If: E' proprio il serpente ad indicare ad Eva che Egli-gli dei non vuole che si mangi il frutto, perch altrimenti si diventerebbe simili a Lui. Ed Eva convince Adamo a mangiarlo. Conseguenze sono il senso del peccato che sorge in Adamo e la sua espulsione dal Paradiso Terrestre con la conseguente condanna al lavoro. Gli Ebrei e i loro profeti promisero la rigenerazione con la venuta del Messia, dell'Emmanuel (Dio in noi). I Cristiani hanno identificato il Messia con Cristo, l'Agnus Dei, l'agnello sacrificale che viene mangiato, sotto forma di ostia, durante la Messa. Gnostici, Manichei, Ariani, Marconiti, secondo l'autore, ebbero una qualche conoscenza della chiave dell'arcano. Quando la chiesa cattolica inizi a perseguitare gli esoteristi, essi tramandarono il segreto mediante il simbolismo alchimico. Se avessero affermato di possedere un mezzo per rendere potente lo spirito sarebbero stati perseguitati, invece, affermando di avere o di cercare il mezzo per tramutare i metalli vili in oro, furono lasciati in pace. Cosa sostengono gli alchimisti? Tutte le cose si riproducono nel regno vegetale e in quello animale per mezzo del loro sperma o seme. Ammesso che i metalli seguano la stessa legge, lo sperma dell'oro riprodurr l'oro. Se io concentro lo sperma aurifero, otterr allora una riproduzione rapida e potenzialmente illimitata. Il seme vegetale, animale e metallico, per l'unit in essenza di tutto l'universo, in una sua parte nascosta (nella parte cio che racchiude e perpetua la virt generativa o vitale) sempre identico a s stesso. Questo principio unico il mercurio degli alchimisti. Tuttavia dovendosi riprodurre dallo sperma una specie specifica (vegetale, animale o metallica) il principio unico deve essere accompagnato da un composto accessorio specifico di quella specie. Si pu perci enunciare un primo assioma alchimico. I Assioma Alchimico Gli spermi o mercuri di tutte le cose sono composti da due mercuri: uno di base (mercurio basico; da basis, fondamentum) sempre identico in tutte le manifestazioni spermatiche ed uno specifico della forma a cui deve dare vita (mercurio acido; acidus=agente). Ogni sperma quindi il binomio di due generatori: uno di vita e uno di forma della vita. Perch tali generazioni abbiano luogo vi bisogno di mezzi concorrenti allo sviluppo, secondo la natura specifica dello sperma. Il grano ha bisogno della terra, lo sperma animale di un ovulo che lo nutra. A questo punto, l'estensore del testo fa notare che la concezione alchimica della riproduzione degli esseri non in completo accordo

con la fisiologia profana della sua epoca. Secondo tale fisiologia la generazione degli esseri umani deriva da un atto coitale fecondo. Lo sperma feconda un uovo, l'uovo nutrito dal corpo della madre, produce altre cellule, dalle quali si sviluppa l'essere umano. Quindi la generazione consisterebbe, in sintesi, in un uovo contenitore di forma e in uno sperma che agisce sull'uovo per svilupparlo. Dal punto di vista alchimico ci falso, perch lo sperma contiene sia il mercurio assoluto essenziale, sia il mercurio plastico e l'uovo il mezzo eccipiente, cio necessario allo sviluppo dello sperma in embrione. Ci sembra trovare, almeno in parte, conferma nella moderna genetica. Ad es., limitandoci a considerare la determinazione del sesso del nascituro, osserveremo che nella specie umana i cromosomi delle cellule somatiche sono 46 con 22 coppie di autosomi eguali nei due sessi ed eterocromosomi XX nella donna e XY nel maschio; nell'uovo maturo vi saranno soltanto 22 autosomi ed un X mentre gli spermatozoi saranno di due tipi: o con 22 autosomi pi X o con 22 autosomi pi Y: sono perci proprio gli spermatozoi a determinare il sesso, in accordo con la concezione alchimica. Il mercurio alchimico, che ha dato tanto da riflettere ai cercatori dell'oro, il mercurio essenziale, privato dello sperma morfico o sperma delle forme specifiche. Perci una prima operazione sottile o ermetica consiste nel separare, mediante il dissolvente per eccellenza, il mercurio composto nella quintessenza o spirito di vita e nello spirito di forma (sperma morfico) di cui l'alchimista tende a sbarazzarsi. Ora si deve parlare delle propriet ricettive delle forme che tutti gli spermi posseggono. L'uomo, secondo gli alchimisti, nell'atto coitale, imprime nel suo sperma, mediante il corpo mercuriale o mentale in stato di passione, una forma determinata dalle sue impressioni, modellate spesso, ordinariamente, sull'immagine plastica con la quale coisce (immagine fantastica muliebre che pu anche differire dalla persona fisica con cui si ha il rapporto). La donna che riceve lo sperma, diventando nell'atto coitale pi o meno ricettiva, riceve l'impressione morfica non soltanto dal corpo fisico dell'uomo che la incuba, ma anche, pi o meno attivamente, dall'impressione che i corpi lunare e mercuriale del maschio fanno sul corpo lunare e mercuriale di lei. Quindi l'atto di copula (fecondo o infecondo che sia) un atto alchimicamente trasformatore, in quanto implica uno scambio di forme immaginative, attive e passive, coinvolgenti il corpo fisico, il corpo lunare e il corpo mercuriale dei due esseri che si accoppiano. Tra il cervello, sede materiale dei fenomeni immaginativi, e gli organi secernenti e contenenti lo sperma esiste una corrispondenza mirabile, che fissa le immagini o la immagine pi concreta, in analogia a come la pellicola fotografica fissa le immagini che le arrivano tramite l'obiettivo. Si pu quindi enunciare il II Assioma Alchimico. II Assioma Alchimico Lo sperma o mercurio composto , durante gli atti coitali, il pi potente fissatore e trattenitore delle immagini proiettate. Da esso derivano numerosi corollari che ognuno pu trovare da s, ad es. contiene in germe la produzione efficace e vitale degli spiriti elementari. Come fissare le immagini nello sperma? Unico agente la Volont; ma non confonderla con il desiderio, perch la volont, in magia, lo stato di immedesimazione del proprio io con la cosa voluta, quasi uno stato trasmutatore di s stesso nell'immagine della cosa. La concupiscenza non pu essere uno stato volitivo: pu preparare invece lo stato volitivo. Nel coito tutti gli uomini meccanicamente sono una volont magicamente intesa, perch allo stato di concupiscenza succede lo stato di compenetrazione, di unione tra uomo e donna. Il figlio della carne fissato nel medium determinato dalla compenetrazione dei due individui coitanti, predominando nella forma fissata il tipo dell'uno o dell'altro dei due, a seconda che la potenzialit del volere magico passi maggiomente in atto nell'uno o nell'altro. Dunque, ogni volta che una forma si deve fissare, con coito o senza, l'unico mezzo lo stato "Urielico" (da Ur=fuoco di amore), cio lo stato critico (soggettivo e intensissimo) di Amore che porta normalmente alla polluzione (Uriel l'angelo di Venere). Cos puoi comprendere il simbolismo della verga dei maghi, la verga essendo un asta eretta nel momento critico e l'etimologia della parola Virgo (da vir agens), come ricettacolo della eventuale polluzione. Concludendo, grazie a due fattori, la volont e lo stato urielico, lo sperma fissa le immagini e le ritiene. Occorre porsi due domande: 1. Lo sperma ritiene l'immagine impressa nello stato di polluzione effettiva o nello stato di urielismo critico senza polluzione fisica? 2. Nell'uno e nell'altro caso, quale il mezzo per sviluppare l'immagine fissata, se manca l'ambiente fertilizzante lo sviluppo del seme? E' da notare che i maestri di un tempo si limitavano a porre queste due domande ai discepoli, aspettando che fosse la loro sagacia a trovare le rispettive soluzioni, e mostrare cos il possesso della dignitas necessaria alla pratica alchimica. Il discepolo che ha scritto il III Libro tenta, perci, a questo punto, di dare risposta alle due domande. Per quanto riguarda la prima dice: " ...nella formazione plastica di ogni feto, in natura, gli agenti fisici che si oppongono radicalmente alla sua produzione sono la luce, l'aria, lo stato magnetico negativo (elettricit fisica): quindi sviluppo senza ambiente neutro o neutralizzato agli agenti esteriori non possibile; ma ugualmente non possibile che senza l'ejaculazione effettiva o reale lo sperma possa realizzare uno sviluppo in ipotesi." Purtroppo solo la prima affermazione vera, lo sviluppo richiedendo effetivamente un ambiente neutro o neutralizzato. Non invece vera la seconda, essendo ovvio che lo sperma, per determinare una exogenesi nell'utero di una donna, debba fuoriuscire; ma il discepolo dimentica (o finge di dimenticare?) che la produzione alchimica del "feto immortale" invece una endogenesi. Dattilo Ideo: Leggendo il libro del White "The Alchemical Body" si vede chiaramente che nella tradizione indiana il "feto immortale" viene trasmesso dal maestro al discepolo con un atto sessuale vero e proprio, tanto che il discepolo deve poi assumerlo. Mi sembra che questo riscontro orientale "ante litteram" avvalori la tesi dell'emissione a scopo spirituale. Con il che, non nego affatto che la non-emissione possa essere una via pi nobile per la creazione di un

corpo di gloria! Occhi di If: In "The Alchemical Body", David Gordon White parla sia di tecniche di ritenzione, sia di tecniche di assimilazione. Ma qui non in questione il suo pensiero o il tuo; bens quello dell'autore del III Libro del Corpus. E' innegabile che egli sorvoli con superficialit sulla possibilit della ritenzione, commettendo perci, quantomeno, una "ignoratio elenchi". Pertanto non possibile considerare il III Libro un' "opera magistrale", cio l'opera di un maestro autentico. Ma ritorniamo all'esame del problema alchimico, seguendo le parole dell'autore. Lo sperma o mercurio dell'uomo formato da : materiale gelatinoso, spirito morfico (spermatozoi) e mercurio essenziale, corrispondenti analogicamente al corpo umano, al corpo lunare e al corpo mercuriale o mentale. L'alcaest che dissolve nelle sue parti fondamentali questo sperma o menstruo la tinctura solis (di cui la luce solare il simbolo fisico) cio il principio pi alto, il Dio umanizzatore e realizzato nell'uomo. A questo punto il curatore di due edizioni recenti del Corpus, e cio V. Fincati, aggiunge di suo la seguente nota: "In un passo della Scienza dei Magi, Kremmerz ha scritto che l'adepto non pi in grado di generare, avendo distrutto la parte morfica del suo sperma". E' un peccato che Fincati non abbia tratto dalla sua nota le logiche conseguenze, perch essa dimostra che Kremmerz non praticava affatto metodi "fagici". Infatti se la separazione del mercurio essenziale dal mercurio morfico avvenisse nell'apparato digerente, come sostengono gli spermatofagi, evidente che il mercurio morfico distrutto non potrebbe essere che la piccola aliquota contenuta nello sperma fagocitato; ma di certo l'apparato digerente non potrebbe inibire la produzione del mercurio morfico (spermatozoi) da parte dell'apparato genitale e perci l'adepto continuerebbe sempre a poter generare. Se invece la suddetta separazione avviene per inibizione della eiaculazione e perci a cura non dell'apparato digerente, ma di quello genitale, si bu ben capire che una possibile ripercussione, a lungo andare, possa essere la produzione di una quantit di spermatozoi troppo esigua per garantire la procreazione, come ha osservato Kremmerz. Se ne deve dedurre che, se l'autore del III Libro del Corpus in certi passi sembra propendere per i metodi fagici, questo autore non Kremmerz. Dattilo Ideo: Sono daccordo. Ma la "separazione" avviene nel momento stesso dell'emissione, operata dalla tinctura solis, cio dal potere discriminante della mente. Anzi, ritengo che tale separazione sia effettiva se per tutta la durata dell'operazione la mente bandisca fin dall'inizio ogni immagine lussuriosa. Allora il mercurio giunge gi separato l dove deve giungere. Il mercurio assunto - e cos separato o modificato - per irradiazione o moltiplicazione nell'organismo va a bloccare i processi che determinano la produzione degli spermatozoi. Cos io interpreto. Occhi di If: Se il potere discriminante della mente tale da riuscire da solo ad eliminare gli spermatozoi dallo sperma, allora chiaro che ci troviamo davanti ad un adepto cos avanzato e con un tale potere su s stesso, da non avere certo bisogno della magia sessuale o di qualunque altro intermediario, ma in grado di agire per semplice decretismo. Ma il III libro non stato scritto per un tale adepto. All'inizio di esso viene infatti detto che non si sta per parlare del Grande Arcano Sacerdotale, comprensibile solo dopo l'acquisizione del maestrato di I grado, ma di un semplice e iniziale "segreto fisico". Del resto l'arte alchimica anche scienza sperimentale. Provi ad eseguire il rito come lo ha descritto e faccia analizzare lo sperma. Se vi sono gli spermatozoi, sar sicuro di aver sbagliato strada. Continuiamo la nostra analisi del testo, pervenendo cos al III assioma alchimico: III Assioma Alchimico Tutto ci che esiste (essere) si riproduce nel suo sperma nelle tre fasi, apparenti e occulte, determinate in potenza (corpo fisico) virt (corpo lunare) spirito (corpo mercuriale). La natura visibile delle cose che si riproducono per visibile semenza ti insegna che ogni cosa ha una doppia vita: progressiva l'una e regressiva l'altra. Tutte le cose nascono, si sviluppano fino ad un apice determinante la massima vitalit , poi deperiscono (vita regressiva) e muoiono. Sono le quattro stagioni solari che la natura ci presenta in tutte le cose. Nella vita progressiva, dalla nascita all'et adulta, le forme passano gradualmente dallo sviluppo iniziale (embrione) allo sviluppo effettivo (frutto) e da questo frutto il principio vitale (anima delle cose) piano piano, lentamente muta la sua espansione (vita espansiva) in concentrazione (vita concentrata), cio si restringe o concentra nel seme di una vita nuova, che un successivo periodo di espansione. Lo sperma fisico di fronte all'uomo visibile (uomo fisico e mentale) ci che l'anima rispetto alla sua vita di essere fecondo. Infatti, la sua vita di espansione, dall'infanzia alla maturit alla decrepitezza, concentra tutta la vita in un embrione vitale. La morte la maturazione della concentrazione: l'anima di un morto il frutto maturato e concentrato nel suo seme, che contiene in virt e in potenza embrionale tutto il compendio della vita vissuta e delle vite precedentemente vissute. Cos esistono due termini estremi di autoriproduzione: lo sperma e l'anima. Essenza comune ai due termini il corpo lunare (o perispirito o anima animale o ligamen). Nella vita umana o incarnata, mentre il corpo fisico elabora lo sperma, l'uomo intero (coi suoi quattro corpi) elabora il suo embrione anima. Il seme fisico, caduto in ambiente adatto, sviluppa fisicamente la forma concepita. Ma la forma che si sviluppa ha un anima? Chi proietta la forma l'attivo (maschio), chi la modifica ricevendola il passivo (la femmina). Ma la crisi coitale ha un valore coercitivo delle anime embrioni che sono pronte alla manifestazione in carne umana e, secondo lo stato , la forza, la potenza, le affinit, le simpatie delle correnti astrali, un'anima embrione matura si incarna. La via religiosa tenta di sottrarre l'uomo dalla catena delle trasmigrazioni, mediante la castit. Questa la via evolutiva passiva. Saputo il segreto alchimico, tutti possono cangiare qualunque metallo grezzo in oro purissimo, come e cos puro che non si trova in nessun laboratorio di orafo. Cio, simbolicamente , la spiritualizzazione mercuriale intelligente alchimica ottenuta superiore a qualunque spiritualizzazione che si ottenga con i comuni precetti religiosi e non come questa evolutiva passiva, ma attiva e rapida. Che cosa questa spiritualizzazione ascendente? Muta l'uomo in un Dio che non ha bisogno di corpo fisico visibile per mantenersi sveglio. Tale sviluppo costituisce le intelligenze pure non soggette a trasmigrazione. L'anima non dorme mai, sempre presente a s stessa, pu sfidare l'avvicinamento all'uomo incarnato senza rischio di incarnarsi. Il procedimento alchimico abbrevia in una sintesi operativa rapida tutto il processo trasmigrativo. Sinteticamente consiste in:

1. Dividere la propria individualit in attiva e passiva (Androginia potenziale). 2. Far soggiacere alla ricezione pura dell'immagine proiettata dalla parte attiva la propria parte passiva (Androginia virtuale). 3. Servirsi dell'atto coitale concepito e praticato androgenicamente, rimanendo in ipotesi lo sperma fisico all'anima in atto di embrionarsi (Androginia plasmante). 4. Determinare lo stato di fusione dello sperma e dell'anima in effetto (Androginia effettiva). 5. Procreare, ad immagine dell'utero della donna, una forma intelligente per s, in cui racchiusa in eterno, la sua intelligenza solare, il suo corpo essenziale mercuriale e in effetto di causa i due corpi lunare e saturniano (Androginia realizzatrice). Il pi astruso il primo passo. Come dividere il proprio essere nelle due parti? L'athanor o fornello filosofico il corpo umano. Il mercurio puro, cio il mercurio estratto dallo sperma, sigillato ermeticamente in un uovo ( nel silenzio pi ascoso e stretto), si pone in un altro uovo. Cio a dire: l'uovo sigillato affinch non esali e non disperda nessuno spirito del mercurio, si fa cuocere, perch il mercurio acquisti le propriet volute, nel grande utero centrale dell'athanor che, come si sa, ha forma ovoidale. Dalla cottura del mercurio, si hanno i sintomi della formazione radiante dell'essere nuovo prima (polvere di proiezione) e poi il pasto dell'essere mercuriale androginico in eterno. La legge per la separazione del mercurio puro dallo sperma la coobazione, cio una serie di pazienti digestioni del mercurio composto, affinch consumati gli elementi delle forme elementari, si ottenga in essenza il mercurio puro o quintessenza miracolosa dello sperma dell'oro. Soprattutto necessario che il novizio preghi incessantemente, cio che formuli con parole, con atti, con segni di volont il suo desiderio di pervenire al riconoscimento della chiave pratica di questo segreto ieratico. Gli scongiuri o incanti si recitano sette volte al giorno: tre al mattino e quattro alla sera verso il tramonto del sole e non dopo. La cifra per eccellenza, quella che tutti gli iniziati adorano genuflessi, quella che tutti i novizi debbono mentalmente graficamente evocare prima di ogni atto loro e di ogni preghiera il pentacolo salomonico (esagramma), circondato da un serpente che divora la sua coda, simbolo del lavoro alchimico. Qui finisce la mia sintesi del III Libro. Ai percorsi interiori "distillativi", utilizzati nell'alchimia ritentiva dello sperma, dedico nella tabella seguente quattro immagini. Tre di esse sono equivalenti: zodiaco, ruota della fortuna e ouroboros (che non ha perci, in tale via, un significato "fagico").

Non prender in considerazione, almeno per il momento, quella sorta di glossario alchimico, aggiunto alla fine del III Libro, che pu esser anche letto separatamente. Voglio invece soffermarmi su una nota che V. Fincati ha aggiunto in entrambe le sue edizioni del Corpus. Egli dice: " Pare che la fine di Kremmerz non sia stata la pi degna per un iniziato e che abbia perso, per sua stessa ammissione, molti dei suoi poteri. In effetti, non fu lui il primo, redigendo o dettando il Corpus, a far concepire alla Tradizione Orale quella figlia bastarda e prevaricatrice denominata Tradizione Scritta (o Manoscritta?)." Crediamo che siano gi stati detti i motivi per i quali non si pu ritenere il Corpus opera di Kremmerz. In particolare il III Libro, oltre a non essere opera di lui, non certamente neppure opera di un altro Maestro. Dattilo Ideo: Mah, pur rispettando le precedenti osservazioni non sono daccordo sulla categoricit della negazione, sia verso il Kremmerz che verso "altro Maestro". Ma tale assunto in fondo impedisce, forse con una voluta intenzione, di non far accettare il Corpus in se stesso, allorch il curatore dell'edizione scrisse a commento che, se non si tratta di Kremmerz, si tratta pur sempre di ermetismo! Non credo comunque possa trattarsi di persona sprovveduta o priva di erudizione ermetica. Occhi di If: Non si nega che l'autore del III Libro fosse studioso di ermetismo, ma, tra i tanti studiosi di tale argomento, si dovr pur ammettere che ve ne siano di differente livello. Dattilo Ideo: Siamo daccordo. Occhi di If: L' "Alchimia del Fango e dell'Acqua", comprendente l'assunzione di sperma, sangue mestruale od altri prodotti corporei solidi (fango) o liquidi (acqua), tipicamente di origine "popolare", cio invenzione, reiteratasi nei secoli, di quegli individui che, non conoscendo i veri significati dei simboli alchimistici e/o non riuscendo a praticare la ritenzione seminale, pretendono che sia l'alchimia (sessuale o non) ad abbassarsi al loro livello. Dattilo Ideo: Includiamo tra tutti costoro, allora, non solo personaggi equivoci come Crowley e Le Clment de Saint Marcq ma pure gli alchimisti ind medievali di cui parla il White! A queste condizioni mi pare che si possa discutere con pi serenit, e parlare di una via tellurica che non avrebbe niente a che vedere con la vera alchimia. Poi, ognuno crede come crede. Occhi di If: Ma il problema, sollevato da Fincati in quella nota, di portata molto pi generale, coinvolgendo un giudizio di valore sulla Tradizione Scritta. La dottrina iniziatica spesso simbolicamente paragonata a un dito che indica la luna, quest'ultima simboleggiando, in tal caso, la realizzazione iniziatica stessa. Simbolo del segreto iniziatico allora quello spazio, tra il dito e la luna, che, separando la dottrina dalla realizazione effettiva, rende impossibile a chi ha solo una preparazione dottrinaria la percezione della realt integralmente intesa. Per esortare a non limitarsi alla preparazione dottrinaria, si raccomanda perci di non "confondere la luna con il dito che la indica". Naturalmente indifferente indicare la luna con l'indice della mano destra o con quello della mano sinistra. Ovvero ugualmente possibile servirsi sia della Tradizione Orale, sia di quella Scritta. La preferenza dell'una o dell'altra si deve allo scopo e alla situazione. Ad es. se ho un discepolo che non sa n leggere n scrivere, come non di rado accadeva nell'antichit, quando tali arti erano riservate alla casta sacerdotale, non potr che parlargli. Se mi trovo in un ambiente che perseguita gli esoteristi, ugualmente cercher di non lasciare documenti scritti. Ma, se il mio discepolo lontano, non ricorrer ad un scambio epistolare? e se desidero comunicare qualcosa non a poche, ma a molte persone, magari anche appartenti a generazioni future alla mia, non scriver un libro? Dattilo Ideo: Su ci ho qualche riserva, dal momento che la letteratura piena di documenti, scritti in quei periodi, anche se in modo abbastanza velato; si guardi ad alcuni testi magici dellla citt di Harran, per esempio (ambiente islamico ma sempre persecutorio). Occhi di If: Ci rafforza la mia tesi: dire che, in ambiente persecutorio, ci si serve di documenti abbastanza velati conferma che non vengono, di solito, lasciati in giro documenti "in chiaro". V. Fincati ha pubblicato, nelle sue due edizioni del Corpus, la seconda parte di una lettera di Kremmerz, rivolta ai discepoli Jesboama, Criscenon e Abeon , di cui vorrei discutere. Ermete Fiorentino: La lettera completa, con il titolo "Sulla via ermetica monomiale" stata pubblicata nel sito http://www.montesion.it/ con la seguente specifica: <<Mentiremmo se dicessimo da dove ci proviene questa lettera sconosciuta del Kremmerz, lettera che mettiamo a disposizione dei nostri Ospiti per la consultazione e lo studio, semplicemente non lo ricordiamo, in nostro possesso sotto forma di un piccolo opuscolo di quattro pagine a stampa e contenente in appendice un ringraziamento che fedelmente riportiamo: Si ringrazia il G.M. Arim dell'Ordine di Atrahasis, per averci trasmesso il documento. L'opuscolo non porta n data n editore, voglia l'autore della stampa e il nostro gradito Ospite perdonarci per la forzata deficienza. Lo stile inconfondibile, testimonia, in ogni caso, l'autorevole penna del grande ermetista. La libera circolazione in rete subordinata alla citazione della fonte e dell'autore.>> La stessa lettera con qualche censura presente all'indirizzo: http://www.kremmerz.it/sphci_3_4_quesito.html ove viene scritto: <<Una lettera del Kremmerz datata 30 Giugno 1908 trascritta da Jesboama e intestata ai Fratelli Jesboama (Luciano Galleani), Crisogenon (Raffaele Nardini), Abeon (Donato Pace) e inviata dallo stesso Galleani anche a Cajetel (Giacomo Borracci).>> Eccovela: "ISIDE, ASTARTE, MADONNA, sono il grande passivo universale. Il SOLE, APOLLO, MICHAEL, AMMON, sono il centro a cui fan capo tutte le Marie universe, centro solare, volitivo, maschio.

Ogni corpo umano (saturno) contiene un'anima passiva (luna + mercurio) ed un principio volitivo (sole). Pi basso l'uomo, pi i due principi restano legati insieme ed incapaci di separarsi. Pi l'uomo progredito, pi il primo elemento pu risalire al mondo delle cause, centro passivo universale, mondo dei poteri (perch ottiene quello che vuole) e mondo di luce (perch pu sapere ed apprendere tutto). Quest'anima (luna + mercurio) pu generare ogni miracolo apparente, se arriva alla Miriam universale (dico miracolo apparente non reale perch ottenere un effetto, seguendo la legge delle cause. non un miracolo, ma un esperimento di pratica scientifica e magica). Per far questo deve diventare facilmente astraibile - cio esteriorizzabile - e per diventare tale deve assomigliare per struttura al mondo delle cause, cio alla Miriam o Utero Passivo universale, dove convergono tutte le Marie umane. Riferendoci ai quattro elementi universali, possiamo dire con l'antico simbolismo: 1 - FUOCO (piromanzia) nell'uomo la causa generatrice, e prima mente. Intelletto, Volont. l'Io superiore da cui venuto il concetto del Dio Unico, salendo dal microcosmo al macrocosmo. 2 - ARIA (eteromanzia, aeromanzia, magia celeste) nell'uomo lo spirito umano o efflatus o spirito vitale, quindi Parola e Vita. 3 - ACQUA (idromanzia, magia lunare) nell'uomo il mondo delle idee in gestazione di realizzarsi o no. Magnetismo. 4 - TERRA (geomanzia) nell'uomo il regno del sensibile, cio i cinque sensi fisici e le sensazioni conseguenti. Questi quattro gradi alchimici della magia rappresentano il quaternario della Qabalah di cui composto il nome di Jeve o Jeovah (hwhy): azione di volont assoluta e determinativa o divina (FUOCO) che agisce per mezzo della parola (ARIA) sugli spiriti umani o spiriti delle cose per mezzo del corpo lunare o magnete (ACQUA) sulle idee umane per mezzo dei sensi sulle cose terrene tutte (TERRA). Il concetto dell'universo in magia analogico al concetto dell'unit Uomo. un organismo che funziona con leggi meccaniche e matematiche. come il corpo umano con le leggi della vita animale. Cos concepito l'universo diventa un meccanismo inesorabile nel suo movimento esteriore, come li corpo umano deve inesorabilmente ubbidire alle leggi della materia di cui composto. Gli Ebrei questo concetto di inesorabilit lo determinarono nel Tetragrammaton Impulso reazione, ritorno impulsivo reazione Infatti ogni movimento meccanico compreso nel primo binario; ed ogni continuit nel secondo. Nel corpo umano l'impulso volitivo vitale, il suo contrario o spirito, forza vitale, reazione, movimento degli organi. L'insieme di questo congegno universo la Vita: VITA NUN fatale nel meccanismo VITA EA intelligente come causa NUN-EA il dio fatale perch non viola la legge, e giusto perch causa dell'equilibrio ed equilibrio per se stesso. Dio intelligente, perch liberamente modificabile nelle reazioni dei suoi prodotti parziali od organi. NUN-Fatalit, in alto come in basso. Nell'ordine astronomico, negli uomini, nei vegetali, nei minerali. EA-Intelligenza, in alto come in basso, relativamente alla coscienza delle funzioni. All'uomo sfugge il meccanismo mentale delle cose create pi in grande e pi in piccolo. Darwin avrebbe potuto estendere la legge della selezione ai mondi inferiori o superiori a noi. Solamente nelle condizioni di adattamento alla vita bisogna includervi l'intelligenza come fattore libero e la volont come elemento di condizione. Il Ternario universale si intende magicamente: NUN-EA-ISIDE MIRIAM > JEOVA realizzante ASTARTE Questo sarebbe un Tetragrammaton superiore alla potest quaternaria del Jeova ebraico, per cui gli Ebrei non riconobbero come elemento religioso le Marie o Iside o Astarte. Considerando che in alto come in basso, il maschio rappresenta l'attivo e l'intelletto volitivo, e la femmina la generatrice passiva, si comprende il simbolo di una zona che risiede tra il mondo delle cause, volitivo, e degli effetti generanti, una zona femminile, muliebre, nutriente e realizzante che si chiamata Iside, Astarte, Adda-Nari, Miriam, secondo le religioni diverse. Questo il mondo delle cause. Magia Alchimica degli effetti La divinit universale, conce l'uomo in particolare, si considera o come androgena o come bina. Cio o come individuo contenente i due sessi in s o come un corpo con due anime di sesso diverso. I neoplatonici italiani appartennero a questa seconda scuola simbolica. Beatrice, Laura, Fiammetta, sono prodotti di questo concetto del bino in un corpo solo. L'Asino di Apuleio resterebbe sempre asino se non intuisse e divorasse la Rosa, vale a dire non si unisse coscientemente alla sua Iside, perch tutti gli uomini hanno la loro Maria o Iside particolare e non la conoscono perch non vedono e non sentono la parte femminile della loro unit, trasformatrice e nutrice realizzante della volont umana. Questa Maria di ogni uomo ha, secondo il grado di sviluppo, potere rudimentale o immenso. Pu essere amorfa al punto di non impressionarsi dei segni e dei suoni esteriori, e pu acquistare la forma angelica da montare e discendere dal Mondo delle Cause. Fare la magia per mezzo della Maria di un individuo vivente, significa sostituirsi all'Io di questa persona ed imporre la propria volont alla Maria altrui e aspettarne la realizzazione. Questa, comunemente, si ottiene con l'ipnotizzazione o magnetismo, ma magia condannata

esclusivamente come adultera poich tutto adulterio spirituale, per modo di dire, ma il sostituirsi allo sposo legittimo, per ingravidare la sposa legittima di un'idea corruzione di volont. Ecco perch, in nessun caso e neanche nelle infermit, noi ricorriamo a questi mezzi che sono gli unici di cui dispongono gli stregoni veri e falsi di piazza. magia di servit obbligare la Maria di una persona a compiere un dato fatto, quantunque il potere di qualunque Maria, sotto l'ordine potente di un osiriaco pu raggiungere un grado illimitato. Ammesso che un uomo si proferisse volontariamente a compiere cosa qualunque con la Maria propria, come avviene tra iniziati e iniziabili, questo praticamente sempre rifiutabile in tutte le applicazioni particolari ed in operazioni a scopi determinati e noti; poich il carattere specifico di ogni Maria modificabile dal potere volitivo dello stesso soggetto che volontariamente si accinto a volere una realizzazione qualunque, e comech a noi non permesso di annullare nessuna volont libera, neanche degli inferiori volontari, ne consegue quasi sempre la non riuscita della cosa proposta, con l'aggravante di reazioni psichiche che cadono sull'operatore osirideo in maggior parte. Mi dilungo a proposito su questo primo argomento di Maria iniziale, perch quello da cui tutti cominciano come dal pi semplice; e a volta a volta, compaiono nella storia periodi in cui sorgono scuole di magia, basate interamente sulla probabilit di servirsi delle Marie altrui per fini generali e particolari. Ed facile capire la ragione di questa preferenza, poich pi difficile - molto difficile - persuadersi con coscienza che in noi abbiamo una parte femmina che obbedisce alla nostra volont in tutto e per tutto, mentre molto facile vedere in un altro uomo o altra donna un'anima che per magnetismo e simpatia si mette a nostra disposizione. Ieri ed oggi in Francia ed in Inghilterra ed in Germania ed in America (qualcuno anche in Italia) fa dei tentativi di magia isiaca servendosi di questo mezzo semplicissimo. Classico nel genere fu nel secolo scorso lo sperimentalismo del Cahagnet, un quasi swedemborghismo, la cui pratica si riduceva a questo: "prendete un soggetto sensibile, ponetelo a sedere dinanzi ad un vaso d'acqua (o una caraffa sul genere di quella di Cagliostro) poi poggiate la vostra destra sul suo capo e pregate lo spirito o angelo custode del soggetto (Maria) che gli faccia vedere la determinata cosa". La superficie lucida generava uno stato di prima ipnosi, dico ipnosi, e si manifestava la veggenza. Basta leggere i 32 volumi del Cahagnet di comunicazioni per formarsi un'idea esatta delle visioni e delle comunicazioni dei soggetti. Vero spiritismo medianico occidentale, dove se ne vede di ogni colore. Ma questi seguaci di Alfonso Cahagnet si limitavano e si limitano ancora alle comunicazioni, mentre altri, come una piccola sinagoga di Lione, invece di fare lo spiritismo o la telepatia, fanno addirittura della magia rudimentale e della stregoneria. Essi operano cos: il capo della sinagoga celebra in olocausto di amore, una specie di messa nera, senza sangue di fanciulli sgozzati; e mentre il Baiis (cos chiamano il capo) arriva ad una consacrazione fantastica con un rituale pi fantastico, fratelli e sorelle dell'uditorio si danno ad un'orgia che nel momento del suo diapason assorbe il comando del Baiis: il tale uomo deve perire, oppure il tale ammalato deve guarire. Il risultato in questo caso 80 volte su 100 efficace. perch si rivolge alle Marie singole di 100 persone per esempio, di cui 30 bastano a portare a termine un'operazione: ma se per ottenere questo risultato bastasse un'anima sola, si vede ad occhi chiusi l'inutilit dell'osceno conciliabolo per ottenere cosa che anche di breve portata. Sennonch bisogna anche riflettere che questi Baiis si indirizzano nei loro comandi alla Maria collettiva di 100 passivi, e fanno quindi un'astrazione fantasiosa, come il loro rituale. Il risultato di queste operazioni fatte su soggetti sensibili o volontari aleatorio perch qualunque passione umana del soggetto pu influire sulla propria Maria e modificare gli accessi al fine determinato. P.E.: la gelosia, l'avarizia, la libidine, l'antipatia, l'odio che molte volte si sviluppa per reazione; tutto questo pu modificare la Maria che sta svolgendo una missione, e ho detto che il pensare che noi abbiamo tutto in noi stessi molto difficile. E si sono trovati praticamente diversi mezzi per rendere concreta in noi l'idea. Cito alcuni esempi: 1 - Noi abbiamo a noi vicino un angelo custode (Cristianesimo) 2 - Noi abbiamo un Genio (paganesimo greco) 3 - Noi possediamo un demonio consigliere (Asuf dei Babilonesi) 4 - Noi abbiamo uno spirito di un'amante al di l che ci consiglia ed aiuta in questa vita (Fate) 5 - Noi siamo amati da un'Eone, che tutto ci porta e ci suggerisce (Manicheismo) 6 - Noi siamo aiutati dagli spiriti dei morti che ci suggeriscono e ci guidano (Spiritismo). In verit e per la santa verit della legge, noi non siamo che Uno nell'Universo. Siamo noi stessi. Non comandiamo forse alla mano di stringere? Cos comandiamo alla nostra Maria di fare, di dire e di riportare. Perci siamo tutti fratelli perch beviamo tutti alla stessa fonte Universale. La nostra Maria in noi una sposa, fuor di noi un angelo: corre al mondo delle cause e si abbevera nella luce di Miriam, dove convengono tutte le Marie universali. E come non siamo che una cosa, e un'unit androgina, cos non esiste che un solo mezzo osirideo che conduce direttamente al fine e questo l'Arcano dell'Alchimia. Quante fatiche, quante ricerche, quante trepidazioni, quanti momenti di ribellioni contro il vostro iniziatore nei momenti di sconforto, e di questo me ne sarete grati tra breve che potr farvi sedere alla mia destra come arrivati alla vetta dell'Ararat. Quanti inviti a parlare eppure non me ne sarete grati domani, comprendendo che a voi ho parlato rompendo il silenzio pi male che bene. Intanto riflettete perch mi rivolgo a voi che avete lavorato lunghi mesi il mercurio degli Di e leggetemi. Il lavoro lungo e penoso di Ercole volge o volto al termine. Le continue imbibizioni saturniane vi hanno diviso, come nell'uovo della gallina, in un tuorlo ed in un bianco albume che il guscio bianco racchiude. Ora tempo di provare, e dove voi non credete di essere giunti, siete giunti. Sa forse l'uovo che si mette sotto una chioccia che schiuder un pulcino? Cos non sapete voi che la vostra Maria non attende che una preparazione aleatoria e breve perch si

muova? Qual' questa operazione? Il modo di servirsene? Diversamente rester in eterno nello stato virtuale e non voler mai. Qual' questo modo di servirsene? Eccovi: ossidare il mercurio, accoppiandolo ad un altro corpo volgare che costa pochi centesimi e di non difficile rinvenimento. Questo corpo volgare, che di fronte al vostro mercurio fa opera di maschio, non aspettate che io ve lo dica, perch mille volte ve l'ho ripetuto e poi continuamente, in mille occasioni ed in mille guise, sempre lo stesso. E' un corpo satumiano anch'esso, viene emesso da profonda miniera, come il latte che si spreme dalle mammelle della vacca. E conserva il carattere di un minerale, cos come si vede grezzo in natura; pietra dicevano argutamente gli alchimisti, che ne scrissero a lungo, eppure e un vegetabile, poich alla vita vegetativa non ripugna. Or se lo avete capito o se lo andate a comprare questo ingrediente, badate che il modo di prepararlo circondato da moltissimi misteri da tutti i classici. Deve dividersi, purificarsi della parte inutile, deve essere preparato di un calore esterno che lo metta nelle stesse condizioni di calore del mercurio in elaborazione e nell' Athanr, e quindi deve essere, nel buio pi assoluto, messo al centro del fornello a continuit di calore. Ripeti da 1 a 9, al massimo 10, e poi aspetta e vedrai che dalla fiamma e calore del forno schiudersi l'Araba Fenice, l'Uccello strano e raro della favola che esce dalla fiamma cio dalla cottura. Questo arcano, praticato, segna il principio della fine e del primo maestrato. A questo uccello, quando ancora in embrione date l'impulso di una prima missione: se sar nero come il corvo, uscito dall'arca non torner pi. Se bianco, come colomba, porter il ramoscello d'ulivo per annunziare che la pace fatta con le anime dei tuoi morti. Allora ripeti un numero da 3 a 6 e una seconda missione compiuta, ripeti ancora da 2 a 3 ed una terza missione diventa fatto; e poi ti basta ogni volta fino al momento che l'Araba Fenice diventata adulta non ha bisogno che di sentire la tua voce e si muove. Non compio la mia missione di iniziatore se non avviso i pericoli. I quali predominanti sono due: la paura e l'indeterminazione di ci che si vuole. 1. La Paura. Quando si incomincia, non comincia la paura. Tutto facile e piano. Ma pu avvenire (e non sempre) che dopo la prima, seconda e terza infornata comincia un tale stato di negritudine dello spirito che l'alchimista si sente preso dall'idea della certezza del suicidio. E' una paura cos intensa che arriva a presentarsi sotto la forma pi acuta della demenza. "Qui si parr la tua nobilitate": prosegui impavido. 2. L'indeterminazione della volont. Se non hai l'idea concreta, l'uccello non obbedisce. Ricordati che quando nasce il bambino ignorante, tu lo devi educare ed istruire, come si fa appunto coi bambini. Idee semplicissime prima, poi pi complesse, poi complessissime. Resta ad avvisarti di un fatto che tu potresti fraintendere: nell'operare, la prima volta sia separata dalla seconda in tempo eguale alla terza e dalla terza, dalla quarta e cos fino alla nona o alla decima. Pensa che io non ti segno il tempo tra la prima e la seconda che eguale ai tempi successivi, perch questo intervallo pu essere a tuo beneplacito accorciato o allungato dalle 12 ore alle 72 e pi. N basta. Rifletti che il miracolo si compie nel silenzio di morte. Non parlare, se no l'uccello non obbedisce. D ci che vuoi all'uccello, ma al mondo dei profani non dire n ci che vuoi, ci che pensi, ci che fai, ci che vuoi fare, ci che aspetti. I risultati che puoi ottenere sono di due specie: 1 - modificazioni in te e su te. Spiritualmente e fisicamente. Vuoi renderti invisibile e comunicare col tuo corpo astrale? Vuoi modificare il tuo spirito? Vuoi ascoltare le cose lontane? Vuoi sapere e confermare l'ostia del patto? 2 - fenomeni fuori di te. Conoscenza di cose altrui. Modificazioni delle cose lontane esteriori. Conoscenza delle cose, conoscenza di cose causali, generazione di idee in persone lontane. Visione di persone lontane. Notizie delle anime dei morti. Riconoscimento delle incamazioni, ecc. ecc. Verit intera ti ho detto e sii giusto e segreto; non fare mai il male, ed anche nel fare il bene non costringere mai l'altrui volont, perch anche a scopo di bene la volont altrui sacra. Nizza 30 Giugno 1908 * Abbi nella libert il grande equilibrio del desiderio. Non prevanicare, e pensa che se prevarichi vi un serpente che nasce dal mare (Acqua) ed uccide per sempre l'uccello del Fuoco." Occhi di If: I primi due terzi della precedente lettera non hanno mai dato adito ad interpretazioni erronee; anzi costituiscono una bella sintesi di una buona parte del pensiero di Kremmerz e sono una testimonianza inequivocabile di come egli condannasse ogni abuso della magia. Fincati pubblic solo la fine di questa lettera (da " Intanto riflettete perch mi rivolgo a voi che avete lavorato lunghi mesi il Mercurio degli Di" in avanti ).Tale seconda parte, anch'essa importante per due motivi principali, esattamente opposti a quelli immaginati dai divulgatori della stessa: 1) Essa dimostra che Kremmerz parl di alchimia esclusivamente per simboli, perfino quando aveva a che fare con discepoli che curava direttamente da lungo tempo. La lettera contiene infatti un netto rifiuto di rispondere "fuor dai simboli" alle domande degli allievi. E' perci evidente che, se colui che scrisse il III Libro del Corpus interpret in maniera "fagica" gli insegnamenti del maestro, egli l'unico responsabile della sua interpretazione. 2) La lettera sconfessa anche, apertamente, quegli spermatofagi che, ad un certo punto della loro pratica, mischiano il loro sperma con tuorlo d'uovo non fecondato o con sangue mestruale. Kremmerz dice infatti: "...ossidare il mercurio, accoppiandolo ad un altro corpo volgare che costa pochi centesimi e di non difficile rinvenimento. Questo corpo volgare, che di fronte al vostro mercurio fa opera di maschio, non aspettate che io ve lo dica, perch mille volte ve l'ho ripetuto e poi continuamente, in mille occasioni ed in mille guise, sempre lo stesso." Ebbene potrebbe mai, anche da un punto di vista puramente simbolico, un uovo di gallina o di qualsiasi altro volatile femmina o

l'altrettanto femminile ovulo (peraltro in decomposizione) contenuto nel sangue mestruale "far opera di maschio" nei confronti dello sperma maschile? Dattilo Ideo: Apparentemente cos, ma ci sono molti riferimenti anche in altri autori, come Bardon e Adrien Peladan (fratello del pi famoso Josephine, che scrisse una ANATOMIA OMOLOGICA) i quali alludono ad una "inversione" delle funzioni. Occhi di If: In alchimia prima "la femmina monta sul maschio" (solve), poi il "maschio monta sulla femmina" (coagula). La femmina essendo il mediatore plastico o corpo lunare (e non l'ovulo o il sangue mestruale). Il maschio essendo invece il corpo saturnio nella prima fase e il corpo mercuriale e solare nella seconda (e non lo sperma). Turba Philosophorum: Inoltre l'affermazione di Dattilo Ideo contrasta proprio con quello che dice il III libro, che, come abbiamo visto, parlando del I Assioma Alchimico, non solo non assegna all'uovo il ruolo di maschio, ma lo abbassa al ruolo di "mezzo eccipiente". Nilius: Alle medesime confutazioni delle interpretazioni banali del simbolismo dell'uovo era pervenuto lo stesso Jesboama, come si pu vedere dal 92 punto delle Note Magistrali sul sito: http://www.kremmerz.it/sphci_3_4_quesito_2.html Riguardo alle "imbibizioni saturniane" si pu andare utilmente a quel che dice Frater Petrus sulle "gocce vitali" (vedi oltre in questo stesso quaderno). Quanto poi all'addestramento del "Mercurio Alato", molto vien detto nella seconda parte del saggio di Abraxa "Operazioni Magiche a due Vasi - Lo Sdoppiamento". Tale seconda parte in realt un saggio a s stante, disgiunto dalla prima. Occhi di If: E veniamo a David Gordon White che Dattilo Ideo ed altri citano spesso come se si trattasse di un'autorit esoterica, mentre non lo affatto ed egli stesso lo riconosce. Nell'introduzione de "Il Corpo Alchemico" dice infatti: "E' uno studio accademico quasi completamente avulso da qualsiasi ambito di esperienza mistica personale. Prescindendo da un breve periodo di istruzioni di hatha yoga ricevute a Benares negli anni 1984-85, non ho mai sperimentato qualcosa che possa essere definito come autentica relazione maestro-discepolo". Ed Aggiunge: ".. i rari Nath Siddha che mi diedero l'impressione di essere autentici praticanti dell'hatha yoga insegnato da Gorakhnath chiarivano che sarebbero stati disponibili a svelarmi i loro segreti all'unica condizione di un lungo periodo di discepolato. Essendo un occidentale frettoloso, respinsi questa via, malgrado mi attirasse molto, in favore della ricerca dei testi". Malgrado egli riconosca che: " In tre fondamentali opere alchemiche leggiamo: - n il lignaggio (insegnamenti orali) senza fonti scritte, n le fonti scritte senza lignaggio [sono accettabili]. Consapevole che le fonti scritte vanno congiunte al lignaggio, la persona che cos pratica [l'alchimia] partecipa delle siddhi -. A causa della sua mancanza di una effettiva iniziazione, per ben due volte (cap II, par. 2 ed Epilogo, par. 2 ) egli giunge, nel suo ponderoso studio accademico, di fronte a quella che era la chiave dell'intera materia da lui trattata, ma non la riconosce. Nel par. 2 dell 'Epilogo dice ad es.: "Sembrerebbe che l'impulso sessuale metta i maschi in una situazione impossibile, nella quale si trovano in costante pericolo di perdere il loro seme, un seme che si accumula solo con grande lentezza ed in minuscole quantit mediante il lungo processo di digestione. Secondo la teoria ayurvedica, tale processo si articola in sette fasi, con le quali il cibo ingerito viene gradualmente "bruciato" o raffinato in rasa (chilo), sangue, carne, adipe, osso, midollo e, infine, negli uomini, seme e, nelle donne, sangue uterino o latte materno. Al cibo ingerito dai maschi occorrono ventotto giorni -un mese lunare, lo stesso periodo occorrente al corpo femminile per produrre un ovulo- per trasformarsi in seme. Inoltre, necessaria una quantit prodigiosa di cibo per produrre un singolo grammo di seme... Nell'India moderna tali teorie mediche hanno dato origine ad un interesse, per non dire ossessione, da parte dei maschi verso la ritenzione del seme, nel quale l'accumulo e la conservazione del prodotto finale della digestione, il pi vitale dei fluidi corporei, equivalgono praticamente al mantenimento della salute e all'aspettativa di una lunga vita." A causa della sua mancanza di iniziazione, White dimostra di ignorare le implicazioni esoteriche (relative alla goccia primordiale) di questa teoria ayurvedica e la sua manifesta incapacit di praticare egli stesso la ritenzione lo induce a liquidare il tutto con l'etichetta di "ossessione culturale". Frater Petrus: Se indichiamo con il simbolo dello zolfo l'aspetto trascendente dell'Essere che si incarna e con quello del mercurio quell'insieme di energie fornite dall'ambiente di incarnazione, la "goccia originaria" costituisce il "punto" (scr. bindu) di unione iniziale di zolfo e mercurio. Per quanto riguarda gli esseri umani, questa goccia bipolare, non solo per la suddetta ragione, ma anche perch contiene sia le energie sottili (rosse nella visione interiore) connesse con l'ovulo materno, sia le energie sottili (bianche nella visione interiore) connesse con lo spermatozoo paterno. Sono queste energie che guidano il DNA a replicare e a differenziare opportunamente le cellule, per la progressiva formazione del corpo del nascituro. Dopo la nascita, i principi nutritivi grossolani e sottili immessi dall'esterno contribuiscono allo sviluppo dell'organismo grossolano e sottile del fanciullo. Se le unit prenatali di vitalit sono in totale 24 (12 ereditate dalla madre e 12 dal padre, ognuna in connessione simbolica con i segni zodiacali), si dice che le unit ottenute nei primi quindici anni di vita da Cielo (Zolfo come volont di vita) e Terra (Mercurio come sostanza-energia ambientale) sono 360 (12x15 dal cielo e 12x15 dalla terra), per un totale complessivo, se non vi sono sprechi, di 384 unit di vitalit, a disposizione gi durante il sedicesimo anno. Che fine ha fatto la "goccia originaria" dopo la fase iniziale del concepimento? Al "centro" sottile del cuore (che ha corrispondenza, nel corpo grossolano, con l'area tra la sesta e la settima vertebra toracica, contando dall'alto) vi un "nodo" formato dai canali sottili di destra e di sinistra che savvolgono attorno a quello centrale; al centro di questo nodo, e perci allinterno del canale centrale, vi una piccolissima "vena" (detta "vena della vita") e al suo interno rimane, fino al momento della morte, la "goccia originaria". Nel simbolismo ermetico, la "goccia" (che il vero cuore di tutto l'essere umano incarnato) e il nodo dei canali sottili che l'avvolge sono complessivamente rappresentati dal simbolo del "cuore (o del sole) cinto da un serpente". La volont di vita (1) fa s che, pur rimanendo sempre la goccia all'interno della vena della vita, essa effonda di continuo le unit di vitalit di cui abbiamo parlato

(2), per mantenere vivo e sano l'intero organismo, ma anche per dotare di vitalit gli spermatozoi nell'uomo e gli ovuli nella donna. (1) Che abbiamo visto essere uno degli aspetti dello "Zolfo". (2) Complessivamente dette "fluido rigeneratore" e aventi corrispondenza psicosomatica principalmente con l'azione ormonale e dei neurotrasmettitori. Nella prima fase della vita, il fluido rigeneratore ha come conpito principale quello di regolare la crescita dell'organismo giovane. Tuttavia, sia pur in minor misura, una parte gi devoluta all'aspetto sessuo-genitale del'essere umano. Gi in epoca fetale ad es. si registrano negli organismi maschili (nei quali l'evento pi evidente) fenomeni di erezione, analoghi a quelle erezioni spontanee notturne, che si mantengono per gran parte della vita successiva. Il periodo puberale uno dei pi problematici, perch il flusso del fluido generatore va gradualmente modificandosi: va cio diminuendo quello devoluto alla crescita, che finisce con il limitarsi al mantenimento della salute, e aumenta decisamente quello devoluto all'aspetto sessuo-genitale. In certe specie animali questa devoluzione cos totale che gli individui adulti muoiono una volta terminato il periodo di riproduzione. Come abbiamo gi detto, negli esseri umani, a sedici anni, il fluido rigeneratore completo e tale rimarrebbe se non vi fossero dissipazioni. Le pi cospicue sono quelle inerenti all'attivit sessuale. Infatti questa, se compiuta nel modo abituale, dissipa il fluido rigeneratore pi rapidamente di quanto la nutrizione non lo riproduca. D'altro canto, la semplice castit non risolve il problema, perch vero che il fluido rigeneratore non sprecato, ma altrettanto vero che, se si lascia fare alla "natura", essa si limita (nella misura in cui glielo permettono cause esogene ed endogene) ad un certo mantenimento della salute. Prova ne che monaci e suore, non praticanti l'alchimia, non vivono certo pi degli altri esseri umani, n con minori malattie, appunto per il suddetto motivo. Perci all'alchimista non rimangono che le seguenti possibilit: a) Intercettare il fluido rigeneratore, mentre viene devoluto all'apparato sessuo-genitale, e dirottarlo alla rigenerazione dell'organismo. b) Senza intervenire sulla sfera sessuale, accrescere per via artificiale la quantit di fluido rigeneratore deputata alla salute dell'organismo. L'intercettazione del fluido pu avvenire in due occasioni: a1) quando esso perviene all'apparato sessuo-genitale in condizioni di quiete: ci normalmente si verifica durante la notte, manifestandosi nelle suddette erezioni spontanee, che possono constatarsi anche durante lunghe pratiche meditative o di preghiera; a2) durante un'attivit sessuale vera e propria, condotta in modo da evitare il comune orgasmo e perci preservare e dirottare, ad es. attraverso opportune visualizzazioni, il fluido rigeneratore. Una variante erronea consiste nell'espellere il fluido assieme alle secrezioni sessuali, che vengono poi ingerite sperando cos di reintegrare anche il fluido. Il che non si verifica perch, come ha gi indicato Occhi di If, le secrezioni sessuali vengono trattate dal nostro organismo come qualunque altro cibo e perci solo una parte piccolissima del fluido espulso ritorna ad essere fluido rigeneratore. Anche l'accrescimento artificiale della parte di fluido devoluta alla salute pu avvenire in due maniere: b1) si pu provocare l'emanazione del fluido rigeneratore, ricorrendo direttamente alla volont di vita, veicolata da opportune forme di concentrazione o meditazione (metodo detto dell'elisir interno); b2) si pu provocare l'emanazione del fluido rigeneratore, mediante l'assunzione di opportuni farmaci (metodo dell'elisir esterno). Tra i quattro metodi indicati, il b1 superiore a tutti gli altri, perch, basandosi sulla sola cosciente assunzione della volont di vita, indipendente da condizioni interne o esterne. Tuttavia, non a tutti pu convenire iniziare con esso. Ad es. una persona dotata di una notevole carica sessuale, oppure una persona sposata, probabilmente all'inizio trover pi acconcio alle sue condizioni il metodo a2. Il metodo a1 sar apprezzato ad es. da molti monaci, anche perch potr forse risolvere un loro problema frequente: quello delle polluzioni notturne involontarie. Il metodo b2, sul quale focalizza i propri sforzi la scienza farmaceutica di ogni tempo, invece, in genere, il pi problematico, perch non facilmente tramandabile: cio a dire, un elisir esterno valido in un certo periodo (come lo fu il Soma citato nei Veda) pu non esserlo pi in epoche successive, a causa del modificarsi delle condizioni psicofisiche umane. Per comprendere meglio questo fenomeno, si pensi per analogia ai fenomeni di "servaggio" spinto nei confronti delle droghe, che si registra ai giorni nostri, mentre in altre epoche le stesse sostanze agivano anche in quantit pi ridotte e con minori fenomeni di dipendenza. Il 12, nell'ambito di questa come di altre dottrine tradizionali, ha sicuramente un significato simbolico, che per duplice: qualitativo e quantitativo. Da un punto di vista qualitativo, che il principale, il numero 12 indica l'azione del fluido rigeneratore nei dodici "microcieli" o distretti sottili dell'organismo umano. Tradizionalmente essi sono simboleggiati dai 12 segni dello zodiaco, proiettati lungo l'asse verticale del corpo umano, secondo la sequenza: ARIETE: testa. TORO: collo, gola. GEMELLI: spalle, braccia, mani. CANCRO: petto, seno, stomaco. LEONE: cuore, tratto toracico della schiena. VERGINE: ventre, intestino. BILANCIA: reni, vescica, lombi. SCORPIONE: organi genitali interni ed esterni, SAGITTARIO: cosce, femore, anche.

CAPRICORNO: ginocchia. ACQUARIO: caviglie. PESCI: piedi. Il numero 12 appare raddoppiato (paterno-materno, celeste-terrestre), oltre che per la diversa origine del fluido, perch ogni microcielo ha un lato destro ("maschile") e uno sinistro ("femminile"). Da un punto di vista quantitativo, il 12 raddoppiato esprime l'equivalenza del fluido rigeneratore prenatale con quello acquisito in ciascuno dei primi 15 anni di vita. Occhi di If: Ci che David Gordon White, nonostante i suoi ponderosi ma profani studi, non riesce a comprendere era invece perfettamente noto a G. Kremmerz, come si pu dedurre da questa sua lettera sulla castit, dove questo termine deve essere inteso nel senso lato di "non eiaculazione": "Questo foglio riservato ai fratelli da precludere alle sorelle e si intende poi riservatissimo per i profani L'elaborazione dello sperma funzione nervosa, cio la distillazione del liquido seminale o semenza di vita fatta nell'organismo per azione dei centri nervosi. Infatti lo stato di eccitazione nervosa attiva questa distillazione rifornendo prontamente i vasi spermatici del seme gi emesso per eiaculazione. Ci spiega come, ripetendosi l'atto amoroso producente l'emissione dello sperma, si trovano a essere ripieni i vasi precedentemente svuotati. Fisiologicamente. l'emissione del seme produce una denutrizione nervosa, cosicch l'individuo, dopo l'atto eiaculatorio, abitualmente preso dal bisogno di dormire. Lo stato di castit produce invece il riassorbimento del seme, elaborato e non emesso, il quale costituisce cos una nutrizione nervosa e quindi psichica. Per intendere pi chiaramente, bisogna considerare che ci che chiamiamo cor:po lunare. non una sostanza omogenea penetrante il corpo tangibile: ma agglomerato di materia nervea di densit diversa dal corpo saturniano al corpo mercuriale. Anche il corpo saturniano fatto di sostanza pi o meno grossolana, dalla sostanza cornea alla sostanza grigia del cervello. Cos il cor:po lunare si estende dal sistema nervoso anatomicamente visibile che ne lo scheletro, fino alla parte pi sottile. La funzione di amore sessuale comprende un'elaborazione del seme ed una proiezione di esso nell'atto coitale. La prima distillazione nervosa, naturale, delle sostanze che rappresentano la fioritura del corpo fisico vivente, distillazione attivata dallo stato di eccitazione amorosa. La seconda fermento nervoso interno naturale, o azione periferica sopra una parte tangibile del sistema nervoso, comunicantesi alla parte sottile: oppure anche azione psichica soggettiva esterna sulla parte invisibile, agente poi sui centri nervosi ed interessante tutto il corpo materiale. Dunque, l'atto coitale per l'individuo comporta una perdita di energia psichica e fisica. Per nell'atto amoroso avviene una compenetrazione dei corpi lunari dei coitanti ed uno scambio attivissimo specie nel momento critico della polluzione. Mentre ci potrebbe riparare per compensazione le perdite subite nell'atto, anche cosa pericolosa per le appestature di ogni genere che si possono contrarre venendo a contatto con un elemento impuro. Questo ti faccia tenere gli occhi aperti nella pratica della vita. Giuliano Kremmerz" Tarquinio Prisco: Se qualcuno dell'ambiente kremmerziano mise per iscritto, nel III Libro del Corpus, la sua erronea interpretazione, c' da aspettarsi che taluni lo abbiano seguito. Occhi di If: L'edizione del Corpus Philosophorum Totius Magiae, dovuta al "gruppo Agape", contiene, di seguito al terzo libro, delle "Istruzioni Pratiche", nelle quali si raccomandano pratiche spermatofagiche per gli uomini e menstruofagiche per le donne. Tali istruzioni pratiche sono firmate Lehahiah, ieronimo di Carlo Coraggia, uno dei fondatori (nel 1945) della loggia massonica ANKH di "ispirazione kremmerziana" e successivamente delle edizioni CEUR. Mentre lasciamo a suoi eventuali discepoli il compito di confermare o negare l'autenticit di tali istruzioni, ci limitiamo a mettere in evidenza come, attualmente, la S.P.H.C.I. FR+ TM+ DI MIRIAM napoletana, recensendo talune opere relative a Kremmerz, curi di prender bene le distanze dal suddetto Lehahiah e dal suo ambiente. Ecco talune tra tali recensioni, ritrovabili anche sul sito http://www.elissa.net : 1974/1975 - Edizioni Mediterranee - Roma: "La scienza dei Magi di Giuliano Kremmerz" Volumi I - II - III (N.B. si consiglia di non tener conto, collegandoli alla Schola di Kremmerz, delle introduzioni a firma Lehahiah e dei riferimenti a C.E.U.R) 1976 - Edizioni Mediterranee - Roma: "La Scienza dei Magi - Dizionario dei Termini Ermetici dell'Opera Omnia di Giuliano Kremmerz a cura di Ugo Danilo Cisaria" Volume IV. Nella seconda di sopracoperta di questo volume si legge: "Il presente Dizionario, opera di un valente studioso di Ermetismo, completa ed arricchisce la nuova edizione dell'Opera Omnia di Giuliano Kremmerz, fornendo al lettore, elencati in ordinata successione alfabetica, i punti essenziali dell'insegnamento kremmerziano. Esso pertanto, pur presupponendo la indispensabile lettura delle opere del maestro, ne fornisce una preziosa sintesi, utilissima sia alla comprensione che alla memoria dello studioso. Si pu dunque senz'altro affermare che, con il Dizionario, il generoso sforzo intrapreso dal Kremmerz di rendere intelligibile la Scienza dei Magi, stato ulteriormente portato avanti nello stesso spirito di carit che anim la vita e l'opera del maestro". Alla breve"Premessa" segue la pomposa "Introduzione" del curatore Ugo Danilo Cisaria ( il valente studioso di Ermetismo!) che d fiato alle "trombe d'oro della Verit Unica" (la sua , ovviamente!) con tutto uno sproloquio di lodi apparentemente rivolte al Kremmerz e alla Sua Schola, ma realmente tendenti a dirottare, verso l'organismo suo di appartenenza (C.E.U.R.) con indirizzo in calce, quei "Puri e Innocenti", spesso alfine gabbati e contenti, alla ricerca di un'iniziazione ortodossa alla Scola del Kremmerz e portati invece ad aderire (soprattutto i pi giovani, addirittura per circa un ventennio!) a una struttura irregolare e spuria, senza collegamento iniziatico con la tradizione ortodossa trasfusa dal Kremmerz esclusivamente nella S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam, e miseramente sprofondata nel "nulla" in seguito alla morte del suo ideatore il (sedicente Lehahiah). Sulla base di questi presupposti, il volume in oggetto rimane frutto di un'interpretazione esclusivamente soggettiva della

logologia kremmerziano-miriamica e in tal senso va considerata mutila e priva di quel lievito o seme iniziatico profuso dal Maestro nelle Sue opere. La sua utilit va quindi ridimensionata a una consultazione prudente e critica cui far seguire, intelligentemente, il riscontro approfondito dei singoli termini del Kremmerz citati, non trascurando di valutarli senza estrapolarli dal contesto (capitolo, opera, note, datazione ecc.) di cui sono parte integrata e integrante. Va inoltre sottolineato che Ugo Danilo Cisaria, estensore di questo volume, non mai stato un iscritto regolare e operante della S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam fondata da Giuliano Kremmerz, n risulta appartenente ad altro Ordine Iniziatico collegato alla Stessa Schola e indi dalla Stessa riconosciuto. 1982 - Edizioni Mediterranee - Roma: Giuliano Kremmerz "La Porta Ermetica" - La scienza "diversa": collana diretta da Ferdinando Picchi. studiosi tutti appartenenti al gruppo C.E.U.R. di Roma e la stessa pubblicazione dedicata alla memoria di "Lehahiah" ideatore e guida del suddetto gruppo. Per quanto detti scritti e commenti siano improntati allo studio delle opere e dell'insegnamento del Kremmerz, vengono per filtrati attraverso la visuale "ceuriana" dei loro autori e, discostandosi ampiamente dalla tradizione ortodossa trasmessa dal Maestro nella Sua Schola, possono indurre il lettore in facili fraintendimenti ed erronee considerazioni sia sui concetti ermetici sia sui contenuti "iniziatici" del Suo messaggio pro-salute populi. 1986 - Axis Mundi - Paris: Giuliano Kremmerz "Introduction a la Science Hermtique". Quest'opera propone, liberamente tradotto in lingua francese, "Il mondo secreto" e sarebbe stata "consigliata e autorizzata" dal Dott. Aleandro Tommasi esponente all'epoca del C.E.U.R. di Roma. L'introduzione di Jean-Pierre Giudicelli, che si firma "Prsident de L'Acadmie Giuliano Kremmerz (Section Franaise de la Myriam)" collegata al C.E.U.R. di Roma, e la Prefazione a firma Lehahiah (gi apparsa nell'edizione italiana del 1974 vol. I de "La Scienza dei Magi" delle Mediterranee) hanno senz'altro contribuito a dirottare verso associazioni pseudo miriamiche, irregolari e spurie, molti studiosi d'oltralpe. Va riconosciuto per agli editori, il merito di aver consentito la divulgazione in altra lingua della magistrale figura di Giuliano Kremmerz." Turba Philosophorum: La suddetta S.P.H.C.I. FR+ TM+ DI MIRIAM napoletana prende le distanze anche da Del Guercio, come si pu notare in quest'altra recensione: 2000 - Edizioni Rebis - Viareggio: A. Verniero "Giuliano Kremmerz e la sua Scuola Iniziatica" Con una raccolta di rare fotografie del Maestro - a cura di Pier Luca Pierini R. Un'altra biografia del Kremmerz giunta nelle mani dell'editore dopo svariati passaggi di mano. Risalirebbe pressappoco al 1945 e parrebbe stilata, con lo pseudonimo di A. Verniero, dal fiorentino Alfonso Del Guercio, noto agli ambienti paraesoterici del tempo e, per una breve parentesi (1947/49), segretario dell'allora Delegato Generale della S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam Domenico Lombardi (Benno). In realt, pi che una biografia, il volume appare come una ricerca investigativa sul personaggio Ciro Formisano-Kremmerz, sulle sue attivit lavorative, sulle sue occasionali relazioni, sui suoi viaggi, sui suoi averi, e su tutto quanto "non pu importare di meno" a studiosi seri della personalit magistrale del Kremmerz. Se le altre biografie pi sopra recensite stuzzicano la curiosit e, alimentando il pettegolezzo, suscitano ilarit, questa persino fastidiosa da leggere per l'arrogante tono di relazione inquisitoria che la caratterizza. Non fa meraviglia, pertanto, che sia rimasta in qualche cassetto per oltre mezzo secolo e nessun "kremmerziano" autentico, o anche lontano discepolo della Schola del Kremmerz, si sia sognato mai di darla alle stampe! In relazione poi a "l'importanza storica di questo documento" evidenziata nell'Introduzione, va sottolineato che il concetto di "Storia", soprattutto per chi ha la pretesa di redigere quella altrui, rientra in precisi canoni che conducono inesorabilmente alle "fonti" pi originarie e autentiche, che, nello specifico caso di Giuliano Kremmerz sono esclusivamente quelle, scritte e orali, transitate nella Sua Schola ortodossa, custodite nei suoi archivi o trasmesse, da bocca a orecchio, dai Maestri che Gli sono succeduti nella direzione della Stessa. Ci sembra perci doveroso avvertire i lettori di questo volume di mantenersi critici e distaccati nei confronti di chi, ed il caso di Del Guercio (alias A. Verniero), trad a suo tempo la fiducia del Maestro Benno (Domenico Lombardi), designato dallo Stesso Kremmerz, alla dirigenza della Schola. Inoltre, la "collaborazione" della "Band" di amici ringraziati dall'editore, ha il sapore pi di una "marachella di bimbi", che di un contributo "insostituibile" (sic!) all'inattaccabile correttezza umana e iniziatica dell'Aureo Maestro. Bella invece la raccolta delle foto del Kremmerz pubblicate in Appendice, l'unico vero documento storico che questo volume pu vantare, ma gi tutte presenti (alcune in originale) negli archivi della S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam e pi volte pubblicate nei libri dalla Stessa patrocinati. E' poi da notare che persone "vicine" al C.E.U.R., come P. Stroppa e Usarcaf, hanno scritto opere che sembrano riecheggiare lo pseudo-corpus. Sol: Dal Kybalion (Biblioteca Episteme): " VII - IL PRINCIPIO DEL GENERE: Il genere si manifesta in ogni cosa e su tutti i piani; ogni cosa ha il suo principio maschile e femminile . IL KYBALION Scopriamo ora, che in ogni cosa un genere: ovunque troviamo il maschile o il femminile. Tutto questo vale, oltre che per il piano fisico, anche per quello mentale o spirituale. Quanto al piano fisico, il principio ha la sua evidenza nel SESSO, mentre nei superiori, pur assumendo forme pi alte, rimane invariato. Non c' possibilit di creazione fisica, mentale o spirituale senza l'applicazione di questo principio. Comprenderlo significa dare un raggio di luce ad argomenti fino ad ora oscuri alla maggior parte dell'umanit. Esso opera sempre rivolto alla creazione, generazione e rigenerazione. Tutto, cose e persone, sono fondati su questo principio; ogni elemento femminile ne contiene uno maschile e viceversa. In questo grande principio racchiusa la chiave di gran parte dei misteri della vita. Bisogna, a questo punto, soffermare l'attenzione sull'enorme differenza esistente tra questa legge e le basse, infamanti teorie o pratiche, che, munite di denominazioni assurde, non sono altro che la profanazione del nostro grande principio.

Questi dubbi rifacimenti delle antiche forme del fallicismo, vertono alla degenerazione dello spirito, dell'anima, del corpo, e la filosofia ermetica ha sempre cercato di aprire gli occhi sulla fallacia di tali insegnamenti, votati alla dissolutezza, alla perversione, all'inversione dei principi di natura. Qualora foste portati per questa via, lasciate da parte la dottrina ermetica; essa non pu aiutarvi; come per i puri ogni cosa pura, per i perversi ogni cosa tale". Sadescan: "Occhi di If" si soffermato, in modo esauriente, praticamente su ogni aspetto del terzo libro dello pseudo-corpus . Da parte mia ho indicato, nel secondo dialogo, le contraddizioni esistenti tra il primo e il terzo libro, in relazione alla magia sessuale. Aggiungo soltanto che il terzo libro stato scritto con stile diverso da quello dei primi due: non sono stati pi cuciti assieme pezzetti di Kremmerz con pezzi di Del Guercio, ma il contenuto quasi interamente di quest'ultimo. N egli avrebbe potuto fare diversamente, perch il terzo libro in aperto contrasto con tutti gli insegnamenti, relativi alla magia sessuale, forniti sia da Kremmerz, sia da Abraxa. Nel 1949 Lombardi revoc la carica di Segreterio Generale a Del Guercio e questi, rifiutandosi di restituire gli Statuti dell'Ordine Egizio, nonch i vari incartamenti di segreteria, si pose ipso facto fuori della Fratellanza di Miriam. La perdita degli archivi di segreteria rese difficile a Lombardi i contatti diretti con i membri dell'Accademia J.M.K.E. di Firenze, che finirono in gran parte per essere assorbiti in un fantomatico ordine parallelo, conosciuto come Ordine del Mantos, del quale sono noti alcuni documenti, firmati con le iniziali di Del Guercio, (i pi antichi risalgono al 1944). All'epoca della rottura Lombardi-Del Guercio, lo pseudo-corpus era formato solo da tre libri e in tale "edizione" privata venne diffuso, con la solita finta discrezione, anche in ambito non miriamico, allo scopo di "allargare"gli effetti della manovra iniziata a Firenze. I libri successivi al terzo vennero redatti in seguito e hanno ben poca importanza per la nostra analisi. Basandosi, infatti, in massima parte, sulla spermatofagia (ed altre "fagie": menstruofagia, urinofagia etc.) e sulla cosiddetta magia avatarica, essi si pongono automaticamente fuori dell'insegnamento kremmerziano. Alcuni decenni dopo, svariati editori non miriamici decisero di dare alle stampe lo pseudo-corpus, prima in forma assai ridotta e poi via via pi estesa. Nonostante essi non avessero alcuna plausibile prova documentaria e senza aver analizzato accuratamente il testo cos da poterne stabilire l'effettiva paternit, lo attribuirono, chi in buona fede, chi a scopo denigratorio, chi per giustificare con un "ipse dixit" le proprie pratiche aberranti, a Giuliano Kremmerz. Naturalmente poco ci cale che taluni sedicenti ermetisti abbiano forse cercato o cerchino di mettere in pratica (a loro completo rischio e pericolo) i presunti insegnamenti, contenuti nello pseudo-corpus. Essi per, d'ora innanzi, sono pregati di affermare, senza mezzi termini e infingimenti, che sono seguaci di Alfonso Del Guercio e non di Giuliano Kremmerz. Frater Petrus: Come altri ha gi accennato (ad es. nel quaderno "Il Gruppo di Ur") ormai piuttosto noto che, nonostante Caetani fosse un membro dell'O.E., egli non identificabile n con quel N.R. Ottaviano che diede qualche contributo alla rivista Commentarium, n con quel R.P. Ottaviano, che sostitu ad un certo punto Kremmerz in diverse sue funzioni. In un noto sito della S.P.H.C.I. ( http://www.kremmerz.it/sphci_3_3.html ) sono state anche pubblicate foto di due documenti che lo comprovano. Invitiamo il lettore a tenere presente soprattutto il testo delle foto (zoomandole si sgranano un po', ma sono leggibili), oltre al commento che le accompagna, che, probabilmente per riservatezza, un po' sintetico. In testa alla prima foto, tra parentesi, si legge: "Ottaviano Koch ingegnere il proprietario della casa in via 4 Fontane in cui alberga l'Accademia Vergiliana" e poi di seguito "Il Maestro segretario generale dell'O.E. in Roma si firma N.R. Ottaviano e nell'Ottobre 1910 viaggiava a Scurcola Marsicana (... , provincia dell'Aquila). Avvertasi che Ottaviano non il suo vero nome, ma bens un soprannome datogli dagli amici. E' egli il biondo di Pisa che fa capo all'Hotel Prati in Piazza di Castello a Roma". Dunque il documento fornisce il nome completo del personaggio (ingegner Ottaviano Koch). Chiarisce poi perch uno dei suoi articoli apparsi nel Commentarium, e cio "Gnosticismo e Iniziazione", recasse in calce "Da Scurcola Marsicana, 25 Ottobre 1910". Chiarisce infine che il modo di firmarsi nasceva dal fatto che gli amici lo chiamavano semplicemente Ottaviano, che perci non il cognome ma, come indica la parentesi iniziale, il nome. Indica infine che, almeno in quel periodo, si spostava da Pisa a Roma. Il II documento parla invece del maestro R.P. Ottaviano, incaricato dal 1916 di ricevere la corrispondenza degli allievi gi del Kremmerz e che fu nominato nel 1919 segretario generale dell'O.E. ed esport tutto l'archivio dell'ordine prima a Malta e poi a New York dove in quel periodo abitava. Occorre chiedersi se N.R. Ottaviano ed R.P. Ottaviano siano la stessa persona. Il commentatore di quel sito sembra darlo per scontato. Capostipite della famiglia Koch in Italia fu il celebre pittore tirolese Joseph Anton Koch, che nacque a Obergieblen nel 1768. Giunse in Italia nel 1794 e spos, nel 1806, Cassandra Ranaldi (1783-1857) di Olevano Romano, dalla quale ebbe tre figli. Egli mor a Roma nel 1839 nella sua ultima abitazione al Palazzo Galoppi alle Quattro Fontane, che dunque era propriet dei Koch ben prima di ospitare l'Accademia Vergiliana. Joseph Anton Koch sepolto nel cimitero teutonico del Vaticano, all'ombra della cupola della basilica di San Pietro. Sepolta vicino a lui, oltre alla moglie, la primogenita Elena. Ebbe anche due maschi Camillo e Augusto che sposarono, a Roma, due donne della casata dei marchesi Lecce. E' dal terzo genito Augusto Koch (1818-1878), anch'egli pittore, che originano tutti i successivi Koch romani. Augusto ebbe cinque figli, nell'ordine: Gaetano, Clelia, Ottaviano, Virginio ed Ernesto. Sia Gaetano, sia Ottaviano furono architetti ed ingegneri edili. Gaetano (1849-1910) noto soprattutto come "l'architetto Koch". Ha costruito a Roma, spesso con la collaborazione di Ottaviano (1853-1939), una trentina di palazzi, quasi tutti commissionati da famiglie dell'aristocrazia e dell'alta borghesia. Ricordiamo tra essi il palazzo Boncompagni-Ludovisi o "Margherita" ora Ambasciata degli Stati Uniti d'America, in via Vittorio Veneto, la Banca d'Italia in via Nazionale, i due palazzi simmetrici in Piazza della Repubblica, alle Terme di Diocleziano. Famosa anche la "sala Koch" nella vecchia sede della Biblioteca, a Palazzo Madama. L'ingegner Ottaviano Koch (N.R. Ottaviano) del primo documento perci da identificarsi con il fratello minore, spesso collaboratore, di Gaetano. Ottaviano Koch, a sua volta, ebbe tre figli, nell'ordine: Enrica, Ottaviano Armando e Ottaviano Augusto. Il secondo genito, Ottaviano Armando Koch (1888-1979), si dedic alla carriera diplomatica (cessata il 2 Febbraio 1947, quando era ambasciatore). Negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale, venne inviato proprio nelle due sedi indicate dal II documento. R.P. Ottaviano non dunque da identificarsi con N.R. Ottaviano, perch invece ne era il

figlio. Non neghiamo certo che Leone Caetani fosse un membro dell'O.E. ma non vi motivo di attribuirgli documenti che non sono suoi e non sono neppure cos importanti, da giustificare l'accanimento in merito da parte di taluni studiosi. In particolare, non nutriamo dubbi sulla buona fede di Ugo Danilo Cisaria che, in suo sito http://www.ermetismo-kremmerziano.it/Docs/Scritti%20generali/Pensiero%20esoterico%20ita/Codicillo%20ita.htm ha pubblicato estratti, a suo dire, provenienti da tre ben curiosi documenti: certo, per, non riteniamo in buona fede chi ha falsificato quei documenti. Cisaria, probabilmente per l'entusiasmo che gli tipico, ha ingenuamente preso per vere tre lettere: - la prima " indirizzata al Venerabile Gran Maestro SAIRITIS HUS, in data 2 Marzo 1901, firmata L.JESBOAMA e sotto controfirmata Luciano Galleani"; - la seconda una "Lettera del 18 Gennaio 1891 indirizzata al Venerabile Gran Maestro del Gr+Or+Eg+ SAIRITIS HUS (Avv. Giustiniano Lebano) e firmata Suo aff..mo Leone Caetani e N. .R. OTTAVIANO"; - la terza un' "Altra lettera in data 10 Giugno 1905 diretta al Venerabile Gran Maestro SAIRITIS HUS con firma N. R. OTTAVIANO e controfirmata Leone Caetani". Se quei documenti esistono, perch Cisaria non si chiesto, come avrebbe dovuto, che motivo c'era della doppia firma? il ricevente, Giustiniano Lebano, capo dell'O.E., non conosceva perfettamente le identit di chi gli scriveva? e gli scriventi erano cos incauti da mettere una doppia firma che, se la lettera fosse caduta in mano altrui, li avrebbe con certezza identificati? Naturalmente proprio l'identificazione di Caetani con Ottaviano lo scopo del falsario. La lettera di Jesboama, la cui identit non controversa, serve solo a fingere che un comportamento cos assurdo fosse invece abituale, anche per altri membri dell'O.E. Sadescan: Dopo che il nostro Forum ha pubblicato la I e la II ediz. del quaderno Nuovi dialoghi sull'Ermetismo , diversi autori gli hanno fatto eco su vari libri e periodici, anche se alcuni fanno finta ... che sia farina del loro sacco e ... non citano, dimenticandosi che l'onest intellettuale la prima dote di un ermetista. Ad es. Amelio (1) nel saggio La Magia Avatarica (Elixir I- 2005), partito proprio da una osservazione da noi fatta in quelle edizioni, quando argomentavamo che, se le pratiche di trasferenza indicate dall'autore dello pseudo-corpus fossero state realmente di uso abituale nell'O.E., esse avrebbero avuto un loro nome abituale occidentale e non ci sarebbe stato quindi alcun motivo di usare un termine para-teosofico (appunto magia avatarica). Amelio dice infatti: "Prima di procedere oltre, dobbiamo per cercare di rispondere ad una domanda che si pone spontaneamente alla mente: perch il Kremmerz, che normalmente era cos attento ad usare, nel suo magistero, una terminologia in linea con la Tradizione sapienziale classico-mediterranea e caldeo-egizia che egli rappresentava, si sia deciso ad utilizzare, per un tema cos delicato e cruciale della via ermetica, un termine preso in prestito da una Tradizione orientale alquanto diversa e distante." Tuttavia Amelio sembra riferirsi agli scritti autentici di Kremmerz, giacch di quelli apocrifi, come lo pseudo-corpus, dice: "Parimenti, del segreto della 'trasferenza' il Kremmerz non ha lasciato dietro di s che pochi, scarni e del tutto insufficienti accenni. Egli si pronunci una volta sull'immaturit ed inadeguatezza dell'ambiente umano nel quale si trov ad insegnare e ad agire. In ci si trova la chiave del successivo silenzio del Kremmerz, un silenzio che taluni hanno creduto di colmare ricorrendo ad indegne falsificazioni, le quali non fanno altro che ribadire la superiore giustizia del comportamento del Maestro, che decise di scomparire portando seco i suoi segreti, dei quali quello della 'trasferenza' non certamente il pi importante" Perfettamente d'accordo che Kremmerz abbia fatto solo accenni alla trasferenza e che di conseguenza le frasi che lo pseudo-corpus gli attribuisce sono indegne falsificazioni, tuttavia Amelio, gi nel titolo del suo saggio, inganna un po' (forse involontariamente) il suo lettore. Infatti, Kremmerz fece un uso rarissimo (2) del termine "Avatar", ma mai del termine "magia avatarica", che un'invenzione dell'autore dello pseudo-corpus. (1) A suo tempo autore di alcuni interessanti saggi su certe vicissitudini della Myriam, pubblicati in Politica Romana. (2) Due volte nel VII Dialogo sull'Ermetismo. Una volta nel saggio La Morte, che avrebbe dovuto far parte dell'opera dedicata ai Tarocchi. Una volta nella posta de il Mondo Secreto (1899). Ultimus: In effetti avevo un dubbio (e credo che la domanda possa sorgere in molti che si trovino a leggerlo): come mai in questo quaderno si dice con tanta sicurezza che il termine "Avatar" sarebbe stato improprio per descrivere quel tipo di pratiche magiche, ammesso che rientrassero negli insegnamenti del Kremmerz, data la estraneit del termine rispetto alla terminologia "occidentale", quando invece nel VII dialogo sull'ermetismo viene detto: "...non dovettero aver rinvenuto un segreto impensato, un Grande Arcano che permette all'uomo di eternarsi per Avatar, come dicono gli Indiani, cio cambiando organismo fisico solamente con l'entrare nel corpo pi giovane di un adolescente?..." Questo accenno somiglia alla pratica descritta nello pseudo corpus, ove "avatar" viene considerato come un'anima che volontariamente si trasferisce nel corpo di un giovane, anzich, secondo l'accezione che vien detta corretta, un anima che ritorna a manifestarsi su questo piano per mezzo di un nascituro. Sadescan: I Dialoghi sull'Ermetismo erano un testo destinato alla divulgazione in tutti i livelli dell'ambito miriamico e non c' da stupirsi che venissero usati termini teosofici, come Avatar, nell'accezione del primo teosofismo anglo-indiano, perch, assieme a quelli dello spiritismo, erano i termini pi diffusi a quei tempi, nel grosso pubblico degli "spiritualisti". Lo pseudo-corpus pretende invece di essere un testo interno, operativo, appartenente a un

Ordine "Egizio" avente molti secoli; se veramente si trattasse di una tecnica abitualmente utilizzata, verrebbe adoperato il linguaggio dell'ordine, consolidato nei secoli. Per esemplificare, in un testo originale di meditazione tibetana, ci aspettiamo che "mente" venga indicato con il tibetano "sems"; se comparisse il latino "mens" ci sarebbe chiaramente qualcosa di strano, soprattutto se, nel testo, non venisse spiegato il perch di tale uso. Ma per capire veramente la questione, occorre esaminare pi a fondo il VII dei Dialoghi sull'Ermetismo, dal momento che alcuni si sono fatti idee erronee sull' "alchimista italianissimo" (a cui accenna Kremmerz) che affermava, lui s, di essere un Avatar nel senso erroneo dei primi teosofisti. Alcuni hanno pensato (guarda caso!) a Leone Caetani! Non riflettendo che Kremmerz dice: "Io, che non ho l'abitudine di fermarmi alle mie opinioni, ne domandai una volta ad un amico che in alchimia era molto dotto e che ora morto..." "I dialoghi sull'ermetismo" vennero pubblicati nel 1931, Leone Caetani (1869-1935) mor 4 anni dopo, il che lo mette fuori causa. Altri hanno pensato a Pasquale de Servis, soprattutto perch Kremmerz promette: "Nel prosieguo ve lo dir, un nome pu dirsi. Ve lo confider per dimostrarvi che io voglio tutto palesare per il bene degli studiosi. Ma egli mi ha lasciato erede di un cumulo di manoscritti non facili a leggere, in caratteri fittissimi e pieni di disegni e geroglifici che forse mi daranno la chiave, se non di tutto, almeno della costituzione del Farmaco Cattolico di cui vi ho parlato poco; forse, se niente me lo vieta nel testamento, potr sottoporre al vostro esame anche quanto ha scritto, carte e disegni." Ma De Servis mor il 28 Febbraio 1893 e il suo testamento, materiale o spirituale che fosse, era da decenni arcinoto a Kremmerz, che dimostra invece di non aver potuto ancora considerare nei dettagli il testamento dell'amico (entrato da poco in suo possesso), che evidentemente "vietava" visto che, nei dialoghi successivi VIII e IX, Kremmerz non ritorna sull'argomento. Del resto nel VII dialogo detto anche: "Discepolo. - Un alchimista vero? Di quelli che sanno fare le trasmutazioni? Giuliano. - Un vero competente, ma che nel mondo degli uomini ha lasciato un nome molto discreditato!" Non risulta un tale "grande discredito" in relazione a De Servis, personaggio semmai presto dimenticato, se non in ristrette cerchie. In che direzione dunque cercare? Fuori dell'O.E. Kremmerz, che non poteva accennare direttamente all'O.E. e che tuttavia sapeva far sapiente uso delle parole, lo indica chiaramente. Gi nel sommario iniziale del dialogo scrive, come titolo del paragrafo considerato: "Che cosa pensava dell'Alchimia un alchimista italianissimo". Il termine "italianissimo" ripetuto altre 4 volte nel corso del dialogo. Non bastava "italiano"? Se l'alchimista fosse stato un membro dell'O.E., sarebbe stato un alchimista "partenopeo-egizio" o "romano-egizio" o ... in ogni caso appartenente ad un eggregore "italiano-egizio". Ma Kremmerz afferma che il sedicente Avatar era "italianissimo", dunque non appartenente ad un eggregore animicamente per met egizio. Non sperateci: non far quel nome! Perch? Kremmerz era in dubbio se l'amico, che per certi versi ammirava, fosse o meno un millantatore. Scrive infatti: "Ed io ad ascoltarlo, sospeso tra il credere e il non credere. E pensavo trepidante: povero e caro amico, una ruota dell'almanacco non gli gira forse bene? affetto da schizofrenia sognando mentre parla? Mi corbella? Poi son restato interrogando me stesso: e se Tommaso d'Aquino, e se Pico della Mirandola, e se il Borri, il Filalete, il Rupescissa, il Trevisano, l'autore della Turba philosophorum furono alchimisti, non dovettero aver rinvenuto un segreto impensato, un Grande Arcano che permette all'uomo di eternarsi per Avatar, come dicono gli Indiani, cio cambiando organismo fisico solamente con l'entrare nel corpo pi giovane di un adolescente? E se, al contrario, queste fossero tutte frottole di cervelli romantici che vivono di una fede tanto profonda da credere realt viva un sogno straordinariamente incredibile?" Io invece, in seguito a mie ricerche, non ho dubbi che il sedicente Avatar fosse un visionario, che masticava un po' di chimica e un po' di teosofismo; perci sono felice che Kremmerz si sia portati nella tomba sia quel nome, sia le ceneri di quei fuorvianti manoscritti. L'autore dello pseudo-corpus ha commesso un errore tattico, attribuendolo all'O.E. Se lo avesse attribuito ad un "alchimista italianissimo", forse avrebbe ottenuto maggior credibilit! Ma a lui non interessava per nulla il successo del testo, sibbene screditare l'O.E. e tutto ci che vi era e vi connesso! Frater Petrus: Se il saggio di Amelio pecca solo di imprecisione, ve ne sono, in compenso, di ridicoli e tronfi. Ricorderete che, in un nostro intervento di qualche tempo fa, identificavamo l'ingegner Ottaviano Koch con N.R. Ottaviano (Nobile Romano Ottaviano) e il figlio di lui, il diplomatico Ottaviano Armando Koch, con R.P. Ottaviano (Romano Patrizio Ottaviano). In Elixir-II 2006, comparso un buffo saggio, a firma N.R. Caesar Augustus (!), intitolato "Non confunditur" ove l'autore fa sapere di aver contattato, nel Dicembre scorso, il Dott. Luciano Koch, nipote dell'ingegner Ottaviano, e di aver cos saputo che Ottaviano Koch non si occupava di ermetismo, che non abbandon mai la capitale per recarsi n a Pisa, n a Scurcola Marsicana, n a Malta, n in America e che, pur avendo affittato all'Accademia Vergiliana un piano del palazzo di via Quattro Fontane, si limitava appunto a ... ritirare l'affitto. Quanto all'Hotel Prati, sito secondo il nostro Caesar Augustus, in via Prati di Castello ora via Della Giuliana, non sarebbe esistito, secondo lui, prima del 1930. Ci chiediamo se l'illustre Caesar Augustus faccia l'ingenuo o ... lo sia. Innanzi tutto, come abbiamo gi detto, fu il diplomatico Ottaviano Armando a mettere al sicuro all'estero i documenti dell'O.E. e non il padre ingegner Ottaviano Koch. Non confunditur! Caesar Augustus! Il Dott. Luciano Koch, anch'egli diplomatico, pu aver pi di un motivo per tacere:

1) Non lo sa. Se non anch'egli un ermetista, perch dovrebbe saperlo? 2) Pur sapendolo, ha molti motivi per negarlo. Per uno come lui, che ha studiato negli anni 1934-1939 presso il collegio gesuitico Mondragone (1865-1953) di Frascati e che, dopo aver terminato la carriera di diplomatico italiano il 1 Agosto 1986, ha rivestito importanti incarichi diplomatici e di governo, nell'ambito del Sovrano Ordine di Malta, sarebbe scomodo, di fronte agli ambienti cattolici, riconoscere che, nella sua famiglia, vi sono stati, recentemente, importanti ermetisti. 3) Egli stesso potrebbe essere un ermetista ed allora ovvio che non voglia essere scocciato da intelligentoni del calibro ... di un Caesar Augustus! Tranquillo Dott. Luciano, noi non la disturberemo. Quanto all'Hotel Prati, ricordiamo, al nostro esperto di turismo, che oltre al "Bed & Breakfast Prati" in via Della Giuliana (ex via Prati di Castello), vi anche un Hotel Prati in via Crescenzio. Non confunditur! Caesar Augustus! Simili articoli rovinano riviste come Elixir, che presenta ad es., dal lato positivo, anche una Lettera su Giuliano Kremmerz di Arturo Reghini. Questa ambiguit, a dir il vero, pu notarsi da molti anni in tutta la produzione delle edizioni Rebis che, se da un lato sembrano voler sposare la causa kremmerziana, spesso pubblicano cose che vanno in tutt'altro senso: solo ... per il vile denaro o c' di peggio? Alcuni pretendono di paragonare Elixir a Politica Romana, ma il livello e la seriet di questa erano, in generale, pi elevati.

IV DIALOGO
Sadescan: Uno dei pochi scritti autentici di Kremmerz sulla magia sessuale il capitolo III dell'opera "I tarocchi dal punto di vista filosofico", intitolato "Gli Amanti". Da esso traiamo gli estratti che seguono. Su tale scritto di Kremmerz, si basa la monografia di Abraxa "Le operazioni magiche a due vasi", dedicata alla magia sessuale senza contatto fisico, che costituisce premessa dell'altra monografia "La magia dei congiungimenti", ove si parla delle tecniche che richiedono contatto fisico. Tuttavia il testo di Abraxa non una semplice ripetizione di quello di Kremmerz. Quest'ultimo, che distingue la pi semplice magia eonica o evocativa dalla grande magia trasmutatoria o alchimica, nel capitolo "Gli amanti" approfondisce solo le applicazioni alla prima. Abraxa invece si riferisce alla seconda. La tecnica perci sostanzialmente la stessa, ma diverso lo scopo. "... L'amore comincia ad acquistare carattere sacro, quando mette l'animo umano nello stato di mag o di trance. Materia pi grave e materia pi sottile son prese nell'uomo da uno stato di "magnetismo" cos profondo, che comincia prima la intuizione e poi la sensazione di un mondo che non umano, ma che nell'ipersensibilit di uno stato di essere speciale, attinge ad una fonte umana. (Un lettore). - Qui sei astruso... fuori i lampioncini, spiegati pi chiaro. - Ecco qua: parlo come un libro stampato: Per conoscere ci che la cosa bisogna essere la cosa stessa. Se tu in maga vuoi conoscere che cosa sia il cavallo, bisogna tu ti senta cavallo. Se invece resti, bue ed io ti parlo del cavallo, tu non capirai. Bisogna pregare la mamma Venere che ordini al suo divino Cupido di scoccarti nel torace uno straletto avvelenato del dolce veleno. E non deve scoccarlo solo su te, ma anche su una di quelle creature che abbiamo il dovere di adorare e di proteggere, perch sono pi sensibili e pi deboli di noi: una donna. Io premetto che tu non sei un uomo normale. Me lo immagino e lo spero, perch se tu fossi tale, non leggeresti la prosa di un pazzo. Ora lo strale di Cupdo non farebbe rivolgere la tua prima intenzione alla bistecca, e - messo in presenza di lei (oh quel pronome fatale!.....) - rimarresti in uno stato speciale di estasi, come santa Chiara e le altre non hanno avuto mai. Rendile pi intense quelle estasi, muto, senza desiderio, e tu ti allontani da te per afferrare l'anima dell'amica che si trova nello stesso stato. Bada bene, inchioda il tuo corpo su di una seggiola e fa che l'altra, lei, stia inchodata alla sua. In un senso indefinito di trance se passiva, di mag se attiva, voi vi direte un mondo di cose belle, vi farete un racconto delle mille e una notte e..... siete in completa zona atrale, nella zona dove vivono le anime, cio - in lingua povera - in un campo mentale dove la materia pesante e sottilissima e meno grave tua, entra in contatto non solamente con la materia pesante e sottilissima e meno grave di lei, ma con tutti i corpi, entit, angeli, eoni, costituiti dalla stessa materia, che possono logicamente entrare in contatto coi vostri "tentacoli". ... Abraxa: Un altro insegnamento molto importante di Kremmerz sulla sessualit si pu ritrovare ne "Il Mondo Secreto": "L'equilibrio fluidico in ragione dell'equilibrio fisico. Chi deve studiare magia e praticarla deve essere sano di corpo e di mente. Gli ammalati per deficienza fisica, gli storpi e gli squilibrati non si facciano mai tentare di "conoscere il diavolo". Il discepolo nel presentarsi al soglio del tempio deve portar seco completo il suo bagaglio di forze vegete ed equilibrate, e rinunziare spontaneamente a tutte le illusioni che si sono nutrite fino allora. La sanit del corpo indispensabile perci tutte le regole della magia insegnano che quando non si gode perfetta salute non si opera perch ogni operazione porta impressa indelebilmente lo stato di equilibrio o squilibrio dell'operante; ora come la deformit del corpo stabilisce uno stato quasi permanente di deviazione fluidica, cos le infermit temporanee determinano lo stato passeggero di squilibrio nelloperante. N le sole affezioni fisiche producono lo stato di impedimento allo studio della pratica della magia, ma anche lo stato di continenza, cos nell'uomo come nella donna. In magia operante o naturale non necessaria la assoluta castit, purch il discepolo possa mantenersi continente nei periodi di operazione. In magia divina poi la

castit necessaria condizione senza la quale tutte le intelligenze elevate si allontanano; per questo lo stato coniugale tra un iniziato ed una donna qualunque un impedimento allo sviluppo magico divino. Gli studiosi di medicina possono comprendere il fenomeno dello stato di castit o di libertinaggio su tutte le facolt intelligenti dell'organismo umano, ma soprattutto debbo spiegare la dottrina vera del fenomeno, con le attuali conoscenze della scienza profana, a chi pu comprendermi. Comech al mio Mondo Secreto ho delle lettrici, non posso adoperare un linguaggio nudamente scientifico, ma mi sforzer ad essere chiaro. Nellorganismo umano l'apparato cerebrospinale elabora un mercurio animale ed un fluido etereo di cui la scienza sperimentale non pu ancora darsi conto esatto. Il fluido etereo, di cui le manifestazioni note sono il magnetismo, la forza psichica, la potenza ipnotica ecc., in certi organismi in ragione diretta della accumulazione del mercurio, e in certi altri in ragione inversa di esso. Alcuni sprigionano maggior fluido e pi intenso nello stato di continenza prolungata, altri maggiormente nella formazione del mercurio. Occorre badare bene che lo stato di libertinaggio neutralizza il fluido e nessuno mi fraintenda che in alcuni fosse il libertinaggio quello che aumenta il valore di potenzialit del fluido stesso. Bisogna essere o casto o intelligentemente peccatore. Nello stato di castit il mercurio acquista (fisicamente parlando) un colore giallo di cera ed un odore speciale di farina cotta. Questo uno stato che rappresenta il mercurio morto degli alchimisti prima delluscita del corvo nel fornello alchimico, ed indicazione di uno stato fluidico che gli operanti cominciano a conoscere ben presto. Prendiamo ora lo stato di contatto tra l'uomo e la donna riuniti da un legame spirituale, dai mitologi detto Cupido. L'essere umano da noi distinto con le particolarit del sesso pu rispondere a quattro casi speciali: Il fisico maschio-il fluidico maschio Il fisico maschio-il fluidico femmina Il fisico femmina-il fluidico femmina Il fisico femmina-il fluidico maschio. In altri termini un uomo pu essere tale anche fluidicamente, cio fluidicamente attivo o positivo; e pu fisicamente esser maschio e fluidicamente essere passivo cio negativo. Lo stesso nella donna. L'amore tra due esseri per essere vero, cio non menzognero per vanit, deve far coincidere due nature egualmente combacianti fluidicamente e fisicamente; cio un maschio il cui fluidico sia maschio non pu amare che il suo corrispondente complemento in una donna che fluidicamente sia negativa - oppure, e questo il caso degli amori fatali, l'uomo che sia fluidicamente negativo ama per bisogno vero, e ne corrisposto con pari ardore, da una donna il cui fluido sia positivo cio maschio. Per esprimermi con una formola: l'uomo + + si completa nella donna - oppure l'uomo + - si completa nella donna - + Il contatto pi lecito e onesto tra due esseri di cui l'uno sia il completamento dell'altro genera non solo le affezioni pi durature e solenni, ma un benessere di ricambio fluidico che s'impone come un bisogno intenso, pericoloso per la vita fluidica di entrambi, se si contraria. Ma se il contatto passasse i limiti del platonico ed entrasse nello... stoico, l'uomo o la donna che si occupasse di magia in quelle determinate condizioni, potrebbe riparare ogni suo squilibrio fluidico nel suo compagno. Per chi non avesse capito, dico che ogni operatore in magia nel solo caso di possedere il suo contrario fluidico in una donna pu non essere continente. Cos per la donna. Ecco ora alcuni precetti generali che tutti possono applicare alla pratica della magia. I pletorici a regime leggero, quasi liquido, e con preponderanza di cibi vegetali hanno maggior tendenza a sviluppare ed esteriorizzare il loro fluido nei tre giorni successivi all'atto di liberalit sessuale, considerati i periodi lunari, di cui parler diffusamente in seguito. I nervosi debbono essere invece continenti almeno otto giorni prima di ogni operazione di magia naturale e adoperarne anzi degli eccitanti naturali nel momento in cui si intende operare." Fabritalp: Kremmerz us almeno anche un'altra volta l'espressione "conoscere il diavolo", parlando di [...] uomini che si sono dati anima e corpo a scovare il diavolo [...] (pi o meno). Sinceramente, non ho capito bene cosa intendesse; forse che, conoscendo se stessi, si conosce - naturalmente - anche la propria "parte negativa", cio il complesso di "cose" da superare? Poi ci sarebbero altre questioni riguardo alle quali vorrei dire/chiedere, compresa proprio la necessit di essere in buona salute per occuparsi di magia. Abraxa: L'espressione "Conoscere il Diavolo", come molte altre che si trovano nei testi tradizionali, ha almeno quattro livelli principali di significato. Il primo significato quello letterale. L'uomo pu imbattersi, nel corso della sua esistenza, in entit sottili, che gli antichi chiamavano "demoni" e che possono avere un atteggiamento indifferente nei confronti dell'uomo, oppure benigno (agatodemoni), oppure "irato" (cacodemoni). Questi ultimi demoni sono i diavoli propriamenti detti. A differenza dell'uomo comune che pu imbattersi nei demoni, senza esserne realmente consapevole, il mago sviluppa quella percezione sottile che gli permette una effettiva conoscenza di essi. Il secondo significato quello allegorico. In certe epoche gli inquisitori cattolici hanno considerato tutti coloro che si occupavano di magia come esseri che erano, secondo loro, per forza in relazione con Satana. Pertanto allegoricamente "conoscere il diavolo" significa semplicemente occuparsi di magia. Il terzo significato quello etico. Il mago, migliorando la sua presenza a s stesso (il "separando di controllo" di cui parla Kremmerz) giunge a conoscere partitamente quei meccanismi interiori che inducono a compiere ogni tipo di azioni, classificate in genere dagli uomini in indifferenti, buone e cattive. Il quarto significato quello anagogico ("traente in alto"). Praticando la magia, il mago pu divenire consapevole che la stessa condizione del dio personale non affatto la suprema e che perci, come indic anche Buddha, superabile. Tale consapevolezza simile a quella attribuita a Lucifero dalla tradizione ebraico-cristiana. In tal senso si pu dire che egli interiormente "conosce il diavolo". Sta al mago non commettere il medesimo errore. Lucifero, infatti, non voleva trascendere la condizione del dio personale, ma sostituirsi a lui. Egli perci conservava un sottile attaccamento nei confronti del regno del divenire (anche se si trattava della sommit di esso) che si rivel fatale. Ea: E' caratteristica delle societ iniziatiche di richiedere agli iniziandi una condizione di buona salute. Ci per il

semplice fatto che i loro riti prendono come base appunto una condizione di salute, mancando la quale possono risultare inefficaci e talora nocivi. Un malato o una persona con una deformit corporea, che tuttavia seriamente motivato, deve allora rinunciare all'ascesi spirituale? Niente affatto. Ci a cui deve rinunciare sono solo i riti specifici, richiedenti determinate condizioni di buona salute. Mantenendoci su linee del tutto generali, diremo che innanzitutto praticabile, essendo per sua stessa natura applicabile a qualsiasi situazione, l'importantissimo "separando di controllo", cio la presenza mentale, che come dimostr Buddha pu condurre, da sola, ai pi elevati livelli di ascesi. Poi, soprattutto nel caso si tratti di malattie e non di deformit permanenti, si possono anche aggiungere semplici rituali di guarigione, basati ad es. sulla ripetizione di opportune formule e/o sulla immaginazione magica. Per quanto riguarda altri riti, sar compito dell'iniziatore valutare caso per caso. Turba Philosophorum: C' chi sostiene che le tecniche di magia o teurgia sessuale siano valide per l'asceta orientale, ma inadatte per l'uomo occidentale, perch generatrici di brame ed afferma di aver conosciuto pseudo-kremmerziani ed altri malaccorti, che hanno ottenuto risultati deludenti o controproducenti. Ad es., a quanto ci risulta, Usarcaf (Caliel) ha finito i suoi anni in affidamento ai servizi psichiatrici dell'U.S.L. di Lucca. Sadescan: La sessualit genera brame da noi come in Oriente. Tra gli altri, Massimo Scaligero, in diversi suoi libri, ha indicato come tale brama possa essere efficacemente trattata. Dei risultati ottenuti (ammesso che sia vero ci che affermano tali persone) da pseudo-kremmerziani e malaccorti poco ci cale. Le pratiche segnalate a suo tempo da Kremmerz e Abraxa sono del tutto ortodosse. EA: Ho chiesto alla "Turba" qualche riscontro oggettivo di quanto affermato in relazione ad un personaggio assai noto come Caliel, ma senza risultato. Mi invece pervenuto il seguente messaggio di smentita, firmato Rosar. Rosar: Caliel non era certo n uno pseudo-kremmerziano, n un malaccorto; e neppure si dedicato a pratiche senza fondamento come quelle accennate nello pseudo-Corpus. Egli stato la legittima guida fino al 1995 di quell'ordine che ha come capostipite Raimondo di Sangro e che stato variamente indicato come "Ordine Egizio", "Grande Oriente Egiziano", "Martinismo Napolitano", "Rosa+Croce d'Oro Italiana" e di cui la confraternita di Miriam costituisce "emanazione isiaca". E' dunque evidente che, avendo ricevuto regolare trasmissione dai suoi predecessori, non aveva certo bisogno di ricorrere a documenti e pratiche spurie. Quanto affermato dalla Turba dimostra piuttosto che si tentato di coinvolgerlo nella medesima macchinazione diffamatoria, che ha investito Kremmerz (1). A beneficio dei lettori del forum, riporto la regolare successione dei G+M dell'Ordine fino a Caliel: - Don Raimondo de Sangro (1710-1771), Principe di Sansevero, Duca di Torremaggiore, etc. (altri 16 titoli), Grande di Spagna di I classe. - Don Vincenzo de Sangro (1743-1790), primogenito di Raimondo, Comandante la Guardia Reale di Ferdinando I di Borbone. - Don Paolo d'Aquino, Principe di Palena. - Don Pietro d'Aquino, nipote di Paolo, Conte di Caramanico. - Don Antonio Marino, abate di S.Giovanni a Carbonara. Ebbe come diretti collaboratori Domenico Bocchini (1775-1840) e Orazio De Attellis (1774-1850) detto "Setteali". In questo periodo venne iniziato Sir Edward Bulwer Lytton (1803-1873), uomo politico ed occultista inglese. - Don Pasquale de Servis (1818 - 1893), maestro di Kremmerz. E' in questo periodo che cominci ad essere adoperato il termine "Martinismo Napolitano", perch De Servis, Spedalieri (1812-1898) ed altri membri dell'Ordine, mantennero stretti contatti con Eliphas Levi (1810 -1875). - Avv. Giustiniano Lebano (1832-1910). Nel suo periodo, alcuni membri dell'ordine andarono a costituire il capitolo operante osirideo della confraternita isiaca di Miriam, della quale Kremmerz (1861-1930) fu fondatore visibile e Delegato Generale. Notevole fu anche l'influenza di Lebano sulla russa Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891), fondatrice della Societ Teosofica e sul bavarese Franz Hartmann (1838-1912), teosofo, ariosofo e neo-rosacrociano. Per loro tramite, ebbe influenza anche su Rudolf Steiner (1861-1925). - Don Gaetano Petriccione, detto "Morienus", discepolo di De Servis e Spedalieri. - Dott. Antonio de Santis, detto "Filaletes Jatricus". Tramite padre Francesco Oliva, guadagn l'Evola (1898-1974) agli studi ermetici e gli affianc Ercole Quadrelli (Abraxa), discepolo di Kremmerz e Pietro Bornia, nell'esperienza del Gruppo di Ur. Ristabil, tramite il Segretario Generale Domenico Lombardi ("Benno",+ 1951), i contatti con la confraternita di Miriam, interrottisi dopo la morte di Kremmerz. - Don Vincenzo Gigante (+1968), discepolo di Lebano. Fu, negli ultimi anni della sua vita, un "mago assoluto", lasciando la guida dell'Ordine al suo successore. - Don Eduardo Petriccione (1891 - 1966), detto "Geber", figlio di Morienus. - Filippo Costa, detto "Ishabel", discepolo di Filaletes Iatricus. - Don Luigi Ciardiello de Bourbon-France, detto "L'argonauta". - Don Luigi Petriccione (1928-1995), detto "Caliel" e "Usarcaf", figlio di Geber e discepolo de L'argonauta; fu anche Episcopo della Chiesa Gnostica Apostolica col nome di "Tau Chrisogonos". (1) Il tentativo di diffamazione di Luigi Petriccione si deve, con ogni probabilit, al fatto che egli, assieme al suo predecessore Luigi Ciardiello, oper per qualche tempo in incognito, per conto dell'O.E., nell'ambito del CEUR. Dapprima, mostrando opportune possibilit di rettifica; non accolte le quali, prese le distanze dal CEUR. Questo suo operare incognito (che in piccola parte traspare anche da certi documenti pubblicati nel sito di A.M. Piscitelli) fu favorito esternamente, in ambito miriamico, dal corretto atteggiamento di personalit come V. Verginelli e D. De Cristo. [N.d.U.] Sadescan: Vorrei fare qualche precisazione in merito alla linea di trasmissione dell'Ordine Egizio, indicata da "Rosar" nella II edizione del V Quaderno. Su Raimondo di Sangro c' piuttosto poco da dire essendo stato scritto

molto su di lui. In particolare, le "cattiverie" si possono ritrovare in "Storie e leggende napoletane" di Benedetto Croce, che scrive ad es: "Solo che per essere un gran signore, un principe, egli riuniva alle arti diaboliche capricci da tiranno, opere di sangue e atti di raffinata crudelt. Per lieve fallo fece uccidere due suoi servi, un uomo e una donna, e imbalsamarne stranamente i corpi in modo che mostrassero nel loro interno tutti i visceri, le arterie e le vene, e li serb in un armadio, e ancora si mostravano dal sagrestano in un angolo della chiesa: ammazz altra volta nientemeno che sette cardinali, e dalle loro ossa costru sette seggiole, ricoprendone il fondo con la loro pelle; all'artista che gli scolp per la sua cappella il Cristo morto, trasparente sotto un velo di marmo, e che vi lavor la vita intera, fece cavare gli occhi affinch non eseguisse mai per altri cos straordinaria scultura...". Tra i suoi discepoli, oltre ovviamente al figlio Vincenzo, da ricordare in particolare il Barone H.Theodor Tschudy (1724-1769), cadetto del reggimento svizzero al servizio del Re di Napoli ed esponente della Massoneria. L'opera principale di Tschudy "L'toile flamboyante, ou la socit des Francs-Maons considere sous tous les aspects", voll. 2, l'Orient chez le silence 1766. In essa riportato anche il testo in italiano della famosa "Ode alchemica" di Fra Marcantonio Crassellamme Chinese, pseudonimo del marchese Santinelli, noto alchimista. Vincenzo di Sangro, primogenito di Raimondo, un po' trascurato dagli storici dell'esoterismo, probabilmente perch oscurato dalla figura leggendaria del padre. Eppure proprio nel periodo in cui egli reggeva l'Ordine Egizio che, per il tramite di Luigi d'Aquino, venne affiliato Cagliostro. Nel 1790, di fronte al tribunale romano dell'Inquisizione, il conte di Cagliostro afferm che tutte le sue conoscenze alchimiche gli furono insegnate anni addietro a Napoli da un principe molto amante della chimica . Taluni hanno creduto di poterlo identificare in Raimondo di Sangro, ma questi mor nel 1771, mentre Cagliostro fu a Napoli solo nel 1775. Luigi d'Aquino (1739-1783), Cavaliere dell'Ordine di Malta dal 1765, era fratello minore di Francesco d'Aquino (1738-1795) 9 Principe di Caramanico, 4 Conte di Palena e vicer di Sicilia dal 1786 al 1795. Nel 1769, per effetto del Trattato stipulato tra la Gran Loggia d'Olanda e la Gran Loggia d'Inghilterra (i Moderns), con il quale la GL d'Olanda riconosceva alla GL d'Inghilterra il diritto di costituire e governare tutte le Logge al di fuori dei domini olandesi, la Gran Loggia Provinciale Olandese di Napoli pass all'obbedienza della Gran Loggia Provinciale Inglese, la Perfect Union n. 368, il cui Gran Maestro era Cesare Pignatelli, duca di San Demetrio e della Rocca, sostituito nel 1773 da Francesco d'Aquino. Nel 1775, non condividendo la linea dei Moderns, il principe di Caramanico proclam, in qualit di Gran Maestro, la nascita di una G. L. Nazionale per il Reame di Napoli e Sicilia (detta "Lo Zelo"), indipendente dalla G. L. d'Inghilterra e operante sotto la protezione della regina Maria Carolina. Il successore di Vincenzo di Sangro, nell'Ordine Egizio, fu Paolo d'Aquino, figlio naturale di Francesco. Egli era soprannominato vuoi scherzosamente, vuoi per rispetto, "principe di Palena" (titolo mai esistito), perch ovviamente il titolo di 5 Conte di Palena era del figlio legittimo Tommaso Landolfo, 10 Principe di Caramanico. Altrettanto scherzoso era il soprannome "conte di Caramanico" (titolo anch'esso araldicamente inesistente) dato al suo successore nell'Ordine, Pietro. L'andamento dell'Ordine nel loro periodo in gran parte avvolto nel mistero; infatti, a causa della proibizione reale e dell'acuirsi della sorveglianza poliziesca, la tradizionale Libera Muratoria organizzata scomparve per qualche decennio e ci costrinse anche organizzazioni pi interne come l'Ordine Egizio a chiudersi in s stesse. Un nuovo periodo, ricco di contatti esterni, inizi con l'avvento di Antonio Marino. Silvio Pan: A key figure in the Ordine Egizio lineage, is General Lorenzo de Montemayor. Further information on key members of the Ordine Egizio can be found in three articles, written* by professor Giuseppe Gabrieli for the Rivista Massonica (Roma), that refer to Barone Montemayor as the Gran Cofto of the Rito Eigiziano (1814), as well as outlining a theurgical rite.: La Massoneria Egiziana vol. LXX-XIV, n. 3-4 maggio-giungo 1979 p.177 Pietro Colletta e la Massoneria Egiziana vol. LXX-XIV, n.2 marzo-aprile 1979 p.97 La Massoneria Egiziana vol. LXX-XIV, n. 9 novembre 1979 p.485 A summary of the first article La Massoneria Egiziana can be found at: http://www.lamelagrana.net/%A5_letture/letture01/A001/A00076.html * The three articles are excerpts from sette quaderni of the Archivio di Stato di Napoli: Archivio Borbone 2 fs 1883, contenenti varie tornate della Massoneria Egiziana il cui Gran Cofto era il generale Lorenzo de Montemayor (Napoli 1767-1841). Sadescan: Nella precedente edizione del presente quaderno, in relazione a Lorenzo de Montemayor, mi ero posto un problema, che pu sembrare di semplice natura araldica, ma che invece importante per l'esatta individuazione di determinati personaggi della storia esoterica italica. Mi ero cio chiesto come mai diversi autori, tra cui Gabrieli e il nostro Silvio, si riferissero a Lorenzo con il titolo di Barone de Montemayor, avendo invece suo padre Emmanuele il titolo di marchese. Il problema risultava complicato dal fatto che esistito, tra i patrioti napoletani di quell'epoca, anche un Marchese Lorenzo de Montemayor. Approfondendo gli studi, sono venuto a capo del problema. Per comprendere l'origine del titolo di Marchese de Montemayor occorre tener presente che, nel XVI sec., i Re di Spagna (ai quali apparteneva la Sardegna) volendo creare, a fianco del ceto nobiliare autoctono, un ceto amministrativo che lo sorvegliasse, usavano affidare l'amministrazione dell'isola a persone provenienti dagli stati ispanici, con preferenza per la Catalogna. La carica di Vicer, l'Arcivescovato di Cagliari, gli importanti uffici del Consiglio Patrimoniale e di Giustizia, e quelli della Reale Udienza non venivano concessi ai residenti, nonostante le loro lamentele. Una di queste cariche era quella di Maestro Razionale, funzionario che si occupava della

registrazione delle prammatiche e dei decreti, e del controllo dei registri ove venivano segnate le spese pubbliche. Francesco Ravaneda fu Maestro Razionale dal 1585 al 1603. Egli spos una nobildonna locale, Marchesa Cariga. I Cariga erano all'epoca signori di Thiesi (ora comune della Provincia di Sassari). Dal matrimonio nacque il figlio Pietro Ravaneda, che rafforz il legame con i Cariga, sposando Elena, unica figlia ed erede di Pietro Cariga, Signore di Thiesi e Villa di Monti. Entrati nella nobilt per matrimonio e divenuti signori di Thiesi, i Ravaneda furono fatti marchesi di Montemayor con Pietro II, figlio di Pietro e di Elena. Egli ottenne anche la carica di "Strategoto" (Stratic in siciliano) di Messina, funzionario che aveva la duplice funzione di Magistrato cittadino e di Capitano d'armi. In quanto magistrato, dipendeva dal sovrano spagnolo da cui era direttamente eletto; in quanto Capitano d'armi, ed esclusivamente in questa funzione, dipendeva dal vicer, che era Capitano generale del regno di Sicilia (1). Il I Marchese di Montemayor mor, piuttosto giovane, nel 1611. Ma tralasciamo gli altri antenati di Lorenzo e occupiamoci in specifico del suo periodo. Ferdinando IV di Borbone, figlio di Re Carlo III e di Maria Amalia di Sassonia, sal al trono di Napoli quando il padre sal sul trono di Spagna (1759) e, essendo minorenne, fu sotto la tutela di un Consiglio di reggenza. Raggiunta la maggiore et, spos (1768) l'austriaca Maria Carolina, figlia di Maria Teresa dei Lorena-Asburgo. Cacciato (1799) dalle truppe francesi da Napoli, dove venne proclamata la Repubblica Partenopea, Ferdinando fu costretto a fuggire in Sicilia, ma torn presto a Napoli con l'aiuto dei "sanfedisti" del cardinale F. Ruffo e degli inglesi, soffocando le idee repubblicane nel sangue. Nel "Diario Napoletano 1798-1825" di Carlo De Nicola (2) che descrive assai in dettaglio i fatti e le conseguenze immediate della sfortunata Repubblica Napoletana, in data Sabato 29 Marzo, si legge: "Molte cose si dicono in ordine alla Giunta di Stato. Cassero, si vuole, che si abbia riserbato di scrivere particolarmente nel mandarsi la relazione a S. M. Per d. Ottavio Caracciolo di Corsi si vuole che si trovarono involate dal processo alcune carte che palesavano la sua intera innocenza. In genere si dice che sono arrivate a notizia del Re le gran somme pagate da parecchi dei rubricati, ed in particolare si dice, che sia andato a fare strepito in Palermo l marchese di Montemayor, a cui fu mandato a morte il figlio, dopo averli estorte somme ingenti di danaro". In effetti, il secondogenito del Marchese Emmanuele de Montemayor, Raffaele, nato a Napoli nel 1765, tenente di vascello, era stato giustiziato a Napoli l'8 febbraio 1800. Sorte appena migliore ebbe il terzogenito Lorenzo (Napoli 1767-1841). Occorre sapere che un ruolo notevole nella Repubblica Partenopea venne svolto da insegnanti ed allievi della Real Accademia Militare della Nunziatella. Infatti, il governo provvisorio era presieduto dal professore Carlo Lauberg e composto da altri due professori della Nunziatella: il sacerdote Francesco Saverio Granata e il filosofo e paleografo Pasquale Baffi. All'avvicinarsi delle bande armate del Cardinale Ruffo, gli allievi della Nunziatella di et superiore a 16 anni, e quindi in grado di servire le armi, furono congedati di ufficio e arruolati al seguito delle milizie condotte dai Generali Pasquale Matera e Giuseppe Schipani. Il 13 giugno 1799 il Cardinale Ruffo divenne padrone di Napoli : il Lauberg ripar in esilio in Francia, mentre la maggior parte dei capi della Repubblica, tra cui il Granata ed il Baffi, venne giustiziata nella Piazza del Carmine. Il Consiglio supremo di guerra condusse poi l'epurazione tra i militari che avevano parteggiato per la Repubblica; per quanto riguarda gli allievi della Nunziatella, venne giustiziato il Tenente Pietro Lossa, allievo del primo corso, mentre gli ex allievi Capitani Tenenti Lorenzo Montemayor e Pietro Corn vennero condannati all'esilio a vita, e i Capitani Tenenti Nicola Verdinois, Francesco Giulietti e Giuseppe Biondelli a pene pi lievi. Alcuni anni dopo, essendo stato Ferdinando sconfitto un'altra volta dai francesi, fu nuovamente costretto a fuggire in Sicilia. Nel 1806, il trono di Napoli fu assegnato da Napoleone al fratello Giuseppe Bonaparte, che nel 1808 fu sostituito da Gioacchino Murat. Entrambi rivestirono anche l'alta carica massonica di Gran Maestro del Grande Oriente di Napoli. Fu in questo periodo che rientrarono gli esuli napoletani e Lorenzo di Montemayor fece una rapida carriera, sia nell'esercito di Murat, sia nella Massoneria Egiziana, l'organizzazione "esterna" dell'Ordine Egizio (creata non molti anni prima da Cagliostro) di cui divenne Gran Cofto. Montemayor si distinse nella campagna militare presso lo stretto di Messina. Infatti, il 16 maggio 1810, Gioacchino Murat lasci Napoli e part per la Calabria, nella cui estrema punta, fra Reggio e Scilla, aveva raccolto tre divisioni forti di ventiduemila uomini, una napoletana, due francesi, e circa seicento tra navi da trasporto e da guerra. L'esercito anglo-siculo di Ferdinando, pari per numero a quello franco-napoletano, era ad attenderlo a Messina, mentre una nutrita flotta britannica vigilava ed era pronta ad entrare in azione, per impedire uno sbarco in qualsiasi parte dell'isola. Il 9 giugno sette cannoniere di Murat respinsero dodici navi nemiche; scontri navali avvennero con risultato favorevole alla marina napoletana il 22 e il 29 giugno; il 21 luglio ottanta navi avversarie dovettero ritirarsi; altri scontri avvennero il 5, il 7, il 21 e il 25 agosto e il 4 e il 5 settembre; e in tutte queste azioni si distinsero il Calamello, il Caraffa, G. B. Caracciolo, Giuseppe de Cosa, il Correale, il Bausan, il Barbar, il Montemayor, il Caffiero, i fratelli Lopresti e i francesi Tesseire, Bongourde e Grasse. Lorenzo, non essendo primogenito ed avendo il fratello maggiore Domenico, una sua discendenza, non avrebbe potuto ereditare il titolo di marchese. In compenso, per i meriti militari suindicati, Gioacchino Murat, con decr. 1 Gen. 1811, gli confer il titolo di Barone, poi ereditato dal figlio Luigi nel 1841. Si ebbe cio il caso di un ramo cadetto, che acquis a sua volta un proprio titolo nobiliare. Il titolo di Marchese pass invece da Emmanuele al primogenito Domenico e da questi, nel 1834, al figlio Lorenzo. Non bisogna dunque confondere il Barone Lorenzo de Montemayor (Napoli 1767-1841) con il Marchese Lorenzo de Montemayor (1826-1883), essendo essi in rapporto di parentela di zio e nipote. Quest'ultimo combatt durante i moti del '48 e poi, esule, torn a Napoli, partecipando alla vittoriosa spedizione di Garibaldi. Nel 1815, Pietro Colletta (Napoli 1775 - Firenze 1831), Tenente Generale di Murat, gi M.V. della Loggia Umanit all'Oriente di Napoli (fondata nel 1813 circa) fu iniziato da Montemayor alla Massoneria Egizia, divenendo in brevissimo tempo M.V della R.L. La Vigilanza di Rito Egizio (fondata appunto nel 1815). Murat rimase sul trono fino al 1816, anno in cui ritorn a Napoli, in seguito al Congresso di Vienna (1815), il precedente Re Ferdinando IV, che assunse il nome di Ferdinando I Re delle Due Sicilie e instaur di nuovo

l'assolutismo monarchico. Nonostante le repressioni, la maggior parte degli ex alti ufficiali murattiani, che erano il nerbo dell'esercito, come Colletta e Montemayor, furono confermati nel loro grado. In particolare Montemayor, per poter esser pi facilmente sorvegliato, venne inviato in Calabria, fedelissima ai Borbone. (1) Maria Teresa Napoli, Ministero - feudalit - potere sovrano in Sicilia nel sec. XVII: la Corte Stratigoziale di Messina, Roma, La Sapienza-Libreria universitaria, 1981 (2) - Anonimo - Diario Napoletano di Carlo De Nicola , in ASPN, XXIV - Ed. - Napoli - 1899 (ASPN= Archivio Storico per le Province Napoletane) Edizioni recenti: - De Nicola Carlo - Diario Napoletano (dic. 1798-dic. 1825) , - Ed. Giordano - Milano - 1963 - De Nicola, Carlo - Diario napoletano 1798-1825 , Ristampa anastatica con introduzione di Renata De Lorenzo - L. Regina, Napoli 1999. Pietro Negri: Vorrei esaminare, sempre in riferimento a Colletta e Montemayor, il periodo immediatamente successivo, cio quello, fuggevole, dei moti liberali del 1820-21. Alla fine del Luglio 1820, due guarnigioni di Nola e Avellino, al comando di due ufficiali di cavalleria Morelli e Silvati (sostenuti anche dal prete Minichini), innalzarono il vessillo carbonaro (azzurro, rosso e nero), e al grido di "Viva il re e la Costituzione di Spagna!" (concessa nel 1812, poi abrogata nel '14 e riconfermata nel '20) mossero verso Napoli. A comando degli insorti si pose il generale Guglielmo Pepe. In data 8 Luglio l'esercito entr a Napoli e il 13 Luglio il re Ferdinando giur la Costituzione. Mentre i carbonari a Napoli avevano chiesto la Costituzione di Spagna, i carbonari siciliani chiesero la Costituzione siciliana del 1812, che garantiva all'isola una certa autonomia. Ma lo stesso governo costituzionale di Napoli invi in Sicilia prima il generale Florestano Pepe, fratello di Guglielmo, e poi il generale Colletta, che represse l'insurrezione. Cos la Sicilia dovette inviare i propri rappresentanti al parlamento napoletano. Intanto il re Ferdinando fu invitato al Congresso di Lubiana (gennaio 1821) da parte delle potenze della Santa Alleanza, per rendere ragione del suo operato. Ferdinando aveva promesso, dinanzi al Parlamento, di difendere la Costituzione e lasci il figlio Francesco come reggente; ma, giunto a Lubiana, chiese segretamente all'Austria di intervenire. L'Austria invi un esercito che sconfisse quello napoletano. In particolare, Montemayor partecip alla sfortunata battaglia svoltasi nell'area di Rieti, sotto gli ordini di Guglielmo Pepe, comandando l'ala sinistra dello schieramento napoletano. Ferdinando, tornato a Napoli, fece fucilare Morelli e Silvati; i fratelli Pepe, il ministro della guerra Carascosa, Minichini e altri fuggirono (Montemayor a Parigi) altri, come Colletta, furono arrestati ed esiliati. Bibliografia: P.Colletta - Storia (Napoleonica) del Reame di Napoli 1734-1825- 1834 A. Vannucci - I Martiri della Libert - Dal 1794 al 1848 - Lemonnier 1848 Storia Mondiale Cambridge - (33 vol.) Garzanti Cronologia Universale - Utet Storia Universale (20 vol.) Vallardi Storia d'Italia, (14 vol.) Einaudi Sadescan: Dopo Francesco I (1777-1830), figlio di Ferdinando, che govern anch'egli dispoticamente per cinque anni, sal al trono Ferdinando II (1810-1859) che govern dapprima con molta moderazione e saggezza: concesse infatti amnistie e riforme, cambi ministri e richiam a Napoli, con il loro grado, gli ufficiali esuli, tra i quali Montemayor, che pot cos riprendere i contatti con il nucleo pi interno dell'Ordine Egizio, particolarmente con Domenico Bocchini. Pietro Negri: Quel che Sadescan ha implicitamente messo in evidenza, parlando di Montemayor, la distinzione che occorre sempre fare tra l'Ordine Egizio propriamente detto e le sue varie manifestazioni pi esterne, talune massoniche (come la Massoneria Egiziana) altre no (come la Confraternita di Miriam). Generalmente sono solo i Preposti di dette manifestazioni (il Gran Cofto della Massoneria Egiziana, il Delegato Generale della Miriam, etc.) ad essere direttamente collegati con l'Ordine Egizio. Ci ha sempre consentito a quest'ultimo di non risentire direttamente degli "alti e bassi", ai quali vanno sempre soggette le organizzazioni a contatto pi immediato con l'umanit esteriore; e ha sempre garantito la conservazione di una regolare trasmissione iniziatica. Naturalmente vi sono sempre state anche altre forme di associazione collaterale all'Ordine, anche al di fuori delle suddette Organizzazioni esteriori. E' il caso dell'associazione all'Ordine in qualit di "indiretto" alle dipendenze di un Maestro. Lo stesso caso di Evola rientra in questa forma di associazione. Sadescan: Che pensare del documento riportato da Gabrieli nella Rivista Massonica del 1799? L'unica notizia storica sicuramente certa, in esso contenuta, la fondazione della Loggia Il Folgore a Fano (Ps) nelle Marche, nel 1816. Il resto lascia diverse perplessit, in particolare: - Il carattere di libello antimassonico del documento. Come dice Gabrieli non si ha notizia di quel cap. Toselli (che perci pu essere un personaggio puramente "letterario") che avrebbe fatto pervenire a Napoli nel 1817 i quaderni manoscritti. L'anonimo amanuense (con forte probabilit autore dei manoscritti) esprime palesemente lo scopo del documento: accusare la Massoneria di pratiche diaboliche. Infatti, nel riassunto del secondo quaderno egli dice: "Scorgesi con ammirazione il gran sortilegio che nella Loggia del Folgore, dal Montemayor creata, legesi la corrispondenza che li Masoni di Essa tengono con i Sette Angeli Prevaricatori, che furono discacciati dal Paradiso da Dio Padre, e questa autorit vedesi con chiarezza che il Montemayor abbia comunicato la chiave al Gran Cofto Venerabile di quella Loggia che per cosa necessaria mettersi in lettura con ogni particolare attenzione, acci conoscersi possa ove fino si stende l'audacia di questi peccaminosi e sleali soggetti...".

- Il contenuto dei manoscritti, che , tutto sommato, al livello di un semplice romanzo. Venvs Genitrix: Da vari interventi apparsi nel forum, appare sempre pi chiaro che gran parte delle correnti iniziatiche italiche degli ultimi secoli siano in qualche modo connessi con la Rosa+Croce italiana o Ordine Egizio. La prima denominazione sembra pi comprensibile, perch filiazioni rosacrociane sono forse storicamente pi facilmente evidenziabili. Pi misteriosa appare la denominazione di Ordine Egizio od equivalenti (Grande Oriente Egiziano, Ordine Osirideo Egizio). A riguardo si possono fare pi supposizioni: a) Si tratta di una denominazione simbolica. b) Si tratta di un riferimento all'Ermetismo Alessandrino. c) Si tratta della sopravvivenza di una iniziatura egizia, mediata da una scuola italica (es. Pitagorismo). d) Si tratta della sopravvivenza di una tradizione egizia completa, passata "in sonno" per quanto riguarda il suo aspetto esteriore exoterico-religioso, e rimasta attiva riguardo al solo nucleo esoterico. e) Si combinano tra loro pi di uno dei precedenti motivi. Pietro Negri: Sembra che sia proprio la quinta ipotesi, quella che ammette una pluralit di motivi, ad essere quella vera. Infatti le prime quattro ipotesi, lungi dall'escludersi a vicenda, al contrario si fondono l'una nell'altra: a) Il termine "Egizio" innanzitutto un simbolo. Lo dicono esplicitamente gli "Statuti dell'Ordine Egizio", ancora validi all'epoca dell'affiliazione all'O.E. di Domenico Lombardi, successore di Kremmerz alla guida della Myriam: "La formula Grande Oriente Egizio una esplicazione solare dell'idea scientifica, religiosa e magica sotto l'apparenza moderna massonica. La sua manifestazione ierogrammatica ed ierografica espressa nel sigillo generale dell'Oriente antico, il sole che esce o si leva dal mare. Oriente del sole unico della scienza perfetta, assoluta ed immutabile. Il nome speciale di Egizio o Egiziano simbolico ed esplicativo della formula precedente considerando l'Egitto come punto intermedio tra due rivelazioni pratiche, l'orientale e l'occidentale, e segnante il punto d'unione delle due manifestazioni simboliche delle stesse verit". b) Senza necessit di dilungarci sull'argomento, chiunque abbia letto Abraxa o Kremmerz sa che vi sono aspetti dell'Ermetismo Alessandrino negli insegnamenti e nelle pratiche dell'Ordine. c) Il Pitagorismo, sin dalla sua fondazione (e perci prima del periodo alessandrino), fu veicolo della tradizione egizia . Del resto, oltre a Pitagora, tutte le guide e gli istruttori sociali delle diverse comunit greche si recarono preliminarmente in Egitto, per esservi iniziati e preparati alla loro missione (Solone, Licurgo, Talete, Platone, Plutarco, etc.). Non deve perci stupire che, in Massoneria, le Parole Sacre e di Passo, come dimostr Reghini nell'omonima opera, furono prima greche e, solo in un secondo tempo, kabbalistiche. Infatti, la Kabbal , storicamente posteriore alla tradizione egitto-ellenica, i cui segreti sono millenari e trovano eco nella Kabbal e nelle altre tradizioni pi recenti, come lo stesso Sufismo. I membri dell'O.E. non nascosero mai il loro interesse per Pitagora e Kremmerz, in particolare, pi che esplicito a riguardo. Nel Gruppo di Ur, oltre ad Abraxa, erano 'Pitagorici' gli allievi di Amedeo Armentano: A.Reghini e G.Parise. In proposito, occorre fare una precisazione, relativa alla lite Reghini-Evola. Quest'ultimo ebbe a scrivere in "Diffida contro Ignis" (Krur n2, Febbraio 1929): "Cercate di prendere Reghini a ferri corti, a fine che dica esplicitamente sulla 'gerarchia' di cui, con piglio di banditore da piazza e mezze parole misteriose e 'occultistiche' si fa il difensore: egli sfuggir ad ogni presa. Ma dinanzi a noi, con cui una volta, testimoni presenti, non lo pot, fin col dichiarare far capo, la sua 'gerarchia' al Grand'Oriente. La massoneria dunque il deus ex machina di questa parata fumosa e pseudo-iniziatica". Ed in nota Evola aggiunse: "Chi sapesse di un 'Grande Oriente' con cui si entra in contatto spirituale dopo il 4 grado in una certa organizzazione effettivamente iniziatica, e che pi volte ebbe ad esprimersi antimassonicamente, bene sia avvertito che con tale Grande Oriente quello di Reghini non ha proprio nulla a che vedere". (Riportato anche in: R.del Ponte, Evola e il Magico Gruppo di Ur) Ma Evola ne era proprio sicuro?. Come abbiamo appena visto, Reghini non specific di quale Grande Oriente si trattasse, ed Evola, in qualit di "indiretto" alle dipendenze di Francesco Oliva, non era certo in una posizione cos centrale, nel Grande Oriente Egizio, da poter conoscere tutti gli affiliati (1). Cos che la sua affermazione deve considerarsi affrettata e conseguente alla lite. Del resto, Evola non ebbe neanche in seguito una posizione centrale nell'O.E. ed forse anche per questo, oltre che per motivi di riservatezza, che, ne il "Cammino del Cinabro", minimizz l'influsso di Antonio De Santis e Francesco Oliva (2), limitandosi a dire: "E' probabile che ad un dato momento due personalit abbiano esercitato su di me una insensibile ma reale azione risvegliatrice. Ma gi il fatto che io ne abbia avuto il sospetto solo a distanza di anni, dimostra che non si tratt di un innesto estrinseco". d) Infine, per quel che concerne l'effettiva presenza di colonie egizie in Italia e dei loro discendenti si possono trovare diverse prove. Per quanto riguarda Napoli, come noto, una colonia alessandrina abitava la "Regio Nilensis", il quartiere ove ancor oggi si trova via Nilo (uno dei cardines romani), con la vicina piazzetta Nilo e, in Largo Corpo di Napoli, la statua del Nilo. Se non bastasse, si possono osservare i nomi delle chiese del quartiere: Sant'Angelo a Nilo, Santi Andrea e Marco a Nilo, San Nicola a Nilo. Esse sono testimonianza della trasformazione dell'impianto religioso esteriore egizio in cristiano. L'Eggregore del culto Egizio rimase tuttavia attivo nella sua essenza misteriosofica. Non un caso che sia Giordano Bruno, sia Tommaso Campanella, ben noti esponenti dell'Ermetismo italiano del Rinascimento, compirono il loro noviziato a S. Domenico Maggiore, nelle adiacenze di via Nilo. Riguardo a "Roma Egizia" rimando, invece, all'omonimo studio di B. de Rachewiltz e A.M.Partini. In conclusione, una trasmissione iniziatica egizia, risalente almeno all'epoca alessandrina, ma verosimilmente pi indietro, cio a quella di Pitagora, sopravvissuta nel corso dei secoli in Italia ed ha animato e perpetuato, fino ai giorni nostri, una Fratellanza Magico-Ermetica, giustamente denominata Ordine Egizio. (1) Lo stesso pu dirsi per Reghini, che ad es. non sapeva gran che dell'attivit di Kremmerz [N.d.U.]. (2) A tale influsso occorre verosimilmente aggiungere l'effetto degli insegnamenti orali di Ercole Quadrelli [N.d.U.].

Afrodite Urania: Nell'Appendice all'Opera Omnia di Giuliano Kremmerz (III vol. della Scienza dei Magi - Roma 1975) Hahajah (Mario Parascandolo), dopo aver accennato alla possibilit delle tre forme di separando (lunare, mercuriale e solare), espresse delle riserve in relazione all'opportunit di porseli come obiettivi, consigliando di ripiegare, almeno inizialmente, sulle pi semplici pratiche preparatorie e terapeutiche miriamiche. Non mi chiaro se le sue parole fossero dettate dal non ritenere, in realt, valido lo schema delle tre forme di separando, ovvero se le ritenesse semplicemente degli obiettivi, all'inizio, troppo elevati. Fabritalp: (in qualit di risposta generica) Le cose vanno un po' di pari passo; infatti: 1 - lo studio approfondito porta a notare che gli insegnamenti dei Maestri hanno delle convergenze; 2 - tali persone hanno studiato e praticato, quindi se ne intendevano, cos come un matematico si intende ovviamente di matematica, e quindi "ci si potrebbe fidare"; ciononostante, l'atteggiamento migliore pu essere quello di uno scetticismo "fino al midollo" e di combattere le illusioni (come raccomandava il Kremmerz). come illusioni che si potrebbero considerare, fintantoch non siano confermate dall'esperienza. Un modo di procedere scientifico, insomma. Quindi, in base alla spiegazione di Hahajah, all'inizio bisogna determinare tutta una serie di scopi intermedi, per poi cercare i pi vicini. Arvo: Mario Parascandolo, nel 1945, fond a Roma la loggia massonica Ankh "di ispirazione kremmerziana", insieme ad Augusto Lista, Arduino Anglisani e Carlo Coraggia. Domenico Lombardi not l'iniziativa e chiam a s Mario Parascandolo (Hahajah) in qualit di Segretario Particolare e di iscritto (dal 1949) all'Ordine Egizio, come indiretto alle sue dipendenze. Analoga iscrizione all'Ordine Egizio venne effettuata, poco dopo, per Anglisani e Donato de Cristo (Harahel). Alla fine del 1949, venne messa alla prova la fedelt di una terna di personalit, formata da De Cristo, Dorrucci e Anglisani, investendola dell'incarico di ricostituzione dei circoli esterni della Miriam. Quasi subito taluni membri della terna non si dimostrarono all'altezza del compito assegnato. Lombardi sciolse la terna e soprattutto Anglisani venne prima esautorato e successivamente diffidato dall'attribuirsi qualsiasi carica. Parascandolo, divenuto anche procuratore di Lombardi, ne comunicava le direttive all'accademia miriamica "Pitagora" di Bari, della quale peraltro (muovendosi nell'iter osirideo) non ebbe necessit di far parte, anche perch la direzione di tale accademia venne affidata a Donato de Cristo. La libert di Parascandolo nei confronti della Miriam (l'articolo 26 della Pragmatica fondamentale obbliga i miriamici a "non appartenere a nessuna...societ...che si occupi... di forme massoniche con concetti iniziatici") gli permise (morto Lombardi) di tentare la realizzazione del vecchio programma dell'Ordine Massonico Ankh. Riprese perci i rapporti con gli amici della loggia Ankh. Capo dell'ordine Ankh venne eletto Carlo Coraggia (Lehaiah) e venne costituita una nuova organizzazione, atta a fungere da interfaccia con il mondo profano: la C.E.U.R. (Casa Editrice Universale di Roma). Purtroppo, con rammarico di Hahajah, Coraggia evidenzi presto la sua non qualificazione, mostrandosi, come si sa, notevolmente influenzato dagli apocrifi di Del Guercio. La volont di Hahajah di prendere le distanze dai capi dell'Ankh testimoniata da diverse sue lettere del 1954 a Donato de Cristo. Essendo gravemente ammalato, non riusc a liberarsi delle interessate "attenzioni" dei suoi amici dell'Ankh, che vedevano in lui l'unico ufficiale aggancio con la regolarit iniziatica e che, alla sua morte, si impadronirono di suoi documenti e titoli. L'appendice da lui scritta, al III vol. della Scienza dei Magi un'importante testimonianza di come egli cercasse, in ogni maniera, di operare "pro salute populi", nonostante le difficolt nelle quali si trovava ad agire. Infatti non poteva scrivere un testo di aperto contrasto, perch la C.E.U.R. non l'avrebbe mai pubblicato. Ma abilmente, adducendo a scusa la sua personale ignoranza, espresse riserve nei confronti della via dei tre gradi di separando (cio quella di Del Guercio), raccomandando di ripiegare sulla via preparatoria e terapeutica della Miriam, cio in pratica (a buon intenditor poche parole) fece comprendere il fallimento del tentativo massonico di "ispirazione kremmerziana". Dattilo Ideo: Desidero innanzitutto complimentarmi per il tentativo il primo quasi pubblico (non posso infatti considerare una mailing list alla stregua di un libro o di una pubblicazionea meno di non utilizzare un sito) di far luce sulla questione del Corpus e di rendere giustizia a Kremmerz. Dalle considerazioni fin qui svolte, e da personali cogitazioni non ancora espresse ma che troveranno espressione (mie e di altri attorno a me), mi sento in dovere di riconoscere che il materiale pubblicato come "Corpus" solo parzialmente opera del Kremmerz. Il mio volere stato quello di rendere pubblico del materiale concernente il dominio della magia e dell'occultismo. Inizialmente ho creduto in buona fede che fossero tutti del Kremmerz. Successivamente, cio leggendoli con pi attenzione, ho avuto il sospetto che vi fossero intervenute pi mani. Attualmente, cio dopo alcuni anni da ch venni in possesso del materiale, dichiaro che sono convinto che i primi libri del Corpus siano in buona parte opera del Kremmerz; che la Maria e l'Ibis siano fortemente interpolati e falsificati cos come i rimanenti. Chi sono gli interpolatori, i rimescolatori, gli adiuntori? Non lo so, posso avere dei sospetti ma, sostanzialmente, non lo so. Poich ho agito in buona fede e senza incarico di nessuno, del tutto autonomamente, per solo amore di mettere in luce ci che stava nell'ombra, non mi crea nessun problema riconoscere quella che ora mi pare essere la realt delle cose. Pertanto desidero aderire all'invito del moderatore di questa Lista nella sollecitazione a non vedere nell'autore del Corpus il Kremmerz ed in tal senso provveder a modificare, prossimamente, nel mio sito, il materiale relativo definendolo come spurio, "attribuibile", o pseudo Kremmerz. Di pi, onestamente, non credo si possa pretendere. Circa il valore delle dottrine, invece, continuo a ritenerle meritevoli di interesse, purch si riesca a separarle dal loglio bastardo che vi stato aggiunto. EA: Non sono d'accordo. I kremmerziani versati per la via isiaca non hanno che da seguire i limpidi insegnamenti miriamici. I kremmerziani versati per la via osiridea non hanno che da cimentarsi con gli altrettanto limpidi insegnamenti riportati da Abraxa. Se non sono versati n per i primi n per i secondi, allora devono intraprendere una via non kremmerziana. Tullio Quasimodo: A riprova di quanto sia stato utile il dabattito su questo Forum sullo pseudo-Corpus attribuito a Kremmerz, riporto il comunicato che Paolo Fogagnolo, capo dell'ex Gruppo Agape/Prometeo, dopo l'inevitabile diffusione delle precedenti edizioni del presente quaderno, ha trasmesso a vari Ordini, Accademie e Centri Studio.

Se il dibattito del Forum aveva portato ad identificare nell'esoterista cristiano Erim di Catenaia il primo diffamatore dell'operato di Kremmerz e in A. Del Guercio e nel filo-cattolico Ordine del Mantos gli autori del falso manoscritto, Fogagnolo fa il nome di colui che li aveva convinti alla pubblicazione: l'altrettanto filocattolico ed erimiano Alessandro Boella. Le sottolineature e gli omissis del testo sono di Fogagnolo. Il testo completo a disposizione all'indirizzo indicato. COMUNICATO Riguardo le errate posizioni espresse da noi nel passato (circa 20 anni fa) sul Kremmerz e la sua scuola terapeutica e alchemica tradizionale Pro Salute Populi di luce, il gruppo Agape/Prometeo, dopo un iniziale e doveroso assonnamento pubblico, ha espulso con IGNOMINIA dopo aspro e duro dibattito (nel quale stato completamente smascherato) il mestatore doppiogiochista, amico intimo di Santa Madre Chiesa, Alessandro Boella e consorte. Egli infatti, giostrato ad arte dai suoi PADRONI E PADRINI in abito talare, manovrando, aveva celato al Gruppo Agape/Prometeo documenti e informazioni chiarificatrici. Attraverso Ambiguit da lui SUBDOLAMENTE creata, il suddetto personaggio era riuscito merc strumentalizzazioni, falsificazioni ed omissioni, a orientare, disorientare e INFLUENZARE LE POSIZIONI DEL GRUPPO AGAPE/PROMETEO, attraverso un' abile opera di disinformazione, utilizzando istrionicamente l'ardore giovanile e l'impeto focoso giustizialista, caratterizzazione peculiare DEGLI ADERENTI DEL GRUPPO Agape/Prometeo, indirizzandoli verso posizioni anti-Kremmerziane assolutamente errate che il Gruppo Agape/Prometeo ATTUALMENTE ASSOLUTAMENTE NON CONDIVIDE PIU' Posizioni comunque, gi RADICALMENTE RIVISTE UN ANNO SOLO DOPO LE ERRATE E INDISCRIMINATE PUBBLICAZIONI (Corpus e Magia della Myriam)- e questo avvenne anche troppo tardivamente per la coerenza e l'etica del gruppo, cio si verific purtroppo solo dopo aver iniziato ad aprire gli occhi e parzialmente intravisto e compreso l'insieme del "gioco" e l'inganno e gli scopi e le finalit del mestatore e untore "agente clericale." Il Gruppo Agape/Prometeo aveva, del resto, gi profondamente rettificato le proprie posizioni nei confronti dell'opera terapeutica e alchemica pro salute populi, del Maestro Kremmerz, come si pu evincere gi dalla prefazione del nostro Scopi e pratiche dell'O. O. E. A proposito dei fatti che hanno contribuito ad aprirci gli occhi e all'amara presa di consapevolezza di essere raggirati e strumentalizzati, facciamo rilevare che in quel periodo usc un insignificante libercolo intitolato "Mmoire du sang", scritto da tale Alexandre de Danann. Nel succitato libretto, a nostra insaputa e con nostro grande stupore, venivano trattati temi e sostenute tesi oltremodo inquietanti, con una serie di argomentazioni risibili, volutamente polemiche, sibilline e, soprattutto, pregne di veleno nei confronti di tutte le tradizioni. Il "grande studioso" in questione si prodigava (come ancor oggi fa con grande impegno e entusiasmo) a gettare fango e discredito su tutte le affiliazioni e sui pi noti maestri del mondo iniziatico. (OMISSIS) Costui tenendo un comportamento apparentemente corretto nei nostri confronti, studiato ad arte subdolamente covava propositi tutt'altro che leali, finalizzati in realt a screditare, con una grande opera di denigrazione e disinformazione culturale e storica, l'intera tradizione di luce (OMISSIS). Sottolineamo che Alessandro Boella, dopo essere stato espulso con ignominia dal Gruppo Agape/Prometeo, ha intensificato la sua opera farneticante, mistificante e inquinante, attraverso la pubblicazione di altri tre libelli, di ugual tenore su cui va steso un velo pietoso. (OPERA DI DISINFORMAZIONE E DENIGRAZIONE CULTURALE E STORICA CHE QUESTO INDIVIDUO CONTINUA ALACREMENTE E CON SEMPRE PIU' FERVORE, SOTTO L'INDIRIZZO DI CERTI SETTORI CLERICALI; OPERA CHE PURTROPPO INIZIO', CON NOSTRO ESTREMO RAMMARICO, CON LA STRUMENTALIZZAZIONE, INDIRIZZO E ORIENTAMENTO DELLE NOSTRE SCRITERIATE PUBBLICAZIONI DEL CORPUS E MAGIA DI MYRIAM E DI CIO' CI SCUSIAMO MOLTO CON TUTTI); Opera che era apparsa subito chiara a ragione (col senno di poi purtroppo ma eravamo giovani e ingenui ...Una...Volta... MOLTO TEMPO FA) palese e lampante anche a molti ambienti tradizionali altamente qualificati che, denunciarono subito a gran voce e con estrema lungimiranza, l'operazione clericale. Operazione neo crociata inquisitoria che attualmente sta concretizzandosi e allargandosi a macchia d'olio con altri pseudo autori (con le varie sfumature di facciata) nella neo "Santa Inquisizione"... (OMISSIS). In considerazione che tutti questi autori "neo crociati" dell'Inquisizione portano alla conclusione che la vera Rosa+Croce, l'ermetismo e l'alchimia sarebbero la causa di ogni male e origine, a loro dire, della famigerata controiniziazione (etichetta ostracistica che in questi ambientini, il pi delle volte a piacere, viene scagliata addosso, di volta in volta, a realt scomode indipendenti che non vogliono asservirsi e sottomettersi), possiamo affermare, a nostro modesto parere, che sarebbe forse pi opportuno cercare altrove, data l'abile e voluta operazione di disinformazione culturale e storica di questi "autori"...lo zolfo che spesso assume l'apparenza dell'incenso! A differenza dello pseudo studioso sopra citato, amante del palcoscenico accademico, noi del gruppo Agape Prometeo, avendo preso coscienza di essere stati raggirati nonch strumentalizzati per scopi di un piano complessivo con finalit diametralmente opposte dalle nostre, (1) ormai consapevoli di ci, tempo dopo abbiamo deciso coerentemente ed eticamente l'assonnamento definitivo pubblico doveroso e assolutamente consequenziale del Gruppo AGAPE/PROMETEO e, sempre per coerenza etica, non useremo mai pi la denominazione Agape/Prometeo per le nostre future iniziative editoriali, ecc. Questo chiarimento era pi che giusto, necessario e doveroso. GRUPPO AGAPE/PROMETEO

(L'originale integrale del comunicato a disposizione di chiunque presso la sede dell.exAGAPE - via Cosimo del Fante 12 - 20122 Milano - tel. 393.8883702, dopo le h 16.- fratelli_dihermes@hotmail.com) (1) INFATTI IL GRUPPO AGAPE/PROMETEO NULLA DI NULLA HA A CHE SPARTIRE CON LE VISIONI RETRIVE E MORALISTE INQUISITORIE, ECC. DEL CLERO CATTOLICO E DI "QUALUNQUE ALTRA VISIONE SPIRITUALE" RETRIVA, OTTUSA E FONDAMENTALISTA-INTEGRALISTA. Sadescan: Il testo precedente stato riportato, con qualche ulteriore "omissis", anche nel libro l'Arcano degli Arcani di Capiferro-Guzzo, Viareggio 2005. Un testo che dimostra di non ignorare il dialogo svolto a suo tempo nel nostro forum, ma che, astutamente, fa qualche modifica a certi avvenimenti, per tentare una (altrimenti difficile) conciliazione con le posizioni del C.E.U.R. Afrodite Urania: Se vero quanto asserito da U.D. Cisaria, Fogagnolo, per, qualche bugia l'ha detta: ad es. che Gino Muciaccia era stato discepolo osirideo di Kremmerz. Una stupidaggine, stando a Cisaria, perch Muciaccia si limit ad accompagnare Verginelli da Kremmerz a Beausoleil, per la consegna di una traduzione. Quando i due, allora giovanissimi, tornarono da Kremmerz, senza essere stati invitati, il Maestro che, per asserita testimonianza dello stesso Verginelli, era a colloquio con Leone Caetani, li conged bruscamente. Luigi Parente: Una precisazione, che mi sembra doverosa: Vinci Verginelli conosceva Kremmerz fino dal 1921. Gli era stato presentato da Gerolamo Moggia prima e da Giacomo Boracci poi. Vinci Verginelli e Gino Muciaccia si recarono in visita al Kremmerz due volte, ed entrambe le volte insieme: - la prima volta nel dicembre del 1929 su invito dello stesso Kremmerz - la seconda volta nel febbraio del 1930 "Conoscevo il Kremmerz sin dal 1921, quando gli ero stato presentato da intimi suoi quali Borracci e Moggia. Per anni avevo atteso un suo invito. Poi all'improvviso nel dicembre del 1929 mi scrisse che mi aspettava dopo Natale a Beausoleil, dove da anni risiedeva. Corsi. [...] Lui parlava. Io, vicino, tacito ascoltavo. A stento credevo che fosse veramente Kremmerz a parlarmi. E che passeggiavamo insieme per i giardini di Beausoleil." (Verginelli Vinci (1986), Bibliotheca Hermetica, Nardini Editore, Firenze, pag.12-13) "Mi era vicino, e intimo, un raro conoscitore di latino (e non solo di latino), Gerolamo Moggia, discepolo del Kremmerz e tra i pi cari. Moggia mi aveva fatto conoscere Giacomo Borracci e questi, a sua volta, mi aveva presentato al Kremmerz, di cui era il pi amico. Era l'anno di grazia 1921 ed io avevo diciotto anni". (De Stolcenberg S. (1983), Viridarium Chimicum, Nardini Editore, Firenze, pag V.) "Ne accennammo di sfuggita col Kremmerz nel dicembre 1929 e poi nel febbraio del 1930, quando invitato l'una e l'altra volta da Lui, mi recai a Beausoleil a trovarlo: le pi belle giornate della mia vita. Condivideva la gioia della vicinanza al Kremmerz il fraterno amico Gino Muciaccia, che venne con me entrambe le volte, anch'egli invitato dal Maestro cui era caro. E tutti e due non immaginavamo che il Maestro, che conversava con noi per i giardini di Montecarlo, dopo due mesi ci avrebbe lasciati." (De Stolcenberg S. (1983), Viridarium Chimicum, Nardini Editore, Firenze, pag VI.) Al termine del secondo incontro furono congedati (non certo bruscamente) perch Kremmerz aveva un appuntamento molto importante al casin di Monaco. I due incuriositi lo seguirono e lo videro incontrarsi con due individui vestiti di nero di cui uno parve loro essere Leone Caetani [il fatto mi stato raccontato da Verginelli in persona]. La domanda di iscrizione al Grande Oriente Egizio di Vinci e di Gino risale al 1926 [lo stesso Verginelli mi mostr la documentazione nel 1982] anno in cui furono accolti tra gli aspiranti. La loro posizione venne regolarizzata nel 1929. Dopo la morte di Kremmerz vennero entrambi seguiti nella loro cammino ermetico dal Borracci, che tra gli allievi di Kremmerz era quello pi progredito. Muciaccia ebbe degli allievi "osiridei" tra cui figurano anche dei nomi noti. Mi pare evidente che quanto hanno scritto al riguardo Cisaria e la Piscitelli sui loro rispettivi siti abbia come unico scopo quello di portare acqua a loro mulino. Vinci Verginelli e Gino Muciaccia sono stati gli ultimi due discepoli di Kremmerz ad essere regolarmente iscritti dal Maestro al Grande Oriente Egizio. Questi sono i fatti. Nilius: Sollecitato da Ea, presento una mia breve relazione, assolutamente super partes, relativa alla controversia esistente tra svariati studiosi kremmerziani, in relazione a noti personaggi quali Girolamo Moggia, Vincenzo (Vinci) Verginelli , e Giacinto (Gino) Muciaccia. Iniziamo da Girolamo Moggia. Girolamo Moggia, [Sarzana (La Spezia) 1879 - Lucerna San Giovanni (Torino) 1954], in seguito a studi classici e teologici si dedic all'insegnamento delle Lettere ed entr nell'Ordine Francescano, che poi abbandon per diventare Pastore Valdese. Sposatosi, ebbe cinque figli. Esercit la sua funzione pastorale prima a Vittoria (Ragusa) e, dopo la I Guerra Mondiale, a Corato (Bari). Nel 1910, proprio a Bari iniziarono le uscite della rivista di Kremmerz "Commentarium". Moggia scrisse al redattore Avv. Russo Frattasi, che lo mise in diretto contatto con Kremmerz. Nel sito sottoriportato (quello di Cisaria per intenderci) vengono allegate alcune lettere di risposta di Kremmerz: http://www.ermetismo-kremmerziano.org/Docs/Scritti%20generali/2codicillo/2Codicillo01/2ndoCodicillo-parte1ma.htm Nella prima lettera (All.to n 4) del 3 Giugno 1918, K. scrisse: "Tempo fa ricevetti una vostra e vi ringraziai a mezzo dell'Avv. Russo che me la mand. Ora mi giunge la vostra del 23 Maggio e immediatamente vi rispondo...". Dopo la firma Formisano, in nota, scritto: "Siete voi che mi faceste interrogare quali condizioni si richiedevano per essere ascritto all'Ordine degli Studi Superiori di Ermetismo Egizio? Vi scrivo a parte". In questo ulteriore scritto riportato (All.to n 6), Kremmerz spiega che non facile ottenere l'iscrizione. Cisaria fa notare che, in tale foglietto, compare in calce la rarissima denominazione "Grande Ordine Egizio Loggia Ammonia

Universale Magistrale Egizia Osiridea", ma perch Kremmerz dovrebbe rivelare una cos rara (e quindi segreta) denominazione ad una persona a quell'epoca estranea all'Ordine Egizio? A meno che, per quella sua eccezionale sensibilit ermetica che Cisaria gli riconosce, non ritenga cosa certa la sua successiva affiliazione all'Ordine Egizio. In una successiva lettera del 20 Giugno 1918 (All.to n 5) Kremmerz, dando indicazioni per come procedere all'iscrizione, dice: "Mostrate il vostro desiderio per aspirare alla Scuola Osiridea, quella che per farmi intendere scuola superiore di studii ermetici e magici, ma prima di tutto dovete formarvene una idea giusta e precisa. La nostra scuola ermetica della Myriam a cui voi siete ascritto ha uno scopo spiritualista per gli alunni e umanitario nella sua finalit complessa: perfezionare fino ai limiti del possibile l'uomo che sposa la bont della nostra filosofia... Ora l'altra Scuola, la pi alta, la pi antica perch conta secoli di esistenza, non come la scuola della Miriam ... accoppia allo studio integrale ... la pratica per trasformare l'uomo ... Comprendete la differenza? Quindi il numero dei discepoli ammessi relativamente limitatissima (sic) e difficile (sic). N vale la mia buona amicizia a rendervi pi facile la via se non in un secondo periodo, cio dopo che foste ammesso se fossi io incaricato della direzione dei vostri studii... In ogni modo pensateci bene perch non con leggerezza che si prende una decisione seria". Trovo che questa lettera sia alquanto "sospetta", gi per le incredibili sgrammaticature: passi l'aggettivo "limitatissima" al posto di "limitatissimo", ma il numero dei discepoli non pu mai essere definito "difficile". Kremmerz non era analfabeta e Cisaria si fida forse un po' troppo di tutto il materiale del suo archivio. Naturalmente nell'archivio di Cisaria non esiste (non potrebbe mai esser lui l'erede) alcun incartamento relativo al prosieguo dell'eventuale pratica relativa a Moggia. Tuttavia Cisaria ritiene di poter continuare ad argomentare in base a documenti indiretti. Per incarico di Kremmerz, Moggia tradusse, prima da solo, poi in parallelo e in stretta collaborazione con Vincenzo Verginelli, l'opera "Chimica Vannus", che nel 1926 consegn al maestro. Nel 1930, posto in pensione dalla Chiesa Valdese, si trasfer a Zara e poi a Roma dove fu in contatto con l'Accademia Vergiliana. Nel 1949, venuto a conoscenza dell'iniziativa di ricostruzione della Miriam, da parte di Lombardi, ader alla sua proposta. Il 16 Luglio 1949, Domenico Lombardi gli rispose, con una lettera che Mario Parascandolo allega alla sua del 17 Luglio, indirizzata ad Arduino Anglisani. In tale letera, riportata nel sito di Cisaria (All.to n 7), si dice : "Carissimo Amico e Fratello, la tua lettera risveglia in me, coi ricordi di un passato che sembra un sogno, un caldissimo e fraterno sentimento di affetto, misto alla nostalgia di rivederti... Nostalgia destinata a rimanere tale, poich i miei ottantasei anni, pi dei tuoi settantasette (sic)... S mi devo occupare della ricostruzione dei Circoli esterni di Miriam, malgrado la mia et e le mie minorazioni penose. La Provvidenza mi ha mandato i collaboratori adatti ed ho piacere di sentire da te la buona impressione che ti ha fatto Arduino. Non so, per ora, se dovr rivolgerti qualche preghiera al riguardo, ma se necessario, ne riceverai in mio nome dallo stesso Arduino..". Cisaria poi riporta (All.to n 8) la lettera di Benno (Lombardi), datata Napoli, 9.12.49, Protocollo n 141, riguardante la Norma Comune Alla Terna da costituire come Terna Dirigente (indirizzata a Dorrucci, Anglisani e De Cristo) dove scritto: "Moggia Grirolamo. Si desidera sapere se per costui bisogna preparare la pagella o se la sua domanda dev'essere soltanto considerata come uno squisito gesto di solidariet nella ricostruzione. Nel primo caso, si resta in attesa del cordone e si prega chiarire se a suo tempo appartenne alla Miriam e di che cosa fu provvisto. Nel secondo, si prega di comunicargli che la Del+ Gen+ ha molto apprezzato il suo gesto e lo considera un esempio di fedelt all'Ideale che ispira la pi fraterna comprensione. Si restituisce la domanda". Cisaria osserva che non vi alcun riferimento, da parte di Lombardi, ad una precedente richiesta di Moggia di far parte dell'Ordine Egizio e conclude quindi negativamente in tal senso. L'interpretazione di Cisaria non si regge, perch nella prima lettera Lombardi dimostra di aver intima conoscenza e stima di Moggia e nella seconda conferma che il suo stato uno squisito gesto di solidariet e tale potrebbe essere solo da parte di persona di riconosciuto alto livello. L'unico dubbio di Lombardi, dunque, se abbia senso riinserire un anziano membro dell'O.E. nella Miriam. Il passaggio di Moggia dalla Miriam all'O.E. fu cos rapido che Lombardi, a distanza di anni, non si ricorda neppure se Moggia fosse stato anche un miriamico, oltre ad essere un osirideo. Lombardi chiede perci alla terna di "giovincelli" (lo erano rispetto a Moggia) se vogliono avvalersene o se ... la sua presenza li imbarazza. Vinci Verginelli (Corato 1903, Roma 1987) frequent il liceo classico a Bari. Nella sua "Scheda Bibliografica", che precede l'opera Chymica Vannus (Ibis, Bologna 1999), espone lui stesso come si verific il suo primo incontro con l'ermetismo. Per recarsi al liceo egli si serviva di un treno che percorreva la tratta Bari-Barletta. In un giorno del febbraio 1921, seduto al suo fianco sul treno, era Girolamo Moggia, che leggeva un libro dalle curiose figure (appunto il Chymica Vannus o Chimico Crivello). Incuriosito, Verginelli chiese gentilmente informazioni ed, entusiasta delle risposte di Moggia, si propose, essendo buon conoscitore del latino, di aiutarlo nell'opera di traduzione. Moggia rifer a Kremmerz la proposta di collaborazione di Verginelli ed il maestro volle conoscerlo. Scrive infatti Verginelli: "Conoscevo il Kremmerz sin dal 1921, quando gli ero stato presentato da intimi suoi quali Borracci e Moggia". (Vinci Verginelli, Bibliotheca Hermetica, Nardini, Firenze, 1986, p.12) ed anche: "Moggia mi aveva fatto conoscere Giacomo Borracci e questi, a sua volta, mi aveva presentato al Kremmerz, di cui era il pi amico. Era l'anno di grazia 1921 ed io avevo diciotto anni". (De Stolcenberg S., Viridarium Chimicum, Nardini, Firenze, 1983, p. V). Kremmerz diede assenso alla traduzione di Verginelli, chiedendo che fosse effettuata su una diversa edizione, cos da poter confrontare le due traduzioni. Verginelli, che nel frattempo si era trasferito a Firenze per frequentare la Facolt di Lettere, collabor con Moggia alla traduzione per cinque anni (1921-1925). Nel 1926 Verginelli si spost a Napoli per insegnare Lettere e Moggia si rec a Beausoleil, per consegnare a Kremmerz la traduzione. Il maestro ne fu molto soddisfatto e nella lettera che segu promise a Verginelli di invitarlo a Beausoleil. Cosa che si verific tre anni dopo. Infatti scrive Verginelli: "Per anni avevo atteso un suo invito. Poi all'improvviso nel dicembre del 1929 mi scrisse che mi aspettava dopo Natale a Beausoleil, dove da anni risiedeva. Corsi". (Bibliotheca Hermetica, cit. p.12) ed anche: "... col Kremmerz nel dicembre 1929 e poi nel febbraio del 1930, quando

invitato l'una e l'altra volta da Lui, mi recai a Beausoleil a trovarlo: le pi belle giornate della mia vita. Condivideva la gioia della vicinanza al Kremmerz il fraterno amico Gino Muciaccia, che venne con me entrambe le volte, anch'egli invitato dal Maestro cui era caro. E tutti e due non immaginavamo che il Maestro, che conversava con noi per i giardini di Montecarlo, dopo due mesi ci avrebbe lasciati." (Viridarium Chimicum, cit. p. VI). Come abbiamo visto recentemente in questo forum, dei discepoli di Veginelli, come il dott. Luigi Parente, testimoniano di aver potuto prender visione, grazie a Verginelli stesso, della pratica relativa all'iscrizione di Verginelli e Muciaccia all'O.E. e che la domanda di iscrizione data 1926 e la regolarizzazione della loro posizione (dopo un periodo passato come aspiranti) data 1929. Questa versione dei fatti contestata da U. D. Cisaria che cos riporta la sua nel sito: http://www.ermetismo-kremmerziano.org/Docs/Scritti%20generali/2codicillo/2Codicillo01/2ndoCodicillo-parte1ma.htm - "La visita si ebbe tre anni dopo, negli ultimi giorni di Dicembre del 1929 sino ai primi giorni di Gennaio 1930. Poi tornai (scrive Verginelli) brevemente da Lui nel febbraio dello stesso anno", brevemente perch improvvisata e non concessa, sfortunatamente anche per l'amico Gino Muciaccia -. Si direbbe che Cisaria citi "a braccio", ed omettendo ci che pi importante, perch in realt la Scheda Bibliografica al Chymica Vannus, che costituisce il filo conduttore delle sue argomentazioni dice: "Infatti mi chiam nel 1929 e stetti con lui gli ultimi giorni di dicembre e i primi di gennaio del 1930. Poi tornai brevemente da lui nel febraio dello stesso anno. Giorni mitici, i quali da soli giustificano l'esser nati". Molto chiaro il riferimento alla rinascita iniziatica nell'O.E. Poi Cisaria, non contento di aver citato a braccio ed omissivamente, comincia a costruire sulla sua versione erronea: - Racconta il Verginelli che il Kremmerz, nel vedermi insieme a Gino Muciaccia, contrariato e con sguardo severo disse di non poterci ricevere, poich occupato con altra visita, pronunciando queste parole: " nel mio studio trovasi un grande personaggio che certamente non conoscerete mai nella vostra vita". Verginelli ha riferito ai Fratelli che, prima di venire congedato dal Maestro, intravide dalla porta socchiusa dello studio, la barba inequivocabile di Leone Caetani. Ne ebbe conferma quando la sera, passeggiando con Gino Muciaccia nelle vicinanze del Casin di Montecarlo, vide il Kremmerz a braccetto con Leone Caetani, del quale ne conosceva le sembianze. (All.to B)" Come si vede Cisaria cita, come documento, un allegato B, consistente in due lettere datate, la prima 24 Luglio 1929 dall'Hotel Ritz di Parigi, la seconda 23 Agosto 1929 dall' Hotel de Paris di Montecarlo, entrambe scritte in inglese e con scrittura spesso poco comprensibile anche ad ingrandirla. Delle prove che ben difficilmente si possono prendere in considerazione in un approccio serio, essendo dubbio sia il loro contenuto, sia la loro stessa paternit. Cisaria continua: "Un Maestro come Kremmerz, con la potest di leggere il Passato, il Presente e l'Avvenire di ogni Uomo, e che non si mai assunto la responsabilit di iscrivere nel Gr+ Or+ Eg+ NESSUNO, poich soggetto alla GERARCHIA visibile ed invisibile, in attesa, scrive, del Ritorno di MAMO ROSAR AMRU, da lui perfettamente conosciuto quale Pontefice dell'Ordine, il solo che pu concedere la VERA INIZIAZIONE nel Gr+ Or+ Os+ Eg+, anche se lo avesse potuto, non avrebbe mai iscritto all'Ordine un tendenziale politicante d'avversa contraria, opposta corrente di pensiero e d'azione, nelle cause e nelle finalit, militante nella rossa, volgare, plebea, atea materialista politica comunista, che la Storia ha severamente condannata, per gli efferati crimini commessi, reati, ingiustizie, errori perpetuati, distruggendo completamente la sua esistenza, facendo decadere ed annientare il suo popolesco ideologico sociale Regime, nella medesima patria natale delle sue malsane origini. Per la medesima ragione, il Kremmerz non poteva iscrivere nell'Or+ Os+ il Verginelli, che per sua particolare ibrida conformazione connaturata, di "sensibilit d'anima", dallo stesso, ritengo, vissuta cosciente della Legge della Specie, in questa vita non avrebbe potuto generare il REBIS dell'Androginato Alchimico.Sarebbe far torto al Maestro Kremmerz il solo pensiero che Egli non possedesse i Poteri di leggere nel Libro Phtas d'ogni Uomo, e darne un immediato giudizio. Ricordo ai Kremmerziani, come ben scrive Benno, che le Note sulla Pagella d'iscrizione alla Fr+ di Mir+, sono indispensabili poich in esse traspaiono le tendenzialit del Novizio, e queste possono essere date soltanto dal Del+ Gen+ che possiede, per il suo Grado di Maestrato, la potest di vedere e Leggere nell'Anima del Novizio, pur esso trovandosi lontano". Qui Cisaria commette diversi evidenti errori: - afferma che solo Mamo pu concedere l'iniziazione all'O.E. e che quindi Kremmerz non avrebbe potuto farlo. Ora, chi gli dice che Mamo non fosse d'accordo? Se egli sapesse (e il non saperllo conferma che tutta la linea che viene da Coraggia non fa parte dell'O.E.) chi e cosa sono realmente Mamo e Izar, non avrebbe mai fatto quell'affermazione. Inoltre, l'ammissione come "indiretti alle dipendenze di un maestro" in ogni caso ammessa, perch il maestro stesso ad assumersene la responsabilit. E' ben noto, da documenti ufficiali, che Lombardi, citato come giusto esempio da Cisaria in relazione alle pagelle, ammise personalmente come "indiretti" Parascandolo ed altri. - afferma che, anche potendolo, Kremmerz non avrebbe mai ammesso un comunista come Muciaccia. Bisogna vedere cosa si intende per comunismo. Quello di Muciaccia, in quanto ermetista, era, negli obiettivi, sicuramente pi vicino a quello della Repubblica di Platone, che a quello di Marx. - ci che dice sulla conformazione interiore di Verginelli poi gratuita calunnia. Cisaria aggiunge: - Ma il Kremmerz, da Gran Maestro, ha sempre detto e dimostrato di possedere i Poteri. Da una Sua lettera indirizzata al Preside dell'Accademia Vergiliana di Roma, Dott. Giovanni Bonabitacola, datata 26.2.29, scrive su quanto sopra esposto: "Mi scuserete se vi prego di modificare la vostra opinione su persone amiche, perch non potete essere al corrente della storia personale e psichica di alcune di esse.". Molte di queste lettere mi sono state concesse per conoscenza dall'Amico e Fratello Placido Procesi, che manteneva buoni rapporti con i Dirigenti l'Accademia Virgiliana di Roma, che detengono gli originali delle lettere - . Si tratta di allusioni generiche e si ha il cattivo gusto di affermare che le prove sarebbero nelle mani ... dei propri avversari. Il che ridicolo, perch se Verginelli e Muciaccia o i loro successori fossero stati in malafede, avrebbero

ovviamente provveduto a distruggere qualsiasi documento in loro possesso, che potesse smascherarli. Cisaria conclude: - Il Kremmerz in data 17.3.29, cio due mesi prima della sua morte, scrive a Giovanni Bonabitacola: "Voi volete passare dalla teoria alla pratica, dalla parola e dalle discorse alla realizzazione e domandate praticamente una iniziazione. Questa vi sar concessa se il desiderio diventa volont, e per determinare questo passaggio occorre attraversare il campo isiaco. Iside, matura, avvicina Osiride. Voi domandate, desiderando prima e poi volendo; io vi apro la mano, la mia mano e vi dono largamente in dovizia di sapere... La parola dell'Osirideo deve avere potest e forza di forma e creazione, perch le discordie di genere femminile sono distruttive e impediscono la formazione e il proposito creativo, per il quale occorre la rieducazione per il non dicere, nec dare, neque donare del latinista Maccarone". Giovanni Bonabitacola, Preside dell'Accademia Virgiliana di Roma, fa formale richiesta d'iniziazione al Kremmerz, ci che non si verific, poich due mesi dopo Kremmerz mor. Quale Falsit il credere Verginelli e Muciaccia, due dipendenti del Preside, Discepoli Diretti Iniziati dal Kremmerz?!!! Queste conclusioni di Cisaria non sono condivisibili, perch capita che dei giovani dal rapido ascenso ermetico possano venire a trovarsi, dal punto di vista organizzativo, alle dipendenze di persona pi anziana ma meno evoluta, che occupa di gi un posto direttivo. Del resto, si sa che Kremmerz frenava l'ammissione all'O.E. di Bonabitacola, anche per il coinvolgimento di questi nella truffa, con noti risvolti legali, ai danni del Barone Ricciardelli. Tullio Quasimodo: Trovo eccellenti le ultime analisi di Nilius. Cisaria non riesce a sopportare che, a suo tempo, Verginelli e Muciaccia non abbiano preso in considerazione le enormit, che egli continua a dire anche ora. Il contenuto del suo sito dimostra che Cisaria un seminatore di discordie, ma non bisogna scendere al suo livello, come si permesso di fare, in certi forum, ad equivoci personaggi tipo "veritasclaritas", che cercano di creare caos nel fronte pagano, parlando male di tutto e tutti (significativo che questo figuro parli bene ... solo di Fincati!). Occorre invece smontare le "pinzillacchere" di Cisaria, punto per punto, come ha fatto Nilius. Mi piacerebbe, se ne ha voglia, che egli analizzasse anche le affermazioni, sui medesimi personaggi, che si trovano nel sito della Piscitelli. Nilius: Per valutare le affermazioni di Anna Maria Piscitelli su V. Verginelli, occorre riandare a documenti che in parte Sadescan ha gi analizzato in questo stesso quaderno. Come noto, Kremmerz si trasfer definitivamente in Francia, a Beausoleil, nel 1912. In data 29 Giugno 1914, eman la "Circolare perch la Frat+ non si disperda ed entri nei definitivi confini della sua origine", indirizzata ai MM+ preposti alla direzione di Circoli Ermetici della Miriam, che inizia con le parole: "Carissimi Fratelli, essendomi, per ragioni momentanee, ritirato dalla direzione generale della Scuola Ermetica per lasciare a voi la indipendente direzione di gruppi e circoli, desidero in poche parole farvi note alcune cose inerenti alla costruzione generale della Miriam...". K. sottoline nel seguito che voleva "richiamare la vostra attenzione sull'origine ideale della Fratellanza e far ritorno a questa origine con la pratica: 1) Rendendo palese, pubblico, accessibile a tutti lo scopo semplice e concreto della Fratellanza a cui tutti possono, se vogliono concorre. 2) Rendendo facile e senza intralci la prima ammissione al noviziato". Kremmerz perci affermava di aver lasciato, per ragioni contingenti, ai Maestri Preposti la direzione indipendente di gruppi e circoli. Ai Maestri Preposti, si badi, e non alla Segreteria di Lombardi, che perci non veniva collocata in una posizione gerarchicamente pi elevata. La I Guerra Mondiale non imped i contatti tra Kremmerz e la Miriam, come dimostrato dalla distribuzione delle Lunazioni agli iscritti. Un paio di anni dopo si verific il furto di una copia (autentica) del Corpus. In una lettera datata 12/10/1916, Kremmerz scriveva: "Nell'8 giugno 1916 sono stato esonerato d'ufficio dalla direzione degli studi dei miei iscritti all'Or.Eg. perch l'Ordine di Ges in possesso di una copia del Corpus, vendutagli per una somma ingente. Si cerca il fedifrago. Intanto gli studenti eg. passano in blocco alla dipendenza dell'Or. Eg. per gli studi di antichit sacerdotale e alchimia tradizionale; tutti i loro rapporti devono avere la forma voluta di incisi e la corrispondenza deve essere intestata al Maestro R.P. Ottaviano; e la corrispondenza deve essere diretta a uno della terna da me proposta, Jesboama, Cajetel e Benno; sapranno poi chi il prescelto". Dunque Kremmerz lasci momentaneamente la diretta supervisione dei propri discepoli osiridei, che facevano ora capo a R.P. Ottaviano (Ottaviano Armando Koch) che il sito della Piscitelli, mescolando il contenuto di pi documenti, confonde con N.R.Ottaviano (l'ing. Ottaviano Koch). Perch potesse rimanere sconosciuto, avrebbe fatto da tramite un altro maestro, da scegliersi nell'ambito di una terna. La cosa per dur poco, perch R.P. Ottaviano, nel 1919, approfittando della sua carriera diplomatica, abbandon l'Italia, portando in luoghi pi sicuri l'archivio dell'O.E. Piscitelli ha esagerato la portata di questa partenza, perch il Segretario dell'O.E. , come dimostrano gli Statuti dell'O.E., non affatto il capo dell'O.E. e la sua partenza non menom minimamente l'attivit dell'Ordine in Italia. Contrariamente a quanto da lei affermato, l'assenza del Segretario non imped l'affiliazione all'O.E. di altri elementi, perch l'iniziazione non un fatto burocratico e certo non richiede la presenza dell'archivio storico dell'Ordine per essere effettuata. Anche se in periodi normali pu risultare utile registrare in documenti cartacei un'affiliazione, la mancanza di detta registrazione non toglie certo valore all'iniziazione ricevuta, ed inoltre esistono altri modi, pi segreti, di registrazione. Nel 1921, Kremmerz venne in Italia per tenere una serie di "Conversazioni" presso l'Accademia Pitagora di Bari e il Circolo Virgiliano di Roma. Durante il fascismo, nonostante la preclusione di questo verso le societ iniziatiche, furono i Maestri Preposti, secondo la volont di Kremmerz, a dare continuit alle iscrizioni e alla distribuzione delle Lunazioni, spesso in forma privata, visto che Accademie e Circoli, per sicurezza, furono momentaneamente chiusi. Le visite dei discepoli a Beausoleil, come sappiamo, continuarono fino alla morte di Kremmerz. Finita la II Guerra Mondiale, l'O.E., avendo in vista un riordino e ampliamento limitato ai circoli esterni di Miriam, riprese i contatti con Lombardi, cosa pi semplice e riservata che non riprendere i contatti con tutti i Circoli e le Accademie. Visto il rientro di O.A. Koch in Italia, che termin nel 1947 la sua carriera diplomatica, l'O.E. fece di lui l'interfaccia diretta con la Miriam, elevando a Delegato Generale della medesima Lombardi. Questi riteneva importante dar fiducia a nuove leve cos che, come ha descritto Sadescan nel quaderno citato, inizi

lo sfortunato sodalizio con A. Del Guercio. Al principio di tale collaborazione, Lombardi affid a Del Guercio la compilazione di una circolare affinch, tra le altre cose, egli potesse essere presentato in qualit di nuovo Segretario, ma Del Guercio ne approfitt per scrivere una delle pi subdole circolari (datata Dicembre 1947) che si possano immaginare, con la quale ingann, fortunatamente per poco tempo, lo stesso Lombardi, che la firm per l'invio. In essa si dice tra l'altro: " Tuttavia necessario osservare che, mentre le iscrizioni e le Accademie furono chiuse, nessuna disposizione stata mai presa in questo senso per la Seg+ Centrale della Delegazione Generale, la quale Segreteria, pertanto, l'unica parte della Fr+ che abbia conservata intatta la sua continuit, sia per la persona ad essa regolarmente designata, sia per le sue funzioni. Resta perci ben fermo che oggi, qualunque iniziativa presa nell'intento di proseguire o conservare il funzionamento della Fr+ di Mir+ non pu aversi che attraverso la Segr+ Gen+". Gi in queste poche righe il testo della circolare mostra le sue ambiguit: - Accentua subdolamente l'importanza della Segreteria miriamica (ormai di Del Guercio) perfino nei confronti del Delegato Generale. - Sorvola sul fatto che la Segreteria, se non fu ufficialmente chiusa, durante il fascismo, solo perch era costituita da ... una sola persona e perci non costituiva ... associazione. Fu chiusa per di fatto, perch si mantenne silente. - Vuol far passare la chiusura "di facciata" delle Accademie nel periodo fascista, per un cessare totale, anche privato, delle loro attivit, confondendo cos, ad arte, l'attivit iniziatica con quella esteriore e burocratica. - Dimentica la devoluzione di autorit che Kremmerz, con la circolare del 1914, aveva fatto ai Preposti alle Accademie e non alla Segreteria. Ma la circolare non ingann Suglia, a cui Bonabitacola aveva trasmesso la direzione del Circolo Virgiliano ed affidato un plico da consegnare nelle mani delle alte gerarchie dell'O.E. L'avversione di Del Guercio per Kremmerz era nota da vecchia data (lo ha testimoniato ad es. Aniceto del Massa nel suo Diario), cos come era nota la sua allora recentissima (1944) fondazione del cristiano Ordine del Mantos, perci era inverosimile pensare ad una sua contemporanea adesione sincera agli ideali miriamici. Suglia perci non accolse l'invito di quella circolare. Una vera fortuna, perch altrimenti anche gli Archivi del Circolo Virgiliano sarebbero finiti in mano a Del Guercio. Lombardi scrisse, riferendosi ai rapporti con Suglia, in una lettera ad A. Anglisani, datata 10 Maggio 1949: "Suglia - La questione del plico in suo possesso, gravido di onerose responsabilit, si distingue nettamente dall'invito rivoltogli circa l'opportunit di far capo, per quanto riguarda il suo circolo, a questa Delegazione. Continui pure le sue ricerche per la consegna del plico a chi meglio creder, non rientrando ci nei miei scopi attuali, che si restringono in quanto ripetutamente dichiarato: ricostruzione dei Circoli esterni di Miriam sotto un'unica Del+ Gen+, secondo i dettami della Pragmatica Generale. La sua saggezza ... e la forza relativa, deporrebbero a favore dell'accoglimento della mia richiesta, ma in caso contrario non muta il mio augurio che egli possa prosperare nel cammino intrapreso". Nessuna sconfessione dunque, nessuna condanna, ma un sincero augurio. E ci per almeno due motivi: - Non erano certo circoli storici e ortodossi come il Virgiliano a preoccupare Lombardi, ma circoli irregolari sorti nel frattempo. - Lombardi dovette rendersi conto che, se giusto sperimentare nuove leve promettenti, non giusto farlo sottoponendo a travaglio strutture consolidate preesistenti. Prova ne che, alla fine dello stesso anno, nello sperimentare la nuova terna dirigente (Anglisani, Dorrucci, De Cristo) rimase perplesso sull'opportunit di coinvolgere nell'esperimento anche un solo rappresentante della vecchia guardia e cio G. Moggia, che si era reso disponibile. Piscitelli completamente in torto se pensa che il Circolo Virgiliano non sia regolare, perch non ader al contenuto della circolare stilata da Del Guercio. La stessa firma di Lombardi deve considerarsi annullata dai successivi provvedimenti nei confronti di Del Guercio, e perci dall'implicito riconoscimento del proprio errore di valutazione. Inoltre storicamente evidente che non fu la Segreteria, con i suoi alti e bassi, a dare continuit alla Miriam, ma in ossequio alla circolare di Kremmerz del 1914 (posteriore e rettificante la Pragmatica Generale del 1909), le dirigenze di Accademie e Circoli. Questo particolarmente vero per la direzione del Virgiliano, che pass molto opportunamente da Suglia a Verginelli, come anche per l'Accademia Pitagora di Bari, passata sotto la direzione di De Cristo. Del resto, Lombardi stesso, prima della sua morte (avvenuta nei primi del Dicembre 1951) dovette fare marcia indietro, sia per il fallimento di alcuni membri della "terna", sia per esser venuto nuovamente meno il supporto dell'O.E. Infatti, in qualit di Procuratore della Fr+ Tm+ di Mir+, Mario Parascandolo in data 11 Giugno 1951 scrisse a Donato De Cristo: "La Del+ Gen+ ti comunica ufficialmente che i rapporti diretti col Cap+ Op+ Occ+ sono interrotti. Le istruzioni gi ricevute ed i mandati in atto sono sufficienti al proseguimento dell'opere intraprese. Augurandoti forza e virt per il tuo personale ascenso e per quello degli iscritti all'Accademia Pitagora di Bari, affettuosamente ti abbraccio". Dunque si applicava di nuovo la (mai abrogata) Circolare del 1914, che rimetteva ai singoli Preposti il compito, in piena indipendenza, della dirigenza. Nel periodo successivo, l'O.E. si trov a dover fronteggiare il tentativo dei membri del C.E.U.R. di costituirsi, senza la bench minima trasmissione o qualificazione, come ordine osirideo. Ma di ci si parler, se opportuno, in altra occasione. Il Maestro O.A. Koch mor nel 1979. Nel 1986, il Maestro "Rosar" fu incaricato dall'O.E. di riprendere i contatti con l'Accademia Pitagora perch, dopo la morte di De Cristo nel 1985, richiedeva aiuto particolare. Purtroppo A.M. Piscitelli non ha esitato ad utilizzare, in modo improprio e per suoi fini, documenti riservati di cui entrata in possesso grazie a Rosar (ad es. quelli relativi agli jeronimi di membri della famiglia Koch) cos che, dall'Aprile 2005, stato a lei consigliato, senza far troppo rumore, di non occuparsi oltre della Fratellanza Terapeutico-Magica di Miriam e dei suoi appartenenti. Si pu concludere, osservando che la circolare del Maestro Kremmerz del 1914 l'unica che, nel corso di quasi un secolo da allora trascorso, ha dimostrato, per la sua semplicit e concretezza, di poter fondare l'esistenza e la continuit della Fr+ di Mir+. Ci non significa che non possa esistere una Del+ Gen+ ed una relativa Segreteria, ma

che esse debbano svolgere essenzialmente un compito di Maestrato e di Raccordo, piuttosto che impegnarsi in compiti organizzativi di dettaglio, che si svolgono meglio a livello locale. Afrodite Urania: Ritornando a quanto ha detto Tullio nel suo ultimo intervento, Fincati si firmava Dattilo Ideo anche in questo forum. Dopo che Sadescan, Occhi di If ed altri dimostrarono l'inconsistenza dello pseudo-corpus, egli, con molta faccia tosta, chiese che si continuasse a cercare chi aveva voluto "pescare nel torbido", favorendo quelle pubblicazioni. Da parte sua promise che , nel sito www.picatrix.com, avrebbe sostituito, in riferimento allo pseudo-corpus, il termine "kremmerziano" con il termine "attribuito a Kremmerz" o simili. Dopo qualche tempo effettivamente lo fece, salvo cancellare totalmente il suo sito subito dopo. Perch? essendo divenuto inutile ai fini suoi e dei suoi mandanti: destabilizzare il fronte pagano, suscitando sospetti ed accuse reciproche. I suoi mandanti preferiscono ora affidarsi a "nuovi"(almeno nel nome) personaggi , che inviano cose "alla Fincati" a forum e riviste. Personaggi che hanno il coraggio di firmarsi "veritasclaritas" e addirittura "Mamo Rosar Amru". Quest'ultimo profanatore, in una occasione, si perfino definito un membro del forum Gruppo di Ur. Ea mi ha assicurato che nessuno in questo forum adopera quel nome e che, in ogni caso, ci che abbiamo da dire lo diciamo qui e non altrove. Tullio Quasimodo: Contemporaneamente alla scomparsa del sito "Picatrix", si rilevato una modifica dei documenti, pubblicati dal CESNUR (Centro Studi Nuove Religioni) su Internet, in relazione al kremmerzianesimo. Prima dell'analisi effettuata nel nostro forum sullo pseudo-corpus, il CESNUR terminava detti documenti con un lungo paragrafo intitolato "Il Lavoro Magico-Teurgico dei kremmerziani", basato sugli scritti di Fincati a base di "fagie" varie e "sostituzioni di anime". Il tutto terminava con la frase: "Queste pratiche sono diventate oggi il nucleo delle Messe Nere del Satanismo occultista contemporaneo. La bevanda magica , o miscuglio di origine sessuale viene chiamata amrita e il demone evocato per dar vita al corpo di gloria Satana!". Inutile dire che anche tale conclusione prendeva le mosse da uno scritto di Fincati e cio "I Mostri Di Firenze e L'Alchimia" (Carpe Librum, 2001). Negli attuali scritti, dedicati dal CESNUR su Internet all'ermetismo kremmerziano, l'intero paragrafo sul lavoro magico-teurgico stato eliminato. Se prima infatti il rischio che correvano era di esser accusati di settarismo (loro sedicenti studiosi di sette!), dopo, se avessero insistito con le stesse affermazioni, il rischio sarebbe stato di esser accusati di ... ignoranza. Ida La Regina: E' vero il sito Picatrix svanito, ma gli scritti di Fincati hanno trovato un'altra collocazione. Ricorderete che uno dei mestieri di Fincati quello del libraio. Ebbene nata una libreria virtuale esoterica che, oltre ovviamente a vendere libri via Internet, presenta a scopo propagandistico una pagina (http://www.libreriasephiroth.it/freeebook.htm) da cui sono scaricabili diversi libri in formato elettronico. Una met di essi ... costituita da saggi e traduzioni di Fincati, che erano presenti su Picatrix. Il testo sullo pseudo-corpus di Kremmerz apparentemente assente dalla lista. Osservandola meglio, per, si nota che il quarto dei libri scaricabili dovrebbe essere, secondo quanto si legge, Dell'Infinitro (sic!) Universo e Mondi - Giordano Bruno. Tuttavia ... provate a cliccare! ... Ma che Bruno e Bruno! ... il testo che compare proprio quello di Fincati sullo pseudocorpus. E si noti che non si tratta dell'ultima versione, comparsa per poco tempo su Picatrix, quella in cui l'autore era stato corretto in "pseudo-Kremmerz", ma proprio quella originaria. Quei testi della lista che non sono di Fincati sono facilmente reperibili su altri siti Internet, dai quali sono stati riciclati, e perci generalmente sono gi in possesso degli studiosi; ma qualche giovane alle prime armi pu essere attratto dal fatto di ritrovarne un discreto numero in un solo sito. Fincati, Fincati, ... visto che non riesci a prendere in giro studiosi maturi, provi ora a fuorviare ... i ragazzini neopagani?

Vittorio Fincati ovvero La Missione di un Cristiano tra i Pagani di Afrodite Urania

I-Fincati un Cristiano
Vittorio Fincati ha dedicato agli altri tanti dossier che giusto dedicarne uno anche a lui. Del resto, egli direttamente implicato nell' "affare" dello pseudocorpus kremmerziano, nel quale manca giusto un tassello. Dal presente quaderno si evince infatti: - diffamatore originario di Kremmerz: Erim di Catenaia, portatore s di una iniziazione interna alla famiglia Alberti di Catenaia, ma , per sua costituzione nevrotica con incipiente doppia personalit, cristiano bigotto e ossessionato dal sesso. - autore del falso: Alfonso del Guercio, fondatore del cristiano Ordine del Mantos. - diffamatore in seconda battutta di Kremmerz: Alessandro Boella, cristiano, sedicente seguace (idealmente perch mai lo conobbe) di Erim. Ma chi fu il divulgatore del falso? Si dir che ve ne furono diversi, ma le colpe non furono affatto uguali. Giammaria Gonella pubblic un estratto, dal quale per espunse le cose pi inverosimili, con la scusa che erano "riservate". Paolo Fogagnolo pubblic tutto il materiale a suo disposizione, che non sapeva essere di Del Guercio, ma in buona fede lo riteneva dato da Kremmerz a Muciaccia. Fogagnolo pubblic anche, come premessa, gli Statuti

dell'Ordine Egizio. Quelli almeno erano autentici. Inoltre, accortosi della vera natura interiore dell'istigatore Boella, prese le distanze da lui. Al "piano" Del Guercio-Boella, perch non fallisse come il precedente di Erim, occorreva qualcosa di meglio che manipolare l'avventatezza di studiosi estranei alla loro "corrente". Occorreva un cristiano, che fosse abbastanza abile da prendere in giro i pagani, i "gentiles" (a volte un po' troppo ... gentili) : tale fu il ruolo di Vittorio Fincati. Ti stupisci lettore? Obietti che Fincati si proclama pagano? Forse non l'hai letto bene. Per informazione, ti alleghiamo di seguito il proclama "CONTRO I NUOVI PRETI PAGANISTI E LA LORO "CATTIVA NOVELLA", a nome "vittorio fincati" <dattilo_ideo@...>, pubblicato nel forum La congrega delle streghe, in data Sab Ott 11, 2003 8:10 pm : "Accanto all'ormai vecchio episodio della religione wicca, un gruppo che si autodefinisce pagano sta tentando di accreditarsi e di attirare l'attenzione su se stesso, con iniziative e slogans artificiosi, insistendo nell'affermare i contenuti del paganesimo da un punto di vista religioso. Lasciamo da parte il fatto che la loro artefatta religiosit in realt un qualcosa di estremamente infantile e abborracciato! Bisogna invece mettere bene in primo piano che il paganesimo, sia come fatto storico che come fatto religioso, qualcosa di definitivamente tramontato. A riguardo noi abbiamo elaborato la seguente definizione: Si pu dunque ragionevolmente parlare di "postpaganesimo", come raccolta di sintesi del retaggio del mondo antico da parte di coloro che ad esso si rifanno. Questa sintesi non pu assolutamente comprendere la "religione", comunque la si voglia intendere, perch essa non altro che una forma incompatibile con il mondo in cui viviamo e vivremo in futuro. E' nota la definizione di Marx ed Engels della religione come "oppio dei popoli". Attraverso la religione si sempre espresso solo l'assoggettamento delle coscienze pi deboli a vantaggio di una casta di Iniziati...decaduti. L'unica cosa che si pu avvicinare ai valori pretesi o presunti di una religione pagana la MITOLOGIA. Ma la Mitologia non si pu esprimere in modo religioso, assolutamente. Essa invece lo spirito vitale che ha permeato l'antichit, fin dai suoi tempi pi remoti, e che permea tuttora molti aspetti della vita contemporanea. Non a caso, coloro che stanno cercando di proporsi come i moderni sacerdoti di un rinato paganesimo si stanno impegnando in un'opera di demolizione dei contenuti mitologici, attraverso degli assurdi commenti a celebri testi di mitologia dell'antichit, come gli Inni Orfici. Distorcendo il contenuto dei miti in base alla propria visione sfocata e febbricitante, costoro aprono la strada alla legittimazione dei loro discorsi pi generali e che in realt sono solo la rimasticazione dei pi banali luoghi comuni della psicologia applicata alla risoluzione dei complessi irrisolti della personalit individuale. L'Ordine Politeista Mediterraneo ha deciso di impegnarsi nel contrastare questo tentativo di far rientrare dalla finestra la religione per soddisfare i bisogni di potere di alcuni personaggi, portando avanti il valore dei contenuti della Mitologia". Dunque la vera dottrina di Fincati, per sua stessa ammissione, che "il paganesimo, sia come fatto storico che come fatto religioso, qualcosa di definitivamente tramontato". Il termine "postpaganesimo", con cui definisce la sua dottrina, semanticamente perfetto e, nello stesso tempo, una "presa per il culo". Infatti il "dopo-paganesimo" storicamente semplicemente il cristianesimo che, proprio come Fincati, crede o vuol far credere che il paganesimo definitivamente tramontato. Non devono trarre in inganno le lodi, che Fincati tesse, della mitologia pagana, giacch essa, disgiunta dalla pratica rituale, non possiede un vero potere dirompente e riformatore dell'animo religioso: difatti, il cristianesimo l'ha sempre insegnata nelle sue scuole, per la comprovata innocuit (1). (1) Evola sarebbe stato pienamente d'accordo, infatti scrive in "Rivolta contro il mondo moderno" (Roma, 1969): "Il rito fu il cemento originario delle organizzazioni tradizionali piccole e grandi (p. 49). Ed aggiunge: "Nelle forme pi alte della luminosa spriritualit aria, in Grecia, in Roma antica e anche in estremo Oriente, la dottrina era nulla o quasi nulla: soltanto i riti erano obbligatori ed imprescindibili" (p. 68). [N. d. Ea]

II-Dell'abilit di Fincati

Per comprendere come si fa a "prendere per il culo" i pagani, possiamo considerare un saggio di Fincati del 2004, piuttosto noto perch lo pubblic anche su Internet, e cio "Ekatlos e il Lapis Niger". Il 19/12/2005, 01:38, nel Forum del sito Satvrnia Tellvs, un tal "Tommaso.ROMANO" scrisse: "Spero di non risultare 'antipatico' dovendo limitare la mia partecipazione a questo forum con delle domande... Dopo aver reperito i riferimenti indicati dal Prof. Consolato su "Politica Romana" 6/2000-2004,pag.87, n.64, chiedo un giudizio sul seguente scritto. Grazie. TRATTO DAL SITO http://www.picatrix.com/ EKATLOS E IL LAPIS NIGER". Sandro Consolato rispose: "L'articolo di Vittorio Fincati EKATLOS E IL LAPIS NIGER, tratto da

http://www.picatrix.com/ , non lo ho voluto mai commentare, ritenendo che quanto ho scritto nel mio ampio saggio su Boni apparso in Politica Romana 6 contenesse gi sufficienti elementi per confutare implicitamente le tesi 'originali' di cui quell'articolo portatore. Inoltre mi secca entrare in polemica con Fincati, poich ricordo la sua generosit come libraio e un piacevole pomeriggio passato insieme a Bassano. Tommaso.ROMANO, dunque, pi che essere 'antipatico' lui, mi rende 'antipatico' il compito che ora mi assegna, non essendoci di fatto altri che credo vogliano o possano qui rispondere a questioni che tirano in ballo Giacomo Boni". Scorgiamo in questo brano la I ABILITA' di Fincati: Lusingare personaggi noti dell'ambiente pagano, affinch si astengano dal criticarlo direttamente e, quando proprio chiamati a farlo, non gli somministrino "legnate" troppo pesanti. Nel saggio di Fincati si legge tra le altre cose: "Ora, ci sono validi indizi sia nel documento che nei fatti della vita del Boni riferiti negli articoli di Sandro Consolato - che si rif alla biografia dell'archeologo - per attribuirgli la paternit originaria dei riti di cui si parla". Consolato ribatte: " Che 'sia nel documento' (relazione Ekatlos) che 'nei fatti della vita del Boni riferiti negli articoli di Sandro Consolato - che si rif alla biografia dell'archeologo' ci siano 'validi indizi' 'per attribuirgli la paternit originaria dei riti di cui si parla' ancora pura fantasia. Io non ho mai suggerito tale ipotesi: Ekatlos forse non era Caetani, ma di certo non era Boni". Qui scorgiamo la II ABILITA' di Fincati: Distorcere il pensiero altrui, fingendo che dica quello che a lui comoda. Consolato continua, rintuzzando altre argomentazioni di Fincati, ma... non coglie l'occasione per dargli una ... mazzata definitiva! Infatti, nella nota 6 del saggio di Fincati si legge (i puntini di omissione nel testo sono di Fincati): "Anche il Lo Monaco segnala il sepolcro sulla via Appia ma soltanto, come ci ha gentilmente detto, sulla scorta dell'affermazione di R. del Ponte. A titolo di curiosit segnaliamo quanto si legge nel libro di T. Antongini, Vita segreta di Gabriele d'Annunzio (Mondadori, Milano 1938, p.406): Il sortilegio ebbe luogo a Roma la notte del 20 Giugno 1915. Vi presero parte attiva d'Annunzio e la marchesa Luisa C. [Casati] ... La curiosa cerimonia si svolse alla tomba degli Orazi e dei Curiazi sulla Via Appia, allo scoccare della mezzanotte.... A testimonianza dell'episodio rimase un curiosissimo e audacissimo poemetto in prosa che d'Annunzio scrisse in francese e intitol: 'La figure de cire'. Di questa rarissima composizione non esistono che due copie, delle quali una nelle mani della Marchesa C. [Casati]. L'originale fu distrutto dall'autore". E qui scorgiamo la III ABILITA' di Fincati: Omettere, senza pudore, dei brani dalle proprie citazioni, scrivendo solo ci che conviene a rendere plausibile la propria tesi. Chi legge gli "estratti" di Fincati effettivamente portato a credere che D'Annunzio e la Casati abbiano potuto prender parte anch'essi almeno ad uno dei rituali descritti da Ekatlos. Fincati confida sul fatto che il lettore, con ogni probabilit, non abbia letto il testo di Antongini e che, quelli che lo hanno letto, si facciano gli affari propri. Noi invece non ce li facciamo e andiamo proprio a trascrivere il brano integrale del testo di Antongini: "Solo una volta ebbi occasione di assistere con lui [d'Annunzio]ad una pratica 'd'involtura' alla quale egli sembr prendere seriamente parte attiva, ma mantenendo inalterato (ne sono certo) il suo interno sorriso d'inguaribile scettico. Il sortilegio ebbe luogo a Roma la notte del 20 Giugno 1915. Vi presero parte attiva d'Annunzio e la marchesa Luisa C. Offici una maga che in quell'epoca prediceva il futuro alla Roma dei salotti e delle Ambasciate e riempiva le tasche degli illusi di costosissimi amuleti che ella diceva provenienti dall'Oriente misterioso e che erano invece fabbricati in via Margutta da un Dossena qualunque. Questa maga era la contessa P. La stregoneria medievale dell'involtura, per chi non lo sappia, consiste nella sacrilega parodia del battesimo di una figura di cera, rappresentante un nemico che si vuol ferire o far morire. Il fantoccio viene poi trafitto con uno spillo nel punto esatto ove si desidera che l'individuo da esso rappresentato subisca una lesione fisica. Questa gentile pratica era molto in voga anche all'epoca del Re Sole. La curiosa cerimonia si svolse alla tomba degli Orazi e dei Curiazi sulla Via Appia, allo scoccare della mezzanotte, come esige la tradizione. Nessun particolare del rito satanico venne omesso, affinch il magico esperimento sortisse il malefico effetto desiderato. Probabilmente, lo confesso, non ebbi gran timore per la vittima designata, trafitta in effigie, bench l'ora, il luogo strano, la suggestione della notte temporalesca e la seriet degli 'officianti', conferisero una certa funebre solennit alla cerimonia gi poco allegra per se stessa. La vittima del resto vive ancora (sono passati ormai 18 anni) e non mi mai risultato che abbia risentito alcuna tragica conseguenza di quel sortilegio da lei certo ignorato. A testimonianza dell'episodio rimase un curiosissimo e audacissimo poemetto in prosa che d'Annunzio scrisse in francese e intitol: 'La figure de cire'. Di questa rarissima composizione non esistono che due copie, delle quali una nelle mani della Marchesa C. L'originale fu distrutto dall'autore". Dunque si tratt di una volgare imitazione di un rito di involtura, praticato da una imbrogliona, sedicente maga. Nessun collegamento con i rituali romani di vittoria di cui parla Ekatlos. Consolato concluse il suo intervento, nel forum di Satvrnia Tellvs, dicendo: "Non ritengo di dover aggiungere altro. Forse solo - e in altra occasione l'ho gi detto - che la cultura e l'intelligenza di Fincati (e di Lo Monaco) sembrano volutamente (e non per intrinsici limiti) indirizzarsi verso la deformazione di biografie e vicende di certi gruppi e personaggi. E allora viene da chiedersi, con una canzone di qualche anno fa: 'Perch lo fai?'. Prof. Consolato, avr sentito anche lei di quella famosa storia ... dei 30 Denari. Qual il loro attuale cambio in Euro?

III-Quale "mitologia" ama Fincati In un nostro precedente messaggio abbiamo messo in evidenza come obiettivo di Fincati e dei suoi amici e mandanti sia quello di creare spaccature nel fronte pagano. Cosa di meglio che affermare che queste spaccature ... sono sempre esistite?

E' quel che fa Fincati nello scritto "Ottaviano Augusto il Wojtyla pagano che esili Ovidio" (comparso ne I Quaderni di Ipatia n.1, Primavera 2004). Egli cos esordisce: "Da troppo tempo la storia di Roma appresa pedissequamente sui libri di scuola pesa come una cappa di falsit sulle coscienze di tutti coloro che vogliono andare al fondo delle cose. I libri scolastici, almeno fino a ieri, ci hanno insegnato che Roma fu un tutt'unico, quanto a idealit e condotta ideologica. Ebbene le cose stanno molto diversamente e si comincia a scoprire che nel mondo romano vi furono DUE ANIME, in perenne lotta fra loro: potremmo chiamarle l'anima di Remo e l'anima di Romolo. La prima incarnava il sostrato protomediterraneo, legato al culto della Natura, ad un ideale di vita tendenzialmente pacifico, alla ricerca del destini dell'uomo attraverso la comunione con la propria madre tellurica. La seconda, generata dall'irruzione di stirpi extra-mediterranee nelle sedi altrui (furono i primi extracomunitari della storia...), propugnava ideali di sopraffazione, anche all'interno di se stessi (con le loro donne), di una spiritualit avulsa dalla realt e autocastrante. Queste due anime le troviamo presenti fin dalle origini e lungo tutto il corso della romanit fin oltre il suo epilogo, quando nella prima Roma dei Papi l'anima remia dava ancora segni di vita nella celebrazione degli ultimi orgiastici Saturnali". Ancora una volta questo brano mostra il continuo tentativo di questa persona di distorcere non solo i fatti, ma anche la mitologia pagana (che nei suoi proclami "postpagani" sostiene di amare) a beneficio delle tesi cristiane: - Il mito di Romolo e Remo li mostra come fratelli di un unico e bellicoso padre (Marte) e di una unica madre (Rea Silvia). Fincati, nella sua perfida immaginazione, li fa diventare due "estranei": protomediterraneo Remo ed addirittura "extra-comunitario" Romolo. In questa denominazione gi si vede tutto il suo disprezzo per la Tradizione Romana. - Remo, nel mito cos bellicoso da sfidare Romolo, diventa nell'immaginario di Fincati "legato al culto della Natura, ad un ideale di vita tendenzialmente pacifico". - Romolo, i cui discendenti hanno conquistato il mondo piegando di continuo ogni realt avversa, diventa il simbolico capostipite "di una spiritualit avulsa dalla realt e autocastrante". - Solo apparentemente, poi, Fincati esalta "l'anima remia", perch di fatto la riduce agli "orgiastici Saturnali". - Naturalmente, le due "anime" romulea e remia terminano entrambe (conformemente alle tesi cristiane) con la Roma dei primi Papi. Questa dunque la mitologia pagana che Fincati dice di amare: le favolette che lui stesso inventa ad usum christianitatis. Nel seguito dello scritto, Fincati identifica in Ovidio un rappresentante della sua immaginaria anima renia, ma il pezzo forse pi "divertente" quello finale, che riportiamo integralmente, nota inclusa. "Continueremo pi oltre il nostro discorso su Ovidio e sulla concezione rmia o mediterranea della Vita; il Lettore non deve per pensare che tale concezione fosse un qualcosa di poco virile in senso eminente, solo perch si preferirono le cotogne alle spade. Quand'era necessario, si sapeva menar le mani in battaglia altrettanto bene se non meglio di quanto facevano gli inquadrati legionari romani o le impenetrabili falangi macedoni. Purtroppo la differenza fra un guerriero [5] e un militare di carriera non mai stata compresa da certi intellettuali di destra. [5] Escludiamo dalla lista dei 'guerrieri' i famosi Bersekers scandinavo-germanici, i 'guerrasantisti' maomettani e tutti color che, in generale, agognano ad una condizione infra-umana di coscienza". Ora, stabilito che non esiste alcuna concezione "remia" della vita se non nell'immaginazione di Fincati, quanto alla concezione "mediterranea", se con questo termine generico e approssimativo si intendono le popolazioni che Macedoni e Romani sottomisero, cosa ridicola, perch antistorica, affermare che esse sapessero "menare le mani" meglio ... di coloro che le sconfissero! Quanto alla differenza tra guerriero e militare di carriera, deve rilevarsi che: - a volte, nell'antichit, non v'era differenza alcuna tra le due cose, giacch se uno era guerriero per casta ... quella era la sua carriera! - se poi ci si vuol riferire ad una dimensione sacra della guerra, dire che i Romani non la conoscevano bestemmiare! In guerra essi ritenevano che la perfetta esecuzione dei riti propiziatori era persino pi importante del valore nel combattere. Infine, in relazione ai "guerrasantisti maomettani", noi che non li approviamo minimamente non saremmo per mai cos subdoli, come Fincati, da affermare che "agognano una condizione infra-umana di coscienza". Ekatlos: Questo atteggiamento cristiano, "negante" l'esistenza attuale del paganesimo, continuamente confermato anche da individui che hanno pretese esoteriche. Scrive ad es., senza la bench minima giustificazione, Mario Polia nel saggio "Linee per una Critica al Concetto di Tradizione in J. Evola" (Identit Europea, Maggio 2005): "Si pu obiettare a tale proposito che, se pur sotterranea e limitata ad una cerchia ristretta, esista ancora una continuit tradizionale che, passando di mano in mano veicola ancora ai nostri giorni la sostanza e le forme dell'antica tradizione romana. Questa obiezione, fondata su una sorta di dogma accettato acriticamente da parte di certo tradizionalismo che definiamo, in sintesi, neo-pagano, apre la possibilit a che forze antitradizionali, operando sotto le mentite spoglie di una tradizione, possano far confluire la tensione di individui spiritualmente immaturi, verso forme pseudo-tradizionali inerti dal punto di vista dell'azione del sacro o, peggio, veicolanti una sacralit di ordine negativo in quanto le azioni rituali presenti in tali forme sono illegittime. La massoneria, specie in Italia, stata ed particolarmente attiva in questo genere di parodie pseudo-tradizionali della tradizione romana, parodie confezionate ad uso di una certa parte della 'destra' ". Certo Polia , in genere, pi serio di Fincati, ma non per questo esente da colpe. Giustamente, la nuova Costituzione Europea ha rifiutato di riconoscere quelle esclusive radici giudeo-cristiane, che

alcuni politici come Gianfranco Fini volevano appiopparle. Fini ha dimenticato (o ha finto di dimenticare) che, anche nel periodo cristiano, il Diritto degli stati europei rimasto essenzialmente il Diritto Romano, non essendo mai esistito un diritto cristiano ed essendo fuori discussione, nelle nostre terre, il diritto giudaico. Inoltre, da un punto di vista religioso, per il futuro di una struttura multi-etnica e multi-religiosa come l'Unione Europea (in ci del tutto simile all'Impero Romano), non esiste altra soluzione se non quella del costituirsi di un nuovo Pantheon, da intendersi non tanto politeisticamente, quanto pluralisticamente. Un Pantheon cio che raccolga i vari culti spirituali, non importa se monoteisti come le religione abramiche, politeisti come i culti classici, o non-teisti come il culto buddhista. Devono per essere tassativamente esclusi dal Pantheon quei culti che predichino morali non rispettose delle leggi dello stato europeo, oppure che non riconoscano gli altri culti del Pantheon e infine quelli che predichino la guerra di religione. In quanto nemici dello stato e della pace (degli uomini e degli dei), questi eventuali culti dovranno anche essere legalmente perseguiti. In quest'ottica, personaggi come Polia, pur non essendo subdoli come Fincati, sono tuttavia degli "impiccioni". Nessuno impedisce a Polia di proseguire nel suo cristianesimo (quale?) e buon pro gli faccia. Ma, per favore, non si occupi degli altri culti che, nonostante le sue pretese, non conosce e non capisce.

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