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10 Propagazione delle onde

10.1 Onde sferiche


L equazione delle onde di D Alembert (9.4) pu` o essere scritta in coordinate polari,
tramite la espressione del laplaciano in coordinate polari (D.9)
1
r
2

r
_
r
2
E
r
_

1
c
2

2
E
t
2
= 0 (10.1)
se supponiamo che il campo elettrico sia a simmetria sferica. La soluzione pi` u semplice
di questa equazione `e una onda sferica monocromatica del tipo
E = E
0
e
i(krt)
r
(10.2)
Infatti avremo
1
r
2

r
_
r
2

r
e
i(krt)
r
_
=
1
r
2

r
_
(ikr 1) e
i(krt)
_
= k
2
e
i(krt)
r
che soddisfa la Eq. (10.1) se
k =

c
(10.3)
analogamente al caso delle onde piane. I fronti d onda saranno in questo caso sono
delle sfere con r = cost ed il campo elettrico e magnetico sono tangenti al fronte d
onda.
L energia elettromagnetica dell onda sar` a data anche in questo caso dalla Eq.
(9.16), ossia in pratica avremo per una onda sferica
| =
0
E
2
0
r
2
(10.4)
Anche l onda sferica rappresenta una idealizzazione della realt` a sica, come l onda
piana, poiche anche in questo caso l e3nergia totale associata all onda `e innita,
anche se il campo tende ad annullarsi all innito.
10.2 Approssimazione di Fresnel
Una onda qualsiasi sar` a caratterizzata in generale dalla forma geometrica dei fronti
d onda, che coincidono con le superci di fase costante. Un fronte d onda qualsiasi
potr` a essere rappresentato dalla forma:
E = (r) e
i((r)t)
171
10 Propagazione delle onde
E evidente che in un piccolo intorno di un punto di coordinate r

si possa porre:
(r) = (r

) +
r
_
r

dr (r

) + (r r

)
In questo caso l onda pu`o essere trattata nella approssimazione di Fresnel:
E(r, t) = (r

) e
i((rr

)t)
(10.5)
in una regione piccola del fronte d onda. In questo caso si confonde una zona della
superce (r) = cost con il piano normale. Confrontando la Eq. (10.5) con la formula
dell onda piana (??), ovvero
E(r, t) = E
0
e
i(krt)
osserviamo che dobbiamo porre k = . Le propriet` a dell onda elettromagneti-
ca possono essere quindi studiate localmente con quest approssimazione. Saranno
sicuramente vericate le condizioni di trasversalit` a locali.
10.3 Costruzione di Huygens-Fresnel del fronte d onda
E E
B
B
direzione di
propagazione
k k

superfice d' onda


(x,y,z)=cost

Figura 10.1:
In primo luogo consideriamo il fatto che la propagazione dell onda e.m. `e determinata
dalla sola parte spaziale del campo elettrico e magnetico di essa. Infatti ad un istante
t qualsiasi, la superce dell onda sar` a determinata dalla equazione:
(r) = cost (10.6)
La funzione (r) viene detta eikonale, dal greco o che signica immagine, ha una
particolare importanza nella teoria della propagazione delle onde e.m.
172
10.3 Costruzione di Huygens-Fresnel del fronte d onda
Per tutte le soluzioni non banali, con E ,= 0, dell Eq. (9.4) dovr` a essere vericata
la equazione dell iconale:
[[
2
=

2
c
2
(10.7)
A
Fronte d'onda al
tempo t
Fronte d'onda
al tempo t+t
R=v
s
t
Figura 10.2:
Questa teoria non avrebbe un grande interesse se non fosse possibile utilizzare
una propriet` a geometrica della Eq. (10.7) per dimostrare la costruzione di Huygens-
Fresnel. Osserviamo infatti che la Eq. (10.7) stabilisce che il fronte d onda deve
essere in ogni punto normale al vettore d onda. Possiamo perci` o costruire il fronte
d onda come in Fig. 10.2. Considerato un punto P appartenente al fronte donda
al tempo t, possiamo costruire una sfera di raggio R = c/n t. Dalla Eq. (10.7)
sappiamo che il fronte d onda al tempo t +t sar` a tangente a questa sfera, in quanto
normale localmente al vettore k, qualunque sia la direzione di k. E ovvio allora che
l inviluppo delle sfere coincide con il nuovo fronte d onda.
173
10 Propagazione delle onde
10.4 Legge di Snellius
n
1
k
2
k
1
k
3

2
3
n
2
onda
incidente
onda
rifratta onda
riflessa
Figura 10.3:
In presenza di una discontinuit`a tra due mezzi, nel caso pi` u generale rappresentato
nella Fig. 10.3, l onda incidente
E
1
=
1
e
i(k
1
r
1
t)
si suddivide in due onde, l onda rifratta
E
2
=
2
e
i(k
2
r
2
t)
che si propaga nel materiale con indice di rifrazione n
2
e quella riessa
E
3
=
3
e
i(k
3
r
3
t)
che invece continua a propagarsi nel materiale di indice di rifrazione n
1
.
`
E ovvio che le
onde non possono avere discontinuit` a sulla superce di separazione, perci` o dovranno
174
10.4 Legge di Snellius
essere vericate
1
le condizioni di raccordo per le fasi :

1
=
2
=
3
(10.8a)
k
t1
= k
t2
= k
t3
(10.8b)
x
P
-x
0

1
2
k
t1
=k
t2
=k
t3
k
1
k
2
normale
alla superfice
3
k
3
Figura 10.4:
Da questa equazione, utilizzando gli angoli rispetto alla normale alla superce di
separazione
1
,
2
e
3
, come rappresentati nella Fig. 10.3, abbiamo
k
1
sin
1
= k
2
sin
2
= k
3
sin
3
Da questa segue per l onda rifratta
n
1

1
c
sin
1
= n
2

2
c
sin
2
1
La fase di una onda nel punto P del piano di separazione sar`a
P = 0 + k (rP r0) (tP t0)
per cui avremo ovviamente che le fasi delle tre onde saranno eguali se e solo se
k1 (rP r0) 1 (tP t0) = k2 (rP r0) 2 (tP t0) = k3 (rP r0) 3 (tP t0)
per qualsiasi punto rP appartenente al piano di separazione. Data l arbitrariet`a di tP questa
condizione impone ovviamente la eguaglianza delle frequenze della Eq. (10.8a) e di conseguenza
la condizione precedente diviene
k1 (rP r0) = k2 (rP r0) = k3 (rP r0)
Questa equazione pu`o essere ovviamente riscritta nella forma
0 = (k2 k1) (rP r0) = (k3 k1) (rP r0)
Diviene quindi evidente che la eguaglianza delle fasi si ottiene se e solo se i vettori k2 k1 e
k3 k1 sono ortogonali alla superce. Da questo `e evidente dalla Fig. 10.4 che le proiezioni sul
piano dei vettori k1, k2 e k3 devono essere eguali, quindi segue la Eq. (10.8b).
175
10 Propagazione delle onde
otteniamo, per eetto della Eq. (10.8a), la legge di Snellius:
n
1
sin
1
= n
2
sin
2
(10.9)
e per l onda riessa
n
1

1
c
sin
1
= n
1

3
c
sin
3
, da cui segue la legge della riessione totale

3
=
1
(10.10)
10.5 Teorema di Fermat
n
2
n
1

A
B

2
L
1
L
2
Figura 10.5:
Il teorema di Fermat riguarda una importante propriet` a della propagazione di onde,
che si esprime utilizzando il concetto di cammino ottico. Si denisce cammino ottico
di un onda in un mezzo ottico trasparente l integrale:

AB
=
B
_
A
n dl (10.11)
Il teorema di Fermat stabilisce che il cammino ottico eettivamente percorso dal fronte
d onda `e il minimo possibile.
Infatti nel caso mostrato nella Fig. 10.5 il cammino ottico stabilito dalla legge di
Snellius `e dato da:

AB
= n
1
_
x
2
A
+ y
2
A
+ n
2
_
x
2
B
+ y
2
B
176
10.6 Interferenza di due onde
Se variamo il cammino come indicato in gura, il cammino ottico diviene:

AB
= n
1
_
(x
A
+ x)
2
+ y
2
A
+ n
2
_
(x
B
x)
2
+ y
2
B
Osserviamo che la variazione di cammino ` a data da:

AB
x
= n
1
x
A
_
x
2
A
+ y
2
A
n
2
x
B
_
x
2
B
+ y
2
B
= n
1
sin
1
n
2
sin
2
La legge di Snellius stabilisce quindi che la variazione di cammino si annulla, perci`o
il cammino `e il minimo possibile.
E interessante osservare che il cammino ottico `e proporzionale al tempo impiegato
dall onda, infatti la velocit` a della luce nel mezzo `e data da:
v =
c
n
=
dl
dt
quindi

AB
=
B
_
A
n dl = c
B
_
A
dt
ossia in denitiva

AB
= c (t
B
t
A
) (10.12)
`
E ovvio che con un procedimento del tutto analogo si pu` o facilmente dimostrare come
il principio di Fermat sia valido anche nel caso della riessione.
10.6 Interferenza di due onde
La presenza contemporanea di due onde e.m. nella stessa regione di spazio pu` o essere
analizzata utilizzando il principio di sovrapposizione lineare, valido sia per i campi
elettrici e magnetici. Vedremo per` o che sulla base di tale principio si ottiene come
risultato una fenomenologia complessa che rende lo studio della propagazione delle
onde e.m. molto pi` u complesso di quello che si possa intuire sulla base della approssi-
mazione di Fresnel, ossia dell ottica geometrica. Consideriamo ad esempio due onde
piane monocromatiche di eguale frequenza:
E
1
(r, t) =
1
e
i(k
1
rt)
; E
2
(r, t) =
2
e
i(k
2
rt)
il campo elettrico risultante sar` a dato semplicemente, per il principio di sovrappo-
sizione lineare, dalla somma vettoriale dei campi:
E(r, t) =
1
e
i(k
1
rt)
+
2
e
i(k
2
rt)
In questo caso il quadrato del modulo del campo risultante sar` a dato da:
E
2
=
_

1
e
i(k
1
rt)
+
2
e
i(k
2
rt)
_
2
=
177
10 Propagazione delle onde
=
2
1
+ E
2
2
+
1

2
e
i(k
1
k
2
)x
+

1

2
e
i(k
1
+k
2
)x
(10.13)
per cui otteniamo che il principio di sovrapposizione lineare non vale per l energia
trasportata dall onda. Questa equazione infatti dimostra che anche se l ampiez-
za dell onda si somma linearmente, la intensit` a risultante mostra il fenomeno dell
interferenza, ossia il fatto sperimentalmente osservato che l intensit` a di due onde
sovrapposte, in un punto assegnato dello spazio, oscilla tra la somma delle due nel
caso di interferenza costruttiva, e la loro dierenza nel caso di interferenza distruttiva.
Sorgente
Specchio
Specchio
Specchio
semitrasparente
Rivelatore
L
1
L
2
Figura 10.6:
Consideriamo ad esempio il caso di due onde di eguale ampiezza e diversa fase, per
cui sia
2
=
1
e
i
. Avremo in questo caso che la Eq. (10.13) diviene:
E
2
= 2
2
1
1 + cos [(k
1
k
2
) r + ]
che dimostra come l interferenza sia possibile solo se due onde sono coerenti ossia
hanno una dierenza di fase costante.
Un modo sperimentale di osservare il fenomeno dell interferenza `e quello proiettare
su un rivelatore due onde emesse dalla stessa sorgente che abbiano seguito cammini
ottici diversi. Un esempio di interferometro `e quello di Michelson e Morley, mostrato
nella Fig. 10.6. In questo caso le onde che arrivano sul rivelatore avranno vettori d
onda paralleli, ma una dierenza di fase che corrisponde alla dierenza di cammino:
=
2

(L
2
L
1
)
per cui la Eq. (10.13) diviene, supponendo che lo specchio semitrasparente abbia
eettivamente il 50% di trasparenza:
E
2
= 2
2
_
1 + cos
_
2

(L
2
L
1
)
__
178
10.7 Dirazione delle onde
Interferenza costruttiva
Interferenza distruttiva

Figura 10.7:
L intensit` a dell onda che arriva sul rivelatore sar` a modulata come illustrato in Fig.
10.7.
10.7 Dirazione delle onde
z
0
k
1
k
2
L
d
Figura 10.8:
Un classico fenomeno di interferenza si osserva quando una onda piana illumina due
fenditure sottili poste ad una piccola distanza, come mostrato in Fig. 10.8. In questo
caso saranno eguali sia l intensit` a, che la fase, che la polarizzazione delle due onde
poich`e sono state ottenute da parti diverse ma coerenti di uno stesso fronte d onda.
La fase relativa delle onde che passando dalle due fenditure vanno a sovrapporsi nel
punto z risulta diverso della quantit` a che sar` a data da
=
2

_
_
z
2
+ L
2

_
(z d)
2
+ L
2
_
nel caso sia d L potremo approssimare:

2

d
z

z
2
+ L
2
=
2

d sin
Dalla geometria del problema mostrata nella Fig. 10.8 possiamo assumere che se L d
sia k
1
k
2
0 per cui si ottiene applicando la Eq. (10.13)bis
E
2
2
2
_
1 + cos
_
2

d sin
__
(10.14)
179
10 Propagazione delle onde
che corrisponde alla osservazione di una serie alternata di bande chiare e scure. I
picchi di interferenza costruttiva corrispondono alle posizioni per le quali
cos
_
2

d sin
_
= 1
ossia per le quali `e vericata la condizione di Bragg:
d sin = n (10.15)
dove n sia un qualsiasi intero (positivo, negativo o nullo).
10.8 Reticolo di dirazione

z
0
d
3d
2d
kd
L
0
Figura 10.9:
Nel caso di un reticolo di dirazione formato da un numero molto elevato di fenditure
sottili, dobbiamo sovrapporre le onde provenienti da molte sorgenti. Lampiezza del
campo sar` a data dalla sovrapposizione degli N termini:
E =
N1

j=0
e
i (k
j
rt)
= e
i k
0
r
N1

j=0
e
i
j
La dierenza di fase sar` a data in questo caso da:

j
(k
j
k
0
) r =
2

j d sin
180
10.9 Dirazione da una fenditura
`
E facile dimostrare
2
che l intensit` a dell onda trasmessa dal reticolo sar` a:
E
2
=
2
_
sin (N d sin /)
sin ( d sin /)
_
2
(10.16)
il cui andamento `e mostrato nella Fig. 10.10 per diversi valori di N.
x
sin
2
(Nx)/sin
2
(x)
N=5
N=10
N=20
Figura 10.10:
Per N la Eq. (10.16) rappresenta una serie di funzioni delta di Dirac nelle
posizioni
d sin =
n
2

dove n sia un intero, che viene detto ordine della serie spettrale.
10.9 Dirazione da una fenditura
Una importante conseguenza della interferenza tra parti diverse del fronte d onde `e la
dirazione di una onda che passa attraverso una piccola fenditura. Se consideriamo,
come rappresentato in Fig. 10.11, una onda che attraversi una fenditura unidimension-
ale possiamo suddividere articialmente la superce della fenditura in tante piccole
sezioni, in ciascuna delle quali sar` a, se d L:
(z

) =
2

sin
2
Infatti la somma sar`a
N1

j=0
_
e
i
2

d sin
_
j
=
1 e
i N
2

d sin
1 e
i
2

d sin
e di conseguenza

N1

j=0
_
e
i
2

d sin
_
j

2
=
1 e
i N
2

d sin
1 e
i
2

d sin
1 e
i N
2

d sin
1 e
i
2

d sin
=
1 cos
_
N
2

d sin
_
1 cos
_
2

d sin
_
da cui segue immediatamente la Eq. (10.16).
181
10 Propagazione delle onde
z
z'
z'+dz'
-d/2
+d/2
L
Figura 10.11:
La ampiezza dovr`a essere calcolata dall integrale
E A
d/2
_
d/2
e
i (z

)
dz

integrando otteniamo ovviamente


E
2
A
2
sin
2
( d sin /)
( d sin /)
2
(10.17)
Figura 10.12:
182
10.10 Eetto Doppler
10.10 Eetto Doppler
L eetto Doppler, scoperto dal sico austriaco Cristian Andreas Doppler nel 1842
3
`e un fenomeno proprio della cinematica delle onde. Consideriamo una onda sferica di
qualsiasi natura, che si propaghi con velocit` a v in un mezzo omogeneo ed isotropo.
Questa sar` a rappresentata matematicamente dalla funzione delle coordinate e del
tempo del tipo f(r, t) = f(rvt), che nel caso pi` u semplice sar` a una funzione periodica
con pulsazione , come ad esempio
f(r, t) = cos
_

_
r
c
t
__
(10.18)
Se la sorgente dell onda si muove a sua volta con velocit` a v
s
rispetto al laboratorio,
dovremo sostituire nella Eq. (10.18) alle coordinate r, le coordinate r

ed il tempo t

ottenute dalla trasformazioni di Lorentz (1.10). In particolare, scegliendo un sistema


di coordinate nel quale l origine coincida con la posizione della sorgente dell onda
all istante t = 0 e l asse x

1
sia parallelo al vettore v
s
.
3
C.A. Doppler On the coloured light of the double stars and certain other stars of the heavens,
memoria presentata alla Societ`a Reale Boema il 25 Maggio 1842.
183

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