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LA VARIAZIONE DIATOPICA
* a cura di Matteo Viale; schema di esposizione e materiali presentati nella lezione del 24 novembre 2005 del corso di Filologia Romanza del prof. Carlo Pulsoni.
1. La variazione diatopica
1.1. dialetto vs lingua: considerazioni generali
Fonte: Dati tratti da Grassi et alii, 1998, p. 83 e Bonomi et alii, 2005, p. 26, che a loro volta rielaborano dati ISTAT e stime di studiosi quali De Mauro e Telmon.
Distribuzione percentuale dei dialettofoni (in famiglia) nelle regioni italiane a met degli anni ottanta:
2. I dialetti d'Italia
2.1. La frammentazione linguistica della Romnia: dal latino volgare alle lingue romanze
Fonti: Le carte presentate sono tratte da Poggi Salani, 1990, che a sua volta rielabora i risultati delle ricerche di vari ulteriori studi.
"Noi per [] ricondurremo la nostra trattazione al volgare italiano, tentando di descrivere le variet che ha assunto in s e anche di compararle fra loro. Per prima cosa diciamo dunque che l'Italia divisa in due parti, una destra e una sinistra. E se qualcuno vuol sapere qual la linea divisoria, rispondiamo in breve che il giogo dell'Appennino: il quale, come la cima di una grondaia sgronda da una parte e dall'altra le acque che sgocciolano in opposte direzioni, sgocciola per lunghi condotti, da una parte e dall'altra verso i contrapposti litorali []. Le regioni di destra sono l'Apulia, non tutta per, Roma, il Ducato, la Toscana e la Marca genovese; quelle di sinistra invece parte dell'Apulia, La Marca Anconitana, la Romagna, la Lombardia, la Marca Trevigiana con Venezia. Quanto al Friuli e all'Istria, non possono appartenere che all'Italia di sinistra, mentre le isole del Mar Tirreno, cio la Sicilia e la Sardegna, appartengono senza dubbio all'Italia di destra, o piuttosto vanno associate ad essa. Ora in entrambe queste due met, e relative appendici, le lingue degli abitanti variano: cos i Siciliani si diversificano dagli Apuli, gli Apuli dai Romani, i Romani dagli Spoletini, questi dai Toscani, i Toscani dai Genovesi e i Genovesi dai Sardi e allo stesso modo i Calabri dagli Anconitani, costoro dai Romagnoli, i Romagnoli dai Lombardi, i Lombardi dai Trevigiani e Veneziani, costoro dagli Aquileiesi e questi ultimi dagli istriani. Sul che pensiamo che nessun italiano dissenta da noi. Ecco perci che la sola Italia presenta una variet di almeno quattordici volgari. I quali poi si differenziano al loro interno, come ad esempio in Toscana il Senese e l'Aretino, in Lombardia il Ferrarese e il Piacentino; senza dire che qualche variazione possiamo coglierla anche nella stessa citt, come abbiamo asserito pi sopra nel capitolo precedente. Pertanto, a voler calcolare le variet principali del volgare d'Italia e le secondarie e quelle ancora minori, accadrebbe di arrivare, perfino in questo piccolissimo angolo di mondo, non solo alle mille variet, ma a un numero anche superiore." (De vulgari eloquentia, I, X, 4-5*)
* Si cita dalla edizione e traduzione di P. V. Mengaldo, in: Dante Alighieri, Opere minori, II, Milano/Napoli, Ricciardi, 1979
Fonte: La divisione dantesca dell'Italia (De vulgari eloquentia, I, X, 4-5). Ricostruzione sulla base di F. L. Pull, Italia. Genti e favelle. Disegno antropologico-linguistico. Atlante, Milano, F.lli Bocca, 1927. Citato da Grassi et alii, 1997, p. 72.
Minoranze neolatine
1) franco-provenzali 2) occitane (o provenzali) 3) francesi 4) ladine dolomitiche 5) friulane 6) galloitaliche in toscana 7) galloitaliche del sud 8) liguri in sardegna 9) catalane 10) sarde
Per ulteriori approfondimenti: Bonomi et alii, 2005, pp. 23-27 e Grassi et alii, 1998, pp. 8591.