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Corso di Corso di

TECNICA DELLE COSTRUZIONI TECNICA DELLE COSTRUZIONI


POLITECNICO DI TORINO
II Facolt dIngegneria II Facolt dIngegneria
(Vercelli)
Docente:
Rosario Ceravolo
Dip. Ingegneria strutturale e geotecnica
PARTE 1: PARTE 1:
ANALISI STRUTTURALE ANALISI STRUTTURALE
ANALISI STRUTTURALE ELASTICA LINEARE ANALISI STRUTTURALE ELASTICA LINEARE
Risoluzione generale del problema elastico:
Equazioni costitutive del materiale (relazioni tra M-1/, -, ecc);
Equazioni di equilibrio;
Equazioni di congruenza. Equazioni di congruenza.
Nel caso pi generale di strutture tridimensionali si tratta di sistemi di equazioni
differenziali.
eq. costitutive
eq. equilibrio
eq. congruenza
1)
Tra tutti i sistemi di forze equilibrati si cerca lunico che rispetti anche le eq. di
congruenza (teorema dell unicit della soluzione elastica di Kirchoff).
2)
eq. costitutive
eq. equilibrio
I metodi di risoluzione sono 2:
Tra tutti i sistemi di deformazioni congruenti si cerca lunico che rispetti anche le eq.
di equilibrio.
Nel caso di sistemi di travi, la dualit si esprime nei metodi delle forze e degli
spostamenti, dal nome delle incognite di ciascun metodo.
eq. costitutive
eq. congruenza
eq. equilibrio
Metodo delle forze Metodo delle forze
Si scrivono le equazioni di congruenza sui movimenti corrispondenti alle incognite Si scrivono le equazioni di congruenza sui movimenti corrispondenti alle incognite
iperstatiche prescelte, ove sono noti gli spostamenti.
Utilizzando il p.l.v. alla Muller-Breslau, in corrispondenza delli-esimo movimento si
ha:
( ) ( ) ( )
i i
S
j j
i
S
j j
i
S
j j
ds T
GA
T R T
t ds M
EJ
M R M
ds N
EA
N R N
=
+
+
+
+
+


0 0 0
da cui:

= +
i j ij i
R
0
(nullo se il vincolo non cedevole).
o
0i
= spostamento sulla struttura principale (resa isostatica) dovuto ai carichi
esterni;
o
ij
= spostamento al movimento i dovuto allapplicazione di un carico unitario
al movimento j;
o
ij
=
ji
(teorema di Betti).
Considerando tutte le iperstatiche, in forma matriciale si trova:
dove:
con [C] = matrice di deformabilit o flessibilit costituita dai coefficienti
ij
(simmetrica).
{ } | | { } { } = + R C
0
Metodo degli spostamenti Metodo degli spostamenti
In tal caso si scelgono le incognite di spostamento e si scrivono le equazioni di
{ }

=
2
1

u
X
Incognite di
spostamento
In tal caso si scelgono le incognite di spostamento e si scrivono le equazioni di
equilibrio rispetto ai movimenti ove sono note le forze applicate dallesterno.
Utilizzando il p.l.v. nella forma cosiddetta degli spostamenti virtuali (duale rispetto a
quella gi vista nel metodo delle forze):
(sistema di forze reale, sistema di spostamento-deformazione fittizio) da cui:
( ) ( ) ( ) ( )
i
S
i i i
i
S
j j
i
S
j j
i
S
j j
R ds v m u q p ds
GA
T
T X T t ds
EJ
M
M X M ds
EA
N
N X N + + + = + + + + +



0 0 0

= +
i j ij i
R X h R
0
o R
0i
= reazione sulla struttura principale (per cui le incognite di spostamento
sono messe a zero, struttura bloccata sui movimenti incogniti) al movimento i
dovuta ai carichi esterni;
o h
ij
= reazione al movimento i dovuta allapplicazione di uno spostamento
unitario al movimento j;
o R
i
= forza esterna applicata al movimento i;
o h
ij
= h
ji
: teorema di Betti.
Considerando tutte le incognite di spostamento, in forma matriciale si trova:
dove:
Considerando tutte le incognite di spostamento, in forma matriciale si trova:
con [H] = matrice di rigidezza, costituita dai coefficienti h
ij
(simmetrica).
{ } | |{ } { } R X H R = +
0
Formulazione di deformabilit e di rigidezza Formulazione di deformabilit e di rigidezza
Se per lapplicazione dei 2 metodi si scegliesse lo stesso gruppo di movimenti
(incognite iperstatiche o incognite di spostamento rispettivamente), e se tutte le
forze esterne fossero applicate su tali movimenti (forze nodali) allora si avrebbe:
Le 2 formulazioni sono dunque
| | | |
1
= C H
Le 2 formulazioni sono dunque
equivalenti dal punto di vista teorico.
Dal punto di vista del calcolo
manuale pi vantaggioso il
metodo che porta al minor numero
dincognite (problemi con
linversione della matrice).
Problema a molte
iperstatiche
Problema isostatico o poco iperstatico
Metodo degli
spostamenti
Metodo delle forze
X1
Analisi elastica di telai piani Analisi elastica di telai piani
La risoluzione di telai e strutture a molte iperstatiche si pu ridurre ad una serie di
operazioni matriciali che danno luogo ad efficienti algoritmi di calcolo automatico
delle strutture. Nel calcolo automatico delle strutture il metodo degli spostamenti
spesso preferito a quello delle forze, infatti esso:
1. Permette una scelta delle incognite pi automatica;
2. Prevede strutture principali a nodi bloccati, pi vantaggiose dal punto di
vista operativo rispetto alle strutture principali isostatiche;
3. D luogo a matrici dei coefficienti a banda, quindi ben condizionate 3. D luogo a matrici dei coefficienti a banda, quindi ben condizionate
(inversione).
La procedura utilizzata, spesso detta metodo dei telai, prevede le seguenti
operazioni:
A. Discretizzazione della struttura e costruzione delle matrici di rigidezza
locali;
B. Assemblaggio delle matrici locali per costituire la matrice di rigidezza
globale [H];
C. Inversione della matrice di rigidezza globale;
D. Note le incognite di spostamento, ritorno al sistema locale e calcolo
sollecitazioni e spostamenti locali.
Costruzione della matrice di rigidezza di una Costruzione della matrice di rigidezza di una
singola trave singola trave
Definizioni e convenzioni

(
(
(
(

4
3
2
1
44 43 42 41
34 33 32 31
24 23 22 21
14 13 12 11
04
03
02
01
4
3
2
1

k k k k
k k k k
k k k k
k k k k
S
S
S
S
S
S
S
S
{ } { } | | { } + = K S S { } { } | | { } + = K S S
0
{ } E
j

= =
0
:
1
:
0

dove:
: reazioni sugli estremi della trave a nodi bloccati;
k
ij
si determinano applicando:
{ }
S0
calcolando le corrispondenti reazioni . Queste ultime,
decurtate delle forniranno la j-esima colonna di [K].
{ } S
{ }
S
0
determinazione delle reazioni sulla trave bloccata agli estremi si assume per
semplicit un carico costante e perpendicolare allasse della trave.
{ }
S
0
12
2
01
ql
s
=
2
02
ql
s
=
12
2
03
ql
s
=
2
04
ql
s
=
determinazione della matrice [K] si effettua per colonne:
1. Prima colonna:
l
EJ
K
4
11
=
l
K
EJ
2
21
6
=
l
EJ
K
2
31
=
l
EJ
K 2
6
41
=
2. Seconda colonna:
l
EJ
K
2
12
6
=
l
K
EJ
3
22
12
=
l
K
EJ
2
32
6
=
l
K
EJ
3
42
12
=
3. Terza colonna:
l
EJ
K
2
13
=
l
EJ
K
2
23
6
=
l
K
EJ 4
33
=
l
K
EJ
2
43
6
=
3. Terza colonna:
Le equazioni di equilibrio di una trave a sezione costante e carico uniformemente
distribuito, nellipotesi di non considerare la azioni assiali (Telaio 4x4),
l
K
EJ
2
6
14
=
l
EJ
K
3
24
12
=
l
K
EJ
2
34
6
=
l
EJ
K 3
12
44
=
4. Quarta ed ultima colonna:
distribuito, nellipotesi di non considerare la azioni assiali (Telaio 4x4),
diventano:
(
(
(
(
(
(
(
(
(

+
(
(
(
(
(
(
(
(
(
(
(
(

=
(
(
(
(
(
(

4
3
2
1
3 2 3 2
2 2
3 2 3 2
2 2
2
12
2
12
12 6 12

6
6 4 6

2
12

6

12 6

6 2 6

4
2
2
4
3
2
1
l
EJ
l
EJ
l
EJ
l
EJ
l
EJ
l
EJ
l
EJ
l
EJ
l
EJ
l
EJ
l
EJ
l
EJ
l
EJ
l
EJ
l
EJ
l
EJ
ql
ql
ql
ql
S
S
S
S
Volendo integrare le equazioni di equilibrio
secondo lasse della trave, con riferimento
alle nuove convenzioni riportate nella figura
successiva, si trovano le equazioni di
equilibrio nella forma pi generale, ma pi
dispendiosa dal punto di vista computazionale
(telaio 6x6).
(
(
(
(
(
(
(
(
(
(
(
(
(

+
(
(
(
(
(
(
(
(
(
(
(
(
(
(

=
(
(
(
(
(
(
(
(
(

5
4
3
2
1
0
12 6
0
12 6
0
6 4
0
6 2
0 0 0 0
0
12 6
0
12 6
0
6 2
0
6 4
12
0
2
12
3 2 3 2
2 2
3 2 3 2
2 2
2
2
6
5
4
3
2
1
EJ EJ EJ EJ
EJ
l
EJ EJ
l
EJ
l
EA
l
EA
EJ EJ EJ EJ
EJ
l
EJ EJ
l
EJ
l l l l
l l
l l l l
l l
ql
ql
ql
ql
S
S
S
S
S
S
(
(


(
(
(


6
0 0 0 0
0
2
l
EA
l
EA
l l l l
Questa ultima formulazione permette il calcolo delle azioni normali con procedura
diretta ed pi adatta al calcolo automatico.
La formulazione precedente (Telaio 4x4) necessit di una operazione successiva di
equilibrio ai nodi per la determinazione degli sforzi normali ma pi adatta al
calcolo manuale (ridotto numero di incognite di spostamento).
Esiste una relazione tra
il vettore degli
spostamenti locali e
quello degli spostamenti
globali, il che permette
di assemblare la matrice
globale a partire dalle
matrici locali, gi note,
Telai a maglie ortogonali: assemblaggio della matrice di rigidezza.

Al riguardo esistono diverse tecniche, tra cui la pi semplice quella additiva.
Essa parte dalla definizione stessa di rigidezza, per cui, se si applica uno
spostamento al movimento j, si potranno avere su ciascuna trave t delle
reazioni qualora a l e m nel sistema locale corrispondano i e j
nel sistema globale. Il generico termine di rigidezza globale sar dunque:
k
t
lm
matrici locali, gi note,
passando attraverso la
topologia del telaio.

=
t
lm ij
K h
Si impone per trovare , , .
{ }

=
0
0
1
X
h
11
h
21
h
31
Sommando sui diversi movimenti si
ottiene:
K h h
K h h
K K h
3
1
34 12 21
3
44
1
44 11
= =
= =
+ =
ESEMPIO ESEMPIO
K h h
3
34 13 31
= =
Applicando e si
completa la determinazione di [H].
{ }

=
0
1
0
X { }

=
1
0
0
X
Il vettore si determina bloccando i movimenti e sommando gli
effetti dei carichi non nodali su ciascuno dei tre movimenti.
{ }
R0
{ }

=
0
0
0
X

1

2

3

4
T
1
0 0 2 1
T
2
2 0 3 0
T
3
0 0 3 1
X2
1 3
X3
X1
2
q
Per comodit, la corrispondenza tra movimenti nel sistema locale e globale pu Per comodit, la corrispondenza tra movimenti nel sistema locale e globale pu
essere sintetizzata in una Matrice di incidenza, dalla quale si leggono
agevolmente gli indici per applicare la tecnica additiva. I numeri (indici) che
compaiono nella matrice possono anche assumere segno negativo (discordanza
di segno).
2
13 32 23
K h h = =
3
34 31 13
K h h = =
1
34 21 12
K h h = =
3
33
2
33 33
K K h + =
2
11
1
33 22
K K h + =
3
44
1
44 11
K K h + =
Anche per determinare gli si pu fare riferimento alla matrice di incidenza:
{ }
R0
T
1
0 0 2 1
Note e , si procede allinversione per la determinazione delle incognite
di spostamento :
{ } X
{ }
R
0
| | H
{ }
| |
{ } X
1
{ }

+ +
+ +

+ +

=
0
12
2
0 0 0
0 0
12
0 0
2
2 2
0
l q
l q
l q
l q
R
12
2
l q

2
l q
12
2
l q
2
l q
{ }
| |
{ }
R R
X
H
0
1
=

Successivamente, sfruttando la corrispondenza tra e gli spostamenti nel


sistema locale , tramite la matrice di incidenza, per ogni singola trave si
pu scrivere:
{ } X
{ }
{ } { }
| |
{ } + =
K
S
S
0
e determinare le caratteristiche di sollecitazione su
tutta la trave.
Nel caso in cui si fosse usata la matrice 4x4 che non tiene conto degli sforzi
assiali, questi ultimi si possono calcolare alla fine della procedura per
equilibrio sui nodi.
Per lespressione delle rigidezze locali, in tal caso, conveniente riferire
spostamenti e azioni nodali a un unico sistema di assi. Questo porta alla
definizione di una legge di trasformazione della matrice locale [K].
Le componenti di spostamento
nelle sezioni terminali nel sistema
locale.
Le componenti di spostamento
nelle sezioni terminali nel sistema
globale.
Telai a maglie di forma qualsiasi:
E analogamente per le sollecitazioni nelle sezioni terminali:
Sistema locale Sistema globale
L
sen
L
L
Y Y
X X
Y Y X X
) (
) (
cos
) ( ) (
1 2
1 2
2
1 2
2
1 2

=
+ =

sen
u v
=
1
1
2
cos

cos
1
1
3
+ =
u
sen
v
sen
u v
=
2
2
5
cos

cos
2
2
6
+ =
u
sen
v

(
(

V
sen
1 1
0 0 0 cos 0
0 0 0 0 0 1

(
(
(
(
(
(
(


u
V
u
V
sen
sen
sen
sen
2
2
4
1
1
6
5
4
3
2
cos 0 0 0 0
cos 0 0 0 0
0 0 1 0 0 0
0 0 0 cos 0
0 0 0 cos 0





{ } | | { } M W =
[W] una matrice di rotazione e gode della propriet secondo la quale:
| | | |
T
W W =
1
{ } | | { } =
T
W M da cui
Analogamente per le sollecitazioni:
{ } | | { } = W S
Ripartendo dalle equazioni nel sistema locale e sostituendovi le relazioni appena
ricavate si ottiene attraverso semplici passaggi che:
{ } { } | | { }
| | { } | | { } | | | | | | { }
{ } { } | | | | | | { } M W K W
M W K W S W S W
K S S
T
T T T
+ =
+ =
+ =
0
0

{ } { } | | | | | | { } M W K W
T
+ =
0
Nuova matrice di rigidezza
(sistema globale)
Nota la matrice locale [K] e la matrice di rotazione [W], definita dalle
caratteristiche di lunghezza L e inclinazione , si determina direttamente, per
ogni trave, la matrice di rigidezza nel sistema globale.
9 8 7 0 0 0 4
9 8 7 6 5 4 3
6 5 4 3 2 1 2
3 2 1 0 0 0 1
6 5 4 3 2 1
T
T
T
T
Trave
La matrice dincidenza risulta essere:
ESEMPIO
ESERCIZIO
9 8 7 0 0 0 4 T
Cls armato
5 m
q=1000 N/m
5 m
5

m
30 cm
3
0

c
m
Calcolare i diagrammi di
sollecitazione N, T e M.
Le considerazioni che verranno svolte in questo paragrafo si applicano
principalmente a strutture di edifici multipiano, ove si possa supporre che:
A. I solai siano indeformabili nel loro piano (comportamento
diaframmatico);
B. La rigidezza torsionale delle travi sia sufficientemente piccola rispetto a
quella flessionale (cerniere cilindriche).
Ripartizione delle azioni orizzontali negli edifici Ripartizione delle azioni orizzontali negli edifici
multipiano multipiano
quella flessionale (cerniere cilindriche).
Lipotesi A spesso verificata per edifici
ordinari, a meno di solai molto
allungati in pianta o con rilevanti
aperture.
La seconda ipotesi da valutare di volta in volta. Tuttavia nellanalisi di strutture in
calcestruzzo armato, essa pu essere ragionevole, visto che a stato limite ultimo la
rigidezza torsionale delle travi diminuisce drasticamente.
Se le forze orizzontali si suppongono concentrate in corrispondenza dei solai utile
far riferimento a matrici di rigidezza o flessibilit ridotte, che tengano in conto dei
soli gradi di libert traslazionali, i quali governano la ripartizione.
Le matrici ridotte in questione possono essere determinate ordinatamente per
colonne, applicando forze unitarie (matrice di flessibilit) ai diversi piani e
determinando (mediante programmi di calcolo automatico) gli spostamenti o
rispettivamente le reazioni ai diversi piani.
Matrice [H] di rigidezza:
X2=1
h32
h12
h22
| |
(
(
(
(
(

=
ij
h H
Cos si determina la seconda
colonna di [H], e analogamente le
altre.
| |
(
(
(
(
(

=
ij
D
Matrice [D] di flessibilit:
(

Si ricordi che nel caso di forze applicate solo sui movimenti incogniti scelti
(spostamenti orizzontali a livello dei solai), si pu sfruttare la relazione:
| | | |
1
= D H
Qualora nella direzione di verifica, i telai abbiano una disposizione tale che le forze
orizzontali, agenti nella stessa direzione determinino sulla struttura, ai diversi
piani, una traslazione pura, allora lecito effettuare un analisi piana.
Il caso tipico quando si in presenza di una distribuzione simmetrica dei telai e
delle forze.
Non essendovi effetti torsionali
significativi, lo spostamento ai diversi
piani sar uguale per tutti i telai e sar
indicato dal vettore .
{ } u
Lequazione di equilibrio alla traslazione
secondo x, assume la forma
seguente:
{ } u
| | { } { } =
i
x
i
xx
R H
u | | { } { }
R H
x xx
u =
: la matrice di rigidezza delli-esimo telaio ordito secondo x;
: la matrice di rigidezza complessiva secondo x;
: il vettore delle forze orizzontali risultanti ai piani.
| |
i
xx
H
| | | | =
i
i
xx xx
H H
{ }
R
x
La quota di forze assunta dalli-esimo telaio sar dunque:
tale formula esprime in senso generalizzato, il concetto che, a parit di spostamenti, i telai si caricano in
proporzione alla loro rigidezza
Nel caso pi generale i vettori degli spostamenti ai piani {u} secondo lasse x, {v} secondo y e
delle rotazioni di piano {} saranno tutti diversi da zero.
k 1
k 2 k 2
k 1
F
F 1
F 2
F
k k
k
F
F
k k
k
F

+
=

+
=
2 1
2
2
2 1
1
1
{ } | | { } | | | | { }
x xx i xx i xx i x
R H H u H R = =
1
Sia contrassegnato con i il generico telaio ordito secondo x, e sia y
i
la sua distanza dallasse x;
lindice j si contrassegni il generico telaio ordito secondo y e sia x
j
la sua distanza dallasse y.
Spostamento del generico telaio:
{ } { } { }
Y S
i
i
x
u =
{ } { } { }
X S
j
j
Y
+ = v
(nelle direzioni in cui sviluppo rigidezza).
Si possono dunque scrivere le seguenti equazioni di equilibrio:
Alla traslazione secondo X:
Alla traslazione secondo Y:
Alla rotazione:
| | { } { } | | { } | | { } { }
R Y H H Y H x
i
i i xx
i
i xx i
i
i xx
u u = =

) ( ) (
| | { } { } | | { } | | { } { }
R X H H X H y
j
j
j
yy
j
j
yy j
j
j
yy
= + = +

) ( v ) v (
dove sono le risultanti di momento rispetto allorigine degli assi,
ordinate per piano.
{ }
M
| | { } { } | | { } { }
| | { } | | { } | | | | { } { }
M Y H X H X H Y H
Y Y H X X H
i
i
i xx j
j
j
yy j
j
j
yy i
i
i xx
i i
i
i xx j j
j
j
yy
v u
u


= + + + =
= +



) ( ) ( ) ( ) ( ) (
) ( ) v (
2 2
Se si pone:
| | | |

=
i
i
xx xx
H H
| | | |

=
j
j
H H
yy yy
| | | | | |

= =
i
i
i
xx x x
Y H H H

| | | | | |

= =
j
j
j
yy y y
X H H H

| | | | | |

+ =
i
i
i
xx
j
j
j
yy
Y H X H H
) ( ) (
2 2

Assemblando le equazioni di equilibrio in un'unica equazione, si trova la matrice di


rigidezza del telaio spaziale:
| |
| | | | | |
| | | | | |
(
(

=
H H
H H
x xx
H

0
0
dove [0] una matrice di zeri.
dove e .
{ }
{ }
{ }
{ }

v
u
q
{ }
{ }
{ }
{ }

=
M
R
Rx
R

y
| | | | | | | |
| | | | | |
(
(
(

=
H H H
H H
y x
y yy
H

0
dove [0] una matrice di zeri.
Le equazioni di equilibrio assumono dunque la forma:
| | { } { } R q H =
La procedura di analisi si riassume nelle seguenti fasi:
1. Calcolo della matrice di rigidezza di ogni singolo telaio piano;
2. Assemblaggio della matrice di rigidezza del telaio spaziale [H] a partire
dalle matrici dei singoli telai;
3. Inversione di [H] e calcolo del vettore degli spostamenti e rotazioni di
piano ;
4. Per ciascun telaio piano si calcolano gli spostamenti ai diversi livelli,
usando le relazioni:
{ } q
usando le relazioni:
5. Calcolo delle forze orizzontali agenti sul singolo telaio piano:
6. Analisi piana.
{ } { } { } y u
S
i i
x
=
{ } { } { }
X S
j
j
y
+ = v
{ } | | { }
i
x
i
xx
i
x
S H R
=
{ } | | { }
j
y
j
yy
j
y
S H R
=
(telaio secondo X) (telaio secondo Y)
Nellapplicazione a travi o reticoli di fondazione si assume che il terreno possa
essere modellato da un letto di molle elastiche e indipendenti. Chiaramente queste
due ipotesi nella realt non sono verificate, tuttavia i risultati delle analisi condotte
Il modello della trave su suolo elastico ha la
sua applicazione pi tipica nel calcolo delle
travi di fondazione, ma vi sono anche altre
applicazioni di interesse per lingegneria
strutturale.
TRAVI SU APPOGGIO ELASTICO TRAVI SU APPOGGIO ELASTICO
due ipotesi nella realt non sono verificate, tuttavia i risultati delle analisi condotte
con questo modello sono affetti da errori in genere accettabili.
Spesso si parla di suolo elastico alla
Winkler, e la rigidezza del suolo per
unit di superficie K
0
, espressa in
N/m
2
/m, detta modulo di Winkler.
Invece K=B*K
0
, espresso in N/m
2
,
rappresenta il modulo della
fondazione.
Tipo di terreno K
0
(Kg/cm
3
)
Sabbie 1-4
Ghiaie 4-12
Ghiaie compatte >12
Si richiamano le equazioni della linea elastica:
) (
2
2
z p
dz
M d
=
EJ
M
dz
y d
=
2
2
EJ
z p
dz
y d ) (
4
4
=
e
Dunque nel caso specifico di una
trave su appoggio elastico,
lequazione precedente assume
la forma:
p(z)
z
Equazione della trave su appoggio elastico Equazione della trave su appoggio elastico
EJ
K z p
y
dz
d
y ) (
4
4

=
Mettiamo lequazione in forma canonica e risolviamo lomogenea associata:
0 y
4
4
= +
EJ
K
dz
y d
0 y 4
4
4
4
= +
dz
y d
4
4EJ
K
=
avendo posto
Ky(z)
y
Soluzione omogenea associata:
) cos ( ) cos ( y D C B A z sen z e z sen z e
z z


+ + + =

P
P/2 P/2
dz
CASO PARTICOLARE DI UNA TRAVE DI LUNGHEZZA INFINITA
CARICATA CON UN CARICO CONCENTRATO
Condizioni al contorno:
z = si ha y = 0;
z = 0 si ha dy/dz = 0;
z = si ha T = - P/2, ricordando che da
cui:
EJ
T
dz
d
=
3
3
y
2
y
3
3
P
dz
d
EJ =
) (cos
2
y z sen z
K
P
e
z

+ =

: funzione armonica
: fattore di smorzamento dellonda
+
0
Se si fanno le seguenti posizioni:
z sen e z
z


=

) (
) (cos ) ( z sen z e z
z


=

z e z
z


cos ) ( =

) (cos ) ( z sen z e z
z


+ =

E si considera che:
( )
2
P
y z
K

=
2
' ( )
P
y z
K

2 =
dz
d

=
dz
d

2 =
dz
d

=
dz
d
Essendo valide le seguenti relazioni:
Si ritrovano i diagrammi riportati sulla diapositiva seguente:
2
2
( )
4
d y P
M EJ z
dz

= =
( ) z
P
dz
dM
T
2
= =
Sfruttando la soluzione relativa al carico
concentrato e il principio di
sovrapposizione degli effetti
(linearit):
) ( ) (
2
) (
2
z z
K
P
z
K
P
y + =

( ) ( )
2 2 2
P P P d
y z z z
K K K dz


| |
= +
|
\
CASO DI UNA TRAVE DI LUNGHEZZA INFINITA CARICATA CON UNA
COPPIA CONCENTRATA DI INTENSIT C
Ed inoltre:
) ( ) 2 (
2 2
2
z
K
C
z
K
P
z
dz
d
K
P
y


= = =
) ( '
3
z
K
C
y

=
) (
2
z
C
M = ) (
2
z
C
T

=
espandendo in serie di Taylor
Tabella delle funzioni viste precedentemente
Si introducono delle forze fittizie che
nel tratto interessato, rendono la
trave infinita equivalente a quella
finita.
Per convenzione le forze fittizie si
considerano un infinitesimo
esterne alla trave finita.
Le forze fittizie P , M , P , M si determinano imponendo le seguenti condizioni
PASSAGGIO DALLA TRAVE INFINITA ALLA TRAVE FINITA
Le forze fittizie P
oA
, M
oA
, P
oB
, M
oB
si determinano imponendo le seguenti condizioni
sugli estremi:

=
=
0
0
T
M
dx A
dx A

=
=
0
0
T
M
sx B
sx B
0 ) 0 (
2
) 0 (
2
) (
2
) (
2
0 ) 0 (
2
) 0 (
4
) (
2
) (
4
0 ) (
2
) (
2
) 0 (
2
) 0 (
2
0 ) (
2
) (
4
) 0 (
2
) 0 (
4
= +

=
= + + + =
= +

=
= + + + =
T
M P M P
T
M
M P M P
M
T
M P M P
T
M
M P M P
M
B
oB oB oA oA
sx B
B
oB oB oA oA
sx B
A
oB oB oA oA
dx A
A
oB oB oA oA
dx A
L L
L L
L L
L L

Dove e sono dei termini che tengono conto delleffetto delle azioni distribuite
sulla trave.
M T
dz
q
z M
z
a
b


4
) (
) (

=
dz
q
z T
z
a
b
2
) (
) (

=
dz
q
z M
z
L
) (
) (
=

Esempio:
Risolto il sistema e note le forze fittizie, gli spostamenti e le sollecitazioni sulla
trave su appoggio elastico di lunghezza finita possono essere calcolate su una
trave infinita, usando il principio di sovrapposizione e i diagrammi gi visti.
dz
q
z M
z
A


4
) (
) (
0
=

Esempio:
(segno negativo perch leffetto sulle z negative)
Nel caso pi generale di sollecitazioni diverse da zero sui nodi:
E, del tutto analogo a quello gi visto, in forma matriciale diventa:
dx A
M S
, 1
=
dx A
T S
, 2
=
sx B
M S
, 3
=
sx B
T S
, 4
=

(
(
(
(
(
(
(
(
(

4
3
2
1
4
3
2
1
2
1
2 2
) (
) (
2
4
1
2
1
4
) (
2
) (
2
) (
) (
2 2
1
2
4
) (
2
) (
4
1
2
1
S
S
S
S
l
l
l l
l
l
l l
S
S
S
S

o in forma sintetica:
{ } | | { }

= S C S
Prendendo una trave su appoggio
elastico infinita, e scegliendo i
movimenti come indicato nella
figura, diretta la costruzione
della matrice di flessibilit
mediante lutilizzo delle funzioni
gi determinate:
Applicazioni al calcolo automatico Applicazioni al calcolo automatico
(
(
(
(

=
(
(
(
(
(

S
S
S
S
k k
l
k
l
k k
l
k
l
k
l
k
l
k
k
l
k
l
k
4
3
2
1
2
3 2 3
2
2 3 3
4
3
2
1
2
0
2
) ( ) (
0
) ( ) (
2
) ( ) (
2
0
) ( ) (
0



o in forma sintetica:
{ } | | { }
S D

=
| | | |
K D

=
1
= Matrice di rigidezza
Ricordando che , si ha: { } | | { }
S
C S

=
{ } | | { } | | | | { }

= =
D
C
S
C S
1
Se si pone , si considera che , ed inoltre si calcolano
i termini noti bloccando la trave sui nodi:
| | | | | | K
D
C =

1
{ } { } =

{ }
S
0
Si pu allora scrivere lequazione di
equilibrio della trave su suolo elastico
{ } { } | | { } + = K S
S
o
equilibrio della trave su suolo elastico
di lunghezza finita:
Questo rende possibile lassemblaggio di matrici globali, usando tecniche simili al
metodo dei telai.
Graticci Graticci
Per graticcio si intende un telaio piano a maglie ortogonali caricato con forze
ortogonali al piano del graticcio. Si suppone non ci sia discontinuit nella
rotazione di travi consecutive e si trascurano gli effetti torsionali per i singoli
elementi.
Questa ultima ipotesi determina una sovrastima degli spostamenti, ma plausibile
specie nel calcolo a Stato Limite Ultimo delle strutture in calcestruzzo armato.
E facile verificare che fatte le ipotesi precedenti, lapplicazione delle tecniche viste
per i telai a maglie ortogonali anche ai graticci diretta.
Di particolare interesse il caso dei graticci su
appoggio elastico. Per questo tipo di modelli
strutturali i metodi gi visti conducono ad
interessanti codici di calcolo per lanalisi di
graticci di fondazione (matrice dincidenza).
4 3 2 1

ESEMPIO
0 0 1 2
0 0 1 3
1 3 0 0
1 2 0 0
4
3
2
1
4 3 2 1
T
T
T
T

P
T2
T1
T3
T4
X2
X3
X1
T1
T2 T3
T4
R
Cerchio
R
d
0
s

<
<

R
p
N
s E
R p
s
R p
d sen dz s dz d R p
C c
c

=
=

) (
Applicazione ai serbatoi cilindrici Applicazione ai serbatoi cilindrici
Doga
p
N = csdz
N
R'
R
R
Sezione di una doga
K0
y
p
x
dx
s
2
0
2
) ' ( 2
R
s E
R
p
K
s E
R p
R
R
R
R R
C

Spostamento della molla pari a R


In realt la doga impedita di deformarsi trasversalmente:
y
x
z
deformazione trave
inflessa
deformazione doga
inflessa
( ) = = 0
1
A B
( )
( )
( )
x y z z
z x y y
z y x x
E
E
E



=
=
= =
1
1
0
1
0 =
y

z x
= ( )
'
) 1 ( 1
2
2
E E E
z
z z z z

= =
,ma
4
0
4
3
0
4
0
4
12
' 4
' 4 B
K
s dx
E
dx K
J E
b K

=


=
( )
2
3
1 12

=
s E
B ove
Procedura:
1. Determ. K
0
e e calcolo
doga;
2. Noto spost. doga,
c
,
c
,
allora calcolo cerchio.
ANALISI STRUTTURALE ELASTO ANALISI STRUTTURALE ELASTO- -PLASTICA PLASTICA
Si faccia riferimento ad un materiale per il quale sia adottabile una legge costitutiva
assimilabile ad un diagramma di Prandtl, come espresso nella figura:
In tal caso sar possibile definire una
superficie, detta di snervamento, espressa
dalla seguente funzione:
MATERIALE ELASTICO PERFETTAMENTE PLASTICO
( ) K Q Q f =
,... 2 1
,
Essendo Q
1
,Q
2
, , le azioni in senso generalizzato (esempio le tensioni). Tale
superficie esprime il fatto che non sono ammissibili stati per cui f > K .
In un corpo deformabile, il sopraggiungere di una plasticizzazione comporta una
ridistribuzione delle sollecitazioni che garantisce in generale la capacit di
fronteggiare livelli di carico maggiori.
Stati pluriassiali: ipotesi di plasticit associata.
d
2 , d2
d2
d1
Superficie di snervamento
Raggiunta la superficie di snervamento le tensioni rimangono immutate
allaumentare delle azioni. Invece le deformazioni aumentano indefinitamente
secondo la direzione di plasticizzazione che rende massimo il lavoro di
deformazione, ossia secondo la direzione normale alla superficie di snervamento.
Prandtl
1 , d1
Un analisi precisa richiederebbe di seguire il comportamento del sistema
allaumentare dei carichi. Tuttavia, sotto certe ipotesi, possibile pervenire a due
teoremi che sono in grado di fornire dei valori limite inferiore e superiore dei
carichi di collasso.
Si facciano le ipotesi seguenti:
Piccoli spostamenti;
Validit del diagramma di Prandtl;
Forze che incrementano proporzionalmente, cio secondo un Forze che incrementano proporzionalmente, cio secondo un
moltiplicatore .
Si dir inoltre:
Staticamente ammissibile: uno stato di tensione che soddisfi le condizioni
di equilibrio e risulti non esterno alla superficie di
snervamento(Q
1
,Q
2
,) K;
Meccanismo di collasso: uno stato di deformazione ultimo che risulti
congruente.
I teorema dellanalisi limite (teorema statico o del limite inferiore): il moltiplicatore
dei carichi di collasso plastico
p
il maggiore di tutti i moltiplicatori

corrispondenti a stati di tensione staticamente ammissibili, ossia


p

.
II teorema dellanalisi limite (teorema cinematico o del limite superiore): il
moltiplicatore dei carichi di collasso plastico
p
il minore di tutti i moltiplicatori

corrispondenti a possibili meccanismi di collasso, ossia


p

.
In definitiva :

, cio il carico di collasso lunico elemento di


intersezione dellinsieme dei moltiplicatori dei meccanismi di collasso.
Nellanalisi elasto-plastica delle strutture iperstatiche ha grande importanza e utilit
il concetto di cerniera plastica.
In sostanza visto che:
Diagrammi di momento-curvatura determinati dal diagramma di Prandtl,
e comunque osservati sui materiali da costruzione, (acciaio, C.A., come si
dimostrer nel seguito del corso) sono di tipo incrudente assimilabili a
diagrammi elastici perfettamente plastici;
Spesso le plasticizzazioni sono concentrate in corrispondenza di tronchi di
lunghezza limitata.

I tronchi elasticizzati, allora, si possono assimilare a cerniere con attrito, tale vincolo
di tipo unilaterale, con legge costitutiva bilatera, cio elastica perfettamente
plastica. Questa impostazione permette una limpida percezione fisica per un
problema non lineare.
1/

M M
zona con rotazioni
plastiche
Teorema statico Teorema statico
Consideriamo una struttura n volte iperstatica.
Facendo variare le n incognite iperstatiche si
possono ottenere
n
configurazioni equilibrate.
Per ognuna di esse si calcola il moltiplicatore dei
carichi
i
che fa raggiungere M
P
in 1 o pi sezioni
della trave. Il moltiplicatore reale il massimo
tra i
i
.
Il carico limite il massimo tra quelli staticamente
l l
A B C
P
+
a)
4
pl
2
pl
Il carico limite il massimo tra quelli staticamente
ammissibili (procedimento a favore di sicurezza).
ESEMPIO
( )
l
M
P M
pl
V a
P
u P C
4
4
0 ) = = =
+
+
c)
d)
b)
4
2
pl
8
3
4
pl
P
M
P
M
( )
l
M
P M
pl
V b
P
u P A
2
2
0 ) = = =
( )
l
M
P M pl V c
P
u P B
3
8
8
3
0 ) = = =
( )
l
M
P M
M pl
V V V d
P
u P
P
C B A
6
2 4
0 , , ) = =
P
u
reale
Teorema cinematico Teorema cinematico
Trasformiamo la struttura in un meccanismo
introducendo un numero sufficiente di cerniere
plastiche. Calcoliamo con il p.l.v. il carico che
equilibra il sistema per un insieme di spostamenti
compatibili con il meccanismo (solo le cerniere
plastiche compiono L
i
).
Il carico limite il minimo tra tutti i carichi
cinematicamente possibili (procedimento a
l l
A B C
P
b)
a)

2

2
2
cinematicamente possibili (procedimento a
sfavore di sicurezza).
ESEMPIO
l
M
P M M L
l
p L a
P
u P P i e
8
2 2
2
) = + = =
l
M
P M M L
l
p L b
P
u P P i e
16
2
1
2
3
8
) = + = =
l
M
P M M L
l
p L c
P
u P P i e
6
2
2
) = + = =
P
u
reale
b)
c)

2
Teorema misto Teorema misto
Se una configurazione contemporaneamente:
Cinematicamente possibile;
Staticamente equilibrata;
essa fornisce il carico limite richiesto.
Questo teorema apre la strada a 2 procedimenti per il calcolo del carico limite:
METODO CINEMATICO
Si ipotizza un cinematismo verosimile;
Si determina il carico limite con il p.l.v.;
Si verifica che il diagramma di momento sia staticamente ammissibile (e
che le rotazioni siano concordi con i momenti).
METODO STATICO
Si scelgono le incognite iperstatiche;
Si attribuiscono alle incognite valori tale che sia:
1. M = M
P
in un numero di sezioni sufficienti a trasformare la
struttura in meccanismo;
2. M < | M
P
| in tutte le altre sezioni.
ESEMPI DI APPLICAZIONE DEL METODO CINEMATICO
1 2
A B
P
Modalit operative
Individuare un possibile meccanismo di collasso
Determinare il corrispondente carico limite con il p.l.v.
Verificare che il diagramma di momento ultimo sia
staticamente ammissibile
M
P M M M
l
P
P
9 1 3
= + + =

p.l.v.:
1)
Staticamente ammissibile!
Il valore di P
L
quello vero di collasso.
1
3
l
2
3
l
A B
Mp

Mp
MP
1
2

1
3
l
3
2

2Mp
-
+
-
l
M
P M M M
l
P
P
L P P P L
9
2
1
2
3
3
= + + =

9 9
2
2
9
2
3 3
2 l P
M l P M l P
l
P M
P P

= = = =
Momento statico:
2)
8
8
2 )
,
=

= + + =
a L
P
l P
M
P M M M
l
P a 8
8
2
2
)
,
,
=

= + + =
P
a L
P
a L P P P
M
l P
l
M
P M M M
l
P a
h
l
M
l P
h
M
P M M M M M h P b
P
b L
P
b L P P P P P
4
4
4 )
,
,
=

= = + + + =
( )
l
h
M
l P
l
h
M
P M M
l
P h P c
P
a L
P
a L P P
2
1
12
2
6
6 2 2
2
)
,
,
+
=

+
= = + + + = +
Meccanismo b;
Meccanismo b e c;
Meccanismo c;
Meccanismo a.
1 <
h
l
1 =
h
l
4 1 < <
h
l
4 >
h
l
- Verifica dellammissibilit statica nel caso
l/h = 2 (P
L
= 6M
P
/l):
Occorre tracciare il diagramma di
momento del portale nelle sezioni 1, 3, 4 e
5 dove presente una cerniera plastica e
0
2
4
6
8
1 2 3 4
a
b
c
P
i L
M
l P
,
h
l
MP/2
momento del portale nelle sezioni 1, 3, 4 e
5 dove presente una cerniera plastica e
quindi il momento plastico. E per
incognito il momento nella sezione 2, da
ricavare con lausilio della statica. Si pu
applicare il p.l.v. al meccanismo di trave
della zona 2-3-4.
2 12 6 4 4
0
2
6
3
2
2
2
2
P
P
P
P
L
P P
M l p l p l p
x x M
l p
l
l
M
M M
l P
M M M
=

= + =

= + =

= + +


1
5
2
MP
4
MP MP
MP/2
MP
-
-
+
+
-
x
ESEMPI DI APPLICAZIONE DEL METODO STATICO
Modalit operative
Scegliere le incognite iperstatiche
Tracciare il diagramma di momento dovuto ale
iperstatiche (incognite) agenti sulla struttura principale
(M
1
)
Sommare i diagrammi scegliendo il valore delle
iperstatiche in modo che risulti: iperstatiche in modo che risulti:
|M
P
| = M in un numero di sezioni sufficienti a
formare un meccanismo di collasso;
|M
P
| M in tutte le sezioni.
Disegnare il meccanismo di collasso ipotizzato e
controllare che esista concordanza di segno tra
momenti plastici e rotazioni reali
pl
H P H P
x H
struttura principale
1
2
5
4
3 2 3
4
5
1
struttura isostatica
Al collasso il portale si trasforma in
un meccanismo con 2 sole cerniere
plastiche.
Sono possibili 2 condizioni
d'intervento delle cerniere plastiche,
da quanto emerge dal diagramma
M0+M1.
1
5
2
4
pl
4
Hh
-
+
1
5
xh
4
-
2
-
-
M1 M0
1
5
M0+M1
Hh+xh
4
-
+
4
-
- xh
2
3
Traversa con modulo
plastico maggiore dei
montanti (cerniere ad
1
H
2 3
P
5
4
Traversa e montanti
con lo stesso modulo
plastico
1
H
2
5
4
P
3
Quando il numero delle incognite
iperstatiche aumenta non possibile
procedere con metodi manuali.
Operando sulla struttura principale ed
evidenziate le n incognite iperstatiche
risulta:
e, con il teorema statico, in ogni
sezione deve risultare:

=
+ =
n
j
j j
x M M M
1
0

montanti (cerniere ad
estremo montante)
plastico
sezione deve risultare:
P
n
j
j j P
M x M M M +

=1
0

In genere occorre indagare


solo le sezioni in cui (carichi
concentrati ed elementi
rettilinei) risulti:
Presenza di carico concentrato;
Appartenenza ad un nodo strutturale;
Discontinuit del valore dei momenti limite.
Per una (i) di tali sezioni quindi:
, con M
ij
: momento in i per effetto di x
j
.

=
+ =
n
j
j j i i i
x M M M
1
, , 0

Il moltiplicatore vero del carico di collasso * coincide con il massimo che la
funzione lineare z = pu assumere nel rispetto della disuguaglianza:
P
n
j
j j i i i P
M x M M M M + =

=1
, , 0

Si ricade quindi in un problema di programmazione lineare che comporta
lottimizzazione della funzione lineare z = con i 2n vincoli imposti dalla lottimizzazione della funzione lineare z = con i 2n vincoli imposti dalla
disuguaglianza.
15t 15t 15 15 x
-
+
M1
M2
M3
3m 3m 3m

+
+
+

=
=
=
= =
+
60 60
60 3 2 45 60
60 3 45 60
3 2 45
3 45
60
3
2
1
x
x
x
x M
x M
x M
tm M M
P P

Si determina il max di nel rispetto delle disuguaglianze:


Le disuguaglianze descrivono il dominio nel piano ( , x).
Il massimo di (*) si ottiene quando la retta z = passa per il vertice B.
Quindi la soluzione ottimale corrisponde ai valori delle variabili:
= * = 1,78
x = 60 tm
Pertanto risulta:
2
1
z = = 1,78

A
B
F
tm M 60 3 60 78 , 1 45 = =
meccamismo di
rottura
-1
-2
-100 -50 50 100 x(tm)
C
D
E
tm M
tm M
tm M
60
40 3 60 2 78 , 1 45
60 3 60 78 , 1 45
3
2
1
=
= =
= =
ANALISI LIMITE E ANALISI INCREMENTALE ANALISI LIMITE E ANALISI INCREMENTALE
Lipotesi di plasticit addensata porta a due modalit per eseguire lanalisi strutturale
il primo detto dellanalisi limite, il secondo dellanalisi incrementale.Per esporre
tali modalit si far riferimento a semplici esempi.
ANALISI LIMITE
Necessario poter prevedere le sezioni in cui si
formeranno le cerniere plastiche.
2

p
Non sempre per cos agevole la determinazione delle cerniere plastiche.
l
Mp
p M
l p
l l
p i e
2
16
4
4
2
= =

=


M M M M
i
p p p p l
4 2 = + + =
4
2
4 2
2
pl l l p
e
l
=

=
l
2
pl

2
4
l
ANALISI INCREMENTALE
Vantaggio: permette la verifica della
compatibilit delle deformazioni.
2 1
p p p + =
La plasticizzazione avviene inizialmente
sugli incastri, quando:
2
1
2
12
12 l
M
p M
p
P
P
l

= =

12 l
I successivi incrementi, al di la del carico
p
1
, saranno valutati sul nuovo schema.
Le riserve ultime si esauriscono quando in
mezzeria si verifica:
2
2
2
2
2
1
4
8 24 l
M
p M
p p
P
P
l l

= =

sostituendoci p
1
.
2 2 2
2 1 lim
16 4 12
l
Mp
l
Mp
l
Mp
p p P = + = + =
Lanalisi incrementale permette di verificare se, prima della creazione di una nuova
cerniera, in qualcuno dei tronchi gi plasticizzati si pu raggiungere il valore
+
-
24
2
1
l
p
8
2
2
l
p
12
2
1
l
p
M
P

=
P
M
In definitiva si trova:
cerniera, in qualcuno dei tronchi gi plasticizzati si pu raggiungere il valore
massimo di rotazione plastica. Si calcola cio, il valore di rotazione
a
nella
cerniera dovuta al solo carico P
1
e si verifica che
a
<
u
essendo
u
la rotazione
plastica ammissibile nella cerniera. Se invece risulta
a
>
u
, allora il carico di
collasso sar cos ridotto:
I metodi basati sulla plasticit addensata portano a valutazioni molto attendibili del
carico di collasso. Lanalisi limite si adatta a schemi semplici e nellipotesi di
buona duttilit locale della struttura. Lanalisi incrementale, invece, adatta
allimplementazione automatica.
A
u
p p

=
2
*
2
ESERCIZIO: ANALISI LIMITE
F
L
L/3
8
M
P
dato
+
2
3
L F
81
8
L
M
F M M L F L L
P
P P i e
= + = =
2
15
3 2
3
2

ESERCIZIO: ANALISI INCREMENTALE
2
1
2
1
8
8 L
Mp
p Mp
L p
= =

( )
( )

=
=
0 *
*
z
dz
dM
Mp z M
Ho due incognite: p2 e z*
Le equazioni risolutive del problema sono:
dz
Con z* posizione della cerniera e M(z*) il momento dovuto ai carichi

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