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dell'associazione Andrea Borini, sono ben 4.173 le coppie italiane chi si sono recate
all'estero per la procreazione medicalmente assistita. Prima dell'approvazione della legge
40 erano 1066, oggi sono quadruplicati. In testa alla classifica c'è la Spagna, dove sono
stati creati molti centri. “Ma anche perché in quel paese è possibile pagare le donatrici, da
1500 a 5 mila euro”, ha sottolineato Borini. Secondo la ricerca sono 1909 le pazienti che si
sottopongono all'inseminazione intro-uterina contro le 3819 che si rivolgono a soluzioni più
complesse per motivi legati a varie patologie o difficoltà della coppia. In totale, sono stati
4.517 i prelievi di ovociti, e 732 i cicli sospesi, 152 dei quali per risposta eccessiva.
Negli Stati Uniti, molte studentesse di college si sono date al commercio dei loro ovuli.
Daily News, un quotidiano di Los Angeles, cita il caso di Angel, una ragazza di 24 anni,
che per la sua prima donazione ha guadagnato 7000 dollari, per la seconda 9000 e per la
terza 10000. Il caso viene citato come esempio del boom dell'affare della fecondazione
artificiale che sta rapidamente cambiando il valore degli ovuli delle donne in salute e
universitarie. Che, in media, possono guadagnare da 5000 a 10000 dollari per la
donazione degli ovuli. Ma non è facile diventare una tale donatrice perché il processo di
selezione va dall'esame delle malattie familiari alla richiesta di caratteristiche fisiche ideali.
“Sono i soldi la motivazione di queste donazioni”, anche secondo i sanitari dei centri di
fertilità, come il dr. Vicken Sahakian, direttore di un centro di Westwood. Un annuncio
recente, pubblicato anche online, nel Daily Bruin (giornale degli studenti della UCLA,
l'università californiana) ricercava le donatrici ideali offrendo un compenso: “Stiamo
cercando una donna con occhi blu e verdi, di età inferiore ai 29 anni, sana fisicamente... si
offrono 20mila dollari più le spese”. Per queste donatrici, come Angel, il commercio dei
loro ovuli è la fonte principale del loro reddito. Angel ha dichiarato: “mi aiuta a pagarmi da
vivere in California”.
Egg Donor Inc. è una società con sede a Encino che fa incontrare i potenziali genitori e le
donatrici di ovuli. Il sito web della società contiene 900 fotografie e descrizioni di donne
donatrici. Chi visita il sito può raffinare la ricerca specificando il quoziente di intelligenza, la
religione e le caratteristiche fisiche richieste. Debora Spar spiega come questo tipo di
donazioni sia potenzialmente pericoloso e non solo per la salute. Dice anche che non ci
sono dati che quantifichino l'ammontare di questo business, ma la spesa per queste
procedure è valutata in miliardi di dollari. La professoressa richiama la necessità di un
dibattito nazionale sugli incentivi economici che vengono dati ai donatori. Jesse Reynold,
che è membro del Center for Genetic and Society, ha affermato che: “l'industria della
fecondazione non ha nessuna regola e l'autoregolamentazione che si danno queste
società è inadeguata”. Ha aggiunto che: “I tipi di pericoli che vengono alla mente quando
vengono ricercate determinate caratteristiche dei donatori includono la nozione di
allevamento degli esseri umani migliori” (neo-eugenetica, ndr).
Una generazione fa, le coppie sterili che desideravano un figlio avevano poche possibilità
all'infuori dell'adozione. Oggi, i progressi di scienza e tecnologia hanno reso possibile
“ordinare” i bambini da un menù di opzioni che comprende ovuli di donatrici, uteri in affitto
e selezione dei geni.
Negli Stati Uniti, la riproduzione umana artificiale è una realtà da tre miliardi di dollari ed è
un'industria fiorente in tanti altri Paesi del mondo. E stiamo parlando di un “prodotto” che,
secondo molti, non si dovrebbe mai trovare in vendita: un figlio.
Eggs for sale: The booming business of sharing your fertility 05 novembre 2006
Dei tre casi autorizzati, due saranno applicati su pazienti affetti da beta-talassemia
maggiore, il terzo da anemia di Fanconi. I pazienti sono bambini d'età compresa tra uno e
cinque anni. Il rapporto della Commissione raccomanda che i tre trattamenti vengano
realizzati con carattere sperimentale, giacché praticamente non esistono al mondo casi di
trapianto di questo tipo. Nel caso di beta-talassemia maggiore non si è a conoscenza di
nessun caso simile, e per quanto concerne l'anemia di Fanconi sono noti solo cinque casi.
La nozione di trattamento sperimentale comporta che dovrà essere eseguito in particolari
condizioni di attenzione e di controllo da parte delle autorità sanitarie; inoltre, si dovrà
garantire un'informazione completa ai genitori sulle reali possibilità di successo, sia per
quanto riguarda la selezione embrionaria, sia nel trattamento di riproduzione assistita.
Con questa relazione, che verrà inviata a tutte le comunità autonome, le regioni potranno
autorizzare i centri di riproduzione assistita ad attuare le pratiche in questione,
conformemente alle disposizioni contenute nella Ley de Reproduccion Asistida.
Autorizzata in Francia sin dalla prima legge sulla bioetica, del 1994, la diagnosi pre-
impianto consiste nell'analizzare il patrimonio genetico degli embrioni concepiti in vitro a
partire dalle cellule di coppie che presentano il rischio di avere bambini con gravi e
incurabili malattie genetiche. In base a questa legge, gli embrioni malati vengono di solito
distrutti o, ed è cosa recente, usati per scopi scientifici.
La stessa norma è stata approvata anche in Gran Bretagna e Spagna, alle stesse
condizioni (ogni caso viene esaminato da una apposita commissione). Un secondo
decreto di applicazione della legge del 2004, sempre dello scorso dicembre, riguarda
invece i doni di gameti (cellule sessuali) e l'assistenza medica alla procreazione, che
saranno d'ora in poi entrambe poste sotto l'autorità dell'Agenzia per la Biomedicina.
Agenzia che sarà competente anche ad autorizzare o meno gli “spostamenti
transfrontalieri” degli embrioni congelati, allo scopo di evitare che questi possano essere
impiantati presso coppie che non rispondano al criterio richiesto dalla legge, e cioè di
essere formate “da un uomo e da una donna in età di procreare”. Altro che bioetica. Il
baby-business sembra destinato ad una crescita vertiginosa. Ma che ne sarà dei “baby-
farmaci”?
BABIES IN BOTTLES
La successiva appropriazione è quella da parte delle forze del business che trasformano
la riproduzione in merchandising della gravidanza e del parto, in mercificazione del feto.
Nel capitolo su Aldous Huxley, la Squier mette in relazione le tecnologie di visualizzazione
con quelle riproduttive: “La storia delle relazioni tra tecnologie visuali e riproduttive è
illuminante, specie se si prende in esame come lo sviluppo del feto è ritratto nelle
rappresentazioni contemporanee. Il chè dovrebbe consentirci di sviluppare risposte più
flessibili a tali rappresentazioni”.
Ectogenesis - Wikipedia
Ha vent' anni la figlia della provetta Corriere della Sera 24 marzo 1998
Ma, nel contempo, un numero crescente di scienziati mette in guardia le donatrici dal,
seppur basso, rischio di iperstimolazione ovarica durante l'estrazione degli ovuli, che può
danneggiare la fertilità e causare persino la paralisi e la morte. Donna Dickenson,
professore emerito di etica medica all'Università di Londra, sintetizza così le obiezioni
mosse in queste ore da una parte della comunità scientifica: «La Human Fertilisation and
Embryology Authority, pur ponendo la condizione dei motivi altruistici, potrebbe
involontariamente aprire le porte al baratto e alla compravendita di ovuli, che
coinvolgerebbe donne nel Regno Unito e all'estero» (pratica già esistente, ndr).
Per l'altra parte della comunità scientifica, invece, convinta della necessità di compensare
le donatrici per ovviare alla scarsità di ovuli, la consapevolezza che si tratta di una
procedura invasiva, dolorosa e potenzialmente rischiosa non costituirà un deterrente. «Le
donne hanno l'intelligenza per decidere se vogliono donare ovuli - sostiene Peter Braude,
primario al King's College di Londra - non bisogna impedirlo, purché siano informate sui
rischi. Le donne, di solito quelle che si sottopongono alla sterilizzazione, donano ovuli da
20 anni e il principio non è nuovo».
Le voci di dissenso provengono anche da scienziati convinti che l'enfasi sui benefici della
ricerca sulle staminali sia esagerata. Ma la maggior parte delle critiche riguardano per
l'appunto i pericoli per le pazienti. La tecnica con cui gli ovuli vengono adoperati nelle
ricerche è nota. Per creare staminali, si preleva un ovulo e si rimuove il nucleo. Quindi si
preleva una cellula di un paziente e la si immette nell'ovulo privo di nucleo. L'embrione può
svilupparsi fino a 14 giorni, dopodiché vengono prelevate le staminali, che hanno lo stesso
corredo genetico del paziente.
“È mercificazione, un orrore, serve un limite alla scienza”. Così il Ministro della Salute Livia
Turco, in una intervista al Corriere della Sera, ha commentato la notizia. “Capisco le
ragioni della scienza - afferma la Turco - ma il fine non giustifica i mezzi. Qui siamo oltre il
dibattito sulla liceità di sperimentare o no sugli embrioni. L'incentivo a vendere le ovaie
introduce un elemento, la mercificazione del corpo umano che mi spaventa. Credo che la
società debba porre limiti e opporsi al commercio e alla manipolazione di parti del corpo”.
“Sono molto sensibile alle sorti della ricerca - ha aggiunto il ministro - e in Italia ci stiamo
attivando nella giusta direzione incentivando la ricerca sulle cellule staminali adulte, un
campo ancora inesplorato e potenzialmente molto fertile”. Quanto all'uso degli embrioni
sovrannumerari destinati alla distruzione il ministro afferma: “Occorre affrontare con meno
ipocrisia il problema. Forse è su questi che potrebbe essere applicata la ricerca. Se il loro
destino è lasciarli deperire e buttarli via allora è meglio utilizzarli a fin di bene”. Ma per fare
questo, secondo il ministro, occorrerebbe aprire il dibattito sulla procreazione assistita.
BABY BUSINESS 3
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