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62 - 68 I pilastri dell'anno_40 - 46 Pietre di Ica 17/12/13 13:28 Pagina 62

ANTICHE CONOSCENZE
di Maurizio Ponticello

I Pilastri
dell’Anno
Le origini e il significato occulto del Calendario, antico strumento che
In apertura,
calcolatore astrologico.
Nella pagina seguente,
pone in relazione l’essere umano con lo spazio e il tempo del cosmo a sinistra La scala d’oro, di
Edward Burne-Jones, che simbo-
leggia l’incessante scorrere del
tempo; a destra il dio Crono.

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una prima scorsa, si presenta come una lun- sono riportate sono identiche e senza fine, si ha la
ga lista di numeri inventariati in dodici pa- netta sensazione che si ripetano in eterno e nondi-
o gine. Una rubrica che cataloga date in fila o
in colonna, un’agenda murale sulla quale
meno che siano sostanzialmente diverse. È una ov-
vietà, ma è bene ricordarlo: ogni giorno è differente
appuntare incombenze e programmare riunioni, ram- da quello che lo precede e da quello che lo segue,
mentare compleanni e ricorrenze. Eppure, dietro l’a- non diversamente dalle stagioni che scorrono o dal
spetto formale e burocratico, il calendario pare na- fiume in cui ci si immerge, il quale non potrà mai es-
scondere qualcosa di più impalpabile di un album di sere uguale a se stesso, sebbene sia composto pur
giorni, settimane e mesi: è, difatti, un breviario del- sempre di acqua. «Non si può far risalire l’acqua che
l’universo, è lo specchio dei ritmi cosmici tradotti in passò, né richiamare l’ora che è trascorsa», scriveva
accadimenti planetari, dalla maggior parte dei quali – Ovidio parafrasando in versi Eraclito: è su questo in-
avendone smarrito traccia e consapevolezza – siamo trigante benché infido e liquido terreno che da sem-
ormai scollegati. In quanto proiezione sul futuro, il pre si scontrano le varie teorie e ideologie sull’inter-
calendario sembra che trotti sempre avanti e che sia pretazione del tempo.
in fuga e irraggiungibile, come la tartaruga inseguita
da Achille piè veloce. Le sequenze progressive che vi Le origini
Tenendo fuori le ipotesi secondo cui il tempo non
esiste essendo una illusione “ostinatamente persisten-
te”, per dirla alla Einstein, nel tentativo di ricompor-
re in tronconi tali variegate dottrine, possiamo ricon-
durle a due capostipiti, la maxicategoria lineare e
quella circolare. Non è cosa da poco poiché, da que-
sto paio di ceppi, si sono ramificate visioni del mon-
do che riferiscono di varie filosofie della storia e con-
cezioni ontologiche e, oltre a ciò, evidenziano il di-
sorientamento incapacitante nel comprendere se ci si
trovi nel presente, nel futuro o nell’istante appena pre-
cedente che, nel momento stesso in cui se ne prende
cognizione, è già passato. Poi, a cascata: un turbine di
pensieri e riflessioni sul divenire, sul-
l’essere, sulla caducità, sulla
morte e sull’eternità. In ge-
nere, però, a partire dal
XVIII secolo, ha preval-
so un concetto più
quantitativo che qua-
litativo. Dalle affer-
mazioni perentorie
dei primi secoli della
storia convalidata
(per esempio, Parme-
nide: «L’essere è l’È»;
oppure: «L’essere non
era né sarà, giacché esso
è ora, tutto insieme, uno e
continuo»), si è passati a dub-
bi che oggi definiremmo amletici,
logoranti e paralizzanti sull’esistenza e sull’immorta-
lità, per i quali è sembrato che l’unico sbocco plausi-
bile fosse l’accettazione del dogma e la fede. Per
quanto sia molto più antico – risale al IV secolo – ec-
co un passo di Sant’Agostino che esprime esatta-
mente quel che stiamo asserendo: «E ti confesso Si-
gnore che ancora non lo so, cosa sia il tempo, e an-
cora ti confesso, Signore, che so di fare questo di-
scorso nel tempo e che da molto ormai sto parlando
del tempo e che questo molto non è molto se non
perché dura nel tempo. E come lo so allora, se non
- so che cos’è il tempo?». Preferiamo soffermarci su
quella che è la natura qualitativa e simbolica dell’al-
manacco e del tempo cosmico. Il calendario ha già

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I PILASTRI DELL’ANNO A
un quadrante di per sé perfetto cui
fare riferimento: la carta celeste. È
lì, difatti, nell’immensa calotta stel-
lata e nell’analogia evidente con lo
spirito umano che pensiamo di
scorgere alcune risposte. Così han-
no fatto le culture arcaiche pren-
dendola a modello per determina-
re – e mai fissare – in modo con-
sequenziale la corsa del tempo e le
azioni che riguardano gli indivi-
dui, la memoria di ciò che è tra-
scorso e di ciò che ha da venire,
per contemperare, insomma, le va-
rie necessità pubbliche e private e,
fondamentalmente, per trovare
una concordanza tra le primarie
esigenze di culto e quelle della po-
litica. È soltanto con l’applicazio- le inflessibili sbarre del divenire. riamo, secondo l’assunto che il
ne del metodo tradizionale e con Non spetta a noi dire se tutto ciò tempo è – in entrata o in uscita –
questo tipo di analisi effettuata per sia riconducibile a una fobia del moneta. A cominciare dalla stessa
categorie mitiche, storiche e sim- confronto con l’eterno, a uno sfor- origine del calendario, d’altronde,
boliche che, per esempio, è possi- zo teso a disinnescare quel che è possibile evincere un aspetto per
bile rintracciare il senso stesso del- sfugge a ogni controllo, o se inve- nulla monetizzato, in quanto è pa-
le feste, tappe capitali del calenda- ce derivi da una specie di titani- lesemente cultuale, poiché associa
rio antico, tanto da far pensare che smo, ma di sicuro la onnivora il ritmo degli uomini a quello co-
l’annuario sia stato effettivamente mentalità moderna cerca di fagoci- smico. Già il termine “tempo” –
concepito per tratteggiare i loro tare sia spazio che tempo e di ri- dal greco tèmnô – suggerisce indi-
contorni, accerchiandole con altre condurre il tutto a un principio zi per la strada da percorrere: si-
date meno eloquenti. A chiunque più confortevole di utilitarismo gnifica l’atto con cui qualcosa è di-
voglia studiarlo, inizialmente il ca- economico. La deminutio operata viso secondo ordine e misura.
lendario moderno appare come dalle leggi dell’economia è una Non si può dimenticare, però,
una scatola-contenitore del tempo sorta di virus dilagante che tocca che la parola “tempio”, oltre che
addomesticato. E, anche se il tem- ogni aspetto dell’esistenza. Per l’assonanza fonetica in comune
po non è per niente ammaestrabi- esempio, il voler far risalire a ogni con “tempo”, ha la medesima ori-
le, va preso atto che è proprio que- costo “calendario” a un termine la- gine con la quale etimologica-
sto il modo più diffuso di rappre- tino utilizzato per identificare il mente s’intende luogo o recinto
sentarlo, dato che si tenta sempre registro con il quale si censivano sacro. Entrambi i vocaboli hanno
di racchiuderlo in una etichetta gli interessi debitori maturati al il suffisso theòs – Dio – che lega
che gli sta assai stretta o, viceversa, primo del mese, la dice lunga sul l’uno all’altro. In tale ottica, è an-
si raffigura l’uomo intrappolato tra concetto quantitativo di cui rife- cora più interessante indagare di-
rettamente il sostantivo “calenda-
In alto, rio”: proviene dal latino kalare che
Festa di Ca- vuol dire chiamare a raccolta o an-
lendimaggio nunziare, però dal greco kalàô de-
in Campido- riva il senso di “aprire” e, in questo
glio (1611). caso, significa trasferire ciò che è
In basso, sul piano astrale su quello terre-
carta celeste stre. Fin dall’epoca romana arcaica,
con le le kalendae – sconosciute ai Greci,
costellazioni. da cui il detto “alle calende greche”
con l’ironico senso di “mai” – sa-
cre a Giunone e a Giano, costitui-
vano il primo giorno di novilunio
con il quale aveva inizio il mese:
dopo aver celebrato un rito con il
Rex Sacrorum, il Pontefice Mino-
re dal Campidoglio annunciava
quanti giorni mancavano al primo
quarto di Luna, data dalla quale

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gure ad arco – è alla base dell’articolata ingegneria
astronomica che associa pure le implicazioni dei dif-
ferenti corsi del Sole e della Luna e la mappa stella-
re. La complessità dei siti di Carnac e Stonehenge,
per dire soltanto i più famosi, ha sorpreso gli stessi ar-
cheologi, i quali in un primo momento li hanno de-
finiti laboratori sperimentali di osservazione del mo-
vimento celeste. Poi, le figure incise sulle pietre e ul-
teriori rinvenimenti hanno fatto intuire come si trat-
tasse anche di altro: non solo quei giganti di pietra
sono stati trascinati per tortuosi e faticosi tragitti non
si sa bene in che modo; non solo sono stati elevati –
e nemmeno in questo caso si conoscono esattamen-
te le modalità – nei punti esatti ove dovevano essere
sistemati (anche un leggero spostamento avrebbe si-
gnificato rendere nulle le molteplici esplorazioni pos-
sibili), ma si è addivenuti a risultati ancora più incre-
dibili e inconcepibili per l’attuale forma mentis di va-
lutare “rozzo” l’uomo primitivo. Infatti, quando alcu-
ni ricercatori hanno tracciato delle linee (leys) su una
mappa topografica militare in grande scala, sono
emersi vari e perfetti triangoli equilateri dai quali,
prolungando ancora le direttive, si collegano i vari
centri megalitici conosciuti tanto da far saltar fuori
venivano comunicate tutte le festività da osservare du- addirittura intricate ragnatele, al cui interno ogni fila-
rante il periodo in corso. Successivamente, la parola mento porta “razionalmente” ad altro e ogni filo con-
diede il nome a un almanacco che riportava le noti- duce “irrazionalmente” a una particolare forma di
zie astronomiche e quelle agrarie, le feste da celebra- magnetismo. Ancora nel XII secolo, cantando di Sto-
re, la lunghezza diurna e notturna dei giorni, l’alba e nehenge, un cronista anonimo ne rammentava in
il tramonto del Sole e della Luna e, principalmente, una ballata le capacità taumaturgiche: «Le pietre so-
le divinità da celebrare a protezione dei singoli spazi no grandi e han magico potere. Gli uomini amma-
di tempo. Soltanto molto dopo divenne sinonimo
del registro delle scadenze che i debitori chiamarono In alto,
tristes kalendae. la dea
Giunone.
Astronomia megalitica In basso,
Prima di elaborare sistemi coercitivi per imprigionar- il monumento
le in codici, in tutti gli evi antichi che la storia cono- megalitico di
sce l’uomo ha cercato di conformarsi alle leggi del Stonehenge.
cielo, da sempre un enigma per sovrani e religiosi an-
cor prima che per matematici e astronomi, i quali so-
no stati fin dal principio al loro fianco nel suggestivo
compito dell’interpretazione dei segni stellari proiet-
tati sul suolo del mondo. La cultura megalitica ne è
un esempio lampante. I circoli di menhir dissemina- lati a quella pietra vanno; e bagnan quella pietra e la-
ti dal Nord più estremo delle isole Shetland al Balti- vano il loro male». Continua a suscitare meraviglia la
co, dalla penisola iberica alla maggior parte delle co- scoperta che tra i boschi, le colline, la brughiera e i
ste atlantiche e finanche nel meridione italiano, con- campi a Sud di Glastonbury è inequivocabilmente
fermano che ben oltre cinque millenni or sono esi- tracciato lo zodiaco, minuziosamente riprodotto e in
stevano comunità essenzialmente agricole, in posses- scala su quello celeste. E ancor di più constatare che
so di una conoscenza matematica particolarmente queste leys a un certo punto precipitano assieme
avanzata che lascia perplessi i modernisti a oltranza. alle scogliere e s’inabissano, attraversano lo stretto
Quelle enormi pietre sono sia osservatori astronomi- della Manica da St. Michael’s Mount in Cornova-
ci che luoghi di culto, santuari open space, centri di glia e riaffiorano a Mont Saint Michel in bassa
potere spirituale e/o camere sepolcrali dove, in deter- Normandia arrivando in continente, dove seguita-
minati periodi dell’anno, con precisione millimetrica no a disegnare misteriosi schemi.
i raggi solari tuttora entrano illuminando interamen-
te la lunga linea dei corridoi fino a rischiarare a gior- Dominare il tempo
no la tomba centrale. La cosiddetta geometria mega- Il calendario, nato come vademecum per identificare
litica – triangoli di ogni tipo, rettangoli, poliedri e fi- i tempi sacri dell’universo, quindi, solo in seguito di-

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venne un almanacco di appunti e do, appunto, che il mondo è il ma- tirologi e quindi dal calendario,
consultazioni: all’origine non rap- crocosmo e l’uomo il microcosmo che a essi si è ispirato. Le azioni li-
presentava il tentativo di dare ri- e gli elementi di tutto ciò che esi- turgiche ecclesiastiche hanno lo
sposte adeguate alla necessità di ste nel primo esistono nel secon- scopo di santificare lo scorrere del
stabilire i giorni di semina e di rac- do. Tutte le influenze che derivano tempo, di batterlo con il rintocco
colto – in quanto il mondo conta- dal Sole, dai pianeti e dalle stelle, di una campana che convoca i fe-
dino ha nel proprio DNA tale co- agiscono invisibilmente sull’uomo. deli alla comunione con Dio. L’in-
noscenza – o una formula per de- Questa analogia tra l’universo ma- tero annuario cattolico è un osan-
cidere i termini di retribuzione croantropico e l’uomo microco- na. Non era da meno in epoche
per il lavoro effettuato, oppure smico, ricorre in tutte le fasi del- antecedenti, seppure con principi
quelli entro i quali si dovevano pa- l’anno. Il calendario moderno è e motivazioni alquanto dissimili.
gare le tasse, quanto piuttosto la costituito fondamentalmente da Se è vero che il Cristianesimo po-
percezione della relazione con la quattro elementi: i dodici mesi di- ne i mattoni per edificare il tempo
divinità di turno, che rispecchiava visi in quattro stagioni; le date che universale, il Cattolicesimo au-
una sensibilità interiore secondo scandiscono il ritmo quotidiano; menta la puntata inseguendo l’at-
la concezione che la Terra e il Cie- le feste, suggerite o comandate; i tuazione dell’universalizzazione
lo sono uno: macro e microcosmo nomi, che appartengono tutti a del tempo. Non c’è storia più
sono legati fra loro tramite un uni- santi. Per quanto sia una materia complessa e affascinante di quella
co filo d’oro. Tra le varie sintesi di che scotta a vista, su cui quasi mai del calendario. È più avvincente di
questo modo di sentire, espresso nessuno – se non con lo scopo di qualsiasi romanzo. Innanzitutto t
già distintamente dalla concezione una laude – ha scritto, non si può rappresenta il massimo sforzo per c
arcaica e dalla Tavola Smaragdina, fare a meno di parlare anche di il peggiore risultato. «Il tempo m
nel bel mentre l’Europa si arro- questi ultimi. Il culto dei venerabi- non ha bisogno di chi lo domini», c
ventava a causa dei roghi contro gli li, intrinsecamente collegato a avrebbero sentenziato i Latini: da r
“eretici” e le streghe, c’è quella di quello dei morti e a quello delle un certo momento in poi, però, d
un eccentrico e geniale personag- reliquie, non soltanto ha fondato tutti i popoli hanno misurato la c
gio, Philippus Aureolus Theoph- l’ossatura stessa della Chiesa, ma propria ragione e le proprie arti di m
rastus Bombastus von ha dettato le leggi dell’onomastica scienza, sfidando i cieli nel tentati- c
Hohenheim, detto Paracelso dagli e della toponomastica. Le pratiche vo d’imbrigliare le stagioni e inca- d
amici e Lutherus medicorum dai della venerazione e dell’imposizio- sellarle in un manuale adatto a Q
nemici, che riprendeva idee assai ne del nome hanno tratto le loro ogni esigenza. Ma il tempo liqui- b
più antiche e le rilanciava scriven- regole ferree direttamente dai mar- do sfugge dalle mani e da ogni ten- b
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A sinistra, p
Saturno, v
di Rubens. s
A destra, d
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cano (1792). d
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ANTICHE CONOSCENZE
o, ra e il Cielo in regioni, os-
- servava i segni, li interpre-
o tava riconoscendone le
l qualità e quella fetta di mi-
o crocosmo diveniva un tem-
- pio o un centro abitato,
- ovvero la rappresentazione
- della mappa celeste sulla
e superficie terrestre. I Ro-
i mani e i Greci, quando
i. passeggiavano per le strade
- urbane, sapevano che in-
o camminandosi per il car-
- do stavano percorrendo
t- l’asse solare e che, mentre
e procedevano invece per il
ù decumano, seguivano il
a corso dell’astro luminoso
i che aveva tracciato la via.
o tativo di segregazione, per cui l’esito è stato sempre un Oggi non sappiamo mai dove siamo, ci confondiamo
r clamoroso fallimento. L’incostanza dei cicli astrono- talvolta tra immensi palazzi costruiti alla rinfusa e ci
o mici, la variabilità e lo slittamento irregolare della pre- affidiamo a navigatori satellitari per orientarci in
», cessione equinoziale non cedono alla cella stretta e ir- quanto, oltre a tutto il resto, abbiamo perso pure la
a reggimentata che si vorrebbe. Nel secondo decennio bussola. Ancora in alcuni centri storici di quelle che
ò, del XXI secolo della nuova era, siamo in grado di lan- furono polis pitagoriche, si possono riconoscere gli
a ciare navicelle sul pianeta Giove e di compiere altre impianti cultuali su cui si sono innalzati templi e suc-
i meraviglie della tecnica, ma siamo inetti a formulare cessivamente disegnate strade, edificati terme e merca-
- calcoli tali da risolvere questo enigma che ci insegue ti fino alla costituzione della città come la conoscia-
- da sempre, o quasi: il calendario perfetto non esiste. mo. Una volta erano città/zodiaco, città viventi, città
a Questo spiega le varie manovre correttive, le virate a oroscopo, centimetro per centimetro città sacre unite
- babordo, i ritocchi, le riforme, eccetera. A molti sem- da una corda spirituale che collegava il centro del
- brerà una bestemmia, ma gli unici calendari rispon- mondo terreno all’universo, il microcosmo al macro-
denti al “vero” di lassù erano proprio quelli arcaici e cosmo. In epoca contemporanea, troppo spesso – se
proprio per il motivo che si adeguavano al tempo in- non altro da questo punto di vista – sono città morte.
vece di affannarsi nello sforzo di imbavagliarlo (si pen- La saggezza antica amava ripetere che il tempo è nel
si a quello romano arcaico e a quello Veda della tra- mezzo dei quattro punti cardinali, oppure – come di-
dizione indiana). Le ore quantitativamente uguali di cevano gli Egizi – corrisponde alla distanza tra la se-
sessanta minuti, per dirne una, non erano conosciu- mina e il raccolto. Oltre a esserne il metronomo, il ca-
te, poiché il giorno dal nascere al calare del Sole era
diviso in dodici frazioni e la notte in quattro vigiliae,
tutte di durata variabile a seconda del periodo stagio-
nale. Al tempo mobile corrispondeva una sua regola- In alto,
zione altrettanto mobile. La danza
delle ore, di
Orientamento e rinascita Gaetano
Ci fu un’epoca in cui tutto era consapevolmente cor- Previati.
relato in una sorta, come direbbero oggi i fisici quan- In basso,
tistici, di entanglement. Anche i mestieri riprodusse- antico
ro le cosmogonie – per accedervi era necessario esse- zodiaco.
re iniziati ai loro segreti (la tessitura, per esempio, la
fusione dei metalli, l’arte muratoria) – e i giochi non
furono da meno, sia quelli pubblici che quelli priva-
ti (dadi, scacchi, aliossi, domino) con i quali la vita e
la vittoria erano contese su tavole che simulano l’uni-
verso. Le fondazioni delle città furono determinate da
ispirazioni divine e dalla geometria sacra perché fos-
sero funzionali ai fini contemplativi, cultuali e stellari.
L’Augure romano, impugnato il lituo – la verga sacer-
dotale con il manico ricurvo a spirale, da cui ha trat-
to ispirazione il pastorale dei vescovi – ripartiva la Ter-

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I PILASTRI DELL’ANNO

le e incoerenze perfino sulle linee gamento tra i fenomeni celesti e la


di principio. Uno sfasamento di loro risonanza nell’esperienza ani-
ordine ideologico al limite della mica. Le tappe cosmiche coinci-
lendario è una trasposizione del incongruenza, lo si può identifica- dono analogicamente con quelle
A sinistra, tempo, con due gnomoni e due re nel ritmo liturgico del calenda- interiori, la misura dell’uni-verso
Allegoria delle mediani – quelli che indichiamo rio cristiano, che è basato sull’idea in eterno e ciclico movimento è la
Quattro come i pilastri dell’anno – segna i del continuo fluire da un inizio a medesima di quella spirituale.
Stagioni, di limiti di un percorso autoconclu- una fine: commemora alcune tap- Purché lo si avverta, cioè a patto
Bartolomeo sivo e autogenerante. L’almanacco pe consecutive e progressive, che che gli eventi astronomici e il loro
Manfredi s’inoltra nei mesi freddi, si apre un pretende storicizzate e che vanno significato simbolico – più che la
(1610). varco nel tepore della Primavera, da una nascita a una morte; suc- loro fissazione scientifica, che è
A destra, tocca il solleone che poi inizia ad cessivamente ricorda una resurre- sempre variabile – non restino
La Natività, di affievolirsi, fino a tornare sempre a zione divina – che non riguarda confinati in un altro mondo, ben-
William Blake. un punto tra morte e rinascita e tuttavia gli uomini – mentre il ci- sì vengano calati nella realtà quoti-
ciò al di là delle varie teorie fra ci- clo, con una nuova nascita, inizia diana con tutta la sacralità che li
clico e lineare che, con i millenni, a ripetersi molti mesi dopo – sen- contraddistingue. Comprendere le
si sono mescolate portando babe- za però che vi sia una nuova mor- radici del calendario equivale a
te – a Natale. inoltrarsi in un labi-
Il tempo muore e rinto cosmico e ana-
Chi è Maurizio poi nasce, si riprodu- logico e scorgere,
Ponticello ce dalle sue stesse ce- forse, un bandolo
Giornalista e scrittore, studioso di tra- neri. Così è per l’uo- della matassa. La
dizioni italiche ed europee, è stato mo sincronico che qual cosa vorrebbe
corrispondente di testate radiofoniche interagisce conforme- anche dire recupera-
e televisive, redattore di vari quotidia- mente a ciò che gli è re un equilibrio e
ni e cronista de Il Mattino. È autore intorno, l’organismo una armonia, ritro-
di diversi libri, tra i quali Napoli, la vivente che gli orfici varsi in sincronia
città velata e I misteri di Piedigrotta chiamavano il “cor- con il mutamento
(entrambi Controcorrente Edizioni), po di Zeus”. La rige- del tempo e intra-
e il best seller scritto a quattro mani nerazione del corso prendere un excur-
con Agnese Palumbo Misteri, segreti del tempo può avve- sus nei misteri non
e storie insolite di Napoli (Newton nire unicamente se sempre così inson-
Compton, 2012). Ha avuto c’è reale – intima – corrisponden- dabili dell’anima.
vari riconoscimenti, tra cui i za e collaborazione fra l’ordine co-
premi Domenico Rea, Ma- smico e, sub specie interioritatis, Tratto dall’Introduzione del-
saniello ed Emily Dickin- l’ordine umano, cioè un euritmi- l’autore al libro I pilastri del-
son. Nel 2013 ha pubblica- co allineamento dinamico tra si- l’anno. Il significato occulto del
to il thriller a sfondo esote- mili nature. Il calendario, infatti, calendario (Edizioni Mediterra-
rico La nona ora (Bietti Edi- non vi è dubbio che al principio nee - Arkeios). Il saggio è ordina-
zioni). È vicepresidente del- fosse un codice rituale, in quanto bile al nostro booxtore.it oppure
l’associazione Napolinoir. prima di ogni altra congettura rap- telefonando o faxando un ordine
Il suo sito è presentava il tentativo degli uomi- allo 06.9065049, oppure alla mail
www.maurizioponticello.it ni di individuare i punti di colle- mikeplato@gmail.com

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