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Phanoclea Author(s): Luigi Alfonsi Source: Hermes, Vol. 81, No. 3 (1953), pp.

379-383 Published by: Franz Steiner Verlag Stable URL: http://www.jstor.org/stable/4474820 Accessed: 24/11/2010 05:05
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MISZELLEN PHANOCLEA' Innanzitutto e interessante fissare il titolo esatto dell'opera fanoclea, che i Kaco. Ma si noti che e solo Clemente per lo piiu viene dato come "Ewgco)ce Alessandrino, il quale, certo, pare riguardo a Fanocle meglio informato di altri (cfr. fr. 2 POWELL da Strom. 6, cap. 2, 23, 6-7, p. 440 St. con il riferimento a Demostene che forse puo valere come un buon indizio cronologico2), a dare il titolo con l'aggiunta i Kato(. Si veda infatti: Protrept. 2, 28 (p. 77 ed. CATAUDELLA): 1avoxArp68' Ev"Eecoatvi KaAoTg(= fr. 5 POWELL), dove va (sulla base diStrom. 6, cap. 2, 23,7) mentre P menzionato che i?e del LEOPARDUS corresse in -tol. Quindi la lezione non e neppure inda rTe, che il SYLBURG controvertibile assolutamente. Ed ancora: Stromat. 6, cap. 2, 23, 7 o avoEv"Eecoatv? Ka2o g yea'qet. Ma altri testi danno semplicemente "Eecoreg: xA2L4 cosi e, a ben leggere, in Plutarco, Quaest. conv., 4, 5, 67i B, dove si cita un distico di PavoxArl7, EQwrtxog advn, che nell'aggettivo richiama indubbiamente gli 'Eeco-cegp. Ed altresi nella menzione che tra i Latini ne da Lattanzio Placido: in Cupidinibus auctor (in Ovid. Metam., lib. 2, fab. 4). Viene quindi lecito il pensare che ` KaAoi sia un'aggiunta precisamente di Clemente Alessandrino, per spiegare l'accezione che ha 'Eece)wmin Fanocle, un'allusione al contenuto dell'opera, che era una poetica rassegna o galleria di amori paidici. E del resto nella tradizione latina il titolo Amores e rimasto per opere che poeticamente contengono narrazioni di amori vissuti e di amori leggendari, di un solo amore o di piiu amori, di amori per donne ed anche, sia pur piiu di rado, di amori tra uomini del mito3.
II frammento3 POWELL riportatoci da Plutarco, Quaest. conv., 4, 5, 67I B-C presenta un problema di testo. Esso e dato nella tradizione ms. cosi-e
1 Su Fanocle si vedano le note assai fini di CRUSIUS,s. v. Elegie, in <PW. Real-Enc. der cl. Alt. ) V, col. 2282, larticolo di VON BLUMENTHAL S. V. Phanokles, in ((PW. RealEnc. der cl. Alt.)> XIX, 2, colI. 1781-83 assai ampio e preciso. Inoltre sempre interessante E. RoMAGNOLI, Musica e poesia dell'antica Grecia, Bari I9II, Pp. I92-195; A. A. DAY, e C. CESSI,La poesia elleniThe Origins of the Latin Love-Elegy, Oxford I938, Pp. 24-26, stica, Bari 19I2, PP. I93-96. Trattazioni generiche si trovano anche altrove: ad es. in G. FUNAIOLI, Studi di letteratura antica, vol. I, Bologna I946, P. I25. P. I. ENK, Sex. Propertii Elegiarum Liber I (Monobiblos), Pars prior, Leiden I946, P. 32; e trascuriamo i

testi di storia della letteratura ellenistica e specialmente A. COUAT,La poesie alexandrine sous les trois premiers Ptoleme'es, Paris i882, P. 99SS. 2 DAY, Op. cit., p. 24. Ma si veda il troppo rigido rifiuto di v. BLUMENTHAL, art. cit., col. I78I, che pure riconosce i rapporti con Ermesianatte ed Apollonio Rodio, art. cit.,
coil. I78I-82.

3 Per amores ma in altro senso e cioe come <persona amata*> presso i Romani si veda A. LA PENNA,Note sul linguaggio erotico dell'elegia latina, 3: A mores e altri plurali, in ((Maia)>
I95I, Pp. 195-20I.

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cosi e riportato anche nell'edizione BERNARDAKIS (Plutarchi ChaeronensisMoralia, vol. IV, Lipsiae I892, P. I7I): et3cb tlelov "A6cvtvodeupoIrr7gAto6vvaog
?^'naaev, yatE'1v K&ieov btnotloxsEvog

Di solito si corregge il testo o in ei6og ... (EMPERIUS,registrato appunto nell'apparato BERNARDAKIS; e lasciamo stare Kv'7eov di AMYOT per KvMnetv ms.) o, con CRUSIUS (s. v. Elegie, in )>PWReal-Enc. d. cl. Alt.<< V, col. 2282, e nota 2) che appunto definisce wviel la congettura, POWELL wahrscheinlicher<s e LENZ,tanto per citare il piiu compiutamente possibile, in n' cog. Ottima correzione, che richiama il v. i del fr. i P. di Fanocle stesso - la musicalissima morte di Orfeo - e che si giustifica proprio con il carattere catalogico di questa poesia elegiaca: ed il confronto con frammenti ermesianattei viene spontaneo. Ma ancor migliore pare essere la correzione - che spiega limpidissimamente come abbia potuto formarsi ed(6 - in i) 6' Ci)g. Nel seguito, nella teoria di questi "Egcoep il b6ecome formula di passaggio sta benissimo: e citiamo, a mo' d'esempio,' da Ermesianatte fr. 7, libro 3 P. v. I Ot7V [V; v. 57 'Anrti 6' ola...; oe 1uv... al v. 85; e o eco '... al v. 89 tanto per alcuni casi.

I1 Day (op. cit. a pag. 24) bene rileva a proposito di Fanocle il carattere dei suoi "Eecoregcome rassegna di eroi puniti per il loro amore verso bei giovani, che pagano il fio del loro legame (v. 27 fr. i P. nmotvad ... rt'vovaot e correzione, p. 640, di RUHNKEN, ma forse puo anche andare at1:ovat yvvaTza; che e vicino a Plutarco, de sera num. vindicta 12, 557D ov'beyae OQedaga Enatvoi3ucv 6rt rtg'~ovatv axet ViiV, xyw@OVreg 'Oqee,

Tar avz6ov yvvatxa;;

e comunque si veda al v. 251). Questo permettera di penetrare, ben piu addentro che sinora non si sia fatto, nello spirito di un passo properziano che viene citato spesso in rapporto a Fanocle, ma il cui significato non ci pare sia stato mai appieno svelato, anche per le difficolta opposte dal testo ms. Ed e in cio forse da ravvisare la ragione per cui la dimostrazione di taluno2 tendente a sottolineare la dipendenza di Properzio da Fanocle ha lasciato piuttosto perplessi e scettici. Onde vi accenna senza consenso il DAY (op. cit. p. 25 n. i): ed i commentatori di Properzio, da ROTHSTEINa BUTLER-BARBER,allineano la testimonianza fanoclea a quelle di Plutarco, Gryllus 7, 9goD e di Ateneo I3, 603D, come somma di materiali mitici, ma non rilevano piiuprofondi rapporti. L'esegesi esatta del testo latino viceversa consentira di affermareche l'essenza della citazione, il nucleo fondamentale della brevee"xqQaatpmitica properziana, 6 proprio di ispirazione fanoclea. Ma accostiamo i vari testi, cominciando dal frammento di Fanocle (= fr. 5 POWELL) riportato da Clemente Alessandrino, Protreptico 2, 28 (p. 77 ed. ) e seguo il testo CATAUDELLA3: OPavoxArg E CATAUDELLA) "Eewatv ecv xdv 'E,AZvcov flaaA2e'a'Aeyv3vvovl veubv 'AWQo6(mT27g Ka2oZl 'Ayaped1uvova w Er C Q EVo. ZtacaatatII E 'AeyVvo
1 Anche v. BLUMENTHAL, art. cit., col. I782 accetta la lezione ms.; A. BARIGAZZI, Euphorionea, in <(Athenaeum)> I948, pp. 6o-62. 2 D. RUHNKEN, Opuscula, II, p. 636 ss. non sembra propriamente accennare a Properzio; comunque sul mito di Arginno in Fanocle si veda ancora v. BLUMENTHAL, art. cit., col. 1782 e per la dipendenza properziana asserita senza dimostrazione col. 1783. 3 Cosi anche nel testo MONDASERT-PLASSARD, Clmenizt d'Alexandrie, Le Protreptique, Paris 1949, PP. 94-5.

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i 'AQyVvvov Mss.; del. MEIN.;'AeyvvVtMo LEOPARDUS, at lectionem manuscriptam scholia PM ad Clementis Protrepticum luculenter comprobant: pd a od vejiv ].rovri p'AQyvvov ve&o)v'AgQobt'T2i 'Aeyivvov 'AQyi.vvov px I. Band, Protrepticusund roV3Ayaju'Ivovop' (vide: CLEMENS ALEXANDRINUS, Paedagogus, von 0. STAHLIN,Leipzig I905, P. 308 ad p. 28, I9). ii Zcraat9at Mss.; etaaaat COBET conlato certe Athenaeo. Riporto ora per completezza i due passi di Plutarco e di Ateneo che ci serviranno poi per studiare il mito in generale2: Plutarco, Bruta animalia ratione uti, 7, 9goD (vol. VI, BERNARDAKIS, P. 95): o ?' 'Ayau,' vcov trv Botwrt'av E'.ZA,exvv'yercoiv -ov "AQyvvvov xat arayev6o'iuevoq xr?4 OaAacacri v?noqev',yovra 0vxaAc5g av-16v a xac rcJvnveviarcov, ekraxaA Kconat ivcrav, pla~r-ccv aig rl&)v J; av?rotk xaraaflEacovrov 'ecora xat r e?'iftvutag&rca,2aao'Ajevos. Ateneo I3, 603D: 'Aya,u,4vova -e 'ASyvvvov eQaa^,4vat Mo'vra Ao'yog, ETrt* ip 4iasca x4o Krynpctai r8evxvcravra avirov (avvexc7io yaQev -cOnorcazuio vyoX'yevov. xov c_eaeAov'eo)ifa'pag eZaaxo xa leeQOv avro'?f 'A9qob?trp 'Agyvvvtbog. Cominciamo col precisare l'intima natura etiologica della narrazione fanoclea3, quale appare dalla citazione di Clemente Alessandrino. Essa serve a spiegare il tempio ad Arginno Afrodite, e mentre collega l'elegia fanoclea ad altre consimili della tradizione alessandrina, piu di quanto comunemente non si dica, mostra come unilaterale sia la pretesa di chi suppone in queste elegie svolgimenti gnomici partiti da riferimenti personali o da esperienze subiettive: mentre si tratta di digressioni con intendimenti narrativi e, se mai, informativi e folkloristici. Ma vediamo i due distici di Properzio, 3, 7, vv. 2I-24. 2i sunt Agamemnonias testantia litora curas quae notat Argynni poena minantis aquae. Hoc iuvene amisso classem non solvit A(rides pro qua mactata est Iphigenia mora. Seguiamo qui il testo di N, salvo quae al v. 22 dato da FV contro qua di
N che pero si puo difendere, - e difatti e conservato da ROTHSTEIN(vol. II, p. 53 ad loc.), - anche se meno perspicuo: mentre respingiamo perche non necessaria la correzione Argynnus di WAARDENBURG accolta da Hosius.

E non parliamo di altre correzioni apportate al tormentato pentametro 22. Altrettanto non interessa affatto seguire gli spostamenti arbitrari cui i due versi sono stati sottoposti: dopo il 36 da SCALIGERO; dopo il 34 da HoUSMAN; dopo il 42 da BAEHRENS. Per finire poi con BUTLER-BARBER che estendendo quanto in parte gia fatto da RICHMOND hanno considerato i due distici una interpolazione ()We must assume either that the lines are an interpolation, or that a passage has been
lost which gave them an adequate setting((: cfr. The Elegies of Propertius by BUTLER-BARBER,Oxford I933, P. 278). Ma vediamo di interpretarli bene, e

di trarne le conseguenze che ci interessano per l'indagine fanoclea che perseguiamo.

Evidentemente

l'antitesi tra il v. 20 e i vv. 2I-24,

ribadita dalla ripresa

del v. 25 redditecorpus humo, consiste nel fatto che il corpo di Peto, caduti i
2

1 STAHLIN ha appunto il testo (vol. I, p. 28, op. cit.) come CATAUDELLA. Si veda anche l'articolo per verita assai breve di WENTZEL s. V. Argynnos, in ((PW,

Real-Enc. der cl. Alt.)) II, col. 799 che ricorda anche Properzio. 3 Si veda su questo carattere etiologico di Fanocle anche CRUSIUS, art. cit. Elegie in vol. V, col. 2282, e v. BLUMENTHAL, art. cit., col. I782 molto bene e finemente. Un accenno fugace e in G. MORELLI, Fanocle, in (Maia* I950, pp. i-8, e specialmente p. 2.

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vincoli che tenevano la nave legata ad saxa, e rimasto insepolto in mezzo alle onde, laddove Arginno ha avuto onori funebri. Ne giova con BUTLER-BARBER (op. cit., p. 277) ragionare che Peto e affogato in mare e Arginno nel Cefiso in Beozia. Un poeta ha le sue liberta fantastiche ed il paragone puo in poesia anche non essere calzante fin nei minimi particolari. E' proprio dell'arte properziana questo trapassare dalla realt'a al mito per via di associazioni di immagini: ROTHSTEIN lo ha ben sentito e puntualizzato (op. cit. p. 53 n. 2I). Aggiungasi minuta di indole geograche, non essendo il poeta legato ad una scrupolosit?a fica o mitologica, puo anche aver fuso due momenti successivi del mito e creduto che Arginno sia morto affogato nel mare, visto che al v. 23 si parla subito dell' Atride che hoc iuvene amisso classem non solvit. ?Ma pure vi sono lidi a testimoniare le amorose preoccupazioni di Agamennone)>:ecco come va tradotto ii v. 2i col rilievo che in esso ha il verbo sunt (ROTHSTEIN, OP.cit. p. 53 <xauf sunt liegt der Nachdruck)>). E si continua con la menzione di Arginno al v. 22: che valore ha il verbo notat? Solitamente (cfr. 3, II, 40 per il sostantivo e 3, II, 48) notare verrebbe a dire ?ibollare d'infamia>, onde allora il senso che infama la pena per Arginno, dell'acqua minacciosa.)) sarebbe questo: xxlidi Cioe, quei lidi pur resi tristemente famosi dalla morte di Arginno sarebbero stati nobilitati proprio dal tempio eretto in omaggio al giovane da Agamendare anche un valore piiugenerico, none. Cio chiarito si vedra che a notat si pulO cioe ?(rendefamosi, segna)> (cfr. i, 6, i6 e 3, 8, 6) e che il senso corre anche adottando qua di N come dal dove infama (o rende noti) ecc.)) . Resta da chiarire il significato dell'espressione tradotta <dapena per Arginno dell'acqua minacciosa)>.Ometto di parlare di congetture svariate e semplicemente interpreto2. Poena con due genitivi, uno oggettivo ed uno soggettivo, e anche altrove in Properzio, in I, I3, 9 haec erit illarum contemptipoena doloris. Cosi qui Argynni e genitivo oggettivo e minantis aquae genitivo soggettivo. Cio e stato ben detto da ROTHSTEIN, pur se non lo seguo affatto nell'interpretazione del pentametro. E meno ancora posso seguire BUTLER-BARBER che con PALMER vedono in aquae un dativo e traducono: ?(whichare marked by the doom of Argynnus threatening the water* (op. cit. p. 278 n. 22). Questa e l'intelligenza dei deteriores,che tentando di chiarire quanto non capivano hanno scritto aquas. Ne e in alcun luogo traccia di minaccie (?(threats))) di Arginno ?<against the river)); piuttosto, se mai, del contrario, se e vero che nel passo di Ateneo su citato si parla di Arginno 6v Jo(e cioe nel Cefiso) . . a 2ov'&o) ... E meno ... (avveXCO6 xeAevrt?aavra yaQ ervICi noiauco Tov'zco ancora, nonostante i cavilli di ROTHSTEIN, mi pare sia il caso di parlare di minaccie dallo stesso Cefiso fatte ad Agamennone (op. cit. p. 54 n. 2I). La notizia plutarchea etha caAoZv eip rtnvKcw7tat6a xaAcopgav-rov A'fVnv3, Panlcdwpv
Si ricordi che notare e pero usato da Properzio sempre con relativo oggetto. Tralascio di riportare traduzioni italiane del passo in questione perche approssimative come PONCI,DE FEO, BoNAZZI,LIPPARINI.Si veda anche D. PAGANELLI, Properce, Eldgies, Paris I929, p. 98 seguendo il testo tradito tranne quae per qua: <(Cesrivages sont ceux qui furent temoins du chagrin d'Agamemnon, rivages a l'onde menagante, que rendit c6lebre la mort d'Argynnus et sa rangon; apres la perte du jeune homme, l'Atride ne voulut point lever lancre et c'est pour ce retard que fut immol6e Iphig6nie.)> Impreciso ma ancora abbastanza felice nel complesso M. M. MARTINI, Properzio, Le elegie, Milano I931, p. 185: ((furono codeste rive testimoni del dolore di Agamennone, quando Arginno le fece famose qual vittima dei loro gorghi minacciosi: perduto il giovinetto, l'Atride non volle levare l'ancora: fu a: cagione, di tale ritardo che Ifigenia venne immolata. ) 3 Dove forse in xat6v xaA&r e da vedere probabilmente un costrutto della <( Umgangssprachea: si confronti ad es. Aristofane, Ach. 253 xaAi xaAC9; Eccl. 730; Pace 1330-I.
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come e esplicitamente chiarito da quel che segue, allude ad un rito purificatorio. I1 verso vuol dire semplicemente che Arginno fu punito affogando nell' acqua minacciosa. Ma punito di che? Ecco il punto in cui per noi l'influenza fanoclea e decisiva, e molto piiu profenda di quanto altri non abbiano visto e pensato. Essa penetra nell'intimo, nell'essenza stessa della concezione, in questo breve squarcio digressivo di Properzio, che, preso l'avvio da una generica rassomiglianza, poi continua senza preoccuparsi del rapporto in se. II termine poena 6 significativo, proprio avvicinato al notva'; di v. 27 (fr. i P.): e il DAY (op. cit., p. 24) ha ben messo in rilievo appunto la punizione che pagano del loro amore questi eroi: <(thatPhanocles continued the poetic tradition in composing yet another erotic catalogue, using as his theme the passion and the ruin of heroes inspired by a love for handsome youths.) Qui nel distico 2i-22 l'attenzione e prevalentemente rivolta ad Arginnol che ebbe nella morte la ?xpoena)) del suo innaturale amore. Nel distico immediatamente seguente e la punizione di Agamennone che per amore o meglio per disperata fedelt'a all'amato classem non solvit: il sacrificio di Ifigenia per questo ritardo nella navigazione <(became necessary* (BUTLER-BARBER, Op. cit., p. 278
n. 23-4).

Che di questa leggenda non vi sia traccia altrove e proprio una conferma che ci troviamo in presenza di un motivo nuovo, e precisamente, con gran probabilita, di una versione che Properzio desume da Fanocle. Due innamorati, Arginno e Agamennone, uno per distico: e due puniti, l'uno con la morte, l'altro col sacrificio della figlia2. E', nella moralistica concezione dell'amore, dell' Qco che merita sanzione, quale appare nei due distici properziani, p atbtxo'p il segno piiu chiaro della loro ispirazione da Fanocle. E la conferma che essi senza dubbio vanno aggiunti alla raccolta di frammenti fanoclei e non solo genericamente indicati come riferimento (cfr. POWELL, op. cit. fr. 5, ma v. Bluvon Properz gelesen>>). menthal, art. cit., col. I783 e esplicito: <xanscheinend E questo concetto di ((pena)>, di (<contrapasso* e esplicitamente dichiarato nel nostro verso da pro qua ... mora con cui si allude al ritardo dovuto all'amore di Agamennone, e si ribatte, analogamente al distico precedente, sull'idea dell'espiazione dell'insana passione: si veda anche nel testo di Ateneo cJp aivroYh xaraaBelacovrov e'ecoraxat r?7v enrt?v,tag a7z2a4iato/evogcon menzione di cerimonie lustrali che possono ben essere state raccontate da Fanocle, anche se nell' /xqgeaatg properziana, necessariamente breve e concentrata, mancano. Cosi i due distici, 2I-22 e 23-24, acquistano una simmetria perfetta nel riferirsi entrambi uno per volta a ciascuno dei due innamorati, e segnalando della colpa d'amore la pena pagata da ognuno, ma insieme la memoria nel mito.
Catania LUIGI ALFONSI

1 Per quanto sfugga la possibilita di confronti diretti, si ricordi che Properzio in I, 20 ha trattato il mito di lla che forse veniva trattato anche da Fanocle: cfr., evasivo, v. BLUMENTHAL, s. v., art. cit. col. I783 in rapporto a Plutarco, Bruta anim. rat. uti, 7. 990E (vol. VI, BERNARDAKIS, P. 95) immediatamente seguente al passo su citato sugli amori 5' di Agamennone e di Arginno: o X'Hoaxi4g oio?cog Exaleov a'yeveV Erib5wXwv adneAept%# xOvcrro'Aov. xov a'dLuowv ,ai oQi6%oxe 2 Si veda ancora Properzio 4, I, I 1I-2 dove si ricorda il sacrificio di Ifigenia ma ad altro proposito e in un diverso contesto mitico.

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