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RI V I S TA DI S TU DI A N TI C HI
FA S C I C O L O C C C L X X XV
[ESTRATTO]
NA P OLI
M A C C H I A R O L I E D I T O R E
2 01 2
LA PAROLA DEL PASSATO
.
RIVISTA DI STUDI ANTICHI
FONDATA DA
GIOVANNI PUGLIESE CARRATELLI E GAETANO MACCHIAROLI
Direzione: Pia de Fidio - Gianfranco Fiaccadori - Valeria Gigante Lanzara
Responsabile: Gisella Macchiaroli
Consiglio direttivo: Luigi Beschi - John K. Davies - Sergio Donadoni
Hans Joachim Gehrke - Michel Gras - Johannes Kramer
Gianfranco Maddoli - Dirk Obbink - Raffaella Pierobon Benoit
Mirjo Salvini - Salvatore Settis - Marisa Tortorelli Ghidini
Gernot Wilhelm - Fausto Zevi
Redazione: Marco Di Branco - Agostino Soldati
Coordinatore: Luigi Vecchio
in collaborazione con l'istituto italiano per gli studi filosofici
pubblicazione realizzata con il sostegno di
VOLUME LXVII/2012 - FASCICOLO IV (CCCLXXXV DELLA SERIE)
Andrea Gatti, Et in Arcadia ego. Du Bos interprete di Poussin 241
n o t e c r i t i c h e e f i l o l o g i c h e
Koen Wylin, La formula travzi scunsi nella Tomba degli Aninas 260
Francesca Angio , Nota sui composti in -ba* lxm. Da Eschilo ed Em-
pedocle a Licofrone 269
Gianfranco Fiaccadori, Ad Martyrium Arethae 277
t e s t i e m o n u m e n t i
Marco Flamine, In margine alla stauroteca bizantina di Cortona, con
un'Appendice di Gianfranco Fiaccadori, Et
\
g* lg 279
r a s s e g n e
Agostino Soldati, Hermann Harrauer, Handbuch der griechischen
Palaographie (Stuttgart, Anton Hiersemann Verlag, 2010: Bi-
bliothek des Buchwesens, 20), Textband, 534 pp.; Tafelband,
290 pp. + 285 tavv. e un CD con `Farbabbildungen zum
Tafelband als Datierungshilfe (Auswahl)' 314
Printed in Italy . Arte Tipografica - Via San Biagio dei Librai, 39 - 80138 Napoli
TESTI E MONUMENTI
IN MARGINE ALLA STAUROTECA BIZANTINA
DI CORTONA*
Gli avor
designati da
`Niceforo imperatore' menzionato nell'epigrafe al verso della famosa
stauroteca oggi sull'altar maggiore della chiesa di San Francesco a Cor-
tona (figg. 1-2). L'antico reliquiario della Vera Croce, una placca eburnea
di 31 17,4 cm, e inserito in una cornice di tardo XVI secolo decorata
da elementi fitomorfi, teste d'angeli e festoni e affiancata da due angeli
in argento recanti i simboli della Passione.
1
Questa seconda custodia e
esposta a sua volta all'interno d'un grandioso supporto barocco in forma
di tempietto su colonne, alto circa 120 cm, sormontato da una cupola e
arricchito da quindici sculture a tutto tondo, bassorilievi e fregi orna-
mentali in lamina d'argento sbalzata, che costituisce il reliquiario nella
sua forma attuale (fig. 3). Particolare interesse hanno qui le scene della
Deposizione, entro una ricca cornice ai piedi del tempietto, e del Ritro-
vamento della Croce, in un riquadro sotto la piccola cupola.
279 testi e monumenti
* Desidero esprimere la mia viva riconoscenza al prof. Gianfranco Fiac-
cadori (Milano) per i preziosi suggerimenti, la paziente rilettura del testo e il
fruttuoso lavoro di discussione. Sono inoltre grato al dr. Andrea Babuin
(Ioannina) e al dr. Agostino Soldati (Milano) per il cortese aiuto nel reperi-
mento e nella consultazione di scritti a me non facilmente accessibili. Ringra-
zio infine il dr. Jannic Durand e la dr.ssa Isabelle Balandre (Parigi), che mi
hanno fornito materiali significativi, consentendomi altres di analizzare da
vicino alcuni avor del Muse e du Louvre.
1
A. Goldschmidt & K. Weitzmann, Die byzantinischen Elfenbeinskulp-
turen des X.-XIII. Jahrhunderts, II (Berlin, Cassirer, 1934), p. 48 s., nr. 77, tav.
xxx; A. Frolow, La Relique de la Vraie Croix. Recherches sur le developpement
d'un culte (Paris, IFEB, 1961: Archives de l'Orient chre tien, 7), p. 239 ss.
280 testi e monumenti
Fig. 1 - Cortona (ar). Chiesa di San Francesco. Reliquiario della Vera
Croce: recto (da Venuti 2004).
281 testi e monumenti
Fig. 2 - Cortona (ar). Chiesa di San Francesco. Reliquiario della Vera
Croce: verso (da Venuti 2004).
La stauroteca eburnea giunse in Occidente col francescano Elia da
Cortona, al secolo Elia Buonbarone (`Bonusbaro'), che la riporto da una
missione diplomatica in Oriente, dov'era stato inviato da Federico II nel
1243 forse per contribuire ai negoziati di pace tra Baldovino II, impera-
tore latino di Costantinopoli, e Giovanni III Duca Vatatze, imperatore
di Nicea.
2
Ove, secondo una notizia non comprovata, frate Elia avrebbe
stabilito anche le clausole del futuro matrimonio fra Giovanni III e
Costanza Anna, figlia di Federico II e Bianca Lancia.
3
Non piu ministro
generale dell'ordine dal 1239, a motivo dei sopraggiunti contrasti con
papa Gregorio IX, Elia passo quindi al servizio di Federico II (e fu
scomunicato con lui), che lo mando appunto in Oriente nel 1243. Rientro
in Italia un anno piu tardi, carico di reliquie, tra le quali il frammento
`bizantino' della Vera Croce;
4
si ritiro infine a Cortona e, dal 1245, vi
attese all'edificazione della chiesa e dell'annesso convento di San Fran-
cesco.
5
Doto la chiesa di tre preziose reliquie: la tunica indossata dal
santo in punto di morte, il cuscino donato dalla patrizia romana Jacopa
de' Settesoli per sostenere il capo di Francesco morente e la stauroteca
che egli stesso ebbe in dono, verosimilmente, a Costantinopoli da Bal-
dovino II.
6
Il magnifico reliquiario bizantino, certo non estraneo alla storia del
gusto e della religiosita francescani (nel 1236 frate Elia aveva commis-
sionato a Giunta Pisano il celebre Crocifisso, oggi perduto, per la basilica
superiore di Assisi),
7
fu collocato sotto l'altar maggiore della chiesa di
282 testi e monumenti
2
S. Vecchio, s.v. `Elia d'Assisi (Elia da Cortona, al secolo Buonba-
rone)', in DBI XLII (1993), pp. 450-458: p. 453, e gia F. Venuti, Vita di
frate Elia da Cortona (1755), introd. e c. di E. Mori (Cortona, Calosci, 2002:
Fonti e testi, 7), p. 21; cf. A. Cutler, From Loot to Scholarship: Changing
Modes in the Italian Response to Byzantine Artifacts, ca. 1200-1750, in Dumbar-
ton Oaks Symposium 1993: Byzantium and the Italians, 13th-15th Centuries
(Washington, d.c., D.O. Res. Library and Collection, 1995: DOP, 39),
pp. 237-267: pp. 242 e fig. 2, 258 (=Id., Byzantium, Italy and the North.
Papers on Cultural Relations, London, The Pindar P., 2000, pp. 246-301:
pp. 254 e fig. 2, 255).
3
Venuti, Vita di frate Elia, l. cit.
4
Vecchio, s.v. `Elia d'Assisi', cit., p. 453.
5
L. cit.
6
Venuti, Vita di frate Elia, cit., p. 12; cf. Cutler, Froom Loot to
Scholarship, cit., p. 242 e nn. 32-33 (=p. 257 e nn. 32-33), che pensa invece
a Nicea e a Giovanni III.
7
Vd. per tutti A. Derbes & A. Neff, Italy, the Mendicant Orders and the
Byzantine Sphere, in Byzantium. Faith and Power (1261-1557), New York, The
M.M.A., March 23-July 4, 2004, Ed. by H.C. Evans (London & New Haven,
283 testi e monumenti
Fig. 3 - Cortona (ar). Chiesa di San Francesco. Apparato scenico a sostegno della
stauroteca (da Venuti 2004).
San Francesco; e accanto ad esso frate Elia, morto a Cortona nel 1253,
volle esser sepolto nel tempio da lui costruito a imitazione della basilica
di Assisi (di cui la tradizione lo dichiara architetto).
8
La Vera Croce di Cortona fu oggetto, nei secoli, di assidua venera-
zione: tra i fedeli piu illustri si ricordano san Bernardino da Siena, frate
Alberto (Berdini) da Sarteano e papa Leone X, che il 6 febbraio 1516
emano a Firenze una bolla per la concessione di indulgenze legate al culto
della reliquia.
9
L'antica placca d'avorio che conteneva il lignum sarebbe
stata in origine protetta da una `custodia in ebano con ornati rosoni d'oro
e cornice interna d'oro recante tutt'attorno un'iscrizione in carattere
gotico-lombardo' proveniente da casa Venuti e conservata, fino ad epoca
recente, presso l'Accademia Etrusca di Cortona, dove la ricorda Giro-
lamo Mancini nel 1909.
10
E
.F.R., 1996: CE
FR, 222), p.
16 ss., nr. 15: p. 18; A. Rhoby, Byzantinische Epigramme auf Ikonen und
Objekten der Kleinkunst (Nebst Addenda zu Band 1 ,,Byzantinische Epigramme
auf Fresken und Mosaiken``)=Byz. Epigramme in inschriftlicher U
berlieferung,
hrsg. v. W. Ho
AW, 2010:
O
ffentlich. z. Byzanzfor-
schung, XXIII), pp. 331-334, nr. e123, con bibliogr.
J(ai+ ) pqi+ m jqasai{& derpo* sz Jxmrsamsi* m{
V(qirso+ )| de* dxje rs(at)qo+ m ei
\
| <r>xsgqi* am
j(ai+ ) mt& m de+ sot& som e
\
m H(e){& Mijguo* qo|
a> man sqopot& sai ut& ka baqba* qxm e> vxm.
`E dapprima Cristo ha dato la Croce a Costantino, potente signore, per (la
sua) salvezza e ora con questa Niceforo, (nostro) sovrano in Dio, fa volgere in
fuga le genti dei barbari'.
Piu che con Niceforo III Botaniate (1078-81), l'imperatore citato
sembra da identificare con Niceforo II Foca (963-69),
22
che avrebbe
usato la reliquia quale `palladio' dell'esercito nella campagna militare
contro gli Arabi del 965-66: seguiva in cio una consuetudine diffusa a
Bisanzio, e ricordata in appendice al De cerimoniis di Costantino Por-
firogenito, per cui l'imperatore era preceduto da un cubiculario e da un
signifero che portavano `i santi e vivifici legni [della Croce] con la loro
teca' e, rispettivamente, `una croce aurea ornata di gemme' (p. 485.3-6
Reiske CSHB).
23
Vuole un'ipotesi suggestiva che, ritornato vittorioso a
Costantinopoli, l'imperatore deponesse la stauroteca nel tesoro di
Santa Sofia, celebre per la sua raccolta di reliquie.
24
288 testi e monumenti
22
Goldschmidt & Weitzmann, Die byz. Elfenbeinskulpturen, cit., p.
49, nr. 77; H. Peirce & R. Tyler, Deux mouvements dans l'art byzantin du
X
e
siecle, Are thuse, 16, 1927, pp. 1-7: p. 4; Iid., Three Byzantine Works of
Art, DOP, 2, 1941, pp. 12-18: p. 16; A. Cutler, The Hand of the Master.
Craftsmanship, Ivory, and Society in Byzantium (9
th
-11
th
Centuries) (Princeton,
n.j., P.U.P., 1994), p. 213; Id., Late Antique and Byzantine Ivory Carving
(Aldershot, Ashgate, 1998), p. 658; H.A. Klein, Byzanz, der Westen und das
,wahre` Kreuz. Die Geschichte einer Reliquie und ihrer ku nstlerischen Fassung in
Byzanz und im Abendland (Wiesbaden, Reichert, 2004: Kunst im ersten Jahr-
tausend, R. b. Studien u. Perspektiven, 17), p. 127; Id., Die Elfenbein-Stauro-
thek von Cortona im Kontext mittelbyzantinischer Kreuzreliquiarproduktion, in
Spa tantike und byzantinische Elfenbeinbildwerke im Diskurs, hrsg. v. G. Bu
hl,
A. Cutler & A. Effenberger (Wiesbaden, Reicher Verl., 2008: Spa
tantike
Fru
evc enko, The Limburg Staurothek and its Relics, in Htli* ala
rsg lmg* lg sg| Karjaqi* ma| Lpot* qa (Ath ne, Mouso Bena ki, 1994), ed. by L.
Bragiotti, I, pp. 289-294: p. 292. Sull'uso della croce come insegna vittoriosa a
Bisanzio vd., p. es., N. Thierry, Le culte de la croix dans l'empire byzantin du
VII
e
au X
e
siecle dans ses rapports avec la guerre contre l'infidele. Nouveaux
temoignages archeologiques, RSBSl, 1, 1981, pp. 205-228.
24
A. Cutler, Sacred and Profane: The Locus of the Political in Middle
Byzantine Art, in Arte profana e arte sacra a Bisanzio, a c. di A. Iacobini & E.
L'altra epigrafe, senza dubbio coeva alla precedente, si legge nella
cornice lungo il bordo della placca:
25
+ < O sg& | l(e)c(a* kg|) e
\
jjkgri* -
a| Heot& Roui* a| rjeto-
ut* kan Rse* uamo| sz& hqewale* mz
lomz& Et
\
g* lg| pqorue* qei +.
`+Lo skeuophy lax della grande chiesa (della) Sapienza di Dio, Stefano,
offre al monastero di/della Ev mi che (l')ha cresciuto [alla vita religiosa]+'.
Per questa seconda iscrizione l'evidenza paleografica suggerisce
una data entro la meta del X secolo. Andre Guillou, che aveva letto
inizialmente ETGLGC (Et
\
g* li|), scorgendovi una deformazione di
Et
\
ugli* a|, con riferimento al monastero di Sant'Eufemia nel quartiere
di Olibrio,
26
ha optato in se guito per ETGHGC (et
\
g* hg|), predicativo
di Stefano, `le bon Ste phane' (gia in Du Cange e Venuti, per correzione
di ETGSGC di Gori e dell'incisione di Fabbrucci, fig. 5).
27
Ma
ETGLGC e inoppugnabile sull'avorio e, come ha rilevato Nicholas
Oikonomides, questa lezione trova conforto almeno per il my in un
sigillo iscritto di X/XI secolo della Harvard University (Cambridge,
ma), The Fogg Art Museum, nr. 978 (gia della Whittemore Collection):
Ruqa[c(i+ |)] sg& | b(arikijg& |) l[o]m(g& |) sot& Pq[o]dqo* l(ot) sg& | E[t
\
]g* li|.
28
Di tale sigillo Oikonomides ha segnalato un altro e piu completo esem-
289 testi e monumenti
Zanini (Roma, A
z.
33
Credo che, come ha ben visto il curatore del facsimile, Elci corri-
290 testi e monumenti
29
Vd. Oikonomides, The Concept of ``Holy War'', cit., p. 81 n. 36, e
App., infra, p. 309 s., con altre indicaz.
30
Per questo nome e le sue possibili spiegazioni vd. App., infra, p. 310 ss.
31
R. Janin, La geographie ecclesiastique de l'Empire byzantin, I. Le Siege
de Constantinople et le Patriarcat cumenique, iii. Les eglises et les monasteres
(Paris, I.F.E
.B., 1969
2
: Publications, s.n.), pp. 410-442.
32
Cos , invece, A. Paribeni, Chiesa antica greca nel serraglio posta.
Memorie di un perduto monumento bizantino nell'Itinerario di Luigi Ferdinando
Marsili, in Alle gentili arti ammaestra. Studi in onore di Alkistis Proiou, a c. di
A. Armati, M. Cerasoli & M. Luciani (Roma, Sapienza Universita di Roma,
2010: TSBN, XVIII), pp. 308-326: pp. 318 ss. e n. 24 e 320 e n. 25, sulla
veduta di Schedel e, risp., sull'interpretazione della scritta, con altre indicaz.
e bibliogr., cui si aggiungano S. C(arboni), sch. nr. 248 `View of Constanti-
nople from the Liber chronicarum (Book of Chronicles)', in Byzantium. Faith
and Power, cit., pp. 403-406, e J.-P. Gre lois, Note sur la disparition de Saint-
Jean au Dihippion, RE
ln, Josef-Haubrich-
Kunsthalle, 1985, hrsg. v. A. Legner (Ko
ln, Schnu
.
48
Questa notissima icona rettangolare, 25,517,5 cm, e dominata
dalla rappresentazione frontale della Vergine assisa in trono col Bambino
in grembo, secondo l'iconografia bizantina della cos detta Nicopea
(la greca Nikopio s).
49
Negli angoli superiori sono scolpiti due angeli a
mezzo busto rivolti verso il gruppo centrale, le mani levate in gesto di
venerazione. Maria ha il capo cinto da un nimbo, indossa una lunga tunica
e un ampio mapho rion ed e ritratta nell'atto di reggere il Redentore sulle
ginocchia posandogli una mano sulla spalla e l'altra su un piede. Il Bam-
bino benedice con la mano destra e con la sinistra impugna un volumen,
veste una tunica, un manto drappeggiato all'antica e presenta l'aureola
crucifera intagliata nella maniera tipica del `gruppo di Niceforo', con la
piccola croce a bracci decorati da cinque bande, quattro lisce con sottili
scanalature e una al centro ornata di perline. Il maestoso trono e composto
da un sedile tempestato di gemme, due piedi decorati da un motivo orna-
mentale fitomorfo, uno schienale in forma di arco polilobato cosparso da
fiori stellati e in parte coperto da un voluminoso cuscino ricamato.
299 testi e monumenti
47
O.Z. P(evny), sch. nr. 87 `Panel with the Enthroned Virgin and
Child', in The Glory of Byzantium, cit., p. 140 (precise informazioni sulla
storia del pezzo devo alla cortesia di Amanda Mikolic, del Cleveland Mu-
seum). Vd. ora anche S. Moretti, Il collezionismo d'arte bizantina a Roma
tra Otto e Novecento: il caso Stroganoff, in Bisanzio, la Grecia e l'Italia, Atti
della giornata di studi sulla civilta artistica bizantina in onore di M. Bonfioli,
Universita di Roma `La Sapienza', 22 novembre 2002, a c. di A. Iacobini
(Roma, Foro ellenico, 2003), pp. 89-101: p. 91 e n. 35 (p. 96 s.), fig. 6 (p.
101).
48
Vd., con Goldschmidt & Weitzmann, Die byz. Elfenbeinskulpturen,
cit., p. 49, nr. 79, tav. xxxii, la bibliogr. cit. supra, n. 44 (p. 295), con altre
indicaz.
49
Sul tipo e il suo appellativo vd. ora H. Maguire, The Aniketos Icon and
the Display of Relics in the Decoration of San Marco, in San Marco, Byzantium and
the Myths of Venice, ed. by H. Maguire & R.S. Nelson (Washington, d.c., D.O.
Res. Library & Collection, 2010: D.O. Byz. Symposia and Colloquia, s.n.), pp.
91-111: p. 105 e nn. 52-55, con altre indicaz. e bibliogr., e Th. Dale, Cultural
Hybridity in Medieval Venice. Reinventing the East at San Marco after the Fourth
Crusade, ivi, pp. 151-191: p. 174 s., tav. vi, ai quali si aggiunga E. Merkel, La
Nicopeia costantinopolitana della Basilica di San Marco: la stratificazione degli
interventi di oreficeria, in Oreficeria sacra a Venezia e nel Veneto. Un dialogo tra
le arti figurative, a c. di L. Caselli & E. Merkel (Treviso, Canova, 2007), pp. 35-
55.
Lo stile dell'intaglio e in particolare il modellato delle figure della
Madonna e dei due angeli, accostabili a quelli effigiati sulle tavolette del
`dittico Revoil', orientano per una datazione alla meta del X secolo, con-
fortata anche dall'accostamento a placchette del `gruppo di Niceforo'
raffiguranti la Hodigh tria: segnatamente, la porzione centrale del trittico
alla Walters Art Gallery di Baltimora, inv. 71.158,
50
e gli avor della By-
zantine Collection di Dumbarton Oaks (Washington, d.c.), inv. 46.14,
51
e
del Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, inv. x 271
52
. Taluni dettagli
del pezzo di Cleveland non hanno tuttavia riscontri immediati in esem-
plari coevi della produzione eburnea costantinopolitana e rimandano forse
a correnti artistiche legate ad aree provinciali dell'impero: cos
, nel trono,
la decorazione dello schienale, con fiori a sei e sette petali, o l'ornato
arcaizzante delle gambe e i due gradini del podio, anch'essi impreziositi
da gemme.
Sul primo di questi una mano ineducata ha tracciato una breve iscri-
zione (fig. 12), `incomprehensible' e `unbyzantine' per Ihor S
evcenko.
53
Essa deve pero leggersi + A
'
PL
^
OMGC
.
LAQSTQOC
.
DOTKOC
.
+,
ossia + \Ap(o+ ) lomg& | la* qstqo| Dot& ko|+`+ Dal(la proprieta del?) mona-
stero del martire Dou los +', come mi suggerisce Gianfranco Fiaccadori,
che con la probabile funzione partitiva di a
\
po* e il mancato accordo di
Dot& ko|, pro Dot* kot (volgarismo indotto forse dalla desinenza del prece-
dente la* qstqo|), osserva il peculiare ductus dei caratteri (e l'insolita forma
300 testi e monumenti
50
R.H. Randall, Masterpieces of Ivory from the Walters Art Gallery (Bal-
timore, Hudson Hills Press in ass. with The Walters Art Gallery, 1985), p.
120; J. Hanson, sch. nr. 59 `Triptych with the Virgin Hodegetria and Saints',
in Mother of God, cit., p. 398.
51
K. Weitzmann, Ivories and steatites, in Catalogue of the Byzantine and
early medieval antiquities in the Dumbarton Oaks Collection, III (Washington,
d.c., The D.O. Center for Byz. Studies, 1972), p. 69 s.
52
V.N. Z(alesskaya), sch. nr. b43 `Fragmentary icon with Virgin and
Child', in Sinai, Byzantium, Russia. Ortodox Art from the Sixth to the Twentieth
Century, The State Hermitage Museum, St. Petersburg, June-September 2000,
The Courtauld Gallery, Somerset House, London, October 2000-February
2001, ed. by Y. Piatnitsky, O. Baddeley, E. Brunner & M. Mundell Mango
(London, The Saint Catherine Foundation in ass. with The State Hermitage
Museum, St. Petersburg, 2000), p. 73.
53
I. S
HE
ds. de l'E
tudes en Sciences
Sociales, 1992: Civilisations et Socie te s, 86), pp. 297-306.
61
Kalavrezou, sch. nr. 71 `Icon with Virgin and Child', in Byzantium,
cit., p. 398.
bassato a piccole foglie, retto da due colonnine tortili con capitelli in
forma di testa umana e completato da acroter
vegetali.
Confermano la stretta relazione fra l'opera del Cleveland Mu-
seum e quella del Petit Palais la posizione della Vergine e del Bam-
bino, la singolare forma del trono con decorazione stellata e cuscino
rigonfio, i visi delicati e la sapiente costruzione dei panneggi. Minute
differenze mostrano pero la qualita superiore della placca di Cleve-
land: ad esempio, l'esecuzione del motivo ornamentale del trono,
decisamente piu inciso, e i dettagli dei visi, con palpebre segnate da
un solco assai netto e con pupille realizzate da piccoli punti incavati.
Nell'esemplare di Parigi, oltre allo sguardo lievemente obliquo della
Vergine, colpisce la diversa posizione dei piedi del trono, uno dei
quali poggia dietro i gradini della pedana, mentre l'altro e a fianco
di questa imbarazzo prospettico che tradisce un certo fraintendi-
mento del modello.
La Vergine in trono col Bambino, nota fin dal V secolo, non e un
soggetto comune sulle icone,
62
ma diviene un tema ricorrente nella de-
corazione delle absidi soprattutto in eta mediobizantina, dopo la fine
della controversia iconoclasta, come anche dimostra la discussa figura-
zione musiva tuttora superstite, con l'Arcangelo Gabriele sulla vo lta del
bema, nel catino absidale di Santa Sofia a Istanbul: che `fu svelata' dal
patriarca Fozio nella celebrazione datata solitamente al 29 marzo 867,
per cui egli pronuncio la famosa omelia XVII
63
oggetto d'una nuova e
persuasiva lettura volta a identificare l'immagine descritta da lui con
303 testi e monumenti
62
O.Z. P(evny), sch. nr. 87 `Panel with the Enthroned Virgin and
Child', in The Glory of Byzantium, cit., p. 140.
63
Per una datazione del mosaico all'VIII secolo vd. N. Oikonomides,
Some Remarks on the Apse Mosaic of St. Sophia, DOP, 39, 1985, pp. 111-
115, di cui G. Fiaccadori, Parergon Tarvisinum, Miscellanea Marciana,
XVII, 2002, ma 2003, pp. 47-70: p. 56. In favore dell'a. 867, A. Guiglia
Guidobaldi, La decorazione musiva nella prima eta macedone: questioni aperte,
in Bisanzio nell'eta dei Macedoni. Forme della produzione letteraria e artistica,
VIII giornata di studi bizantini (Milano, 15-16 marzo 2005), a c. di F. Conca
& G. Fiaccadori (Milano, Cisalpino, 2007: Quaderni di Acme, 87), pp. 119-
149, e M. Della Valle, Costantinopoli e il suo Impero. Arte, architettura,
urbanistica nel millennio bizantino (Milano, Jaca Book, 2007), p. 91. Non
convincono gli argomenti di M. Bernabo , L'arte bizantina dopo l'iconoclastia
e la datazione dei mosaici nell'abside di Santa Sofia a Costantinopoli, in Intorno al
Sacro Volto: Genova, Bisanzio e il Mediterraneo (secoli XI-XIV), a c. di A.
Calderoni Masetti, C. Dufour Bozzo & G. Wolf (Venezia, Marsilio, 2007:
Collana del Kunsthistorisches Institut in Florenz / Max Planck Institut, XI),
pp. 31-50, che pone il mosaico in eta paleologa, intorno al 1353-55.
quella tuttora visibile in Santa Sofia.
64
Se e cos
berlieferung, hrsg. v. W. Ho
-
randner, A. Rhoby & A. Paul, 1 (Wien, O
ffentl. z. Byzanzforschung, XV), p. 397 ss., nr. m9, con bibliogr., non-
che , Antologia Palatina, a c. di F. Conca, M. Marzi & G. Zanetto, I. Libri I-
VII (Torino, Utet, 2005), p. 82 (e n. 1, p. 80 s.).
66
Da ultimo, P. Speck, Antologia Palatina I.1 und das Apsismosaik der Hagia
Sophia, in Id., Poi* jika btfamsima* , 6. Varia, ii (Bonn, R. Habelt, 1987), pp. 285-
329: pp. 287-312, di cui Guiglia Guidobaldi, La decorazione, cit., p. 132 n. 38.
67
Vd. C. Mango, The Homilies of Photius, patriarch of Constantinople,
Engl. trans., introd. and commentary (Cambridge, ma, 1958: DOS, III), p.
284 s., e Id. & E.J.W. Hawkins, The apse mosaics of St. Sophia at Istanbul.
Report on work carried out in 1964, DOP, 19, 1965, pp. 113-148: p. 142.
physically symbolic qualities or concepts of the Virgin?'.
68
Il peculiare
elemento polilobato che rappresenta qui la spalliera rinvia piuttosto a una
sorta di mandorla resa come una nube stellata: con la sua forma singolare,
il motivo della superficie, a fiori simili ad astri, crea una finta abside
trattata come uno spazio sidereo che circonda ed esalta la Madre di
Dio.
69
Questa decorazione floreale richiama in verita esemp egiziani as-
sai piu antichi, con `rosette' o `margherite' (petali espansi in cerchio
intorno a un bottone centrale) che da nno rilievo alla figura principale.
Lasciando da parte le prime attestazioni, dell'Antico regno,
70
si deve
almeno ricordare la cos
dil [1200-18]. Egli acquisto allora [dai Franchi] una gran quantita
[di quelle cose], in cambio di mercanzie di loro scelta; e [di queste] essi riempi-
rono interi navigli, portandole, per venderle, in altre destinazioni. Tali eventi si
svolsero nell'anno 925 dei santi martiri [= 1208/9 d.C.].
Non e improbabile che, come alcuni dei manufatti acquistati e poi
scambiati dal califfo Malik al-`A
a n `asar
al-mla d [Annali delle chiese e dei monasteri nel sec. XII d.C.], i`da d wa ta`lq
ar-rahib S
.
amu 'il as-Suryan (Dayr as-Suryan, s.e., 1984; rist. an. al-Qahirah,
an-Na`a m li 't-tiba`ah wa 't-tawrdat, 1999-2000), III, p. 180 s. = f. 164ab. Il
passo, tradotto qui da G. Fiaccadori, e segnalato e diversamente inteso da U.
Zanetti, Abu l-Maka rim et Abu S
.
a lih
.
, BSAC, XXXIV, 1995, pp. 85-138: p.
123 s. e nn. 81-83 e 85; e dalla sua vers. francese dipende quella inglese di K.
Ciggaar, Byzantine spolia in Egypt. Sultan Malik al-`A
berlieferung, hrsg. v. W. Ho
-
randner, A. Rhoby & A. Paul, 2 (Wien, Verl. d. O
AW, 2010: O
AW, phil.-
hist. Kl., Denkschriften, 408 / Vero
glise,
2 (Paris, E
.B., 1969
2
: Publications, s.n.), pp. 113 e 415 s., si
tratta di due monasteri distinti, indicati risp. come \Eqgli* a| (Lomg+ sx& m o
sg& |) e Pqo* dqolo| ( < O) e
\
m soi&| \Gqeli* a|, e collocati entrambi in un quartiere
detto appunto \Eqgli* a, \Eqeli* a, \Gqeli* a o < Ieqi* liom, presso il monastero di
Lips, nella valle del Ly kos; cf. anche Id., Constantinople byzantine. Develop-
pement urbain et repertoire topographique (Paris, I.F.E
e`la) S