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biografia

San Folco Scotti di Piacenza e Pavia Vescovo Pag. 1






San Folco Scotti
di Piacenza e Pavia Vescovo

26 ottobre
(Piacenza, 1164 26 ottobre 1229)
stato vescovo di Pavia, venerato come santo dalla Chiesa cattolica
I resti di questo santo di origine irlandese sono custoditi nella cattedrale di Pavia, citt della quale fu
vescovo nel XIII secolo. Folco (o Fulco) nasce intorno al 1165 a Piacenza da una celebre famiglia,
quella degli Scotti, originari dell'Irlanda, che viene identificata secondo la denominazione dell'epoca
come patria degli Scoti, scozzesi. Folco a 20 anni entra tra i canonici regolari di Sant'Eufemia.
Viene inviato a Parigi a compiere gli studi di teologia a Parigi e al rientro viene eletto priore di
Sant'Eufemia, poi canonico, poi arciprete della cattedrale. Infine viene consacrato vescovo di
Piacenza. Sei anni pi tardi, rimasta vacante la sede pavese, viene designato vescovo anche di questa
citt. Piacentino e vescovo di Pavia, Folco fu il grande paciere delle due citt, allora divise da
un'aspra rivalit. Dopo aver lavorato per la pacificazione interna delle citt e delle contese tra i due
centri muore nel 1229. (Avvenire)
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: A Pavia, san Folco Scotti, vescovo, uomo di pace, colmo di zelo e di carit.
Passa alla storia come uno straordinario pacificatore. Il suo cognome di famiglia, Scotti, irlandese:
probabilmente nellXI secolo i suoi antenati sono arrivati nella penisola italiana dopo linvasione
danese delle Isole britanniche, guidata dal re Knut. Ma gli Scotti non sono propriamente fuggiti:
Knut non era uomo di saccheggi come alcuni suoi predecessori, ambiva anzi alla prosperit delle sue
conquiste, in particolare attraverso i commerci. Ed ecco che, durante un viaggio a Roma, ha
domandato ai Sovrani dEuropa regolamenti pi equi e maggior sicurezza lungo la strada per
andare a Roma, -senza tante barriere e ingiuste gabelle.
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Cos, agli evangelizzatori e monaci che gi da tempo percorrevano quella via, si sono aggiunti anche i
commercianti: alcuni saranno di passaggio, altri invece si fermeranno e stabilizzeranno in varie citt.
Tra questi probabilmente cera la casata degli Scotti (che prima in realt era un soprannome).
Nato intorno al 1165 a Piacenza, a 20 anni Folco viene accolto in una comunit di sacerdoti, i
Canonici regolari di S. Eufemia, che vivono come i monaci. Lo mandano a studiare a Piacenza e poi a
Parigi, da dove ritorna maestro in Teologia.
E per Folco, con questo titolo, le strade e le porte si spalancano verso ruoli di responsabilit: diventa
priore dei Canonici, arciprete della cattedrale e infine Vescovo di Piacenza.
Perch sar considerato un eccezionale pacificatore?
Ecco il motivo.
Viene nominato anche Vescovo di Pavia: un Vescovo solo per quelle due citt-diocesi: Piacenza e
Pavia sono acerrime rivali, divise a avversarie su tutto, con antiche e nuove ragioni di conflitto,
scontri commerciali, famiglie antagoniste. Una situazione del genere spaventerebbe o scoraggerebbe
chiunque, tanto pi che Folco i suoi incarichi di responsabilit li ha gi, eccome. Dunque, verrebbe
da dire: Chi glielo fa fare?. E invece, accetta. Rischiando di venire giudicato solo un disertore dai
suoi piacentini e un intruso dai pavesi.
Anzi, Folco non solo accetta, pure ambizioso: il suo obiettivo mettere fine alla storica e
apparentemente irrisolvibile ostilit. Vuole essere il Vescovo di tutti, piacentini e pavesi insieme.
La vincer, questa sfida. Tant che i suoi resti sono tuttora conservati nella Cattedrale di Pavia:
Folco, lo ricordiamo, era di Piacenza. Fonte http://www.santiebeati.it/10/26/

Biografia

Membro della famiglia Scotti di Piacenza che aveva origini irlandesi, Scoti era il nome dato agli
irlandesi venuti in Italia. Folco a vent'anni entr presso i Canonici Regolari di Sant'Eufemia e and a
studiare teologia alla Sorbona. Verso i trent'anni divenne priore di Sant'Eufemia. In seguito divenne
arciprete della cattedrale e poi vescovo di Piacenza dal 1210 al 1217. Rimasta vacante la sede di Pavia,
papa Onorio III trasfer Folco alla sede vescovile lombarda, dove rimase fino alla morte.
I resti di questo santo di origine irlandese sono custoditi nella cattedrale di Pavia, citt della quale fu
vescovo nel XIII secolo. Folco (o Fulco) nasce intorno al 1165 a Piacenza da una celebre famiglia,
quella degli Scotti, originari dell'Irlanda, che viene identificata secondo la denominazione dell'epoca
come patria degli Scoti, scozzesi. Folco a 20 anni entra tra i canonici regolari di Sant'Eufemia.
Viene inviato a Parigi a compiere gli studi di teologia a Parigi e al rientro viene eletto priore di
Sant'Eufemia, poi canonico, poi arciprete della cattedrale. Infine viene consacrato vescovo di
Piacenza. Sei anni pi tardi, rimasta vacante la sede pavese, viene designato vescovo anche di questa
citt. Piacentino e vescovo di Pavia, Folco fu il grande paciere delle due citt, allora divise da
un'aspra rivalit. Dopo aver lavorato per la pacificazione interna delle citt e delle contese tra i due
centri muore nel 1229.
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FOLCO Scotti, santo. - Nato a Piacenza intorno al 1165, appartenne con ogni probabilit alla famiglia
Scotti, che stava allora affermandosi fra le preminenti della citt e si preparava a porsi alla testa del
popolo; la tradizione vuole che egli fosse di un ramo povero di questa ricchissima famiglia.
Entrato nella collegiata dei canonici regolari di S. Eufemia, fu in seguito inviato a studiare a Parigi
(forse intorno al 1185): il soggiorno presso la pi illustre scuola di teologia dell'epoca non era del resto
straordinario per un futuro dignitario di una diocesi padana. Verso il 1194 F. divenne prevosto di S.
Eufemia; gli atti relativi certificano che amministr i beni della chiesa e sollecit i suoi confratelli alla
vita in comune, di cui sostenne poi sempre la necessit. Comunque fin da allora egli si dimostr
soprattutto eccellente predicatore: ancora nel XVII secolo si conservava una raccolta dei suoi
sermoni, indirizzati per lo pi a religiosi, di cui oggi non rimangono che l'indice e alcuni estratti
(Campi). Qualche anno pi tardi, entrato nel capitolo della cattedrale, F. insegn presso la scuola di
teologia di Piacenza, all'epoca abbastanza rinomata. Teologo di solida e sicura formazione,
predicatore di vaglia, irreprensibile religioso, egli si trov in prima linea nel combattere la diffusione
di eresie di ogni tipo di cui Piacenza allora pullulava, come del resto le citt vicine.
All'inizio del XIII secolo F. era dunque uno dei religiosi pi ascoltati della sua diocesi: lo troviamo fra
gli arbitri della controversia insorta fra il vescovo e i canonici della cattedrale, in relazione alle
rispettive prerogative (1202-1203), poi fra coloro cui il papa dette incarico di impartire giustizia fra la
chiesa di S. Matteo e il suo patrono laico (1203-1204). Sempre pi prossimo al vescovo Grimerio, F. lo
segu in esilio a Castell'Arquato quando questi entr in conflitto con il Comune a proposito
dell'esenzione fiscale del clero (1203-1207); al ritorno Grimerio lo incaric di pronunciare il sermone
di apertura del sinodo diocesano, sul tema delle virt che dovevano essere praticate dal clero (inizio
del 1208).
Alcuni mesi pi tardi F. fu eletto, contemporaneamente (o quanto meno a poche settimane di
distanza), canonico della cattedrale e arciprete, andando cos a ricoprire la seconda carica della
diocesi dopo il vescovo. Alla morte di quest'ultimo (aprile 1210), F. fu quindi chiamato a succedergli
(2 ag. 1210), malgrado le complicazioni nella procedura elettorale causate dalla rivalit esistente fra il
capitolo della cattedrale da una parte e quello di S. Antonino e gli altri religiosi della diocesi
dall'altra. L'intervento di un legato pontificio, il vescovo di Novara Gherardo da Sessia, permise che si
procedesse all'elezione, confermata da Innocenzo III. Ma F. non fu mai consacrato vescovo di
Piacenza (checch ne dicano, peraltro in base ad indizi poco probanti, alcuni biografi, i quali
comunque situano questa consacrazione non prima del 1216): fino al suo trasferimento a Pavia, egli
govern la diocesi con il solo titolo di "vescovo eletto".
La mancata consacrazione di F., talvolta attribuita alle manovre dilatorie dei canonici di S. Antonino,
fu dovuta, con maggior probabilit, al nuovo conflitto che oppose il papa al Comune a partire dal
1210, causato - soprattutto dopo il 1212 - dall'adesione dei Piacentini ad Ottone IV, cui essi restarono
fedeli anche quando questi ruppe con Innocenzo III proprio mentre era in corso l'elezione di F.
(estate-autunno 1210). Colpita da interdetto e minacciata di smembramento, la diocesi si liber dalle
sanzioni pontificie solo nel dicembre 1215, per esserne nuovamente fatta oggetto nel maggio 1216; non
c' dunque da stupirsi che, in questa situazione, Innocenzo III si sia rifiutato di consacrare il nuovo
vescovo, pur essendone questi degno.
F., comunque, ottemper a tutti gli obblighi della sua carica: nel 1210 partecip al sinodo tenuto da
Gherardo da Sessia, divenuto cardinale, durante il quale i canonici furono richiamati all'obbligo della
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vita comune. In seguito intervenne sulla condotta dei canonici della sua cattedrale, i quali,
malcontenti dell'unione con la collegiata di S. Giovanni, avevano trascurato i propri doveri; provvide
inoltre a regolare un conflitto tra il personale dell'ospedale di S. Lazzaro e i malati e incoraggi la
fondazione di un monastero cistercense. Alcune fonti, infine, sostengono che egli abbia partecipato
al IV concilio del Laterano, nel 1215, il che possibile anche se non esistono prove certe.
In ogni caso il Laterano IV determin importanti cambiamenti nella vita di F.: essendo morto il
vescovo di Pavia nel corso del concilio, gli elettori nominati dal clero diocesano scelsero F. a
succedergli e il papa autorizz il trasferimento. Il Campi suggerisce, senz'altro a ragione, che F.
accett la nomina tanto pi volentieri in quanto la situazione politica e religiosa di Piacenza,
estremamente difficile fin dall'inizio del suo episcopato, ne danneggiava l'azione pastorale e il
prestigio.
Stabilitosi a Pavia nel corso del 1216, dopo essere stato consacrato da Onorio III, F. vi trascorse dodici
anni, ricchi di attivit ma non esenti da difficolt gravi. All'inizio del 1217 tratt una pace, effimera,
tra i suoi antichi e nuovi fedeli, tra loro irriducibili nemici e militanti in campi opposti nel grande
conflitto che divideva l'Italia. Questa riconciliazione era stata sicuramente presa in considerazione,
in forma pi o meno esplicita, fra i possibili risultati del trasferimento a Pavia del vescovo di
Piacenza; trasferimento che si veniva cos a inserire nel quadro di un riallineamento delle alleanze fra
citt guelfe e ghibelline, d'altronde ben poco duraturo.
Nell'agosto 1219 F. fu ad Haguenau, presso Federico II - ormai senza rivali dopo la morte, avvenuta
l'anno prima, di Ottone IV -, di cui seppe guadagnare la fiducia. In effetti l'imperatore lo nomin
arbitro tra i Modenesi e il loro ex podest (novembre 1219), e, soprattutto, il 28 giugno 1220 lo
nomin rector civitatis di Pavia, perch assicurasse la pace tra i milites e il popolo e governasse fino
all'arrivo del cancelliere imperiale; quest'ultimo lo riconferm nella carica (6 agosto), da cui F. venne
infine sollevato poco prima del 25 agosto, quando il legato pot garantire personalmente il controllo
della citt.
Questo episodio, che conferma come F. non fosse semplicemente un sant'uomo, bens possedesse la
stoffa dell'uomo di governo, rivela anche l'influenza politica che il vescovo ancora conservava in
alcuni Comuni dilaniati dalla guerra civile. Influenza fragile, comunque: all'inizio del 1223 tra il
vescovo e il Comune s apr un conflitto destinato a durare parecchi mesi, provocato, ancora una
volta, dalla volont di un governo finanziariamente disastrato di fare pagare le tasse al clero,
nonostante l'esenzione. La controversia, che si ripropose nella maggior parte dei Comuni della
regione all'inizio del XIII secolo, a Pavia sembra essersi spinta fino al sequestro e al saccheggio dei
beni ecclesiastici, e i fatti furono cos gravi che i Pavesi vennero colpiti da gravi sanzioni papali.
Come vent'anni prima a Piacenza, F. e una parte del clero presero la via dell'esilio; vi si trovavano
ancora nel novembre 1225 e senza risorse, tanto che Onorio III preg le diocesi vicine di provvedere
alle loro necessit. Il Comune di Pavia doveva loro non meno di 13.500 lire pavesi (una somma
enorme se paragonata alle 250 lire che la diocesi doveva versare nel 1221 in occasione della crociata).
Il 26 apr. 1226 la situazione si era capovolta: mentre la Lega lombarda si stava riorganizzando, Pavia
fu tra le pochissime citt rimaste fedeli all'imperatore Federico; quest'ultimo incaric F., insieme con
altre due persone, di governare in suo nome la citt. In questa fase di rapporti difficili tra
l'imperatore e il papa, F. conserv dunque la fiducia di ambedue, ma dovette anche., come a
Piacenza, affrontare gravi problemi politici con il Comune.
Negli ultimi anni F. sembra avere abbandonato la scena politica ed essersi dedicato esclusivamente
agli affari della diocesi. Si conoscono alcuni aspetti della sua attivit amministrativa dai registri di
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Onorio III e di Gregorio IX: egli govern infatti in stretto rapporto con Roma e fu spesso delegato dal
papa a giudicare in questa o quella causa a Piacenza, Cremona, Novara o Casale Monferrato, mentre
F. sottometteva regolarmente alla Curia i problemi della sua diocesi, in particolare quelli relativi ai
grandi monasteri di S. Pietro in Ciel d'Oro e del Senatore. Egli si preoccupava di proteggere il
patrimonio di questi monasteri e anche di riformarli: per questo introdusse a S. Pietro in Ciel d'Oro i
canonici regolari di Mortara, dopo i gravi disordini cui si erano abbandonati i monaci (1221).
F. mor a Pavia il 16 dic. 1229 (e non nel 1228, come sostengono il Campi e il Savio).
Fu presto canonizzato da Gregorio IX, ma il suo culto si svilupp solo a partire dal XVI secolo,
inizialmente a Pavia, in concomitanza con la redazione della sua vita ad opera di J. Gualla (1505), la
traslazione del corpo dall'antica cattedrale nella nuova (1567) e l'ingresso nel martirologio romano
(1578; festa il 26 ottobre); quindi a Piacenza, dopo l'inchiesta condotta negli archivi da P.M. Campi.
Fonti e Bibl.: Chronicon Placentium, a cura di J. Huillard-Brholles, Paris 1856, p. 35; Regesta Honorii
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Coleti, Italia sacra, I, Venetiis 1717, col. 1098; G. Poggiali, Memorie stor. di Piacenza, V, Piacenza 1929,
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di Franois Menant
Fonte Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 48 (1997)
http://www.treccani.it/enciclopedia/santo-folco-scotti_(Dizionario-Biografico)/

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