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Diritto dell'UE.

L'attuale Unione Europea trae le proprie origini dalla nota dichiarazione resa il 9 maggio 1950
dall'allora ministro degli esteri francese, Robert Schuman, che proponeva di "mettere l'intera
produzione del carbone e dell'acciaio sotto una comune Alta Autorit, nel quadro di
un'organizzazione alla quale possono aderire gli altri paesi europei".
La cosiddetta "proposta Schuman" incontr il favore di Italia, Lussemburgo, Belgio e Paesi
Bassi, tanto che tali Stati, unitamente alla Francia e alla Germania, giunsero ben presto alla
negoziazione del Trattato istitutivo della Comunica Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA).
Il trattato CECA venne firmato a Parigi nel 1951 ed entr in vigore nel 1952 tra i sei paesi
firmatari: Francia, Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo.
Si trattata di un'organizzazione, definita da molti "sopranazionale", cui gli stati cedevano parte
della propria sovranit in relazione ad un determinato settore, quello carbo-siderurgico, che
sarebbe stato diretto in via esclusiva dagli organi dell'organizzazione.
La CECA si estinta il 23 luglio 2002, poich non stato prorogato il termine di scadenza
previsto nel trattato che l'aveva istituita.

Con i trattati firmati a Roma nel 1957 si dato vita alla Comunit Economica Europea (CEE) e
alla Comunit Europea per l'Energia Atomica (CEEA). I paesi firmatari dei due trattati erano gli
stessi sei stati che nel '51 avevano dato vita alla CECA.
L'obiettivo del trattato CEE era quello di creare un mercato comune all'interno dell'area
comunitaria, mentre il trattato Euratom si proponeva di creare un ente sopranazionale dotato
di poteri di controllo e indirizzo politico nel settore dell'energia atomica. Il trattato Euratom
prevedeva, al pari del trattato CEE, l'istruzione ed il funzionamento di un proprio Consiglio ed
una propria Commissione cui venivano attribuiti compiti esecutivi sulle materie oggetto del
Trattato.

Nel 1986 venne firmato l'Atto Unico Europeo, entrato in vigore nell'87.
L'AUE si proponeva di realizzare, entro il 31 dicembre 1992, il "grande mercato interno", cio
uno spazio senza frontiere interne, nel quale assicurata la libera circolazione delle merci,
delle persone, dei servizi e dei capitali. L'AUE un trattato di diritto internazionale e non un
atto comunitario e costituisce la prima revisione davvero significativa degli originari trattati
istitutivi delle tre Comunit. In quegli stessi anni, peraltro, venne firmato il cosiddetto
"Accordo di Schengen" (nel 1985). Si trattava, anche in questo caso, di un vero e proprio
trattato di diritto internazionale, integrativo della Comunit, ma concluso al di fuori di essa,
con il quale si sarebbe completata la libera circolazione delle persone. In tale prospettiva,
l'Accordo prevedeva l'attuazione di misure diretta a contenere e contrastare le problematiche
connesse alla libera circolazione delle persone di dimensione "comunitaria" e relative, in
particolare, al terrorismo, alla criminalit organizzata e al traffico di stupefacenti.

Con il Trattato di Maastricht, firmato nel 1992 ed entrato in vigore nel 1993, detto anche
Trattato sull'Unione Europea (TUE) il quadro comunitario subisce un'ulteriore ed importante
modifica. Con tale trattato si venne a creare una Unione europea avente finalit politiche
generali ed una Unione monetaria dai programmi attuativi pi precisi. Il Trattato sull'Unione
europea ha, comunque, reso pi complessa la struttura comunitaria, posto che accanto alle tre
Comunit - CECA, CEE (oggi solo CE, ovvero Comunit Europea) ed Euratom - che
costituiscono il cosiddetto "primo pilastro", si vengono ad aggiungere due ulteriori "pilastri"
aventi ad oggetto materie sulle quali gli Stati aderenti al sistema comunitario intendono
muovere secondo una direzione comune: il settore della "Politica Estera e Sicurezza Comune"
(PESC) e quello di "Cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale"; relativamente a
queste materie, gli Stati, seppur restii a rinunciare alla propria sovranit, avrebbero comunque
potuto perseguire obiettivi comuni attraverso il cosiddetto "metodo intergovernativo", ossia
tramite una cooperazione internazionale tra Stati che era esterna alla Comunit, ma comunque
strettamente collegata ad essa.
Questo rappresenta l'elemento di novit maggiormente significativo del Trattato di Maastricht.
Un'altra importante e significativa modifica introdotta dal suddetto trattato riguarda il trattato
CE. In esso venne prevista la realizzazione dell'instaurazione di un'Unione non soltanto
economica, ma anche monetaria, che, nel gennaio 2002, ha dato luogo all'entrata in vigore
della moneta unica europea, l'Euro.

Il Trattato di Amsterdam, firmato nell'ottobre del 1997 ed entrato in vigore nel maggio
1999, ha apportato modifiche significative a ciascuno dei tre pilastri introdotti con il TUE.
Alcune materie, appartenenti al secondo e terzo pilastro, sono state trasferite all'interno del
trattato CE, come la materia regolata nell'accordo di Schengen e la politica sociale; con le
novit introdotte dal Trattato di Amsterdam in tale settore, gli Stati dell'Unione si prefiggevano
di cooperare in modo incisivo contro la criminalit organizzata, il terrorismo, il traffico di droga
e armi ecc., al fine di assicurare all'interno dell'UE uno spazio di libert e giustizia e un elevato
grado di sicurezza.
Una delle modifiche pi significative apportate al Trattato CE riguarda l'articolo 11 dedicato alla
cosiddetta "cooperazione rafforzata": essa consiste nella realizzazione una pi forte
cooperazione tra alcuni Stati membri dell'Unione europea in determinati temi (giustizia, difesa,
gestione economica ecc.).

Il Trattato di Nizza viene firmato nel 2001 ed entrato in vigore nel 2003.
Le modifiche introdotte dal Trattato di Nizza ai precedenti Trattati sono di natura tecnica.
L'obiettivo, infatti, era essenzialmente quello di consentire un efficiente funzionamento delle
Istituzioni comunitarie in vista dell'allargamento dell'Unione ai paesi dell'Europa orientale.
In linea con tale proposito, vengono apportate modifiche significative alle norme dedicate alla
composizione e funzionamento delle varie istituzioni comunitarie, tra cui il Consiglio, il
Parlamento europeo, la Commissione e altre modifiche che hanno riguardato, tra le altre,
alcune disposizioni concernenti la ripartizione di competenze tra Tribunale di primo grado e
Corte di giustizia.

La mancata Costituzione Europea

Il progetto di un trattato costituzionale dell'UE viene predisposto da una Convenzione sul
futuro dell'Europa e il primo progetto viene approvato nel 2003 a Bruxelles.
Lo scopo della Costituzione europea, oltre a quello di sostituire i diversi trattati esistenti che al
momento costituivano la base giuridica dell'Unione Europea, era principalmente quello di dare
all'UE un assetto politico chiaro riguardo alle sue istituzioni, alle sue competenze, alle modalit
decisionali, alla politica estera.
A dispetto del nome, non si trattava di una vera Costituzione che sancisse la nascita di una
sovranit (come la costituzione federale degli Stati Uniti d'America), bens di una sorta di Testo
unico, in cui venivano solo recepiti e riordinati testi giuridici preesistenti, con poche vere
innovazioni e senza alcun trasferimento di sovranit.
Successivamente, per, il Trattato veniva ratificato solo da 18 paesi (tra cui lItalia) su un
numero totale di 27 Stati membri. Ne seguiva la decisione del Consiglio europeo del 2007 di
abbandonare il progetto di Trattato-Costituzione, che avrebbe dovuto sostituire, unificandoli, il
Trattato di Maastricht sullUnione Europea e il Trattato sulla Comunit Europea, e di limitarsi
alla revisione di questi ultimi. A ci si provveduto mediante il Trattato firmato a Lisbona nel
2007 ed entrato in vigore nel 2009, che, nel modificare i Trattati in vigore, ha recepito molte
delle disposizioni sostanziali della mancata Costituzione.

Il trattato di Lisbona prevede la soppressione della struttura a "tre pilastri" dell'Unione
europea, bench il pilastro relativo alla politica estera e di sicurezza comune (PESC) continuer
ad essere soggetto a procedure decisionali di carattere intergovernativo.
Con il trattato di Lisbona vengono meglio specificate le ripartizioni delle competenze tra
l'Unione e gli Stati membri, introducendo una distinzione tra tre tipi di competenze: quelle
esclusive dell'Unione, quelle concorrenti tra l'Unione e gli Stati membri e quelle in cui l'Unione
ha solo un potere di sostegno, di coordinamento o di complemento.
Viene affermata la personalit giuridica dell'Unione, nonch il principio della democrazia
partecipativa ed il diritto di iniziativa popolare che consentir ad un milione di cittadini europei
di chiedere alla Commissione di presentare una proposta legislativa.
Vi anche una nuova formulazione del principio di sussidiariet che coinvolge anche le autorit
regionali e locali, stabilendo che l'Unione interviene solo se gli obiettivi che essa persegue non
possono essere raggiunti dagli stati membri.
Vi dunque quadro istituzionale pi stabile e pi semplice: il trattato di Lisbona istituisce la
figura del presidente del Consiglio europeo, eletto per un mandato di due anni e mezzo,
introduce un legame diretto tra lelezione del presidente della Commissione e lesito delle
elezioni europee, prevede nuove disposizioni per la futura composizione del Parlamento
europeo e stabilisce norme pi chiare sulla cooperazione rafforzata e sulle disposizioni
finanziarie.

La PESC

La PESC riguarda (art. 24) tutti i settori della politica estera e tutte le questioni relative alla
sicurezza dellUnione, compresa la definizione progressiva di una politica di difesa comune che
potrebbe condurre, in prospettiva, a una difesa comune dellUE
Le istituzioni competenti. - I principi e gli orientamenti generali della PESC sono stabiliti
dal Consiglio europeo, mentre al Consiglio dellUnione Europea spetta adottare le decisioni
necessarie a definire e ad attuare tale politica. Pi precisamente, il Consiglio dellUnione decide
gli obiettivi, la portata, i mezzi e le condizioni di attuazione, nonch eventualmente la durata,
degli interventi operativi (art. 28). Salva diversa previsione nel Trattato, tutte le delibere in
materia di PESC sono adottate allunanimit, sia da parte del Consiglio europeo sia da parte del
Consiglio dellUnione (art. 31).
LAlto rappresentante dellUnione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. -
Istituito dal Trattato di Amsterdam del 1997 come Alto rappresentante per la PESC, ha il
compito di assicurare, insieme con il Consiglio dellUnione, lunit, la coerenza e lefficacia
dellazione dellUE in questo settore. Egli presiede il Consiglio dellUnione riunito nella
formazione Affari esteri; contribuisce con le proprie proposte allelaborazione della politica
estera e di sicurezza; rappresenta lUnione allesterno per le materie della PESC; esprime la
posizione comune dellUE nelle organizzazioni e conferenze internazionali (art. 27); pu
proporre al Consiglio dellUnione di nominare un rappresentante speciale per problemi politici
specifici, che opera sotto la sua autorit (art. 33). Inoltre, lAlto rappresentante consulta
regolarmente il Parlamento europeo sulle scelte fondamentali della politica estera e di
sicurezza e difesa, e provvede affinch le opinioni del Parlamento siano prese debitamente in
considerazione (art. 36). Dopo lentrata in vigore del Trattato di Lisbona (1 dicembre 2009) e
la cessazione delle funzioni del Rappresentante per la PESC, stata nominata Alto
rappresentante dellUnione per gli affari esteri e la politica di sicurezza la britannica Catherine
Ashton.
Obblighi degli Stati membri. - Le decisioni relative a interventi da effettuare nellambito
della PESC vincolano gli Stati membri dellUE, i quali hanno altres lobbligo di conformare le
proprie politiche nazionali alle posizioni adottate dallUnione. Gli Stati devono consultarsi, in
seno al Consiglio europeo e al Consiglio dellUnione, in merito a qualsiasi questione di politica
estera e sicurezza di interesse generale e, in particolare, prima di assumere qualsiasi impegno
internazionale che possa ledere gli interessi dellUE (art. 32). Essi coordinano la propria azione
nelle organizzazioni internazionali e in occasione di conferenze diplomatiche, dove difendono le
posizioni dellUE; ci vale anche per gli Stati membri dellUE facenti parte del Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite, fatte salve le responsabilit che ad essi incombono in forza della
Carta dellONU.

La cittadinanza europea

La cittadinanza europea consegue direttamente alla cittadinanza di uno Stato membro
dellUnione. Non esistono criteri di acquisto o di perdita di tale cittadinanza definiti
autonomamente dallUnione, ma essendo gli Stati membri liberi, per quanto riguarda
lattribuzione della propria cittadinanza, essi possono, determinare lacquisto o la perdita anche
della cittadinanza europea.
I cittadini sono depositari di una serie di diritti, il primo dei quali quello di libera circolazione
e soggiorno nel territorio degli Stati membri. Tuttavia il diritto in esame non del tutto
incondizionato, nel senso che possono essere riconosciute delle eccezioni e delle limitazioni.
Infatti per motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza o di sanit pubblica, gli Stati membri
possono adottare provvedimenti di allontanamento.
Il diritto di elettorato attivo e passivo al Parlamento europeo sganciato dalla cittadinanza
europea ma spetta a chiunque risieda stabilmente nello stato di votazione.
Lart.22 TFUE al paragrafo 1 stabilisce che ogni cittadino dellUnione residente in uno Stato
membro di cui non cittadino, ha il diritto di voto e di eleggibilit nelle elezioni comunali nello
Stato membro in cui risiede, alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato.
LArt. 23 TFUE attribuisce una proiezione esterna alla cittadinanza europea: infatti ogni
cittadino dellUnione gode, nel territorio di un paese terzo nel quale lo Stato membro di cui ha
la cittadinanza non rappresentato (non ha un consolato), della tutela da parte delle autorit
diplomatiche e consolari di qualsiasi Stato membro alle stesse condizioni dei cittadini di detto
Stato.

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