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Centrortetti
L'Anticristo
Lipa
ISBN 88-86517-1 O
9 "788886"5T7Ti
L'Anticristo
con la traduzione del saggio di Solov'v
" il tempo quando fiorisce il tiglio"
IJpa
INDICE
Prefazione
1. Gino Piovesana
La Russia e l'Anticristo.,
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3. Michelina Tenace
L'Anticristo:
il racconto del falso bene.
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Lipa Edizioni
via Paolina, 25
00184 Roma
06 4747770
fax 06 485876
Titolo originale dell'opera Kratkaja povest' ob antichriste.
Traduzione di Gino Piovesana
Realizzato in Dtp con Power Macintosh da Lipa
II software utilizzato su licenza del produttore (Quark XPress: PF 50476115)
In copertina:
Miraggio, pittura di Marko Ivan Rupnik
Stampato a Roma nel mese di maggio 1995
da Abilgraf, via Ottoboni, 11
Selezioni di copertina: Studio Lodoli Sud, Aprilia
Propriet letteraria riservata Printed in Italy
codice ISBN 88-86517-10-6
Gli autori
Gino Piovesana
Gino Piovesana, gesuita, nato a Treviso nel 1917. stato in Giappone,
alla Sophia University, dove ha fondato una Facolt di studi russi, e a
New York, presso la Fordham University, direttore di un Centro ecumenico di studi russi. Nel 1976 divenuto rettore del Collegio Russicum e
poi del Pontificio Istituto Orientale. Dottore in filosofia, ha inoltre conseguito la laurea in lettere presso la Keio University di Tokyo. Oltre che di
filosofia russa, p. Piovesana anche ottimo conoscitore della filosofia
giapponese.
Michelina Tenace
Michelina Tenace nata a San Marco in Lamis (Fg) V8 maggio 1954.
Ha studiato filosofia in Francia e si laureata in letterature straniere
alla Sapienza a Roma. Ha conseguito il dottorato in teologia alla
Pontificia Universit Gregoriana. Attualmente insegna alla Gregoriana,
al Pontificio Istituto Orientale e all'Istituto Regina Mundi. membro
permanente del Centro Studi e Ricerche Ezio Aletti.
Prefazione
Nell'Antichit, quando si voleva delineare la figura della
perfezione o il suo opposto, si ricorreva a degli elenchi, a delle
liste di virt o di vizi che servivano a distinguere tra bene e male, magari anche lasciando loro un carattere piuttosto astratto.
Da questo punto di vista il pensiero biblico invece molto
concreto. L'esperienza aveva insegnato agli ebrei che non basta
avere nozioni giuste per realizzare la giustizia, come non basta
avere idee buone per compiere il bene. Anzi, per il bene bisogna impegnarsi, combattere, perch facilmente il progetto salvifico di Dio viene contrastato da awersari di ogni genere.
Quindi, gi nell'Antico Testamento ricorrente la figura di
qualcuno che si oppone alla salvezza, al bene cos come Dio lo
vuole per gli uomini. Ancora di pi nel Nuovo Testamento si
vedr quanta opposizione incontrer la persona e l'opera di
Cristo. Persino riguardo agli ultimi tempi, l'Avversario visto
come colui che assumer le sembianze di un dio che inganner
come anti-Dio (cf 275 2,4) e come anti-Cristo (IGv^S).
Anche i monaci, gi dall'inizio dell'esperienza monastica,
hanno avuto coscienza che la vita cristiana immersa in una
lotta cosmica alla quale essi, come monaci, devono prendere
parte.
Solov'v arriva alla stessa constatazione a partire dalla sua
ricca esperienza personale. Aveva riacquistato la fede dopo una
breve crisi giovanile e credeva di poter comunicare agli altri la
profondit delle sue intuizioni in un linguaggio adatto al mondo moderno, con nuovi termini. Fu deluso e tent di spiegare il
suo insuccesso con motivi sociologici: affinch ci siano cristiani
radicati nella fede, bisogna che la societ per prima sia cristiana. Ma questa affermazione fu ben presto smontata. Alla fine
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Introduzione
La teologia russa confessa che la fonte primaria dell'antropologia l'uomo immagine di Dio in tutta la sua bellezza e
grandezza. Ma come per ogni religione, la stessa convinzione
pu incorrere nel pericolo di idolatria. Invece di partire dal simbolo per arrivare a Dio, l'uomo tentato di soffermarsi a godere della bellezza del simbolo come tale. San Gregorio di Nissa
da come esempio il sole: invece di vedere Cristo nel simbolo
del sole, l'idolatra divinizza il sole e non riconosce Cristo.
L'uomo moderno conscio della sua grandezza, dei progressi che si aprono in ogni campo delle attivit e delle scoperte. Prova anche un certo orgoglio davanti alle opere delle sue
mani e davanti ai valori riconosciuti come tali. La tentazione allora si ripropone come assolutizzazione di tutto questo senza
accettare il ruolo di mediazione che ogni bene rappresentata di
fronte alla storia. Soffermarsi diventa dichiarare assoluta l'opera
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La Russia e l'Anticristo
Andiamo verso la fine del secondo millennio, e, a differenza del primo, non si parla della fine del mondo e
dell'Anticristo che la dovrebbe precedere. La tendenza odierna ben diversa da quella di mille anni fa.
Ad ogni modo, la Chiesa ha incominciato a prepararsi
al grande evento con il "Concistoro Straordinario sul
Giubileo del duemila", e poi con la Lettera Apostolica "Tertio
millennio adveniente" di Giovanni Paolo II. Ma forse ci interessa relativamente il gran pubblico, bench per Vanno
duemila si aspettino a Roma circa 30 milioni di pellegrini.
Come si vedr in questa introduzione, il tema
dell'Anticristo, connesso con la paura per la fine del mondo,
di data tutt'altro che recente. Ne trattarono i primi Padri
della Chiesa e se ne parl poi. Nell'Ottocento, ad esempio, i
romantici francesi ne diedero una descrizione assai colorita, ma non altrettanto storica. Certo, bene o male, se ne parler anche infuturo, poich il disegno di Cristo sembra lungi dall'essere stato attuato nonostante siano passati due millenni. Ben altri ne passeranno perch venga la fine del
mondo.
In Russia la polemica sull'Anticristo data dalla setta degli antinikoniani o Vecchi Credenti, cio da coloro che non
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Testamento, si parli di un essere misterioso che viene chiamato da san Paolo l'empio, ma il Signore Ges lo distrugger con il soffio della sua bocca e lo annientare all'apparire
della sua venuta (2Ts 2,8). Il personaggio espressamente
chiamato da san Giovanni l'Anticristo: Chi il menzognero
se non colui che nega che Ges il Cristo? L'Anticristo colui che nega il Padre e il Figlio (IGv 2,22 e 4,1-3). Del resto,
il dramma finale poi descritto a tinte vivaci nell'Apocalisse,
al capitolo ventesimo. Una precisazione per deve essere subito fatta. Alla fine del mondo e alla comparsa dell'Anticristo,
come subito si vedr, s' pensato non proprio alla fine di un
millennio, piuttosto nei momenti pi difficili per l'umanit a
causa di qualche evento catastrofico di portata mondiale o
quando gli uomini si trovano decisamente schierati in due
campi opposti, in due fronti diversi.
Ma la grande e generalizzata paura fu al sopravvenire del
primo millennio dopo Cristo, come ci dice una storia della
Chiesa, nel volume che tratta dell'Epoca Feudale 888-1057.
Gli uomini del sec. X [...] furono assai meno preoccupati dalla paura dell'imminente fine del mondo. Checch se ne sia
detto, essi non furono punto ossessionati dall'idea che la fine
dovesse capitare nell'anno Mille. La Chiesa, pur mantenendo
il principio che i cristiani devono essere sempre preparati alla
fine del mondo, non ne fiss mai una data. Localmente si
sparsero diverse voci, ma non ebbero che una risonanza assai circoscritta, che si spense ben presto. Per esempio,
Oddone di Cluny, basandosi su un passo dell'Apocalisse, influ a diffondere questa credenza. Taluni predicatori la diffusero ancora intorno al 960 (Oddone era morto nel 942).
La denunzia dell'anno Mille come termine ultimo fu talora
usato da alcuni predicatori per indurre il popolo alla penitenza. A quanto pare per, con l'avvicinarsi della fine del sec. X,
ben pochi si servivano di questo spauracchio. Infatti, nessun
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traduzione dei testi liturgici greci e, col passare degli anni, altri se n'erano introdotti anche nel rituale. S'era tentato di correggerli, ma con ben poco risultato. Solo con Nikon si venne
ad alcune riforme, che per causarono lo scisma dei Vecchi
Credenti (in russo: Starovery o anche Vecchi Ritualisti Staroobriadcy). Nikon, che era sempre stato molto autoritario nel suo modo d'agire, a proposito delle riforme divent
veramente drastico, inimicandosi anche lo zar Aleksej
Mikailovic, oltre che alcuni suoi precedenti sostenitori, fra i
quali bisogna ricordare il celebre protopope (arciprete)
Awakum, autore di una nota Autobiografia, lodata da scrittori come Tolstoj e Gor'kij.
Da notarsi che lo scisma (raskol in russo) non fu causato
da differenze dogmatiche o dottrinali, e neppure per la correzione dei testi liturgici, ma specialmente perch Nikon mut
il modo di farsi il segno della croce (con due dita invece che
con tre), corresse la dizione del nome di Ges, impose di dire tre volte l'Alleluia invece che due, e altri cambiamenti del
genere. Le riforme furono accolte, e quanti s'opposero furono bruciati vivi (cos capit a Awakum nel 1682), mentre il
famoso monastero di Solovetskij, situato nel lontano e desolato nord della Russia, fu sottomesso per solo dopo un assedio durato dal 1668 al 1676. Cos si formarono eremi di
Vecchi Credenti sulle montagne, mentre altri si nascondevano nelle foreste per sottrarsi al regno dell'Anticristo.
NiPskij, professore all'Accademia Teologica di
Pietroburgo, che scrisse un'opera Sull'Anticristo contro gli
scismatici, disse che i Vecchi Credenti, oltre ad altri numerosi errori che avevano, credevano nella dottrina dell'Anticristo,
secondo la quale il figlio della perdizione gi comparso nel
mondo e regna dappertutto, ma specialmente nella nostra
Chiesa ortodossa*. A rinforzare questa opinione Nil'skij adduceva che anche l'arciprete Awakum avrebbe detto alla fine
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IDEM, Tri recy... (Tre discorsi), Sobranie Socinenij] III, pp. 214-15.
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Chiesa di Roma, e soprattutto i gesuiti. Pertanto, Cristo, tornando una seconda volta, distruggerebbe l'ordine prestabilito, sovvertirebbe le coscienze degli uomini. Cristo cos diventa l'eretico per eccellenza, e, naturalmente, dovrebbe finire
sul rogo. Invano il Grande Inquisitore attende una risposta,
una parola di condanna. Invece, fissando gli occhi sul vecchio Inquisitore, s'avvicina a lui e, con grande amore, lo bacia sulle labbra. L'Inquisitore ha un sussulto, colto com' di
sorpresa, apre la porta del carcere e urla a Cristo: Vattene e
non tornare mai pi, mai pi!.9
Questo il punto saliente del lungo capitolo, tralasciando
tante interruzioni del buon AliSa, che obietta a Ivan di descrivere solo la parte peggiore del cattolicesimo. Ma Ivan ha sempre la rivincita rispondendo che Cristo, nella sua prima venuta,
aveva voluto rendere gli uomini liberi. Ed ora lo sono divenuti. Ci costato molto e per quindici secoli abbiamo lavorato
per renderli tali. Ebbene, tu vuoi disfare quanto abbiamo fatto,
svelando nuove cose. Per questo il novantenne Inquisitore
scaccia Cristo, bench nel suo cuore arda il bacio di Cristo.
Dostoevskij per, come si visto altrove, aveva un'ardente ammirazione per Cristo e con parole enfatiche lo scrive alla moglie del decabrista Fonvicin, dicendole che non c'
niente di pi bello, di pi profondo [...] che Cristo, che io
amo con amore geloso. Anzi se mi si dimostrasse che Cristo
fuori della verit e se realmente la verit fosse fuori di Cristo,
preferirei stare con Cristo che con la verit. Nella medesima
lettera per scrive di essere un figlio del suo secolo, un figlio
dell'incredulit e del dubbio. Sono cos oggi e (io lo so), cos
rimarr fino alla tomba.10
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storica, cio la religione del "Terzo Testamento", una concezione che risaliva a quella di Gioacchino da Fiore. Il Primo
Testamento era quello del Padre, e comprendeva il giudaismo e anche il paganesimo; il Secondo era quello del Figlio,
mentre il Terzo era quello dello Spirito Santo. Ogni nuovo
Testamento non annullava il precedente, ma lo perfezionava,
e nel Terzo si sarebbero manifestati l'Eterno Femminino e la
Grande Maternit.
Ovviamente, queste speculazioni teologico-filosofiche
non potevano incontrare l'assenso della Chiesa, bench
possibilissimo che Merekovskij, in fin di vita e in esilio, si sia
accostato ai Sacramenti, e dato che la Chiesa ortodossa
nell'emigrazione cercava di aiutare in tutti i modi questi disgraziati esiliati, essa lo abbia ricevuto nel suo seno.
Di Vasilij Rozanov (1856-1919) stato detto che uno scrittore come lui non si sarebbe mai potuto vedere altrove che
in Russia.14 E infatti uno scrittore cos paradossale come
Rozanov ben difficile trovarlo in qualsiasi altra parte del
mondo. Cominci col fare il filosofo scrivendo un tomo di
pi di ottocento pagine Della comprensione o dell'intendimento, O Ponimanii (1886). Ma il libro fin al macero perch
non interess alcuno. Rozanov fu invece molto pi fortunato
con quello sulla Leggenda del Grande Inquisitore di F. M.
Dostoevskij (1890), che in quindici anni venne ristampato tre
volte. Rozanov forse il primo saggista che interpreti la
Leggenda come una critica al cattolicesimo e al socialismo,
che - secondo Berdjaev - non sarebbe stato che un cattolicesimo secolarizzato.15 Rozanov vi scorse pure la critica del
Cristo storico in nome di una umanit sofferente e peccatrice
a favore di un Cristo ideale, che aveva ben poco a vedere
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Ibid, p. 238.
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trasfigurazione del mondo e l'avvento del Regno di Dio, l'attuazione della verit-giustizia (pravdd) assoluta e l'avvento di
"deli nuovi e terre nuove", dominano talmente il cristianesimo russo che spesso si va a scapito di un moderato e responsabile compito morale di illuminare ed elevare cristianamente la vita terrena: o, perlomeno, non ci si premura di tracciare
un chiaro limite fra questi due fini di genere diverso.20
Con Vittorio Strada poniamo termine a questa introduzione: La storia russa [...]- egli osserva - pi d'ogni altra, sconfigge la teoria del progresso lineare e traccia un itinerario di
sviluppo che non si pu non definire altrimenti che labirintico.21 Mentre noi ci auguriamo che questo sviluppo non diventi anche "apocalittico".
Breve racconto
sull'Anticristo
20
S. L. FRANK, Iz istorii russkojfilosofskoj mysli konca XIX v natala
XXveka. Antologica, Washington D.C. - New York 1955, p. 56. P. Modesto
ha fatto la traduzione italiana, Milano 1977.
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1 , infatti, la prima parola della stanza di una poesia con questo titolo di Solov'v che fu, oltre che un grande filosofo, un buon poeta. Risale
al periodo 1894-95, tempo della guerra cino-giapponese. La poesia fu letta
in un ristretto circolo d'amici, e fu stampata solo dopo la sua morte.
Sobranie Socinenij, XII, pp. 95ss. Il Breve racconto fu tradotto parecchie
volte e in varie lingue, ma, in genere, assieme ad altri scritti di Solov'v.
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2Cor 14,20.
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Chiamarlo? Chiedergli cosa devo fare?. E la triste, gentile immagine sembrava sorgere davanti a lui nelle tenebre. Egli mi
compatisce... No, mai! Non risorto, mai risorse dai morti.
E si gett gi dalla rupe a picco. Ma un qualcosa di flessibile, come una colonna d'acqua, lo sostenne nell'aria, sent
come una scossa elettrica, e una forza arcana lo rigett indietro. Perse coscienza per un momento e, quando ritorn in s,
si trov inginocchiato alcuni passi lontano dall'orlo del precipizio. Vide i contorni di una figura splendente di luce fosforescente e i suoi occhi penetravano la sua anima con la loro
intollerabile, acuta brillantezza.
Vide questi occhi penetranti e ud - non sapendo se venisse da se stesso o dal di fuori - una strana voce, senza tono e
soffocata, tuttavia chiara e metallica e assolutamente senza
anima, come se venisse da un fonografo. La voce gli diceva:
Tu sei il mio figlio prediletto in cui mi sono molto compiaciuto. Perch non sei ricorso a me? Perch tu adori l'altro, il
cattivo, e il padre suo? Io sono il tuo dio e il tuo padre. L'altro, il mendicante, il crocefisso, uno straniero sia a me che
a te. Io non ho altro figlio che te. Tu sei l'unico, l'unigenito,
uguale a me. Ti amo e non chiedo niente da te. Tu sei bello,
potente e grande. Compi la tua opera in nome tuo e non nel
mio, non ne ho invidia, ti amo. Non voglio nulla da te. Colui
che tu consideravi Dio, chiese al suo Figlio un'obbedienza
senza limiti, obbedienza fino alla morte, anche la morte sulla
croce e non l'aiut sulla croce. Io non chiedo nulla, ma invece ti aiuter. T'aiuter per te stesso, per amore della tua dignit ed eccellenza, per il puro e disinteressato amore che ti
porto. Ricevi il mio spirito. Come prima il mio spirito ti gener in bellezza, cos ora ti do la nascita m potere.
A tali parole di questo sconosciuto, le labbra del superuomo involontariamente si socchiusero; i due penetranti occhi
vennero del tutto vicini al suo volto ed egli sent una strana,
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Veramente, alcune pie persone, pur lodando calorosamente il libro, si meravigliavano come Cristo npr^fossejneppure una volta menzionato.. Altri cristiani per replicavano:
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Sia lodato Dio! Nei secoli passati tutte le cose sacre sono state abusate da tanti zeloti che non avevano alcuna vocazione,
e ora che si presenta un profondo scrittore religioso, deve essere molto circospetto. E siccome tutto il libro permeato di
un vero spirito cristiano di un amore attivo e di una benevolenza che tutto abbraccia, che cosa volete di pi? E tutti erano d'accordo su ci.
Subito dopo la pubblicazione del libro La via aperta..., che
fece dell'autore il pi popolare scrittore del mondo, fu tenuta a
Berlino l'assemblea costituente internazionale dell'Unione degli Stati Uniti d'Europa. Questa Unione, istituita dopo una serie
di guerre estere ed interne, collegate con la liberazione del
giogo dei mongoli e che aveva mutato in modo considerevole
la carta dell'Europa, questa Unione era in pericolo di uno
scontro, ora non pi tra le nazioni, ma tra i partiti politici e sociali. I reggitori della politica generale europea, appartenenti
alla potente confraternita dei frammassoni, si rendevano conto
della carenza di una generale autorit esecutiva, tanto che
c'era il pericolo che si frantumasse nuovamente. Nel consiglio
permanente o Comitato Universale (Comit permanerti universet) non s'era raggiunta l'unanimit, perch i veri massoni,
votati alla causa, non avevano la maggioranza dei voti.
Raggiunta con tanta difficolt l'Unione europea, ben presto i
membri formarono separati accordi, col pericolo di una nuova
guerra. Gli "adepti" decisero di istituire un unico potere esecutivo con adeguati diritti plenipotenziari.
Il principale candidato, "l'uomo emergente", era un membro segreto dell'ordine. Era l'unica persona che godesse di
una fama universale. Un dotto di professione nel ramo
dell'artiglieria e socialmente un potente capitalista, ovunque
aveva rapporti amichevoli con il mondo finanziario e militare. In tempi meno illuminati, si sarebbe potuto elevare contro
' di lui la circostanza che la sua origine era circondata da una
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proib la vivisezione e sottopose i mattatoi a una severa sorveglianza; in tutti i modi favor le societ per la protezione
degli animali. Pi importante di questi particolari fu lo stabili\ II Panem et circe
re fermamente per tutta l'umanit l'uguaglianza piJ
mentale: l'eguaglianza della saziet genemteTQuesto fu fatto nel secondo anno del suo regno. La questione sociale ed
economica fu cos risolta una volta per tutte. Ma se il cibo
di prima importanza per gli affamati, quelli che sono sazi domandano altre cose. Anche gli animali sazi vogliono, usualmente, non solo dormire, ma anche giocare. Tanto pi l'umanit, che sempre post panem esige circenses.6 Il superuomo
comprendeva ci che la massa domandava.
In quel tempo giunge a lui in Roma dal lontano Oriente
un grande mago, circondato da un grande alone di fatti strani
e fiabeschi racconti. Secondo le voci che correvano fra i neobuddisti, egli era di origine divina, essendo figliojiel dio jdel
sole Syj^|a-exlLunaJiife:r
Questo mago, Apollonio di nome, senza dubbio un uomo
di genio, per met asiatico e per met europeo, era un vescovo cattolica in partibus infidelium. Egli riuniva in s, in un
modo meraviglioso, una padronanza maestra delle ultime
scoperte e applicazioni tecniche della scienza occidentale
con una conoscenza, sia teoretica che pratica, di tutto ci che
reale e significativo del misticismo tradizionale dell'Oriente.
I risultati di queste combinazioni erano stupefacenti.
Apollonio possedeva, per esempio, la mezzo-scientifica e
mezzo-magica arte di attirare e dirigere a suo piacere l'elettricit atmosferica, tanto che il popolo diceva che egli comandava al fuoco di scendere dal cielo. Del resto, colpendo l'immaginazione della folla con svariati e inauditi prodigi, egli si
asteneva dall'abusare della propria potenza per scopi futili. E
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trovava che nel paese. In Russia assunse una forma pi semplice. Senza diminuire il numero del personale necessario
per i diversi dicasteri e uffici, aveva dovuto rendere pi spirituale la loro attivit, oltre che ridurre al minimo lo splendido
rituale e le norme cerimoniali. Molti usi curiosi che potevano
essere una pietra d'inciampo, bench non aboliti formalmente, caddero in disuso. In tutti gli altri paesi, specialmente
nell'America del Nord, la gerarchla Cattolica Romana aveva
ancora molti rappresentanti con una posizione indipendente,
volont tenace e un'energia infaticabile; questi formavano
l'unit della Chiesa Romana tenuta assieme pi che mai e
preservavano il suo carattere internazionale e cosmopolita.
Quanto ai protestanti, in testa dei quali si manteneva la
Germania, specialmente dopo la riunione di una considerevole parte della Chiesa Anglicana con la Cattolica, s'erano liberati dalle forme estreme, i campioni delle quali erano passati apertamente all'indifferenza religiosa o alla incredulit.
Solo nella Chiesa Evangelica erano rimasti sinceri credenti,
capeggiati da persone che univano ampia erudiziene con
profonda fede religiosa, e tendevano sempre pi a divenire
l'immagine vivente della chiesa primitiva. La Chiesa
Ortodossa russa aveva perso molti milioni dei suoi sedicenti
membri quando eventi politici cambiarono la posizione ufficiale della Chiesa. Ebbe per la fortuna d'essere unita ai migliori elementi dei Vecchi Credenti e anche con molti settari
di tendenza positivamente religiosa. La Chiesa cos rigenerata, mentre non cresceva numericamente, crebbe in potere
spirituale, il che apparve chiaramente nella lotta contro le
sette estremiste, che, impregnate da una demoniaca e satanica forza, si moltiplicavano sia fra le masse che nella societ.
Durante i primi due anni del nuovo regno, tutti i cristiani,
spaventati e stanchi della serie delle rivoluzioni e delle guerre precedenti, avevano un'attitudine verso l'imperatore e le
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sue riforme pacifiche di una decisa simpatia e anche d'entusiasmo. Ma nel terz'anno, quando apparve il grande mago,
molti fra gli ortodossi, i cattolici e gli evangelici cominciarono
a sentirsi inquieti disapprovando quanto si operava. I passaggi dei Vangeli e delle Epistole concernenti il principe di questo mondo e l'Anticristo furono letti con maggior attenzione
di prima e suscitarono vivaci commenti.
Da alcuni indizi, l'imperatore sospett che una tempesta
si addensasse, e decise d'affrettarsi per chiarificare le cose.
All'inizio del quart'anno del suo regno, rivolse un manifesto
ai fedeli cristiani di qualsiasi confessione essi fossero, invitandoli a scegliere o nominare rappresentanti plenipotenziari ad
un concilio ecumenico sotto la sua presidenza. Nel frattempo
egli aveva trasferito la sua residenza da Roma a
Gerusalemme. La Palestina era allora uno Stato autonomo,
popolato e governato soprattutto da ebrei. Gerusalemme era
una citt libera ed ora era diventata citt imperiale. I luoghi
sacri ai cristiani erano rimasti intatti, ma sulla vasta piattaforma di Haram-ash-Sharif, da Birket-Israin e dall'attuale caserma da un lato fino alla moschea El-Aksa e alle "stalle di
Salomone" dall'altro lato, si innalzava un edificio enorme,
che racchiudeva oltre alle due piccole antiche moschee un
vasto tempio "imperiale" per l'unione di tutti i culti e due fastosi palazzi imperiali con biblioteche, musei e speciali luoghi per esperimenti ed esercitazioni magiche. In questo mezzo-tempio e mezza-reggia, doveva aprirsi il quattordici settembre il Concilio ecumenico. Dato che la confessione evangelica non ha un vero e proprio sacerdozio, i prelati cattolici
e ortodossi, in conformit al desiderio dell'imperatore, decisero di ammettere al Concilio un certo numero di laici noti
per la loro piet e la loro dedizione agli interessi della
Chiesa, per dare una certa omogeneit alla rappresentanza
delle diverse parti della cristianit; un volta ammessi i laici,
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parti. Sul suo conto circolavano varie leggende: alcuni assicuravano che era Fedor Kuz'mic risorto, cio l'imperatore
Alessandro I nato circa tre secoli prima;8 altri andavano pi
avanti e garantivano che era il vero Anziano Giovanni, cio
l'apostolo Giovanni il Teologo, che non era mai morto e doveva manifestarsi apertamente negli ultimi tempi. L'Anziano
Giovanni da parte sua non diceva nulla della sua origine e
della sua giovinezza. Ora era un vecchietto di molti anni ma
robusto, con capelli e barba bianchi che tendevano al giallo e
addirittura al verde, di alta statura e di corpo magro, ma aveva
le guance piene e leggermente rosee, occhi vivaci e sfolgoranti, l'espressione buona, nel volto e nella parola: andava
sempre vestito con una tunica bianca e un mantello. A capo
della delegazione evangelica del Concilio stava il dottissimo
teologo tedesco Professor Ernst Pauli. Era un vecchietto
asciutto di media statura, con una fronte spaziosa, un naso
aguzzo, il mento accuratamente rasato. I suoi occhi brillavano
per uno speciale sguardo fiero e bonario. In ogni momento si
fregava le mani, scuoteva la testa, aggrottava terribilmente le
sopracciglia e gonfiava le gote; e con uno sguardo sfavillante
emetteva cupamente suoni interrotti come: So/ Nun! Ja! So
alsoP Indossava un abito da cerimonia: con cravatta bianca e
lunga giacca da pastore, con onorificenze.
L'apertura del Concilio fu imponente. Due terzi dell'enorme tempio dedicato "all'unione di tutti i culti" erano occupati
da poltrone e da alti sedili per i membri del Concilio, un terzo da un alto palco dove, oltre al trono dell'imperatore e un
altro un po' pi basso per il grande mago cardinale e cancel8 Alessandro I (1777-1825) mor quasi improvvisamente nel sud della Russia, mentre il romito Kuz'mic mor nel 1864; alti, invece, lo farebbero
morire nel 1897; ci dice parecchio su questa leggenda.
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possono chiamare loro vero capo e signore, vengano qui accanto. E la gran parte dei prelati dell'Oriente e del Nord, met
dei Vecchi Credenti e pi della met dei preti, monaci e laici
ortodossi salirono sul palco con grida di gioia, guardando di
sfuggita i cattolici che vi sedevano con aria di importanza.
Ma l'Anziano Giovanni non si mosse e fece un profondo
sospiro. Quando attorno a lui la folla si dirad, abbandon il
proprio posto e si spost pi vicino al Papa Pietro e al suo cerchio, seguito dagli altri ortodossi che non erano saliti sul palco.
L'imperatore prese di nuovo a parlare: Cari cristiani! Io so anche che tra di voi ci sono persone per le quali la cosa pi cara
nel cristianesimo lapereonale convinzione nellaverit e la libejrajicercaji^
Non c' bisogno che mi
diffonda ad esprimere ci che penso io a questo riguardo: forse sapete che gi nella prima giovinezza ho scritto una voluminosa opera di critica biblica che a quel tempo fece un certo
scalpore e dette inizio alla mia notoriet. Forse probabilmente
ricordando questo fatto, l'universit di Tubinga in questi giorni
mi chiede di accettare il dottorato in teologia honoris causa.
Ho ordinato di rispondere che accetto con piacere e gratitudine. E oggi, insieme al decreto per la fondazione del museo di
archeologia cristiana io ho firmato anche quello per la creazion^TdTunTsHtuto mondiale;jger la libera ricerca sulla Sacra
Scrittura inTutte le sue parti e in tutte le direzioni possibili e
per l studio di tutte le scienze ausiliarie, con un bilancio^annuale di un milione e mezzo di marchi. Quelli tra voi che hanno a cuore questa mia buona disposizione d'animo e con sentimento sincero possono riconoscermi come loro capo e signore, si avvicinino al neo-dottore in teologia.- E le belle labbra del grande uomo si contorsero lievemente in uno strano
sorriso. Pi della met dei dotti teologi si mossero verso il palco, sia pure lentamente e con qualche esitazione. Tutti volsero
lo sguardo al Professor Pauli, che rimase come incollato al suo
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posto. Abbassava profondamente la testa, si piegava e si contraeva. I sapienti teologi che erano saliti sul palco rimasero
confusi, anzi, uno fece un cenno con il braccio, salt gi dal
palco direttamente in basso accanto alla scaletta e, zoppicando, raggiunse il Professor Pauli con la minoranza rimasta con
lui. Pauli sollev il capo, s'alz con un movimento un po' indeciso, pass accanto ai posti vuoti e, accompagnato dai correligionari rimasti fedeli, and a sedersi accanto all'Anziano
Giovanni e al Papa Pietro con i loro rispettivi gruppi.
La grande maggioranza dei membri del Concilio stava sul
palco, compresa quasi tutta la gerarchla dell'Oriente e
dell'Occidente; in basso erano rimasti soltanto tre gruppetti
uno accanto all'altro, che si stringevano all'Anziano
Giovanni, al Papa Pietro e al Professor Pauli.
L'imperatore si rivolse ad essi in un tono triste: Cosa posso
fare di pi per voi? Strani uomini! Cosa volete voi da me? Non
lo so. Ditemelo voi stessi, i cristiani abbandonati dalla maggioranza dei vostri fratelli e capi e condannati dal sentimento popolare; cosa^gtjDrez^
Tutto spirito e sottile come una candela, l'Anziano
Giovanni s'alz e rispose gentilmente: Grande imperatore!
La cosa pi preziosa nel cristianesimo per noi Cristo stesso,
Egli stesso, e tutto resta in Lui, perch noi sappiamo che tutta
la pienezza della Divinit abita tutta in Lui corporalmente. Ma
da voi pure, mio signore, siamo pronti a ricevere ogni benedizione, solo se potessimo riconoscere nella vostra munificente mano la santa mano di Cristo. Ed eccoti ora la nostra
diretta risposta alla tua questione: Cosa possiamo fare per
voi? Confessa, ora, di fronte a noi, che Ges Cristo il Figlio
di Dio, che venne nella carne, risorse dai morti e ritorner
nuovamente; confessa Lui, e noi ti riceveremo con amore
quale precursore della sua Seconda gloriosa venuta.
Egli tacque, con lo sguardo fisso sull'imperatore. In costui
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fluivano dall'alto da strumenti musicali sconosciuti fino allora, mentre voci angeliche di invisibili cantori glorificavano i
nuovi signori del cielo e della terra.
Frattanto si ud uno spaventoso boato sotterraneo nel lato
nord-ovest del palazzo centrale, sotto il kubbet-el-aruab, cio
la cupola delle anime, dove, secondo la tradizione musulmana,
si trova l'ingresso degli inferi. Quando, su invito dell'imperatore, l'assemblea si mosse verso quella direzione, tutti intesero
chiaramente voci stridule e penetranti - mezzo fanciullesche e
mezzo diaboliche - che gridavano: II tempo venuto, rilasciateci, salvatori, salvatori!. Ma quando Apollonio si approssim
alla rupe e tre volte grid qualcosa in una lingua sconosciuta a
quelli che erano sotto terra, le voci tacquero e il boato cess.
Mentre tutto questo avveniva, un'immensa folla di popolo
circond Haram-ash-Sharif. Quando si fece sera, l'imperatore
con il nuovo papa s'affacci dal balcone orientale, sollev
"un uragano di entusiasmo". Egli s'inchin graziosamente in
tutte le direzioni. Intanto Apollonio trasse da grandi canestri,
portati a lui da cardinali-diaconi, e gett nell'aria splendide
candele romane, razzi e fontane di fuoco che, accendendosi
al tocco della sua mano, si trasformarono in perle fosforescenti e in luminosi arcobaleni. Toccando il terreno, essi si
trasformavano in fogli di carta dai colori pi diversi, con indulgenze plenarie e senza condizioni per tutti i peccati passati, presenti e futuri. L'entusiasmo popolare sorpass ogni limite. Certo, alcuni dissero di aver visto coi propri occhi le indulgenze trasformarsi in rospi e serpenti estremamente
schifosi, ma la stragrande maggioranza era entusiasta.
Festivit pubbliche continuarono per alcuni giorni, e il nuovo
papa, grande operatore di miracoli, ne faceva di tanto meravigliosi e d'incredibili che inutile enumerarli.
Durante questo tempo i cristiani andati sulle colline deserte attorno a Gerico si dedicarono al digiuno e alla preghiera.
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Michelina Tenace
L'Anticristo:
il racconto del falso bene
Introduzione
Nel 1900 Solov'v pubblica il suo ultimo libro Tre dialoghi sulla guerra, il progresso, e la fine della storia umana,
dove inserito il Racconto dell'Anticristo. L'autore scrive
questo testo alla fine della sua vita, tra l'ottobre 1899 e il
maggio del 1900, pochi mesi prima di morire (luglio 1900).
Scrive quando sente che l'immagine della pallida morte ormai non tanto lontana [gli] consiglia sommessamente di non
rimandare e, nonostante i molteplici difetti della sua opera,
la fa uscire col grato senso di aver compiuto il dovere morale.1 Dal punto di vista letterario, questo scritto risulta come il
pi importante e fu accolto subito come un capolavoro.2
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Af. Tenace
Ibid., p. 190.
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M. Tenace
L'opera dell'Anticristo presentata come l'archetipo narrativo della falsa salvezza. Gi Cirillo di Alessandria insegnava che l'Anticristo finger di avere le virt cristiane, la pia clemenza e la filantropia per vincere con le sue magie malefiche.13 La grandezza di Cristo non si riduce alle sue virt morali che lo mettono al livello di Buddha e di altri profeti, come l'opera di Cristo non delimitabile all'ambito della soluzione dei conflitti. Il Racconto dell'Anticristo non dunque
una descrizione aneddotica di ci che si verifica nella storia,
ma una scommessa di discernimento dentro di noi sulla defalsificazione dei nostri riferimenti a Cristo. Ci sono dei criteri
per non prendere Cristo per quello che non e per non
prendere ci che ci si presenta come occasione "buona", come indizio cristico.14 Per cui, non solo nel fare, ma anche
nell'essere, l'Anticristo appare come la figura del Falso: il
Falso sia della persona che dell'opera di Cristo.
^
che abusa dei divino
in s abusando dell'umano,15 abuso che si pu manifestare in
tanti modi: amor proprio sconfinato, ragionamenti senza scopo e desideri sensuali senza misura,16 ossia tutto ci che l'anima viene stimolata a vivere una volta staccata da Dio mentre
14 A. Joos, Appunti di lezioni. Solov'v e Cristo: cogliere il mistero cristico smascherando l'Anticristo dentro di noi. Introduzione. Un modo per accertare l'insostituibilit di Cristo: capire la leggenda dell'Anticristo, s. d, p. 3.
naie, ma anche l'orizzonte del compimento della storia umana e ha nel Cristo il suo criterio assoluto. Il Racconto
dell'Anticristo fa vedere in modo narrativo convincente
quanto facile allontanarsi da Cristo scegliendo il bene e
non Cristo, per cui definire il bene e il male secondo la fede
cristiana rimanda necessariamente alla persona e all'opera di
Cristo. Il bene (come il bello e il vero) pu ingannare se non
ci rende conformi a Cristo e pu anche nascondere un suo
tradimento. Come distinguere allora tra vera e falsa bont?
Quale bont? Non cos semplice. Facile invece in questo
campo essere dei falsali.10 Se c' un bellezza che non salva
ma lega alla materia e se c' una verit che non salva perch
divinizza l'idea, c' anche un bene che non salva perch assolutizza la perfezione invece della relazione. Persine l'unit
pu essere un inganno. C' un'unit che non salva perch diventa sistema di sicurezza e non compimento della comunione amorosa. La salvezza attuata dall'Anticristo una parodia,
salvezza intesa come annullamento esteriore dei conflitti e
quindi falsificazione dell'intero ethos cristiano, falsificazione
della vita e dell'essere stesso.11
Anche una certa politica di unit svela alla fine l'inconsistenza di tutto ci che non unito da, per e con Cristo. Secondo
Solov'v, l'unit si realizza quando il centro dell'essere umano
si unisce con l'essere vero, quando passa nel mondo trascendente assoluto.12
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.,0
A.
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17 Ibid.,p.7Q.
18 S. BULGAKOV, Dva grada, Moskva 1911, tr. it. Le due citt in ID., //
prezzo del progresso, Casale Monferrato 1984, p. 168.
M. Tenace
21 D. STREMOUUKHOFF, L'Apocalypse in Vladimir Soloviev et son oeuvre messianique, Lausanne (1975), p. 281.
22 N. BERDJAEV, Istoki i smysl russkogo kommunizma, Paris 1938, tr. it.
Il senso e le premesse del comunismo russo, Roma 1944, p. 117.
23 Cf M. TENACE, La bellezza unit spirituale, Roma 1994, pp. 63-96.
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l'Anticristo, quale grande ed estremo ingannatore e contraffattore della verit,36 porta falsit (eresia) che intacca la Verit che
Cristo. Per ingannare usa la seduzione, facendo prodigi sensazionali per farsi accettare come figlio di Dio. Apparir, spacciandosi per figlio di Dio, l'ingannatore-del-mondo e far segni e prodigi e la terra sar consegnata nelle sue mani [...]
quelli che per persevereranno nella loro fede saranno salvati.37 Per cui, essere eretico era la cosa peggiore che potesse accadere:38 la persona si ritrova nel campo opposto a Cristo, diventa seguace dell'Anticristo, cio un essere dannato.
L'aspetto dogmatico sintetizzato in modo forte da Policarpo
di Smirne: Chiunque non confessa che Ges Cristo venuto
nella carne un anticristo. E chi non confessa la testimonianza
della croce dal diavolo. E chi rigira i detti del Signore secondo le proprie voglie e dice che non c' risurrezione n giudizio
un primogenito di Satana.39
Con Ireneo di Lione, la tematica dell'Anticristo mette insieme le diverse tradizioni, unificando tutti i dati scritturistici.
Ireneo considerato il primo autore che offre un'ampia40 trattazione del tema e formula elementi che per secoli costituiranno la base di ogni trattazione dell'argomento.41 L'eresia l'ap-
35 !Gv2,lS.
40 Cf Adversus Haereses, I, 13,1; HI, 16,5; III, 16,5-8; III, 7,2; IV, 29,1;
V, 25-30.
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34 !Gv2,22.
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da per tutti sarebbe: quali sono i criteri della regalit che segner una novit nella storia dell'umanit e che merita di essere attesa, riconosciuta e adorata?
Questo brano del vangelo come la risposta o parabola opposta al Racconto dell'Anticristo, dove Solov'v mette in rilievo
le caratteristiche del regno che l'umanit identifica con il compimento delle attese: la pace, la giustizia, la buona organizzazione, la saziet. Chi cerca tale regno lo potrebbe anche vedere, ma tale regno pu portare, insieme alla falsificazione dell'essere, la falsificazione della vita e costituire quindi un rinnegamento di Cristo: l'opera di Cristo si riconosce da quei segni che
rivelano la sua Persona come Dio e la vocazione dell'uomo alla
vita eterna con Dio. L'opera dell'Anticristo si riconosce dai prodigi strabilianti che seducono ma che non possono eliminare
la morte n rinvigorire o rinnovare la vita.48 Essere uomo ed
essere mortale sono sinonimi [...] se cos, il superuomo deve
essere vincitore della morte, liberare s e l'umanit (dalla morte) [...] realizzare quelle condizioni nuove che permetteranno o
di non morire o, se si muore, di risuscitare.-49
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colui che l'umanit aspettava. Il criterio di discernimento e di riconoscimento per i primi discepoli stato la risurrezione, e
quindi la passione. Cio il suo amore che si espresso cos e
che cos ci verr di nuovo rivelato.
Non a caso quindi, il superuomo del racconto di Solov'v
nega proprio lav risurrezione, rifiuta la compassione di Cristo
che lo rivela cos altamente divino. La triste, gentile immagine sembrava sorgere davanti a lui nelle tenebre. "Egli mi
compatisce... No, mai! Non lo fece, mai risorse dai morti." E
si gett gi dalla rupe a picco.53
Negando la risurrezione, si nega l'amore di Dio, cio il
contenuto della salvezza. Pi della categoria della sola salvezza o della liberazione che possono ingannare (vedi tutte
le ideologie o pseudo-religioni che abusano di tali promesse), l'amore non pu essere vissuto senza riconoscere o aderire a Cristo nel senso che, esplicitamente o no, l'amore ci
rende cristoformi, ci fa simili a colui che doveva amare fino a
rinunciare ai privilegi della sua divinit, per rivelare che
l'amore la realt pi divina. Nel Racconto, l'amore la caratteristica pi estranea all'Anticristo.
Non confessare Cristo significa non confessare la sua divinoumanit (la sua persona) e il suo amore (la sua opera)
espressa nella morte e risurrezione.
Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Ges Cristo venuto nella carne da
Dio: ogni spirito che non riconosce Ges non da Dio.
Questo lo spirito dell'anticristo (IGv 4,2-3). Riconoscere
Ges, nella terminologia di Giovanni, significa riconoscere
che egli il Signore, il Figlio di Dio, il Lgos incarnato. Il
Cristo vero uomo e vero Dio, morto e risorto, la nostra
53 Kratkaja povest' ob antichriste, in Sobr. Soc. VI. Solov'eva, X,
Bruxelles 1966, p. 200, tr. it. in questo stesso volume alla p. 43.
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del peccato originale che consisteva nel cercare la divinizzazione fuori di Dio. Il peccato della falsificazione della salvezza
consiste nel sostituire la persona che salva nell'amore con le
cose che appagano dalla paura della morte. Far sparire la difficolt spesso l'illusione di chi crede che la difficolt, e non la
mancanza di ampre, sia causa della sua infelicit.
Alla fine, non confessare Cristo significa non confessare
l'uomo per quello che , non confessare la divinit dell'uomo
che si realizza nell'amore. L'uomo immagine e somiglianz di
Dio immagine dell'amore di Dio.56 Dio amore significa che
l'amore di Dio rende degno d'amore chi non degno d'amore; che amore capace di creare l'amore. Ancor pi, Dioamore significa che Dio soffre finch non rende anche me
pienamente degno d'amore.57 Essere amato da Dio innalza
l'uomo al livello di questo amore: Dio non parla che con gli
di; Dio diviene uomo perch l'uomo diventi dio [...] e allora
l'uomo-dio si vede capace anche di amare veramente, a immagine dell'amore divino.58
3- La prova dell'Anticristo
L'avvertimento del Racconto dell'Anticristo serio: la difficolt non sta nel distinguere il bene dal male. Ma nel bene,
come distinguere ci che salva da ci che non salva? Il peccato originale stesso non avvenuto nella decisione di scegliere fra bene e male. Ma fra bene secondo l'ottica di Dio e
56 S. BULGAKOV, Svet nevecernij, cit., p. 271. L'uomo non poteva realizzare e credere in se stesso la somiglianz con Dio che in virt dell'amore.
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58 P. EVDOKIMOV, Dostoevski] di fronte all'ateismo, in AA. Vv., L'ateismo contemporaneo, III, Torino 1969, p. 209-
61 O. CLMENT, Apocalypse et transfiguration chez les philosophes religieux russes, in Cahiers Saint Jean de Jrusalem, n. 9, p. 143.
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63 O. CLMENT, Apocalypse et transfiguration cbez les philosophes religieux russes, cit., p. 142.
64 A. BESANGON, La falsification du Bien, Soloviev-Orwell, Paris 1985,
p. 218.
65 F. SBAFFONI, Testi sull'Anticristo. Secolo III, II, Firenze 1992, p. 12.
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che il bene. Tale opera fatta senza Dio non pu essere che
una falsificazione del bene.69
Avendo percorso con sincerit tutte le attese possibili
(compreso il sogno della teocrazia), Solov'v arrivato a capire che la vittoria di Cristo non avverr per logico processo storico e che non si compir con un happy-end, ma che sar necessario il travaglio e la confessione di fede autentica purificata
nella sofferenza a causa di Cristo. Ma questa sofferenza ancora
non sarebbe sufficiente senza un incondizionato riconoscimento di Cristo e un personale intervento di Dio nella storia.
Riguardo al materialismo
Ricordiamo soltanto che Solov'v denuncia dal punto di
vista filosofia) l'inconsistenza, l'insufficienza, la decisiva caduta del materialismo teorico,71 in quanto lascia le domande
69 D. STREMOUUKHOFF, L'Apocalypse in Vladimir Soloviev et son oeuvre messianique, cit., p. 294.
70 Sobr. Soc. Vi. Solov'va, Vili, Bruxelles 1966 p. 311. L'idea del superuomo uno scritto del 1899. Cf la traduzione francese in J. SEVERAC,
Vladimir Soloviev. Introduction et cboix de textes, cit., pp. 205-214.
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Riguardo a Tolstoj
La posizione di Solov'v nei confronti di Tolstoj pi complessa. I due sono contemporanei, hanno avuto un influsso
notevole sulla societ russa del loro tempo anche come pensatori impegnati nella trasformazione della societ e della cultura russa. Per esempio ambedue, in nome della fede cristiana, hanno chiesto la grazia per gli assassini di Alessandro III;
ambedue hanno osato criticare la chiesa gerarchica e si sono
lamentati dell'inoperosit dei cristiani. Hanno fatto proposte
concrete di cambiamenti e si sono messi in prima linea per attuarli. Basta ricordare le mense popolari organizzate da
Tolstoj, la campagna di sostegno agli Ebrei lanciata da
Solov'v. Eppure Solov'v e Tolstoj sono rappresentanti di
71 Kratkaja povest' ob antichriste, cit., p. 197, tr. it. in questo stesso
volume alla p. 39.
72 Sobr. Soc. Vi. Solov'va, III, Bruxelles Ig66,.p. 14.
73 Tri reci vpamjat' Dostoevskago, cit., tr. it. cit. % discorsi in memoria di Dostoevskij.
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due linee di realizzazione della fede cristiana fra di loro lontanissime. La loro disputa tipica di molte altre dispute nella
chiesa. Uno vede il fare e l'altro Tessere, uno vede le opere,
l'altro vede la grazia, uno vede il quaggi, l'altro il lass ecc.
Ora, che il regno di Dio non di quaggi, Solov'v lo ha capito a sue spese e nel conflitto con Tolstoj rivela la solidit
della sua sintesi teologica e spirituale giunta al fondo nella ricerca di comprensione delle antinomie della fede.
Si pu dire che ci che opponeva questi uomini la loro visione del mondo: laica per Tolstoj, cristocentrica e divinoumana per Solov'v. Uno negava la divinoumanit di Ges, l'altro
la estendeva a tutta l'umanit [...]. Tolstoj liberando il cristianesimo dal dogma ne fa una morale.74 Ora, proprio la morale pu
diventare una menzogna sistematica, un cristianesimo senza
Cristo, il che equivale ad uno spazio vuoto.75 Ecco allora il vero punto della differenza: tenendo conto della contaminazione
dell'atmosfera morale con la menzogna sistematica, la coscienza della societ reclama a gran voce che il male venga chiamato col suo vero nome e perci bisogna non confutare una falsa religione ma smascherare un reale inganno.76
Il confronto77 pu essere esplicitato attraverso ci che
ognuno ritiene centrale nel cristianesimo. Solov'v sostiene
che il cristianesimo ha per nucleo:
- la divinoumanit di Cristo, della Chiesa, di ogni uomo;78
- la risurrezione di Cristo.79
74 D. STREMOUUKHOFF, L'Apocalypse in Vladimir Soloviev et son oeuvre messianique, cit, p. 285.
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76 tbtd.
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Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo (Gv 11,27).
Sant'Ignazio, nella terza regola del discernimento della
seconda settimana85 dei suoi Esercizi spirituali, raccomanda
un continuo discernimento, non solo tra bene e male, ma tra
bene promosso dal nemico della natura umana e bene operato in noi da Dio stesso. Cos la pace, che nell'uomo pu
essere tanto segno di crescita nello spirito, quanto segno del
Nemico intenzionato a lasciare l'anima nella sonnolenza del
peccato, per cui il segno dell'azione dello spirito buono, in
questo caso, l'inquietudine, il turbamento.
La verit separa, mette da parte (non forse l'etimologia
di "santo", colui che messo da parte?). Bisogna allora considerare il fatto che ci pu essere una pace non cristiana,
quella dell'appiattimento della saziet, e una lotta cristiana,
quella che si innalza sul cadavere dei nemici che ha ucciso,
cio delle sue proprie passioni personali.86 Come conferma
di questo fatto, il personaggio dell'Anticristo nel racconto, a
un certo momento della sua missione, si sente direttamente
ispirato (da quale spirito?) per scrivere la sua opera pi importante con un titolo significativo: La via aperta verso la
Pace e la prosperit universale, sintesi universale di conciliazione di tutte le contraddizioni umane. Ma questo lo scopo
della pace promessa da Cristo? Cosa voleva dire quando ai
discepoli promise di dare la pace aggiungendo per "non come la da il mondo" (ffv 14,27)?
e) Distinguere tra bene e bene
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ce di una nuova religione dell'umanit. Ma l'inganno della politica pu essere ancora pi sottile: in politica infatti non tanto la menzogna che efficace, quanto la verit. La verit inganna e disarma pi che la menzogna.94 Perci la tentazione
del movimento dell'Anticristo si presenter all'umanit non
nelle sembianze di un lupo malvagio, ma nella veste di un uomo ispirato dagli ideali pi nobili e capace di incarnarli nella
vita in forme allettanti ed eticamente incensurabili. Per la sua
essenza sar sempre la stessa: creare forme sociali basate sulla
sottomissione all'uomo come Dio.95
Riguardo a Nietzscbe
II superuomo (di Nietzsche o di chiunque promuova una
visione di umanit che possa essere "super" in riferimento alla
sola umanit) evoca il pericolo pi grande secondo Solov'v,
in quanto presenta una perversione dell'idea cristiana della divinoumanit, della realt dell'uomo creato ad immagine di Dio
e quindi chiamato ad una pienezza che sia divina e umana insieme. L'uomo, secondo il cristianesimo, il supremo grado
dell'essere, superiore alla gerarchia angelica [...]. L'uomo "figlio di Dio". La specie umana non pu essere superata da una
nuova razza, da quella di un superuomo [...]. Se c' qualcosa di
esoterico nel Cristianesimo, non certo la nozione che l'uomo
un prodotto dell'evoluzione cosmica suscettibile di essere
superato da essa, o che un nuovo eone universale si manifester sotto il segno di una nuova razza sovraumana, bens
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Lafigura deWAnticrsto:
falsificazione della persona e dell'opera di Cristo
Ci sarebbero vari piani di lettura possibile di questo "falso"
o "contro" o "anti" Cristo. Proponiamo alcuni ambiti pi significativi: il credere (ambito in cui l'amore verifica il bene); il fare
(ambito in cui il servizio verifica della grandezza); l'opera
(ambito in cui la riconciliazione in Cristo verifica dell'unit).
1. Il credere: amore-bene
Se possedessi la pienezza della fede [...] ma non avessi
l'amore, non sono nulla (ICor 13,2), dice San Paolo e, come
a conferma, Solov'v scrive ogni ente ci che esso ama.100
Ora, il superuomo era stato sempre un convinto spiritualista
e la sua chiara intelligenza gli aveva sempre indicato la verit
di ci che si doveva credere: il bene, Dio, il Messia. In ci
egli credeva. In realt amava solo se stesso.101
La domanda che affiora in questa affermazione non una
domanda di fede: come gli spiriti immondi che dicono a
Cristo Tu sei il santo di Dio, l'Anticristo ha la fede in Dio, ha
la conoscenza, ma non ha l'amore. Ma solo l'amore pu raggiungere Dio in questa vita, la conoscenza non lo pu.102
Senza amore, nonostante il possesso di tutto il resto, persino
il credente un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna (ICor 13,1). Niente giova, n a lui n agli altri. A lui non
giova niente, perch senza l'amore non pu riconoscersi
amato da Dio. Infatti, non a caso l'Anticristo non sopporta
100 Ctenija o Bogocelovecestve, in Sobr. Soc. Vi. Solov'va, III, Bruxelles
1966, tr. it. parziale Lezioni sulla divinoumantt, Milano 1971, p. 103.
101 Kratkaja povest' ob antichriste, cit., p. 198, tr. it. in questo stesso
volume alla p. 40.
102 Cloud ofUnknowing, capitolo 8.
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106 Kratkaja povest' ob anticbriste, cit., p. 198, tr. it. in questo stesso
volume alla p. 42.
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di conseguenza respingono la tesi che l'abnegazione e il sacrificio siano componente centrale dell'amore.110
L'argomento che usa Satana nell'atto di convincere al rinnegamento di Dio gioca proprio sulla promessa di un bene
senza sacrificio. Colui che tu consideravi Dio, chiese al suo
Figlio [Cristo] un'obbedienza senza limiti, obbedienza fino alla morte, anche la morte sulla croce e non l'aiut sulla croce.
Io non chiedo nulla, ma invece ti aiuter.111 L'argomento
dell'uomo di fede tutt'altro: il servo non pi del suo padrone: Tu ci hai insegnato soltanto due cose, Cristo
Salvatore: la fede e l'amore. Tramite la fede l'intelletto si avvicina al Verbo: tramite l'amore si unisce a Lui. Pi si avvicina,
pi aumenta in potenza. Pi ama, pi viene fortificato nella
sua luce... tu non ci convinci di altro che di credere e non ci
comandi altro che di amare. Cosa c' di pi facile che credere in Dio? Cosa di pi dolce che amarlo?112
1101. VACCARINI, La condizione "postmoderna": una sfida per la cultura cristiana, in Aggiornamenti sociali, febbraio 1990, p. 124. Interessante
la seguente affermazione: Secondo l'ideologia individualista, l'io completamente libero da vincoli, e peculiarmente da vincoli dettati da un fine
morale e stabile. La base teorica di questa libert l'assunto che non esiste
alcun criterio oggettivo di discernimento del vero e del falso, del bene e
del male; pertanto sono soltanto i nostri sentimenti a poter fungere da guida morale alle nostre azioni. L'io si trova dunque atomizzato, e indotto a
scavarsi una nicchia in cui ricercare l'auto-espressione e adottare un proprio stile di vita. All'interno di questa nicchia, l'io illimitatamente libero;
per contro, tutto ci che all'esterno di questa nicchia gli fondamentalmente indifferente. Ma, a ben vedere, l'indifferenza permea l'io anche
nella sua nicchia privata: infatti la nozione di un io assolutamente libero
conduce all'esperienza di un io assolutamente vuoto. Cio ad una identit
destrutturata e frammentata.
Ili Kratkaja povest' ob antichriste, cit., p. 200, tr. it. in questo stesso
volume alla p. 45.
112 NICOLAS DE CUES, Le tableau ou la vision deDieu, Paris 1986, p. 71.
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2. Il fare: servizio-grandezza
II personaggio dell'Anticristo, guardandosi allo specchio,
dice a se stesso: Tu sei bello, potente e grande. Compi la tua
opera in nome tuo e non nel mio.113 Come non collegare
questa frase con il non serviam dell'Angelo decaduto?
Compiere l'opera nel proprio nome significa appropriarsi dei
beni ricevuti e falsificare la direzione della storia. Significa
usare la creazione e i doni di Dio non in funzione dell'opera
di salvezza, non in collaborazione con il progetto di redenzione, non in sinergia di amore, ma in opposizione al
Creatore. Si tratta dell'atto descritto nella Sacra Scrittura come
inizio della rovina dell'umanit, quando, davanti al giardino
dell'Eden, la tentazione ha spinto l'inganno fino a fare credere che si pu diventare come Dio (questa l'opera di Dio)
compiendo l'opera in nome proprio, con i mezzi messi a disposizione da Dio.
Si adempie cos la parola di Cristo: Io sono venuto in nome
del Padre mio e non mi ricevete; se un altro verr in proprio
nome, lo riceverete (Gv 5,43). Infatti, per essere accolto bisogna essere piacevole*,114 afferma il Superuomo del Racconto.
Non servire l'opera di un altro... Ma il Salvatore dell'umanit, Cristo, viene annunciato come "il Servo". Non solo: sua
Madre, ricevendo l'annuncio di partorire il Figlio di Dio, si dichiara "Serva del Signore", madre di Colui che si metter come servo di tutti al servizio di tutti gli uomini, dai pi indegni
ai meno capaci per promuoverli alla dignit di figli. Tale servizio il criterio essenziale della grandezza dell'uomo, come
afferma Giovanni Paolo II in pi occasioni. infatti pi grande colui che serve, perch nell'ottica del Vangelo la grandez113 Kratkaja povest' ob antichriste, cit., p. 200, tr. it. in questo stesso
volume alla p. 45.
114 Ibid., ed. russa cit., p. 202, tr. it. cit. p. 47.
Ili
110
L'Anticristo
za la capacit del dono di s.115 Chi vuoi essere il pi grande tra voi si far vostro servitore e chi vuoi essere primo tra
voi sar servo di tutti (Me 10,44). Il servire esige infatti una
tale libert, una tale pienezza di amore che in questo senso si
pu capire come servire regnare.116 Per poter servire degnamente ed efficacemente bisogna possedere quelle virt
che rendono possibile il dominio di s (RD 21). L'Anticristo
non serve perch non pu dare la sua vita, non pu trasmettere ci che non ha, cio Pamore. Il suo servizio rimane estraneo al servizio predicato da Cristo, il quale non certamente
un mero servizio umanitario. N la comunit dei discepoli di
Cristo un'agenzia di volontariato e di aiuto sociale... No. Si
tratta di molto di pi. La radicalit, la qualit e il destino del
servizio al quale siamo chiamati si inquadra nel mistero della
Redenzione.117
Da questo punto di vista, solo Dio il Servo vero e perfetto, perch solo Lui poteva compiere il servizio per eccellenza, l'atto della Redenzione. Il Figlio dell'uomo infatti venuto
115 Redemptor Hominis, 21.
IlCf Giovanni Paolo II nella Mulieris Dignitatem. Archetipo della
personale dignit del servizio Maria, archetipo della consapevolezza di
essere creatura in rapporto con Dio (MD 5). Inoltre la parola "serva" si
iscrive nelFintera prospettiva della storia della Madre e del Figlio. Difatti,
questo Figlio, che vero e consustanziale "Figlio dell'Altissimo", dir molte
volte di s, specialmente nel momento culminante della sua missione: "II
Figlio dell'uomo... non venuto per essere servito, ma per servire" (Me
10,45). Dal suo servizio scaturisce una nuova dignit per l'uomo: il servo
verr chiamato amico perch colui che comanda come colui che serve.
proprio questo servizio a costituire il fondamento stesso del Regno, in cui
"servire vuoi dire regnare". Cristo, "servo del Signore", manifester a tutti
gli uomini la dignit regale del servizio, con la quale strettamente collegata la vocazione di ogni uomo.
117 Giovanni Paolo II, Omelia 6, 20.8.1989 a San Giacomo di
Compostella.
M. Tenace
per servire e dare la vita (Me 10,45) e chiunque serve partecipa di questo dono, partecipa dell'opera di Cristo che ha riconciliato in s tutte le divisioni con la sua morte e risurrezione. L'Anticristo, gridando No, mai! Non risorto, mai risorse
dai morti,118 urla il suo rifiuto della Pasqua, la sua natura di
anti-Cristo decifrabile nei modi in cui lo stesso apostolo
Pietro stato tentato di pensare: una salvezza che non passi
dalla croce, dalla sofferenza, dal dono di s per la risurrezione un pensiero diabolico! Lungi da me, satana! Tu non
pensi secondo Dio (Me 8,33).
119 Ducbomyja osnovy ziznt., tr. it. cit., p. 83120 Cf La Sopbia, in CENTRO ALETTI (a cura di), Dalla Sofia al New Age,
Roma 1995, pp. 265-266.
112
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L'Anticristo
M. Tenace
vuoi far negare questo non pu che essere "anti"-Cristo; chi sostituisce la persona di Cristo con i doni ripete l'atto di appropriazione dei doni svuotandoli del loro significato: il prezzo da
pagare sostituire il Cristo con l'Anticristo.
Da qui forse si pu capire la scelta radicale di Dostoevskij
espressa in quella famosa frase: se qualcuno mi avesse provato che Cristo sta al di fuori della verit, e se la verit stesse
realmente fuori di Cristo, preferirei essere con Cristo e non
con la verit.126 L'Anticristo del Racconto identifica la verit
con il Magistero, la Sacra Scrittura, la Tradizione: questa verit, o dono da cui vengono altri doni derivati dalla fede in
Cristo, o, come verit assoluta, staccata da Cristo, n il
Magistero, n la Sacra Scritturarne la Tradizione portano la
salvezza. Anzi, ogni dono assolutizzato pu persino portare a
sconfessare Cristo. Ecco al suo culmine la parodia del cristianesimo ogni volta che viene perso o negato il suo riferimento
alla persona di Cristo. Anche nel dare e nel ricevere benefici
si pu rimanere nell'ombra della morte, dell'egoismo, del
peccato... Il donatore chiede subito di essere riconosciuto come colui che da e che merita di essere confessato come
Signore; chi riceve non riconciliato nella relazione: appagato. La vera riconciliazione frutto dello Spirito Santo, frutto
della conversione e non conseguenza logica di un atto di
chiarificazione fra parti avverse.
Nessun ragionamento, nessuna pressione pu suscitare
"l'amore del nemico" che ci chiede Cristo per una perfetta somiglianz a Lui nella divinit. La riconciliazione, secondo
Solov'v, non questione di cedimenti o di compromessi,
bens dell'eliminazione della causa interna di questa lotta
grazie ad una riconciliazione spirituale operata sul terreno
114
115
L'Anticristo
puramente religioso. Senza conversione personale, senza ritorno a Cristo, la pace un'illusione di poco prezzo, di poca
consistenza e di poca durata.
Banalizzare le differenze fra confessioni cristiane o fra religioni il presupposto che permetter all'Anticristo di instaurare una nuova religiosit del tutto sincretista. Solov'v
presenta l'epoca in cui appare l'Anticristo come un tempo in
cui avviene una profonda penetrazione religiosa reciproca
delle idee occidentali europee e delle idee orientali. Epoca di
sincretismo religioso, in cui le societ segrete si danno tanto
da fare da riuscire ad organizzare un'unione di stati democratici in cui la cultura esteriore sembra fiorire e in cui la religiosit unificata e liberalizzata. Il materialismo ideologico ha
finito di affascinare, rimane il materialismo pratico della ricerca della saziet, condito di un certo spiritualismo.
Determinato ad essere un vero capo religioso, l'Uomo
Nuovo deve avere anche una proposta nuova, un messaggio
nuovo, una sua buona novella. Infatti comincia l'opera di diffusione del suo messaggio scrivendo un libro intitolato La via
aperta verso la pace e il benessere universale, opera che verr
accolta come rivelazione della verit totale e che procura all'autore la gloria e la fama necessarie alla realizzazione del suo piano di salvezza universale.
Lo sfondo chiaro: non pu mancare nella societ un riferimento al religioso, comunque esso sia. L'uomo un essere
religioso: vi possono essere persone non religiose o anche antireligiose, ma non "extra"-religiose, in forza della stessa natura
metafisica dell'uomo, della sua spiritualit e della sua libert,
da un lato, e della sua limitatezza creaturale, dall'altro.127 Pu
essere per promossa una religiosit senza Dio, una religiosit
gestibile dall'uomo e visibile nei suoi effetti immediati. Per
127 S. BULGAKOV, Dva grada, cit., p. 166.
116
M. Tenace
questo necessario sviluppare nell'uomo quei doni "soprannaturali" che possono fungere da pseudo-religione. Il ruolo
della magia consiste in questo. Forte di questa possibile sostituzione, un mago convince gruppi di Chiesa, dovunque la fede in Cristo superficiale, astrattav<tovunque la fede non relazione, e dovunque la conoscenza del Vangelo incapace di
rendere conto della speranza proclamata. L'ambiguit intorno
aHa magia, all'esercizio dei poteri cosiddetti "soprannaturali"
tale che anche un cristiano non vede sempre la differenza tra
fede e parapsicologia, magia, miracoli ottenuti con la manipolazione delle forze umane. Ma come Cristo ha i suoi ministri e
sacerdoti sulla terra che compiono l'opera di Cristo, cos la magia ha i suoi adepti che imitano il sacerdozio e le opere di bene e si mettono, come istituzione, al servizio del potere civile.
Rimane allora l'arma della convinzione o della persecuzione.
Ora, per dare un posto al religioso nella vita sociale, non
basta diffondere una religiosit nuova, bisogna anche sradicare quella tradizionale che continua, nella sua fedelt a
Cristo, a rappresentare un potere sovversivo. L'Anticristo trover i cristiani divisi e consci del peccato che rappresenta la
divisione, sicch lui potr approfittare della divisione per valutare la sua proposta di unit e farsi riconoscere come salvatore anche nel campo della riconciliazione ecclesiale.
A questo punto interessante notare che, pochi anni prima
della sua morte, Solov'v presenta la divisione quasi come un
bene e la proposta di unione come un possibile male se dovesse appiattire ci che di profondo e di spirituale nasconde la fatica storica di essere diversi in Cristo. Quasi a dire felice colpa
della divisione! Almeno cos i cristiani hanno imparato dalla
storia che non ci si pu appropriare della verit di Cristo, che
Cristo non sta automaticamente da una sola parte, Li divisone
la ferita della storia, ma anche il luogo che permettert di rl
117
L'Anticristo
M. Tenace
Dio. la citt del primo concili, la citt che nel simbolismo della Nuova GerusalQHime dice l'attesa religiosa che vi
eternamente legata, attesa della definitiva manifestazione
della Signoria di Dio.
. Iqolte ip concilio, secondo la tradizione cristiana, veniva
in genere convocato per definire punti di fede comune, per ricordare la fede a chi se ne sta allontanando. Non ha senso un
concilio per ricevere ciascuno il suo, piuttosto per rinunciare al
proprio in nome di una verit che la Chiesa, come comunione
di pi chiese attraverso la presenza dei rispettivi rappresentanti,
riesce ad individuare, a volte a fatica, come verit di Cristo.
La convocazione del concilio sotto l'autorit dell'Anticristo
nel Racconto avviene per i pochi cristiani rimasti ancora a guardare da quale parte della storia bisogna essere per non tradire
Cristo. La Sacra Scrittura ha ancora il potere di confermare in loro una sottile sfiducia nei confronti di questo Benefattore universale. La domanda che loro si fanno sempre attuale per tutti: come smascherare, in nome di Cristo, chi dice di voler fare
opere di bene? In nome di quale alternativa professare una fede
che, mentre confessa la venuta del Regno di Dio, sconfessa chi
ha mezzi per promuovere la realizzazione di ci di cui fatto
questo regno: la pace, la giustizia, l'uguaglianza, il pane e il lavoro, la cultura? Solov'v aveva gi scritto nelle sue Lezioni sulla Divinoumanit, tanti anni prima del Racconto, che il cristianesimo ha un suo proprio contenuto indipendente da tutti questi elementi che entrano a farvi parte, e questo suo contenuto
specifico unicamente ed esclusivamente Cristo. Nel cristianesimo in quanto tale, noi troviamo Cristo e solo Cristo, ecco una
verit molte volte espressa ma molto poco assimilata.130 I cristiani riconobbero per la prima volta il Lgos divino e lo Spirito
non sotto categorie logiche o metafisiche, ma nel Salvatore cro-
118
19
L'Anticristo
cifisso e risorto e lo Spirito nel principio vivo, da loro immediatamente percepito, della loro rinascita spirituale.131
Conclusione
La Dama, uno degli ascoltatori del Racconto, chiede alla
fine: Ma in definitiva, quale il senso di questo dramma?
Non capisco infatti perch il vostro Anticristo nutra tanto
odio verso Dio, mentre in fondo buono e non cattivo!. Le
parole che l'autore fa dire in risposta chiudono il dibattito: II
fatto che in fondo non buono.132
A parte il lieto finale di questo racconto, lo scritto di
Solov'v di un tenore drammatico foltissimo: continuamente ci fa riflettere sul vero e sul falso, sul bene assoluto e sul
buono relativo. Fino allo smascheramento finale, sembra che
vincer la parodia sulla realt, l'inganno sulla verit, la verit
relativa sull'amore.
L'apparizione [dell'Anticristo] non ha dunque nulla di mitico, essa perfettamente plausibile perch non altro che la
realizzazione estrema, se si vuole parossistica, di eventi in qualche modo gi accaduti, gi parzialmente verificatisi nel corso
della storia. L'Anticristo appare infatti, nella concezione giudaico-cristiana, come la manifestazione ultima e definitiva di un
fatto che caratterizza tutta la vicenda umana dalla caduta dei
progenitori fino alla parusia; l'opposizione al Regno di Dio.133
Ma anche una figura che incarna la tentazione di farsi
garante, come uomo, della venuta e delle caratteristiche di
un regno di Dio che del Dio rivelato in Ges Cristo non ha
M. Tenace
135 A. SOLJNITSYNE, Ne pas vivre dans le mensongne, in Lettre aux dirigeants sovitique, Paris 1974, p. 129.
134 F. DOSTOEVSKIJ, tr. it. L'adolescente, Torino 1976, III parte, p. 464. Il
personaggio, raccontando un sogno, dice: Non posso fare a meno di
lui[Cristo], non posso fare a meno di immaginarmelo finalmente, in mezzo
agli uomini diventati orfani. Egli viene a loro, stende le mani verso di loro
e dice: come avete potuto dimenticarmi?. E qui cadrebbe il velo dagli occhi di tutti e si leverebbe un inno grandioso e trionfante alla nuova ed ultima risurrezione'.
132 Kratkaja povest' ob anticbriste, cit., p. 220, tr. it. in questo stesso
volume alla p. 72.
131 Ibtd.
120
121
M. Tenace
L'Anticristo
salvezza del mondo con quei mezzi che mi sono stati affidati,
attendendo con pazienza che si compiano i disegni di Dio su
di me e sugli altri, sforzandomi di attenuare il male altrui con
la dolcezza e la bont, senza aumentarlo col mio.136
123
122
6. Michelina Tenace
La bellezza unit spirituale
Lipa, novembre 1994
7. A cura del Centro Aletti
In colloquio
Alla scoperta della paternit spirituale
Lipa, novembre 1994
8. Toms Spidlk
"Lezioni sulla Divinoumanit"
Lipa, gennaio 1995
9. A cura del Centro Aletti
Dalla Sofia al New Age
Con il saggio di Solov'v "Sophia"
Lipa, marzo 1995
10. Toms Spidlk
// cammino dello Spinto
Lipa, marzo 1995
11. Gino Piovesana, Michelina Tenace
L'Anticristo
Con la traduzione del saggio di Solov'v
Lipa, aprile 1995
,1
PASTORALE GIOVANILE
TOMS SPIDLK
L'IDEA RUSSA
BORISVYSESLAVCEV
L'ETICA DELL'EROS TRASFIGURATO
JULUAN CAUDEK
ARGOMENTO:
LA GENESI DELL'IDEA DELLA GRANDE SERBIA
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