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Come mai nel racconto di Solov'v l'Anticristo presentato

come un uomo perfetto? Sarebbe interessante fare un paragone


tra le varie figure dell'Anticristo degli autori cristiani
dell'Antichit. All'epoca dei martiri, l'Anticristo presentato
come un imperatore che costringe all'idolatria e mette in atto il
crudele meccanismo della persecuzione. I Padri che combattevano per la purezza della fede in difesa dei dogmi cristiani vedevano l'Anticristo come lo spirito della menzogna. Per i monaci
contemplativi, invece spirito delle tenebre, o della luce illuso*
ria. Per gli asceti il tentatore che fa cadere nei vizi.
La teologia russa confessa che la fonte primaria dell'antropo
logia l'uomo immagine di Dio in tutta la sua bellezza e gran
dezza. Ma, come per ogni religione, la stessa convinzione pu
incorrere nel pericolo di idolatria. Invece di partire dal simbolo
per arrivare a Dio, l'uomo tentato di soffermarsi a godere
della bellezza del simbolo come tale. San Gregorio di Nissa cl.i
come esempio il sole: invece di vedere Cristo nel simbolo de I
sole, l'idolatra divinizza il sole e non riconosce Cristo.
L'uomo moderno conscio della sua grandezza, dei pr
gressi che si aprono in ogni campo di attivit. Prova anche un
certo orgoglio davanti alle opere delle sue mani e ai valori rito
nosciuti come tali. La tentazione allora si ripropone come asso
lutizzazione di tutto questo senza accettare il molo di mediazio
ne che ogni bene rappresentata di fronte alla storia.
Soffermarsi diventa dichiarare assoluta l'opera e divinizzare
l'uomo che la compie.

in collaborazione con il

Centrortetti

Piovesana e Michelina Tenace

L'Anticristo

Pontificio Istituto Orientale

Lipa

ISBN 88-86517-1 O

9 "788886"5T7Ti

lire 18.000 <

Gino Piovesana e Michelina Tenace

L'Anticristo
con la traduzione del saggio di Solov'v
" il tempo quando fiorisce il tiglio"

IJpa

1995 Lipa Sri, Roma

INDICE

Prefazione

1. Gino Piovesana
La Russia e l'Anticristo.,

13

2. Vladimir Sergeevic Solovv


Breve Racconto sull'Anticristo

35

3. Michelina Tenace
L'Anticristo:
il racconto del falso bene.

73

Lipa Edizioni
via Paolina, 25
00184 Roma
06 4747770
fax 06 485876
Titolo originale dell'opera Kratkaja povest' ob antichriste.
Traduzione di Gino Piovesana
Realizzato in Dtp con Power Macintosh da Lipa
II software utilizzato su licenza del produttore (Quark XPress: PF 50476115)

In copertina:
Miraggio, pittura di Marko Ivan Rupnik
Stampato a Roma nel mese di maggio 1995
da Abilgraf, via Ottoboni, 11
Selezioni di copertina: Studio Lodoli Sud, Aprilia
Propriet letteraria riservata Printed in Italy
codice ISBN 88-86517-10-6

Gli autori
Gino Piovesana
Gino Piovesana, gesuita, nato a Treviso nel 1917. stato in Giappone,
alla Sophia University, dove ha fondato una Facolt di studi russi, e a
New York, presso la Fordham University, direttore di un Centro ecumenico di studi russi. Nel 1976 divenuto rettore del Collegio Russicum e
poi del Pontificio Istituto Orientale. Dottore in filosofia, ha inoltre conseguito la laurea in lettere presso la Keio University di Tokyo. Oltre che di
filosofia russa, p. Piovesana anche ottimo conoscitore della filosofia
giapponese.

Michelina Tenace
Michelina Tenace nata a San Marco in Lamis (Fg) V8 maggio 1954.
Ha studiato filosofia in Francia e si laureata in letterature straniere
alla Sapienza a Roma. Ha conseguito il dottorato in teologia alla
Pontificia Universit Gregoriana. Attualmente insegna alla Gregoriana,
al Pontificio Istituto Orientale e all'Istituto Regina Mundi. membro
permanente del Centro Studi e Ricerche Ezio Aletti.

Prefazione
Nell'Antichit, quando si voleva delineare la figura della
perfezione o il suo opposto, si ricorreva a degli elenchi, a delle
liste di virt o di vizi che servivano a distinguere tra bene e male, magari anche lasciando loro un carattere piuttosto astratto.
Da questo punto di vista il pensiero biblico invece molto
concreto. L'esperienza aveva insegnato agli ebrei che non basta
avere nozioni giuste per realizzare la giustizia, come non basta
avere idee buone per compiere il bene. Anzi, per il bene bisogna impegnarsi, combattere, perch facilmente il progetto salvifico di Dio viene contrastato da awersari di ogni genere.
Quindi, gi nell'Antico Testamento ricorrente la figura di
qualcuno che si oppone alla salvezza, al bene cos come Dio lo
vuole per gli uomini. Ancora di pi nel Nuovo Testamento si
vedr quanta opposizione incontrer la persona e l'opera di
Cristo. Persino riguardo agli ultimi tempi, l'Avversario visto
come colui che assumer le sembianze di un dio che inganner
come anti-Dio (cf 275 2,4) e come anti-Cristo (IGv^S).
Anche i monaci, gi dall'inizio dell'esperienza monastica,
hanno avuto coscienza che la vita cristiana immersa in una
lotta cosmica alla quale essi, come monaci, devono prendere
parte.
Solov'v arriva alla stessa constatazione a partire dalla sua
ricca esperienza personale. Aveva riacquistato la fede dopo una
breve crisi giovanile e credeva di poter comunicare agli altri la
profondit delle sue intuizioni in un linguaggio adatto al mondo moderno, con nuovi termini. Fu deluso e tent di spiegare il
suo insuccesso con motivi sociologici: affinch ci siano cristiani
radicati nella fede, bisogna che la societ per prima sia cristiana. Ma questa affermazione fu ben presto smontata. Alla fine

L'Anticristo

della sua vita, Solov'v capisce che il regno di Dio in questo


mondo ostacolato dal Principe del male, dall'Anticristo. Come gi avevano fatto gli antichi asceti o anche Sant'Ignazio di
Loyola negli Esercizi, Solov'v si mette allora a descrivere il
carattere, le armi e le seduzioni dell'Anticristo.
Sarebbe interessante fare un paragone tra le varie figure
dell'Anticristo cos come viene tratteggiato dagli autori cristiani nell'Antichit. All'epoca dei martiri, l'Anticristo presentato come un imperatore (il cui modello Nerone) che costringe all'idolatria e mette in atto il crudele meccanismo della
persecuzione. I Padri che combattevano per la purezza della
fede in difesa dei dogmi cristiani vedevano l'Anticristo come
lo spirito della menzogna. Per i monaci contemplativi, invece spirito di tenebre, o di luce illusoria. Per gli asceti il tentatore che fa cadere nei vizi.
Come mai invece, nel racconto di Solov'v, l'Anticristo
presentato come un uomo perfetto?

Introduzione

e divinizzare l'uomo che la compie.


L'analisi dello scritto di Solov'v Breve Racconto sull'Anticristo che viene qui presentato quindi di un'attualit sorprendente ed degna di suscitare in noi una riflessione approfondita su ci che viviamo, aspettiamo e crediamo...
TomS Spidlk

La teologia russa confessa che la fonte primaria dell'antropologia l'uomo immagine di Dio in tutta la sua bellezza e
grandezza. Ma come per ogni religione, la stessa convinzione
pu incorrere nel pericolo di idolatria. Invece di partire dal simbolo per arrivare a Dio, l'uomo tentato di soffermarsi a godere della bellezza del simbolo come tale. San Gregorio di Nissa
da come esempio il sole: invece di vedere Cristo nel simbolo
del sole, l'idolatra divinizza il sole e non riconosce Cristo.
L'uomo moderno conscio della sua grandezza, dei progressi che si aprono in ogni campo delle attivit e delle scoperte. Prova anche un certo orgoglio davanti alle opere delle sue
mani e davanti ai valori riconosciuti come tali. La tentazione allora si ripropone come assolutizzazione di tutto questo senza
accettare il ruolo di mediazione che ogni bene rappresentata di
fronte alla storia. Soffermarsi diventa dichiarare assoluta l'opera

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Gino Piovesana

La Russia e l'Anticristo

Andiamo verso la fine del secondo millennio, e, a differenza del primo, non si parla della fine del mondo e
dell'Anticristo che la dovrebbe precedere. La tendenza odierna ben diversa da quella di mille anni fa.
Ad ogni modo, la Chiesa ha incominciato a prepararsi
al grande evento con il "Concistoro Straordinario sul
Giubileo del duemila", e poi con la Lettera Apostolica "Tertio
millennio adveniente" di Giovanni Paolo II. Ma forse ci interessa relativamente il gran pubblico, bench per Vanno
duemila si aspettino a Roma circa 30 milioni di pellegrini.
Come si vedr in questa introduzione, il tema
dell'Anticristo, connesso con la paura per la fine del mondo,
di data tutt'altro che recente. Ne trattarono i primi Padri
della Chiesa e se ne parl poi. Nell'Ottocento, ad esempio, i
romantici francesi ne diedero una descrizione assai colorita, ma non altrettanto storica. Certo, bene o male, se ne parler anche infuturo, poich il disegno di Cristo sembra lungi dall'essere stato attuato nonostante siano passati due millenni. Ben altri ne passeranno perch venga la fine del
mondo.
In Russia la polemica sull'Anticristo data dalla setta degli antinikoniani o Vecchi Credenti, cio da coloro che non

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L'Anticristo

volevano accettare le riforme liturgiche del Patriarca Nikon,


il che avvenne circa nel Seicento. Nei secoli seguenti e, in
particolare nel secolo scorso, l'Anticristo (il Grande
Inquisitore) stato descritto a tinte vivaci dal grande romanziere russo Dostoevskij. Altri poi lo seguirono, come si
vedr in seguito.
Qui mi limito a queste parole di A. Solzenicyn: 41 mondo
giunto ormai ad un estremo. Se lo si fosse mostrato alle generazioni precedenti, avrebbero esclamato unanimi:
l'Apocalisse! Abbiamo dimenticato Dio e tutto quello che
avvenuto ne la conseguenza.
Sembra dunque esserci stata una particolare affinit tra
la Russia e la speculazione sull'Anticristo, data la natura
apocalittica di tanto pensiero russo. Ci mi ha indotto a riproporre il "Breve racconto sull'Anticristo" scritto sul finire
del secolo scorso da Solov'v, il pi grande pensatore russo
del secolo scorso.
Un grazie sincero al P. M. Colpo, S.J. per l'aiuto prestatomi nella stesura del presente lavoro, nonch a M. Tenace per
l'importante commento teologico sull'Anticristo.
Prima di parlare della Russia, sar bene accennare a cosa
si pensasse dell'Anticristo nei primi secoli della Chiesa.
Questa disamina stata fatta dai due volumi di F. Sbaffoni dal
titolo Testi Patristici sull'Anticristo, che tuttavia si limita ai
primi tre secoli, includendo anche fonti extra-canoniche come gli Oracoli Sibillini.1
Questi testi patristici sono commentari a quei passi della
Scrittura che parlano degli ultimi tempi e della seconda venuta di Cristo. noto come, specialmente nel Nuovo
1
F. SBAFFONI (a cura di) Testi sullVAnticristo, Secoli I-II, - Secolo
III, Biblioteca Patristica, Firenze 1992.

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G. Piovesana

Testamento, si parli di un essere misterioso che viene chiamato da san Paolo l'empio, ma il Signore Ges lo distrugger con il soffio della sua bocca e lo annientare all'apparire
della sua venuta (2Ts 2,8). Il personaggio espressamente
chiamato da san Giovanni l'Anticristo: Chi il menzognero
se non colui che nega che Ges il Cristo? L'Anticristo colui che nega il Padre e il Figlio (IGv 2,22 e 4,1-3). Del resto,
il dramma finale poi descritto a tinte vivaci nell'Apocalisse,
al capitolo ventesimo. Una precisazione per deve essere subito fatta. Alla fine del mondo e alla comparsa dell'Anticristo,
come subito si vedr, s' pensato non proprio alla fine di un
millennio, piuttosto nei momenti pi difficili per l'umanit a
causa di qualche evento catastrofico di portata mondiale o
quando gli uomini si trovano decisamente schierati in due
campi opposti, in due fronti diversi.
Ma la grande e generalizzata paura fu al sopravvenire del
primo millennio dopo Cristo, come ci dice una storia della
Chiesa, nel volume che tratta dell'Epoca Feudale 888-1057.
Gli uomini del sec. X [...] furono assai meno preoccupati dalla paura dell'imminente fine del mondo. Checch se ne sia
detto, essi non furono punto ossessionati dall'idea che la fine
dovesse capitare nell'anno Mille. La Chiesa, pur mantenendo
il principio che i cristiani devono essere sempre preparati alla
fine del mondo, non ne fiss mai una data. Localmente si
sparsero diverse voci, ma non ebbero che una risonanza assai circoscritta, che si spense ben presto. Per esempio,
Oddone di Cluny, basandosi su un passo dell'Apocalisse, influ a diffondere questa credenza. Taluni predicatori la diffusero ancora intorno al 960 (Oddone era morto nel 942).
La denunzia dell'anno Mille come termine ultimo fu talora
usato da alcuni predicatori per indurre il popolo alla penitenza. A quanto pare per, con l'avvicinarsi della fine del sec. X,
ben pochi si servivano di questo spauracchio. Infatti, nessun

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L'Anticristo

concilio, n bolla papale o altro documento coevo fa alcun


cenno all'imminenza della fine dei tempi. Nel 1033, invece,
allorch infier una terribile fame, essa provoc le seguenti
forti espressioni. Sembrava che l'ordine delle stagioni e le
leggi degli elementi, che fino ad allora avevano governato il
mondo, fossero ricadute nell'eterno caos, e si temeva la fine
del genere umano.
Simili accenti sono abbastanza normali in caso di calamit
naturali di vasta portata. Ma dal secolo XVI al XEX si venne ricamando [...] la leggenda dei terrori dell'anno 1000. Romantici
come J. Michelet e Henri Martin ne tracciarono una colorita,
ma talora poco storica, pittura. Ora per si hanno studi pi
specializzati che scrivono ben diversamente.2
A prescindere dalla paura per la fine del mondo, si deve
dire che l'idea escatologica cristiana di una lotta finale fra il
male e il bene gi presente nell'ebraismo, il quale, a sua
volta, fu influenzato da miti iraniani e babilonesi sulla fine
dei tempi. Nel Vecchio Testamento la concezione di una lotta
si trova nella profezia di Daniele, scritta all'inizio del periodo
dei Maccabei (circa 168 a.C.). La persona che incarn questa
idea fu quella di Antioco IV Epifanie, grande persecutore degli Ebrei. In epoca gi cristiana, fonti ebraiche e cristiane rivelano le loro preoccupazioni per le persecuzioni di Nerone
e di Diocleziano. Nel medioevo, Gioacchino da Fiore (11302
Storia della Chiesa, VII, L'Epoca Feudale, a cura di E. AMANN e A.
DUMAS, LICE - R. BERRUTI e C., Torino, pp. 485-86. Quanto a studi specializzati, oltre a quello di Pera indicato alla nota 4, per es., vedi GENNARIO M.
BARBUTO, // principe e l'Anticristo, Napoli 1944, che traccia la tradizione
millenaristica per fermarsi poi sull'opera dei teologi gesuiti (Bellarmino,
Suarez ecc.) che combatterono scritti protestanti, i quali attribuivano al
principe un potere che asserviva anche la Chiesa. Vedi anche le voci
Apocalittica ed Escatologia nel Nuovo Dizionario di Teologia a cura di G.
BARBAGLIONE e S. DiANich, Milano, IV ed. 1988, pp. 1445-57 e 328-411.

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G. Piovesana

1202) predisse la terza et dello Spirito Santo - che sarebbe


cominciata nel 1260 - e i suoi seguaci identificarono
l'Anticristo con Federico IL Pi tardi divent comune chiamarsi a vicenda fra imperatori e papi "Anticristo", come fu
fatto, ad esempio, tra Bonifacio Vili e Giovanni XXII.
Con la Riforma protestante, Martin Luter attacc non i
papi individualmente, ma il papato in genere quale
Anticristo. L'idea che il papa con tutto il clero formasse il
"corpo dell'Anticristo" divenne l'arma comune per denigrare
il papato e la Chiesa cattolica in genere. In tempi pi recenti,
teologi protestanti vedono nell'Anticristo qualsiasi potere che
resista o neghi il Cristo.
Attualmente nel mondo cattolico teologi o biblisti del passato, ma parecchi anche presenti, come ad esempio lo
Sbaffoni, hanno considerato l'Anticristo una vera persona,
misteriosa senza dubbio, che lotter contro Cristo alla fine
dei tempi, operando portenti e miracoli, e ingannando molti.
La sua fine, poi, avverr con un cataclisma universale che
sar seguito dalla seconda venuta di Cristo sulla terra.
Oggigiorno, s' fatta strada anche l'opinione che pi che di
una persona si tratti di una collettivit, come fautrice
dell'anticristianesimo, opinione che s'avvicina al pensiero
protestante, ma che non esclude quella tradizionale.
San Giovanni, al quale dobbiamo il termine "Anticristo",
parla pure di molti anticristi, ovviamente distinti da Satana,
bench da lui dipendenti. Il mistero dell'iniquit, come lo
definisce san Paolo, gi in atto, ma necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene (2Ts 2,7). E san Paolo continua con le parole sopra citate che Ges lo distrugger col
soffio della sua bocca, cio lo identifica con una persona. In
altre parole, si pu dire che ci sono stati, e ci sono attualmente, e altri ne verranno in seguito, "operatori d'iniquit" che si
possono chiamare "anticristi", come pure una collettivit,

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L'Anticristo

quale fu, per esempio, il comunismo ateo; ma ci non toglie


che alla fine dei tempi si possa avere la manifestazione personale di un vero Anticristo-persona, che si manifester
nell'ultima fase della lotta anticristiana, la quale ha imperversato in tutti i tempi, ma si acuir alla fine, specialmente a
mezzo del figlio della perdizione.
Non essendo l'autore n un teologo, n un biblista, ma
solo un modesto storico del pensiero filosofico russo, lascia
ad altri l'ardua sentenza, e veniamo direttamente
all'Anticristo nel pensiero religioso russo. In Russia fu visto
come Anticristo per primo il Patriarca Nikon, del quale ci occuperemo subito, poich caus con le sue riforme lo scisma
dei Vecchi Credenti, che lo credettero un vero Anticristo; poi
Pietro il Grande, a causa delle sue riforme specialmente civili, ma pure religiose, poich stabil al posto del patriarca il
Santo Sinodo composto di dieci (poi diventarono dodici)
prelati che ebbero un Super-Procuratore laico che doveva assicurare il buon andamento del Sinodo. Infine, anche
Napoleone divenne un Anticristo, poich aveva sottomesso
quasi tutta la Russia, arrivando fino a Mosca. Naturalmente il
comunismo ateo russo, che perseguit tutte le fedi religiose,
fu un'altra incarnazione dell'Anticristo. Vedremo o vedranno
i posteri a chi altro o altri verr attribuito questo appellativo,
che anche il simbolo dell'iniquit umana, ben distintacela
queUa^di-SatanaT"^~
'
La religione occupava una posizione centrale nella Russia
Moscovita (1584-1682), cio il secolo che va da Ivan il
Terribile fino a Pietro il Grande. Durante il regno dello zar
Fdor, nel 1589, la Russia riusc ad ottenere da Costantinopoli
un proprio patriarcato, nonostante le difficolt opposte da altri patriarchi orientali. Il metropolita Giobbe divenne il primo
patriarca. Il secondo fu Ermogen che si rese benemerito del
paese per aver liberato Mosca e la Russia dalle truppe polac-

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a Piovesana

che che l'avevano invasa durante il cosiddetto "Tempo dei


Torbidi" (inizi del Seicento). Tutto ci port all'insediamento
della dinastia dei Romanov, regnante per trecent'anni, cio fino alla Rivoluzione d'Ottobre. Il quarto patriarca fu il famoso
Nikon (1652). Era stato preceduto dal Patriarca Filaret, che
aveva ricevuto da suo figlio (naturalmente nato prima che diventasse monaco) lo zar Michele, il titolo del tutto eccezionale di Grande Sovrano, che Nikon pure riusc ad ottenere.
Nikon si mise con grande zelo a riformare la Chiesa russa,
che certamente ne aveva bisogno, ma la sua opera si concluse con la deposizione nel 1667, dovendosi ritirare in un monastero-prigione fino alla sua morte nel 1681. Per la riforma
della Chiesa c'erano stati diversi Concili (1547, 1549, 1551).
L'ultimo, denominato "Concilio dei Cento Capitoli", perch
tanti erano stati i decreti emanati, ebbe dei buoni risultati. I
precedenti concili erano stati determinati dal volere sovrano
ed ecclesiastico che la Russia avesse i suoi santi e nel 1547
furono canonizzati ben ventidue russi; ci naturalmente serviva a rafforzare il potere del nuovo Stato che era diventato
la Moscovia. Nel 1554 ci fu un altro concilio che condann
diversi eretici.
Si deve accennare a questo punto che gli appellativi di
"Santa Russia" o "Santa Terra Russa", divenuti poi tanto comuni, datano dalla met del secolo decimo settimo. Pi o
meno allo stesso tempo, esattamente nel 1654, alla Chiesa
russa fu annessa quella ucraina, che aveva la metropolia di
Kiev e diverse altre diocesi formanti l'Ucraina. La Chiesa ortodossa russa pertanto divent assai potente, anche perch
ricca di benefici ecclesiastici, molti dei quali provenienti
dall'Ucraina.
La monolitica compattezza della Chiesa russa era tuttavia
inficiata da gravi debolezze alle quali il Patriarca Nikon tent
di porre rimedio. Da lungo tempo erano esistiti errori nella

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L'Anticristo

traduzione dei testi liturgici greci e, col passare degli anni, altri se n'erano introdotti anche nel rituale. S'era tentato di correggerli, ma con ben poco risultato. Solo con Nikon si venne
ad alcune riforme, che per causarono lo scisma dei Vecchi
Credenti (in russo: Starovery o anche Vecchi Ritualisti Staroobriadcy). Nikon, che era sempre stato molto autoritario nel suo modo d'agire, a proposito delle riforme divent
veramente drastico, inimicandosi anche lo zar Aleksej
Mikailovic, oltre che alcuni suoi precedenti sostenitori, fra i
quali bisogna ricordare il celebre protopope (arciprete)
Awakum, autore di una nota Autobiografia, lodata da scrittori come Tolstoj e Gor'kij.
Da notarsi che lo scisma (raskol in russo) non fu causato
da differenze dogmatiche o dottrinali, e neppure per la correzione dei testi liturgici, ma specialmente perch Nikon mut
il modo di farsi il segno della croce (con due dita invece che
con tre), corresse la dizione del nome di Ges, impose di dire tre volte l'Alleluia invece che due, e altri cambiamenti del
genere. Le riforme furono accolte, e quanti s'opposero furono bruciati vivi (cos capit a Awakum nel 1682), mentre il
famoso monastero di Solovetskij, situato nel lontano e desolato nord della Russia, fu sottomesso per solo dopo un assedio durato dal 1668 al 1676. Cos si formarono eremi di
Vecchi Credenti sulle montagne, mentre altri si nascondevano nelle foreste per sottrarsi al regno dell'Anticristo.
NiPskij, professore all'Accademia Teologica di
Pietroburgo, che scrisse un'opera Sull'Anticristo contro gli
scismatici, disse che i Vecchi Credenti, oltre ad altri numerosi errori che avevano, credevano nella dottrina dell'Anticristo,
secondo la quale il figlio della perdizione gi comparso nel
mondo e regna dappertutto, ma specialmente nella nostra
Chiesa ortodossa*. A rinforzare questa opinione Nil'skij adduceva che anche l'arciprete Awakum avrebbe detto alla fine

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G. Piovesana

che Nikon era l'Anticristo e la Chiesa ortodossa il regno


dell'Anticristo.3
I cosiddetti raskol'niki o "scismatici", nonostante le persecuzioni, si riorganizzarono nel secolo decimo ottavo e fino
alla Rivoluzione d'Ottobre ebbero una decina di milioni di
aderenti e tuttora sopravvivono, bench in numero assai inferiore. Il problema maggiore che essi ebbero non fu la politica del governo russo, sempre ad essi contraria, ma il fatto
che nello scisma stesso si formarono due sette: la "sacerdotale" e la "asacerdotale" (popovcy e bespopovcy). Ci avvenne
perch per aver sacerdoti occorre avere dei vescovi che li ordinino, ma nessun vescovo divent scismatico. Tutti i sacerdoti che avevano provenivano dal clero non scismatico, ed
erano passati nelle loro file anche per ragioni finanziarie.
Quelli che non ebbero pi sacerdoti si adattarono come poterono. Ci si pu ben vedere dal bel lavoro di Pia Pera, I
Vecchi Credenti e l'Anticristo, che ha curato anche la traduzione della Vita dell'Arciprete Awakum scritta da lui stesso,
cio la sua autobiografia presso Adelphi, 1986.4
Solov'v e Dostoevskij furono legati da amicizia fin dal
1873, nonostante la differenza d'et. Dal periodo giovanile di
Solov'v (1853-1900) quindi, quand'egli si trovava ancora su
3
I. NILSKIJ, Ob Antichriste protiv raskol'nikov, S. Petersburg 1859,
pp. XDC-XX. Si noti la differenza di come si scrive sull'Anticristo fra la vecchia Bol'saja Sovietskaja Enciklopedija, III, Mosca 1930, coli. 86-87, e la
nuova che sta stampando due volumi a parte sul "Cristianesimo":
Christijanstvo, Enciklopediceskijj Sfavar, Mosca 1993,1, pp. 90-91. Il redattore principale il noto studioso S.S. Averincev.
4
P. PERA, / Vecchi Credenti e l'Anticristo, Genova 1992.
Dell'Anticristo identificato col papato ne parl gi il Possevino alla corte di
Ivan il Terribile (1533-84), ma sar solo con lo scisma dei Vecchi Credenti
che l'idea dell'Anticristo (identificato per con Nikon e la Chiesa ortodossa
russa in genere) si diffonder largamente in Russia.

21

L'Anticristo

posizioni slavofile, mentre il celebre romanziere (1822-1881)


lo era sempre stato, almeno dopo i lavori forzati in Siberia,
cio dal 1859 in poi. Dostoevskij, come pure Tolstoj, and a
sentire le conferenze del giovane filosofo. Le "Letture" Ectenie in russo), dodici in tutto, furono tenute nei primi mesi
dell'anno 1878 ed ebbero come titolo Lezioni sulla divinoumanit. Solov'v spiega in esse le tre tentazioni di Cristo, ma
non parla in esse dell'Anticristo. L'unico testo di Solov'v
sull'Anticristo il Breve racconto sull'Anticristo, a cui egli
stesso premette un'Introduzione. Solov'v, citando M 4,1-11,
applica, ma in ordine inverso, le tre tentazioni di Cristo. Cos,
nel medioevo, la Chiesa cattolica incorse nella bramosia di
regnare; in tempi pi recenti, il protestantesimo prevaric
perch si lasci dominare dalla superbia e dal razionalismo e
infine, subentr in esso il materialismo e l'empirismo.
La Chiesa ortodossa non avrebbe commesso simili colpe!
Tuttavia, pur non cedendo alle tentazioni di Satana, non riusc
a realizzare una cultura cristiana, bench l'Occidente abbia
creato una cultura anticristiana. In altre parole, Solov'v sostiene che la Chiesa orientale fu indotta all'obbedienza della verit da un'attrazione naturale e non vi pervenne attraverso un
cammino cosciente di vita intcriore [...]. Cos la verit cristiana,
alterata e poi respinta dall'uomo occidentale, rimase incompiuta nell'uomo orientale. Inoltre si deve ammettere che [...] il
grande sviluppo occidentale, bench negativo nei suoi risultati
diretti, ha indirettamente un significato e un fine positivo.5
Da tutto ci si vede che Solov'v, pur criticando l'Occidente
e direttamente la Chiesa cattolica e pur affermando la presenza
in Oriente di una tendenza mistica sconosciuta all'Occidente,
assai diverso da Dostoevskij, il quale sembra scordarsi spesso
5
VL SOLOV'V, Sobrante Socinenij Vlad. Serg. Solov'va, Bruxelles
1966, III, Ctenija o Bogocelovecestte (Letture sulla Divinoumanit), III, Letture
Xl-xn, che sono abbinate, pp. 178-80.

G. Piovesana

dei lati positivi del cristianesimo occidentale.


Una posizione di Solov'v ancor pi esplicitamente occidentalista si vede nei suoi Tre discorsi in memoria di
Dostoevskij che sono del 1881. Essi hanno fatto dire che il discepolo ha travisato le idee del maestro, avendolo reso molto
pi occidentalista di quanto non fosse in realt, Solov'v stava infatti abbandonando lo slavofilismo e rifletteva in questi
discorsi pi se stesso che il maestro. Tuttavia da rimarcare
la sua notevole insistenza per far capire ai suoi uditori che
Dostoevskj ha avuto un ruolo molto importante nel far apprezzare la necessit della religione nella societ russa.
Dostoevskij, secondo Solov'v, ha sempre voluto che fra
Oriente ed Occidente vi fosse una sintesi, cio quello che
nell'ordine morale si chiama riconciliazione. questa la caratteristica generale con cui Dostoevskij specific la missione
della Russia nel suo discorso su PuSkin. E questa stata la
sua ultima parola, il suo testamento. C'era in esso qualcosa
che andava ben oltre il semplice appello a sentimenti pacifici
in nome della magnanimit dello spirito russo....
La separazione tra Oriente ed Occidente, nel senso di
dissenso e di mutuo antagonismo, di mutua ostilit e di odio,
una divisione che non deve aver luogo nel cristianesimo, e,
se avvenuta, un grande peccato e una grande calamit.
Ma proprio quando questo grande peccato veniva compiuto
a Bisanzio, nasceva la Russia perch fosse espiato. Avendo
accolto il cristianesimo ortodosso da Bisanzio, forse la Russia
dovr per sempre fare propri, insieme coi sacramenti di Dio,
anche i peccati storici dell'impero bizantino, peccati che hanno alimentato nel suo seno la sua rovina?.6
Pi tardi, negli anni '80 del secolo scorso, Solov'v parler
e scriver molto sulla questione del nazionalismo, problema
6

22

IDEM, Tri recy... (Tre discorsi), Sobranie Socinenij] III, pp. 214-15.

23

L'Anticristo
G. Piovesana

che occupa il V volume e parte del VI delle opere complete.


Non ci fermeremo a lungo su questo problema, avendolo fatto altrove e non entrando direttamente nel tema di questa
nostra introduzione al testo di Solov'v. Basti accennare alle
chiare distinzioni che egli opera tra nazionalit e nazionalismo, entrambi giudicandoli dai loro frutti oltre che dalla loro
stessa natura. Interessanti sono pure le sue considerazioni
sulla Coscienza nazionale in Italia, concluse da queste parole: Con la storia d'Italia in mano, si pu ben asserire che la
nazionalit un qualcosa di esistente in s e per s, come
comprova la storia di questa nazione gloriosa che vissuta
solo per una forma speciale di contenuto universale, in essa
vivente, in essa incarnata e non solo per s, ma per tutti.1
Come sar gi noto, Dostoevskij tratta dell'Anticristo specialmente nei Fratelli Karamazov, nella celebre Leggenda sul
Grande Inquisiture, ma pure nell'Idiota (che del 1868,
mentre I Fratelli Karamazov sono del 1878-80) troviamo che
il principe MySkin, cio l'eroe del romanzo, attacca il cattolicesimo - Dostoevskij non si cura dei protestanti o altri eretici,
combatte solo contro Roma - e nei termini seguenti risponde
all'alto funzionario che gli aveva chiesto se il principe pensasse essere il cattolicesimo una religione anticristiana:
Certamente una religione anticristiana!, rispose il principe in un tono estremamente rude e scosso da una agitazione
straordinaria. Ci come primo punto. In secondo luogo, il cattolicesimo romano persino peggiore dello stesso ateismo.
Tale la mia opinione! S, tale la mia persuasione! L'ateismo
predica solo il nulla, ma il cattolicesimo va pi oltre: esso predica un Cristo sfigurato, che lo calunnia e oltraggia: l'opposto di Cristo! Il cattolicesimo predica l'Anticristo, ve lo giuro, vi
7
IDEM, Opravdanie dobra (La giustificazione del bene), Sobranie
Socinenij, Vili, pp. 319-21.

assicuro! Da molto tempo la mia intima convinzione e mi ha


fatto soffrire da molti anni [...]. Il cattolicesimo romano professa che la Chiesa non pu sussistere sulla terra, se il mondo intero non sottomesso al suo potere politico, e grida: Nonpossumus! Secondo me, il cattolicesimo romano non neppure
una religione, ma semplicemente la continuazione dell'Impero
Romano d'Occidente, e in esso tutto subordinato a questa
idea, cominciando dalla fede. Il papa si impadron della terra,
di un trono terreste e prese la spada. Da allora tutto va cos,
soltanto che alla spada aggiunsero pure la menzogna, l'intrigo,
l'inganno, il fanatismo, la superstizione, la scelleratezza; si sono fatti gioco dei sentimenti pi sacri del popolo, i pi santi e
veraci, i pi ingenui ed ardenti, hanno tutto scambiato per denaro, per un vile dominio terreno. E questa non forse la dottrina dell'Anticristo? L'ateismo stato originato da loro, dal cattolicesimo romano stesso!8
E il principe MySkin continua su questo tono, attribuendo
pure il socialismo alla Chiesa di Roma. Osserviamo anche
che il gesuitismo e i gesuiti sono per il principe l'incarnazione dello spirito romano pi puro e perci il pi mendace.
Del resto anche il Solov'v della sua prima fase pensava cos.
Ma veniamo al Grande Inquisitore, un capitolo famoso
del suo libro / Fratelli Karamazov, il quale, essendo assai
lungo, ci permette di non fermarci su altri testi del famoso
scrittore, il quale nel Diario di uno scrittore all'anno 1877 afferma che il papato l'idea pi colossale del mondo,
un'idea che uscita dalla mente del diavolo.... E, nel 1880,
sottolinea la collisione fra l'Anticristo e Cristo, fra Puomo-Dio
e il Dio-uomo, l'Apollo del Belvedere che incontra Cristo.
Tutto ci per provare che la Chiesa occidentale non che la
8
543-44.

24

F. M. DOSTOEVSKIJ, Sobranie Socineni], Leningrad 1989, VI, pp.

25

L'Anticristo

continuazione dell'antico Impero Romano.


Ivan Karamazov racconta a suo fratello AlSa, il pi giovane dei tre fratelli e molto pio, come Cristo scenda in terra, a
Siviglia, per esaudire il desiderio degli uomini che non sono
che dei miseri peccatori, i quali, pur nelle loro miserie e vizi,
amano Cristo, lo invocano, lo pregano con la semplicit di
fanciulli, sperando che Egli torni in mezzo a loro non alla fine del mondo, ma subito, onde curare i loro mali, compiendo quei miracoli che nella sua prima venuta aveva operato.
E Cristo esaudisce il loro desiderio, scendendo a Siviglia, l
dove il giorno prima il Grande Inquisitore aveva fatto bruciare
un centinaio di eretici. Cristo passa in mezzo al popolo, senza
manifestarsi apertamente, ma solo con un grande sorriso
d'amore. Il popolo per lo riconosce subito e si addensa attorno a Lui. Ges compie diversi miracoli: da la vista ai ciechi, restituisce la salute agli ammalati e persino risuscita una fanciulla.
Il Cardinale Inquisitore, riconosciutolo, lo fa arrestare e, a
notte fonda, lo va a trovare in carcere. Qui ha luogo il celebre
monologo (infatti, parla solo PInquisitore): Hai tu il diritto di
rivelarci anche uno solo dei segreti del mondo dal quale sei
venuto? No, poich li hai gi trasmessi all'autorit papale e ai
suoi successori, come dicono i teologi gesuiti. Ma Dio voleva
che gli uomini avessero la pi assoluta libert e responsabilit
delle loro opere. Ben pochi uomini hanno saputo sopportare il
peso di tanta libert e responsabilit. Perci al posto della libert subentrata l'autorit della Chiesa e al posto dello
Spirito che doveva assisterli nel compiere i loro doveri, si sono
introdotti i miracoli, e al posto della verit il mistero e la magia.
Cos il popolo si rasserenato ed contento, bench sia diventato una massa di automi, un vero formicaio. Soddisfatto il
loro bisogno di pane quaggi e salvezza eterna lass, il popolo
vive tranquillo e in pace.
A realizzare tutto questo sono stati pochi eletti che hanno
"corretto" l'opera di Cristo della sua prima venuta, e cio la

G. Piovesana

Chiesa di Roma, e soprattutto i gesuiti. Pertanto, Cristo, tornando una seconda volta, distruggerebbe l'ordine prestabilito, sovvertirebbe le coscienze degli uomini. Cristo cos diventa l'eretico per eccellenza, e, naturalmente, dovrebbe finire
sul rogo. Invano il Grande Inquisitore attende una risposta,
una parola di condanna. Invece, fissando gli occhi sul vecchio Inquisitore, s'avvicina a lui e, con grande amore, lo bacia sulle labbra. L'Inquisitore ha un sussulto, colto com' di
sorpresa, apre la porta del carcere e urla a Cristo: Vattene e
non tornare mai pi, mai pi!.9
Questo il punto saliente del lungo capitolo, tralasciando
tante interruzioni del buon AliSa, che obietta a Ivan di descrivere solo la parte peggiore del cattolicesimo. Ma Ivan ha sempre la rivincita rispondendo che Cristo, nella sua prima venuta,
aveva voluto rendere gli uomini liberi. Ed ora lo sono divenuti. Ci costato molto e per quindici secoli abbiamo lavorato
per renderli tali. Ebbene, tu vuoi disfare quanto abbiamo fatto,
svelando nuove cose. Per questo il novantenne Inquisitore
scaccia Cristo, bench nel suo cuore arda il bacio di Cristo.
Dostoevskij per, come si visto altrove, aveva un'ardente ammirazione per Cristo e con parole enfatiche lo scrive alla moglie del decabrista Fonvicin, dicendole che non c'
niente di pi bello, di pi profondo [...] che Cristo, che io
amo con amore geloso. Anzi se mi si dimostrasse che Cristo
fuori della verit e se realmente la verit fosse fuori di Cristo,
preferirei stare con Cristo che con la verit. Nella medesima
lettera per scrive di essere un figlio del suo secolo, un figlio
dell'incredulit e del dubbio. Sono cos oggi e (io lo so), cos
rimarr fino alla tomba.10
9

IDEM, DC, p. 292..

10 G. PIOVESANA, Storia del pensiero filosofico russo (988-1988),


Milano 1992, p. 198.

26

27

L'Anticristo

Ci viene confermato anche da quel noto studioso della


letteratura russa che fu E. Lo Gatto, il quale, pur non trattando del problema di Cristo in Dostoevskij, scrive che con
Umiliati e offesi (1861) inizia il periodo, continuato fino alla
morte, in cui egli vede la spietata negazione della possibilit
per la natura irragionevole dell'uomo di organizzare la societ prestabilita, e infine, per contrapposto, l'affermazione
della sconfinata libert della natura umana e della legittimit
della sua distruzione e caos, con la conseguenza poi che negli ultimi e grandi romanzi, si sempre proposto, senza risolverlo, il problema dell'esistenza di Dio.-11

Lev Sestov (Schwarzman 1866-1938) era figlio di un ricco


mercante ebreo, e dopo il 1920 visse sempre all'estero, diventando un grande amico di Berdjaev. Qualcuno s' meravigliato del fatto che non fosse mai diventato cristiano, pur trattando spesso temi religiosi ispirato da una venatura fortemente cristiana. Un critico recente, A. Philomenko, ha per
individuato bene il perch Sestov, anche come filosofo, non
sia per un sistema ben definito d'idee. Seguendo forse
Bergson (che, fra parentesi, pure era ebreo), il suo pensiero
procede da una negazione originaria, diretta contro la ragione. La ragione una usurpatrice, si arrogata senza motivo
la magistratura suprema in cui il s e il no aspirano all'eternit
[...]. Sestov si credette fino alla morte investito di una missione: detronizzare la ragione. Nelle sue mani aveva un'unica
arma: il dubbio.12 Con una tale mentalit sembra impossibile
11
394-98.
12

E. Lo GATTO, Storia della letteratura russa, Firenze 1964, pp


L. SESTOV, Potestas Clavium, Berlino 1925, pp. 43-44, 47.

28

G. Piovesana

diventare un cristiano di fede ortodossa, come fece invece


l'altro grande filosofo, l'ebreo S. Frank.
Nel Potestas Clavium, libro che pieno di citazioni latine,
a cominciare dal titolo, Sestov scrive: II filosofo che fosse veramente umile e rinunciasse volentieri alla potestas clavium,
si condannerebbe al disprezzo generale: tolle potestatem clavium, sapientiam tulisti. Perfino se egli fosse d'accordo di
consegnare questo grande potere al Creatore [...] e non agli
uomini, gli stessi mansueti si ribellerebbero [...]. La miglior
descrizione di ci l'ha fatta Dostoevskij nella Leggenda del
Grande Inquisitore. In essa Dostoevskij svel con grande
acume [...] il pi segreto significato delle pretese cattoliche. Il
cattolicesimo crede non in Dio, ma in se stesso. Se Cristo discendesse di nuovo sulla terra, il Grande Inquisitore lo brucerebbe, come bruciava tutti gli eretici, cio tutti coloro che
ardissero che la pienezza del potere in terra ed in cielo non
appartenga interamente al Vicario di san Pietro. E Sestov
continua dicendo, forse sbagliandosi (cf p. 4, nota 2) che
Luter, quattro secoli prima di Dostoevskij, afferm il papa
essere l'Anticristo, poich il cattolicesimo avrebbe messo il
papa al posto di Dio!
Dimitrij S. MereSkovskij (1865-1941), poeta, ma pi grande come romanziere e pensatore, fu ossessionato dall'idea
dell'Anticristo. Da tenere presente che dalla fine
dell'Ottocento alla Rivoluzione d'Ottobre compresa, molti
erano pervasi dalla paura di una catastrofe per la Russia.
Poeti e prosatori come Blok e Belyj sostenevano che la
Russia avesse solo una "patina occidentale" e la Russia ufficiale, civilizzata, stesse per decomporsi, mentre ne sarebbe
nata una popolare e barbara. Un senso apocalittico dominava il simbolismo di quell'epoca. Belyj vedeva anche il pericolo giallo poich la Cina era gi tra noi. Ineluttabilmente,
impetuosamente, il sangue porpora degli Ariani si trasforma

29

l'Anticristo

in sangue giallo [...]. L'astuta bambola giapponese poser


amichevolmente la sua manina sulla spalla dell'Ariano e fisser gli occhietti "vivi, neri e curiosi" nello sguardo torbido
dell'Ariano decaduto.13
Si vedr poi nella traduzione del Breve racconto
sull'Anticristo come anche Solov'v sia stato influenzato dal
"pericolo giallo", che per il giovane filosofo era il "panmongolismo".
Soltanto dal 1896 Merekovskij si fa conoscere come artista e pensatore, con una trilogia che forma la prima parte di
Cristo e Anticristo. La trilogia venne completata con
Leonardo da Vinci o la resurrezione degli dei (1901),
L'Anticristo. Pietro e Alessio (1905), e altri scritti, fra i quali
sono diventati ormai classici Tolstoj e Dostoevskij (1901-02) e
GogoV e il diavolo, il lungo saggio su Lermontov (1909). Nel
1906 scrive sulla Veniente bestia, una allusione ben chiara alla profezia di Daniele sull'Anticristo e la fine del mondo. La
sua profonda religiosit viene ammessa da tutti i critici.
Cechov stesso disse: Mere2kovskij ha una fede ben precisa
su cui pontifica!. Da notare anche quanto dice lo specialista
su Merekovskij, V. Rudic, al quale devo queste informazioni. Egli asserisce che Merekovskij non giunse a una rottura
completa con la Chiesa russa, come avvenne per Rozanov.
Rudic afferma perentoriamente che: ufficialmente MereSkovskij visse e mor in seno all'ortodossia.
pur vero per che Rozanov mor in preda a un'estasi,
quasi una sorta di esaltazione mistica. Ma questo non liproblema pi importante dal punto di vista della sua ortodossia. Merekovskij, nella sua visione apocalittica, annunzia
la venuta di una nuova religione, non deformata dalla Chiesa
13 V. RUDIC, D. Mere/koskij, in Storia della Letteratura Russa, II
Novecento, III, Torino 1991, pp. 246, 250-51.

G. Piovesana

storica, cio la religione del "Terzo Testamento", una concezione che risaliva a quella di Gioacchino da Fiore. Il Primo
Testamento era quello del Padre, e comprendeva il giudaismo e anche il paganesimo; il Secondo era quello del Figlio,
mentre il Terzo era quello dello Spirito Santo. Ogni nuovo
Testamento non annullava il precedente, ma lo perfezionava,
e nel Terzo si sarebbero manifestati l'Eterno Femminino e la
Grande Maternit.
Ovviamente, queste speculazioni teologico-filosofiche
non potevano incontrare l'assenso della Chiesa, bench
possibilissimo che Merekovskij, in fin di vita e in esilio, si sia
accostato ai Sacramenti, e dato che la Chiesa ortodossa
nell'emigrazione cercava di aiutare in tutti i modi questi disgraziati esiliati, essa lo abbia ricevuto nel suo seno.
Di Vasilij Rozanov (1856-1919) stato detto che uno scrittore come lui non si sarebbe mai potuto vedere altrove che
in Russia.14 E infatti uno scrittore cos paradossale come
Rozanov ben difficile trovarlo in qualsiasi altra parte del
mondo. Cominci col fare il filosofo scrivendo un tomo di
pi di ottocento pagine Della comprensione o dell'intendimento, O Ponimanii (1886). Ma il libro fin al macero perch
non interess alcuno. Rozanov fu invece molto pi fortunato
con quello sulla Leggenda del Grande Inquisitore di F. M.
Dostoevskij (1890), che in quindici anni venne ristampato tre
volte. Rozanov forse il primo saggista che interpreti la
Leggenda come una critica al cattolicesimo e al socialismo,
che - secondo Berdjaev - non sarebbe stato che un cattolicesimo secolarizzato.15 Rozanov vi scorse pure la critica del
Cristo storico in nome di una umanit sofferente e peccatrice
a favore di un Cristo ideale, che aveva ben poco a vedere

N. BERDJAEV, Mirosoderzanie Dostoevskago, Paris 1968, p. 146.

15

G. NIVAT, in Storia..., Ili, p. 351.

14

30

31

L'Anticristo

con quello del Vangelo. Ci significava mettere in dubbio


l'ortodossia di Dostoevskij: una affermazione che allora ben
pochi osavano sostenere apertamente.16
Da allora Rozanov incomincia la sua carriera di giornalistasaggista, che comprende anche i suoi attacchi alla Chiesa russa
e l'accentuazione di quello che sar per lui un vero culto del
fallo e della sessualit. Ma, come ha ben osservato Nivat, ci sono tre periodi nella vita di Rozanov, poich oltre al culto del
sesso, ci fu un periodo di antisemitismo feroce, mentre il terzo
inizia nel 1913-15 con Foglie cadute (Opavsie list'ja), Solitria
(Vedinjonno), 1912, 1916, e L'Apocalisse del nostro tempo
(Apokalipsis nasego vremeni), 1918.
Non che Rozanov in questi lavori, pieni di aforismi e di riflessioni spontanee, tralasci il culto del coito e del "seme umido", ma problemi della morte e della vanit delle cose, nonch
della Chiesa tanto criticata prima, affiorano vivamente. Ecco, ad
esempio, come scriveva della Chiesa in Foglie cadute.
Sempre pi penso alla Chiesa. Sempre pi spesso. Essa
mi diventata necessaria [...]. La Chiesa si fonda sulla necessit [...]. Non si tratta di "apporto culturale", non si tratta
delP"illuminismo del popolo". I nichilisti ci possono insegnare P"illuminismo", e T'apporto culturale" lo possono dare anche gli ebrei. Mi necessaria-, ecco la pietra sulla quale la
Chiesa si sostiene. I filosofi parlarono di Dio, Piatone tenne
lezioni sull'immortalit dell'anima [...]. La Chiesa non "insegn", non parl, ma comand di credere in Dio, e di nutrirsi
dell'immortalit dell'anima-.17
Anche in Solitria aveva ribadito questi concetti: La
Chiesa l'unica cosa poetica, Tunica cosa profonda. Mio Dio,
quale follia stata l'aver compiuto, per ben undici anni, ogni

Ibtd, pp. 237-38.

17

G. PIOVESANA, op. cit., pp. 235-36.

16

G. Piovesana

sforzo per distruggerla!.18 Tuttavia, in Foglie cadute ripete:


La realt del cultus phalli scritta nella sostanza delle cose
fin dalla formazione del mondo.
Di essere scomodo e paradossale lo sapeva molto bene;
non per nulla scrisse che: Ges era il frutto pi dolce e pi
amaro del mondo; come si rendeva ben conto del drammatico e irrisolto conflitto fra la meravigliosa seduzione dei sensi e la mistica tentazione di Cristo.19
Ben diverso da Rozanov fu invece Semn L. Frank (18771950), una delle pi brillanti menti filosofiche russe del secolo XX. Anche di lui ho scritto altrove. Qui mi limito a citare
un passo della sua Antologia sul pensiero religioso russo.
Ecco come Frank descrive una delle qualit distintive di questo pensiero:
Infine, il pensiero religioso russo caratterizzato da una
prevalenza di temi apocalittici o escatologici; inoltre pu dirsi
in genere che tutta la coscienza cristiana russa si differenzi da
quella occidentale. Il cristianesimo occidentale seppe formare una cultura ed attuare nella vita sociale alcuni principi cristiani basilari. Ci, tuttavia, and a scapito di quella preziosa
coscienza del cristianesimo primigenio che la "fine del mondo" inevitabile e vicina. Perci ogni ordinamento della vita
terrena instabile, relativo e limitato. Il contrario si ebbe in
Russia. Il costante pensiero della fine del mondo, dell'instabilit e precariet di qualsiasi relativo ordinamento terrestre e,
nel contempo - e questa la variante pi comune -, la tensione appassionata verso il fine ultimo della fede cristiana, la
18

Ibid, p. 238.

19 Ibid., pp. 239, 240. A. I. CRONEIN/B. GLATZER ROSENTHAL (edd.)


Nietzsche in Russia, Princeton, NJ. 1986, pp. 92-112 dimostra che
Rozanov, nelle sue diatribe antireligiose, ha seguito Nietzsche sia in quanto allo stile che al contenuto.

32

33

L'Anticristo

trasfigurazione del mondo e l'avvento del Regno di Dio, l'attuazione della verit-giustizia (pravdd) assoluta e l'avvento di
"deli nuovi e terre nuove", dominano talmente il cristianesimo russo che spesso si va a scapito di un moderato e responsabile compito morale di illuminare ed elevare cristianamente la vita terrena: o, perlomeno, non ci si premura di tracciare
un chiaro limite fra questi due fini di genere diverso.20
Con Vittorio Strada poniamo termine a questa introduzione: La storia russa [...]- egli osserva - pi d'ogni altra, sconfigge la teoria del progresso lineare e traccia un itinerario di
sviluppo che non si pu non definire altrimenti che labirintico.21 Mentre noi ci auguriamo che questo sviluppo non diventi anche "apocalittico".

Breve racconto
sull'Anticristo

Panmongolismo! Bench un nome selvaggio


II suo suono mi accarezza l'orecchio,
Quasi il presagio di un grande
Destino pieno di divino!

La Dama-. Donde viene questa epigrafe?


// Sig. Z.: Penso l'abbia composto l'autore stesso del racconto.1
La Dama. Ebbene, leggete.
// Sig. Z. (legge): II secolo ventesimo dalla nascita di Cristo
fu l'epoca delle ultime grandi guerre esterne e sconvolgimenti intestini.
La pi grande guerra esterna ebbe quale causa lontana il
movimento intellettuale sorto in Giappone gi alla fine del
diciannovesimo secolo con il nome di panmongolismo. I
giapponesi, da quei grandi imitatori che sono, con una rapidit e successo meravigliosi assimilarono le forme sostanziali

20
S. L. FRANK, Iz istorii russkojfilosofskoj mysli konca XIX v natala
XXveka. Antologica, Washington D.C. - New York 1955, p. 56. P. Modesto
ha fatto la traduzione italiana, Milano 1977.
21

V. STRADA, La questione russa, Venezia 1991, p. 112.

1 , infatti, la prima parola della stanza di una poesia con questo titolo di Solov'v che fu, oltre che un grande filosofo, un buon poeta. Risale
al periodo 1894-95, tempo della guerra cino-giapponese. La poesia fu letta
in un ristretto circolo d'amici, e fu stampata solo dopo la sua morte.
Sobranie Socinenij, XII, pp. 95ss. Il Breve racconto fu tradotto parecchie
volte e in varie lingue, ma, in genere, assieme ad altri scritti di Solov'v.

35

34

L'Anticristo

della cultura europea, appropriandosi, per, anche alcune


idee d'ordine inferiore.
Avendo saputo dai giornali e dai manuali di storia che
nell'Occidente esistevano il panellenismo, il pangermanesimo, il panslavismo, il panislamismo, essi proclamarono la
grande idea del panmongolismo, o la riunione in un solo
blocco e sotto la loro egemonia, di tutti i popoli dell'Asia
orientale, con lo scopo di una lotta decisiva contro gli stranieri, cio gli europei. Approfittando del fatto che, all'inizio
del secolo ventesimo, l'Europa era impegnata nell'ultima e
decisiva lotta con il mondo musulmano si accinsero alla realizzazione del loro grandioso piano: in primo luogo l'occupazione della Corea, poi fu la volta di Pechino, dove, con l'aiuto del partito progressista cinese, rovesciarono la decrepita
dinastia manci, sostituendola con quella giapponese. Ad essa si adattarono ben presto anche i conservatori cinesi, comprendendo che dei due mali meglio scegliere il minore, ancorch lo facessero a malincuore e che, volenti o nolenti, i
giapponesi erano loro fratelli. Del resto, l'indipendenza statale dell'antica Cina non aveva la forza per sostenersi ed era
inevitabile sottomettersi o agli europei o ai giapponesi.
Apparve poi chiaro che il dominio dei giapponesi, sopprimendo le forme esteriori del governo cinese, rivelatesi assolutamente inutili, non intaccava la sua parte intcriore, non intromettendosi negli affari interni della vita nazionale. Un'occupazione di potenze europee, invece, avrebbe sostenuto,
per ragioni politiche, i missionari cristiani minacciando i pi
profondi principi spirituali della Cina.
L'odio nazionale, provato nel passato dai cinesi verso i
giapponesi, era nato quando n questi n quelli conoscevano gli europei, ma di fronte ad essi questa inimicizia, diventata vicendevole, di due nazioni simili assumeva il carattere di una guerra civile e perdeva ogni senso. Gli europei

36

Breve racconto sull'Anticristo

erano completamente stranieri, unicamente nemici e il loro


predominio non poteva affatto lusingare l'amor proprio razziale; invece nelle mani del Giappone i cinesi sentivano la
dolce esca del panmongolismo, che allo stesso tempo giustificava ai loro occhi la triste inevitabilit della europeizzazione esterna.
Vogliate comprendere, cocciuti fratelli* - insistevano i
giapponesi - che noi cerchiamo da questi cani occidentali le
loro armi non perch abbiamo una infatuazione per essi, ma
per batterli con esse. Se voi vi unirete a noi e accetterete la
nostra direzione pratica, allora non solo espelleremo presto
questi diavoli bianchi dalla nostra Asia, ma conquisteremo i
loro paesi e fonderemo un vero regno centrale su tutto l'orbe
terrestre. legittimo il vostro orgoglio nazionale e il disprezzo degli europei, ma voi nutrite questi sentimenti solo con
sogni fantastici, senza un'appropriata attivit. In questo noi vi
abbiamo superato e dobbiamo mostrarvi la strada di comune
interesse. Come potete vedere voi stessi, cosa vi ha dato la
politica di fiducia in voi e di differenza verso di noi che siamo i vostri naturali amici e difensori. Per poco mancato che
la Russia e l'Inghilterra, la Germania e la Francia ci spartissero fra di loro non lasciandoci neppure le briciole del nostro
territorio; tutte le vostre imprese di tigri mostrarono soltanto
l'impotente punta di una coda serpentina.
Gli assennati cinesi trovarono questo ragionamento ben
fondato e la dinastia giapponese si afferm solidamente. Il
suo primo compito fu naturalmente di creare un potente
esercito e una flotta. Una grande parte delle forze militari
giapponesi fu trasferita in Cina, dove form i quadri di un
grande esercito. Gli ufficiali giapponesi che parlavano il cinese divennero istruttori con molto maggior successo degli
estromessi stranieri europei. Nell'innumerevole popolazione
della Cina con la Manciuria, la Mongolia e il Tibet si pot tro-

37

L'Anticristo

vare un sufficiente potenziale di guerra. Gi il primo


Bogdykharf della dinastia giapponese pot dare una felice
prova delle armi che avevano rinnovato l'impero, cacciare
cio i francesi dal Tonchino e dal Siam e gli inglesi dalla
Birmania, annettendo all'Impero del Mezzo tutta l'Indocina.
Il suo successore, cinese per parte di madre, univa in s
l'astuzia e la determinatezza cinesi con l'energia, la mobilit e
lo spirito d'iniziativa giapponesi, e nel Turchestan cinese egli
mobilit un'armata di quattro milioni di uomini. Nello stesso
tempo che lo Tzun-Li-Jamin3 comunicava confidenzialmente
al console russo che questo esercito era destinato all'occupazione dell'India, il Bogdykhan irrompe nell'Asia centrale e,
sollevandovi tutta la popolazione, marcia rapidamente attraverso gli Urali e dilaga con i suoi soldati nella Russia orientale e centrale. Nel frattempo, le truppe russe, mobilitate in
fretta, accorrono con contingenti dalla Polonia e Lituania,
Kiev e Volinia, Pietroburgo e Finlandia.
Data l'assenza di un piano di guerra preventivato e la stragrande superiorit numerica dei nemici, le forze russe poterono solo ripiegarsi con onore. La rapidit dell'aggressione
non diede loro il tempo per la debita concentrazione delle
forze, e i vari corpi venivano distrutti uno dopo l'altro in lotte
accanite e senza speranza. Ai mongoli ci riusc a caro prezzo, ma essi colmarono facilmente le loro perdite, avendo occupato tutte le linee ferroviarie dell'Asia. Nel frattempo, due
corpi dell'armata russa di duecentomila uomini, da tempo
ammassata ai confini della Manciuria, si sforzano nel vano
tentativo di invasione nel ben difeso territorio della Cina.
Lasciando parte delle rimanenti forze in Russia, per impedire
2 Letteralmente il "Divino Duce", cio l'Imperatore Celeste, che era
il titolo attribuito dai mongoli all'imperatore cinese.
3

II ministero cinese che manteneva i contatti con le ambasciate estere.

38

Breve racconto sull'Anticristo

la formazione di nuove milizie, e anche per dare la caccia al


moltipllcarsi dei reparti parmigiani, il Bogdykhan con tre armate varca i confini della Germania.
Qui per si ebbe qualche successo e una delle armate
mongole fu messa in rotta. Contemporaneamente, in Francia il
partito nazionalista prese il potere e ben presto nelle retrovie
tedesche apparsero milioni di baionette. Preso fra l'incudine e
il martello, l'esercito tedesco fu costretto ad accettare a condizioni onorevoli di deporre le armi, come domand il
Bogdykhan. Gli entusiasti francesi, che fraternizzavano coi
gialli, si sparsero per la Germania e presto persero ogni senso
di disciplina militare. Il Bogdykhan comand ai suoi soldati di
far fuori gli ormai inutili alleati, ordine che venne eseguito con
accuratezza tutta cinese. A Parigi succede l'insurrezione dei lavoratori sans patrie e, nella capitale della cultura occidentale,
si aprono con giubilo le porte al Signore dell'Oriente.
Soddisfatta la sua curiosit, il Bogdykhan si diresse verso
Boulogne-sur-Mer, dove con la scorta di una flotta venuta dal
Pacifico e con l'ausilio delle navi di trasporto prepar il traghetto del suo esercito nella Gran Bretagna. Poich aveva bisogno
di denaro, gli inglesi riscattano la loro libert con un miliardo di
sterline. Entro un anno, tutte le potenze europee riconoscono il
loro vassallaggio al Bogdykhan, il quale, lasciate in Europa sufficienti forze d'occupazione, ritorna verso l'Oriente e intraprende campagne navali contro l'America e l'Australia.
Perdura per mezzo secolo sull'Europa il nuovo giogo
mongolo. Sotto l'aspetto interno, quest'epoca caratterizzata
dalla generale mescolanza e profonda penetrazione di mutue
concezioni europee e orientali, la ripetizione en grand
dell'antico sincretismo ajessandrino. Nel lato pratico della vita diventano pi evidenti tre aspetti: la vasta affluenza
nell'Europa di lavoratori cinesi e giapponesi e, come conseguenza di ci, il forte acuirsi del problema economico-socia-

39

le; il prolungarsi da parte delle classi dirigenti di una serie di


palliativi per risolvere questo problema; la crescente attivit
internazionale di segrete organizzazioni sociali, che organizzano u*1 vasto complotto paneuropeo per cacciare i mongoli
e ristati"'6 l'indipendenza europea. Questo colossale complotto, al quale prendevano parte i governi nazionali, in
quanto era loro possibile dato il controllo dei funzionali del
Bogdyfeban, fu preparato abilmente e riusc mirabilmente.
A u*1 tempo ben fissato, comincia lo sterminio dei soldati
mongoli l'eccidio e l'espulsione dei lavoratori asiatici. In tutti
i luoghi vengono preparati i quadri segreti di truppe europee, e, passato un certo tempo, formato un eccellente piano prepafato da tempo per una mobilitazione generale. Il
nuovo Pogdykhan, nipote del grande conquistatore, in fretta
passa dalla Cina nella Russia, ma qui la sua orda innumerevole sbaragliata completamente dall'armata riunita delle nazioni e^opee. I resti dispersi ritornarono nel profondo
dell'Asia e l'Europa divent libera.
Conr*e il mezzo secolo di sottomissione ai barbari asiatici era
stato ca^^0 dalla disunione degli Stati europei che s'occupavano solo dei loro particolari interessi nazionali, cos la grande
e meravigliosa liberazione era stata raggiunta dalla organizzazione internazionale dalle forze unite della popolazione europea. La conseguenza di questo fatto evidente mostra che l'antica struttura del mondo di nazioni separate perde l'importanza e
quasi cinque spariscono i resti delle antiche monarchie.
L'Europi nel ventesimo primo secolo appare come un insieme
di un maggiore o minore numero di stati democratici: l'unione
degli Stati Uniti europei. I progressi della cultura esterna, in
qualche modo ritardati dall'invasione mongola e dalla lotta di
liberazione, di nuovo ripresero con rapidit il loro corso.
I soggetti interni della coscienza come i problemi della vita e della morte, o del destino finale del inondo e dell'uomo,

Breve racconto sull'Anticristo

resi pi complicati e confusi da una molteplicit di ricerche e


scoperte fisiologiche e psicologiche, rimangono come prima
senza soluzione. Ci spiega un importante risultato, ma di
natura negativa: la decisiva cadutajdeljnaterialisino teoretico.
La concezione dell'universo di atomi moventesi, o della vita
come risultato dell'accumulazione di piccolissime e mobili
particelle di materia e simili concezioni non possono accontentare pi alcuna mente pensante.
L'umanit ha superato per sempre questo gradino^dell'in-.
fanzia filosofica. D'altra parte rimane chiaro che anche trascorsa la Fanciullesca capacit di un'ingenua e inconsapevole
fede. Concezioni come quella che Dio ha creato dal nulla,
ecc, cessano gi di insegnarle nelle scuole primarie. Si elabora invece un qualche comune livello superiore, una visione su questi soggetti, al di sotto della quale non si pu concedere qualsiasi dogmatismo. E se la grandissima parte degli
uomini che pensano rimangono completamente miscredenti,
d'altro lato alcuni credenti necessariamente diventano uomini che pensano, adempiendo il detto dell'Apostolo: Siate
franciulli nel cuore, ma non nella mente.4

Viveva a quel tempo, fra i non molti che credevano nello


spiritualismo, un uomo di doti eccezionali - molti lo chiamavano un superuomo - assai lontano dall'essere un fanciullo sia di
mente che nel cuore. Egli era ancora giovane, ma grazie al suo
genio, a soli trentatr anni acquist una larga fama di grande
pensatore, di scrittore e di riformatore sociale. Conscio del suo
grande potere spirituale, egli era stato sempre un convinto spiritualista e la sua chiara intelligenza gli aveva sempre indicato
4

2Cor 14,20.

41

40

L'Anticristo

la verit di ci che si doveva credere: il bene, Dio, il Messia. In


ci egli credeva. In realt amava solo se stesso. Credeva in Dio,
ma nel profondo dell'anima sua, inconsciamente e istintivamente, preferiva se stesso a Lui.
Amava il Bene, ma l'occhio dell'Eternit, che vede tutto,
sapeva che quest'uomo si sarebbe inginocchiato davanti dia
potenzajliel1 male, appena essa lo conquistasse non con l'inganno dei sentimenti o di passioni basse, e neppure con l'allettamento di un alto potere, ma solo stimolando il suo smisurato amor di s. Del resto, questo amor proprio non era n
un irresponsabile istinto, n una irragionevole pretesa. Lo
smisurato amor proprio di questo grande spiritualista, asceta
e filantropo, sembrava, o almeno pareva essere, sufficientemente giustificato, oltre che da questa eccezionale genialit,
bellezza e nobilt, anche dal suo elevato disinteresse. Era talmente dotato di doni divini, che difficilmente si poteva criticare che egli non vedesse in essi uno speciale segno della
benevolenza dall'alto, e si considerasse secondo dopo Dio,
l'unico figlio di Dio, unico nel suo genere. In breve, egli considerava s ci che in realt Cristo era stato.
v'^' Ma questa coscienza^della sua alta dignit non si manifestava in lui come un'obbligazione morale verso Dio e il mondo, ma come suodiritto e privilegio sugli altri e, spedalmm-^
te^iLCristQ. All'niziorion aveva ostilit verso Ges. Egli ammetteva la Sua divinit messianica e il suo significato, ma sinceramente vedeva in Lui solo il pi grande dei suoi precursori; la sua mente, ottenebrata dalla sua ambizione, non poteva
capire l'impresa morale di Cristo e la Sua assoluta unicit.
Egli ragionava cos: Cristo venuto prima di me; io venni secondo, ma quello che venuto poi in ordine di tempo sostanzialmente primo per natura. Io venni ultimo, alla fine della storia, proprio perch sono perfetto e il salvatore finale.
Quel Cristo fu il mio predecessore. La sua vocazione fu di an-

42

Breve racconto sull'Anticristo

deipare e preparare la mia venuta.


Con questa idea in mente, il grande uomo del ventesimo
primo secolo applicher a se stesso tutto quello che vien detto nel Vangelo della seconda venuta, intendendo con ci non
il ritorno dello stesso Cristo, ma il rimpiazzamento del Cristo
preliminare con quello definitivo, cio se stesso.
A questo stadio "l'uomo emergente"5 appare ancora con
alcuni altri tratti non del tutto caratteristici e originali.
Concepivajl suo rapporto con Cristo allo stesso modo di
quello che era, per esempio, QonMaometto, un uomo giusto?
al quale nulla si poteva^Je^ftrveSeHSSale.
La preferenza piena di amor proprio, che egli fa di se stesso nei confronti del Cristo, veniva giustificata dal seguente ragionamento: Cristo, predicando il bene morale e manifestandolo nella sua vita, era stato il riformatore dell'umanit, ma io
sono invece destinato ad essere il benefattore di questa in parte riformata e in parte incorreggibile umanit. Io dar a tutti gli
uomini quanto loro necessario. Cristo, come moralista, divideva gli uomini in buoni e cattivi, ma io li unir tutti con i beni
che sono necessari egualmente ai buoni e ai cattivi. Io sar il
vero rappresentante di quel Dio che fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i cattivi e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Cristo ha portato la spada, io porter la pace. Egli ha minacciato la terra con il terribile ultimo giudizio. Ma l'ultimo giudice sar io, e il mio giudizio sar sia di misericordia che di
giustizia. Ci sar anche giustizia nel mio giudizio, ma non giustizia retributiva, bens distributiva. Far una distinzione fra gli
uomini e dar a ciascuno ci che gli dovuto.
In questa magnifica disposizione di spirito, s'aspettava un
chiaro invito divino alPopera della nuova salvezza dell'umanit; attendeva una qualche palese e sorprendente testimo5 In russo grjadusci] celovek, alla lettera l'uomo veniente, per abbiamo preferito Vuomo emergente.

43

L'Anticristo

nianza d'essere il figlio ultimo, il primogenito diletto di Dio.


Aspettava, coltivando il suo amor proprio, cosciente delle
sue sovrumane virt e doti. Infatti, come s' detto, era un uomo di una moralit irreprensibile e di un genio straordinario.
,
L'orgoglio di quest'uomo superbo aspettava una sanzione
i dall'alto per iniziare la sua missione di salvezza dell'umanit,
ma essa non veniva. Aveva gi compiuto trent'anni, altri tre
se ne succedettero quando, improvvisamente, un subitaneo
pensiero gli balena nella mente e un brivido ardente lo penetra fino al midollo delle ossa: E se?... Se non io, ma quel...
galileo... S'egli non fosse il mio predecessore, ma il vero, il
primo e l'ultimo? Ma allora deve essere vivente... Dove
dunque Lui?... D'improvviso verr da me... Che gli dir?
Dovr forse inchinarmi davanti a Lui come il pi stupido dei
cristiani, o come un contadino russo biascicare qualcosa di
incomprensibile: "Signore Ges Cristo, abbi piet di me peccatore", o come una contadina polacca distendersi per terra
davanti alla croce! Io, il brillante genio, il superuomo. No,
mai!*.
E cos, invece dell'anteriore freddo rispetto per Dio e Cristo,
nacque e crebbe nel suo cuore, prima una speciejLterrgre, poi
una rovente, soffocante invidia e un odjDfurioso che gli toglieva il respiro. Io, io, e non Lui! Egli non tra i viventi. Egli non
c' e non ci sar. Non risorto dai morti! Egli si decompose nella tomba, si decompose come il pi infimo dei mortali....
Con la schiuma alla bocca, corre fuori dalla casa e dal
giardino a sbalzi convulsi, si getta nel profondo scuro della
notte per un roccioso viottolo... La furia si calm e si mut in
disperazione, dura e pesante come quelle rocce, oscura come quella notte. S'arresta sull'orlo di un precipizio che cade a
picco e ode di lontano il vago rumore del torrente sottostante, che scorre fra le rocce. Un'angoscia insopportabile pesava
sul suo cuore. Improvvisamente qualcosa s'agit in lui:

44

Breve racconto sull'Anticristo

Chiamarlo? Chiedergli cosa devo fare?. E la triste, gentile immagine sembrava sorgere davanti a lui nelle tenebre. Egli mi
compatisce... No, mai! Non risorto, mai risorse dai morti.
E si gett gi dalla rupe a picco. Ma un qualcosa di flessibile, come una colonna d'acqua, lo sostenne nell'aria, sent
come una scossa elettrica, e una forza arcana lo rigett indietro. Perse coscienza per un momento e, quando ritorn in s,
si trov inginocchiato alcuni passi lontano dall'orlo del precipizio. Vide i contorni di una figura splendente di luce fosforescente e i suoi occhi penetravano la sua anima con la loro
intollerabile, acuta brillantezza.
Vide questi occhi penetranti e ud - non sapendo se venisse da se stesso o dal di fuori - una strana voce, senza tono e
soffocata, tuttavia chiara e metallica e assolutamente senza
anima, come se venisse da un fonografo. La voce gli diceva:
Tu sei il mio figlio prediletto in cui mi sono molto compiaciuto. Perch non sei ricorso a me? Perch tu adori l'altro, il
cattivo, e il padre suo? Io sono il tuo dio e il tuo padre. L'altro, il mendicante, il crocefisso, uno straniero sia a me che
a te. Io non ho altro figlio che te. Tu sei l'unico, l'unigenito,
uguale a me. Ti amo e non chiedo niente da te. Tu sei bello,
potente e grande. Compi la tua opera in nome tuo e non nel
mio, non ne ho invidia, ti amo. Non voglio nulla da te. Colui
che tu consideravi Dio, chiese al suo Figlio un'obbedienza
senza limiti, obbedienza fino alla morte, anche la morte sulla
croce e non l'aiut sulla croce. Io non chiedo nulla, ma invece ti aiuter. T'aiuter per te stesso, per amore della tua dignit ed eccellenza, per il puro e disinteressato amore che ti
porto. Ricevi il mio spirito. Come prima il mio spirito ti gener in bellezza, cos ora ti do la nascita m potere.
A tali parole di questo sconosciuto, le labbra del superuomo involontariamente si socchiusero; i due penetranti occhi
vennero del tutto vicini al suo volto ed egli sent una strana,

45

L'Anticristo

fredda corrente entrare in lui e penetrare tutto il suo essere. E


nello stesso tempo si rese conto di una forza inaudita, coraggio, agilit ed entusiasmo. Nello stesso istante, i meravigliosi
contorni e i due occhi improvvisamente svanirono, e un
qualcosa sollev il superuomo nell'aria e immediatamente lo
depose nel giardino, alle porte della casa.
Il giorno seguente non solo i visitatori del grande uomo,
ma anche i suoi servitori furono colpiti dalla sua particolare
fisionomia, quasi fosse, in qualche modo, ispirata. Sarebbero
stati ancora pi meravigliati se avessero visto con quale soprannaturale facilit e speditezza scriveva, rinchiuso nel suo
studio, la sua famosa opera La via aperta alla pace e al benessere universale.
I libri precedenti e le opere sociali del superuomo avevano incontrato critici severi, quantunque essi fossero, in larga
maggioranza, persone molto religiose e perci prive di una
qualsiasi autorit critica (si noti che sto parlando della venuta
dell'Anticristo) di modo che non molti li ascoltavano quando
f essi, in ci che si scriveva e si diceva "dell'uomo emergente",
; riconoscevano in lui, in modo del tutto inconfondibile, i se! gni di un intenso amor proprio e attaccamento alle proprie
opinioni, ed un'assenza totale di una vera semplicit, rettitu[ i dine e bont di cuore.
Con la sua nuova opera egli attir, invece, anche alcuni dei
suoi precedenti critici e nemici. Questo libro, scritto dopo l'avventura sul precipizio della rupe, dimostra in lui una potenza di
genio senza precedenti. Era un qualcosa che abbraccia tutto e
mette d'accordo tutte le contraddizioni. Combinava un nobile
rispetto per tradizioni e simboli antichi con un vasto e coraggioso radicalismo in affari sociali ed esigenze politiche, una
smisurata libert di pensiero con una profonda comprensione di tutte le realt mistiche, un assoluto individualismo con
una totale dedizione al bene comune, il pi elevato ideali-

46

Breve racconto sull'Anticristo

smo in fatto di principi guida, con definitivamente precise e


concrete conclusioni pratiche. E il tutto era messo assieme
con una tale consumata arte che qualsiasi unilaterale pensatore o riformatore poteva facilmente vedere ed accettare il
tutto interamente dal suo punto di vista particolare, senza sa- _|
crificarejiuM
senza dover trascendere il proprio io per essa, o rinunciare dijatto al suo esclusivismo, o in nessun modo correggere i suoi erronei punS dfvista e aspirazioni, o tentare di rifarsi per la loro insufficienza.
Questo meraviglioso libro fu subito tradotto in tutte le lingue delle nazioni pi progredite e anche in alcune meno
avanzate. Per un anno intero, in tutte le parti del mondo, si
pieni della pubblicit degli editori e dell'entusiasmo dei recensori. Edizioni economiche, con il ritratto dell'autore, si
diffondono a milioni di esemplari, e l'intero mondo culturale
- a quell'epoca ci significava quasi tutto il globo terrestre -,
si riempie della gloria dell'uomo incomparabile, grande, unico! Nessuno poteva sollevare obiezioni contro questo libro
poich sembrava a ciascuno la rivelazione della verit che
tutto abbracciava. Tutto il passato giudicato con tale equanimit, ogni aspetto del presente trattato con tale imparzialit, e un futuro migliore - quello di cui abbiamo bisogno - ci
viene avvicinato in modo cos concreto e tangibile, che ciascuno dice: Questo quello che vogliamo; qui c' un ideale
che non un'utopia, un piano che non una chimera.
E il prodigioso scrittore non solo trascina tutti, ma si rende
gradevole a tutti, e in tal modo si compiono le parole di Cristo:
Sono venuto nel nome del Padre mio, e non mi avete ricevuto; un altro verr nel suo nome, e voi l'accoglierete.
Infatti, per essere accolto bisogna essere piacevole.

Veramente, alcune pie persone, pur lodando calorosamente il libro, si meravigliavano come Cristo npr^fossejneppure una volta menzionato.. Altri cristiani per replicavano:

47

L'Anticristo

Sia lodato Dio! Nei secoli passati tutte le cose sacre sono state abusate da tanti zeloti che non avevano alcuna vocazione,
e ora che si presenta un profondo scrittore religioso, deve essere molto circospetto. E siccome tutto il libro permeato di
un vero spirito cristiano di un amore attivo e di una benevolenza che tutto abbraccia, che cosa volete di pi? E tutti erano d'accordo su ci.
Subito dopo la pubblicazione del libro La via aperta..., che
fece dell'autore il pi popolare scrittore del mondo, fu tenuta a
Berlino l'assemblea costituente internazionale dell'Unione degli Stati Uniti d'Europa. Questa Unione, istituita dopo una serie
di guerre estere ed interne, collegate con la liberazione del
giogo dei mongoli e che aveva mutato in modo considerevole
la carta dell'Europa, questa Unione era in pericolo di uno
scontro, ora non pi tra le nazioni, ma tra i partiti politici e sociali. I reggitori della politica generale europea, appartenenti
alla potente confraternita dei frammassoni, si rendevano conto
della carenza di una generale autorit esecutiva, tanto che
c'era il pericolo che si frantumasse nuovamente. Nel consiglio
permanente o Comitato Universale (Comit permanerti universet) non s'era raggiunta l'unanimit, perch i veri massoni,
votati alla causa, non avevano la maggioranza dei voti.
Raggiunta con tanta difficolt l'Unione europea, ben presto i
membri formarono separati accordi, col pericolo di una nuova
guerra. Gli "adepti" decisero di istituire un unico potere esecutivo con adeguati diritti plenipotenziari.
Il principale candidato, "l'uomo emergente", era un membro segreto dell'ordine. Era l'unica persona che godesse di
una fama universale. Un dotto di professione nel ramo
dell'artiglieria e socialmente un potente capitalista, ovunque
aveva rapporti amichevoli con il mondo finanziario e militare. In tempi meno illuminati, si sarebbe potuto elevare contro
' di lui la circostanza che la sua origine era circondata da una

48

Breve racconto sull'Anticristo

profonda nube di oscurit. Sua madre, di facili costumi, era


conosciuta in ambedue gli emisferi e troppi uomini, di diverse condizioni sociali, potevano reclamare la sua paternit.
Questa situazione, naturalmente, non poteva avere alcun significato in un secolo tanto progredito, che gli era toccato in
sorte perfino di essere l'ultimo.
"L'uomo emergente" fu eletto quasi all'unanimit presidente a vita dell'Unione degli Stati Europei. Quando egli si
present sulla tribuna in tutto il suo brillante splendore di
una giovanile bellezza e forza sovrumane e, con un'ispirata
eloquenza, spieg il suo programma universale, l'assemblea,
incantata e affascinata, in uno slancio di entusiasmo, senza
una votazione, decise di offrirgli il pi alto onore nominandolo imperatore romano.
Il congresso si chiuse nella gioia generale, e il grande
eletto pubblic un manifesto che iniziava cos: Popoli della
terra! Vi do la mia pace!* e terminava con queste parole:
Popoli della terra! Le promesse sono state adempiute! Pace
eterna e universale sono assicurate. Qualsiasi cosa la voglia
disturbare incontrer immediata e insuperabile opposizione.
Poich d'ora in poi c' nel mondo un potere centrale che
pi forte di qualsiasi altro, sia preso separatamente che tutti
insieme. Questo potere invincibile e che tutto conquista appartiene a me, il plenipotenziario, l'eletto imperatore
d'Europa e comandante di tutte le sue forze. La legge internazionale possiede finalmente sanzioni che sono fino ad
ora mancate. E d'ora in poi nessuna potenza potr dire:
"guerra" quando io dico: "pace". Nazioni del mondo, la pace
sia con voi!. Il manifesto ottenne il desiderato effetto.
Ovunque fuori dell'Europa, e specialmente in America, si
formarono forti partiti fautori dell'impero, che forzarono i loro governi, a condizione diverse, ad unirsi con gli Stati Uniti
d'Europa, sotto l'autorit suprema dell'imperatore romano.

49

L'Anticristo

Qua e l in Asia ed Africa esistevano ancora delle trib e dei


sovrani indipendenti. L'imperatore, con un esercito piccolo
ma scelto, formato da soldati russi, tedeschi, polacchi, ungheresi e turchi compie una passeggiata militare dall'Asia
orientale fino al Marocco e, senza grande spargimento di sangue, sottomette tutti quanti si opponevano. In tutte le regioni
di queste due parti del mondo, egli nomina dei governatori
di formazione europea, scelti fra i potenti del paese a lui devoti. In tutti i paesi pagani, la popolazione, strabiliata e affascinata, lo proclama il loro dio supremo.
Entro un anno fu fondata una monarchia universale nel
senso pi proprio ed esatto del termine. I germi della guerra
vengono sradicati fin dalle loro radici. La Lega della Pace
Universale fu convocata per l'ultima volta e, indirizzando un
entusiastico elogio al grande pacificatore, si dissolse non
avendo pi ragione d'essere. Nel secondo anno del regno,
l'universale imperatore romano emise un secondo proclama:
Popoli della terra! Vi ho promesso la pace e ve l'ho data. Ma
la pace bella solo se c' la prosperit. Colui che nella pace
minacciato dalla sfortuna della miseria npn pu essere felice della pace. Venite dunque ora tutti a me voi che avete fa'me e freddo e vi sazier e riscalder.
Poi annunci un semplice programma sociale ma che tutto comprendeva, gi svolto nel suo libro, e che aveva allora
accattivato tutti gli spiriti nobili e sensati. Ora che le finanze
del mondo e immense propriet terrene erano concentrate
nelle sue mani, poteva realizzare questa riforma e soddisfare
i desideri dei poveri senza una apprezzabile ingiustizia verso
i ricchi. Ciascuno era pagato secondo le sue capacit e ogni
capacit era retribuita secondo i suoi lavori e risultati.
Il nuovo signore del mondo era anzitutto un filantropo
pieno di compassione, e non solo un filantropo, ma anche
compassionevole verso gli animali. Era un vegetariano,

Breve racconto sull'Anticristo

proib la vivisezione e sottopose i mattatoi a una severa sorveglianza; in tutti i modi favor le societ per la protezione
degli animali. Pi importante di questi particolari fu lo stabili\ II Panem et circe
re fermamente per tutta l'umanit l'uguaglianza piJ
mentale: l'eguaglianza della saziet genemteTQuesto fu fatto nel secondo anno del suo regno. La questione sociale ed
economica fu cos risolta una volta per tutte. Ma se il cibo
di prima importanza per gli affamati, quelli che sono sazi domandano altre cose. Anche gli animali sazi vogliono, usualmente, non solo dormire, ma anche giocare. Tanto pi l'umanit, che sempre post panem esige circenses.6 Il superuomo
comprendeva ci che la massa domandava.
In quel tempo giunge a lui in Roma dal lontano Oriente
un grande mago, circondato da un grande alone di fatti strani
e fiabeschi racconti. Secondo le voci che correvano fra i neobuddisti, egli era di origine divina, essendo figliojiel dio jdel
sole Syj^|a-exlLunaJiife:r
Questo mago, Apollonio di nome, senza dubbio un uomo
di genio, per met asiatico e per met europeo, era un vescovo cattolica in partibus infidelium. Egli riuniva in s, in un
modo meraviglioso, una padronanza maestra delle ultime
scoperte e applicazioni tecniche della scienza occidentale
con una conoscenza, sia teoretica che pratica, di tutto ci che
reale e significativo del misticismo tradizionale dell'Oriente.
I risultati di queste combinazioni erano stupefacenti.
Apollonio possedeva, per esempio, la mezzo-scientifica e
mezzo-magica arte di attirare e dirigere a suo piacere l'elettricit atmosferica, tanto che il popolo diceva che egli comandava al fuoco di scendere dal cielo. Del resto, colpendo l'immaginazione della folla con svariati e inauditi prodigi, egli si
asteneva dall'abusare della propria potenza per scopi futili. E

51

L'Anticristo

cos questo grande uomo si present al grande imperatore,


lo vener come il vero figlio di Dio, e dichiar che nei segreti
libri dell'Oriente aveva trovato profezie che direttamente lo
concernevano svelandolo come l'ultimo salvatore e giudice
della terra, offrendo la sua arte al suo servizio. Affascinato,
l'imperatore lo accolse come un dono del cielo e, concedendogli titoli splendidi, tenne permanentemente il mago al suo
fianco. I popoli della terra, avendo riavuto dal loro signore i
benefici della pace universale e cibo in abbondanza per tutti,
ebbero anche la possibilit di godere i pi inaspettati miracoli e segni straordinari. Il terz'anno del regno del superuomo
stava per finire.
I problemi politici e sociali erano stati felicemente risolti, ma
ora c'era il problema religioso che doveva essere affrontato.
L'imperatore stesso sollev il problema ed anzitutto in relazione al cristianesimo. La situazione del cristianesimo era la
seguente. Era considerevolmente diminuito numericamente:
non rimanevano pi di 45 milioni di cristiani in tutto il globo
terrestre. Ci nonostante era divenuto un cristianesimo moralmente pi solido e aveva raggiunto un alto livello, cos che
guadagn in qualit quanto aveva perso in quantit. Persone
che non avevano alcun interesse comune con la cristianit
non erano pi annoverate fra i cristiani.
Le diverse denominazioni avevano perso il numero circa
nella stessa proporzione dei loro membri, cos che la relazione numerica fra esse era approssimativamente la stessa di
prima. Invece, riguardo ai loro sentimenti reciproci, bench
non ci fosse stata una completa riconciliazione, l'ostilit fra di
loro era considerevolmente diminuita e le differenze avevano perduto la loro primigenia asprezza.
Il Papato da tempo era stato esiliato da Roma e, dopo lunghe peregrinazioni, aveva trovato rifugio a San Pietroburgo, a
condizione che si astenesse dal fare propaganda, sia dove si

52

Breve racconto sull'Anticristo

trovava che nel paese. In Russia assunse una forma pi semplice. Senza diminuire il numero del personale necessario
per i diversi dicasteri e uffici, aveva dovuto rendere pi spirituale la loro attivit, oltre che ridurre al minimo lo splendido
rituale e le norme cerimoniali. Molti usi curiosi che potevano
essere una pietra d'inciampo, bench non aboliti formalmente, caddero in disuso. In tutti gli altri paesi, specialmente
nell'America del Nord, la gerarchla Cattolica Romana aveva
ancora molti rappresentanti con una posizione indipendente,
volont tenace e un'energia infaticabile; questi formavano
l'unit della Chiesa Romana tenuta assieme pi che mai e
preservavano il suo carattere internazionale e cosmopolita.
Quanto ai protestanti, in testa dei quali si manteneva la
Germania, specialmente dopo la riunione di una considerevole parte della Chiesa Anglicana con la Cattolica, s'erano liberati dalle forme estreme, i campioni delle quali erano passati apertamente all'indifferenza religiosa o alla incredulit.
Solo nella Chiesa Evangelica erano rimasti sinceri credenti,
capeggiati da persone che univano ampia erudiziene con
profonda fede religiosa, e tendevano sempre pi a divenire
l'immagine vivente della chiesa primitiva. La Chiesa
Ortodossa russa aveva perso molti milioni dei suoi sedicenti
membri quando eventi politici cambiarono la posizione ufficiale della Chiesa. Ebbe per la fortuna d'essere unita ai migliori elementi dei Vecchi Credenti e anche con molti settari
di tendenza positivamente religiosa. La Chiesa cos rigenerata, mentre non cresceva numericamente, crebbe in potere
spirituale, il che apparve chiaramente nella lotta contro le
sette estremiste, che, impregnate da una demoniaca e satanica forza, si moltiplicavano sia fra le masse che nella societ.
Durante i primi due anni del nuovo regno, tutti i cristiani,
spaventati e stanchi della serie delle rivoluzioni e delle guerre precedenti, avevano un'attitudine verso l'imperatore e le

53

L'Anticristo

sue riforme pacifiche di una decisa simpatia e anche d'entusiasmo. Ma nel terz'anno, quando apparve il grande mago,
molti fra gli ortodossi, i cattolici e gli evangelici cominciarono
a sentirsi inquieti disapprovando quanto si operava. I passaggi dei Vangeli e delle Epistole concernenti il principe di questo mondo e l'Anticristo furono letti con maggior attenzione
di prima e suscitarono vivaci commenti.
Da alcuni indizi, l'imperatore sospett che una tempesta
si addensasse, e decise d'affrettarsi per chiarificare le cose.
All'inizio del quart'anno del suo regno, rivolse un manifesto
ai fedeli cristiani di qualsiasi confessione essi fossero, invitandoli a scegliere o nominare rappresentanti plenipotenziari ad
un concilio ecumenico sotto la sua presidenza. Nel frattempo
egli aveva trasferito la sua residenza da Roma a
Gerusalemme. La Palestina era allora uno Stato autonomo,
popolato e governato soprattutto da ebrei. Gerusalemme era
una citt libera ed ora era diventata citt imperiale. I luoghi
sacri ai cristiani erano rimasti intatti, ma sulla vasta piattaforma di Haram-ash-Sharif, da Birket-Israin e dall'attuale caserma da un lato fino alla moschea El-Aksa e alle "stalle di
Salomone" dall'altro lato, si innalzava un edificio enorme,
che racchiudeva oltre alle due piccole antiche moschee un
vasto tempio "imperiale" per l'unione di tutti i culti e due fastosi palazzi imperiali con biblioteche, musei e speciali luoghi per esperimenti ed esercitazioni magiche. In questo mezzo-tempio e mezza-reggia, doveva aprirsi il quattordici settembre il Concilio ecumenico. Dato che la confessione evangelica non ha un vero e proprio sacerdozio, i prelati cattolici
e ortodossi, in conformit al desiderio dell'imperatore, decisero di ammettere al Concilio un certo numero di laici noti
per la loro piet e la loro dedizione agli interessi della
Chiesa, per dare una certa omogeneit alla rappresentanza
delle diverse parti della cristianit; un volta ammessi i laici,

54

Breve racconto sull'Anticristo

non si poteva escludere il basso clero, nero e bianco. In tal


modo il numero complessivo dei membri del Concilio super i tremila, e circa mezzo milione di pellegrini cristiani invase Gerusalemme e tutta la Palestina. Fra i membri del
Concilio, tre persone risaltavano particolarmente.
In primo luogo il Papa Pietro II, che era per diritto a capo
dei cattolici. Il suo predecessore era morto mentre era in viaggio per il Concilio e il conclave, riunitosi a Damasco, aveva
eletto all'unanimit il cardinale Simone Barionini, che assunse
il nome di Pietro. Proveniva da un famiglia popolare della
provincia di Napoli, ed era diventato famoso come predicatore dell'ordine carmelitano, molto emerito a causa dei servizi
resi nella lotta contro una setta satanica affermatasi a
Pietroburgo e nei dintorni, non solo fra gli ortodossi, ma anche fra i cattolici. Divenuto arcivescovo di Mogilev e poi cardinale, era predestinato alla tiara. Era un uomo di
cinquantanni, di statura media e costituzione robusta, di colorito rosso, il naso adunco e le folte sopracciglia, un tipo impetuoso e irruento che parlava con ardore e con ampi gesti e
trascinava pi che convincere gli uditori. Il nuovo Papa dimostrava diffidenza e antipatia per il signore universale, specialmente dopo che il Pontefice che era morto, nel momento in
cui partiva per il Concilio, aveva ceduto alle insistenze
dell'imperatore e aveva nominato cardinale il cancelliere imperiale e grande mago universale l'esotico vescovo Apollonio,
che Pietro riteneva dubbio cattolico ma indubbio impostore.
Capo effettivo degli ortodossi, anche se non ufficiale, era
l'Anziano Giovanni,7 assai conosciuto tra il popolo russo.
Bench fosse ufficialmente vescovo "a riposo", egli non abitava in un monastero e continuamente andava in giro da tutte le
7 Starec, letteralmente anziano, ma non si tratta d'et bens di santit o della venerazione che il popolo aveva verso certi monaci.

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L'Anticristo

parti. Sul suo conto circolavano varie leggende: alcuni assicuravano che era Fedor Kuz'mic risorto, cio l'imperatore
Alessandro I nato circa tre secoli prima;8 altri andavano pi
avanti e garantivano che era il vero Anziano Giovanni, cio
l'apostolo Giovanni il Teologo, che non era mai morto e doveva manifestarsi apertamente negli ultimi tempi. L'Anziano
Giovanni da parte sua non diceva nulla della sua origine e
della sua giovinezza. Ora era un vecchietto di molti anni ma
robusto, con capelli e barba bianchi che tendevano al giallo e
addirittura al verde, di alta statura e di corpo magro, ma aveva
le guance piene e leggermente rosee, occhi vivaci e sfolgoranti, l'espressione buona, nel volto e nella parola: andava
sempre vestito con una tunica bianca e un mantello. A capo
della delegazione evangelica del Concilio stava il dottissimo
teologo tedesco Professor Ernst Pauli. Era un vecchietto
asciutto di media statura, con una fronte spaziosa, un naso
aguzzo, il mento accuratamente rasato. I suoi occhi brillavano
per uno speciale sguardo fiero e bonario. In ogni momento si
fregava le mani, scuoteva la testa, aggrottava terribilmente le
sopracciglia e gonfiava le gote; e con uno sguardo sfavillante
emetteva cupamente suoni interrotti come: So/ Nun! Ja! So
alsoP Indossava un abito da cerimonia: con cravatta bianca e
lunga giacca da pastore, con onorificenze.
L'apertura del Concilio fu imponente. Due terzi dell'enorme tempio dedicato "all'unione di tutti i culti" erano occupati
da poltrone e da alti sedili per i membri del Concilio, un terzo da un alto palco dove, oltre al trono dell'imperatore e un
altro un po' pi basso per il grande mago cardinale e cancel8 Alessandro I (1777-1825) mor quasi improvvisamente nel sud della Russia, mentre il romito Kuz'mic mor nel 1864; alti, invece, lo farebbero
morire nel 1897; ci dice parecchio su questa leggenda.
9

Cos! ora! s! cos dunque!

Breve racconto sull'Anticristo

liere dell'impero, erano disposte file di sedili per i ministri, i


dignitari e i segretari di Stato. Ai lati c'erano pi lunghe file di
sedili di destinazione sconosciuta. Nelle tribune prendevano
posto varie orchestre e sulla piazza antistante erano schierati
due reggimenti della guardia e una batteria per le salve
d'onore. I membri del Concilio avevano gi tenuto i loro servizi divini nelle proprie chiese, poich l'apertura del Concilio
doveva avere un carattere pienamente laico. Quando l'imperatore fece il suo ingresso con il gran mago e il seguito e le
orchestre intonarono "la marcia dell'umanit unita" che serviva da inno imperiale internazionale, tutti i membri del
Concilio si alzarono in piedi e, agitando i loro cappelli, gridarono tre volte a gran voce: Vivati Urrah! Hochl L'imperatore, ritto in piedi accanto al trono, apr le braccia con maestosa benevolenza e pronunci con voce melodiosa e gradevole: Cristiani di tutte le confessioni! Miei amati sudditi e fratelli! Fin dall'inizio del mio regno, che l'Altissimo ha benedetto
con tante opere meravigliose e gloriose, non una volta ebbi
motivo di essere scontento di voi; voi avete sempre fatto il
vostro dovere secondo fede e coscienza. Ma questo per me
non basta II mio amore sincero per voi, fratelli amatissimi,
anela alla corrispondenza. Voglio che non per senso di dovere ma per un sentimento di amore cordiale riconosciate me
quale vostro vero capo in ogni azione intrapresa per il bene
dell'umanit. Ed ecco che oltre a quello che faccio per tutti,
io vorrei darvi un segno speciale di benevolenza. Cristiani,
con che cosa potrei rendervi felici? Che cosa posso darvi non
come miei sudditi ma come miei correligionari e fratelli?
Cristiani, ditemi che cosa c' per voi di pi caro nel cristianesimo, affinch io possa dirigere l i miei sforzi. Egli s'arrest
e attese. Nel tempio pass un mormorto sordo. Il Papa Pietro
10 Evviva! in diverse lingue.

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L'Anticristo

si mise a spiegare qualcosa ai circostanti, gesticolando con


calore. Il Professor Pauli scuoteva la testa e faceva schioccare
le labbra con rabbia. L'Anziano Giovanni, piegandosi verso
un vescovo orientale e un cappuccino, sussurrava loro qualcosa. L'imperatore, dopo qualche minuto di attesa, si rivolse
di nuovo al Concilio con lo stesso tono affabile di prima, ma
con una appena percepibile nota di ironia: Cari cristiani disse - comprendo quanto sia difficile per voi dare un'unica
risposta diretta. Vi voglio aiutare anche in questo.
Disgraziatamente da tempi immemorabili vi siete frazionati in
tante obbedienze e partiti diversi, che forse tra di voi non
avete pi nemmeno un oggetto che desideriate comunemente. Ma se non siete dapao^ITm^
tra di voi, io
spero di conciliare tutti i vostri partiti dimostrando a tutti il
medesimo amore e la medesima disposizione per soddisfare
la vera aspirazione di ciascuno. Cari cristiani! Io so che per
molti, e non gli ultimi tra voi, la cosa pi cara nel cristianesimo l'autorit spirituale che esso da ai suoi rappresentanti
legittimi, non per loro vantaggio personale, naturalmente, ma
per il bene comune, poich su questa autorit si basa il retto
ordinamento spirituale e la disciplina morale a tutti necessaria. Cari fratelli cattolici! Come capisco bene la vostra idea e
come vorrei appoggiare la mia potenza sull'autorit del vostro capo spirituale! E poich non crediate che si tratti di lusinghe e di vane parole, noi dichiariamo solennemente: per
la nostra volont sovrana, il vescovo supremo di tutti i cattolici, il Papa^ramano, da questo istante reintegrato nel suo
trono di Roma, con tutti i diritti e le prerogative legati a questo titolo e a questa cattedra e che un giorno gli furono conferiti dai nostri predecessori incominciando dal grande
Costantino. Da voi, fratelli cattolici, io voglio per questo soltanto che mi riconosciate quale vostro unico intercessore e
protettore. I presenti che, in coscienza e sentimento, mi

Breve racconto sull'Anticristo

riconoscono come tale, vengano qui accanto me; e con la


mano accenn ai posti vuoti sul palco. Con esclamazioni di
gioia - Gratias agimus! Domine! Salvumfac magnum imperatorem*11 - quasi tutti i principi della Chiesa cattolica, cardinali e vescovi, la maggior parte dei credenti laici e pi di
met dei monaci saltarono sul palco e dopo essersi profondamente inchinati all'imperatore si sedettero. Ma laggi, in
mezzo al Concilio, ritto e immobile come una statua di marmo, rimaneva al suo posto il Papa Pietro IL Tutti coloro che
prima lo circondavano ora erano sul palco, ma il piccolo
gruppo di monaci e di laici rimasti in basso si raccolsero intorno a lui, si strinsero in cerchio compatto e da questo s'alz
un mormorio contenuto: Afon praevalebunt, non prevlebunt
portae inferi.12
Guardando con meraviglia il Papa immobile, l'imperatore
riprese di nuovo: Cari fratelli! So bene che tra voi ci sono anche di quelli per i quali la cosa pi preziosa nel cristianesimo
la sacra tradizione, i vecchi simboli, gli antichi inni e le preghiere, le icone e le cerimonie liturgiche. E in realt che cosa
ci pu essere di pi caro per un'anima religiosa? Sappiate,
miei diletti, che oggi ho firmato lo statuto e ho destinato ricchi
mezzi finanziari per un museo universale di archeologia cristiana nella vostra gloriosa citt imperiale di Costantinopoli,
per raccogliere, studiare e conservare tutti i monumenti
dell'antichit, soprattutto orientali, e vi prego di eleggere tra
voi gi domani una commissione per studiare con me le misure da prendere per riawicinare quanto pi possibile il costume e gli usi di oggi alla tradizione e alle istituzioni della
santa Chiesa ortodossa. Fratelli ortodossi! Quelli che hanno a
cuore questa mia volont e che con intimo sentimento mi
11 Ti rendiamo grazie o Signore! Salva il grande imperatore.
12 Non prevarranno le porte dell'inferno. Non prevarranno. Mt 16,18.

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L'Anticristo

possono chiamare loro vero capo e signore, vengano qui accanto. E la gran parte dei prelati dell'Oriente e del Nord, met
dei Vecchi Credenti e pi della met dei preti, monaci e laici
ortodossi salirono sul palco con grida di gioia, guardando di
sfuggita i cattolici che vi sedevano con aria di importanza.
Ma l'Anziano Giovanni non si mosse e fece un profondo
sospiro. Quando attorno a lui la folla si dirad, abbandon il
proprio posto e si spost pi vicino al Papa Pietro e al suo cerchio, seguito dagli altri ortodossi che non erano saliti sul palco.
L'imperatore prese di nuovo a parlare: Cari cristiani! Io so anche che tra di voi ci sono persone per le quali la cosa pi cara
nel cristianesimo lapereonale convinzione nellaverit e la libejrajicercaji^
Non c' bisogno che mi
diffonda ad esprimere ci che penso io a questo riguardo: forse sapete che gi nella prima giovinezza ho scritto una voluminosa opera di critica biblica che a quel tempo fece un certo
scalpore e dette inizio alla mia notoriet. Forse probabilmente
ricordando questo fatto, l'universit di Tubinga in questi giorni
mi chiede di accettare il dottorato in teologia honoris causa.
Ho ordinato di rispondere che accetto con piacere e gratitudine. E oggi, insieme al decreto per la fondazione del museo di
archeologia cristiana io ho firmato anche quello per la creazion^TdTunTsHtuto mondiale;jger la libera ricerca sulla Sacra
Scrittura inTutte le sue parti e in tutte le direzioni possibili e
per l studio di tutte le scienze ausiliarie, con un bilancio^annuale di un milione e mezzo di marchi. Quelli tra voi che hanno a cuore questa mia buona disposizione d'animo e con sentimento sincero possono riconoscermi come loro capo e signore, si avvicinino al neo-dottore in teologia.- E le belle labbra del grande uomo si contorsero lievemente in uno strano
sorriso. Pi della met dei dotti teologi si mossero verso il palco, sia pure lentamente e con qualche esitazione. Tutti volsero
lo sguardo al Professor Pauli, che rimase come incollato al suo

60

Breve racconto sull'Anticristo

posto. Abbassava profondamente la testa, si piegava e si contraeva. I sapienti teologi che erano saliti sul palco rimasero
confusi, anzi, uno fece un cenno con il braccio, salt gi dal
palco direttamente in basso accanto alla scaletta e, zoppicando, raggiunse il Professor Pauli con la minoranza rimasta con
lui. Pauli sollev il capo, s'alz con un movimento un po' indeciso, pass accanto ai posti vuoti e, accompagnato dai correligionari rimasti fedeli, and a sedersi accanto all'Anziano
Giovanni e al Papa Pietro con i loro rispettivi gruppi.
La grande maggioranza dei membri del Concilio stava sul
palco, compresa quasi tutta la gerarchla dell'Oriente e
dell'Occidente; in basso erano rimasti soltanto tre gruppetti
uno accanto all'altro, che si stringevano all'Anziano
Giovanni, al Papa Pietro e al Professor Pauli.
L'imperatore si rivolse ad essi in un tono triste: Cosa posso
fare di pi per voi? Strani uomini! Cosa volete voi da me? Non
lo so. Ditemelo voi stessi, i cristiani abbandonati dalla maggioranza dei vostri fratelli e capi e condannati dal sentimento popolare; cosa^gtjDrez^
Tutto spirito e sottile come una candela, l'Anziano
Giovanni s'alz e rispose gentilmente: Grande imperatore!
La cosa pi preziosa nel cristianesimo per noi Cristo stesso,
Egli stesso, e tutto resta in Lui, perch noi sappiamo che tutta
la pienezza della Divinit abita tutta in Lui corporalmente. Ma
da voi pure, mio signore, siamo pronti a ricevere ogni benedizione, solo se potessimo riconoscere nella vostra munificente mano la santa mano di Cristo. Ed eccoti ora la nostra
diretta risposta alla tua questione: Cosa possiamo fare per
voi? Confessa, ora, di fronte a noi, che Ges Cristo il Figlio
di Dio, che venne nella carne, risorse dai morti e ritorner
nuovamente; confessa Lui, e noi ti riceveremo con amore
quale precursore della sua Seconda gloriosa venuta.
Egli tacque, con lo sguardo fisso sull'imperatore. In costui

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L'Anticristo

qualcosa di tremendo succedeva, un che di diabolico ruggiva


in lui come in quella notte fatale, perdendo immediatamente
il suo dominio intcriore. Tutti i suoi pensieri erano concentrati nel non perdere il suo autocontrollo e svelarsi del tutto
prima del tempo. Fece sforzi sovrumani per non slanciarsi
come un selvaggio sull'Anziano Giovanni e sbranarlo coi
denti. D'un tratto ud una voce ben nota: Startene calmo e
non temere nulla! Si calm, ma la sua faccia oscura e un
mortale pallore sconvolgevano il suo volto, mentre i suoi occhi sprizzavano scintille.
Mentre stava parlando l'Anziano Giovanni, il grande mago se ne stava avvolto in un ampio mantello a tre colori, che
ben copriva la porpora cardinalizia, sembrava manipolare
qualcosa, mentre scintillavano i suoi occhi e le labbra si muovevano. Attraverso le enormi finestre dell'immenso tempio,
una nube nera cominciava ad addensarsi. L'Anziano
Giovanni stava ancora fissato e stupito sull'imperatore silente. Improvvisamente indietreggi terrorizzato e con voce tre'1 mante url: Figlioli! l'Anticristo, e si rivolt. Si ud un fracasso di un potente tuono e allo stesso tempo un'enorme
palla di fuoco illumin il tempio e invest l'Anziano. Tutti erano scossi e, per un momento, quasi paralizzati. Quando i cristiani si riebbero, l'Anziano Giovanni giaceva morto.
L'imperatore, calmo ma pallido, si rivolse all'assemblea:
Voi avete visto il giudizio di Dio. In nessun caso mi servo
della morte per vendicarmi, ma il Padre mio ha usato questo
mezzo per il suo figlio prediletto. Il caso risolto. Chi oserebbe opporsi all'Altissimo? Segretarii Scrivete: "II concilia
ecumenico di tutti i cristiani ha visto il fuoco del cielo stroncare l'insano opponente della divina maest; all'unanimit riconobbe il grande imperatore di Roma e del mondo come
suo supremo guida e capo".
Improvvisamente, risuon una potente e assai chiara voce

Breve racconto sull'Anticristo

che si estese a tutto il tempio: Contradicitur*.1* Il Papa Pietro II,


rosso in faccia e tramando di collera, alz il suo pastorale verso
l'imperatore dicendo: II nostro solo signore Ges Cristo, il
Figlio del Dio vivente.
Chi tu sei, l'hai sentito: Vattene da noi o Caino fratricida!
Vattene, o vaso di Satana. Per l'autorit di Cristo, io, il servo
dei servi di Cristo, per sempre ti caccio dal nostro gregge, e
come un vile cane ti consegno al padre tuo, Satana, Anatema,
anatema, anatema!
Mentre il papa stava parlando, il grande mago instancabilmente si muoveva sotto il suo mantello; ci fu uno scoppio di
tuono pi fragoroso che l'ultimo anatema, e l'ultimo papa cadde per terra esanime. E questo indica come tutti i miei nemici
periranno per mano di mio Padre!, disse l'imperatore,
Pereant, pereant intonarono i tremanti principi della Chiesa.14
Egli si diresse verso l'uscita, appoggiandosi al braccio del
grande mago, usc dalla parte retrostante la piattaforma, seguito
da tutta la sua corte e da una grande folla. Nella sala erano rimasti i due cadaveri e una mezza dozzina di cristiani, tremanti
di paura.
L'unico che non aveva perso la sua presenza di spirito era
il Professor Pauli, che aveva reagito al generale terrore che
s'era impadronito di tutta l'assemblea. Egli cambi anche
nell'aspetto esteriore, assumendo un'aria maestosa e ispirata.
Con passo deciso, sal sul palco e, sedutosi su uno dei seggi
lasciati liberi dai segretari di stato, prese un foglio di carta e si
mise a scrivere. Quando fin, si alz in piedi e a voce alta lesse: Alla gloria del nostro unico Salvatore Ges Cristo. Il Concilio ecumenico delle Chiese di Dio, riunito a Gerusalemme,
poich ha riconosciuto ed convinto che il nostro beatissimo
13 Mi oppongo.
14 Muoiano, muoiano!

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L'Anticristo

fratello Giovanni, rappresentante della cristianit orientale,


ha denunciato il grande impostore e nemico di Dio, indicandolo come il vero Anticristo, predetto dalle Sacre Scritture, e
poich il nostro beatissimo Padre Pietro, rappresentante della
cristianit occidentale, con la scomunica lo ha scacciato per
sempre dalla Chiesa di Dio, oggi, davanti ai corpi di questi
martiri, testimoni di Cristo, delibera di rompere ogni rapporto
con lo scomunicato e la sua esecrabile accozzaglia, e gli comanda di ritirarsi nel deserto e di attendere l'immancabile venuta del nostro vero sovrano Ges Cristo.
Una grande animazione s'impadron della folla echeggiante con voci possenti Adveniat, adveniat, cito! Komm,
Herrlesu, Kommf*
II Professor Pauli aggiunse un poscritto e lesse:
Approvando all'unanimit questo primo ed ultimo atto
dell'ultimo concilio ecumenico, apponiamo le nostre firme e
invit l'assemblea a firmare. Tutti si affrettarono a salire sul
palco e a firmare. Alla fine egli stesso firm a grossi caratteri
gotici: Duorum defunctorum testium locum tenens Ernst
Pauli.16 Ora andiamocene con la nostra arca dell'ultima alleanza!-, disse indicando i due cadaveri. I corpi furono issati
su barelle. Lentamente, al canto di inni in latino, in tedesco e
in slavonico ecclesiastico, i cristiani si avviarono alla porta di
Haram-ash-Sherif.
Qui il corteo fu fermato da un messo dell'imperatore, un
segretario di stato, accompagnato da un ufficiale con un plotone della guardia. I soldati si schierarono presso la porta e
da un podio il segretario di stato lesse quanto segue: Ordine
di sua maest divina: per istruire il popolo cristiano e metterlo in guardia contro uomini malintenzionati fomentatori di
15 Venga! Venga presto! Ap 20,22. Vieni, vieni, Signore Ges.
16 Al posto dei due testimoni defunti, Ernst Pauli.

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Breve racconto sull'Anticristo

discordie e di scandali, abbiamo ritenuto di disporre che i


corpi dei due sediziosi, uccisi dal fuoco del cielo, siano esposti in pubblico sulla strada dei Cristiani (Haret-en-Nasara) vicino all'entrata del loro tempio principale, chiamato tempio
del Sepolcro e anche tempio della Risurrezione, perch tutti
possano persuadersi della loro effettiva morte, i loro ostinati
adepti che malignamente respingono tutti i nostri benefici e
da insensati chiudono gli occhi davanti alle manifestazioni
della Divinit stessa vengono liberati dalla meritata morte,
mediante il fuoco del cielo, grazi alla nostra misericordia e alla nostra intercessione presso il Padre celeste, ricevono completa libert con l'unico divieto per il bene comune, di abitare nelle citt e negli altri luoghi popolati, affinch non turbino o seducano, con le loro malvagie invenzioni, la gente
semplice e innocente.
Facciamo come scritto, disse il Professor Pauli, e in silenzio i cristiani passarono le barelle ai soldati che le portarono via
attraverso la porta di nord-ovest. I cristiani, invece, uscirono
per la porta nord-est e rapidamente lasciarono la citt dirigendosi a Gerico, passando accanto al monte degli Ulivi, per la
strada che era gi stata resa libera dalla folla, grazie alla polizia
a cavallo e a due reggimenti di cavalleria. Fu deciso di aspettare
per qualche giorno sulle colline deserte attorno a Gerico. La
mattina seguente, alcuni pellegrini di loro conoscenza vennero
a trovarli e raccontarono cos'era accaduto a Gerusalemme.
Dopo il banchetto di corte, tutti i membri del concilio furono convocati nell'immensa sala del trono (vicino al luogo
dove si supponeva esserne stato il trono di Salomone). L'imperatore, rivolgendosi ai gerarchi cattolici, disse che il bene
della Chiesa richiedeva ovviamente che essi eleggessero
prontamente un degno successore di San Pietro; che, date le
circostanze, l'elezione dovesse essere sommaria; che la presenza dell'imperatore, come capo e rappresentante di tutta la

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L'Anticristo

cristianit, avrebbe supplito largamente per le omissioni nel


rituale, e che, a nome di tutti i cristiani, suggeriva al Sacro
Collegio di nominare il suo benamato amico Apollonio, di
modo che gli intimi legami che li legavano, avrebbero facilitato l'unione fra Chiesa e Stato, rendendola sicura e indissolubile a beneficio di entrambi. Il sacro collegio si ritir per il
conclave in una camera particolare e dopo un'ora e mezzo ritorn col nuovo papa Apollonio.
Mentre si teneva l'elezione, l'imperatore cercava con parole piene di gentilezza, di saggezza e d'eloquenza, di persuadere i delegati degli Ortodossi e degli Evangelici a porre
fine alle loro vecchie divergenze, considerando la nuova
grande era che stava aprendosi nella storia della cristianit.
Diede la sua parola d'onore che Apollonio avrebbe saputo
porre fine per sempre degli storici abusi del papato. I delegati dei Protestanti e agli Ortodossi, persuasi dalle parole
dell'imperatore, composero un atto d'unione delle Chiese, e
quando, fra gioiose acclamazioni, Apollonio apparve sulla
piattaforma coi cardinali, un arcivescovo greco e un ministro
evangelico gli presentarono il patto d'unione.
Accipio et approbo et laetificatur cor meum, disse
Apollonio firmando il documento.17 Io sono un ortodosso e
un vero protestante, come sono anche un autentico cattolico, soggiunse scambiando amichevoli baci con il greco e il
tedesco. Poi si avvicin all'imperatore, il quale l'abbracci e
lo tenne per alcuni minuti tra le sue braccia.
Nel frattempo, curiosi punti luminosi volteggiavano in tutte le direzioni del palazzo e del tempio; si fecero pi grandi e
si trasformarono in strani esseri luminosi. Fiori mai visti sulla
terra cadevano ovunque riempiendo l'aria di un misterioso
profumo. Suoni deliziosi, toccanti il cuore e mai sentiti prima,
17 Lo accolgo, lo approvo e il mio cuore ne gioisce.

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Breve racconto sull'Anticristo

fluivano dall'alto da strumenti musicali sconosciuti fino allora, mentre voci angeliche di invisibili cantori glorificavano i
nuovi signori del cielo e della terra.
Frattanto si ud uno spaventoso boato sotterraneo nel lato
nord-ovest del palazzo centrale, sotto il kubbet-el-aruab, cio
la cupola delle anime, dove, secondo la tradizione musulmana,
si trova l'ingresso degli inferi. Quando, su invito dell'imperatore, l'assemblea si mosse verso quella direzione, tutti intesero
chiaramente voci stridule e penetranti - mezzo fanciullesche e
mezzo diaboliche - che gridavano: II tempo venuto, rilasciateci, salvatori, salvatori!. Ma quando Apollonio si approssim
alla rupe e tre volte grid qualcosa in una lingua sconosciuta a
quelli che erano sotto terra, le voci tacquero e il boato cess.
Mentre tutto questo avveniva, un'immensa folla di popolo
circond Haram-ash-Sharif. Quando si fece sera, l'imperatore
con il nuovo papa s'affacci dal balcone orientale, sollev
"un uragano di entusiasmo". Egli s'inchin graziosamente in
tutte le direzioni. Intanto Apollonio trasse da grandi canestri,
portati a lui da cardinali-diaconi, e gett nell'aria splendide
candele romane, razzi e fontane di fuoco che, accendendosi
al tocco della sua mano, si trasformarono in perle fosforescenti e in luminosi arcobaleni. Toccando il terreno, essi si
trasformavano in fogli di carta dai colori pi diversi, con indulgenze plenarie e senza condizioni per tutti i peccati passati, presenti e futuri. L'entusiasmo popolare sorpass ogni limite. Certo, alcuni dissero di aver visto coi propri occhi le indulgenze trasformarsi in rospi e serpenti estremamente
schifosi, ma la stragrande maggioranza era entusiasta.
Festivit pubbliche continuarono per alcuni giorni, e il nuovo
papa, grande operatore di miracoli, ne faceva di tanto meravigliosi e d'incredibili che inutile enumerarli.
Durante questo tempo i cristiani andati sulle colline deserte attorno a Gerico si dedicarono al digiuno e alla preghiera.

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L'Anticristo

La sera del quarto giorno, sull'imbrunire, il Professor Pauli con


nove compagni si avvi verso Gerusalemme, cavalcando asini
e trascinando una carretta; andando per vie traverse a Hareten-Nasara, si avvicinarono al tempio della Resurrezione, dove
i corpi del Papa Pietro e dell'Anziano Giovanni giacevano sul
pavimento. Le strade erano, a quell'ora, deserte, poich tutta
la citt era andata a Haram-ash-Sharif. Le sentinelle di guardia
erano profondamente addormentate. Il piccolo gruppo trov
che i corpi erano incorrotti e neppure erano diventati rigidi o
pesanti. Messili su barelle e copertili con mantelli portati per
10 scopo, il gruppetto ritorn per le stesse tortuose vie alla loro gente. Non appena deposero le barelle sul terreno, lo spirito di vita ritorn ai morti. Essi si scossero, cercando di liberarsi
dai mantelli che li coprivano. Con esclamazioni di gioia, tutti
si affrettarono ad aiutarli, e ben presto i due risorti stavano
eretti in piedi, sani e salvi.
E, ritornati vivi, l'Anziano Giovanni disse: Bene, miei cari
figlioli, non siamo ancora morti. questo quanto voglio dirvi
ora. tempo che noi adempiamo l'ultima preghiera di Cristo
che, cio, i suoi discepoli siano uno come "Io sono uno col
Padre". Per amore di questa unit onoriamo il nostro amato
fratello Pietro e facciamo s che, finalmente, egli possa essere
11 pastore del gregge di Cristo. Eccomi, fratello*, e lo abbracci. Il Professor Pauli si accost a loro e disse: Tu es Petrus.
Jetzt ist esj'a grndlich erwiesen und ausserjedem Zweifel
gesetz* e con calore strinse con la mano destra quella di
Pietro, dando la sua sinistra a Giovanni, dicendo: So also,
Vtercben, nun sind wirja Eins in Cbristo.18
E fu cos che ebbe luogo l'unione delle Chiese, in una
notte oscura e in luogo solitario. Ma l'oscurit della notte fu
18 Tu sei Pietro, ora sicuramente provato e non c' alcun dubbio!
Cosj ora, o Padre, noi siamo veramente uno in Cristo.

Breve racconto sull'Anticristo

improvvisamente dispersa da una luce brillantissima. Un


grande segno apparve nel cielo: una donna vestita di sole e
con la luna sotto i suoi piedi, e sopra di essa una corona di
dodici stelle. Il segno rimase nel medesimo luogo per un certo tempo e poi, lentamente, si mosse verso il sud. Papa Pietro
alz il suo pastorale e esclam: Questa j.a nostra bandiera!
Seguiamola! Ed egli s'incammin in direzione della visione,
seguito sia dai due anziani che da tutta la folla di cristiani verso il monte di Dio, il Sinai...
(A questo punto il lettore si ferma)
La Dama: Perch dunque non continuate?
// Sig. Z.: Il manoscritto termina qui. Il Padre Pansofio non
ha potuto portare a termine il racconto. Gi ammalato, mi diceva di voler scrivere in seguito quanto aveva in mente. Non
appena guarir, ripeteva. Ma non guar, e la parte finale del
racconto la port con s nella tomba del monastero di
Danilovo.
La Dama: Ma voi certamente ricorderete quello che vi ha
narrato; raccontatecelo dunque.
// Sig. Z: Ne ricordo solo i tratti principali. Dopo che i capi spirituali e rappresentanti della cristianit si rifugiarono nel
deserto dell'Arabia, dove folle di fedeli si riunirono, dediti alla verit e provenienti da tutti le parti del mondo, il nuovo
papa [Apollonio] fu capace di corrompere, senza difficolt,
mediante i suoi miracoli e prodigi, tutti i cristiani superficiali
che non avevano perso la loro fede nell'Anticristo. Egli dichiar che i poteri delle sue chiavi avevano aperto le porte
del mondo terreno e quelle del mondo oltretomba. Infatti un
rapporto fra i morti e i vivi, fra uomini e demoni, era diventato realt di vita quotidiana, sviluppandosi anche in una nuova e finora inaudita forma di fornicazione mistica e idolatrica.

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L'Anticristo

L'imperatore cominci a considerarsi fermamente stabilito


sul terreno religioso e, per l'insistente suggerimento della voce del "segreto" padre, gli dichiar d'essere l'unica vera incarnazione della suprema Deit. A questo punto per si
trov di fronte a nuove difficolt da parte di chi nessuno se
10 sarebbe aspettato, cio dagli ebrei, che si sollevarono contro di lui. Questa nazione, annoverando a quel tempo circa
trenta milioni, aveva avuto parte nel preparare ed assicurare
11 successo del superuomo in tutto il mondo. Quando egli si
mosse a Gerusalemme, segretamente alimentando le voci
che il suo scopo principale era quello di rendere Israele fulcro del dominio universale, gli Ebrei lo riconobbero come il
Messia, e la loro entusiastica devozione non ebbe limiti. Ma
improvvisamente si ribellarono, spirando collera e vendetta.
Questo improvviso mutamento, senza dubbio predetto
dalle Sacre Scritture e dalla Tradizione, fu spiegato da P.
Pansofio troppo semplicisticamente e realisticamente. Il fatto
era che gli Ebrei, che consideravano l'imperatore totalmente
un perfetto giudeo, s'accorsero, per caso, che egli non era
stato neppure circonciso. In quello stesso giorno tutta
Gerusalemme e, nel giorno seguente, tutta la Palestina erano
in rivolta. Quello che era stato uno smisurato e ardente attaccamento al salvatore d'Israele e promesso Messia si tramut
in un odio altrettanto illimitato e ardente verso il perfido ingannatore e lo sfrontato impostore. Tutto l'ebraismo si sollev come un solo uomo, e i suoi nemici constatarono, con
loro meraviglia, che IsraelejiQnj/iveva solo di calcoli e bramosia di guadagno, ma anche della forza d'emozioni profondamente sentite, prodotte dalla speranza e odio di una fede
messianica, protrattasi per secoli.
L'imperatore, che non s'era atteso una tale ribellione, perso il controllo di se stesso, eman la pena di morte per tutti i
ribelli sia giudei che cristiani. Molte migliaia e decine di mi-

70

Breve racconto sull'Anticristo

gliaia d'uomini che non ebbero il tempo d'armarsi furono


spietatamente sgozzati. Ben presto, per, un esercito forte di
un milione d'Ebrei occup Gerusalemme e assedi
l'Anticristo a Haram-ash-Sharif. Egli aveva a sua disposizione
solo una parte delle guardie e non poteva resistere a una tale
massa di nemici.
Con l'aiuto delle arti magiche del suo papa, l'imperatore
riusc a farsi strada fra i ranghi degli assedianti, e ben presto
apparve nuovamente in Siria con una poderosa armata composta di diverse trib pagane. Gli ebrei partirono per incontrarlo, avendo per ben poche speranze di vittoria. Ma proprio quando i soldati d'avanguardia dei due eserciti stavano
per scontrarsi, si ud un terremoto di inaudita violenza. Sotto
il Mar Morto, nelle vicinanze del quale s'erano accampate le
truppe dell'imperatore, s'apr il cratere di un enorme vulcano
e fiumi di fuoco, formando un enorme lago di fiamme, inghiottivano l'imperatore coi suoi innumerevoli reggimenti e il
suo compagno inseparabile, il papa Apollonio, le cui arcane
magie non furono d'alcun aiuto.
Gli Ebrei, spaventati e tremanti, corsero verso Gerusalemme
invocando il Dio d'Israele di venire in loro soccorso. Quando
furono in vista della santa citt, un grande baleno squarci il
cielo da Oriente ad Occidente, ed essi videro Cristo scendere^
dal cielo in vesti regali, con lejente d
distese. Nello stesso tempo, una folla di cristiani, guidati da
Pietro, Giovanni e Paolo, dal Sinai s'avvicinava a Gerusalemme,
mentre da tutte le parti altre folle di gente entusiasta stava correndo, tutte persone che erano state giustiziate dall'Anticristo.
Erano ritornati in vita nuovamente e regnarono con Cristo per
migliaia d'anni. Padre Pansofio voleva finire cos il suo racconto, che non aveva per oggetto la catastrofe dell'universo, ma
soltanto la conclusione della nostra evoluzione storica: apparizione, apoteosi e distruzione dell'Anticristo.

71

L'Anticristo

L'Uomo Politica E voi credete che questa conclusione sia


tanto prossima?
// Sig. Z.: Mah! Nella scena ci saranno ancora parecchie
chiacchiere e smorfie, tuttavia il dramma stato gi tutto
scritto e fino alla fine e n a spettatori n ad attori permesso di cambiarne alcunch.
La Dama: Qual il vero senso di tutto il dramma? E poi
non comprendo proprio perch il vostro Anticristo odi tanto
Dio. Dopo tutto, non poi tanto cattivo!
Ilsig. Z.. Il fatto che c' qualcosa di buono, ma non nella
sostanza. Proprio questo tutto il senso del dramma. Ritiro le
mie precedenti parole, che cio "l'Anticristo non si possa spiegare solo con i proverbi." Lo si pu comprendere anche con un
solo proverbio e assai semplice: Non tutto oro quello che luccica. Lo splendore di un bene artificiale non ha nessun valore.
// Generale: Osservate anche su che cosa cali la scena di
questo dramma storico: sulla guerra, sull'incontro di due
eserciti! Ecco dunque la fine del colloquio che ritorna al suo
inizio. Come vi piacque, principe? ... Mamma mia, dov' il
principe?
L'uomo politico: Che forse non hai visto? Egli se ne and
alla chetichella nel momento patetico, quando l'Anziano
Giovanni metteva con le spalle al muro l'Anticristo. Non volli
allora interrompere la lettura, e poi me lo dimenticai.
// Generale: Mio Dio! Se ne and, la seconda volta scappato. Ha saputo dominarsi per un po'. Ma non resistette a
lungo. Oh, mio Dio!

Michelina Tenace

L'Anticristo:
il racconto del falso bene

"Non da Dio... chi non ama (IGv3,10)

Introduzione
Nel 1900 Solov'v pubblica il suo ultimo libro Tre dialoghi sulla guerra, il progresso, e la fine della storia umana,
dove inserito il Racconto dell'Anticristo. L'autore scrive
questo testo alla fine della sua vita, tra l'ottobre 1899 e il
maggio del 1900, pochi mesi prima di morire (luglio 1900).
Scrive quando sente che l'immagine della pallida morte ormai non tanto lontana [gli] consiglia sommessamente di non
rimandare e, nonostante i molteplici difetti della sua opera,
la fa uscire col grato senso di aver compiuto il dovere morale.1 Dal punto di vista letterario, questo scritto risulta come il
pi importante e fu accolto subito come un capolavoro.2

Predislovie, in Sobr. Soc. Vi. Solov'va, X, Bruxelles 1966, p. 91.

2 D. P. MIRSKIJ, AHistory of Russian litemture, London 1965, tr. it.


Storia della letteratura russa, Milano 1977, p. 303.

73

72

L'Anticristo

Solov'v vi affronta problematiche difficili (che senso ha la


guerra, cosa la morale, quale il nucleo pi essenziale
dell'attesa religiosa) con un miscuglio di ironia e seriet che
risultano una caratteristica costante del genio dell'autore e
che nella vita lo rendevano cos affascinante. Questo scritto,
sotto forma di dialoghi3 e conversazioni, tratta di temi di attualit e finisce con una visione "apocalittica" della storia
dell'umanit. Ma si dice che Solov'v circolava
nell'Apocalisse come a casa sua,4 per cui anche il Racconto
dell'Anticristo rimane sconcertante per la semplicit della
narrazione e la profondit delle intuizioni.
Il problema di fondo di cui trattano i personaggi nelle loro
tre riunioni (o dialoghi) l'esistenza del male. A partire dalla
discussione intorno alla necessit o meno della guerra, il male
viene svelato come argomento insieme teologico, filosofico e
storico. Come d'altronde anche la distinzione tra bene e male
ha bisogno di criteri che siano insieme metafisici, morali e spirituali. Nessun argomento soddisfa per quanto riguarda la distinzione tra bene e male. Ecco allora che uno dei personaggi,
il misterioso Signor Z., propone non un'argomentazione ulteriore, bens un racconto, una descrizione, una raffigurazione
del male attraverso il personaggio che lo incarna, l'Anticristo.
Questo verr descritto col suo passaporto, i suoi segni caratteristici generali e particolari5 come incarnazione individuale e
unica del male nella sua finitezza e pienezza che permetter
la verifica teologica, fllosofica, ma anche storica, della potenza
3 Forse significativo per la scelta della forma del dialogo nel trattare argomenti cos seri, il fatto che alla stessa epoca Solov'v stesse finendo
la traduzione in russo delle opere di Piatone.
4 E. TAVERNIER, Introduction, in V. SOLOVIEV, Trois entretiens sur la
guerre, la morale, la religion, Paris 1916, p. XXVI.
5

Tri razgovora, in Sobr. Soc. Vi. Solov'va, X, cit., p. 191.

Af. Tenace

del vero bene. Siccome in questa potenza operatrice di bene


si conferma la sua essenziale ed assoluta superiorit, allora logicamente si pu riconoscere in essa la forza illimitata che
permette di credere alla verit della risurrezione documentata
storicamente non nel passato ma nel futuro.6
Nella scia di una lunga tradizione russa, Solov'v delinea
nella figura dell'Anticristo il possibile inganno delle attese
messianiche. Figura familiare nella letteratura russa, questo
personaggio da teatro con vari nomi7 diventa l'ipostasi del
"Falso" che inganna usando i valori, falsificando il fine, per
cui la storia precipita nella catastrofe.
^ Bench abbia la forma di una cosa inventata o, se vogliamo, la fisionomia di un quadro storico immaginario compilato in anticipo, quest'opera, secondo il mio punto di vista, offre tutto ci che la Sacra Scrittura, la tradizione della Chiesa e
la sana ragione possono enunciare su questo argomento.8
Con tali parole Solov'v situa il discorso della venuta
dell'Anticristo o discorso sulle realt della fine al livello che
lo giustifica, ossia quello teologico-spirituale. Infatti l'escatologia in genere va espressa in termini di vita spirituale, oppure cade in un naturalismo positivistico assurdo.9 La vita
spirituale, vita nello Spirito, l'orizzonte della crescita perso6

Ibid., p. 190.

7 Questa riflessione intorno a chi aspettiamo si pu fare a partire da


quel personaggio ambiguo che arriva al posto di un altro (// Revisore di
Gogol), o di quel personaggio che, con il potere conferitogli dalla Chiesa
di Cristo, non permette a Cristo di tornare (il Grande Inquisitor). Ci sono
tante figura di questo genere nella letteratura russa che hanno in comune
l'inganno sulla salvezza.
8

Tri razgovora, cit., p. 192.

9 Cf N. BERDIAEV, Esprit et libert, Paris 1933, tr. it. Spirito e libert,


Milano 1947, p. 445.
75

74

L'Anticristo

M. Tenace

L'opera dell'Anticristo presentata come l'archetipo narrativo della falsa salvezza. Gi Cirillo di Alessandria insegnava che l'Anticristo finger di avere le virt cristiane, la pia clemenza e la filantropia per vincere con le sue magie malefiche.13 La grandezza di Cristo non si riduce alle sue virt morali che lo mettono al livello di Buddha e di altri profeti, come l'opera di Cristo non delimitabile all'ambito della soluzione dei conflitti. Il Racconto dell'Anticristo non dunque
una descrizione aneddotica di ci che si verifica nella storia,
ma una scommessa di discernimento dentro di noi sulla defalsificazione dei nostri riferimenti a Cristo. Ci sono dei criteri
per non prendere Cristo per quello che non e per non
prendere ci che ci si presenta come occasione "buona", come indizio cristico.14 Per cui, non solo nel fare, ma anche
nell'essere, l'Anticristo appare come la figura del Falso: il
Falso sia della persona che dell'opera di Cristo.
^
che abusa dei divino
in s abusando dell'umano,15 abuso che si pu manifestare in
tanti modi: amor proprio sconfinato, ragionamenti senza scopo e desideri sensuali senza misura,16 ossia tutto ci che l'anima viene stimolata a vivere una volta staccata da Dio mentre

14 A. Joos, Appunti di lezioni. Solov'v e Cristo: cogliere il mistero cristico smascherando l'Anticristo dentro di noi. Introduzione. Un modo per accertare l'insostituibilit di Cristo: capire la leggenda dell'Anticristo, s. d, p. 3.

10 J. THOMAS, Le "bon Dieu" est-il bon?, in Vraie et fausse bont,


Christus-, n. 128, ottobre 1985, p. 432.

j 13 Cf CIRILLO DI ALESSANDRIA, Catech. XV, De Secundo Christi Adventu,


M. R &, t. 33, col. 885.

naie, ma anche l'orizzonte del compimento della storia umana e ha nel Cristo il suo criterio assoluto. Il Racconto
dell'Anticristo fa vedere in modo narrativo convincente
quanto facile allontanarsi da Cristo scegliendo il bene e
non Cristo, per cui definire il bene e il male secondo la fede
cristiana rimanda necessariamente alla persona e all'opera di
Cristo. Il bene (come il bello e il vero) pu ingannare se non
ci rende conformi a Cristo e pu anche nascondere un suo
tradimento. Come distinguere allora tra vera e falsa bont?
Quale bont? Non cos semplice. Facile invece in questo
campo essere dei falsali.10 Se c' un bellezza che non salva
ma lega alla materia e se c' una verit che non salva perch
divinizza l'idea, c' anche un bene che non salva perch assolutizza la perfezione invece della relazione. Persine l'unit
pu essere un inganno. C' un'unit che non salva perch diventa sistema di sicurezza e non compimento della comunione amorosa. La salvezza attuata dall'Anticristo una parodia,
salvezza intesa come annullamento esteriore dei conflitti e
quindi falsificazione dell'intero ethos cristiano, falsificazione
della vita e dell'essere stesso.11
Anche una certa politica di unit svela alla fine l'inconsistenza di tutto ci che non unito da, per e con Cristo. Secondo
Solov'v, l'unit si realizza quando il centro dell'essere umano
si unisce con l'essere vero, quando passa nel mondo trascendente assoluto.12

11 Falsificatore di valori, vale a dire falsificatore dell'essere. Cos come


esistono falsali, possono esistere anche i falsificatori di valori diversi dal denaro, ad esempio i falsificatori delle verit o del bello, e soprattutto i falsificatori del bene. C. NOICA, ?ase maladii ale spiritului contemporan, Bucarest
1978, tr. it. Sei malattie dello spirito contemporaneo, Bologna 1993, p. 28.
- ; 12 Sobr. Soc. VI. Solov'va, I, Bruxelles 1966, p. 311.

76

.,0

A.

15 S. BULGAKOV, Svet nevecernij, Moskva 1917, cit. dalla riedizione


russa del 1994, p. 271: Satana pu pervertire il mondo solo attraverso l'uornq^ [...] ecco perch lo scopo finale di Satana di incarnarsi totalmente in
"un.uomo, l'Anticristo.
16 Duchovnyja osnovy zizni, in Sobr. Soc. Vi Solov'va, III, Bruxelles
1966, tr. it. Fondamenti spirituali della vita, Torino 1949, p. 70.

77

L'Anticristo

attratta da un "falso infinito", mentre diventa falsa fonte di vita.


Avendo il diritto di tutto possedere se aderiamo alla Sorgente
prima di tutto, vogliamo invece di ci, essere noi stessi sorgente di ogni cosa e, separandoci da tutto, tutto dominare in modo
esteriore. Vogliamo porre noi come principio...17 L'Anticristo
infatti una creatura dotata di talenti "naturali", quali l'intelligenza, la bellezza, la forza, capace anche di virt ascetiche. La sua
figura nasce nel risveglio di una coscienza di s fissata sulla coscienza dei doni e, a partire dei doni, concepisce un progetto di
s come "super-dotato, superuomo", elaborando anche un progetto del mondo alternativo a quello di Dio. Ma Dio insieme
il Dono e il Donatore, il Creatore, mentre l'Anticristo rappresenta solo colui che usa dei doni, non tenendo conto di non essere
in realt Dio, di non avere nessuna realt, di non possedere
l'essere per darlo, di non avere altra forza che quella della negazione o dell'apparenza. questa la vita di satana che, non
possedendo una sua capacit di essere ed essendosi separato
da Dio divenuto lo spirito del non essere, pu manifestare la
sua forza solo con il furto metafisico: acquisendo una consistenza solo apparente [...] oscillando tra essere e non essere,
egli esiste solo come inganno.18 L'inganno l'atto primo del
Tentatore, il gioco sul vero (l'uomo creato per essere divino)
e il falso (la divinizzazione della creatura non autodivinizzazione, ma partecipazione alla divinit nella relazione con Dio).
Il non volere riconoscere se stesso come creatura rovescia
completamente la storia: l'autodivinizzazione dar solo segni di
tragici fallimenti. Il superuomo-Anticristo rifiuta che in lui la superiorit (o divinit) possa significare non la pienezza delle cose ma il bisogno di un Altro, quindi una mancanza in s, un li-

17 Ibid.,p.7Q.
18 S. BULGAKOV, Dva grada, Moskva 1911, tr. it. Le due citt in ID., //
prezzo del progresso, Casale Monferrato 1984, p. 168.

M. Tenace

mite. Il limite dell'amore che nel dono immenso della libert


crea la necessit19 e fa bisognosi di amore prima ancora che di
salvezza! L'Anticristo, come il figlio prodigo, prende le sue ricchezze e se ne va, rifiuta cio che Dio possa intervenire ed essere l'orizzonte ultimo dei suoi averi, del suo fare e del suo essere. un uomo che fa di se stesso il fondamento di una nuova
specie di religiosit. L'apostasia totale dell'uomo da Dio con
l'uomo-dio personale senza dubbio atto consapevolmente religioso, profondamente e intensamente mistico. L'Anticristo
non un libero pensatore dell'illuminismo, un mistico sino in
fondo dell'anima, ma non crede in Dio, a Lui preferendo se
stesso, dichiarandosi dio a se stesso.20
Si parla di pessimismo apocalittico21 di quest'ultimo periodo della vita di Solov'v a causa del suo cambiamento di
umore, per cui egli riconosce che la storia non si svolge
esattamente sulla strada in cui egli vedeva il trionfo della verit di Cristo, anzi, riavutosi definitivamente dalle sue illusioni riguardo ad una teocrazia universale e libera, cessa di
credere alle vie storiche: pensa che la storia giunta ad un
termine, che non avr pi un futuro, che interamente esaurito.22 Il suo metodo di continuo riesame delle sue idee e
opere gli fa vedere che la storia non va secondo quella luminosa traiettoria descritta per esempio nel libro La bellezza
nella natura? Non crede pi alla realizzazione dell'ideale
19 Cf S. BULGAKOV, Agnec Bozij, Paris 1933, tr. it. L'Agnello di Dio,
Roma 1990, pp. 174-175
20 S. BULGAKOV, Dva grada, cit., p. 168.

21 D. STREMOUUKHOFF, L'Apocalypse in Vladimir Soloviev et son oeuvre messianique, Lausanne (1975), p. 281.
22 N. BERDJAEV, Istoki i smysl russkogo kommunizma, Paris 1938, tr. it.
Il senso e le premesse del comunismo russo, Roma 1944, p. 117.
23 Cf M. TENACE, La bellezza unit spirituale, Roma 1994, pp. 63-96.

79

78

L'Anticristo

teocratico nei limiti della storia. Inoltre, si sente furioso che


la natura non fosse risuscitata24 e che in mancanza di risurrezione stesse per venir meno anche la fede: Non c' cristianesimo, non ci sono pi idee che all'epoca della guerra di
Troia. Con la differenza che allora c'erano giovani eroi, mentre ora ci sono solo vecchi.-25 Perci la visione dell'Anticristo
presentata non come la catastrofe universale della creazione, ma soltanto l'epilogo della nostra evoluzione storica: l'apparizione, l'apoteosi e la rovina dell'Anticristo.26
V ,A>'- :
L orizzonteIdeila tematica

A. fl tema della contraffazione di Cristo


a partire dalla tradizione
L'Anticristo nella tradizione russa ha agganci con quelle
tematiche tipiche della Sacra Scrittura27 tramandate dai Padri
e cristallizzate nella figura del papa-Anticristo.
1. Elementi dalla Sacra Scrittura
Dall'Antico Testamento viene quindi tramandata la figura
dell'Anticristo come colui che detiene il potere politico e che
lo usa contro Dio e i suoi fedeli. Si trova una estesa descrizione di un tale personaggio nel Libro di Daniele, dove la figura
dell'Anticristo associata ad un re, Antioco IV Epifane, le cui
24 A. BELYJ, Pervoe Svidanie, Berlin 1922, p. 34.
25 Parole di Solov'v negli ultimi giorni prima della sua morte citate da
S. TRUBECKOIJ, Smert V. S. Solov'va, in Sobr. Soc. VI. Solov'va, I, cit., p. 346.
26 Sobr. Soc. VI. Solov'va, Vili, Bruxelles 1966, p. 582.
27 Dn 7,23-27; 8,9-12.23-25; 9,26-27; 11,31.36-37. 2Ts 2,1-12. Ap 13,118; IGv 2,18-22; 4,1-13; 2Gv 1,7.

M. Tenace

caratteristiche sono la superbia, l'empiet, la frode, l'astuzia,


l'azione persecutoria contro il popolo di Dio, la profanazione
di luoghi, tempi e culti sacri.28 Inoltre, seguendo una prassi
diffusa nell'antichit, Antioco IV si era innalzato al punto di
farsi adorare come divinit.29
Nel Nuovo Testamento da rilevare l'evoluzione e l'approfondimento della figura dell'Anticristo a partire dalla figura di Cristo e dipendente solamente dalla contrapposizione a
Cristo.
Nella Seconda Lettera ai Tessalonicesi si parla
dell'Anticristo riguardo alla venuta del Signore nostro Ges
Cristo e alla nostra riunione con lui;30 egli precede l'immediata venuta di Cristo, il falso profeta, colui che opera falsi
prodigi, che divulga false rivelazioni. l'avversario di Cristo,
l'iniquo, colui che si oppone, il Falso per eccellenza opposto a Cristo Verit. La Verit verr (la parusia del Signore),
ma prima deve venire rivelato l'uomo iniquo.31
Ma l'apostolo Giovanni che nei suoi scritti lascer la pi
importante teologia riguardo all'Anticristo. Nell'Apocalisse,
Panti ha il significato di al posto di e opposto a Cristo.
Caricatura di Cristo, l'Anticristo finisce per essere bestia, anzi, due bestie, una rappresentando il potere (tradizione pi
vicina al Libro di Daniele dell'Antico Testamento), l'altra la
seduzione (tradizione che rimanda alla contraffazione di
Cristo), Insieme, rappresentando lo stesso Satana, evocano la
terribile contraffazione della religione cristiana e la prova
28 F. SBAFFONI, Testi sull'Anticristo. Secoli I-li I, Firenze 1992, p. 45.
29 II re agir secondo il suo beneplacito, si innalzer e si esalter al
di sopra di ogni dio [...]. Di tutte le divinit non avr alcun pensiero [...]
perch si esalter sopra tutti: Dnll, 36-37.
30 27*2,1.
31

80

81

L'Anticristo

della "frantumazione": Satana esplode della sua mostruosa


presunzione egoica, diventa bino, la sua grottesca imitazione
della Trinit fallisce e da origine alla mostruosit binitaria del
Drago e della Bestia [...]. Satana il Signore dei frantumi,
frantumato lui per primo.32
Nelle Lettere, Giovanni introduce una novit: l'Anticristo
non pi figura di quello che verr, o avverr, ma personaggio attivo nel presente come spirito dell'Anticristo. Come
avete udito, viene, anzi gi nel mondo,33 per cui la storia
ormai avviata come storia di discernimento fra spirito di Dio
(ogni spirito che riconosce che Ges Cristo venuto nella
carne) e spirito dell'anticristo, che nega il Padre e il
Figlio,34 che non riconosce Ges. Perci, oltre ad essere
collocato nel presente, l'Anticristo diventato molti anticristi35 e la sua caratteristica piuttosto dogmatica, nel senso
che tocca la confessione di fede e la verit dell'incarnazione.
In conclusione, possiamo notare che nella Sacra Scrittura
l'Anticristo viene associato al potere, alla violenza, all'inganno,
alla contraffazione di Cristo, alla confessione di una falsa fede.

2. Elementi dagli scritti dei primi Padri della Chiesa


Nell'interpretazione dei Padri, l'Anticristo conserver queste due connotazioni principali: politica e dogmatica.
L'Anticristo il capo politico che governa con la violenza, che
usa il potere politico per attuare una persecuzione che mira alla distruzione del cristianesimo. Dal punto di vista dogmatico,
32 G. MARANI/C. MAESTRINI, Dal profondo. Corrispondenza fra Mantova
e Roma, Roma 1995, p. 92.

M. Tenace

l'Anticristo, quale grande ed estremo ingannatore e contraffattore della verit,36 porta falsit (eresia) che intacca la Verit che
Cristo. Per ingannare usa la seduzione, facendo prodigi sensazionali per farsi accettare come figlio di Dio. Apparir, spacciandosi per figlio di Dio, l'ingannatore-del-mondo e far segni e prodigi e la terra sar consegnata nelle sue mani [...]
quelli che per persevereranno nella loro fede saranno salvati.37 Per cui, essere eretico era la cosa peggiore che potesse accadere:38 la persona si ritrova nel campo opposto a Cristo, diventa seguace dell'Anticristo, cio un essere dannato.
L'aspetto dogmatico sintetizzato in modo forte da Policarpo
di Smirne: Chiunque non confessa che Ges Cristo venuto
nella carne un anticristo. E chi non confessa la testimonianza
della croce dal diavolo. E chi rigira i detti del Signore secondo le proprie voglie e dice che non c' risurrezione n giudizio
un primogenito di Satana.39
Con Ireneo di Lione, la tematica dell'Anticristo mette insieme le diverse tradizioni, unificando tutti i dati scritturistici.
Ireneo considerato il primo autore che offre un'ampia40 trattazione del tema e formula elementi che per secoli costituiranno la base di ogni trattazione dell'argomento.41 L'eresia l'ap-

36 F. SBAFFONI, Testi sull'Anticristo. Secoli I-II, I, cit., p. 45.


37 Didacb, XVI, Sources Chrtiennes 248, pp. 197-198.
38 Secondo Tertulliano, infatti, pi grave della persecuzione l'eresia
perch, mentre la persecuzione genera anche dei martiri, l'eresia produce
soltanto apostati. La prescrizione degli eretici, IV, 5 (.De Praes. Haer., ed.
R. F. Refoul, COL 1,224).
39 Lettera ai Filippesi, Sources Chrtiennes 10, p. 212-214.

41 F. SBAFFONI, Introduzione a Testi sull'Anticristo. Secoli I-II, I, cit.,


pp. 126-127.

35 !Gv2,lS.

40 Cf Adversus Haereses, I, 13,1; HI, 16,5; III, 16,5-8; III, 7,2; IV, 29,1;
V, 25-30.

33

34 !Gv2,22.

83

82

L'Anticristo

pannaggio dell'Anticristo, come pure la capacit di risolvere i


problemi, di vantarsi di correggere il maestro, di possedere
una Somma Potenza ricevuta da luoghi invisibili e inenarrabili. Ma il Vangelo non conosce altro Figlio dell'Uomo che quello nato da Maria [...] un unico Ges Cristo, Figlio di Dio che
nato ed lo stesso che morto ed risorto.42

3. Un elemento tipico dalla storia russa


interessante notare che la tradizione culturale russa, tra
tutte le europee, probabilmente quella che ha coltivato con
maggior intensit e per pi lunga durata la figura, la categoria stessa, dell'Anticristo.43 Gi i raskol'niki chiamavano
Anticristo il Patriarca Nikon (a causa delle riforme da lui proposte negli anni 1653-54, che modificavano la tradizione liturgica e filologica e che apparivano come un tradimento
della vera fede ortodossa) e pi tardi cos fu anche chiamato
lo zar Pietro il Grande.44 Ma propriamente in Russia la figura
dell'Anticristo rimanda al papa^
Nella pi fedele tradizione patristica, l'ortodossia ha conservato questa coscienza che l'eresia, la non giusta fede, sia il luogo del combattimento tra "spirito di Cristo" e "spirito
42 Adversus Haereses, I,13,1 e III, 16,5.
43 C. G. DE MICHELIS, / nomi dell'Avversario. Il "Papa Anticristo" nella cultura russa, Torino 1989, p. 1.
44 Costui l'ultimo Anticristo, l'imperatore panrusso in tutto simile al
papa di Roma: giacch ha usurpato il potere divino e umano, ed egli stesso
si colloca, al posto di Cristo, a capo della chiesa cristiana [...]. Egli ha assunto
solennemente in chiesa il titolo di Padre della Patria di tutto il popolo russo,
d'imperatore Panrusso, di Pietro il Grande, e ha usurpato il potere patriarcale
[...]. L'attuale belva in questa Terza Roma non solo simile in tutto al papa di
Roma, ma incomparabilmente pi lo sopravanza per la sua empiet.
Risposta dei cristiani, inizio secolo XIX, citato da C. G. DE MICHELIS, / nomi
dell'Avversario. Il "Papa Anticristo" nella cultura russa, cit., p. 33.

84

M. Tenace

dell'Anticristo". logico che, se per l'ortodossia russa la fede


cristiana cos come la professano i cattolici eresia, il suo capo,
il Papa di Roma, sia l'Anticristo. Non solo, ma a causa del potere politico che nella storia il papa andato acquistando, nella
sua figura si concentrano sia l'aspetto dogmatico (egli rappresentante dell'eresia cattolica), sia quello politico (il dogma
dell'infallibilit evoca la pretesa di un potere assoluto, pretesa
tipica dell'Anticristo, come pure le varie persecuzioni dei fedeli
ortodossi da parte della Chiesa cattolica). Egli quindi l'incarnazione perfetta dell'Anticristo e pu anzi esserne una "forma
simbolica", in quanto rientra in quell'uso massiccio della categoria dell'Anticristo che corrisponde bene comunque alla ricorrenza di modelli duali nella dinamica della cultura russa.45
Questo sfondo religioso e culturale viene sottovalutato
nella comprensione del testo di Solov'v Racconto
dell'Anticristo, letto solo alla luce del clima di attesa e di ansia apocalittica della seconda met del secolo scorso in
Russia. Se questo vero, rimane per il fatto che Solov'v si
radica nella pi profonda tradizione biblica e patristica, approfondendone con finezza le intuizioni. Descrive il suo personaggio come la punta di un inganno ancora pi sottile:
l'Anticristo non sar un re violento come quello che descrive
il Libro di Daniele, non user la violenza, anzi il prodigio con
il quale conquister il mondo sar la pace. La domanda tocca
quindi non la verifica della translatio imperii (teoria della
successione di regni fino alla venuta dell'ultimo re che dovrebbe essere l'Anticristo), ma la verifica dell'ultimo argomento della fede davanti alla prova del bene. Ossia la verifica non riguarda la storia del mondo (apocalisse, escatologia),
ma la storia personale, in quanto viene il momento in cui la
45 Cf J. LOTMAN/B. USPENSKIJ, // ruolo dei modlli duali nella dinamica della cultura russa, in Strumenti critici, 42-43 (1980).

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L'Anticristo

fede messa alla prova nella sua autenticit.


Ecco perch, di fatto, il testo di Solov'v insieme tipico
del mondo (e del momento) in cui venne "pensato", e anomalo rispetto a tutti i parametri ai quali si pu ricondurlo.46

B. Il tema dell'attesa nel difficile discernimento


di Colui che viene
Per capire l'importanza teologica dell'Anticristo di Solov'v
bisogna leggerlo alla luce non solo di quella attesa per un'altra vita superiore tipica dello stato d'attesa in cui si trovava la
Russia sul finire del secolo scorso,47 ma dentro al nucleo della
fede cristiana che confessa Cristo che venuto, viene e verr
e afferma che la seconda venuta di Cristo coincide con la venuta del Regno, quando Cristo Re dell'universo sar tuttp in
46 C. G. DE MICHELIS, / nomi dell'Avversario. Il "PapaAnticristo" nella cultura russa, cit., p. 60. L'autore che citiamo vuole'dire con queste parole tutt'altro. De Michelis sostiene che Solov'v, $a filocattolico qual era,
nel Racconto dell'Anticristo avrebbe avuto soprattutto la preoccupazione
di esorcizzare in Russia la figura del papa:^hticristo conferendo al papa
una funzione centrale nella contesa con ^Anticristo, cosa che nessuna tradizione antica, n russa, n patristica ^U'ha mai conferito. Per cui, secondo
l'autore, questo racconto il pi ojpganicamente papista che sia stato prodotto dalla moderna cultura russa. Ibidem, p. 6l.
47 N. BERDJAEV, Istoki i smysl russkogo kommunizma, cit., p. 97 e p.
118. L'intelligencija, socialmente e spiritualmente rivoluzionaria, innamorata dell'infinito, [era] tesa verso la Citt futura, (p. 109) secondo una doppia tendenza: una rivoluzionaria e l'altra reazionaria. In generale ha dominato una comprensione passiva di questa corrente apocalittica; il russo si
sentiva pervaso dal soffio mistico della fine prossima, prevedeva inevitabile il regno dell'Anticristo. Nello stato d'attesa in cui si trovava, l'avvenire
era fonte di terrore: ci che l'Apocalisse ha predetto deve adempiersi, per
l'individuo e per i popoli, ma l'uomo stesso non sembra un agente attivo
nel compimento di questa profezia. L'Apocalisse deve intendersi come
Fato divino, in cui la libert umana non ha alcuna influenza (p. 118).

M. Tenace

tutti. Siccome l'Anticristo presentato come colui che viene


ed inganna l'attesa con un regno di falsit, bisogna soffermarci, anche se brevemente, sul tema dell'attesa del Re e sui criteri
di discernimento del Regno di Dio secondo il Vangelo, perch
tali criteri li ritroveremo fra le righe del Racconto come chiave
di lettura originale nella denuncia.

1. L'attesa del Re dell'universo


Nel vangelo di Matteo (Mt 2,1-12) presentata una scena
molto particolare dell'attesa: quella dei re magi che, dopo
aver atteso, si mettono in viaggio e, arrivati nella grotta di
Betlemme, cadono in adorazione del bambino Ges. I re magi evocano la pi alta categoria di intellettuali e scienziati
dell'epoca. Nelle loro indagini scientifiche avevano scoperto
i segni della venuta di un re diverso. Hanno creduto ai segni,
hanno aspettato colui che i segni indicavano. Come lo hanno
aspettato? Continuando a fare il proprio mestiere. Studiavano
gli astri, misuravano la distanza fra le stelle, facevano ipotesi
scientifiche, si incontravano in convegni nel deserto... Cosa
successo? Nella loro attesa, nel loro studio, qualcosa ha significato per loro che c'era una novit, ossia che era venuto il
momento di verificare l'attesa. Da un sogno, da una stella,
hanno capito che si dovevano mettere a seguire il segno
compiuto per trovare la persona attesa. Aspettavano un re.
Capiscono da una stella che il re venuto. Iniziano il viaggio
non per cercare il regno di Dio, ma per cercare il Re che instaurer il nuovo regno. Si mettono in cammino e dove arrivano? In una stalla, non in un palazzo regale. Eppure, trovando un bambino in un mangiatoia, credono al segno, riconoscono la persona attesa nel bambino e si inginocchiano per
adorare in lui il re dell'universo. Come potevano questi intellettuali riconoscere in un bambino povero, privo di ogni possibile segno esterno di regalit, il re dell'universo? La doman-

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L'Anticristo

da per tutti sarebbe: quali sono i criteri della regalit che segner una novit nella storia dell'umanit e che merita di essere attesa, riconosciuta e adorata?
Questo brano del vangelo come la risposta o parabola opposta al Racconto dell'Anticristo, dove Solov'v mette in rilievo
le caratteristiche del regno che l'umanit identifica con il compimento delle attese: la pace, la giustizia, la buona organizzazione, la saziet. Chi cerca tale regno lo potrebbe anche vedere, ma tale regno pu portare, insieme alla falsificazione dell'essere, la falsificazione della vita e costituire quindi un rinnegamento di Cristo: l'opera di Cristo si riconosce da quei segni che
rivelano la sua Persona come Dio e la vocazione dell'uomo alla
vita eterna con Dio. L'opera dell'Anticristo si riconosce dai prodigi strabilianti che seducono ma che non possono eliminare
la morte n rinvigorire o rinnovare la vita.48 Essere uomo ed
essere mortale sono sinonimi [...] se cos, il superuomo deve
essere vincitore della morte, liberare s e l'umanit (dalla morte) [...] realizzare quelle condizioni nuove che permetteranno o
di non morire o, se si muore, di risuscitare.-49

2. La verifica del Regno


Anche quando Cristo venuto, non stato cos ovvio riconoscere in lui il "Dio con noi", il compimento della promessa. Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne
un altro?, chiedono i discepoli mandati da Giovanni Battista
a Ges (Mt 11,2-6 e Le 7,18-28). Questa scena del vangelo
48 Nessuno presenter poteri magici tali da eliminare la morte o da
rinvigorire la vita rinnovandola come si fa con le viti quando si rinfresca il
terreno. TERTULLIANO, Dell'Anima, 1,4, ed, J. H. Waszink, CCL 2, 856.

49 V. SOLOV'V, Ideja svercbceloveka, in Sobr. Soc, Vi Solov'va, IX,


Bruxelles 1966, tr. fr. inj. SEVERAC, Vladimir Soloviev. Introduction etcboix
de textes, Paris 1906, p. 212. uno scritto del 1899.

M. Tenace

completa quelle dell'attesa del Re e dice che c' anche un


modo di verificare dai segni che il vero Re, e non un impostore, sta regnando. Giudicherete l'albero dai frutti. Quale
il frutto dell'albero Ges? Il frutto dell'albero della vita, il frutto della croce la vita. Il frutto di Ges Messia quindi che
gli uomini ritrovano la vita, una vita ancora pi forte e gustosa in confronto a ci che pensavano fosse vita.50 La vita in
pienezza: poter vedere, poter camminare, avere la salute, poter ascoltare, risuscitare, aver cura dei poveri... e beato colui
che non si scandalizza di me (Mt 11,6).
Infatti bisogner riconoscere il Re che porta tale vita in segni
opposti, bisogner riconoscerlo quando compir l'opera che lo
riveler: la passione, la morte in croce, la risurrezione del suo
corpo con i segni della sua passione. La vita nuova, la liberazione, riguarda ci che stato pi ferito in noi: la vita di relazione
con Dio. Se la lontananza da Dio, la perdita della vita eterna,
il male assoluto per noi, allora solo chi ci libera da tale male ci
salva veramente. Perci in Cristo ci viene dato il bene assoluto:
il dono di s, della sua vita, del suo Spirito. Generosit, immensit del dono. La vita donata in abbondanza, giubilo primordiale dell'uomo che si sente misteriosamente amato nella
sua sorgente [...] ecco ci che Ges mostra di s per dire chi .
La verit del suo essere in ci che attraverso di lui viene donato all'uomo e che l'uomo pu constatare, gustare, sperimentare [...]. Che cosa ? Il ritorno dei morti alla vita, la buona novella.51 Ora, il principio della vera vita l'amore che vince il
male: suo fine la risurrezione che trionfa della morte.52 Cristo
venuto, noi lo confessiamo come il Figlio di Dio, il Messia,
50 M. BELLET, Sur la bont du Christ, in Vraie et fausse bont,
Christus, cit, p. 480.
51 Ibid.,pA76.
52 Duchovnyja osnovy zizni, tr. it. cit, p. 106.

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L'Anticristo

colui che l'umanit aspettava. Il criterio di discernimento e di riconoscimento per i primi discepoli stato la risurrezione, e
quindi la passione. Cio il suo amore che si espresso cos e
che cos ci verr di nuovo rivelato.
Non a caso quindi, il superuomo del racconto di Solov'v
nega proprio lav risurrezione, rifiuta la compassione di Cristo
che lo rivela cos altamente divino. La triste, gentile immagine sembrava sorgere davanti a lui nelle tenebre. "Egli mi
compatisce... No, mai! Non lo fece, mai risorse dai morti." E
si gett gi dalla rupe a picco.53
Negando la risurrezione, si nega l'amore di Dio, cio il
contenuto della salvezza. Pi della categoria della sola salvezza o della liberazione che possono ingannare (vedi tutte
le ideologie o pseudo-religioni che abusano di tali promesse), l'amore non pu essere vissuto senza riconoscere o aderire a Cristo nel senso che, esplicitamente o no, l'amore ci
rende cristoformi, ci fa simili a colui che doveva amare fino a
rinunciare ai privilegi della sua divinit, per rivelare che
l'amore la realt pi divina. Nel Racconto, l'amore la caratteristica pi estranea all'Anticristo.
Non confessare Cristo significa non confessare la sua divinoumanit (la sua persona) e il suo amore (la sua opera)
espressa nella morte e risurrezione.
Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Ges Cristo venuto nella carne da
Dio: ogni spirito che non riconosce Ges non da Dio.
Questo lo spirito dell'anticristo (IGv 4,2-3). Riconoscere
Ges, nella terminologia di Giovanni, significa riconoscere
che egli il Signore, il Figlio di Dio, il Lgos incarnato. Il
Cristo vero uomo e vero Dio, morto e risorto, la nostra
53 Kratkaja povest' ob antichriste, in Sobr. Soc. VI. Solov'eva, X,
Bruxelles 1966, p. 200, tr. it. in questo stesso volume alla p. 43.

M. Tenace

completa confessione di fede. Separare l'umanit e la divinit


dello spirito dell'Anticristo come separare il Cristo da Ges,
la sua gloria dalla sua Passione, la sua divinit e la sua umanit.54 Cristo semplice uomo non pu essere n redentore,
n fonte della vita [...] la tranquillit dell'uomo e la salvezza
di tutti gli uomini dalla disperazione contenuta in queste
parole: "Ed il Verbo si fece carne" [...]. Tutto che il Verbo
realmente si fece carne. Ivi tutta la fiducia e tutta la consolazione dell'uomo alla quale non rinuncer mai.55
La teologia dell'Incarnazione ci dice che Dio si fa uno di
noi per amore; questo amore, trovando l'amato (l'umanit)
ferito dal peccato originale, lo salva. Dio ci salva amandoci.
La salvezza quindi , per cos dire, in funzione dell'amore.
Per noi e per la nostra salvezza Dio si fa uomo, non per attuare una salvezza magica (tentazione che Cristo stesso doveva sconfiggere), ma per amare, per entrare in una relazione nuova con l'uomo, perch in questa relazione consiste la
salvezza. Ora, in questa relazione l'uomo si pone come peccatore davanti al suo Dio: ecco allora che la relazione nuova
che porta amore sana e salva ci che nell'uomo era impossibilitato all'amore. Non riconoscersi peccatori, bisognosi della
misericordia di Dio, un atto di negazione della salvezza, atto di negazione dell'Incarnazione, atto di rifiuto di Cristo.
Sostituire la coscienza del peccato con la coscienza dei problemi quindi una via aperta all'ateismo, come fa l'Anticristo,
che nel Racconto presentato come uno che ha la soluzione
ad ogni problema, meglio di come fa Dio: Dio salva amando,
l'Anticristo salva facendo del bene. Si ripete cos la dinamica
54 C. FLIPO, L'homme a la rechercbe de son me, in Le Nouvel Age.
Promesse ou leurre, Christus, n. 153 gennaio 1992, p. 89.
55 B. SCHULTZE, Pensatori russi di fronte a Cristo, II, Firenze 1947, p.
116.

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L'Anticristo

del peccato originale che consisteva nel cercare la divinizzazione fuori di Dio. Il peccato della falsificazione della salvezza
consiste nel sostituire la persona che salva nell'amore con le
cose che appagano dalla paura della morte. Far sparire la difficolt spesso l'illusione di chi crede che la difficolt, e non la
mancanza di ampre, sia causa della sua infelicit.
Alla fine, non confessare Cristo significa non confessare
l'uomo per quello che , non confessare la divinit dell'uomo
che si realizza nell'amore. L'uomo immagine e somiglianz di
Dio immagine dell'amore di Dio.56 Dio amore significa che
l'amore di Dio rende degno d'amore chi non degno d'amore; che amore capace di creare l'amore. Ancor pi, Dioamore significa che Dio soffre finch non rende anche me
pienamente degno d'amore.57 Essere amato da Dio innalza
l'uomo al livello di questo amore: Dio non parla che con gli
di; Dio diviene uomo perch l'uomo diventi dio [...] e allora
l'uomo-dio si vede capace anche di amare veramente, a immagine dell'amore divino.58

3- La prova dell'Anticristo
L'avvertimento del Racconto dell'Anticristo serio: la difficolt non sta nel distinguere il bene dal male. Ma nel bene,
come distinguere ci che salva da ci che non salva? Il peccato originale stesso non avvenuto nella decisione di scegliere fra bene e male. Ma fra bene secondo l'ottica di Dio e
56 S. BULGAKOV, Svet nevecernij, cit., p. 271. L'uomo non poteva realizzare e credere in se stesso la somiglianz con Dio che in virt dell'amore.

M. Tenace

bene secondo l'ottica umana.


Ossia fra bene-oggetto da possedere e bene-persona da
amare. Terribile attualit nella cultura di oggi il cui vizio sta
nel presentare alle ambizioni dello sforzo umano un'Umanit
impersonale,59 con beni, ma senza amore. L'Anticristo la
rappresentazione della fine delle illusioni dell'umanit come
fu, in un certo senso, la fine e la purificazione delle migliori
illusioni di Solov'v. Eppure, scrivendo il Racconto egli vuole
quasi ribadire un ottimismo pi profondo di quello comunemente accettato: i fallimenti storici sono benefici perch guariscono l'uomo dalla tendenza ad adorare l'umanit e guariscono il mondo dalla tendenza a credere nel progresso umanista, il cui movente il sogno orgoglioso di un paradiso
terrestre.60 Ogni catastrofe come una chiamata ad una pi
grande spiritualit, ad una pi alta testimonianza, per rivelare
agli uomini che la morte pu diventare risurrezione.61
Qui sta la differenza tra l'attesa di un regno di felicit-paradiso e la fede nella salvezza-passione che ci ricrea. Non
vero che lo scopo della vita o lo stato di beatitudine sia fatto
di benessere, di comodit e di felicit pacifica, come lo immagina la coscienza edonista del nostro tempo. Il riposo e la
serenit non sono l'inerzia e l'impassibilit. L'essere nel
profondo desiderio, fiamma viva, passione.02 Il progresso
stesso dell'umanit diventa ambiguo perch pu portare alla
59 P. TEILHARD DE CHARDIN, L'Energie humaine, Oeuvres, VI, Paris
1962, pp. 161-162, tr. it. Sull'amore, Brescia 1992, p. 49.
60 S. BULGAKOV, Pravoslavie, Paris 1932, tr. fr. L'Orthodoxie, Lausanne
1980, p. 219.

62 X. TILLIETTE, Du mal et de la souffrance, in Les Etudes philosophiques, 1(1991), p. 11.

58 P. EVDOKIMOV, Dostoevski] di fronte all'ateismo, in AA. Vv., L'ateismo contemporaneo, III, Torino 1969, p. 209-

61 O. CLMENT, Apocalypse et transfiguration chez les philosophes religieux russes, in Cahiers Saint Jean de Jrusalem, n. 9, p. 143.

57 G. MURA, Alcune riflessioni sulla cultura contemporanea, in AA.


Vv., Dio amore nella tradizione cristiana e nella domanda dell'uomo
contemporaneo, Roma 1993, p. 222.

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L'Anticristo

divinizzazione del nulla: il nulla dell'umanit nuova di Marx,


il nulla del superuomo di Nietzsche, il nulla delle ideologie
di destra, il nulla della societ del consumo, il nulla di una
morale in cui nessuno responsabile del male. L'Anticristo
quindi non uno, ma "legione", i tanti che nella storia rappresentano questa dimensione del nulla e dell'inganno: la
Bestia, la Prostituta, la Grande Babilonia, tutte figure di assolutizzazione del potere, dell'eros, del sapere, di una gnosi
non di comunione ma di possessione.63
Il Racconto dell'Anticristo non dunque una descrizione
aneddotica di ci che si verificher nella storia, ma una scommessa di discernimento dentro di noi sulla defalsificazione dei
nostri riferimenti a Cristo oggi e domani. Il genere apocalittico
scelto da Solov'v per raccontare e descrivere la verifica della
fede non un insegnamento sulla prova definitiva che l'umanit dovr affrontare alla fine della storia: Non si tratta di un
segreto che tutt'ad un tratto sarebbe svelato, un sacro graal da
conquistare, un talismano da scoprire.64 Si tratta di quel famoso "gi" che si verificher e si compir nel "non ancora". Tale
tensione tra il "gi" e il "non ancora", tra la realt presente e
quella futura si applica a Cristo e all'Anticristo, in quanto riferita alla manifestazione del Cristo si applica naturalmente anche alla figura dell'Anticristo: esso deve ancora venire, quale
estremo protagonista del Cristo alla fine dei tempi, ma gi
all'opera in tutti coloro che si oppongono a quel regno che
gi stato inaugurato dal Cristo.65

M. Tenace

In questa tensione e in questo possibile inganno bisogna


essere preparati al fatto che il 96% dei preti e dei monaci si
dichiareranno dalla parte dell'Anticristo. Questo un loro diritto e fatti loro.66 All'uomo di fede integra richiesto comunque di non lasciarsi sedurre dalla visibile signoria del male e
non rinnegare per amore di esso il bene invisibile [...]. Gli uomini che si fermano al fatto vivono d'una vita aliena, non sono essi a creare la vita. Creano la vita gli uomini di fede.67
Solov'v considera pericoloso lo sviare la religione da quello che , fede nel bene assoluto, a partire da una perversione o
falsificazione dell'idea stessa di bene. Bisogna sapere distinguere non solo bene e male, ma nel bene sapere individuare il bene che salva da un bene apparente che porta alla negazione di
Dio. La distinzione non cos scontata. Se alcuni affermano
che basta fare il bene per essere cristiani, Solov'v descrive un
bene che si promuove con atti di falsit e che porta con s il
male. Cristo stesso ha indicato una via di discernimento: Alla
sapienza stata resa giustizia dalle sue opere (M 11,19).
L'opera provvidenziale della Sapienza divina si compie nel
Regno di Dio, in cui Dio tutto in tutto [...]. Cristo vero Dio e
vero uomo in una sola persona riunisce in s la creazione decaduta e il suo Creatore, per estendere questa unione a tutta
l'umanit, anzi ad ogni esistente, e compie cos l'opera
dell'Onniscienza eterna.68 La concezione del bene falsificato
non riposa dunque sulle qualit soggettive dell'impostore, ma
sul carattere oggettivo della sua opera di unificazione generale,
66 V. SOLOVIEV, Lettre n. 13 a Eugne Tavernier, maggio-giugno 1896.

63 O. CLMENT, Apocalypse et transfiguration cbez les philosophes religieux russes, cit., p. 142.
64 A. BESANGON, La falsification du Bien, Soloviev-Orwell, Paris 1985,
p. 218.
65 F. SBAFFONI, Testi sull'Anticristo. Secolo III, II, Firenze 1992, p. 12.

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67 V. SOLOV'V, Tri reci v pamjat' Dostoevskago, in Sobr. Soc. Vi.


Solov'va, III, cit, tr. it. Tre discorsi in memoria di Dostoevskij, tr. it. Milano
1981, p. 62.
68 W. SZYLKARSKI, Dos philosophische Werk von Wladimir Solowiew,
Munchen 1950, p. 7.

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L'Anticristo

che il bene. Tale opera fatta senza Dio non pu essere che
una falsificazione del bene.69
Avendo percorso con sincerit tutte le attese possibili
(compreso il sogno della teocrazia), Solov'v arrivato a capire che la vittoria di Cristo non avverr per logico processo storico e che non si compir con un happy-end, ma che sar necessario il travaglio e la confessione di fede autentica purificata
nella sofferenza a causa di Cristo. Ma questa sofferenza ancora
non sarebbe sufficiente senza un incondizionato riconoscimento di Cristo e un personale intervento di Dio nella storia.

I presupposti pi personali del racconto


La riflessione di Solov'v muove dal sentimento che un
nemico misterioso sta arrivando sulla Russia e in genere sulla cristianit, nemico che non sar facile smascherare. interessante che, nella riflessione dell'autore, questo nemico
appoggiato, preparato, giustificato da tre grandi idee e tipi di
uomini che governano il mondo:70
- il materialismo economico (Marx)
- il moralismo astratto (Tolstoj)
- il demonismo del superuomo (Nietzsche)

Riguardo al materialismo
Ricordiamo soltanto che Solov'v denuncia dal punto di
vista filosofia) l'inconsistenza, l'insufficienza, la decisiva caduta del materialismo teorico,71 in quanto lascia le domande
69 D. STREMOUUKHOFF, L'Apocalypse in Vladimir Soloviev et son oeuvre messianique, cit., p. 294.
70 Sobr. Soc. Vi. Solov'va, Vili, Bruxelles 1966 p. 311. L'idea del superuomo uno scritto del 1899. Cf la traduzione francese in J. SEVERAC,
Vladimir Soloviev. Introduction et cboix de textes, cit., pp. 205-214.

M. Tenace

essenziali aperte, e ha una concezione dell'universo che non


pu soddisfare alcun essere pensante: I quesiti della coscienza intima, i problemi della vita e della morte, del destino
finale del mondo e dell'uomo [...] rimangono senza soluzione
[...]. La concezione della vita come risultato di una accumulazione meccanica di minimi cambiamenti della materia: tutto
ci non pu soddisfare alcun essere pensante. Dal punto di
vista politico, Solov'v accusa quella sterilit che, nel socialismo (rivoluzione della sterilit72) promuove il livellamento
in basso di tutti, l'abbassamento forzato alla condizione puramente materiale degli operai sazi e soddisfatti e ad essa sola,
la riduzione dello stato e della societ al grado di una semplice associazione economica.73

Riguardo a Tolstoj
La posizione di Solov'v nei confronti di Tolstoj pi complessa. I due sono contemporanei, hanno avuto un influsso
notevole sulla societ russa del loro tempo anche come pensatori impegnati nella trasformazione della societ e della cultura russa. Per esempio ambedue, in nome della fede cristiana, hanno chiesto la grazia per gli assassini di Alessandro III;
ambedue hanno osato criticare la chiesa gerarchica e si sono
lamentati dell'inoperosit dei cristiani. Hanno fatto proposte
concrete di cambiamenti e si sono messi in prima linea per attuarli. Basta ricordare le mense popolari organizzate da
Tolstoj, la campagna di sostegno agli Ebrei lanciata da
Solov'v. Eppure Solov'v e Tolstoj sono rappresentanti di
71 Kratkaja povest' ob antichriste, cit., p. 197, tr. it. in questo stesso
volume alla p. 39.
72 Sobr. Soc. Vi. Solov'va, III, Bruxelles Ig66,.p. 14.
73 Tri reci vpamjat' Dostoevskago, cit., tr. it. cit. % discorsi in memoria di Dostoevskij.

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L'Anticristo

due linee di realizzazione della fede cristiana fra di loro lontanissime. La loro disputa tipica di molte altre dispute nella
chiesa. Uno vede il fare e l'altro Tessere, uno vede le opere,
l'altro vede la grazia, uno vede il quaggi, l'altro il lass ecc.
Ora, che il regno di Dio non di quaggi, Solov'v lo ha capito a sue spese e nel conflitto con Tolstoj rivela la solidit
della sua sintesi teologica e spirituale giunta al fondo nella ricerca di comprensione delle antinomie della fede.
Si pu dire che ci che opponeva questi uomini la loro visione del mondo: laica per Tolstoj, cristocentrica e divinoumana per Solov'v. Uno negava la divinoumanit di Ges, l'altro
la estendeva a tutta l'umanit [...]. Tolstoj liberando il cristianesimo dal dogma ne fa una morale.74 Ora, proprio la morale pu
diventare una menzogna sistematica, un cristianesimo senza
Cristo, il che equivale ad uno spazio vuoto.75 Ecco allora il vero punto della differenza: tenendo conto della contaminazione
dell'atmosfera morale con la menzogna sistematica, la coscienza della societ reclama a gran voce che il male venga chiamato col suo vero nome e perci bisogna non confutare una falsa religione ma smascherare un reale inganno.76
Il confronto77 pu essere esplicitato attraverso ci che
ognuno ritiene centrale nel cristianesimo. Solov'v sostiene
che il cristianesimo ha per nucleo:
- la divinoumanit di Cristo, della Chiesa, di ogni uomo;78
- la risurrezione di Cristo.79
74 D. STREMOUUKHOFF, L'Apocalypse in Vladimir Soloviev et son oeuvre messianique, cit, p. 285.

M. Tenace

Le affermazioni fatte da Tolstoj circa l'essenza della religione:


- il vangelo pi utile di Cristo;
- il messaggio principale del vangelo la dottrina della
non-resistenza al male.
Le affermazioni che stanno a cuore della professione di fede
di Solov'v sono ridicolizzate80 da Tolstoj, mentre Solov'v fa di
Tolstoj il padre della religione dell'Anticristo.
Come spiegare un conflitto cos forte fra i due pensatori
"religiosi"?
a) Un punto chiave del conflitto riguarda il vangelo senza
Cristo.
Solov'v accuser Tolstoj di essere un pagano e un pubblicano81 pi vicino al buddhismo che al cristianesimo, anzi
arriver a considerare il tolstoismo al pari di una setta dell'i wtelligencija russa, una falsificazione del cristianesimo stesso,
in quanto per tale religione Cristo estraneo, non per nulla necessario, costituisce un impiccio.82 Ora, proprio il rifiuto
di Cristo e della potenza della sua risurrezione (che costituisce la vera bont della buona novella83 o vangelo) il presupposto che apre la porta ad un grave pericolo per l'uma79 Cf Voskresnyja pis'ma, in Sobr. Soc. VI Solov'va, X, cit., la prima
lettera Cristo risono, tr. it., in I tre dialoghi, Torino 1975, pp. 253-257.
80 Tolstoj qualificava le Lezioni sulla Divinoumanit come spazzatura e assurdit infantile. Vedi in Perepiska L. N. Tolstogo s N. N.
Strakhovym, 1870-1894, cit. in STREMOUUKHOFF, L'Apocalypse in Vladimir
Soloviev et son oeuvre messianique, cit., p. 284.

82 V. SOLOV'V, Predislovieai Tri razgovora, cit., p. 86.

76 tbtd.

81 Pis'ma, IV, p. 15.

75 V. SOLOV'V, Predislovieai Tri razgovora, cit., p. 84.

77 Confronto tra l'opera di Tolstoj, Critica alla teologia dogmatica e


quella di Solov'v, Lezioni sulla Divinoumanit.
78 Cf soprattutto Duchovnyja osnovy zizni.

83 Sebbene gli intellettuali adoratori del buco non si chiamino tali


ma cristiani e chiamino vangelo la propria dottrina, il cristianesimo e
l'evangelo, vale a dire la buona novella, senza quella lx)ntA clic sarchi*

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L'Anticristo

nit: l'acccttazione cieca dell'Anticristo.


b) Resistenza al male?
La dottrina principale di Tolstoj - la non-resistenza al male quella teoria che permetter al male (l'Anticristo) di non trovare nessuna resistenza quando vorr imporsi. Infatti, secondo
il principio stesso della non resistenza al male, nessuno gli si
opporr. Solov'v (sostiene che bisogna riflettere sul male,84 denunciarlo e opporsi ad esso.
A causa dell'esistenza del male, si capisce che Cristo possa
aver detto sono venuto a portare non la pace ma la divisione*. Tale principio vero della lotta fra bene e male nella storia, ma anche vero della lotta per promuovere il vero bene
nella vita personale. Come Cristo nel deserto ha vinto la tentazione con una fedelt assoluta alla sua identit di Figlio e di
Messia venuto a rivelare un nuovo modo di capire la figliolanza e la messianit, cio venuto a rivelare l'amore di Dio, cos il
cristiano dovr nel deserto confessare che la sua identit
l'essere di Cristo, la sua salvezza il perdono e la vita in
Cristo, confessare Cristo Re unico dell'universo unificato in
Lui, confessare la Persona e non semplicemente una religione
cristiana come progetto utopico (un regno di pace) di felicit
onni-conciliante. Questa menzogna radicale porta alla violenza, alla morte, alla negazione di quella vita che Cristo venuto ad offrire ad ogni uomo che crede in lui. Chi crede in me
vivr, chi crede nel Figlio ha la vita eterna (Gv 11,25 e 3,36)
e perci confessiamo S o Signore, io credo che tu sei il

M. Tenace

Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo (Gv 11,27).
Sant'Ignazio, nella terza regola del discernimento della
seconda settimana85 dei suoi Esercizi spirituali, raccomanda
un continuo discernimento, non solo tra bene e male, ma tra
bene promosso dal nemico della natura umana e bene operato in noi da Dio stesso. Cos la pace, che nell'uomo pu
essere tanto segno di crescita nello spirito, quanto segno del
Nemico intenzionato a lasciare l'anima nella sonnolenza del
peccato, per cui il segno dell'azione dello spirito buono, in
questo caso, l'inquietudine, il turbamento.
La verit separa, mette da parte (non forse l'etimologia
di "santo", colui che messo da parte?). Bisogna allora considerare il fatto che ci pu essere una pace non cristiana,
quella dell'appiattimento della saziet, e una lotta cristiana,
quella che si innalza sul cadavere dei nemici che ha ucciso,
cio delle sue proprie passioni personali.86 Come conferma
di questo fatto, il personaggio dell'Anticristo nel racconto, a
un certo momento della sua missione, si sente direttamente
ispirato (da quale spirito?) per scrivere la sua opera pi importante con un titolo significativo: La via aperta verso la
Pace e la prosperit universale, sintesi universale di conciliazione di tutte le contraddizioni umane. Ma questo lo scopo
della pace promessa da Cristo? Cosa voleva dire quando ai
discepoli promise di dare la pace aggiungendo per "non come la da il mondo" (ffv 14,27)?
e) Distinguere tra bene e bene

valso la pena di annunciare - precisamente senza una reale resurrezione


nella pienezza della vita beata - poi la stessa cosa che uno spazio vuoto
pura negazione e mancanza di contenuto circa la concezione del mondo.
V. SOLOV''V, Predlslovteai Tri razgovora, cit., p. 84.
84 ... mettere in chiaro i vitali aspetti della verit cristiana in connessione col problema del male, sui quali da varie parti si lascia calare la nebbia. V. SOLOV'V, Predislovie Tri razgovora, cit., p. 83.

85 In base ad una causa, pu consolare l'anima sia l'angelo buono


quanto quello cattivo, ma per fini opposti: l'angelo buono per il bene
dell'anima affinch cresca e proceda di bene in meglio e l'angelo cattivo al
contrario, per trascinarla al suo dannato intento cattivo. IGNAZIO DI LOYOLA,
Esercizi spirituali, n. 331.
86 Lermontov, in Sobr. Soc. Vi. Solov'va, IX, Bruxelles 1966, p. 361.

100

101

L'Anticristo

Riguardo alla riduzione della religione alla morale,


Solov'v contesta il fatto che per essere religioso basta fare
umanamente tutto il bene possibile. Si possono certo fare
buone azioni, ma nessuno pu compiere l'unica azione che
buona e divina totalmente: l'azione della vittoria sul male
operata nella risurrezione. Ecco perch la risurrezione
l'opera divina per eccellenza ed anche il dogma principale
e unico della fede cristiana.87 Rifiutando la risurrezione come
un fatto reale, Tolstoj riduce il cristianesimo a una morale e il
dogma a "mitologia". Il vangelo, capito come regola di morale pacifista e umanitaria, pu portare facilmente a sostituire
Cristo con un qualsiasi eremita od asceta di tipo orientale.88
Ma il vangelo ridotto o identificato con una morale pacifista
senza Cristo non annuncia pi la buona novella di Cristo.
Anzi, il non opporre resistenza al male capito in modo sbagliato pu portare a fare una specie di apologi di un'etica
che va contro la dignit dell'uomo. giustificato allora pensare che si debba scegliere tra la dignit della religione che
ci propone questa etica e la dignit di un essere virile che
predica tutt'altra cosa, come "Resisti al male, altrimenti sarai
responsabile della sua vittoria". A seconda delle convinzioni
profonde di ciascun essere, una di queste etiche assumer il
volto del diavolo, l'altra quella di Dio ed ogni individuo dovr decidere, dal proprio punto di vista, chi Dio, chi il
diavolo.89 Alla fine rimane il problema di fondo: Noi tutti
dobbiamo scegliere chi Dio, chi il diavolo. Questo il diritto di ogni uomo, di tutti gli uomini che hanno il diritto di
87 Cristo risorto/, dalle Voskresnyja pis'ma, in Sobr. Soc. Vi.
Solov'eva, X, cit, tr. it. cit., pp.253-257.
88 V. SOLOV'V, Predislovie Trirazgovora, cit., p. 86.
89 Max Weber citato da A. DE BENOIST, Comment peut-on trepai'en,
Paris 1981, p. 8.

M. Tenace

riconoscersi negli di di loro scelta.90


interessante che per Solov'v la dignit dell'uomo e la dignit della religione siano dovute alla rivelazione della divinoumanit contenuta nei dogmi dell'incarnazione e della risurrezione. Dignit dell'umano che incarna Dio, dignit dell'umano che partecipa della vita divina con la sua carne risorta.
La domanda intorno alla resistenza al male questione di
"visione del mondo" prima di tutto. In un mondo in degrado
totale, un mondo di pressante bisogno di trasformazione, davanti al male che dilaga in tutti i sensi e settori della vita, la domanda non solo d?efare, ma come fare e chi lo far. Proprio
la letteratura, in Russia, si fa carico di queste domande. La letteratura del XIX secolo costituisce per la Russia il pi grande
monumento spirituale, la pi profetica che esista al mondo, piena di presentimenti e di predizioni, perennemente
agitata dall'attesa di una catastrofe prossima.91 I romanzi raccontano i problemi e descrivono la miseria della vita quotidiana, presentano anche i vicoli ciechi delle risposte del passato
(basti pensare alla Leggenda del Grande Inquisitore nella quale Dostoevskij dichiara impossibile portare una salvezza che
neghi la libert). Che fare?92 Come? Chi lo far? Chi verr a
realizzare l'attesa? Un Revisore Generale, un Grande
Inquisitore, un Anticristo? Un uomo politico?93 un dato di fatto che la politica nella Russia di fine secolo sia stata la portatri90 /fotf., pp. 8-9.
91 N. BERDJAEV, Istoki i smysl russkogo kommunizma, tr. it. cit., p. 96.
92 Titolo di un romanzo di ernysevskij del 1862 che fu il riferimento
ideologico di tutta una generazione di progressisti e democratici, ma anche il titolo di un'opera di Lenin del 1902 che divenne il programma di
azione della rivoluzione.
93 In Russia il movimento dell'Anticristo ha assunto la maschera ancora relativamente innocua della bestia malvagia, e questa maschera ha la

103

102

L'Anticristo

ce di una nuova religione dell'umanit. Ma l'inganno della politica pu essere ancora pi sottile: in politica infatti non tanto la menzogna che efficace, quanto la verit. La verit inganna e disarma pi che la menzogna.94 Perci la tentazione
del movimento dell'Anticristo si presenter all'umanit non
nelle sembianze di un lupo malvagio, ma nella veste di un uomo ispirato dagli ideali pi nobili e capace di incarnarli nella
vita in forme allettanti ed eticamente incensurabili. Per la sua
essenza sar sempre la stessa: creare forme sociali basate sulla
sottomissione all'uomo come Dio.95

Riguardo a Nietzscbe
II superuomo (di Nietzsche o di chiunque promuova una
visione di umanit che possa essere "super" in riferimento alla
sola umanit) evoca il pericolo pi grande secondo Solov'v,
in quanto presenta una perversione dell'idea cristiana della divinoumanit, della realt dell'uomo creato ad immagine di Dio
e quindi chiamato ad una pienezza che sia divina e umana insieme. L'uomo, secondo il cristianesimo, il supremo grado
dell'essere, superiore alla gerarchia angelica [...]. L'uomo "figlio di Dio". La specie umana non pu essere superata da una
nuova razza, da quella di un superuomo [...]. Se c' qualcosa di
esoterico nel Cristianesimo, non certo la nozione che l'uomo
un prodotto dell'evoluzione cosmica suscettibile di essere
superato da essa, o che un nuovo eone universale si manifester sotto il segno di una nuova razza sovraumana, bens

M. Tenace

l'idea che l'uomo pi di una semplice creatura, che la


Seconda Ipostasi della Trinit l'Uomo nato in eterno.96
L'interpretazione della divinoumanit come superumanit
, secondo Solov'v, la radice del peccato e il nucleo del significato delle tentazioni di Cristo.97 L'azione della tentazione
consiste nel mettere la divinit al servizio dell'umanit per
farne una superumanit illusa di poter fare a meno di Dio o
che sar meglio di Dio nella soluzione che porter ai problemi della fame, della sofferenza fisica, della morte. La progressiva dinamica delle tentazioni porta al potere assoluto e presenta alla fine u messia che si sottomette al Principe di questo mondo, e nega pertanto il nucleo della salvezza che doveva annunciare. La prima tentazione spinge Ges a far uso
del potere divino per scopi materialmente terreni (M 4,5). La
seconda tentazione incita ad adoperare il potere divino per
costruire la propria individuale auto-sufficienza arbitraria (Mt
4,6). La terza tentazione capovolge tutto, convincendo di affidarsi al potere costrittivo umano per scopi divini (M4,9).98
Il superuomo cede a queste tre tentazioni e in questo modo diventa Fanti-Cristo, ossia Fanti-divinoumanit. La personalit individuale dell'Anticristo semplicemente incarna e
personifica tutte le brame dell'umanit che ha dimenticato e
rigettato Dio e che in certo senso ha consegnato ad un Altro,
che non Cristo, tutti i suoi poteri e la forma dell'autorit.99
96 N. BERDIAEV, Esprit et libert, tr. it. cit. Milano 1947, p. 381-382.

sua personificazione specifica nel terzo eroe della rivoluzione russa:


Lenin. C. A. ASKOLDOV, II significato religioso della rivoluzione russa, in Iz
Glubiny, cit., p. 50.
94 A. BESANGON, La falsificatoti du bien, cit., p.2l
95 C. A. ASKOLDOV, // significato religioso della rivoluzione russa, cit.,
p.50.

97 V. SOLOV'V, Duchovnyja osnovy zizni., tr. it. cit., pp. 42-52.


98 A. Joos, Solov'v e Cristo: cogliere il mistero distico smascherando
l'Anticristo dentro di noi. Introduzione. Un modo per accertare l'insostituibilit di Cristo: capire la leggenda dell'Anticristo, (dattiloscritto) p. 5.
99 C. A. ASKOLDOV, // significato religioso della rivoluzione russa, cit.
p.50.
105

104

L'Anticristo

Lafigura deWAnticrsto:
falsificazione della persona e dell'opera di Cristo
Ci sarebbero vari piani di lettura possibile di questo "falso"
o "contro" o "anti" Cristo. Proponiamo alcuni ambiti pi significativi: il credere (ambito in cui l'amore verifica il bene); il fare
(ambito in cui il servizio verifica della grandezza); l'opera
(ambito in cui la riconciliazione in Cristo verifica dell'unit).

1. Il credere: amore-bene
Se possedessi la pienezza della fede [...] ma non avessi
l'amore, non sono nulla (ICor 13,2), dice San Paolo e, come
a conferma, Solov'v scrive ogni ente ci che esso ama.100
Ora, il superuomo era stato sempre un convinto spiritualista
e la sua chiara intelligenza gli aveva sempre indicato la verit
di ci che si doveva credere: il bene, Dio, il Messia. In ci
egli credeva. In realt amava solo se stesso.101
La domanda che affiora in questa affermazione non una
domanda di fede: come gli spiriti immondi che dicono a
Cristo Tu sei il santo di Dio, l'Anticristo ha la fede in Dio, ha
la conoscenza, ma non ha l'amore. Ma solo l'amore pu raggiungere Dio in questa vita, la conoscenza non lo pu.102
Senza amore, nonostante il possesso di tutto il resto, persino
il credente un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna (ICor 13,1). Niente giova, n a lui n agli altri. A lui non
giova niente, perch senza l'amore non pu riconoscersi
amato da Dio. Infatti, non a caso l'Anticristo non sopporta
100 Ctenija o Bogocelovecestve, in Sobr. Soc. Vi. Solov'va, III, Bruxelles
1966, tr. it. parziale Lezioni sulla divinoumantt, Milano 1971, p. 103.
101 Kratkaja povest' ob antichriste, cit., p. 198, tr. it. in questo stesso
volume alla p. 40.
102 Cloud ofUnknowing, capitolo 8.

M. Tenace

neanche la compassione,103 non sopporta cio che qualcuno


sia fonte del bene in lui. In Cristo l'amore di Dio tanto vicino e costitutivo della persona che amore versato nei nostri
cuori (cf Rm 5,5). Cercare di colmare l'assenza dell'amore
con il non-amore sar un progressivo andare contro la propria vita e la vita degli altri, perch chi non ama non capace
nel cuore di nessun atto di riconoscimento di un altro. Non
vive cio la somiglianz con Dio, la partecipazione all'amore
in Dio. Senza tale partecipazione all'amore, le opere, l'azione
di un uomo che quindi ama solo se stesso fa venire un regno in cui non c' amore, in cui l'egoismo regola di progettazione della vita, in cui i valori, non trovando l'orizzonte
della loro pienezza, sono facilmente abusati o rifiutati, fino a
diventare compiici di un inganno completamente omicida.
Il bene che fa un uomo che ama solo se stesso un bene
apparente, lo splendore di un bene artefatto che non ha nessuna forza104 perch diviso dalla fonte che un cuore buono, diviso da Dio che non riconosciuto come datore di
bene. Tale bene una mulilazione della verit che Dio,
un falso bene. Il bene, se diviso dalla verit che Dio [...],
soltanto un sentimento indefinito, un impulso privo di forza.
Colui che fa un tale bene trasforma il bene in opera sua, lo
condiziona. Ora, il bene non pu essere condizionato da chi
lo fa, bens da chi lo alimenta. La scommessa divina di realizzare il bene tramite la verit nella bellezza. Il superuomo
realizza la bellezza tramite la verit nel bene [...]. L'inversione
dei termini svela la falsificazione dell'intento. L'esito anticipato non pu che essere una auto-adorazione: illimitato amore
di se stessi, sconfinato amore di se stesso [...]. Il bene che di103 Cf Kratkaja povest' ob antichriste, cit., p. 200, tr. it. in questo stesso volume alla p. 40.
104 Ibid., ed. russa cit., p. 220, tr. it. cit. p. 72.

106

107

L'Anticristo

M. Tenace

109Kratkajapovest' ob anticbriste, cit., p. 199, tr. it. in questo stesso


volume alla p. 43.

107 G. COLZANI, Moderno, postmoderno e fede cristiana, in


-Aggiornamenti sociali 12 (1990), pp. 781-782

108 Nessuno pu servire a due padroni: o odier l'uno e amer l'altro,


o preferir l'uno e disprezzer l'altro: non potete servire a Dio e a mammona: M/6,24.

106 Kratkaja povest' ob anticbriste, cit., p. 198, tr. it. in questo stesso
volume alla p. 42.

Signore e Dio, Ges Cristo morto e risorto per i peccatori, cio


per tutti gli uomini, il che significa che tutti gli uomini sono bisognosi della salvezza in lui. La domanda religiosa fondamentale quanto questa fede riesce a spodestare l'onnipotente Io.
La verifica di fede finisce in un modo che Ges stesso ha
annunciato con parole di avvertimento non abbastanza considerate nella loro tragica conclusione: Chi non con me
contro di me. Chi non raccoglie con me disperde.108 Non essere dalla parte di Cristo in modo assoluto, essere dalla sua
parte in modo relativo, significa prima o poi aderire ad un altro che disperde, che dalla parte opposta, colui che contro, il Nemico, Satana.
Infatti, l'apparizione di Satana nel Racconto dell'Anticristo
sigilla una scelta definitiva per il Superuomo: la conferma assoluta di s come superiore a Cristo, se non nell'essere almeno
nel fare: Cristo era stato il riformatore dell'umanit, ma io sono
invece destinato ad essere il benefattore di questa in parte riformata e in parte incorreggibile umanit.109
Ma senza l'amore, il bene rimane un'idea, un idolo al servizio di un idolo pi sottilmente travestito: l'Io. La misura del
bene diventa ci che bene per l'Io e tutto il resto pu essere considerato una limitazione del bene. Persino l'amore
sottomesso all'idea del bene dell'Io. Vale quell'amore che richiede meno sacrificio, meno abnegazione, meno doveri e
pi diritti. I portavoci pi accreditati dell'ideologia iperindividualista (gli addetti alla terapia psichica) non si stancano di
condannare come autoritaria e repressiva l'idea che amore significhi porre gli interessi degli altri al di sopra dei propri. E

venta forza si trasforma in bene che ama se stesso.105


La caratteristica fondamentale di un tale amore di s di
porsi prima o poi in rivalit con l'Amore assoluto. Infatti leggiamo Egli vi credeva [in Dio], ma amava soltanto se stesso.
Credeva in Dio, ma nel fondo dell'anima, senza volerlo e
senza rendersene conto, preferiva se stesso a Lui. In breve,
egli considerava s ci che in realt Cristo era stato.106
Sconvolgente sequenza per cui l'identit dell'Anticristo fondata sul rifiuto dell'amore dell'altro da s. Negando, rifiutando questo amore, la persona rifiuta Cristo e, non essendo
con lui, si trova ad essere contro di lui. Amare se stesso,
preferire se stesso a Cristo, sostituirsi a Cristo, combattere
Cristo, tale la logica dell'esclusione che si viene a sostituire
alla logica del riconoscimento dell'altro. L'uomo che ha lasciato alle spalle ogni forma di minorit l'uomo che si autoafferma nella sua soggettivit, per lo pi in una logica di
immanenza e in una dinamica di rifiuto della fede cristiana e
della sua influenza.107 Far ci che vuole, s'innalzer, si magnificher sopra ogni dio [...] poich egli si esalter sopra tutti (Dn 11,36-37). Il dubbio non ha posto: se Cristo fosse veramente il primo e l'ultimo in assoluto, bisognerebbe rinunciare alla propria grandezza. L'uomo creato come un dio;
perch non pu usufruire liberamente della sua divinit e godere di un'autonomia assoluta?
Questa alla fine la vera domanda della fede: non il credere o meno in Cristo, ma come mettere insieme l'affermazione
dell'onnipotenza dell'uomo con il riconoscimento dell'unico
lOSA.joos, cit.,p. 12.

108

109

L'Anticristo

di conseguenza respingono la tesi che l'abnegazione e il sacrificio siano componente centrale dell'amore.110
L'argomento che usa Satana nell'atto di convincere al rinnegamento di Dio gioca proprio sulla promessa di un bene
senza sacrificio. Colui che tu consideravi Dio, chiese al suo
Figlio [Cristo] un'obbedienza senza limiti, obbedienza fino alla morte, anche la morte sulla croce e non l'aiut sulla croce.
Io non chiedo nulla, ma invece ti aiuter.111 L'argomento
dell'uomo di fede tutt'altro: il servo non pi del suo padrone: Tu ci hai insegnato soltanto due cose, Cristo
Salvatore: la fede e l'amore. Tramite la fede l'intelletto si avvicina al Verbo: tramite l'amore si unisce a Lui. Pi si avvicina,
pi aumenta in potenza. Pi ama, pi viene fortificato nella
sua luce... tu non ci convinci di altro che di credere e non ci
comandi altro che di amare. Cosa c' di pi facile che credere in Dio? Cosa di pi dolce che amarlo?112

1101. VACCARINI, La condizione "postmoderna": una sfida per la cultura cristiana, in Aggiornamenti sociali, febbraio 1990, p. 124. Interessante
la seguente affermazione: Secondo l'ideologia individualista, l'io completamente libero da vincoli, e peculiarmente da vincoli dettati da un fine
morale e stabile. La base teorica di questa libert l'assunto che non esiste
alcun criterio oggettivo di discernimento del vero e del falso, del bene e
del male; pertanto sono soltanto i nostri sentimenti a poter fungere da guida morale alle nostre azioni. L'io si trova dunque atomizzato, e indotto a
scavarsi una nicchia in cui ricercare l'auto-espressione e adottare un proprio stile di vita. All'interno di questa nicchia, l'io illimitatamente libero;
per contro, tutto ci che all'esterno di questa nicchia gli fondamentalmente indifferente. Ma, a ben vedere, l'indifferenza permea l'io anche
nella sua nicchia privata: infatti la nozione di un io assolutamente libero
conduce all'esperienza di un io assolutamente vuoto. Cio ad una identit
destrutturata e frammentata.
Ili Kratkaja povest' ob antichriste, cit., p. 200, tr. it. in questo stesso
volume alla p. 45.
112 NICOLAS DE CUES, Le tableau ou la vision deDieu, Paris 1986, p. 71.

M. Tenace

2. Il fare: servizio-grandezza
II personaggio dell'Anticristo, guardandosi allo specchio,
dice a se stesso: Tu sei bello, potente e grande. Compi la tua
opera in nome tuo e non nel mio.113 Come non collegare
questa frase con il non serviam dell'Angelo decaduto?
Compiere l'opera nel proprio nome significa appropriarsi dei
beni ricevuti e falsificare la direzione della storia. Significa
usare la creazione e i doni di Dio non in funzione dell'opera
di salvezza, non in collaborazione con il progetto di redenzione, non in sinergia di amore, ma in opposizione al
Creatore. Si tratta dell'atto descritto nella Sacra Scrittura come
inizio della rovina dell'umanit, quando, davanti al giardino
dell'Eden, la tentazione ha spinto l'inganno fino a fare credere che si pu diventare come Dio (questa l'opera di Dio)
compiendo l'opera in nome proprio, con i mezzi messi a disposizione da Dio.
Si adempie cos la parola di Cristo: Io sono venuto in nome
del Padre mio e non mi ricevete; se un altro verr in proprio
nome, lo riceverete (Gv 5,43). Infatti, per essere accolto bisogna essere piacevole*,114 afferma il Superuomo del Racconto.
Non servire l'opera di un altro... Ma il Salvatore dell'umanit, Cristo, viene annunciato come "il Servo". Non solo: sua
Madre, ricevendo l'annuncio di partorire il Figlio di Dio, si dichiara "Serva del Signore", madre di Colui che si metter come servo di tutti al servizio di tutti gli uomini, dai pi indegni
ai meno capaci per promuoverli alla dignit di figli. Tale servizio il criterio essenziale della grandezza dell'uomo, come
afferma Giovanni Paolo II in pi occasioni. infatti pi grande colui che serve, perch nell'ottica del Vangelo la grandez113 Kratkaja povest' ob antichriste, cit., p. 200, tr. it. in questo stesso
volume alla p. 45.
114 Ibid., ed. russa cit., p. 202, tr. it. cit. p. 47.

Ili

110

L'Anticristo

za la capacit del dono di s.115 Chi vuoi essere il pi grande tra voi si far vostro servitore e chi vuoi essere primo tra
voi sar servo di tutti (Me 10,44). Il servire esige infatti una
tale libert, una tale pienezza di amore che in questo senso si
pu capire come servire regnare.116 Per poter servire degnamente ed efficacemente bisogna possedere quelle virt
che rendono possibile il dominio di s (RD 21). L'Anticristo
non serve perch non pu dare la sua vita, non pu trasmettere ci che non ha, cio Pamore. Il suo servizio rimane estraneo al servizio predicato da Cristo, il quale non certamente
un mero servizio umanitario. N la comunit dei discepoli di
Cristo un'agenzia di volontariato e di aiuto sociale... No. Si
tratta di molto di pi. La radicalit, la qualit e il destino del
servizio al quale siamo chiamati si inquadra nel mistero della
Redenzione.117
Da questo punto di vista, solo Dio il Servo vero e perfetto, perch solo Lui poteva compiere il servizio per eccellenza, l'atto della Redenzione. Il Figlio dell'uomo infatti venuto
115 Redemptor Hominis, 21.
IlCf Giovanni Paolo II nella Mulieris Dignitatem. Archetipo della
personale dignit del servizio Maria, archetipo della consapevolezza di
essere creatura in rapporto con Dio (MD 5). Inoltre la parola "serva" si
iscrive nelFintera prospettiva della storia della Madre e del Figlio. Difatti,
questo Figlio, che vero e consustanziale "Figlio dell'Altissimo", dir molte
volte di s, specialmente nel momento culminante della sua missione: "II
Figlio dell'uomo... non venuto per essere servito, ma per servire" (Me
10,45). Dal suo servizio scaturisce una nuova dignit per l'uomo: il servo
verr chiamato amico perch colui che comanda come colui che serve.
proprio questo servizio a costituire il fondamento stesso del Regno, in cui
"servire vuoi dire regnare". Cristo, "servo del Signore", manifester a tutti
gli uomini la dignit regale del servizio, con la quale strettamente collegata la vocazione di ogni uomo.
117 Giovanni Paolo II, Omelia 6, 20.8.1989 a San Giacomo di
Compostella.

M. Tenace

per servire e dare la vita (Me 10,45) e chiunque serve partecipa di questo dono, partecipa dell'opera di Cristo che ha riconciliato in s tutte le divisioni con la sua morte e risurrezione. L'Anticristo, gridando No, mai! Non risorto, mai risorse
dai morti,118 urla il suo rifiuto della Pasqua, la sua natura di
anti-Cristo decifrabile nei modi in cui lo stesso apostolo
Pietro stato tentato di pensare: una salvezza che non passi
dalla croce, dalla sofferenza, dal dono di s per la risurrezione un pensiero diabolico! Lungi da me, satana! Tu non
pensi secondo Dio (Me 8,33).

3. L'opera della riconciliazione-unit


II Verbo abolisce ogni esistenza particolare, isolata dalle
altre, ricongiunge un essere all'altro con legami indissolubili
e ciascuno ricongiunge all'insieme, formando di una moltitudine caotica un mondo unico. 119 Nella stessa pagina,
Solov'v spiega che l'incarnazione ci rivela quindi che il senso del mondo e della storia l'unit.
In un dialogo fra il filosofo (Solov'v) e la Sofia leggiamo:
"L'unit mi mette in uno stato di entusiasmo mistico", afferma il filosofo. "E sai perch?" gli risponde Sofia. "Perch questa idea non altro che l'espressione logica della grande
realt morale e fisica dell'amore".120 Dicendo unit noi desideriamo l'amore, dicendo bellezza noi affermiamo che
l'amore ha unito ci che era separato e diviso e lo ha reso
uno, bello. Perci diciamo che Dio venuto a stare in mezzo
118 Kratkaja povest' ob anticbriste, cit., p. 200, tr. it. in questo stesso
volume alla p. 44.

119 Ducbomyja osnovy ziznt., tr. it. cit., p. 83120 Cf La Sopbia, in CENTRO ALETTI (a cura di), Dalla Sofia al New Age,
Roma 1995, pp. 265-266.

112

113

L'Anticristo

a noi affinch lo potessimo vedere, gustare, amare (Gv 1,14).


L'Anticristo ha un progetto di unit che prescinde dall'amore: Io dar a tutti gli uomini quanto loro necessario. [...] io li
unir con i beni che sono necessari egualmente ai buoni e ai
cattivi. [...] io porter la pace. [...] il mio giudizio sar sia di misericordia che di giustizia..121 E ancora di pi: senza sacrificare
nulla della verit in se stessa, senza dover trascendere il proprio
io per essa, o rinunciare di fatto al suo esclusivismo.122 Cosa
desiderare di pi? Il compimento reale della propria religione.
Cosa pi prezioso per voi nel cristianesimo?123 L'autorit spirituale giuridica per i cattolici, la sacra tradizione per gli ortodossi, la convinzione personale della verit nel libero studio
della Scrittura per i protestanti. Con tali caratteristiche resa
falsa l'identit religiosa delle confessioni cristiane che, pur nella
loro storia travagliata di incomprensioni e divisioni, confessano
Cristo al di sopra di tutto. La cosa pi preziosa nel cristianesimo per noi Cristo stesso, Egli stesso, e tutto resta in Lui, perch noi sappiamo che tutta la pienezza della Divinit abita tutta
in Lui corporalmente.124 Pu dunque il papa essere per i cattolici pi importante di Cristo? La Bibbia per i protestanti pu sostituire Cristo? La Tradizione pu avere per gli ortodossi pi valore che Cristo? Ma cosa il Papa senza Cristo, la Sacra Scrittura
senza Cristo, la Tradizione senza Cristo? Roma, una biblioteca,
un museo: vale la pena essere divisi per questo? La cosa pi
cara nel cristianesimo Cristo, Lui stesso e basta.125 Chi nega o
121 Kratkaja povest' ob anticbriste, cit., p. 199, tr. it. in questo stesso
volume alla p. 43.
122 Ibid., testo russo cit., p. 202, tr. it. qui alla p. 45.
123 Ibid., testo russo cit., p. 212, tr. it. qui alla p. 56.

M. Tenace

vuoi far negare questo non pu che essere "anti"-Cristo; chi sostituisce la persona di Cristo con i doni ripete l'atto di appropriazione dei doni svuotandoli del loro significato: il prezzo da
pagare sostituire il Cristo con l'Anticristo.
Da qui forse si pu capire la scelta radicale di Dostoevskij
espressa in quella famosa frase: se qualcuno mi avesse provato che Cristo sta al di fuori della verit, e se la verit stesse
realmente fuori di Cristo, preferirei essere con Cristo e non
con la verit.126 L'Anticristo del Racconto identifica la verit
con il Magistero, la Sacra Scrittura, la Tradizione: questa verit, o dono da cui vengono altri doni derivati dalla fede in
Cristo, o, come verit assoluta, staccata da Cristo, n il
Magistero, n la Sacra Scritturarne la Tradizione portano la
salvezza. Anzi, ogni dono assolutizzato pu persino portare a
sconfessare Cristo. Ecco al suo culmine la parodia del cristianesimo ogni volta che viene perso o negato il suo riferimento
alla persona di Cristo. Anche nel dare e nel ricevere benefici
si pu rimanere nell'ombra della morte, dell'egoismo, del
peccato... Il donatore chiede subito di essere riconosciuto come colui che da e che merita di essere confessato come
Signore; chi riceve non riconciliato nella relazione: appagato. La vera riconciliazione frutto dello Spirito Santo, frutto
della conversione e non conseguenza logica di un atto di
chiarificazione fra parti avverse.
Nessun ragionamento, nessuna pressione pu suscitare
"l'amore del nemico" che ci chiede Cristo per una perfetta somiglianz a Lui nella divinit. La riconciliazione, secondo
Solov'v, non questione di cedimenti o di compromessi,
bens dell'eliminazione della causa interna di questa lotta
grazie ad una riconciliazione spirituale operata sul terreno

124 Ibid., testo russo p. 213, tr. it.cit. p. 60.


125 Ibid.

114

126 Citato da B. SCHULTZE, Pensatori russi di fronte a Cristo, II, Firenze


1947, p. 113.

115

L'Anticristo

puramente religioso. Senza conversione personale, senza ritorno a Cristo, la pace un'illusione di poco prezzo, di poca
consistenza e di poca durata.
Banalizzare le differenze fra confessioni cristiane o fra religioni il presupposto che permetter all'Anticristo di instaurare una nuova religiosit del tutto sincretista. Solov'v
presenta l'epoca in cui appare l'Anticristo come un tempo in
cui avviene una profonda penetrazione religiosa reciproca
delle idee occidentali europee e delle idee orientali. Epoca di
sincretismo religioso, in cui le societ segrete si danno tanto
da fare da riuscire ad organizzare un'unione di stati democratici in cui la cultura esteriore sembra fiorire e in cui la religiosit unificata e liberalizzata. Il materialismo ideologico ha
finito di affascinare, rimane il materialismo pratico della ricerca della saziet, condito di un certo spiritualismo.
Determinato ad essere un vero capo religioso, l'Uomo
Nuovo deve avere anche una proposta nuova, un messaggio
nuovo, una sua buona novella. Infatti comincia l'opera di diffusione del suo messaggio scrivendo un libro intitolato La via
aperta verso la pace e il benessere universale, opera che verr
accolta come rivelazione della verit totale e che procura all'autore la gloria e la fama necessarie alla realizzazione del suo piano di salvezza universale.
Lo sfondo chiaro: non pu mancare nella societ un riferimento al religioso, comunque esso sia. L'uomo un essere
religioso: vi possono essere persone non religiose o anche antireligiose, ma non "extra"-religiose, in forza della stessa natura
metafisica dell'uomo, della sua spiritualit e della sua libert,
da un lato, e della sua limitatezza creaturale, dall'altro.127 Pu
essere per promossa una religiosit senza Dio, una religiosit
gestibile dall'uomo e visibile nei suoi effetti immediati. Per
127 S. BULGAKOV, Dva grada, cit., p. 166.

116

M. Tenace

questo necessario sviluppare nell'uomo quei doni "soprannaturali" che possono fungere da pseudo-religione. Il ruolo
della magia consiste in questo. Forte di questa possibile sostituzione, un mago convince gruppi di Chiesa, dovunque la fede in Cristo superficiale, astrattav<tovunque la fede non relazione, e dovunque la conoscenza del Vangelo incapace di
rendere conto della speranza proclamata. L'ambiguit intorno
aHa magia, all'esercizio dei poteri cosiddetti "soprannaturali"
tale che anche un cristiano non vede sempre la differenza tra
fede e parapsicologia, magia, miracoli ottenuti con la manipolazione delle forze umane. Ma come Cristo ha i suoi ministri e
sacerdoti sulla terra che compiono l'opera di Cristo, cos la magia ha i suoi adepti che imitano il sacerdozio e le opere di bene e si mettono, come istituzione, al servizio del potere civile.
Rimane allora l'arma della convinzione o della persecuzione.
Ora, per dare un posto al religioso nella vita sociale, non
basta diffondere una religiosit nuova, bisogna anche sradicare quella tradizionale che continua, nella sua fedelt a
Cristo, a rappresentare un potere sovversivo. L'Anticristo trover i cristiani divisi e consci del peccato che rappresenta la
divisione, sicch lui potr approfittare della divisione per valutare la sua proposta di unit e farsi riconoscere come salvatore anche nel campo della riconciliazione ecclesiale.
A questo punto interessante notare che, pochi anni prima
della sua morte, Solov'v presenta la divisione quasi come un
bene e la proposta di unione come un possibile male se dovesse appiattire ci che di profondo e di spirituale nasconde la fatica storica di essere diversi in Cristo. Quasi a dire felice colpa
della divisione! Almeno cos i cristiani hanno imparato dalla
storia che non ci si pu appropriare della verit di Cristo, che
Cristo non sta automaticamente da una sola parte, Li divisone
la ferita della storia, ma anche il luogo che permettert di rl

117

L'Anticristo

conoscere la vera manifestazione di Cristo come Signore amato


e sconosciuto dai pi, manifestazione che permetter la vera
conversione del cuore nella fede e nell'amore e, perch no,
nella diversit dei carismi nell'unit dell'unico Spirito.
Alla fine del racconto Solov'v pone una sconcertante alternativa: meglio essere diversi in Cristo o uniti
nell'Anticristo? Ossia: conta pi l'essere uniti o l'essere di
Cristo? L'ideologia marxista non si posta forse anche come
pretesa di unificare il mondo e di sostituire l'universalit del
cristianesimo con l'internazionalismo comunista?
Quale inganno c' quindi in una smoderata ossessione
dell'unit! Persino l'autoritarismo intra-ecclesiale ha contribuito a volte ad avallare la tesi di una religione monolitica
(anche dentro le comunit religiose, a lungo, l'uniformit l'uniforme - sembrava garantire l'unit). Anche l'Anticristo
capace di attuare un progetto di pace e di unit intra-ecclesiale. Ma chi unir la persona divisa dal peccato, se non
Cristo? Chi riconcilier, se non lo Spirito Santo? Chi render
capaci di compiere i comandamenti se non la potenza della
risurrezione di Cristo?
Dice anche il grande filosofo e mistico Nicola Cusano:
l'amore che permette l'identit e Palterit e che unisce128 di
una unione che differenzia e personalizza. E, sulla stessa
scia, Teilhard de Chardin scrive: Quando si va nella direzione dello Spirito, l'unione differenzia e personalizza.129
Da notare un particolare significativo: la convocazione da
parte dell'Imperatore universale di un concilio che si svolge a
Gerusalemme, dove c' un tempio dedicato "All'unit di tutti i culti". Gerusalemme la citt di Cristo, la citt dove tutte le confessioni religiose sono unite nel tempio dell'unico

M. Tenace

Dio. la citt del primo concili, la citt che nel simbolismo della Nuova GerusalQHime dice l'attesa religiosa che vi
eternamente legata, attesa della definitiva manifestazione
della Signoria di Dio.
. Iqolte ip concilio, secondo la tradizione cristiana, veniva
in genere convocato per definire punti di fede comune, per ricordare la fede a chi se ne sta allontanando. Non ha senso un
concilio per ricevere ciascuno il suo, piuttosto per rinunciare al
proprio in nome di una verit che la Chiesa, come comunione
di pi chiese attraverso la presenza dei rispettivi rappresentanti,
riesce ad individuare, a volte a fatica, come verit di Cristo.
La convocazione del concilio sotto l'autorit dell'Anticristo
nel Racconto avviene per i pochi cristiani rimasti ancora a guardare da quale parte della storia bisogna essere per non tradire
Cristo. La Sacra Scrittura ha ancora il potere di confermare in loro una sottile sfiducia nei confronti di questo Benefattore universale. La domanda che loro si fanno sempre attuale per tutti: come smascherare, in nome di Cristo, chi dice di voler fare
opere di bene? In nome di quale alternativa professare una fede
che, mentre confessa la venuta del Regno di Dio, sconfessa chi
ha mezzi per promuovere la realizzazione di ci di cui fatto
questo regno: la pace, la giustizia, l'uguaglianza, il pane e il lavoro, la cultura? Solov'v aveva gi scritto nelle sue Lezioni sulla Divinoumanit, tanti anni prima del Racconto, che il cristianesimo ha un suo proprio contenuto indipendente da tutti questi elementi che entrano a farvi parte, e questo suo contenuto
specifico unicamente ed esclusivamente Cristo. Nel cristianesimo in quanto tale, noi troviamo Cristo e solo Cristo, ecco una
verit molte volte espressa ma molto poco assimilata.130 I cristiani riconobbero per la prima volta il Lgos divino e lo Spirito
non sotto categorie logiche o metafisiche, ma nel Salvatore cro-

128 NICOLAS DE CUES, Le tableau ou la vision deDieu, cit., p. 71,


129 TEILHARD DE CHARDIN, op. cit., p. 45.

130 Ctenija o Bogocelovecestve, tr. it. cit., p. 120.

118

19

L'Anticristo

cifisso e risorto e lo Spirito nel principio vivo, da loro immediatamente percepito, della loro rinascita spirituale.131

Conclusione
La Dama, uno degli ascoltatori del Racconto, chiede alla
fine: Ma in definitiva, quale il senso di questo dramma?
Non capisco infatti perch il vostro Anticristo nutra tanto
odio verso Dio, mentre in fondo buono e non cattivo!. Le
parole che l'autore fa dire in risposta chiudono il dibattito: II
fatto che in fondo non buono.132
A parte il lieto finale di questo racconto, lo scritto di
Solov'v di un tenore drammatico foltissimo: continuamente ci fa riflettere sul vero e sul falso, sul bene assoluto e sul
buono relativo. Fino allo smascheramento finale, sembra che
vincer la parodia sulla realt, l'inganno sulla verit, la verit
relativa sull'amore.
L'apparizione [dell'Anticristo] non ha dunque nulla di mitico, essa perfettamente plausibile perch non altro che la
realizzazione estrema, se si vuole parossistica, di eventi in qualche modo gi accaduti, gi parzialmente verificatisi nel corso
della storia. L'Anticristo appare infatti, nella concezione giudaico-cristiana, come la manifestazione ultima e definitiva di un
fatto che caratterizza tutta la vicenda umana dalla caduta dei
progenitori fino alla parusia; l'opposizione al Regno di Dio.133
Ma anche una figura che incarna la tentazione di farsi
garante, come uomo, della venuta e delle caratteristiche di
un regno di Dio che del Dio rivelato in Ges Cristo non ha

M. Tenace

pi niente. Come avete potuto dimenticarmi?, dice Cristo in


sogno ad un personaggio di Dostoevskij.134
Oltre all'invito ad una adesione pi "amorosa" a Cristo e ad
una maggiore conoscenza dei fondamenti della fede cristiana,
ci sono in questo Racconto dell'Anticristo delle esortazioni pratiche sulla resistenza al male e sulla nostra possibile partecipazione alla venuta del Regno di Dio che vogliamo qui riassumere citando due testi chiave, uno di Solenicyn e l'altro di
Solov'v, che si completano nella risposta che danno a problemi di una terribile attualit.
Non n ogni giorno, n su ogni spalla che la violenza
mette la sua pesante zampa; esige da noi soltanto la nostra obbedienza alla menzogna, soltanto la nostra partecipazione
quotidiana alla menzogna ed tutto ci che essa attende dai
suoi leali sudditi. Ed proprio l che si trova, trascurata da noi,
ma cos semplice, cos accessibile, la chiave della nostra liberazione: il rifiuto di partecipare personalmente alla menzogna!
Non importa se la menzogna ricopre tutto, se diventa maestra
di tutto, ma almeno non scendiamo a patto su questo punto:
non avverr attraverso di me [...]. Perch quando gli uomini girano le spalle alla menzogna, la menzogna cessa semplicemente di esistere. Come una malattia infettiva, la menzogna
non pu esistere senza il contributo degli uomini.135

135 A. SOLJNITSYNE, Ne pas vivre dans le mensongne, in Lettre aux dirigeants sovitique, Paris 1974, p. 129.

133 F. SBAFFONI, Introduzione a Testi sull'Anticristo. Secoli MI, cit., p. 13.

134 F. DOSTOEVSKIJ, tr. it. L'adolescente, Torino 1976, III parte, p. 464. Il
personaggio, raccontando un sogno, dice: Non posso fare a meno di
lui[Cristo], non posso fare a meno di immaginarmelo finalmente, in mezzo
agli uomini diventati orfani. Egli viene a loro, stende le mani verso di loro
e dice: come avete potuto dimenticarmi?. E qui cadrebbe il velo dagli occhi di tutti e si leverebbe un inno grandioso e trionfante alla nuova ed ultima risurrezione'.

132 Kratkaja povest' ob anticbriste, cit., p. 220, tr. it. in questo stesso
volume alla p. 72.

131 Ibtd.

120

121

M. Tenace
L'Anticristo

Vincendo la tentazione che fa balenare Pidea di un potere


personale capace di accelerare la venuta del Regno, Solov'v
fa dire all'uomo spirituale:
vero che io debbo collaborare alla salvezza del mondo
e promuovere la sua sottomissione pratica al principio divino, ma non altrettanto vero che io debbo, a tal fine, cercare
di dominare nel mondo. Se, infatti, io aspiro al potere non
per me, per fare la mia volont, ma in nome di Dio, per la
Sua opera e conformemente alla sua volont, io non debbo e
non posso ricercare questo potere, io non debbo e non posso fare niente da me stesso per arrivarvi. Io credo in Dio, desidero che la sua opera si compia, spero che il suo regno
verr e vi contribuisco secondo quanto mi stato dato, ma
non vado pi in l, perch i segreti dell'economia divina, le
vie della sua Provvidenza e i piani della sua Sapienza, mi sono ignoti. Del resto, io stesso non mi conosco completamente. Non posso sapere se bene per me e per gli altri, che ora
ottenga il potere e la forza.
Bench io abbia parte alla verit divina e la vita spirituale
incominci a manifestarsi in me, ci pertanto non vuoi dire
che io sia adatto a governare gli uomini. Pu accadere che,
avendo in mano il potere, io non solo sia incapace di organizzare gli altri secondo lo spirito di Dio, ma perda anche me
stesso; d'altra parte se aspiro al potere, per ci stesso ho gi
perduto la mia dignit spirituale, perch sono caduto nel ^
peccato d'amore del dominio. Inoltre, se non aspetto da
Dio la mia missione, se con i miei propri mezzi io cerco di
raggiungere il potere, dovr ricorrere a metodi e procedimenti umani; ora, questi sono ben noti: astuzia e frode in
principio, finiscono nella violenza e nell'omicidio. Con questi
atti non solo impossibile portare gli altri al Regno di Dio,
ma possibilissimo che io stesso me ne allontani. Io ho, dunque, il dovere di essere al servizio della gloria divina e della

salvezza del mondo con quei mezzi che mi sono stati affidati,
attendendo con pazienza che si compiano i disegni di Dio su
di me e sugli altri, sforzandomi di attenuare il male altrui con
la dolcezza e la bont, senza aumentarlo col mio.136

136 V. SOLOV'V, Duchaunyja osnovyzizni., tr. it. cit., p. 50.

123

122

Pubblicazioni del Centro Aletti


1. Toms Spidlk
L'Ide russe: une autre vision de l'bomme
Editions Fates, marzo 1994
2. Autori vari
Cultural consequences of economie transition
Editions Fates, luglio 1994
3. A cura del Centro Aletti
L'intelligenza spirituale del sentimento
Con la traduzione italiana del saggio di B. VySeslavcev
"II Cuore nella mistica cristiana e indiana"
Lipa, novembre 1994

4. Marko Ivan Rupnik


L'arte, memoria della comunione
II significato teologico missionario dell'arte
nella saggistica di Vjaceslav Ivanovic Ivanov
Lipa, novembre 1994
5. A cura del Centro Aletti
A partire dalla persona
Una teologia per la nuova evangelizzazione
Lipa, T ediz.: novembre 1994; 2a ediz.: marzo 1995

6. Michelina Tenace
La bellezza unit spirituale
Lipa, novembre 1994
7. A cura del Centro Aletti
In colloquio
Alla scoperta della paternit spirituale
Lipa, novembre 1994

8. Toms Spidlk
"Lezioni sulla Divinoumanit"
Lipa, gennaio 1995
9. A cura del Centro Aletti
Dalla Sofia al New Age
Con il saggio di Solov'v "Sophia"
Lipa, marzo 1995
10. Toms Spidlk
// cammino dello Spinto
Lipa, marzo 1995
11. Gino Piovesana, Michelina Tenace
L'Anticristo
Con la traduzione del saggio di Solov'v
Lipa, aprile 1995

,1

Volumi in preparazione presso le Edizioni Lipa

PASTORALE GIOVANILE

A CURA DEL CENTRO ALETTI


ARGOMENTO:

A PARTIRE DALLA CULTURA PER UN DIALOGO CON


I NON CRISTIANI

TOMS SPIDLK
L'IDEA RUSSA

SPIRITUALIT DELL'AMORE CONIUGALE

BORISVYSESLAVCEV
L'ETICA DELL'EROS TRASFIGURATO

LA PRESENZA DEI CRISTIANI NEL SOCIALE E NELLA POLITICA DALL'89 AD


OGGI NEI PAESI EX COMUNISTI

A CURA DEL CENTRO ALETTI


L'UOMO NUOVO NELLA SOCIET DI OGGI
RICHARD CEMUS
ARGOMENTO:

LECTIO DIVINA DI ALCUNI BRANI SCELTI


INTERVISTE SUL FUTURO DELL'EUROPA
A PERSONALIT DEL MONDO ECCLESIALE, CULTURALE E POLITICO

PRESENTAZIONE DELLE CHIESE ORIENTALI

LA PREGHIERA IN K3NATU BRJANCANINOV

TOMS SPIDLK E MARKO IVAN RUPNIK


PAROLA E IMMAGINE
COMMENTO DI OPERE DI ALCUNI ARTISTI CONTEMPORANEI
CON UN SAGGIO SULLA TEOLOGIA COME CREAZIONE ARTISTICA

TOMS SPIDLK E MARKO IVAN RUPNIK


ARGOMENTO:
LETTURA TEOLOGICA DI ALCUNE ICONE TRINITARIE E MARIANE

JULUAN CAUDEK
ARGOMENTO:
LA GENESI DELL'IDEA DELLA GRANDE SERBIA

Tutti i volumi possono essere ordinati direttamente alla Casa Editrice Lipa
via Paolina, 25 -00184 Roma - fax: (06) 485876 - tei: 06 4747770

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