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A chi facilita il lavoro dei tavoli/gruppi di lavoro sul tema…

NB le indicazioni che seguono hanno lo scopo di garantire una certa uniformità nello
svolgimento del lavoro dei tavoli soprattutto sul piano delle “garanzie” di democrazia nella
discussione e nella decisione. In alcuni casi saranno probabilmente superflue, nel senso che
l’andamento del tavolo le seguirà senza bisogno che chi facilita intervenga esplicitamente.
In particolare l’uso delle votazioni sui singoli punti, va gestito all’interno di una logica che
punta a costruire “consenso”. Si votano cioè le posizioni differenti, non le singole frasi da
mettere a verbale.

1. Appena formato il gruppo/tavolo, verificare se il documento è già noto a tutti/e; se no,


lasciare il tempo per una lettura veloce, o darne lettura ad alta voce. In entrambi i casi non si
comincia a discuterne i punti in questa fase

2. Individuare chi farà il verbale (vedi anche raccomandazione f) e fornire UN PC PER


TAVOLO, carta e penne.

3. Un giro di (brevissime) presentazioni può essere utile; in alternativa le persone si presentano


al primo intervento

4. Verificare se il gruppo intende affrontare tutti i temi proposti, e in quale ordine, o solo una
parte. In questo secondo caso, individuare i punti. La decisione va presa con il più largo
consenso

5. Se non ci sono scelte diverse, si suggerisce di procedere per sottocapitoli. Per ognuno,
verbalizzare quanto viene detto e sintetizzare osservazioni e giudizi convergenti. Vanno
evidenziate:
a) le parti accolte nella loro formulazione originaria
b) le modifiche proposte e accettate da tutti
c) le modifiche e/o le integrazioni sulle quali non c’è unanimità, per ognuna delle quali
vanno registrati favorevoli, contrari, astenuti

6. Condividere il verbale di ogni sottocapitolo

7. Al termine di ogni capitolo, stendere una breve sintesi del dibattito che espliciti soprattutto
le parti condivise e le proposte di modifica, partendo dalle più lontane dal testo. Qui può non
essere conveniente registrare l’esito del voto riportato nel gruppo da ciascuna di esse perché
appare più opportuno che vengano presentate nel dibattito in plenaria, una volta aggregate
con quelle equivalenti provenienti da altri gruppi, in condizione di parità

8. Condividere il verbale dell’intero capitolo

9. Redigere il verbale sull’intero documento, procedendo, ad una sintesi dei verbali parziali di
capitolo, nella forma di documento conclusivo del gruppo

10. Condividere il documento finale e decidere chi partecipa alla gruppo che dovrà redigere il
documento generale (indicativamente una o due persone, che possono anche non essere
scelte fra coloro che hanno verbalizzato e facilitato il lavoro): al gruppo andranno tutti i
materiali prodotti dal tavolo.

11. il file del documento finale di ogni tavolo viene riversato in un unico PC che servirà per il
lavoro di sintesi della seconda fase. Si può anche riversare per parti, se il report è fatto, nel PC
che gli “errantes-facilitatori centrali” mettono a disposizione girando fra i tavoli.

Raccomandazioni

a) gli interventi debbono essere molto brevi (3 min. max per avere il maggior numero possibile
di interventi su ogni punto) e concentrati sull’oggetto specifico della discussione

b) durante gli interventi debbono essere consentite domande e richieste di chiarimento; tocca a
chi facilita limitarle in modo che siano utili alla migliore comprensione delle posizioni
espresse senza però tradursi in forme di dialogo escludenti la partecipazione delle altre
persone

c) favorire gli interventi di coloro che sembrano avere difficoltà, senza forzature per questo è
sconsigliato il “giro” delle opinioni, svolto in modo automatico

d) di fronte a interventi “fuori tema, per esempio quelli di chi sosterrà che non si può parlare
delle forme prima di aver definito contenuti comuni, si deve suggerire di portare il
contributo nell’assemblea plenaria del pomeriggio

e) di fronte a questioni particolarmente controverse, si può suggerire di accantonarle,


proseguendo nella discussione sulle parti che vengono via via condivise e riprenderle verso
la fine, in tempo utile

f) il verbale può non essere fatto dalla stessa persona per tutto il tempo; ci potrebbe essere un
cambio per ogni capitolo e per la stesura finale. In questo modo si impegnerebbero cinque
persone per gruppo

g) chi facilita ha diritto di parola come ogni altro/a componente il gruppo, ma non è un primus
inter pares: deve perciò esercitare il suo ruolo con estrema misura per evitare non solo di
condizionare, ma anche di essere percepito come fattore di orientamento verso determinate
scelte

h) gli/le errantes fra i tavoli dovrebbero cercare, con la prudenza del caso, di sintonizzare gli
stadi di avanzamento della discussione senza naturalmente fare alcuna forzatura
sull’autogoverno di ciascun tavolo; per aiutare questo inserimento “fluido” andrebbe esposto
in maniera visibile (su un tabellone presso ogni tavolo) il tritolo del punto su cui si sta
discutendo, e, se c’è spazio, anche quelli già discussi: questo compito può essere svolto da
chi fa il verbale.

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