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Con un poco di pillole il cervello va

su
...e diventiamo pi efficienti, lucidi, creativi. Wow! O solo doping
cerebrale? In America un gruppo di scienziati ha lancitato un appello
pro smart drug e gi si parla di neurologia estetica
12 agosto 2009 di Margaret Talbot

Un giovanotto (lo chiamer Alex) si laureato da poco a Harvard. Ai tempi in cui


studiava storia, Alex scriveva una dozzina di saggi al semestre. Dirigeva anche
unorganizzazione studentesca, per la quale spesso lavorava oltre quaranta ore alla
settimana; quando non era in servizio, era a lezione. Le notti dal luned al venerd
erano dedicate ai compiti che non era riuscito a finire durante il giorno, e quelle del
fine settimana alle bevute con gli amici e ai party. Poich questa vita in realt era
impossibile, per renderla possibile Alex cominci a prendere lAdderall.
LAdderall, un composto di sali di anfetamina, negli Stati Uniti viene comunemente
prescritto a bambini e adulti con diagnosi di Adhd, la sindrome da deficit di attenzione
e iperattivit. Ma in tempi recenti lAdderall e il Ritalin, un altro farmaco, hanno
cominciato a essere utilizzati come smart drugs o nootropici, in pratica stimolanti

cognitivi: farmaci che gente iperefficiente e sovraccarica di impegni trangugia per


diventare ancor pi efficiente e sovraccaricarsi di ulteriori impegni (un uso del genere
non citato sul bugiardino, e non ha lapprovazione del produttore n della Food and
Drug Administration). I campus universitari sono diventati laboratori per la
sperimentazione nootropica, e Alex era uno sperimentatore geniale. A suo fratello era
stata diagnosticata lAdhd e nellanno da matricola Alex era riuscito a farsi prescrivere
lAdderall, descrivendo a un medico i sintomi della sindrome. Alluniversit Alex
prendeva 15 milligrammi di Adderall quasi tutte le sere, per mantenere desta
lattenzione ed evitare di dormire per le otto- dieci ore successive. Il secondo anno
era riuscito a convincere il medico ad aggiungere alla sua dieta giornaliera una
capsula da 30 milligrammi a lento rilascio.
Alex lho incontrato una sera della scorsa estate, in un bar piacevolmente fatiscente
della citt del New England in cui vive. Era contento di poter raccontare del suo
legame con lAdderall negli anni di Harvard, ma non voleva vedersi pubblicato con
nome e cognome; si occupa di una start-up internet, e temeva che i potenziali
investitori disapprovassero le sue abitudini. Era ansioso di sfatare il pregiudizio
secondo il quale gli studenti che assumono lAdderall sono robot accademici che lo
ingoiano per diventare i primi della classe, o per essere certi di essere presi a
giurisprudenza, o assunti da una societ di consulenza. A Harvard, dice, la maggior
parte della gente realista Non credo che chi prende lAdderall punti a diventare il
migliore della classe. Credo che punti a essere tra i migliori. O forse neppure tra i
migliori. C gente che semplicemente vuol far meglio di come farebbe senza Adderall.
Lo capiscono tutti che se per scrivere un saggio hai tirato le tre del mattino, il risultato
finale non sar ottimale.
Hai gozzovigliato tutto il fine settimana o passato lultima settimana in preda allo
sballo, a guardare Lost? Beh, ci sar un prezzo da pagare.
Le teorie di Alex sulluso degli stimolanti a scopi non medici sono confermate da
una ventina di studi scientifici. Nel 2005, un gruppo di ricercatori guidato da Sean
Esteban McCabe, professore del Substance Abuse Research Center delluniversit del
Michigan, ha scoperto che lanno precedente il 4,1 per cento degli studenti universitari
americani aveva assunto a scopo non terapeutico stimolanti venduti con ricetta
medica; in uno dei college, la percentuale raggiungeva il 25 per cento. Altri ricercatori
hanno trovato percentuali ancora pi alte: uno studio condotto nel 2002 in un piccolo
college scopr che oltre il 35 per cento degli studenti aveva assunto stimolanti nel
corso dellanno precedente. Farmaci come lAdderall possono provocare agitazione,
mal di testa, insonnia, inappetenza e altri effetti collaterali. Sulletichetta dellAdderall,
la Fda avverte che le anfetamine sono ad alto rischio di abuso e possono indurre
dipendenza (in Italia le anfetamine sono proibite, ndr). Eppure gli studenti tendono a
considerare innocui lAdderall e il Ritalin: molti di loro, daltra parte, conoscono
coetanei che hanno preso questi farmaci fin dallinfanzia, per via dellAdhd. McCabe
scrive che la maggior parte degli studenti che usano stimolanti per migliorare le
prestazioni intellettuali se li procurano tramite un conoscente in possesso di ricetta. Di
solito le pillole si regalano, ma alcuni studenti le vendono.
Le ricerche del gruppo di McCabe individuano negli studenti bianchi e maschi di scuole
molto competitive i consumatori pi frequenti di nootropici. Alla domanda: Avete
fumato marijuana nel corso dellanno passato?, rispondono di s in percentuale dieci
volte superiore a quella dei coetanei e in percentuale venti volte superiore rispondono
di s alla domanda sulluso di cocaina. In altre parole, sono alunni dignitosi in scuole
che richiederebbero, per diventare alunni eccellenti, labbandono di feste e festicciole
in una misura secondo loro eccessiva.
Alex resta un entusiasta dellAdderall, pur con senso critico. Funziona come

stimolatore cognitivo quando ti dedichi a un compito impellente, dice. Non sa


quante volte ho preso lAdderall a tarda sera e poi ho finito per mettere in ordine la
mia libreria musicale, invece di scrivere! E ho visto gente che puliva ossessivamente la
stanza. Alex pensa che in generale il farmaco lo abbia aiutato a sopportare la fatica,
ma che tenda a generare lavori con un difetto caratteristico: Spesso mi capitato di
rileggere saggi scritti sotto leffetto dellAdderall e di trovarli verbosi. Si dilungano su
alcuni punti, cercando argomentazioni a prova di bomba, quando risulterebbero pi
efficaci se andassero dritti al nocciolo. Ma in ogni caso, i suoi saggi carburati ad
Adderall di solito gli fruttavano un buon voto.
Lo scorso aprile, la rivista scientifica Nature ha pubblicato i risultati di un sondaggio
online informale, in cui si chiedeva ai lettori se avessero tentato di acuire attenzione,
concentrazione o memoria facendo ricorso a farmaci come il Ritalin o il Provigil, un
nuovo tipo di stimolante conosciuto con il nome generico di modafinil, sviluppato per
combattere la narcolessia. Ha risposto affermativamente un lettore su cinque. La
maggioranza, tra i 1400 che hanno partecipato al sondaggio, ha dichiarato che a un
adulto sano dovrebbe essere permesso di prendere stimolatori cerebrali anche a scopi
non terapeutici, e il 69 per cento considera come un rischio accettabile eventuali
effetti collaterali (modesti). E anche se la maggioranza ha detto che questo tipo di
farmaci non dovrebbe finire in mano a ragazzi cui non sia stato diagnosticato un
disturbo, un terzo dei lettori ha ammesso che si sentirebbe spinto a dare le smart
drugs ai figli, se venisse a sapere che gli altri genitori lo fanno.
Queste ansie da competizione si avvertono gi sui luoghi di lavoro. Recentemente, in
una rubrica di Wired Us stato pubblicato il messaggio di un lettore, preoccupato
perch c un astro nascente nella mia azienda: lui usa il modafinil per lavorare con
orari folli. E il capo ha cominciato a darmi il tormento perch non sono altrettanto
produttivo.
Tempo fa ho intervistato Anjan Chatterjee, neurologo delluniversit della
Pennsylvania. Negli ultimi anni Chatterjee, dopo aver saputo del consumo di
stimolatori cognitivi da parte degli studenti, ha cominciato a occuparsi delle
implicazioni etiche di un simile comportamento. Nel 2004 ha coniato il termine
neurologia estetica, per descrivere lutilizzo di farmaci studiati per guarire sindromi
riconosciute al fine di incrementare una cognitivit normale. Chatterjee
preoccupato per questa neurologia estetica, ma pensa che alla fine verr tollerata,
come tollerata la chirurgia estetica; e in realt non si pu neanche dire che la
neurostimolazione abbia motivazioni frivole. Come nota in un saggio del 2007, in
molti settori della societ il vincitore sbanca tutto e piccoli vantaggi sono ricompensati
in modo sproporzionato.
Nello studio e nel lavoro daltronde chiarissima lutilit di essere svegli, di aver
bisogno soltanto di poche ore di sonno e di apprendere pi alla svelta. In un prossimo
futuro, prevede Anjan Chatterjee, alcuni neurologi si ricicleranno come consulenti per
la qualit della vita e il loro ruolo diventer quello di fornire informazioni, delegando
al paziente la responsabilit finale della scelta. La richiesta non manca certamente:
da parte di una popolazione che invecchia e non sopporta di perdere la memoria; di
genitori ansiosi e decisi a stimolare i figli, con qualunque metodo; di impiegati stressati
da una cultura ossessivamente efficientista, fatta di BlackBerry e di orari di lavoro che
in realt non finiscono mai.
Al momento chi ha bisogno di questo genere di soluzione rapida non ha una gran
scelta. Ma poich si sta investendo una gran quantit di denaro e di ore di ricerca nello
sviluppo di farmaci destinati alla cura del declino cognitivo, probabile che Provigil e
Adderall verranno affiancati da una farmacopea pi ampia. Tra i farmaci in arrivo ci
sono le ampachine, che interagiscono con un certo tipo di recettori cerebrali del
glutammato; si spera che siano in grado di contrastare la perdita di memoria associata

a malattie come lAlzheimer. Le ampachine sono in grado di dare una bella spinta
cognitiva anche a soggetti sani. Uno studio condotto nel 2007 su 16 volontari, anziani
ma in salute, ha dimostrato in modo inequivocabile che 500 mg di una certa
ampachina miglioravano la memoria recente, anche se pareva che ci andasse a
scapito della memoria dei fatti passati. Unaltra classe di farmaci, gli inibitori della
colinesterasi, gi utilizzati con qualche risultato nella cura dellAlzheimer, sembra
promettere bene nel campo neurostimolatorio. In uno studio, il donepezil ha
incrementato le prestazioni dei piloti al simulatore di volo; in un altro ha migliorato la
memoria remota, verbale e visiva, di trenta giovani volontari, maschi e sani. Molte
case farmaceutiche stanno studiando farmaci che vanno a colpire i recettori cerebrali
della nicotina, sperando di replicare la botta di eccitazione che i fumatori provano
accendendo la sigaretta.
Zack e Casey Lynch sono la giovane coppia che nel 2005 ha fondato NeuroInsights,
unazienda che informa gli investitori sugli sviluppi della tecnologia nelle neuroscienze.
Casey e Zack si sono conosciuti alluniversit; lei ha poi preso un master in
neuroscienze alla University of California a San Francisco, e lui diventato dirigente di
unazienda di software. La scorsa estate ho bevuto un caff insieme a loro a San
Francisco ed entrambi mi hanno parlato con disinvolta sicurezza del nascente mercato
dei neurostimolatori. Zack sta per uscire un suo libro, intitolato The Neuro Revolution
mi ha detto: Viviamo nella societ dellinformazione. Qual la prossima forma di
societ umana? La neuro-societ. Negli anni a venire, spiega, gli scienziati
comprenderanno meglio il funzionamento del cervello e avremo un miglioramento dei
neurostimolatori; alcune persone li utilizzeranno come terapia, altre perch ne hanno
un bisogno borderline e altre semplicemente per avvantaggiarsi nella competizione.
Zack dice che il termine accrescimento non gli piace: Non parliamo di
unintelligenza sovrumana. Nessuno sta affermando che salter fuori una pillola che ci
render pi intelligenti di Einstein!... Stiamo parlando, in realt, di far funzionare la
gente. Mi ha disegnato una curva a campana sul retro di un tovagliolo: Quasi tutti i
farmaci in fase di studio sono molecole che permetteranno a chi sta lavorando al
quaranta o cinquanta per cento di arrivare allottanta.
I nuovi farmaci psichiatrici hanno un modo tutto loro di crearsi un mercato. Il Ritalin e
lAdderall hanno fatto dellAdhd un nome familiare e le pubblicit degli antidepressivi
hanno contribuito a qualificare la timidezza come una malattia. Se c una pillola in
grado di rimettere a fuoco lattenzione ondivaga di un ragazzo che non dorme
abbastanza, o alleviare il problema del ce-lho-sulla-punta- della-lingua nella mezza
et, allora questi stati, piuttosto comuni, possono arrivare a essere visti come
sindromi. Per dirla con Casey: I farmaci progrediscono, e i mercati si ingrandiscono.
Zack conferma: Lo chiamiamo il mercato del miglioramento dello stile di vita. I
Lynch sostengono che il Provigil sia stato un classico esempio di missione che va oltre
gli scopi stabiliti. Nel 1998 la Cephalon, lazienda che lo produce, ricevette
lautorizzazione governativa a immetterlo sul mercato, ma solo per la cura della
sonnolenza diurna provocata da narcolessia; nel 2004 ottenne il permesso di
estendere le indicazioni, includendo lapnea da sonno e linsonnia dei turnisti. Le
vendite nette del Provigil sono balzate da 196 milioni di dollari del 2002 a 988 milioni
nel 2008. I manager Cephalon hanno affermato pi volte di non approvare luso non
ufficiale del Provigil, ma nel 2002 lazienda stata sanzionata dalla Food and Drug
Administration per aver distribuito materiale propagandistico che presentava il
farmaco come un rimedio per la stanchezza, il calo di efficienza e altri mali presunti.
E nel 2008 Cephalon, dopo essere stata incriminata per aver promosso un uso
improprio del Provigil e di altri due farmaci, si riconosciuta colpevole e ha pagato 425
milioni di dollari. Questanno Cephalon conta di lanciare il Nuvigil, variante a lento
rilascio del Provigil.

Non siamo in presenza di uno dei tanti scenari ipotetici che angustiano gli esperti di
bioetica, cloni umani, beb fabbricati a richiesta: il potenziamento cognitivo gi una
realt in pieno boom. Anche se le droghe furbe di oggi non sono potenti come
potrebbero esserlo in futuro, bisogna porsi un bel po di domande. Quanto sono utili, in
realt? Sono potenzialmente dannose, rischiano di dare dipendenza? E poi c da
chiedersi cosa intendiamo con furbe. La crescita di un tipo di funzionamento
cerebrale non potrebbe andare a detrimento degli altri? Tutte queste domande
necessitano di risposte scientifiche precise, ma per ora gran parte della discussione
avviene tutta di nascosto, tra gli americani che in numero sempre crescente
conducono ogni giorno esperimenti sui propri cervelli.
Cephalon, lazienda produttrice del Provigil, ha pubblicamente minimizzato lidea che il
farmaco si possa usare come smart pill. Nel 2007 Frank Baldino jr, fondatore e
direttore generale dellazienda, ha dichiarato a un giornalista di una rivista
specializzata: Credo che, quando sei stanco, il Provigil ti tenga sveglio. Se non sei
stanco, non fa alcun effetto.
Baldino forse ha peccato di modestia. Sono stati condotti pochi studi su volontari sani
e non privati del sonno, ma quegli studi sembrano indicare che il Provigil fornisca un
certo vantaggio, almeno in alcuni tipi di sfide. Nel 2002 i ricercatori delluniversit di
Cambridge hanno sottoposto sessanta volontari maschi e giovani a una serie di test
cognitivi standard. A un gruppo stato somministrato il modafinil, a un altro un
placebo. Il gruppo del modafinil ha ottenuto risultati migliori in pi di un test, come
quello del digit span, nel quale si chiede al soggetto di ripetere in avanti e poi
allindietro sequenze di numeri via via pi lunghe. Hanno fatto meglio anche nel
riconoscimento di schemi visivi ripetuti e in un gioco di pianificazione spaziale
conosciuto come la Torre di Londra. Scrivendo sulla rivista Psychopharmacology, gli
autori dello studio affermavano che il modafinil mostra un potenziale significativo
come stimolatore cognitivo.
Il Provigil pu dare una mano alle persone sane, ma questo non significa che sia
pronto a rimpiazzare il caff del mattino. Anjan Chatterjee mi ha spiegato che, molto
semplicemente, non ci sono abbastanza studi sulleffetto di questi farmaci, in
soggetti normali. In certe situazioni giovano, ma a quale costo?. Il Provigil pu dare
assuefazione. In uno studio recentemente pubblicato dal Journal of the American
Medical Association un gruppo coordinato da Nora Volkow, direttrice del National
Institute on Drug Abuse, ha sottoposto a scanning cerebrale dieci uomini dopo la
somministrazione di un placebo e dopo la somministrazione di una dose di modafinil. Il
modafinil sembrava provocare un aumento della dopamina cerebrale. Poich le
droghe che fanno alzare i livelli di dopamina possono indurre allabuso, concludeva la
relazione di Volkow, questi risultati suggeriscono che il rischio di dipendenza in
persone vulnerabili meriti unattenzione particolare (Cephalon in risposta allo studio
fa notare che letichetta del Provigil esorta i medici a monitorare con cura i pazienti,
specie quelli con un passato di tossicodipendenza). Sul sito web Erowid, dove la gente
riferisce in modo anonimo le proprie esperienze con le droghe legali e illegali, alcuni
consumatori di modafinil hanno descritto la loro dipendenza dal farmaco. Un tizio, che
si presenta come ex studente di biochimica, dice di essere riuscito a liberarsi dal
consumo di cocaina e oppiacei, ma di non esser capace di fare a meno del modafinil.
Tutte le volte che rimango senza, scrive, comincio a dar fuori di testa. E dopo 4-5
giorni di astinenza, nel cervello mi torna la nebbia.
Lo scopo di molti consumatori di neurostimolatori sembra essere quello di eliminare
lannebbiamento mentale. Ma i farmaci odierni raggiungono davvero questo obiettivo?
Ho posto la domanda alla collega di Anjan Chatterjee, Martha Farah, psicologa presso
la Penn e direttrice del Centro di Neuroscienza Cognitiva.
Da anni scrive sui neurostimolatori, con una prospettiva profondamente affascinata e

blandamente critica ma in linea generale favorevole, con lavvertimento fondamentale


che abbiamo bisogno di saperne molto di pi sul funzionamento di queste droghe.
Farah ha appena terminato di scrivere un saggio nel quale rivede le prove
sullefficacia, in termini di efficienza cerebrale, dei neurostimolatori soggetti a
prescrizione medica: i dati, relativi a soggetti sani, provengono da quaranta laboratori
diversi. La maggior parte degli studi ha preso in considerazione uno dei tre tipi di
cognizione: apprendimento, memoria a breve termine, controllo cognitivo. Un test di
apprendimento tipico richiede al soggetto di memorizzare una lista di parole appaiate;
unora dopo, qualche giorno dopo o una settimana dopo, al soggetto viene mostrato il
primo termine della coppia e chiesto di ricordare il secondo. Gli studi hanno dimostrato
che i neurostimolatori aiutavano a ricordare. I benefici erano pi evidenti negli
esperimenti nei quali ai soggetti si chiedeva di ricordare informazioni dopo pi giorni, o
periodi ancor pi lunghi.
La memoria a breve termine stata paragonata a un blocco degli appunti mentale:
la usi per ricordare dei dati rilevanti, mentre porti a termine un compito. In un test
utilizzato comunemente ai soggetti si mostrano serie di numeri, o lettere, o altro e poi
si fanno domande: questo numero o questa lettera cerano, nella serie? E questo? Nei
test sulla memoria a breve termine, i pazienti avevano risultati migliori con i
neurostimolatori, anche se parecchi studi suggerivano che leffetto variasse a seconda
della memoria naturale del soggetto: migliore la memoria, minori i benefici del
farmaco.
La terza caratteristica presa in esame dalle ricerche stata il controllo cognitivo,
ovvero con quanta efficacia riesci a dominarti in situazioni in cui la risposta naturale
quella sbagliata. Un test classico lo Stroop Task, nel quale a una persona viene
mostrato il nome di un colore (arancione, per esempio) scritto in un colore diverso
(viola, diciamo). Le si chiede di leggere la parola (e questo facile, perch la nostra
reazione naturale di fronte a una parola quella di leggerla), o dire di che colore
linchiostro (e questo pi difficile, perch il nostro primo impulso sarebbe quello di
dire arancione). Questi studi hanno fornito risultati un po pi contraddittori, ma
nellinsieme hanno mostrato alcuni benefici per la maggior parte dei soggetti sani e
normali, specialmente per quelli che avevano un controllo cognitivo inferiore. Questi
farmaci aiuteranno certamente alcune persone che da un punto di vista tecnico sono
normali, persone che non presentano linsieme di sintomi diagnostici dellAdhd, n altri
deficit cognitivi, sottolinea Farah. Ma saranno daiuto pi ai soggetti deboli, che non
a quelli in cima alla scala delle capacit cognitive.
Una spiegazione di questo fenomeno potrebbe essere il fatto che pi sei bravo in un
certo tipo di attivit, meno margine di miglioramento c. Farah ha limpressione che ci
possa essere per anche unaltra ragione. Farmaci come il Ritalin e lAdderall
funzionano, in parte, facendo aumentare i livelli di dopamina cerebrale. La dopamina
una sostanza che ti serve in giusta misura: se ne hai troppo poca potresti non essere
sveglio e motivato quanto serve; se ne hai troppa potresti sentirti iperstimolato. I
neuroscienziati hanno scoperto che alcune persone hanno un gene che fa s che il loro
cervello bruci pi in fretta la dopamina, lasciandone meno a disposizione; queste
persone in generale sono un po pi scarse, in certe prestazioni cognitive. I soggetti
con pi dopamina in generale sono un po pi abili. ragionevole, dunque, che le
persone con livelli di dopamina naturalmente bassi traggano maggiori benefici da una
spinta artificiale.
Naturalmente lapprendimento, la memoria a breve termine e il controllo cognitivo
rappresentano solo alcuni aspetti del pensiero. Farah sostiene che gli studi rivolti ad
altri tipi di cognizione leloquenza, per esempio sono troppo pochi e troppo
contraddittori per essere significativi. E non sono stati quasi mai affrontati gli effetti
degli stimolatori su alcune forme vitali di attivit intellettuale, come il pensiero

astratto e la creativit. Sia Chatterjee che Farah si sono chiesti se i farmaci che
acuiscono lattenzione di chi li usa possano ottundere la creativit. Dopotutto, alcune
delle nostre intuizioni migliori le abbiamo non quando siamo seduti alla scrivania ma,
piuttosto, quando siamo sotto la doccia o portiamo a spasso il cane, lasciando libera la
mente di vagare. Jimi Hendrix aveva raccontato che lispirazione per Purple Haze gli
era venuta in sogno: il chimico Friedrich August Kekule sosteneva di aver scoperto la
struttura ad anello del benzene durante una fantasticheria a occhi aperti, nella quale
aveva visto un serpente che si mordeva la coda. Gli psicologi cognitivi hanno trovato
che c un rapporto inversamente proporzionale tra concentrazione e creativit, mi
ha spiegato Farah. Ci sono prove del fatto che gli individui pi bravi nel focalizzarsi su
un compito e nel filtrare le distrazioni tendano a essere meno creativi.
Farah e Chatterjee hanno portato a termine di recente uno studio preliminare sugli
effetti di una dose di dieci milligrammi di Adderall su un gruppo di sedici studenti
impegnati in test standard di laboratorio sul pensiero creativo. Non hanno riscontrato,
con queste dosi modeste, un effetto negativo ma entrambi credono che questo sia
solo linizio di unanalisi accurata, assolutamente necessaria. Un numero sempre
crescente di giovani fa uso di questi farmaci, per lavorare meglio, dice Farah. Hanno
il loro laptop, liPhone, lAdderall.
Questa generazione emergente di lavoratori e di leader pu avere uno stile di pensiero
e di azione un po diverso, forse perch fanno uso di questi farmaci o perch hanno
imparato a lavorare facendone uso. Se anche gli togli il farmaco, continueranno ad
avere un certo tipo di approccio. Sono un po preoccupata, temo che potrebbe nascere
una generazione di ragionieri molto concentrati.
Farah ha anche preso in considerazione le implicazioni etiche della diffusione
crescente delle smart drugs: i neuro stimolatori concedono un ulteriore vantaggio a
gente che gi si pu permettere scuole e insegnanti privati? In molti college gli
studenti hanno cominciato a definire come una forma di slealt luso di neurofarmaci
a scopi non terapeutici. Naturalmente difficile immaginare che ununiversit chieda
ai suoi studenti di far pip in una provetta, prima di riconsegnar loro il libretto. E se il
fatto di assumere neurostimolatori di nascosto prima di fare un esame della durata di
tre ore sembra scorretto, il condannare luso di questi farmaci sembra esagerato. La
pillola ti pu dare una mano, ma devi pur sempre scriverlo, il saggio, devi concepire la
sceneggiatura o compilare la richiesta di sovvenzione e se puoi acquisire meriti per un
lavoro compiuto sotto leffetto della caffeina o della nicotina, allora puoi anche
acquisirli per ci che hai fatto sotto leffetto del Provigil. Farah contesta lidea che i
neurostimolatori accresceranno le diseguaglianze. Citando il trend, molto evidente
nellinsieme degli studi, che ci fa capire quanto i neurostimolatori saranno meno utili
per le persone con risultati gi oltre la media, sostiene che queste pillole, se vendute
a basso prezzo, in realt potrebbero diventare delle livellatrici. Certo lidea di
somministrare una pillola come sostitutivo di una buona istruzione sembra repellente
come rimpiazzare un buon pranzo con una flebo di sostanze nutritive ma potrebbe
essere preferibile a uno scenario nel quale solo i ragazzi benestanti ricevono una
spinta mentale.
Farah ha collaborato a un saggio pubblicato di recente su Nature, Verso un uso
responsabile dei farmaci neurostimolanti da parte di soggetti sani. Il tono ottimistico
dellarticolo faceva pensare che alcuni esperti di bioetica fossero inclini ad appoggiare
luso di neurostimolatori. Come tutte le nuove tecnologie, laccrescimento cognitivo
pu essere usato bene o male, dichiarava il report. Dovremmo accogliere
positivamente questi mezzi che migliorano le funzioni cerebrali. In un mondo in cui le
aspettative di vita e di lavoro sono in crescita, gli strumenti per la stimolazione
cognitiva farmaci compresi si dimostreranno sempre pi utili, ai fini di una miglior
qualit della vita e di unaccresciuta produttivit sul lavoro e per tenere lontano il
declino cognitivo fisiologico o patologico derivante dallinvecchiamento. Stimolatori

efficaci e sicuri saranno benefici per il singolo e per la societ.


Eppure quando gli entusiasti offrono la loro visione di un futuro cerebro-stimolato,
limpressione pu essere quella di unutopia negativa. Zack Lynch, di NeuroInsights,
sostiene le smart pills con una motivazione che mi parsa particolarmente
deprimente. Immagini di essere un 55enne di Boston che deve competere con un
26enne di Mumbai E questo genere di pressioni destinato a crescere, ha esordito.
Alcuni paesi tendono a essere un po pi permissivi e ad approvare per primi i nuovi
stimolatori: Se tu sei unazienda con quarantasette sedi sparse per il mondo e
allimprovviso il tuo ufficio di Singapore comincia a usare questi farmaci e tu vai a dire
al Congresso: Sto per dislocare tutte le mie operazioni finanziarie a Singapore e
Taiwan, perch l luso legale, ci puoi scommettere che quelli risponderanno: Ok, va
bene. E allora sar una questione su cui dibattere. Potrebbe essere come decidere
che non si pu usare il cellulare perch fa crescere la produttivit!.
Se alla fine decideremo che i neurostimolatori funzionano, e sono fondamentalmente
sicuri, verr il giorno in cui il loro uso sar forzato? I legislatori potrebbero costringere
alcune categorie di lavoratori medici del pronto soccorso, controllori di volo ad
assumerli? (In realt le forze aeree americane gi mettono il modafinil a disposizione
dei piloti impegnati in missioni lunghe). Per tutti gli altri la pressione potrebbe essere
pi subdola: la sensazione nauseante che provo quando mi viene in mente il collega
giovane che butta gi il Provigil per rispettare le scadenze. Questo potrebbe portare a
una societ nella quale non sono molto sicura di voler vivere: una societ in cui
saremo ancor pi sovraccarichi di lavoro e al rimorchio delle tecnologie e in cui
dovremo drogarci per reggere il passo; una societ in cui somministreremo ai bambini
gli steroidi accademici con le vitamine.
Se Alex, lo studente di Harvard, considera luso dei neurostimolatori come un fatto
privato, Nicholas Seltzer vede questa sua abitudine come un qualcosa che lo
accomuna a un pi ampio movimento per il progresso dellumanit. Seltzer ha una
laurea presso luniversit di Davis, in California, e una laurea specialistica in politiche
della sicurezza presso la George Washington University. Ma il lavoro che ha ottenuto
grazie a queste credenziali fa il ricercatore in un think tank sui temi della difesa,
nella Virginia settentrionale non lo fa sentire intellettualmente vivo come vorrebbe.
Per compensare, nel tempo libero scrive saggi su argomenti tipo Levoluzione
biologica umana e la guerra. Allena il cervello anche con sfide artificiali; perfino
quando va in bagno, in uffi io, coglie loccasione per giocare con il telefonino,
scegliendo giochi logici o di memoria.
Seltzer, che ha trentanni, preoccupato perch teme di non avere la stessa energia
mentale, la stessa resistenza, la stessa non saprei come chiamarla esattamente
spugnosit che ricordo di aver avuto da giovane.
Non sono proprio queste le cose che noti quando parli con Seltzer. E per quanto la
nostra memoria sia probabilmente al suo massimo appena dopo i ventanni, pochi
trentenni si accorgono di un deficit. Ma Seltzer lequivalente di quei modelli e attori
di Los Angeles che si scoprono le rughe molto prima che lo faccia il loro agente. La sua
ragazza ha nove anni di meno e lui gi si preoccupa per un possibile divario di
efficienza mentale. Lei ha ventun anni e io voglio rimanere giovane e vigoroso,
evitando di diventare un peso in futuro, assicura. Non sono i segni esteriori dellet a
preoccuparlo ma il fatto di riuscire a restare il pi a lungo possibile sano e svelto di
mente.
Seltzer si ritiene un trans-umanista dello stampo del filosofo di Oxford Nick Bostrom
e dellinventore e scrittore futurista Ray Kurzweil. I transumanisti sono interessati ai
robot, alla criogenica e a una vita molto molto lunga; vedono i limiti biologici, che noi
consideriamo accettabili o addirittura desiderabili, come ostacoli traballanti da

aggredire e superare. Sui forum di ImmInst ImmInst sta per Immortality Institute
Seltzer e altri discutono le strategie di allungamento della vita e i potenziali benefici
dei neurostimolatori. Alcuni iscritti al forum si limitano a vitamine e supplementi
minerali. Altri assumono lAdderall o il modafinil o, come Seltzer, un farmaco che si
chiama Piracetam, messo per la prima volta in commercio nel 1972 da unazienda
farmaceutica belga e ora acquistabile anche negli Stati Uniti. Per quanto non abbia
avuto nessuna approvazione da parte della Fda, il Piracetam stato usato in modo
sperimentale sui pazienti colpiti da ictus con scarsi risultati e in pazienti affetti da
una rara malattia neurologica, lepilessia progressiva mioclonale, rivelandosi utile per
alleviare gli spasmi muscolari. I dati sui benefici del piracetam per le persone sane
sono praticamente inesistenti, ma molti di quelli che ne fanno uso pensano che
favorisca lafflusso di sangue al cervello.
Fin dalla prima volta che ho parlato con Seltzer apparso chiaro che i neurostimolatori
gli parevano avere unutilit pratica, ma lo affascinavano anche a livello estetico:
come personalizzarsi il cervello. Per alcune persone, sostiene, importante
migliorare lumore e dunque prendono antidepressivi; ma per gente come lui pi
importante aumentare i cavalli a vapore mentali. In sostanza si tratta di una scelta di
consapevolezza, su come intendi sperimentarla. Mentre gli anni Novanta sono stati
quelli della personalizzazione della tecnologia, questo il decennio della
personalizzazione cerebrale, che alcuni entusiasti hanno cominciato a chiamare mind
hacking.
Naturalmente lidea che sta dietro al mind hacking non nuovissima.
La pratica della stimolazione cerebrale con laiuto di droghe varie vanta una lunga
storia. Sir Francis Bacon consumava di tutto, dal tabacco allo zafferano, nella speranza
di darsi una spinta. Balzac, come noto, carburava, durante sedute di scrittura che
duravano anche sedici ore, bevendo grandi dosi di caff che scaccia il sonno e ci d
la capacit di impegnarci un po pi a lungo nellesercizio del nostro intelletto. Sartre
prese le anfetamine per concludere Critica della ragione dialettica. Io e i miei
compagni di college scrivevamo i saggi di fine semestre con le mani sudate e laiuto
delle compresse NoDoz. E prima dei divieti di fumo cera la cultura degli uffici che
parevano vaporiere, in unebbrezza collettiva da nicotina. Seltzer e i suoi interlocutori
sul forum ImmInst sono solo gli ultimi di un esercito stagionato, anche se hanno a
disposizione una farmacopea pi complessa.
Alla fine ho incontrato Seltzer in un ristorante sotterraneo, in un centro commerciale
non lontano dal Pentagono. Gli ho chiesto se avesse qualche dubbio etico sulle smart
drugs. Dopo una breve pausa mi ha risposto che avrebbe qualche preoccupazione se
un tizio prendesse un neurostimolatore per passare lesame di specializzazione per
diventare diciamo neurochirurgo e poi smettesse di far uso del farmaco. Altrimenti
non vede il problema. Si dice un convinto assertore dellidea che dobbiamo avere una
grande libert di fare dei nostri corpi e delle nostre menti ci che ci pare opportuno,
finch le nostre azioni non violano i diritti, la libert e la sicurezza di altri. Perch mai si
dovrebbe voler porre un tetto alle capacit intellettuali di un essere umano? E se uno
molto nazionalista, perch non dovrebbe desiderare per il suo paese un vantaggio
sugli altri, particolarmente in quella che alcuni definiscono uneconomia basata sulla
conoscenza?. Non basta: Pensiamo alla complessit dei compiti intellettuali che la
gente deve svolgere oggi. Gi non semplice tentare di capire quello che sta facendo
il Congresso! difficile valutare la gamma di problemi scientifici, tecnici e sociali. Se
noi abbiamo uno strumento che permette alla gente di comprendere il mondo con un
livello maggiore di raffinatezza mentale, come possiamo essere pregiudizialmente
avversi e solamente perch non approviamo che gli atleti lo facciano? A me pare che il
problema sia diverso. E che meriti di essere dibattuto in separata sede.
Dopo un intervallo di parecchi anni, Seltzer ha ricominciato a far uso di

neurostimolatori. Oltre al piracetam prende un mucchio di supplementi che gli paiono


utili al funzionamento del cervello: oli di pesce, cinque antiossidanti, un prodotto
chiamato Choco-Mind e altri, tutti acquistabili nei negozi di alimenti salutistici. Sta
pensando di aggiungere il modafinil, ma ancora non lha fatto.
Ogni mattina a colazione si fa un intruglio con fiocchi davena, bacche, latte di soia,
succo di melograno, semi di lino, farina di mandorle, uova crude e proteine in polvere.
Lobiettivo di questa ricetta lefficienza: si affida a una poltiglia appiccicosa per
avere tutto quello che serve, dal punto di vista nutrizionale, per il corpo e per la
mente. Il gusto lultima cosa che ha in mente. Me lo ha raccontato nella cucina di
casa sua; divide lappartamento con un compagno, che entrato mentre stavamo
parlando, ha ascoltato perplesso per un attimo e poi ha infilato nel forno una pizza
surgelata.
La decisione di Seltzer di assumere il piracetam basata sulle sue letture online,
abstract di riviste mediche compresi. Gli ho chiesto se il piracetam lo fa sentire pi
intelligente o solo pi sveglio e sicuro di s, un po meglio equipaggiato a mobilitare le
risorse che possiede naturalmente. Forse, ha risposto. Ma non so con esattezza
cosa voglia dire essere pi intelligente. una qualit difficile da misurare. il
cosiddetto fattore gestalt, quando tutte queste qualit camminano di pari passo.
Non sei solo abile nel maneggiare i numeri o nel ricordare certe cifre o una sequenza
di numeri, ma sei anche in grado di mantenere uno stato emotivo che ti spinga al
lavoro intellettuale. Io mi sento pi intelligente, con questi farmaci, ma non sono in
grado di quantificare i punti di Q.I..
Gli effetti del piracetam sui soggetti normali sono stati analizzati ancora meno di quelli
dellAdderall o del modafinil. La maggior parte degli studi, pubblicati in peer-review (la
revisione effettuata da colleghi), focalizzata sugli effetti nei pazienti affetti da
demenza, vittime di colpi apoplettici o traumi cranici. Molti degli studi che guardano
agli altri effetti neurologici sono stati condotti su topi e ratti. I meccanismi di azione
del piracetam non sono ancora chiari, anche se si pensa che faccia crescere i livelli di
acetilcolina (un neurotrasmettitore). Nel 2008, un comitato della British Academy of
Medical Sciences ha segnalato che molti dei test clinici del piracetam nei casi di
demenza erano scorretti dal punto di vista metodologico. Una recensione degli studi
sul farmaco, anchessa pubblicata, concludeva che i risultati non sono a favore
delluso di piracetam nel trattamento dei pazienti con demenza o deficit cognitivi, ma
suggeriva ulteriori accertamenti. Ho chiesto a Seltzer se pensava di dover attendere la
ratifica del piracetam da parte della scienza. Ha riso. Non voglio. Perch funziona.
La messa al bando dei neurostimolatori non ha alcun senso. Troppe persone ne
fanno gi uso e chi li prende tendenzialmente una persona istruita e privilegiata, che
procede con cautela sufficiente a non cacciarsi nei guai. Daltra parte Anjan Chatterjee
ha ragione a fare il paragone con la chirurgia plastica.
In una societ di consumatori come la nostra, se la gente informata correttamente
sui rischi e i benefici dei neurostimolatori, allora in grado di fare le sue scelte in tema
di alterazioni della mente, proprio come in grado di decidere sulla rimodellazione del
corpo. Eppure, anche se si prende atto che la neurologia estetica gi esiste ed
destinata a non sparire, c qualcosa di sconfortante nel modo in cui questi farmaci
vengono utilizzati e nel genere di aspirazioni che promuovono.
Jonathan Eisen, biologo evolutivo delluniversit di Davis, in California, scettico a
proposito di quello che chiama, beffardamente, doping cerebrale. Nel corso di una
recente conversazione mi ha parlato dei colleghi che prendono neurostimolatori per
scrivere le richieste di finanziamento: Trovo bizzarro che la gente usi queste pillole
per compilare le richieste di fondi. Voglio dire, mi sembrerebbe pi significativo se
qualcuno producesse un paper davvero molto interessante spronato da una droga

davvero molto interessante, un fungo magico o qualcosa del genere. Alla fine, vali
quanto le idee che hai partorito.
Ma non siamo pi negli anni 60, quando si pensava allespansione delle menti. Ogni
era, a quanto pare, ha le sue droghe e queste la definiscono. I neurostimolatori sono
perfetti per lansia da competizione tra i colletti bianchi, in uneconomia che annaspa.
E hanno una relazione sinergica con le tecnologie digitali, sempre pi sviluppate: pi
gadget possediamo, pi siamo distratti e pi abbiamo bisogno di aiuto per
concentrarci. In generale la neurostimolazione non ti apre le porte della percezione,
non spezza le catene del s, non ti fa provare un afflato di genialit. Ti aiuta a tenere
duro per qualche ora se vuoi finire la contabilit, quando vorresti solo crollare sul letto;
ti fa prendere un 28 invece di un 26 allesame di un corso nel quale hai passato met
del tempo a mandare sms; ti fa ingozzare di test per lammissione ai corsi post laurea
la notte, perch il lavoro nel campo dellinformazione che hai trovato dopo il liceo si
rivelato mortalmente noioso. I neurostimolatori non danno la libert. Piuttosto
favoriscono una forma di produttivit misera, per nulla romantica, oppressivamente
efficientista.
Linverno scorso ho parlato di nuovo con Alex, il laureato a Harvard, scoprendo che
aveva ripreso a far uso di Adderall una piccola dose giornaliera dopo
uninterruzione di parecchi mesi. Sentiva che stava imparando a usare il farmaco in
modo nuovo, maggiormente disciplinato. Ora, lo prendeva non tanto per restare alzato
fino a tardi per finire un compito che avrebbe dovuto portare a termine prima, quanto
per rimanere concentrato, cosa che mi fa desiderare di lavorare per pi ore. E quale
datore di lavoro avrebbe mai da ridire?
Margaret Talbot (mtalbot@wired.it) nello staff del New Yorker . Ha scritto di
pappagalli intelligenti e macchine anti bugie.

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