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FOLKLORE

MUSICALE
Costantin Brailoiu

Fin dai predecessori della scienza musicologica , si ha tenuto un rapporto con


essa errato. Troppo rivolti verso la convinzione che lunica vera musica fosse
quella Occidentale , se non quella Francese , Tedesca o Italiana. Si era convinti
che le altre non fossero musiche , ma piuttosto dei fossili musicali o dei modi
primitivi se non rozzi e stupidi di intendere essa.
Attorno al 900 per , lavvento del fonografo fu allorigine di un conflitto che
divise gli studiosi del campo in due fazioni che si ignoravano deliberatamente:
gli antichi folkloristi e i figli della nuova scuola conosciuta come musicologia
comparata. i seguaci della musicologia comparata decisero di allontanarsi
da ogni tipo di musica Europea ,tanto colta quanto popolare. Si ebbe cos la pi
grande confusione.
Che cos veramente leuropa? I lapponi e tartari sono europei? La sicilia , le
baleari , la spagna meridionale , non sono in un certo senso anche africane? E
se lo sono , come conosceremo le musiche berbere o arabe voltando loro le
spalle per partito preso?
Lesclusione della musica popolare dellEuropa comport infatti errori
incalcolabili. Questa sfiducia nellEuropa da parte della musicologia comparata ,
proveniva dalla certezza che essa non avesse pi niente da dare. Ma si
dimenticava che lEuropa rurale non era del tutto sommersa da quella cittadina
e che ascoltandola si potevano incontrare caratteri generali della musica
Asiatica e Africana. In effetti pensandoci , non si fanno forse ancora in Europa
esorcismi e incantesimi simili a quelli dOriente e del Medioevo? Maschere e
persone vestite da Animali non si vedono tuttora girare per le nostre citt
industriali? Non si assiste ancora in Jugoslavia a cerimonie dove , come nei riti
esotici , le donne cadono in trance e la musica le riporta dallal di l? nei canti
russi ,rumeni e georgiani non sopravvivono parole senza senso ,dove per
letnografo riconosce le parole potenti del primitivo? (rileggi e comprendi
meglio)

NOI SIAMO QUELLI GENTI CHE CONOSCIAMO TUTTA


LA MUSICA

Questioni di identit

Le culture musicali , vero , si mescolano. Ma anche le musiche , aiutano a


marcare delle identit e dei confini diversi da altri. Il modo in cui le cose della
musica circolano , si scambiano e si sovrappongono , vengono modellate e
percepite come proprie o estranee , come marcatori di identit per opposizione
o per somiglianza , una delle aree di interesse delletnomusicologia.
Su questi argomenti letnomusicologia italiana ha orientato i propri oggetti
dindagine. Vedremo qui due esempi che possono aiutare a una comprensione
su aspetti diversi delluso della musica come marcatore di identit:
1. In provincia di Messina , tutto ci che sta oltre lo stretto sono delle
indifferenziate Calabrie che arrivano grossomodo fino agli Abruzzi. Ci
sono poi i luoghi dellemigrazione come la Germania , Belgio, Torino ,
Milano , America ecc..
Antonino Mento , costruttore di Zampogna e pastore dei colli Peloritani si
spinse anche lontano da casa e descrive Africa , Germania e Calabrie con
occhio acuto e con accenti di esotismo (dove la Germania la diversit
per eccellenza dove il freddo detto Kalt e tutto alla rovescio). Nel
dopoguerra andava a Catania per suonare a casa dei committenti e era
riconosciuto come maestro dagli altri musicisti.
Oggi i committenti sono diminuiti e i luoghi vicini alla citt non sono pi
villaggi pastorali ma periferie pi o meno degradate di Messina. La
Zampogna non pi fonte di reddito e ormai la suonano solo i pi capaci.
I pochi bravi suonatori rimasti si incontrano spesso per discutere della
loro passione e attorno a loro gravita altra gente che , pur non avendo le
conoscenze per essere accolte a pieno da loro , si compiace di essere
contigua ai suonatori e con essi spesso condivide altri elementi di una
nuova identit della quale il suono della zampogna uno dei marcatori
pi evidenti : la discendenza da un mondo pastorale. Questo
distingue i suonatori dei villaggi urbanizzati dai cantori contadini che con
i primi condividono elementi di appartenenza ma dai quali sono pure
parecchio distanti. I pastori frequentano i monti , sono pi sbruffoni ,
gente di coltello , sono persone pi libere.
A dare conto delle esibite differenze una conversazione trasformatasi in
discussione tra suonatori di zampogna e i pueti (poeti contadini) . uno
zampognaro accusa i cantori di non saper improvvisare le rime secondo
le regole. Il suonatore insiste su un richiamo alle regole , che
appartengono in prima istanza agli altri , al mondo dei cantori che lui
conosce ma del quale non fa parte. Lui che un pastore musicista ma
che ormai suona solo per passatempo , dice che se una cosa la si fa , va
fatta come si conviene e ciascuno deve fare il proprio dovere.

Linsufficiente conoscenza delle regole lo offendono perch


contribuiscono a corrompere la societ cui lui appartiene.
Chi trasforma , chi era pastore e non lo pi , ha pi bisogno di altri di
regole per restare legato alla propria identit e non smarrirsi nel nuovo
che avanza.
Notiamo quindi come chi cambia , i
progressisti , sono pure i conservatori di modi e regole di un sistema che
deve rinnovarsi per continuare a esistere. La stessa trasformazione
diventa un deliberato atto di attenzione per le proprie tradizioni.
2. I rom dei Balcani centrali , definiscono s stessi forse soprattutto non
contadini , dunque non legati alla terra , al padrone alle stagioni e alla
sedentariet. Una delle pi efficaci descrizioni delle differenze tra rom e
Gaj viene da unesperienza che lautore ebbe con una ragazza rom
musulmana del Montenegro. La ragazza di nome Moki parlava di un
ragazzo che stava nello stesso campo definendolo sprezzantemente
Shiptar , cio Albanese , anche se in realt lui era un rom Montenegrino
Askalija
(cio un gruppo che parl lalbanese pi che il romani e
che svolgono attivit prevalentemente agricole o di allevamento).
Quando lautore gli chiede quali siano le differenze tra rom e Shiptar ,
dopo un periodo di contraddizioni e strane risposte , ne emerse una
sintesi simbolica delle differenze : i rom sono bravi a suonare , a
danzare , le loro feste sono pi belle , sono pi liberi perch non legati
alla terra ; gli altri sono pastori e contadini. Anche quando non esercitano
attivit agricole e pastorali , appartengono comunque a una cultura
agro-pastorale : vivono in campagna , fanno la ricotta , bevono il siero e
per fare feste hanno bisogno degli zingari.
Il ruolo che gioca la diversa matrice etnica nella definizione dellidentit
storicamente rilevante ai fini della determinazione del ruolo che hanno i
rom nella societ pi ampia in cui vivono ma oggi giorno , non sembra
che una delle componenti (e non tra le pi evidenti) della loro identit.
Sono specializzati come interpreti professionali delle tradizioni locali ,
conservatori di tradizioni antiche , ma anche coloro che portano elementi
di modernit alle tradizioni locali. I suonatori di surne e davul che
accompagnano le danze delle donne e che sottolineano i momenti pi
rilevanti del banchetto nuziale vengono tenuti a distanza dai partecipanti
alla festa , sono ritenuti estranei , diversi. Eppure gli albanesi utilizzano
questi suonatori per le loro feste e senza di loro nessuna musica pi
essere compiuta , inoltre le musiche che questi musicisti suonano sono
del tutto tipiche dei Balcani centrali.
I rom in Kosovo non sono solo i musicisti deputati per le feste , proprie
degli albanesi ; sono anche gli interpreti del modo in cui si fanno le feste ,
i conservatori , quelli che delle proprie feste continuano a mettere gli
elementi pi antichi e profondi delle tradizioni locali. E proprio perch

consapevoli della funzione del rito , sono i pi qualificati a proporre


innovazioni.
Per esempio , numerosi elementi simbolici presenti nelle feste di nozze e
circoncisione rimandano alla fecondit e questo , i rom , lo sanno molto
bene e gli pare evidente il nesso tra la terra e la sposa novella. Lalta
consapevolezza che i Rom del Kosovo hanno della funzione dei simboli
presenti nel rito un fatto assai rilevante: che gente che definisce la
propria identit a partire dalle somiglianze e differenze con gli altri e che
come prima differenza tra loro e i Gaj ponga il non essere di cultura
contadina metta in relazione la coltivazione dei cereali con la fecondit
della sposa cosa singolare e non trova spiegazione se non nel ruolo di
interpreti di cultura svolto dai rom allinterno di pi ampie comunit.
Cos lo speciale ruolo di questi zingari che suonano (il tamburello ecc..)
garantisce la loro sopravvivenza , il perpetuarsi della loro identit di
fronte a se stessi , ai contadini albanesi , agli altri tutti.
Oltre a conservare e interpretare i rom del Kosovo sono anche i principali
protagonisti del cambiamento, in musica. Gi negli anni 60 e 70 le
orchestre comprendevano il banjo turco o il rullante jazz le cui pelli
tiratissime imitavano il suono del darbouk.
La vicenda musicale dei rom del Kosovo poco nota e richiede una trattazione
pi ampia , una descrizione pi completa di quanto non sia per le musiche dei
contadini e pastori siciliani. Ma vi coerenza tra i due esempi scelti : il filo che
li unisce di considerare i problemi identitari e la circolazione di cultura a
partire dallattenzione per categorie sociali , per caste , si potrebbe dire. Pastori
e zingari sono due insiemi non omogenei : i primi si qualificano soprattutto a
partire dalla propria attivit , i secondi sono un gruppo che si distingue sotto il
profilo etnico e sociale. Per il loro modo di essere contigui o diversi rispetto ai
contadini o altri gruppi e fasce sociali, di identificarsi , conduce a percorsi non
proprio diversi : ne causa la costruzione dellidentit (la tradizione del sapere
allinterno di un gruppo coeso e distinto dagli altri). Esiste una cultura musicale
degli zingari , dei pastori , dei contadini ma anche di ciabattini , bibliotecari
ecc..
La circolazione , i modi , linguaggi specifici di ciascuno di questi ambiti culturali
attraversano i confini marcati da altre distinzioni , altre categorie e cos pure i
pastori , i contadini e gli zingari si riconoscono per certi tratti del
comportamento , della gestualit e del pensiero che sono come unaura
identitaria ampia e flessibile. Da qui viene lintento di considerar
specificamente gli apporti di diversi gruppi e agenti sociali e le interazioni tra
loro per disegnare un quadro pi completo e meglio comprensibile delle
dinamiche culturali.
E poi viviamo in unepoca difficile e tormentata , sul piano identitario. Non si
sente dire altro oggi , che la globalizzazione ha indebolito le identit locali , che

sotto il segno del consumo di una bibita , delluso di certe scarpe , del consumo
di certa musica lumanit tende sempre pi a omologarsi. Lampliarsi della
comunicazione , la facilit di spostamento la politica delle multinazionali
sembrano aver prodotto delle crisi di identit. A questo fanno riscontro dei
fenomeni politici e culturali locali , di difesa o di reinvenzione di identit grandi
e piccole , dalla protezione di lingue di minoranza allinvenzione , anche sul
piano culturale , del celtismo (dalla Lega Nord ai fondamentalisti islamici fino a
quelli cattolici).
Tuttavia , gli esempi raccontati indicano come il perdurare o il rinnovarsi di
certe identit sociali e culturali sia un fenomeno attuale e vitale. Questo mondo
, pare allautore , continua a essere fatto di genti diverse , che diversamente
usano per distinguersi dagli altri e per trovare delle identit condivise con essi ,
una quantit di cose compresa la musica. E la musica un buon terreno di
indagine per un approccio come quello qui proposto.
Concludendo , viene citato un ultimo racconto . in quasi tutte le citt degli USA
vivono comunit Italo-Americane , i cui membri vivono in modo stereotipo
(mangiando cucina italiana che italiana non pi o vestendo in quel modo che
si pensa appartengo solo agli italiani nei telefilm americani). Questi ostentano
una grande coesione di gruppo , compiendo la fatica , come i pastori e gli
zingari , di ribadire e ridefinire la propria identit in relazione allambiente che li
circonda. Unidentit fasulla se si pensa a esse come identit Italiane , ma
vera , se si pensa che alla fine una delle identit nord-americane si costruisce
per giustapposizione di simili stereotipe ricostruzioni fatte di klezmer , gighe ,
birra irlandese e tetti tricolori ecc. A vederla cos la fortuna anche europea della
world music che presenta estratti di tradizioni musicali tipizzati e svuotati di
alterit ancora per noi europei alquanrto esotica , ma non perch ci proponga
lacerti delle tradizioni di vari e diversi luoghi del mondo , ma perch quanto
di pi americano si possa immaginare.

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