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Con il termine inglese opt-out si indica, nel contesto dell'Unione Europea, la rinuncia di un Paese ad adottare una
disposizione o una disciplina generale decisa dall'Unione stessa. Pi precisamente il diritto dell'Unione Europea
normalmente vigente in tutti i 28 Paesi Membri, ma in alcuni casi gli Stati, negoziando opt-out, possono evitare
lestensione anche parziale - nei loro confronti di una determinata normativa.
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Ovvero non comunitari, cio non membri dellUnione Europea.
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Quindi in concreto laccordo attualmente operativo fra Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi,
Portogallo, Spagna, Italia, Austria, Grecia, Danimarca, Finlandia, Svezia, Islanda, Norvegia, Slovenia, Estonia,
Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Malta, Ungheria, Svizzera, Liechtenstein.
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Cipro, Croazia, Romania e Bulgaria hanno sottoscritto il Trattato, ma per essi non al momento operativo poich
non hanno ancora attuato tutti gli adeguamenti tecnici necessari. Pertanto, in via provvisoria, questi Paesi mantengono
attualmente i controlli alle loro frontiere.
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In proposito, si parla anche di gestione integrata delle frontiere per evidenziare lazione dei Paesi Europei per
coordinare i controlli alle frontiere esterne al fine di realizzare un quadro coerente per un'azione comune nel medio e
lungo termine (Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - Verso una gestione integrata
delle frontiere esterne degli stati membri dell'Unione Europea COM/2002/233).
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Si deve tener presente che in questo caso gli Stati membri effettuano i controlli alle frontiere esterne non solo per se
stessi, ma anche per gli altri Stati contraenti dellaccordo di Schengen.
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Pi precisamente linsieme delle disposizioni che regolano i rapporti tra gli Stati che hanno siglato la Convenzione di
Schengen. LAcquis di Schengen pertanto comprende:
- laccordo firmato il 14 giugno 1985, la Convenzione applicativa firmata il 19 giugno 1990, nonch protocolli,
accordi e dichiarazioni di adesione;
- le decisioni e le dichiarazioni del Comitato esecutivo istituito dalla Convenzione di Schengen dai suoi organi con
poteri decisionali.
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Il Regolamento (CE) 562/2006 ha istituito il Codice comunitario relativo al regime di attraversamento delle frontiere
da parte delle persone, che diviso in due parti: una sul controllo delle frontiere esterne e laltra sulle frontiere interne.
Recentemente il Regolamento (UE) 1051/2013 ha apportato modifiche a questa ipotesi specificando ulteriormente le
condizioni e le procedure per ripristinare i controlli alle frontiere interne.
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A. Gianuli, Ripensare il terrorismo islamico, dal sito Agor Vox, 2015.
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A. Gianuli, Ripensare il terrorismo islamico, dal sito Agor Vox, 2015.
4. Schengen e Terrorismo
Lemergenza terroristica enfatizzata dai fatti di Parigi ha determinato una riconsiderazione
dellAccordo di Schengen, in particolare della libert di circolazione e dei dispositivi
compensativi di sicurezza in esso previsti. Innanzitutto, si evidenziata lopportunit di
rafforzare le frontiere esterne; questo pu avvenire mediante controlli pi accurati e
attraverso un pi intenso e mirato scambio di informazioni fra le intelligence dei Paesi
contraenti (mediante la cos detta gestione integrata delle frontiere)14. Al riguardo, nel
quadro delle potenzialit offerte dallAccordo di Schengen, appare opportuno che si
implementino le attivit di investigazione per combattere la criminalit transfrontaliera, che
richiede come strumento prioritario lintensificazione della cooperazione - soprattutto in
materia di scambio di dati - fra i servizi preposti alla gestione delle frontiere, come prevede
larticolo 16 del gi citato (nota 7) Codice delle Frontiere Schengen15. Anche una verifica
puntuale delle liste dei passeggeri dei voli a rischio, di provenienza o
destinazione extraeuropea (cui le regole di Schengen non si applicano) pu essere efficace.
In realt la direttiva 2004/82/CE, nota come direttiva API (Advanced Passenger
Information) prevede gi lobbligo per i vettori aerei di raccogliere e di trasmettere alle
autorit di frontiera europee i dati relativi ai loro passeggeri, ma limitatamente alle
informazioni anagrafiche, utili pertanto solo per individuare persone gi segnalate come
sospette. Potrebbe invece avere un rinnovato impulso il progetto presentato al Parlamento
Europeo dalla Commissione nel 2011 per una direttiva sulla trasmissione tra Stati dei dati
PNR (Passenger Name Record): si tratta di informazioni pi incisive, concernenti
litinerario del passeggero, lemissione del biglietto, recapiti, agenti di viaggio, modalit di
pagamento, informazioni sul bagaglio. Questi dati, integrati da verifiche incrociate,
consentirebbero di individuare anche nellipotesi di voli interni allUnione - soggetti non
sospettati. Il dibattito fra gli europarlamentari si arenato su un presunto conflitto con la
tutela della privacy dei viaggiatori: purtroppo negli ambiti politici si continua a confondere
la tutela della riservatezza con le prioritarie esigenze di sicurezza. Va precisato che i
R. Rapaccini, Paura dellIslam, Cittadella, Assisi, 2012.
Lo stato ad esempio il terrorismo basco.
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Si veda la nota 5.
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Pi precisamente il Regolamento 562/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 marzo 2006 che istituisce
un codice comunitario relativo al regime di attraversamento delle frontiere da parte delle persone.
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