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da questo incessante moto dellasse terrestre, non solo non avrebbe tratto la
sua scuola in ricerche ambigue di vie permettenti trapassi da luogo a luogo, al
fine di spiegare le mutazioni avvenute, ma soprattutto, a detta di Jacobitti, non
si sarebbe tanto infiammato nel sostenere la potenzialit dellelezione naturale,
ingigantendola per spiegare lorigine della specie, ed elevarla quasi a forza
preponderante. La lotta per lesistenza, che va a calzare con molte delle
manifestazioni della vita, non si presta a spiegarci chiaramente la
sopravvivenza del pi adatto, che avviene per fattore meno tormentoso e pi
naturale. Lestensione della variet delle piante e degli animali in logico
rapporto allinstabilit degli ambienti, ammissibile solo attraverso il moto
polare, che appunto giustifica tutte le variet.
Ma questo non uno studio geologia o della geografia della Terra. Questa
ipotesi che mette daccordo tutte le posizioni scientifiche attualmente in
contrasto, essendo il pezzo di puzzle mancante, vuole, al di l di richiamare alla
memoria e rendere omaggio alla sapienza di Eugenio Jacobitti, di mettere in
risalto la continuit di un processo naturale in perenne cambiamento, inficiano
la teoria della selezione naturale del pi forte, cos come la presenza eterna di
unumanit che si sempre avvicendata seguendo le stesse leggi della Terra.
Regole della Terra che sono sempre state il fondamento delle societ culturali e
tradizionali antiche, che hanno venerato la Madre dai tempi pi remoti
attraverso culti ctoni, a cui stanno testimonianza tantissime statuette della
Mater, presenti su aree diffusissime e in intervalli di tempo lunghissimi.
A testimoniare culti antichissimi della Dea sta la Venere di Tan Tan, una
statuetta di 6 cm in quarzite, reperto di arte preistorica trovato in Marocco,
datata tra il 500.000 a.c e 300.000 a.c. che potrebbe essere contemporanea
alla Venere di Berekhat Ram, le due essendo considerate tra le prime
rappresentazioni della figura umana, la prima avendo una pittura applicata di
ocra rossa, colore che potrebbe avere qualche connotazione sacra e simbolica.
La Venere di Berekhat Ram una Venere paleolitica, ritrovata sulle alture del
Golan a Gerusalemme, realizzata in tufo rosso. Questa seconda statuina ha
almeno 230.000 anni e se linterpretazione corretta, il realizzatore non
apparterebbe allHomo Sapiens ma allHomo erectus. Ma le Veneri sono
presenti ovunque; famose le Veneri di Buson, due statuette femminili dellet
del rame (o Calcolitico, 5000 anni a.c.), vicino ad Agrigento, trovate in una
necropoli; innumerevoli Veneri del neolitico balcanico della cultura Vinca
trovate nellattuale territorio della Romania e della Serbia, che vantano let di
cca 6.200 anni a.c., altre Veneri della cultura Gumelnita- Karanovo presenti
sempre sulla sponda sinistra rumena del Danubio, cultura apparentemente pi
giovane, di solo 5000 anni a.c., che si estendeva lungo la costa del Mar Nero
fin nella Bulgaria centrale e nella vecchia Tracia. Presente anche la cultura
Lepensky Vir, i cui discendenti di unantica civilt europea vivevano nelle grotte
delle Porte di Ferro sul Danubio, dalla fine dellepoca glaciale (20.000 ac fino ad
intorno 7.000 ac), quando il clima si scald considerevolmente.
Famosissime nel mondo intero altre due statuette trovate a Cernavoda-
mentre nellEuropa occidentale fu al di sotto dei 3.000 anni (tra 4.500 e 1.700
ac).
Maria Gimbutas ha studiato il Neolitico per comprendere lo sviluppo dei
villaggi nei Balcani del sud, considerati da lei come pacifici, matrilineari, con
una spiritualit centrata sul culto della Dea che lei chiama la Grande Dea,
distinguendola dalla Grande Madre che solo un attributo della Grande Dea. Le
successive culture indo-europee secondo lei, al contrario, si caratterizzarono
come bellicose, orientate alla guerra, nomadi e patrilineari. Si presuppone che
genti pre-indoeuropee siano i discendenti di precedenti culture dellEuropa
Antica: i Liguri, i Sardi, i Pelasgi, i Minoici, gli Iberi, i Lelegi, gli Etruschi e i
Baschi. Non si sa se nei tempi antichi le popolazioni parlassero linguaggi distinti
ma la Gimbutas, osservando ununiformit di simboli soprattutto nella ceramica
e nelle statuette, concludeva che avrebbe potuto esserci un solo linguaggio
nellEuropa Antica.
Le prime migrazioni di genti indoeuropee appartenenti alla cultura Kurgan
iniziano a partire dal 4 millennio a.c. e avvennero in pi ondate (3 per
esattezza), diffondendosi tra le popolazioni dellEuropa Antica. La patria
originaria Urheimat e fu individuata tra le steppe al nord del Mar Nero, nella
Russia attuale; come popolo bellicoso si imposero come una lite sulle
popolazioni dellEuropa Antica, imponendo anche la loro lingua. Questa
estensione fece nascere nuove culture, come quella di Cernavoda (4000 ac)
quella di Baden e Cotofeni (3000 ac corrispondente alla seconda ondata
migratoria), e prosegue fino al 1000 a.c. con gli sciti che si spingono in Europa
orientale.
Ma la Gimbutas sostiene anche che le espansioni della cultura Kurgan furono
incursioni militari che diffusero la ideologia patriarcale e guerriera, la quale si
impose sulla pacifica cultura matriarcale. Per lei
il processo di
indoeuropeizzazione fu un processo di trasformazione culturale e non fisica, in
cui avvenne la transizione dal culto della Dea a quello patriarcale, esplicitato
dal culto del Dio celeste o Zeus. Sia che questo passaggio sia stato violento
come sostiene la Gimbutas, sia che sia stato pi lineare e pacifico, rimane il
fatto che una serie di migrazioni degli indoeuropei hanno cambiato
profondamente lassetto culturale, religioso e ideologico dellAntica Europa,
anche per merito di saper padroneggiare la tecnologia del bronzo, luso del
carro o laddomesticamento del cavallo. Non si sa il motivo di queste
migrazioni, ma qui va richiamato alla mente la teoria di Jacobitti sullo
spostamento dei poli magnetici e dei grossi cambiamenti climatici attraverso i
lunghi periodi.
Ma vediamo quali sono le conclusioni dello scienziato in archeo-semiologia e
mitologia Marco Merlini riguardo alla cultura dellAntica Europa. Per lui, in
seguito a degli studi trentennali effettuati nellEuropa orientale, le origini della
scrittura sono molto pi antiche di quanto si creda, affondando le radici
nellultimo periodo dellet della pietra, nel Neolitico. Sulle rive del Danubio,
cca. 7.500 anni fa, fiorisce una civilt che non ha nulla di meno rispetto alle
altre tradizionalmente riconosciute come le prime dellumanit: mesopotamica,
egiziana, della valle dellIndo o della Cina. Un sempre pi crescente numero di
studiosi afferma che la Civilt del Danubio una fra le pi importanti del
mondo antico e, per alcuni aspetti, sembra precedere le altre. Anche lo
studioso di ermetismo Giuliano Kremmerz accennava nei suoi scritti che le
origini della scrittura venissero dalloccidente e non dalloriente.
Questa civilt danubiana svilupp una propria scrittura (esisteva gi 7000 anni
fa), ancor prima dei geroglifici egizi e della scrittura cuneiforme sumero; era la
Scrittura Danubiana. Marco Merlini ha scoperto che nellEuropa orientale gli
archeologi hanno ammassato migliaia di iscrizioni di questa ars scribendi che
fior di linguisti e filologi tentano oggi a decifrare, non esistendo ad oggi una
corrispondente Pietra della Rosetta.
Il primo sistema di scrittura si svilupp in Transilvania dellattuale Romania, e
consiste in un sistema pi antico di quello sumero o egizio, che si pensava
fossero i pi antichi del mondo. Le tavolette di Tartaria scoperte nel 1961 a
Turda, secondo le analisi al carbonio, dimostrano che questa scrittura pi
antica di quella sumera di 2.000 anni, collocandole in un periodo compreso tra
5370 e 5140.
Furono trovate in una tomba di una donna influente
appartenente ad una comunit agricola, probabilmente una sciamana, che
aveva nel corredo oggetti magico-religiosi contenenti formule sacre. Ancora
una volta viene confermata limportanza della donna nella societ della Vecchia
Europa. Ma questi segni tracciati sulle tavolette non sono un fenomeno isolato;
compaiono sulla gran parte degli oggetti della cultura Vinca e comprendono
due tipi di segni: simboli a carattere pittografico (parti del corpo umano e
animale, piante, utensili, elementi della natura come acqua o sole o strutture
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marineo/vecchia-europa-cultura-del-danubio
I segni e i simboli della scrittura Danubiana
pag. 40: Non vi erano differenze tra le varie tipologie abitative. Dunque
non possibile stabilire quali case appartenessero a persone ricche e
quali a persone povere. Le variazioni nelle dimensioni delle abitazioni
potrebbero essere attribuite al numero dei membri della famiglia che vi
pag. 70: La civilt Cucuteni-Trypillia non era una societ schiavista, come
Sumer e L'Egitto, ma il risultato di relazioni comunitarie. Era compatibile
con i moderni ideali di democrazia e autogoverno.
Partendo dagli oggetti ritrovati, Maria Gimbutas ebbe limmagine di una societ
pacifica e collaborativa, che dur molto di pi degli imperi che si avvicendarono
ulteriormente. Fino ad oggi sono stati documentati pi di 3000 siti e furono
ritrovati decine di migliaia di statuette di argilla, marmo, osso, rame e oro. La
preistoria fu un tempo centrata sul femminile, senza distinzioni di rango,
pacifica, con comunit spesso di 15.000 persone fondate su una cultura
elaborata. Della cultura Vinca, Cucuteni o Sesklo (lultima sullattuale territorio
della Grecia) non si parla nei libri di storia. Forse perch senza re, guerre o
conquiste, queste civilt non si adattano alla definizione classica della civilt?
In tutta lEuropa Antica si svilupp una cultura pacifica priva di armi; nelle
caverne non c traccia di gente che combatte ne come singoli, n come
gruppo. Questo minaccia oggi di invalidare tutto, non solo il potere maschile
attuale, ma anche lidea di un militarismo necessario, come unico modo per
risolvere i conflitti. Ad oggi non si riesce a immaginare un tempo quando si era
liberi da guerre. La vita era un esperienza religiosa, in cui ci si trovava immersi
in un profondo senso delluniverso. Si viveva in un mondo in sintonia con i
processi vitali e i cicli delle stagioni, in cui il segreto risiedeva nella terra e la
connessione del tutto aveva a che fare con la natura. Gli uomini si dedicavano
allarte, al cantare e danzare, attivit praticate durante il neolitico in tutta la
Vecchia Europa. Le ceramiche avevano disegni meravigliosi e molto complicati,
ed erano legate alla religione, essendo tutte connesse alla Dea.
Vasi ceramica Vinca e Cucuteni
Scrittura Danubiana
(http://www.ilnavigatorecurioso.it/2014/03/26/leuropa-era-piu-avanzata-dellamesopotamia-la-scrittura-e-nata-nella-valle-del-danubio/)
Il ciclo del seme che entrava nella terra, che diventava frumento e poi pane,
racchiudeva il segreto del grande mistero della trasformazione, che era anche il
segreto della Dea. La ceramica era in mano alle donne che erano molto influenti, cosi
come la tessitura e il governo della casa; essa aveva la supervisione su tutto.
Maria Gimbutas si interrog sul enorme numero di statuine femminili ritrovate
nellarea della Vecchia Europa, e si rese conto che attraverso di esse si poteva arrivare
alla religione, essendo esse la rappresentazione delle vari ipostasi della Dea, nelle sue
diverse manifestazioni.
Maria si rese conto che la religione primordiale
non
consisteva in testi sacri e dogmi, ma era il potere creativo incarnato nel mondo
naturale, rappresentato dalla nascita, crescita, morte e rigenerazione e quindi dal
continuo mutamento e del fluire del ciclo organico. Maria scopri anche che nelle cose
pi comuni della gente rurale si racchiudevano simboli sacri, nel ricco folclore e
nellarte popolare che lo circonda, e arriv a sostenere che per capire la religione degli
antenati si dovevano analizzare i sistemi di credenze codificati nellarte e nella
mitologia folclorica orale della canzone e della poesia che ancora persisteva nelle
comunit rurali.
parlano silenziosamente il linguaggio ieratico scomparso dei miti, dei simboli e dei
segni.