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MARZO 2004

Centro Studi Bhaktivedanta

Spiritualit e Alimentazione
nei Veda

ioved 1 aprile a Roma,


presso il Centro Biblioth,
il prof. Ferrini, Ph.d.
Psychology, fondatore e presidente
del Centro Studi Bhaktivedanta, ha
tenuto una conferenza su Spiritualit
e alimentazione vegetariana nei
Veda, organizzata dallAssociazione
Vegetariana Animalista Armando
dEla.
Trattare un tema simile in modo
scientico non cosa tra le
pi semplici: si pu rischiare di
banalizzarlo o di scadere in toni
sentimentali, ma lantica saggezza
dei Veda ha fornito al relatore
numerosi e validi spunti per
sviluppare largomento secondo i
pi solidi principi della losoa,
della psicologia e delletica.
Come sempre, si deve anzitutto
partire dalla consapevolezza della
nostra reale natura: chi siamo? Qual
il nostro scopo e quello degli altri
esseri viventi su questo pianeta
e pi in generale nell universo?
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Tale contestualizzazione a sfondo


escatologico risulta necessaria per
poter affrontare la questione da una
prospettiva corretta.
Fra una persona evoluta e una
molto condizionata, fra un criminale
e un santo, fra un umano e un
animale non la qualit dellanima
che differisce, ha spiegato Ferrini.
Lanima immutabile e la stessa
in ogni entit vivente; la differenza
consiste piuttosto nella struttura
psichica individuale che pu essere
pi o meno complessa ed equilibrata
a seconda delle attivit compiute e
dei desideri coltivati.
Uomini,
animali,
piante
costituiscono un ecosistema che
vive dellinterazione armonica di
tutte le entit viventi; il fatto che gli
umani siano pi evoluti degli animali,
non legittima il loro desiderio di
sopraffazione su questi ultimi,
anzi, luomo dovrebbe convivere
pacicamente e proteggere lanimale
come un fratello maggiore fa con il
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minore.
Il problema di fondo che si afanca
a quello atavico dellavidya, ha
continuato il professore, quello
che si congura come sua diretta
conseguenza: legoismo. La tendenza
allegoismo fa s che spesso si veda il
nostro interlocutore come una cosa,
un oggetto da sfruttare, da godere,
da possedere. Ma gli animali, come
gli altri esseri viventi, non sono cose,
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non sono nati per vivere in celle,


n per essere allevati allo scopo di
diventare cibo. Anche loro, come noi,
perseguono ananda, la beatitudine,
e anche loro sono in cammino nel
processo evolutivo che non abbiamo
il diritto di interrompere solo per
soddisfare la nostra volutt.
I Veda insegnano jiva jivasya jivanam:
ogni essere cibo per un altro
essere, intendendo con ci che allo
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stato incarnato, nel mondo delle


condizioni, impossibile evitare la
violenza in toto. Questo per non
signica che possiamo calpestare
le leggi eterne e divine del dharma
e iniggere sofferenza gratuita,
che inevitabilmente si riverser su
chi lha inferta; signica piuttosto
utilizzare la preziosa facolt
del discernimento, prerogativa
dellumano, per fare il danno minore.
In proposito viene in nostro aiuto
uno strumento formidabile che
quello del sacricio, attraverso il
quale la minima violenza perpetrata
(ad esempio tagliando un cespo
dinsalata o un mazzo di asparagi)
viene cancellata non solo dalla
imprescindibile necessit dellatto,
ma anche dalla potenza puricatrice
e sublimante dello yajna, attraverso il
quale si concretizza il principio dello
yoga, connessione con il piano del
divino.
Lanalisi del prof. Ferrini, partita da
un inquadramento dellessere umano
nella sua costituzione bio-psichicaspirituale, dunque approdata al
tema specico prendendone in
considerazione gli aspetti di fondo, in
primo luogo quelli connessi alletica
in senso ampio, ovvero allordine
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cosmico (dharma). Il pubblico ha


seguito con interesse e non sono
mancati interventi stimolanti i quali
hanno come sempre contribuito alla
vivacit dellincontro.

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