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l' amor proprio ferito, da una ricostruzione malata della realt e dalla
sottomissione dell'altro a quelle che sono le proprie esigenze.
La psicoanalisi fornisce importanti contributi per la comprensione
eziopatogenetica della gelosia patologica. Basti pensare alla gelosia proiettiva
delle personalit narcisistiche e nevrotiche descritta da Freud, tipica dei
soggetti infedeli che tendono a scaricare il proprio senso di colpa accusando il
partner; alla gelosia ossessiva, che nel DSMIV rientra nel cluster del disturbo
ossessivo compulsivo, in cui il soggetto mostra continui dubbi sulla fedelt del
partner diventando un detective a tempo pieno pur riconoscendo l'infondatezza
delle sue convinzioni.
Ancora, la gelosia delirante, che trova fondamento nella situazione edipica e
nella rivalit tra fratelli, in cui il soggetto convinto dell' infedelt dell'altro, si
oppone ad ogni confronto con la realt ed obbliga il partner a confessare il
tradimento attraverso ricatti, violenza fisica e psicologica convincendo il
soggetto che in tal modo verr posta fine alla tortura, ma ci incrementa solo
altra violenza ed aggressivit.
Spesso le donne accettano queste forme di violenza per dipendenza
economica, affettiva, per paura, perch sperano di ritrovare " l'oggetto
perduto" riprendendo ancora un concetto freudiano, o perch e l'unica modalit
relazionale che conoscono e che pensano di meritare. Molti studi dimostrano
come le donne vittime di violenza ed abusi sono pi inclini a sviluppare
disturbo post traumatico da stress, ansia e depressione. Il disturbo posttraumatico caratterizzato dallintrusione continua e disturbante del ricordo
dellevento traumatico.
Questo contrasta con turbe lacquisizione di nuovi ricordi. In questo disturbo vi
sarebbe una iperproduzione di cortisolo, accoppiata con alta secrezione di
noradrenalina nelle urine.
A livello neuropsicologico leccesso di attenzione nel momento del trauma si
traduce in un rafforzamento della traccia mnestica per quel trauma, in
correlazione alle sinapsi noradrenergiche nellamigdala. Nelle loro narrazioni
emerge chiaramente come esse tendano a considerarsi inferiori e a percepire
s stesse sempre in relazione all'altro. Sono donne umiliate, che provano
sentimenti di paura e vergogna con profonde ripercussioni sull'autostima.
Spesso tendono ad attribuirsi la responsabilit di ogni violenza subita e
rimangono ancorate al passato come se non potessero vivere anch'esse un
futuro. Altre volte vanno incontro alla morte a causa di un sistema legislativo
ancora poco consono e ad una societ che si rifiuta di accettare il nuovo ruolo
della donna, troppo emancipata ed indipendente, o ancora ad opera di soggetti
con personalit patologiche o semplicemente violente.
''Solo un piccolo uomo usa violenza sulle donne per sentirsi grande''