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Quaderni della Rivista Storica Italiana

collana diretta da

Giuseppe Ricuperati
5

Nella stessa collana:

1. Antonello Mattone, Giuseppe Manno magistrato, storico, letterato


tra Piemonte della Restaurazione e Italia liberale, 2009
2. Giuseppe Ricuperati, Un laboratorio cosmopolitico. Illuminismo e
storia a Torino nel Novecento, 2011
3. Giovanni Bonacina, Eretici e riformatori di Arabia. I wahhbiti in
prospettiva europea 1772-1830, 2011
4. Paolo Desideri e Maria Antonietta Giua, Emilio Gabba fra storia e storiografia sul mondo antico, 2011

Giovanni Bonacina

Stato e cultura in Prussia


sotto Federico II
a cura di

Edoardo Tortarolo

Volume pubblicato con il contributo dellUniversit degli Studi di Firenze,


Dipartimento di Scienze dellAntichit

Tortarolo, Edoardo (a cura di)


Stato e cultura in Prussia sotto Federico II
Collana: Quaderni della Rivista Storica Italiana, 5
Napoli: Edizioni Scientifiche Italiane, 2013
pp. X+000; 24 cm
ISBN 978-88-495-2748-3
2013 by Edizioni Scientifiche Italiane s.p.a.
80121 Napoli, via Chiatamone 7
00185 Roma, via dei Taurini 27
Internet: www.edizioniesi.it
E-mail: info@edizioniesi.it
I diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale o parziale e con qualsiasi mezzo
(compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.
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aie, sns e cna, confartigianato, casa, claai, confcommercio, confesercenti il 18 dicembre 2000.

INDICE
Introduzione di Edoardo Tortarolo
Bernd Ssemann
Lo spirito dellilluminismo e la politica. Contorni e confini del
progetto politico di Federico II

VII

Massimo Mori
Federico II e la cultura illuministica

23

Eckhart Hellmuth
Federico il Grande e larchitettura

45

Michele Cometa
Federico II di Prussia e la letteratura

73

Riccardo Morello
Federico II di Prussia e la cultura musicale della sua epoca

87

Walter Sparn
Ciascuno a modo suo. Religione e teologia nella Prussia di
Federico II

99

Edoardo Tortarolo
Opinione pubblica e opposizione in Prussia sotto Federico II

137

INTRODUZIONE
Se c un paese europeo la cui storia recentissima ha suscitato interesse, timore e ammirazione certamente la Germania. Sono sentimenti che nella loro contraddittoriet ben riflettono latteggiamento
pi radicato che il pubblico italiano in particolare ha nutrito verso
la cultura, la societ e le strutture pubbliche tedesche, sin da quando
il vasto spazio politicamente invertebrato dellEuropa centrale nel
Cinquecento e nel Seicento stato lentamente, nel corso di quasi due
secoli, coagulato in entit via via pi estese e rassodato con la forza
militare nel Reich di Bismarck, producendo gli esiti disastrosi nel
Novecento che tutti sappiamo. Dalla fine della seconda guerra mondiale il processo di ricomposizione nello spazio politico dellEuropa
centrale si riproposto nellarco di mezzo secolo. Caso pi unico
che raro, due stati, in competizione per quarantanni in tutti modi,
esclusa solo la guerra aperta, si sono (ri?)unificati nel rapido volgere
di meno di un anno e hanno dato origine a un sistema politico ed
economico, la cui efficienza, produttivit, capacit di innovazione e
solidit mettono in difficolt i partner dellUnione europea. Nella figura del re di Prussia Federico II (1712-1786) si sono condensate
molte delle caratteristiche che si ritrovano nella storia tedesca dei due
secoli successivi: senso dellidentit collettiva, volont di imporsi, ricerca di regole vincolanti per tutti, disponibilit al sacrificio individuale in vista di un guadagno futuro della collettivit. O almeno cos
la storiografia ottocentesca e novecentesca ha visto presenti gi nel
sovrano vere o inventate tendenze di lungo periodo della storia tedesca: nel passaggio dalle presunte virt prussiane alle altrettanto
presunte virt tedesche Federico II stato un perno. Va da s che
questa ricerca di una genealogia della paradossale tedeschit in Federico II (francofilo quanto pochi altri anche nel generalmente francofilo Settecento) si sia prestata a mille fraintendimenti ideologici. Il
pubblico italiano ha avuto la sua parte di interpretazioni nobilmente
o sciaguratamente ideologiche e strumentali di Federico II. A parte
gli echi di opere classiche come lampia biografia eroica di Thomas

VIII

introduzione

Carlyle1, basti ricordare, nella categoria delle interpretazioni sciagurate, il libro del generale Emilio Canevari, organizzatore dellesercito
della Repubblica Sociale Italiana dopo essere stato tra i firmatari del
Manifesto della razza. Il suo Federico II il Grande usc strategicamente nel novembre del 1944 a Milano e si accostava alla mitizzazione tardo-hitleriana di Federico II come prova che si pu salvare il
destino militare di un paese allo stremo facendo ricorso alla forza della
volont e allo spirito di sacrificio. La chiave di volta della vita di Federico II era saper resistere alle avversit, sfidare i colpi del destino,
restare diritto nella tempesta come esempio ai sudditi: non vi altra
regola. [] Se il re o i suoi soldati o il suo piccolo popolo non avessero dimostrato tanta lunga, incrollabile tenacia, quellavvenimento favorevole [luscita dei russi dalla coalizione nel 1762] si sarebbe prodotto troppo tardi inutilmente2. Lanno dopo, nella traduzione di
Giorgio Bassani e con la prefazione di Alberto Savinio, fu pubblicata
a Roma, sorta di antidoto al veleno inoculato dal fascismo repubblichino attraverso il re di Prussia, la Vita privata di Federico II scritta
da Voltaire3. Nel mutato clima del tardo dopoguerra la traduzione
della sintesi di Gerhard Ritter svolse, pi sommessamente, unanaloga
funzione di contravveleno. Federico II vi era presentato come uno
statista razionale, autocratico s, ma perno di una storia tedesca che
non si poteva esaurire nella bancarotta morale oltre che materiale del
nazismo, della guerra e della catastrofe della sconfitta4. E ancora qualche anno dopo, a conclusione di una carriera prestigiosa e influente
di storico iniziata proprio sotto il nazismo, Theodor Schieder torn
sulla biografia di Federico II per individuarne le contraddizioni e anzi
caratterizzandolo proprio come un regno delle contraddizioni: ambivalente, enigmatico e alla fine sfuggente. Anche la biografia di Schieder stata opportunamente messa a disposizione del pubblico italiano
e rappresenta il testo di riferimento pi sicuro per lo studioso italiano
T. Carlyle, History of Friedrich II of Prussia, London, Chapman, 1858-1865.
E. Canevari, Federico il Grande, Milano, Mondadori, 1944, p. 416. Lanalisi
militare della guerra dei sette anni occupava quasi la met del volume (pp. 209-360).
3
Voltaire, Vita privata di Federico II. Tradotta dal francese da Giorgio Bassani con un saggio di Alberto Savinio, Roma, Atlantica, 1945.
4
G. Ritter, Federico il Grande, Bologna, il Mulino, 2000 (edizione, con nuova
introduzione, riveduta rispetto alla prima, uscita nel 1970). Il testo di Ritter, pubblicato in prima edizione nel 1936 (Friedrich der Grosse. Ein historisches Profil, Leipzig, Quelle und Mayer, 1936) si pu accostare quanto allinterpretazione generale alla
bella voce per lEnciclopedia Treccani di Federico Chabod (Roma, Istituto dellEnciclopedia Italiana, 1932, XIV, pp. 952-6).
1
2

introduzione

IX

che intenda documentarsi sul complesso della figura di Federico II5.


Nei trentanni che ci separano dal libro di Schieder la ricerca su Federico II e sul suo regno ha affrontato temi nuovi, aspetti sinora poco
o punto analizzati della societ, della cultura e delle istituzioni prussiane. Il quadro che se ne pu ricavare assai pi ricco di sfaccettature e sfumature ed quindi profondamente diverso da quello che
Ritter o anche Schieder avevano ricostruito e descritto nelle loro biografie. I due ampi volumi recenti sul complesso degli aspetti biografici del re e della costellazione sociale, istituzionale, culturale che ne
defin le possibilit di azione rappresentano al momento la miglior
istantanea sulle ricerche recenti6. Anche la ricerca italiana ha recepito
da tempo la necessit di rivedere la ricerca sulla Prussia, uscendo dal
modello angustamente biografico: ha ricuperato e sviluppato spunti
della ricerca tedesca di inizio Novecento legati alla storia costituzionale, ha guardato ai temi approfonditi soprattutto dalla storiografia
della Germania orientale come la storia agraria, ha ricostruito la rete
delle istituzioni culturali e le forme di opinione pubblica politica7.
In occasione del tricentenario della nascita di Federico II (24 gennaio 1712), approfittando anche del ritorno di interesse in Germania
per il periodo federiciano un quarto di secolo dopo le celebrazioni
per il bicentenario della morte nel 1987, apparso opportuno raccogliere saggi di autori tedeschi e italiani che riflettessero i mutamenti
della storiografia pi recente fuori dalla riproposizione del mito di Federico II despota illuminato che ancora conserva i suoi cultori in Italia, perlopi di seconda mano. Contribuire alla conoscenza aggiornata,
condotta sulle fonti nella lingua originale, di una fase indubbiamente
cruciale della storia tedesca appare come un compito nel quale la comunit degli storici europei deve riconoscersi. In questo spirito di collaborazione fattiva, lAccademia delle Scienze di Torino, per energico
impulso del suo presidente nel 2012, Pietro Rossi, ha raccolto studiosi
italiani, tedeschi e inglesi per discutere di Federico II e la nascita della
Prussia moderna il 3 e 4 aprile 2012. Una scelta degli interventi, letti
T. Schieder, Friedrich der Groe: ein Knigtum der Widersprche, Frankfurt/Main, Propylen, 1984 (trad. it. Federico il Grande, Torino, Einaudi, 1989).
6
Friedrich der Grosse in Europa: Geschichte einer wechselvollen Beziehung, a
cura di B. Ssemann e G. Vogt-Spira, Stuttgart, Steiner, 2012.
7
Cfr. a titolo di esempio P. Schiera, Dallarte di governo alle scienze dello stato:
il cameralismo e lassolutismo tedesco, Milano, Giuffr, 1968; G. Corni, Stato assoluto e societ agraria in Prussia nellet di Federico II, Bologna, il Mulino, 1982; E.
Tortarolo, La ragione sulla Sprea. Coscienza storica e cultura politica nellIlluminismo berlinese, Bologna, il Mulino, 1989.
5

introduzione

e discussi in quelloccasione e profondamente rielaborati per la pubblicazione, raccolta ora in questo Quaderno della Rivista Storica
Italiana. La direzione della Rivista Storica Italiana ha accolto con
liberalit i contributi in questa sede prestigiosa. La dott. Paola Rumore (Universit di Torino) ha tradotto i saggi scritti originariamente
in tedesco e ha collaborato alla redazione dei testi.
Freiburg im Breisgau/Torino, giugno 2013
Edoardo Tortarolo

Bernd Ssemann
LO SPIRITO DELLILLUMINISMO E LA POLITICA.
CONTORNI E CONFINI DEL PROGETTO POLITICO
DI FEDERICO II
Stando allimmagine di sovrano che Federico il Grande aveva di
s, la politique rappresentava una delle colonne portanti (points principaux) del suo governo. Nei Testaments politiques del 1752 e del
1768 egli si dilunga sui motivi che hanno ispirato il suo pensiero e
le sue imprese. Analoghe considerazioni si incontrano nellExpos
du Gouvernement Prussien, des Principes sur Lequel[s] il roulle, avec
qualques Reflexions Politiques, redatto nel 1776, nonch nelle Considerations Sur LEtat Politique de LEurope del 17821. Alcune altre informazioni si ricavano poi da vari scritti celebrativi, dalle lettere e dai discorsi. Il sovrano aveva richiesto che si desse lettura
delle trascrizioni pi ampie su questo argomento nellAcadmie
Royale des Sciences et des Belles Lettres de Prusse, che egli stesso
aveva riformato2. La scelta di questa sede prestigiosa era il frutto
di un calcolo ben ponderato sulla pubblica diffusione delle sue idee.
Egli sapeva infatti che alcuni membri dellAccademia avrebbero riferito di quelle idee nelle loro corrispondenze, contribuendo in tal
modo allaccrescimento della sua gloria. Infine, per comprendere
adeguatamente la figura del sovrano, occorre prendere in conside-

1
Questi saggi sono disponibili, insieme ai Testaments politiques, in unedizione
bilingue (tedesco-francese) a cura di R. Dietrich, Die politischen Testamente der Hohenzollern (Verffentlichungen aus den Archiven preuischer Kulturbesitz 20), Kln,
Bhlau, 1986.
2
Riguardo alla storia dellAccademia e al suo significato complessivo per lEuropa cfr. ora E. Tortarolo, Internationalitt in der Akademie der Wissenschaften
zu Berlin, in Friedrich der Groe in Europa. Geschichte einer wechselvollen Beziehung,
a cura di B. Ssemann e G. Vogt-Spira, Stuttgart, Steiner, 2013, I, pp. 293-306.

bernd ssemann

razione i Mmoires pour servir lhistoire du Brandebourg3 e i Mmoires de mon temps4.


Gi prima di salire al trono Federico aveva redatto LAntimachiavel5: egli era infatti persuaso che lattivit di scrittore rientrasse tra
quelle attivit che contribuivano al prestigio del suo ufficio. Il pubblico, e in specie le casate dei principi, accolsero lo scritto secondo
luso del tempo, vale a dire come un documento a cui il sovrano aveva
consegnato osservazioni e riflessioni circa i suoi progetti futuri. Pi
tardi nelle considerazioni preliminari anteposte ai Mmoires de mon
temps Federico riveler la duplice immagine che coltivava di s: limmagine di philosophe6 e di poeta7. Alla pari della gran parte dei sovrani, anchegli si considerava per mestiere un brillante storiografo
una convinzione che lo accomunava a Pietro il Grande e a Caterina
la Grande. Come Federico, anche questi altri sovrani coltivavano il
topos della modestia, fingendo di mettere a disposizione della storiografia successiva una grande mole di materiale per quelle che sarebbero diventate le loro autopresentazioni storiche8. Questo atteggiamento di apparente modestia non impediva tuttavia loro di esprimersi
in maniera risoluta, perentoria e dogmatica.
Da tutti i testi di Federico finora menzionati si possono ricavare
informazioni circa gli aspetti principali del suo governo, le ragioni che
lo mossero ad agire in una maniera anzich in unaltra, i suoi piani,
le sue intenzioni, i suoi metodi, le sue imprese e le riflessioni scatu3
La prima stesura delle Mmoires pour servir lhistoire du Brandebourg risale
al 1747; Federico ne fece dare lettura allAccademia nel maggio del 1748.
4
La prima stesura delle Mmoires de mon temps risale al 1742; nel 1746, 1748
e 1778 segu una serie di revisioni. Gi nel 1767 si possono contare pi di 20 ristampe, e tutte presentano modifiche al testo.
5
Nella Potsdamer Ausgabe delle opere di Federico ora disponibile unedizione
bilingue (tedesco-francese) de LAntimachiavel ou Rfutation du Prince de Machiavel, a cura di A. Baillot e B. Wehinger, in Friedrich der Groe, Potsdamer Ausgabe. Philosophische Schriften, VI, Berlin, Akademie Verlag, 2007, pp. 45-259.
6
Secondo il significato del tempo il philosophe era colui il quale si dedicava allo
studio delle scienze e della poesia, che intendeva indagare gli effetti a partire dalle
loro cause e dai loro principi e che, nella sua natura di spirito libero, non teneva
in conto i doveri e i vincoli consueti della vita civile, e persino cristiana (riguardo al
tema dei filosofi occasionali sul trono cfr. E. Spranger, Der Philosoph von Sanssouci, Heidelberg, Quelle & Meyer, 1962, pp. 10 ss. e passim).
7
B. Wehinger, Der Monarch als Schriftsteller, in Friedrich der Groe in Europa gefeiert und umstritten, a cura di B. Ssemann, Stuttgart, Steiner, 2012, pp.
43-48.
8
C. Clark, Le roi historien zu Fen von Clio, in Friedrich der Groe in
Europa, cit., I, pp. 159-77.

lo spirito dellilluminismo e la politica

rite dal bilancio di quanto aveva di volta in volta conseguito9. I Testaments politiques si rivelano una fonte particolarmente preziosa per
cinque ragioni:
1. essi hanno un grande significato in quanto tali: si tratta infatti
di testi redatti con grande scrupolo, su cui Federico tornato a pi
riprese e a cui ha affidato il proprio modello di sovranit a uso dei
suoi successori;
2. essi contengono riflessioni spontanee, contingenti e occasionate
da eventi specifici, che Federico elabor in circostanze che percepiva
come problematiche;
3. essi presentano le esperienze del sovrano diversamente da quel
che accade nello scritto giovanile LAntimachiavel10 secondo un ordine e una sistemazione che egli stesso aveva concepito, rivelandone
lambizione di offrire un resum dei suoi propri pensieri;
4. essi si condensano di frequente in moniti chiari e imperiosi, ancorch il sovrano affermi pi volte il contrario;
5. insieme ai trattati del 1776 (Expos) e del 1782 (Considrations),
essi consentono uninterpretazione ad ampio raggio. Percorrendo un arco
di quarantanni, i Testaments mostrano chiaramente che cosa persiste e
che cosa muta nelle concezioni di Federico e ci sia relativamente ai
suoi ripensamenti circa le questioni politiche sia rispetto allavvicendarsi
9
La concezione politica e giuridica del monarca stata spesso oggetto di studi
specifici. Parimenti le sue concezioni della morale e delletica. Le presentazioni pi
datate richiedono sovente unintegrazione, a causa della prospettiva eccessivamente ristretta da cui osservano la questione, riducendola alle solite bipolarit, come assolutismo/Illuminismo, machiavellismo/antimachiavellismo, potenza/diritto, ragion di
Stato/umanit, spregiudicatezza/coscienza. Persino le biografie pi recenti tentano di
svelare la legge dellazione di Federico ricorrendo a concetti quali natura bifronte,
dominio delle contraddizioni (Th. Schieder) o doppiezza, se non persino a metafore che rimandano allenigma del suo personaggio o alla contraddizione interna
di Federico (T. Schieder, Friedrich der Groe. Ein Knigtum der Widersprche,
Frankfurt/Main, Propylen, 1983, pp. 341-64: Roi-Conntable, Federico il Grande,
Torino, Einaudi, 1989).
10
LAntimachivel ha influenzato nella maniera pi determinante la ricezione dellidea politica del sovrano prussiano; la mia discussione si serve dellelemento speculativo-teoretico che domina in quellopera solo come termine di confronto. Johannes
Kunisch ha preferito assumere latteggiamento opposto nel suo studio sulle affermazioni di Federico circa la teoria dello Stato. Kunisch ha rinunciato espressamente a
unanalisi dettagliata dei Testaments politiques, poich quei testi sono eccessivamente
diretti allorientamento della prassi. A questo proposito cfr. il suo contributo (in
cui ripropone con qualche modifica un testo pi vecchio), Lob der Monarchie. Aspekte
der Staats- und Herrschaftsauffassung, in Friedrich der Groe in Europa gefeiert
und umstritten, cit., pp. 27-42.

bernd ssemann

delle ragioni che orientarono il suo operato sia, ancora, alla variazione
della funzione della strategia e del posizionamento tattico11.
Gi nel primo Testament politique (1752), la politique occupa un
posto di primo piano accanto allamministrazione della giustizia, alleconomia finanziaria e allorganizzazione militare. Il sovrano concepiva
la politique in pieno accordo con lIlluminismo europeo come unarte,
come larte del governo. Se si possiede questarte, si dispone di una
conoscenza sicura delle misure e dei mezzi adeguati (moyen convenable) per la salvaguardia dei propri interessi: Pour agir Conformement
a Ses Interets il faut Les Conoitres, et pour parvenir a Cette Conoissance il faut de letude, du recoeuillement et de Laplication12. Occorre pertanto studiare accuratamente gli sviluppi che si realizzano in
Europa, concepirli in una maniera scevra da pregiudizi e tenere sotto
controllo la situazione economica e militare. Il principe deve conoscere
la situazione in cui versano le casse dello Stato cos come si conf a
chiunque attenda in maniera avveduta alla propria economia domestica. Nei periodi di pace il sovrano agir pertanto come un ispettore
accorto, intransigente e illuminato dalla ragione (clair par sa raison);
in guerra, invece, sar un comandante capace di pianificare rigorosamente la gestione delle finances e del fourrage. Solo in questo modo
il principe riesce a garantire la sicurezza dello Stato e ad ampliare i
suoi possedimenti. Quando si aspira a realizzare qualcosa di grande,
occorre accrescere la propria potenza e innalzare la propria fama: on
ne parvient des grandes choses quen affrontant de grands hasards13.
Il sovrano inglese s un reggente accorto, ma vede tutto dalla prospettiva del suo principato di Hannover. Per questa ragione le sue considerazioni sono irrimediabilmente unilaterali: La haine quil a contre
la Prusse vient en partie dansienes brouilleries du ministere hanovrien
avec celui de Berlin, et en partie de lenvie quil porte a laccroissement
de puissance de son voissin14.
Ovviamente il carattere soggettivo e contingente pu indebolire la forza espressiva di un testo. Daltra parte questo tipo di unidimensionalit, proprio perch evidente, non costituisce un vero e proprio impedimento allinterpretazione. La situazione delle fonti e lo stato della ricerca sono soddisfacenti, ma sono comunque peggiori di quel che si pensa. Ledizione storico-critica delle opere continua a rimanere
un desideratum.
12
Qui e in seguito si cita da Die politischen Testamente der Hohenzollern, cit.
13
In una lettera al principe Augusto Guglielmo del 12 agosto 1756, in uvres
de Frdric le Grand, a cura di J.D. Erdmann Preu, 30 voll., Berlin, Decker, 184656; voll. X-XV: uvres potiques: XIII, n. 7836, p. 205.
14
Die politischen Testamente der Hohenzollern, cit., p. 332.
11

lo spirito dellilluminismo e la politica

Fig. 1 - Axel Groehl, Staatslenker. Ohne Zgel kommen die Sorgen, Acquarello (propriet privata).

Federico voleva organizzare la sfera politica sulla scorta della piena


convinzione di essere lunico detentore dellautorit dello Stato. Come
sovrano, egli riservava per s tutte le decisioni che egli prendeva in
assoluta autonomia e di cui si riteneva lunico responsabile: Mais sil
est Necessaire que Le prince gouverne par Lui Meme LInterieur de
Son Etat, combien plus Lest il quil dirige Sa politique Lui Meme,
quil face Les alliances qui Lui Convienent, quil forme Lui Meme ses
desseins et prene Son parti dans les Conjonctures Delicates et Scabreusses15. Il sovrano rappresentava il punto di convergenza necessario di tutti i fili del governo16.
Federico poneva al primo posto il proprio servizio (Dienst)17, vale
Ivi, p. 326.
Analogamente anche nel Testament politique del 1768: il faut un point Central qui Unisse toute[s] Les Lignes du Gouvernement, Die politischen Testamente
der Hohenzollern, cit., p. 614.
17
Nel giorno della sua ascesa al trono (il 12 giugno 1740) Federico scriveva a
Voltaire questi versi: Desormais ce peuple que jaime / Est lunique dieu que je sers.
/ Adieu mes vers et mes concerts, / Tout les plaisirs, Voltaire mme; / Mon devoir est
15
16

bernd ssemann

a dire il dovere di rendersi utile alla patria e di servirla18. opportuno fare alcune considerazioni a questo proposito, trattandosi indubbiamente della pi citata tra le sue dichiarazioni. Il termine su cui
si regge la questione, che in tedesco viene perlopi reso con Diener
(servitore), incontra in francese molteplici sfumature di significato. Il
sovrano si descriveva come il premiere domestique de ltat o come
il premier Serviteur de lEtat o, ancora, come il premier magistrat
o premier ministre19. Cos facendo, Federico spostava laccento sui
diversi aspetti del suo ruolo, dava voce a esigenze diverse e si riferiva
a circostanze differenti. Queste sfumature possono venir colte a partire dai differenti contesti in cui veniva descritto il ruolo del sovrano
e confermano il sospetto che Federico ne abbia di volta in volta consapevolmente accentuato un aspetto o laltro. Soltanto la formulazione
le premiere domestique de ltat richiama un concetto assimilabile
al tedesco Diener, ancorch nel francese si alluda anche al ruolo di
pubblico ufficiale (Amtstrger) o di funzionario (Beamte). Parlando
di s come del premiere Serviteur de lEtat, Federico poneva invece
laccento sulla sua funzione di servizio e sul carattere esemplare delle
sue azioni; nellespressione premiere magistrat spostava invece lattenzione sulla sfera della gestione dello Stato e, di conseguenza, sul
rapporto tra il sovrano e i suoi sudditi; con premier ministre rimarcava il significato della sovranit rispetto allorganizzazione costituzionale dello Stato. Complessivamente, per, in tutte queste formulazioni limmagine di Federico si pone in netto contrasto sia con
la figura del sovrano assoluto (la matre absolue), sia con quella del
reggente ozioso.
Lo spirito di servizio non si rivolgeva, per Federico, esclusivamente al suo governo, ma si estendeva anche al tempo a venire, con
lintento di predisporre le condizioni favorevoli per lazione politica
del suo successore. Al contempo, per, egli aveva ben chiari i limiti
delle sue possibilit: Federico non si aspettava affatto che i suoi progetti trovassero una realizzazione immediata. La storia non progredisce in maniera lineare. Nel mondo tutto sottost alla legge del mutamon dieu suprme, Aus dem Briefwechsel Voltaire Friedrich der Groe, a cura di
H. Pleschinski, Zrich, Haffmans Verlag, 1992, p. 177.
18
La patria prese per Federico il posto della trascendenza. Il 18 settembre 1760
egli confessava allamico Jean Baptiste de Boyer, Marquis dArgens, con sguardo retrospettivo: Dovete sapere che non necessario che io viva, ma che io faccia il mio
dovere e combatta per la mia patria (que je combatte pour ma patri) per salvarla, se
possibile (T. Schieder, Friedrich der Groe, cit., p. 381).
19
Die politischen Testamente der Hohenzollern, cit., p. 328 e passim.

lo spirito dellilluminismo e la politica

mento. Ogni situazione mostra le sue irriducibili peculiarit. La morte


annienta chi dispensa consigli insieme a tutti i suoi piani20. Nei Testaments politiques Federico procede come un nocchiero che conosce
bene le zone tempestose del mare della politica, e le segnala per tempo.
Ma nella sfera della politique interieure Federico non si accontentava di queste misure particolari: egli guardava alle istituzioni politiche, sociali e giuridiche, e si preoccupava che ogni azione avesse una
propria legittimit. I processi andavano rigorosamente condotti sulla
base di un fondamento giuridico. Il sovrano non doveva influenzare
la giurisdizione21. Egli aveva il dovere di mantenere in forza la legge
e di esaminare le singole sentenze per stabilire se in un caso o in un
altro non sarebbe stato pi opportuno giudicare in maniera pi o
meno severa: cest dans Les tribunaux ou les lois doivent parler et
ou le souverain doit se taire, mais en meme tem[p]s ce Silence ne ma
point empech davoir Les yeux ouvert pour Veiller sur La Conduite
des juges []22. Occorre controllare periodicamente tutte le istituzioni, affinch le riforme siano introdotte con tempestivit. Limmobilit condurrebbe alla rovina; limperfezione dellagire umano ha sem-

Federico ha rimarcato ripetutamente nei suoi scritti e nelle sue corrispondenze


di trarre forza, lucidit e libert interiore dalla certezza di potersi suicidare (cfr. P.
Paret, Ein einzigartiges Leben verschiedentlich reflektiert, in Friedrich der Groe
in Europa gefeiert und umstritten, cit., pp. 13-26, e T. Stamm-Kuhlmann, Vom
rebellischen Sohn zum Landesvater. Der Herrscher zwischen Familie und Staat, in
Friedrich der Groe in Europa, cit., I, pp. 4-20).
21
M. Wienfort, Gesetzbcher, Justizreformen und der Mller-Arnold-Fall, in
Friedrich der Groe in Europa, cit., II, pp. 33-46.
22
Die politischen Testamente der Hohenzollern, cit., p. 256. Nel caso del mugnaio Arnold, Federico revoc per in forza della propria autorit le decisioni dei
giudici. Egli giustific il proprio intervento accusando i giudici di aver favorito il nobile proprietario terriero. Lo ripugnava la violenza del procedimento che aveva condotto allarresto del mugnaio e di sua moglie, e alla confisca del mulino. Il sovrano
fece quindi arrestare i giudici, restituendo nuovamente al mugnaio il mulino. Lintervento di Federico suscit grandi consensi tra il pubblico. Ma il caso era ben pi
complicato di quanto non avesse inteso il sovrano. Gli storici della costituzione e del
diritto non si accordarono mai riguardo alla valutazione del caso Arnold. Essi mostravano di comprendere sia il sovrano, che propugnava una giustizia uguale per
tutti, sia i giudici, che avevano motivato in maniera assai accurata la condanna del
mugnaio. Appare comunque evidente che Federico, facendo arrestare i giudici, ag
contro il principio dellautonomia della giustizia da lui stesso rivendicato. Egli esigeva una sentenza chiara, che tutti i sudditi potessero comprendere. La sua sovranit
sarebbe stata incoronata con la fama di Federicus legislator, cfr. M. Diesselhorst,
Die Prozesse des Mllers Arnold und das Eingreifen Friedrichs des Groen, Gttingen, Schwartz, 1984, pp. 60 ss.
20

bernd ssemann

pre bisogno di venir corretta: Elle est Nessaire et ramener toute Les
choses au but de leur Institution23.
Altero e determinato Federico proclama di non aver mai convocato un consiglio dei ministri. Riteneva infatti che quellistituzione
fosse altamente dannosa; era molto difficile che tante teste mirassero
a un obiettivo comune, operando in maniera ferma e risoluta in vista
del suo conseguimento: un sistheme ne peur emaner que dune Tete;
donc il faut quil parte De Celle du Souverain24. Sotto questo rispetto,
e in alcuni altri casi, Federico dava parzialmente ragione a Machiavelli. Un principe sovrano poteva nutrire lambizione di distinguersi
per i suoi successi militari. Ma le ambizioni devono accompagnarsi
alla saggezza che sola pu garantirgli di agire secondo ragione e di
essere votato a unimpresa giusta. Un atteggiamento siffatto preservava il principe ambizioso dal fascino delle disputes frivoles e dal
commettere azioni sconsiderate nei confronti di avversari potenti, cadendo in rovina25. La guerra, nel migliore dei casi, doveva rappresentare lextrema ratio: Les Aquisitions quon fait par la plume, sont
toujours preferables a celles que lon fait avec Lepe26. In questo
modo luomo politico non era esposto alle peripezie del fato o alla
contingenza delle circostanze: agendo in questa maniera avveduta, egli
metteva al riparo sia le sue finanze sia le sue forze militari, senza per
perdere la presa sul futuro, vale a dire sulla giovent operosa. Fu cos
che la Prussia che ancora nel 1752 difettava di forza interna (force
intrinseque) riusc col tempo a diventare una delle principali potenze europee.
Nel Testament politique pi tardo, del 1768, si legge che luomo
politico non deve soltanto sforzarsi di anticipare gli eventi futuri, ma
deve altres conoscere lo spirito del popolo (le Genie des peuples):
Les prussiens ne manqent pas desprit; il y en a qui forment de
bon[s] sujets27. Il sovrano deve per preoccuparsi innanzitutto di affermare se stesso28. Molti degli ampliamenti sostanziali che si incontrano in questo scritto rispetto alla versione del 1752, cos come liDie politischen Testamente der Hohenzollern, cit., p. 256.
Ivi, p. 326.
25
LAntimachiavel ou Rfutation du Prince de Machiavel, cit., p. 204: Cest
grand, jen conviens, mais ce nest louable qua proportion que lentreprise du conqurant est juste, nonch p. 206.
26
Ivi, p. 174.
27
Ivi, p. 588.
28
M. Junkelmann, Der Militrstaat in Aktion. Kriegskunst des Ancien Rgime,
in Friedrich der Groe in Europa, cit., II, pp. 166-91.
23
24

lo spirito dellilluminismo e la politica

nasprimento di alcune idee, furono il risultato delle esperienze vissute


da Federico durante le guerre di successione austriache. Per questa ragione non deve affatto stupire che rispetto alla guerra preventiva la
posizione di Federico si avvicinasse a quella di Machiavelli. Al di l
di ogni dichiarazione idealistica dei primi decenni del suo governo, in
quegli anni Federico aveva imparato a riconoscere chiaramente legoismo e linvidia, lipocrisia e la vilt nelle azioni degli uomini, e persino lastuzia e la crudelt. Di fronte a queste bassezze occorreva celare la propria ambizione: et Le Moyein de Cacher son ambition secrete est daffecter des sentiments passifiques jusquau Moment favorable ou lon peut deployer Ses Vues secrettes29. La questione morale
rimaneva tuttavia immutata: un principe aveva il diritto di ingannare
gli altri reggenti?30 Ovviamente un posto predominante occupato
dalle riflessioni sulle questioni militari e sulla politica delle alleanze31.
Lultima tappa delle guerre per la successione sul trono austriaco
che avevano coinvolto lEuropa intera, la cosiddetta Guerra dei Sette
anni, aveva indebolito straordinariamente la Prussia. Quella guerra
rientrava tra le esperienze pi significative di Federico, e lo avrebbe
legato inscindibilmente, anche in futuro, alla Russia. Da quellesperienza Federico aveva anzi capito che sarebbe stato opportuno stringere ulteriormente lalleanza tra i due paesi; ma occorreva attendere
una circostanza opportuna32. Chi non sa pazientare e non d mostra
di modration non giunger mai alle vette dellarte politica. Al tempo
la situazione era difficile da prevedere, poich Je Vois partout des
principes de changemens33.
Otto anni pi tardi Federico scriveva il suo Expos du Gouvernement Prussien, des Principes sur Lequel[s] il roulle, avec quelques
Reflextions Politiques (1776). Lalleanza con la Russia, cos vi si leggeva, gli stava a cuore come mai prima. La Zarina avrebbe potuto
procurare i danni peggiori ai territori orientali del suo regno. Ma di
nuovo Federico tornava ad affermare che i tempi avrebbero potuto
cambiare e condurre ad altre alleanze. Occorreva comunque tenere
accuratamente celati i propri progetti ambiziosi: Un Village sur La
Die politischen Testamente der Hohenzollern, cit., p. 652.
Nel secondo Testament politique Federico formula le sue idee in maniera talmente inequivocabile che la monarchia degli Hohenzollern ne proib la pubblicazione
fino alla fine.
31
B.R. Kroener, Eine Armee, die sich ihren Staat geschaffen hat?, Militrmonarchie und Militarismus, in Friedrich der Groe in Europa, cit., II, pp. 233-49.
32
Die politischen Testamente der Hohenzollern, cit., p. 648.
33
Ivi, p. 682.
29
30

10

bernd ssemann

Fig. 2 - Caricatura di John Lodge (1692-1774): The Polish Plumb-Cake, 1774.

frontiere Vaut mieux quune principaut a 60 Lieux. Cest une Attention necessaire de cacher autant quil est possible Ses Desseins dambition []. Le Segret est une Vertu Essencielle pour La politique aussi
bien que pour Lart de la Guerre34.
Federico non afferma in nessuno dei suo scritti che la politica e
lambito politico in generale si esauriscono in una pura azione di governo; essi coinvolgono piuttosto un insieme di questioni che si possono individuare in cinque ambiti principali: la gestione interna (De
la politique intrieure), il quadro del sistema politico europeo nel suo
complesso (De la politique extrieure), la giustizia, la finanza e lesercito.
34

Ivi, p. 706.

11

lo spirito dellilluminismo e la politica


Testament

1752
1768

Diritto

1
a stento 1

Finanza Politica interna Politica estera Esercito Quota

22
19

12
12

42
35

23
33

%
%

Le proporzioni sono inequivocabili: soltanto due pagine del Testament politique del 1752 concernono questioni relative allordinamento giuridico appena introdotto. Seguono, quanto allo spazio che
occupano, le finanze e lesercito in misura pressoch uguale. La politica estera tre volte e mezzo pi presente della politica interna. Questa partizione di massima rivela quale fosse in realt linteresse principale di Federico, e rispecchia al contempo le sue preoccupazioni pi
urgenti. Il confronto quantitativo dei due Testaments politiques rivela
i seguenti cambiamenti: lopera cresce, nel 1768, del 17%; lordine tematico muta anche nel senso che le considerazioni militari vengono
espunte dalla parte sulla politica estera e vengono accostate a quelle
sulle finanze; le considerazioni sul diritto vengono ridotte allo 0,8%,
mentre quelle sulle finanze sono limitate al 19%, e la politica interna
mantiene comunque lo spazio che aveva nel 1752; lattenzione per le
questioni militari cresce notevolmente dopo lesperienza delle tre guerre
della Slesia fino a occupare un terzo del Testament politique; le considerazioni di politica estera si riducono di un terzo.
Il confronto qualitativo tra i due Testaments offre il seguente quadro dinsieme: n questi scritti n gli altri trattati di Federico sembrano fondarsi sul progetto teorico di un illuminista, di un principe
illuminato. Nettamente predominanti sono le considerazioni legate a
situazioni concrete, in cui il governo e la responsabilit vengono viste dalla prospettiva di un sovrano assoluto. Federico vedeva una connessione diretta tra le azioni e le meditazioni, indipendentemente dal
fatto che si trattasse di suggestioni di tipo religioso o filosofico35. Le
concezioni di Federico non rimanevano mai su un piano puramente
formale, ma lo conducevano sempre, grazie a riflessioni pragmatiche
e finalizzate a uno scopo preciso, a rivendicare il suo senso di responsabilit. Nello scritto De la politique intrieur egli aspirava con
la docile madre tolleranza a un bonum Commune, a una felicit
35
M. Kerautret, Religise Toleranz oder philosophische Indifferenz, in Friedrich
der Groe in Europa, cit., II, pp. 47-66; R. Nrnberger, Friedrich der Groe als
Staatsmann, Hannover, Niederschsische Landeszentrale fr Politische Bildung, 1986,
p. 6 (riveduto con il titolo Friedrich der Groe. Rflexiones sur Charles XII, in Spiegel der Geschichte. Festgabe fr Max Braubach, a cura di K. Repgen e S. Skalweit,
Mnster, Aschendorff, 1964, pp. 590-601).

12

bernd ssemann

generale. Nel 1752 scriveva, a proposito del cattolicesimo, di auspicare unamicizia con il Papa e di collocarsi in una posizione neutrale
tra Roma e Ginevra. Nel 1768 le sue considerazioni assumevano un
tono decisamente pi superficiale e si infarcivano di frasi fatte: se si
affrontano con rigore le continue ostilit non si perviene a conflitti.
In una politica interna felice rientrava in massima misura, secondo
Federico, tanto la colonizzazione interna quanto lamministrazione dei
territori, dei domini e dei depositi. Oltre a ci egli si occupava abbondantemente di politica sanitaria, demografica e migratoria, nonch
di politica dei traffici, dei commerci, del lavoro, di politica culturale
e delle istituzioni preposte allinsegnamento, del controllo delle notizie e di politica della stampa e della censura. Esattamente secondo lidea della letteratura cameralistica, tutte le istituzioni giuridiche, statali
e militari dovevano curarsi collettivamente e di comune accordo della
sicurezza del paese. La polizia (Policey) non era dunque innanzitutto preposta a combattere i crimini, ma alla promozione di una condotta decorosa (das betragen) e di una certa agiatezza (die bequemlichkeit). Tuttal pi i cosiddetti Kreisausreiter (guardie a cavallo) e gli ispettori di polizia si preoccupavano dellordine, vale a
dire del rifornimento sufficiente di generi alimentari e del benessere
collettivo36.
Dal momento che Federico destinava una grande parte dellattivit amministrativa alla gestione complessiva delle entrate e delle uscite
dello Stato, sembra evidente che egli guardasse alla politique da ununica prospettiva. Incrementando tutte le risorse di cui disponeva il sovrano, essa era pensata come strumento al servizio delle sue decisioni.
La politique non era per concepita in vista di una generica salvaguardia della sovranit; essa doveva invece occuparsi concretamente,
allinterno dello Stato, della conservazione del privilegio dellautonomia decisionale del sovrano contro le continue richieste di cooperazione. Federico riteneva che per questo fine vi fossero mezzi eccellenti: la forte centralizzazione dei procedimenti amministrativi e la
concentrazione e razionalizzazione della sua propria autorit. In questo modo egli contrapponeva unautentica e una falsa politica.
A tale scopo nei Testaments politiques Federico passava in rassegna lintero spettro delle attivit del sovrano. Nel De la politique intrieure analizzava in maniera sistematica alcune parole chiave: nobilt,
Cfr. Geschichtliche Grundbegriffe. Historisches Lexikon zur politisch-sozialen
Sprache in Deutschland, a cura di O. Brunner et al., IV, Stuttgart, Klett-Cotta, 1978,
p. 836 e p. 885.
36

lo spirito dellilluminismo e la politica

13

citt, cittadino, contadino, ecclesiastico e, dun tratto, les princes de


sang. Seguivano temi pi generali, come la munificenza del principe,
lautocrazia e il suo impegno personale nel governo; oppure questioni
particolari relative allallestimento del cerimoniale di corte. In generale Federico nutriva una concezione ideale del sovrano in netto contrasto con la visione machiavelliana della politica come arte del buon
governo tirannico. Nel far ci si ispirava ai principi fondamentali che
gli enciclopedisti francesi avevano dichiarato essere i criteri distintivi
di un agire politico razionale. Nei suoi scritti politici principali redatti
dopo il 1742 il sovrano si concedeva riserve non irrilevanti rispetto a
quanto aveva sostenuto nellAntimachiavel37. Dopo le prime due guerre
di Slesia Federico aveva trasformato il concetto un tempo astratto di
politique in un vero e proprio concetto di politica reale38. Esso prevedeva due obiettivi: lampliamento territoriale e lincremento della sicurezza complessiva del regno, vale a dire sociale, finanziaria e militare. Quale fosse il grande valore che Federico riconosceva a questi
due obiettivi emerge chiaramente dal Testament politique del 1768. Si
tratta dellesigenza irrefrenabile di preservarsi da qualsiasi eventualit
e di predisporsi alla ponderazione oggettiva delle diverse maniere in
cui potevano evolvere le diverse situazioni; la parola dordine era
toujours en vedette.
Al di l di qualsiasi questione morale, la sicurezza e laffermazione
duratura del potere divennero per Federico le priorit somme. Nella
politica interna si trattava pertanto di assicurare allo Stato le risorse
necessarie: la ripresa dei commerci, lordine delle finanze e la potenza
dellesercito. Per questa ragione la nobilt meritevole e devota, zelante
e compiaciuta (la nobilt respectable) doveva godere di una protezione
particolare da parte del sovrano39. E infatti Federico ne rafforz lo
spirito di corpo dispensando benefici, privilegi e onorificenze. Agli ufMachiavelli corrompit la politique, et entreprenait de dtruire les prceptes
de la saine morale. [] Jai toujours regard le Prince de Machiavel comme un des
ouvrages les plus dangereux qui se soient rpandus dans le monde, LAntimachiavel ou Rfutation du Prince de Machiavel, cit., p. 46.
38
Rispetto allinconciliabilit delle brame di potere con limmagine di un sovrano
moderato e riflessivo, vale a dire rispetto al tentativo compiuto da Federico di conciliare su un piano superiore le idee illuministico-umanitarie con gli istinti agonali
cfr. J. Schumpeter, Zur Soziologie der Imperialismen (1919), in Id., Aufstze zur Soziologie, Tbingen, Mohr, 1953, pp. 72-146, nonch T. Schieder, Friedrich der Groe,
cit., pp. 102-26.
39
G. Birtsch, Zur sozialen und politischen Rolle des deutschen, vornehmlich
preuischen Adels am Ende des 18. Jahrhunderts, in Der Adel vor der Revolution, a
cura di R. Vierhaus, Gttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1971, pp. 77-95.
37

14

bernd ssemann

ficiali nobili la borghesia otteneva quel grado solo in guerra doveva venir inculcato il convincimento che tutti loro erano innanzitutto
dei prussiani e che dovevano agire di conseguenza, a prescindere dalla
loro provenienza effettiva. Come misure di protezione di fronte alle
aggressioni esterne Federico prediligeva i mezzi tradizionali, quindi le
alleanze e le coalizioni. Al contempo ammoniva continuamente i suoi
successori affinch non si abbandonassero alla fiducia eccessiva o a
forme di confidenza inopportuna. Ogni Stato persegue i suoi propri
interessi, che nel corso del tempo possono anche mutare. Il principio
della rispondenza al fine orienta sia le massime dazione, sia la scelta
dei mezzi politici adeguati. Pur procedendo sulla base di questi presupposti, occorre per tener ben presente che nellambito della politique vige una legalit sua propria.
Lattore politico che persegua con rigore i propri interessi non pu
venir danneggiato dalla politique in maniera imprevista, e neppure ne
pu venir deluso o gettato in disgrazia. In circostanze particolari, e
per necessit, si possono rompere patti e alleanze. Qui lautore dellAntimachiavel si accosta a un tipo di sovrano pi orientato al modello machiavellico: un sovrano disposto a rompere i patti, favorevole
alla guerra privata e conquistatore. Le contraddizioni tra i principi che
Federico professava e la sua azione effettiva emergono nella maniera
pi nitida nellambito del diritto. Mi limiter a tre esempi.
Nonostante i suoi principi, nel caso Mller-Arnold il sovrano si
oppose al tribunale supremo non soltanto rivendicando fermamente
la propria autorit (che pure gli spettava in quanto sovrano), ma violando lindipendenza dei giudici. Di contro, nel processo contro Katte,
suo padre non aveva mai neppure preso in considerazione lidea di
manipolare il procedimento giudiziario, di mettere in discussione lindipendenza del tribunale o di sanzionare e incarcerare i giudici che
avevano espresso un parere a lui contrario. Federico, invece, rompeva
patti, alleanze e coalizioni, e imbrogliava ripetutamente alleati e amici,
a cominciare dalla doppia rottura del trattato di Nymphenburg fino
allo scioglimento (che non fu certo lultimo) dei patti prussiano-francesi.
Federico era poi incoerente anche rispetto al controllo sulla stampa
e sullinformazione. La prassi della censura mostra nel corso dei decenni un quadro assolutamente disomogeneo. La libert di stampa e
la soppressione della censura nella sfera pubblica annunciata al tempo
della sua ascesa al trono avevano avuto un valore solo temporaneo.
Leditto per il ripristino della censura del 1749 risparmiava la Slesia. La circolare per la censura dei libri e degli scritti che verranno

lo spirito dellilluminismo e la politica

15

pubblicati del 1772 non riguardava n la Slesia n la Pomerania. Nel


suo 35esimo anno di governo (1775) un rescritto estese il controllo a
tutti i territori prussiani. Soltanto lAccademia e i Collegi dei medici
continuavano a rimanere esenti da censura. Di fatto per non tutto
quel che era previsto dalleditto veniva poi realmente sottoposto a
controllo. E ci, per la semplice ragione che lufficio superiore preposto alla censura pativa una carenza di personale, e in generale mostrava somma negligenza nellimpiego degli addetti ai controlli40. Le
autorit supreme competenti erano del tutto disinteressate a una rigida censura, in sintonia con i principi illuministici da tempo ormai
assai popolari. Ai viaggiatori stranieri come lo scozzese affiliato della
massoneria, il futuro Generale John Moore saltava agli occhi la noncuranza con cui i comuni passanti criticavano confronti delle disposizioni del governo e persino le misure disposte dal sovrano. Era persino possibile, osservava Moore, acquistare libercoli in cui il sovrano
era fatto oggetto delle satire pi sprezzanti41.
Parimenti discontinue erano anche le misure riformatrici di Federico. Prediligevano la regione del Brandeburgo e trascuravano vaste
zone a oriente. Non applicavano il sistema di reclutamento unilaterale basato sui cantoni in ogni territorio occidentale. La Slesia, godendo dello stato di zona a gestione speciale42 e di un proprio Ministro provinciale della giustizia assai prominente, possedeva un sistema giuridico autonomo rispetto a quello del resto del regno. Solo
di rado le istituzioni che operavano intralciandosi a vicenda, vennero
riorganizzate nelle loro sfere di competenza. Federico non si cur
neppure del numero crescente di banche che sorgevano luna accanto
allaltra. Limpressione che si ricava dai suoi Testaments politiques
ossia che egli favorisse uno stile di governo chiaro e trasparente era
smentita dai fatti. I ministeri cruciali e il direttorio generale persero
la loro influenza, mentre le amministrazioni provinciali incrementarono le loro competenze. Il monarca prediligeva una forma di comunicazione personale, diretta e segreta. Il sistema collegiale seguito
da suo padre venne abbandonato a favore di un governo con un gabinetto di segretari composto di assai poche persone fidate. Ancorch
Per questa ragione nellultimo lustro del regno di Federico molti libri di argomento filosofico e di scienza naturale ed economica rimasero al riparo dalla censura.
41
C. Clark, Preuen. Aufstieg und Niedergang 1600-1947, Mnchen, Pantheon,
2006, pp. 303 ss.
42
K. Berndl, Ernst Ferdinand Klein (1743-1810). Ein Zeitbild aus der zweiten
Hlfte des 18. Jahrhunderts, Mnster, LIT Verlag, 2004, p. 218.
40

16

bernd ssemann

le misure della gestione quotidiana si complicassero enormemente nel


corso degli anni, Federico continu a riservare per s la gran parte
delle decisioni.
fuori di dubbio che Federico esercitasse un potere assoluto; pi
dubbia risulta invece la possibilit di considerarlo un illuminista tout
court. Senzaltro le idee dellIlluminismo ne hanno in larga parte influenzato le riflessioni e loperato. Egli stesso riconosceva daltra parte
la necessit di imporre un limite alla propria volont organizzatrice e
riformatrice. Doveva scendere a compromessi: non intendeva infatti demolire la base feudale della sovranit assoluta, ovvero lorganizzazione
della societ in ceti, la posizione privilegiata della nobilt e il ruolo di
primo piano rivestito dallesercito. Una realizzazione ampia, sistematica e coerente delle idee illuministiche avrebbe invece condotto, sia in
Prussia sia in altri Stati, al sovvertimento dellAncien rgime43. Lo spazio per una realizzazione anche solo accennata dei diritti delluomo e
degli ideali dellumanit era quindi angusto. Soltanto nei discorsi incauti pronunciati al desco e assolutamente lontani dalle orecchie del
pubblico era consentito discutere di principi, di religione, di morale,
di fede, del ruolo sociale delluomo e della donna, o della libert del
volere44. Federico proibiva per qualsiasi critica al suo operato politico. Se il discorso si appropinquava alla questione, egli diveniva tagliente, ironico e non di rado offensivo. Quando Voltaire diede segno
di non volersi attenere a questa disposizione, il sovrano lo rimprover
duramente nella maniera che si conf a chi detiene il potere assoluto,
ricordandogli altres il suo rango di cortigiano45. In questo senso Federico rimane un rappresentante dellAncien rgime.
43
Anche dalla corrispondenza letteraria di Melchior Grimm, che circolava in
tutte le corti europee, emerge questa preoccupazione, cos come dallo scambio epistolare infarcito di idee illuministiche che Federico intratteneva con Voltaire. Federico riceve la corrispondenza dal 1763, Caterina la Grande dal 1764 (Correspondance
prive de Frdric-Melchior Grimm 1723-1807, a cura di J. Schlobach, Genve, Slatkine,
2009). La corrispondenza di Federico con Voltaire si protrae, con qualche interruzione, per tutta la vita del sovrano; dopo il 1763 Caterina la Grande intrattiene per
circa quindici anni uno scambio epistolare con Voltaire (Katharina die Groe / Voltaire. Monsieur Madame. Der Briefwechsel zwischen der Zarin und dem Philosophen, a cura di H. Schumann, Zrich, Manesse-Verlag, 1991). Federico rappresentava per Caterina il modello del sovrano illuminato e illuminista: ammirava lattivismo, la volont organizzatrice e lo spirito dinamico del monarca prussiano.
44
Se alcuni interlocutori volevano comunque esprimere le loro riflessioni, la censura glielo impediva. Gli stessi membri dellAccademia dovevano servirsi dei circuiti
clandestini per far circolare le loro pubblicazioni su questi temi.
45
B. Ssemann, Monarchen als Moderatoren aufklrerischer Vorstellungen und

lo spirito dellilluminismo e la politica

17

Federico riteneva che il Sacro Romano Impero e la sua costituzione fossero obsoleti, stravaganti e bizzarri. Non lo reputava una
grandezza degna di divenire oggetto di attenzione. La sua Prussia si
sarebbe mantenuta intatta grazie allinvidia dei principi e delle potenze
vicine, ma il numero dei piccoli principati e delle citt del regno scem
progressivamente (1752). Dopo il 1746 lanno in cui il sovrano rinunci a imporre il rispetto delle decisioni imperiali nel regno Federico aveva ritenuto superflui molti interventi nella politica dellImpero da parte della Prussia. La stessa campagna del 1787/88 non aveva
assunto la portata di una guerra secondo i vecchi parametri. Il sistema
del regno era ormai per Federico un mulo esanime, incapace ormai
di reggere alcun carico.
Tento ora di presentare una sintesi di quanto detto e di affrontare
la questione relativa alleffettiva portata storica e interpretativa che risiede nei due concetti centrali di politica e di Illuminismo.
La prassi di governo di Federico si muoveva entro una cornice di
idee e di concezioni illuministiche. Lelemento illuministico si espresse
nella prassi politica in pi occasioni: nella ampia soppressione della
tortura, nellaver richiamato a Halle il filosofo Christian Wolff condannato allesilio da Federico Guglielmo I, nei proclami a favore della
tolleranza, nella codifica e nella garanzia del dibattimento giudiziario,
nonch nei tentativi risoluti di coniugare la sovranit e la dimensione
spirituale sotto la volta delle idee illuministiche, e promuovendone
nuovi ampi sviluppi. Gli effetti delle iniziative intraprese nellambito
dellistruzione pubblica si percepirono chiaramente solo nel corso del
secolo successivo46. Listruzione divenne un compito dello Stato. Da
allora la responsabilit dellistruzione elementare e delle formazione
degli insegnanti prese a ricadere sullamministrazione pubblica, cos
come leducazione musicale in tutto il Paese il che rispondeva a un
particolare interesse di Federico. Voltaire47, Kant e gli illuministi berForderungen in Europa. Zum Selbstverstndnis von Friedrich II. und Katharina II.
als philosophes, in Wo bleibt die Aufklrung? Aufklrerische Diskurse in der Postmoderne. Festschrift fr Thomas Stamm-Kuhlmann, a cura di L. Gth, Stuttgart, Steiner, 2013, pp. 37-56: p. 47.
46
Christopher Clark rimanda al patrimonio di idee illuministiche che circolava
nelle scuole dei magistrati e menziona a titolo di esempio il caso di Neuruppin, cfr.
C. Clark, Preuen, cit., p. 189 (manca lindicazione delle fonti).
47
Voltaire aveva gi celebrato il principe reggente come un principe filosofo,
che render felici gli uomini [] Non vi principe che nutra una simile volont di
riportare i propri Stati allet delloro [] un giorno [] sarete osannato dai Vostri
popoli e lodato nel mondo intero (Katharina die Groe / Voltaire, cit., pp. 13 ss.

18

bernd ssemann

linesi48 lo celebrarono per questo suo impegno. E lo fecero con lobiettivo, espresso con cautela, di considerare ci che idealmente speravano di veder realizzato come una conseguenza di quel che gi era
stato fatto. Ci rivela sotto la pressione della censura una forma
sottile di costrizione esercitata dagli intellettuali.
Agli occhi del pubblico interessato alle questioni di Stato, loperato di Federico soddisfaceva appieno limmagine della politica. I
sudditi concepivano che il loro servizio nei confronti del sovrano si
fondeva con quello nei confronti dello Stato. Federico vedeva nello
Stato il destinatario del suo operare: considerava un proprio dovere,
da quando aveva letto Christian Wolff e Pierre Bayle, lavorare per il
bene di tutti. Si ispirava alla morale illuministica, a un universalismo
piuttosto astratto (Friedrich Meinecke)49. E, infine, anchegli credeva
al progresso del genere umano cos come concepito da Voltaire, e al
potenziamento superiore (Leopold von Ranke) della cultura e della
civilt. Dietro a coloro i quali rivestivano uffici pubblici nella citt e
nel Paese si stagliava la figura patriarcale di Federico. Nessun Hohenzoller prima di allora aveva mai goduto di unimmagine simile a quella
di Federico n mai aveva svolto in maniera tanto risoluta la sua funzione esemplare e assunto quindi un atteggiamento altrettanto netto.
Al contempo egli limit drasticamente le convenzioni, il cerimoniale
e il culto della sua persona50. Non mancava tuttavia lelemento di rappresentanza della politica. Ma Federico si sforzava di non ostentarlo
nel rituale che accompagnava le sue apparizioni pubbliche e la sua
persona in generale; esso traspariva invece in maniera piuttosto astratta
dalla cultura giuridica e dallarchitettura di Berlino e soprattutto di
Potsdam51.
(lettera del settembre 1736). Nel febbraio del 1737 Voltaire apostrofava Federico come
la sua terra promessa (ivi, p. 38) e il 20 dicembre del medesimo anno lo chiamava
il giovane Salomone del Nord (ivi, p. 80).
48
Cfr. Berliner Aufklrung. Kulturwissenschaftliche Studien, a cura di U. Goldenbaum e A. Kozenina, II, Hannover-Laatzen, Wehrhahn, 2003.
49
F. Meinecke, Idee der Staatsrson in der neueren Geschichte, a cura di W.
Hofer, Mnchen, Oldenbourg, 19602, pp. 345-47; quel che segue tratto dai discorsi
di Ranke per il re Massimiliano II di Baviera (1854), cfr. L. von Ranke, ber die
Epochen der neueren Geschichte. Historisch-kritische Ausgabe, a cura di T. Schieder
e H. Berding, Mnchen-Leipzig, Duncker & Humblot, 1971, pp. 58-62.
50
Cfr. B. Stollberg-Rilinger, Offenbare Formlosigkeit? Der Stilwandel des diplomatischen Zeremoniells, in Friedrich der Groe in Europa, cit., I, pp. 354-71.
51
Il sovrano non innalzato a una condizione superiore e non gli si riconosce la somma autorit affinch egli trascini la propria esistenza in maniera negligente
e svogliata, affinch parassiti il suo popolo e viva felice mentre tutto intorno si tra-

lo spirito dellilluminismo e la politica

19

Il castello di Sanssouci, con la sua tavola rotonda divenuta presto


leggendaria, assunse le forme di una Babele del peccato. La corte era
considerata il luogo non cristiano di un libertinismo francofilo. Non
veniva affatto vista come il luogo in cui si discorreva seriamente dei
fondamenti sociali, giuridici e morali dello Stato assoluto o del suo
ordine duraturo. Ma proprio qui, tra i salotti letterari e le disquisizioni nella cerchia di intimi frequentatori, Federico raggiunse una conoscenza e una verit che esulava da ogni spiegazione tradizionale in
senso teologico e religioso. A Potsdam egli trov ispirazione per orientarsi nelle questioni che gli stavano a cuore: la guerra e la pace, o la
legge, il dominio e la libert52. Indubbiamente le idee illuministiche
discusse a Potsdam si riflettevano sullagire politico53. Ma molto spesso
il monarca scendeva a compromessi, abbandonava le idee illuministiche, rompeva patti, alleanze e coalizioni, ingannava ripetutamente gli
alleati e persino gli amici. Per Federico nessun titolo giuridico poteva
rivendicare unassoluta legittimit, come si legge nellAntimachiavel:
Javoue, dailleurs, quil y a des ncessits fcheuses o un prince ne
saurait sempecher de rompre ses traits et ses alliances54. La preoccupazione di garantire il benessere del proprio popolo poteva rendere doverosa una violazione del diritto55.
Le osservazioni autocritiche del monarca prussiano si devono a
una forma di scetticismo che si rafforz con lavanzare dellet. Nei
lavori sulla vita di Carlo XII di Svezia, che lo occuparono per molti
anni, si incontrano di frequente chiari segni di una riflessione autocritica. Richard Nrnberger osserva che per Federico il confronto tra
Kunersdorf e Poltava era del tutto ovvio56. Lammirazione per Carlo
XII, come condottiero militare una figura di unaudacia temeraria
(audace tmraire), di grande valore e determinazione non poteva
scina in stenti. Il sovrano il primo servitore (Diener) dello Stato. Viene ben retribuito affinch preservi la dignit della sua posizione. Ma si pretende che lavori in
maniera attiva per il bene dello stato e che conduca almeno gli affari principali con
coscienziosit (Die politischen Testamente der Hohenzollern, cit., p. 329). Cfr. lampia panoramica presentata da M. Engel, Architektur und Bauherrschaft, in Friedrich
der Groe in Europa, cit., I, pp. 260-92.
52
U.P. Jauch, Annotationen zu den Asylanten, Querdenkern und Avantgardisten in der Tafelrunde. Die Gemeinschaft der Epikureer zu Sanssouci, in Friedrich
der Groe in Europa, cit., I, pp. 68-111.
53
B. Wehinger, Der Intellektuelle auf dem Thron und die Rpublique des lettres, in Friedrich der Groe in Europa, cit., I, pp. 182-95.
54
LAntimachiavel ou Rfutation du Prince de Machiavel, cit., p. 178.
55
T. Schieder, Friedrich der Groe, cit., pp. 182-85.
56
R. Nrnberger, Friedrich der Groe als Staatsmann, cit., pp. 17 ss.

20

bernd ssemann

essere incondizionata, ma si accompagnava alla preoccupazione profonda


che i successi dipendessero esclusivamente da un capriccio della fortuna. Le considerazioni conclusive di un osservatore oggettivo quale
si considerava Federico dovevano tenere in conto ogni tratto del carattere: Je vais comparer, pour mon instruction, les rgles que les
grands matres de lart nous ont laisss, avec la conduite que le Roi
tint durant ces deux campagnes57. Tra questi rientravano la lungimiranza e lavvedutezza nellanalisi della situazione complessiva politica e militare dellEuropa, lequilibrio nella pianificazione e la sobria circospezione nellesecuzione. Moderazione e coraggio (modration et courage) dovevano andare a braccetto58. Cos come dovevano coniugarsi laspirazione alla gloria e la retta condotta: Agissez
toujours vigoureusement et offensivement! Consultez les principes de
lhonneur et prenez toujours les partis les plus honorables la nation. [] Vous ntes point au dessus de la fortune59.
Le riflessioni di Federico sulla politica e sulla sovranit si fondavano in ultima istanza su due convinzioni ottimistiche. Per un verso,
sullidea che ancora alla met del XVIII secolo potesse essere efficace
una sovranit esercitata esclusivamente dal gabinetto del monarca. Sin
in et avanzata Federico pat limpossibilit che si faceva man mano
pi evidente di tenere sotto controllo, da solo, tutte le ramificazioni
della sua complessa struttura di gestione dello Stato. Alla fine degli
anni Settanta fu costretto ad avvalersi del supporto di sei segretari privati il doppio di prima. Tuttavia, nonostante la sua grande capacit
di lavoro, la sua grande intelligenza e la sua impressionante competenza, era difficile cogliere in tutti i loro dettagli le oltre centomila
decisioni con cui si trov ad avere a che fare. Ha ragione Eckhart
Hellmuth quando parla di uno squilibrio tra la pretesa di una sovranit assoluta e la sua realizzazione effettiva nei singoli ambiti della
realt statale e sociale. Sul personale preposto allamministrazione si
Qui e nel prosieguo cito da Friedrich der Groe, Rflexions sur les talents
militaires et sur le caractre de Charles XII, roi de Sude, in J. Kunisch (a cura di),
Aufklrung und Kriegserfahrung. Klassische Zeitzeugen zum Siebenjhrigen Krieg,
Frankfurt/Main, Deutscher Klassiker Verlag, 1996, pp. 547-86.
58
La sagesse prpare les voies au courage, laudace est rserve pour lexcution, et il faut, pour tre applaudi des connoisseurs, plus dhabilit encore que le fortune, Friedrich der Groe, Rflexions sur les talents militaires et sur le caractre
de Charles XII, roi de Sude, cit., p. 552.
59
Indirizzato al Generale Christoph von Dohna il 2 aprile 1758, in uvres de
Frdric le Grand, a cura di J.D. Erdmann Preu, cit., voll. XVI-XXVII: Correspondance, XVI, Nr. 9887, p. 347
57

lo spirito dellilluminismo e la politica

21

riversava una marea di carte della burocrazia, e la furia crescente di


controllo esercitata dal monarca ag alla fin fine come elemento paralizzante60.
Laltra convinzione ottimistica alla base delle riflessioni di Federico consisteva nel pensare che una monarchia ereditaria potesse per
ci stesso assicurare la propria continuit: il dominio di un sovrano
consapevole dei proprio doveri, accorto nel pianificare la vita del suo
Stato e coerente nelle sue azioni61. Una siffatta potenzialit e un analogo spirito di servizio si trovano raramente persino nei governi repubblicani. La pi ferma convinzione di Federico si condensava in
ci: perseveranza, senso della giustizia e coraggio sono le caratteristiche essenziali di un sovrano assoluto accorto e illuminato62. Tuttavia
lidea che Federico nutriva dello Stato, della politica e dellautorit di
governo non salv la Prussia dai profondi sconvolgimenti transnazionali che presero avvio dalla Rivoluzione francese, a una decina
danni di distanza dalla sua morte. E, tutto questo, malgrado avesse
penetrato profondamente le complesse questioni di diritto pubblico e
di riorganizzazione amministrativa con la forza del suo intelletto e
avesse colto i problemi e le questioni imposte dallIlluminismo europeo.
Gli sforzi compiuti da Federico per creare un ordine pacifico sul
lungo periodo guardavano prevalentemente alla politica estera, e molto
meno alle condizioni interne della Prussia. Rispetto ai territori prussiani egli si accontentava di soddisfare ampiamente i bisogni sociali ed
economici, trovando un compromesso tra i privilegi della nobilt e
una moderata accondiscendenza nei confronti delle richieste dei ceti
a partecipare alla vita politica63. La pi chiara espressione di autocritica, in cui Federico denuncia un proprio fallimento parziale, si incontra soltanto un quarto di secolo pi tardi, nellHistoire de mon
temps. In una considerazione preliminare che sembra andare in cerca
E. Hellmuth, Der Staat Starker Leviathan oder Koloss auf tnernen Fen,
in Friedrich der Groe in Europa, cit., II, pp. 20-32.
61
Unanalisi dettagliata in J. Kunisch, Friedrich der Groe, Friedrich Wilhelm
II. und das Problem der dynastischen Kontinuitt im Hause Hohenzollern, in Id.,
Friedrich der Groe in seiner Zeit. Essays, Mnchen, Beck, 2008, pp. 135-74.
62
Cfr. B. Preisendrfer, Staatsbildung als Knigskunst. sthetik und Herrschaft
im preuischen Absolutismus, Berlin, Akademie Verlag, 2000, pp. 67-82.
63
J. Garber, Sptabsolutismus und brgerliche Gesellschaft. Studien zur deutschen Staats- und Gesellschaftstheorie im bergang zur Moderne, Frankfurt/Main,
Keip, 1992, pp. 119-26, e B. Ssemann, Monarchen als Moderatoren aufklrerischer
Vorstellungen und Forderungen in Europa, cit., pp. 37-56.
60

22

bernd ssemann

di indulgenza da parte del lettore si osserva che questultimo sapr


probabilmente distinguere il filosofo dal sovrano, il filosofo morale
dal politico. Nelle riflessioni su Carlo XII Federico chiosava in senso
autocritico: Avez vous pris pour vous mme, grand critique, les leons
que vous leur prodiguez si libralement? Hlas! non, jai faire ceci
quune reponse: Nous sommes frapps des fautes dautrui, tandis que
nos propre dfautes nous chappent64. Gi prima della morte di Federico cominci la storia dei giudizi e delle leggende sulla sua persona65, cos come quella delle valutazioni erronee e delle strumentalizzazioni66, fino alla mostra allestita a Potsdam nel 2012, lanno di
Federico67. Ma questo tema esula dagli obiettivi di questo contributo.

Friedrich der Groe. Rflexiones sur Charles XII, cit., p. 186.


Alla formazione di leggende assai pervicaci hanno contribuito le raccolte di
aneddoti pubblicate da Friedrich Nicolai tra il 1788 e il 1792. Nella seconda met
del XIX secolo, le illustrazioni di Adolph Manzel della biografia di Federico redatta
da Franz Kugler resero popolare il grande sovrano. Questa biografia comparve allora in numerose edizioni economiche e continua a venir stampata ancor oggi (cfr.
H. Kohle, Adolph Menzels Inszenierung des Herrschers in Franz Kuglers Geschichte Friedrichs des Groen, in Friedrich der Groe in Europa gefeiert und umstritten, cit., pp. 95-111).
66
Cfr. B. Ssemann, Leitgedanken und Instrumentalisierungen von historischen Analogien. Sinnstiftungen in autoritren und diktatorialen Regimen, in Friedrich der Groe in Europa, cit., II, pp. 251-55 e pp. 345-83), nonch i contributi di
I. Defflers, A. Pufelska, C. Liermann, A. von Schlachta, P. Bahners, R. Unfer-Lukoschik e J. Angelow (cap. 6: Wahrnehmungen und Instrumentalisierungen, ivi, pp. 256-344 e pp. 384-407), e C. Kretschmann, Zerstrer oder Schpfer? sterreichische Perspektiven zwischen Erster und Zweiter Republik, in Friedrich
der Groe in Europa gefeiert und umstritten, cit., pp. 130-38, J.P. Bled, Friedrich
II. und Frankreich, ivi, pp. 77-81, e B. Ssemann, Mit Friedrich siegen vor Verdun! Die Befreiung von einem Trauma mit filmischen Mitteln, ivi, pp. 114-29.
67
Tra le stranezze della mostra spiccava il titolo bizzarro: Friederisiko in
qualche modo meraviglioso nella sua sciocca banalit e nel goffo tentativo di mantenere le distanze. I curatori, Hartmut Dorgerloh e Jrgen Luh, si sforzarono di assumere un tono equanime, e tuttavia, nel loro giudizio su Federico, traspariva linclinazione a moralizzarne le scelte e loperato, ad accanirsi tanto sulle sue tipiche debolezze e sulle sue presunte mancanze, quanto sulle sue doti e sulle sue prestazioni
deccellenza, senza riuscire a comprendere il monarca nel contesto della storia europea.
64
65

Massimo Mori
FEDERICO II E LA CULTURA ILLUMINISTICA
1. Un Illuminismo del buon senso
Dai primi studi sulla sua figura allabbondante messe di pubblicazioni occasionata dallapprossimarsi del tricentenario della nascita1,
nella letteratura critica su Federico II ricorre costantemente il tema
della contraddizione. Questa duplicit talvolta considerata un tratto
essenziale del personaggio, in parte espressione caratteriale, in parte
risultato di vicende biografiche che, sin da giovane, lo inducono alla
dissimulazione2. Di qui la frattura tra il Roi-Philosophe e il Roi-Conntable, tra lautore dellAnti-Machiavel e il conquistatore della Slesia,
tra luomo privato e il principe, tra un esercizio letterario e filosofico
coltivato come divertimento e unattivit politica e militare perseguita
1
Cfr. ad esempio T. Bendikowski, Friedrich der Groe, Mnchen, Bertelsmann,
2010; si veda anche il suo saggio Der ewige Knig, in H. Kemper (a cura di), Mythos
Friedrich: Friedrich der Groe, Reformer, Schngeist, Kriegsherr: Leben und Nachleben des Preuenknigs, Hamburg, Zeitverlag Bucerius, 2011, pp. 14-19. Anche J. Kunisch, Friedrich der Groe, Mnchen, Beck, 20112 (2004), pur concentrandosi sugli
aspetti politico-militari, riconosce le contraddizioni che essi presentano con le attivit
culturali del re. Un po sbrigativamente J. Luh, Der Groe. Friedrich II. von Preuen,
Berlin, Siedler, 2011, risolve il problema dellambivalenza con la tesi che lunico obiettivo di Federico era la ricerca della fama e della grandezza, in qualsiasi attivit si sperimentasse. Il tema della contraddittoriet ritorna anche in lavori pi divulgativi, come
K.-H. Otto, Friedrich II.: Der Philosoph von Sanssouci, Potsdam, Mrkische Reisebilder, 2011. Da un particolare punto di vista la relazione tra luomo di cultura e il
sovrano stata recentemente analizzata da S. Henze-Dhring, Friedrich der Groe
Musiker und Monarch, Mnchen, Beck, 2012, dove lamore per la musica e lattivit guerresca vengono tuttavia considerate come ununit inseparabile (p. 14). Una
considerazione complessiva della molteplicit della personalit di Federico offerta
dal recente volume B. Ssemann (a cura di), Friedrich der Groe in Europa gefeiert und umstritten, Stuttgart, Steiner, 2012.
2
Cfr. ad esempio T. Schieder, Friedrich der Groe, Frankfurt/Main, Propylen,
1983, trad it. Federico il Grande, Torino, Einaudi, 1989, pp. 27-28.

24

massimo mori

come dovere. In qualunque modo venga declinata questa contraddizione, la pietra di paragone per valutarla il rapporto di Federico con
la cultura illuministica. LIlluminismo sembra infatti esprimere precisamente ci che il re celebra a parole e diserta nei fatti. Da un lato
razionalit, fiducia nel progresso, pacifismo, cosmopolitismo; dallaltro pragmatismo politico, scarsa considerazione dellumanit, fiera conduzione della guerra, difesa della ragion di Stato3.
In questimmagine tradizionale di Federico c sicuramente qualcosa di vero. Le sue declamazioni sulla vanit di tutte le cose sono
di solito espressione pi di un esercizio letterario che di una convinzione personale. In unepoca in cui il valore delle composizioni poetiche non misurato dalla profondit dellispirazione, ma dal rispetto
formale delle regole metriche, appariva legittimo proporre contenuti
letterari nei quali, nel migliore dei casi, prevaleva lintellettualismo e,
nel peggiore, ritornavano senza originalit motivi convenzionali. Ma
soprattutto c certamente in Federico la consapevolezza del duplice
ruolo a cui egli chiamato, ora come uomo che intende dedicarsi alla
filosofia, ora come sovrano che deve difendere gli interessi del suo
paese. Gi nel 1737, nel ritiro del castello di Rheinsberg, il giovane
principe dice che, se non fosse impedito dal suo ruolo, andrebbe a
Cirey per fare il filosofo accanto a Voltaire4. Nel 1742, verso la fine
della prima guerra di Slesia, egli assicura di rimpiangere Rheinsberg e
che nulla cambiato nel suo temperamento: mais il faut se plier
son tat dans le monde, et se faire un plaisir de son devoir5. Nel
1757, durante la guerra dei Sette Anni, a Voltaire che gli rimprovera
di non ricercare la pace Federico risponde che se fosse anchegli un
privato cittadino (particulier) non cercherebbe la gloria del mondo,
ma aggiunge notre tat fait notre loi, obbligando a fare ce
quexige notre emploi. Voltaire, nel suo eremo, pu dedicarsi alla filosofia, ma lui, Federico, minacciato di naufragio per se stesso e per
il proprio Stato, deve penser, vivre et mourir en roi6.
3
Cfr. ancora T. Schieder, Friedrich der Groe, p. 86: In Federico il sovrano
dellIlluminismo e lo schietto propugnatore di una pura politica di potenza si contrappongono come grandezze del tutto inconciliabili e che non possono in alcun
modo identificarsi tra loro. Questa inconciliabilit e il dilemma che essa propone di
continuo sono il problema di fondo della personalit di Federico.
4
Lettera a Voltaire del 9.5.1737, XXI, in uvres de Frdric le Grand, Berlin,
Decker, 1846-1857, p. 67. Dora in avanti le uvres verranno citate semplicemente
con lindicazione del volume e della pagina di questedizione.
5
Lettera a Voltaire del 12.4. 1742, XXII, p. 103.
6
Lettera a Voltaire del 9.10.1757, XXIII, p. 16. Cfr. anche lEptre sur la m-

federico ii e la cultura illuministica

25

Malgrado queste innegabili tensioni, tuttavia, il contrasto si attenua di molto, se si considera che lIlluminismo di Federico, per quanto
riguarda le sue fonti, il suo evolversi, il suo adattarsi alle situazioni,
un Illuminismo sui generis, piuttosto debole nella strutturazione concettuale e pensato prevalentemente in funzione dellattivit pratica. Pi
volte Federico protesta di essere un dilettante, e forse occorre prendere questa ammissione pi sul serio di quanto non la prendesse egli
stesso7. Il suo Illuminismo non pu essere compreso pienamente se
non viene inserito nella cornice di una Weltanschauung pi ampia, in
cui convergono filosofia e buon senso, riflessione concettuale e vita
quotidiana. Anche questa pi generica concezione del mondo si nutre tuttavia di elementi filosofici, in particolare di quelle tradizioni
stoica ed epicurea che, non a caso, erano state ampiamente rivalutate
dalla cultura illuministica e che facevano parte del bagaglio culturale
di ogni persona istruita. Ma anche su questo punto le fonti di Federico non sono sempre solide. Per quanto riguarda lo stoicismo appare
piuttosto scolastico il frequente riferimento a Zenone di Cizio, da lui
peraltro confuso con Zenone di Elea8. Dello stoicismo pi tardo di
Cicerone, Seneca, Epitteto e soprattutto Marcaurelio che comprensibilmente Federico considera il suo eroe e il suo modello9 egli
ha invece conoscenza diretta, seppure in traduzione latina: benevolmente dAlembert si sentir in dovere di correggere il suo augusto
corrispondente quando questi si riferir a Epitteto e Marcaurelio come
ad autori latini10. Anche per quanto riguarda lepicureismo le cose
chancet des hommes (1761): Ennemi declar de leur [dei re] culte idoltre, / je parus malgr moi sur le mme thetre; / Le hazard, qui nous place ici-bas son choix,
/ Voulu quun philosophe et le sceptre des rois (XII, p. 199).
7
Cfr. lettera a Voltaire dell1.5.1960, XXIII, p. 91; lettera a dAlembert del
1.11.1970, XXIV, p. 563; lettera a Voltaire del 4.4.1773, XXIII, p. 277; lettera a dAlembert del 24.2.1781, XXV, p. 195.
8
Lettera a dAlembert del 30.12.1775, XXV, p. 38.
9
ptre au Marchal Keith. Sur les vaines terreurs de la mort et les frayeurs
dune autre vie (1750), X, p. 237.
10
Nella lettera del 9.2.1781, commentando il saggio De la littrature allemande,
che Federico gli aveva inviato, dAlembert osserva che questa lunica piccola menda
riscontrata nellopera. Generosamente egli tenta di giustificare Federico, dicendo che
senza dubbio Vostra Maest non ha voluto riferirsi che alle opere tradotte, che sono
del resto state scritte a Roma, per cui possono in qualche modo essere considerate
come appartenenti ai Latini; infatti Vostra Maest non ignora certamente che gli originali di queste opere sono in greco (XXV, p. 193). Ma se si considera il testo di
Federico, si vede che lequivoco, che dAlembert raccomanda di eliminare dalle successive edizioni, era sostanziale. Dopo aver sostenuto limportanza delle traduzioni

26

massimo mori

non vanno meglio: lopera di Epicuro, che poco pi di un vago riferimento, giunge a Federico non certo attraverso i frammenti tramandati da Diogene Laerzio, ma con la mediazione dellamato De rerum natura lucreziano.
In ogni caso Federico ritiene che epicureismo e stoicismo siano tradizioni filosofiche da conciliare, pi che da contrapporre11. Per spiegare la qual cosa non occorre fare appello alle tendenze eclettiche delle
universit tedesche del tempo, e tanto meno a Christian Thomasius,
che tale indirizzo aveva giustificato teoricamente (seppure Federico lo
indichi come il termine di riferimento metodologico per la riforma
dellistruzione superiore in Prussia12). Piuttosto la convergenza degli
insegnamenti tramandati dalle due scuole post-aristoteliche esprime
quelle che per Federico sono le due esigenze fondamentali delluomo,
che concorrono a comporre latteggiamento insieme teorico e pratico
alla base della sua Weltanschauung. Da un lato si deve cercare il massimo di felicit possibile, accaparrandosi tutti quei piaceri, anche sensibili, che rendono gradevole la vita. In questo Federico si allinea, un
po alla buona, con quella tendenza eudemonistica che costituiva uno
dei caratteri fondamentali della cultura settecentesca. Daltro lato luomo
deve imparare a sopportare tetragono le avversit di unesistenza che
non pu riservargli solo piaceri, ma che data la inevitabile mescolanza in essa di beni e di mali lo sottopone prima o poi a dure
prove. Naturalmente lequilibrio tra le due tendenze non sempre
costante. Laccento viene posto da Federico ora sulluna ora sullaltra
scuola, a seconda delle fasi della vita: lepicureismo appare pi adatto
alla giovent, lo stoicismo alla maturit e alla vecchiaia. Ma la valutazione dello stoicismo varia anche e soprattutto a seconda delle circostanze: le dure esperienze della guerra dei Sette Anni nel 1758,
nella stessa giornata, Federico subisce la gravissima sconfitta di Hochdei classici antichi per infondere nuova energia alla letteratura tedesca, Federico esemplifica: Prendiamo dai Greci, Tucidide, Senofonte, non dimentichiamo la Poetica di
Aristotele, ma ci si applichi soprattutto a rendere bene la forza di Demostene. Dai
Latini prendiamo il Manuale di Epitteto e i Pensieri dellimperatore Marco Aurelio,
i commentari di Cesare, Sallustio, Tacito e lArte poetica di Orazio (De la littrature allemande, VIII, p. 119).
11
Eptre dArgens. Sur la faiblesse de lesprit humain (1749), X, p. 111. Nella
Eptre mon esprit (1749) Federico riferisce questa congiunzione alla propria biografia: Oui, sans har Zenon, jestimai picure, Et pratiquai les lois de la simple nature (X, p. 258).
12
Lettre sur lducation. Lettre dun Genevois M. Bourlamaqui, Professeur
Genve (1769), IX, p. 137.

federico ii e la cultura illuministica

27

kirch e la perdita di due persone per lui fondamentali: lamata sorella


Guglielmina e lamico feldmaresciallo Jakob Keith, caduto appunto in
quella battaglia lo inducono da un lato a vedere nello stoicismo la
sola forza per superare la prova, dallaltro a sperimentare personalmente i limiti della sua efficacia. Del resto, lastrattezza di un indirizzo di pensiero che nega la realt del male si manifester anche, e
pi semplicemente, di fronte ai dolorosi attacchi di gotta cui il vecchio re andr sempre pi frequentemente soggetto13.
Allinfluenza di epicureismo e stoicismo si deve aggiungere quella
della terza scuola post-aristotelica, lo scetticismo. In questo caso tuttavia il riferimento allantichit Federico si proclama discepolo di
Carneade14 soltanto di maniera. Come del resto poco pi di uno
slogan il frequente richiamo al que sais-je di Montaigne. Questa volta
latteggiamento scettico, che indurr Federico a definirsi roi pyrrhonien, ampiamente filtrato da letture o frequentazioni espressamente
illuministiche, come Bayle e Voltaire. Lo scetticismo di Federico infatti il risultato del progressivo sgretolarsi della sua fiducia nella metafisica e, pi in generale, delle capacit conoscitive della ragione umana.
E ci malgrado la rigorosa formazione razionalistica che egli riceve
dalle sue prime letture filosofiche. Negli anni della giovinezza, a Rheinsberg tra il 1736 e il 1740, il principe attento lettore di Leibniz e soprattutto di Christian Wolff, di cui dimostra una conoscenza profonda
e precisa. Di Wolff si fa anche propugnatore, facendo tradurre le sue
opere in francese. La difesa delle dottrine wolffiane degli esseri semplici e del principio di ragion sufficiente lo vedono impegnato in
una discussione epistolare con Voltaire in cui lacutezza analitica e la
forza argomentativa stanno pi spesso dalla parte del giovane principe che del pi maturo philosophe. Eppure anche in questi anni di
professione del wolffismo, Federico, portato ad ammirare nel filosofo
tedesco pi la lucidit del ragionamento che la certezza dellacquisizione teorica, sempre pienamente consapevole della difficolt dei
problemi e della problematicit delle soluzioni. Cosa che non sfugge
allastuto Voltaire, che nel 1738 non perde occasione per lodare nel
suo interlocutore lonest di combinare la difesa di Wolff con linsegnamento di Montaigne. Sotto labile guida voltairiana, infatti, il principe ribalta presto la sua posizione. La metafisica egli sostiene in
Cfr. lettera a dAlembert del 18.5.1782 e del 5.7.1782, XXV, pp. 253, 258-59.
Cfr. ptre dArgens. Sur la faiblesse de lesprit humain, X, p. 110. In ogni
caso un apprezzamento della nuova Accademia gi contenuto nella Rfutation du
Prince de Machiavel, VIII, p. 247.
13
14

28

massimo mori

un passaggio che sembra anticipare un gusto kantiano mi parve un


tempo come un paese adatto a fare delle scoperte; ora essa mi si presenta come un mare immenso e famoso per i suoi naufragi15. Nel
1740 Federico, che tra poco sarebbe diventato re, pur professando ancora rispetto per il principio di ragion sufficiente, ammette che esso
sarebbe utile soltanto nel caso disponessimo di conoscenze che non
possiamo avere. Da questo momento in poi il suo rapporto con Wolff
quello di un rapido, progressivo allontanamento. Una ventina di
anni dopo egli considerer la filosofia wolffiana nientaltro che un insieme di astruserie alla stessa stregua della filosofia scolastica.
La progressiva critica del wolffismo porta con s un ridimensionamento delle possibilit conoscitive della ragione. I limiti dellattivit
razionale appaiono duplici. Per un verso essa condizionata dalla natura sensibile delluomo (lhomme est plus sensible que raisonnable16), che restringe fortemente lambito dei problemi accessibili. Per
altro verso i limiti sono anche intrinseci alla ragione. Quella capacit
argomentativa e dimostrativa, che in maniera diversa Federico apprezza
in Bayle e in Wolff, appare sempre pi come un gioco formale, utile
a creare sistemi filosofici astratti pi che a cogliere la realt. Luomo
un tre raisonneur plutt que raisonnable17. La critica illuministica allesprit de systme in Federico assume la forma, un po annacquata, di uno scetticismo fondato pi sullesperienza esistenziale che
su considerazioni gnoseologiche. La conseguenza, in parte sollecitata
da Voltaire ma autonomamente sviluppata da Federico, che luomo
non fatto per la conoscenza, ma per lazione. A partire dal 1738
laffermazione che lhomme est fait pour agir, et non pas pour contempler diventa un tema ricorrente18. La priorit della morale sulla
conoscenza teorica ormai un punto fermo della concezione filosofica di Federico, molto pi di quanto essa non caratterizzasse, in linea di massima, lintera cultura illuministica e il pensiero di Voltaire
in particolare.

Lettera a Voltaire del 17.6.1738, XXI, p. 233.


Lettera a dAlembert dell8.9.1782, XXV, p. 264.
17
Au Gneral Bredow. Sur la Rputation (1749), X, p. 156. Cfr. lettera a dAlembert dell8.1.1770: lhomme est plus raisonneur que raisonnable, XXIV, p. 521.
18
Lettera a Voltaire del 17.2.1738, XXI, 184. Cfr. in particolare lEptre dArgens. Sur la faiblesse de lesprit humain, dove viene ripresa lespressione lhomme
est fait pour agir, non pour philosopher (X, p. 110). Si veda anche lultima lettera
inviata a dAlembert il 30.9.1783: Il me semble que lhomme est plutt fait pour
agir que pour connatre, XXV, p. 288.
15
16

federico ii e la cultura illuministica

29

2. Dio, lanima e la libert


Unde, ubi, quo? A queste domande fondamentali sulla provenienza, natura e destinazione delluomo non possibile rispondere,
secondo Federico, se non con una confessione di ignoranza19. Tuttavia, per quanto il re tenti di mettere da parte le grandi questioni metafisiche, linteresse per lindagine morale gli impedisce di trascurare
tre di esse: lesistenza di Dio, la natura dellanima e la libert umana.
A queste questioni Federico fornisce soluzioni piuttosto imprecise,
talvolta fluttuanti. Ma proprio questa scarsa consistenza concettuale
mostra la funzione che egli attribuisce a quelle indagini: non risolvere
problemi che stanno molto al di l della portata umana, ma aprire
prospettive che consentano di elaborare una filosofia morale fondata
sullautonomia della ragione e libera da ipoteche metafisiche.
Che lesistenza di Dio sia unutile premessa per una concezione
morale del mondo una convinzione che attraversa lintero arco della
riflessione federiciana. Ad analoghe preoccupazioni pu essere ricondotta la rabbiosa avversione per lateismo sostenuto dal barone dHolbach, del resto pienamente condivisa da Voltaire20. Su come si debba
intendere Dio, Federico ha invece le idee meno chiare. Le prime manifestazioni del suo pensiero in proposito lasciano spazio a qualche
elemento teistico: la bont e la misericordia sono due attributi essenziali di una divinit che ancora oscilla tra la religione naturale e quella
positiva21. Poco alla volta questi residui di un Dio inteso come persona lasciano il posto a una pi lineare concezione deistica, in base
ai pi consueti moduli dellIlluminismo. Dio causa prima, motore sconosciuto, orologiaio esperto, natura intelligente che deve
necessariamente presiedere al mantenimento delluniverso22. Ma soprattutto Federico preoccupato di mantenere netta la distinzione tra
Dio e mondo. A dAlembert, il quale gli obietta che lintelligenza ordinatrice delluniverso una propriet dellorganizzazione, e quindi
della materia, egli risponde con una chiara contrapposizione tra Dio
e mondo materiale, concepiti come due princpi coeterni e indipen19
Vers sur lexistence de Dieu. Composs par Frdric quelques annes avant sa
mort. Unde, ubi, quo?, XIV, pp. 19-22.
20
Examen critique du Systme de la nature (1770), IX, 180. Cfr. lettere di Voltaire dell8.6.1770 e 27.7.1770, XXIII, pp. 178, 184.
21
Apologie des bonts de Dieu (1737), XIV, pp. 7-11; Ode sur les Grces, dont
le Crateur nous comble (1737), XIV, pp. 12-15.
22
ptre Maupertuis: La Providence ne sintresse point lindividu, mais lespce (1749), X, pp. 126-27; Examen critique du Systme de la nature, IX, p. 180.

30

massimo mori

denti. Dio non n spirito n materia, ma piuttosto il sensorium delluniverso, cos come lintelligenza applicata (attach) allorganizzazione eterna dei mondi che esistono23. Pi che riferirsi a Newton, la
nozione di sensorium serviva a Federico per garantire lautonomia divina rispetto al mondo e alla materia, in modo da sfuggire non solo
allo spinozismo invocato da dAlembert (che era poi un eufemismo
per dire ateismo), ma anche al panteismo del detestato Diderot. Inoltre, la reciproca indipendenza di Dio e materia, se introduceva certamente qualche difficolt teorica circa linfinitezza di Dio, serviva anche per risolvere brillantemente il problema della teodicea. Un Dio
che ha in suo potere le eterne leggi del movimento, ma non il dominio della materia, non responsabile di quei mali che scaturiscono
dalla resistenza della sostanza materiale allordine intelligente24.
Al di l di queste oscillazioni, o di queste ingenuit concettuali,
un secondo punto, accanto allidea di un Dio compatibile con lordine morale, preme a Federico. Luomo deve liberarsi dalla paura, coltivata dal fanatismo religioso, di un Dio che assilla luomo con assurdi comandi e minacce. Negli anni giovanili, in cui lidea di Dio ha
ancora riflessi teistici, Federico si accontenta di assicurare che la misericordia divina incompatibile con la concezione di un Dio tiranno,
foscamente tratteggiata da qualche scolastique atrabilaire25. Nella pi
matura concezione deistica la paura di Dio si dissolve nella considerazione del fatto che la provvidenza divina riguarda solo le leggi universali e non si occupa del particolare, ignorando i destini dellindividuo umano. Nella gestione della sua vita luomo non deve quindi
preoccuparsi di piacere o dispiacere a Dio. Certo questa visione priva
gli uomini dellimmagine consolante di un Dio sollecito e premuroso.
Tanto pi che in Federico si rafforza sempre pi lidea che il mondo
sia retto dal caso (hazard), non nel senso epicureo del termine, che
sarebbe incompatibile con lordine delluniverso, ma nel senso che la
pur necessaria connessione delle cose impenetrabile alla mente umana.
Luomo conosce a posteriori soltanto le cause pi prossime, ma non
riesce mai a cogliere le cause delle cause, che stanno alla base degli
avvenimenti. Ogni possibilit di previsione pertanto esclusa e la successione dei fatti, pur obbedendo a leggi necessarie, nella sua opacit
ha di fatto una valenza casuale. Pertanto la prudenza non serve a pre23
Lettera a dAlembert del 18.12.1770, XXIV, p. 576. La lettera di dAlembert
cui Federico risponde del 30.11.1770, XXIV, p. 569.
24
ptre Monsieur Mitchell sur lorigine du mal (1761), XII, pp. 229-30.
25
Apologie des bonts de Dieu, XIV, pp. 7-11.

federico ii e la cultura illuministica

31

vedere, ma si limita ad assumere laspetto della saggezza e fermezza


stoica di fronte a ci che non si pu evitare26. Tuttavia questa concezione severa dei rapporti tra uomo e Dio ha anche un aspetto positivo. Lemancipazione delluomo dalla tutela di un Dio previdente e
provvidente ha infatti come contropartita la restituzione delluomo a
se stesso, alla sua etica e alla sua legittima ricerca della felicit mondana. Se Dio non si occupa degli esseri umani, se non in quanto essi
rientrano nel suo generale piano provvidenziale, luomo pu riprendersi la sua porzione di autonomia e tornare ad essere arbitro di quello
spazio che gli concedono la misura delle sue forze e la latitudine del
condizionamento naturale. Che la conciliazione tra luno e laltro elemento, tra lautonomia delluomo e la necessit delle leggi di natura,
fosse difficile non era del tutto estraneo alla consapevolezza filosofica
di Federico, ma neppure presente al punto di giungere alla contraddizione conclamata.
Nel respingere lidea di un Dio tiranno che ostacola i disegni umani
e minaccia punizioni tremende a chi non segue la sua legge risuona
certamente, in Federico, leco del primo dei quattro farmaci epicurei:
liberare gli uomini dalla paura degli di. Ancora pi evidente per
la presenza del secondo: liberare gli uomini dalla paura della morte.
A questo scopo costantemente finalizzato lesame della natura dellanima, nella misura in cui possibile conseguire qualche conoscenza
in questa materia. Anche in tal caso si possono trovare nelle opere di
Federico affermazioni che lasciano spiragli alla spiritualit e immortalit27. Ma, malgrado qualche oscillazione, sin dal 1736 egli sembra accettare lipotesi voltairiana della natura materiale dellanima28, che si
va via via rafforzando con riferimenti alla tradizione epicureo-lucreziana, a Locke e agli studi della medicina contemporanea. Luomo
viene ridotto a materia, che nasce, vegeta e si distrugge in uneterna
metamorfosi29. Nel 1775, in una lettera a Voltaire, Federico riassume
in questi termini la questione: Sono perfettamente sicuro che la mia
26
ptre sur le Hazard. A ma seur Amlie (1758), XII, pp. 64-79. Lesclusione
dellaccezione epicurea del caso contenuta anche in ptre Monsieur Mitchell sur
lorigine du mal, XII, p. 225.
27
Nella ptre au Marchal Keith si parla della possibilit della sopravvivenza
di una faible tincelle, / Un atome inconnu, quon nomme me immortelle, X, p.
228. Un piccolo spazio allipotesi dellimmortalit lasciato anche in Le stocien (1761),
XII, pp. 217-18.
28
Lettera a Voltaire del 3.12.1736, XXI, p. 23.
29
Lettera a Voltaire del 5.3.1749, XI, p. 155. Sulla metamorfosi universale cfr. Le
stocien, p. 217.

32

massimo mori

natura non duplice, e mi considero come un essere unitario. So che


sono un animale materiale, animato, organizzato e che pensa; da ci
concludo che la materia animata pu pensare, cos come ha la propriet di essere elettrica30. Questa prospettiva toglieva alluomo ogni
speranza di immortalit che non fosse quella della buona reputazione
lasciata di s alla quale Federico conferiva molto valore, considerandola la componente migliore di una gloria che altrimenti rischiava
di essere una semplice vanit. La considerazione della propria mortalit richiamava luomo, ormai libero dalla paura dellinferno come dallattesa del paradiso, alla necessit di dare lui stesso un significato alla
propria esistenza attraverso loperosit e la virt. Anche in questo
caso, la concezione naturalistica delluomo e della mente, legata alla
dissoluzione della paura della morte al pari di quella che conseguiva
alla liberazione dalla paura di Dio doveva avere un significato fondamentalmente etico.
Incidenza morale aveva tuttavia soprattutto la terza questione metafisica che non poteva essere elusa: la libert umana. Su questo punto
levoluzione del pensiero di Federico comporta un vero e proprio ribaltamento. Il giovanile attaccamento alle teorie wolffiane lo obbliga
a schierarsi dalla parte di un radicale determinismo. Ancora una volta
la disputa con Voltaire mette in luce la sua preparazione e la sua capacit: il costante e preciso riferimento al principio di ragion sufficiente gli consente di opporsi validamente al suo interlocutore, la cui
esigenza morale di salvaguardare la libert delluomo si avvale spesso
di argomentazioni esili, ancorch formalmente complesse31. Ma le posizioni sono destinate a invertirsi. A un vecchio e disilluso Voltaire,
che dubita ormai della sua battaglia a favore della libert umana32, si
contrappone un Federico che, abbandonata da tempo la metafisica
wolffiana, si fa paladino della libert. Le argomentazioni di cui egli si
serve sono anche peggiori di quelle di cui si era servito Voltaire, poich, oltrech deboli, sono confuse. Federico non arriva neppure a cogliere con chiarezza la distinzione tra libert di fare e libert di
volere che era stata magistralmente illustrata da Locke, al quale egli
Lettera a Voltaire del 4.12.1775, XXIII, p. 404.
Cfr. la lettera a Voltaire del 26.12.1737, XXI, pp. 144-45 in risposta alla lettera di Voltaire dellottobre precedente, con estratti del capitolo sulla libert da Trait
de mtaphysique, XXI, pp. 113-24. La polemica continua nelle lettere successive.
32
Cfr. lettera di Voltaire dell8.10.1771, XXIII, p. 229. La libert difesa da Federico nella lettera a Voltaire del 16.9. 117, XXIII, pp. 227-28, ma soprattutto, contro la nozione di fatalit di Holbach, nellExamen critique du Systme de la nature,
IX, pp. 184-85.
30
31

federico ii e la cultura illuministica

33

pure si richiama ma in maniera inopportuna. La sua argomentazione pi forte ora la stessa di cui pi frequentemente si era servito Voltaire: lappello al sentimento interiore della libert. Quello
che il giovane Federico rifiutava come argomento a posteriori, irricevibile di fronte alla dimostrazione a priori della connessione tra provvidenza divina e necessit causale, appare ora fortissimo proprio perch rinuncia ad argomentare astrattamente e si affida allesperienza
delluomo comune. Questo non significa che Federico si pronunci a
favore di una libert assoluta: in pi luoghi egli afferma di attestarsi
su una concezione intermedia, in base alla quale luomo dispone s
della capacit di agire liberamente, ma condizionata dalle passioni e
dai vincoli fisiologici33. In ogni caso, tuttavia, la libert, ancorch limitata, appare unesigenza irrinunciabile per non vanificare il senso
della virt e dellimpegno nellazione. Questo il fulcro della tarda
polemica contro Holbach, in cui Federico, rivendicando alluomo una
componente di attivit che si contrappone alla passivit rispetto ai
sensi, sostiene che dal sistema della fatalit discenderebbero conseguenze funeste per la societ: non sarebbe pi possibile distinguere i
probi dai malvagi e lapplicazione delle pene sarebbe priva di senso34.
Del resto gi molti anni prima il giovane Federico, quando ancora discettava sulla fatalit che incombe su tutte le cose, nel considerare laspetto pratico della vita aveva incitato i suoi Prussiani allazione ricordando loro che le sort est en nos mains35.
3. Una morale sociale
La morale dunque linteresse filosofico fondamentale di Federico. Lindagine razionale delluomo non solo non deve perdersi nei
meandri della metafisica, fonte di errori e di astruserie concettuali, ma
neppure sopravvalutare la matematica e le scienze naturali. Le discipline matematiche, alle quali Federico tende ad assimilare anche lastronomia, gli appaiono un elegante, ma vano esercizio intellettuale.
Anche sulla fisica e sulle altre scienze naturali egli ha ampie riserve,
malgrado il continuo apprezzamento per lesperienza. Il timore che
anchesse si avventurino sugli ardui sentieri della conoscenza pura,
33
Lettera a Voltaire del 13.2.1749, XI, pp. 149-50; Lettera a dAlembert del
7.7.1770, XXIV, p. 543.
34
Examen critique du Systme de la nature (1770), IX, pp. 184-85.
35
Aux Prussiens (s. d.), X, p. 41

34

massimo mori

senza avere una ricaduta effettiva sulla vita pratica: con divertita ironia Federico ricorda la fontana fatta costruire nel parco del castello
di Sanssouci in base al progetto di Eulero, i cui complessi ingranaggi
non riuscirono per a sollevare lacqua di quei pochi piedi di dislivello necessari per provocarne la ricaduta36. Il vero ambito di applicazione della ricerca filosofica luomo, quale lesperienza storica e
quotidiana lo fa conoscere. Ma soprattutto interessa a Federico considerare in che modo luomo, in base alla conoscenza empirica che se
ne pu ottenere, possa agire per la realizzazione della felicit propria
e, ancor pi, di quella collettiva37.
Anche se lattenzione di Federico per la definizione di una morale di natura filosofica, liberata dalle superstizioni religiose, documentata sin dagli scritti giovanili, a una trattazione organica del tema
egli giunge solo allinizio degli anni Settanta, quando la conclusione
delle guerre gli consente di dedicarsi alla stesura di alcuni brevi saggi
filosofici, tra cui lEssai sur lamour propre envisag comme principe
de la morale (1770). In una lettera a Voltaire egli dichiara di essersi
ispirato al De lesprit di Hlvetius e agli Essais di dAlembert, ancorch luno scriva con una metafisica troppo sottile e laltro si limiti
ad abbozzare le sue idee38. Questi due rilievi hanno un elemento in
comune: Hlvetius e dAlembert, seppure in forme diverse, non sono
pervenuti alla concretezza dellesperienza morale, luno costruendo sistemi e laltro formulando teorie non sperimentate. Il ricorso allesperienza consente invece di giustificare i due princpi che, secondo
Federico, possono fondare il concetto di virt. Il primo che, ribaltando una massima di La Rochefoucauld, lamor proprio la molla
fondamentale non solo dellagire umano in generale, ma anche dei
comportamenti virtuosi. Ci richiede ovviamente una comprensione
lata dellamor proprio, il quale innanzitutto lamore della vita e
della propria conservazione, e poi la voglia di essere felici, il timore
del rimprovero e della vergogna, il desiderio della conservazione e
della gloria39. Esso non riguarda soltanto benefici fisici, legati al proLettera a Voltaire del 25.1.1778, XXIII, p. 475. Nella lettera precedente, del
17.12.1777, Federico aveva criticato, per diverse ragioni la metafisica, la teologia, la
geometria (che costruisce in eterno curve inutili) e la medicina, salvando solo le
belle lettere.
37
Questo vale soprattutto per lesercizio della politica: cfr. Examen de lEssai sur
les prjugs (1770), IX, p.163.
38
Lettera a Voltaire del 17.1.1770.
39
Essai sur lamour propre envisag comme principe de la morale (1770), IX,
p. 110.
36

federico ii e la cultura illuministica

35

prio benessere materiale, ma anche, e forse soprattutto, contenuti psicologici, come la reputazione e la gloria, che possono provenire soltanto dallapprovazione degli altri e dal confronto sociale. Lamor proprio non ha quindi soltanto una radice egoistica, ma si traduce, per
quanto paradossale la cosa possa sembrare, in una forma di disinteresse, che costituisce il secondo principio della virt. Naturalmente
non si tratta di un disinteresse in senso forte, che non prenda in considerazione il proprio tornaconto in questo senso vedere in Federico un kantiano prima di Kant del tutto fuorviante40 bens di
un agire per gli altri con la consapevolezza che esso ridonda anche a
proprio favore. La morale federiciana dunque essenzialmente morale sociale. La risposta alla domanda Che cos la virt?, con cui
si apre il Dialogue de morale redatto ad uso dei figli dei nobili
la seguente: una felice disposizione dello spirito che ci porta a
compiere i doveri sociali per nostro proprio vantaggio41.
La tesi federiciana della convergenza tra amor proprio e azione
morale disinteressata si fonda su una concezione espressamente organicistica della societ, le cui dinamiche vengono talvolta assimilate a
quelle della famiglia o del corpo umano. Anche qui non c nessuna
prefigurazione di un hegeliano spirito oggettivo42. Il modello dellorganicismo socio-politico di Federico lapologo classico di Menenio
Agrippa, che non era mai scomparso completamente dalle analisi sociali del Sei-Settecento, e che viene facilmente fatto convivere con il
modello meccanicistico questo s pienamente illuministico dello
Stato-macchina, dello Stato-orologio. Ne consegue una concezione per
cui ciascuno deve svolgere il proprio ruolo nella societ, agendo in40
Cfr. ad esempio E. Spranger, Der Philosophe von Sans-Souci, Heidelberg,
Quelle & Meyer, 1962, p. 83.
41
Dialogue de morale lusage de la jeune noblesse, IX, p. 117. Almeno in nuce,
la concezione della morale in termini sociali gi presente sin dagli anni giovanili
(Cfr. Rfutation du Prince de Machiavel, VIII, p. 194).
42
Ancora E. Spranger, Der Philosophe von Sans-Souci, cit., p. 85, parla di un
hegeliano prima di Hegel. Su ci viene proiettato forse lo stesso giudizio di Hegel, il quale vede in Federico il primo riconoscimento della natura universale dello
stato (G.W.F. Hegel, Vorlesungen ber die Philosophie der Geschichte, in Werke in
zwanzig Bnden, Frankfurt a.M., Suhrkamp, 1969-1979, vol. XII, p. 523, trad. it. di
G. Bonacina e L. Sichirollo, Lezioni di filosofia della storia, Roma-Bari, Laterza, 2003,
p. 358). Sicuramente Federico rovescia la tradizione giusnaturalistico-illuministica che
subordinava lo stato allindividuo, ma rimane salda la convinzione, propria di quella
tradizione, che la finalit dello Stato la felicit degli individui. Cambia solo il modo
di concepire lo strumento per realizzare quel fine: la felicit degli individui non separabile da una certa politica di potenza.

36

massimo mori

sieme disinteressatamente, per il bene collettivo, ed egoisticamente, per


lutile proprio. Ma il modo pi semplice per svolgere questa funzione
inserirsi correttamente nel meccanismo dello Stato, o anche semplicemente delledificio sociale, in modo che tutto funzioni come un orologio efficiente. Lorganicismo di Federico si sposa quindi assai bene
con quella rigida concezione dellapparato amministrativo dello Stato
che egli aveva ereditato dal nonno e, soprattutto, dal padre. In questa prospettiva anche il principio dellassolutismo politico mai messo
in discussione muta natura. Se per Luigi XIV, incurante della sua
collocazione allinterno del corpo della nazione e della macchina dello
stato, esso si concretava nel principio Ltat, cest moi, in Federico,
per il quale prima viene il tutto e poi la parte, per quanto importante
possa essere, esso si declina nella nuova formula per cui il re il
primo servitore dello Stato43. La strenua difesa del ruolo della nobilt che Federico non perde occasione di perseguire insieme tutela
di un privilegio ritenuto indispensabile per lordine sociale e richiamo
al dovere e alla responsabilit, morali prima che sociali, che da quel
privilegio derivano.
Nello stesso tempo, limportanza data alla responsabilit delle scelte
porta a stabilire tutta una serie di limiti e di cautele, in base a cui le
istanze teoriche devono sempre essere commisurate alla loro concreta
efficienza. Lattivit politica di Federico in cui si confondono la critica del pregiudizio e della superstizione da parte del filosofo e la volont concretamente riformatrice da parte del sovrano diretta conseguenza di questo duplice atteggiamento: promozione della tolleranza
religiosa (strettamente limitata per agli aspetti teorici); protezione degli intellettuali perseguitati allestero (purch siano modrs et paisibles44); contenimento del potere del clero (riconoscendo tuttavia la
sua funzione di secondo Stato); limitazione dellinfluenza della Chiesa
cattolica (senza per cacciare i Gesuiti); riforma del sistema giudiziario (conservando tuttavia la pena di morte, contro linsegnamento di
Beccaria e il consiglio di Condorcet, entrambi pur ampiamente apprezzati); rifiuto dellassurdo principio della prevalenza della nascita
sul merito (ma garantendo alla nobilt il predominio nellesercito ed
escludendola dalle professioni borghesi45); miglioramento delle condiFederico usa espressioni analoghe sin dalla Rfutation du Prince de Machiavel, VIII, p.190.
44
Lettera a Voltaire del 13.9.1766, XXIII, p. 122.
45
Per questo secondo aspetto cfr lAllgemeines Landrecht, parte II, titolo IX,
76.
43

federico ii e la cultura illuministica

37

zioni dei contadini e condanna della servit della gleba quale condizione contraria alla dignit delluomo (riconoscendo tuttavia che una
abolizione istantanea di questistituto produrrebbe la rovina dellagricoltura e delleconomia nazionale). Malgrado le considerazioni empiriche e pragmatiche che spesso le limitano drasticamente, queste disposizioni culturali e volont riformistiche occorre riconoscerlo
vanno talvolta al di l delle forti idiosincrasie del sovrano. Un solo
esempio: lattenzione per leducazione femminile, lintenzione di prevenire pi che punire laborto, la creazione di istituti per ragazze madri, lauspicio che possa essere rimosso il pregiudizio che riteneva infamante sposare una giovane gi madre di figli altrui non sono da sottovalutare in un uomo che si vantava del fatto che a Sanssouci non
avesse mai messo piede n un prete n una donna.
La forte connotazione sociale che la morale riceve in Federico
getta luce anche sul rapporto da lui intrattenuto con la religione, in
particolare quella cristiana. Il nucleo del Cristianesimo ricondotto
al principio non fare agli altri ci che non vorresti fosse fatto a te,
che esattamente lo stesso che sta alla base della morale sociale. Ha
quindi sbagliato chi, come Holbach, ha criticato la religione di per se
stessa (o, peggio, ha inventato unimprobabile alleanza tra preti e sovrani per ingannare i popoli). Cristo era un esseno e la dottrina degli esseni era simile a quella degli stoici: il Cristianesimo, nella sua essenza, non che pura religione naturale e razionale, secondo gli schemi,
qui un po semplificati, del razionalismo religioso settecentesco46. La
colpa dunque non della religione cristiana, ma dei religiosi, che
lhanno mistificata con contenuti dogmatici e incrostazioni di credulit. Lazione critica dellIlluminismo, e dei sovrani illuminati, deve essere esercitata contro questa fonte di superstizione e fanatismo, non
contro la vera religione. Ma in realt anche la fiducia di Federico in
questa pi circoscritta attivit di rischiaramento molto ristretta ed
questo forse il limite maggiore del suo Illuminismo, sebbene esso
sia almeno in parte condiviso anche da philosophes come Voltaire stesso.
La pessimistica antropologia filosofica di Federico lo induce a pensare che il numero degli uomini che possono elevarsi alla chiarezza
della ragione sia molto limitato. Per la gran massa linclinazione al
meraviglioso sar sempre un ostacolo definitivo ad accogliere una religione puramente razionale47. Anche se i filosofi riuscissero a instauLettera a dAlembert del 18.10.1770, XXIV, p. 560.
Di questa convinzione Federico sin dagli anni giovanili. Cfr. Rfutation du
Prince de Machiavel (1739), VIII, p. 204. Ma cfr. anche lettere a Voltaire del 13.8.1766,
46
47

38

massimo mori

rare il migliore dei governi con la migliore delle religioni, esso sarebbe
destinato a corrompersi in breve tempo48. La fiducia nelleducazione
professata da Helvtius per il quale Federico nutre una stima assai
scarsa49 va contro la testimonianza dellesperienza, cos come illusoria la proposta di dAlembert di inaugurare una religione naturale
estesa al popolo50. In questa situazione lo stesso comportamento del
sovrano deve essere attento a non ferire i sentimenti popolari per non
creare disordini. Nel 1740 un giovane Federico, principe filosofo che
pochi mesi dividono ormai dallascesa al trono, ha gi le idee chiare
in proposito. Socrate incensava i Penati, lincredulo Cicerone rispettava la religione pubblica: facciamo qualche sciocchezza con gli sciocchi per garantire una situazione tranquilla51.
4. Il filosofo e la guerra
Al centro delle preoccupazioni etiche e politiche di Federico vi
sempre lo stato, il bene comune. Non certamente condivisibile linterpretazione un po nazionalistica di Dilthey, il quale sopravvaluta la
presa di distanza di Federico dallIlluminismo francese per sottolinearne invece la consonanza, al di l dei mancati riconoscimenti formali, con quella Aufklrung che, ponendosi totalmente al servizio
della societ e dello Stato, dimostrava la sua infinita superiorit rispetto alla cultura francese52. Ma Dilthey coglie nel segno nellaffermare che lIlluminismo di Federico, privo degli intenti critici verso
lautorit politica che avevano spesso caratterizzato quello francese,
invece incentrato sulla convergenza tra patriottismo ed educazione poXXIII, p. 117, dellagosto dello stesso anno, XXIII, pp. 120-25; lettere a dAlembert
del 25.11.1769, XXIV, p. 514, del 8.1.1770, XXIV, pp. 521-23 e del 7.7.1770, XXIV,
p. 544.
48
Lettera a Voltaire del 29.9.1775, XXIII, p. 339.
49
Cfr. lettera a dAlembert del 24.3.1765, in cui Federico scrive che il De lesprit, per quanto pieno di spirito, non mi ha n persuaso n convinto (XXIV,
p. 436).
50
Lettera a Voltaire del 12.8.1773, XXIII, pp. 282-83; lettera a dAlembert del
18.12.1770, XXIV, p. 579 e risposta del 13.3.1771 alla lettera dell1.2.1771 in cui dAlembert gli proponeva di costruire a Berlino un tempio in cui si venerasse solo la religione naturale (XXIV, pp. 585-86, 590).
51
Lettera a Voltaire del 6.1.1740, XXI, p. 384.
52
W. Dilthey, Friedrich der Grosse und die deutsche Aufklrung, in Gesammelte Schriften, B.G. Teubner Verlagsgesellschaft-Vandenhoeck & Ruprecht, Stuttgart-Gttingen, 1959, vol. III, pp. 83-205: p. 133.

federico ii e la cultura illuministica

39

polare. Il che tuttavia non dipende tanto dalla presa di distanza di Federico dalla cultura francese, che fatta eccezione per i pochi aspetti
di cui si dir egli continua ad assumere a modello, n da un suo
riavvicinamento a quella tedesca, che continua a sottovalutare. La vera
ragione sta ancora una volta nella concezione affatto concreta, fino a
confondere idealit ed empiria, che muove il suo ideale patriottico.
Nelle Lettres sur lamour de la patrie sentimento, quello dellamor
per la patria, che si colloca al vertice delle virt il richiamo a questa concretezza non potrebbe essere pi esplicito. Non sono queste
case, queste mura, questi boschi, questi campi che io chiamo la vostra patria, ma i vostri genitori, vostra moglie, i vostri amici e coloro
che lavorano per il vostro bene nelle diverse branche dellamministrazione, e che vi rendono servizi ogni giorno, senza che voi vi diate
neppure la pena di informarvi sul loro lavoro53. Di qui il rifiuto di
un astratto cosmopolitismo e laspra critica agli Enciclopedisti, che lo
avevano propagandato. Imbarazzata e poco convincente appare la difesa di dAlembert, che cerca di mostrare come lo spirito cosmopolitico dellEnciclopedia non sia mai andato a detrimento dellamor di
patria54. Questo sicuramente il punto di maggior frizione tra il partito dei philosophes e Federico, il quale si avvicina invece, probabilmente senza averne coscienza, a quel Rousseau che disprezza come
colui che ha corrotto il rigore razionale con la moda dei paradossi55.
La concezione della morale sociale che culmina nellamor di patria e nel riconoscimento dellorganicit statale, da un lato, e lappello
a una razionalit concreta, radicata nellesperienza, dallaltro, possono
spiegare la posizione di Federico nei confronti della guerra. Non necessariamente a questo proposito si produce una frattura tra lintelLettres sur lamour de la patrie ou Correspondence dAnapistmon et de Philopatros (1779), IX, p. 252.
54
Lettres sur lamour de la patrie, IX, pp. 272-74. Lettera di dAlembert del
19.11.1779 e risposta di Federico del 3.12.1779, XXV, pp. 148-50.
55
Per i giudizi sul metodo paradossale di Rousseau cfr. le lettere a Voltaire del
dicembre 1766, XIII, p. 131, e del 29.9.1775, XXIII, p. 399, nonch la lettera a dAlembert del 4.6.1768, XXIV, p. 486. Per la critica del Discours sur les sciences et les
arts cfr. il Discours sur lutilit des sciences et des arts dans un tat (1772), IX, pp.
197-99. Un quadro complessivo del giudizio di Federico su Rousseau contenuto
nella lettera a Mylord Marischal del 1.9.1962, dove da un lato emerge linsofferenza
del re per i paradossi dei filosofi moderni, dallaltro la sua totale incomprensione
del tema rousseauiano del ritorno alla natura: non sar mai persuaso a brucare lerba
e camminare a quattro zampe (XX, pp. 322-23). Malgrado questo Federico offre a
Rousseau la sua protezione a Neuchtel tramite George Keith e gli fa avere degli
aiuti in beni di natura, per non offenderlo.
53

40

massimo mori

lettuale e il sovrano. Limmagine di un Federico scisso tra due personalit, inaugurata da un Voltaire che lo accusa di scrivere bei versi
contro la guerra e nello stesso tempo di prendersi gioco del mondo,
in realt un po stereotipata56. Certo nel 1734, quando il ventiduenne
Federico ha il suo battesimo del fuoco durante la guerra di Successione polacca, le due prospettive appaiono inconciliabili, e la sola soluzione gli sembra essere quella di assolvere gli obblighi militari senza
lasciarsi coinvolgere emotivamente, cos come on peut aller au bordel,/ sans y prendre la chaude-pisse57. Ma gi nella Rfutation du
Prince de Machiavel, spesso a torto considerata come un documento
della frattura tra filosofo e principe, documentata ladesione anche
intellettuale di Federico a una guerra che risponda agli interessi dello
Stato. Da un lato la guerra viene pi volte condannata a causa delle
sue atrocit e conseguenze nefaste: questa critica, che risponde pienamente alle ricorrenti proteste del pacifismo illuministico, rimarr una
costante nelle opere di Federico, non solo in quelle in cui si pu sospettare un condizionamento letterario, ma anche laddove pi evidente la sincerit della valutazione filosofica. Ma, daltro lato, altrettanto costante, dalla Rfutation alla tarda critica a Holbach, la convinzione di Federico che la guerra diventi un dovere quando sia resa
necessaria dallinteresse dello Stato.
In primo luogo questa difesa condotta sul piano giuridico, utilizzando gli strumenti classici del giusnaturalismo seicentesco, Ugo
Grozio e Samuel Pufendorf in primis. La guerra innanzitutto giustificata come procedura giuridica per risolvere le vertenze sul piano
internazionale, dove non esiste un arbitro superiore. In particolare,
viene ampiamente ricuperata la dottrina della guerra giusta. Due modalit di conduzione bellica, richiamate da Federico nellultimo capitolo della Rfutation, venivano unanimemente considerate giuste dalla
tradizione del diritto naturale: la guerra di difesa contro un aggressore esterno, e la guerra di ripetizione del dovuto, per reclamare un
diritto sostenibile per ragioni dinastiche, contrattuali o di altro genere.
Nellelenco delle guerre giuste il principe Federico inserisce tuttavia
anche una terza forma di conflitto, sulla quale in realt i giusnaturalisti erano molto divisi: la guerra offensiva a carattere preventivo, in
base a cui un sovrano pu aggredire una potenza vicina che lo minacci anche solo con il suo ingrandimento territoriale58. Certo Fede56
57
58

Lettera di Voltaire del 26.1.1749, XXII, p. 202.


Vers faits dans la campagne du Rhin en 1734 (1736), XI, p. 79.
Rfutation, cap. XXVI, VIII, pp. 33233.

federico ii e la cultura illuministica

41

rico in questo modo si allontana molto dal pacifismo illuministico,


che solitamente limitava la guerra giusta allautodifesa in senso stretto.
Ma di vera contrapposizione non si pu parlare se, andando al di l
della vulgata illuministica, si considera che, tra coloro i quali associano la normativit della ragione al realismo dellanalisi filosofica,
non mancher chi, come Montesquieu, si pronuncer a favore della
guerra preventiva59. Anticipando in ci la posizione di un altro illustre illuminista, che sar grande ammiratore di Federico: Immanuel
Kant60.
La posizione di Federico per meglio compresa se, pi che alle
ragioni giuridiche, si fa appello alle considerazioni etico-politiche (i
due aspetti sono indisgiungibili) con cui egli giustifica la necessit della
guerra. Il ricorso alle armi doveroso quando si tratta di difendere
le condizioni per promuovere la prosperit anche economica dello
Stato. Non bisogna dimenticare che Federico scrive e opera in un
tempo in cui esisteva ancora una netta separazione tra le operazioni
belliche e la normale conduzione delle attivit civili: per questo egli
individua, sempre alla luce del suo organicismo politico, una separazione dei compiti, una sorta di divisione del lavoro, nella quale i militari detengono lirrinunciabile funzione di difendere il tranquillo esercizio delle attivit produttive e commerciali della popolazione civile.
Gli eserciti permanenti, tanto avversati dalla cultura illuministica (ma
anche da Machiavelli e dalla tradizione repubblicana) svolgono di fatto
lessenziale ruolo di polizia armata contro i pericoli esterni. Ma c di
pi. In vista della promozione della prosperit dello Stato lo strumento della guerra pu anche essere concepito in funzione della conquista, se essa appare necessaria per il conseguimento della sicurezza
nazionale. Sotto questo aspetto illuminante la revisione, o per meglio dire la censura, che Voltaire compie nella correzione della Rfutation du Prince de Machiavel ai fini della pubblicazione come AntiMachiavel ou Essai de Critique sur le Prince de Machiavel. Nel terzo
capitolo egli amplifica le parole di dura condanna usate da Federico
contro i conquistatori, ma sopprime i passi da cui si evince che il giu59
C.-L. Secondat de Montesquieu, Esprit des lois, X, II, in Oeuvres compltes, Paris, Flammarion, 1941-51, II, pp. 377-78 (trad. it. di S. Cotta, Lo spirito delle
leggi, Torino, Utet, 2005, pp. 247-48).
60
I. Kant, Die Metaphysik der Sitten, 56, in Kants gesammelte Schriften, a
cura della Kniglich Preuische Akademie der Wissenschaften (e prosecutori), Berlin-Leipzig, de Gruyter, 1900 e ss., Reimer, Berlin 1910 e ss., vol. VI, p. 346 (trad.
it. di G. Vidari in Scritti politici e di filosofia della storia e del diritto, Torino, Utet,
1965, pp. 537-38).

42

massimo mori

dizio severo riguarda soltanto la conquista fatta per pura ambizione,


mentre si riconosce che il sovrano acquisisce una giusta gloria quando
diviene conquistatore per necessit e non per temperamento61. Da
questo punto di vista, la guerra di conquista della Slesia, non riducibile a nessun caso di guerra giusta, gi giustificata nellanimo del
giovane principe, pur deferente allievo di Voltaire. Analogamente, nel
sedicesimo capitolo, Voltaire enfatizza lapprezzamento di Federico
per le conseguenze positive del lusso sulleconomia nazionale, ma cassa
le parti in cui il principe che non a caso sar partecipe lettore dellEsprit des lois di Montesquieu sin dalla sua pubblicazione limita
queste considerazioni agli Stati di grande estensione. Per gli Stati piccoli e ancora poveri comera la Prussia il lusso avrebbe conseguenze catastrofiche: nella Rfutation non c affatto lesaltazione della
circolazione del denaro, che nellAnti-Machiavel Voltaire, seguace di
Melon, attribuisce anche al suo augusto allievo. C invece linvito a
unoculata tesaurizzazione che consenta di preparare durante la pace
le condizioni per sostenere la guerra futura62.
Non sorprende dunque che la lettura della voce Guerre del Dictionnaire philosophique di Voltaire abbia irritato assai Federico. Il caustico sarcasmo voltairiano aveva immaginato un sovrano il quale, sollecitato da un genealogista che gli prospetta la possibilit di giustificare una guerra con ragioni dinastiche, trova immediatamente un gran
numero duomini che non hanno nulla da fare, n da perdere; li veste di un pesante panno blu a centodieci soldi loncia, borda i loro
cappelli di un grosso filo bianco, li fa girare a destra e a sinistra e
marcia alla gloria. Federico, che pure non fece mai nulla per attenuare il barbaro sistema di reclutamento dellesercito prussiano, non
si riconosce in questa caricatura: quelli descritti da Voltaire non sono
sovrani che hanno a cuore il bene del loro paese, ma ladroni che devono essere mandati al patibolo63. Con il loro astratto pacifismo ideologico e irrealistico Voltaire e il parti philosophique stanno soggiogando lEuropa, non diversamente da come in altri tempi fecero i papi
con i loro dogmi. Essi non hanno infatti compreso la dimensione rigorosamente deontologica della guerra, che un dovere gravoso per
i re e un mtier de gens dhonneur per coloro che la praticano per

Rfutation, VIII, p. 194.


Rfutation, VIII, pp. 265-65, 268 (sulla forzatura voltairiana relativamente alla
circolazione del denaro cfr. Anti-Machiavel, VIII, p. 127).
63
Lettera a Voltaire del 9.10.1773, XXII, pp. 290-91.
61
62

federico ii e la cultura illuministica

43

amor di patria, senza interesse privato64. Certo si tratta di un programma filosofico che non ha nulla a che vedere con le fantasie federalistiche di un abate di Saint-Pierre65, ma che al contrario presuppone una stretta connessione tra la normativit del progetto filosofico
e il realismo della considerazione storica. Non un caso che, di tutta
la sua attivit letteraria, la ricerca storica sia senzaltro il settore in cui
Federico ha conseguito i risultati pi elevati. Ispirandosi alla storiografia voltairiana, essa ha spesso superato il suo modello: laddove la
pur lucida ricostruzione di Voltaire era spesso piegata alla dimostrazione di una tesi precostruita, legata alla sua filosofia della storia,
quando non semplicemente funzionale alla ricerca delleffetto letterario, lanalisi di Federico sempre finalizzata alla scoperta di costanti
storiche che, sia pur in mezzo allinestricabile intreccio delle cause generali, consentano allagente politico il massimo di prevedibilit e di
responsabilit66.
Non c dunque necessariamente frattura tra Federico II, sovrano
e condottiero, e la cultura illuministica. Certo il modello giovanile del
Tlemaque di Fnelon (letto a nove anni), in cui alla filosofia si assegna il compito delleducazione del futuro sovrano, richiede delle mediazioni per valere anche per il vecchio Federico. Ma in nessuna fase
del suo percorso di sovrano e di intellettuale viene meno lapprezzamento per quello che era per lui il nocciolo dellIlluminismo: lo scetticismo rispetto alle questioni metafisiche, la costante adesione allesperienza, la lotta contro il fanatismo e la superstizione, la priorit dei
problemi pratici su quelli teorici, limportanza di una morale effettivamente operativa, la centralit del problema della societ e dello Stato,
ma soprattutto il senso della concretezza della razionalit umana. Nel
programma illuministico di Federico non manca la dimensione dellidealit: ma egli ritiene che i valori in cui crede, e continua a credere
fino alla fine, non siano realizzabili se non parzialmente e a poco a
poco, scendendo continuamente a compromessi con i limiti imposti
Dialogue de morale lusage de la jeune noblesse (1770), IV, pp. 122-23.
Labate di Saint-Pierre, che ha la cortesia di onorarmi della sua corrispondenza, mi ha inviato una bella opera sul modo di ristabilire la pace in Europa e di
consolidarla per sempre. La cosa del tutto praticabile; per realizzarla non mancano che il consenso dellEuropa e qualche altra sciocchezzuola del genere (XXII,
p. 90).
66
Cfr. Considrations sur ltat prsent du corps politique de lEurope (1738),
VIII, pp. 3-4, 21-27. Che lattivit di storico sia quella in cui Federico massimamente eccelso lo aveva gi osservato W. Dilthey, Friedrich der Grosse, cit., pp. 104105.
64

65

44

massimo mori

da una considerazione realistica del mondo67. La celebre chiusa del


Candide di Voltaire, in cui il protagonista rinuncia alle magnifiche
idealit del suo interlocutore leibniziano per concludere che bisogna
che lavoriamo il nostro orto, pu valere anche per Federico. E il suo
orto era la Prussia.

Cfr. la lettera a dAlembert del 7.7.1770, XXIV, p. 544: bene che gli uomini
abbiano un archtype, un modle de perfection en vue, senza il quale le loro azioni
mancherebbero di una guida, ma ils ne parviendront jamais cette perfection.
67

Eckhart Hellmuth
FEDERICO IL GRANDE E LARCHITETTURA
Calce e mattoni furono una vera e propria ossessione per molti
principi del tardo Seicento e del Settecento. Con le loro opere di ristrutturazione e costruzione delle residenze e degli edifici sacri, o con
la riorganizzazione di interi paesaggi urbani e la progettazione di parchi e giardini, i principi cercavano di esprimere la maestosit del loro
status e il loro gusto artistico. Ancorch si trattasse di un fenomeno
diffuso in tuttEuropa, esso trov unespressione particolarmente significativa entro i confini del Sacro Romano Impero. Ci perch lImpero, data la molteplicit dei suoi possedimenti, rappresentava un ambito particolarmente propizio per lattivit edificatrice dei sovrani. Il
tarlo del mattone (Bauwurm) secondo lespressione canzonatoria
dei contemporanei imperversava da Dresda a Stoccarda, da Vienna
a Mannheim. Neppure i re prussiani ne furono immuni, seppur con
diversa intensit. Il Grande Elettore, Federico Guglielmo di Brandeburgo, ad esempio, ordin la costruzione di unintera serie di castelli
a Potsdam, a Berlino e nelle zone circostanti. Il regno del Principe
elettore Federico III che diverr il primo Re di Prussia con il nome
di Federico I si connette immediatamente al nome di Andreas Schlter, che con la costruzione dellArsenale e della Corte (il cosiddetto
Schlterhof) del Castello di Berlino (Berliner Stadtschloss) cre le
icone della storia dellarchitettura prussiana. Persino Federico Guglielmo
I, che pare si curasse ben poco delle arti in generale, esib unattivit
edificatoria intensa e raffinata dal punto di vista architettonico. Tra le
altre cose, egli fece progettare a Berlino, ove risiedeva, una serie di
piazze molto ampie e decorate da maestosi palazzi nobiliari.
Tra i committenti delle opere architettoniche nel casato degli Hohenzollern un posto deccezione spetta a Federico il Grande1. Nessun
1
Cfr. innanzitutto H.-J. Giersberg, Friedrich als Bauherr. Studien zur Architektur des 18. Jahrhunderts in Berlin und Potsdam, Berlin, Siedler, 1986. Unottima

46

eckhart hellmuth

monarca prussiano, n prima n dopo di lui, ha mai esercitato unattivit edificatoria tanto intensa2. Ci concerne innanzitutto le due residenze di Berlino e Potsdam: per un verso, egli confer un volto
nuovo al paesaggio urbanistico berlinese; per laltro, la sua Potsdam
che venne distrutta dallultimo grande attacco aereo appena pochi
giorni prima della fine della Seconda Guerra Mondiale3 stata giustamente ritenuta, accanto a Dresda e a Wrzburg, la pi bella citt
tedesca del XVIII secolo.
Nella Storia dellarchitettura di Potsdam del 1790, Heinrich Ludwig
Manger, consigliere supremo per ledilizia e ispettore dei giardini della
Corte prussiana, scriveva che il sovrano, per sua natura, era un ammiratore delle arti belle e delle scienze, ed era parimenti per convinzione e orgoglio amante degli edifici utili e sontuosi4. Lamore di Federico per larchitettura, a cui fa riferimento questo passo di Manger,
era incominciato molto presto. Tant che Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff, il futuro Sovraintendente ai castelli e giardini reali e Direttore generale delledilizia nelle province reali, rientrava negli anni Trenta
del 700 tra i membri dellentourage del Principe ereditario5. Federico
presentazione dellattivit edificatoria di Federico poi quella di M. Engel, Architektur und Bauherrschaft, in Friedrich der Grosse in Europa. Geschichte einer wechselvollen Beziehung, a cura di B. Ssemann G. Vogt-Spira, Stuttgart, Steiner, 2012,
I, pp. 260-92.
2
Opportunamente Johannes Kunisch osserva che guardando a tutto ci che fu
costruito, ampliato e trasformato in Prussia nei 46 anni dellera di Federico, ci si trova
dinanzi a unopera che non soltanto getta nellombra lattivit edificatoria di suo
nonno, il primo re di Prussia sovente disprezzato per le sue dissipazioni, ma che per
la sua variet e originalit potrebbe legittimamente occupare un posto unico nel suo
genere allinterno del paesaggio delle residenze dellancien rgime, J. Kunisch, Friedrich der Grosse. Der Knig und seine Zeit, Mnchen, Beck, 2004, p. 252.
3
Sulla distruzione di Potsdam nel periodo bellico e postbellico cfr. H. Ostertag, Vom Strategischen Bombenkrieg zum sozialistischen Bildersturm. Die Zerstrung
Potsdams 1945 und das Schicksal seiner historischen Gebude nach dem Krieg, in
Potsdam. Staat, Armee, Residenz, a cura di B.R. Kroener, Berlin, Propylen, 1993,
pp. 487-99.
4
H.L. Manger, Baugeschichte von Potsdam, besonders unter der Regierung Knig Friedrichs des Zweiten, BerlinStettin, Nicolai, 1789-90, III, p. 542.
5
Sul rapporto tra Federico il Grande e Knobelsdorff cfr. tra gli altri: H.-J. Kadatz, Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff. Baumeister Friedrichs II., Mnchen, Beck,
19852; A. Streichhan, Knobelsdorff und das Friderizianische Rokoko, Burg b. Magdeburg, Hopfer, 1932; T. Eggeling, Knobelsdorffs malerischer Geschmack got
pittoresque, in Zum Maler und zum grossen Architekten geboren. Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff 1699-1753, Ausstellung zum 300.Geburtstag 1699-1753, a cura
di T. Eggeling e U.-G. Weickardt, Berlin, Stiftung Preuische Schlsser und Grten
Berlin-Brandenburg, 1999, pp. 21-52.

federico il grande e larchitettura

47

considerava Knobelsdorff uno dei migliori architetti tedeschi: nel 1738


lo mand in Italia e nel 1740 in Francia affinch egli e il sovrano
per suo tramite acquisisse una certa dimestichezza con la cultura architettonica di quei Paesi. Daltra parte, gi dai tempi in cui era Principe ereditario Federico il Grande amava collezionare trattati di architettura e incisioni di edifici celebri6. Per procurarsi queste opere
egli ricorreva di frequente allaiuto di Francesco Algarotti, che aveva
conosciuto e incominciato ad apprezzare nel 1739, fino a eleggerlo
proprio consigliere per le questioni di gusto, di arte e di letteratura.
Non stupisce, pertanto, che Federico non si limitasse a commissionare opere architettoniche, ma che intervenisse direttamente nella loro
progettazione. Prova eloquente di questa sua attivit rappresentata,
tra laltro, dallesistenza di suoi numerosi schizzi autografi7. Manger
descrive in questo modo la ferma volont del monarca prussiano di
intervenire direttamente nella fase di progettazione: Durante i primi
quarantanni del suo regno, Federico ideava e preparava da s i primi
abbozzi delle facciate esterne dei castelli, degli edifici pubblici, privati
e istituzionali di una certa importanza che andavano costruiti, e si occupava personalmente degli ornamenti e degli arredamenti dei suoi alloggi privati8. Lambizione di Federico nelle questioni architettoniche
si manifest innanzitutto come gi stato osservato nella ristrutturazione delle residenze reali di Berlino e Potsdam. Nelle pagine seguenti verranno delineate le linee portanti di questo processo ( 12), concludendo con alcune osservazioni generali su Federico quale
committente di opere architettoniche ( 3).
1. Una nuova monumentalit a Berlino
Federico il Grande diede inizio alla propria attivit edificatoria a
Berlino con un progetto effettivamente notevole: la costruzione di un
teatro dopera9. Si tratta della costruzione in Unter den Linden, in cui
Cfr. V. Thiele, Architectura Fridericiana Der Knig und das Bauwesen, in
Friederisiko. Friedrich der Grosse. Die Essays, a cura della Stiftung Preuischer Schlsser und Grten Berlin-Brandenburg, Mnchen, Hirmer, 2012, pp. 186-91: p. 187.
7
Un catalogo dei disegni architettonici di Federico il Grande si trova in H.-J.
Giersberg, Friedrich als Bauherr, cit., pp. 316-19.
8
H.L. Manger, Baugeschichte von Potsdam, cit., III, p. 542.
9
Sulla storia delledificazione dellOpera cfr.: H.-J. Kadatz, Georg Wenzeslaus
von Knobelsdorff, cit., pp. 125-34; A. Streichhan, Knobelsdorff und das Friderizianische Rokoko, cit., pp. 37-45; M. Engel, Das Forum Fridericianum und die monu6

48

eckhart hellmuth

Fig. 1

oggi si trova lOpera di Berlino (Deutsche Staatsoper). Ledificio attuale, per, profondamente diverso da quello del XVIII secolo: le
trasformazioni edilizie occorse nei primi tre decenni del XX secolo e
le misure adottate per rimediare ai danni provocati dalla Seconda
Guerra Mondiale ne hanno pregiudicato in maniera persistente laspetto interno ed esterno. Delledificio originario rimane oggi ben
poco.
Per lungo tempo il progetto di questo teatro dopera, iniziato nel
1741 e inaugurato appena due anni dopo, venne attribuito a Knobelsdorff. Nel frattempo si sono per trovate ottime ragioni per credere
che Federico secondo un uso a lui consono fosse intervenuto direttamente nella progettazione, in particolare per quel che concerne
mentalen Residenzpltze des 18. Jahrhunderts, dissertazione presentata alla Freie Universitt di Berlino nel 2001, p. 114 (URL = http://www.diss.fu-berlin.de/diss/servlets/MCRFileNodeServlet/FUDISS_derivate_000000004525/diss_engel.pdf?hosts, ultima consultazione 04.9.2013); E. Frstenau, Das Opernhaus im Laufe der Zeiten,
in 185 Jahre Staatsoper. Festschrift zur Wiedererffnung des Opernhauses Unter den
Linden (1928), a cura di J. Kapp, Berlin, Atlantic, 1937, pp. 119-68: p. 121-29; E.
Meffert, Das Haus der Staatsoper und seine Baumeister, Leipzig, Beck, 1942, pp.
22-43; H. Mackowsky, Das Opernhaus Friedrichs des Grossen und sein Erbauer G.W.
von Knobelsdorff, in Kunst und Knstler: illustrierte Monatsschrift fr bildende
Kunst und Kunstgewerbe, 4, 1906, pp. 308-13 e pp. 337-46; L. Schneider, Geschichte der Oper und des kniglichen Opernhauses in Berlin, Berlin, Duncker und
Humblot, 1852, pp. 55-85. Sul carattere innovativo dellOpera come teatro cfr. H.
Lange, Vom Tribunal zum Tempel. Zur Architektur und Geschichte Deutscher Hoftheater zwischen Vormrz und Restauration, Marburg, Jonas, 1985, pp. 102-104.

federico il grande e larchitettura

49

Fig. 2

laspetto esteriore delledificio10. Fra i trattati di architettura in possesso del monarca prussiano si trovava infatti il Vitruvius Britannicus,
unopera in tre volumi pubblicata tra il 1715 e il 1725 dallarchitetto
scozzese Colen Campbell, che documentava i lavori di celebri architetti del tempo ed era destinata a diventare lopera di riferimento del
neopalladianesimo britannico. Nel primo volume del Vitruvius si trova
il progetto dello stesso Campbell relativo al Wansted (Wanstead) House,
palazzo che gli era stato commissionato da Sir John Child, futuro visconte di Castelemaine.
Evidentemente Federico doveva essere rimasto cos colpito da quel
progetto da spingere Knobelsdorff a recuperare alcuni elementi essenziali del palazzo di Campbell per lOpera berlinese11. Ci significa
che il monarca prussiano si fece costruire nel centro di Berlino un
teatro che, per sua espressa volont, esibisse una facciata ornata secondo un progetto originariamente concepito per un palazzo nobiliare inglese. Federico il Grande aveva unindubbia predilezione per
la citazione architettonica e per la copia, come mostrer chiaramente
il corso della sua attivit edificatoria12. Nel caso della costruzione dellOpera di Berlino, questa sua predilezione determin limpossibilit
Cfr. M. Engel, Das Forum Fridericianum, cit., pp. 100-101.
Cfr. tra gli altri: R. Wegner, Nach Albions Strnden. Die Bedeutung Englands
fr die Architektur des Klassizismus und der Romantik in Preuen, Mnchen, Scaneg, 1994, pp. 26-29; Id., Friedrich der Grosse und die englische Kunst, in Zeitschrift
des Deutschen Vereins fr Kunstwissenschaft, 42, 1988, pp. 49-59, in particolare pp.
52-53.
12
Cfr. innanzitutto A.P. Hagemann, Zitat und Kopie bei Friedrich II., in Friederisiko, cit., pp. 176-85.
10
11

50

eckhart hellmuth

di capire, guardando allaspetto esteriore delledificio, per quale fine


esso fosse stato realmente concepito. La sua funzione era invece rivelata dalle iscrizioni e dagli ornamenti scultorei della facciata: le colonne del porticato che si affaccia su Unter den Linden, ad esempio,
riportano liscrizione Fridericus Rex Apollini et Musis, mentre il
frontone presenta una raffigurazione di Apollo, il dio dellarmonia e
della musica. Nella visione di Federico, il palazzo non doveva venir
impiegato esclusivamente per le manifestazioni operistiche e musicali;
esso doveva ospitare anche danze e balli in maschera. Le stravaganze
di corte e lopulenza non erano affatto estranee al regime fridericiano13.
Gi nel 1743, quindi nellanno dellinaugurazione dellOpera di Berlino, J.G. Fnck, Controllore per ledilizia al servizio di Knobelsdorff,
esegu e present unincisione che mostrava al pubblico colmo di interesse il nuovo tempio delle muse di Federico. Lincisione ritraeva ledificio sul limitare di un campo incolto in citt viene naturale domandarsi come mai il monarca prussiano abbia scelto proprio una sede
come quella per il suo primo grande progetto architettonico.

Fig. 3
13
Cfr. innanzitutto T. Biskup, Eines Grossen wrdig? Hof und Zeremoniell
bei Friedrich II., in Friederisiko, cit., pp. 98-115. Cfr. inoltre le parti dedicate alla medesima questione in Id., Friedrichs Grsse. Inszenierung des Preussenknigs in Fest
und Zeremoniell 1740-1815, Frankfurt/Main, Campus, 2012.

federico il grande e larchitettura

51

La ragione di questa scelta apparentemente curiosa era questa: il


monarca voleva costruire una Residenza monumentale nel centro di
Berlino, su un terreno fino ad allora mai edificato, e circondarla di
tutti gli edifici del caso. LOpera non era dunque concepita come una
costruzione isolata e solitaria, ma come il primo edificio del cosiddetto Forum Fridericianum14. Il piano di questo enorme progetto risaliva a Knobelsdorff: egli voleva costruire a nord di Unter den Linden un Palais du Roy, lungo 300 metri e profondo 150, che avrebbe
sostituito il vecchio castello reale sito nella parte orientale della citt.
Era prevista una costruzione tripartita con due corti interne e un ampio cortile donore, il quale avrebbe dovuto essere delimitato nella
parte meridionale prospiciente il palazzo reale da un colonnato a quattro file. LOpera e il Ballhaus (Sala da ballo), allincirca delle medesime dimensioni, avrebbero dovuto affacciarsi sullaltro lato di Unter den Linden, di fronte al Palais du Roy. Il progetto di Knobelsdorff, che come molti altri progetti architettonici del tempo era pensato secondo le regole della simmetria, non venne per realizzato, non
da ultimo perch il casato Brandeburg-Schwedt si rifiut di lasciar demolire un palazzo di sua propriet.
Federico il Grande non abbandon comunque il progetto di una
residenza monumentale. Intervenne personalmente nel progetto di
Knobelsdorff, modificando la collocazione dei due edifici accessori.
LOpera venne ruotata di 90 e laltro edificio, originariamente concepito per il ballo, venne sostituito con la costruzione decisamente pi
dispendiosa di un nuovo palazzo per lAccademia. In questa maniera
venne abbandonata anche la disposizione simmetrica dei due edifici.
Tuttavia, per diverse ragioni, questo progetto rimase sulla carta. Il Forum Fridericianum venne s costruito, ma non sulla base del progetto
originario di Knobelsdorff, ben concepito e ispirato alle regole di unestetica coerente. Al suo posto, nel corso dei tre decenni successivi,
comparvero una serie di edifici con stili estremamente differenti, la
cui costruzione non rispondeva affatto a un piano di lungo respiro,
ma piuttosto a interventi rapsodici e contingenti del monarca.
Ci emerge in maniera particolarmente evidente dalla vicenda che
ha accompagnato la costruzione della Chiesa di SantEdvige (Hedwigskirche)15. Lannessione della Slesia, sancita nel 1745 dalla Pace di Dre14
Per quel che segue cfr. leccellente presentazione di M. Engel, Das Forum Fridericianum, cit., pp. 61-71.
15
Per la storia dellarchitettura cfr. innanzitutto: T. Meijknecht M. Schneemann, Der Bau der St. Hedwigskirche in Berlin 1746-1773, in Mededelingen van

52

eckhart hellmuth

sda, aument in maniera esorbitante il numero dei sudditi cattolici


della corona prussiana. Stando cos le cose, Federico il Grande decise
di far costruire allinterno del Forum Fridericianum una chiesa cattolica dedicata a SantEdvige, protettrice della Slesia. Il 13 luglio del 1747
ci fu la posa della prima pietra, compiuta con un dispendio notevole
alla presenza della nobilt cattolica e dellemissario degli Stati cattolici in Prussia. Si era deciso di erigere la chiesa su un terreno posto
sul confine sudorientale del Forum Fridericianum, in prossimit dellOpera. Questa soluzione angolare impediva la costruzione di un edificio a pianta rettangolare; pertanto si opt per una costruzione a cupola, ispirata al modello romano del Pantheon, la cui curva obliqua
doveva risultare particolarmente impressionante per chi scendeva Unter den Linden arrivando da occidente un effetto di cui si pu beneficiare ancor oggi. Nelle incisioni del tempo si riconosce unarchitettura ispirata al modello romano del Pantheon, il cui aspetto imponente determinato innanzitutto dal portico con i suoi rilievi.

Fig. 4
het Nederlands historisch instituut te Rome, 35, 1971, pp. 113-93; M. Hasak, Die
St. Hedwigskirche zu Berlin und ihr Erbauer Friedrich der Groe, Berlin, Heymanns,
1932; H.-J. Giersberg, Friedrich als Bauherr, cit., pp. 250-84; S. Badstbner-Grger, Die St.-Hedwigs-Kathedrale zu Berlin, Regensburg, Schnell & Steiner, 20002,
pp. 2-19; T. Eggeling, Friderizianische Antikenrezeption am Beispiel der Hedwigskirche und der Oper, in Katalog Berlin und die Antike. Architektur, Kunstgewerbe, Malerei, Skulptur, Theater und Wissenschaft vom 16. Jahrhundert bis heute, a cura di W.
Arenhvel, Berlin, Hellmich, 1979, pp. 113-19; M. Engel, Das Forum Fridericianum,
cit., pp. 123-56.

federico il grande e larchitettura

53

Anche in questo caso lidea originaria delledificio sacro risaliva a


Federico il Grande, mentre la progettazione successiva e lesecuzione
venne nuovamente affidata a Knobelsdorff.
La costruzione della Hedwigskirche rappresent indiscutibilmente
una questione politica di primo piano. Occorreva dimostrare al mondo
che nella Prussia di Federico il Grande era iniziata lera della tolleranza illuminata. Sebbene il monarca avesse fatto partire lui stesso il
progetto di costruzione, i lavori si protrassero per oltre un ventennio
poich le donazioni dellEuropa cattolica la principale fonte di finanziamento dellopera divennero estremamente esigue a partire dagli anni Cinquanta del secolo. La consacrazione avvenne pertanto appena nel novembre del 1773. Ma ancora a quel tempo come mostra unincisione del 1777 si aveva limpressione di trovarsi di fronte
a unopera incompiuta: continuava a mancare la lanterna sulla cupola,
prevista dal progetto originario, e la sacrestia annessa alla costruzione
circolare aveva laspetto di una rovina. Ciononostante, accanto alla
Hofkirche di Dresda, la Hedwigskirche rappresentava la pi grande
chiesa cattolica del nord protestante della Germania.
Quasi in contemporanea con la Hedwigskirche venne eretto un
altro edificio centrale del Forum Fridericianum, il palazzo del Principe Enrico16, che allinizio del 1800 divenne la sede della neofondata

Fig. 5
Cfr. innanzitutto K.-D. Gandert, Vom Prinzenpalais zur Humboldt-Universitt, Berlin, Henschel, 19853, pp. 17-44, nonch M. Engel, Das Forum Fridericianum, cit., pp. 157-65.
16

54

eckhart hellmuth

Universit di Berlino e che oggi, dopo la ricostruzione (1945-1961),


ospita la Humboldt-Universitt. Il palazzo del Principe Enrico era
stato concepito come un regalo di Federico il Grande al fratello minore, che si era distinto come condottiero militare nelle due campagne contro la Slesia. I lavori per la costruzione del palazzo iniziarono
nel 1748, vennero interrotti durante la Guerra dei Sette anni e si conclusero nel 1766. Il palazzo venne costruito nella zona settentrionale
del Forum Fridericianum, quindi nellarea in cui secondo il piano originario di Knobelsdorff era previsto il Palais du Roy. Come nel caso
del Palais du Roy, anche qui si trattava di un edificio a tre ali, la cui
facciata anteriore, insieme alla cancellata che circondava il cortile donore, si affacciava su Unter den Linden. La struttura fondamentale di
questo palazzo assomiglia in maniera sorprendente al Palais du Roy
di Knobelsdorff, seppur con dimensioni molto ridotte. Mentre nel
progetto di Knobelsdorff la facciata anteriore era lunga 300 metri, nel
caso del palazzo del Principe Enrico non si superavano i 150 metri.
Ci aveva come conseguenza, tra laltro, che i cortili laterali non erano
completamente recintati, ma rimanevano aperti su uno o su due lati.
E tuttavia come mostrano gli schizzi relativi alla facciata anteriore
e a quella prospiciente il giardino il palazzo del Principe Enrico era
un edificio molto imponente.

Fig. 6

federico il grande e larchitettura

55

Non chiaro chi fosse lautore del progetto. Solitamente viene attribuito al pi vecchio dei Boumann, che di l a poco sarebbe divenuto Direttore generale delledilizia prussiana. Senzaltro Boumann,
esperto riconosciuto nelle questioni architettoniche, rivest un ruolo
di primo piano nella costruzione di questo edificio, come in quella
della Hedwigskirche; tuttavia non certo che egli abbia esercitato
uninfluenza significativa sulla progettazione delledificio. C chi ha
sostenuto con buoni argomenti che anche in questo caso ci sia stato
lintervento di Knobelsdorff (Martin Engel). Quel che per importa
che anche qui, come nel caso della Hedwigskirche e dellOpera, le
direttive principali provenivano direttamente da Federico il Grande:
si conservato un suo abbozzo autografo del progetto della facciata
principale del palazzo del Principe Enrico.
LOpera, la Hedwigskirche e il palazzo del Principe Enrico mostrano una certa uniformit di stile. Ci pu dipendere dal fatto che
Knobelsdorff aveva assai verosimilmente partecipato a tutti e tre i progetti17. Il quarto grande edificio introdotto nel Forum Fridericianum
allepoca di Federico il Grande, invece, di tuttaltro genere. Si tratta
della Biblioteca reale, costruita tra il 1774 e il 1786 su progetto di
Georg Christoph Unger e sotto la direzione di Georg Friedrich Bouman18.

Fig. 7
Ivi, p. 160.
Sulla storia dellarchitettura della biblioteca reale cfr.: A. Hortzschansky, Die
Knigliche Bibliothek zu Berlin: ihre Geschichte und ihre Organisation, Berlin, Beh17
18

56

eckhart hellmuth

Il progetto di Unger per la facciata esterna della Biblioteca non


era altro che la copia della facciata di San Michele (Michaelerfront)
che Joseph Emanuel Fischer von Erlach aveva progettato per la corte
viennese nel 1726. Ci rispondeva alla volont esplicita del sovrano
prussiano. Per la Biblioteca reale Unger doveva quindi prendere a
modello la forma di un edificio originariamente concepito per tuttaltro contesto urbanistico e per tuttaltra funzione. Non mancarono
le difficolt: linterno e lesterno non si armonizzavano affatto. significativo il fatto che la sala lettura venne distaccata: la biblioteca
di Unger era quindi pi un deposito di libri che una vera e propria
biblioteca. Come per lOpera, anche in questo caso occorreva guardare agli ornamenti scultorei per capire quale fosse la funzione delledificio: la sola forma architettonica non forniva nessun indizio a
riguardo. Inoltre, la linea concava della facciata venne ridotta della
met rispetto alloriginale, il che ne compromise significativamente
la resa estetica della profondit della parte anteriore. Solo in questo
modo fu per possibile introdurre la Biblioteca nel complesso del
Forum Fridericianum; e tuttavia lopera nel suo complesso non sembr mai particolarmente riuscita. Engel osserv giustamente che il
nuovo edificio della Biblioteca venne inserito in quello spazio come
un corpo estraneo che non aveva nulla a che vedere con gli edifici
gi presenti, n quanto alla forma originaria, n quanto ai singoli
dettagli. Il progetto della piazza, ormai concluso da ventanni, venne
rimaneggiato, rinunciando completamente alla simmetria e allarmonia19. Tra i contemporanei non mancarono le critiche a questopera
di Unger20.
Si ampiamente dibattuto sulle ragioni che indussero Federico il
Grande a far costruire nel cuore di Berlino unopera architettonica
dellepoca di Carlo VI dAsburgo, il padre di Maria Teresa. Questa
sua scelta stata interpretata come un gesto trionfale, come latto con
cui il monarca prussiano aveva voluto dimostrare la superiorit della
rend, 1908, pp. 49-53; E. Paunel, Die Staatsbibliothek zu Berlin. Ihre Geschichte
und Organisation whrend der ersten zwei Jahrhunderte seit ihrer Erffnung 16611871, Berlin, de Gruyter, 1965, pp. 55-64; F. Wilken, Geschichte der kniglichen Bibliothek zu Berlin, Berlin, Duncker und Humblot, 1828, pp. 95-97; M. Engel, Das
Forum Fridericianum, cit., pp. 184-96.
19
Ivi, p. 184. Sul carattere anacronistico di questo edificio cfr. anche W. Rdigkeit, Bauten und Entwrfe fr eine Knigliche und Staatsbibliothek in Berlin, in
325 Jahre Staatsbibliothek zu Berlin, a cura di W. Schochow, Wiesbaden, Reichert,
1986, pp. 15-35: p. 20.
20
Cfr. E. Paunel, Die Staatsbibliothek zu Berlin, pp. 60-61.

federico il grande e larchitettura

57

sua Prussia21. Fino ad allora, infatti, gli Asburgo non erano stati capaci di realizzare il progetto che Fischer von Erlach aveva presentato
gi nel 1726 cosa, questa, che sarebbe avvenuta soltanto verso la
fine dellOttocento. Questinterpretazione non ha per nessun fondamento: Federico il Grande non si espresse mai in questo senso, e neppure i contemporanei concepirono mai larchitettura della Biblioteca
reale in polemica con la Casa dAustria22. Sembra invece assai pi sensato pensarla in unaltra maniera: come si visto nel caso dellOpera,
e come dimostrano numerosi altri esempi della storia dellarchitettura
di Potsdam, Federico amava le citazioni architettoniche, le copie. Egli
collezionava copie degli edifici che riteneva modelli di una cultura architettonica straordinaria. Per quanto questa passione fosse di certo
animata da un interesse genuino per questarte, egli non voleva saperne delle nuove correnti architettoniche che incominciavano a circolare in Europa alla fine del secolo XVIII. Al contrario, come si
evince dalla costruzione della Biblioteca reale nel complesso del Forum Fridericianum, egli coltivava un proprio gusto intriso di motivi
arcaici23. In unepoca in cui gli architetti si apprestavano a scoprire un
nuovo vocabolario architettonico ispirato alla Grecia classica, la ripresa di un progetto dellalto barocco doveva apparire quanto meno
assurda24.
Nonostante il carattere estremamente bizzarro della Biblioteca reale,
i contemporanei furono profondamente impressionati dalla piazza monumentale che era sorta nel corso di quattro decenni nel centro della
citt.
Nel 1786 Friedrich Nicolai celebrava la conclusione dei lavori
del Forum Fridericianum con queste parole: La piazza dellOpera
si estende dai ponti della citt nuova fino ai Tigli (Linden). una
delle pi belle piazze del mondo, su cui si ergono edifici e palazzi
assolutamente magnifici25. Il Forum Fridericianum era per solo una
In questo senso si esprime di recente A.P. Hagemann, Zitat und Kopie bei
Friedrich II., pp. 182-83.
22
Cfr. M. Engel, Das Forum Fridericianum, cit., pp. 184-85.
23
Sullarretratezza delle concezioni architettoniche di Federico II cfr. F.E. Keller, Probleme der sptfriderizianischen Architektur, in Zeitschrift des deutschen Vereins fr Kunstwissenschaft, 42, 1988, pp. 61-77.
24
Cfr. D. Watkin-T. Wellinghoff, German Architecture and the Classical Ideal
1740-1840, London, Thames and Hudson, 1987, in particolare pp. 59-84.
25
F. Nicolai, Beschreibung der Kniglichen Residenzstdte Berlin und Potsdam,
aller daselbst befindlicher Merkwrdigkeiten, und der umliegenden Gegend, BerlinStettin, Nicolai, 17863, p. 168.
21

58

eckhart hellmuth

Fig. 8

parte di un progetto ben pi ampio, vale a dire quello della valorizzazione di Berlino, capitale del regno e residenza reale. Tra gli interventi architettonici intrapresi da Federico rientravano la realizzazione del Duomo, la ricostruzione dellAccademia che era stata distrutta da un incendio, lampliamento del castello di Monbijou e di
Charlottenburg, lammodernamento dei ponti e delle porte cittadine,
e lesecuzione di opere ornamentali come i due colonnati noti come
Spittelkolonnaden e Knigskolonnaden. Venne inoltre radicalmente
trasformata la piazza nota come Gendarmenmarkt: al centro si costru un teatro francese, ed entrambe le chiese quella luterana e
quella francese-riformata vennero dotate di due cupole voluminose
e identiche. Infine, Federico il Grande fece realizzare numerosi Immediatbauten in zone celebri della citt: si trattava di edifici privati,
completamente o parzialmente finanziati dal monarca, le cui facciate
sontuose dovevano suscitare una grande ammirazione. Tutto ci era
pensato allo scopo di conferire a Berlino laspetto di una metropoli
europea.
2. Potsdam: la corte e la citt
Il progetto dellabbellimento e della valorizzazione di Berlino occup Federico fino alla fine del suo regno; nondimeno il fulcro della
sua attivit edificatoria era Potsdam. Soprattutto qui gli riusc infatti
di realizzare le sue intuizioni architettoniche; probabilmente perch

federico il grande e larchitettura

59

proprio Potsdam divenne la sua residenza effettiva26. Gi nel 1743 Federico trasfer i suoi appartamenti nel castello di Potsdam. Ledificio,
che non era in condizioni ottimali, venne successivamente ristrutturato27. Inizialmente il monarca si limit a interventi di risanamento e
di manutenzione; ma, come narra Mager nella Storia dellarchitettura
di Potsdam, gi allinizio del 1745 il sovrano decise di non occuparsi
esclusivamente del risanamento esteriore e della tinteggiatura della residenza reale, ma di impreziosirne ulteriormente gli ornamenti sia allesterno sia allinterno. Il sovrano ordin dunque al Barone von Knobelsdorff di preparare dei progetti per le facciate esterne28. In questo racconto Mangel menzionava, tra laltro, la costruzione di una
nuova ala, la realizzazione di colonnati e soprattutto il riassetto della
facciata principale. In particolar modo a partire dal 1747 Federico incominci a dedicarsi in maniera molto intensa alle opere architettoniche di Potsdam. Il progetto dello straordinario risalto centrale che im-

Fig. 9
26
Cfr. tra gli altri: Friedrich und Potsdam. Die Erfindung seiner Stadt, a cura di
J. Gtzmann, Mnchen, Hirmer, 2012; F. Mielke, Potsdamer Baukunst. Das klassische Potsdam, Frankfurt, Propylen, 19912, pp. 36-83; H. Kania, Die Architektur der
Stadt Potsdam im 18. Jahrhundert, Potsdam, Jaeckel, 1909.
27
Cfr. per quel che segue H.-J. Giersberg, Friedrich als Bauherr, cit., pp. 50-77.
28
H.L. Manger, Baugeschichte von Potsdam, cit., vol. 1, p. 39.

60

eckhart hellmuth

preziosisce il giardino prospiciente la facciata principale del castello,


ad esempio, si basa proprio su un abbozzo di Federico.
Analogamente al caso della costruzione dellOpera berlinese, fonte
dispirazione per il sovrano e per Knobelsdorff fu il neopalladianesimo
inglese nella versione del Vitruvius Britannicus di Campbell. Gli interventi massicci operati sulla parte esteriore del castello di Potsdam si
prolungarono allinterno, dove il sovrano intraprese sontuose opere di
decorazione. Quando nel 1752, dopo otto anni di lavori, lopera giunse
a conclusione, il castello di Potsdam, che dallesterno non aveva mai
avuto un aspetto particolarmente gradevole, si era ormai trasformato
in un edificio di rappresentanza che, grazie allarmonia della struttura
architettonica, ai ricchi ornamenti plastici e, non da ultimo, alla sua vivace policromia, offriva una visione assolutamente magnifica29.

Fig. 10
29

H.-J. Giersberg, Friedrich als Bauherr, cit., p. 72.

federico il grande e larchitettura

61

Il castello di Potsdam era concepito come residenza invernale del


monarca, il quale destate si trasferiva nel castello di Sanssouci, dove
di norma viveva e lavorava dalla fine di aprile allinizio di ottobre30.
Questa residenza estiva stata di frequente ritenuta la quintessenza
della cultura architettonica fridericiana. Senza dubbio Sanssouci come
dimostrano tra laltro schizzi autografi di Federico il Grande, relativi
al palazzo e al giardino rappresenta il progetto architettonico in cui
traspare in maniera pi evidente la personalit del monarca prussiano.
Il fascino particolare di questo castello deriva dallinsolita combinazione di elementi architettonici e naturali: Sanssouci sorgeva infatti
sullestremit superiore di un vigneto.
Diversamente da quanto si crede, nella marca del Brandeburgo si
erano iniziati a coltivare vitigni sin dal XIII secolo, e per questa ragione non dovette sembrare affatto bizzarro che, il 10 agosto 1744,
Federico il Grande ordinasse di coltivare con vigneti a terrazze il co-

Fig. 11
Sul castello di Sanssouci cfr.: W. Kurth, Sanssouci. Ein Beitrag zur Kunst des
deutschen Rokoko, Berlin, Henschelverlag, 1962; H.-J. Giersberg, Schloss Sanssouci.
Die Sommerresidenz Friedrichs des Grossen, Berlin, Nicolaische Verlagsbuchhandlung,
2005, pp. 32-79; Id., Friedrich als Bauherr, cit., pp. 78-143; F. Mielke, Potsdamer
Baukunst, cit., pp. 36-83.
30

62

eckhart hellmuth

siddetto Wstenberg. Sotto la direzione dellarchitetto Friedrich


Wilhelm Diterich, il versante meridionale venne diviso in sei larghe
terrazze da una serie di muretti arcuati e piegati verso linterno, in maniera da sfruttare quanto pi possibile i raggi del sole. Nel 1746 i lavori relativi ai vigneti terrazzati erano pressoch conclusi. Gi il 13
gennaio 1745 Federico aveva disposto la costruzione di un padiglione
a Potsdam, il cosiddetto Lust-Haus, e il 14 aprile dello stesso anno
venne posata la prima pietra. Il Lust-Haus era Sanssouci, dove Federico si insedi dopo appena due anni di lavori di ristrutturazione, nonostante la residenza non fosse ancora pronta. Il palazzo in stile rococ e disposto su un solo livello, da cui si apriva il passaggio diretto
al giardino circostante, era pensato appositamente per rispondere alle
esigenze private del monarca. Il suo carattere intimo lo rendeva qualcosa di decisamente diverso da una comune residenza signorile. Evidentemente Federico il Grande non voleva un edificio di rappresentanza, ed significativo il fatto che egli si rifiut di dar seguito alla
proposta di Knobelsdorff di innalzare Sanssouci su un piano semi-interrato e avvicinarlo al margine della terrazza superiore affinch ottenesse maggior visibilit se guardato dai piedi del vigneto31. Nel corso
degli anni, poi, il parco circostante venne impreziosito con una serie
di costruzioni, tra cui la Sala cinese per il t, il Tempio dellamicizia e
degli antichi, il Belvedere e la Casa dei draghi. Quanto il monarca si
sentisse intimamente legato a Sanssouci e al suo parco risulta peraltro
evidente dal fatto che egli desiderava venir sepolto proprio l. Nel testamento del 1752 Federico aveva infatti disposto quanto segue: mi
si porti a Sanssouci al lume di una lanterna e senza seguito alcuno, e
mi si seppellisca in quel luogo, semplicemente, sulla cima della terrazza, sul lato destro salendo, nella cripta che mi sar fatto preparare32. Ma questo desiderio di Federico si avver soltanto nel 199133.
Nelle immediate vicinanze della residenza estiva di Federico il
Grande, nella parte occidentale del parco di Sanssouci, tra il 1763 e
il 1769 venne costruito il Palazzo Nuovo (Neues Palais)34. Il maestoso
S. Hneke (a cura di), Bauten und Bildwerke im Park Sanssouci. Amtlicher
Fhrer der Stiftung Preussischer Schlsser und Grten Berlin-Brandenburg, Potsdam,
Stiftung Preuische Schlsser und Grten Berlin-Brandenburg, 2002.
32
Testamento dell11 gennaio 1752, in Die Werke Friedrichs des Groen, VII, a
cura di G. Berthold Volz, Berlin, Hobbing, 1913, pp. 276-80: p. 276.
33
Cfr. H. Bentzien, Die Heimkehr der Preussenknige, Berlin, Volk und Welt,
1991, nonch H.-J. Giersberg-R-H. Krger, Die Ruhesttte Friedrichs des Grossen
zu Sanssouci, Berlin, Nicolaische Verlagsbuchhandlung, 1991.
34
Sul Neues Palais cfr. tra gli altri: H. Drescher-S. Badstbner-Grger, Das
31

federico il grande e larchitettura

63

Fig. 12

edificio a tre ali lultimo grande castello tedesco in stile rococ


aveva una facciata frontale lunga 220 metri; al suo centro si ergeva
unenorme cupola che raggiungeva i 55 metri daltezza.
Il castello principale venne completato con due Communs, collegati da un colonnato semicircolare.
In un certo senso si trattava della realizzazione di un sogno fino
ad allora rimasto incompiuto, vale a dire la costruzione di un palazzo
monumentale che Federico aveva progettato insieme a Knobelsdorff
gi allinizio del suo regno per il Forum Fridericianum e che non era
mai riuscito a realizzare. Gi tra il 1755 e il 1756 il monarca prussiano aveva accarezzato lidea di costruire un enorme castello che fungesse da pendant di Sanssouci sulla riva della Havel. Con il sopraggiungere della Guerra dei Sette anni questi piani vennero necessariamente abbandonati e soltanto dopo la Pace di Hubertusburg fu nuoNeue Palais in Potsdam. Beitrge zum Sptstil der friderizianischen Architektur und
Bauplastik, Berlin, Akademie Verlag, 1991; K. Dorst, Das Neue Palais von Sanssouci. Architektonischer Schlussakkord des friderizianischen Zeitalters, in Friederisiko,
cit., pp. 280-85; S. Hneke, Nec soli cedit Dekoration und Bauskulptur am Neuen
Palais, in ivi, pp. 286-93.

64

eckhart hellmuth

Fig. 13

vamente possibile riconsiderare seriamente il progetto, ancorch non


pi situandolo sulla riva della Havel, ma come detto nella parte
occidentale del parco di Sanssouci, nel cosiddetto Giardino dei caprioli
(Rehgarten). Il posto era stato scelto da Federico in persona. Egli
intervenne in maniera particolarmente vigorosa nel progetto e nella
costruzione del Neues Palais; spesso, anzi, il monarca non teneva in
nessun conto il parere degli architetti impegnati nel progetto (Johann
Gottfried Bring, Heinrich Ludwig Manger e Carl von Gontard).
Cos sorse un castello che, tanto nel suo aspetto esteriore quanto al
suo interno, rispondeva perfettamente al gusto di Federico il Grande,
ispirato a modelli risalenti ai primi del Settecento. Ma, a differenza di
quanto si pu pensare, il castello con le sue 200 stanze, i quattro saloni per le feste e il teatro in stile rococ non era affatto concepito
come una residenza reale. Federico se ne serv peraltro in maniera soltanto sporadica. Il palazzo fungeva innanzitutto da dimora per gli
ospiti della corte prussiana, in particolare per i membri della dinastia35, ancorch per un tal fine fosse assolutamente sovradimensio35

K. Zielosko, Verwandtenbesuch. Das Neue Palais als Bhne dynastischer

federico il grande e larchitettura

65

nato36. Il Neues Palais era pi di una foresteria di corte; nella sua monumentalit esso rappresentava piuttosto un gesto trionfale, un segno
dellaffermazione della Prussia tra le grandi potenze europee allindomani della Guerra dei Sette anni. Occorreva mostrare al mondo intero la grandezza della monarchia prussiana. Lo stesso Federico con
una qualche autoironia definiva il Neues Palais una fanfaronata.
Sanssouci e il Neues Palais furono indubbiamente le opere architettoniche pi spettacolari che Federico mise in scena a Potsdam. Ma
esse erano, per cos dire, solo le punte di un iceberg. A Potsdam, in
maniera assai pi radicale che a Berlino, lattivit edificatoria di Federico rivoluzion lintero paesaggio urbanistico. Egli non si ispirava,
qui, allideale della regolarit, come aveva fatto per le altre residenze,
ad esempio a Karlsruhe o a Mannheim. Nel caso di Potsdam fece
piuttosto sorgere spettacolari edifici solitari; tra laltro, costru nuove
chiese e ne restaur di vecchie, realizz maestose porte cittadine e intere zone urbane cambiarono radicalmente volto grazie alla costruzione di numerosi Immediatbauten. Federico cre a Potsdam una
sorta di museo dellarchitettura, non da ultimo grazie al fatto che commissionava ai propri architetti la costruzione di copie di edifici celebri e importanti, che egli conosceva unicamente attraverso le incisioni
in suo possesso. La citazione architettonica e la copia, che a Berlino
avevano rappresentato uneccezione (come nel caso dellOpera e della
Biblioteca reale), a Potsdam divennero la norma. Qui si rifletteva la
predilezione del monarca per larchitettura barocca e rinascimentale
italiana. Di conseguenza, il Mercato Vecchio (der Alte Markt) venne
trasformata in una sorta di piazza italiana37.
Tra il 1752 e il 1755, su progetti di Knobelsdorff, il lato della
chiesa di San Nicola (Nicolaikirche) che si affacciava sul Mercato Vecchio venne ornato con una facciata in perfetto stile barocco tardoromano. Non era altro che la copia, in dimensioni ridotte, della facciata
di Santa Maria Maggiore a Roma. Quasi contemporaneamente FedeSelbstinszenierung, in Friedrich der Grosse und die Dynastie der Hohenzollern. Beitrge des fnften Colloquiums in der Reihe Friedrich300 vom 30. September/1.Oktober 2011, a cura di M. Kaiser J. Luh, URL = http://www.perspectivia.net/content/publikationen/friedrich300-colloquien/friedrich-dynastie/zielosko_verwandtenbesuch (ultima consultazione 04.9.2013).
36
Cfr. H. Graf, Das Neue Palais Funktion und Disposition der Appartements,
in ivi, pp. 294-303.
37
Cfr. il lavoro recente di J. Gtzmann, Veduta ideata. Der alte Markt in Potsdam als Auftakt und Hhepunkt der friderizianischen Stadtgestaltung, in Id., Friedrich und Potsdam. Die Erfindung seiner Stadt, Mnchen, Hirmer, 2012, pp. 22-29.

66

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Fig. 14

rico commission a Boumann e a Carl Ludwig Hildebrandt di riprogettare il vecchio municipio. La scelta del monarca cadde su un
progetto mai eseguito che Andrea Palladio aveva preparato per Palazzo Angarano a Vicenza. La cupola con la raffigurazione di Atlante
che sovrastava il vecchio municipio si ispirava al palazzo del municipio di Amsterdam. Il Direttore generale delledilizia Carl von Gontard fece la felicit di Federico il Grande facendo costruire tra il 1771
e il 1772 una copia di Palazzo Barberini a Roma38, che era stato realizzato a partire dal 1625 sui progetti di Carlo Maderno, Gianlorenzo
Bernini e Francesco Borromini.
Anche dallaltro lato del Mercato Vecchio si trovavano parecchi
esempi di architettura italiana: ad esempio un edificio borghese che
riprendeva il progetto che Michele Sanmicheli aveva preparato intorno
al 1530 per Palazzo Pompei a Verona39.
Federico non imponeva ai suoi architetti e costruttori di ispirarsi
soltanto allarchitettura italiana; egli prendeva a modello anche le opere
di architetti francesi e inglesi. In particolare egli dava mostra di una

26.

38

Cfr. F. Mielke, Das Brgerhaus in Potsdam, Tbingen, Wasmuth, I, pp. 324-

39

Ivi, pp. 322-26.

federico il grande e larchitettura

67

Fig. 15

mancata passione per il neopalladianesimo inglese40. In questa scia era


sorto, ad esempio, il cosiddetto Knobelsdorffhaus, a imitazione del
Marble Hill House costruito tra il 1724 e il 1729 sul progetto degli
architetti inglesi Roger Morris e Colen Campbell41. Un esempio particolarmente felice del recupero del neopalladianesimo inglese da parte
di Federico il Grande la Casa del carpentiere Craatz (Haus des
Zimmermanns Craatz), costruita tra il 1771 e il 177242.
Il monarca prussiano aveva scoperto nel Vitruvius Britannicus la
casa del Generale Wade di Burlington Street a Londra (costruita sul
progetto di Lord Burlington). Con laiuto del suo fidato consigliere
Algarotti, Federico era riuscito a ottenere le piante delledificio; dopodich aveva ordinato ai suoi architetti Brig e Krger di realizzare
una parafrasi della casa londinese del Generale Wade. Una serie di
schizzi autografi fanno capire in maniera inequivocabile quante energie Federico avesse impiegato nellopera di ripensamento dellarchitettura di Potsdam secondo il suo gusto personale; egli non si limit
Cfr. R. Wegner, Nach Albions Strnden, cit., pp. 35-43.
Cfr. H.-J. Kadatz, Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff, cit., p. 215. R. Wegner, Nach Albions Strnden, cit., pp. 37-38, si riferisce a un altro progetto inglese
del Knobelsdorffhaus.
42
Cfr. F. Mielke, Das Brgerhaus in Potsdam, cit., I, pp. 316-317.
40
41

68

eckhart hellmuth

Fig. 16

infatti a far costruire edifici sulla base di progetti che egli stesso aveva
selezionato, ma forn ai suoi architetti persino una serie di progetti
abbozzati di suo pugno che dovevano venir realizzati. Il suo vocabolario architettonico gli veniva prevalentemente dalle opere di Vitruvio e Palladio.
Tutti questi edifici erano Immediatbauten, costruzioni di rappresentanza finanziate per intero o in parte dal sovrano. Egli stabiliva di
conseguenza anche i destinatari di questi suoi doni. Di norma si trattava di commercianti e professionisti. Per questa clientela borghese,
tuttavia, siffatti regali avevano un valore discutibile, poich il loro mantenimento richiedeva mezzi ingenti. E come se ci non bastasse, quegli edifici erano assolutamente poco funzionali43. Federico non si curava affatto delle esigenze dei loro futuri occupanti; lui badava alla
43

Cfr. innanzitutto F. Mielke, Potsdamer Baukunst, cit., pp. 46-50.

federico il grande e larchitettura

69

facciata sontuosa, le cui colonne e pilastri dovevano suscitare limpressione di unarchitettura signorile44. Ci valeva, ad esempio, per
Palazzo Barberini, il cui aspetto esteriore faceva pensare che si trattasse della residenza di un grande magnate locale. Di fatto, per, era
abitato da un oste e da un carpentiere, i quali si sarebbero di certo
immaginati di abitare in un edificio con unarchitettura diversa, date
le loro professioni. Nel caso della copia gi menzionata della casa londinese del Generale Wade, dietro la magnifica facciata in stile neopalladiano si celava una modesta abitazione su quattro piani. Ecco che
la facciata londinese originale aveva dovuto adattarsi alle condizioni
urbane di Potsdam.
Talvolta la fissazione di Federico il Grande per le facciate ornate
di colonne e pilastri comportava una serie di conseguenze che suscitavano le critiche dei suoi contemporanei. Cos, ad esempio, nella Storia dellarchitettura di Potsdam, Manger riferisce di un complesso edilizio commissionato dal sovrano, per cui non si era tenuto in nessun
conto il principio form follows function, per nulla estraneo alla teoria
architettonica del tardo Settecento. Anche nel caso di questi tre edifici, come era accaduto diverse volte in precedenza (in specie negli
edifici copiati da Palladio), osserva Manger successe che la comodit interna venne sacrificata a vantaggio della fissazione regale per
lesteriorit. Poich i piani dovevano rispettare dallinterno laltezza richiesta dalla facciata esterna, la loro luce toccava i 19-20 piedi di altezza [circa 6 metri]; dal momento, per, che per le abitazioni ci non
era assolutamente pratico e, quindi, ogni piano con soffitti cos alti
doveva venir suddiviso mediante speciali traverse in appartamenti dai
soffitti pi bassi, non poteva accadere altrimenti che le finestre dei
piani inferiori arrivassero fino ai soffitti dei piani superiori, e che ricominciassero poi dal pavimento senza nessuna balaustra. Nel primo
caso occorreva pertanto apporre dei palchi alle finestre per poter godere della luce del giorno; nellaltro, gli abitanti dovevano adattarsi allidea di doversi sdraiare sul pavimento, come potevano, per riuscire
a leggere, a scrivere e a svolgere tutte le altre attivit quotidiane che
richiedevano la luce del giorno45. Soltanto verso la fine degli anni
Settanta e negli anni Ottanta del Settecento, quando gli interventi edilizi di Federico incominciarono a diradarsi, i suoi architetti poterono

44

p. 306.
45

Cfr. le giuste osservazioni di F. Mielke, Das Brgerhaus in Potsdam, cit., I,


H.L. Manger, Baugeschichte von Potsdam, cit., I, pp. 172-73.

70

eckhart hellmuth

costruire edifici adibiti ad abitazioni in cui veniva tenuta in debito


conto leffettiva fruibilit.
3. Autocrazia e architettura
Se si considerano i quattro decenni in cui Federico il Grande esercit la propria attivit edificatoria appare evidente che, con la sua volont di ferro, egli costringeva i suoi architetti a realizzare le sue idee
e a eseguire i suoi progetti. In questo modo imponeva confini molto
stretti alla loro creativit. Peraltro, lambizione architettonica di Federico non era sempre commisurata alle sue competenze; il che era
perfettamente chiaro gi ai suoi contemporanei. Nella Storia dellarchitettura di Potsdam Manger non esita a criticare in questo senso il
monarca prussiano. Riguardo al rapporto di Federico con larchitettura e con i suoi architetti Manger scrive: Nel suo carattere cera una
nobile fermezza. [] Ma questa virt genera di frequente una sorta
di caparbiet e di ostinazione che non tollera nessuna critica; e ci accadeva anche in questo caso. Quel che il sovrano aveva disposto e ordinato nelle questioni architettoniche doveva assolutamente rimanere
tale, persino qualora egli stesso ne avesse poi scoperta lerroneit. Knobelsdorff, Le Geai e Gontard sarebbero forse rimasti pi a lungo nelle
sue grazie se non avessero osato fargli notare che, talvolta, persino un
sovrano pu sbagliare in unarte che non costituisce la sua occupazione principale46. La caparbiet e lostinazione cui fa riferimento
Manger possono riguardare la personalit del sovrano; ma possono
altres riferirsi a un contesto pi ampio, quello del regime autocratico
che venne coltivato nella Prussia di Federico il Grande. Federico governava dal suo gabinetto. Otto Hintze lha definito la forma pi
grave di autocrazia, in cui il sovrano, lontano dai suoi ministri e nella
solitudine del suo gabinetto, prende decisioni la cui esecuzione toccher poi alle autorit47. Era un sistema in cui il monarca tentava di
sottrarsi al controllo della propria amministrazione, al fine di ottenere
la massima libert dazione possibile. La volont del monarca come
si manifestava in innumerevoli ordini di gabinetto dettagliati fino allossessione doveva avere una validit illimitata. E ci valeva, alla
fin fine, anche per la politica edificatoria di Federico il Grande. Con
46
47

p. 295.

Ivi, III, p. 546.


O. Hintze, Die Hohenzollern und ihr Werk 1415-1915, Berlin, Parey, 1915,

federico il grande e larchitettura

71

buone ragioni si sono definiti i suoi abbozzi architettonici ordini di


gabinetto in forma di disegno48.
Sembra che lintensa attivit edificatoria di Federico sia stata determinata da due ragioni di fondo. Per un verso, Federico si preoccupava evidentemente di presentarsi al mondo come un monarca dotato di un proprio senso artistico, come un uomo di gusto. Facendo
copiare ai suoi architetti edifici che riteneva esemplari intendeva rendere manifesta la propria conoscenza profonda dellarchitettura antica
e moderna. Per altro verso, la sua politica edificatoria era interamente
rivolta a esprimere la grandezza della nuova Prussia, una delle cinque
potenze europee, anche con per mezzo della calce e del mattone. Federico si concentr soprattutto sulle esibizioni esteriori, e nulla lo dimostra meglio dellarchitettura assolutamente poco funzionale delle
facciate ornamentali che egli mise in scena a Potsdam e a Berlino.
Unarchitettura che si adattava perfettamente a un parvenu tra le grandi
potenze europee.

48

H.-J. Giersberg, Friedrich als Bauherr, cit., p. 145.

Michele Cometa
FEDERICO II DI PRUSSIA E LA LETTERATURA
1. ormai proverbiale il sostanziale disinteresse di Federico II per
la letteratura e per la scena letteraria tedesca a lui contemporanea. Una
scena, com noto, in costante fermento e che nel giro di pochi decenni simpone in Europa con una forza e una capacit di penetrazione mai registrata prima. Proprio sul fronte dellesplicito confronto
con la letteratura francese quella che il monarca aveva frequentato
e costantemente osannato nei suoi scritti erano stati fatti passi da
gigante. Basti pensare alla figura di Lessing, di cui Federico II sembra non avere nemmeno registrato lesistenza.
Allindomani della stesura e della stampa del celeberrimo e controverso scritto sulla letteratura tedesca, Lessing muore (15 febbraio
1781), suscitando unondata di commozione che il monarca neppure
avverte. significativo che il pi grande scrittore di lingua tedesca,
Goethe, in quei giorni totalmente sprofondato nel tentativo di scrivere un dialogo in difesa della letteratura tedesca, contro Federico II,
non possa fare a meno di notare la profonda ingiustizia di una morte
che lascia lintera cultura tedesca del tempo priva di uno dei suoi padri spirituali.
Non mi poteva capitare nulla di pi fatale del fatto che Lessing morto.
Neanche un quarto dora prima che mi giungesse la notizia avevo programmato di fargli visita. Con lui perdiamo tantissimo, molto di pi di quello
che possiamo immaginare1.

Lultima ingiustizia in realt laveva perpetrata proprio Federico


II, non citando neppure Lessing nello scritto in cui, com noto, si
soffermava relativamente a lungo sul teatro tedesco. Sicch lo scritto

1
Goethes Werke. Weimarer Ausgabe oder Sophien-Ausgabe (1887-1919), Mnchen, Deutscher Taschenbuch Verlag, 1987, IV/5, p. 60.

74

michele cometa

sulla Letteratura tedesca. Sui difetti che le si possono imputare, le cause


di questi e i mezzi per il suo miglioramento2 che il re completa allet di 68 anni nel giro di poche settimane e pubblica senza nemmeno ascoltare le proposte di miglioramento del fido Ewald Friedrich
von Hertzberg potrebbe a prima vista essere liquidato come un prodotto senile di un monarca con pretese letterarie.
Eppure, gi allatto di nascita della filologia della deutsche Klassik,
sul finire del secolo XIX, apparve chiaro che lo scritto del re andava
salvato e contestualizzato. Non a caso Ludwig Geiger, uno dei protagonisti della filologia goethiana, lo ripubblic nel 1883 addirittura
nelloriginale edizione francese tra i Deutsche Litteraturdenkmale des
18. und 19. Jahrhunderts3 diretti da Bernhard Seuffert e Bernhard
Suphan. Leditore delledizione critica di Herder e di innumerevoli altri scritti della Klassik e della Romantik riteneva necessario ricontestualizzarlo in uno studio monografico che ne indagava tutte le relazioni con Weimar ancora nel 18884.
In questi e in altri casi risulta evidente che lo scritto tardo del re
assume unimportanza straordinaria per la storia della cultura tedesca
proprio per quello che non dice, che trascura o dice in modo incompleto o naf. Le reazioni allo scritto certo per lo pi contenute,
per via del rispetto e della soggezione che lautore incuteva: Nicolai
si trov a consigliare al mago del nord, Hamann, di evitare polemiche dirette con il sovrano per non ritrovarsi nella prigione di Spandau! furono per molteplici, e finirono perlopi per sviluppare le
tesi di Federico II, prendendo sul serio lo sprone e lutopia che lopera consegnava agli scrittori tedeschi ormai convinti di aver risollevato le sorti della letteratura nazionale.
Non un caso che Wieland colga le migliori intenzioni del sovrano e si auguri in una recensione sul Teutscher Merkur che un
vero capolavoro di diplomazia che adesso quello che proprio negli
ambienti di Weimar veniva affettuosamente chiamato il tiranno, tro2
Federico II, ber die deutsche Literatur, Die Mngel, die man ihr vorwerfen
kann, deren Ursachen und die Mittel zu ihrer Verbesserung (De la littrature allemande, des dfauts queon peut lui reprocher, quelles en sont les causes, et par quels
moyens on peut les corriger), Berlin, Decker, 1780. Citeremo dalledizione Die Werke
Friedrich des Groen, a cura di G.B. Volz, ed. tedesca di F. von Oppeln-Bronikowski, VIII, Berlin, Hobbing, 1913 (Philosophischen Schriften), pp. 74-99.
3
Da la Littrature allemande von Friedrich dem Grossen, Stuttgart, Gschensche Verlagsbuchhandlung, 1883.
4
B. Suphan, Friedrich des Grossen Schrift ber die deutsche Litteratur, Berlin,
Hertz, 1888.

federico ii di prussia e la letteratura

75

vasse davvero il tempo di occuparsi direttamente dei destini della cultura tedesca, da lui stesso fin troppo trascurati per via delle guerre e
della politica. Guerre e politica su cui per veniva dato un giudizio
tutto sommato positivo e che non aveva per nulla intaccato la fama
del re filosofo.
Anche Goethe, in un mai ritrovato testo, oggetto di appassionati
ricerche sul finire dellOttocento, aveva progettato un dialogo tra un
francese e un tedesco probabilmente letto al cospetto di Herder, che
ce ne d testimonianza, di Charlotte von Stein, che fu la prima ad incoraggiarlo su questa strada, e di Anna Amalia5 nel quale i due si
confrontavano proprio sullo scritto del re da due diverse prospettive
nazionali:
Non se se le ho gi detto che Goethe ha scritto in una locanda di Francoforte [] un dialogo in cui un tedesco e un francese si intrattengono sullo
scritto del re sulla littrature allemande? Me lo ha dato perch lo leggessi
e vi sono dei pensieri molto belli; il tutto per non mi ha soddisfatto e la
tesi generale non mi piaciuta6.

Goethe aveva infatti colto loggetto vero del contendere e le


profonde motivazioni personali che avevano indotto il monarca a preferire per tutta la vita la letteratura francese a quella tedesca. In
una lettera allamico Merck, in cui gli annuncia il suo scritto polemico, quasi lo giustifica:
Nessuno si meraviglierebbe dello scritto del vecchio re se lo si riconoscesse
per quello che . Quando il pubblico sente di un eroe che ha compiuto
grandi imprese, se lo raffigura secondo quello che fa comodo a unidea generale, sottilissimo e coltissimo: cos pure si fa con un uomo che ha fatto
moltissimo, attribuendogli purezza, chiarezza e correttezza intellettuale. Si
soliti ipotizzare mancanza di pregiudizi, cultura e giustizia. quello che si
fatto con il re, il quale, nella sua sbiadita uniforme blu e con la sua figura
ingobbita, ha fatto grandi imprese cos come ha costretto con il suo modo
di vedere ostinato, prevenuto e immodificabile tutto il mondo a propria immagine e somiglianza7.

Avevano letto il dialogo tra gli altri anche il principe Augusto di Gotha, Karl
Ludwig von Knebel, Johann Heinrich Merk, il duca Ernesto di Gotha, Georg Christoph Tobler.
6
J.G. Herder, Briefe. Gesamtausgabe. Nachtrge und Ergnzungen, 1763-1803,
a cura di G. Arnold, IX, Weimar, Bhlaus Nachfolger, 1988, p. 308.
7
Goethes Werke. Weimarer Ausgabe oder Sophien-Ausgabe (1887-1919), cit.,
IV/5, pp. 221-22.
5

76

michele cometa

Gi nel 1796, quando Friedrich von Blankenburg scrive le celeberrime aggiunte al dizionario estetico di Sulzer, Federico II viene definito un giudice cos poco attendibile [] anche se il suo scritto
aveva suscitato attenzione e [] stimolato un bel po di scrittori a
prendere posizione contro di esso8.
Del resto noto che immediatamente a ridosso delledizione tedesca anzi delle edizioni tedesche se si contano quelle di Vienna,
Monaco e Zurigo, sempre nel 1781, e quella pi tarda di Zurigo nel
1787 sullo scritto di Federico II, erano apparsi numerosi saggi in
particolare quelli di Justus Mser e di Johann Friedrich Wilhelm Jerusalem9.
Il testo di Jerusalem, commissionato dalla sorella di Federico II,
la duchessa di Braunschweig, polemizzava cautamente con il monarca
tanto che Goethe si vide costretto a liquidarlo in una lettera alla von
Stein con parole durissime: La letteratura tedesca di Jerusalem apparso. Benevola, modesta, corretta, distaccata e povera10. Nel testo
Jerusalem finiva infatti per accettare i suggerimenti del re sulla necessit del tradurre e sul modello neogreco, ma non manca di sottolineare lesistenza di alcuni grandi protagonisti della traduzione come
Friedrich Leopold Graf zu Stolberg e Johann Jakob Engel e, ovviamente, del padre della grecofilia tedesca, Johann Joachim Winckelmann, certamente il grande assente, insieme a Lessing, nello scritto di
Federico II.
A questi due testi andrebbero senzaltro aggiunti quelli di Johann
Karl Wetzel (1781), lanonima recensione sulla Berliner Haude- und
Spenersche Zeitung del 2 dicembre 1780, i testi di Balthasar Ludwig
Tralles11 e del commerciante ebreo A. M. Lion Gomperz12, cui peraltro il monarca in persona rispose il 6 settembre 1781.
dunque del tutto evidente che lo scritto del re ha non poco
contribuito a far uscire allo scoperto alcuni autori gi consapevoli del
J.G. Sulzer, Allgemeine Theorie der schnen Knste, Leipzig, Weidmann, 17922
(riprod. Hildesheim, Olms, 1970, con unintroduzione di G. Tonelli), I, p. 371.
9
Tra i quali vanno almeno ricordati: J. Moser, Ueber die deutsche Litteratur.
An einen Freund, Hamburg, Hoffmann, 1781; J.F.W. Jerusalem, ber die deutsche
Sprache und Literatur. An Ihro Knigliche Hoheit, die verwitwete Frau Herzogin
von Braunschweig und Lneburg, Berlin, s.e., 1781.
10
Goethes Werke. Weimarer Ausgabe oder Sophien-Ausgabe (1887-1919), cit.,
IV/5, p. 60.
11
B.L. Tralles, Schreiben von der deutschen Litteratur, Breslau, Lwe, 1781.
12
A.M. Lion Gomperz, Lettre sur la langue et sur la littrature allemande, Danzig, Floerke, 1781.
8

federico ii di prussia e la letteratura

77

grande sviluppo avuto dalla letteratura tedesca, ha irritato alcuni grandi


soprattutto Goethe, Herder e Wieland che nelle loro lettere private,
e certamente nei loro incontri, hanno usato toni meno accondiscendenti nei confronti del monarca, colpevole peraltro agli occhi di Weimar di trascurare un alleato importante e soprattutto costretto molti
a storicizzare ex novo la letteratura tedesca, a fare, per cos dire, il
punto della situazione e a rivendicare una centralit riconosciuta come
nel caso di Winckelmann dallEuropa intera.
Ma ancora pi significative delle risposte esplicite sono quelle implicite, se tra queste si contano lintenzione di Herder di riprendere
e ampliare i celeberrimi Fragmente ber die deutsche Literatur (1766),
un testo fondamentale di cui il re non tiene affatto conto, e che si
concretizza nella settima e ottava Sammlung (1796) dei Briefe zur
Befrderung der Humanitt, che costituisce una risposta diretta al monarca insieme agli Andenken an einige ltere deutsche Dichter (1793),
pubblicati nei Zerstreute Bltter, e ai Briefe, den Charakter der deutschen Sprache betreffend (1803). Nellanno di pubblicazione del saggio del re Herder peraltro implicitamente risponde anche con un necrologio di Winckelmann pubblicato anonimo e, per cos dire, a caldo
sul Teutscher Merkur dellautunno del 1781. Herder fu del resto il pi
colpito dallindifferenza e forse dalla deliberata damnatio memoriae
del monarca perch era stato premiato per ben tre volte dallAccademia di Berlino e lultima volta per il fondamentale scritto Vom Einflu der Regierung auf die Wissenschaften und der Wissenschaften auf
die Regierung, un testo apparso nel 1780, che difficilmente pu essere sfuggito al re e che per certi versi costituisce semmai il presupposto del suo saggio.
Katharina Mommsen13 ha inoltre dimostrato in modo convincente
che tutta lattivit del Journal von Thiefurth una rivista diffusa in
copie manoscritte a Weimar a partire dal 1781 promossa da Anna
Amalia, nipote di Federico II, costituisce una virulenta reazione alle
tesi dello zio. Anche il Principe Augusto di Gotha si sentiva, come i

K. Mommsen, Herzogin Anna Amalias Journal von Tiefurth als Erwiderung auf Friedrichs II. De la littrature allemande, URL = http://www.goethezeitportal.de/fileadmin/PDF/db/wiss/epoche/mommsen_journal-von-tiefurth.pdf. Si veda
anche Id., Potsdam und Weimar um 1780. Gedanken zur Kanonbildung anlsslich
von Friedrichs II. De la littrature allemande, in Kanonbildung. Protagonisten und
Prozesse der Herstellung kultureller Identitt, a cura di R. Charlier e G. Lottes, Hannover, Wehrhahn, 2009, pp. 13-33.
13

78

michele cometa

weimariani, profondamente messo in discussione dal testo del monarca. In una lettera a Herder si legge:
Che cosa penseranno di noi tedeschi gli inglesi, i francesi, gli italiani etc. se
il grande re sulla Sprea scrive cos del nostro stato attuale, e [] giudica
come se avesse vissuto tutto questo tempo a Londra, a Parigi o a Roma?14

2. Molto dunque stato detto sulla ricezione dellopera e molto


ci sarebbe ancora da dire sulla sua ricezione indiretta della stessa. Soprattutto se si guarda a piccoli capolavori della cultura tedesca che si
possono comprendere innanzitutto come risposte indirette allo scritto
del re.
Ma la storia del saggio sulla letteratura tedesca pu ridursi a una
mera storia della ricezione? Il fatto che lo scritto rispecchi una visione
che il monarca si era fatto alcuni decenni prima, almeno a partire dal
1737, toglie allopera qualsivoglia attualit e significato nel 1781?
Forse pu essere utile rileggere la genesi di questopera non solo
per accertarne i significati nascosti e rivederne certe asperit con maggiore serenit di giudizio, ma soprattutto per individuare altri percorsi
interpretativi, coglierne alcune tensioni, politiche e letterarie a un tempo,
che certamente fanno di questo scritto pubblicato tardivamente un
tassello di una storia pi grande e di un progetto che anche il vecchio re non solo non riteneva concluso, ma lasciava in qualche modo
in eredit alla sua nazione.
Le frasi finali del saggio, infatti, non avevano mancato di infiammare i cuori anche dei pi critici ed erano ampiamente condivise persino da Herder o da Goethe:
Avremo i nostri classici. Ognuno potr leggerli per imparare da loro. Le
corti parleranno tedesco con soddisfazione e potr accadere che la nostra
lingua raffinata e perfezionata si diffonder da un capo allaltro dellEuropa
grazie ai nostri migliori scrittori. I giorni felici della nostra letteratura non
sono ancora arrivati, ma si avvicinano. Io li annuncio, sono imminenti. Io
14
Lettera del principe August von Sachsen-Gotha-Altenburg a J.G. Herder del
25.12.1780 (Staatsbibliothek Berlin Preuischer Kulturbesitz, Ms. Germ. Qu. 1336,
Bl. 53r-53v.), cit. in K. Mommsen, Herzogin Anna Amalias Journal von Tiefurth,
cit., p. 9. Al principe si deve lattacco pi esplicito al sovrano in una lettera a Herder: Bisogna dunque farsi avanti e urlare: Granduomo, taci! Non sai di cosa parli;
ti rendi ridicolo agli occhi dei tuoi concittadini e coetanei; ripulisciti la tua armatura
di guerriero in modo che non arrugginisca e lascia che la polvere si accumuli sui libri che avresti dovuto leggere; lascia perdere e vergognati!, Lettera del principe August von Sachsen-Gotha-Altenburg a Herder del 21.3.1781 (Staatsbibliothek Berlin
Preuischer Kulturbesitz), ivi, p. 17.

federico ii di prussia e la letteratura

79

non li vedr pi. La mia et mi priva di questa speranza. Sono come Mos:
vedo la Terra promessa da lontano, ma non la calpester15.

Per cogliere per questi percorsi alternativi necessario sgombrare


il campo da alcuni fraintendimenti e da alcune semplificazioni.
Innanzitutto va ricordato che lopera non , se non in minima
parte, un saggio sulla situazione della letteratura tedesca, intesa come
produzione letteraria nel campo della prosa, del teatro e della poesia.
La dizione letteratura riguarda tutta la produzione scientifica, sul
fronte delle cosiddette schne Wissenschaften, come su quello delle
scienze della natura e della tecnica. Il saggio va considerato nei limiti
della visione settecentesca sulla produzione intellettuale come una bibliografia generale delle opere scientifiche di unintera nazione. Qui
letteratura comprende sia le belle lettere, come la Beredsamkeit/Rhetorik (eloquenza/retorica), la Dichtung (poesia) propriamente detta, ma anche il teatro, la grammatica, la logica, oltre che la
medicina, la teologia, la matematica, la storiografia (genealogia), la filosofia, il diritto e persino la tecnologia. Non deve meravigliarci dunque che le parti dedicate alla letteratura nel senso moderno del termine siano limitate a pochi nomi, effettivamente lontani dalla scena
letteraria del 1780 come Christian Frchtegott Gellert, Friedrich von
Canitz, Salomon Gessner e Johann Gottlob von Quandt e che si
esprimano termini durissimi soprattutto sul teatro tedesco con la famosa scomunica del Gtz von Berlichingen di Goethe e il reiterato
silenzio su Lessing:
Per convincersi della mancanza di gusto che domina oggi in Germania basta andare a teatro []. Come pu piacere e commuovere questa strana mescolanza di alto e basso, di pagliacciate e tragedia? Si pu perdonare a Shakespeare queste strane aberrazioni, perch la nascita delle arti non mai come
al tempo della maturit. Ma adesso appare sulla scena pure un Gtz von
Berlichingen, unorribile imitazione delle peggiori opere inglesi e il pubblico
applaude a scena aperta e pretende con entusiasmo il bis di queste idiozie
prive di gusto16.

stato giustamente notato che ogni parola di queste argomentazioni offendeva non solo Goethe, ma tutta la corte di Weimar impegnata in uno sforzo teatrale senza precedenti, i traduttori di Shakespeare e, insieme, tutta lestetica tedesca del tempo. Ma questi passaggi
15
16

Die Werke Friedrich des Groen, cit., p. 99.


Ivi, 88.

80

michele cometa

sulla letteratura costituiscono solo una parte, e certo non la pi rilevante, della produzione intellettuale dei tedeschi che, sia pure allinterno di una retorica della Befrderung vedeva per lo meno messe in
campo figure come Leibniz, Wolff, Copernico, Thomasius, Adelung,
e persino gli inventori tedeschi della polvere da sparo, della stampa e
della pompa ad aria. Questo ovviamente non giustifica la mancanza
di Lutero posto al centro della storia tedesca solo da Herder o il
silenzio sui berlinesi, Moses Mendelssohn innanzitutto, particolarmente
inviso al monarca per ragioni personali.
Tuttavia questa trascuratezza del testo ma Katharina Mommsen
considera con buoni argomenti che questa damnatio memoriae di Weimar rappresenta la dura risposta del monarca proprio a Goethe e allintera corte che, su consiglio del poeta, non si lasci trascinare nellennesimo conflitto prussiano va letta nel contesto di una visione
molto pi ampia della littrature allemande. Non un caso che Federico II di fatto risponda a un testo di cui si era occupato molti decenni prima, nel 1767, allorch il barone Jakob Friedrich Bielfeld aveva
pubblicato uno scritto dal titolo Progrs des Allemands, dans les Sciences, les Belles-Lettres et les Arts, particulirement dans la Posie, lEloquence et le Thtre17, indirizzato proprio allAccademia di Berlino.
certamente significativo che Bielfeld insista, soprattutto nella
terza edizione, sulla Miss Sara Sampson di Lessing e si mostri informato sulle ultime novit, mentre il re tace caparbiamente. Ma chiaro
gi a una lettura superficiale che il testo del sovrano si presenta come
un confronto e a volte una confutazione delle principali osservazioni
di Bielfeld pur nel contesto di una rassegna esaustiva di tutte le discipline praticate in Germania.
La parte polemica del pamphlet si concentra su quelli che Bielfeld considera nellAvertissement i principali scogli (cueils) che le
lettere tedesche devono superare: 1) leccesso di traduzioni dal francese in tedesco che finisce per violentare la stessa lingua tedesca18, una
tesi che il re capovolge integralmente, sostenendo semmai la necessit
delle traduzioni e il loro valore nello sviluppo della lingua stessa; 2)
leccesso di pedanteria nella scelta degli argomenti studiati, un tratto
che Federico II stigmatizza nel suo saggio; e, infine, 3) luso ecces-

17
J.F. Bielfeld, Progrs des Allemands, dans les Sciences, les Belles-Lettres et les
Arts, particulirement dans la Posie, lEloquence et le Thtre, Leide, Samuel et Jean
Luchtmans, 1767, e Lige, J.F. Bassompierre Fils, 1768.
18
Ivi, p. X.

federico ii di prussia e la letteratura

81

sivo nella poesia dellesametro che rende lo stile tedesco oscuro, enigmatico e sostanzialmente noioso19.
Il testo di Federico II dunque certamente scritto in risposta a
quello di Bielefeld. Molti nomi ritornano e soprattutto limpianto delle
discipline, presentate quasi nella stessa sequenza: filosofia, giurisprudenza, medicina, storia, matematica e fisica. Uguale attenzione Federico II dedica alle invenzioni, soprattutto la polvere da sparo, la stampa
e la pompa pneumatica20.
Certo la prolissa parte sui poeti deve aver irritato non poco il sovrano che pure vi attinge per ricordare Canitz, Gellert, Albrecht von
Haller (ricordato tra gli scienziati!). Non una parola invece su Martin Opitz, Friedrich von Hagedorn, Johann Wilhelm Ludwig Gleim,
Anna Louisa Karschin, cui giustamente Bielfeld dedica pagine e pagine, stracolme di esempi poetici. Ancor meno si spiega lassenza di
Lessing e della Miss Sara Sampson diffusamente commentata e ampiamente tradotta in francese.
3. Se quanto abbiamo via via ricostruito plausibile, apparir dunque naturale incominciare a interpretare il testo dalle due prospettive
temporali: quella del 1767, data in cui il re concepisce il testo alla fine
di un trentennio di riflessione sui limiti e le prospettive della cultura
tedesca, e quella di pubblicazione finale del saggio nel 1780, quando
ormai la parabola del monarca si avvia alla conclusione.
Lo scritto di Bielfeld solo lo sprone a mettere insieme considerazioni che risalgono almeno al 1737, quando in una lettera a Voltaire, il monarca aveva gi individuato i due grandi limiti della cultura tedesca: la mancanza di una lingua nazionale normata e normativa e il disprezzo che i principi tedeschi mostrano nei confronti
dei Gelehrten21. Ancora nel 1775, sempre in una lettera a Voltaire, il
re individua nella mancanza di gusto, un altro ostacolo allo sviluppo cultura:
Il gusto manca del tutto ai tedeschi []. Il loro gusto un miscuglio di
quello romano, inglese, francese e tedesco. Manca loro il giudizio critico che
significa cogliere il bello l dove si trova, e imparare a distinguere tra il mediocre e il perfetto, tra il nobile e il sublime []22.
Ivi, p. XII.
Ivi, pp. 46 ss.
21
Die Werke Friedrich des Groen, cit., VIII, p. 306; si veda anche la lettera a
dAlembert, ivi, p. 307.
22
Ivi, p. 309.
19
20

82

michele cometa

Una considerazione che quanto meno testimonia del fatto che il


re si comunque impadronito del lessico tecnico dellestetica tedesca
di quegli anni. Il pessimismo di questa precoce discussione si stempera invero in una lettera a Voltaire dell8 settembre dello stesso anno
dove si legge:
Avete ragione: i nostri bravi germani stanno solo allalba della cultura (Bildung). La Germania oggi allo stesso livello in cui si trovavano le arti ai
tempi di Francesco I23.

Il che lascia intravvedere unevoluzione possibile che nel saggio


del 1780 viene definitivamente conclamata. Un ottimismo che ormai
appare chiaro in una lettera a dAlembert scritta allindomani della
pubblicazione:
Vi prenderete gioco di me visto che mi sono sforzato di insegnare ad un
popolo che fino ad oggi non ha inteso nullaltro che del mangiare, bere,
amarsi e combattere, alcuni concetti del gusto e del sale attico. Tuttavia ci si
sforza di rendersi utili. Spesso una parola che cade su un terreno fertile fiorisce e porta frutti insperati24.

E, in effetti, il testo, composto in un arco di tempo che va dal


1737 al 1767, a quellaltezza temporale un testo non soltanto ottimista e pieno di futuro, ma rappresenta uno sprone in positivo a
fronte delle dure critiche25, ed anche ricco di intuizioni e di prefigurazioni di come la cultura tedesca si sarebbe potuta rinnovare nel
giro di pochi decenni. A quellaltezza temporale, infatti, le considerazioni di Federico II sono tuttaltro che arretrate o inopportune. In
questa sede ci limiteremo a pochi accenni che per andrebbero supportati da un confronto costante con le fonti, prima di tutto quelle
che sorreggono le argomentazioni dello stesso Bielfeld.
Significativo senzaltro il riferimento allantica Grecia come Wiege
der schnen Knste (culla delle belle arti) e in particolare lo sviluppo
storico delle stesse attraverso Roma e la loro rinascita, dapprima in
Italia, poi in Francia e Inghilterra, quasi Federico avesse letto il suo
Winckelmann, pi o meno direttamente. Frasi come i loro primi teoIvi, p. 310.
Ivi, p. 311.
25
Nellincipit del saggio infatti si legge: Io amo la nostra comune patria quanto
Voi e per questo mi guardo bene dal lodarla prima che meriti questa lode. Significherebbe celebrare il vincitore prima che conquisti la vittoria. Aspetto che raggiunga
la meta. Allora il mio plauso sar leale quanto vero (ivi, p. 74).
23
24

federico ii di prussia e la letteratura

83

logi e i loro primi storici furono i poeti sono patrimonio comune


dei tedeschi, e certamente di Wincklemann, Herder o Lessing.
Lo stesso va detto della metaforica organicistica (Saat, Keim, Blhe)
che informa il modello storiografico del monarca, un paradigma che
prevede vertici assoluti, ma anche lente e inevitabili decadenze (che
possono coinvolgere anche gli italiani, i francesi e gli inglesi26), secondo uno schema che Winckelmann aveva importato proprio dalla
filosofia francese contemporanea.
Ma sul piano metodologico che lo scritto si dimostra allaltezza
delle sperimentazioni che in quel trentennio avrebbero rappresentato
le punte pi avanzate della riflessione teorica tedesca. I concetti di
comparazione (Vergleich), di critica (Kritik) e lidea di un canone (Vorbilder) da imitare e diffondere, stavano alla base dellestetica e della scienza della cultura tedesca da Wincklemann a Lessing,
appunto. particolarmente significativo laccento che Federico II pone
su un concetto di critica che non risparmi neppure i modelli canonici, Grecia compresa:
A questi grandi esempi si sono attenuti quanto pi possibile e hanno imparato da essi a pensare. Ma nonostante lammirazione per le grandi bellezze
di cui pullulano le opere degli antichi, essi non hanno sorvolato sui loro difetti. Nonostante la grande considerazione la critica va esercitata e mai si
deve scadere nella cieca adulazione27.

Inutile insistere in questa sede sulla gi ben nota diffidenza del


monarca rispetto alle strutture ecclesiastiche e sulla necessit di una
graduale ma decisa Volksaufklrung.
del resto fin troppo evidente che il saggio di Federico II aspira
ad essere innanzitutto un trattato sul metodo con cui bisogna affrontare gli studi, ed dunque importante seguire il ductus argomentativo
del saggio che si muove sul discrimine sottile della ricostruzione storica, ma la integra con i rimedi che possibile mettere in campo: innanzitutto la questione delle traduzioni, da cui il monarca lascia dipendere ogni miglioramento della lingua; del resto in sintonia con
quelle humanistische Studien, lo studio dei classici, cui aveva attribuito
26
Ivi, p. 79: I bei tempi che gli italiani, i francesi e gli inglesi si sono goduti
prima di noi cominciano adesso a svanire sensibilmente. Il pubblico sazio dei capolavori che sono gi apparsi. Le conoscenze da quando sono diffuse cominciano ad
essere meno considerate. In breve questi popoli si credo in possesso della fama che
i loro scrittori hanno procurato loro e dormono sugli allori.
27
Ivi, p. 79.

84

michele cometa

in una lettera a dAlembert del 28 gennaio 177328 il successo dellUmanesimo italiano e del Classicismo francese.
Il problema del metodo per Federico per prima che un problema filosofico un problema politico. la mancanza di metodo nella
scuola e nelluniversit che rende impossibile un miglioramento dei
costumi e della cultura. E qui si innesta la seconda prospettiva da cui
opportuno leggere il testo, un punto di vista costantemente presente
nella politica culturale del sovrano, ma che nel 1780 sembra cristallizzarsi in un testamento spirituale. La riforma della scuola e dellistruzione innanzitutto una riforma del metodo pedagogico altrimenti
troppo affidato allimprovvisazione e allillogicit della prassi:
Passiamo adesso dalle scuole alle universit e giudichiamole spassionatamente.
Lerrore che salta per lo pi agli occhi la mancanza di un metodo generale per linsegnamento. Ogni professore ne ha uno. Dal mio punto di vista vi solo un metodo a cui attenersi29.

La questione per il re tuttaltro che teorica. Attiene invece alla


politica culturale che egli intende sviluppare. E su questo sono in molti
a dargli ragione. Weimariani compresi:
Io propongo innanzitutto di scegliere accuratamente i docenti e prescrivere
loro un metodo dinsegnamento ragionevole (verstndig) e sensato (sinnreich)
[]. Io credo che il migliore e pi chiaro trattato di logica sia quello di
Wolff. Si dovrebbe dunque indurre tutti i docenti ad imparare da esso [].
Per la retorica si faccia riferimento a Quintiliano. Chi non impara gi nella
scuola leloquenza non la acquisir mai pi. Lo stile di questopera chiaro;
contiene tutte le regole e tutte le prescrizioni della retorica []. Seguendo
il metodo che propongo i docenti svilupperanno le predisposizioni naturali,
il giudizio dei loro discenti, li abitueranno a non prendere decisioni senza
conoscere i motivi e a trarre le giuste conclusioni dalle regole della retorica.
La retorica render metodico il loro spirito30.

Se si guarda allo scritto sulla letteratura tedesca dalla prospettiva del suo impianto di politica pedagogica31 ci si render presto conto
che largomentazione , da questo punto di vista, tuttaltro che daIvi, p. 307.
Ivi, pp. 80 ss.
30
Ivi, p. 86.
31
Concretizzatosi per altro gi nel 1772 con lo scritto ber den Nutzen der
Knste und Wissenschaften im Staate, letto allAccademia il 27 gennaio, e prima ancora con il saggio ber die Erziehung (1769), in Die Werke Friedrich des Groen,
cit., VIII, pp. 54 ss., e pp. 257 ss.).
28
29

federico ii di prussia e la letteratura

85

tata. Proprio nel 1779 il re aveva infatti diffuso un Kabinettserlass ber


das Unterrichtswesen an den Minister Freiherrn von Zedlitz, che costituisce il diretto pendant operativo del saggio sulla letteratura. Anche in quella sede ribadisce, sotto forma di prescrizione, la necessit
di insegnare in tutte le scuole retorica e logica32, insistendo su Quintiliano e sulla necessit che venga direttamente tradotto nelle scuole.
La disposizione una sorta di epitome del testo del 1780: vi si
ribadisce la centralit del latino e del greco, la necessit di una riforma
del metodo, limportanza delle traduzioni degli auctores33, la completa
emancipazione dellinsegnamento della filosofia dai religiosi34.
Non stupisce che allindomani della pubblicazione del saggio linvio da parte di Karl Philipp Moritz certo il pi grande tra gli scrittori tedeschi che gli era capitato di conoscere personalmente di alcune poesie e dei due saggi pedagogici Vom Unterschiede des Akkusativs und Dativs oder des mich und mir, sie und ihnen, usw. (1780)
e delle Kleine Schriften, die deutsche Sprache betreffend (1781), appaia
a Federico II la realizzazione dei suoi desideri pi intimi:
Se tutti i tedeschi descrivessero pittoricamente come Voi nelle poesie che mi
avete voluto inviare, con tanto gusto e dominasse nei loro scritti altrettanto
intelletto e spirito come quello che riluce dalle due piccole raccolte di epistole, allora vedrei precocemente realizzati tutti i miei desideri di padre della
patria (landesvterlichen) e gli scrittori tedeschi contendersi per dignit e
splendore il rango con gli stranieri35.

Da l a poco loscuro maestro Moritz sarebbe diventato uno dei


protagonisti del classicismo tedesco ed europeo proprio grazie a una
rinnovata nozione di Bildung, che il monarca avrebbe certamente condiviso e che aveva contribuito a progettare per alcuni decenni.

Ivi, p. 313.
Ivi, p. 314.
34
Ivi, p. 315: E per ci che riguarda la filosofia non deve essere insegnata dai
religiosi ma dai laici.
35
Briefe Friedrich des Groen, a cura di M. Hein, ed. tedesca di F. von OppelnBronikowski e E. Knig, Berlin, Hobbing, 1914, p. 244.
32
33

Riccardo Morello
FEDERICO II DI PRUSSIA
E LA CULTURA MUSICALE DELLA SUA EPOCA
Il 7 maggio 1747 come ci racconta dettagliatamente la prima
biografia di Bach, pubblicata nel 1802 da Johann Nikolaus Forkel1
Johann Sebastian Bach, Thomaskantor a Lipsia dal 1723 e curschsischer Hofkompositeur a Dresda dal 1736, fu invitato dal re di Prussia Federico II a Potsdam, al castello di Sanssouci. Non sappiamo con
esattezza le circostanze che avevano portato a quellincontro di cui
parlarono diffusamente le gazzette dellepoca. molto probabile che
il tramite della visita fosse il figlio di Bach, Carl Philipp Emanuel
(1714-1788), che ricopriva dal 1740 la carica di cembalista di corte a
Potsdam, ma anche possibile che linvito fosse dovuto alla mediazione del conte Hermann Carl von Keyserlingk (1696-1764), ambasciatore russo a Dresda e poi dal 1745 al 1749 a Berlino. Grande estimatore della musica di Bach, costui aveva alle proprie dipendenze
come segretario un cugino del musicista Johann Elias Bach ed
inoltre gli aveva fatto ottenere lincarico di compositore di corte a
Dresda. Alle dipendenze di Keyserlingk era anche quel Johann Gottlieb Goldberg, allievo di Bach e di suo figlio Wilhelm Friedemann,
passato alla storia per le celebri Variazioni. Allepoca della visita a
Potsdam nel 1747 operavano nella cappella reale Johann Joachim
Quantz, flautista e compositore, Georg Benda, Gottlieb e Karl Heinrich Graun e Christoph Nichelmann. Secondo il racconto di Forkel
basato sulla testimonianza di Wilhelm Friedemann, il figlio maggiore di Bach che lo accompagnava in quelloccasione sembra che
il re avesse chiesto a Bach di improvvisare al pianoforte:

J.N. Forkel, ber Johann Sebastian Bachs Leben, Kunst und Kunstwerke. Fr
patriotische Verehrer echter musikalischer Kunst, Leipzig, Hoffmeister und Khmel,
1802.
1

88

riccardo morello

Dopo aver provato e improvvisato per un po, chiese al re un tema per una
fuga da eseguire subito senza preparazione. Il re ammir la sapienza con cui
il suo tema fu sviluppato cos sul momento e quindi, probabilmente per vedere sino a che punto una tale maestria potesse spingersi, espresse il desiderio di ascoltare anche una fuga a sei voci. Poich tuttavia non ogni tema
si presta a un tale trattamento, Bach se ne scelse uno per conto suo e, con
grande meraviglia di tutti i presenti, subito lo esegu in modo altrettanto
splendido e perfetto di quanto aveva fatto col tema del re2.

Come sappiamo il celebre tema noto come thema regium costituir il punto di partenza dellOfferta Musicale (Musikalisches Opfer BWV 1079), la composizione pubblicata gi nel settembre dello
stesso anno con dedica al sovrano, nella quale Bach ritorna sulle circostanze della composizione: Mi resi conto immediatamente che,
mancando la necessaria preparazione, lesecuzione non sembrava allaltezza di un tema cos eccellente3. Il tema scelto da Federico non
si prestava a quel tipo di improvvisazione e Bach dovette adattarlo
alle sue esigenze compositive, e questultimo recht knigliches Thema
appunto il thema regium dellOfferta Musicale. La rapidit nella
composizione e pubblicazione si spiega con la necessit di sfruttare la
notoriet suscitata dallincontro col re e di rendere omaggio al grande
mecenate e musicista dilettante che sino a quel momento non aveva
mostrato un particolare interesse nei confronti della musica bachiana.
probabile che Federico considerasse Bach un genio musicale appartenente al passato, il cui stile contrappuntistico non era pi rispondente alle esigenze della musica contemporanea, quello stile galante che era la cifra dominante della produzione dei compositori attivi a Sanssouci compreso Carl Philipp Emanuel Bach. Prova ne sia
la pressoch totale assenza di musiche di Bach dai programmi eseguiti
a corte e dominati dalla produzione strumentale di stile eclettico allora in voga. Federico non amava particolarmente la tradizione antica
incarnata da Bach lo stesso fugato era per lui indicativo di uno stile
severo vale a dire riservato alla musica religiosa e alla sfera liturgica. Probabilmente era incline ad apprezzare invece le qualit bachiane come improvvisatore e virtuoso della tastiera, cembalo e organo, nonch la fama di profondo conoscitore di strumenti musicali.
Il re di Prussia possedeva alcuni allora modernissimi pianoforti
(Hammerflgel) fabbricati da Silbermann con una meccanica analoga
a quella del Cristofori, ed probabile che Bach abbia concepito al2
3

Ivi, p. 27.
Ivi, p. 28.

federico ii di prussia e la cultura musicale della sua epoca

89

cuni brani, come il ricercare a tre voci dellOfferta Musicale o il triosonata per flauto, violino e pianoforte, proprio per questo nuovo tipo
di strumento che aveva avuto modo di provare a Naumburg e poi
durante la visita a corte.
Forkel ci racconta che larrivo del vecchio Bach interruppe la
serata musicale, il compositore non ebbe nemmeno il tempo di indossare labito scuro da Kantor e dovette presentarsi a corte ancora
con gli abiti da viaggio e venne trascinato di sala in sala per provare i pianoforti acquistati dal sovrano (ben quindici) ai quali egli
teneva molto. Su tutti gli fu chiesto di suonare e improvvisare. Non
fu dunque Federico II il promotore dello studio e del culto della
musica di Bach a Berlino visto che non sono conservate reazioni
o commenti alla dedica dellOfferta Musicale bens, come noto,
la sorella Anna Amalia (1723-1787), grande appassionata di musica
e ottima musicista. La principessa tenne per anni un celebre salotto
nel palazzo invernale Unter den Linden e in estate nella residenza
della Wilhelmstrasse 102, che era luogo di incontro degli appassionati di musica antica. Tra essi il famoso barone Van Swieten, ambasciatore austriaco a Berlino dal 1770 al 1777, che porter a Vienna
la sua passione per Bach. Il maestro della principessa Johann Philipp Kirnberger (1721-1783) aveva trasmesso a tutto il gruppo lamore per la tradizione contrappuntistica. Egli fece dono ad Anna
Amalia del manoscritto dei concerti brandeburghesi (BWV 1046-51)
e la biblioteca di Amalia, confluita poi nella Biblioteca di Stato prussiana, costituir nellOttocento la fonte primaria della rinascita del
culto della musica di Bach4.
Pur tenendo conto di tutti questi elementi, c tuttavia almeno un
aspetto che collega direttamente Federico II allOfferta Musicale e merita di essere sottolineato: la comune concezione del ruolo che la musica riveste nella societ, la sua centralit nel processo culturale dellAufklrung. Negli anni Ottanta del Novecento una celebre analisi
della composizione bachiana fatta da Ursula Kirkendale5 ha dimostrato il legame strettissimo tra lOfferta Musicale la sua articolazione e costruzione complessiva nonch nei particolari e lInstitutio Oratoria di Quintiliano. Alla base della composizione di Bach c
quella che Nikolaus Harnoncourt, in un suo saggio sulla prassi eseCfr. Bach Handbuch, a cura di A. Kster, Kassel, Brenreiter-Metzler, 1999.
U. Kirkendale, The source for Bachs Musical Offering: The Institutio Oratoria of Quintilian, in Journal of the American Musicology Society, 33, 1980, pp.
88-141.
4
5

90

riccardo morello

cutiva barocca, definisce Musik als Klangrede6, ossia la capacit di


esprimersi attraverso la musica come mediante un linguaggio universalmente condiviso, una condizione propria di epoche in cui essa non
era relegata nellambito dei saperi specialistici o peggio declassata a
rumore di fondo indistinto, come quello che ci accompagna nella contemporaneit, ma faceva parte della vita quotidiana e della formazione
culturale di base. Federico II non stato semplicemente un mecenate
come tanti e un cultore in privato del piacere tipicamente tedesco del
Musizieren cos come sembra suggerire liconografia e la ricca aneddotica in proposito, sintetizzata dal celebre dipinto di Adolph Menzel Das Fltenkonzert in Sanssouci (1852), dove il re, illuminato da
un fascio di luce dallalto, suona il flauto attorniato dagli amici, in primis il maestro Quantz che lo guarda con premurosa attenzione. Questimmagine risente evidentemente di un addomesticamento in senso
borghese della realt federiciana; Federico era un grande monarca convinto dellimportanza sociale ed educativa della musica. Certo, come
s detto, il suo orientamento era eminentemente legato alla prassi musicale del tempo e la sua concezione era quella propria dellEmpfindsamkeit: musica come allgemeine Empfindungssprache, strumento
di comunicazione universale, capace di superare le differenze di lingua e cultura. La musica si fondava su un sistema consolidato di regole universalmente accettate, una sorta di sensus communis, la dottrina degli affetti (Affektenlehre) che permetteva appunto di esprimere
in modo efficace e immediatamente percepibile le pi sottili sfumature del proprio sentimento. facile ricavare un parallelismo tra il
conservatorismo del re in campo letterario, la sua condanna della letteratura moderna insofferente nei confronti delle regole classiche dettate dallideale dellequilibrio e della biensance tipico dellancien rgime, e un analogo conservatorismo in campo musicale, che si manifesta particolarmente nellultima parte della sua vita, quando Federico
appare sordo, se non ostile, di fronte alle grandi innovazioni della musica contemporanea tedesca che oramai ha spostato il proprio baricentro da Berlino a Vienna.
Nel celebre metodo per flauto di Quantz Versuch einer Einweisung die Flte Traversiere zu spielen (1752) il pi importante metodo moderno dopo quello di Hotteterre (1707) e prima della trasformazione operata sullo strumento nellOttocento da Bhm, un trat-

6
N. Harnoncourt, Musik als Klangrede. Wege zu einem neuen Musikverstndnis, Salzburg, Residenz, 1982.

federico ii di prussia e la cultura musicale della sua epoca

91

tato che costituisce il corrispettivo per il flauto di quello di Carl Philipp Emanuel Bach per il cembalo o di Leopold Mozart per il violino si legge una frase che rispecchia assai bene tale concezione musicale:
Dal momento che non intendo soltanto formare un bravo suonatore di flauto,
ma un vero intenditore di musica non dovr soltanto insegnargli la posizione delle labbra, della lingua e delle dita ma plasmare il suo gusto musicale e affinare la sua capacit di giudizio7.

Il trattato di J.J. Quantz si propone infatti come una enciclopedia della musica della propria epoca, un tentativo di plasmare il gusto e fondare una scuola berlinese in grado di competere coi tradizionali centri europei di irradiazione della cultura musicale. Non solo
tecnica strumentale diteggiatura, labbra, modalit di emissione del
fiato e di esecuzione di una nota ma anche e soprattutto analisi e
composizione, dunque riflessione, per formare non semplici esecutori
professionisti o dilettanti ma veri conoscitori della musica. Quantz
mostra di discostarsi dagli enciclopedisti francesi per quel che concerne il giudizio relativo alla musica strumentale. Mentre costoro non
erano riusciti a liberarsi dal pregiudizio razionalistico che bandiva la
musica non vocale, per cui dAlembert poteva affermare nella prefazione allEnciclopdie che la musica occupa lultimo posto nellordine dellimitazione, egli sostiene la piena autonomia del discorso
strumentale. Il lieve disprezzo con cui i francesi alludevano sempre
allambito puramente strumentale, parlando di symphonies e sonates, lascia il posto allapprezzamento tipicamente tedesco per questo genere musicale, che si era andata sviluppando nel corso del Settecento e si fondava sul dosaggio degli effetti. Quantz naturalmente
un sostenitore dellideale equilibrio che si attua attraverso i contrasti dinamici, il variare dei timbri degli strumenti, lalternanza di adagi
e allegri, piani e forti, temi patetici e temi vivaci, tutto ci che costituir la base dellelaborazione dello stile classico e, pur riconoscendo
i pregi della musica vocale e del melodramma italiano, si fa sostenitore di uno stile musicale tedesco che nasce appunto dallutilizzazione
dei migliori raggiungimenti delle due tradizioni francese e italiana8.
Nel Versuch ber die wahre Art das Klavier zu spielen (1753) di
Carl Philipp Emanuel Bach, accanto ai suggerimenti tecnici per leseJ.J. Quantz, Versuch einer Einweisung die Flte Traversiere zu spielen, Berlin,
Vo, 1752, pp. 58.
8
Cfr. E. Fubini, Lestetica musicale dal settecento ad oggi, Torino, Einaudi, 1976.
7

92

riccardo morello

cutore, troviamo analogamente interessanti annotazioni: la condanna


della pura abilit tecnica e del virtuosismo fine a se stesso e la necessit, per il buon interprete, di porsi al servizio della musica e del
compositore. Il fine ultimo dellinterprete, sostiene Bach, rivelare allascoltatore il vero contenuto e il sentimento della composizione,
cosa che pu realizzarsi unicamente attraverso un atto di Einfhlung,
di immedesimazione emotiva. Lesecutore coglie emotivamente il senso
di una composizione e, attraverso la perfetta padronanza tecnica dei
mezzi espressivi, lo trasmette al pubblico. Il musicista vero sa percepire e trasmettere quel quid che non scritto nello spartito ma che
costituisce stilisticamente ed emotivamente la vera cifra di una composizione. Non bisogna ridursi al rango di quegli esecutori che si limitano a suonare le note. Questo discorso sullinterpretazione in
stretta correlazione con gli abbellimenti. Verso la met del Settecento,
infatti, si cerca di disciplinare limpiego di questelemento cos essenziale nello stile galante. Bach in particolare sottolinea come i cosiddetti abbellimenti non sono elementi aggiuntivi e superflui, ma essenziali, della composizione: occorre che il compositore specifichi inequivocabilmente il loro impiego, non lasciandone la scelta al capriccio dellinterprete, riportando quindi gli abbellimenti dalla sfera dellarbitrio a quella dellespressione. Un discorso analogo svolto da
Bach per gli accompagnamenti, non considerati pi come un semplice
supporto alla melodia, ma come parti integranti del discorso musicale.
Tutto questo discorso, unitamente alla difesa appassionata dello spessore e della qualit della musica del padre contro i suoi detrattori,
come Scheibe, che laveva tacciata di astrusit e artificio, preludono
anche a una nuova consapevolezza del ruolo creativo del compositore
e della necessit di una maggiore indipendenza della sua funzione.
Sono temi che come vediamo dagli studi di Norbert Elias su Mozart9 emergeranno in maniera drammatica nel periodo del classicismo viennese, quando gli ideali critici ed estetici della societ illuministica finiranno per entrare in conflitto con la realt sociale, il tradizionale mecenatismo delle corti europee. Per ora Bach discretamente
rivendica al compositore il diritto a non comporre musica a comando, ma di avere la libert di seguire la propria ispirazione, facendo appello alla competenza del proprio mecenate, il quale ben conosce le ragioni dellorecchio e del cuore.
Federico era un vero e profondo conoscitore della musica soprattutto nella sfera intima e privata. Le testimonianze dei contemporanei
9

N. Elias, Mozart, Bologna, il Mulino, 1991.

federico ii di prussia e la cultura musicale della sua epoca

93

ad esempio il viaggiatore musicale inglese Charles Burney o Johann


Friedrich Reichardt ci trasmettono unimmagine abbastanza fedele
delle serate musicali a Charlottenburg o a Sanssouci, in cui non solo il
re suonava il flauto accompagnato al cembalo da Bach o dallorchestra,
ma si eseguivano anche brani vocali, cantate e arie. Certo il repertorio
strumentale sonate, trii e concerti per flauto era predominante, perch preferito dal sovrano e adatto a metterne in luce le capacit esecutive che erano quelle proprie di un virtuoso di buon livello. La passione di Federico per la musica sembra travalicare i limiti del mecenatismo settecentesco, ha in s un elemento di rivalsa nei confronti degli
ostacoli opposti dalla societ e dal proprio status sociale, anche nei confronti dellautoritarismo incarnato dallodiata figura paterna, aspetti tramandati da una ricca aneddotica in proposito che trova vasta risonanza
tra i contemporanei e i posteri. Un esempio per tutti Beethoven del
quale tra laltro circolava la diceria, ovviamente del tutto destituita di
ogni fondamento, che fosse un figlio naturale del re. Come ha scritto
Luigi Magnani, la nota ammirazione del compositore di Bonn per Federico non era certo dovuta a ragioni politiche o sentimentali, bens al
riconoscimento della sua grandezza umana che aveva saputo tener testa ai colpi del destino. Era questa tenacia nel riaffermare la propria libert, che accomunava per Beethoven tutti i grandi spiriti, anzi tutta
lumanit, a rendere simpatico ai suoi occhi il vecchio re ipocondriaco
e misogino che aveva voluto farsi seppellire con i suoi cani. Per lui valeva quello che in uno dei Quaderni di conversazione si dice di Rousseau: egli era un poco ipocondriaco, ma chi non lo diventerebbe quando
si vive in unepoca che non pu comprendervi?10. Certo limmagine
del sovrano che, anche negli anni peggiori della guerra dei Sette anni,
quando, minacciato dalla Grande Coalizione rischia di perdere il Regno, nei rari momenti di pausa, nellaccampamento, suona il flauto o
scrive versi, appare circonfusa da un alone mitico e celebrativo: tuttavia doveva avere anche per i contemporanei una particolare allure coraggiosamente eroica. Un singolare connubio di pedanteria lattenzione per il particolare apparentemente insignificante, dal bottone della
divisa dellultimo ussaro alla qualit della musica eseguita dalle sue bande
militari e spirito paternalistico tipico del dispotismo illuminato.
Il re aveva avuto unottima educazione musicale, in linea con il
proprio status sociale. La musica faceva parte del corredo culturale di
base di un principe e le prime lezioni gli furono impartite da Gott10

1975.

L. Magnani, Beethoven nei suoi quaderni di conversazione, Torino, Einaudi,

94

riccardo morello

lieb Hayne organista del duomo di Berlino. Successivamente vista la


predisposizione musicale del giovane Federico, il padre, Federico Guglielmo I di Prussia, piuttosto avaro e restio a spese in campo artistico, e sotto la cui scomoda tutela Berlino aveva perso lopera e lorchestra di corte, gli conceder di prendere lezioni di flauto dal maestro Quantz che diverr il suo pi fedele amico e consigliere musicale, e, successivamente, anche lezioni di composizione da Graun. Durante un viaggio ufficiale a Dresda nel 1728 in compagnia del padre
Federico era rimasto affascinato dalleccellente qualit della cappella
di corte sassone, anche se allora non pi diretta dal celebre Hasse, e
dallopera italiana che si eseguiva in quel teatro. In effetti tutti i musicisti che poi Federico ingagger prima a Rheinsberg nella sua cappella privata e poi a Berlino dopo lincoronazione a re di Prussia nel
1740 provenivano da Dresda (Quantz, i fratelli Graun e Benda), per
cui si pu davvero affermare che Dresda rappresentasse in quegli anni
un modello esemplare di gestione della vita musicale. Johann Joachim
Quantz (1697-1773) aveva iniziato la sua carriera di strumentista come
Stadtpfeifer a Pirna, entrando come oboista e flautista nella cappella
di Augusto il Forte di Sassonia a Dresda. Aveva poi molto viaggiato,
era stato a Vienna in Italia a Napoli e infine in Inghilterra dove aveva
incontrato Hndel, conosceva la musica strumentale italiana (Vivaldi)
e anche lopera italiana. Nel 1728 divenne maestro di flauto del principe e poi suo consigliere musicale sino agli ultimi anni. Fu autore di
oltre trecento concerti e sonate che ne fanno uno dei principali rappresentanti dello stile galante. I due fratelli Graun, Johann Gottlieb
Graun (1702-1771) e Carl Heinrich Graun (1703-1759), entrambi musicisti, violinista allievo di Tartini luno, rappresentavano il trait dunion tra stile concertistico italiano e tradizione tedesca. Insieme a Benda
quando nel 1740 Federico ascese al trono di Prussia le sorti della musica subirono veramente una svolta epocale.
La mirabile cura con cui la Maest attualmente regnante in Prussia, a partire dal suo insediamento nel glorioso governo, si degnata di dedicare alla
crescita e allacquisizione delle arti e delle scienze in tutti i Suoi Stati, si
estesa in particolare anche al ripristino dellarte musicale, in precedenza quasi
del tutto caduta in discredito (Marpurg, 1754)11.

Non soltanto Federico attu una riorganizzazione della vita mu11


Cit. in Friedrich der Groe in Europa. Geschichte einer wechselvollen Beziehung, a cura di B. Ssemann e G. Vogt-Spira, I, Stuttgart, Steiner, 2012, p. 112.

federico ii di prussia e la cultura musicale della sua epoca

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sicale di corte ma sostenne e promosse la diffusione della musica come


capitale sociale, fondamentale base di emancipazione ed educazione
etica e culturale della nazione, favorendo la creazione di concerti pubblici, associazioni musicali, biblioteche e raccolte di musica, lo sviluppo della pubblicistica e della trattatistica musicale, in particolare sul
terreno dellestetica (si pensi al saggio di Algarotti, Sullopera in musica, del 1755).
La cappella reale, che a Rheinsberg a partire dal 1736 contava gi
17 membri, fu ampliata ulteriormente a una ventina di componenti
pi le aggiunte per le occasioni solenni. Federico si occup immediatamente anche della rifondazione del teatro musicale a Berlino. Due
mesi dopo la sua incoronazione gi invi Graun in Italia per trattare
lingaggio di cantanti per il nuovo teatro dopera che si sarebbe inaugurato nel 1742. Linteresse di Federico non era rivolto unicamente
alla musica strumentale ma anche agli sviluppi di quella vocale divisa
allora tra le due scuole rivali, quella francese e quella italiana. In effetti il legame della musica col teatro in genere era molto stretto: non
cera rappresentazione teatrale che non prevedesse limpiego di un accompagnamento strumentale e vocale. Mentre lopera di corte aveva
un carattere eminentemente rappresentativo e veniva allestita solo in
certe occasioni (carnevale, genetliaci, feste di matrimonio ecc.), i concerti di corte rappresentavano una prassi consolidata, anche qui con
la distinzione molto netta tra la sfera pubblica i concerti per la regina madre al castello di Montbijou o per la regina Elisabeth Christine a Schnhausen e quella strettamente privata, a inviti, a Potsdam.
Federico compose per queste occasioni non solo pezzi per flauto ma
anche numerose arie operistiche. Autore di alcuni libretti in francese
Silla (1753) da Corneille, Montezuma (1755) e Merope (1756) da
Voltaire e altri Federico, in questo assecondato da un consigliere
deccezione quale il conte Algarotti, fu protagonista di primo piano
della rinascita operistica di Berlino come piazza di importanza europea nel panorama del melodramma della met del Settecento. I modelli erano principalmente quelli francesi, caratterizzati dal gusto per
il meraviglioso, la presenza dei balletti, la concentrazione su conflitti
di natura etica piuttosto che erotica e la mescolanza al dialogo di arie
e pezzi di insieme. Agli ottimi strumentisti e compositori furono affiancati celebri cantanti di livello internazionale quali i castrati F. Salimbeni (1743-50) e G. Carestini (1750-1754), la primadonna G. Astrua
(1747-1757) di origine piemontese (era nata a Graglia nel biellese),
aveva iniziato la carriera al Regio di Torino per proseguire al San
Carlo di Napoli il maestro di ballo Denis (1749-1766) e come sce-

96

riccardo morello

nografo del teatro di corte, a partire dal 1753, una star del firmamento
internazionale, Galli Bibiena, che era stato convinto ad abbandonare
Dresda. Federico fu anche un sostenitore dellintermezzo comico, dellopera buffa italiana, alla quale riconobbe sempre unoggettiva superiorit sul terreno della pura efficacia teatrale. Egli ingaggi per Berlino la compagnia di Maria Angela e Carlo Paganini, Filippo Sidoti e
Giovanni Croce, che avevano iniziato la loro carriera al teatro San
Mois di Venezia e poi portato in tourne in tutta Europa i loro successi, tra cui alcuni lavori su libretto di Carlo Goldoni. Il successo
internazionale dellopera buffa italiana era legato al dibattito estetico
intorno alle differenze tra le varie tradizioni nazionali che si era sviluppato soprattutto in Francia e del quale tributario il saggio di Algarotti sullopera in musica. Lapprezzamento del genere buffo si fonda
sempre sulla contrapposizione tra artificio e naturalezza. I soggetti
dellopera comica, tratti dalla vita contemporanea, anzich dalla mitologia come quelli dellopera seria, producono unimpressione di freschezza e una musicalit semplice e naturale.
Uno dei motivi che troviamo nelle considerazioni di Federico sulla
musica accanto allapprezzamento dellespressione la critica della
pompa, dellesibizione puramente fine a se stessa, quale si manifesta
ad esempio nelle grandi rappresentazioni allora in voga nelle corti europee. Certo con una punta dinvidia polemica per la sensazione suscitata dalla rappresentazione di Ezio (1755) di Hasse a Dresda, con
limpiego di oltre quattrocento comparse, cinque vetture tra cui un
carro trionfale tirato da quattro cavalli, Federico scrive alla sorella
Wilhelmine:
Costoro [intende la corte sassone] vogliono che si parli ai loro occhi anzich al loro cuore; ununica scena commovente preferibile alle bizzarrie dei
loro cortei trionfali. Guai a coloro che non hanno mai conosciuto il piacere
di versare delle lacrime12.

E con ci torniamo al cuore, al motivo centrale della concezione


federiciana della musica come Sprache der Gefhle. La capacit di
padroneggiare la tecnica per trasmettere emozioni, con la voce o con
lo strumento, e riuscire a commuovere gli ascoltatori, il pubblico.
probabile che Federico fosse sommamente felice quando al flauto non
si sentiva pi monarca, ma appunto un uomo capace di provare e trasmettere semplicemente sentimenti. Schiller, il poeta che confessava di
12

Cit. in S. Heine-Dhring, Die Musik, ivi, p. 240.

federico ii di prussia e la cultura musicale della sua epoca

97

non amare la figura di Federico e si dichiarava incapace di intraprendere il processo di idealizzazione necessario a suo dire per fare di lui
un grande personaggio drammatico, ha scritto che la poesia commuove
il cuore perch sgorga dal cuore. E Beethoven nella partitura della
Missa Solemnis annot: Von Herzen, mge es wieder zu Herzen
gehen. Sotto la patina dissimulatrice del misogino odiatore di s e
dellumanit si nasconde forse un cuore sensibile.
A margine vorrei infine ricordare il legame anche musicale di Federico con il popolo e con lesercito. Lattribuzione a lui del Hohenfriedner Marsch una delle marce militari tradizionali prussiane, composta prima del 1750 e caratterizzata dalla struttura semplice, ancora
senza trio anche se probabilmente non autentica rappresenta comunque un fatto significativo. Quellandamento misurato, pi solenne
che marziale, esprime assai bene lethos della vecchia Prussia e mi sembra correggere se non contraddire il rutilante militarismo del Preussens Gloria di Piefke, frutto del nazionalismo sciovinistico di fine Ottocento: evoca un sentimento misto di seriet e tenacia, virt eroiche,
purtroppo infangate da quel che seguito nella storia tedesca, ma che
probabilmente, cos amiamo pensare, costituisce lautentica eredit lasciata da Federico II, un re che ha amato la lira di Apollo pi della
spada.

Walter Sparn
CIASCUNO A MODO SUO.
RELIGIONE E TEOLOGIA NELLA PRUSSIA
DI FEDERICO IL GRANDE
Il filosofo piemontese Carlo Denina, che nel 1782 era giunto alla
corte di Berlino su invito di Federico II, pubblic nel 1788, dopo la
morte del suo mecenate, un ampio lavoro sulla vita e sul regno del
sovrano. Successivamente, tra il 1791 e il 1792, diede alle stampe tre
volumi sulla Prussia dei letterati e dei dotti, in cui prendeva in esame,
tra laltro, il giudizio notoriamente negativo di Federico sulla letteratura tedesca del suo tempo1. Sarebbe molto interessante analizzare la
valutazione di Denina, che oggi appare tanto garbato quanto ambiguo. Lascio questo compito agli studiosi di Denina.
1. Federico II: critica del cristianesimo, governo ecclesiastico e politica
religiosa
Lanalisi che intendo affrontare non concerne soltanto la natura
pi o meno religiosa della persona del sovrano, ma si estende al profilo religioso, ecclesiastico e teologico del suo Stato, del BrandeburgoPrussia dellepoca fridericiana, e, pi in generale, alla politica che Fe1
C. Denina, Essai sur la vie et le rgne de Frdric II, Berlin, Decker, 1788;
Id., La Prusse littraire sous Frdric II, 3 voll., Berlin, Rottmann, 1790-91 (riprod.
Genve, Slatkine, 1968). Cfr. A. Costazza, Carlo Deninas ambivalente Position in
Berlin, in Europische Ansichten, a cura di I.-M. DAprile, Berlin, Berliner Wissenschaftsverlag, 2004, pp. 141-68; E. Tortarolo, Das historische Wissen in den deutschen Akademien und Carlo Denina, in Id., Diesseits und jenseits der Alpen, Leipzig, Leipziger Universittsverlag, 2011, pp. 97-116; W. Rother, Piemontesische Autoren, in Grundriss der Geschichte der Philosophie. Die Philosophie des 18. Jahrhunderts, vol. 3, Basel, Schwabe, 2011, pp. 318-31 e p. 353; cfr. anche il saggio di M.
Cometa in questo volume.

100

walter sparn

derico adott nei confronti delle istituzioni ecclesiastiche e universitarie. La politica religiosa ed ecclesiastica di Federico non dipende direttamente e neppure esclusivamente dalle sue convinzioni personali; essa ispirata innanzitutto ad altre questioni, come quella della
legittimit politica di ci che utile o inevitabile. Ovviamente le dichiarazioni personali di Federico sul fenomeno religioso rivestono un
interesse storico; gi i suoi contemporanei ne avevano colto limportanza2. Esse contenevano infatti una violenta critica nei confronti della
religione, che assumeva toni che nellEuropa del XVIII secolo si incontravano soltanto in alcuni rari spiriti liberi laddove invece in
Germania lIlluminismo lasciava grande spazio al rapporto persino costruttivo con la religione, mettendo talvolta capo a uno scambio proficuo3. Per questa ragione occorre anteporre alla trattazione del nostro tema alcune considerazioni preliminari sulla persona di Federico.
Federico II non era un uomo pio n nel senso di allora, n in
quello odierno. Per tutta la vita ader com ovvio alla Chiesa cristiana
di confessione riformata (calvinista), a cui nel 1613 si erano convertiti gli Hohenzollern del Brandeburgo una volta abbandonato il luteranesimo. I suoi rapporti con il cristianesimo non erano buoni: lo riteneva infatti, per un verso, una superstizione sciocca e spregevole e,
per laltro, una disciplina sociale utile dal punto di vista politico. Questa sua opinione derivava in massima parte dalleducazione severa e
rigorosa che gli era stata impartita dal padre, Federico Guglielmo I,
il Re Soldato, promotore del pietismo hallense. La pedagogia dei pietisti si caratterizzava per lesplicita ossessione nei confronti della disciplina sociale, concepita come mezzo per contrastare la (peccaminosa) ostinazione dei fanciulli. Come molte altre vittime di questo
modello educativo, anche Federico era stato abituato a tacitare qualsiasi bisogno interiore, emotivo e morale, che il pietismo associava os2
Cfr. ad esempio [Anonimo], Gedanken ber die Religion, von Friedrich dem
Zweiten, Knig von Preuen. Aus dem Franzsischen, Halle, [s.e.], 1789.
3
Ancor oggi occorre richiamare lo studio di Emanuel Hirsch, in cui lIlluminismo del XVIII secolo viene presentato come unevoluzione necessaria anche dal punto
di vista teologico: E. Hirsch, Geschichte der neuern evangelischen Theologie im Zusammenhang mit den allgemeinen Bewegungen des europischen Denkens, 4 voll.,
Gtersloh, Gtersloher Verlagshaus, 1952, 20005. Un lavoro concepito in maniera analoga a quello di Hirsch, ma aggiornato sulla base della letteratura pi recente, quello
di A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, Gttingen, Vandenhoeck
& Ruprecht, 2009. Il testo di riferimento della storiografia teologica rimane K. Aner,
Theologie der Lessingzeit, Halle, Niemeyer, 1929 (riprod. Hildesheim, Olms, 1964),
che per, seppur ricco di materiale, risulta oggi eccessivamente datato.

ciascuno a modo suo

101

sessivamente ai temi del peccato, della penitenza, dellumilt e


della santificazione. Unalternativa a questo sistema educativo si profilava, negli anni Trenta del Settecento, grazie a Christian Wolff, la
nuova figura dominante dellIlluminismo tedesco che incarnava con
successo una morale e una religione razionali, fondamentalmente
compatibili con il cristianesimo. Nel 1736 il padre di Federico aveva
finalmente ceduto a questa concezione dietro consiglio di alcuni giuristi e teologi seguaci di Wolff. Costoro riponevano tutte le loro speranze nel giovane Federico, in cui vedevano un futuro Re Filosofo di
orientamento wolffiano4.
Il Principe ereditario si interessava in maniera solo cursoria e superficiale di tali questioni, accontentandosi piuttosto di professare quella
vaga forma di deismo che gli era stata mediata da Voltaire, con cui
intratteneva uno scambio epistolare dal 1736. Federico ammetteva lesistenza di un essere superiore indipendentemente dalla rivelazione positiva e storicamente contingente del Cristo e venerava Dio
come garante dellordine morale del mondo (se si vuole usare questa
formulazione per le considerazioni fredde e distaccate su Dio tipiche
di Voltaire e del deismo inglese in generale)5.
Tuttavia lamara esperienza dellimposizione religiosa cui venne
sottoposto Federico non ebbe come sola conseguenza il cinismo; egli
ne ricav altres limportanza fondamentale del richiamo morale della
coscienza. Molto significativo a questo proposito il Sermon sur le
jour de judgement, che Federico compose a uso esclusivamente privato nel 1759, durante i giorni pi bui della Guerra dei Sette anni6.
Ma sul cristianesimo prevalse innegabilmente la sua presa di distanza
ironica e satirica dal fenomeno religioso in generale, la quale assunse
talvolta toni talmente blasfemi da impedire per lungo tempo la circolazione delle sue opere letterarie, come il Dialogue des morts entre
Madame de Pompadour et la Vierge Marie, composto nel 1772-737.
4
Cfr. J. Bronisch, Der Mzen der Aufklrung. Ernst Christoph von Manteuffel und das Netzwerk des Wolffianismus, Berlin, de Gruyter, 2010, in particolare pp.
67 ss.
5
Soltanto negli ultimi anni la ricezione del deismo inglese diventata oggetto
di studi approfonditi: cfr. C. Voigt, Der englische Deismus in Deutschland, Tbingen, Mohr Siebeck, 2003.
6
Frdric le Grand, Sermon sur le jour de jugement, in uvres de Frdric
le Grand, a cura di J.D.E. Preuss, 30 voll., Berlin, Decker, 1846-56, XV, pp. 1-10.
7
Friedrich II. Knig von Preuen, Totengesprch zwischen Madame de Pompadour und der Jungfrau Maria, a cura di G. Knoll, Berlin, Berlin-Verlag Spitz, 1999.
8
Frdric le Grand, Bref de S.S. le Pape a M. le Marchal Daun (1759), in
uvres de Frdric le Grand, cit., XV, pp. 122-23.

102

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Federico condivideva con Voltaire anche latteggiamento aspramente critico nei confronti delle Chiese cristiane che a quel tempo
fungevano da supporto allo Stato o che come nel caso delle Chiese
evangeliche rappresentavano vere e proprie Chiese di Stato. Obiettivo della sua furiosa polemica era per innanzitutto la Chiesa di
Roma, dove Papa Clemente XIII sosteneva con ogni mezzo lImpero
Asburgico contro la Prussia eretica. Tra il 1759 e il 1774 Federico
diede alle stampe una serie di perfide satire che avevano per oggetto
le ingerenze del Papa e dei suoi gesuiti nelle questioni politiche, e le
fece circolare tra le Corti europee. Gi nel 1759 aveva intrapreso lopera di messa in ridicolo della religione con un Breve fasullo di Papa
Clemente XIII per il Feldmaresciallo austriaco Daun8. Nella scia di
Pierre Bayle del cui Dictionnaire historique et critique Federico aveva
redatto un estratto si dedic anche seriamente alla critica storica del
cristianesimo, in particolare delle sue manifestazioni superstiziose, settarie, di fanatismo spiritualistico e misticheggiante. Cos fece, ad esempio, nella prefazione alledizione compendiata della storia ecclesiastica
di Claude Fleury (1691 e seguenti), che egli aveva studiato integralmente nonostante fosse composta da numerosi volumi (Avant-Propos
de lAbrg de Lhistoire ecclsiastique de Fleury, 1766). Successivamente compose anche alcune satire, come la Jrusalme cleste (1770)
e il Rve (1777), a sostegno del verdetto voltairiano dellInfme, in
cui venivano messi in ridicolo i profittatori di ogni religione. I Commentaires apostoliques et thologiques sur les saintes prophties de lauteur sacr de Barbe-bleu (1779) rivestivano di amaro sarcasmo linterpretazione mistica, vale a dire arbitrariamente allegorica, di testi presunti sacri9. Come si avr modo di vedere, gli stessi teologi protestanti
di quellepoca, richiamando il principio della sola Scriptura, sostenevano unermeneutica contraria allinterpretazione allegorica della Bibbia.
La polemica di Federico contro il cristianesimo ecclesiastico
soltanto uno degli aspetti della sua attivit in campo religioso. Un
altro aspetto, ben distinto da questo, concerne la sovranit ecclesiastica che competeva al monarca in quanto Principe di uno Stato del
Sacro Romano Impero della Nazione Germanica. Questa forma di
Alcuni testi di Federico II dedicati alla critica della religione sono stati tradotti
in tedesco da Rudolf Neuwinger: Friedrich der Grosse, Theologische Streitschriften, Berlin, Nordland, 1939, 19412 (poi ristampati nel 2004 con il titolo Theologische
Streitschriften und Satiren). Rudolf Neuwinger ha curato anche ledizione dei Briefe
ber die Religion, Berlin, Nordland, 1941.
9

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sovranit sulla Chiesa vigeva in tutti i territori secolari e in tutte le


citt imperiali della Germania dal 1555, quando, con la Pace religiosa di Augusta, era stata stabilita per diritto imperiale. Il monarca
aveva il diritto di determinare la confessione del proprio Paese e il
dovere di guidare la Chiesa di Stato in ogni questione esteriore, sociale ed economica. Pensata originariamente come una misura di
emergenza, questa forma di governo ecclesiastico da parte dei principi si trasform presto in una sorta di assolutismo dei sovrani che
si estendeva anche agli affari interni. Nel Brandeburgo-Prussia di Federico II ci si traduceva nel fatto che il Principe, in forza della sovranit di cui godeva per diritto naturale, governava la Chiesa cristiana attraverso concistori di giuristi e teologi come una qualsiasi
componente dellordine pubblico, quindi in base al criterio del benessere generale che egli ovviamente intendeva in un senso conveniente per lo Stato10. Questo rappresentava lunico criterio in base
al quale Federico II valutava lammissibilit delle pratiche di culto e
stabiliva i confini della tolleranza del governo di fronte alle sette
religiose: [esse] possono essere tutte uguali per lo Stato, che lascia
a ognuno la libert di guadagnarsi il paradiso nel modo che gli
pi congeniale. Lo Stato gli chiede soltanto di essere un buon cittadino; e ancora, in maniera decisamente pi autoritaria, tutte le
religioni sono ugualmente buone nella misura in cui educano gli uomini allobbedienza11.
Tanto era conforme ai principi illuministici latteggiamento per cui
Federico aveva rinunciato alla legittimazione della sua sovranit Dei
gratia, quanto era invece affine al modello assolutistico il modo in cui
egli si riservava il diritto di governare le Chiese del suo regno sia
quella luterana, sia quella riformata calvinista nel senso di una religione pubblica. Nel Testament politique del 1752 egli scriveva: In
qualche maniera io sono il Papa dei luterani e dei riformati, il capo
della Chiesa; faccio il prete12. Istituendo a Berlino un concistoro
superiore, comune ai concistori luterani e al direttorio ecclesiastico
Cfr. H.-W. Krumwiede, Kirchenregiment, Landesherrliches, in Theologische
Realenzyklopdie (TRE), vol. 19, Berlin-New York, de Gruyter, 1990, pp. 59-68; H.
de Wall, Kirchenregiment, in Religion in Geschichte und Gegenwart (RGG4), IV,
Tbingen, Mohr Siebeck, 20014, pp. 1292-94; A. Schindling, Kirchenregiment, in
Enzyklopdie der Neuzeit (EDN), VI, Stuttgart-Weimar, Metzler, 2007, pp. 685-93.
11
Frdric le Grand, De la superstition et de la religion (1751), in uvres de
Frdric le Grand, cit., I, pp. 241-42.
12
Frdric le Grand, Testament Politique, in Die politischen Testamente Friedrichs des Groen, a cura di G.B. Volz, Berlin, Hobbing 1920, pp. 149.
10

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riformato, Federico piegava i rapporti giuridici ormai consolidati tra


Stato e Chiesa alle esigenze del proprio governo. A questorgano apparteneva dal 1750 anche August Wilhelm Friedrich Sack, predicatore
di corte (riformato) e membro dellAccademia delle Scienze di Berlino. Gi il predecessore di Sack, Daniel Ernst Jablonski interlocutore di Leibniz per le questioni di politica religiosa e scientifica era
stato membro del governo ecclesiastico luterano e riformato (e, fino
al 1741, presidente dellAccademia delle Scienze). Sack, celebre predicatore, lavorava allUnione delle Chiese protestanti13. Seppur realizzata solo nel 1817, lUnione rappresentava un auspicio importante di
tutti i sostenitori delle posizioni illuministiche in fatto di teologia nel
Brandeburgo-Prussia. Questi erano ben consapevoli di godere della
protezione del sovrano, una protezione non soltanto verbale (egli parlava perlopi di religione protestante), ma valida anche nellambito
della politica ecclesiastica e personale.
I pastori preposti al culto pubblico o allispezione scolastica rimasero comunque vincolati alle loro rispettive confessioni, sebbene
gi dal 1713 non fosse pi obbligatorio prestare giuramento. Verso la
fine del regno di Federico II il vincolo personale nei confronti delle
confessioni tramandate si allent ulteriormente. Ciononostante continuava a valere il legame confessionale statutario: il teologo di Halle
Johann Salomo Semler, fondatore dellesegesi storico-critica della Bibbia e uno dei principali sostenitori del diritto anche da parte dei pastori a una religione privata di natura morale, riteneva fosse assolutamente opportuno mantenere il vincolo statutario, dal momento
che costituiva un elemento cruciale della stabilit dello Stato. La medesima convinzione fu espressa anche in Die Religion innerhalb der
Grenzen der bloen Vernunft (La religione nei limiti della semplice
ragione, 1793) del suddito di Knigsberg Immanuel Kant, il quale
avrebbe incontrato proprio a causa di questo suo scritto notevoli difficolt con la censura reintrodotta dopo la morte di Federico II. In
Der Streit der Fakultten (Il conflitto delle facolt, 1798) Kant chiar
in linea di principio la natura del rapporto che ogni ecclesiastico deve
intrattenere, per un verso, con la Chiesa a cui vincolato in maniera
statutaria (e quindi con la dottrina che egli deve professare) e, per laltro, con il mondo, ossia con il pubblico in generale14.
Cfr. A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 116 ss.
Cfr. I. Kant, La religione nei limiti della semplice ragione (1793), in Id., Scritti
di filosofia della religione, a cura di G. Riconda, Milano, Mursia 1989, pp. 65-216,
pt. III, pp. 133-75; Id., Il conflitto delle facolt (1798), in Scritti di filosofia della re13
14

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La tolleranza di Federico nelle questioni di politica religiosa riguardava quindi gli spazi dazione previsti dal sistema del diritto ecclesiastico statale. La massima della tolleranza che egli formul nel
1740 in una nota a margine apposta sulla relazione inviatogli dal Dipartimento ecclesiastico che ciascuno si salvi lanima a modo suo15
non incoraggiava una sorta di fai-da-te individuale, ma consentiva
la libera scelta tra una delle confessioni giuridicamente legittime nel
suo regno o tra le sette tollerabili da un punto di vista morale e
politico, come ad esempio lUnitas fratrum. Federico preferiva nettamente la religione protestante come amava dire alla Chiesa
cattolica. Nello scritto De la superstition et de la religion (1751) e
nellAvant-propos allopera di Fleury (1766) vi sono notevoli espressioni di apprezzamento nei confronti della Riforma e di Lutero, il
nuovo Bellerofonte, per limpegno profuso nella formazione delle
coscienze e per lintroduzione del principio di tolleranza. Federico
guardava alla Riforma come a una benedizione per il mondo e per
il progresso dello spirito umano, ma era anche profondamente consapevole dei mali che essa aveva in qualche maniera comportato: le
guerre di religione. Se, come usava dire, la storia della Chiesa opera
della politica, delle brame e degli interessi personali dei preti, non
deve meravigliare che nella prospettiva dellinteresse statale egli ritenesse il protestantesimo la religione ugualmente pi adatta alle repubbliche e alle monarchie. Il protestantesimo era indicato per le
repubbliche, in virt dello spirito libero che ne costituiva il tratto essenziale, ma anche per le monarchie, perch qui la religione protestante, non dipendendo da nessuno, poteva essere completamente sottomessa al governo16. Libert di coscienza e soggezione nei fatti sono
i tratti che caratterizzano il doppio ruolo del protestantesimo nella
Prussia di Federico II.
Bene o male, con la conquista della Slesia del 1740 e con la spartizione della Polonia del 1772, Federico si trov costretto a tollerare
il cattolicesimo, questo Stato nello Stato, colmo di intrighi e cospirazioni. Bench esaltasse Federico I il grande Principe elettore che
dal 1648 tollerava i sudditi cattolici delle province occidentali non
ligione, cit., pp. 229-308. Cfr. W. Sparn, Die ffentliche Aufgabe der Theologie im
Sinne Immanuel Kants, in Luthers Erben, a cura di N. Slenczka e W. Sparn, Tbingen, Mohr Siebeck, 2005, pp. 169-92.
15
Citato da M. Lehmann, Preuen und die katholische Kirche nach 1640. Zweiter Teil: Von 1740-1747, Leipzig, Hirzel, 1881, p. 4.
16
Frdric le Grand, De la superstition et de la religion, cit., p. 237.

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poteva negare che questi aveva agito in senso anche repressivo17. Federico II aveva a cuore la lealt dei suoi sudditi romano-cattolici non
soltanto per questioni di politica ecclesiastica, ma soprattutto a fini
strategici. Egli aveva persino messo a disposizione un terreno per la
costruzione di un sontuoso edificio sacro, la Chiesa di SantEdvige a
Berlino (ancorch per la costruzione di chiese protestanti in Slesia
avesse concesso ben di pi), dove peraltro fece recitare un Requiem
allindomani della morte di Voltaire (1778) cosa che a Parigi si erano
rifiutati di fare18. Il tono canzonatorio che traspare da una lettera indirizzata a dAlembert rivela latteggiamento derisorio che Federico
aveva assunto fin da principio nei confronti della Chiesa cattolica.
Quando, ad esempio, si era trattato di scegliere una determinata persona per il posto di coadiuvante vescovile a Breslavia nel 1743, egli
aveva presentato la propria decisione in questo modo: Lo Spirito
Santo ed io, insieme, abbiamo deciso che19. Gli inizi di quel che
oggi si soliti chiamare Illuminismo cattolico furono recepiti da
Federico II solo alla luce della soppressione dellOrdine dei Gesuiti
(1773) e della chiusura dei monasteri ordinata da Giuseppe II20.
Ancora meno equanime e quasi integralmente condizionato da opinioni preconcette era latteggiamento di Federico nei confronti dellebraismo, che egli riteneva culturalmente inferiore e politicamente dannoso, nonostante alcuni teologi della sua Accademia fossero attivamente impegnati nel tentativo di superare il tradizionale antigiudaismo, investendo, per un verso, su una migliore educazione degli ebrei
e, per laltro, sullagevolazione del processo di conversione. Cos, nel
1763 il predicatore di corte Sack propose di aprire una scuola ebraica
a Francoforte sullOder; nel 1778 David Friedlnder, allievo di Moses Mendelssohn, fond a Berlino una scuola gratuita per gli indigenti
(Freischule) di orientamento ebraico riformato. Mendelssohn incoraggi la redazione dello scritto ber die brgerliche Verbesserung der
Juden (Sul miglioramento civile degli ebrei, 1781-83) del giurista Christian Wilhelm Dohm (assai esperto, peraltro, in questioni teologiche)
e intervenne nel vivace dibattito con la sua Jerusalem, oder ber religise Macht und Judentum (Gerusalemme, o sul potere religioso e
Friedrich der Grosse, Theologische Streitschriften, cit., pp. 107-109.
Lettera a dAlembert del 22 giugno 1780, in uvres de Frdric le Grand,
cit., XXV, pp. 171-74.
19
M. Lehmann, Preuen und die katholische Kirche nach 1640. Zweiter Teil:
Von 1740-1747, cit., p. 399.
20
Cfr. A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 170 ss.
17
18

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sul giudaismo, 1783). Ma nemmeno ci sort effetti sulla politica di


Federico II nei confronti degli ebrei, che dal 1750 era s regolamenta
dal punto di vista giuridico, ma si traduceva di fatto in un inasprimento dei controlli e della pressione fiscale (questa forma di tolleranza fondata sulla corresponsione di denaro si sarebbe protratta fino
al 1812). Federico II ostacol inoltre lingresso di Mendelssohn il
celebre filosofo, intimo amico di Gotthold Ephraim Lessing e di Friedrich Nicolai tra i membri dellAccademia delle Scienze di Berlino21.
Lessing, che fin dai tempi del suo soggiorno a Berlino era stato
un severo critico di Federico, scrisse con scherno che la libert berlinese non era altro che la libert di mettere in circolazione qualsiasi sciocchezza saltasse in mente contro la religione22. Fortunatamente questa non era tutta la verit. Tant che oltre agli aspetti pi
personali e a quelli attinenti la politica ecclesiastica, le attivit di Federico rivelavano un interesse ulteriore: la politica religiosa. Qui emerge
il suo rapporto attivo e passivo con lIlluminismo nella sua portata
teologica e nelle sue conseguenze religiose, spirituali e persino filosofiche. La politica religiosa di Federico era strettamente connessa agli
altri due aspetti menzionati, soprattutto alla politica universitaria e al
rapporto personale che egli intratteneva con il mondo religioso vale
a dire con gli esponenti del clero, da un lato, e con i musicisti perlopi occupati a comporre musica sacra, dallaltro. I maestri di corte
ad esempio, Carl Philipp Emanuel Bach, Johann Joachim Quantz
e Carl Heinrich Graun componevano anche musica di chiesa e musicavano i testi di poeti illuministi e devoti, come Christian Frchtegott Gellert. Questi personaggi costituiscono di per s un tema di
grande interesse, dal momento che si fecero promotori di un rinnovamento dello stile e della passione musicali che, dopo la met del secolo, si estese anche alla scena letteraria, al dibattito pubblico e alla
21
Moses Mendelssohn im Spannungsfeld der Aufklrung, a cura di M. Albrecht
e E.J. Engel, Stuttgart-Bad Cannstatt, frommann-holzboog, 2001; G. Heinrich,
man sollte itzt bestndig das Publikum ber diese Materie en haleine halten: Die
Debatte um die brgerliche Verbesserung der Juden 1781-1786, in Appell an das
Publikum. Die ffentliche Debatte in der deutschen Aufklrung 1687-1796, a cura di
U. Goldenbaum, Berlin, Akademie-Verlag, 2004, pp. 813-96; D. Bourel, Moses Mendelssohn, Zrich, Ammann, 2007.
22
G.E. Lessing, Lettera a Friedrich Nicolai del 28 agosto 1769, in Id., Werke
und Briefe in zwlf Bnden, a cura di W. Barner, XI/1, Frankfurt, Insel, 1987, pp.
622 seg. Cfr. K. Bohnen, Grenzsetzungen, in Zensur im Jahrhundert der Aufklrung, a cura di W. Haefs e Y.-G. Mix, Gttingen, Wallstein, 2006, pp. 133-44; H.B.
Nisbet, Lessing. Eine Biographie, Mnchen, Beck, 2008, passim.

108

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pubblicistica teologica, e che si esprimeva innanzitutto nella centralit


della sensibilit (Empfindsamkeit) estetico-morale23. Tra gli illuministi del regno di Federico II la nuova cultura del sentimento fu
promossa in maniera molto vigorosa proprio dai teologi e dai pedagogisti.
Ma, muovendo ben al di l dellaspetto strettamente personale,
latteggiamento di Federico nelle questioni di politica religiosa e teologica determin in parte grazie a un impegno attivo, in parte con
un atteggiamento indulgente cambiamenti profondi e duraturi nella
situazione della Chiesa e della teologia nella Germania del tempo. Nel
Brandeburgo-Prussia si realizz la principale trasformazione del cristianesimo riformato dopo la Riforma, nello spirito di un Illuminismo devoto24. A questo proposito si pu certo parlare di una spinta
verso la modernit, ma non (o perlomeno non senza le opportune
precisazioni) di secolarizzazione25. Anche se non si apprezzano le
interpretazioni teleologiche della storia, non si pu non constatare ex
post che questa trasformazione ha rivestito un ruolo di primo piano
nel processo che ha condotto il cristianesimo protestante ad assumere
una parte attiva nei processi di sviluppo della modernit: essa contribu infatti alla realizzazione del pluralismo religioso, della particolarizzazione ecclesiastica e della differenziazione culturale. I principali
23
Cfr. H.-G. Kemper, Deutsche Lyrik der frhen Neuzeit, VI/1: Empfindsamkeit,
Tbingen, Niemeyer, 1997; M. Luserke, Empfindsamkeit / Sturm und Drang, in
RGG4, II (1999), pp. 1262-67; M. Huber, Empfindsamkeit, in EDN, III (2006), pp.
264-68; A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 56 ss.
24
Beutel offre una spiegazione di questo concetto nellambito dellepoca storica
in questione, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 35-66, in particolare pp. 61 ss.; una prospettiva piuttosto critica si trova in G. Walther et al.,
Aufklrung, in EDN, I (2005), pp. 791-830, in particolare pp. 791 ss., pp. 805 ss. e
pp. 826 ss.
25
Cos questo concetto stato connesso al ruolo prominente dei figli dei pastori nella letteratura tedesca che fioriva in quegli anni, cfr. ad esempio A. Schne,
Skularisation als sprachbildende Kraft. Studien zur Dichtung deutscher Pfarrersshne,
Gttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1968; parimenti si pu ritenere la nascita della
psicologia empirica che si rifaceva alla cultura pietistica dellosservazione di s un processo di secolarizzazione (K.P. Moritz, Gnothi seauton oder Magazin fr Erfahrungsseelenkunde, Berlin, Mylius, 1783-93). Ma gi questo problematico, poich si
pu parlare di secolarizzazione solo in riferimento al diritto ecclesiastico, dove sussiste una relazione di causa-effetto lineare (lappropriazione dei beni della Chiesa da
parte dello Stato). Relativamente ad altri tipi di sviluppi, determinati da una molteplicit di fattori e percorsi da disincronie e disteleologie, il concetto non risulta opportuno, o perlomeno veicola in maniera latente messaggi ideologicamente orientati.
Cfr. F.W. Graf, Skularisierung, in EDN, vol. XI (2010), pp. 525-42.

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cambiamenti che ci comport in ambito teologico furono lindividuazione di una religiosit autentica e la critica storica delle tradizioni
canoniche. Tutto ci accadeva nella Prussia di Federico II.
2. La convergenza di Illuminismo e protestantesimo nella Prussia di
Federico
Quando, nel 1740, Federico sal al trono, la questione delle ortodossie rigide dellepoca confessionale non era pi attuale. Il Brandeburgo era lo Stato del Sacro Romano Impero che gi nel XVII secolo aveva mosso il primo passo in vista di unepoca post-confessionale. Dal 1613 il casato dei sovrani aveva un orientamento riformato, moderatamente calvinista; non esercitando pi lo jus reformandi, i monarchi non obbligavano i sudditi luterani a convertirsi alla
confessione riformata. Una volta che con la Pace di Westfalia (1648)
anche il calvinismo aveva ottenuto la sua legittimazione giuridica, il
Grande Elettore Federico Guglielmo cerc di porre fine alla disputa
confessionale. Persino lo stesso Federico II si adoper attivamente per
garantire la convivenza pacifica delle diverse confessioni. Al tempo il
numero dei riformati era notevolmente cresciuto in seguito alle ondate migratorie verso la corte berlinese, tra le file dellesercito e nellUniversit di Francoforte sullOder, dove dal 1685 si trovavano altres ugonotti francesi (presenti anche nel margraviato del Brandeburgo-Bayreuth degli Hohenzollern). Ancorch alcune comunit territoriali luterane avessero dovuto accogliere un pastore riformato, nelle
citt si riusc a realizzare una convivenza produttiva tra le diverse confessioni, tant che nellespressione protestantesimo trovava voce
un(auto)coscienza rinvigorita, comune tanto ai riformati quanto ai luterani26.
Federico II si era inizialmente trovato a governare una situazione
profondamente segnata dallalleanza che suo padre aveva stretto con
i teologi pietisti di Halle: unalleanza che, sebbene gi prima della sua
ascesa al trono avesse rivestito unimportanza assolutamente marginale, aveva tuttavia inculcato precise convinzioni nella mentalit prussiana, non da ultimo lhabitus del dovere morale, quella sorta di autodisciplina caratteristica della religione prussiana. Poich il pietismo di Halle intendeva promuovere il miglioramento sociale attra26
Per la preistoria di tale questione cfr. C.V. Witt, Protestanten. Das Werden
eines Integrationsbegriffes in der Frhen Neuzeit, Tbingen, Mohr Siebeck, 2011.

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verso leducazione dei giovani alla pietas, ma anche allabilit professionale, alloperosit sociale ed economica in vista della realizzazione
dei propri doveri, e alla moderazione, ecco che i pietisti occupavano
tutti posti di primo piano sulla scena pedagogica ed economica. La
riforma dellUniversit di Halle (1693), che presto sarebbe divenuta
lUniversit pi importante della Germania, si deve proprio a teologi
pietisti e a giuristi riformati in primo luogo, rispettivamente, a August Herrmann Francke e a Christian Thomasius, che condividevano
lavversione per lerudizione libresca della scolastica aristotelica e lesigenza di rivolgersi al mondo, ossia alla dimensione della prassi sociale. Halle divenne un centro vivace, animato da idee teologiche, giuridiche e mediche, fonte di ispirazione per le nuove imprese pedagogiche che si realizzarono in Prussia (e non solo) e di cui beneficiarono quasi tutti gli intellettuali di spicco del Paese, compresi Immanuel Kant e Johann Georg Hamann27.
Cionondimeno Federico II nutriva una netta avversione per il pietismo, sia perch esso costituiva una rete politica, di protezione e propaganda molto attiva, sia perch, ove necessario, anteponeva gli interessi religiosi a quelli scientifici. Questo atteggiamento pietista poteva
rappresentare una minaccia per gli esponenti dellIlluminismo che, coltivando lideale di una razionalit universale, erano propensi a subordinare ad essa le questioni religiose. Il conflitto assunse toni spettacolari quando coinvolse Christian Wolff, a cui venennero contestati il
ricorso al metodo matematico, la teologia metafisica e la filosofia pratica fondata sul diritto naturale. La responsabilit delle trame dei teologi pietisti nellallontanamento di Wolff da Halle rappresentava per
Federico II una ragione pi che sufficiente per prendere le distanze
dalla politica del padre e per adoperarsi attivamente affinch Wolff facesse ritorno in quella citt, come trionfalmente accadde proprio nel
1740. Tra i consiglieri principali di Federico Guglielmo I, oltre a Manteuffel, cera il predicatore di corte Johann Gustav Reinbeck, rappresentante della schiera dei teologi wolffiani. Questo gruppo aveva
sostituito la vecchia scolastica con il metodo razionale di Wolff e aveva
introdotto nella dogmatica tradizionale secondo un modello comunque conservatore lutilizzo del procedimento razionale in vista
di una concordia rationis cum fide. In questa direzione muoveva an27
Cfr. Geschichte des Pietismus, a cura di M. Brecht et al., vol. 2: Der Pietismus
des 18. Jahrhunderts, Gttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 1995; per la spinta di
modernizzazione dellUniversit di Halle dagli anni Trenta del Settecento cfr. A.
Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 129 ss.

ciascuno a modo suo

111

che lordine di gabinetto con cui Reinbeck invitava i candidati riformati (nel 1739) e quelli luterani (nel 1740) a servirsi nelle loro prediche sempre di concetti chiari e di argomentazioni razionali28. Fu
un personaggio del calibro di Johann Christoph Gottsched a comporre lomiletica che Reinbeck diede successivamente alle stampe come
manuale di riferimento per tutto il territorio del Brandeburgo-Prussia29.
Una svolta epocale ebbe inizio quando, allincirca dal 1740, il contra rationem maturato negli ambienti ortodossi e pietistici incominci
a perdere plausibilit nella Germania protestante, sia in ambito pubblico, sia in ambito teologico. Negli anni a venire il pietismo sub una
profonda trasformazione e, con esso, anche il wolffismo. Tutto muoveva nuovamente da Halle. I due fratelli Baumgarten Siegmund Jacob e Alexander Gottlieb riuscirono a coniugare in unottima convergenza teologico-filosofica la razionalit astratta del wolffismo e il
misticismo dellermeneutica pietista. Linteresse specifico di Siegmund
Jacob per la storia, rivolto in particolare alla ricezione della storiografia inglese, lo condusse a elaborare un metodo desegesi storicocritico che andava ben oltre i progressi filologici di Ugo Grozio, di
Richard Simon o di August Hermann Francke30. Con lAesthetica
(1750) il pi giovane dei Baumgarten, Alexander Gottlieb, integr
in vista di una critica del sapere mossa dallinteresse per la chiarezza
estensiva delle conoscenze la facolt conoscitiva intellettuale con
quella sensibile31. La rivalutazione della facolt conoscitiva inferiore
come organo estetico ha costituito un tema essenziale anche per lIlluminismo teologico.
28
A. Straberger, Johann Gustav Reinbeck. Pietismus und Aufklrung, in Protestantismus in Preuen, a cura di A. Beutel, Frankfurt, Hansisches Druck- und Verlagshaus, 2009, pp. 163-83; W. Sparn et al., Protestantische wolffianische Theologie,
in Grundriss der Geschichte der Philosophie. Die Philosophie des 18. Jahrhunderts, IV,
Basel, Schwabe, 2013 (in corso di stampa).
29
Cfr. A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 107
ss.; A. Straberger, Johann Christoph Gottsched und die philosophische Predigt,
Tbingen, Mohr Siebeck, 2010.
30
S.J. Baumgarten, Unterricht von Auslegung der heiligen Schrift, Halle, Bauer,
1742 (riprod. con unintroduzione di W. Sparn, Hildesheim, Olms, 2012). Cfr. U.
Barth, Hallesche Hermeneutik im 18. Jahrhundert, in Die Hermeneutik im Zeitalter der Aufklrung, a cura di M. Beetz e G. Cacciatore, Kln, Bhlau, 2000, pp. 6998; W. Sparn, Siegmund Jacob Baumgarten, in Grundriss der Geschichte der Philosophie. Die Philosophie des 18. Jahrhunderts, IV, cit.
31
Cfr. A.G. Baumgarten, Lestetica, a cura di S. Tedesco, Palermo, Aesthetica,
2000.

112

walter sparn

In questa sede si pu soltanto constatare lenorme importanza di


queste innovazioni dal punto di vista scientifico e letterario. Occorre
tuttavia perlomeno ricordare che per molti anni Siegmund Jacob Baumgarten rese note al pubblico attraverso la sua rivista molte opere teologiche pubblicate allestero e ci proprio quando incominciava a
venir meno il carattere internazionale del latino. Non va neppure dimenticato che la generazione dei teologi attivi a partire dal 1770 si
era formata quasi tutta sotto la guida del vecchio Baumgarten; tra questi teologi non vi erano soltanto illuministi dichiarati come Johann
Salomo Semler, il successore dello stesso Baumgarten, e molti altri
neologi ma anche teologi che nutrivano un atteggiamento scettico
nei confronti dellIlluminismo, come Johann Melchior Goeze, lavversario di Lessing a Hamburg, o Johann Christoph Woellner, lautore degli editti conservatori sulla censura e sulla religione promulgati
nel 1788 sotto il regno di Federico Guglielmo II. Per correttezza si
deve ricordare che lopera di storicizzazione della teologia praticata a
Halle fu promossa anche altrove: nellUniversit di Helmstedt e in
quella di Gttingen, fondata nel 1734, Johann Lorenz von Mosheim
diede vita alla storiografia pragmatica32. NellUniversit di Erlangen,
fondata nel 1743 dalla margravia Guglielmina, la sorella prediletta di
Federico II, lo storico ecclesiastico Johann Martin Chladenius rivel
il carattere intrinsecamente prospettico di ogni discorso e di ogni comprensione (che egli mostrava richiamando il caso esemplare delle molteplici differenti descrizioni di una medesima battaglia)33. In questo
modo lermeneutica generale gi concepita dai teologi del XVII secolo comp un passo ulteriore in direzione di quella scienza che
avrebbe conosciuto con Friedrich Schleiermacher un primo momento
di spicco.
Uno degli elementi principali nella convergenza tra religione e Illuminismo nellepoca di Federico II va infine riscontrato in unaltra
innovazione fondamentale: la trasformazione illuministica della pietas
32
Johann Lorenz Mosheim (1693-1755). Theologie im Spannungsfeld von Philosophie, Philologie und Geschichte, a cura di M. Mulsow, R. Hfner et al., Wiesbaden, Harrassowitz, 1997; A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung,
cit., pp. 102 ss.
33
J.M. Chladenius, Einleitung zur richtigen Auslegung vernnfftiger Reden und
Schriften, Leipzig, 1742 (riprod. Dsseldorf, Stern, 1966). Cfr. W. Alexander, Hermeneutica Generalis, Stuttgart, M & P Verlag fr Wissenschaft und Forschung, 1993,
pp. 244 ss.; W. Sparn, Kirchenleitung und Theologie in Brandenburg-Bayreuth, in
Markgraf Friedrich von Brandenburg-Bayreuth 1711-1763, a cura di G. Seiderer e
C. Wachter, Erlangen, FAU, 2012, pp. 125-40: pp. 136 ss.

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113

e la forma di riflessione filosofico-religiosa e critica nei confronti dei


dogmi promossa dalla neologia. I neologi costituivano un movimento teologico che si svilupp in Prussia allindomani della Guerra
dei Sette anni. Linizio di questo movimento segnato dallapparizione di un trattato agile e brillante che il giovane pastore Johann Joachim Spalding pubblic nel 1748 con il titolo Die Bestimmung des
Menschen (La destinazione delluomo). Esso comparve dapprima anonimo, poi in pi edizioni ampliate e con il nome dellautore. Lopera
divenne oggetto di accese discussioni, ad esempio tra Thomas Abbt
e Moses Mendelssohn, e nel 1794 arriv allundicesima edizione. Fu
subito tradotta in sei lingue (non per in italiano) e una delle sei traduzioni francesi risale alla consorte di Federico II, Elisabetta Cristina
(di cui Spalding era padrino di battesimo il che gli consent verosimilmente di divenire nel 1764 uno degli esponenti pi in vista del
clero berlinese e di rimanerlo fino alleditto sulla religione di Woellner del 1788). Non chiaro (quanto alle mie conoscenze) se Federico II avesse letto perlomeno la versione francese del testo di Spalding. La versione tedesca esercit una grande influenza anche su Friedrich Schiller e su Schleiermacher, laddove Johann Gottlieb Fichte ne
riprese intenzionalmente il titolo per il breviario filosofico che pubblic nel 180034.
Il progetto di Spalding costituiva una delle prime espressioni del
cambiamento di mentalit vissuto dalla Germania a partire dalla met
del Settecento. Spalding prendeva le distanze dal razionalismo wolffiano, assai poco interessato alle passioni dellanimo umano, e dalla
forma coercitiva della religione moralistica dei pietisti. Egli rappresentava al contempo una valida alternativa alle idee deistiche che
circolavano negli ambienti vicini a Federico II, soprattutto grazie alla
presenza di Voltaire che fu a Potsdam dal 1750 e materialistiche di
La Mettrie che, protetto del sovrano e membro dellAccademia, aveva
pubblicato anchegli come Spalding nel 1748 e in forma anonima
il trattato filosofico Lhomme machine. In Spalding si rifletteva altres
lo spostamento dellinteresse del mondo culturale tedesco dalla Francia anticlericale allempirismo scozzese e allottimismo platonizzante
34
J.J. Spalding, Die Bestimmung des Menschen, a cura di A. Beutel et al., in
Id., Kritische Studienausgabe, vol. I/1, Tbingen, Mohr Siebeck, 2006, Einleitung,
pp. XXI-XLIX (il testo di Spalding stato di recente tradotto in italiano con il titolo La vocazione delluomo, Milano, Bompiani, 2011). Cfr. W. Sparn, Spalding,
Johann Joachim, in Encyclopedia of the Enlightenment, a cura di C.A. Kors, New
York, Oxford University Press, 2002.

114

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venato da un interesse estetico proprio della filosofia morale inglese.


Spalding leggeva e traduceva anche autori francesi, ma, dietro suggerimento del vecchio Baumgarten, si adoper alacremente per la traduzione di Shaftesbury, Francis Hutcheson, Joseph Butler e James
Foster. Linfluenza dellattivit di Spalding non concerneva esclusivamente le questioni filosofiche e teologiche, ma si estendeva anche alle
belle lettere, dove si esprimeva in una presa di distanza serena, anacreontica, dallIlluminismo smodatamente virtuoso e nel culto dellamicizia, come quella con Johann Wilhelm Ludwig Gleim di Halberstadt. Punto di riferimento divenne anche la poesia sacra di Friedrich Gottlieb Klopstock, il cui poema eroico Der Messias (Il Messia, 1747-73) rientrava tra i testi prediletti dei neologi35. La neologia
stata opportunamente definita una teologia della sensibilit danimo (Theologie der Empfindsamkeit)36.
La destinazione delluomo di Spalding determina anche linizio di
una nuova epoca nella storia del concetto di pietas: con essa si giunge
ad affermare la piena libert dellindividuo da ogni condizionamento
esteriore in vista di un agire determinato esclusivamente dalla propria
interiorit. Questo processo era stato avviato dalla spiritualit tardomedioevale e, successivamente, dalla preminenza del concetto riformato della certezza del credere. Allosservanza religiosa subentrava ora
lautenticit religiosa. Non un caso che la teologia empirica dei neologi che vedeva nella semplicit non artificiosa un criterio importante della comunicazione autentica fosse strettamente congiunta alla
prassi ecclesiastica, e venisse sostenuta innanzitutto da rappresentanti
di primo piano del clero, specialmente in Prussia e nella vicina Braunschweig. La stessa neologia accademica si conformava a questa prassi,
non soltanto affermandola pubblicamente, ma anche sostituendo nella
formulazione delle sue teorie le categorie relative al rapporto personale con se stessi a quelle della metafisica tradizionale della sostanza.
Il saggio di Spalding risulta esemplare anche sotto questo rispetto:
esso inscena un monologo interiore che riconosce una dimensione di

35
Per il contesto letterario cfr. H.-G. Kemper, Deutsche Lyrik der frhen Neuzeit, V/2, Tbingen, Niemeyer, 1991, pp. 173 ss., nonch VI/1: Empfindsamkeit, cit.,
pp. 417 ss.; W. Sparn, Der Messias. Klopstocks protestantische Ilias, in Protestantismus und deutsche Literatur, a cura di J. Rohls e G. Wenz, Gttingen, Vandenhoeck
& Ruprecht, 2004, pp. 55-80; A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 56 ss.
36
H.-G. Kemper, Deutsche Lyrik der frhen Neuzeit, VI/1: Empfindsamkeit,
cit., pp. 151 ss.

ciascuno a modo suo

115

trascendenza negli stati esistenziali di volta in volta determinati dalla


sensibilit, dai piaceri dellanimo, dalla virt e dalla religione, e che
trova piena soddisfazione soltanto nella certezza dellimmortalit dellanima37 e, in definitiva, in Dio. Questo percorso attraverso lesperienza interiore, attraverso il sentire (lEmpfindung, allora ritenuta il
principale strumento della certezza), accessibile a ogni uomo, in questa vita terrena e al di l di qualsiasi Rivelazione. Chi si apre ad essa
e alla sua portata divina riconoscer, nellimmagine toccante del Cristo, il proprio naturale cammino, purificato, compiuto e profondo38.
Nel suo trattato che si pu considerare una forma di filosofia
della religione ante litteram (questespressione sarebbe infatti comparsa di l a poco) Spalding introduce Dio e limmortalit come
postulati antropologici, senza nessun rimando alle vecchie teologie e
alle psicologie metafisiche. In questo contesto non si pu per parlare di idee regolative, perch Spalding si trova ancora al di qua
della svolta epistemologica kantiana, essendo persuaso che la realt di
quei concetti potesse venir stabilita con sufficiente certezza sulla base
della loro fenomenologia interna. Mentre Kant avrebbe concentrato
lattenzione sullaspetto epistemologico, Spalding (che pure era in contatto epistolare con Kant) insisteva sulla centralit dellinteresse antropologico un tema che con lEssay on Man di Alexander Pope
(edito nel 1733-34, e apparso in traduzione tedesca nel 1740) era entrato nellagenda dellIlluminismo europeo e dellinteresse peculiare
per luomo nel suo complesso. Lantropologia religiosa di Spalding non
coniugava soltanto la morale e la religione, ma anche la razionalit e
la sfera delle emozioni, il cuore e il cervello: il valore dei sentimenti costituisce un tema su cui il cristianesimo del tempo si interrogava apertamente39. Ritenendo la religione una questione che concerne luomo40, Spalding esprimeva in maniera esemplare la converPer lanalisi di Spalding cfr. il saggio introduttivo in Id., Die Bestimmung des
Menschen, cit., nonch U. Dreesman, Aufklrung der Religion. Die Religionstheologie Johann Joachim Spaldings, Stuttgart, Kreuz, 2008. Una presentazione estremamente chiara della concezione della religione in Spalding e nella neologia in generale si trova oltre che nel saggio introduttivo appena citato in A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 240-46.
38
W. Jaeschke, Religionsphilosophie, in Historisches Wrterbuch der Philosophie
(HWPh), VIII, Basel, Schwabe, 1992, pp. 748-63: pp. 748 ss.; H.-P. Grohans, Religionsphilosophie, in EDN, X (2009), pp. 1121-26.
39
J.J. Spalding, Gedanken ber den Werth der Gefhle in dem Christenthum,
Leipzig, Weidmann, 1761, 17845 (in Id., Kritische Ausgabe, I/2, a cura di A. Beutel
e T. Jersak, Tbingen, Mohr Siebeck, 2005).
40
J.J. Spalding, Religion, eine Angelegenheit des Menschen, Leipzig, Voss, 1797,
37

116

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genza di religione e Illuminismo nella Prussia di Federico II. Tuttavia per Spalding questa convergenza non dipendeva esclusivamente
dalla sensibilit dellanimo: essa derivava in misura altrettanto decisiva
dal processo di decanonizzazione delle tradizioni dogmatiche attraverso lopera storico-critica della neologia accademica.
Occorre spendere due parole sul fenomeno della neologia, un
movimento che ha rivestito un ruolo di primo piano nella storia della
teologia41. Essa non costitu una scuola accademica, ispirata da un preciso programma e raccolta sotto la guida di una figura di riferimento.
Il termine neologo venne utilizzato per molto tempo in senso deteriore, per indicare i cosiddetti illuministi devoti, vale a dire coloro
i quali ritenevano praticamente possibile e teoricamente necessaria la
correlazione tra cristianesimo e Illuminismo. A quel tempo era diffusa la convinzione di una perfettibilit del cristianesimo, tanto come
dottrina, quanto come pietas individuale e morale, nonch come orientamento collettivo. Questopinione si radicava nellidea, condivisa dalla
gran parte degli illuministi, di doversi adoperare attivamente per il
perfezionamento dellumanit, ossia per un progresso a venire una
rappresentazione chiliastica che si discostava dalla tradizione cristiana pi antica42. Sostenitori di una siffatta trasformazione del cristianesimo in direzione illuministica, ovvero di questa rifinitura cristiana dellIlluminismo, si incontravano nelle Facolt teologiche e filosofiche (dove si trovavano a fare i conti con la censura), legati da
una fitta rete di corrispondenze e azioni coordinate. Del tutto nuovo
era anche che questi personaggi intervenissero nel dibattito letterario
pubblico che incominciava ad affermarsi proprio a quel tempo in un
tedesco accessibile a tutti, uomini e donne43. Le prospettive dei neologi si modificarono progressivamente durante lopera di rischiaramento (anche) della stessa religione, e i singoli autori interpretarono
e realizzarono ognuno a suo modo la dinamica asimmetrica in cui si
18065 (in Id., Kritische Ausgabe, I/5, a cura di T. Jersak e G.F. Wagner, Tbingen,
Mohr Siebeck, 2001).
41
Cfr. G. Hornig, Neologie, in HWPh, VI (1984), pp. 718-20. La migliore presentazione della neologia accademica ed ecclesiastica A. Beutel, Kirchengeschichte
im Zeitalter der Aufklrung, cit., cap. V, pp. 112-51; sul significato filosofico-religioso
cfr. W. Sparn A.U. Sommer: Die Neologie, in Grundriss der Geschichte der Philosophie. Die Philosophie des 18. Jahrhunderts, IV, cit.
42
Cfr. R. Baum G. Hornig, Perfektibilitt, in HWPh, VII (1989), pp. 23844; W. Sparn G. Walther, Fortschritt, in EDN, III (2006), pp. 1079-84; H.-P.
Grohans, Chiliasmus, in EDN, II (2005), pp. 681-87.
43
W. Schmale, ffentlichkeit 1, in EDN, IX (2009), pp. 358-62.

ciascuno a modo suo

117

esprimeva la correlazione tra cristianesimo e Illuminismo. Nel corso


del tempo divenne assai controversa la questione del limite da imporre a una soluzione dellasimmetria pensata in senso unilateralmente
razionalistico44.
La presenza pubblica e consapevole dei neologi si intensific allincirca a partire dal 1750; dopo la Guerra dei Sette anni essi divennero il gruppo dominante nellaccademia e nella politica ecclesiastica
del Brandeburgo-Prussia. Gli esponenti principali della neologia erano
attivi nei concistori berlinesi, tra i predicatori di corte, nel Dipartimento ecclesiastico, nelle universit di Halle e di Francoforte sullOder45, ma anche nei luoghi della discussione pubblica che incominciavano a costituirsi. Il pi attivo tra questi che raccoglieva i membri
dellambiente religioso e intellettuale che si era formato a Berlino negli ultimi anni del regno di Federico II era la Mittwochsgesellschaft:
fondata nel 1783, aveva il proprio organo di stampa nella Berlinische
Monatsschrift46. Nonostante la vivacit dei neologi locali, al di fuori
della Prussia a Braunschweig, Lipsia, Jena, Gottinga, e persino ad
Altsdorf e a Erlangen questo movimento simpose (a eccezione di
Braunschweig) con un decennio di ritardo, senza mostrare un particolare radicamento negli ambienti dellIlluminismo progressista47.
In Prussia la situazione appariva invece pi favorevole, non da ultimo grazie al fatto che Federico II aveva adottato molto presto e con
ferma convinzione una politica di reclutamento ispirata ai principi della
neologia. Vicino alle posizioni neologiche era anche il ministro Karl
Abraham von Zedlitz. Federico cerc persino di attirare in Prussia alcuni neologi particolarmente brillanti: in questa prospettiva, nel 1770,
assegn la guida delle chiese del Magdeburgo e del celebre Pedagogium di Kloster Berge, sempre nei pressi di Magdeburgo, al sovraintendente generale di Braunschweig, Johann Friedrich Wilhelm JerusaNon per corretto affermare come accadeva regolarmente nella prima storiografia e come talvolta accade ancor oggi che la neologia debba sfociare in maniera pi o meno necessaria nel razionalismo, ossia nella negazione di una Rivelazione specificamente cristiana. Cfr. quanto osserva correttamente A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 151-52.
45
Riguardo a Halle e Francoforte sullOder cfr. A. Beutel, Kirchengeschichte
im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 129 ss.
46
Berlinische Monatsschrift, Berlin, Haude & Spener, 1783 e ss. W. Schmale,
Mittwochgesellschaft, in EDN, VIII (2008), pp. 622-24; sul significato filosofico dellIlluminismo berlinese e di Federico II, cfr. S. Lorenz, Berliner Aufklrung, in Grundriss der Geschichte der Philosophie. Die Philosophie des 18. Jahrhunderts, IV, cit.
47
Riguardo a Lipsia, Jena e Gttingen cfr. A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 134 ss.
44

118

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lem (tra laltro protettore del direttore della biblioteca di Wolfenbttel, Lessing). Jerusalem sera imposto sulla scena culturale, oltre che
per una serie di prediche che avevano riscosso un grande successo,
per le sue Betrachtungen ber die vornehmsten Wahrheiten der Religion (Osservazioni sulle principali verit della religione, 1768, e tradotto in francese gi nel 1770) e come simpatizzante dellunione ecclesiastica48. Liniziativa di Federico fu tuttavia poco felice. Fu proprio
lo scrittore Jerusalem, celebre per il suo stile tagliente, che non esit
a mettere in ridicolo lo scritto di Federico De la littrature allemande
(1780) con una rassegna della letteratura tedesca contemporanea dal
titolo Ueber die Teutsche Sprache und Litteratur (Sulla lingua e sulla
letteratura tedesche), pubblicata nel 1781 e tradotta in francese per ben
due volte nel medesimo anno49.
Pi duraturo fu invece il successo della politica di reclutamento
di Federico II nel caso di Johann August Eberhard, il pastore berlinese che per la prima volta offr una presentazione esemplare della
critica neologica alla tradizione e ai dogmi. A differenza della quasi
totalit della tradizione, nella Neue Apologie des Sokrates (Nuova apologia di Socrate, 1772-78) Eberhard aveva infatti sostenuto la tesi secondo cui anche i pagani, qualora moralmente retti, sfuggono alle pene
eterne dellinferno, possono conseguire la santit e non vengono dannati a causa del loro cosiddetto peccato originale50. Gi Leibniz aveva
affermato leternit delle pene dellinferno per i peccatori, e questa
convinzione era stata difesa nel 1773 nientemeno che da Lessing, ancorch questi si trovasse daccordo con molti aspetti dellargomentazione della Neue Apologie. Nonostante la protezione del sovrano, la
carriera di Eberhard sub un brusco arresto da parte di alcuni suoi
colleghi, i quali si accorsero immediatamente che questi da una posizione caldeggiata dal pubblico illuminista smantellava lintera eredit agostiniana (probabilmente, per, non era vista di buon grado
J.F.W. Jerusalem, Betrachtungen ber die vornehmsten Wahrheiten der Religion, Braunschweig, Waisenhaus-Buchhandlung, 1768, 17765; Fortgesetzte Betrachtungen 1772-1779. 1792 (riprod. con unIntroduzione di U.A. Sommer, in Id., Schriften, I-II, Hildesheim, Olms, 2007).
49
J.F.W. Jerusalem, Ueber die Teutsche Sprache und Litteratur, Berlin, [s.e.],
1781; insieme alla traduzione tedesca dello scritto di Federico II in Id., Nachgelassene Schriften, II, Braunschweig, Schulbuchhandlung, 1793, pp. 295-364 e pp. 36594, riprod. in Id., Schriften, cit., V (con la paginazione originale).
50
J.A. Eberhard, Neue Apologie des Sokrates oder Untersuchung der Lehre von
der Seligkeit der Heiden, 2 voll., Berlin-Stettin, Nicolai, 1772-1778, riprod. con unIntroduzione di W. Sparn, Hildesheim, Olms, 2010.
48

ciascuno a modo suo

119

neppure lamicizia di Eberhard con Mendelssohn). Tuttavia nel 1776


la Allgemeine Theorie des Denkens und Empfindens (Teoria generale
del pensare e del sentire) di Eberhard fu premiata dallAccademia delle
Scienze berlinese. Si tratta di unopera che ha segnato la particolare
ricezione dei Nouveaux essais sur lentendement humain di Leibniz
(pubblicati solo nel 1765) in ambiente neologico. Poich non era pi
possibile trovare per Eberhard una sistemazione in una Facolt teologica non da ultimo perch aveva smesso di produrre lavori scientifici di argomento teologico nel 1778 il ministro von Zedlitz lo
chiam a Halle sulla cattedra di Filosofia che era stata di Wolff e che
Kant aveva appena rifiutato. A Halle Eberhard si occup fino al 1804
con un certo successo di estetica, di politica, di storia della filosofia
e di critica del linguaggio, e non da ultimo fu maestro di Schleiermacher. Come antikantiano, invece, ebbe decisamente meno fortuna51.
Gli insuccessi o, perlomeno, i successi soltanto parziali della politica religiosa di Federico non impedirono affatto che i teologi e i filosofi di orientamento neologico coltivassero a partire dagli anni 60
una sorta di convergenza tra Illuminismo e protestantesimo che teneva in considerazione tanto il criterio della natura personale dellesperienza religiosa, quanto quello della critica storica. Anche in questo caso si distinsero gli esponenti del clero berlinese: Friedrich Germanus Ldke e Anton Friedrich Bsching (entrambi allievi del teologo Baumgarten) si adoperarono, ad esempio, per la soppressione del
vincolo formale dei testi confessionali riformati, della coercizione del
simbolo, a favore della tolleranza e della libert di coscienza52. Ovviamente la critica si dirigeva contro varie forme di superstizione che
erano sopravvissute, come la credenza nei demoni e nelle streghe, nonch contro alcuni capisaldi della dogmatica, come la satisfactio vicaria attraverso la passione e la morte di Cristo, il duplice esito del giudizio universale e la dottrina trinitaria che erano ritenute allora concessioni alla concezione del mondo ebraica ed ellenistica. Accanto ai
berlinesi, grande centralit avevano i neologi di Halle e di Francoforte
W. Sparn, Introduzione a J.A. Eberhard, Neue Apologie des Sokrates oder
Untersuchung der Lehre von der Seligkeit der Heiden, cit., pp. V-XXXIII.
52
F.G. Ldke, Vom falschen Religionseifer, Berlin, Mylius, 1767; Id., ber Toleranz und Gewissensfreiheit, sofern die rechtmige Religion sie befrdert und die
unrechtmige sie verhindert, Berlin, Mylius, 1774; A.F. Bsching, Allgemeine Anmerkungen ber die symbolischen Schriften der evangelisch-lutherischen Kirche und
besondere Erluterungen der augsburgischen Confeion (1770), Hamburg, Buchenrder
& Ritter, 1771. Cfr. A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit.,
pp. 123 ss. e pp. 134 ss.
51

120

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sullOder, come lallievo di Baumgarten Johann Gottlieb Toellner e


lallievo di questultimo, Gotthilf Samuel Steinbart. Il titolo di unopera di Steinbart esprime pienamente limpeto neologico nella sua maturit: System der reinen Philosophie oder Glckseligkeitslehre des
Christentums fr die Bedrfnisse seiner aufgeklrten Landesleute und
anderer, die nach Weisheit fragen, eingerichtet (Sistema di filosofia pura
o dottrina della felicit del Cristianesimo, pensata per soddisfare i bisogni dei suoi sostenitori illuminati e per gli altri che domandano della
saggezza, 1778)53.
La critica neologica alla tradizione concerneva e in ci era davvero rivoluzionaria anche la Bibbia. In alcuni scritti che, seppur
redatti in uno stile poco elegante, sono riconosciuti ancor oggi come
momenti di svolta allinterno della critica teologica il teologo di
Halle, Semler, applicava con piena coerenza i metodi della critica storica alla Sacra Scrittura, che poteva ora venir letta anche come un documento storico. Si pensi, a questo riguardo, alla sua Abhandlung von
freier Untersuchung des Canons (Trattato sul libero esame del canone,
1771). Poich i testi tramandati erano assai difformi e potevano essere
interpretati come il risultato di un accomodamento di Dio rispetto a
precedenti forme religiose pi immature, la teologia neologica liberale entro cui la riflessivit del soggetto religioso rivestiva un ruolo
costitutivo (e quindi anche critico) vi poteva trovare la legittimazione della propria cristianit. Questo era il tema di un altro scritto
di Semler: Versuch einer freiern theologischen Lehrart (Saggio di un
metodo teologico pi libero, 1777)54. Le distinzioni in senso neologico
G.S. Steinbart, System der reinen Philosophie oder Glckseligkeitslehre des
Christentums fr die Bedrfnisse seiner aufgeklrten Landesleute und anderer, die
nach Weisheit fragen, eingerichtet, Zllichau, Frommannische Buchhandlung, 1778,
17944. Cfr. A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 258
ss. Relativamente ai neologi e agli scontri con i neologi tra il 1760 e il 1780 ancor sempre utile K. Aner, Theologie der Lessingzeit, cit., pp. 61 ss. e pp. 234 ss. (ma
Aner credeva erroneamente che Semler non fosse un neologo, cfr. ivi, pp. 98 ss.).
54
J.S. Semler, Abhandlung von freier Untersuchung des Canon, 4 voll., Halle,
Hemmerde, 1771-75, riprod. parziale Gtersloh, Mohn, 1980_; Id., Institutio ad doctrinam christianam liberaliter discendam, Halle, Hemmerde, 1774; Id., Versuch eine
freiern theologischen Lehrart, zur Besttigung und Erluterung seines lateinischen
Buchs, Halle, Hemmerde, 1777. Cfr. H.H.R. Schulz, Johann Salomo Semlers
Wesensbestimmung des Christentums, Wrzburg, Knigshausen & Neumann, 1988;
Historische Kritik und biblischer Kanon in der deutschen Aufklrung, a cura di H.
Graf Reventlow, W. Sparn e J. Woodbridge, Wiesbaden, Harrassowitz, 1988; A. Christophersen, Bibelkritik, in EDN, II, (2005), pp. 142-47; A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 129 ss.; M. Schrter, Aufklrung durch Hi53

ciascuno a modo suo

121

tra la Bibbia e la parola di Dio, tra la religione e la teologia scientifica, tra la storia e il dogma affrontate da Semler facevano della teologia protestante il veicolo della coscienza moderna storico-ermeneutica, seppur affidando proprio a quella teologia il compito di gettare
un ponte sullampio e brutto fossato come diceva Lessing che
separa lOra e il Prima, il presente che ha perso il proprio Dio e il
tempo dei segni e dei miracoli55.
3. La pratica dellIlluminismo religioso nella Prussia di Federico II
Sotto il regno di Federico II la neologia ebbe occasione di varcare i confini del mondo dotto e di estendere la propria influenza
sulla vita quotidiana. Questa era la sua vera aspirazione. Latteggiamento emancipatorio e pedagogico nei confronti della borghesia cittadina la poneva in piena consonanza con la filosofia illuministica, che
a torto viene spesso ritenuta in tono spregiativo una filosofia popolare. Al di l della teologia popolare, la neologia assumeva altres
un impegno concreto nei confronti degli esponenti del clero e della
popolazione, dellIlluminismo per il popolo. Essa si estendeva, oltrech alla pratica religiosa, a tutti gli aspetti della vita, ivi compresi
quelli relativi allagronomia (il che le procur anche qualche dileggio)56. Mi soffermer brevemente sugli ambiti principali della pratica
neologica nella Prussia fridericiana, non soltanto per rimarcarne gli
esiti positivi, ma anche per sottolinearne le ambiguit e i limiti.
Tutti i neologi, persino quelli che rivestivano ruoli accademici, si
storisierung. Johann Salomo Semlers Hermeneutik des Christentums, Berlin, de Gruyter, 2012.
55
G.E. Lessing, Der Beweis des Geistes und der Kraft (1777), in Id., Werke, a
cura di H.G. Gpfert, VIII, Mnchen, Hanser, 1979, pp. 9-14: p. 13; trad. it. a cura
di G. Ghia, Sulla prova dello spirito e della forza, in Id., Opere filosofiche, Torino,
Utet, 2008, pp. 541-47: p. 546. Cfr. H.B. Nisbet, Lessing. Eine Biographie, cit., pp.
701 ss., in particolare pp. 714 ss.; W. Sparn, Lessing, in Grundriss der Geschichte der
Philosophie. Die Philosophie des 18. Jahrhunderts, IV, cit.
56
Il concetto risale al 1782, ma la letteratura relativa incomincia a comparire gi
negli anni Cinquanta; cfr. Volksaufklrung. Eine praktische Reformbewegung des 18.
und 19. Jahrhunderts, a cura di H. Bning et al., Bremen, Edition Lumire, 2007;
A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 146-51. Particolarmente fortunato fu il Lesebuch fr alle Stnde. Zur Befrderung edler Grundstze,
chten Geschmacks und ntzlicher Kenntnisse, 10 Teile, Berlin, Maurer, 1781-1804 (2
ed. 1782 ss., 3 ed. 1790 ss.), a cura del pastore berlinese di orientamento neologico
Johann Friedrich Zllner.

122

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adoperavano con grande vivacit per stabilire una comunicazione attiva con un pubblico che si stava progressivamente ampliando e che
rivendicava una propria competenza nelle questioni religiose. Di conseguenza i neologi ricorrevano, nelle loro numerose pubblicazioni in
lingua tedesco, a uno stile accattivante e brillante, ma al contempo accessibile e semplice, spesso concepito come veicolo di un dialogo ideale
con il lettore, e pienamente conforme al principio neologico fondamentale della semplicit autentica. I molti ebdomadari (Wochenschriften) di argomento morale rappresentavano per i neologi autentiche occasioni per divulgare le loro tesi e i loro argomenti; per la
parte di pubblico pi colta, invece, si pubblicavano numerose riviste
in cui veniva discussa la produzione letteraria pi recente. Il principale organo dinformazione (non solo per la Prussia) per le novit letterarie tedesche ed estere era la Allgemeine deutsche Bibliothek (ADB,
Biblioteca universale tedesca), pubblicata tra il 1765 e il 1805 da Friedrich Nicolai, autore ed editore berlinese, amico di Lessing e Mendelssohn, e membro della Mittwochsgesellschaft. Il pessimo giudizio
che a lungo ha pesato su questo personaggio molto prolifico, ma
spesso incline ad assumere toni polemici troppo bruschi che fu peraltro il traduttore tedesco delle opere di Carlo Goldoni ha conosciuto di recente, e a ragione, revisioni radicali. LAllgemeine deutsche
Bibliothek rappresentava uno strumento decisamente efficace per la
formazione dellopinione pubblica: in quegli anni oltre 400 recensori,
perlopi di orientamento neologico, vi discussero allincirca 80.000
nuove pubblicazioni57.
Sotto la protezione di Federico II i neologi lavoravano alla riforma
della pratica ecclesiastica. Essi fondavano riviste specializzate su cui discutere le loro opinioni circa la riforma liturgica, omiletica e pastorale. Considerando che la messa domenicale non rappresentava pi
lunico centro della comunicazione locale e della coesione sociale58, i
neologi ponevano al centro delle loro riflessioni anche letterarie la pie57
U. Schneider, Friedrich Nicolais Allgemeine Deutsche Bibliothek als Integrationsmedium der Gelehrtenrepublik, Wiesbaden, Harrassowitz, 1995 (sulla Berliner
Mittwochgesellschaft cfr. in particolare pp. 66 ss.); S. Habersaat, Verteidigung der
Aufklrung. Friedrich Nicolai in religisen und politischen Debatten, 2 voll., Wrzburg, Knigshausen & Neumann, 2000-2001; Friedrich Nicolai und die Berliner Aufklrung, a cura di H.E. Bdecker et al., Hannover, Wehrhahn, 2008.
58
Il processo di de-ecclesiasticizzazione (insieme alle polemiche che ne sono
seguite) si impone gi allinizio del XVIII secolo, cfr. F.W. Graf, Entkirchlichung, in
EDN, III (2006), pp. 338-40; M. Burckhardt, Die Diskussion ber die Unkirchlichkeit [] im ausgehenden 18. und frhen 19. Jahrhundert, Frankfurt, Lang, 1999.

ciascuno a modo suo

123

tas solitaria: i loro libri di preghiere e i loro scritti di edificazione


(tra questi si contavano pure giornali e almanacchi) conoscevano di
frequente un gran numero di edizioni59. Quanto alla celebrazione del
servizio divino non tutte le proposte dei neologi ebbero successo, ma
nel complesso le cerimonie della chiesa mutarono in maniera duratura.
In Prussia il Gesangbuch (libro dei canti), di orientamento pietistico, fu integrato nel 1765 con istanze illuministiche e nel 1780 sostituito con un nuovo libro dei canti (il responsabile delloperazione
era lOberkonsistorialrat J.S. Dietrich, ma della commissione facevano
parte anche i teologi Spalding e Teller). La gran parte dei canti rientrava nella poesia contemporanea, sentimentale, orientata sulle virt;
i canti precedenti furono riformulati con una poetica pi conforme al
gusto del tempo e alle direttive neologiche ottimismo morale e elevazione religiosa degli animi e cantati con ritmi e melodie pi pacati. A Berlino e altrove vi furono vivaci discussioni, ma il libro dei
canti fu introdotto con un regolare ordine del sovrano60. Alla semplicit neologica si connetteva la semplificazione della liturgia delle
funzioni, la sostituzione delle preghiere canoniche con forme libere di
preghiera, un allestimento pi personale dei sacramenti del battesimo
e del matrimonio, e del rito funebre. Poich era considerata anche
uno strumento per il disciplinamento sociale in stile gesuitico, si soppresse la confessione individuale, e si espunse dal rito del battesimo
la rinuncia a Satana e al peccato. I locali in cui si tenevano le funzioni religiose furono riprogettati, per assicurare una maggiore luminosit e semplicit: si ampliarono le finestre, si eseguirono affreschi in
cui dominava il bianco e in cui comparivano soltanto pochi simboli
astratti; si eliminarono i paramenti sacri, ancora in parte utilizzati, e
i confessionali61.
Pi centrale di prima divenne ora la predica (e il pulpito allinterno della chiesa), tuttavia con unaltra finalit e un altro stile: essa
veniva ora concepita come una sorta di discorso pronunciato dal pulSulla vita ecclesiastica cfr. la ricostruzione complessiva di A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 237 ss.
60
Cfr. P. Weber, Der Berliner Gesangbuchstreit 1781. Aporien der Aufklrung
von oben, in Berliner Aufklrung. Kulturwissenschaftliche Studien, I, a cura di U.
Goldenbaum e A. Koenina, Hannover, Wehrhahn, 1999, pp. 101-19.
61
P. Cornehl, Gottesdienst VIII.2 Aufklrung, in TRE, XIV (1993), pp. 61-64;
G. Strohmeier-Wiederanders, Kirchenausstattung, in EDN, VI (2007), pp. 607-15;
sul servizio divino in generale cfr. A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der
Aufklrung, cit., pp. 225-30.
59

124

walter sparn

pito. Il pastore continuava a presentarsi come esperto attendibile nelle


questioni teologiche, ma non come dispensatore di imposizioni dogmatiche; era il consigliere fidato della sua comunit, capace di applicare con un linguaggio adeguato e in maniera convincente le verit
fondamentali della Bibbia ai bisogni pi intimi e concreti dei suoi
uditori, alla vita quotidiana e allorientamento della societ. Pi tardi
si pens che questo tipo di discorsi fatti al popolo da un maestro in
abiti talari avesse degradato il cristianesimo a utilitarismo sociale. Il
discorso pronunciato dal pulpito era effettivamente rivolto a promuovere un perfezionamento religioso e morale sia in senso individuale, come intima presa di coscienza, sia in senso collettivo, come
incremento del benessere generale. Questa nuova forma di predica
non intendeva limitarsi, tuttavia, a risvegliare la ragione pratica, ma
voleva arrivare al cuore senziente delluomo ed elevarne il sentimento
verso Dio. Solo in questa duplice accezione il pulpito dei neologi pu
venir considerato la cattedra dellIlluminismo; ci vale in special
modo per i predicatori di corte di Federico II, che come nel caso
di Spalding si trovarono sovente a dover giustificare presso il pubblico limmagine neologica del pastore. Sebbene Spalding ritenesse sommamente importante la questione se per nostro tramite e per mezzo
della religione di Ges Cristo i nostri uditori conoscano un miglioramento interiore e divengano degni del paradiso62, la sua posizione
suscit le critiche e le opposizioni di teologi orientati verso unaltra
forma di Illuminismo, ad esempio Johann Gottfried Herder. Questi
distingueva pi nettamente il ruolo dei pastori in quanto maestri di
verit e di virt dalla loro professione (Beruf) che li rendeva depositari di un tesoro della Rivelazione, preposti a questo compito proprio dalla societ civile63. La trasformazione in corso dellufficio
pastorale fu discussa sovente nella letteratura epistolare e nei romanzi
quando si trattava di introdurre figure di pastori, a partire da Goethe
J.J. Spalding, Ueber die Nutzbarkeit des Predigtamtes und deren Befrderung, Berlin, Voss, 1772, 17912, in Id., Kritische Ausgabe, I/3, a cura di T. Jersak, Tbingen, Mohr Siebeck, 2002, p. 227. Le prediche dei predicatori di corte vennero
stampate a partire da A.F.W. Sack; le prediche di Spalding sono oggi nuovamente disponibili grazie al lavoro di A. Beutel, cfr. J.J. Spalding, Kritische Ausgabe, sez. II:
Predigten, Tbingen, Mohr Siebeck, 2009. Sulla condizione dei pastori cfr. A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 233-37.
63
J.G. Herder, An Prediger. Funfzehn Provinzialbltter (1774), in Id., Werke
in zehn Bnden, IX/1, Frankfurt/Main, Deutscher Klassiker Verlag, 1994, pp. 67-138:
p. 80. Cfr. A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 19498.
62

ciascuno a modo suo

125

e Nicolai, passando per Lenz e Vo, fino a Jean Paul. Riscosse un


grande successo il Sebaldus Nothanker (1773-76), lopera che Nicolai
pubblic in tre volumi illustrati da Daniel Chodowiecki, in cui tracciava in toni satirici una diagnosi efficace del suo tempo64.
Allorientamento neologico della predica, che si rivolgeva direttamente alle capacit intellettive di un uditorio che aspirava alla felicit,
corrispondeva un nuovo orientamento della pedagogia. Sulla scorta
delle concezioni di John Locke e di Jean-Jacques Rousseau (e anche
dei passi evangelici sui bambini), lindottrinamento del catechismo luterano o heidelberghese venne trasformato in un insegnamento pi
adatto allo sviluppo del fanciullo, che mirava complessivamente a far
emergere in maniera maieutica e socratica un orientamento autonomo
fondato su una conoscenza delle questioni religiose effettivamente adeguata e compresa entro il contesto pi ampio di una profonda cultura generale. A ci contribuirono le nuove traduzioni della Bibbia,
le nuove esposizioni del catechismo o i nuovi catechismi in generale,
ma soprattutto la preparazione e il perfezionamento degli insegnanti
nelle scuole e nei ginnasi, cos come lintroduzione di nuovi manuali
commisurati allet degli scolari. Un membro del concistoro superiore
di Berlino, Wilhelm Abraham Teller, scrisse ancor prima di dedicarsi alla riforma del Gesangbuch (e alla fondazione della Mittwochsgesellschaft) una Instruction fr die Landschulmeister (Insegnamento
per i maestri delle scuole di campagna, 1773). Animati dallimpegno
di sorvegliare da un punto di vista spirituale gli ambienti scolastici,
molti neologi dirigevano personalmente alcuni ginnasi, come Friedrich
Gedicke a Berlino, uno dei fondatori della Berlinische Monatsschrift
e dal 1787 membro del collegio superiore dellistruzione appena istituito. Erano neologi anche gli iniziatori della nuova forma scolastica
del Philantropinum, che per fu realizzata soltanto fuori dalla Prussia65.
Ch.F. Nicolai, Das Leben und die Meinungen des Herrn Magister Sebaldus
Nothanker, 3 voll., Berlin-Stettin, Nicolai, 1773-1776, riprod. Berlin, Rtten und Lhning, 1960. Cfr. A. Beutel, Aufklrung und Pietismus auf dem Weg nach Berlin. Die
Figur des Frmmlings in Friedrich Nicolais Roman Sebaldus Nothanker, in Zeitschrift fr Theologie und Kirche, 49, 2002, pp. 262-77; K. Kiesant, Sebaldus
Nothanker als Manifest der Aufklrung, relazione tenuta al convegno Friedrich Nicolai im Kontext der kritischen Kultur der Aufklrung (Potsdam, 2011).
65
Cfr. W. Sparn, Religise und theologische Aspekte der Bildungsgeschichte im
Zeitalter der Aufklrung, in Handbuch der deutschen Bildungsgeschichte, vol. II: 18.
Jahrhundert, a cura di N. Hammerstein e U. Herrmann, Mnchen, Beck, 2005, pp.
134-68, in particolare pp. 153 ss.
64

126

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Stando alla Mittwochsgesellschaft, ai suoi sostenitori, alle sue attivit e alla sua ricaduta pubblica per mezzo della Berlinische Monatsschrift (la cui pubblicazione non pregiudicava affatto il carattere di segretezza della societ), si potrebbe pensare che sotto il regno di Federico II la convergenza tra religione e Illuminismo fosse una questione risolta. Ci sembra trovare conferma nei membri di questa Gesellschaft von Freunden der Aufklrung (Societ degli amici dellIlluminismo), tra cui si trovavano celebri teologi, pedagogisti e giuristi
berlinesi (come Christian Wilhelm von Dohm e Carl Gottlieb Suarez). Essi erano accomunati dalla volont di affermare una riflessione
autonoma, critica nei confronti dei pregiudizi e imparziale nelle questioni religiose, morali, pedagogiche e politiche che concernevano la
destinazione delluomo. Questo centro di discussione consentiva altres la convivenza di opinioni divergenti, talvolta di vere e proprie
discrepanze. Non soltanto Kant e il ministro von Zedlitz, ma anche
Eberhard e Wllner pubblicavano sulla Berlinische Monatsschrift66. La
presa di distanza dei neologi dal concetto tradizionale, essenzialistico,
di religione autentica consentiva di distinguere tra prassi religiosa e
teologia, tra scienza discorsiva e dimensione esistenziale della fede. Fu
cos che allinterno del cristianesimo si apr uno spazio possibile per
il pluralismo teologico e si riconobbe la specificit della teologia come
una tra le molte forme di riflessione. Di conseguenza, sotto Federico
II i neologi non definivano pi in maniera dogmatica il rapporto tra
il cristianesimo e lIlluminismo, ma cercavano di portarlo concretamente al centro della discussione con altri illuministi la qual cosa
implic la considerazione di una grande variet di vedute.
Non bisogna tuttavia dimenticare che allinearsi a Federico II imponeva ai neologi limiti ben precisi. Mi sia qui consentito un excursus: ovviamente la possibilit di azione e di sviluppo della neologia
non era limitata esclusivamente dalle contingenze della politica di Federico II, ma anche da altre forze culturali e dalla loro intima struttura concettuale. Neppure in Prussia i neologi divennero i soli attori
capaci di determinare la politica ecclesiastica. Ancora verso la fine del
regno di Federico II in Prussia cerano parroci e membri delle parrocchie ortodossi e tradizionalisti. Il pietismo riguadagnava un certo
vigore nei risvegli biblici che incominciarono ad avere una notevole
risonanza anche allinterno delle lite sociali e culturali nel momento
in cui, dopo la Rivoluzione francese, lIlluminismo entr profonda66
Cfr. Was ist Aufklrung? Beitrge aus der Berlinischen Monatsschrift, a cura
di N. Hinske, Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 19812, pp. XII ss.

ciascuno a modo suo

127

mente in crisi. Il presunto razionalismo della neologia si contrapponeva ai nuovi orientamenti sovrannaturalistici e alla Glaubensphilosophie (filosofia della fede) promossa da Jacobi, la quale ebbe peraltro un grande successo letterario soprattutto in epoca romantica. Si
incontrano, in quegli anni, tentativi curiosi di combinare alla meglio
istanze illuministiche, pietistiche e teosofiche. N la critica dei neologi contro ogni forma di misticismo n la svalutazione della teosofia nello scritto (assolutamente razionalistico) di Kant contro il visionario Emanuel Schwedenborg (1766) imped il profilarsi di concezioni
e di pratiche esoteriche. Cos, ad esempio, Woellner entr nel 1776
nellordine segreto mistico-teosofico dei Rosacroce, introducendovi nel
1781 anche il Principe ereditario, di cui egli era mentore il che, nel
1786, avrebbe comportato una serie di conseguenze importanti. Il teologo Semler tanto razionale quanto arido, e polemico nei confronti
dellordine dei Rosacroce comunicava in quegli stessi anni al Principe Ferdinando (il fratello minore di Federico II) i risultati dei propri esperimenti alchimistici esperimenti che egli stesso poneva nel
punto di convergenza tra la religione e la cultura illuministica67. Ma
ai neologi genericamente ossessionati dallidea di estirpare ogni superstizione mancava del tutto la sensibilit per cogliere quello che
oggi si soliti chiamare il lato oscuro dellIlluminismo68.
comprensibile che la neologia, impostata nel suo slancio emancipatorio secondo una logica binaria del razionale opposto allirrazionale, avesse esitato a differenziare il proprio concetto di ragione.
Ma ci comportava una serie di limiti interni alla sua capacit di sviluppo. In particolare i limiti riguardavano due questioni introdotte
proprio dalle stesse innovazioni che la neologia aveva inizialmente
comportato.
67
Teosofia, mistica, spiritualis intelligentia, era da sempre la religione privata di
ogni cristiano libero, che esercitava autonomamente la propria ragione, citato da
H.H.R. Schulz, Johann Salomo Semler als er dreizehn Grane Luftgold untertnigst
einschickte, in Theologie und Aufklrung. Festschrift fr Gottfried Hornig, a cura di
W.E. Mller e H.H.R. Schulz, Wrzburg, Knigshausen & Neumann, 1992, pp. 179204.
68
Cfr. H.-P. Reill, Religion, Theology, and the Hermetic Imagination in the
Late German Enlightenment: The Case of Johann Salomo Semler, in Antike Weisheit
und kulturelle Praxis. Hermetismus in der Frhen Neuzeit, a cura di A.-C. Trepp et
al., Gttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 2001, pp. 219-43; Ch. Soboth, Die Alchimie auf dem Abtritt Johann Salomo Semler und die hermetische Kehrseite der
Neologie, in Hermetik, a cura di N. Kaminski et al., Tbingen, Niemeyer, 2002, pp.
69-99; M. Neugebauer-Wlk, Aufklrung und Esoterik. Rezeption Integration
Konfrontation, Tbingen, Niemeyer, 2008.

128

walter sparn

La prima questione derivava dalla storicizzazione delle tradizioni


normative: lo sviluppo metodico di una coscienza storica della differenza non poteva prescindere a lungo da una riflessione categoriale
sulla storia. La fede neologica in un progrs perptuel della storia
secondo la formula gi usata da Leibniz e nella perfettibilit del genere umano non venne dal canto suo sottoposta alla critica storica,
ma mantenne lo status di verit eterna garantita dalla provvidenza
divina. Alla luce di questa fede, il passato rimase subordinato allora,
di cui diveniva una sorta di preistoria, e alcuni fenomeni eterogenei
del presente vennero incorporati come momenti contingenti entro il
quadro teleologico di un progresso inarrestabile. Entro la prospettiva
antropologica della neologia non cera per posto per la coerenza della
storia, e per il nesso tra lindividuo (che aveva la massima importanza)
e il genere umano che doveva trovare nella storia la propria realizzazione. Soltanto Jerusalem pose al centro della riflessione il tema della
storia del mondo ma non gli riusc di andar oltre lingenuit del
chiliasmo neologico69. Possibili soluzioni alternative si elaborarono al
di fuori della Prussia, ad esempio, nelle teorie della palingenesi dellindividuo in mondi superiori opzione caldeggiata da Herder
e nel recupero dellidea della reincarnazione come fece Lessing nella
Erziehung des Menschengeschlechts (Educazione del genere umano,
1777-80)70.
Laltra questione deriva invece dalla volont di privilegiare lautenticit religiosa: lipotesi che le sensazioni interiori e il sentimento
delle proprie esperienze si esprimano immediatamente nel linguaggio,
se assunta in maniera non ingenua, doveva venir fondata e consolidata attraverso una teoria del linguaggio. Nonostante gli sforzi impressionanti con cui si cerc di dar vita a una cultura della lingua e
dello stile linguistico, la neologia non riusc mai ad andare oltre il
concetto strumentale del linguaggio il che risultava particolarmente
evidente nella riformulazione della vecchia poetica nei nuovi libri dei
canti neologici. Probabilmente il razionalismo che veniva sovente rimproverato ai neologi consisteva proprio in questa riduzione della forza
69
La teologia della storia di Jerusalem viene analizzata e contestualizzata in maniera esauriente da A.U. Sommer, Sinnstiftung durch Geschichte? Zur Entstehung
spekulativ-universalistischer Geschichtsphilosophie zwischen Bayle und Kant, Basel,
Schwabe, 2006, pp. 133 ss.; E. Tortarolo, Flgel, Ridolfi und die Geschichtsphilosophie, in Id., Diesseits und jenseits der Alpen, cit., pp. 55-73.
70
Cfr. W. Sparn, Aussichten in die Ewigkeit. Jenseitsvorstellung in der neuzeitlichen protestantischen Theologie, in Das Jenseits. Facetten eines religisen Begriffs
in der Neuzeit, a cura di L. Hlscher, Gttingen, Wallstein, 2007, pp. 12-39.

ciascuno a modo suo

129

del linguaggio a mezzo di comunicazione. Comunque sia, per questa ragione che alcuni filosofi del tempo che pure avevano a cuore
la convergenza tra la pietas cristiana e il libero pensiero non vollero mai prendere parte alla neologia di tipo berlinese: tra questi, Herder (che insisteva sullautenticit poetica del linguaggio religioso), Hamann (che rimarcava lirriducibile natura linguistica della ragione) e
persino Lessing (che concepiva il linguaggio come strumento della
Rivelazione)71. Lingenuit teologico-linguistica imped ai neologi di
Berlino, di Halle e di Francoforte sullOder di stringere amicizia con
alcuni loro compatrioti, come Kant e Hamann. Ovviamente il netto
rifiuto della filosofia trascendentale kantiana costitu un ostacolo ulteriore per lo sviluppo potenziale della neologia72.
Tornando ai limiti imposti alla neologia nellepoca di Federico II,
occorre osservare che uno di essi derivava, seppur non esclusivamente,
dalla stessa politica confessionale seguita da Federico. Si tratta dellorientamento anticattolico dei neologi. Tanto era intenso il loro impegno a favore dellunione protestante e della tolleranza verso la cultura
ebraica, quanto era defilato il loro atteggiamento nei confronti della
Chiesa cattolica: essi si sottraevano risolutamente a ogni iniziativa a
favore della riunificazione. In particolare Nicolai, che pur dava mostra di avere in grande considerazione Mendelssohn e la comunit
ebraica berlinese, nei suoi resoconti di viaggio aveva parole ben poco
gentili per gli ambienti cattolici, per non parlare della sua aperta avversione verso il Papa e i gesuiti. Agli occhi di Nicolai la soppressione dellordine dei gesuiti (1773) e lIlluminismo cattolico che aveva
preso piede in Austria non rappresentavano ragioni sufficienti per rivedere il proprio giudizio sul cattolicesimo. Una posizione analoga
aveva anche Johann Erich Biester, anchegli membro della Mittwochsgesellschaft: sulla Berlinische Monatsschrift del 1784, in occasione delLa loro posizione nellambito della storia ecclesiastica e teologica dellIlluminismo descritta in maniera sempre interessante da E. Hirsch, Geschichte der neuern
evangelischen Theologie im Zusammenhang mit den allgemeinen Bewegungen des europischen Denkens, cit., capp. 39-42, pp. 120-329; sullo stato attuale della ricerca cfr.
A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., 30-34, pp. 181201.
72
Davvero tragico appare il destino di Eberhard che, dalle pagine di una rivista
che aveva egli stesso fondato, scaglia un attacco contro Kant; la polemica oggi ricostruita in I. Kant, Der Streit mit Johann August Eberhard, a cura di M. Lauschke
e M. Zahn, Hamburg, Meiner, 1998; in italiano cfr. I. Kant, Contro Eberhard: la polemica sulla Critica della ragion pura, a cura di C. La Rocca, Pisa, Giardini, 1994.
Cfr. W. Sparn, Einleitung, in J.A. Eberhard, Neue Apologie des Sokrates oder
Untersuchung der Lehre von der Seligkeit der Heiden, cit., pp. XVII ss.
71

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lapertura delle chiese evangeliche per le funzioni cattoliche in alcune


citt vicino a Berlino, Biester esprimeva i propri timori di fronte allespansione dei cattolici e ai loro tentativi di impadronirsi dei patrimoni ecclesiastici. Sempre sulla Berlinische Monatsschrift gli rispondeva polemicamente Christian Garve, che a Breslau aveva avuto tuttaltra esperienza con la religione cattolica. Cionondimeno anche Garve
riteneva che andasse assolutamente esclusa una riunificazione del cristianesimo illuminato con il dogma cattolico e con la gerarchia papale73.
Persino Jerusalem che pur si muoveva nel solco della tradizione
irenica dellUniversit di Helmstedt e dei programmi di riunificazione
immaginati da Leibniz espresse unopinione analoga. Non intendendo ignorare linvito che gli era giunto dal cardinale torinese Carlo
delle Lanze di prendere parte alla discussione sui temi religiosi, nel
1772 Jerusalem redasse un testo che non era stato per pensato per
la pubblicazione. Qui egli definiva la Chiesa cattolica una societ venerabile, si diceva in pieno accordo con le posizioni di condanna che
essa aveva nei confronti del deismo, ma riteneva che le misure ecclesiologiche stabilite dal Concilio di Trento pur nella versione moderata di Febronio fossero insostenibili per una Chiesa vincolata alla
semplicit del cristianesimo originario e quindi ben disposta verso
la libert di pensiero74. In maniera ancora pi dura di Jerusalem
cui pure si riferiva reag Semler un decennio pi tardi di fronte alle
attivit che cercavano di riunire in ununica societ gli illuministi protestanti e cattolici. Dalla prospettiva neologica del cristianesimo illuminato e perci ineludibile nella sua autenticit personale (veniva infatti qualificato come religione morale o religione interiore), Semler rifiutava risolutamente ogni unione istituzionale con la Chiesa romano-cattolica75.
Akatholikus Tolerans [J.E. Biester], Von falscher Toleranz, in Berlinische Monatsschrift, 3, 1783, pp. 180-92; Ch. Garve, Ueber die Besorgnisse der Protestanten in Ansehung der Verbreitung des Katholicismus, in Berlinische Monatsschrift, 6, 1785, pp. 19-67; entrambi gli articoli e le repliche, cos come i voti slesiani, sono ristampati in Was ist Aufklrung?, cit., pp. 145-369. Cfr. Ch. Speer, Aufklrung und kumene. Reunionsversuche zwischen Katholiken und Protestanten im deutschsprachigen Raum des spten 18. Jahrhunderts, Tbingen, Mohr Siebeck, 2005, pp.
374-408.
74
[Anonymus], Des Herrn Abts Jerusalems Gedanken zur Wiedervereinigung
der christlichen Religionen, Frankfurt-Leipzig, [s.e.], 1772; ed. emendata a cura di
J.F.W. Jerusalem, [s.l., ma Nrnberg], 1772, riprod. in Id., Schriften, cit., V, pp. 12151. Cfr. C. Spehr, Aufklrung und kumene, cit., pp. 53-84.
75
J.S. Semler, Freymthige Briefe ber die Religionsvereinigung der dreien strei73

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Il patrocinio della neologia se si pu usare questespressione


esercitato da Federico II le impose un limite preciso anche rispetto
alla concezione dellIlluminismo. Fu proprio un pastore neologo, e
membro della Mittwochsgesellschaft, Johann Friedrich Zllner appena due anni prima della morte di Federico II ad interrogarsi sulle
pagine della Berlinische Monatsschrift sul significato e sulluso del termine Illuminismo. Allorigine di questo suo interrogativo cera stata
la pubblicazione, di poco precedente, e sempre sulla Berlinische Monatsschrift, di una perorazione in favore del matrimonio civile, connessa a unaltra requisitoria in favore di uno stretto collegamento della
Chiesa allo Stato (di fronte alla loro presunta separazione). Fate s
che la politica e la religione, la legge e il catechismo diventino una
cosa sola!76 Di contro Zllner era dellidea che anche gli uomini illuminati avessero il diritto di ricordarsi di Dio, imprimendo un sigillo
religioso alle loro unioni. Per questa ragione domandava: Che cos
Illuminismo?77. Poco prima Eberhard aveva tenuto a Halle una lezione solenne Ueber die Zeichen der Aufklrung einer Nation (Sui
segni dellilluminismo di una nazione, 1783), in cui riconosceva al proprio tempo al di l di alcuni residui barbarici il titolo onorifico
di epoca illuminata, dal momento che veniva indagato ogni campo
del sapere, si combinava la libert del gusto con il rigore della scienza
e si diffondevano in ogni strato della popolazione la tolleranza e il rischiaramento78. Nel suo articolo scritto nel mese di settembre del 1784,
Kant negava che si vivesse in unepoca illuminata e sulla base
della definizione che egli stesso aveva elaborato si limitava a parlare
di unepoca di Illuminismo: vi sono segni evidenti delluscita delluomo da una condizione di minorit di cui egli stesso responsabile, mentre si riducono gli ostacoli a questimpresa. Ma non si deve
tigen Theile im rmischen Reiche. Erste Sammlung, Leipzig, [s.e.], 1783. Cfr. C. Spehr,
Aufklrung und kumene, cit., pp. 338-73; A. Beutel, Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 250 ss.
76
E.v.K. [J.E. Biester], Vorschlag, die Geistlichen nicht mehr bei Vollziehung der
Ehen zu bemhen, in Berlinische Monatsschrift, 2, 1783, pp. 265-276, in Was ist
Aufklrung?, cit., pp. 95-106: p. 272 e p. 102. Cfr. ivi, pp. XXXVII ss.; W. Schneiders, Die wahre Aufklrung. Zum Selbstverstndnis der deutschen Aufklrung, Freiburg-Mnchen, Alber, 1974.
77
J.F. Zllner, Ist es rathsam, das Ehebndni nicht ferner durch die Religion
zu sanciren?, in Berlinische Monatsschrift, 2, 1783, pp. 508-17, in Was ist Aufklrung?, cit., pp. 107-16: pp. 516-17 e pp. 115-16.
78
J.A. Eberhard, Ueber die Zeichen der Aufklrung einer Nation (11. Februar
1783), Halle, Gebauer, 1783; cfr. W. Sparn, Einleitung, in J.A. Eberhard, Neue
Apologie des Sokrates, cit., pp. XIII ss.

132

walter sparn

pensare che il processo di Illuminismo possa mai considerarsi concluso. In questo senso Kant chiamava la propria lepoca dellilluminismo, ovvero il secolo di Federico79.
Questo encomio, pronunciato in termini analoghi da tutti i neologi prussiani, non riconosceva a Federico II il merito di aver compiuto il processo di rischiaramento; ci si continu invece a interrogare su che cosa fosse il vero Illuminismo, dal momento che se ne
poteva parlare in maniera impropria. Labuso del rischiaramento
scriveva Mendelssohn nel medesimo fascicolo della Berlinische Monatsschrift su cui era comparso lo scritto kantiano indebolisce il
sentimento morale, conduce alla durezza danimo, allegoismo, allirreligiosit, e allanarchia80. Il vero Illuminismo e su ci concordano
tutti i contendenti comunque un fenomeno che concerne la cultura [Bildung]: secondo Mendelssohn, civilt e Illuminismo procedono di pari passo. Ma, come dice Kant, lIlluminismo procede lentamente, deve ampliarsi progressivamente e, cos facendo, agire sulle
condizioni esterne e infine persino sui principi del governo, consentendo cio quellautentica riforma della maniera di pensare che
non era mai riuscita a nessuna rivoluzione prima di allora. Questottimismo esattamente ritagliato sullo Stato di Federico II: soltanto
questo sovrano che assicura a ognuno la libert di fare ovunque
un uso pubblico della propria ragione, condizione necessaria del rischiaramento pu dire quel che una libera repubblica non potrebbe
mai osare: ragionate quanto volete e su ci che volete, ma ubbidite!81.
Kant non faceva mistero del fatto che la libert fridericiana apparisse quantomeno stravagante, paradossale. Lo stesso Mendelssohn si
rendeva conto che in questa maniera il rischiaramento delluomo,
assolutamente universale, poteva entrare in conflitto con il rischiaramento del cittadino, che dipendeva dal ceto e dalla professione82. Il
79
I. Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklrung?, in Berlinische Monatsschrift, 4, 1784, pp. 481-94, in Was ist Aufklrung?, cit., pp. 452-65: p. 491 e p.
462, trad. it. Risposta alla domanda: che cos illuminismo?, in Che cos lilluminismo? I testi e la genealogia del concetto, a cura di A. Tagliapietra, Milano, Bruno
Mondadori, 1997, pp. 16-41: p. 35.
80
M. Mendelssohn, Ueber die Frage: was heit aufklren?, in Berlinische Monatsschrift, 4, 1784, pp. 193-200, in Was ist Aufklrung?, cit., pp. 444-51: pp. 44950, trad. it. Sulla domanda: che cosa significa rischiarare?, in Che cos lilluminismo?,
cit., pp. 3-15: p. 13.
81
I. Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklrung?, cit., pp. 484, 455, 493
e 464; trad. it. cit., pp. 36-37.
82
Emerge, allora, una tendenza sorprendente e inattesa delle cose umane e,

ciascuno a modo suo

133

cittadino infatti soggetto alla condizione per cui chi occupa un ufficio, e ha pertanto doveri nei confronti della collettivit, deve distinguere nettamente tra un uso pubblico della sua ragione, rivolto alla
comunit, e un suo uso privato, determinato dalla carica civile o
funzione pubblica che riveste, ad esempio dal suo essere ufficiale o
prete. Kant auspicava che il prete rivestisse un duplice ruolo, difficilmente realizzabile: per un verso, egli vincolato alla Chiesa e deve
pertanto istruire e agire secondo quella dottrina (si noti che Kant
chiama questo uso luso privato della ragione, perch la Chiesa esiste soltanto come analogia della famiglia); per altro verso, lecclesiastico, facendo un uso pubblico della sua ragione, pu agire come
cittadino o come studioso che si rivolge al pubblico propriamente
detto, e quindi mettere in discussione ci che in quellinsegnamento
gli risulta contraddittorio o controverso: come pastore egli non
libero; in quanto dotto egli gode invece di una libert illimitata.
Kant auspica che gli ecclesiastici incarnino lasimmetria tra la subordinazione e la libert di pensiero, poich ci non nuoce alla coscienza, e neppure ostacola anzi promuove il progresso dellIlluminismo83.
Ci venne accolto senza riserva dai neologi dellepoca di Federico
II; lasimmetria tra la Chiesa e il pubblico caus s qualche difficolt
nella Prussia fridericiana, ma non fu mai percepita come una discrepanza insostenibile. Nellanno della morte di Federico, Semler riformul in maniera estremamente chiara questo duplice ruolo degli ecclesiastici sostenitori di una teologia illuminata, giustificandolo sulla
base della loro posizione allinterno della Chiesa nazionale prussiana84.
Lattaccamento tenace di Federico II alla Chiesa nazionale rapdel resto, se si considera questa tendenza da un punto di vista pi generale, quasi
tutto, in essa, appare orientato verso il paradosso, I. Kant, Beantwortung der Frage:
Was ist Aufklrung?, cit., p. 493 e p. 464, trad. it. cit., p. 37; M. Mendelssohn, Ueber die Frage: was heit aufklren?, cit., pp. 447-48, trad. it. cit., p. 10.
83
I. Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklrung?, cit., pp. 485-88 e pp.
456-59, trad. it. cit., pp. 28-29. Questa concezione esclude per che una Chiesa sia
vincolata dal giuramento a una confessione immutabile, poich ci impedirebbe il
progredire dellIlluminismo, ivi, pp. 488-89 e pp. 459-60; trad. it. cit., p. 29 (trad.
modificata). Largomentazione ritorna anche in I. Kant, Il conflitto delle facolt, cit.,
pp. 232-33.
84
J.S. Semler, Ueber historische, geselschaftliche [sic!] und moralische Religion
der Christen, Leipzig, Beer, 1786. Cfr. E. Hirsch, Geschichte der neuern evangelischen Theologie im Zusammenhang mit den allgemeinen Bewegungen des europischen Denkens, IV, cit., pp. 48-89; G. Hornig, Semler, Johann Salomo, in TRE,
XXXI (2001), pp. 142-48.

134

walter sparn

present un altro e anzi forse il principale limite strutturale alle potenzialit di sviluppo della neologia nellepoca fridericiana perlomeno rispetto alla teologia successiva e alla sua scelta di collegialit
nel rapporto tra Stato e Chiesa85. In breve tempo questo limite divenne un puntello dellopposizione alleditto sulla religione di Woellner (1788), che sebbene confermasse sia le garanzie di tolleranza
fino ad allora dispensate alle Chiese e alle sette religiose sia una generale libert di coscienza, ivi compreso il diritto alla conversione
obbligava i parroci allantica dottrina delle loro rispettive confessioni e stigmatizzava le nuove eresie (neologiche) come una forma di
abuso dellIlluminismo contro cui istituiva una commissione durgenza per gli esami ecclesiastici, che fungeva di fatto da organo di
censura. I principali neologi prussiani protestarono pubblicamente, nonostante la minaccia di vedersi privati dei loro uffici; alcuni presentarono le loro dimissioni (tra questi, ad esempio, Spalding). Soltanto
Semler difese anche pubblicamente leditto imperiale: lunico neologo
che ag in maniera assolutamente coerente in questa difficile situazione86.
pur vero che nella prospettiva propriamente neologica che auspicava una riforma anzich una rivoluzione87, subito dopo lascesa
al trono di Federico Guglielmo III alla fine del 1797 la censura venne
rimossa e nel 1798 Woellner venne sollevato dal suo incarico. Kant
non riusc a trattenersi dal pubblicare, nella prefazione al Conflitto
delle facolt del 1798, una breve narrazione storica del suo scontro
con la censura prussiana, dellordine sovrano trasmesso da Woellner,
Intorno al 1800 tra i neologi incominciarono a svilupparsi riflessioni circa leventualit di potenziare il ruolo della religione come vincolo per la societ attraverso
la trasformazione della Chiesta di Stato fino ad allora sottoposta al governo del sovrano in un collegio religioso (Religionskollegium), ovviamente soggetto alla protezione pubblica, ma cui veniva riconosciuta istituzionalmente unautonomia di azione,
cfr. J.A. Eberhard, Geist des Urchristentums, Halle, Renger, 1807-1808, riprod. Hildesheim, Olms, 2002. Sul collegialismo come teoria del diritto ecclesiastico statale cfr.
Ch. Link, Kollegialismus, in RGG4, vol. IV (2001), pp. 1482-83.
86
J.S. Semler, Vertheidigung des knigl. Edikts vom 9ten Juli 1788 wider die
freimthigen Betrachtungen eines Ungenannten, Halle, Heller, 1788. Cfr. U. Wiggermann, Woellner und das Religionsedikt. Kirchenpolitik und kirchliche Wirklichkeit
im Preuen des spten 18. Jahrhunderts, Tbingen, Mohr Siebeck, 2009; A. Beutel,
Kirchengeschichte im Zeitalter der Aufklrung, cit., pp. 262-66.
87
Sullo sviluppo successivo della monarchia illuminata di Federico II o di Giuseppe II si era espresso J.A. Eberhard, Ueber Staatsverfassungen und ihre Verbesserung. Ein Handbuch fr deutsche Brger und Brgerinnen aus den gebildete Stnden, Berlin, Voss, 1793-1794, riprod. Hildesheim, Olms, 2002.
85

ciascuno a modo suo

135

nonch della sua stessa risposta. Gli attentati degli oscurantisti erano
terminati e il progresso della cultura nel campo delle scienze88 aveva
ripreso il suo corso; ciononostante (o, forse, proprio per questa ragione?) in quel medesimo 1798 venne sciolta per editto imperiale anche la Mittwochsgesellschaft: essendo una societ segreta, poteva rappresentare una minaccia per la pubblica sicurezza. In questo modo si
concludeva anche il patrocinio dei neologi intrapreso da Federico. La
teologia liberale deve riorganizzarsi di bel nuovo.

88

I. Kant, Il conflitto delle facolt, cit., p. 235.

Edoardo Tortarolo
OPINIONE PUBBLICA E OPPOSIZIONE IN PRUSSIA
SOTTO FEDERICO II1
1. Habermas e i luoghi pubblici nel Settecento tedesco
Sarebbe una scelta curiosa affrontare oggi la questione della crisi
dellAntico Regime in Europa negli anni ottanta e novanta del Settecento senza dedicare attenzione e rilievo al tema dellopinione pubblica e della sua funzione di luogo discorsivo e sociale nel quale le
nuove forme di politica si condensarono nella seconda met del secolo per cercare un nuovo equilibrio nel corso del periodo rivoluzionario2. Gran parte della fortuna impressionante di cui ha goduto
il concetto di opinione pubblica deve naturalmente essere ricondotta
alla monografia di Habermas. A cinquantanni dalla sua prima pubblicazione, Strukturwandel der ffentlichkeit ha compiuto un tragitto
di globalizzazione della sua nozione centrale che ha pochi paragoni
1
La stesura finale di questo saggio stata resa possibile da un soggiorno di ricerca presso il FRIAS (Freiburg Institute for Advanced Study, Albert-Ludwigs-Universitt Freiburg) nellanno accademico 2012-2013. Ho approfittato dei consigli di Patrizia Delpiano, Sandro Landi, Serena Luzzi, Marzia Ponso, Gabriella Silvestrini: li
ringrazio di cuore. La responsabilit per quanto scritto resta ovviamente esclusivamente mia.
2
Chi, come recentemente Jonathan Israel, rifiuta di considerare lopinione pubblica il luogo centrale attraverso cui studiare lIlluminismo si trova nella necessit di
argomentare questa scelta in termini esplicitamente polemici (in questo caso verso
Roger Chartier e Robert Darnton): Questo [le contraddizioni interne allopinione
pubblica tardo settecentesca] non significa che lopinion publique non sia meritevole
di studio. Ma questi studi devono mantenere ferma lattenzione sullinterazione di
idee espresse chiaramente e coerentemente da rappresentanti, dirigenti e giornalisti influenti, con strutture politiche, socio-strutturali ed economiche che determinano in
primo luogo il contesto sociale. Nellopinione pubblica, secondo Israel, queste idee
chiare e distinte si confondono in uninstabile e alla fine incomprensibile baraonda
di posizioni eterogenee (J. Israel, Democratic Enlightenment. Philosophy, Revolution, and Human Rights 1750-1790, Oxford, Oxford University Press, 2011, p. 25).

138

edoardo tortarolo

nella storiografia novecentesca. Prima la traduzione francese, poi, in


modo decisivo, quella americana hanno fatto della ffentlichkeit prima
un espace public, poi, dallinizio degli anni novanta, una public sphere
e le hanno permesso di compiere unampia traiettoria attraverso il
tempo e lo spazio a indicare fenomeni in realt alquanto eterogenei3.
Contro le indicazioni originarie di Habermas si assistito cos a una
proliferazione di forme di ffentlichkeit. Soprattutto hanno suscitato
interesse quei modi di esporsi al ed essere pubblico le cui caratteristiche divergevano evidentemente dal modello di Habermas, di cui
hanno forzato impostazioni, riferimenti, sfondo, implicazioni polemiche, bersagli politici. La storia della ricerca sulle opinioni pubbliche
stata in buona parte la storia delle contestazioni al modello di Habermas. Attraverso la rilettura critica, talvolta astiosa e ingenerosa,
delle pagine di Habermas si pur tuttavia diffusa una sensibilit marcata per la manifestazione di pensieri, socialmente connotata ma abbastanza generale e indifferenziata da poter essere indicata con un concetto astratto, cui attribuire capacit di giudizio e di reazione4.
Per comodit espositiva si useranno di seguito i termini opinione pubblica/sfera
pubblica/spazio pubblico come sostanzialmente equivalenti, salvo indicazione di una
qualificazione particolare, con una prevalenza del termine opinione pubblica in conseguenza della scelta editoriale compiuta in occasione della traduzione del libro in
italiano nel 1962 (Storia e critica dellopinione pubblica, Bari, Laterza, 1962). Sulle implicazioni di questa scelta, discutibile ma comprensibile, mi sono soffermato in E.
Tortarolo, A proposito di ffentlichkeit settecentesca. Una questione generale e un
caso specifico, in Oltre la sfera pubblica. Lo spazio della politica nellEuropa moderna,
a cura di M. Rospocher, Bologna, il Mulino, 2013, pp. 129-47. Ledizione tedesca di
riferimento Strukturwandel der ffentlichkeit. Untersuchungen zu einer Kategorie
der brgerlichen Gesellschaft. Mit einem Vorwort zur Neuauflage 1990, Frankfurt/Main,
Suhkamp, 1990.
4
La bibliografia degli studi ispirati dal libro di Habermas ampia ai limiti dellincontrollabilit. Per un primo orientamento sulla produzione nei pi diversi settori di ricerca fino a tutti gli anni ottanta cfr. A. Sturm, A Bibliography of the Concept ffentlichkeit, in New German Critique, 61, 1994, Special Issue on Niklas
Luhmann, pp. 161-202; unutile introduzione nei saggi (compreso quello di Habermas stesso) contenuti in Habermas and the Public Sphere, a cura di C. Calhoun,
Cambridge MA - London, MIT 1992 e nel saggio H. Mah, Phantasies of the Public Sphere. Rethinking the Habermas of Historians, in Journal of Modern History, 72, 2000, pp. 155-170. Il saggio di S. Van Damme, Farewell Habermas? Deux
dcennies dtudes sur lespace public, in Les Dossiers du Grihl [En ligne], Les dossiers de Stphane Van Damme, Historiographie et mthodologie, mis en ligne le 28
juin 2007, URL: http://dossiersgrihl.revues.org/682; DOI: 10.4000/dossiersgrihl.682,
fa il punto con acutezza sulle prospettive future delle ricerca sullopinione/spazio/sfera
pubblica/o. Spunti di discussione ripetuti sono nei saggi raccolti in Spheres of Influence. Intellectual and Cultural Publics from Shakespeare to Habermas, a cura di
3

opinione pubblica e opposizione in prussia sotto federico ii

139

Sullefficacia storiografica del modello di Habermas non possono


quindi esserci dubbi. Ma opportuno anche considerare dove il suo
modello non stato confermato dai risultati della ricerca empirica,
dove, in altre parole, lo sguardo sociologico di Habermas lo ha indotto a vedere dicotomie univoche ed evidenze caratterizzanti, laddove la ricerca puntuale si orientata a considerare significative sfumature in primo luogo nelle transizioni da un equilibrio a un altro e
reti di eventi e atteggiamenti da ricostruire con senso del dettaglio.
Una volta data per acquisita lesistenza di una sfera pubblica in et
moderna, le ricerche specifiche si sono impegnate a contestarne i dettagli, anche corposi, a svilupparne i limiti, a evidenziarne le specificit
locali che Habermas aveva ignorato.
Un aspetto dellanalisi di Habermas ha suscitato per un certo tempo
almeno un diffuso consenso: la tesi della divaricazione tra le forme di
sfera pubblica nei paesi del mondo tedesco e nei paesi per diverse ragioni considerati pi avanzati nel corso del Settecento, la monarchia
francese e quella inglese. Tipicamente per la trattazione complessiva
impostata da Habermas (per cui va ricordato i capitoli settecenteschi erano il preludio alla parte duramente critica verso la perversione dellopinione pubblica nellet del capitalismo liberale), una contrapposizione fondamentale vedeva la sfera pubblica che si realizza
come attivit politica in Francia e Inghilterra nella forma di unopiA. Benchimol e W. Maley, Bern, Lang, 2007. Per la nozione specifica del pubblico
destinatario della produzione letteraria nel Settecento tedesco con ricorso non sempre criticamente valutato alla prospettiva habermasiana cfr. B.W. Redekop, Enlightenment and Community: Lessing, Abbt, Herder and the Quest for a German Public, Montreal, McGill-Queens University Press, 2000. Due sintesi recenti che affrontano la difficile eredit del modello habermasiano sono J. van Horn Melton,
The Rise of the Public in the Enlightenment Europe, Cambridge, Cambridge University Press, 2001 e, pi originale e innovativo, S. Landi, Stampa, censura e opinione pubblica in et moderna, Bologna, il Mulino, 2011. Cfr. ora le riflessioni in
V. Gerhardt, ffentlichkeit. Die politische Form des Bewusstseins, Mnchen, Beck,
2012, che rielabora le tesi di Habermas nel senso di considerare la ffentlichkeit
una dimensione costitutiva della modernit perch crea uno spazio di autoriflessione
e autoanalisi delle societ a partire dal Rinascimento e pi marcatamente dallIlluminismo in poi, e le considerazioni di S. Landi, Au del de lespace public. Habermas, Locke et le consentement tacite, in Revue dhistoire moderne et contemporaine, 59, 2012, n. 4, pp. 7-32, ricco anche di indicazioni bibliografiche. Una proposta di reinterpretazione generale, contro Habermas e favorevole alla prospettiva
di Koselleck, del nesso tra Illuminismo e sfera pubblica (peraltro argomentata in
modo poco convincente) stata avanzata da T. Mehigan-H. De Burgh, Aufklrung, Freemasonry, the Public Sphere and the Question of Enlightenment, in Journal of European Studies, 38, 2008, n. 5, pp. 5-25.

140

edoardo tortarolo

nione pubblica borghese nettamente distinta da quella tedesca5. Nei


territori tedeschi la debolezza della borghesia aveva lasciato la sfera
pubblica nel limbo della letteratura e della filosofia, senza possibilit
di trasformarsi in uno strumento di trasformazione politica efficace.
Dal 1962 (e senza dimenticare che il libro di Habermas si basava essenzialmente sulla ricerca pubblicata tra le due guerre mondiali) la
prospettiva si notevolmente modificata e le conoscenze sul mondo
settecentesco si sono moltiplicate esponenzialmente. La ricerca sul concetto di opinione pubblica nella Francia dei lumi, dove il nome stesso
di opinion publique nato alla met del Settecento e donde si diffuso nel resto dEuropa, ha evidenziato i limiti e vincoli politici alla
sfera pubblica borghese e la fragilit della semplificazione per cui la
rivoluzione sarebbe stata lesito di una crescente contrapposizione sociale alla cui guida si sarebbe posta lopinione pubblica politica inconciliabile con lassolutismo monarchico. Pi lenta stata la revisione del complemento speculare a questa versione, quella della Germania (presunta) apolitica. Limmagine complessiva presentata da Habermas era semplice e persuasiva. I frammentati territori tedeschi erano
raccolti nelle antiquate strutture del Sacro Romano Impero della Nazione Germanica sotto le quali gli Stati territoriali si muovevano da
tempo per modificare a proprio favore i rapporti di equilibrio politico. Il risultato era una prevalenza del peso delle strutture governativo-statali sulla societ borghese che non era in grado di esprimere
una propria visione politica n di articolare una propria sfera pubblica politica. Le pagine di Habermas sulla letterariet della timida,
inerme e tremebonda borghesia sono ben note. Ugualmente sono ben
conosciute le sue pagine che toccano il livello pi rarefatto e astratto
della concezione della sfera pubblica, quella per cui la teoria dellopinione pubblica stata formulata con la massima precisione e purezza
concettuale. Le pagine famose di Kant nel saggio su Was ist Aufklrung? (Che cosa illuminismo?) apparse nella Berlinische Monatsschrift nel 1784 descrivono per Habermas larchitettura concettuale

5
Per la problematica nozione di opinione e sfera pubblica nellInghilterra parlamentare post-1688 cfr. le osservazioni critiche di John Brewer su come Habermas
ha concepito la sfera pubblica, eliminandone cio due componenti decisive in Inghilterra: la ricerca del profitto individuale (la acquisitiveness) e le passioni dettate
dalle pulsioni sessuali (J. Brewer, The Most Polite Age and the Most Vicious: Attitudes Towards Culture as a Commodity, 1660-1800, in The Consumption of Culture 1600-1800. Image, Object, Text, a cura di A. Bermigham e J. Brewer, London,
Routledge, 1995, pp. 346-60).

opinione pubblica e opposizione in prussia sotto federico ii

141

allinterno dellidea di sfera pubblica al culmine della sua razionalit


come effetto di una comunicazione tra eguali. Ma Habermas non pareva interessato a esplorare se anche a Berlino, in Prussia, nella Germania di fine Settecento si potesse vedere nella ffentlichkeit una funzione politica, di opposizione almeno critica se non pratica al potere
politico: se, in altre parole, la Germania fosse pi simile al resto dellEuropa di quanto la tesi del Sonderweg implicasse non era tra le
preoccupazioni di Habermas6. La sua preoccupazione era piuttosto
evidenziare la posizione di spicco del saggio di Kant nel quale vedeva
la soluzione del conflitto tra politica e morale attraverso il principio
della Publizitt e del pubblico ragionante come luogo che realizza la
tendenza della storia universale verso il repubblicanesimo. Era nel saggio di Kant del 1784 che il contenuto storico-contingente della sfera
pubblica alla fine del Settecento in Europa si poteva avvicinare al valore assoluto di una discussione disinteressata tra uomini interiormente
liberi, padroni di s e capaci di impegnarsi collaborativamente nelluso
pubblico della ragione7. Il passo-chiave nellanalisi di Habermas pu
essere considerato questo: Kant condivide la fiducia dei liberali i quali
simmaginano che, divenendo la societ civile una sfera privata, le condizioni sociali di questuguaglianza di opportunit si manifesterebbero
di per se stesse per formare la base naturale di un ordine legale e di
una sfera pubblica in grado di assumere funzioni politiche. I liberali
pensavano anche che queste condizioni avrebbero potuto gi essere
in parte realizzate8. Kant era inserito in una linea di argomentazione
M. Ponso, Una storia particolare. Sonderweg tedesco e identit europea, Bologna, il Mulino, 2011, p. 29, dove si rileva giustamente che Dal mito del popolo
senza rivoluzione si passa alla leggenda della rivoluzione fallita, nel 1848/49 come
nel 1918: la Germania sarebbe stata troppo evoluta per compiere quella radicale rottura con il passato che avrebbe richiesto un nuovo inizio democratico. Nel secondo
dopoguerra, il grande mito della Kulturnation come laltra Germania avrebbe ancora trovato espressione nellidealizzazione di una sfera pubblica discorsiva ad opera
di Jrgen Habermas e della sua scuola. Si veda anche nello specifico prussiano W.
Neugebauer, Preussen in der Historiographie. Epochen und Forschungsprobleme der
Preussischen Geschichte, in Handbuch der Preussischen Geschichte, a cura di W. Neugebauer con la collaborazione di F. Kleinehagenbrock. Band I. Das 17. und 18.
Jahrhundert und Groe Themen der Geschichte Preussens. Mit Beitrgen von U. Fuhrich-Grubert, F. Kleinehagenbrock, I. Mieck, W. Neugebauer, W. Ribbe, Berlin-New
York, de Gruyter, 2009, pp. 3-109.
7
J. Habermas, Storia e critica dellopinione pubblica, cit., pp. 178-195.
8
J. Habermas, Storia e critica dellopinione pubblica, cit., p. 188 (traduzione modificata). Cfr. leccellente traduzione francese di questo passo in Id., Lespace public.
Archologie de la publicit comme dimension constitutive de la socit bourgeoise, Paris, Payot 1978, p. 120.
6

142

edoardo tortarolo

liberale a occupare la posizione di iniziatore e anticipatore che escludeva consapevolmente la ricostruzione del contesto argomentativo, sociale e politico nel quale la sua ffentlichkeit si muoveva.
Si torner rapidamente in conclusione sul testo di Kant e sulle letture alternative che ne sono state date e se ne possono dare. Per ora
opportuno proporre un cambiamento di prospettiva da cui guardare
alla formazione di spazi pubblici dove le opinioni su temi rilevanti
per la vita collettiva si potevano esprimere per acquistare forza operativa: una prospettiva attraverso cui vedere gli elementi di attivismo
politico e talvolta di opposizione ai poteri costituiti che sono stati caratteristici del mondo europeo e atlantico nellultimo quarto del XVIII
secolo. Le ampie visioni di Robert Palmer, Jacques Godechot, Franco
Venturi sino a quelle pi recenti di Christopher Bayly e Jrgen
Osterhammel hanno ricostruito con notevoli diversit di accento la
crisi di fine Settecento unificando sollevazioni, resistenze, crisi economiche, fiscali e religiose in un quadro nel quale le diverse interconnessioni sono poste in rilievo e nel quale a priori esclusa la possibilit stessa di Sonderwege se non come scostamenti alla fine poco rilevanti da trasformazioni di ampia portata9. In nessuna di queste ampie visioni della crisi tardo settecentesca la Prussia un centro degno
di interesse, e in molti casi neppure di menzione. Ci sono ovviamente
buone ragioni per questassenza. Come si pu facilmente osservare
sulla scia di unautorevole storiografia la Berlino degli anni settanta,
ottanta e novanta del Settecento non divenne n Philadelphia n Parigi, neppure Ginevra e Liegi n Napoli e Magonza10. Lesclusione
J. Godechot-R. Palmer, Le problme de lAtlantique du XVIIIime au
XXime sicle, in Comitato internazionale di scienze storiche. X Congresso internazionale di Scienze storiche, Roma 411 Settembre 1955. Relazioni 5 (Storia
contemporanea), Firenze, Sansoni, 1955, pp. 175-239; R. Palmer, The Age of the
Democratic Revolution: A Political History of Europe and America, 1760-1800.
I: The Challenge; II: The Struggle, Princeton, Princeton University Press, 1959 e
1964; J. Godechot, Les Rvolutions, 17701799, Paris, PUF, 1963; F. Venturi,
Settecento riformatore, in particolare il vol. III, La prima crisi dellAntico Regime.
1768-1776 e il vol. IV in due tomi: I grandi stati dellOccidente e Il patriotismo
repubblicano, Torino, Einaudi, 1979 e 1984; C. Bayly, The Birth of the Modern
World. Global Connections and Comparisons, 1780-1914, Oxford, Blackwell, 2004;
J. Osterhammel, Die Verwandlung der Welt. Eine Geschichte des 19. Jahrhunderts, Mnchen, Beck, 2009, in particolare pp. 747-77. Ora unutile e lucida introduzione a questi temi S. Conrad, Globalgeschichte. Eine Einfhrung, Mnchen, Beck, 2013.
10
Il tema dellinsoddisfazione politica e della ricerca di equilibri nuovi stato
riproposto recentemente dai saggi contenuti in Enlightenened Reform in Southern
9

opinione pubblica e opposizione in prussia sotto federico ii

143

della Prussia dalla visione della crisi dellantico regime ha certamente


fondamenta reali che sono state tuttavia fortemente enfatizzate e alla
fine deformate da una storiografia del Sonderweg concentrata sulla
creazione di unidentit statale nazionale assai pi che sulla condivisione europea di problemi politici e sociali che erano ben presenti alle
classi dirigenti. Un elemento nella revisione della storia prussiana viene
indubitabilmente dalla riscoperta del dinamismo interno e delle tensioni tra gruppi e le istituzioni che qui, come nel resto dEuropa, a
partire almeno dalla guerra dei sette anni erano alle prese con spinte
disgregatrici del consenso sociale che venivano dalle pi diverse parti:
dalle crisi finanziarie, dalle carestie, dalle crescenti esigenze dei bilanci
governativi, dalle critiche nei confronti dei privilegi ereditari. Nessuno
di questi elementi mancava in una qualche misura in Prussia. Unanalisi della sfera pubblica nellultimo scorcio del regno di Federico II
e nel periodo di transizione al governo del nipote e successore Federico Guglielmo II deve tenerne conto11. Per il mondo delle campagne, a lungo dominate dal doppio paradigma della divisione tra territori allovest e allest dellElba e dello strapotere degli Junker una
salutare revisione venuta dalla monografia di William Hagen, che ha
documentato tra laltro la capacit di resistenza dei contadini e di dinamismo modernizzatore dei signori nelle campagne12. Per il mondo
urbano, che rappresentava una parte rilevante della vita sociale, economica e politica del Regno, linteresse su basi nuove per le forme di
organizzazione dei gruppi sociali e per lespressione di dissenso dalle
misure governative relativamente recente e partecipa della crescente
insostenibilit della tesi del Sonderweg13.
Europe and Its Atlantic Colonies, c. 1750-1830, a cura di G. Paquet, London, Ashgate, 2009.
11
scomparsa dalle bibliografie recenti lopera ancora oggi interessante di Henri
Brunschwig pubblicata inizialmente sotto il titolo di La crise de ltat prussien la
fin du XVIIIe sicle et la gense de la mentalit romantique, Paris, PUF, 1947 e ristampata con il nuovo titolo di Socit et romantisme en Prusse au XVIII sicle, Paris, Flammarion, 1973. La ricerca di Brunschwig era stata svolta negli anni trenta durante il suo periodo come borsista presso lInstitut franais de Berlin con Sartre e
Aron. Brunschwig aveva registrato con attenzione i segni dinstabilit interna del regno attraverso un ampio ricorso alla pubblicistica degli anni ottanta e novanta del
Settecento. Cfr. la nota biografica centrata sugli interessi africanistici di Brunschwig
di J. Hargreaves, From Colonisation to Avnement: Henri Brunschwig and the History of Afrique Noire, in The Journal of African History, 31, 1990, pp 347-52.
12
W. Hagen, Ordinary Prussians: Brandenburg Junkers and Villagers, 15001840,
Cambridge, Cambridge University Press, 2003.
13
Insiste su questo tema lampia sintesi di C. Clark, Iron Kingdom. The Rise

144

edoardo tortarolo

Le occasioni di discussione e scambio di notizie e commenti critici non mancavano a Berlino. Karl Heinrich Krgen, autore nascosto dallanonimato delle Freye Bemerkungen ber Berlin, Leipzig und
Prag, deline un quadro coerente della ricchezza di occasioni sociali
offerte dalla capitale nella quale opinioni, idee, giudizi si scambiavano
con estrema libert e spregiudicatezza14. Krgen descriveva vividamente i luoghi in cui lopinione pubblica si formava: i teatri, i concerti, le passeggiate, che offrivano unoccasione di incontro tra tutti i
ceti, alti e bassi, ricchi e poveri, dove tutto si accumula lun sullaltro nello stesso mucchio, le societ private, dove prevale uno spirito libero e senza freni, si pu parlare liberamente di ogni cosa, senza
temere di essere esposti a conseguenze negative, e poi le pi di cento
sale per fumare (in realt, come diceva chiaramente Krgen, postriboli)15. A completare il quadro complessivo Krgen descriveva la scena
di strada in cui una donna legge i giornali a voce alta al pubblico
curioso [], rendendo partecipi gli analfabeti degli avvenimenti del
mondo16: un abbozzo di sfera pubblica plebea accanto a quella borghese. Una presentazione analoga della sfera pubblica berlinese si ritrova nelle fortunate lettere del filoprussiano Johann Kaspar Riesbeck:
Una libert nel dare giudizi sul governo, un orgoglio nazionale, una
partecipazione agli affari pubblici []. Si parla qui delle disposizioni
del sovrano di quel che fa in privato con una libert che ci si aspetterebbe solo da un inglese17. Questo quadro coincide con la descrizione dei gruppi cui si rivolgevano programmaticamente le riviste berlinesi proiettando la propria visione dei compiti e delle responsabilit
and Downfall of Prussia 1600-1947, Cambridge, Harvard University Press, 2006. Ma
si pu vedere linterpretazione interessante, anche se troppo attualizzante, di M. Erlin, Berlins Forgotten Future: City, History, and Enlightenment in Eighteenth-Century Germany, Chapel Hill, University of North Carolina Press, 2004, secondo la
quale la Berlino tardo settecentesca fu un laboratorio di modernit urbana e di elaborazione di nuove e dinamiche percezioni dellevoluzione storica.
14
Il volume portava il sottotitolo enigmatico di Original und Kopie, senza luogo
di stampa n indicazione di tipografo, e la data di stampa 1785. stato ripubblicato
presso Dausien, Hanau nel 1999. Una riproduzione on-line disponibile presso
http://digitale.bibliothek.uni-halle.de. Lautore fu anche traduttore di Swift: Lemuel
Gullivers Reise nach Lilliput, aufs neue frei verdeutscht von Carl Heinrich Krgen,
Kopenhagen, Ole Hegelund, 1786.
15
Freye Bemerkungen, cit., pp. 44, 46 e 71.
16
Ivi, p. 85.
17
Briefe eines Reisenden Franzosen ber Deutschland. An seinen Bruder zu Paris. Uebersezt von K. R. S.l., s.e., 1784, II, p. 87. Una ristampa anastatica apparsa
presso la Nabu Press nel 2010.

opinione pubblica e opposizione in prussia sotto federico ii

145

dei diversi gruppi sociali. Nel 1781 Friedrich Traugott Hartman, un


funzionario dellamministrazione berlinese molto attivo nella discussione pubblica su temi del giorno, descrisse nel primo numero della
sua rivista Hieroglyphen la societ politica cui si rivolgeva: commercianti, borghesi, ufficiali, e una dotta signora. Nel 1782 il primo
numero dellHistorisches Portefeuille sosteneva di rivolgersi a ufficiali, a commercianti e in generale a cittadini ben educati (gesittete
Brger). Chi pensava allallargamento del pubblico, come Karl Philip
Moritz nel 1784, partiva proprio dalla distanza che separava lelite
istruita e colta dal popolo non istruito e sostenne la necessit di produrre un giornale pubblico (eine ffentliche Zeitung) che fosse la
voce della verit [] che penetrasse nelle capanne degli umili18, ossia, pi prosaicamente, che fosse il giornale verosimilmente letto dalla
popolana che si vista nella descrizione di Krgen.
Esistevano quindi tra gli anni settanta e ottanta luoghi sociali e fisici a Berlino, che possiamo identificare come forme di sfera pubblica
che generavano opinioni condivise su temi di valenza generale, ed
rilevabile un sostanziale consenso sulla notevole disinvoltura con cui
ci si esprimeva. Questa caratterizzazione era incompatibile in linea di
principio con una componente importante della tesi del Sonderweg,
vale a dire la remissivit dei ceti cittadini nei confronti del governo,
la loro disponibilit a piegarsi davanti al potere e soprattutto a introiettare la cultura della sottomissione, a ritirarsi nello spazio non
politico e essenzialmente letterario della sfera pubblica borghese.
L(auto)stilizzazione di Federico II come roi-philosophe e la creazione della categoria interpretativa di assolutismo illuminato19 hanno
contribuito a escludere dalla discussione tutti gli aspetti che potevano
richiamare la dimensione critica, di dissenso ragionato, ma capace anche di procedere a iniziative politiche a partire dalla sfera pubblica.
Per riequilibrare unimmagine storiografica non pi adeguata invece
importante cogliere gli elementi di irrequietezza, di malcelata insoffe18
K.P. Moritz, Ideal einer vollkommenen Zeitung, Berlin, Voss, 1784, pp. 4-5.
Cfr. E. Schreiber, The Topography of Modernity. Karl Philipp Moritz and the Space
of Autonomy, Ithaca, Cornell University Press, 2012.
19
Cfr. W. Neugebauer, Brandeburg-Preussen in der Frhen Neuzeit, in Handbuch der Preussischen Geschichte, cit., I, pp. 324-26 (con ampia bibliografia sino al
2005); i saggi contenuti nei due volumi intitolati Friedrich der Grosse in Europa. Geschichte einer wechselvollen Beziehung, a cura di B. Ssemann e G. Vogt-Spira, Stuttgart, Steiner, 2012, insistono complessivamente sulla partecipazione della Prussia alla
storia europea (cfr. su questo aspetto ad esempio lampia recensione di Heinz Duchhardt in http://www.sehepunkte.de/2012/09/20644.html).

146

edoardo tortarolo

renza per le decisioni governative e di ricerca di cambiamento nella


sfera pubblica della Prussia federiciana. Certamente i contemporanei
registravano a Berlino una libert di critica che appariva perfino esagerata a chi proveniva da altre aree dellEuropa centrale. Le relazioni
dei viaggiatori permettono di tentare di superare il vuoto lasciato dalla
comunicazione solamente orale cui queste critiche erano affidate nella
stragrande maggioranza dei casi20. Quando Krgen descriveva gli incontri nelle case private delle persone altolocate, nelle quali gli stranieri facilmente erano ammessi, la sottolineatura della spregiudicatezza
delle opinioni era marcata e segnata da una nota di sorpresa. Uno
straniero, che giunge dallestero allinterno di una famiglia di questo
tipo, ascolta con stupore le conversazioni pi insolenti e spregiudicate
sui primi funzionari dello Stato, sulle loro caratteristiche, conoscenze
e opinioni; anche alla tavola di un funzionario del Re si sente esprimere i giudizi pi arditi sul governo e sullamministrazione dello stato
e si ascolta spesso la satira pi tagliente sulla vita privata del Sovrano21. Nelle case degli alti funzionari si praticava quindi una criPer riflessioni su questo tema A. Farge, Dire et mal dire: LOpinion publique au XVIIIe sicle, Paris, Seuil, 1992 e A. Lilti, Le Monde des salons. Sociabilit
et mondanit Paris au XVIIIe sicle, Paris, Fayard, 2005. Filippo De Vivo ha compiuto un notevole sforzo per ricostruire la dimensione orale dellopinione pubblica
nel suo Information and Communication in Venice. Rethinking Early Modern Politics, Oxford, Oxford University Press, 2007 (la versione italiana rivista apparsa sotto
il titolo di Patrizi, informatori, barbieri. Politica e comunicazione a Venezia, Milano,
Feltrinelli, 2012). In un notevole saggio, da mettere a confronto con il volume di Lilti
citato pi sopra, Jane Curran ha studiato i testi del Settecento tedesco che educavano
alla lettura personale e pubblica e come questi interagivano con la discussione orale
tipica dellAufklrung creando un equilibrio tra privato e pubblico, scritto e detto
(Oral Reading, Print Culture, and the German Enlightenment, in The Modern Language Review, 100, n. 3, 2005, pp. 695-708). Una riflessione sulla bibliografia recente riferita alla prima et moderna in G. Ciappelli, Comunicazione politica e
opinione pubblica nel Rinascimento: esempi e considerazioni, in Annali dellIstituto
Storico Italo-Germanico in Trento, 33, 2007, pp. 27-57.
21
Freye Bemerkungen, cit., p. 67. Una descrizione simile in molti passi, certamente pi radicale nelle formulazioni antiassolutistiche, in Bibliothek fr Denker
und Mnner von Geschmack 1783, p. 434, che a differenza del testo di Krgen conclude la descrizione con unequiparazione esplicita tra la libert di espressione inglese
e quella osservata a Berlino (Beschlu der Karakteristik Berlins, II Band, V Stck,
Gera, 1784). In una lettera a Wilhelm Ludwig Gleim il pastore e pioniere della demografia Johann Peter Sssmilch si riferiva alle voci critiche sulle abitudini di spesa
di Federico II che circolavano a Berlino e fomentavano disaffezione verso la sua figura (29 gennaio 1766, in J.P. Sssmilch, Die knigliche Residenz Berlin und die
Mark Brandeburg im 18. Jahrhundert. Schriften und Briefe, a cura di J. Wilke, Berlin, Akademie, 1994, pp. 201-2).
20

opinione pubblica e opposizione in prussia sotto federico ii

147

tica serrata a quei provvedimenti stessi che si dovevano eseguire. Analogamente, con notevole sorpresa, lamico di Kant Johann Daniel Metzger ricord la sconcertante disinvoltura del filosofo nellelogiare la rivoluzione francese in occasioni sociali senza timore di scandalizzare
gli ospiti, anche nelle case pi altolocate22. Dalla sfera pubblica descritta da Kgen era esclusa tutta la componente considerata estranea del pubblico dei lettori di bassa condizione sociale. La Volksaufklrung costituiva un problema di natura diversa rispetto alla creazione di una ffentlichkeit raziocinante. Esisteva una sfera pubblica
plebea a Berlino oltre che nei desideri di Moritz? A sentire alcuni osservatori, s. Soprattutto era evidente una grande quantit di letteratura destinata principalmente o esclusivamente a questa opinione pubblica socialmente bassa. Secondo Rohde, direttore di Berlin. Eine
Zeitschrift fr Freunde der schoenen Knste, des Geschmacks und
der Moden: Il bisogno la madre di molte invenzioni, anche dei
canti e dei racconti che si offrono in vendita a Berlino sulle strade e
sui viali, e che meritano per questo e altri motivi di essere chiamati
canti da strada. Gli autori sono stampatori e soldati. Gli stampatori impegnano in estate le loro presse, ogniqualvolta manca il lavoro,
con questa robaccia insensata, che loro stessi pensano e scrivono; per
amore dellozio i soldati si scelgono questo modo di sbarcare il lunario e non si trovano malaccio23. Ignoranti che scrivono libri e li
vendono ad altri ignoranti: la sfera pubblica plebea della strada sembrava assai poco raziocinante. Pi di ventanni prima di Rohde, nel
1775 Anton Friedrich Bsching aveva descritto il tipo di letteratura
che il popolo leggeva volentieri: sul Mhledam luomo del popolo
(der gemeine Mann) poteva comprare in gran quantit per 3 o 6 pfennig pubblicazioni che non si potevano definire altrimenti che insensate, disgustose, superstiziose e sozze storielle, canti, storie buffonesche alla Till Eulenspiegel, interpretazioni dei sogni, lettere dal cielo
e cos via24.
La distinzione di sfere pubbliche rispecchiava molto da vicino la
concezione dellistruzione proposta alla met degli anni settanta dal
ministro per listruzione e il culto, nonch ammiratore e sostenitore
di Kant, von Zedlitz. Nel 1776 aveva proposto nel suo discorso di
Aeusserungen ber Kant, seinen Charakter und seine Meinungen. Von einem
billigen Verehrer seiner Verdienste. 1804, p. 16.
23
Berlin. Eine Zeitschrift, des Geschmacks und der Moden, 3, 5, 1799, p. 175.
24
A.F. Bsching, Beschreibung seiner Reise von Berlin ber Potsdam nach
Rekahn unweit Brandenburg, Berlin, Haude und Spener, 1775, p. 12.
22

148

edoardo tortarolo

accettazione della nomina a membro dellAccademia delle Scienze di


Berlino una tripartizione delle forme di istruzione che dava origine
alla tensione tra le diverse sfere pubbliche25. Zedlitz utilizzava questoccasione semipubblica per affermare limportanza del patriottismo,
considerato un valore centrale delleducazione, il cui peso era pari a
quello della religione: eccellente, se linsegnante della religione, sia
questo parroco, rabbino o imam, prepara la strada allinsegnante del
patriottismo! Non esiste patriottismo senza religione26. Per la prima
classe, che comprendeva la popolazione rurale e degli artigiani, si prevedeva tanta istruzione ed educazione quanta fosse necessaria a farne
efficienti e soddisfatti membri della societ. A quale scopo si devono
insegnare a uomini rozzi concetti di cui abusano, che ecciterebbero il
loro desiderio di scambiare la loro posizione sociale con unaltra, dove
si troverebbero a mal partito?27. Per la seconda, quella dei cittadini
pi istruiti, [] uomini con talenti, artisti, dotti (Gelehrte) e coloro i
quali arrivano a uffici pubblici grazie ad altre capacit, valeva il principio che non possono essere mai abbastanza illuminati (aufgeklrt),
cos come i nobili, che si distinguevano dalla seconda classe per labitudine a considerare limportanza dellonore28. Il sistema educativo
puntava alla creazione di due sistemi e quindi due sfere pubbliche sostanzialmente distinte: una, per la prima classe, era segnata dallobbedienza e da una cultura puramente strumentale ai bisogni della monarchia, mentre la sfera pubblica della seconda e terza classe doveva
obbedire al principio della libera discussione. Un saggio pubblicato
da von Zedlitz sul Deutsches Museum nel 1777 ribadiva questi principi, includendo tra gli obiettivi dellinsegnamento per la prima classe
lobbedienza assoluta verso le leggi, non verso le persone, e la libert di coscienza. Per la seconda e la terza classe laccento cadeva
25
P. Mainka, Karl Abraham von Zedlitz und Leipe (1731-1793). Ein schlesischer
Adliger in Diensten Friedrichs II. und Friedrich Wilhelms II. von Preuen, Berlin,
Duncker & Humblot, 1995, pp. 325-44.
26
ber den Patriotismus als einen Gegenstand der Erziehung in monarchischen
Staaten. Eine Vorlesung Sr. Excellenz Herrn Carl Abraham Freyherrn von Zedlitz
kniglichen geheimen Staatsministers bey Seiner Aufnahme in die knigliche Akademie der Wissenschaften, aus dem Franzsischen bersetzt, Berlin, Vo, 1777, p. 17.
Cfr. anche la traduzione francese Sur linstruction publique. Considrations sur ltat
prsent des coles publiques et sur la possibilit de les rendre plus analogues et plus
utiles la vie civile. Premier Mmoire, Mmoires de lAcadmie Royale des Sciences
et Belles-Lettres, Berlin, Haude und Spener, 1777, pp. 14-26 (online presso http://bibliothek.bbaw.de/).
27
ber den Patriotismus, cit., p. 31.
28
ber den Patriotismus, cit., pp. 31-34.

opinione pubblica e opposizione in prussia sotto federico ii

149

sul rapporto tra diritti e doveri argomentati razionalmente e sulla influenza delle professioni, del commercio, delle arti e delle scienze sulla
felicit della vita sociale nel suo complesso e, per la nobilt, sui diritti e doveri dello Stato nei loro rapporti reciproci29. Le idee pedagogiche di von Zedlitz corrispondevano alla sua concezione di sfere
pubbliche distinte da attivare e nutrire in un rapporto che considerava sano e sostenibile. La monarchia assoluta doveva seguire il principio che fatta salva lobbedienza alle leggi i membri della sfera pubblica superiore, quella dei borghesi e dei nobili, potessero e dovessero
impegnarsi in uno sforzo di progressiva Aufklrung. Gli strumenti
erano pubblici e segreti. Von Zedlitz li utilizzava entrambi. Come ministro rimprover nel 1779 i professori dellUniversit di Halle che
volevano impedire al controverso e certamente deista Karl Friedrich
Bahrdt di proseguire il suo insegnamento nella Facolt di Filosofia e
li accus di diabolico spirito persecutorio per voler limitare la libera discussione. In una lettera contemporanea a Bahrdt stesso von
Zedlitz dichiarava di saper riconoscere e apprezzare la libert di coscienza, ma al tempo stesso di considerarla troppo importante per lasciar mai penetrare disordine e pura ricerca della disputa30. Come
personaggio eminente della vita letteraria oltre che politica di Berlino
partecipava se non direttamente, certo indirettamente, sia alla parte indirizzata allopinione pubblica colta attraverso la rivista Berlinische
Monatsschrift sia allattivit del club segreto Mittwochsgesellschaft. Il
tramite verso entrambe era saldamente garantito da Johann Erich
Biester, suo segretario personale, che seguiva anche i rapporti ovviamente molto stretti di von Zedlitz con il corpo docente dellintero
sistema di istruzione prussiano31. Biester era membro fondatore della
Mittwochsgesellschaft e direttore con Gedike della Berlinische Monats29
K.A. von Zedlitz, Ueber die Einrichtung einer Volkslehre in einem eigentlich
monarchischen Staat, nach den Begriffen des Verfassers der Abhandlung: Ueber den
Patriotismus, als Gegenstand der Erziehung in Schulen eines monarchischen Staats, in
Deutsches Museum, 2, 1777, pp. 97-104, citazioni alle pp. 103-104.
30
P. Mainka, Karl Abraham von Zeidlitz und Leipe, cit., pp. 493-4.
31
E. Hellmuth, Aufklrung und Pressefreiheit. Zur Debatte der Berliner Mittwochsgesellschaft whrend der Jahre 1783 und 1784, in Zeitschrift fr historische Forschung, 9, 1982, pp. 315-45; J. Schmidt, The Question of Enlightenment: Kant,
Mendelssohn, and the Mittwochsgesellschaft, in Journal of the History of Ideas, 50,
2, 1989, pp. 269-91; U. Goldenbaum, Nul Auguste pour protecteur. Conscience
bourgeoise et loyaut du fonctionnaire dans la Socit du Mercredi Berlin, in Revue Germanique Internationale, 30, 3, 1995, pp. 127-41; T. Hochstrasser, Natural Law Theories in the Early Enlightenment, Cambridge, Cambridge University
Press, 2000, pp. 189-206 (per i rapporti istituzionali e amicali tra von Zedlitz e Kant).

150

edoardo tortarolo

chrift32. In pi, von Zedlitz offriva lesempio di come intendere la


partecipazione alla libera discussione filosofica e scientifica, seguendo
le lezioni di un allievo di Kant, Marcus Herz, sullantropologia razionale tenute nellinverno 1778-79 per un ristretto gruppo di ascoltatori selezionato33. La partecipazione di Biester alla massoneria berlinese nella Groe Landesloge der Freimaurer von Deutschland aggiungeva un ulteriore stretto legame con uno dei luoghi di elaborazione dellopinione pubblica a Berlino sotto Federico II (che concesse
la lettera di protezione alla loggia nel 1774)34.
Questi spazi diversi di discussione partecipavano di gradi diversi
di pubblicit rappresentati dalla segretezza assoluta che per decenni
ha circondato la Mittwochsgesellschaft: la riservatezza delle conversazioni private, la fittizia segretezza della massoneria e la ricerca della
massima pubblicit possibile della stampa, dei libri come delle riviste
(favorita dalla mitezza dellapparato di censura preventiva). Dove si
poteva annidare la critica a Federico II e allesercizio del suo potere?
In forme e con finalit ed efficacia diverse in ognuno di questi spazi
di discussione.
2. Costituzione, religione, tassazione
Come ovunque nellEuropa dellAntico Regime, anche in Prussia
era del tutto irrealistico un discorso di opposizione sistematica al governo di Federico II, di alternativa istituzionale al sistema assolutista
di autorit. Quando in almeno due occasioni, verso la conclusione del
lungo regno, si discusse apertamente di cambiamenti strutturali nella
monarchia, ci si preoccup di presentare i cambiamenti come una prosecuzione e un consolidamento dei risultati politici ottenuti da Federico II e non come un ripudio della sua azione, pur indicando una
direzione nuova rispetto allautocrazia federiciana. Nel 1780 inizi un
32
A. La Vopa, The Politics of Enlightenment: Friedrich Gedike and German
Professional Ideology, in Journal of Modern History, 62, 1, 1990, pp. 34-56.
33
M.L. Davies, Identity or History? Marcus Herz and the End of the Enlightenment, Detroit, Wayne State University, Press 1995.
34
S. Lestition, Kant and the End of the Enlightenment in Prussia, in The
Journal of Modern History, 65, n. 1, 1993, pp. 57-112 presenta con chiarezza larticolazione di queste diverse sfere di spazio pubblico e privato con particolare attenzione agli anni di passaggio tra il regno di Federico II e di Federico Guglielmo
II. Nulla di nuovo in C. Stange-Fayos, Lumire et obscurantisme en Prusse, Bern,
Peter Lang, 2003.

opinione pubblica e opposizione in prussia sotto federico ii

151

dibattito di notevole ampiezza sulla riforma del sistema di giustizia


avviato da Federico II35. Nel 1785 la Berlinische Monatsschrift pubblic un progetto, anonimo, di riforma costituzionale nel senso di una
monarchia parlamentare che sarebbe stata il coronamento del lungo
regno di Federico II. Il progetto di riforma costituzionale riprendeva,
difficile dire quanto consapevolmente, un cenno in questo senso nel
testo apocrifo ma attribuito a Federico II Les matines du Roi de
Prusse, di cui era stata pubblicata clandestinamente una traduzione tedesca nel 178336. Non era da queste forme di sfera pubblica che
erano in costante tensione con il governo ma con cui condividevano
sovrapposizioni molto ampie di uomini, idee, obiettivi e lealismi di
fondo che ci si poteva aspettare forme di opposizione fattiva37.
Su due temi di grande importanza si cre una forma di sfera pubblica che raccolse, rielabor e alla fine si condens in uninformale
pressione sul governo abbastanza efficace da costringere Federico II
e i suoi ministri a tornare sui loro passi e modificare la legislazione.
35
Cfr. P. Weber, Was jetzt eben zu sagen oder noch zu verschweigen sei, msst
ihr selbst berlegen. Publizistische Strategien der preuischen Justizreformer 17801794, in U. Goldenbaum, Appell an das Publikum. Die ffentliche Debatte in der
deutschen Aufklrung 1687-1796. Mit Beitrgen von F. Grunert, P. Weber, G. Heinrich, B. Erker und W. Siebers, Berlin, Akademie Verlag, 2004, II, pp. 729-812.
36
Neuer Weg zur Unsterblichkeit fr Frsten, in Berlinische Monatsschrift 5,
1, 1785, pp. 239-46. Cfr. H.-C. Kraus, Theodor Anton Heinrich Schmalz (1760-1831).
Jurisprudenz, Universittspolitik und Publizistik im Spannungsfeld von Revolution
und Restauration, Frankfurt/Main, Klostermann, 1999, p. 407, che riporta una reazione (molto critica) del giurista di Knigsberg al saggio, pubblicata nel 1795, da cui
risulta la sua eco persistente. Il saggio appare non attribuito anche nella recente bibliografia di D. Klippel, Naturrecht und Rechtsphilosophie im 19. Jahrhundert. 1780
bis 1850, Tbingen, Mohr Siebeck, 2012, n. 1590, p. 176. La traduzione tedesca delle
Matines porta il titolo di Die Morgenstunden des Knigs von Pr oder lehrreiche
Vorschriften an seinen Thronfolger. Aus dem Franzsischen frei bersetzt, berichtiget
und mit Anmerkungen versehen, Boston 1783: alle pp. 20-21 si accennava ai vantaggi
prodotti da una assemblea che rappresenta la nazione e che la custode delle sue
leggi. Il (palesemente fittizio) Federico II riconosceva che, limitato da unassemblea,
sarebbe stato un sovrano pi giusto ma lamentava che non avrebbe potuto fregiarsi
del titolo di eroe. Unedizione moderna, senza casa editrice, delloriginale francese,
ristampato pi volte dal 1766 in poi, Les Matines du Roi de Prusse par Voltaire,
Bruxelles, 1871 (il passaggio sulla rappresentanza alle pp. 36-37).
37
Alquanto unilaterale e generica laffermazione di Michael Sauter per cui in
Prussia llite illuminata cre una sfera pubblica deliberatamente conservatrice e che
il pubblico non istruito (the general public) fosse tenuto fuori dalla sfera della stampa:
cfr. il saggio, peraltro molto interessante, Preaching, a Ponytail, and an Enthusiast:
Rethinking the Public Spheres Subversiveness in Eighteenth-Century Prussia, in Central European History, 37, n. 4, 2004, pp. 544-67, citazione a p. 545.

152

edoardo tortarolo

Il primo caso si concentr in un numero di anni ridotto su una questione di politica religiosa. Il secondo caso, pi diluito nel tempo, modific un tratto fondamentale della politica fiscale federiciana. In entrambi lefficacia della sfera pubblica come opposizione critica fu innegabile.
La teologia razionalista e neologica, che Walter Sparn ha descritto
con attenzione alle posizioni dogmatiche, rappresent evidentemente
lorientamento religioso dellelite dirigente dello Stato38. I suoi esponenti occuparono le posizioni eminenti nellamministrazione innanzitutto ecclesiastica e culturale prussiana, da Johann Salomo Semler a
Johann Joachim Spalding a Johann Gottlieb Tllner e Wilhelm Abraham
Teller. Il caso di von Zedlitz dimostra questo punto e quanto la libert di coscienza, intesa a proteggere linnovazione razionalista, fosse
al centro della politica federiciana e non semplicemente la rivendicazione di un principio astratto. Il razionalismo teologico combinato
con la posizione di potere istituzionale mise in moto una discussione
pubblica sullinnovazione pi rilevante introdotta dai neologi, la revisione cio del libro di preghiere cantate usato nei servizi domenicali
da tutta la comunit dei fedeli e al centro della concezione luterana
della comunit stessa39. Un gruppo ristretto di tre eminenti teologi
neologi, Johann Samuel Diterich, Spalding e Teller, aveva avviato un
lavoro di drastica riforma della raccolta pi popolare e radicata di
canti ecclesiastici, quella che Johann Porst aveva pubblicato per la
prima volta nel 1708. I tre neologi avevano ridotto i 900 canti alla
met, buona parte dei quali erano stati riscritti nel senso di una teologia razionalista. A questi canti riveduti se ne erano aggiunti altri,
opera dei tre teologi oppure di altri autori contemporanei. Il 2 ottobre 1780 Federico II eman una disposizione speciale per annunciare
lintroduzione del nuovo Gesangbuch nel corso dei due anni seguenti.
38
In questo volume pp. 99-135. Ma anche W. Sparn, Vernnftiges Christentum.
ber die geschichtliche Aufgabe der theologischen Wissenschaften im 18. Jahrhundert
in Deutschland, in Wissenschaften im Zeitalter der Aufklrung, a cura di R. Vierhaus,
Gttingen, Vandenhoek und Ruprecht, 1985, pp. 18-57. Sulla presenza della teologia
neologica nella Allgemeine Deutsche Bibliothek, la rivista di recensioni edita da
Friedrich Nicolai dal 1765 e punto di riferimento per lAufklrung berlinese si veda
R. Kirscher, Theologie et lumires: les theologiens clairs: autour de la revue de
Friedrich Nicolai: Allgemeine Deutsche Bibliothek (1765-1792), Villeneuve-dAscq
(Nord), Presses Universitaires du Septentrion, 2001.
39
Cfr. per unintroduzione C. Boyd Brown, Devotional Life in Hymns, Liturgy, Music, and Prayer, in Lutheran Ecclesiastical Culture 1550-1675, a cura di R.
Kolb, Leiden, Brill, 2008, pp. 259-304.

opinione pubblica e opposizione in prussia sotto federico ii

153

Come stato osservato, certamente Federico II legava allintroduzione di una nuova raccolta di canti, ufficialmente obbligatori, anche
la speranza di unificare ulteriormente il territorio eterogeneo culturalmente e religiosamente attraverso lamministrazione nel campo religioso e di conseguenza di promuovere ulteriormente la ricerca di
una identit prussiana40. In altre parole si trattava di unoperazione
nella quale la struttura statale utilizzava lorientamento prevalentemente razionalistico della sua classe dirigente per avviare una riforma
nello strumento pi efficace di comunicazione con la gran maggioranza della popolazione, la chiesa protestante. Non possono sfuggire
gli elementi che accumunavano nella diversit delle situazioni confessionali questa iniziativa con le riforme non solo delle istituzioni
ecclesiastiche nei paesi sotto il controllo degli Asburgo41. A Berlino
la resistenza allintroduzione fu notevole e si svolse attraverso la mobilitazione di quella stessa sfera pubblica che lelite colta animava per
migliorare ma non contestare il governo assoluto di Federico II. In
particolare due personaggi si misero alla testa del movimento che apertamente contestava linnovazione religiosa promossa dal governo. Samuel Lobegott Apitzsch, un commerciante con forti inclinazioni pietiste, avvi una campagna di petizioni contro il nuovo Gesangbuch
per cui raccolse 130 firme di capifamiglia da quattro parrocchie berlinesi. Christian Wilhelm Kindleben, scrittore, ex-pastore, fondatore
di riviste, scrisse la Freymthige Beurteilung des neuen Berliner Gesangbuchs in tono fortemente polemico contro la nuova raccolta di
M. von Spankeren, Johann Joachim Spalding und der Berliner Gesangbuchstreit (1781), in Zeitschrift fr Neuere Theologiegeschichte, 18, n. 2, 2011, pp. 191211, citazione a p. 194. Interessanti anche C. Rathgeber, The Reception of Brandenburg-Prussias New Lutheran Hymnal of 1781, in The Historical Journal, 36,
1993, pp. 115-36, P. Weber, Der Berliner Gesangbuchstreit 1781. Aporien der Aufklrung von oben, in Literarische und politische ffentlichkeit. Studien zur Berliner
Aufklrung, a cura di I.-M. DAprile e W. Siebers, Berlin, Berliner Wissenschaftsverlag 2006, pp. 151-168 (anche in Berliner Aufklrung. Kulturwissenschaftliche Studien, a cura di A. Koenina e U. Goldenbaum, Hannover, Wehrhahn 1999, pp. 10119). Tutto questo senza dimenticare la diffusione crescente a Berlino a fine secolo,
presso questa stessa elite professionale e amministrativa, di forme di deismo e critica
religiosa radicale su cui ad esempio il saggio di M. Mulsow, Christian Ludwig Paalzow und der klandestine Kulturtransfer von Frankreich nach Deutschland, in Geheimliteratur und Geheimbuchhandel in Europa im 18. Jahrhundert, a cura di C. Haug,
F. Mayer e W. Schrder, Wiesbaden, Harrassowitz, 2011, pp. 67-84 e ora, pi ampiamente nel quadro tedesco, il numero monografico Radikale Sptaufklrung in
Deutschland della rivista Aufklrung, n. 24, 2012.
41
Si vedano i due volume della biografia di D. Beales, Joseph II, Cambridge,
Cambridge University Press, 1987 e 2009.
40

154

edoardo tortarolo

canti, cui Spalding dovette rispondere punto per punto. Apitzsch e


Kindleben avevano maturato esperienze diverse, ma colsero entrambi
limportanza della sfera pubblica non istituzionale alla quale rivolgersi
con testi a stampa42. Certamente ci fu unampia dimensione orale di
opposizione ma entrambi gli schieramenti si rivolsero ai loro seguaci
e agli oppositori attraverso pubblicazioni che avviarono una discussione pubblica di ampie dimensioni. A confermare questa tendenza
della critica verbale a sedimentarsi nelle pubblicazioni, si deve ricordare non solo che anche i sostenitori del nuovo Gesangbuch si organizzarono con la loro campagna di petizioni, ma anche che lattivit
di predicazione fu sottoposta al controllo informale ma puntuale di
impostazione deista-illuminista di una pubblicazione periodica anonima, la Berliner Predigtkritik fr das Jahr 1783, il cui scopo era
rendere pi razionale e posata la religiosit dei fedeli e spingere i predicatori a insistere sugli aspetti morali e comportamentali della dottrina. La Allgemeine Deutsche Bibliothek, uno dei bastioni della
cultura berlinese dellAufklrung, dedic buona parte del volume 47
a recensire la straripante produzione di scritti pro e contro il nuovo
Gesangbuch. La contrapposizione tra favorevoli e contrari al Gesangbuch per il controllo della discussione pubblica vide lintervento
anche di scrittori intermedi che agivano a contatto sia con la sfera
colta, ufficiale, dichiaratamente governativa, in cui si muovevano ad
esempio i teologi neologi Spalding e Teller, sia con lo spazio in cui
cercavano di esprimersi gli artigiani, i piccoli commercianti, i lavoranti
e garzoni che costituivano il seguito di Apitzsch e Kindleben43. August Friedrich Cranz fu probabilmente il pi noto tra questi. Era consapevole di rivolgersi ai ceti medi e popolari che definiva come la
societ varia e variopinta del ceto medio (die gemischte bunte Gesellschaft des Mittelstandes)44. Sapeva di essere uno degli scrittori preSulle origini di questa concezione della sfera di discussione religiosa allinterno
del movimento pietista cfr. D. von Mcke, Experience, Impartiality, and Authenticity in Confessional Discourse, in New German Critique, 79, 2000, Special Issue on
Eighteenth-Century Literature and Thought, pp. 5-35.
43
Senza dimenticare lopposizione alla nuova raccolta da parte dei teologi conservatori nel Concistorio come Woltersdorff e Silberschlag. Cfr. le parti relative in J.
E. Silberschlag, Leben von ihm selbst beschrieben, Berlin, im Verlage der Kniglichen Realschul-Buchhandlung, 1792.
44
A.F. Cranz, Silen und sein Esel. Eine komisch-periodische Schrift. Vom Verfasser der Galerie des Teufels, Berlin, Im Selbstverlage des Verfassers und in Kommission bei S.F. Hesse in der Breiten Strasse, 1781, p. 4. Su Cranz si veda D. Reichelt, August Friedrich Cranz ein Kgl. Preuischer Kriegsrat als freier Schriftsteller. Nachricht ber einige seiner merkwrdigen Zensurauseinandersetzungen, in Leip42

opinione pubblica e opposizione in prussia sotto federico ii

155

diletti dalluomo della strada, il gemeiner Mann. Nei molti, incontenibili e spesso contraddittori suoi scritti, Cranz denunci la corruzione con cui si amministrava lesazione dellaccisa45. Pi ampiamente
Cranz intervenne nella disputa sul Gesangbuch per disegnare una posizione che rispettava lattaccamento popolare per i canti imparati a
memoria nellinfanzia e rifiutava quei canti che non miglioravano e
anzi indebolivano il senso del messaggio religioso46. Si attribuiva anche il compito di promuovere una riforma religiosa profonda approfittando della libert di coscienza concessa dal sovrano nel senso di
un rafforzamento del nucleo deistico nella religione universale e separando nettamente la sfera civile e mondana, di competenza del potere politico, da quella religiosa, libera e intoccabile47.
Lesito della controversia fu complessivamente favorevole agli oppositori del Gesangbuch rivisto in senso razionalista. Attraverso la
contestazione allinnovazione musicale, poetica, dogmatica contenuta
nel nuovo testo si fece valere il rifiuto dellintera politica religiosa di
Federico II. Gi allindomani della petizione di Apitzsch il sovrano
aveva aggiunto di sua mano alla risposta lannotazione: Ciascuno pu
credere da me quel che gli pare, se solo onesto; per quanto riguarda
le raccolti di canti, ciascuno pu liberamente cantare: Ora riposano
tutti i boschi, o simile robaccia folle e sciocca48. In questo modo anche i sostenitori della nuova raccolta avrebbero dovuto affrontare la
discussione pubblica, il libero confronto di argomenti con gli oppoziger Jahrbuch zur Buchgeschichte, 5, 1995, pp. 39-85 e i cenni in M. Mulsow, Monadenlehre, Hermetik und Deismus. Georg Schades geheime Aufklrungsgesellschaft
1747-1760, Hamburg, Meiner, 1998, pp. 263-64. Il successo di vendita ottenuto dalle
pubblicazioni di Cranz era riconosciuto a malincuore da J.G. Heinzmann, Appell an
meine Nation ber Aufklrung und Aufklrer; ber Gelehrsamkeit und Schriftsteller;
ber Bchermanufakturisten, Rezensenten, Buchhndler; ber moderne Philosophen
und Menschenerzieher; auch ber mancherley anderes, was Menschenfreiheit und Menschenrechte betrifft, Berlin, auf Kosten des Verfassers, 1795, p. 40.
45
Die Berlinische Fama ber Stadt- und Landbegebenheiten. Erstes Ausblasen,
Berlin, 1781, in particolare alle pp. 7-10.
46
A.F. Cranz, Supplement zum ersten Stck der Chronik von Berlin, in einem
Sendschreiben an den Weltmann in Berlin, wohlmeritirten Tantenbekehrer und Verfasser der Briefe an einem [sic] Landgeistlichen, das neue Gesangbuch betreffend, von
dem Verfasser der Bockiade, Berlin, 1781, p. 41.
47
Ueber den Missbrauch der geistlichen Macht oder der weltlichen Herrschaft in
Glaubenssachen durch Beyspiele aus dem jetzigen Jahrhundert ins Licht gesetzt, Berlin, im Selbestverlage des Verfassers, 1781.
48
M. van Spankeren, Spalding cit., p. 197. Loriginale tedesco riecheggia quanto
in altre occasioni scritto pi volte da Federico II in materia religiosa. Nun ruhen alle
Wlder una canzone popolare tardo medievale musicata da Bach come ninna nanna.

156

edoardo tortarolo

sitori fino a che la morte di Federico II pose fine alla discussione tacitando di fatto i neologi razionalisti49.
Su una seconda questione di grande rilevanza pubblica si form
una sfera pubblica di opposizione, in questo caso molto diretta, che
costrinse Federico II a un cambio di politica economica sostanziale
rispetto alla decisione presa allindomani della guerra dei sette anni.
La creazione di una Rgie, unagenzia unica di riscossione delle accise e dei dazi, nel 1766, aveva permesso un incremento notevolissimo
delle entrate statali. Aveva naturalmente irritato la popolazione sia per
il peso del prelievo sia per le modalit vessatorie in cui si conduceva
la riscossione50. Pur rappresentando senzaltro un progresso verso la
razionalizzazione dello Stato in una delle sue funzioni fondamentali,
la Rgie aveva suscitato un aumento del contrabbando, occasionato
scontri violenti tra la popolazione e i suoi funzionari (per lo pi francesi) e provocato petizioni nel corso degli anni settanta e ottanta. La
Ian Hunter ha proposto di considerare la stretta contro i neologi frutto di una
decisione presa contro il loro tentativo di avviare una forma di proselitismo contraria alla politica religiosa prussiana (Kants Religion and Prussian Policy, in Modern
Intellectual History, 2, 1, 2005, pp. 1-27). Lepisodio della discussione sul Gesangbuch (non ricordato da Hunter) sembra mostrare al contrario lorientamento del governo prussiano a permettere una discussione pubblica con lintento di frenare la creazione di tensioni troppo forti per lequilibrio politico. Pi convincente la dettagliata
ricostruzione di M.J. Sauter, Visions of the Enlightenment: The Edict on Religion of
1788 and Political Reaction in Prussia, Leiden, Brill, 2009. Uneco della riluttanza di
Federico II ad andare contro i desideri dei fedeli in una lettera di Biester a Kant,
del 5 giugno 1785, in Kants Werke (Akademie Ausgabe), vol. 10, Briefwechsel I, Berlin, Reimer, 1922, p. 402, lettera n. 240.
50
Cfr. F. Schui, Taxpayer Opposition and Fiscal Reform in Prussia, c. 1766-1787,
in The Historical Journal, 54, n. 2, 2011, pp. 371-399; Id., Friedrich der Schwache? Ein Knig im Spiegel seiner Steuerpolitik, in Friedrich der Grosse in Europa,
cit., I, pp. 411-25; Id., French figures of authority and state building in Prussia, in
Figures of Authority. Contributions towards a Cultural History of Governance from
the Seventeenth to the Twentieth Century, a cura di P. Becker e R. von Krosigk,
Brussels, Lang, 2008, pp. 152-70. Il saggio di T. Schenk, Generalfiskal Friedrich
Benjamin Loriol de la Grivillire dAnires (1736-1803). Anmerkungen zu Vita, Amtsfhrung und Buchbesitz als Beitrag zur Erforschung preuischer Judenpolitik in der
zweiten Hlfte des 18. Jahrhunderts, in Aschkenas. Zeitschrift fr Geschichte und
Kultur der Juden, 17, n. 1, 2007, pp. 185-223, ha una parte interessante che documenta linsoddisfazione di dAnires nei confronti della Rgie e i suoi contrasti con
il Generaldirektorium a proposito del contenzioso giudiziario creato dallesazione dellaccisa (pp. 185-97). Il volume di Schui, che amplia i temi presentati nel saggio citato sopra, Rebellious Prussians. Urban Political Culture under Frederick the Great
and his Successors, Oxford, Oxford University Press, 2013, uscito dopo la stesura
di questo saggio.
49

opinione pubblica e opposizione in prussia sotto federico ii

157

discussione sulla Rgie apparteneva alla sfera dei temi politici su cui
non era legittima una discussione diretta. Anche in questo caso tuttavia unopposizione critica venne alla luce anche nella discussione
pubblica. Il modo di espressione non poteva che essere indiretto51.
Nel primo numero della rivista, pubblicato nel gennaio del 1783, lorgano quasi-ufficiale dellAufklrung berlinese, la Berlinische Monatsschrift, diffuse a firma di uno dei due direttori, Biester, un articolo sulle vicende di Johann Paul Philipp Rosenfeld, un predicatore
religioso irregolare. Questi aveva raccolto seguaci nelle campagne intorno alla capitale e, a partire dal 1766, aveva dato voce, con un veemente linguaggio veterotestamentario e pronosticando, alla diffusa insoddisfazione per laccisa e profetizzando un mutamento radicale nel
governo: nel 1770, analizzava Biester, si era giunti a quasi un tumulto
pubblico a Biesenthal, non lontano da Berlino. La critica di Biester
era rivolta contro linganno nascosto dietro lattitudine profetica senza
negare lesistenza del malcontento nella popolazione rurale52. Le proteste contro il prelievo dellaccisa da parte della Rgie erano troppo
forti per passare sotto silenzio. Lanno seguente, nel numero di settembre del 1784 Biester pubblic un saggio prolisso e alquanto involuto su due rompicapi che circolavano in Germania dallinizio dellanno, attribuiti si diceva anche a Goethe, le cui soluzioni sarebbero valse premi cospicui rispettivamente di 30 luigi doro e 40 ducati53. Uno dei due enigmi era stato messo in vendita a Berlino atti51
H.M. Sieg, Staatsdienst, Staatsdenken und Dienstgesinnung in BrandenburgPreuen im 18. Jahrhundert (1713-1806), Berlin, de Gruyter, 2003, in particolare per
le tensioni interne alla cultura della sfera pubblica degli alti funzionari statali, pp.
235-6. Nellampia postfazione alledizione degli articoli di Gedicke su Berlino pubblicati nella Berlinische Monatsschrift il curatore Harald Scholtz sostiene che la rivista super i limiti posti di solito al ragionamento politico per attivare presso il
pubblico una critica costruttiva grazie alle favorevoli condizioni locali e il kairos della
situazione storica. La sua conclusione che si profila unopposizione leale condivisibile solo se si accentua la volont di questopposizione di conservare le premesse fondamentali del sistema federiciano (Friedrich Gedicke: ber Berlin. Briefe
von einem Fremden in der Berlinischen Monatsschrift 1783-1785. Commento, introduzione e cura di H. Scholtz, Berlin, Colloquium, 1987, pp. 162-165).
52
J.E. Biester, Der vorgebliche Neue Messias in Berlin, in Berlinische Monatsschrift, 1, 1, 1783, pp. 46-82, la citazione a p. 61. Unaccurata descrizione degli aspetti giuridici della vicenda nonch delle reazioni sulla stampa in Beytrge
zu der juristischen Litteratur in den preuischen Staaten, 8, 1785, pp. 218-315.
53
F. Gedike, Ueber eine rthselhafte Rthselgeschichte in unsern Tagen, in Berlinische Monatsschrift, 2, 9, 1784, pp. 267-288. Primo indovinello: Es wird ein Ding
geboren, ist einen Fu lang, wiegt 12 Cenntner. Wenn es ein halb Jahr alt ist, wird
es gegessen; wenn es 4 Jahr alt ist, beschlgts der Schmidt, wenn es 80 Jahr alt ist,

158

edoardo tortarolo

rando un numero enorme di acquirenti allettati dalla possibilit di vincere la somma messa in palio. La vicenda era analizzata da Gedike
con una notevole pedanteria, nonch dotti rimandi alle origini classiche e bibliche dellenigmistica. Il saggio era in s trascurabile (e generalmente ignorato nelle ricerche sulla Berlinische Monatsschrift)
se non fosse per due passaggi di notevole interesse per la ricerca di
una sfera pubblica tra legittimo commento e illegittima critica54. Il
primo passaggio riguarda il carattere illuminato dellepoca. Per Gedike la fortuna dellindovinello provava che la dabbenaggine anti-illuminista nel 1784 era assai diffusa. Incredibile! Eppure non ci fu
mai unepoca, che con tanta sicurezza si attribuisse la preferenza di
unAufklrung diffusa pi universalmente ma la nostra et ha qualche notevole somiglianza con lepoca di barbarie [descritta nella prima
parte del saggio] []. Chi conosce questo spirito della nostra epoca,
chi sa sino a quali eccessi incredibilmente ridicoli ma daltra parte anche estremamente tristi si lascino trascinare numerosissimi nostri contemporanei di ogni ceto, anche dei pi alti, da superstizione e scempiaggine, e quale fede profonda nelle smorfie pi insensate che si direbbe potersi ritrovare solo nelle teste di vecchiette risiedono al giorno
frisst es sich selber. Es krhet wie ein Hahn, [al. maut wie ein Katzel] bellet wie ein
Hund und singt doch herrlich. Es ist alle Tage [al. Sonntage] in der Kirche, lsst sich
hereinfahren und heraustragen [al. hereintragen] und hat doch keine Religion. Wenn
es stirbt, wird es in der Kirche begraben, und stirbt doch keinen andern Tod als
durch den Scharfrichter [al. unter Henkers Hnden) (Si partorisce una cosa, lunga
un piede, pesa 12 quintali. Quando ha sei mesi, si mangia; quando ha 4 anni, il maniscalco lo ferra, quando ha 80 anni, si mangia da solo. Canta come un gallo [oppure: miagola come un gattino], abbaia come un cane e tuttavia gorgheggia benissimo. Tutti i giorni in chiesa [oppure: tutte le domeniche], si fa portare dentro e
fuori [oppure: trasportare], per non religioso. Quando muore, lo si seppellisce in
chiesa, per muore solo per la spada del boia [oppure: per il nodo scorsoio]) (pp.
274-75). Secondo indovinello: Ich bin nicht der Schpfer nicht ein Geschpf. Ich
bin niemals unter den Lebendigen gesehn worden, jedoch befinde ich mich itzt [al.
stets] unter den Verstorbenen usw (p. 278). (Io non sono il creatore n una creatura. Nessuno mi ha mai visto tra i viventi, per mi trovo ora [oppure: sempre] tra
i defunti etc). Nello stesso numero di settembre era anche pubblicato il primo saggio, Ueber die Frage: was heit aufklren?, scritto da Moses Mendelssohn, in risposta al quesito di Zllner.
54
Per leco presso i contemporanei cfr. J.M. Bechstein, Etwas ber den Ursprung
der berchtigten Rthsel: Ich bin weder Geschpf u.s.w. s. Berl. Monatsschr. Nov. (sic,
ma settembre) 1784, S. 267, in Deutsches Museum, 1, 1786, pp. 151-61 e la menzione nella lettera in Johann Georg Hamann Briefwechsel, a cura di A. Henkel, Frankfurt/Main, Insel, 1955-1979, V, p. 222 (su Hamann e la sua incompatibilit con gli editori della Berlinische Monatsschrift cfr. ora J. Betz, After Enlightenment. Hamann
as Post-Secular Visionary, Chichester, Wiley-Blackwell, 2012, pp. 296-97).

opinione pubblica e opposizione in prussia sotto federico ii

159

doggi non soltanto nelle menti di uomini di grande rispettabilit, anche di quelli che si definiscono dotti (Gelehrte), ma viene anche esposta pubblicamente in scritti sotto gli occhi di tutti, chi sa tutto questo dovrebbe stupirsi a vedere che si ponga un premio ragguardevole
per la soluzione di indovinelli di cattivo gusto e che gran quantit di
persone si rompano la testa per cercare questa soluzione55. Il riferimento allinteresse esagerato per gli indovinelli si apriva quindi a una
considerazione sul livello dei lumi in unepoca nella quale questo
enigma aveva avuto leffetto di un fulmine. Lanalisi delle soluzioni
proposte che erano pervenute alla rivista attraverso lettere private pareva confermare questo scetticismo. Ma quando analizzava lultima
soluzione al secondo enigma, per cui si era sparsa la voce che lavesse
proposto lAccademia delle Scienze berlinese, Gedike doveva ricordare, con qualche imbarazzo, che il re Federico II stesso era indicato
come la soluzione del rompicapo. Utilizzando modalit interpretative
derivate dalla consuetudine con il libro di Daniele e lApocalisse di
Giovanni, e con un riferimento puntuale al capitolo 33 del libro del
profeta Ezechiele sulla giustizia e le responsabilit di chi vicino al
sovrano ed stato posto a difesa del popolo, lanonimo enigmista attribuiva un ruolo specifico anche alla Rgie. Il cane da guardia messo
alla catena per proteggere i beni del sovrano rappresentava la Rgie.
Poich tuttavia alla Rgie non stata messa la catena al collo, allora
attacca la gente e lammazza, per cui restano per terra tracce di sangue che si possono lavare solo con il sangue (Blutschulden)56. Sono
parole riportate da una (presunta) lettera anonima, che non impegnano
Gedike n personalmente n in quanto responsabile del periodico. Al
contrario, per evidenziare lestraneit del gruppo di Aufklrer impegnati nella rivista, sono bollate come sciocchezze (Unsinn). Nondimeno Gedike insisteva sulla necessit di registrare per i suoi lettori lo
spirito dellepoca e riconoscere la fragilit dellAufklrung. La Berlinische Monatsschrift si offriva come specchio del malessere e, al
contempo, come spazio per rielaborare razionalmente le ragioni, anche se immature e distorte, dellopposizione allesistenza di unistituzione fermamente voluta da Federico II. Linsofferenza generale nei
confronti della Rgie si esacerb alla morte di Federico II (17 agosto
1786) e port alla sua abolizione lanno successivo57. Non per questo
F. Gedike, Ueber eine rthselhafte Rthselgeschichte, cit., p. 273.
Ivi, p. 288.
57
H. Zschoke, Die Berliner Akzisemauer. Die vorletzte Mauer der Stadt, Berlin, Berlin Story Verlag, 2007, pp. 33-39.
55
56

160

edoardo tortarolo

si esaur il dibattito sulla Rgie e sui meriti finanziari e politici dei diversi sistemi di riscossione, cui la Berlinische Monatsschrift, pur
obliquamente, aveva offerto un legittimo canale di diffusione. Le voci
sia di opposizione sia di sostegno al principio dellappalto dellesazione mutarono tuttavia tono e contesto. Da elemento di una visione
apocalittica espressa in enigmi e indovinelli la discussione divenne un
tema della disputa di economia politica tra specialisti58.
3. Kant e leventualit dellopposizione
Come noto, Kant non aveva tra le mani il numero di settembre della Berlinische Monatsschrift quando termin, il 30 settembre 1784, la stesura della sua risposta al quesito di Zllner. Se ne scus
ricordando che avrebbe preferito conoscere la reazione di Mendelssohn prima di inviare alla redazione la propria risposta. Kant non pot
quindi leggere la bizzarra storia dellindovinello che aveva indotto Gedike a riportare la violenta critica alla Rgie. N Kant, che non abbandon mai Knigsberg, aveva visto le strade di Berlino affollate dagli acquirenti di letteratura di consumo plebeo o seguito personalmente, sulluscio di casa, le petizioni contro il nuovo Gesangbuch volute da Apitsch. Tuttavia, ragionevole pensare che fosse ben a conoscenza dellastio verso la Rgie, se non altro attraverso la sua assidua consuetudine con gli ambienti commerciali di Knigsberg e attraverso Hamann, che era un dipendente della Rgie stessa (ferocemente critico verso il suo datore di lavoro)59. se possibile ancor pi ovvio che seguisse le vicende politico-amministrative in campo
religioso che facevano capo a von Zedlitz. Sullo sfondo allora di questi sviluppi di forme di critica pubblica con toni di opposizione aperta
alle misure del governo, sia in campo religioso sia nellambito della
politica fiscale, si pu proporre una lettura ancora pi legata al contesto di quegli anni di quanto sia solito avvenire nel commento al sagF. Schui, Taxpayer Opposition, cit., pp. 392-99.
Cfr. ora lampia e accurata biografia di M. Kuehn, Kant. A Biography, Cambridge, Cambridge University Press, 2001. Inoltre cfr. i cenni sulla vita sociale di Kant
a Knigsberg in J. H. Zammito, Kant, Herder, the Birth of Anthropology, ChicagoLondon, University of Chicago Press, 2002, pp. 100-23. Su Hamann e il suo difficile rapporto con la Rgie cfr. da ultimo R.A. Sparling, Johann Georg Hamann and
the Enlightenment Project, Toronto, University of Toronto Press, 2011, pp. 153-93.
Per un quadro complessivo cfr. L. Scuccimarra, Obbedienza, resistenza, ribellione.
Kant e il problema dellordine politico, Roma, Jouvence, 1998.
58
59

opinione pubblica e opposizione in prussia sotto federico ii

161

gio di Kant su Was ist Aufklrung?, del quale ovviamente n lautore


n i lettori contemporanei potevano immaginare limmensa eco postuma60. Attraverso una rilettura dei testi che con diversa ampiezza
hanno recentemente dato autorevoli interpretazioni del saggio di Kant,
James Schmidt tornato di recente sulla questione di come si possa
leggerlo. Schmidt ha rielaborato e ampliato il suggerimento di Venturi del 1969 a non esaurire la lettura da una prospettiva esclusivamente filosofica61. In Utopia e riforma Venturi si era limitato ad analizzare la prima parte del saggio di Kant ripercorrendo levolversi degli usi del motto di Orazio Sapere aude nel Settecento tedesco: Schmidt intende ampliare il punto sollevato da Venturi ed esaminare in
quali modi il saggio di Kant si esprima sulla questione delle restrizioni che il governo pu imporre sulla libera espressione del dissenso.
Appoggiandosi su quanto ripetutamente Foucault scrisse commentando il saggio di Kant, Schmidt giunge alla conclusione che il saggio del 1784 e linsieme del dibattito sulla domanda Was ist Aufklrung? ci offrono un esempio eccellente di un momento in cui alcune
modalit di pensiero e di azione diventano problematiche, costringendo coloro i quali erano impegnati in queste pratiche a muovere
un passo indietro e a riflettere su ci a cui applicavano le loro energie e su come i loro sforzi per propagare i lumi erano inseriti in un
complesso dominio di atti, pratiche e pensieri, che [] pongono problemi per la politica62.
60
Cfr. le varie edizioni moderne, tra cui spiccano Was ist Aufklrung? Beitrge
aus der Berlinischen Monatsschrift, a cura di N. Hinske, Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1973 (41990); What Is Enlightenment?: Eighteenth-Century Answers and Twentieth-Century Questions, a cura di J. Schmidt, Berkeley, University
of California Press, 1996; Was ist Aufklrung? Thesen, Definitionen, Dokumente, a
cura di B. Stollberg-Rilinger, Stuttgart, Reclam, 2011. Un importante e condivisibile
tentativo di riportare il saggio di Kant nel suo contesto originale J. Schmidt,
The Question of the Enlightenment, cit. (la citazione a p. 270).
61
J. Schmidt, Misunderstanding the Question: What is Enlightenment?: Venturi, Habermas, and Foucault, in History of European Ideas, 37, 2011, pp. 43-52.
Due interessanti saggi recenti (W. Bartuschat, Kant ber Philosophie und Aufklrung e L. Kreimendahl, Kants vorkritisches Programm der Aufklrung, in Kant und
die Zukunft der europischen Aufklrung, a cura di H. F. Klemme, Berlin, de Gruyter, 2009, pp. 122-142) contestualizzano la nozione di Aufklrung strettamente allinterno della riflessione di Kant, isolandola dalla discussione contemporanea.
62
Schmidt, Misunderstanding, cit., p. 52. Cfr. M. Foucault, Le gouvernement
de soi et des autres. Cours au Collge de France (1982-1983). dition tablie sous la
direction de F. Ewald et A. Fontana, par F. Gros, Paris, Gallimard, 2008, pp. 5-39.
In Italia invalsa la tradizione di tradurre, credo erroneamente, la domanda come
Che cosa lilluminismo?, suggerendo che oggetto della discussione sia un fenomeno

162

edoardo tortarolo

Se si rilegge il saggio kantiano tenendo presenti i motivi di dissenso molto concreti che attraversavano la societ prussiana nei suoi
rapporti con il governo assoluto di Federico II, diventa possibile cogliere pi concretamente a che cosa si riferisse Kant. In particolare si
pu giustificare una lettura nella quale le affermazioni generali e apparentemente svincolate da riferimenti puntuali sono lette come negazione di comportamenti specifici e opinioni accreditate dalla tradizione nel corso del tempo. Se forse eccessivo parlare semplicemente
di vocabolario sovversivo per Kant, come per tutti membri dellelite
prussiana negli anni ottanta, si deve tuttavia rilevare che il saggio del
1784 registra i motivi di forte tensione e li interpreta come indizi di
uno sviluppo verso il superamento del governo assoluto, pur in tempi
non brevi63. Il rovesciamento terminologico che ha sorpreso gli interpreti diventa pi comprensibile. Luso pubblico della ragione non pu
che prevalere su quello privato dei singoli uomini che lavorano per
lo Stato: il loro uso privato della ragione dettato dal rispetto per
limpegno allobbedienza nei confronti dellautorit e ha senso come
impegno a mettersi al servizio della comunit. Gli avvenimenti a cavallo tra gli anni settanta e ottanta avevano per mostrato che la critica pubblica aveva conseguenze nellambito che Kant definiva privato, quello nel quale lecito frequentemente porre limiti molto
stretti, senza per questo ostacolare particolarmente il progredire dei
lumi64. Lesempio addotto da Kant non poteva essere casuale: quando
si tratta di prestare il proprio contributo fiscale il cittadino non pu
rifiutarsi di versare la parte decisa dal sovrano (anche se il carico complessivo pu essere stato ripartito senza equit). Ma il cittadino conserva il diritto di esprimere pubblicamente i suoi pensieri contro linopportunit (Unschicklichkeit) o anche lingiustizia delle imposizioni,
storico specifico, anzich un problema universale reso evidente e attuale (e naturalmente anche problematico) dallo stato e dalla societ prussiana sotto Federico II (cfr.
da ultimo Che cos lilluminismo?: i testi e la genealogia del concetto. Introduzione
e cura di A. Tagliapietra; traduzioni di S. Manzoni ed E. Tetamo, Milano, Bruno
Mondadori, 2000).
63
Il riferimento al Kant sovversivo viene dal saggio importante di C. Laursen,
The Subversive Kant: The Vocabulary of Public ad Publicity, in Political Theory,
14, 4, 1986, pp. 584-603. La tesi che Kant considerasse la monarchia assoluta una fase
transitoria verso lautogoverno democratico stata ripresa recentemente, senza riferimento alla discussione prussiana degli anni ottanta, da R.S. Taylor, Democratic
Transitions and the Progress of Absolutism in Kants Political Thought, in The Journal of Politics, 68, 3, 2006, pp. 556-570.
64
I. Kant, Was ist Aufklrung?, in Berlinische Monatsschrift, 2, 12, 1784, pp.
481-494, citazione a p. 485.

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purch non siano espressi in modo impertinente e scandaloso65. Il riferimento alle polemiche contro la Rgie e contro la sua avidit era
trasparente e non poteva sfuggire ai lettori contemporanei, risentiti
tanto per il peso dellesazione dellaccisa quanto per le sue modalit
umilianti. E dichiarare il diritto a contestarla era indicato come non
soltanto una creazione di legittimit ma anche un contributo al progresso che si sarebbe realizzato pure nella pratica di governo. Lattenzione di Kant per la libera discussione religiosa stata variamente
spiegata, non da ultimo con la convinzione che la religione fosse pi
di altri temi al riparo dallintervento della censura. In realt, la discussione sul diritto dei religiosi di partecipare alla discussione in
quanto dotti rimandava direttamente allo scontro tra teologi neologi
e teologi tradizionalisti, di cui una tappa era stata la campagna di
stampa e di petizioni pro o contro il Gesangbuch. La descrizione di
come si raccoglie la maggioranza dei voti (Stimmen) da portare davanti al trono per permettere alle comunit degli innovatori religiosi
di godere della protezione delle leggi rispecchiava la dinamica interna
alla chiesa luterana intorno al 1780 cos come questa si era effettivamente svolta. Nellambito fiscale e nellambito della convinzione religiosa la sfera pubblica animata dai dotti in quanto cittadini garantiva
sul lungo periodo che il germoglio del pensare in libert si sviluppasse e generasse nel popolo la capacit di agire in indipendenza intellettuale e infine trasformasse i fondamenti del governo. Nel 1784
la realt cui si riferiva Kant era quindi diversa dalla stilizzazione di
Habermas: piuttosto un formicolare di proteste, discussioni, malevolenze, insofferenze, irritazioni, ansie apocalittiche, espresse a voce e
per iscritto, che la sfera pubblica colta dei professori, dei funzionari
e dei teologi razionalisti osservava e filtrava, talvolta recepiva, divisa
comera tra il compiacimento per se stessi e per la propria superiorit intellettuale e morale e lo sconcerto e la sorpresa per il ritardo
altrui sulla strada del progresso. Palesemente Kant era consapevole
della contraddittoriet della realt prussiana e la registrava con unironia che si dovrebbe pi frequentemente cogliere e sottolineare. Sapeva daltronde di rivolgersi a un pubblico da cui si attendeva rea65
I. Kant, Was ist Aufklrung?, cit., p. 486. Nel 1793 Kant torn sullargomento, nel saggio ugualmente pubblicato nella Berlinische Monatsschrift di settembre, intitolato ber den Gemeinspruch: Das mag in der Theorie richtig sein, taugt
aber nicht fr die Praxis, confermando che lingiustizia e lingiustizia nella distribuzione del carico fiscale autorizzavano pienamente quanto meno (wenigstens) a
reclamare per iscritto unequa ripartizione (pp. 201-84, citazione p. 251).

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edoardo tortarolo

zioni anche critiche66. Solo come espressione di unironia che cercava


la complicit dei lettori si pu infatti interpretare lannotazione sorprendente che sulla sfera pubblica vigila lesercito. Di per s garanzia
paradossale della libert di discussione, quellesercito era inoltre definito da Kant ben disciplinato e numeroso, mantenuto dal sovrano
illuminato a disposizione per tutelare la tranquillit pubblica67. Kant
e i suoi lettori sapevano bene che, per un lungo periodo dopo la conclusione della guerra dei sette anni, nel 1763, lesercito prussiano non
aveva avuto occasioni per mostrare il proprio valore e la propria efficienza sul campo di battaglia. Lo scontro diplomatico-militare con
gli Asburgo nel 1778-1779 fu tanto poco una prova della disciplina
prussiana in battaglia da meritare a Berlino la definizione derisoria di
guerra delle patate. Kant e i suoi lettori sapevano altrettanto bene,
per, che il mantenimento di un esercito di quelle dimensioni costituiva una causa della pressione fiscale che la popolazione era sempre
meno disposta a tollerare. Quanto allo spirito marziale nellesercito
prussiano, ricordato enfaticamente da Kant, si pu rimandare, nella
stessa Berlinische Monatsschrift del 1784, allarticolo scritto dal generale Moritz Adolf von Winterfeld sullalto tasso di diserzione e sul
disperante livello di inaffidabilit dei soldati, al limite del degrado
umano68, per far nascere il sospetto che Kant invitasse in realt a leggere anche tra le righe, a fare uso della ragione in primo luogo nella
Lettera di Kant a Johann Erich Biester, 31 dicembre 1784, Briefwechsel, Akademie-Ausgabe, Berlin, Reimer, 1900, X, p. 397, lettera 236, in cui esprimeva, con
spirito pragmatico, anche il desiderio di sapere quali questioni il pubblico vorrebbe
maggiormente vedere risolte.
67
Il ruolo dellesercito prussiano nel garantire il processo di Aufklrung fu discusso da Hamann nella sua ben nota lettera a Christian Jacob Kraus del 18 dicembre 1784, scritta subito dopo avere ricevuto il numero della Berlinische Monatsschrift. Senza entrare nellanalisi del testo di Hamann, si ricorda qui solo che anche
a lui la menzione dellesercito pareva inspiegabile (J.G. Hamann, Briefwechsel, a cura
di A. Henkel, Frankfurt/Main, Insel, 1965, V, pp. 264-65). Unattenta analisi in G.
Green, Modern Culture Comes of Age: Hamann versus Kant on the Root Metaphor
of Enlightenment, in What is Enlightenment, cit, pp. 291-305, cui si pu aggiungere
quella alquanto idiosincratica di I. Berlin, The Magus of the North. J. G. Hamann
and the Origins of Modern Irrationalism, New York, Farrar, Straus & Giroux, 1993,
pp. 107-109. Per due opposte interpretazioni delle violente accuse di Hamann a Kant
cfr. O. Bayer, Zeitgenosse im Widerspruch. Johann Georg Hamann als radikaler
Aufklrer, Mnchen, Piper, 1988, pp. 138-140 e Henry Allison, Kants Conception
of Aufklrung, in Id., Essays on Kant, Oxford, Oxford University Press, 2012, pp.
230-2 in particolare.
68
M.A. von Winterfeld, Einige Vorschlge zur Verhtung der Desertion bei
den Soldaten, in Berlinische Monatsschrift, 2, 9, 1784, pp. 256-66.
66

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lettura del suo stesso saggio, a non aspettare per uscire dalla minorit intellettuale di cui si responsabili69. La vita nelle strade, nei
caff, nelle caserme, nelle case private metteva a dura prova i limiti
della parrhesia dellAufklrung: offriva e talvolta imponeva tuttavia i
temi da affrontare nellopinione pubblica creata dai libri e dalle riviste, per quanto con la cautela opportuna in una monarchia assolutista70.

69
Sul tema complesso della responsabilit individuale per decidere o meno di
uscire dalla minorit intellettuale cfr. J. N. Schneewind, Toward Enlightenment: Kant
and the Sources of Darkness, in The Cambridge Companion to Early Modern Philosophy, a cura di D. Rutherford, Cambridge, Cambridge University, 2006, pp. 328352, in particolare pp. 338-39.
70
I. Kant, Was ist Aufklrung?, cit., p. 493.

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