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che cosa cerco e non so chi sono io. E in questa direzione che va la poetica
di Mirbeau, attuale e vicina alla sensibilit contemporanea, priva di certezze.
Ma in altre opere che si mostra con maggiore evidenza, senza aspetti
scandalistici, la tensione esistenziale che costituisce la sua nota dominante.
*
Dans le ciel (Nel cielo), che Albino Crovetto traduce in Italia per la
prima volta, nella collana curata da Eileen Romano, rappresenta uno dei
momenti pi significativi, forse, della scrittura mirbelliana. Eppure il silenzio
lo ha seppellito per pi di centanni. Sul versante francese infatti non si
scherza: il feuilleton, comparso su LEcho de Paris poco dopo il Journal dune
femme de chambre (tra il 1892 e il 1893), deve solo allimpegno di Pierre
Michel ledizione in volume nel 1989. Ora forse linteresse di Crovetto,
traduttore delle Perle morte, a dare una chance allopera in Italia. Questa
macroscopica diversit tra la fortuna dei due romanzi gi indicativa della
loro profonda differenza. Mirbeau stesso aveva abbandonato Nel cielo al suo
destino: forse, come suggerisce Pierre Michel, perch non del tutto convinto
che si trattasse di unopera finita. Ma forse anche perch questa volta
lautore non era sceso a patti col gusto dei lettori, per dare spazio invece a
riflessioni esistenziali ed estetiche, e alla passione per la pittura, che lo aveva
portato a battersi in prima linea nella difesa degli artisti contemporanei. Qui,
infatti, sotto il personaggio di Lucien, emerge senza altri veli la figura di Van
Gogh, a cui Mirbeau aveva dedicato il primo articolo sulla stampa.
Nettamente diviso in due parti, il romanzo descrive nella prima il
personaggio di Georges, giovane dotato di acuta sensibilit, e per questo
isolato come un paria dal mondo borghese, quindi il suo incontro con
Lucien, che vede in lui il discepolo ideale, e lo fa partecipe dei suoi tormenti
artistici. Il testo scritto in prima persona, con una curiosa successione di
due diversi narratori, alla fine non risolta. Al primo -un anonimo borghese- il
secondo, Georges, consegna la storia della propria vita, vale a dire quello che
non ha mai avuto il coraggio di esprimere, per timidezza o goffaggine.
Temperamento artiste, represso dalleducazione e dalla societ, Georges ha la
fisionomia del vinto e del refrattario. Eppure ha la percezione che tutta
lumanit sia schiacciata in maniera analoga dal peso dellesistere: E se
anche fossi stato un ragno umano, e se anche avessi goduto delle mie
vittime!... Sarei stato felice, pi felice? E non sarei stato sempre schiacciato
dal mistero di questo cielo, da tutto quellignoto, da tutto quellinfinito che mi
pesa addosso?. La sensazione del peso dellinfinito lo predispone a
comprendere la pittura di Lucien, di cui Mirbeau cita numerose lettere,
apertamente ispirate alla poetica di Van Gogh.