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SFERE ED AGGLOMERATI LITICI DELLA SARDEGNA

MERIDIONALE. ORIGINE NATURALE OD OPERA DELLUOMO?


Dott. Geol. Marco Zanicchi
Vicepresidente di EPTACONSULT scrl Geology&Consulting Engineers- La Spezia
Consigliere della Associazione Culturale Architettura&Geobiologia studi integrati La Spezia

La presenza di agglomerati litici di dimensione ciclopica (con diametro dei singoli


elementi sferici da multidecimetrico a metrico), rinvenuti allinterno di una
antica cava a nord del territorio comunale di Cagliari, oggi colmata in sabbia
(dove con tutta probabilit si estraeva anticamente la pietra arenaria) e portati
alla luce in gran numero, mi ha indotto ha cercare di comprendere, sebbene con i
pochi elementi ad oggi disponibili, le origini e la dinamica di formazione di tali
conformazioni. In prima battuta, si voglia per deformazione professionale, ho
cercato di ricostruire la dinamica di formazione, seguendo una o pi ipotesi
verosimili sotto il profilo scientifico, lasciando per ultima lipotesi della scolpitura
ad opera delluomo.

Immagini dei blocchi di pietra

Le pietre di varia forma sono oggi posizionate in un giardino ubicato in Comune


di Assemini (CA) entro una propriet privata; per gentile concessione del
proprietario (Sig. Luigi Pillitu) che si mostrato da subito interessato a conoscere
lorigine e le propriet delle pietre in questione, mi stato possibile eseguire gli
studi e le misure di seguito commentate.
Si tratta di blocchi di arenaria a grana molto grossolana (grovacca), con
abbondanti granuli di quarzo limitatamente arrotondati e presenza di rari gusci
pressoch integri di lamellibranchi (presumibilmente pettinidi di et pliocenica) di
dimensione centimetrica nonch abbondantissimi frammenti degli stessi gusci di
dimensione millimetrica e submillimetrica.
In base alla cartografia geologica ufficiale (foglio 557 Cagliari del progetto CARG
ISPRA) sul contorno della cava dove i blocchi sono stati originariamente
rinvenuti affiora la formazione delle "Arenarie di Pirri", a cui gli stessi blocchi
dovrebbero appartenere. Dalla bibliografia la formazione geologica in questione
caratterizzata da arenarie ben cementate e sabbie quasi incoerenti grigiogiallastre mediogranulari, costituite da granuli di quarzo (per pi del 70%),
feldspato e mica, a cemento carbonatico (che sono appunto i caratteri salienti
della pietra costituente i blocchi esaminati, compresa la notevolissima reazione
della matrice dei frammenti quarzosi allattacco con acido cloridico concentrato).
Analizzando la carta geologica e la morfologia attuale del sito dove i blocchi sono
stati prelevati, parrebbe trattarsi di una antica cava dove veniva estratta pietra
arenaria (arenaria di Pirri nella Fattispecie) e dove la cavit estrattiva centrale
stata o si riempita di sedimento sabbioso. Tale sedimento poteva derivare dal
dilavamento in parete degli orizzonti sabbiosi biancastri che rappresentano gli
interstrati della bancate francamente litoidi, oppure da sedimento di scarto delle
lavorazioni ad esempio di taglio della pietra.

Stralcio carta geologica foglio 557 Cagliari della cartografia CARG ISPRA Min. Ambiente

Stralcio della legenda della carta foglio 557 Cagliari della cartografia CARG ISPRA Min. Ambiente

Nelle foto che seguono si rappresentano alcuni particolari della superficie esterna
dei blocchi in oggetto:

Dettaglio della superficie dei blocchi di pietra e dei gusci di lamellibranco

Lo stato di alterazione della roccia si limita solamente alle porzioni pi pellicolari


dei blocchi e delle concrezioni e si riduce scendendo in profondit entro gli stessi.
La parte interna risulta infatti estremamente compatta e con granuli di
dimensione appena maggiore, sono altres presenti zone di concentrazione di
ossidi metallici rilevabili oltre che ad occhio nudo con lutilizzo di un metal
detector.

La parte interna di uno dei blocchi analizzati

Larenaria in questione una roccia sedimentaria


di origine marina. La
tanatocenosi dei fossili rinvenuti (ossia il loro ambente di vita e le loro
caratteristiche) presumibilmente epiobionti (che vivono sul fondo marino come
appunto i pettinidi), fa ritenere che il sedimento che ha originato le sfere di
pietra si sia depositato presumibilmente nella zona fotica (entro la profondit di
200 m dal l.m.m.) a cavallo tra le zone litorale ed infralitorale, come visibile nel
seguente schema:

Zone di deposizione in ambiente marino

Lipotesi condotta scaturisce dallo spessore del guscio dei pettinidi, indicante un
ambiente di vita, e quindi di deposizione post-mortem, con significativa energia
del moto ondoso, quale appunto la fascia sub litorale ove si ha le deposizione dei
clasti litoidi pi grossolani trasportati dai corsi idrici provenienti dalla terraferma.
La presenza, allinterno della roccia, di moltissimi di frammenti di guscio (pi
frequentemente a spigoli vivi) e di assai pi rari gusci interi (nonostante lo
spessore) fa pensare a come il sedimento, contenente i gusci in questione, abbia
subito un ulteriore trasporto violento e probabilmente a notevole distanza dalla
zona di deposizione naturale.
Lipotesi seguita e quella della facies deposizionale di tipo turbiditico (ossia
formatasi per frana sottomarina all'interno dei profondi canyons che solcano il
bordo della piattaforma continentale come riportato nel seguente schema).

Per sommi capi il meccanismo formazionale dei blocchi potrebbe essere stato il
seguente:
Alcuni degli elementi pi grossolani dellonda di torbida strappati dal
basamento sui cui scorre la frana sottomarina (pi duri e/o prevalentemente a
base quarzosa) per la particolare densit della stessa torbidite, rimangono
nella parte alta dellaccumulo sul piano abissale;
Vengono quindi ripresi dalle ondate di torbida successive che percorrono lo
stesso canyon e, per rotolamento allinterno del sedimento della frana,
tendono ad arrotondarsi e fissare sul loro esterno ulteriori granuli (forse
per la comparsa di fenomeni elettropiezometrici interessante il quarzo durante
le fasi di urto e compressione e quindi per linsorgenza di legami di tipo
elettrochimico tra i granuli e il blocco di origine)
Lidea della comparsa di fenomeni di natura piezoelettrica per giustificare
laccrescimento dei blocchi mi scaturita dalla consapevolezza che tale effetto
presente in quasi tutti i materiali cristallini
quali il quarzo (qui molto
abbondante) che sono privi di centro di simmetria. Infatti la struttura di tali
cristalli costituita da microscopici dipoli elettrici. In condizioni di quiete, tali
dipoli elettrici sono disposti in maniera tale che le facce del cristallo hanno tutte
lo stesso potenziale elettrico. Quando viene applicata una forza dall'esterno,
comprimendo il cristallo, la struttura del cristallo stesso viene deformata e si
perde la condizione di neutralit elettrica del materiale, per cui una faccia del
cristallo risulta carica negativamente e la faccia opposta risulta carica
positivamente. Il cristallo si comporta dunque come un condensatore al quale
stata applicata una differenza di potenziale. Se le due facce vengono collegate
tramite un circuito esterno (lacqua di mare nel nostro caso), viene quindi
generata una corrente elettrica, detta corrente piezoelettrica che pu interagire
con il cristallo pi prossimo, creando legami elettrochimici per opposizione di
segno elettrico.
Per pura sperimentazione in un grosso frammento del nucleo del blocco dove i
granuli di quarzo assumono la dimensione maggiore sono state connesse le due
estremit di un millivolmetro andando a percuotere con una massa metallica il
frammento in questione ma lo strumento non ha mai evidenziato la creazione di
una purch minima differenza di potenziale tra i due elettrodi. Lipotesi
formazionale condotta non ha quindi ancora avuto una validazione scientifica
sperimentale.
Nelle note a commento della carta Foglio 557 Cagliari del Carg Ispra, nella
descrizione delle Arenarie di Pirri si cita la presenza di sabbioni grossolani
inglobanti sferoidi arenacei litificati- Palle di San Lorenzo -50-80 cm riferendosi
alla cava di argilla di San Lorenzo attualmente adibita a discarica.
Sul territorio nazionale la presenza dei blocchi subsferici di pietra non
comunque un fenomeno unico. La formazione di blocchi litoidi di forma sferica
stata rinvenuta nella zona di Argimusco Montalbano Elcona (ME):

ove si rinvengono forme del tutto simili (vedi foto seguente)

Sfere di roccia zona di Agrimusco Montalbano Elcona (ME)

(pubblicato sul Web da Andrea Orlando


nel portale di archeoastronomia
http://archeoastronomo.blog.spot.it del 2 marzo 2014 da cui sono tratti i
diagrammi e la fotografia soprariportata).
Anche nel parco nazionale dellAspromonte si rinvengono nella valle del fiume
Amendolea, presso Rocca del Drago, forme simili denominate localmente caldaie
del latte vedi foto seguenti.

Formazioni litoidi con forme sferiche

Immagini
tratte
dallarticolo
presente
sul
Web
allindirizzo
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.194096110618206.52640.122352
437792574&type=1&hc_location=ufi
Sino a qui lipotesi scientifica che attribuisce lorigine a particolari condizioni
depositive e di movimentazione dei sedimenti molto peculiari, sovrapposte ad una
litologia altrettanto particolare.
Limpianto della teoria si basa su un elemento importante che riguarda la
capacit di accrescimento dei blocchi sino alle dimensioni ciclopiche per
fenomeni piezoelettrici che tuttavia con la semplice prova eseguita non hanno
ottenuto una validazione sperimentale (di tipo strumentale). E altres vero che il
nucleo dei blocchi (perlomeno di quelli analizzati) non per nulla omogeneo data
la presenza delle zone di concentrazione di ossidi metallici e zone dove
praticamente non si riscontrano tali elementi. Tale anisotropia potrebbe in
qualche modo dare adito ad una migrazione di cariche elettriche allinterno del
blocco in particolari condizioni.
Fino a qui sono stati valutati gli elementi scientifici a supporto dellipotesi della
formazione naturale dei blocchi. Rimane da sviluppare laspetto su come i blocchi
in questione siano finiti concentrati in una ex cava ricolmata.
Raffrontando il caso in esame con gli altri precedentemente presi a paragone
emerge da subito una sostanziale differenza. I blocchi in questione sono stati
rinvenuti a distanze ragionevolmente brevi (in termini di areale geologico) luno
dallaltro, in una cava ricolmata e non allinterno di bancate arenacee distribuite
sul territorio come negli altri casi trattati in Sicilia e Calabria.
Sia nel caso di Argimusco che a Rocca del Drago le sfere tendono ad emergere
dalle bancate arenacee che le inglobano ed a staccarsi perch soggette ad una
erosione differenziale meno marcata di quella agente sulla roccia inglobante, con
una conseguente distribuzione diffusa delle sfere litiche sul complesso degli
affioramenti arenacei.
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I blocchi in questione sono stati rinvenuti in una cava (coordinate 3916 00.86
N e 9 05 04.37 E) che si trova compresa tra le arterie viarie SS131 Carlo Felice
e la SS 131dir

La cava ove sono stati rinvenuti i blocchi

Considerando la deposizione naturale dei blocchi nella cava si possono seguire


due ipotesi: la prima riguarda il trasporto dei blocchi da parte delle acque, di un
fiume, ma nelle immediate vicinanze della cava in oggetto non si hanno corsi
idrici caratterizzati da un livello di energia, anche in evento di piena, tale da
consentire la movimentazione naturale dei blocchi. Sempre in termini naturali se
i blocchi affioravano in mezzo alle sabbie sui fronti di scavo potevano staccarsi e
rotolare verso il basso andando a concentrarsi, grazie alla forma, nelle zone pi
depresse.
Pu anche essere verosimile lipotesi di un intervento umano che quando, nel
corso dell estrazione della sabbia, loperatore rinveniva i blocchi litoidi li faceva
cadere a valle li accumulava in una determinata zona per un futuro utilizzo.
Molti dei blocchi rinvenuti hanno per forme cos particolari e, nel caso delle
sfere, una geometria cos regolare e perfetta da far scaturire non pochi dubbi
sulla sola formazione naturale.

Alcuni dei blocchi di forma particolare

In questottica unaltra domanda che mi sono posto riguarda il perch e a che


scopo andare a scolpire in toto o in parte questi blocchi.
Tra tutti i blocchi presenti nel giardino si provveduto ad approfondire le ricerche
su uno di forma ovoidale ma pi regolare:

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Il blocco oggetto dellanalisi magnetometrica

e su questo stata dapprima condotta unanalisi magnetometrica. Nello specifico


si ricercata la variabilit al di sopra del blocco della componente z del Campo
Magnetico Terrestre (CMT) ed allo scopo si utilizzato un magnetometro tipo
flux-gate MFM 2 di ROM ELEKTRONIK GmbH. In particolare stata utilizzata
una sonda flux-gate esterna con sensore verticale dotata di sistema di controllo
della verticalit dellasse di misura. Lo strumento ha una sensibilit di 1 nT con
errore di misura di 2% 0.3T.
Il blocco in questione stato inserito in una griglia di punti che costituiscono un
grid di maglie quadrate con lato di 20 cm, come illustrato nella figura che segue.
0.00

1.20 m

1.80 m

325 N
N
La griglia di misura sul blocco in esame e lorientazione dello stesso rispetto al nord magnetico

Le misure sono state eseguite il giorno 31 agosto 2015 alle ore 17; orario in cui,
in base alle misurazioni del campo magnetico terrestre condotte alle stazioni di
Castello Tesino (TN), LAquila e Lampedusa di INGV, non si riscontravano
particolari oscillazioni della componente in questione del CMT (vedi diagrammi
seguenti derivanti dal magnetogrammi giornalieri di INGV alle stazioni citate).

11

12

Diagrammi variazione giornaliere delle componenti del CMT alle stazioni citate

Mantenendo il sensore circa alla stessa quota (10 cm sopra la maggior altezza del
blocco) e stata eseguita la misura nei vari punti della griglia predefinita.
I valori della componente magnetica verticale espressi in microTesla ottenuti sono
stati mediati tra loro e quindi stato calcolato lo scostamento di ogni misura
dalla media.
Con apposito software (Isomap di Geo&Soft Torino) i dati di scostamento dalla
media (positivi e negativi) sono stati elaborati con differenti
metodi di
interpolazione: ossia la superficie polinomiale di ordine zero (superficie calcolata
automaticamente per rappresentare il best fitting dellandamento regionale dei
dati) ed il Kriging (algoritmo di tipo geostatistico).
Nel primo caso si ottenuta la seguente distribuzione delle curve di
isoscostamento della componente z del CMT dalla media

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Mentre nel caso del Kriging la curva risulta del tutto simile

14

15

La considerazione che appare evidente riguarda valori abbondantemente inferiori


alla media nella parte N-NW del blocco e valori abbondantemente superiori alla
media nella parte S-SE. In pratica il blocco parrebbe costituire un vero e proprio
magnete naturale.
Il blocco analizzato parrebbe pertanto possedere propriet magnetiche particolari.
In conseguenza di ci, in base a studi condotti sullinterazione delle anomalie
magnetiche sul corpo umano, si andata a verificare la potenziale interazione di
tale anomalia sullo stato biofisico umano.
Per valutare questo aspetto stata condotta su due soggetti di sesso diverso
unindagine della risposta biofisica mediante la tecnica HRV.
Si tratta di una metodologia innovativa di indagine biofisica strumentale, di
recente introduzione ma di comprovata affidabilit, che consiste nella misura
ed lanalisi spettrale della Heart Rate Variability. Tale parametro che consente di
ottenere importanti informazioni oggettive sulla tipologia di interazioni che si
instaurano tra uomo e ambiente, permettendo cosi di evidenziare quanto
lambiente in grado di stimolare il sistema nervoso autonomo e di valutare il
livello di bilanciamento indotto tra il sistema Simpatico ed il sistema
Parasimpatico.
Per la misura dellHRV si utilizza unapparecchiatura dotata di sensore
fotopletismografico, applicato al dito indice o medio della mano (sensore A)

posizonamento dei sensori HRV

in grado di rilevare le variazioni cicliche di conduttanza conseguenti alla


prevalenza di uno dei due sistemi.
Lapparecchiatura utilizzata si avvale di un sistema di condizionamento &
elaborazione segnali e di un Software relativo. La stessa apparecchiatura in
grado di rilevare anche la Resistenza Elettrica Cutanea (GSR) attraverso i sensori
B (Il tono del GSR e' il valore assoluto della Resistenza Elettrica cutanea, ed e'
tanto pi alto quanto pi un soggetto e' rilassato. Viceversa tende a diminuire se
il soggetto va in stato ansioso o sotto stress).
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E possibile quindi rilevare e registrare il livello di attivit Simpatico &


Parasimpatico, di un soggetto seduto comodamente e a riposo (il pi possibile
isolato dai disturbi esterni), andando ad effettuare lanalisi spettrale del relativo
segnale cardiaco.

Stazione di misura del test HRV e controllo in tempo reale dei risultati

In sintesi tramite questa metodologia di rilevazione, possibile avere indicazioni


al riguardo della influenza ambientale del luogo dove viene effettuata lanalisi in
modo strumentalmente ripetibile.
Ogni singolo test stato ripetuto per almeno 2 volte (a distanza di 3 minuti tra la
prima e la seconda misura), sia mettendo i soggetti a contatto con il blocco in
questione che ponendo gli stessi in area vergine posta alle distanza di circa 10
m dal blocco suddetto (ed orientando sempre nello stesso modo i soggetti testati
ossia con lasse delle spalle in direzione est-ovest e con lo sguardo a nord).
Per entrambi i soggetti si sono eseguite prima le prove a contatto del blocco
quindi le rilevazioni alla distanza di 10 m.
Di seguito si riporta la sintesi dei risultati del test HRV
SOGGETTO FEMMINILE ANNI 39
POSIZIONE
VALORE
VALORE
BPM
POWER
TOT
ADIACENZA
69.2
6.7
MASSO1
ADICENZA
55.3
10.9
MASSO 2
DISTANTE
57.9
10.3
MASSO 1
DISTANTE
64
8.9
MASSO 2

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VALORE
POWER
VLF
6.2

POWER LF

POWER HF

5.1

10.4

9.9

8.2

9.9

9.5

8.2

8.3

8.6

7.3

SOGGETTO MASCHILE ANNI 58


POSIZIONE
VALORE
VALORE
BPM
POWER
TOT
ADIACENZA
73.5
5.9
MASSO1
ADICENZA
70.3
6.3
MASSO 2
DISTANTE
73.4
7.2
MASSO 1
DISTANTE
75
8.1
MASSO 2

VALORE
POWER
VLF
5.4

POWER LF

POWER HF

4.5

4.1

6.8

5.4

5.3

6.9

5.5

6.4

7.3

6.1

Livelli di riferimento dei parametri in tabella:


-

Power
Power
Power
Power

Tot
Vlf
Lf
Hf

:
:
:
:

livelli normali compresi tra 7,2 e 9,1


livelli normali compresi tra 6,6 e 8,8
livelli normali compresi tra 5,9 e 8,0
livelli normali compresi tra 3,8 e 7,0

Il comportamento del soggetto femminile in adiacenza del masso evidenzia uno


sbilanciamento abbastanza lento, ma molto significativo del sistema simpatico
con i valori di LF ed HF che crescono ben oltre al range dei valori normali. Al
contempo allontanandosi dal masso i valori tendono lentamente a rientrare nella
normalit.
Altres il soggetto maschile, appena entra in contatto con il masso, subisce un
significativo sbilanciamento verso la parte del parasimpatico (drastica discesa dei
valori di LF e HF) che riesce a compensare abbastanza velocemente. Infatti pur
essendo ancora a contatto con il masso testato i valori tendono gi a risalire
verso la norma portandosi poi a condizioni di bilanciamento allontanatosi dalla
sorgente perturbante.
In estrema sintesi lelemento testato con la sua anomalia magnetica insita:
parrebbe attivare significativamente il sistema simpatico femminile e deprimere
quello maschile, sebbene in tempi e con dinamiche diverse.
A questo punto si aprono tutta una serie di interrogativi che esulano dalla ricerca
in corso e che riguardano un eventuale utilizzo nel passato di tali blocchi di
pietra.
Mi sono infatti posto la domanda del perch (indipendentemente dal fatto che i
blocchi siano di formazione naturale o scolpiti delluomo), spostare e concentrare
le sfere e/o gli agglomerati sferici litoidi in una data zona. Pensando a situazioni
quali molte altre presenti in Sardegna, la motivazione potrebbe essere di origine
archeoastronomica, o ancora a tale pietre era attribuito dagli antichi un
particolare potere avendo sentito una qualche interazione, positiva e/o negativa
con il sistema biofisico umano; interazione percepita da soggetti certamente

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meno evoluti sotto il profilo intellettivo, ma certamente, per necessit, pi a


contatto con il territorio.
In questo caso, alla stregua di quanto rinvenuto e documentato io altri siti
megalitici presenti sul territorio nazionale, la presenza delle pietre disposte
secondo precisi schemi assegnava a determinati luoghi (la cava sopracitata poteva
essere ad esempio uno di questi) il ruolo di luogo sacro (nel senso generale del
termine e non legato alla cristianit). Un luogo caratterizzato da una particolare
energia e quindi utilizzato dagli antichi per ricaricarsi delle fatiche della vita dei
campi (le donne) o rilassarsi (gli uomini) oppure in entrambi i casi per curare o
ridurre gli effetti di patologie risolvibili con i soli effetti dellinterazione dei
materiali naturali con lo stato biofisico umano.
La Spezia 10 Ottobre 2015
Dott. Geol. Marco Zanicchi
Vicepresidente di EPTACONSULT scrl Geology&Consulting Engineers- La Spezia
Consigliere della Associazione Culturale Architettura&Geobiologia studi integrati La Spezia
Iscritto alla Associazione Italiana di Geologia Medica - AGM Italia

BIBLIOGRAFIA:
Andrea Orlando: nel portale di archeoastronomia http://archeoastronomo.blog.spot.it del 2 marzo 2014
ARTICOLO SULLA RETE WEB: FORMAZIONI GEOLOGICHE DELLAGRIMUSCO
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.194096110618206.52640.122352437792574&type=1&hc_location=ufi
ISPRA APAT: Note illustrative carta geologica ditalia Foglio 557 Cagliari
ISPRA APAT: Carta geologica CARG foglio 557 Cagliari
INGV: dati giornalieri stazioni magnetometriche italiane (sito web INGV)
G.Barrocu, T. Crespellani, A Loi Caratteristiche geologico tecniche del sottosuolo dellarea urbana di Cagliari in Atti
Associazione Geotecnica Italiana
S.Berti-Misure dellHeart Rate Variability (HRV) come indicatore attendibile dell interazione tra uomo
http://www.architetturageobiologia.it/ Elemaya - Heart&Emotion - Manuale di uso e manutenzione strumento per misura HRV

ambiente

S.Berti- M.Zanicchi- Metodologie operative per la esecuzione di determinazioni strumentali nell ambito dei rilievi geologico-geobiologici Convegno
presso la Fiera ENERGETHICA GENOVA 08 Marzo 2008
S . Berti- Misura dellHeart Rate Variability (HRV) come indicatore attendibile delle interazioni tra uomo e ambiente-4 Salone delle energie
rinnovabili e soste nibili ENERGETHICA 2009 Fiera Genova
S . Berti- Medicion de la variabilidad de la frecuencia cardiaca como indicador fiable de la interaccion del ser humano con el medio ambiente-GEA
Asociacion De Estudios Geobiologicos
Geo&Soft Torino 3d surface modelling ISOMAP

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