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il ResTo del carlino

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PESARO

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Autore: Stefano G.Azzara


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(ITA)
Il Resto del Carlino Pesaro (ITA)

Urbro

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09 Dicembre 2015

Abbiamo ben altri problemi


di STEFANO G. AZZAR
IL MINIMO che si possa dire che ilRettore ha gusti musicali quantomeno discutibili. In questo senso siamo stati sfortunati: l'Universit di Siena
ha un centro studi che si occupa dell'archivio di Fabrizio De A ndr, a noi
toccato Al Bano. Non bisogna per essere troppo severi: probabilmente gli
ricorda i tempi della giovent ed comprensibile. Scherzi a parte, queste
faccende(come quella di Craxi, Valentino Rossi e Pavarotti,o dell'ex ministro Cancellieri) sono pi che altrofolcloristiche e ben altre sono le questioni
da affrontare. Mi riferisco a problemi contingenti, come le progressioni di
carriera: decine e decine di ricercatori abilitati, sia strutturati che precari,
vengono umiliati mentre i colleghi delle altre universit sono promossi.Persone la cui carriera bloccata da oltre 10 anni, che hanno tenuto in piedi
questo ateneo pur non avendo nessun obbligo di insegnare e che oggi sono profondamente demotivate.
Le chiamate vengono infatti decise con criteri che
fanno pensare pi alla gestione del potere da parte
del Rettore e dei Direttori dei Dipartimenti che a
una programmazione seria o al riconoscimento della produttivit.

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PENSO per anche a problemi pi strutturali. Alla questione dell'Ersu, delle borse e delpi complessivo diritto allo studio, ad esempio: non mipare che
siamo stati in grado di difendere le nostre posizioni
e l'impressione che contiamo poco. Soprattutto,
penso alla totale mancanza di una riflessione strategica partecipata a proposito del ruolo di Urbino nella crisi dell'Universit italiana (e del suo apparato produttivo). Il sistema nazionale gestito dal governo e dal Miur va
verso due canali: universit ricche e d'elite per le classi dirigenti, mega-licei
di massa per gli altri. E'esattamente a questo che serve l'A nvur: l'agenzia
di valutazione della ricerca non ha nessuna credibilit scientifica ed sbeffeggiata da tutti gli esperti (si vedano le dettagliatissime analisi su roars.it)
ma orienta la distribuzione delle risorse e ha gi prodottoprofonde discriminazioni, penalizzando il centro-sud a vantaggio degli Atenei del Nord.
Qualcuno pu pensare seriamente che Urbino possa competere con le universit cosiddette d'eccellenza, in particolare con quelle scientifiche? Esiste
un gap strutturale incolmabile che inevitabilmente ci collocher nei segmenti inferiori del mercato accademico, se non sapremo darci una strategia di
lungo periodo. In questo contesto di sottofinanziamento, e ben sapendo che
il sistema va verso una regionalizzazione (4 universit nelle Marche sono
troppe), sarebbe bene cominciare a costruire politiche di alleanze e convergenze adesso che siamo ancora in piedi, piuttosto che aspettare di essere
comprati da Ancona tra qualche anno. Bisognerebbe evitare cio i ritardi
della statalizzazione: le resistenze della citt e del ceto politico ci hanno
fatto perdere un sacco di opportunit e di risorse. Oggi paghiamo proprio
quegli errori. IlRettore,che usa spesso toni trionfalistici ed unpo'autoreferenziale, di recente ci ha detto che siamo tutti sulla stessa barca. E'una
barca ben strana, nella quale qualcuno guadagna anche l60mila euro lordi l'anno e altri quelli che pi devono sbattersi molto ma molto meno.In
ogni caso, visto che questa barca la guida lui, sarebbe bene che Stocchi non
commettesse gli errorifatti in passato e accettasse le critiche e il confronto
aperto, senza circondarsi solo di yes men. Potrebbe essere utile anche per
lui; per noi sicuramente.
*
docente universitario, Urbino
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