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Imbriani Avellino
La vita tra
ASSURDO
e
PARADOSSO
Mappa
concettuale
FILOSOFIA:
Jean-Paul
Sartre
FISICA:
STORIA:
il Genocidio degli
ebrei ed il caso
eclatante alla
Sapienza di Roma
Faraday ed il
motore
unipolare
MATEMATICA:
la dimostrazione
per assurdo
dell'unicit del
limite
La vita tra
ASSURDO e
PARADOSSO
LETTERATURA
FRANCESE:
LETTERATURA
ITALIANA:
Luigi Pirandello
LETTERATURA
LATINA:
Albert Camus
Apuleio
LETTERATURA
INGLESE:
LETTERATURA
TEDESCA:
il Teatro
dell'Assurdo &
Samuel Beckett
Franz Kafka
FILOSOFIA
Cenni biografici
Nato a Parigi nel 1905, Jean-Paul Sartre studi presso la prestigiosa cole Normale Suprieure e,
tra il 1933 ed il 1934, in Germania. Durante la Seconda guerra mondiale fu internato in un campo
di prigionia; liberato, partecip attivamente alla resistenza francese. Vinse il premio Nobel per la
letteratura nel 1965, ma lo rifiut. Fu parte attiva e simbolo del movimento di contestazione operaia
e studentesca che, nel 1968, esplose in America ed in Europa. Mor nel 1980.
Non vi sono casi accidentali: un avvenimento sociale che erompe subitaneo e mi trascina non viene dal di
fuori, se io sono mobilitato in una guerra, questa guerra la mia guerra, ed io la merito. Se non mi ci sono
sottratto, io lho scelta.
oggetto fra gli altri, come una cosa. Si avr allora latteggiamento masochista. Si implica per la
scelta di annullarsi, il volerlo, esprimere la propria libert di rendersi cosa, che per risulta
fallimentare. Ultimo tentativo il desiderio sessuale, e quindi un atteggiamento sadico, espresso
dalla volont di rendere laltro un oggetto per me. Il sadico si illude, infatti, di possedere laltra
persona attraverso il suo corpo, padroneggiarlo per appropriarsi della sua anima, ma in realt
basta uno sguardo per capre che quello gli sfugge, per realizzare il suo fallimento. Lamore e la
sessualit attirano, ma in fondo deludono sempre, poich nessuno pu mai trovarvi ci che
veramente cercava, ossia una qualche giustificazione della propria ingiustificabile presenza al
mondo.
STORIA
1)
3)
E cos, forte delle sue idee e dei suoi seguaci, Faurisson continua ad andare avanti, fiero
delle sue convinzioni, tanto da difendere s stesso e la sua libert di parola ogni volta che
viene citato in giudizio.
Il tribunale parigino, infatti, ha intentato diversi processi contro lex-professore
delluniversit di Lione, richiamando la legge ideata dallONU, secondo cui negare
lOlocausto reato. Ma il tribunale di Parigi non mai riuscito a punire davvero Faurisson,
proprio come in Italia la legge non pu n punire n citare Caracciolo, se non attraverso
eventuali provvedimenti delluniversit La Sapienza.
Tutto questo perch, come ha affermato la Comunit ebraica, dopo lo scandalo del 22
ottobre 2009, solo in Italia personaggi del genere non vengono puniti, personaggi che
parlano del triste Olocausto come un continuo shoatico lavaggio del cervello.
Ma inutile considerare lefficacia o linefficacia della legge italiana ed internazionale. Qui
la questione si fonda sulla morale personale di cui ogni uomo dovrebbe essere dotato.
Evidentemente c qualcuno che non considera minimamente il rovescio della medaglia e
procede dritto per la sua strada con testardaggine. Ma se solo ci si riuscisse a togliere
quei paraocchi che impediscono di vedere la realt cos com , andando alla ricerca di un
confronto con gli altri, si potrebbe notare lassurdit del negazionismo e dellOlocausto in
s.
Come afferma Hans Jonas, storico dello gnosticismo antico, lOlocausto il paradosso
dei paradossi perch fu il popolo eletto e non un altro ad affrontare il destino
dellannientamento totale con il falso pretesto della razza: il pi mostruoso capovolgimento
dellelezione in maledizione.
A questo punto la domanda non sarebbe dov la legge?, bens dovera e dov Dio?
Domina il male su questa Terra?.
Jonas afferma solo che Dio, alienandosi dal mondo e facendosi coinvolgere nel destino
delle sue creature, lascia spazio alla libert delluomo e rinuncia, quindi, al suo carattere di
onnipotenza.
La domanda, quindi, rimane aperta ed ogni tentativo di rispondere alle domande sul male
del mondo soltanto un balbettio di fronte al mistero divino.
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LETTERATURA ITALIANA
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Io non mi sono mai assunto nessuna responsabilit filosofica e mi sono inteso sempre e
soltanto di fare arte, secondo le mie possibilit, e non filosofia. Certo, da tutta la mia opera
fantastica, si pu dedurre il particolare modo che io ho sempre avuto di considerare il
mondo e la vita.
Ebbene, tale particolare modo poggia sostanzialmente su alcuni dualismi: flusso/forma,
volto/maschera, tempo/durata, comicit/umorismo.
Pirandello ritiene che l'universo sia in continuo divenire, e l'uomo, partecipe di
questo flusso vitale, vorrebbe comprenderlo; cos cerca di porsi di fronte a tale flusso per
analizzarlo, se non che non possiede mezzi idonei ed troppo limitato nello spazio e nel
tempo per poter conseguire qualche utile risultato. La sua investigazione riesce a cogliere
solo aspetti superficiali, parziali, cio le forme, che pur se vere (cio pertinenti all'Essere)
nel momento in cui sono colte o prodotte, sono destinate a divenire ben presto false
poich il flusso vitale inarrestabile e mutando li falsifica. Cos l'uomo cerca
disperatamente di canalizzare il flusso entro forme finite e inadeguate, e pi si sforza di
produrre forme sempre nuove e diverse, pi spreca energia e si aliena, poich le forme
che produce, accumulandosi e ammassandosi, si ritorcono contro l'uomo isolandolo dalla
realt.
Il dualismo volto/maschera un aspetto particolare dellesistenza umana e concerne
l'impossibilit di rapporto autentico tra gli uomini. Ciascuno di noi un essere in continuo
divenire dalla nascita fino alla morte, e ogni giorno, ogni ora, ogni attimo siamo diversi.
Per la societ, la cultura e alla fine noi stessi ci vogliamo identici: dunque produciamo,
volenti o no, una serie di maschere o modelli coi quali ci esprimiamo in societ, e nella vita
di ogni giorno non ci mostriamo mai per quelli che siamo, ma ad ogni circostanza
indossiamo una maschera diversa, diversa anche in relazione alla persona alla quale ci
rapportiamo. In conclusione, ciascuno di noi sente di essere uno, ma, di fatto, si manifesta
per cento, mille persone diverse, ciascuna di queste poi ulteriormente moltiplicata dalle
svariate ottiche e personalit degli altri e diventano centomila; cosicch quell'uno
potenziale non manifestandosi mai nel corso della vita, di fatto come se non esistesse,
se fosse nessuno.
Per Pirandello il tempo una delle tante forme create dall'uomo, per sue esigenze
teoriche e pratiche, dunque insussistente e falsa al pari delle altre. E' vera, invece, la
nozione di durata o tempo soggettivo, scandito cio dalla coscienza di ognuno di noi. Ma
la durata, non solo non conosce la distinzione presente passato - futuro, ma non
procede neppure linearmente e a senso unico: ammette salti, balzi in avanti e indietro,
accelerazioni e decelerazioni variabili indefinitamente. Cosicch, per questo aspetto, ogni
individuo una galassia a s stante, che pu sfiorare o scontrarsi con le altre, ma mai
comunicare, poich manca qualsiasi termine comune di riferimento, e un mezzo che
veicoli messaggi senza manipolazioni e interferenze.
La dualit comicit/umorismo alla base del pensiero pirandelliano, non per nulla lo
scrittore siciliano dedic a tale argomento vari saggi teorici, tra i quali di capitale
importanza L'umorismo.
In questo saggio Pirandello d queste definizioni:
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Il fu Mattia Pascal
Pirandello ama i paradossi: il paradosso l'esasperazione
della realt e, attraverso di esso,si mettono a nudo le cose
vere della realt. Cos per Il Fu Mattia Pascal, il romanzo
di un impossibile riscatto da una vita grigia, per un uomo
nato due volte.
In esso Pirandello porta alle estreme conseguenze, con
punte davvero paradossali il contrasto fra forma e vita.
Inizialmente Mattia soffre la
forma che lo vuole uomo infelice, racchiuso in una piccola e
asfittica realt. Ma ecco che vince una forte somma di
danaro e contemporaneamente apprende che per la societ
egli morto cosicch, in rotta con la famiglia, pensa di
approfittare di questa circostanza ed esce dalla porta di
servizio della sua vita a cui si sente estraneo. Liberatosi
della forma, sembra aver raggiunto la sua vera vita, la sua
vera identit: ci che egli e non ci che appare.
Ma si pu essere veramente e intimamente se stessi, solo per s, e non per gli altri?
S, ma non si pu vivere, tant' vero che Mattia si sente solo e riprende a vivere, ossia ad
assumere un'altra forma.
Ma qual il nostro vero volto? La maschera che ci danno gli altri o la"maschera nuda" che
la nostra vera e intima essenza?
Nel momento in cui come Mattia siamo pura vita non possiamo vivere, ma nel momento in
cui ci accontentiamo di vivere secondo gli altri non siamo pi noi stessi, e veniamo chiusi
in una forma che ci soffoca.
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Sta tutto qui il paradosso, che viene spinto alle sue estreme e pi grottesche svolte
romanzesche.
Il paradosso pirandelliano del Mattia Pascal , in altre parole, il contrasto tra le esperienze
di un uomo vivo, vero, perfettamente efficiente e ragionevole e la astrattezza del suo
annientamento sociale.
L'autore gioca con la esasperazione delle situazioni e mette a nudo questa profonda
tensione: la necessit di una maschera, che nonostante la sua assurdit diventa
paradossalmente sempre pi importante della realt del proprio io.
Mattia un forestiero della vita, sente le convenzioni sociali come causa della sua
mancata realizzazione; come Adriano Meis, si trova di fronte a un fallimento, poich senza
un riconoscimento sociale non pu dare senso alla propria vita.
Il finale paradossale ed anticipato dal titolo: lunica identit che rimane quella del
morto sopravvissuto a se stesso (Io sono il fu Mattia Pascal):
Basta. Io ora vivo in pace, insieme con la mia vecchia zia Scolastica, che mi ha voluto offrir
ricetto in casa sua. La mia bislacca avventura m'ha rialzato d'un tratto nella stima di lei. Dormo
nello stesso letto in cui mor la povera mamma mia, e passo gran parte del giorno qua, in
biblioteca, in compagnia di don Eligio, che ancora ben lontano dal dare assetto e ordine ai vecchi
libri polverosi.
Ho messo circa sei mesi a scrivere questa mia strana storia, ajutato da lui. Di quanto scritto qui
egli serber il segreto, come se l'avesse saputo sotto il sigillo della confessione.
Abbiamo discusso a lungo insieme su i casi miei, e spesso io gli ho dichiarato di non saper vedere
che frutto se ne possa cavare.
- Intanto, questo, - egli mi dice: - che fuori della legge e fuori di quelle particolarit, liete o tristi
che sieno, per cui noi siamo noi, caro signor Pascal, non possibile vivere.
Ma io gli faccio osservare che non sono affatto rientrato n nella legge, n nelle mie particolarit.
Mia moglie moglie di Pomino, e io non saprei proprio dire ch'io mi sia.
Nel cimitero di Miragno, su la fossa di quel povero ignoto che s'uccise alla Sta, c' ancora la
lapide dettata da Lodoletta:
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Il teatro pirandelliano
Il contesto teatrale in cui si inserisce Pirandello quello del dramma borghese
naturalistico, che si incentrava soprattutto sui problemi della famiglia e del denaro. Era un
dramma serio e si basava soprattutto sulla riproduzione fedele della vita quotidiana.
Pirandello apparentemente riprende quei temi
e quegli ambienti, ma porta la logica delle
convenzioni borghesi alle estreme
conseguenze. I ruoli imposti dalla societ
borghese vengono assunti con estremo rigore,
sino a giungere al paradosso e allassurdo, e
cos vengono smascherati nella loro
inconsistenza. Pirandello sconvolge due
capisaldi del teatro borghese naturalistico, la
verosimiglianza e la psicologia. Gli spettatori
non hanno lillusione di trovarsi
di fronte a un mondo naturale, ma vedono un
mondo stravolto, ridotto alla parodia e
allassurdo, in cui i casi della vita normale sono
forzati allestremo e deformati, assumendo una fisionomia stranita, che lascia sconcertati.
I personaggi sono sdoppiati e contradditori, come gli intrecci, trasformati quasi in
marionette.
Alcuni titoli pi noti del teatro pirandelliano sono: Cos (se vi pare),Sei personaggi in
cerca dautore ed Enrico IV.
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LETTERATURA LATINA
La Metamorfosi
Il capolavoro di Apuleio la dimostrazione di come lelemento assurdo sia sempre stato
presente nella letteratura. Lo stesso scrittore nel prologo afferma, attraverso le parole del
protagonista, che la storia che sta per raccontare una fabula Graecanica, ossia
ladattamento di una favola greca il cui autore identificato con il nome di Lucio di Patre,
che in forma pi succinta svolge la stessa trama delle Metamorfosi. Dal confronto con le
due opere risulta che Apuleio ha molto ampliato la trama del romanzo greco, inserendovi
novelle ed aggiungendovi significati mistici e simbolici.
Cos, riprendendo il tema delluomo che si trasforma in animale, Apuleio compone in
epoca tarda Metamorfosi o
Metamorphoseon libri intitolato anche
(gi dagli antichi), Asino doro, ovvero
Asinus aureus, un racconto in undici
libri che ha il compito di divertire e,
contemporaneamente, di trasmettere un
messaggio: la curiositas viene punita e
la fede lunico mezzo di salvezza.
La favola, infatti, narra le vicende di
Lucio, un giovane di buona famiglia,
amante delle esperienza insolite e
attirato dal fascino del mistero a causa
della sua qualit pi spiccata: la
curiositas.
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Egli si reca per affari in Tessaglia , terra di arti magiche, ospite del ricco usuraio Milone.
Saputo che la moglie una strega provetta, capace delle pi straordinarie trasformazioni,
pi che mai smanioso di assistere a prodigi magici, convince Fotide, l'ancella con la quale
trascorre amabilmente le notti, a sottrarre alla padrona un miracoloso unguento che
trasforma in uccello. Lucio lo prova, ma l'ancella confonde le ampolle e Lucio si trasforma
in asino. Mancano in quel momento le rose per invertire la trasformazione e proprio quella
notte una banda di ladroni assalga la casa, portandosi via l'asino con il bottino.
Comincia la triste sorte di Lucio-asino che attraversa un'infinit di traversie, fin quando,
attenendosi alle prescrizioni della dea Iside, riacquista sembianze umane. Scontato
l'errore della sua curiosit e sventatezza giovanili, Lucio pu intraprendere la carriera di
retore e sacerdote della dea.
Grazie a questa assurda avventura Lucio, protetto dalla pelle dasino, ha potuto osservare
da vicino gli uomini con i loro pregi e difetti e riesce ad offrire cos un quadro della societ
romana ai suoi tempi.
Lassurdo raggiunge i suoi livelli pi alti nel momento cruciale della trasformazione:
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gesto e della voce, feci quel che potevo: chinai il muso e guardandola di traverso con gli occhi umidi
mi raccomandai a lei in silenzio. Quandella, intanto, mi vide in quello stato,cominci a picchiarsi
sul viso e Disgraziata che sono cominci a gridare lemozione e la fretta mi hanno tradita e mi
ha ingannata la somiglianza dei vasetti!
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Scheda interdisciplinare:
letteratura latina vs letteratura tedesca
Zwischendisziplinarische Karte:
lateinische Literatur vs. deutsche Literatur
Le analogie tra La metamorfosi di Apuleio e La metamorfosi di Kafka non si fermano al
titolo. Infatti si potrebbero delineare una serie di analogie e di differenze tra due capolavori
temporalmente distanti ma tematicamente vicini.
Die Verwandlung von Apuleio und Die Verwandlung von Kafka sind hnlich nicht nur fr den
Title, sondern auch fr die Themen. Man kann nmlich einigen Analogien zeigen, auch wenn sie
nicht in der derselben Epoche geschrieben werden.
APULEIO
KAFKA
Positive Anschauung
Frasi lunghe
Lange Stze
MESSAGGIO:
MESSAGGIO:
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Per cominciare
LETTERATURA TEDESCA:
FRANZ KAFKA
Franz Kafka uno dei nomi pi noti e pi discussi della letteratura tedesca del ventesimo
secolo.
Con il suo capolavoro ,La metamorfosi del 1915, lautore mostra la storia di un uomo
comune, Gregor Samsa, la cui normalit viene improvvisamente sconvolta da una
trasformazione, o meglio una metamorfosi.
Il personaggio principale, infatti, un giorno si sveglia trasformato in un insetto mostruoso.
Ci ovviamente, oltre a sconvolgere la vita di Gregor, sconvolge anche la vita dellintera
famiglia Samsa, la quale poco a poco comincia a vedere in Gregor semplicemente un
essere mostruoso, tanto che il padre addirittura lancia una mela contro il figlio-insetto. Ci
fa star male sia fisicamente che moralmente Gregor, il quale, comprendendo che la sua
vita ormai impossibile, si lascia morire.
In questa storia assurda, allapparenza fantastica, Kafka nasconde la metafora profonda
della paura delluomo, il quale, avendo perduto Dio, vive ormai in un mondo senza senso.
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DEUTSCHE LITERATUR
Kafkas Poetik
Im Mittelpunkt von Kafkas Welt steht die Angst des modernen Menschen, seine
Hoffnungs- und Ausweglosigkeit in einer sinnlosen Welt, die Gott verloren hat.
Die Welt, zu der die kafkaschen Helden gehren, ist eine anonyme, reale Alltagswelt, in
die aber immer wieder ungeahnte groteske Situationen einbrechen. Das Absurde, Irreale
ereignet sich also inmitten einer Wirklichkeit, in die ohne Pathos, sachlich und detailliert
beschreiben wird, so dass das Normale als das Absurde und das Absurde als etwas ganz
Normales erscheint. Kafkas surrealistische Darstellungsweise wird magischer Realismus
genannt.
Kafkas Gestalten sind meistens Durchschnittstypen, die individuell psychologisch nur
wenig charakterisiert, sondern eher zu Modellen, zu Schemen reduziert werden. Sie
tragen keine Namen und bewegen sich in einer historisch und geographisch
unbestimmten Welt, in der es keinen Kontrast zwischen Gut und Bse und auch keine
Phantasie gibt. In Kafkas sogenanntem Antimrchen erleben die Helden entfremdende
und verunsichernde Situationen des Familien- und Brolebens, in denen der Leser seine
persnliche Erfahrung als Mensch und als Sozialwesen wiederfinden kann.
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Die Verwandlung
Die Verwandlung von Kafka wird ein Werk mit vielen
autobiographischen Bezge, z.B. die Familienmitglieder,
das schwierige Verhltnis zum Vater, der verhasste
Beruf, das eintnige Leben, die Wohnung, das
Isolationsgefhl.
Der Protagonist der Erzhlung ist Gregor Samsa, ein
Handlungsreisender fr einen Betrieb, bei dem seine
Eltern Schulde haben. Er ist nmlich die einzige
konomische Sttze der Familie und auf diesem Grund
fhlt er sich als Schande der Familie, weil er der einzige
ist, der verdienen kann. Das ist Paradox der Erzhlung.
Als sie Verwandlung passiert, bewhrt Gregor nmlich
sein menschliches Bewusstsein auf, auch als er die
Sprache verliert. Das drckt nicht nur das Absurde,
sondern auch den Wesensverlust aus.
Diese Verwandlung verursacht verschiedene Reaktionen in der Familie: anfnglich fhlt
sie sich fr ihn verantwortlich, auch wenn der Vater, der das Gewhnliche verkrpert, das
Ungewhnliche, d.h. den Sohn, vernichten will, wie der Verb krepiert und der Wurf des
Apfels zeigen. Dass die Vater den Sohn vernichten will, zeigt das Absurde und den
Paradox der Situation, weil Gregor die Familie finanziell untersttzt und zeigt den Neid des
Vaters dem Sohn gegenber.
Aber dann versteht die Familie, auch die sensible Schwester, dass man sich berzeugen
muss, dass jenes Tier nicht Gregor ist. Also versteht Gregor, dass seine Existenz
unmglich ist, er lt sich sterben und dann stirbt er. Dann beginnt ein neues Leben fr die
Familie, das vom Triumph des Vitalen charakterisiert ist. Alle Familienmitglieder finden
nmlich eine Stelle.
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Der Text:
( Kapitel 1 )
Als Gregor Samsa eines Morgens aus unruhigen Trumen erwachte, fand er sich in seinem Bett
zu einem ungeheueren Ungeziefer verwandelt. Er lag auf seinem panzerartig harten Rcken
und sah, wenn er den Kopf ein wenig hob, seinen gewlbten, braunen, von bogenfrmigen
Versteifungen geteilten Bauch, auf dessen Hhe sich die Bettdecke, zum gnzlichen
Niedergleiten bereit, kaum noch erhalten konnte. Seine vielen, im Vergleich zu seinem
sonstigen Umfang klglich dnnen Beine flimmerten ihm hilflos vor den Augen.
Was ist mit mir geschehen? dachte er. Es war kein Traum. Sein Zimmer, ein richtiges, nur
etwas zu kleines Menschenzimmer, lag ruhig zwischen den vier wohlbekannten Wnden. ber
dem Tisch, auf dem eine auseinandergepackte Musterkollektion von Tuchwaren ausgebreitet
war - Samsa war Reisender -, hing das Bild, das er vor kurzem aus einer illustrierten Zeitschrift
ausgeschnitten und in einem hbschen, vergoldeten Rahmen untergebracht hatte. Es stellte
eine Dame dar, die, mit einem Pelzhut und einer Pelzboa versehen, aufrecht dasa und einen
schweren Pelzmuff, in dem ihr ganzer Unterarm verschwunden war, dem Beschauer
entgegenhob.
Gregors Blick richtete sich dann zum Fenster, und das trbe Wetter - man hrte Regentropfen
auf das Fensterblech aufschlagen - machte ihn ganz melancholisch. Wie wre es, wenn ich
noch ein wenig weiterschliefe und alle Narrheiten verge, dachte er, aber das war gnzlich
undurchfhrbar, denn er war gewhnt, auf der rechten Seite zu schlafen, konnte sich aber in
seinem gegenwrtigen Zustand nicht in diese Lage bringen. Mit welcher Kraft er sich auch auf
die rechte Seite warf, immer wieder schaukelte er in die Rckenlage zurck. Er versuchte es
wohl hundertmal, schlo die Augen, um die zappelnden Beine nicht sehen zu mssen, und lie
erst ab, als er in der Seite einen noch nie gefhlten, leichten, dumpfen Schmerz zu fhlen
begann.
Ach Gott, dachte er, was fr einen anstrengenden Beruf habe ich gewhlt! Tagaus, tagein
auf der Reise. Die geschftlichen Aufregungen sind viel grer als im eigentlichen Geschft zu
Hause, und auerdem ist mir noch diese Plage des Reisens auferlegt, die Sorgen um die
Zuganschlsse, das unregelmige, schlechte Essen, ein immer wechselnder, nie andauernder,
nie herzlich werdender menschlicher Verkehr. Der Teufel soll das alles holen! Er fhlte ein
leichtes Jucken oben auf dem Bauch; schob sich auf dem Rcken langsam nher zum
Bettpfosten, um den Kopf besser heben zu knnen; fand die juckende Stelle, die mit lauter
kleinen weien Pnktchen besetzt war, die er nicht zu beurteilen verstand; und wollte mit
einem Bein die Stelle betasten, zog es aber gleich zurck, denn bei der Berhrung umwehten
ihn Klteschauer.
Er glitt wieder in seine frhere Lage zurck. Dies frhzeitige Aufstehen, dachte er, macht
einen ganz bldsinnig. Der Mensch mu seinen Schlaf haben. Andere Reisende leben wie
Haremsfrauen. Wenn ich zum Beispiel im Laufe des Vormittags ins Gasthaus zurckgehe, um
die erlangten Auftrge zu berschreiben, sitzen diese Herren erst beim Frhstck. Das sollte ich
bei meinem Chef versuchen; ich wrde auf der Stelle hinausfliegen. Wer wei brigens, ob das
nicht sehr gut fr mich wre. Wenn ich mich nicht wegen meiner Eltern zurckhielte, ich htte
lngst gekndigt, ich wre vor den Chef hingetreten und htte ihm meine Meinung von Grund
des Herzens aus gesagt. Vom Pult htte er fallen mssen! Es ist auch eine sonderbare Art, sich
auf das Pult zu setzen und von der Hhe herab mit dem Angestellten zu reden, der berdies
wegen der Schwerhrigkeit des Chefs ganz nahe herantreten mu. Nun, die Hoffnung ist noch
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nicht gnzlich aufgegeben; habe ich einmal das Geld beisammen, um die Schuld der Eltern an
ihn abzuzahlen - es drfte noch fnf bis sechs Jahre dauern -, mache ich die Sache unbedingt.
Dann wird der groe Schnitt gemacht. Vorlufig allerdings mu ich aufstehen, denn mein Zug
fhrt um fnf.
Und er sah zur Weckuhr hinber, die auf dem Kasten tickte. Himmlischer Vater! dachte er. Es
war halb sieben Uhr
()
Als er dies alles in grter Eile berlegte, ohne sich entschlieen zu knnen, das Bett zu
verlassen - gerade schlug der Wecker drei Viertel sieben -, klopfte es vorsichtig an die Tr am
Kopfende seines Bettes. Gregor, rief es - es war die Mutter-, es ist drei Viertel sieben.
Wolltest du nicht wegfahren? Die sanfte Stimme! Gregor erschrak, als er seine antwortende
Stimme hrte, die wohl unverkennbar seine frhere war, in die sich aber, wie von unten her, ein
nicht zu unterdrckendes, schmerzliches Piepsen mischte, das die Worte frmlich nur im ersten
Augenblick in ihrer Deutlichkeit belie, um sie im Nachklang derart zu zerstren, da man nicht
wute, ob man recht gehrt hatte. Gregor hatte ausfhrlich antworten und alles erklren
wollen, beschrnkte sich aber bei diesen Umstnden darauf, zu sagen: Ja, ja, danke Mutter,
ich stehe schon auf. Infolge der Holztr war die Vernderung in Gregors Stimme drauen wohl
nicht zu merken, denn die Mutter beruhigte sich mit dieser Erklrung und schlrfte davon. Aber
durch das kleine Gesprch waren die anderen Familienmitglieder darauf aufmerksam
geworden, da Gregor wider Erwarten noch zu Hause war, und schon klopfte an der einen
Seitentr der Vater, schwach, aber mit der Faust. Gregor, Gregor, rief er, was ist denn?
Und nach einer kleinen Weile mahnte er nochmals mit tieferer Stimme: Gregor! Gregor! An
der anderen Seitentr aber klagte leise die Schwester: Gregor? Ist dir nicht wohl? Brauchst du
etwas? Nach beiden Seiten hin antwortete Gregor: Bin schon fertig, bemhte sich, durch
die sorgfltigste Aussprache und durch Einschaltung von langen Pausen zwischen den
einzelnen Worten seiner Stimme alles Auffallende zu nehmen. Der Vater kehrte auch zu seinem
Frhstck zurck, die Schwester aber flsterte: Gregor, mach auf, ich beschwre dich.
Gregor aber dachte gar nicht daran aufzumachen, sondern lobte die vom Reisen her
bernommene Vorsicht, auch zu Hause alle Tren whrend der Nacht zu versperren.
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Per cominciare
LETTERATURA INGLESE:
IL TEATRO DELLASSURDO E SAMUEL
BECKETT
Negli anni 50 del ventesimo secolo nacque un nuovo movimento legato ad una
concezione totalmente nuova del teatro che cercava di rappresentare leterna domanda
sul senso dellesistenza in un periodo fatto di incertezze: il Teatro dellAssurdo.
Il padre fondatore di tale movimento era Samuel Beckett, lo scrittore dalle radici irlandesi,
nonch autore di Waiting for Godot, lopera-simbolo del movimento, la quale racchiudeva
in s tutte le principale caratteristiche di un opera assurda : i personaggi che creano
dialoghi ed azioni privi di logica, lambientazione talmente minimalistica da sfiorare il
surreale e la trama spoglia.
Con tale opera Beckett presenta, quindi, una metafora dellesistenza umana ed offre una
risposta scoraggiante alla domanda come si pu continuare a vivere?: per forza
dabitudine, superando la noia e la mancanza di speranze.
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ENGLISH LITERATURE
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part. Nothing happens, apart from the arrival of two passersby Lucky and Pozzo.
Pozzo is a rich man who cruelly mistreats Lucky, driving him tethered by a rope as if he
were a slave or an animal. Lucky, who used to be a philosopher and an artist, never talks,
apart from a long speech that he delivers at Pozzo's command. A boy eventually turns up
and informs the two tramps that Godot will not be coming that evening.
Act II Same place, same time, same quarrels and jokes between the two tramps, same
useless attempt at suicide. Pozzo and Lucky return, but Pozzo is now blind while Lucky is
dumb. Once more a boy eventually turns up to say that Godot will not becoming: maybe
tomorrow. The play ends with the two friends still waiting, unable to move away.
Unlike traditional plays, Waiting for Godot has a circular structure, since there is neither
actual beginning nor conclusion, and both acts start and end in virtually the same way, the
same place and the same time. The various incidents that occur, although extremely
entertaining, have no more meaning than circus clowning, and stress that the whole action
centers on absence of the much-awaited and mysterious Godot (presumably the
name is meant to suggest 'God').
2. The setting
The stage set is minimalistic: a stylized tree, no more than a branch with two or three
leaves attached, by a country road. The road suggests the homelessness of the
characters, and emphasizes the fact that they are going nowhere.
3. The characters
Of the five characters who
appear in the play, four are
complementary characters. The
first two, Vladimir and Estragon,
are quite different from each
other. While Vladimir is
practical, protective, persistent,
intellectual, rational and
talkative, Estragon is rather
silent,
inconstant, childish, inclined to
fall asleep and dream.
Yet their complementary personalities make them dependent on each other and unable to
part.
The same may be said of the other two people: Pozzo is a landowner, Lucky, a servant;
Pozzo is the master, Lucky the slave; Pozzo is rich, Lucky owns nothing; Pozzo orders,
Lucky obeys: Pozzo acts, Lucky thinks.
The interaction of the four people is emphasized by the fact that the group of four can also
be split into two other pairs, consisting of Vladimir and Lucky on the one hand (both
symbolizing the "intellect") and Pozzo and Estragon on the other (both representing the
"body"), thus finally representing the dualism between mind and body.
4. The themes
The main theme of the play is obviously the theme of waiting.
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Beckett represents the nihilism, uselessness and absurdity of his "waiting", which involves
not only the characters on the stage, but the audience as well, which is kept waiting for
what's going to happen next, while nothing happens at all.
There are, however, many more themes:
- sterility, represented by the total absence of women in the play and by the "sterile"
relationship between men only;
- physical and psychological deterioration,
symbolized by Pozzo and Lucky turning
blind and dumb;
- the search for identity, underlined by the characters
often being referred to by different
names (Didi, Gogo, Albert);
- memory, evident in the great difficulty everyone has in
remembering anything.
- mutual dependence, underlined by the frequent
episodes of separation and
reconciliation that mark the two tramps' relationship
and, in a more physical and visible
way, by the rope that ties Lucky and Pozzo to each
other;
- the monotony of life, represented in the circular and
repetitive structure of the play;
- action without progression;
- incommunicability, because, as Beckett affirms:
There is no communication because
there are no vehicles of communication
- individual responsibility, connected to the "mutual dependence" theme;
- comic entertainment, carried out through various devices (clowning, comic effects,
vaudeville scenes, etc.);
- the inability to act;
- a preoccupation with time time is perhaps the word that is most frequently
mentioned in the play; it lacks any connotation of quantity or quality;
5. The language
The language in which the play is written is "at once literary and colloquial, and it
accommodates both great precision and great vagueness".
The vocabulary is simple and quite easy to understand and the single sentences, usually
very short, are normally in standard English.
Yet the general result is a sort of language that is absurd, purposeless and inconsistent, in
which dialogue has lost any logical meaning and has become merely a way
of passing the time.
This disintegration of language, as has been pointed out, is obtained through a series of
devices including half-statements, repetitions, misunderstandings, double
meanings, monologues, wrong words, telegraphic style, banal sentences, all culminating in
Luckys monologue.
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6. The text
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VLADIMIR: Tell him . . . (he hesitates) . . . tell him you saw us. (Pause.) You did see us, didn't
you?
BOY: Yes Sir.
He steps back, hesitates, turns and exit running. The light suddenly fails. In a moment it is
night. The moon rises at back, mounts in the sky, stands still, shedding a pale light on the
scene.
()
VLADIMIR: We've nothing more to do here.
ESTRAGON: Nor anywhere else.
VLADIMIR: Ah Gogo, don't go on like that. Tomorrow everything will be better.
ESTRAGON: How do you make that out?
VLADIMIR: Did you not hear what the child said?
ESTRAGON: No.
VLADIMIR: He said that Godot was sure to come tomorrow. (Pause.) What do you say to that?
ESTRAGON: Then all we have to do is to wait on here.
VLADIMIR: Are you mad? We must take cover. (He takes Estragon by the arm.) Come on.
He draws Estragon after him. Estragon yields, then resists. They halt.
ESTRAGON: (looking at the tree). Pity we haven't got a bit of rope.
VLADIMIR: Come on. It's cold.
He draws Estragon after him. As before.
ESTRAGON: Remind me to bring a bit of rope tomorrow.
()
ESTRAGON: Do you remember the day I threw myself into the Rhone?
VLADIMIR: We were grape harvesting.
ESTRAGON: You fished me out.
()
ESTRAGON: Wait!
VLADIMIR: I'm cold!
ESTRAGON: Wait! (He moves away from Vladimir.) I sometimes wonder if we wouldn't have
been better off alone, each one for himself. (He crosses the stage and sits down on the
mound.) We weren't made for the same road.
VLADIMIR: (without anger). It's not certain.
ESTRAGON: No, nothing is certain.
Vladimir slowly crosses the stage and sits
down beside Estragon.
VLADIMIR: We can still part, if you think it
would be better.
ESTRAGON: It's not worthwhile now.
Silence.
VLADIMIR: No, it's not worthwhile now.
Silence.
ESTRAGON: Well, shall we go?
VLADIMIR: Yes, let's go.
They do not move
.Curtain.
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Per cominciare
LETTERATURA FRANCESE:
ALBERT CAMUS
Albert Camus il personaggio della letteratura francese che presenta lassurdo delluomo
come condizione alienante e reale.
Nel suo breve romanzo L tranger lo scrittore presenta, infatti, la storia di Meursault, un
uomo che accetta la sua esistenza senza porsi alcuna domanda. per questo che egli
estraniato dalla sua esistenza e dal mondo intero.
Due episodi di tale romanzo mostrano lassurdit di tale condizione umana: luccisione
senza motivo di un arabo da parte di Meursault, il quale viene arrestato, e la sua
condanna a morte dovuta non alluccisione delluomo di nazionalit araba, bens al fatto
che il protagonista non abbia pianto al funerale della madre. Egli , quindi, accusato di
essere estraneo alla societ, alla giustizia e a s stesso. Anche questo elemento
sottolinea laspetto assurdo del romanzo.
Tale opera pu essere considerata, quindi, unanalisi della travagliata esistenza umana,
scossa da due laceranti guerre mondiali.
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LITERATURE FRANAISE
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Tout cela en outre est racont par le personnage lui-mme qui semble assister aux
vnements de sa vie sans jamais y prendre part, comme si son existence se droulait en
dehors de sa volont. On laccusera dtre tranger la justice, tranger lui-mme.
Cest le troisime lment qui met en lumire la notion dabsurde dans le roman.
2. La structure
Le roman est compos de deux parties et Camus nous avertit lui-mme que le sens du
livre tient exactement dans le paralllisme des deux parties. Ces deux parties sont peu
prs dgale longueur en termes de pages.
Premire partie : 18 jours, de la fin juin au
dbut juillet. Six chapitres. Cest la vie
quotidienne de Meursault : lenterrement
de sa mre, sa rencontre avec Marie, les
rapports avec les autres, le travail, la
plage, et enfin le meurtre de lArabe.
Deuxime partie : presquun an ; 11 mois
dinstruction, 2 jours de procs de nouveau
en t et lattente de la mort aprs le
procs. Cinq chapitres. Lhistoire de
Meursault est vue et reconstruite par les
hommes : lavocat, le procureur et les
tmoins.
3. Les thmes
tranger son existence, Meursault est le symbole de lhomme qui accepte sa condition
sans se poser aucune question sur sa signification : la vie rvle ainsi sa nature absurde.
Le style aride, les phrases courtes, lemploi constant du pass compos augmentent la
sensation dangoisse et dobsession qui domine ce roman.
Ainsi, dans la scne fondamentale du roman, celle de lassassinat sur la plage, le
narrateur insiste sur limportance du soleil et de la chaleur, qui symbolisent le poids du
destin sur lhomme. Voil pourquoi pour Meursault la mort est une vritable libration, le
seul moment o il prend possession de sa vie.
4. Le pessimisme existentialiste
Le pessimisme profond de ce texte, autour duquel Camus organise un cycle douvrages
dfini "de labsurde", rapproche son jeune auteur du courant existentialiste et de Sartre,
qui le fait connatre en France.
Nanmoins, dans ce roman Camus cre une tension tragique qui rend le lecteur
"tranger" sa propre lecture, prisonnier dune sensation grandissante de dpaysement.
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5. Le texte :
Peu aprs, le patron m'a fait appeler et sur le moment j'ai t ennuy parce que j'ai pens qu'il
allait me dire de moins tlphoner et de mieux travailler. Ce n'tait pas cela du tout. Il m'a
dclar qu'il allait me parler d'un projet encore trs vague. Il voulait seulement avoir mon avis
sur la question. Il avait l'intention d'installer un bureau Paris qui traiterait ses affaires sur la
place, et directement, avec les grandes compagnies et il voulait savoir si j'tais dispos y
aller. Cela me permettrait de vivre Paris et aussi de voyager une partie de l'anne. Vous tes
jeune, et il me semble que c'est une vie qui doit vous
plaire. J'ai dit que oui mais que dans le fond cela m'tait
gal. Il m'a demand alors si je n'tais pas intress par
un changement de vie. J'ai rpondu qu'on ne changeait
jamais de vie, qu'en tout cas toutes se valaient et que la
mienne ici ne me dplaisait pas du tout. Il a eu l'air
mcontent, m'a dit que je rpondais toujours ct, que
je n'avais pas d'ambition et que cela tait dsastreux
dans les affaires. Je suis retourn travailler alors. J'aurais
prfr ne pas le mcontenter, mais je ne voyais pas de
raison pour changer ma vie. En y rflchissant bien, je
n'tais pas malheureux. Quand j'tais tudiant, j'avais
beaucoup d'ambitions de ce genre. Mais quand j'ai d
abandonner mes tudes, j'ai trs vite compris que tout
cela tait sans importance relle.
Le soir, Marie est venue me chercher et m'a demand si
je voulais me marier avec elle. J'ai dit que cela m'tait
gal et que nous pourrions le faire si elle le voulait. Elle a
voulu savoir alors si je l'aimais. J'ai rpondu comme je
l'avais dj fait une fois, que cela ne signifiait rien mais que sans doute je ne l'aimais pas.
Pourquoi m'pouser alors? a-t-elle dit. Je lui ai expliqu que cela n'avait aucune importance
et que si elle le dsirait, nous pouvions nous marier. D'ailleurs, c'tait elle qui le demandait et
moi je me contentais de dire oui. Elle a observ alors que le mariage tait une chose grave. J'ai
rpondu : Non. Elle s'est tue un moment et elle m'a regard en silence. Puis elle a parl. Elle
voulait simplement savoir si j'aurais accept la mme proposition venant d'une autre femme,
qui je serais attach de la mme faon. J'ai dit: Naturellement. Elle s'est demand alors si
elle m'aimait et moi, je ne pouvais rien savoir sur ce point. Aprs un autre moment de silence,
elle a murmur que j'tais bizarre, qu'elle m'aimait sans doute cause de cela mais que peuttre un jour je la dgoterais pour les mmes raisons. Comme je me taisais, n'ayant rien
ajouter, elle m'a pris le bras en souriant et elle a dclar qu'elle voulait se marier avec moi. J'ai
rpondu que nous le ferions ds qu'elle le voudrait. Je lui ai parl alors de la proposition du
patron et Marie m'a dit qu'elle aimerait connatre Paris. Je lui ai appris que j'y avais vcu dans
un temps et elle m'a demand comment c'tait. Je lui ai dit: C'est sale. Il y a des pigeons et
des cours noires. Les gens ont la peau blanche.
Puis nous avons march et travers la ville par ses grandes rues. Les femmes taient belles et
j'ai demand Marie si elle le remarquait. Elle m'a dit que oui et qu'elle me comprenait.
Pendant un moment, nous n'avons plus parl. Je voulais cependant qu'elle reste avec moi et je
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lui ai dit que nous pouvions dner ensemble chez Cleste. Elle en avait bien envie, mais elle
avait faire. Nous tions prs de chez moi et je lui ai dit au revoir. Elle m'a regard: Tu ne
veux pas savoir ce que j'ai faire? Je voulais bien le savoir, mais je n'y avais pas pens et c'est
ce qu'elle avait l'air de me reprocher. Alors, devant mon air emptr, elle a encore ri et elle a eu
vers moi un mouvement de tout le corps pour me tendre sa bouche.
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FISICA
Bergson respingeva lidea che la scienza fosse la principale fonte della conoscenza, ma,
infondo, proprio grazie alla scienza che oggi sappiamo come gira il mondo.
La scienza, e in particolar modo la fisica, mostra in modo dettagliato i fenomeni del mondo
in cui viviamo, rendendoli interessanti ed alcune volte anche divertenti, usando
esperimenti facili da eseguire che svelano anche alcuni aspetti paradossali del mondo che
possono stupire.
Ad esempio avreste mai immaginato che con pochi semplici elementi si pu creare un
piccolo motore?
Basta una pila, un filo, una vite metallica ed il magnete gira.
Assurdo?
No, semplicemente fisica e tanta voglia di capire!
Lo dimostra Faraday,lautodidatta capace di spiegare con semplici esperimenti
linterazione tra campo magnetico e campo elettrico.
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la
inclinato pu muoversi nel liquido. Al passaggio della corrente, si osserva, nel primo caso, la
rotazione del magnete, nel secondo quella del conduttore.
Questi due fenomeni, che sono i primi esempi di rotazione elettromagnetica nella storia della
scienza, oggi possono essere riproposti in altro modo, naturalmente senza mercurio, dal momento
che questo stato bandito per la sua pericolosit.
Vediamo un esempio.
E necessario:
un magnete al neodimio
un filo elettrico
una vite dacciaio
una batteria da 1,5 volt.
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f=
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MATEMATICA
Il teorema dellunicit del limite afferma che se la funzione f(x) ammette il limite l
positivo per x che tende a c (in cui c sta per x0 e ), esso unico.
A qusta affermazione si giunge attraverso una dimostrazione per assurdo, che consiste
nellimmaginare che, oltre a l, la funzione f(x) ammetta anche il limite l1, in cui l < l1.
Ponendo > 0, si prova a stabilire un intorno U ed un intorno U1, in cui valgono le
condizioni
l < f(x)< l + in U
e
l1 < f(x)< l1 + in U1.
Per i punti nellintersezione degli intorni, le condizioni sono verificate
contemporaneamente, ma per gli altri punti si nota che impossibile verificare le
condizioni iniziali.
Per questo si d ad un valore, ad esempio = , da cui si hanno le condizioni
< f(x)<
e
+
< f(x)< .
< f(x)<
< f(x)<
che assurda.
Quindi bisogna affermare che il limite unico.
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- FINE -
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