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RIASSUNTO SOCIOLOGIA DELLA CULTURA MOD.

A
CHE COSE LA SOCIOLOGIA DELLA CULTURA
Introduzione
La sociologia della cultura serve a comprendere i fenomeni collettivi del presente.
Sociologia vuol dire comprendere, avere un quadro chiaro della situazione.
I principali autori della sociologia sono Marx, Weber, Durkheim, Simmel e Mannheim.
Cultura e societ non sono tanto sinonimi quanto complementari: entrambe
rimandano allo studio dellesperienza umana.
Marx tematizzava luomo quale insieme di rapporti sociale e descriveva linfluenza
delleconomia capitalistica sui tali rapporti.
Poi Weber definiva luomo come un essere culturale che assume posizione nei
confronti del mondo e che la cultura loggetto privilegiato delle scienze storicosociali.
Durkheim analizzava la cultura in termini di rappresentazione collettiva, studiando i
fenomeni religiosi come fonte del legame sociale.
Si parler di simboli che spetta alla cultura decodificare, dellinnovazione tecnologica
che evoca una nuova epoca e di globalizzazione.
Capitolo 1. Cultura e societ
1.1. Il concetto di cultura
1.1.1. Cultura e scienze umane Cultura deriva dal latino colre (coltivare) e siamo
soliti impiegare questo termine per indicare quei prodotti nobili quali la pittura, la
letteratura e la morale.
Gli scienziati sociali si riferiscono alla cultura per definire, invece, norme, valori,
credenze e simboli che incontriamo nel corso della vita quotidiana e che ci servono per
dare senso a quel che ci circonda.
Uno dei primi antropologi moderni, Tylor, diceva che: la cultura, o la civilt []
quellinsieme complesso che include la conoscenza, le credenze, larte, la morale, il
diritto, il costume e qualsiasi altra capacit acquisita dalluomo come membro di una
societ.
I termini cultura e societ sono due termini complementari: entrambi servono per
tracciare una mappa dello stesso territorio.
1.1.2. La modernit come problema sociologico Lavvento del mondo moderno ha
portato notevoli conseguenze sul piano dellorganizzazione sociale.
Il termine sociologia venne introdotto da Comte, il quale riteneva che per capire la
societ bisognava riorganizzarla su basi scientifiche. I progressi nel campo delle
scienze naturali convinsero Comte della possibilit di fondare una conoscenza
positiva che port alla nascita del positivismo.
Weber e Durkheim furono importanti per la sociologia come campo del sapere
autonomo fondato sulla ricerca empirica.
Da un'altra parte abbiamo Marx, il quale afferma che il compito scientifico da
assolvere era quello di fornire uninterpretazione dei cambiamenti sociali determinati
dallavvento del mondo moderno, conseguenza di due rivoluzioni: la prima, la
rivoluzione industriale, accompagnata dallurbanizzazione e da un aumento
demografico; la seconda, la rivoluzione francese, che defin i caratteri della civilt
umana.
1.2. Karl Marx e la critica dellideologia
1.2.1. Cultura e rapporti sociali di produzione Karl Marx ha dato un grande contributo
allo sviluppo delle scienze sociali. Va per spiegato il suo pensiero.

Definendo la societ moderna industriale, Marx parla di societ capitalista. Egli


definisce modo di produzione capitalistico la base economica della societ moderna. In
questa concezione materialistica della storia il divenire della societ appare come un
processo di produzione.
Marx diceva che nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in
rapporti determinati dalla loro volont, in rapporti di produzione che corrispondono a
un determinato grado di sviluppo delle forze produttive materiali. Il modo di
produzione della vita materiale, condiziona il processo sociale, politico e spirituale
della vita.
Qui Marx afferma che alla base di ogni societ c un modo di produzione e linsieme
dei rapporti sociali che in base allattivit vengono definiti rapporti di produzione. Tale
struttura la base reale della societ che a sua volta determina la sovrastruttura
della cultura.
Per Marx, lindividuo un insieme di rapporti sociali e la cultura un riflesso di tali
rapporti.
Per esempio, per la religione, Marx concepisce Dio nei termini di una creazione umana.
Stessa cosa vale per la classe borghese vista come una comunit illusoria che
governa sulla classe subalterna, sul proletariato.
La critica dellideologia, cio lo smascheramento di questo inganno uno degli aspetti
pi importanti del pensiero di Marx.
La critica dellideologia nasce come critica della coscienza insieme a una analisi
delleconomia politica classica.
Nellidealismo di Hegel lo sviluppo storico nasce dallo Spirito: Marx ribalta questo
pensiero considerando la storia come frutto della societ materiale. In Marx, di Hegel,
rimane la dialettica dei processi di tesi-antitesi-sintesi.
I rapporti di produzione vanno intesi come la struttura della societ. Nel capitalismo si
tratta di sfruttamento, che genera differenza tra la classe dominante, che possiede i
mezzi di produzione, e la classe subalterna, composta da coloro che sono costretti a
vendere la propria forza lavoro.
Leconomia politica per Marx lanatomia della societ borghese. Lorganizzazione di
una societ si fonda sul modo di produrre. Nel mondo moderno il capitalismo subentra
al modo di produzione feudale. Ma nel capitalismo si nasconde la pi completa
soppressione di ogni libert individuale.
1.2.2. Falsa coscienza e alienazione Il modo di produzione condiziona la vita spirituale
e politica: le idee che dominano in una societ sono quelle della classe dominante,
della borghesia.
Linsieme dei rapporti di produzione costituisce la struttura economica della societ.
Non la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma il loro essere sociale
che determina la loro coscienza.
Per Marx esiste un legame tra le ideologie e la dominazione sociale. Finch la operaia
accetter passivamente lideologia borghese persister in essa una falsa coscienza,
cio un falso senso dei propri interessi. Inoltre, il carattere ideologico del pensiero
dominante nella societ borghese si radica nellalienazione economica, attraverso cui
il lavoratore si sente estraneo al prodotto del proprio lavoro.
La propriet si presenta come il diritto di appropriarsi del lavoro altrui non retribuito,
come impossibilit di riappropriarsi del proprio lavoro. Falsa coscienza e alienazione
sono due facce della stessa medaglia.
1.3. Max Weber: cultura e razionalizzazione

1.3.1. Lo spirito del capitalismo Max Weber parte dalla consapevolezza della scarsa
credibilit della spiegazione marxiana della natura del capitalismo. Weber trova
unilaterale la concezione materialista secondo cui le idee vengono alla luce come
soprastrutture di situazioni economiche.
Quando Weber analizza le motivazione etiche e religiose della condotta del moderno
capitalista, non vuole dare una spiegazione spirituale al fenomeno economico.
Per Weber, linfluenza religiosa sulleconomia una delle determinazioni del
capitalismo e non una causa.
Weber non crede nellesistenza di leggi stabilite dellagire sociale elaborando un
modello pluricausale. Egli focalizza lattenzione sulla relazione tra le varie religioni e
lavvento del capitalismo.
Weber definisce lo spirito del capitalismo come uno specifico atteggiamento
dellimprenditore, il quale reputa la propria attivit come una vocazione spirituale.
Il tratto distintivo di tale spirito il razionalismo economico, cio quella coscienza che
tende professionalmente a un guadagno sistematico e razionalmente legittimo.
Mentre nel cristianesimo medievale il credente era convinto che potesse raggiungere
la salvezza con la preghiera, il cristianesimo riformato promuove un altro modello di
ascesi. Al centro dellesistenza si colloca la realizzazione della propria vocazione.
Nel protestantesimo ascetico, il moderno capitalista assume un atteggiamento che lo
conduce a perseguire il profitto per reinvestirlo.
La dottrina calvinista ha esercitato un condizionamento sulla condotta
dellimprenditore capitalista. Secondo Calvino, Dio avrebbe gi deciso chi salvare e chi
no. Di fronte a tale incertezza, il successo economico diventa il segno di una possibile
predestinazione.
1.3.2. Il processo di razionalizzazione Per Weber, bisogna analizzare lagire sociale pi
che la societ.
Il compito del sociologo quello di capire i significati attribuiti dagli individui a quel
che fanno: solo dopo ci si potranno analizzare le cause e gli effetti.
Se le azioni sono significative, compito della sociologia comprendente lanalisi dei
vari significati della vita sociale degli uomini e delle loro azioni.
Secondo Weber noi siamo esseri culturali, dotati della capacit e della volont di
assumere consapevolmente posizione nei confronti del mondo e attribuirgli un senso.
Ovviamente non esiste per un sapere in grado di spiegare la realt nella sua totalit,
ma soltanto alcuni aspetti di essa. La cultura uno di questi aspetti.
Per Weber, la cultura una sezione finita dellinfinit priva di senso del divenire del
mondo, alla quale attribuito senso e significato dal punto di vista delluomo.
Inoltre secondo Weber, leconomia, come tutte le altre diverse sfere della vita sociale,
coperta da un processo di razionalizzazione tipico della modernit, che implica la
coscienza o la fede che ogni cosa pu essere dominata dalla ragione.
Tra i vari strati della societ nel processo di razionalizzazione, Weber ha prestato
maggiore attenzione alla burocrazia moderna, che riguarda non solo le organizzazioni
pubbliche ma anche quelle private, e che lapparato amministrativo pi razionale ed
efficiente, poich opera in modo imparziale.
Con il passare del tempo sono nate nuove macchine burocratiche che hanno finito col
fagocitare lesistenza dei membri di una societ. La burocrazia moderna cos
diventata un problema. Weber, quando parlava di razionalizzazione, si riferiva alla
superiorit tecnica del tipo ideale di burocrazia.
1.4. Il condizionamento sociale del pensiero

1.4.1. Georg Simmel e il conflitto della cultura


In Weber il processo di
razionalizzazione una caratteristica importante della societ moderna.
In Simmel troviamo qualcosa di simile in riferimento a unindagine differente: gli effetti
delleconomia monetaria sulla cultura.
Simmel stabilisce che il nucleo dei rapporti sociali risiede nello scambio monetario. Il
denaro lemblema delle relazioni sociali moderne: tra individui e cose, ma anche tra
individui e individui.
Questa forma sociale riduce la qualit alla quantit. Il denaro misura tutto con
spietata oggettivit.
Per Simmel lesperienza individuale possibile solo nel momento in cui si esprime e si
cristallizza in una determinata forma. Le forme si distaccano dai contenuti che le
avevano rese possibili.
La cultura per Simmel intesa come lincontro tra lanima spirituale soggettiva e il
prodotto spirituale oggettivo (per esempio, da un alto, listinto creativo dellartista, e
dallaltro, lopera darte che assume una sua oggettivit indipendente).
Simmel assume un atteggiamento critico nei confronti di Marx. Secondo Simmel,
lalienazione solo una forma particolare del destino generale dei contenuti culturali.
1.4.2. La sociologia della conoscenza di Karl Mannheim
Lideologia borghese
dominante fornisce una rappresentazione distorta della realt sociale perch cerca di
giustificare lordine sociale esistente occultando le reali diseguaglianze tra le classi.
I pensatori tra Otto e Novecento partono dal fatto che dietro le idee di un individuo o
di una collettivit pu celarsi qualcosa di molto diverso: un interesse particolaristico
dal quale trarre vantaggio o una qualche forma di autoinganno psicologico. La tesi
della necessit di uno smascheramento delle apparenze ingannatrici ha accomunato
studiosi distanti tra loro.
Un tema di fondo lintenzione di uno smascheramento dellinganno esercitato da
determinate idee o dalla stessa coscienza. Mannheim sostiene che lideologia un
sapere illusorio, ma al tempo stesso intende mettere in luce come ogni forma di
pensiero sia socialmente condizionata.
Scheler aveva definito che le visioni del mondo nascono da metafisiche nascoste.
Per Scheler le ideologie sono una determinata visione del mondo e della storia.
La sociologia del sapere di Scheler considera tra le cause delle azioni non solo i fattori
reali, ma anche quelli spirituali.
Mannheim da una centralit ancora maggiore alla nozione di ideologia, considerandola
un oggetto privilegiato della sociologia della conoscenza.
Mannheim inoltre ritiene che lidea di Marx, per la quale il condizionamento ideologico
del pensiero si basa su un mero interessamento materiale, sia troppo limitata.
Il pensiero delluomo quale essere sociale non pu essere considerato come
qualcosa di solitario o indipendente dalle forme di associazione alle quali ogni
individuo vincolato.
Mannheim ha inoltre il merito di aver approfondito la riflessione su come lideologia
conduca luomo ad assumere una coscienza distorta. Lideologia un pensiero
inadeguato alla realt sociale. Lideologia va distinta dallutopia: questultima,
espressione del pensiero delle classi subalterne in lotta per il potere, contiene una
forza rivoluzionaria in grado di influire sul cambiamento della societ e del corso della
storia. Mannheim cerca di distanziarsi dal semplice relativismo contrapponendo a
questo la tesi del relazionismo cio non di una capitolazione del pensiero di fronte alle

relativit socio-storiche, ma di una lucida ammissione che la conoscenza deve sempre


essere una conoscenza da una certa posizione.
1.5. Durkheim e la cultura come rappresentazione collettiva
1.5.1. Fatti sociali e coscienza collettiva Secondo Durkheim, la vita individuale nasce
dalla vita collettiva. Egli sostiene che la societ trascenda gli individui e che costituisca
un ordine superiore. La sociologia deve muovere dallanalisi dei fatti sociali.
Lo studio dei fenomeni sociali deve ricercare delle cause allinterno di una realt
sociale che precede lindividuo e che esiste indipendentemente da esso.
Determinati fenomeni come la morale, il diritto, le credenze e le mode, si impongono
allindividuo e ne delineano lesistenza e i comportamenti.
La societ svolge unazione regolatrice sugli individui.
Durkheim definisce il concetto di coscienza collettiva, cio linsieme delle credenze e
dei sentimenti comuni alla media dei membri della societ. Pi intensa e pi viene
garantita la coesione sociale.
Inoltre, Durkheim esamina il fenomeno dellanomia, cio quellassenza di regole nella
societ che pu condurre a una divisione degli individui.
Durkheim fa lesempio dei suicidi che avvengono quando si indeboliscono i legami
sociali.
Le trasformazioni della societ industriale hanno radicalmente indebolito la vasta rete
di relazioni sociali e di valori tradizionali.
Lanomia dovuta alle particolari condizioni in cui questo mutamento avvenuto.
Durkheim definisce la solidariet meccanica, basata sulla somiglianza, delle societ
tradizionali, e la solidariet organica, basata sulleterogeneit, delle moderne societ
industriali.
Poi parla di funzione cio di quella attivit che risponde a un bisogno della societ,
vista come un organismo vivente. Per esempio, la religione serve a rafforzare la
coesione sociale.
Il sociologo parla di rappresentazioni collettive per definire quei fenomeni sociali che
nascono dai rappori tra i membri di una societ.
1.5.2. Lidea di religione e la sociologia della conoscenza Anche per Durkheim la
religione un prodotto sociale, ma lo considera come la forma principale di legame
sociale.
La religione il primo di tutti i fenomeni sociali. Da essa nascono tutte le altre
manifestazioni dellattivit collettiva, diritto, morale, arte, scienza, ecc.
Durkheim dice che: la religione un sistema solidale di credenze e di pratiche
relative a cose sacre le quali uniscono in ununica comunit morale coloro che vi
aderiscono. Con il termine sacro, Durkheim fa riferimento a un tratto universale di
tutte le societ storicamente date: sacro quel complesso di oggetti e credenze che in
ciascuna religione viene concepito come qualcosa di superiore al quotidiano.
I rituali, ad esempio, consentono agli individui di entrare in contatto con la sfera del
sacro.
Oltre la religione intesa come rituale archetipico, nel mondo contemporaneo la
dimensione simbolica dei riti sociali si ripropone in vari contesti: si tratta dei riti
secolari che hanno perso il loro originario contenuto religioso ma che mantengono
una forma simbolica e una valenza morale importanti.
Secondo Durkheim, ogni cultura ha una propria modalit di rappresentarsi nel mondo
del sacro. Loggetto di culto non la divinit della singola religione, ma la societ
stessa trasfigurata simbolicamente.

Durkheim fa lesempio del totemismo, in cui un animale o un vegetale incarna una


divinit, che di fatto simbolizza una determinata comunit o clan.
Accanto ai temi del sacro e del religioso, Durkheim parla delle varie rappresentazioni
collettive e delle categorie di pensiero. Lo spazio, il tempo e altre nozioni essenziali
della conoscenza non sono categorie a priori, ma prodotti del pensiero collettivo.
La sociologia della conoscenza di Durkheim unulteriore esemplificazione del suo
determinismo societario per il quale le rappresentazioni collettive scaturiscono da
una matrice religiosa: Se la religione ha generato tutto ci che c di essenziale nella
societ, perch lidea di societ lanima della religione.
Capitolo 2 Conoscenza e vita quotidiana
2.1. Conoscenza e costruzione sociale della realt
La differenza tra Durkheim e Weber che il primo guardava ai fatti sociali come cose,
come una realt soggettiva, mentre il secondo si soffermava sui significati soggettivi
attribuiti dagli individui alle loro azioni.
Secondo Berger e Luckmann la societ effettivamente possiede unoggettiva attualit,
e la societ davvero costruita da unattivit che esprime significati soggettivi.
Questa definizione la base della costruzione sociale della realt.
Ognuno di noi vive la propria esperienza ordinaria della societ senza porsi questioni
inerenti allessenza del mondo sociale che ci circonda: consideriamo scontata la realt
della nostra vita quotidiana intesa come la realt per eccellenza. Gran parte di noi
vive lesperienza quotidiana su un piano che potremmo definire preteoretico.
Berger e Luckmann sottolineano limportanza di analizzare quelle esperienze in cui
siamo immersi nel tempo e sulle quali non riflettiamo.
Per esempio luomo di strada ha le sue modalit di conoscenza del mondo sociale in
cui vive, ma si tratta di conoscenze preteoretiche. Riteniamo ovvie queste conoscenze
in quanto sono scontate per tutti. Si parla quindi di conoscenza di senso comune, di
ci che tutti sanno. Tale conoscenza implica una interscambiabilit dei punti di vista
delle persone.
Comunicare con il linguaggio, usare il denaro, assumere ruoli sociali, sono tutte attivit
scontate.
Non ci accorgiamo per di quanto siano importanti questi aspetti scontati.
I membri della societ considerano come scontata la conoscenza della realt
quotidiana. Si tratta di problematizzare lovvio.
Il mondo della vita quotidiana il nostro mondo per eccellenza.
2.2. La dimensione oggettiva della realt sociale
La vita quotidiana composta da interazioni tra gli individui dotati di una comune
conoscenza del mondo sociale del quale condividono le strutture significative.
Allinterno di ogni situazione, i membri di una societ considerano gli oggetti della
propria esperienze in relazione con gli altri o con le esperienze passate. Il mondo
fatto di oggetti che possiamo tipizzare che possiamo distinguere.
Ogni esperienza della vita quotidiana richiede un confronto con altre esperienze
tipiche.
La conoscenza sociale ci fornisce gli schemi di tipizzazione necessari per affrontare la
routine quotidiana.
Naturalmente tutti non disponiamo dello stesso grado di conoscenza, ma tutti
confidano su una corrispondenza tra le proprie tipizzazioni e quelle altrui.
Berger e Luckmann parlano di realt oggettivit riferendosi alle istituzioni, allinterno
delle quali possibile vedere una sorta di campionario delle tipizzazioni disponibili.

Le istituzioni sono qualcosa di oggettivo e di esterno rispetto allindividuo inteso nella


sua singolarit. Esse sono il prodotto storico di tipizzazioni reciproche di azioni.
Affinch ci sia unistituzione necessaria una forma di controllo da parte della societ
per gli individui.
Supponiamo che una legge dica che chi infrange il tab dellincesto debba venire
decapitato. Questo provvedimento pu essere necessario perch ci sono stati casi di
infrazione del tab. improbabile che questa sanzione debba essere applicata
continuamente. Perci ha poco dire che la sessualit umana si controlla decapitando
la gente.
Il tab dellincesto una componente negative delle tipizzazioni che sanciscono i
comportamenti sessuali incestuosi o meno.
Listituzionalizzazione una cosa che si sta verificando in ogni situazione sociale
durevole.
La sessualit, il potere, ladattamento allambiente circostante sono tutti fenomeni che
possiamo trovare in varie societ animali, ma che nel caso della specie umana
assumono una ben diversa connotazione.
La famiglia, la scuola, il mercato, la religione, il potere politico, sono tutte istituzioni
distintive delle societ umane, la cui forma tuttavia varia a seconda delle collettivit
prese in esame.
Ogni istituzionalizzazione necessita di ruoli specifici che rappresentano le istituzioni in
una duplice accezione. Innanzitutto colui che svolge un ruolo non adotta un
comportamento libero e spontaneo, bens una condotta che caratteristica di quel
ruolo. Un ruolo rappresentativo di un pi vasto complesso di condotte istituzionali.
Le norme sociali si prefigurano come razionalizzate, poich da un lato rispondono alle
esigenze dellistituzione, ma dallaltro gli ambiti istituzionali assumono una crescente
autonomia e le norme che li governano diventano inevitabilmente razionali soltanto
allinterno di quella sfera.
La segmentazione dellordine istituzionale pone la questione della presenza di
significati integrativi in grado di dare un senso unitario alla societ nel suo complesso
e di alimentare un complesso globale di senso oggettivo allesperienza e alla
conoscenza sociale.
Le societ moderne sono pluralistiche, cio hanno un universo comune a tutti e dato
per scontato che coesiste con altri universi parziali.
Lindividuo pu trovarsi nella condizione di dover scegliere un punto di vista ai quali
conferire un senso dellesperienza.
Lordine sociale richiede quindi una continua legittimazione delle proprie istituzioni,
deve cio poter essere spiegato e giustificato per le generazioni future.
Berger e Luckmann parlano di universi simbolici, corpi di tradizione teoretica che
integrano diverse sfere di significato e abbracciano lordine istituzionale in una totalit
simbolica.
Luniverso simbolico serve a capire lesperienza biografica. Le esperienze appartenenti
a sfere di realt diverse sono integrate dallincorporazione nello stesso universo
simbolico che le abbraccia tutte.
Nelle societ tradizionali le istituzioni religiose garantivano una concezione del mondo
oggettiva.
Le istituzioni sono lespressione delloggettivazione della realt sociale cos come la
percepiamo. La capacit delle istituzioni di fornire a tutti i membri di una stessa
societ una visione del mondo unificata e coerente non pu essere data per scontata.

2.3. La dimensione soggettiva della realt sociale


Il mondo istituzionale viene visto dagli individui come una realt oggettiva.
un prodotto degli esseri umani. Loggettivazione conduce a vedere i prodotti
dellattivit umana come qualcosa di indipendente dai creatori di essi.
Loggettivazione delle strutture sociali avviene in concomitanza dellinteriorizzazione,
cio che il mondo sociale oggettivo entra nella coscienza dellindividuo grazie alla
socializzazione.
Possiamo distinguere la socializzazione primaria e la socializzazione secondaria.
La socializzazione primaria quel processo che vede il bambino entrare
effettivamente nella societ.
Questo avviene in modo oggettivo e soggettivo. Nella prima infanzia, lindividuo si
insedia nella societ di cui altri membri fanno parte.
Il bambino arriva a conoscere la realt sociale a poco a poco e facendo esperienza con
coloro che entrano in contatto con lui.
Il gioco un esempio importante per spiegare tale assunto.
Attraverso le regole e le norme il bambino si fa unidea su cosa sia giusto o sbagliato e
impara a capire cosa significhi avere un ruolo da giocare nella societ.
Al termine della socializzazione primaria il bambino ha acquisito le conoscenze
necessarie per entrare in un concetto di societ pi ampio.
Nella socializzazione secondaria egli acceder a dei sottomondi governati da regole
e da istituzioni specializzate che prevedono specializzazioni.
Qui la componente emotiva non necessaria.
Quindi, la socializzazione primaria conduce a interiorizzare una realt che il bambino
percepisce come inevitabile, mentre nella socializzazione secondaria pu apparire
come qualcosa di artificiale. La socializzazione un processo aperto con una
conclusione incerta.
2.4. Le agenzie di socializzazione
Le agenzie di socializzazione sono quegli ambiti specifici nei quali gli individui
apprendono come si diventa membri di una comunit.
La famiglia unistituzione allinterno della quale ciascun membro della societ
incomincia il proprio percorso biografico.
Negli Stati Uniti si condussero degli studi sul nucleo familiare grazie a Parsons il quale
concentrava lattenzione sulle funzioni assolte da ogni istituzione nel mantenere la
stabilit e lintegrazione del sistema sociale nel suo complesso.
La famiglia non solo unagenzia di socializzazione. Lo studio di essa serve a definire
la condizione sociale degli individui. La famiglia costituisce un mondo di base.
La nascita di nuove agenzie di socializzazione ha sottratto alla famiglia alcuni dei suoi
compiti.
Con la socializzazione secondaria, lindividuo entra in contatto con un universo sociale
pi vasto e differenziato.
La formazione scolastica diviene qualcosa di permanente che prosegue nel mondo del
lavoro. Essa seleziona gli individui, ne testa le capacit e competenze.
Oltre alla famiglia e alla scuola, anche i mezzi di comunicazione di massa fanno parte
del processo di socializzazione. La formazione di s si forma anche in base
allesposizione ai messaggi dei media. I moderni mezzi di comunicazione hanno
trasformato una parte significativa della nostra esperienza del mondo sociale in
esperienza di un mondo mediato.
2.5. Conoscenza ordinaria e conoscenza scientifica

2.5.1. Il senso comune come oggetto di indagine sociologica In ogni societ solo un
gruppo ristretto trascorre il proprio tempo a teorizzare nel campo delle visioni del
mondo.
Garfinkel ha dato vita alletnometodologia, cio lo studio della logica dellazione e del
ragionamento pratico nelle situazioni quotidiane elaborando un approccio volto ad
analizzare le attivit pi comuni.. ogni dettagli della vita normale pu rivelare
importanti meccanismi che rendono possibile lordine sociale nelle interazioni pi
semplici.
Gi Schutz aveva dimostrato come gli individui si limitano a conservare la propria fede
nellesistenza del mondo sociale considerandolo come reale e oggettivo. Garfinkel
invece propone al ricercatore di estraniarsi da ci che reputiamo ovvio.
I membri di una societ ricorrono a modalit di ragionamento pratico in tutti i casi in
cu avvertono la necessit di spiegare un fatto o un evento.
I fatti della vita quotidiana possono essere descritti: ognuno di noi non fa altro che
raccontare delle proprie vicissitudini.
Garfinkel sottolinea laccountability dei fatti quotidiani. Gli accounts, cio le
spiegazioni e i resoconti dei membri della societ, sono ununit di analisi importante
per il sociologo.
La riflessivit degli accounts quando i fatti quotidiani non possono essere distinti dai
fatti che prendono in considerazione.
Se consideriamo irrisolvibile la natura indicale, cio dipendente da un contesto, delle
azioni e delle conversazioni quotidiane, risulter difficile cercare di scoprire una
qualche oggettivit delle espressioni linguistiche a qualunque livello.
La spiegazione del sociologo non per del tutto oggettiva.
Il mondo sociale e il sociologo hanno una relazione di reciproca appartenenza. La
societ e la sua spiegazione sono fattori inseparabili.
Se allinterno del discorso sociologico decidiamo di mettere tra parentesi la funzione
del sistema, dei valori, delle istituzioni, che cosa tiene unita una societ?
La risposta di Garfinkel si articola su due livelli. Intanto la realt mantiene una sua
integrit quando nessuno la mette in questione. Poi le indicalit e le riflessivit sono
sempre presenti, ma noi evitiamo di vederle.
Se da un lato la conoscenza di senso comune preteoretica o non teoretica, dallaltro
anche il sapere scientifico il prodotto culturale di unattivit sociale. Il lavoro degli
scienziati una delle pratiche quotidiane che coinvolgono coloro che detengono un
determinato sapere specialistico.
2.5.2. La sociologia della conoscenza scientifica La conoscenza scientifica esercita un
primato per quel che concerne loggettivit e luniversalit. La fede nei confronti della
verit scientifica si differenzia da altre forme di credenza.
Un assunto di senso comune viene reputato vero in quanto collettivo, mentre un
assunto scientifico diventa collettivo in quanto vero.
La razionalit scientifica soggetta storicamente al cambiamento ed essa stessa un
prodotto sociale.
Losservazione scientifica del mondo ha condotto a focalizzare lattenzione sulle
modalit di costruzione della verit. Nella scienza, la verit il prodotto di pratiche
radicate nel contesto sociale.
Per molto tempo, i filosofi della scienza, o epistemologi, si sono imposti in questo
argomento respingendo lidea che ci potesse essere uninfluenza di variabili sociali
esterne alla scienza nella produzione della verit e delloggettivit. Il

neopositivismo rimproverava alla sociologia di trascurare i fondamenti logici della


scienza. Popper riconobbe limportanza di un elemento speculativo nella formulazione
delle teorie scientifiche: senza nuove congetture non ci potrebbe essere alcuna nuova
scoperta.
Egli ribalta il problema della validit scientifica di una teoria, sostenendo che questa
risiede nella fasificabilit di un sistema. Sono scientifiche quelle ipotesi che si
mostrano essere falsificate, cio che sono valide fino a prova contraria.
Kuhn afferma che un elemento arbitrario, composto da accidentalit storiche e
personali sempre presente, come elemento costitutivo, nelle convinzioni manifestate
da una certa comunit scientifica in un certo momento.
La nozione-chiave di Kuhn il paradigma, cio un insieme di conquiste scientifiche
universalmente riconosciute, le quali forniscono un modello di problemi e soluzioni
accettabili a coloro che praticano un campo di ricerca.
Il paradigma serve a distinguere da un lato lintero complesso di credenze, valori e
tecniche condivisi in una comunit scientifica, e dallaltro esso denota un elemento
specifico di quel complesso: le soluzioni di rompicapo della scienza normale.
Per scienza normale si intende una ricerca basata sui risultati raggiunti dalla scienza in
un determinato momento. La scoperta di nuovi fenomeni si traduce nella percezione di
unanomalia da parte dei ricercatori. Se il paradigma ufficiale non fornisce la soluzione
di rompicapo anomali, lepisodio rompe lo sviluppo cumulativo della ricerca normale e
crea una situazione di emergenza.
La crisi pu risolversi solo in un cambiamento paradigmatico che comporta un
cambiamento delle regole del gioco.
Abbandonare un paradigma implica laccettazione di un altro.
Secondo Bloor, tutte le forme di conoscenza devono poter essere indagabili
sociologicamente secondo i 4 punti del programma forte:
La sociologia deve dare una spiegazione dei fenomeni conoscitivi distinguendo
tuttavia le cause di natura sociale da quelle di altro tipo
La verit e lerrore sono fenomeni da sottoporre a una spiegazione imparziale
necessario cercare lo stesso tipo di cause per le credenze vere e per quelle
false
La sociologia deve essere considerata un possibile oggetto di indagine alla
stregua della altre scienze.
Capitolo 3 La dimensione simbolica della vita sociale
3.1. Simboli e pratiche sociali
Percepiamo lambiente che ci circonda in termini di un mondo dotato di significato,
frutto di un processo interpretativo.
impossibile interpretare alla lettera quel che accade in natura: adoperiamo sempre e
inevitabilmente degli schemi che attingiamo dalla nostra cultura.
Laddove c significato esiste un simbolo cio qualcosa che sta per qualcosaltro.
Attraverso il linguaggio decodifichiamo il significato del simbolo. Per esempio, non
esiste alcuna affinit tra la parola sedia e loggetto chiamato sedia, ma diamo per
scontata la nostra capacit di associare alla parola il significato.
La relazione che lega un sistema di segni a dei simboli che assumono un significato
pu essere del tutto arbitraria o convenzionale.
Il gioco pu illustrare la facolt umana di saper impiegare simboli: una volta entrati nel
gioco, i nostri gesti e le nostre espressioni assumono un altro significato che pu
essere simile o differente da quello della vita reale.

I giochi sono attivit che costruiscono mondi. Se entriamo nello stato danimo lucido
previsto dal contesto sociale del gioco, ciascun evento che accade non va pi preso
alla lettera ma va codificato seguendo regole precise.
Il rituale una forma espressiva di tipo simbolico. Anchesso non va preso alla lettera.
In particolare, un rituale prevede sempre un sistema di segni per veicolare dei
messaggi che hanno un senso. I rituali sono azioni dalle quali scaturisce la forza
morale di un gruppo canalizzandola verso lattenzione e il rispetto dei simboli (oggetti
sacri) del gruppo stesso.
I rituali si realizzano in concomitanza di gesti di spettatori, osservatori, e gli altri e
anche di coloro vi partecipano.
Gi nellanalisi di Durkheim sulle forme elementari della vita religiosa emerge
limportanza di pratiche rituali diverse da quelle religiose. Il fenomeno pi significativo
quello della magia,che non rappresenta il simbolo del legame sociale, ma persegue
fini egoistici. Al contrario i riti religiosi creano i legami collettivi.
Mauss ha focalizzato la sua attenzione su alcune pratiche magiche che hanno lo stesso
carattere collettivo della religione. La parola-chiave di Mauss mana, termine con il
quale ogni trib del Pacifico definiscono le forze spirituali. Il mana genera unenergia
emotiva che contagia e attrae gli individui: viene impiegato sul piano collettivo
nellambito della religione o per fini privati allinterno della magia. In una collettivit
tutto dipende dal mana.
Lo scambio di doni inoltre costituisce importante fondamento dei legami sociali ed
utile per spiegare lo scambio economico.
Bench il significato di tutti i vari e differenti tipi di rituali non sia sempre lo stesso,
possiamo dire che la nostra vita sociale ancora profondamente ritualizzata.
3.2. Rituali e interazione sociale
Durkheim si era soffermato sulla funzione dei grandi rituali. Per quotidianamente, una
qualsiasi scena o azione assume un carattere rituale.
Linterazione faccia-a-faccia si occupa dellinfluenza reciproca che gli individui
fisicamente compresenti nella stessa situazione sociale hanno gli uni sugli altri.
Durkheim afferma che i riti celebrati per le rappresentazioni di collettivit possano
essere celebrati per lindividuo stesso.
Goffman ha lobbiettivo di analizzare tutto quello che avviene nel teatro della vita
quotidiana.
Per stabilire dei legami, gli individui devono intendersi tra di loro scambiandosi
informazioni su s stessi.
Abbiamo lattore che interpreta un personaggio che mostra il proprio ruolo di fronte a
un pubblico che dovr capire chi egli sia.
Molto spesso gli individui sono convinti del ruolo che coprono, ma non basta: dovranno
cercare di evitare di adottare una condotta incoerente con la parte che recitano.
Anche un gesto involontario come una gaffe pu compromettere lesito di una messa
in scena: lattore dovr fare ricorso a rituali di riparazione come chiedere scusa o
minimizzare lincidente.
Ognuno di noi inoltre, per staccare dal personaggio ha bisogno di un retroscena
inaccessibile al pubblico dove riposarsi e riprendersi.
Collins afferma che la rappresentazione drammaturgica un rituale. Essa crea un
senso di realt condivisa. Nella misura in cui il rituale ha successo esso crea simboli
sociali che sono investiti di forza morale. Durkheim sosteneva che Dio il simbolo
della societ e che ciascuno assume una sua sacralit.

Per Goffman, i riti che costituiscono la sacralit dellindividuo e ne sostengono il culto


vanno cercati nei piccoli rituali della vita quotidiana.
Il self anche un oggetto cerimoniale dotato di una sua sacralit al quale va prestata
unattenzione rituale.
3.3. Riti doggi: il caso delle partite di calcio
Per certi aspetti, gli spettacoli sportivi hanno ereditato alcuni caratteri caratteristici di
antichi rituali religiosi.
Se il significato religioso dei riti sportivi perduto, la forma di tali attivit rimane e
assume significati nuovi.
Nello sport, i partecipanti sono impegnati in una competizione atletica che si svolge
come una cerimonia e che assume unimportante funzione sociale: riaffermare i valori
dellordine sociale.
Dal punto di vista sociologico importante ricordare quei processi che legano
lindividuo allordine morale di una comunit. In questo senso, anche alcune cerimonie
rappresentano una specie di riaffermazione dei valori morali.
In Italia lautonomia del contesto sociale del comportamento del pubblico durante una
partita di calcio genera forme differenti di percezione delleticit delle norme sportive.
Bisogna allora concentrarsi sullopposizione simbolica che pervade la tensione emotiva
tipica di una competizione di squadra orientata alla vittoria.
Il rituale collettivo dello stadio di calcio si fonda su quella che potremmo definire
opposizione totemica (un fenomeno indissolubilmente legato al rituale).
Levento sportivo come una metafora bellica, nei termini di una battaglia simulata.
Gli spettatori non si limitano a prestare attenzione soltanto a quel che accade in
campo: in alcuni settori dello stadio si notano dei duelli simbolici tra i tifosi, basati
sugli insulti e sulla provocazione.
Le societ primitive conservano spesso nei loro riti e nelle loro cerimonie religiose la
corsa, il salto e anche il giocare con la palla. Si trattava di eventi che esibivano il
legame con la sfera del sacro: erano caratterizzati da altre finalit latenti.
Le origini dei folk games dai quali discende il calcio moderno, sembrerebbero alquanto
profane. Per folk game si intende qualcosa di estremamente distante dagli sport
coltivati negli ambienti aristocratici.
I moderni giochi olimpici hanno osteggiato lentrata del calcio tra le discipline
ammesse.
La partecipazione del pubblico diventa consumo sportivo, unorganizzazione di tipo
industriale fa del calci qualcosa di pi che un semplice gioco.
Il frastuono del tifo calcistico un fenomeno tipicamente moderno. Il significato
sociale del calcio viene analizzato da Elias. Il processo di civilizzazione determina la
necessit, per gli individui, di un apprendimento dellautocontrollo.
Il calcio, e lo spettacolo sportivo in generale, non ha sempre suscitato un interesse
sincero da parte delle scienze sociali. Il calcio un fatto sociale totale: Sono rari gli
avvenimenti che possono essere qualificati fatti sociali totali se con questo si intende
fenomeni che mettono in moto in certi casi la totalit della societ e delle sue
istituzioni.
Laudience dello stadio, per quanto piena possa essere non si pu paragonare a quella
televisiva. La fruizione dellevento genera nellaudience una carica emotiva
deterritorializzata, che d vita a unesperienza incommensurabile con quella dello
stadio.
La televisione non registra levento sportivo ma lo ricrea.

Lindustria del calcio regala una grande esperienza collettiva, anche se dispersa
nellambiente domestico.
Il calcio mediale, virtuale, della tv, pu essere considerato un rituale collettivo?
Probabilmente no.
3.4. Lesperienza religiosa in una societ complessa
Il termine secolarizzazione indica la riflessione sociologica sul ruolo della religione
nel mondo occidentale. Scienza, tecnica, religione, sono tutti fenomeni tipici della
nostra cultura.
Secondo Max Weber, il processo di razionalizzazione comporta un disincantamento
del mondo.
Se vero che molti scienziati sono stati religiosi, vero anche che la scienza moderna
stimola un pensiero prettamente razionale che necessita di spiegazioni concrete.
Le Chiese propongono una visione del mondo coerente, ma non riescono a imporla a
tutti: la fede divenuta una scelta, non pi un obbligo.
Diverse fedi si trovano a convivere legittimamente nel rispetto della diversit che
ispira la moderna democrazia, mentre in altri paesi si ancora incatenati alle
tradizioni religiose.
LItalia si dichiara prettamente cattolica (per la maggior parte). Per presente una
complementariet di confessioni. In tutte le societ contemporanee pluralistiche, la
ricerca empirica sulla religione richiede lelaborazione e lapplicazione di categorie
sociologiche in grado di cogliere, interpretare le diverse sfaccettature del fenomeno
religioso.
Acquaviva e Pace hanno individuato 5 dimensioni della religiosit:
1. La credenza: riguarda gli atteggiamenti che gli individui assumono rispetto alla
dimensione della trascendenza
2. Lesperienza: concerne le modalit attraverso le quali gli individui si rapportano
al sacro
3. La pratica: la modalit di partecipazione alla vita religiosa
4. Lappartenenza riguarda il coinvolgimento dei fedeli allinterno di un gruppo
religioso e le sue conseguenze
5. La conoscenza; concerne il tipo di sapere sociale che la religione diffonde tra i
fedeli e che consente loro di interpretare la realt
Le rappresentazioni religiose possono essere il prodotto di una scelta personale.
Lindividuo diventa libero di costruire la propria identit. Luckmann arriva a
tematizzare lindividuo come un consumatore che scegli gli elementi del proprio
cosmo sacro sul mercato di significati ultimi, cio allinterno di un assortimento di
rappresentazioni religiose.
Nella tematica del sacro, gli individui sono alla ricerca di senso e legami sociali radicati
nella religione.
Capitolo 4: La produzione della cultura
4.1. Lindustria culturale
In una societ basata sul mercato, i prodotti culturali assumono carattere di merce. La
produzione di beni culturali diventa parte integrante dellorganizzazione capitalistica:
da un lato una crescente quantit di persone pu accedere allacquisto di beni di
consumo, dallaltro la produzione di oggetti che incorporano simboli, credenze e valori
diventa uno specifico settore merceologico che segue le stesse leggi del capitalismo e
dellindustria.
La formazione dellidentit dellindividuo dipende in gran parte dalla fruizione e dal
consumo dei beni culturali.

Dal punto di vista sociologico, la cultura linsieme di valori, credenze, norme e


simboli che incontriamo sul nostro cammino ogni giorno. Lindustria culturale
comporta la trasformazione degli individui in consumatori di cultura.
Spesso fruiamo di unopera del passato allo stesso modo delle opere moderne (ad
esempio ascoltiamo Bach su un CD).
Il parere dei critici non necessariamente coincide con quello del pubblico. Quel che ci
interessa, sociologicamente, lo studio delle trasformazioni avvenute nellambito della
produzione culturale nelle societ moderne, dove i nuovi mezzi di comunicazione
fungono da punto di partenza dellanalisi.
4.2. La mediatizzazione della cultura
Nel XV secolo Gutenberg mise a punto la stampa a caratteri mobili che consentiva la
stampa di testi.
La copiatura dei libri era affidata agli amanuensi e i testi copiati erano destinati a
unlite molto ristretta.
Con la stampa, si ebbe una rivoluzione inavvertita: linvenzione del libro a stampa
favor un cambiamento culturale che avrebbe caratterizzato il mondo moderno.
La diffusione di testi sacri favor una maggiore autonomia individuale nel lambito della
teologia e contribu alla stessa Riforma protestante.
Secondo Max Weber, i protestanti hanno usato la stampa per convincere la Chiesa a
bandire alcuni testi.
Lindustria del libro si impose come primo elemento di mediatizzazione della cultura.
Dopo il libro , la stampa periodica contribu al diffondersi della borghesia.
Habermas sottolinea che, se nella prima modernit si distingue un pubblico critico, la
sfera pubblica borghese ha oggi subito una disgregazione pi profonda.
Secondo Thompson, Habermas ha voluto spiegare il fatto che gli individui sono
manipolabili.
Gli esponenti della Scuola di Francoforte, Adorno e Horkheimer, furono i sostenitori di
una teoria critica della societ e dellindustria culturale.
Secondo Marx, lideologia borghese dell800 creava una falsa coscienza: per Adorno
e HOrkheimer, la produzione dei beni culturali corrompe gli individui e li manipola.
Marcuse descrive il consumatore come un soggetto dellalienazione che viene
inghiottito dalla sua esistenza alienata, perch i prodotti dellindustria culturale
manipolano.
Il pessimismo della Scuola di Francoforte si colloca nellambito delle visioni
apocalittiche dellindustria culturale. Eco contrapponeva allapocalittico, la figura
dellintegrato, il quale intravede un progresso nellallargamento della base sociale dei
fruitori di cultura e di informazione.
4.3. Consumi culturali e tempo libero
La cultura di massa legata alla crescita del tempo libero nelle societ moderne.
Il lavoro unattivit strumentale, un mezzo non un fine. La ricerca di un significato
avviene nello spazio privato.
Il tempo libero pu controbilanciare le limitazioni che la sfera lavorativa impone al
comportamento sociale. Mentre la vita seria prescrive un contenimento
dellemotivit, le attivit del tempo libero servono a rompere la routine.
La possibilit di consumare beni soddisfa un bisogno di senso dellindividuo che
trascende la semplice sopravvivenza in termini materiali.
I beni culturali non si limitano a soddisfare un semplice bisogno dellorganismo, ma
assumono un significato simbolico.

Il godimento di un bene permette di colmare linsoddisfazione personale.


Ciascun membro della societ si trova a scegliere cosa consumare nellambito dei beni
materiali.
Se consumare unattivit che ha un senso, lindustria culturale non si limita a coprire
il tempo libero degli individui, ma costruisce una sfera della vita sociale nella quale
essi raggiungono gratificazione e trovano valori e modelli.
Lindustria culturale si rivela depositaria di quello che si soliti definire immaginario
collettivo: un complesso di dispositivi simbolici, di modelli, di miti, insomma di auto
rappresentazione di una societ.
Secondo Morin, limmaginario collettivo organizzato intorno ad alcuni archetipi, a
modelli-guida dello spirito umano.
Se la creazione artistica e letteraria produce archetipi daltra parte lindustria culturale
ne snatura loriginalit conformandoli a una produzione standardizzata. Gli archetipi
diventano stereotipi.
Lespressione cultura di massa rischia di evocare limmagine di una realt sociale
indifferenziata. Quel che invece sembra imporsi nella fase attuale una
moltiplicazione degli ambiti di produzione e di consumo di cultura.
Linnovazione tecnologica in campo informatico consente di approdare allintegrazione
di mezzi di comunicazione differenti la cosiddetta multimedialit. Internet ha
modificato il flusso di informazioni e di comunicazioni da una forma unidirezionale a
una interattiva.
4.4. Cultura e comunicazione
Le nuove tecnologie dellinformazione hanno ridefinito i concetti di spazio e tempo
degli individui.
McLuhan ha affermato che i moderni mass media hanno ridotto il globo a un villaggio.
La globalizzazione viene descritta come una conseguenza dello sviluppo delle reti di
comunicazione.
Nella teoria di Shannon e Weaver, la comunicazione la trasmissione di informazioni
da parte di una sorgente nei confronti di un destinatario, partendo da una fonte
attraverso un canale.
La quantit di informazione equivale alla quantit di incertezza rimossa.
Gli esseri umani appaiono continuamente immersi in un processo comunicativo. I
significati di qualunque atto comunicativo dipendono dal contesto sociale nel quale
avvengono.
Una sequenza comunicativa implica la coesistenza di due livelli di astrazione differenti.
I metamessaggi delineano il contesto nel quale interpretare i segnali.
La metacomunicazione consente di inquadrare sia le espressioni linguistiche che
quelle non verbali.
Il flusso di comunicazioni tra un individuo e laltro caratterizzato da retroazioni
immediate.
Thompson distingue tra:
Interazione mediata: viene mantenuta una dimensione dialogica e una cornice
interattiva condivisa
Quasi-interazione mediata: il flusso della comunicazione prevalentemente
unidirezionale.
La vita sociale nel mondo contemporaneo costituita da forme di interazione non
dirette. Il termine massa rischia di trarre in inganno: si tratta di comunicazioni rivolte
a una pluralit di destinatari.

Laspetto decisivo non la comunicazione mediata da mezzi elettronici, bens la


trasformazione dellesperienza quotidiana in esperienza di un mondo mediato.
I media sono tra i principali depositari di un potere simbolico. Possiamo distinguere
quattro tipi di potere: economico, politico, coercitivo e simbolico. Il potere simbolico
consiste nella capacit di influenzare le idee degli individui e di indurli ad agire in un
certo modo.
I mezzi di comunicazione rappresentano il principale strumento per lesercizio del
potere culturale o simbolico e lindustria dei media listituzione sociale che si pone
alla sua base.
I mezzi di comunicazione hanno il potere di definire determinate situazioni sociali
come reali.
Il dibattito sul potere dei media ha coinvolto gli stessi scienziati sociali, i quali non
esitano a prendere una posizione personali.
Lidea del pubblico quale massa indifferenziata oggi troppo riduttiva.
Lo studio dei mezzi di comunicazione sposta il suo centro di interesse allattivit di
ricezione che si svolge allinterno dei contesti sociali della vita quotidiana.
4.5. Rivoluzione digitale e innovazione culturale
4.5.1. Sociologia del cyberspazio
I mezzi di comunicazione tradizionali e i nuovi media elettronici hanno ristrutturato
una vasta gamma di situazioni sociali despazializzandone gli scenari fisici. Tale
movimento di deterritorializzazione raggiunge il culmine con le reti globali e Internet. Il
cosiddetto cyberspazio non ha luogo, ma fonda un legame interattivo e comunicativo
tra i soggetti di una civilt de territorializzata.
I media tradizionali si basano su uno schema di comunicazione a stella, uno-molti, o
a rete, uno-uno. Internet agisce con lo schema molti-molti.
Il computer diviene un intermediario della comunicazione allinterno di una rete di
rapporti sociali.
Internet nasce nel 1969 in California per conto del ministero della difesa con il nome di
ARPANET. Poco a poco internet divenne il mezzo globale di comunicazione pi potente.
La rivoluzione digitale comporta delle trasformazioni dei rapporti sociali che investono
lintero pianeta e che ristrutturano lorganizzazione sociale di spazio e tempo.
Luso della rete diventa uno dei molteplici piani dellesperienza sociale e forse uno dei
pi significativi.
Con Internet nascono anche le comunit virtuali, cio forme di associazione svincolate
dalla condivisione di uno stesso luogo fisico, ma basate su unintesa attivit
comunicativa.
Internet favorisce la circolazione non solo di beni, servizi e denaro, ma anche idee e
culture.
4.5.2. Verso un s digitale?
In un mondo mediato la compresenza fisica non costituisce pi lunica situazione
sociale significativa nellorganizzazione sociale degli individui. La tecnologia culturale
svolge una funzione determinante in tal senso poich modifica le coordinate spaziotemporali della vita quotidiana.
Per comprendere questo cambiamento, consideriamo il fenomeno della sorveglianza. I
grandi regimi del 900 portarono allesasperazione le varie forme di sorveglianza
burocratica.
La razionalit delle societ moderne si incarna nella burocrazia: anche uno stato
democratico deve poter raccogliere dati su tutti i cittadini per operare. Una sorta di

schedatura su base personale dei cittadini presente nella forma del fascicolo
cartaceo.
La rivoluzione digitale ha ampliato le possibilit di un tale sistema di controlli. Anche le
modalit di sorveglianza delle persone socialmente pericolose si arricchiscono delle
opportunit della tecnologia digitale.
Con lavvento delle tecnologie digitali il potere di sorveglianza non presuppone pi la
compresenza fisica: limmagazzinamento di informazioni nei database rende visibile il
s digitale di un individuo, cio limmagine che pu essere ricostruita collegando tutte
quelle informazioni che sono disperse in numerose banche dati ma che possono
rendere chiunque una sorta di uomo di vetro.
I computer registrano i nostri movimenti e chi ha il potere di farlo effettua controlli con
le informazioni presenti nei database di altri computer.
La sorveglianza si sposta nellarea del consumo: la violazione della privacy,
limprenditoria dei dati personali, diventano aspetti significativi di ci impiega il
marketing per persuadere i consumatori.
Capitolo 5 Cultura e globalizzazione
5.1. Che cosa si intende per globalizzazione
Bauman afferma che la globalizzazione sulla bocca di tutti, un mito. Bench il
significato di questo termine sia alquanto controverso e solo apparentemente ovvio, la
maggior parte degli scienziati sociali condivide lidea che globalizzazione designi un
passaggio depoca.
La globalizzazione un processo economico inerente alla circolazione delle merci e dei
capitali su scala mondiale.
Essa produce nuova ricchezza, ma anche nuova povert. Il risultato non per forza di
cose una serie generalizzata di mutamenti che agiscono in una direzione univoca,
bens una serie di tendenze reciprocamente opposte.
Sul piano politico la globalizzazione implica almeno in parte un declino dello Statonazione. La societ mondiale relativizza lo Stato-nazione perch una pluralit non
legata a sfere sociali, luogo, ecc, avviluppa i confini territoriali dello Stato-nazione.
Se sul piano economico viene favorita la libera circolazione di merci, le politiche dei
singoli stati, riducono la libert di movimento delle persone e dunque la libera
circolazione di forza lavoro. La mobilit geografica diviene il principale fattore della
stratificazione sociale. Essa distingue i globali dai locali. Ai locali non rimane che
pagare in contanti pi di quanto i globali paghino con denaro elettronico per un posto
di business class in aereo.
Il nuovo ordine mondiale non si rivela privo di contraddizioni. Crescono i conflitti
militari e una frammentazione di singole nazioni favorita dalle contraddizioni
sulleterogeneit culturale dei vari paesi.
Nel 1964 McLuhan afferm che i moderni mezzi di comunicazione avevano ridotto il
globo pressocch alle stesse dimensioni di un villaggio. Lespressione villaggio
globale entrata a far parte del linguaggio comune molto prima che la parola
globalizzazione contagiasse il lessico delle scienze politiche e sociali.
Secondo Thompson, linizio della globalizzazione pu essere ricondotto agli scambi
commerciali tra il XV e il XVI secolo.
Ci fu unevoluzione dei sistemi di comunicazione transcontinentali.
Lavvento dei mezzi di trasmissione fondati sullo sfruttamento delle onde
elettromagnetiche costitu un salto di qualit decisivo.
5.2. Migrazioni, esclusione sociale e razzismo

Per migrazione si intende un movimento di popolazione che coinvolge differenti aree


geografiche collocabili sia allinterno dello stesso territorio nazionale.
Dal punto di vista della sociologia dei processi culturali, le migrazioni sono state
spesso studiate in relazione alle modalit di adattamento di differenti gruppi sociali
allinterno di un nuovo contesto.
Gli studiosi della Scuola di Chicago analizzarono le conseguenze delle trasformazioni
avvenute nella metropoli americana quando popolazioni di migranti provenienti da
numerosi paesi europei si trovarono a convivere in una metropoli sorta in maniera
disordinata.
Loggetto dellindagine sociologica era rappresentato da un lato dal fenomeno della
disorganizzazione sociale, dallaltro da una possibile riorganizzazione.
Gli studi pi recenti si soffermano su diversi del fenomeno migratorio: dalla funzione
dei lavoratori stranieri alle politiche sanitarie, ecc
Un altro aspetto importante il nesso immigrazione-criminalit che uno dei punti
nodali dellanalisi del fenomeno.
Dal punto di vista sociologico, gli atteggiamenti con i quali le popolazioni residenti
reagiscono alle nuove migrazioni sono indubbiamente un argomento di interesse
cruciale.
Linserimento dei migranti nelle societ locali contribuisce ad accrescere la
complessit culturale del mondo contemporaneo: da una parte la possibilit di
convivenza, dallaltra una reazione di chiusura e ostilit.
Il termine migranti indica la condizione sociale dei soggetti che abbandonano il
proprio spazio nazionale, mentre il termine immigrati si riferisce al modo in cui le
nostre societ li trattano.
Secondo il teorema di Thomas, se gli uomini definiscono una situazione sociale come
reale, essa sar reale nelle sue conseguenze.
La cittadinanza il sistema dellinclusione sociale in un complesso di garanzie. I
migranti ai quali non vengono riconosciuti determinati diritti sono oggetto di un
processo di esclusione. Essi divengono non-persone, individui che esistono
biologicamente ma non personalmente.
Esistono alcuni atteggiamenti di ostilit nei confronti degli altri o stranieri:
Etnocentrismo: autopreferenza di un gruppo che valuta le cose esclusivamente
in base alle proprie norme e ai propri valori;
Xenofobia: ostilit o paura verso gli stranieri;
Pregiudizio: lopinione preconcetta che sorge da una generalizzazione indebita e
che conferisce tratti stereotipati a unintera categoria sociale o umana;
Razzismo: costruzione ideologica tesa a interiorizzare diversi gruppi umani
secondo una scala gerarchica. Mentre il razzismo biologico individuava alcune
caratteristiche innate dellinferiorit di determinati gruppi umani, il razzismo
culturale muove dallinferiorizzazione di elementi come costumi, religione,
ecc
importante evidenziare che il termine razza stato definitivamente abolito.
Il razzismo ha biologizzato le differenze: ha reso naturale la diversit culturale.
5.3. Icone della globalizzazione: il caso di McDonalds
Esistono alcune icone relative al consumo e agli stili di vita nellepoca della
globalizzazione.
Un esempio e il McDonalds che oggi rappresenta uno dei bersagli polemici pi
importanti della critica politica della globalizzazione.

Quando visitiamo un paese straniero, talvolta non conosciamo le modalit interattive


che regolano lacquisto di un prodotto nel microuniverso locale, ma siamo sicuramente
al corrente dei codici universali che governano le transazioni del consumo.
In un McDonalds, a Roma come a New York, non solo troviamo gli stessi prodotti, ma
anche lo stesso ambiente, la stessa atmosfera, la stessa interazione.
La scelta di mangiare da McDonalds dipende da due tipi di codice, uno globale, uno
locale. Nel primo caso sappiamo cosa ci aspetta. Nel secondo caso, potremmo
assaggiare specialit inedite che ci possono piacere o non piacere.
Secondo Ritzer, un mondo mcdonaldizzato in grado di offrirci efficienza,
calcolabilit, prevedibilit e controllo.
Lindustria del fast-food garantisce efficienza al cliente al punto da fargli fare parte del
lavoro che spetterebbe ai camerieri. McDonalds garantisce calcolabilit: si tratta di un
universo sociale nel quale la quantit trionfa sulla qualit.
La prevedibilit una caratteristica di questi sistemi che rende possibile il fatto che il
servizio risulti identio dovunque e in qualsiasi istante.
Il controllo implica la sostituzione del lavoro vivo dellessere umano con
lautomazione. Non solo gli strumenti meccanici svolgono alcune funzioni prima dei
lavoratori, ma la stessa tecnologia ricopre una funzione di controllo sulle persone.
Esiste una sorta di irrazionalit della razionalizzazione.
Nonostante gli sforzi tesi alla razionalizzazione del processo di ristorazione, un banale
guasto a unapparacchiatura pu danneggiare il mercato si pure in modo banale e
rischia di far saltare la finta cordialit degli addetti che fa parte del regolamento dei
fast-food: Sorridi sempre.
5.4. Globalizzazione e diversit culturale
Ogni volta che si parla di globalizzazione ci si aspettano reazioni di entusiasmo o di
condanna.
La globalizzazione diventa qualcosa di negativo come una minaccia, sul piano
dellimperialismo culturale.
In ciascun contesto di ricezione, gli individui ricorrono alle loro risorse ermeneutiche
per appropriarsi di prodotti mediali globalizzati.
Leterogeneit e la pluralit coesistono con i tentativi di occidentalizzazione attribuiti
allindustria culturale.
Le societ complesse e differenziate dellOccidente sono caratterizzate da una forte
eterogeneit. Se il mondo moderno sorto parallelamente allimporsi della
rivendicazione di un diritto all uguaglianza, nellepoca moderna sorge la questione del
diritto alla differenza.
Taylor si concentrato sul tema del riconoscimento, cio sulla rivendicazione di un
eguale valore per culture differenti: la richiesta di non lasciarle soltanto sopravvivere,
ma di prendere atto che sono preziose.
Multiculturalismo unespressione che si affermata in un dibattito interno al ceto
intellettuale delle societ del Nord ricco del mondo al fine di pensare una risposta etica
a una situazione di disagio o di pericolo.
La sociologia della cultura pu contribuire a pensare la convivenza con laltro
indicando le contraddizioni e i paradossi del mondo sociale.
Se per alcuni la globalizzazione una conquista, per altri rappresenta un destino
crudele.
5.5. Conclusioni: come ripensare la cultura?
La cultura non un potere: un contesto, qualcosa entro cui gli eventi sociali possono
essere descritti.
Secondo Max Weber, luomo un animale imprigionato in una ragnatela di significato
che egli stesso ha tessuto. La cultura consiste in queste reti.

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