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il perdono
forza dellamore
SOMMARIO
Il punto
il perdono
forza dellamore
Pasqua di Risurrezione
Don Emanuele Lampugnani
Direzione Incontri
Cottolengo Torino
redazione.incontri@cottolengo.org
l Direttore responsabile:
l Redazione:
l Collaboratori:
Don Emanuele Lampugnani - Fr. Beppe Gaido Paola Bettella - Patrizia Pellegrino - Nadia Monari
Cara Madre
Redazione
La regola doro
Redazione
l Progetto grafico:
l Impaginazione:
Salvatore Acquas
Giovanni Grossi
Via Lombardore 276/F - Lein - Tel. 011 99.80.654
Davide Aimonetto
Redazione
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TORINO, parrocchia
S. G. B. Cottolengo
il punto
INDIA
Torino in via Angelo Messedaglia, 21 si trova la parrocchia dedicata al santo Cottolengo, ma ugualmente una
parrocchia intitolata a S. Giuseppe Benedetto Cottolengo lunica nel continente asiatico la incontriamo
anche a Parur (KERALA INDIA), proprio di fronte al Seminario, dove Paulson ricevette la sua formazione filosofica. E a poco pi di unora dauto si trova il suo paese natale, Chandiroor, nella cui parrocchia, dedicata a Maria,
il 4 gennaio scorso Paulson diventato don JOHN PAUL. Insieme a Giuseppe F., Giuseppe V., Ornella e Speranza,
amici del Cottolengo di Torino e di Paulson, ho avuto la gioia di partecipare alla Messa di ordinazione presieduta
dal Vescovo di Cochin, Mons. Joseph Kariyil e, il giorno dopo, alla sua prima Messa e sabato 9 gennaio alla solenne
Messa di ringraziamento da lui presieduta presso il Seminario di Parur.
Il motivo principale del nostro viaggio in India stata proprio lordinazione di Paulson, ma, data loccasione,
ne abbiamo approfittato per far visita alle comunit cottolenghine di Cochin, di Palluruthy, di Thannikuzhi, di
Karumkulam e di Coimbatore. Ovunque siamo stati accolti sempre con grande cordialit dalle Suore, dai Fratelli
e dai Sacerdoti, miei confratelli. Don Lijen ci ha condotti a visitare un luogo religiosamente suggestivo: il santuario
dedicato al Beato Devasahayam Pillai, un hindu, convertito al cattolicesimo, e per questo fatto fucilare dal re il
14/01/1752. Fra le rocce retrostanti il santuario ve n una che, percossa, emette suoni armoniosi. Si racconta che
quando si cercava il luogo dove il martire era sepolto, fu proprio il suono di quella roccia a indicarlo. Proseguendo,
arrivammo, quando gi era buio, a Kaniakumari, la punta pi meridionale dellIndia, di fronte allisola ove sorge il
Vivekananda Rock Memorial. un luogo di straordinaria importanza culturale e turistica, infatti, nonostante lora
piuttosto tarda, la folla, che si aggirava fra i molti negozi, stracolmi degli oggetti pi vari, era numerosissima. Con
qualche fatica riuscimmo a ritrovarci, per ripartire.
Altra tappa importante del nostro viaggio stata la citt di Coimbatore, che raggiungemmo comodamente in treno. Gi
altre volte avevo fatto visita alla comunit cottolenghina ivi residente. Questa casa comprende una scuola speciale, la
fisioterapia e ospita il noviziato delle Suore. Ci che mi ha colpito questa volta stato il numero di costruzioni nuove,
per lo pi palazzine, ma anche di fianco un vero re proprio condominio, che circondano quasi completamente la nostra casa. Da Coimbatore abbiamo raggiunto con circa due ore di auto un piccolo paesino, Chikrasampalayam, dove
vivono e operano da tre anni tre Suore cottolenghine, che voglio ricordare per nome, perch sono veramente missionarie-pioniere in una casa strettissima attingono lacqua da rubinetti pubblici sulla strada: sr. Lilly, sr. Mary Grace e sr.
Packiam. Ci che mi ha colpito stata la loro gioia, pur vivendo in condizioni piuttosto misere, e la gioia dei paesani, che
con grande effusione si intrattenevano ovunque con loro.
Infine ecco laltro motivo del nostro viaggio: la benedizione da parte del Vescovo di Calicut, Mons. Varghese
Chakkalakal e la posa della prima pietra di una struttura, destinata ad accogliere inizialmente giovani
con disabilit, che, terminata la scuola dellobbligo, non riescono a inserirsi nella societ. Lintento
quindi di insegnare loro una professione, per esempio per cominciare addestrarli a digitalizzare dati. Come pure vi in quel luogo necessit di seguire i ragazzi dopo lorario scolastico e
per questo si organizzer unattivit di tuition. Ma ecco la sorpresa della Provvidenza! Questa
struttura sorger su un terreno che stato donato alla Piccola Casa per un fine di pubblica
utilit. Altri Istituti hanno rifiutato lofferta, la Piccola Casa ha accettato. La localit nel territorio della citt di Nilambur, nello Stato indiano del Kerala, a circa tre ore da Coimbatore e
poco pi da Parur. La diocesi quella di Calicut. Ora dal 1933 al 1938 stato amministratore apostolico di questa diocesi Mons. BENIAMINO RANZANI S.J., nativo di Pogliano Milanese
come il Beato Francesco Paleari e alunno della Famiglia Tommasini (Seminario cottolenghino a Torino) dal 1890 al 1898, e a lui successe, come Vescovo Mons. LEONE PROSERPIO
S.J., nativo di Alba (CN), lui pure Tommasino dal 1890 al 1897. Sembrano scherzi
della Divina Provvidenza. Si ritorna l dove altri cottolenghini ci avevano preceduto, un po come il ritorno delle Suore cottolenghine in Kenya. una sorta
di risurrezione, una specie di PASQUA. Auguriiiiiiiiiiiii a tutti.
Torino, 5 febbraio 2016
l d. roberto
incontri |
spiritualit
eguire Ges, sapendo che non un personaggio del passato perch risorto e vive accanto ad ognuno di noi. Per
questo da subito tra gli apostoli ed i primi cristiani ha avuto
una grande importanza lannuncio della Resurrezione di Ges.
Ben sappiamo che tutta la fede cristiana ruota attorno a questo
evento, tutti gli scritti del Nuovo Testamento hanno come sfondo la fede nella storia di Colui che il protagonista di tali scritti,
la storia di una persona viva, perch risuscitata dai morti. San
Paolo, che prima dellincontro con Ges risorto era un accanito
persecutore dei primi cristiani, ben sintetizza tutto questo scrivendo: Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede.
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PASQUA
di Risurrezione
spiegabile con speculazioni o esperienze interiori, mistiche. Nella sua audacia e novit,
esso prende vita dalla forza impetuosa di
un avvenimento che nessuno aveva ideato
e che andava al di l di ogni immaginazione. Gli apostoli e i primi discepoli quindi,
dopo essere fuggiti e aver vissuto una
grande delusione a causa della morte
in croce di Ges, ritrovano unincredibile forza dallincontro con Ges Risorto, e
testimonieranno questa verit con tutta
la loro vita.
Tutto questo riempie di grande speranza anche lesistenza dellumanit: Cristo
risorto infatti la garanzia che Dio pi
forte della morte e che quindi, grazie a
Lui, anche noi risorgeremo; disse a riguardo Papa Francesco: In Ges Dio ci
dona la vita eterna, la dona a tutti, e tutti
grazie a Lui hanno la speranza di una vita
ancora pi vera di questa leternit a
illuminare e dare speranza alla vita terrena
di ciascuno di noi! Se guardiamo solo con
occhio umano, siamo portati a dire che il
cammino delluomo va dalla vita verso la
morte. Questo si vede! Ma questo soltanto
se lo guardiamo con occhio umano. Ges
capovolge questa prospettiva e afferma che
il nostro pellegrinaggio va dalla morte alla
vita: la vita piena! Noi siamo in cammino, in
pellegrinaggio verso la vita piena, e quella
vita piena quella che ci illumina nel nostro
cammino! Quindi la morte sta dietro, alle
spalle, non davanti a noi. Davanti a noi sta
il Dio dei viventi.
A conclusione rileggiamo quanto disse Papa Benedetto XVI nellomelia della
messa di Pasqua nel 2009: Cristo veramente risorto dai morti. S! proprio questo il nucleo fondamentale della nostra professione di fede; questo il grido di vittoria
che tutti oggi ci unisce. E se Ges risorto,
e dunque vivo, chi mai potr separarci da
Lui? Chi mai potr privarci del suo amore
che ha vinto lodio e ha sconfitto la morte?.
spiritualit
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La Porta Santa
della Carit e della
Misericordia
si spalanca
sulla citt
la ragion dessere della Piccola
spiritualit
incontri |
spiritualit
Sal 16,11
n paesaggio agricolo profumato di viti e peschi in fiore, fra le colline dellAlbese. l che sono nata e cresciuta. Avevo appena quattro anni quando Ges mi
chiam ed io confidai alla mamma il mio proposito: Voglio
farmi suora. Col passare del tempo, il mio desiderio si faceva ardente, finch, compiuti i diciotto anni, fui accolta fra le
postulanti della Piccola Casa di Torino, dove professai i voti
religiosi e per venti anni vissi come suora di vita apostolica,
svolgendo varie mansioni.
Tutto mi era gradito, tutto facile, perch il mio sguardo era puntato sul mio Diletto.
Ma ecco una nuova chiamata che mi mise il fuoco nelle ossa e
la mia risposta fu immediata e totale.
Mi alzai, lasciai subito i miei affari e seguii Ges, era il 1 ottobre
1974. Curiosa coincidenza: primo giorno scolastico di allora, io
mi posi alla Sua scuola, avendo come angelo
santa Teresa di Ges Bambino. Il Maestro
camminava davanti e io Gli tenevo dietro, in
silenzio e con il cuore sospeso nella pace.
Conoscevo per diretta esperienza che dove
Egli passa fiorisce qualcosa di bello, si presentano dolci sorprese e si aprono orizzonti
di speranza.
Attraversammo la citt ed iniziammo a salire
su per la collina.
Alle spalle lasciavo una storia tanto amata,
che tuttavia avvertivo stretta, per cominciarne unaltra, da tempo desiderata e sognata.
Il momento era solenne.
Giungemmo sul colle e dimprovviso il quadro cambi; dinanzi a noi si profil una discesa quasi a picco. Significativo! La percorremmo fino in fondo ed eccoci davanti ad
un caseggiato vasto, con una porticina sulla quale era scritto
Il Carmelo, il nome di quello che era - che - un Monastero
cottolenghino di clausura.
Qui era salito, nella primavera del 1841, san Giuseppe
Benedetto Cottolengo, per dare una Famiglia di Suore di Vita
Contemplativa che fossero sostegno per le Sorelle impegnate
nel servizio ai fratelli ammalati, ai poveri e ai dimenticati della
societ. Da quel giorno, si sono succedute generazioni che hanno speso la vita nel silenzio e nella preghiera, in solitudine e gioiosa penitenza: lampade ardenti damore per la Piccola Casa,
per la Chiesa, per il mondo intero.
Vi entrai, sul mezzogiorno. Cera gran silenzio e il cuore respir
largo: Qui abiter, mi dissi, perch lho desiderato. Questo il
luogo del mio riposo.
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Qui serviamo
il mondo
spiritualit
Cosa si fa in Monastero? Una vita molto ordinaria: lavori domestici, manutenzione della casa con annessi prato, orto..., come
la Vergine a Nazareth, ma lattivit primaria e pi importante
la preghiera. Qui, in un luogo che pochi conoscono, dove non
giungono i rumori del mondo, davanti al Tabernacolo e presso
lAltare, si svolge la nostra missione.
Oggi, a 79 anni, sono sempre pi contenta di essere in questa
realt e credo che, nonostante le fragilit e i limiti, posso, rimanendo in Ges e vivendo con Lui in un rapporto esclusivo,
sponsale, portare tanto frutto. Posso essere madre di innumerevoli figli e con loro avanzare verso la casa comune.
Stiamo vivendo, oggi come in passato, un tempo di incertezze,
paure, sofferenze e violenza. Da ogni parte della terra si levano
voci di fratelli e di sorelle che invocano pace, sicurezza, pane e
lavoro. Si vorrebbe aiutare tutti, donare un raggio di speranza,
per procurare loro un futuro di gioia, ma
ci impossibile e il cuore ne soffre. Ecco
che proprio in questa impotenza, si innesta lonnipotenza della preghiera. Essa fa
leva sul cuore del Padre, nel Figlio suo,
che ha detto: Qualunque cosa chiedete,
nel mio nome, Egli ve la conceder.
Quando poi si fa passare questa preghiera anche attraverso la Madre, attraverso
gli Amici di Dio, la risposta assicurata,
lefficacia garantita.
Ci proposto di perseverare nella fede,
fiducia nella Provvidenza del Padre che
sa di cosa abbiamo bisogno e che tutto
conduce a un fine di salvezza. A noi non
abbandonare i nostri fratelli, farci loro
prossimi, versando lolio della consolazione sulle loro ferite.
Nei Monasteri, nel mio Monastero, si cerca di rispondere, tutte
insieme e ciascuna personalmente alle richieste che ci giungono numerose da ogni luogo e di condividere con i nostri fratelli
le gioie e le fatiche, le sofferenze e gli interrogativi. Tutto qui.
Fu veramente una bella grazia, un forte guadagno lessermi
messa dietro a Ges, il grande Dirottatore, come lo definiva
Atenagora I.
Ho avuto quaggi il cento per uno. Ora attendo, per la bont
misericordiosa del nostro Dio lIncontro faccia a faccia con
Lui. Allora labbraccio sar uni versale e la gioia sar piena,
senza fine.
Cavoretto -Torino
incontri |
ara madre,
perdonami se dalla mia partenza
non ti ho ancora scritto. Per farlo, mi sto facendo aiutare da un amico
di un villaggio proprio vicino al nostro.
Lho incontrato qui per la prima volta!
Lui uno nobile, ma, subito dopo la
partenza, ho imparato che le caste per
noi emigranti non esistono: qui siamo considerati tutti uguali. Il viaggio stato lungo, difficile e faticosissimo; per fortuna
avevo messo in saccoccia labito buono e le scarpe, cos non
si sono rovinati.
Ancora peggiore la navigazione. Nellimbarcazione eravamo
tutti ammassati: uomini, donne, bambini. Qualcuno intonava i
canti della nostra terra, i pi temevano di finire gli ultimi giorni
nel fondo degli abissi; dicevano che era gi successo in passato.
Durante una violenta burrasca molti hanno iniziato a pregare,
mentre altri urlavano che gli spiriti maligni avevano maledetto
la nave con quelli che cerano dentro.
Una maga ha officiato riti purificatori. Alcuni, in preda al panico,
volevano scappare allaperto, ma uomini armati li hanno trattenuti nelle stive. Ho avuto paura. Poi il tempo migliorato e dimprovviso dentro di me ho sentito una grande malinconia; tu lo
sai madre, se avessi potuto restare, lo avrei fatto. Ti ero rimasto
solo io, ma hai preferito piangere la mia lontananza piuttosto
che la mia morte.
Avrei tanto voluto portarti con me, nella terra dei sogni, dove
i campi vengono arati con potenti macchine e gli uomini non
si ammazzano per un po dacqua. Sono contento per che tu
non sia venuta, temo di essere sbarcato nella terra sbagliata. Le
strade sono piene di insegne luccicanti e musica, ma in realt
tutto duro, difficile, violento.
Appena sbarcati, ci hanno fatti sedere a terra, hanno chiesto
i documenti e chi non li aveva stato interrogato duramente.
Siamo stati sottoposti a visite mediche. Alcuni, molto debilitati,
sono rimasti a lungo nellinfermeria e sentivo che non lavrebbero mai pi abbandonata. Nei miei incubi odo ancora le loro voci.
Per giorni sono stato chiuso in questo centro, su un isolotto in
mezzo allacqua.
Insieme ad un amico sono riuscito a fuggire. Da allora, per, mi
sento braccato. Ho trovato un impiego, ma il lavoro difficile
e pesante, di certo non meno di quello con cui mi spezzavo la
schiena nellamata terra mia. Mi mancano i suoi colori, gli odori,
i sapori, il suolo arido, la fatica delle lunghe passeggiate verso
il pozzo, con i carichi dacqua per dissetare tutta la comunit
e soprattutto tu, cara madre Faccio il muratore. Carico pezzi
sulle spalle dalla mattina alla sera, ma non sempre. La mattina
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Cara Madre...
aspetto assieme agli altri, vicino al cantiere e se sono fortunato lavoro, altrimenti devo sperare nel giorno dopo. Vivo nascosto e non posso lamentarmi per come ci trattano, senn quelli
chiamano la polizia. Il mio datore di lavoro, ridendo, ci lancia
epiteti, crede di essere simpatico ed infatti tra di loro ridono. Gli
insulti sono le prime cose che ho appreso di questa lingua cos
strana e difficile.
Passo la notte in un dormitorio insieme a
connazionali e cittadini di altre terre lontane.
Siamo visti con diffidenza e disprezTi prometto che a mio figlio
zo. La gente non vive negli stessi posti
dove abitiamo noi, anzi, li evita. Lamico
insegner il rispetto
a cui sto dettando questa lettera mi ha
e lamore per il prossimo
fatto vedere un giornale e mi ha detto
che qui siamo considerati tutti stranieri, ma alcuni di noi sono ritenuti peggiori degli altri. Noi siamo tra questi. Dicono che la mia gente insulti le donne, le tratti male, le picchi e le uccida, che
siamo negroidi con poco cervello, che se la nostra terra
cos perch ce lo meritiamo. Eppure, tu mi hai insegnato
a rispettare le donne, ad amare colei che sar la madre dei
miei figli; allora perch questi uomini ci ritengono cos brutali ed arretrati? Quanta superficialit!
S, c violenza nel nostro paese, molti dei nostri connazionali
sono delinquenti ed hanno provocato morti, ma non siamo
tutti uguali. Io vivo nella paura del futuro, la mia terra mi ha
rifiutato, quella sognata anche. Ora mi sento figlio di nessuno.
A volte penso che sarebbe pi semplice essere un fuorilegge.
Tu mi hai insegnato a vivere onestamente, eppure, madre, la
fame, che pure conosco bene, si fa sentire sempre pi forte.
Sono solo e se non fosse per gli altri come me, con i quali trovo conforto, sarei gi impazzito. Le cose non cambiano, nella
nostra terra la crudelt di tanti, dediti alla delinquenza e al
malaffare, mi ha costretto alla fuga, la stessa mi costringe ora
a vivere da reietto. Quegli stessi connazionali li ritrovo ora intenti a fare del male soprattutto a noi; ed anche qui, nessuno
ci tutela e ci protegge. Siamo alla merc di questi malavitosi
e del razzismo di tanti. Mamma, il nostro popolo devessere
maledetto. Forse gli spiriti maligni ci hanno fatto il malocchio;
ma non preoccuparti, la mia tempra dura, ce la far, per
davvero difficile essere un emigrato italiano in questo cosiddetto nuovo mondo. Ti prometto, se il Signore vorr concedermi questa grazia, che a mio figlio insegner il rispetto e lamore per il prossimo, chiunque sia, proprio come tu e nostro
Signore mi avete insegnato.
Che Dio ti protegga. Il tuo amato figlio
l La Redazione
incontri |
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testimonianza
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La regola
doro
testimonianza
- Non si preoccupi!, disse lei. Non ho fretta, mi sto recando in un centro per anziani.
Attraverso lo specchietto vidi che i suoi occhi brillavano.
- Non ho pi nessuno della mia famiglia, continu lanziana. Il medico mi ha detto che non ho molto tempo. In silenzio, cercai il tassametro e lo staccai.
- Quale tragitto vuole fare?, domandai allora.
Nelle ore successive girai per tutta la citt e lei mi mostr ledificio dove aveva lavorato come operatrice
dellascensore. Guidai attraverso il quartiere dove col marito aveva vissuto subito dopo essersi sposati.
Passai di fronte ad un deposito di mobili, un tempo sala da ballo, che frequentava da ragazza. A volte mi chiedeva di fermare
davanti ad alcuni edifici e di stare l, con lei, a contemplarli in
Mi hai dato
silenzio. Alle prime luci dellalba, improvvisamente mi disse:
- Sono stanca Andiamo.
un momento di gioia.
Guidai fino allindirizzo che mi aveva mostrato. Era un piccolo e
Grazie!
basso edificio, con un vialetto che passava sotto ad un cancello.
Due persone uscirono ad accoglierci. Erano molto attenti alla
donna. Aprii il portabagagli ed consegnai la valigia alla porta. La
donna era gi seduta su una sedia a rotelle.
- Quanto ti devo?, mi chiese estraendo il portafoglio.
- Niente
- Anche tu devi mantenerti!
- Non si preoccupi, ci saranno altri passeggeri, replicai e, senza pensarci, mi chinai e la abbracciai forte.
- Hai dato ad una vecchia un momento di gioia. Grazie!, disse lei sorridendomi.
Le strinsi la mano lasciandola nella luce del mattino.
Dietro di me la porta si richiuse. In quel turno non presi pi passeggeri. Guidai perso tra i miei pensieri e per
il resto della giornata riuscii a mala pena a parlare.
Che cosa sarebbe successo se quella donna avesse trovato un autista impaziente di finire il turno? Cosa
sarebbe stato se avessi rifiutato di prendere la chiamata o non avessi suonato al citofono?
Guardando indietro, penso di non aver fatto alcunch di pi importante in tutta la mia vita. La vita ruota
attorno ad alcuni grandi momenti, ma spesso questi ci colgono di sorpresa, presi come siamo spesso da
molte banalit.
Ogni mattina, quando apro gli occhi, mi ripeto: Oggi un giorno speciale!Ricordiamocelo sempre: trattiamo
ogni persona come vorremmo esserlo noi.
incontri |
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notizie dallindia
Una grande
famiglia
el mese di ottobre ci siamo recati come volontari alla casa dei fratelli del Cottolengo di Palluruthy
(Cochin), nella regione indiana del Kerala. Loccasione stato anche linvito a partecipare alla professione perpetua del nostro amico fratel Binoy Peter Kurisingal, un giovane infermiere che si donato
nel servizio di amore verso gli ultimi.
La comunit religiosa composta da fratel Joseph, superiore della casa, fratel Shibu, fratel Binoy, fratel Antony
e fratel George, che con i suoi 90 anni sostiene tutta la comunit con lorazione costante, si prende cura di
una quarantina di ospiti. Et, religioni e caste differenti, provenienti da varie regioni dellIndia, ma accomunati da handicaps fisici o mentali (dal Santo
Cottolengo chiamati buoni figli).
Molti hanno persi i contatti coi parenti
o non possono appoggiarsi alla famiglia
di origine; di alcuni non si conosce nemmeno il nome n let anagrafica precisa;
altri, invece, sono stati affidati ai cottolenghini dopo il decesso dei genitori, non essendo le famiglie di origine in grado di gestire la problematica legata alla disabilit.
Gli ospiti abitano in un ambiente aperto: la struttura muraria come tutte le abitazioni in questa zona priva di vetri per
esigenze legate al clima tropicale; inoltre
gli spazi interni sono un tuttuno con lampio giardino in cui gli ospiti sono liberi di
circolare e dove viene effettuata parte
delle attivit occupazionali. Oltre alla cura dei bisogni primari, infatti, unattenzione particolare viene rivolta
allo sviluppo e alla valorizzazione delle abilit individuali, attraverso iniziative di animazione di vario genere
come orticoltura, allevamento di pollame, produzione artigianale di candele e manufatti in tessuto o carta.
La Casa dotata di un impianto per la produzione di energia elettrica a pannelli solari e di un sistema di pompe
e cisterne per la raccolta dellacqua piovana. La realizzazione degli impianti per luso delle energie rinnovabili, pur avendo comportato notevoli sforzi finanziari, non sostenuti da alcun sussidio statale, contribuisce al
raggiungimento dellobiettivo di larghe vedute di alimentare energeticamente la struttura stessa. Ottima intuizione, questa, perfettamente in linea con le recenti considerazioni di Papa Francesco nellenciclica Laudato
14 | incontri
notizie dallindia
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15
le nostre case
Casa Riposo
san Francesco
16 | incontri
Volpiano
le nostre case
della Piccola Casa don Francesco Gemello. Insieme costituiscono un gruppo di persone qualificate che, sempre in unione
e collaborazione con la Piccola Casa, indagano, approfondiscono il problema e cercano soluzioni possibili onde mantenere attiva lopera.
Cominciano visite in diverse Case di Riposo, si acquisiscono
esperienze nella gestione di problemi legali, economici e di volontariato e dopo studi e ricerche viene decisa la costituzione di
una societ cooperativa di solidariet senza scopo di lucro.
La Piccola Casa ipotizza un contratto di comodato; le
suore residenti lasceranno la casa, ne rimarr una con
affidati il comparto di infermeria, il coordinamento dei
servizi e la Catechesi Pastorale degli ospiti.
Il 13 dicembre 1989 a Torino viene costituita la San
Francesco Societ Cooperativa a responsabilit limitata.
Lattivit continua e lanno successivo partono i progetti di
ristrutturazione, ampliamento e adeguamento alle normative, lavori che saranno inaugurati nellottobre 1992.
Nel 2001 si decide un ulteriore ingrandimento e la costruzione di una nuova ala delledificio che dar spazio a ventinove nuovi posti RAF pi un nucleo RA di diciassette posti.
Una nuova legge impone nel 2004 la variazione dello Statuto.
La cooperativa sociale avr cos la nuova denominazione: San
Francesco onlus s.c.s. che nel 2012 otterr lautorizzazione ad
operare come Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) con 46
letti disponibili in convenzione con le ASL del Piemonte. Nel
2015 il numero totale degli assistiti passer agli attuali 48.
doveroso un accenno al volontariato, agli eredi della folta,
operosa e generosa prima schiera. Costituito nel 2003 come
sezione territoriale dellA.V.C. onlus di Torino, il volontariato
qui presente impegnato sin dalle lontane origini in ogni
aspetto della vita e delle necessit della Casa e contribuisce
attivamente a renderne possibili lesistenza e il progresso.
Ne costituisce lanima ed la concretizzazione pi evidente della solidariet di una comunit dove il Charitas
Christi Urget Nos vive ed opera.
l Pierangelo Lanzi
incontri |
17
spiritualit
Abbiamo bisogno
di perdonarci
18 | incontri
lettera
alla redazione
arissima redazione incontri, da non molto tempo frequentavo la Piccola Casa e di consuetudine mi recavo alle
10 in Chiesa Grande per partecipare alla Santa Messa.
Una Domenica, fra le mie mani il periodico Incontri n. 2 del
Marzo 2012, arrivato a me tramite una signora assidua della
Piccola Casa.
Una volta a casa sfoglio la copertina: Il
Punto di don Roberto Provera e leggo... carissime Amiche e carissimi Amici
(con la A maiuscola).
Inizio a leggere e man mano le parole
mi entrano nel cuore e....s mi sento
subito anchio una nuova Amica.
passato tanto tempo da quel giorno e tu carissimo Incontri sei stato
per me foriero di nuovi mondi.
bastato leggerti per scoprire
una moltitudine di nuovi Amici,
ho fatto nuove esperienze e
nuove emozioni sono affiorate
nella mia mente, mi hai fatto conoscere le realt della
Piccola Casa che ignoravo;
divenuta volontaria ho avuto la gioia di essere vicina
a persone meravigliose,
alcune delle quali purtroppo ora non sono pi
tra noi, ma che hanno
lasciato un segno indelebile nel mio cuore.
Sfogliandoti mi fai partecipe dei momenti di grande
spiritualit, mi riporti al tempo passato, che
nonostante cos lontano, sempre cos attuale.
Hai spiccato il volo caro Incontri, hai raggiunto Continenti e
genti in cui lopera del nostro Santo ha messo profonde e radicate radici, mi piace riportare questo pensiero che trovo cos
pertinente Dove si vuole che cresca la gioia, bisogna seminare amore mi mostri volti sorridenti e colmi di gratitudine per
quanto i sacerdoti, i fratelli, le sorelle e i volontari operano laggi e virtualmente mi sento un po partecipe del loro operare.
Un grazie ai Redattori e collaboratori di ieri e di oggi che hanno
fatto di te un grande strumento dAmore che puntualmente
raggiunge la nostra meravigliosa Famiglia Cottolenghina.
l Patrizia Pellegrino
incontri |
19
17 gennaio
le nostre
famiglie
20 | incontri
Festa di
SantAntonio
abate
le nostre
famiglie
incontri |
21
le nostre case
il Cottolengo
di Mappano
22 | incontri
un segno
di speranza
le nostre case
incontri |
23
testimonianza
iorgia un giovane medico, specializzanda in Chirurgia. Lho conosciuta alla presentazione del
libro scritto da Fratel Beppe Gaido ad
un passo dal cuore sulla missione di
Chaaria in Kenia. Una persona solare
con la quale semplice e spontaneo
entrare in relazione e amicizia. Nel vederla cos giovane, ma gi molto impegnata in quel progetto e sapendo che ogni anno una buona
parte delle sue vacanze a disposizione della sala operatoria nella missione, mi sono incuriosita. Ho iniziato a porle
domande sulle motivazioni
pi profonde che lavevano
spinta a donare il suo tempo, le sue competenze e il
suo amore alla popolazione di questo sperduto villaggio e non solo.
Ma lasciamo raccontare a
lei stessa.
Da sempre ho sentito vivi
in me il desiderio e lurgenza di avvicinare chi
nel disagio e nella sofferenza. Questa mia esigenza si concretizzata poi nella scelta lavorativa e delle amicizie. Ai tempi del liceo, iniziai a frequentare
un reparto alla Piccola Casa della Divina
Provvidenza, nel quale vengono accudite,
con grande amore e tenerezza, signore
con disabilit fisica, ma soprattutto
psichica.
Allinterno della struttura sono presenti diversi gruppi di
volontariato; l sentii
parlare della missione
di Chaaria, un piccolo
paese nella regione del
Meru, in Kenya, costituita da un ospedale e da
una struttura dove vivono i disabili.
24 | incontri
Cos
ho incontrato
lAfrica
Chaaria
testimonianza
incontri |
25
testimonianza
12.30
26 | incontri
La Scuola
Cottolengo
oggi
Intervista
testimonianza
pio quelle provenienti dalla Cina, per le quali la lingua italiana decisamente un forte scoglio. I problemi, pertanto, sono di comunicazione reale, non di accettazione. Una cultura come quella africana del
tutto diversa dalla nostra, perci le notizie vanno date in altro modo
e bisogna accostarsi a loro tenendo conto di queste differenze, per
cercare di accogliere tutti.
Come in tutte le scuole anche questa frequentata da bambini con
difficolt?
In tutte le classi della scuola primaria ci sono ragazzi
seguiti dallinsegnante di
sostegno, su 250 sono 25
i casi certificati, senza contare quelli che non lo sono,
altri che sono portatori di
DSA - disgrafia, discalculia,
dislessia - e una ventina di
bambini con altri tipi di problematiche, come lautismo,
insomma un numero elevato. Difficolt che, in pratica,
prendono un po tutto larco, anche a livello psicotico.
Tutti i ragazzi che sono certificati sono affiancati dal proprio insegnante di sostegno, che lavora
in stretta collaborazione con tutto il team della classe e non sono elementi a s, ma fanno parte a pieno titolo della classe, sia linsegnante
che il bambino, che al centro di tutto.
Ci sono ragazzi che si affiancano e aiutano questi loro compagni?
Veramente c un accoglienza incredibile e notevole. Passando in
tutte le classi, si pu vedere laiuto e lamore dei compagni verso coloro che notano essere in difficolt. Tanti si fanno in quattro per potere
stare loro vicini rinunciando anche a giocare per fare compagnia.
Ritornando alla domanda iniziale, si pu affermare che lo stesso
spirito che caratterizza la scuola e i suoi insegnanti lo stesso che
viene trasmesso a molti allievi, i quali, a loro volta, si fanno portatori di questamore?
Nonostante le difficolt che ci possono essere (altrimenti facciamo la
figura dei supereroi) cerchiamo di lavorare col sorriso, portando anche noi stessi, lavorando con serenit e tranquillit e questi bambini
lo capiscono.
Visto che siamo in una scuola, abbiamo ricevuto una bella lezione! Si
percepiscono i cambiamenti e sono visibili anche le trasformazioni
in alcuni bimbi, fra cui cera anche chi allinizio tirava calci ed era
agitato e che, attraverso laccettazione e lamore dei compagni, si
integrato benissimo nella classe, dove una gara continua damore
e generosit.
l a cura della Redazione
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Paulson diventa
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il nostro impegno
per una nuova vita
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Un dolore che
diventa amore
spiritualit
ignore Ges, credo che sei presente in questOstia Consacrata non solo come Dio, ma anche come
uomo. Permetti allora che Ti parli questa volta da uomo a uomo, a nome mio e di tanti invalidi
come me.
La mia vita tutta cosparsa di sofferenze fisiche e spirituali. Io vivo nellincertezza del mio avvenire e stento
a capire qual senso possa ancora avere per me la vita. Un medico mi ha detto la cruda realt senza veli n
sottintesi: non guarir pi!
Ho bisogno di tanta forza per non crollare, di tanta luce per capire, di tanta fede per credere. Oh s, per credere al Tuo Amore. Tu avevi previsto questa mia sofferenza prima ancora che nascessi, eppure mi hai fatto
venire al mondo e crescere. Tu potresti ora farmi guarire, eppure non lo fai. Ci vuol dire che hai un Tuo
disegno su di me, certamente un disegno di amore perch sei giusto e buono; ma io non lo vedo. Debbo
solo fidarmi di Te.
Signore Ges! Anche Tu, quanderi su questa terra, hai sofferto per fare la volont del Padre Celeste e compiere la Tua Missione di salvezza. Ti prego: non lasciarmi nelloscurit e nellincertezza. Fammi capire che
cosa vuoi da me, ora che mi hai stroncata la salute nel fiore degli anni. Ho ancora tutta la vita davanti a me
Fammi capire come la debbo impiegare, ora che non posso pi lavorare n formarmi una famiglia, qual la
missione a cui mi destini, affinch anchio, come Te, compia la volont del Padre e Ti segua portando la mia
croce, giorno per giorno dietro a Te. Ti chiedo fede, convinzione e forza, per portarla sempre con dignit e
amore perch la mia vita diventi fonte di salvezza per me e per molti.
Ges, Tu sei stato il primo volontario della sofferenza, Ti sei offerto vittima per i peccatori, ma non tutti Ti
hanno capito. Anche oggi il mondo non comprende questa pazzia damore! Io stesso ci capisco poco; ma mi
fido della Tua parola, credo nel Tuo Amore e accetto la Tua volont. Aiuta anche gli altri invalidi a credere nel
Tuo Amore e a scoprire il valore di una vita sofferente vissuta nel Tuo Amore, perch anchessi accettino la
Tua volont e vivano serenamente la loro esistenza come una missione di bene.
Signore, accetta le sofferenze mie e di tutti gli invalidi. Te le offro soprattutto per i giovani che hanno la grazia
di essere sani: sappiano esserti riconoscenti per il grande dono della salute e la sappiano usare solo per il
bene. Amen.
l La Redazione
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Saverio il falegname