Casa, famiglia2124) Oltrepassando I'uso dell’AT, nei testi di Qumran casa serve a designare,
in numerose composizioni, la comunita essenica che si concepisce come tempio 0
santuario (1QS 5,6; 8,5.9; 9,6; CD 3,19).
III Nel NT oikos e oikfa, usati ambedue senza grandi differenze
di significato, hanno il medesimo contenuto che nel gr. pro-
fano e nei LXX. Emergono perd aleuni tratti propri al NT, rappresentati
prevalentemente da oikos (vedi sotto, 4b-f e 5)
le di casa
i),
2) Anche i passi in cui abbiamo oikos thew per designare il > tempio
sono di ovvia interpretazione (Mc 2, 26s par.; 11, 17 par.; Gv 12, 6s; Lc
11,51). A parte va considerato il passo di At 7, 46-50, dove c’8 da chie-
dersi se la costruzione della « casa » da parte di Salomone (v. 47) non sia
considerata con una certa critica e tenuta percid distinta dalla preghiera
con cui Davide chiedeva a Jahvé di poter costruirgli una « tenda » (ox}-
vue, skéndma, v. 47). L’affermazione del v. 48, che «I’Altissimo non
abita in costruzioni fatte da mano d’uomo », desunta da Is 66, 1, & un indi-
zio a favore di quest’interpretazione, secondo la quale il tempio di Salo
mone avrebbe rappresentato un decadimento dal vero culto.
1) L’uso pitt frequente di oikos e oikia & nel senso lette
e in quello traslato di famiglia, comunita d’abitazione (i passi sono parecch
3) I passi in cui si parla della « casa d’Israelé », della « casa di Gia-
cobbe » oppure della « casa di Giuda » (Mt 10,6; 15,24; At 2, 36; Eb 8,
8.10 citazione da Ger 31, 31ss; Le 1,33; At 7,46, anche qui citaz. dal-
V'AT) si ricollegano al significato traslato di casa, famiglia, stirpe (cf. anche
«casa di Davide » in Le 1, 27.69; 2,4), con la tendenza a estenderlo al
popolo di Dio, seguendo in questo l’esempio dell’AT come dimostrano i
frequenti riferimenti all’AT in questi passi.
4) a) Usciamo invece dal modello yeterotestamentario quando il NT
chiama la comunita « casa di Dio »; questa designazione pud essere legitti-
mamente considerata « patrimonio comune a tutto il cristianesimo primi-
tivo e materia tradizionale fissa della predicazione » (Michel, ThW IV, 124)
Questo significato affonda le sue radici in diversi terreni. Oltre alle rappre-
sentazioni dell’AT circa il diritto di proprietd di Dio sul suo popolo (pit
che altro perd espresse coi concetti della vite, della vigna, della piantagione:
Os 10, 1; Is 5, 7; Ger 2, 21; Sal 80, 9ss; cf. anche 1Cor 3, 6ss), diritto che
vige anche per la casa in quanto stirpe e popolo, hanno certamente eserci-
tato un loro influsso anche rappresentazioni gnostiche di un « edificio cele-
ste », che si identifica col corpo celeste dell’uomo primordiale ¢ del reden
tore (-> capo; —> corpo). Si deve inoltre tener presente che anche i testi di
Qumran considerano la comunit& come una casa santa, costruita sul fonda-
mento della verita (1QH 7, 8s).
b) Eb 3, 1-6, interpretando Nm 12,7, si ricollega alla terminologia
dell’AT, ma poi la sviluppa a fondo fino ad attingere il livello della conce-
zione neotestamentaria. Vediamo contrapposti Mos e Cristo: Mosé @ il
vo fedele « in tutta la sua (di Dio) casa »; Cristo, « come figlio costituito
sopra la é
sua propria casa » e come costruttore di essa, 2 evidentemente su-
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