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Casa, famiglia 212 4) Oltrepassando I'uso dell’AT, nei testi di Qumran casa serve a designare, in numerose composizioni, la comunita essenica che si concepisce come tempio 0 santuario (1QS 5,6; 8,5.9; 9,6; CD 3,19). III Nel NT oikos e oikfa, usati ambedue senza grandi differenze di significato, hanno il medesimo contenuto che nel gr. pro- fano e nei LXX. Emergono perd aleuni tratti propri al NT, rappresentati prevalentemente da oikos (vedi sotto, 4b-f e 5) le di casa i), 2) Anche i passi in cui abbiamo oikos thew per designare il > tempio sono di ovvia interpretazione (Mc 2, 26s par.; 11, 17 par.; Gv 12, 6s; Lc 11,51). A parte va considerato il passo di At 7, 46-50, dove c’8 da chie- dersi se la costruzione della « casa » da parte di Salomone (v. 47) non sia considerata con una certa critica e tenuta percid distinta dalla preghiera con cui Davide chiedeva a Jahvé di poter costruirgli una « tenda » (ox}- vue, skéndma, v. 47). L’affermazione del v. 48, che «I’Altissimo non abita in costruzioni fatte da mano d’uomo », desunta da Is 66, 1, & un indi- zio a favore di quest’interpretazione, secondo la quale il tempio di Salo mone avrebbe rappresentato un decadimento dal vero culto. 1) L’uso pitt frequente di oikos e oikia & nel senso lette e in quello traslato di famiglia, comunita d’abitazione (i passi sono parecch 3) I passi in cui si parla della « casa d’Israelé », della « casa di Gia- cobbe » oppure della « casa di Giuda » (Mt 10,6; 15,24; At 2, 36; Eb 8, 8.10 citazione da Ger 31, 31ss; Le 1,33; At 7,46, anche qui citaz. dal- V'AT) si ricollegano al significato traslato di casa, famiglia, stirpe (cf. anche «casa di Davide » in Le 1, 27.69; 2,4), con la tendenza a estenderlo al popolo di Dio, seguendo in questo l’esempio dell’AT come dimostrano i frequenti riferimenti all’AT in questi passi. 4) a) Usciamo invece dal modello yeterotestamentario quando il NT chiama la comunita « casa di Dio »; questa designazione pud essere legitti- mamente considerata « patrimonio comune a tutto il cristianesimo primi- tivo e materia tradizionale fissa della predicazione » (Michel, ThW IV, 124) Questo significato affonda le sue radici in diversi terreni. Oltre alle rappre- sentazioni dell’AT circa il diritto di proprietd di Dio sul suo popolo (pit che altro perd espresse coi concetti della vite, della vigna, della piantagione: Os 10, 1; Is 5, 7; Ger 2, 21; Sal 80, 9ss; cf. anche 1Cor 3, 6ss), diritto che vige anche per la casa in quanto stirpe e popolo, hanno certamente eserci- tato un loro influsso anche rappresentazioni gnostiche di un « edificio cele- ste », che si identifica col corpo celeste dell’uomo primordiale ¢ del reden tore (-> capo; —> corpo). Si deve inoltre tener presente che anche i testi di Qumran considerano la comunit& come una casa santa, costruita sul fonda- mento della verita (1QH 7, 8s). b) Eb 3, 1-6, interpretando Nm 12,7, si ricollega alla terminologia dell’AT, ma poi la sviluppa a fondo fino ad attingere il livello della conce- zione neotestamentaria. Vediamo contrapposti Mos e Cristo: Mosé @ il vo fedele « in tutta la sua (di Dio) casa »; Cristo, « come figlio costituito sopra la é sua propria casa » e come costruttore di essa, 2 evidentemente su- 213 CASA - FAMIGLIA

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