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unAcademy e lo spirito non convenzionale di Second Life

Scritto da MarioEs
sabato 10 novembre 2007

"Non dobbiamo chiederci se percepiamo davvero il mondo,


dobbiamo invece dire: il mondo è ciò che noi percepiamo"
Maurice Merleau - Ponty

Tempo fa parlavo di Second Life in riferimento alle nostre molteplici e mutevoli identità ed al nostro bisogno innato di "giocare con le identità" del quale per
rendersene conto basta pensare ai bambini.

Diventando adulti, però, ci hanno insegnato che dobbiamo "essere il ruolo che ricopriamo", magari nostro malgrado, nella società, e pertanto la nostra voglia
innata di giocare viene gradualmente repressa a favore di una tendenza all' iper-specializzazione.

Ecco che oltre ad essere, ad esempio, ingegneri, poi siamo ingegneri chimici con chissà quale ulteriore specializzazione che, assieme a master vari e esperienze sul
campo, dovrebbe renderci unici o quasi e"perfettamente individuati ed individuabili" sul mercato come nella società, che ormai ci identifica sempre più con il
nostro ruolo economico-funzionale.

Questo fenomeno di compressione dell'identità all'interno di confini sempre più "angusti", per quanto al tempo stesso estremamente complessi, ha finito per
eliminare o quasi la nostra "natura ludica", che poi è quella che in qualche modo ci distingue dagli animali per i quali il gioco è un adattamento agli istinti della
specie, mentre per noi è una "trasposizione immaginativa" che ci apre al mondo ed al futuro con tutte le sue incognite e le sue "sorprese".

Il gioco umano, insomma, che comunque in genere è caratterizzato da regole - per quanto di volta in volta diverse - è quella capacità unica di immaginare la
realtà simulandola e vivendola in maniera simulata.

Second Life consente proprio questo: soddisfare il nostro bisogno di giocare prima di tutto con noi stessi prima che con gli altri e di giocare con la nostra
identità, che nella vita reale è confinata dagli stereotipi socio-culturali.

In tale ottica, il metaverso a mio parere è destinato a durare ed ad avere dei notevoli ed inattesi pattern di sviluppo in quanto soddisfa un bisogno primario
della nostra coscienza di essere umani, ossia quello del gioco e della "fluidità" dell'identità.

In fin dei conti chi siamo noi? Lo sapremmo dire davvero?

O, piuttosto, siamo sempre alla ricerca di una risposta a questa domanda fatidica a causa della natura mutevole e molteplice della nostra identità?

La realtà, però, per come è congegnata non consente di "giocare", ma anzi ci impone di mostrarci in maniera tale da essere rapidamente individuabili e "misurabili".

Ne nasce, evidentemente, a mio parere, una notevole frustrazione.

Ecco che allora la realtà digitale, con regole che possono essere a seconda dei casi anche l'opposto di quelle del mondo reale, dà sfogo al nostro bisogno di
ludicità identitaria e di "liberazione" dagli schemi e dai modelli consolidati.

Fin qui, forse nulla di nuovo, ma sicuramente molto di interessante.

In Second Life, però, non dobbiamo credere che si possa dare espressione solo ad una dimensione immaginaria dell'identità, ma si possono vivere eventi in tutto
simili a quelli della realtà, ma con ruoli ed approcci anche molto diversi.

E' il caso di unAcademy, l'Accademia non convenzionale della cultura digitale, fondata da Giuseppe Granieri(alias Junikiro Jun) e da nomi noti della blogosfera e
del mondo dell'Università.

UnAcademy è presente sul Web con un sito molto ben curato e graficamente accattivante e ha il suo "slurl" (secondlife url) in Second Life, anche questo con una
location molto ben fatta, dove vengono organizzateconferenze e eventi culturali (es. mostre artistiche) e lezioni per "secondlife-izzare" (istruire all'uso del
software e delle sue possibilità "elementari") i neofiti.

Ad esempio, l'altro ieri ho partecipato con il mio avatar digitale - tale Zygmunt Ballinger (in omaggio al mio sociologo preferito, Zygmunt Bauman) alla prima di un
ciclo di quattro conferenze di Antonio Sofi sul tema"Politica e Web (da Dean alle primarie)" e, se non fosse stato che mi si è "annichilito" l'audio (sembra per
un mio involontario click sulla call dell'instant messaging), devo dire che sembrava a tutti gli effetti di essere ad una videoconferenza, ma con una serie di possibilità
in più dovute alla libertà di movimento e di azione dalla propria "postazione remota".

Intanto, se una lastrina non interessa si può chattare e chiedere informazioni al proprio vicino o parlare con un amico che magari si trova da tutt'altra parte con l'IM
senza disturbare nessuno (non come ho fatto io che credevo di essere in IM e ho disturbato invece tutti parlando con un'amica che si era teletrasportata per
salutarmi...!, chiedo venia di nuovo in pubblica piazza) e poi l'interazione, con un pò di dimestichezza e con un'auspicabile evoluzione del software, è abbastanza
"verosimile" anche se il sistema è instabile e soggetto a frequenti "crash".

Ma, incovenienti tecnici a parte, quello che rileva ai fini del nostro discorso è che UnAcademy rappresenta un modo a mio parere indovinato di proporre
la cultura sul Web, che avrà delle potenzialità di sviluppo notevoli legate da un lato al miglioramento del software e dall'altro all'auspicabile riduzione del
cosiddetto "digital divide"a livello nazionale.

L'ambiente altamente interattivo e "ludico" di Second Life può essere un vero e proprio motore per la produzione e la distribuzione della cultura in maniera
innovativa e "non convenzionale", come, direi in maniera puntuale, ha saputo definirla il buon Granieri.

Allo scopo di restare in territorio innovativo e non convenzionale, mi sentirei di suggerire di non tentare di replicare in SL in maniera troppo formale le conferenze
del mondo reale, ma di cercare anche di ideare qualcosa che evochi lo "spirito del gioco" sotteso a Second Life in modo da evitare un possibile
"ingessamento" dell'evento.

Potrebbe essere interessante sperimentare forme di comunicazione ed interazione non convenzionali e tutte da inventare, per evitare che anche nel metaverso si
replichi il rapporto sociale "standard" della vita reale.

Per il resto, davvero complimenti a tutti gli autori di unAcademy e a tutti i partecipanti e... AD MAIORA!

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