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Numero 5,
Primavera 2009 ….INSIEME,
CAMMINIAMO !
periodico di informazione della
Parrocchia Gesù Adolescente
Splende la Pasqua del Signore!
Cari amici, Anche se non si vede, è importante nostri terreni: sono semi di poesia,
anche un regalo (libro) a sorpresa “ascoltare”. Al cuore di tutta l’esperienza di novità, di giustizia e onestà, di
e per questo ancor più gradito, ebraico-cristiana vi è proprio l’ascoltare, libertà e dignità, di Ethos nobile e
fatto da uno di voi, può diventare non il vedere. La Santa Pasqua è l’aprirsi fraterno verso i fratelli. La Pasqua
per me e per voi occasione utile dei cieli e, da parte nostra, il mettersi in del Signore è l’indicibile forza della
per vivere bene la Pasqua. Ringra- ascolto delle voci di salvezza che Dio ci Creazione e della Provvidenza, che
ziando cordialmente chi mi ha fat- può fare di ciascuno di noi un albero
manda: attraverso il sussurro dell’erba
to dono del libro che raccoglie che rinasce, la brezza del mare, lo scia- dalle radici nuove, dal tronco più
“riflessioni settimanali tra l’umano bordio delle onde o il mugghiare del ma- robusto, dalle fronde che intonano a
e il divino” di Antonio Balletto, pre-re quando si ingrossa; e ancora il mor- gloria di Dio un canto nuovo: quello
te genovese da poco scomparso e morio delle fronde, il sibilo della tramon- dell’uomo che prende coscienza
da molti assai stimato, vorrei fare nuova di sé. Non si sente più schia-
tana, il belato degli agnelli e, perché no,
mia la sua riflessione sullo splen- le voci di chi lavora, realizza, costruisce. vo e totalmente oppresso, né dispe-
dore della Pasqua e quindi ve la Stare ad ascoltare Dio, che dai cieli aperti ra di sé, poiché non è più un fuscel-
offro: mi rivela qualcosa del suo volto, non mi lo in balia delle onde. E’ un vivace e
sospinge verso una zona vacua, sorda, nuovo “giovinetto” che sa d’essere
“Vorrei essere capace di parlare di irreale. Si ascolta e si prega dentro la preso dalla mano robusta e delicata
questo evento, che non è tale in storia, là dove vive e trepida l’uomo. dell’Eterno, che lo aiuta lungo il sen-
quanto “apparenza”, ma in quanto Quante altre voci, poi, racchiudono in se tiero della vita fino alla meta dove
“sostanza” centrale dell’esistenza, stesse qualche sillaba del Discorso del saranno ad attenderlo Maria, Giu-
dell’essere, della vita, che parte da Padre che ci narra la liberazione e resur- seppe, le schiere celesti, i santi e i
Dio e si espande nelle sorti uma- rezione della Pasqua: voci di bimbi, cri- suoi cari. Il vento pasquale si posa
ne…Comincerò col professare la stalline e gioiose; voci di saggi e di poeti; sui nostri monti, sui tetti delle nostre
mia fede viva nella Santa Pasqua: voci di sofferenti, di martiri, di moribondi. case. Va, questo vento, a cercare
”Credo ut intelligam”. Mi affido al Nel corso dei tempi, il significato del gior- per tutto il mondo un volto, un cuo-
Signore Risorto e al Santo Spirito, no più grande per i cristiani è andato ar- re umano, donando a tutti il mes-
affinché mi partecipino qualcosa di ricchendosi. Il Popolo di Dio, il Santo I- saggio di Libertà. Affratella gli uomi-
quella Luce che scende sin nel sraele, schiavo in Egitto, riceve la chia- ni nel popolo nuovo dei figli di Dio”.
profondo delle oscurità del creato mata di Yahweh e Iddio, grande, lo libe- E ora il mio augurio pasquale a tutti
e della storia e che viene donata a ra. Così non più solo dai cieli aperti, ma voi attinge dalla liturgia pasquale
chi la chiede in modo corretto. anche dalle viscere della terra viene a noi ebraica (Pesachim X,5) per dirvi
Così equipaggiati, ci si può incam- il messaggio della Pasqua: ci giunge la
minare verso la comprensione di forza della liberazione, il respiro della
questo “centro” della vita cristiana. speranza; ci viene donata la gioia esul-
La Pasqua benedetta apre, anzi- tante di essere liberi e non più schiavi, lo “ Egli ci ha fatti passare:
tutto, i cieli e vorrebbe che noi spirito dell’amore fiducioso. Pasqua è dalla schiavitù alla libertà,
vedessimo e contemplassimo tutti rompere le catene dei nostri vizi, dei no- dalla tristezza alla gioia,
gli splendori che brillano nel cuore stri peccati, dei nostri egoismi che ci ren- dal lutto alla festa,
dell’Infinito. La nostra mente e i dono schiavi: riporta la nostra umanità dalle tenebre alla luce,
nostri occhi restano, però, spesso alla sua libertà. Dopo la morte e resurre- dal peccato alla grazia.
abbagliati. Ma i cieli si sono aperti zione di Gesù si spaccano le rocce, si ele-
e se vi sostiamo sotto, già il nostro vano i colli: tutto si rinnova e spunta
essere viene “toccato” da qualcosa l’uomo adamitico, capolavoro della Crea-
Perciò diciamo davanti a Lui:
e da Qualcuno che lo purifica e lo zione: quale ammirazione e quanta gioia Alleluia!”
nobilita. Anche Paolo, sulla via di riconoscente, mio Dio! Ecco, la Pasqua è
Damasco, restò accecato per qual- come un melograno che si apre, spargen-
che tempo. L’esperienza della ceci- do i suoi semi perché fruttifichino sui
tà è parte della vita cristiana. padre Daniele
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Per iodico di in for ma zione de lla Numero 5,
Parrocchia Gesù Adolescente Primavera 2009
Patrizia T.
APRILE al Cineforum:
2 NOI DUE SCONOSCIUTI
7 martedi Santo L’ALBERO DEGLI ZOCCOLI
16 MEDUSE
23 HERMANO con la partecipazione del regista Giovanni Robbiano
30 COUS COUS le grain et le mulet
MAGGIO al Cineforum
7 LATERRA DEGLI UOMINI ROSSI
14 GIU’ AL NORD
21 IL PAPA’ DI GiOVANNA
28 CHANGELING
La commissione Cineforum ha incontrato il regista genovese G.Robbiano ed è motivo d’orgoglio annunciarVi che
per la prima volta a Genova verrà proiettato nel salone parrocchiale il suo ultimo film “HERMANO”.In questa occa-
sione Robbiano sarà presente per presentarci la sua opera e risponderà alle nostre domande al termine della proie-
zione.
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Per io d ic o d i in for m a zione d e lla Numero 5,
Parrocchia Gesù Adolescente Primavera 2009
Segnaliamo il nuovo libro di Antonia Arslan, autrice de “La masseria delle allodole”,della quale
parliamo nella sezione CINEFORUM
C.M.Martini – G.Sporschill
“Conversazioni notturne a Gerusalemme”, Mondatori, 2008 euro 17,00
L’ ex arcivescovo di Milano e studioso della Bibbia e il gesuita austriaco noto per aver
vissuto “coi bambini in strada” tra Romania e Moldavia, si sono conosciuti durante un
soggiorno a Gerusalemme e sono diventati amici; si sono chiesti come concretamente
gli uomini di fede possano rispondere alla crisi etica della societa’ contemporanea:
"Che cosa farebbe oggigiorno Gesù?", "A quale meta conduce il cammino delle religioni
in una società sempre più disorientata e priva di Dio?". Per Martini questo libro che può
essere interpretato come il suo testamento spirituale, attraverso pensieri, ricordi, do-
mande e risposte, metafore della vita...Ragionamenti ispirati da molte conversazioni
con i giovani che lottano contro l’ingiustizia e vogliono imparare l’amore danno speran-
za a un mondo difficile.
Tra i vari temi si coglie il doveroso e profondo senso di responsabilita’ di religiosi e laici
del 3°millennio.
Di questo sacerdote e docente di grande talento, scomparso nel 1996, sono stati raccolti
scritti e pensieri di profonda spiritualita’, che toccano il cuore e spiegano come si deve
vivere nel tempo della prova: la speranza è il senso della vita cristiana, il suo fondamen-
to; sempre pragmatico e mai facilmente consolatorio né rassegnato, l’autore ci aiuta a
vivere nella pienezza ogni tempo umano, anche quando i luoghi e i tempi della sofferen-
za ci fanno sentire ancora piu’ indicibile il mistero di Dio.Riflessioni quaresimali per com-
battere il fatalismo e lo smarrimento, il non-senso apparente e il vuoto d’amore…fede e
preghiera ad imitazione di Gesu’ nel Suo rapporto col Padre…ecco allora delinearsi il mo-
do per cui ogni dolore puo’ essere sublimato e tramutato in danza tra le braccia del Si-
gnore, che veramente accoglie, perdona e ama.Uno dei tanti capolavori di Nouwen.
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Per io d ic o d i in for m a zione d e lla Numero 5,
Parrocchia Gesù Adolescente Primavera 2009
Definizioni di teatro
Silvio D'Amico ha definito appunto il teatro come «la comunione d'un pubblico con uno spettacolo vivente».
<< Non gl'immobili fantocci del Presepio; e nemmeno ombre in movimento. Non sono teatro le pellicole fotografiche
che, elaborate una volta per sempre fuor dalla vista del pubblico, e definitivamente affidate a una macchina come
quella del Cinema, potranno esser proiettate sopra uno schermo, tutte le volte che si vorrà, sempre identiche, inalte-
rabili e insensibili alla presenza di chi le vedrà. Il Teatro vuole l'attore vivo, e che parla e che agisce scaldandosi al
fiato del pubblico; vuole lo spettacolo senza la quarta parete, che ogni volta rinasce, rivive o rimuore fortificato dal
consenso, o combattuto dalla ostilità, degli uditori partecipi, e in qualche modo collaboratori. >> (Silvio D'Amico,
Storia del teatro.)
In senso lato può avvenire anche fuori dagli spazi consueti, in ogni luogo dove sia possibile raccontare una storia o
catalizzare l'attenzione di un pubblico. Gli elementi essenziali che distinguono un evento teatrale da, per esempio,
una conferenza o dal vociare di un mercato pubblico, sono, nella pratica teatrale:la scelta consapevole di una forma
(nella finzione drammatica il personaggio o la maschera); la definizione di uno spazio nel quale tale forma possa agi-
re (il palcoscenico, tradizionale o improvvisato); il tempo stabilito dell'azione (l'elemento drammaturgico, la durata di
un testo o di una partitura gestuale).
È utile notare come, in ogni caso, spesso l'improvvisazione renda variabili le costanti sopra descritte, anche se è opi-
nione corrente dei maestri di questa disciplina che solamente il rigore di uno schema predefinito renda l'attore libero
di variarlo.
Più in generale, ciò che separa il teatro da altri avvenimenti che coinvolgono un pubblico, è il carattere di compiutez-
za dell'azione scenica che la rende classificabile come arte e la distingue dagli altri eventi sociali, didattici o semplice-
mente quotidiani. Ciò non esclude del tutto che l'evento teatrale (la 'magia' di Eduardo) si possa temporaneamente
manifestare anche in altri contesti: nella parentesi narrativa di un insegnante durante una lezione scolastica, o nella
performance di un giocoliere in una piazza affollata.
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Ho la fortuna e, aggiungo, anche l’orgoglio di avere ancora mio papà, Mario Giorgini,
geometra, classe 1915, Solognese a denominazione d’origine; una vita lunga che si è
dipanata in uno spaccato di storia intenso e difficile soprattutto a cavallo della secon-
da guerra mondiale quando, dopo le scellerate alleanze del fascismo, una guerra
persa (perché dagli Alleati, dopo l’euforia della liberazione, ci fu fatto notare che la
guerra l’avevamo persa) e una sanguinosa e fratricida guerra civile in via di defini-
zione, occorreva ricostruire anche gli edifici ma soprattutto le coscienze.
Fu in questo periodo che mio papà (Carmine da partigiano) fu coinvolto, più dal
punto di vista amministrativo che politico, nelle vicende della nascente Democrazia
Cristiana nella montagna Reggiana ed ebbe l’opportunità di conoscere Giuseppe Dossetti (Benigno da partigiano),
presidente “disarmato” (aveva sempre rifiutato le armi) del CLN di Reggio Emilia, più anziano di lui di due anni, per-
sonaggio di grande rigore morale e di profonda ispirazione cristiana che godeva di un credito politico illimitato; nel
luglio del 45’ fu convocato a Roma il congresso del partito e Dossetti, che insieme a Fanfani, La Pira e Lazzati si ri-
conosceva in una concezione etica della politica (Montanelli li definì “sinistra integralista della DC), giunse a Roma a
lavori congressuali conclusi e, ciò nonostante, fu eletto vice-segretario del partito, per così dire, “in contumacia”;
arrivò in ritardo a causa di un incidente stradale occorso alla vettura sui cui viaggiava insieme ad altre tre persone,
una delle quali era mio padre; Dossetti era davanti insieme ad un ingegnere delle “Reggiane” che guidava, mio papà
era dietro con un altro partecipante Castelnovese al congresso; nei pressi di Grosseto, all’alba, presumibilmente a
causa di un colpo di sonno del conduttore, la vettura uscì di carreggiata, abbatté un giovane platano (allora erano
giovani anche i platani) andandosi a schiantare contro quello successivo; i ricordi delle teste e delle facce insanguina-
te sono ancora vivi (non c’erano ancora cinture e tanto meno air bag), soprattutto Dossetti era finito con violenza
contro il parabrezza e per quanto non avesse ferite serie, era una maschera di sangue; mio papà si limitò a dare una
testata al tetto della vettura ma, considerati i suoi trent’anni, fu la vettura ad avere la peggio.
Tutti ricorsero a cure mediche e sul posto restò solo mio papà che fece trainare la vettura incidentata da una pariglia
di buoi fino ad una vicina officina; a Roma era andato anche per riprendere il lavoro lasciato prima della guerra
all’ACEA la società romana degli acquedotti che poi dovette abbandonare per l’esiguità dello stipendio che non gli
consentiva di vivere lontano da casa.
L’esperienza dell’incidente insieme alla condivisione degli ideali cristiani, avevano creato però le condizioni per un
rapporto di stima e di amicizia profonde; mio papà finì poi a lavorare a Ligonchio per l’Edisonvolta Spa, progettò e
tracciò elettrodotti e gallerie per captare acque utili al sistema di centrali idroelettriche; Dossetti, più volte, per attivi-
smo politico o solo per amicizia, venne a Ligonchio e sempre gradito ospite a casa dei miei genitori dove faceva lun-
ghe chiacchierate con mia nonna Maria; non è escluso che abbia tenuto sulle ginocchia mio fratello e forse anche
me.
Il mio orgoglio per mio papà si estende naturalmente anche a questa sua prestigiosa amicizia; Dossetti, laureato in
giurisprudenza a soli ventuno anni a Bologna e subito dopo professore di diritto ecclesiastico alla “Cattolica” di Mila-
no, fu uno dei 75 esperti chiamati a redarre la Carta Costituzionale e si occupò in sottocommissione della prima par-
te, quella “poetica” dei diritti e dei doveri; non condivise, per fedeltà all’ispirazione evangelica, il pragmatismo e
l’atlantismo di De Gasperi, partendo dall’irrinunciabile presupposto che “al centro” ci deve essere sempre l’uomo; la
sua esperienza politica, come sappiamo, nonostante l’affidabilità e gli alti incarichi ricoperti, si concluse presto per
lasciare spazio a quella religiosa nella quale la sua sensibilità e profondità trovarono un habitat migliore; prese i voti
ma continuò a criticare la politica che deludeva la “povera gente” e Dio solo sa quanto avrebbe potuto incidere in
positivo se la sua non fosse stata una voce che chiamava nel deserto della DC.
Anche alle gerarchie ecclesiastiche comunque non sfuggì la sua preziosa esperienza giuridica e fu il Cardinale Lerca-
ro, nel 60’, a richiamarlo dall’eremo di Monteveglio per collaborare alla costruzione del Concilio Vaticano II voluto da
Papa Giovanni.
Su questo argomento scriverei molto più a lungo ben conoscendo molti particolari dai racconti di mio papà ma mi
fermo qui; se ci sono due “valori” che informano la mia concezione del mondo, su due piani solo apparentemente
diversi, sono proprio la Costituzione e il Concilio e mi dà un’emozione enorme essere stato sulle ginocchia di una
“grande anima” come Giuseppe Dossetti. Lino G.
Balbettando un po’…
sul Concilio Ecumenico Vaticano ll (1962-1965)
Quando papa Giovanni XXIII annuncio’ che, essendo investito di “una duplice responsabilità di vescovo
di Roma e di Pastore della Chiesa universale” intendeva proporre, “con umile risolutezza la duplice ce-
lebrazione di un Sinodo diocesano per l’Urbe e di un Concilio ecumenico per la Chiesa universale”,
quelle parole inattese, a tre mesi appena dalla sua elezione, in un papato considerato di transizione,
destarono curiosità, perplessita’ e stupore.
Il Concilio si rivelo’ invece un evento epocale, di grande respiro e di profonda fecondita’, segnato dal
fatto che la Chiesa, intesa come “ mistero e sacramento universale di salvezza… e Popolo di Dio”,
acquisi’ una nuova percezione di se stessa e della sua missione nel mondo. Essa infatti si percepi’ come
assemblea di battezzati, chiamati tutti indistintamente alla santità e realmente universale, costituita in
ogni parte del mondo e guidata da un presbiterio autoctono, cosciente della propria autonomia, e da
una moltitudine di fedeli, il cui valore aggiunto e’ la diversita’ e la particolarita’ dovute ai doni elargiti
dallo Spirito di Dio, ricchezza multiforme e tangibile, patrimonio teologico e spirituale alla portata di
tutti.
Il Concilio, pur essendo della Chiesa cattolica, divenne tuttavia di nome e di fatto ecumenico; in tutti i
lavori infatti la prospettiva ecumenica fu la base su cui costruire, alla luce di una conversione della
mente e del cuore da parte di tutti i cristiani, cattolici compresi, aperti e disponibili all’azione dello Spiri-
to.
Uno degli accenti principali fu posto sul passaggio dalla conservazione della tradizione (controriforma),
all’idea di aggiornamento all’interno della chiesa cattolica e di dialogo e confronto con tutti i cristiani,
con tutte le religioni e con tutto il mondo: si chiuse cioè la lunga fase aperta col Concilio di Trento, pre-
occupato per la riforma protestante e quindi impegnato sul fronte della dottrina tradizionale con toni
molto apologetici e di difesa , e ci si avvio’ verso un modello di cristianesimo a dimensione mondiale, in
nome di una nuova coscienza dell’universalita’ e della cattolicita’ ; ecco allora delinearsi una nuova ri-
flessione ecclesiologica, dove il Popolo di Dio (che ha “per capo Cristo …per condizione la liberta’ e la
dignita’ dei figli di Dio… e per fine il regno di Dio”) si colloca in una struttura circolare, non piu’ in una
struttura verticistica e piramidale, e la sua guida (papa-vescovi-sacerdoti), presiede nella carita’ la vita
sacramentale e morale dei battezzati impegnati nel mondo.
Tra le novita’ piu’ appariscenti, oltre l’immagine nuova di chiesa di cui si è accennato, si ricordano:
la riforma della liturgia, la cosiddetta “teologia orante”, luogo simbolico per antonomasia del recupero
della Parola di Dio (nelle lingue nazionali) e della celebrazione dei misteri della salvezza in Cristo
Gesù;
il ritorno dell’Omelia nella celebrazione dell’Eucarestia, che sostituisce la predica più di carattere e-
sortativo-morale, e si passa così al commento delle letture e all’attualizzazione della Parola;
la preghiera si fa più liturgica anche per i laici, che adottano la “Liturgia delle Ore” e la “Lectio Divi-
na”, una volta soltanto del presbiterio e dei monaci;
il recupero del diaconato permanente dei laici, sposati o no, quindi di ministeri ordinati e di fatto già
presenti nella chiesa delle origini come i ministri straordinari dell’Eucarestia, i lettori, ecc;
Il movimento ecumenico per l’unità dei cristiani, insieme a tutte le altre confessioni cristiane;
L’approccio positivo e di dialogo con il mondo moderno;
La nascita e il fiorire di movimenti ecclesiali (oltre l ‘Azione cattolica) e carismatici come i Focolarini,
i Neocatecumenali, il Rinnovamento dello Spirito, Comunione e Liberazione, la Comunità di S. Egi-
dio…);
Un nuovo tipo di “governo” nella chiesa universale e particolare, con il Sinodo dei Vescovi convocato
periodicamente,le Conferenze Episcopali nazionali, i Consigli presbiterali e pastorali nelle varie diocesi e
parrocchie,ecc.
Pagina 7 INSIEME ,CAMMINIAMO ! Anno1
Per io d ic o d i in for m a zione d e lla Numero 5,
Parrocchia Gesù Adolescente Primavera 2009
Balbettando un po’…
…..segue….
sul Concilio Ecumenico Vaticano ll (1962-1965)
I documenti di base più significativi usciti dal Concilio riguardano la costituzione della liturgia
(Sacrosantum Concilium), la dogmatica sulla Chiesa (Lumen Gentium), la pastorale nel mondo contempo-
raneo (Gaudium et Spes),la dogmatica sulla Rivelazione (Dei Verbum).
Il Concilio rappresenta dunque una novita’ che ha segnato profondamente la storia della Chiesa, il suo
“depositum fidei” e il magistero vivente. Non si puo’ tuttavia non riflettere sull’insidia della secolarizzazio-
ne, sia per la debolezza umana intrinseca alla chiesa stessa, sia per le spinte relativiste e nichiliste
dell’attuale societa’, propensa a condurre una vita che prescinde da Dio, a dare un’interpretazione riduzio-
nistica e puramente sociologica della chiesa e di Gesu’, troppo spesso impoverito in una concezione esclu-
sivamente terrena e non anche trascendente.
Ecco allora emergere il rischio di cadere nella trappola di un cristianesimo ridotto a morale o politica o
semplicemente a umanesimo; attualizzare il Concilio vuole dire invece testimoniare il Vangelo, segno di
speranza nel Risorto, pur nel pluralismo ideologico e religioso di questo nostro mondo.
Non è dunque con l’irrigidirsi su posizioni dogmatiche e incontrovertibili che si rende vivo il Concilio anche
ai giorni nostri, di fronte alle nuove realta’ globali e alle questioni antropologiche legate all’intensificarsi
degli scambi culturali tra continenti e civilta’: occorre invece recuperare la diversita’ come complementa-
rietà e ricchezza, e rivalutare quei valori umani e civili come solidarieta’, fratellanza, giustizia,dignita’, con-
divisione,accoglienza, che fanno parte di quei “ segni dei tempi” indicati in modo illuminante proprio dal
Concilio Ecumenico Vaticano II°.
Flavio G.
INSIEME ,CAMMINIAMO ! Anno1 Pagina 8
Per io d ic o d i in for m a zione d e lla Numero 5,
Parrocchia Gesù Adolescente Primavera 2009
Sguardo sull’arte
Lunedì 13 - Pasquetta :
Gita a piedi sul “Monte Caucaso” 1200 metri.
Dal paesino di Barbagelata in circa 1h30’ di percorso facile.La
vista in cima è mozzafiato. Saremo praticamente sopra
la foce dell’Aveto, dove inizia l’omonima valle. In mezzo
alla Val Fontanabuona. Il mare è laggiù in fondo, e
quando è terso è uno spettacolo. Pranzo al sacco o pres-
so il rifugio in vetta(contattare la Parrocchia)
Domenica 19 - Giornata di Ritiro per Comunicandi e loro genitori dalle Suore Immacolatine (c\o via
Dezza sul Monte Fasce). Portare colazione
Martedì 28 – ore 21.00 Incontro formativo coi genitori dei cresimandi , padrini e madrine. NB. Portare il
Certificato di Battesimo dei figli.
MAGGIO
DOMENICA 10 - ore 15.00 LITURGIA BATTESIMALE per i Bambini\e del 1° Anno e loro genitori e
accompagnatori. Segue merenda .
DOMENICA 17 - ore 10.45 S. Messa e PRIMA COMUNIONE dei Bambini\e del 3° Anno
DA VENERDI 22 a DOMENICA 24 – Pellegrinaggio a ROMA dei Cresimandi con la Diocesi
DOMENICA 24 - FESTA DELLA PARROCCHIA -
verrà dato il Programma dettagliato delle manifestazioni
SABATO 30 - ore 14.30-17.00 Mini-Ritiro per Cresimandi e loro genitori, padrini e madrine.
GIUGNO
SABATO 6 – ore 18.00 S. Messa e CELEBRAZIONE DELLA CRESIMA
CAMPI ESTIVI:
MARTEDI’ 23 Giugno > MERCOLEDI’ 1 Luglio a DEJOZ (Val Savaranche – AO) per i bambini dalla
3° Elementare ai Ragazzi della 2° Media;
MERCOLEDI’ 1 Luglio > DOMENICA 12 Luglio a COGNE (Val di Cogne AO) per i Ragazzi dalla 3°
Media ai Giovanissimi delle Superiori.
Punti di vista a cura di Fabio tratti dal libro “La variabile Dio” di Riccardo Chiaberge
La mia ricerca scientifica è preghiera.Sto cercando di capire un universo creato da
Dio che mi ama. George Coyne .gesuita ed astronomo di Papa Woytila
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Io credo che abbiamo dei corpi fisici.Soltanto fisici.Se abbiamo un’anima essa
coincide con l’altruismo incastonato nel nostro DNA.
Arno Penzias,ebreo tedesco premio Nobel per la Fisica