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Cari concittadini,
nei giorni scorsi ho visitato l’EXPO 2008 in corso nella città spagnola di
Zaragoza e desidero comunicarvi alcune riflessioni.
1.
Al primo punto desidero mettere l’incontro con l’Alcalde di Zaragoza, Juan Alberto
Belloch Julbe, il sindaco della città, che ci ha concesso l’onore di un incontro ufficiale,
che non è stato per nulla formale ma denso di spunti e suggerimenti.
Ci ha raccontato che la sua città ha vissuto l’EXPO 2008 come una grande occasione di
lancio, sulla scena nazionale e internazionale. In particolare, approfittando di questo
evento, è stato attuato un vasto programma di riqualificazione urbana e di rafforzamento
delle infrastrutture di collegamento. Il senso di questa grande occasione è stato colto da
tutti e si è tradotto in tre “patti” che hanno reso possibile il successo dell’operazione:
1. un patto con i privati, che hanno finanziato molte delle opere: ciò è stato reso
possibile da una grande chiarezza sulla destinazione futura dell’area e delle
strutture costruite;
2. un patto tra le forze politiche che hanno deciso di non utilizzare l’EXPO 2008
come argomento di polemica nel dibattito politico;
3. un patto con il sindacato, che si è impegnato a non utilizzare la necessità di
finire le opere in tempo per ottenere vantaggi contrattuali.
Ha quindi enfatizzato l’importanza di un modello di gestione che ha coinvolto tutte le
componenti interessate, permettendo un acceso dibattito interno e il mantenimento di
un fronte unito verso l’esterno, essenziale per mantenere alto il consenso della
popolazione verso l’evento.
2.
Queste indicazioni di grande valore politico hanno fatto risaltare molto negativamente
quanto abbiamo invece vissuto nel pomeriggio, in occasione della presentazione ufficiale
del padiglione italiano. Erano presenti, infatti, le principali autorità italiane che saranno
coinvolte nella realizzazione dell’EXPO 2015 di Milano: dal Sindaco Moratti, ai presidenti
Formigoni e Penati, al Presidente della Camera di Commercio Sangalli. La divisone
esistente tra queste istituzioni ed i loro rappresentanti è stata evidente e ampiamente
ripresa dalla stampa. Personalmente sono molto preoccupato per il modello di gestione,
molto accentrato, sostenuto da Milano: in questo modo i contrasti di interesse e le
inevitabili tensioni, non trovando un luogo di confronto all’interno dell’organizzazione, si
scaricheranno all’esterno, provocando un forte indebolimento del consenso.
Dalle indiscrezioni che trapelano, non solo Milano non riconosce un ruolo attivo ai comuni
dell’hinterland ma chiede di governare direttamente anche le scelte infrastrutturali
esterne alla città, con il rischio che queste siano assunte in funzione del centro e non
dell’equilibrio dell’intero territorio.
3.
Un terzo aspetto che voglio evidenziare è l’efficienza dei collegamenti, in particolare
ferroviari, che hanno permesso, almeno finora, di eliminare la congestione stradale:
anche nella giornata di Sabato, con un numero di presenze decisamente elevato, molti
posteggi erano ancora liberi. Zaragoza è collegata in un’ora con Madrid e con Barcellona,
grazie ai treni ad alta velocità che coprono in questo breve tempo la distanza di circa 300
Km. È questa una indicazione importante anche per noi: credo che l’opera prioritaria sia
Roberto Zucchetti