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EDITORIALE [ «) Francesco Bogliari, direttore responsabile | La dura vita delle avanguardie E difficile essere 'avanguardia nel nuovo. Gisi muove in un terreno osteo, nella miglore delle ipotes, indifferent. Al ‘confine tra lsistente codiicato el nuovo, appunto, che le legate lenorme ancora non hanno crcoscritoe che quin- i cf da definite. “Che lavoro fail tuo pap la tua ‘mamma’. Facile peril bambino rispondere:lavvacato, it ‘medica, Fnsegnant, loperio,fimpiegato di banca, i lipendente pubblico, Ma sei genitore@ per esempio con- sulente di management o designer o copywriter pubblic- taro, come far il povero bambino a spiegarlo alla mae- stra, titlare di una profession certo non benretibuita ma storicamente consolidaa esocialmenteidentifcata? E poi se non siéné un dipendentené un imprenditore, per {quanto micro, né un professionista codifcato, come def nisi? Feeelane? Quant, su 60 milion dt italian, sanno cosa vuole? Facciamo il 2%, a essere generosi? “Buon iomo, Giuseppe Rosi, relance”nonsuona peno erasi- ‘urante come "Buongioro, Giuseppe Ross, avvocato” 0 anche Buongioma, Giuseppe Ros, impieqato’. Insomma, le nuove profesioniesistono in quella che Machiaveli defniva areal effttuale’avanzano,creano valore economico, anno da vivre (pio meno bene) a «ica te milion talian, ma live legjlativo-poltico i rconoscimentosodale siamo ancora nel fase delinwi- sibilit lstat non fi censiscein quanto tal linpstimettein ‘un unico clderone (un autenticogirne dantesco, una bol- gia definita“Gestione separata’) con i parasubordinati [avoratorautonomi occasional tant alr sub-ctegorie el ub-universo dich sta in quest infide tere dmezzo, Dural vita delle avanguardie, quind Anche perché non hhanno un Ordine oun Collegio diiferimento nel cui rein to (una volta entrat, beninteso} godersi le giierasscu- ‘anti della corpracione. Tema, questo, al quale dedichere- ‘mo Finchiesta di copertina del prossimo numero. Avan- quarcie a cul politica guarda con occhio a vole interes- Sato (sotto campagna elettorale), atre volte disrato (tuto tempo ce staal duo dle campagne eettora- lil, che il sindacato confederae ha sempre considerato come un ‘mondo alieno (sav, negli ultimi tempi, cominciare a quardarlo con ‘un certo interesse, non fsse alto peri numer che muove). Avanguardie che fannofatica a organizzas, autorappresentas,fatsi corpo sociale, supe- rando i fisiologicoinvidualismo tipco delle pofessiont autonome, che non hanno un capannone sotto i! quale raccoglitsi tute insieme come gli opera, né piazze da riempire come qulunque altro soggetto sociale ce inten damanifestare per prop diteeproprieaspirazon Per questo nuovo corpo sociale esiste, cresce e prima o poi, col tempo, molta pazienza e tante porte sbattute in facta riuscir a veire fuori nella sua dimension cllt- tiva. Sotto questo aspetto l'iniziativa di Acta-Associazio- ne dei consulenti del tezaro avanzato, acu dedichia- imo la copertina di questo numero, appresenta un'au- tentica novita Non tanto nei numer dirt (un migiaio. diassociata front dun bacinopoterzale amplisima), palo destinati a crescere nel breve peiodo, quanto soprattutto per la valenza “politica” di questo Manifesto che wwole rappresentare le istanze di una Italia nuova, moderna, fuori dai consueti schemi sociali, che al pari dello schematisma destrasinisra oggi non rappresen- tano pila realta, Una realta troppo pit. dinamica e mobile risptto a confn existent disegnat decenni fa, © 0ggivechiiimediablmente vechi. Abbiamo interpellato sul tema politici, sociologi ed eco- ‘nomisti: ne emerge una situazione complessa, tra aspira- ioni legittime e dificolta oggettive di sistema, impieto- samenterichiamate dallintrvento di Domenico De Masi Il noto sociologo ricorda quanto rapidamente si stia sfal- dando il sistema di welfare conosciuto fino a ogg, situa- zone che rendera ardualestensione dei benef social alle nuove categorie di lavoratri della conoscenza, ici maggiori nemici sono proprio gli “inset” di ogg, che temono di perder i privilegi quadagnati nel anni. Con- fermando la tesi di chi sostiene che la nuova“lotta di clas- se" non sa pita “padron”e"lavorato” anche queste categorie concttuali obsolete) ma tra insides e ous ders, tra garantit (anche se dai redditi bassi) enon garan- titra protet (da arin corpora- oni) e nan protett.| nostri freelan- e sono ta questi iti. Coraggio- se avanguardie del nuovo mondo che vera, Speriama. "Bae 14 I [ rappresentanza | Nascela nuova generazione di lavoratori professionali autonomi. Ecco il suo Manifesto Consulenza aziendale, informatica, design, moda, mediazione culturale, creativita ecc. sono i terreni di nascita delle nuove professioni. Che vogliono restare autonome ma chiedono un welfare pit moderno. Acta se ne é fatta portavoce Italia, unite. Si ido Marx ed Manifesto dei atto ta (TAssociazione dei consulenti del terziario. B gine che verra presentato ulficalmente il prossimo 12. gennaio, presso la sede della Triennale di Milano (accompa: tite ha, natae syiluppatasi in italia nell mi 20 0 30 anni, Qualeuno li chiama Stato e costituiscono una classe di la mni (a cul anche il nostro Giornale vuole dar voce), che opera senza alcuna tutela sociale e che & sogget faa una pressione tributaria e contributivaa dir poco vessatoria, II tutto, serwa ottenere in cambio dallo 11/16 Stato quasi mula, se non la promessa di ricevere pen- sioni di vecchiaia "da fame", nei decenni a venire Quei diritti dimenticati ‘Troppo spesso ignorat dalla politica, ora questi lavo- ‘ator vogtiono far sentie la propria voce lf opinione pubblicae alle isttuzion, per evitare di trasformarsi, ‘definitizamente, nei nov sfruttati del terzo millen- rio, “Lidea del Manifesto’, spiega Sergio Bologna, membro del consiglio direttivo dell’Acta, ‘venta al nostro presidente, Anna Soru, ai ini del 2010, dopo una protesta simbolica che abbiamo inscenato presso la sede della Triennale di Milano, “Durante un pacifico sitin (che si @ svolta in con- temporanea anche a Roma, di fronte al Parlamento, ‘Na), molte persone siavvicinavano a noi chiedendo chi fossimo, petché non conascevano bene la nostra realtt e i nostii problemi”, aggiunge Bologna. La scopo del Manifesto, dunque, @ proprio quello di dare risposta a tutti questi interrogativi: “E. necessario comineiare a costruire untidentita consapevole del lavoro autonomo di seconda generazione, traeciare tuna specie ci ‘itratto di famiglia’, evidenziando qua sono i motivi che ei hanno spinto a scene di vive- re e lavorare con queste modaliti, continua i eons- aliere dellActa. In altre parole, a detta di Bologna, “Yobiettivo @ te princis quello di ereare unlazione collettva, per unite le forge © contare di pit, per ritrovare Tallegtia della social, nel rivendicare i prope dirt Autonomi per vocazione Né commercianti:né contadini, né professionisti protetti dagli Ordini. B questa la definizione che anno di sé i lavoratori autonomi di seconda gene- razione promotori del Manifesto. Sono i fight del “postfordismo", un sistema di produzione in cui, a differenza di quanto accadeva nel secolo sears, le fabbriche o gi ulfici delle grandi aziende non sono pit il cuore pulsante delfeconomia (0 lo sono rma soltanto in parte). E un fenomeno, il postfor- «lismo, che & iniziato nella seconda meta degli anni 70 “quando”, come ricorda il Manifesto, “cera una voglia diffusa di mettersi in proprio, di sfidare il rischio del mereato, di non sottostare agit obblight ‘ipiei della vita in azienda’ Ma questa tendenza sé intensficataparticolarmen- te attorno alfanno 2000, quando Favvento dellera di Intemet ha fatto crescere e proliferare una nuova _genetazione di lavoratori della conosvenza, tn eser- cito di professionist intellettualiche utizzano il web per svolgere la propria ativité ovunque e in qualun- que momento, senza partcolanivincol, geografici e orario; sono una folta schiera ci consulenti d’a- ienda, esperti informatici, designer, grafic, traduttori, o creativi di vario tipo (soltanto per [ rappresentanza | citare qualche esempio) che vivono e lavorano gra- zie aun vasto patrimonio di competence accumula- te negli anni. “Siamo nati con un grande desiderio di liberta ¢ di indipendenza’, scrivono ancora gl estensori del Manifesto, “fiduciosi che le nostre capacita professionali, le nostre competenze ¢ il nostro capitale umano fossero sulfcient a ottenere ‘un riconascimento sociale e un buon portafoglio di commesse da diversi client’. Sitratta, dunque, di una elasse di lavoratori auto- nomi per vocazione. “A questa idea di liberta e di indipendensa’, serivono gi esponenti delActa, “non siamo disposti a rinunciare nerameno ogg, anche se i tempi sono cambiati e il mercato si fatto molto dif ficile’, Afftontare questa sfida, perd, non sara certa- mente semplic, almeno finche i lavoratori autonom di seeonda generazione non aequisitanno uno "spit to identitario”,eio® non diventeranno consapevoli di appartenere a una medesima categoria e di doversi rapportare con modalita nuove, e diverse, alle sttu- oni stata Cittadini di serie A, come tutti | professionsti emergenti sono stanchi di essere rite- nti “cittain di serie B" dimenticati da tut. Persina Je statistche ufiial nom si accongono delfesistenza ci queste nuove figure di lavorator e spesso le relegana erroneamente nelalveo delle micro-imprese, senza considerarein maniera adeguata le loro caratteristiche e le loro specifiche esigenze, Per rapportarsi con lo Stato, unque, i lzvoratari autonomi di seconda gene- razione hanno bisogno innarvitutto di essere ricono- seit, Peceato, pero, ete questo objetivo venga ogg cstacolato in maniera signficativa dalla erisi d'iden- titd del modello sociale europeo. I sistem di wel- fare del Veechio Continent inftt,starno diventando sempre pit costasi e insostenibili per le finanze pub- Diiche, gia gravemente compromesse dalfttuale cris economnica, "Lo Stato tende a ritrarsi sia dalla proc- zione di beni che dallerogazione diretta dei servizi, dice il Manifesto, si fa strada una concerione nuova (e pit restrittiva, Nair) dei dovert che le isttuzioni hanno net contronti dei cittadin”. A pagare il prezzo ‘it aod questo provesso di arretramento dello Stato sociale, pero, non sono affatt i lavoratot dipendenti, che rimangono comunque i maggiri beneficiai delle ‘prestazoni del welfare." farne le spese”, seivon esponenti dellActa, “siamo noi professionisti della conoscenza, assem alle nuove generazioni di lavora- ‘ot atipici, che non hanno ancora uno specifica inqua- dramento nel dito, ° Lo scandalo della Gestione separata Per toccare con mano questa situazione di disagio sociale in cui si trovano i professionisti emergenti, basta analizzare il trattamento sfavorevole che 17/ seanaio 2011 Dalat: ‘Anna Sonu, Presidente Acta; Sergio Bologna, ‘memo del consi dettvo Acta.

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