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L’economia partecipativa o POP-ECONOMY

Termino adesso di rileggere per l’n-esima volta un articolo economico di Loretta


Napoleoni: mi entusiasma scoprire che c’è anche qualche economista che riesce con
parole chiare a spiegare ciò gira nella mia testa da un po’ di tempo.

Come rendere compatibile uno stile di vita moderno con il futuro del pianeta?

Si può pensare un mondo sostenibile per i propri figli senza dover tornare indietro di
un secolo?

E soprattutto: è questo, quello capitalista, l’unico sistema economico che ci può


permettere di vivere nella comodità e con molti dei confort cui siamo abituati?

Leggo tutto l’articolo e trovo una risposta semplice e rivoluzionaria.

Non occorre possedere tutto ciò che ci serve utilizzare.

Semplice no? Tutto parte da qui: da ciò che realmente ci serve, ci serve spostarci, ci
serve fare una torta, pulire i vetri, vestirci con un bell’abito per andare a teatro,
aggiustare un tubo che perde: non ci serve acquistare un auto, un frullatore, un
vaporetto ed un abito firmato o molto denaro. Ed ecco spuntare i nomi di moltissimi
siti web dove già chi tra noi è più avanti propone lo scambio, il car sharing, la banca
del tempo.

Il modello economico capitalista non è basato sui bisogni delle persone e sul loro
benessere, e la dimostrazione è il fatto che nelle società occidentali, dove tale modello
è pienamente applicato, non siamo più felici che in altri luoghi dove c’è meno denaro
ma più tempo per vivere (con la V maiuscola!).

Da quando siamo tutti più ricchi ci sono molte più persone che hanno bisogno
dell’analista, molte più persone stressate, sempre più tempo nella nostra vita è
dedicato al lavoro (spesso un lavoro che non ci piace) e sempre meno alla famiglia,
agli amici, ai propri reali interessi.

Ci diciamo che abbiamo bisogno di lavorare per avere il denaro necessario ad


acquistare ciò che ci rende felici: ma siamo certi di dover per forza acquistare, tutto
ciò che ci serve per essere felici?

Da qui ecco spuntare il “nuovo Marxismo”: la POP ECONOMY: un modo nuovo di


migliorare la nostra vita senza consumare l’ambiente e risparmiando denaro.

Partiamo dalla condivisione dei beni e dallo scambio di essi ed arriviamo allo scambio
di conoscenze, di capacità: la banca del tempo. Io so fare lavori di idraulica, tu sai fare
la parrucchiera, lui sa dare lezioni di filosofia, lei è un avvocato… tutti insieme
possiamo migliorare la nostra vita e nel contempo quella degli altri, senza far
aumentare il PIL, ma aumentando il nostro benessere!

Consiglio a tutti la lettura di questo illuminante articolo e la visione di una bella


puntata di Report sull’argomento PIL… ecco i link:
http://www.scribd.com/doc/46235293/Pop-Economy-Mutual-Aid-Economy-Articolo-di-
Loretta-Napoleoni-su-Wired-Italia-di-dicembre-2010

http://www.youtube.com/watch?v=NYDSfejmVh0

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