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Dopo mangiato
non bisogna dormire.
Bisogna
stare svegli
dopo mangiato.
Semmai
fai come me
distenditi un pochino
cosi, senza dormire.
Perché
dopo mangiato
non bisogna dormire.
Puoi chiudere soltanto
un poco gli occhi
cosi, senza dormire.
Rilassarti un pochino
solamente un pochino
cosi, senza dormenza
dormì, conza serire..
cioè senza dormizzzzz...
zzzzzz....
Un tonno
nel sonno
sognò che un'onda
lo gettava in una scatola tonda.
Nel sonno
il tonno
rinchiuso
nel buio, perduto,
chiese fortissimo aiuto.
Un granchio
nel sogno
muovendo in cerchio le chele
tagliò quel chiuso coperchio.
Una bottiglia
Il medico la prese
si appoggiò
con una mossa lesta la stappò.
La bottiglia stappata
subito
si senti
tutta gasata
e appoggiata all'orlo dei bicchieri
che ascoltavano attenti
disse mille parole effervescenti
e lunghissime frizzanti risate
fin quando si senti
tutta vuotata
e si rimise
dritta
un po' orgogliosa.
Il treno elastico
Per chi vuole partire
ma anche un po' restare
c'è il treno elastico:
il primo vagone
giunge a destinazione
ma l'ultimo rimane alla stazione.
Il punto
Le parole adatte
Incontro al mare
Da una fontana
cade una goccia.
Un'altra da una roccia lontana.
Una goccia va a passo lento
l'altra corre veloce
hanno un appuntamento alla foce.
La foce è dove il fiume va nel mare
là le due gocce si vogliono incontrare.
Goccia di roccia
goccia di fontana
staranno insieme una settimana.
Il pompiere ragioniere
Un sogno di gallina
Ma com'è fatto
un sogno di gallina?
È bianco, tondo, rigido,
non proprio tondo,
tondo, ma allungato.
Occhi grandi
Parla il re
Parla il re.
La regina lo guarda in faccia.
Aspetta che lui taccia.
Parla il re.
La regina lo guarda in viso.
Aspetta un suo sorriso.
Parla il re.
La regina gli dice: «Taci,
quando mi dai i tuoi baci?»
I gemelli Picchialesso
Skiaciato picione
peké non volato
un meto più in là?
Skiaciato spenato
distuto picione
peké non volato
un meto più in là?
Skiaciato spezato
scanato specato
spopato picione
peké non volato
un meto più in là?
Skiaciato titato
ubato sbanato
tuto oto
moto picione
peké non volato
un meto più in là?
Il sogno di Re Giannone
Re Giannone pisolava
sul suo trono alto e robusto.
Pisolava e si sognava
di poter essere giusto.
Re Giannone pisolava
sul suo trono stagionato.
Pisolava e si sognava
di poter essere amato.
Re Giannone pisolava
sul suo gran trono di legno.
Pisolava e si sognava
che felice fosse il regno.
Al geniale Genovese
Al geniale Genovese,
dopo lunghe lunghe attese,
la Regina generosa
diede tre navi leggere,
e con vele senza pieghe
da un Porto lui salpò.
Con la sua gente fedele,
dopo gelide nottate,
dopo molte e vaghe beghe,
poche paghe, molte piaghe,
dopo lunghe e lunghe leghe,
il geniale Genovese
in America arrivò.
Un ciuco di Francia
Un ciuco di Francia,
Cianciccia Ricciò,
per fame di pancia
un'arancia comprò.
Ma mentre ciucciava
l'arancia gocciosa
un micio sbirciava
con cruccio la cosa.
Il ciuco Cianciccia
vedendo quel micio,
decise alla spiccia
un bel sacrificio.
Cianciccia di Francia
con slancio lanciò
al micio l'arancia:
e il micio ciucciò.
biblioteche e librerie. Collabora con Caviezel in spettacoli, incontri e libri musicali. Scrive
testi di poesia su materiali di ricerca ed esperienza di bambini, ragazzi e adulti di varie
località italiane. Legge proprie storie e poesie in libri con audiocassetta. Scrive testi per
opere musicali di Sergio Liberovici, Andrea Basevi Gambarana, Pavle Merkù, Dimitri
Nicolau, Mario Ruffini e altri musicisti. Insieme a Bianca Pitzorno e altri autori progetta il
programma televisivo “Albero Azzurro”, per cui scrive testi per dieci anni. Progetta e
conduce con Caviezel le trasmissioni radiofoniche “Radicchio” e “Il mattino di zucchero”.
Nel 1990 inizia a pubblicare prosa e poesia per adulti. Traduce i sonetti di Shakespeare
per Bompiani e poemi di Browning per Interlinea. Scrive soggetti per film e cartoni
animati. Fa spettacoli di lettura e recitazione con musicisti e attori, per bambini e per
adulti. Risiede in parte a Milano, in parte presso Buonconvento (Siena).
Ho fatto l’attore per tre anni della mia vita. Perché gli attori parlano. Ma spesso non dicono
parole loro, ripetono le parole di altri. Il teatro è stato il mio modo per arrivare alla
scrittura... Le mie poesie sono cose che io pronuncio, forse è questo che piace ai ragazzi.
Sono discorsi per la voce. Le mie poesie sono fatte per essere lette. Dalla brava maestra e
dal bravo maestro che non hanno paura della loro voce e le leggono alla classe. Poi i
bambini si divertono a ripeterle da sole perché fanno rumori strani. A volte le classi che
incontro mi chiedono se scrivo più volentieri in poesia o in prosa. «Non fatemi scegliere!»,
rispondo. «Voi a chi volete più bene? Al papà o alla mamma?» Poi aggiungo: «Se però mi
minacciate di morte con una pistola perché io risponda o questa o quella, allora vi dico che
io sono originariamente un poeta che scrive anche in prosa». Da un punto di vista
quantitativo scrivo molto più in prosa che in poesia perché rimane abbastanza vero che con
la poesia non si mangia tantissimo. Anche se, grazie al cielo, nell’editoria per ragazzi la
poesia ha un indice di fruibilità più elevato che nell’editoria per adulti. Ho scritto Mattia e il
nonno, una piccola storia emblematica che racconta della passeggiata di un bambino con
un nonno che sta morendo. Per ragioni editoriali il libro è uscito prima in Inghilterra che in
Italia. Dall’Inghilterra e dalla Germania, dove poi è stato tradotto, mi sono arrivati plichi di
articoli di discussioni pedagogiche e linguistiche su Mattia e il nonno. In Italia il libro ha
avuto un paio di recensioni su riviste specializzate. In Italia sulla letteratura per ragazzi c’è
una scarsa risonanza culturale e una scarsa preparazione. Fino a poco tempo fa nelle
università non c’erano neppure cattedre di letteratura per l’infanzia... Io “non mi freno”
scrivendo libri per bambini e per ragazzi, semplicemente scelgo codici diversi…”
(Dichiarazioni tratte da una intervista di Giuseppe Caliceti del 10/7/1997 a “Le voci della poesia”)
http://www.robertopiumini.it