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Parmenide, i Sofisti, Platone, il nichilismo e la tecnica Pu apparire strano che nel mondo odierno si possa riscoprire lattualit di un pensatore

cos antico come Parmenide. Ma, a parte il fatto che in filosofia nulla antico e superato la categoria di superamento, gi discutibile, secondo alcuni epistemologi, nellinterpretazione dello stesso sviluppo del pensiero scientifico, del tutto fuori posto quando ci si accosta allo studio della storia della filosofia -, se interpretassimo il senso della civilt occidentale utilizzando la categoria di nichilismo, secondo un approccio proprio anche di pensatori di prima grandezza come Nietzsche e Heidegger, potremmo individuare proprio in Parmenide una possibile via di uscita dal nichilismo. E questo il giudizio del grande filosofo italiano contemporaneo Emanuele Severino (nato a Brescia nel 1929), che individua nel filosofo greco, da Platone definito venerando e terribile, lunica via di uscita davvero radicale contro lo spirito costitutivamente nichilistico dellepisteme. La salvezza platonica del mondo, ottenuta attraverso la dimostrazione dellerrore logico di Parmenide relativo al concetto di essere (ossia la confusione tra il significato assoluto e quello relativo di essere), ha in s qualcosa di fortemente paradossale: se infatti in tal modo si salva il mondo dalla critica dissolutrice delleleate, per il quale le cose del mondo, unendo in s lessere e il non essere, equivalgono al nulla, per altro verso si conferma il carattere diveniente delle cose del mondo, che come tali partecipano sia dellessere che del non essere e, quindi, non sono pienezza di essere. E proprio la definitiva preclusione della possibilit di concepire il mondo come pienezza di realt, conseguente al parricidio platonico, a rendere definitivo il nichilismo, facendo del parricidio platonico, un parricidio mancato. La civilt della tecnica, attraverso cui luomo, che si erge a signore del mondo, esercita la sua volont di potenza sul mondo, lesito coerente del parricidio platonico, e trover la sua massima espansione quando levidenza del divenire (per Parmenide falsa evidenza) condurr alla negazione dellevidenza della verit Se questultimo aspetto la cifra stessa della contemporaneit, si pu tuttavia sostenere che gi nella filosofia greca, con la sofistica, ne abbiamo una potente anticipazione, essendo questultima una critica dellepisteme di segno radicalmente opposto a quella eleatica. Scrive, infatti, Emanuele Severino, a proposito di due aspetti emergenti della sofistica:
L'importanza della sofstica risiede innanzitutto in questa autocritica esplicita e radicale del sapere filosofico; dove, da un lato, l'idea della verit esige la pi inesorabile intransigenza verso ogni conoscenza che intenda proporsi come verit; ma dove, dall'altro lato, diviene manifesto che la filosofia il luogo all'interno del quale, solamente, pu essere esercitata ogni critica al filosofare stesso. Inoltre, nella sofistica si annuncia per la prima volta il tema che nella storia della cultura occidentale ricever i pi profondi sviluppi: l'abbandono della verit per ottenere la potenza sulle cose. Il lgos, in cui si esprime la verit, sostituito per ora, nella sofistica, dalla tecnica del linguaggio, con la quale si in grado di trasformare le opinioni degli uomini e delle societ e si quindi in grado di determinare il corso della vita verso quelle forme e ordinamenti che il tecnico ritiene migliori di quelle attuali. Il sofista appunto colui nel quale la sopha, rinunciando a essere verit, divenuta la capacit tecnica di persuadere conformemente a dei fini. Egli quindi maestro dell'arte di eccellere nella vita e il suo insegnamento remunerato dai discepoli, destinati a diventare i dominatori della societ.

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