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Per piovosità maggiori, le sezioni dei collettori di scarico, come del resto ogni altra componente
dell’impianto pluviale, vanno proporzionalmente aumentate.
Approfondimento:
La quantità di acqua determinante per il dimensionamento delle condotte pluviali dipende dai
seguenti fattori:
1) dall’intensità pluviometrica (i.p), varia da regione a regione ed è espressa in cm/ora/m2 oppure in
l/s/m2. Le intensità pluviometriche più usate sono:
10 cm/ora/m2 = 1,66 l/min/m2 = 0,027 l/s/m2
15 cm/ora/m2 = 2,50 l/min/m2 = 0,041 l/s/m2
20 cm/ora/m2 = 3,33 l/min/m2 = 0,055 l/s/m2
2) dalla totalità delle superfici esposte (s.e) alla pioggia, determinata mediante proiezione
orizzontale;
3) dalla pendenza e dalla natura delle superfici esposte, espressa dal coefficiente di riduzione K
(tabellato). Quest’ultimo viene interpretato come un coefficiente di ritardo allo scorrimento
dell’acqua dalla superficie del tetto alla bocchetta di captazione, dovuto alla rugosità e/o al potere
assorbente delle superfici esposte alla pioggia..
La formula di calcolo è la seguente:
Portata d’acqua ( l/s) = i.p (l/s/m2) x s.e ( m2) x K
K
Genere di superficie esposta
Coefficiente di riduzione
- Per tetti inclinati con tegole, ondulati plastici, fibrocemento,
fogli di materiale plastico 1,00
- Per tetti piani con materiale plastico o simile
- Tetti piani con rivestimento in lastre di cemento o simile
- Piazzali, viali, ecc, con rivestimento duro 0,80
- Tetti piani con rivestimento in ghiaia
- Piazzali, viali, ecc, con ghiaietto o simile 0,60
- Tetti piani ricoperti di terra (tetto giardino)
0,30
Scarico delle acque usate
Con il termine di acque usate si intendono le acque di rifiuto, cioè le acque fecali o nere, le acque
saponose o bianche e le acque grasse che devono essere eliminate a seguito dell’impiego degli
apparecchi sanitari.
La rete di scarico delle acque usate deve essere indipendente dai sistemi di scarico di acque
meteoriche e di liquidi inquinanti (scarichi di laboratori, acque oleose provenienti da autorimesse,
scarichi di grandi cucine, ecc)
L’impianto di scarico si articola in:
- diramazioni di scarico, tratti di tubazioni che collegano i sifoni delle apparecchiature
igienico-sanitarie alle colonne verticali di scarico.
- colonne di scarico, raccolgono l’acqua di più diramazioni e le portano ai collettori.
- collettori di scarico, convogliano l’acqua proveniente dalle colonne alla rete fognaria.
Un impianto di scarico non è sufficiente da solo a garantire negli ambienti condizioni igieniche
esenti da inquinamento, specie in termini di cattivi odori. Occorre accertarsi che tra gli impianti
fecali e l’ambiente chiuso si interponga sempre un tappo idraulico, di acqua pulita (sifone), che
impedisca ai cattivi odori che accompagnano le acque usate di accedere negli ambienti stessi.
Ciò si ottiene con uno specifico impianto detto di ventilazione, che ha lo scopo di disperdere sia i
cattivi odori presenti in rete, sia di evitare che nella rete fognaria si determino risucchi che
potrebbero annullare i tappi di acqua presenti nei sifoni.
Il sifonaggio viene realizzato sia vicino ad ogni apparecchio sanitario che nelle reti.
Le reti fognarie possono essere:
- a sifone unico ( o pozzetto sifonato), disposto in prossimità del collegamento tra collettore
fecale e rete fognaria esterna;
- a sifone multiplo, più diffuso, che prevede l’installazione di un sifone alla base di ciascuna
colonna fecale, prima dell’accesso ai collettori.
Dimensionamento di reti di scarico.
Per il dimensionamento delle reti di scarico, si utilizza il metodo delle unità di scarcio (US).
Si definisce :
1 U.S. = alla portata di scarico di un lavabo o bidet con tubo di scarico da 32 mm =
= 28 l/min (= 0,06 l/s)
I valori delle U.S. delle altre apparecchiature sanitarie sono state calcolate per confronto.
Le tubazioni vengono determinate in base al numero delle unità di scarico allacciate e alla
probabilità del loro contemporaneo uso.
Per le diramazioni:
Per le colonne di scarico:
Il diametro della colonna calcolato viene mantenuto per tutta la sua lunghezza dalla base alla
sommità.
Per i collettori:
I collettori devono essere installati con una pendenza tale da mantenere la velocità di deflusso entro
un campo predeterminato.
La velocità minima è di circa 0,6 m/s per evitare la separazione delle sostanze solide trascinate. La
velocità massima è quella compatibile con il tipo di materiale di cui è composto il condotto per
evitare fenomeni di abrasione ( ved. tabella seguente).
Il proporzionamento delle reti di scarico può seguire il seguente procedimento:
1) Rappresentare graficamente lo schema dell’impianto ipotizzato
2) Indicare in corrispondenza di ciascun allaccio le intensità di scarico o le unità di scarico.
3) Segnare sui tratti di rete le pendenze e le intensità di scarico che li riguardano
4) Riportare i dati letti sullo schema che qui si propone.
Qt Qr U.S.
Per tener conto della contemporaneità di funzionamento delle diverse utenze, l’intensità di scarico
reale si ottiene da quello teorico Qt, attraverso le seguenti formule, suggerite dalla Geberit:
Case d’appartamenti:
Qr = 0,5 Qt
Grandi ristoranti, hotel, ospedali, cliniche, comunità:
Qr = 0,7 Qt
Industrie, laboratori, ecc:
Qr = 1,2 Qt
ESEMPIO
Ventilazione primaria e secondaria
Con il termine ventilazione di un impianto di scarico si intende l’installazione di tubazioni che
permettono il passaggio del necessario quantitativo d’aria fino all’uscita dei sifoni degli apparecchi
idrosanitari, industriali e di laboratorio.
Tale impianto si divide in:
- ventilazione primaria
- ventilazione secondaria.
La ventilazione secondaria è
costituita da una colonna montante
parallela alla fecale, che alla base
collega col sifone ai piedi della fecale,
ed in sommità si collega alla colonna
di ventilazione primaria, al di sopra
dell’utenza a più alta quota della
fecale.
A questa colonna sono collegati i
sifoni di tutte le apparecchiature
installate.
I diametri delle reti di ventilazione vanno definiti in rapporto ai corrispondenti diametri delle reti di
scarico.
La ventilazione primaria si realizza con tubi dello stesso diametro della parte più in alto della fecale.
Le diramazioni interne hanno diametri legati al tipo di apparecchiatura servita (ved. Tabella1)
Le colonne di ventilazione hanno diametri fissati in funzione dei diametri delle fecali e dello
sviluppo verticale totale (ved. Tabella 2)