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Autore Nicola Palilla nicolapalilla@libero.it http://nicolapalilla.blogspot.com http://perunanuovarepubblica.blospot.

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Perch Thorstein Veblen superiore a Karl Marx


La grande differenza tra T.Veblen e K.Marx risiede nel fatto che solo l'economista istituzionalista americano ha definito il concetto di emulazione finanziaria. Bench ignota ai pi, la nozione di emulazione finanziaria fornisce, a mio giudizio, una spiegazione degnamente scientifica ossia meccanicistica e darwinista dei processi sociali. Per emulazione finanziaria ci si riferisce al fatto facilmente riscontrabile che le persone tendono ad imitare (ossia emulare) i comportamenti di coloro i quali godono di maggiore considerazione sociale. Questo di per s sufficiente a spiegare perch i proletari non fanno la rivoluzione (se non nelle rappresentazioni ideologiche propagandate da molti e coltivate nel proprio piccolo da schiere di falliti), ma ambiscono ad un sistema o a miglioramenti del sistema esistente che gli permetta di accumulare beni materiali e a vivere negli agi allo stesso modo delle classi superiori. Altres, questo spiega perch, in mancanza di una forte borghesia da emulare, nelle regioni meridionali d'Italia (e nel Mediterraneo in genere) il popolo voglia imitare i baroni e si costruisca una casa in citt ed una al mare o in campagna, cambiando dimora ad ogni cambio di stagione, oppure acquisti vestiti e auto costose piuttosto che investire la ricchezza prodotta in nuove attivit economiche o nelle attivit economiche gi esistenti (anche proprie). Non difficile costatare come i Siciliani, in particolare, vivano secondo istituzioni mentali feudali. Coerentemente con l'ipotesi della razionalit dell'agire individuale (punto di partenza della scienza economica), Veblen vede nella necessit di vivere meglio la molla dello sviluppo umano, intendendo per vivere meglio il vivere allo stesso modo di quelli che stanno al vertice della societ, in quanto unico esempio pratico di persone agiate da poter copiare. Bench nella storia delle dottrine politiche abbia un posto di grande importanza, Karl Marx eccessivamente sovrastimato. Sotto un profilo meramente politico, Marx ha il merito di aver riconosciuto il valore della prassi ossia dell'azione in un contesto culturale (la sinistra hegeliana) che, parlando terra-terra, parlava molto e bene, senza mai concludere alcunch. Di fatto, per, Marx ha solo posto l'accento sulla necessit di organizzare un movimento proletario, perch non risulta a nessuno che egli abbia mai partecipato a qualche moto rivoluzionario, sciopero generale o insurrezione, limitandosi ad essere indesiderato dalla maggior parte degli stati europei in quanto intellettuale scomodo. Non a caso, durante l'Ottocento il rivoluzionario pi temuto fu l'italiano Giuseppe Mazzini, etichettato dalle cancellerie europee come terrorista per via della sua nota strategia politica. Secondo Marx, la molla della storia la lotta di classe, ossia il movimento dialettico che porta le classi sociali a scontrarsi, segnando l'inevitabile eliminazione di quella

superiore. Ci, omettendo di considerare che storicamente questo processo non si mai osservato da alcuna parte e da alcun osservatore, se non nel caso nelle rivoluzioni borghesi settoottocentesche. Quello che accaduto storicamente, diversamente, che una civilt decadente stata travolta da quella emergente, nulla avendoci a che vedere la lotta di classe. Tutte le volte in cui, al contrario, una classe sociale inferiore si elevata, il processo ha determinato l'assimilazione di questa classe a quella superiore, esattamente come descritto da Veblen e come prevedibile sulla base della legge sociale dell'emulazione finanziaria (la quale, essendo una legge sociale seria, si basa sull'osservazione e la segue, piuttosto che anticiparla al modo delle Ideologie). Il motivo per cui, secondo Veblen, la borghesia non si assimilata all'aristocrazia risiede nella semplice considerazione che la borghesia era gi pi ricca dell'aristocrazia e non aveva dunque alcun motivo razionale per emularla. D'altra parte, nessuno pu nascondere che la borghesia pi ricca si sta da tempo costituendo al modo di una nuova agiata aristocrazia; il che, ancora una volta, sembra confermare come la classe (inferiore, divenuta) superiore finisca sempre per divenire parassitaria e redditiera. Marx, inoltre, commette l'errore di conferire alla storia e all'economia una direzione necessaria e inevitabile, basandosi sulle prime (primitive) teorie economiche, le quali conducevano a ritenere che lo sviluppo industriale e la crescita economica si sarebbero arrestate perch la remunerazione del capitale era in caduta. Quando Marx fece i suoi calcoli sul famoso surplus e sulla caduta del saggio del profitto, lo stato della scienza economica era gi tale che nessuno pi la considerava la scienza triste (almeno da cinquant'anni). Evidentemente, Marx di ci non ebbe notizia, giocandosi cos la possibilit di essere annoverato tra gli economisti. Una cosa comica e triste al contempo che mi capita spesso imbattermi in persone che, non conoscendo le nozioni pi elementari di economia, considerano Marx un grande economista, se non il pi grande economista di sempre, nonch colui che ha fornito di basi scientifiche l'economia politica convinzione che non nego di certo io, ma J.A.Schumpeter, un tale signore economista da essere considerato socialista (e ostacolato nella sua carriera accademica) dagli americani. Marx stato senz'altro un grande teorico politico, ma d'economia capiva assai poco. Conseguentemente, il suo socialismo non affatto scientifico, semmai presentato come tale, non essendo altro che un Sistema metafisico. Diversamente, pur essendo da molti considerato (penso a torto) marxiano, Veblen non cre alcun sistema metafisico, non fece politica e non deform le sue osservazioni e descrizioni della realt alla luce di un fine etico-politico o nella smania di fare profezie. Infine un piccolo particolare Veblen era uno scienziato sociale e conosceva l'economia.

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