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Area C, una campagna troppo burocratica

Lavvio di Area C la prima occasione nella quale la giunta Pisapia mette alla prova i contenuti del programma che lha condotta la vittoria elettorale di fronte allintera cittadinanza. Lo sforzo tecnico organizzativo che ne accompagna lesordio, il 16 gennaio, evidente, e massiccia la campagna informativa che lo accompagna. Ma proprio su questo terreno che lamministrazione sta dimostrando una certa timidezza. Linformazione abbondante e accurata per quanto riguarda ogni aspetto tecnico e il Comune lha allargata utilizzando anche canali non tradizionali dal volantinaggio fino alla rete con pagine su Wikipedia, Facebook, YouTube. Ma i contenuti delle comunicazioni restano molto istituzionali e bisogna leggere la lettera che Pisapia ha indirizzato alle famiglie milanesi per ritrovare i motivi politici della decisione. Che sono quelli che potrebbero convincere anche quellampia minoranza che non ha partecipato al voto sui referendum ambientali a partecipare a un esperimento unico in Italia. E a bilanciarne, al di l dei costi, gli inevitabili disagi con gli obiettivi di medio periodo, impegnandosi concretamente in una battaglia contro linquinamento che vede nella riduzione del traffico uno dei suoi punti qualificanti. Viceversa, lattenzione, anche del pubblico che interpella gli organi di informazione, sembra tutta centrata su una contingenza fatta di accessi, esenzioni, multe, tariffe, orari nei quali certo non si esaurisce la sperimentazione che si avvia con Area C. La comunicazione del Comune, dunque, per quanto tecnicamente accurata, non riuscita a mobilitare e attivare anche creativamente quella galassia fatta di individui e associazioni che pure si era mobilitata in occasione dei referendum e nel corso della campagna elettorale arricchendone e rafforzandone, spesso con intelligente ironia, i contenuti. Cos, alla fine, il progetto ne risulta sfigurato riducendosi davvero a una tassa sul traffico e, come tale, da accogliere nel migliore dei casi con lindifferenza che si riserva alle burocrazie. Resta unintera settimana per sottolineare che non questa la prospettiva da assumere, per affrontare anche da questo punto di vista il confronto con i cittadini appena avviato nelle zone. Perch si sta parlando di una citt pi vivibile e meno inquinata, di un investimento collettivo nel trasporto pubblico, di una sperimentazione che, in caso di successo, andr estesa oltre gli attuali confini e di ingenti risorse pubbliche da destinarvi. Sotto il controllo della collettivit cui offrire, in cambio degli euro sborsati, un programma di investimenti nella mobilit sostenibile sempre verificabili per modalit, costi e, soprattutto, tempi di realizzazione. Quel 79% di milanesi che hanno votato s ai referendum del 12 e 13 giugno chiedevano questo e, forse, anche molto pi di questo. Da allora la giunta ha organizzato 77 incontri con oltre 90 associazioni, ora sta incontrando i cittadini: il motore del cambiamento sta proprio qui. Ed decisivo per il successo di Area C che

se ne dia conto. Anche quando si distribuiscono volantini davanti a San Siro. La politica a Milano cambiata anche perch ha trovato nuovi modi per comunicare. Ora e tempo che anche listituzione ne tenga conto. E lappuntamento del 16 gennaio pu essere unoccasione irripetibile, la pi forte contestazione possibile agli immaginati contro-referendum, ricorsi al Tar, boicottaggi e disobbedienze civili contro le quali non basta la norma se la politica non rivendica con forza le proprie scelte. (la Repubblica Milano, 10 gennaio 2012)

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