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Il metodo problematico: problema e sistema. Il positivismo etico. La depatrimonializzazione del diritto civile. La dinamicit dellordinamento giuridico. Tecniche legislative e principio di legalit. Storicit e relativit dei concetti giuridici. Superamento del dogmatismo e studio del diritto per problemi. Gerarchia delle fonti e dei valori. Lautonomia privata. Persona e formazioni sociali. Il diritto civile costituzionale. Interpretazione della legge. Il fatto giuridico. Le situazioni giuridiche soggettive. I rapporti giuridici e le loro vicende. Le situazioni soggettive esistenziali e patrimoniali.
Testi consigliati: P. PERLINGIERI, Il diritto civile nella legalit costituzionale, Napoli 1991, pp. 37-115; 131144; 162-330; 353-460.
FORMAZIONE
DEL GIURISTA
Il giurista , al pari di qualsiasi altro ricercatore svolge il suo ruolo d interprete della norma giuridica accompagnato dalla sua esperienza di uomo e conoscenza personale . Questo significa che accanto alla conoscenza del diritto , linterprete si servir di altre branche di cultura quali la storia , la sociologia , leconomia ect. Quello del giurista , quindi , non un mestiere in cui possibile adoperare uno strumentario predeterminato e rigido : egli chiamato a svolgere la sua delicata e articolata attivit , fornito di una cultura generale e di una conoscenza globale dell ordinamento supportata da unampia esperienza , fondata sul raffronto tra fatti singoli accaduti nella realt e lordinamento ,nel continuo rinnovamento del suo strumentario concettuale , pronto a cambiarlo se non pi adeguato ai fini pratici . Pertanto quella del giurista deve essere un attivit animata dalla consapevolezza dellinterdisciplinariet dell ordinamento con altre scienze sociali . No , quindi , secondo Perlingieri , alla creazione di un giurista tecnico specializzato , che sappia tutto di un settore e sappia poco dell ordinamento nel suo complesso e del diritto quale scienza sociale . E tutto ci pu essere garantito soltanto dal substrato culturale , dalla formazione e dalleducazione del giurista . E necessario che i giuristi abbiano la sensibilit di interpretare , conoscere la realt ed individuare la normativa da applicare . Non basta lamentare che le leggi dello Stato sono disorganiche e disordinate . Occorre che i giuristi siano capaci di cogliere quel che nelle leggi c con coscienza critica e dialettica , per applicarle , con operazione non meccanica , alle esigenze della societ . Perci lindagine del giurista ha natura scientifica . Da qui unaccesa partecipazione da parte degli studiosi e degli operatori del diritto al dibattito sul metodo . Dibattito fondato sul tentativo di disancorarsi dal tecnicismo e dal positivismo legislativo e di reinterpretazione del positivismo fondata non dalla lettera della legge ma dal dato legislativo mediato dalla << totalit dellesperienza >> e dalla cultura . Di conseguenza si assiste al passaggio dal primato della legge - al primato del diritto . E opportuno perci un dialogo tra teorici del diritto ed interpreti che v necessariamente realizzato con continuit e nel rispetto delle circostanze storiche pensando specialmente all esperienza complessiva dell antica Roma che ha dato un notevole contributo alla rilettura di alcuni istituti privatistici . LO
STUDIO DEL DIRITTO ROMANO TRA
<< NUDISMO
GIURIDICO
>>
E DOGMATICA
Ci si chiede quale ruolo debba assumere lo studio del diritto romano nella formazione del civilista contemporaneo . Innanzitutto diciamo che la nostra epoca , caratterizzata da numerose trasformazioni sociali , non pu avere la pretesa di trasmettere concetti giuridici standard elaborati in epoche passate senza avvertire la necessit di verifiche critiche e soprattutto di autonome elaborazioni , n pu pretendere di proporre nuove elaborazioni indipendentemente da un confronto dialettico con il passato . Al romanista e allo storico in genere , non spetta il compito di segnalare analogie e anomalie tra il diritto privato antico e quello moderno . Un tale modo di prospettare lo studio del diritto romano non agevola la formazione del giurista moderno ma finisce con il disorientarlo erudendolo dogmaticamente senza sollecitarne una riflessione critica e problematica . Pertanto nella storia del passato il giurista conoscer il diritto romano , quale nostro diretto antecedente , che ci insegner a considerare il diritto << come fenomeno evolutivo che vive nella sua applicazione ad un determinato assetto sociale >> . Nello studio del diritto romano il giurista dovr spogliarsi delle sue conoscenze moderne e guardare agli istituti giuridici con gli stessi occhi con i quali vedevano gli antichi romani ( c.d. nudismo giuridico).Solo cos possibile comprendere il valore del diritto , senza cristallizzare il moderno nel passato come
fece a suo tempo la pandettistica .Quel che occorre secondo Perlingieri rinunziare a descrivere il diritto privato romano ed il diritto privato contemporaneo entro la stessa architettura sistematica fondata su identit di nomi . E utile un ritorno alle origini per una rilettura storiografica del passato per capire le trasformazioni degli istituti giuridici per senza soffermarsi pi di tanto .
METODI
SCUOLE
CIVILISTICHE
L esperienza civilistica italiana ricca di svariate concezioni giuridiche del diritto , conseguenza di rapide trasformazioni socio-politiche del paese . Diciamo , innanzitutto , che nel periodo del fascismo cominciano a manifestarsi alcune reazioni al sistema tradizionale . Infatti al sistema pandettistico vengono proposte alternative che si traducono ad. esempio in riformulazioni di concetti tradizionali ma in una nuova dimensione valutativa ( si pensi alla scuola del giusnaturalismo cattolico ) .
IL
FORMALISMO GIURIDICO
Il formalismo giuridico ( o concezione formalistica del diritto ) ha soltanto qualche riscontro nella produzione civilistica . Le presenze pi significative sinspirano alla teoria del diritto come forma che quella teoria secondo cui il diritto darebbe maggiore importanza alla << forma >> piuttosto che alla <<sostanza >> applicando le norme giuridiche in modo generale e astratto e non in base al singolo caso concreto .Spesso il formalismo giuridico inteso come formalismo interpretativo che quella teoria secondo cui nella soluzione dei problemi giuridici sinspira soltanto agli elementi intrinseci alla norma con esclusione di quelli cc.dd. estrinseci quali appunto sono gli aspetti funzionali , vale a dire quelli sociali . La conclusione la visione di un diritto quale scienza del puro dover essere incontaminato dall essere .Secondo Perlingieri ,uno studio del diritto puramente formale attento soltanto alla forma dell istituto piuttosto che al suo profilo funzionale non costituisce un pregio per lindagine del giurista in quanto la norma non pu avere un significato univoco ed esclusivo ma necessariamente deve essere rapportata alla realt sociale . Nella corrente formalistica si colloca chi elimina la prassi dallo studio del diritto , considerandola quale aspetto fenomenologico esterno al diritto , mera situazione di fatto giuridicamente irrilevante incapace di incide sul fenomeno normativo ed invece chi privilegiando la norma tende ad assolutizzare il << primato della legge >> sia nel suo dato letterale che nella sostanza senza dare rilevanza alla dimensione sociale . Ne scaturisce quindi un ordinamento giuridico certamente unitario e coerente , ma inutile se estraneo al fatto sociale .
IL
DOGMATISMO
Tramontata la scuola dell esegesi lattenzione rivolta in prevalenza alla costruzione ed alla perfezione del sistema mediante un processo di generalizzazione nel quale assume importanza fondamentale il concetto . Tali generalizzazioni hanno condotto alla creazione di categorie giuridiche quali il Negozio giuridico , il diritto soggettivo , il rapporto giuridico . Nella continua ricerca della simmetria del sistema il dogmatismo degenera nel soggettivismo . Alcuni considerano il dogmatismo sotto un profilo sociologico (dogmatismo sociologico ) allinterno del quale studiano il fenomeno giuridico . In Pratica lordinamento viene costruito attorno ad alcuni valori sociali ritenuti fondamentali ai fini della giuridicit dello stesso . Il giurista sarebbe vincolato dalla norma in quanto riscontri che essa esprime un valore che presente nella realt che egli vive in quel dato momento storicosociale . Possiamo dire quindi che il sociologismo si sviluppa nella direzione opposta al formalismo giuridico
in quanto il diritto viene inteso come aspetto sociale e la norma non altro che lo schema qualificatore del fatto , un vuoto guscio riempito solo dai comportamenti sociali . Il ricorso alla sociologia nasce per reazione alleccessiva cura che la dottrina ha dedicato al ragGiungimento della propria perfezione formale con atteggiamento agnostico verso altri campi . E comunque merito indiscusso di questa teoria avere posto laccento su un momento imprescindibile del diritto che appunto lesperienza sociale nonostante le premesse ideologiche vengano poi esasperate fino ad una totale svalutazione della legge .
METODO
DEL
<< CASO
CONCRETO
>>
Un autorevole tendenza dottrinaria ha sottolineato il valore del precedente giurisprudenziale ed ha introdotto il metodo del << caso concreto >> proprio del sistema anglosassone ma estraneo al nostro ordinamento italiano . Una reazione al concettualismo che prediligeva il generale sul particolare . Ci non significa per che si debba elevare , secondo Perlingieri , il precedente giurisprudenziale a principio di diritto ; nel giudizio di un caso concreto necessario che sia presente tanto lesperienza del passato quanto quella del presente , il profilo strettamente storico e quello sociologico . Ci , pertanto , consente di respingere ogni tentazione di realismo giuridico e di sottolineare accanto alla prassi giurisprudenziale del presente e del passato , la necessit di rispettare la singolarit di ogni fatto concreto .
ANALISI
Sempre di origine anglosassone la teoria dell analisi economica del diritto secondo la quale il diritto sarebbe espressione di rapporti economici di produzione .Essa si propone di analizzare il fenomeno giuridico con limpiego di tecniche economiche , soprattutto quelle offerte dalla microeconomia ed agevolare il compimento di operazioni tipiche come lindividuazione della soluzione corretta al caso concreto riducendo in tal modo linterpretazione della legge in una valutazione esclusivamente economica . Tale teoria , per Perlingieri , criticabile per la sua sostanziale funzione individualistica certamente in contrasto con la legalit costituzionale . In particolare Perlingieri osserva che a) lazione umana ha una pluralit di motivazioni che non si possono ridurre tutte in termini soltanto economici ed utilitaristici ; b) il metodo economico nellinterpretazione giuridica si mostra in realt incompatibile con gli istituti incentrati sulla persona umana ( cc.dd. diritti della personalit Salute e sicurezza ) c) il giurista sa che non tutte le valutazioni del diritto vengono tradotte in valutazioni economiche . Nonostante ci comunque Perlingieri non nega che limpiego di criteri microeconomici non possa essere utile per esaminare il diritto .Tuttavia occorre avere la consapevolezza che lanalisi economica da sola non in grado di rappresentare la complessit della scienza giuridica
PRIMATO
DELLA
La sempre maggiore attenzione verso il profilo fattuale rispetto a quello normativo finisce per affermare il primato della << prassi >> sul diritto . Tra le Scuole che professano il primato della prassi , sia pure con significati diversi , possibile annoverare : a) quelle ispirate al realismo giuridico , b) quelle che degli istituti privilegiano il profilo sociologico rispetto a quello strettamente formale e , infine , c) quelle che con atteggiamento sostanzialista prospettano nella prassi una forza emancipatoria intesa come spontanea capacit di autoregolamentazione legittimata dal principio di eguaglianza sostanziale sulla base dell art.3 comma 2 Cost., assurgendo pertanto a fonte di diritto , espressione del potere normativo dei soggetti di una data societ . In realt alquanto discutibile attribuire alla prassi un fondamento costituzionale individuato nel principio di eguaglianza in quanto spesso la capacit di autoregolamentazione significa semplicemente che i gruppi economicamente pi forti o comunque pi influenti nella societ riescono ad imporre una regola contrastante con quella formatasi nel rispetto della gerarchia delle fonti .L eguaglianza sostanziale non pu legittimare l egemonia di una classe di soggetti , individuali e collettivi . <<PRINCIPIO DI LEGALIT >> COME PRIMATO DEL DIRITTO Numerose sono le interpretazioni della prassi come elemento non separabile della normativit . Nel nostro ordinamento vige il << principio di legalit >> come primato del diritto non del della prassi ; primato del diritto non significa annientamento delle altre componenti cultura- li , n tantomeno significa identificare il diritto con la legge .Si tratta quindi di riconoscere al Diritto non una separatezza dalla realt sociale ma di prospettarla nella sua unitariet ; la prassi quali usi sociali va sempre considerata come componente essenziale per la dinamica e la dialettica del diritto .Per il giurista la valutazione della realt sociale dovr essere espressa compatibilmente al sistema normativo . La prassi come consuetudine fonte integrativa legittimata dallo stesso ordinamento formale (consuetudine secundum legem ) Non pu trovare invece alcun riconoscimento la consuetudine contraria a norme inderogabili n tantomeno la <<desuetudine abrogativa >> in quanto una norma non pu essere abrogata o in via di fatto o da una fonte consuetudinaria . La consuetudine nel nostro ordinamento una fonte terziaria gerarchicamente inferiore con funzione integratrice e sussidiaria .
<< GIUDIZIO
DI MERITEVOLEZZA
>>
SULLE PRASSI
Secondo Perlingieri sarebbe opportuno riservare attenzione anche alla prassi dei giuristi e delle istituzioni relativamente al loro effettivo comportamento in quanto condizionano di fatto lapplicazione della norma . Tali comportamenti vanno, sempre secondo Perlingieri , sottoposti ad un << GIUDIZIO DI MERI TEVOLEZZA >> , in modo da impedire che una pratica distorta possa con il tempo incidere talmente sulla cultura e sulla formazione del giurista da condizionare lattuazione delle scelte del legislatore . Anche a questo tipo prassi occorrerebbe attribuire un suo ruolo nel sistema con la dovuta necessaria critica senza elevarlo a fonte incondizionata .
STORICIT
DELLA RELAZIONE
Il rapporto ( diritto-prassi ) , cio relazione tra dato normativo e dato fattuale storicamente rappresenta un dato variabile secondo che prevalga il momento teoretico su quello pratico e viceversa . Lepoca contemporanea oscilla tra momento teoretico da un lato ed individualismo in senso economico dallaltro . Linterpretazione , il metodo giuridico sono si storicamente condizionati ma soprattutto vincolati ai valori materiali sanciti nella Costituzione . Nellattuale momento storico il rispetto del valore della persona la fonte di legittimazione della giuridicit dell ordinamento ; in tal senso gli art.2 e 3 Cost. rappresentano una garanzia istituzionale . Il giurista deve essere rispettoso del principio di legalit ; infatti il suo un ruolo istituzionale nel sistema .
RICONSIDERAZIONE
DEL
Dopo aver accertato la priorit e la rilevanza giuridica della Costituzione , percorse prima strade assai diverse , i giuristi e particolarmente i civilisti hanno riconsiderato il principio di legalit aumentando simpatie verso il << positivismo etico >> ,vale a dire il diritto che sindetifica con il diritto positivo ,cio la legislazione posta dal potere sovrano dello stato , a cui linterprete deve necessariamente obbedire . Secondo Perlingieri , comunque, qualsiasi scelta positivista deve avere una valutazione storicorelativa , in riferimento al contenuto della legge ; infatti se lo si considera di per s staccato dalle sue radici storiche e sociali ,come dice Perlingieri , una << dottrina monca >> destinata ad assumenre significato compiuto soltanto in relazione a situazioni concrete . Dallapprofondimento di una giurisprudenza degli interessi che prevede una rivalutazione dellinteresse negli istituti e nelle situazioni soggettive si passa ad una giurisprudenza dei valori tesa ad adeguare le situazioni patrimoniali a quelle esistenziali , riconoscendo a questultime un indiscutibile valore di preminenza . VERSO LA << DEPATRIMONIALIZZAZIONE DEL DIRITTO CIVILE >> Da qui il dibattito sulla c.d. << depatrimonializzazione >> del diritto civile inteso come procedimento normativo-culturale volto alla rilettura degli istituti patrimonialistici (propriet privata ed impresa ) in chiave antropologica subordinando la disciplina degli stessi alla tutela della persona e dei suoi diritti fondamentali . Certamente Perlingieri non intende negare in radice la natura patrimoniale ed economica di alcuni istituti di diritto civile ,ma vuole affermare che tutti gli istituti sono strumento di realizzazione del pieno sviluppo della persona umana. Ci induce a respingere laffermazione tendente a conservare la staticit dellordinamento secondo la quale gli istituti patrimoniali del diritto privato sarebbero immutabili >> in quanto devono necessariamente essere protesi ad adeguarsi ai nuovi << valori >> . Non basta ribadire sempre l importanza degli interessi della personalit nel diritto privato: occorre rifondare il diritto civile con una tutela qualitativamente diversa in modo da non comprimere il libero sviluppo della persona umana ma di favorirlo , consentendo il funzionamento di un sistema economico misto , privato e pubblico , diretto a produrre ed a distribuire pi giustamente
RIFLESSIONI
SUL METODO
In dottrina vi sono molte dispute sulla validit del metodo adottato dai giuristi nelle singole indagini . Diciamo che la scienza giuridica fatta di una pluralit di metodi , spesso concorrenti e complementari , ognuno dei quali ha una sua valenza nel complesso sistema interpretativo . Non esiste per un giurista un unico metodo o un metodo migliore di un altro . Il compito del giurista quello di adottare un metodo in una visione complessa ,sintetica e unitaria , con la consapevolezza che tra profilo formale e aspetto sociologico della norma esiste un legame logico imprescindibile
LA
Sappiamo che il diritto un fenomeno sociale ,costituito da un insieme di regole giuridiche che disciplinano un determinato assetto sociale . Lo studio delle regole affidata alla giurisprudenza - scienza del diritto - che scienza sociale sensibile a qualsiasi modificazione della realt avente come punto di riferimento luomo nel suo evolversi in relazione con gli altri . Linsieme di principi e regole che ordina la coesistenza laspetto normativo del sociale . Regole e principi ,interdipendenti e coessenziali , sono elementi di un unit gerarchicamente predisposta che pu essere definita , per la sua funzione , << ordinamento >> e , per la sua natura di componente della struttura sociale , << realt normativa >> . Ogni trasformazione della realt sociale deve essere tenuta in considerazione dalla scienza del diritto poich reagisce sulla realt normativa . Credere che il diritto sia immodificabile , insensibile a qualsiasi ideologia per Perlingieri un atteggiamento formalista ; la scienza giuridica non pu essere considerata autonoma rispetto alla socialit , alleconomia , alla politica , essa si adegua al sociale recependo gli interessi che le parti nei loro comportamenti mettono in evidenza , trasformadoli quindi poi in regole giuridiche .
Capitolo Quinto
TECNICHE
LEGISLATIVE
, PRINCIPIO
DI LEGALIT
NORME
GIURIDICHE
1) Tecnica delle clausole generali 2) Tecnica regolamentare 3) Definizioni legislative 4) Tecniche legislative e potere giurisdizionale 5) Principio della divisione dei poteri 6) Principio di legalit e sua diversa funzione storico-politica 7) Giustizia retributiva e Giustizia distributiva 8) Principio di legalit , relativizzazione del giudizio e precedenti giurisprud. 9) Articolo e norma 10) Articoli di rinvio 11) Norme precettive e proibitive 12) Norme permissive 13) Norme cogenti e norme derogabili 14) Norme dispositive e suppletive 15) Norme sostanziali e procedimentali 16) Norme generali e particolari 17) Norme speciali ed eccezionali .
TECNICHE
LEGISLATIVE
Nello studio e nell interpretazione delle norme giuridiche , il giurista deve tener conto delle tecniche legislative , quali strumenti adoperati dal legislatore al momento della creazione delle norme . E chiaro che in questa attivit di studio , non deve mai perdere di vista il sistema sociale in cui la norma trova applicazione .
TECNICA
La tecnica delle clausole generali una particolare tecnica che lascia al giudice ,allinterprete una maggiore possibilit di adeguare la norma al caso concreto . Esempi di clausole generali sono il buon costume , l ordine pubblico , la buona fede , diligenza e correttezza nelladempimento i quali non sono norme ma <<frammenti di disposizioni normative>> caratterizzati da un particolare tipo di vaghezza . In pratica il contenuto di una clausola generale non preventivamente definito dalla legge ,ma destinate ad essere definite dal giudice in relazione alla particolarit dei casi concreti . Ovviamente tali clausole vanno interpretate alla luce del periodo storico-socio-politico in cui vengono proposte in quanto possono assumere significati diversi . E impensabile ,come dice Perlingieri , che una tecnica legislativa come quella delle clausole generali ,propria di ordinamenti predemocratici e precostituzionali , sia applicata al medesimo modo in un ordinamento democratico e costituzionale . Ad esempio se si considera ,nellottica del Codice del 1942 , relativamente al rapporto di lavoro la diligenza di quel lavoratore che al fine di evitare un possibile pericolo a se stesso o ad un compagno di lavoro ,blocca la catena di montaggio , tale comportamento ( in una visione produttivistica ) non sarebbe stato considerato diligente ma avrebbe potuto essere giusta causa di licenziamento . Se si valuta ,invece,l atto alla luce dei principi costituzionali che si basano sul rispetto della persona ,della sicurezza della vita , dellintegrit il suo gesto pu essere considerato diligente .
TECNICA REGOLAMENTARE
La tecnica regolamentare , differentemente da quella delle clausole generali , caratterizzata da previsioni specifiche e determinate . La norma prevede unipotesi pi o meno determinata ; qualora lipotesi si verifichi le sar attributa quella predeterminata rilevanza . L ipotesi normativa definita << fattispecie astratta >> Di regola il fatto non ancora avvenuto ma si prevede che avvenga e , ancor prima che levento si verifichi , il legislatore gli collega una determinata rilevanza giuridica. Questo tipo di tecnica si definisce regolamentare per fattispecie astratte ed prevalente nei co dici e nella pi recente legislazione . Talvolta tecnica regolamentare e quella per clausole generali vengono combinate come nel caso ad es. dell art. 1193 relativo allIMPUTAZIONE del PAGAMENTO del DEBITO .
DEFINIZIONI LEGISLATIVE
Malgrado lavversione della dottrina per le definizioni legislative , nel codice del 1942 si continuato a ricorrere con frequenza a tale strumento ed ancora vivo il dibattito sulla loro rilevanza normativa. Occorre ,innanzitutto , premettere che il linguaggio giuridico non coincide sempre con il linguaggio comune . Esso assegna a determinate parole uno specifico significato ( qualificazione giuridica ) che implica delle conseguenze giuridiche . Ad esempio dire possessore o proprietario , detenere o possedere sono fenomeni diversi. Gli esempi proposti riguardano ipotesi di definizioni legislative , poste da regole giuridiche le quali circoscrivono , pi o meno esaustivamente , il significato giuridico del termine . La definizione legislativa vincolante per linterprete , per il giurista , secondo il contenuto ed il valore che di volta in volta linterpretazione sistematica e unitaria dellordinamento le attribuisce . Pertanto le definizioni legislative , anche quando non esprimono direttamente norme , hanno sempre rilevanza normativa perch rientrano in un contesto unitario con altri enunciati . Il ricorso alle definizioni in molte ipotesi quasi sempre utile , poich contribuisce a ridurre la discrezionalit dellinterprete . Le definizioni legislative sono stipulative ( nel senso che attribuiscono un significato convenzionale ad un termine ) , oppure il pi delle volte ridefinizioni ( nel senso che il legislatore precisa il significato del termine , non discostandosi dalla sua accezione comune ) . Alcuni ritengono che il diritto , al pari delle altre scienze naturali ,sia un fenomeno caratterizzato da un linguaggio logico-formale , che studiato adeguatamente consente di arrivare ad una conoscenza quasi assoluta del diritto . Non pu essere cos in quanto il diritto , non pu essere soltanto analizzato per il linguaggio logico.formale utilizzato dal legislatore , ma interagisce in un costante rapporto - dialettico con la realt umana in continua evoluzione .
TECNICHE
Mentre nel codice del 1942 si utilizza prevalentemente la tecnica regolamentare , la Costituzione si esprime per principi . Coloro che oggi guardono con diffidenza al Codice ad alla tecnica regolamentare auspicherebbero ad una abolizione dellesistente codificazione ed alla sostituzione con una nuova regolata da principi ; giudicare e valutare secondo lequit del giudice . Il ricorso allequit nel vigente ordinamento consentito come rimedio sussidiario per determinare << lentit della rilevanza giuridica dell atto >>. Ad es. se Tizio volontariamente fa cadere Caio e lo danneggia , il giudice , nello stabilire se latto di Tizio conforme o difforme al diritto ,decider sul fondamento di una precisa norma ( art. 2043 c.c. Responsabilit da fatto illecito o extracontrattuale ) che prevede per chi arreca un danno ingiusto , lobbligo di risarcirlo . Il giudice , nello stabilire lentit del danno potr decidere secondo equit .Quindi la fonte equitativa attiene , piuttosto che alla qualificazione del fatto , al profilo dellentit delle conseguenze . Per il giudizio di conformit o difformit del fatto deve pur sempre rinvenuto nella legge ; quindi il giudice soggetto allosservanza della legge .
GIUSTIZIA
RETRIBUTIVA E
GIUSTIZIA
DISTRIBUTIVA
Il principio di legalit << sociale >> invece caratteristico di uno Stato che pone a suo fondamento un impegno dintervento , di programmazione e di controllo in campo economico e sociale . Un esempio offerto dalla nostra Costituzione ( in particolare art . 1 , 2 , 3 comma 2 , art.41 comma 3 ) che attribuisce al principio di legalit un significato innovativo rispetto a quello tradizionale . Il principio di eguaglianza formale di fronte alla legge si trasforma in quello di eguaglianza sostanziale . Il principio di eguaglianza il principio cardine della nostra Costituzione ed il criterio che condiziona l interpretazione dellintero ordinamento giuridico . Il principio di eguaglianza non significa , per assoluta parit di trattamento . Il legislatore deve adeguare le norme giuridiche ai vari aspetti della vita sociale e trattare in modo eguale , situazioni eguali ed in modo diverso , situazioni diverse . Infatti parificare ingiustificatamente situazioni obiettivamente differenti ,significa creare discriminazioni per quei soggetti che necessitano di una tutela specifica . Se la legge fosse uguale per tutti dove c diseguaglianza , la legge sarebbe ingiusta per coloro che si trovano in situazione di evidente inferiorit . Eguaglianza non significa egualitarismo ; non si pretende leguaglianza di tutto in tutto. Il secondo comma dellart.3 impone allo Stato di intervenire per tentare di raggiungere <<l uguaglianza sostanziale >> . A questo scopo ha previsto limpegno dello Stato non solo per eliminare ogni situazione di privilegio che offenda la pari dignit , ma anche promuovere una politica di sostegno e di aiuto che consenta la piena e libera affermazione della persona umana. Diciamo che i codici sono ispirati al principio della <<GIUSTIZIA RETRIBUTIVA>> basata sullo scambio , sul do ut des ( si pensi ai contrati sinallagmatici ) . Distinta la << GIUSTIZIA DISTRIBUTIVA >> presente nella Costituzione , la quale , diretta espressione di solidariet civile , si propone , con la partecipazione del cittadino alla vita economica , politica e sociale , lattuazione di equi rapporti sociali ( si pensi all art . 36 comma 1 che assicura al lavoratore una retribuzione proporzionata al lavoro da lui prestato , ma soprattutto sufficiente per un esistenza libera e dignitosa della sua famiglia .
ARTICOLO
E NORMA
L articolo la partizione interna di una legge e serve unicamente per indicare a quale enunciato contenuto in una legge sintende fare riferimento . Larticolo preceduto da un numero seguito da un corsivo chiamato <<rubrica>>, cio il titolo dellarticolo . Se larticolo ha pi capoversi si divide in <<commi>> . Un articolo pu contenere una o pi disposizioni ed esprimere una o pi norme ; anche possibile che una disposizione sia ricavabile non da un unico articolo,ma dalla combinazione di pi articoli contenuti in leggi diverse . Ad esempio l art. 1471 esprime quattro disposizioni dalle quali si ricavano quattro norme : quattro divieti di acquistare o vendere .Lultimo comma dellart.1471 prescrive che i contratti di compravendita conclusi in violazione dei divieti sono nulli nelle prime due ipotesi e annullabili nelle altre due.Lenunciato deve essere collegato agli articoli che definiscono i concetti di nullit (art.1418) e annullabilit (art.1425) .Combinando questi articoli si completa la disposizione e sindividua la norma .Quando una norma rinvenibile nel collegamento di due o pi articoli si parla di << articolo di rinvio >> che costituisce una tecnica legislativa ispirata al un principio di economia tendente ad evitare ripetizioni , rinviando cos ad altre norme .
Capitolo sesto
DOGMI
TRADIZIONALI
STORICIT
DEI CONCETTI
1) 2) 3) 4)
Necessit di revisione dei dogmi tradizionali , Relativit e storicit dellordinamento giuridico : comparazione Storicit dei concetti , Studio del diritto per problemi.Diritto privato,Diritto pubblico, Diritto civile
Capitolo Ottavo
AUTONOMIA
DELLE FONTI
1) 2) 3) 4) 5) 6)
Pluralit delle fonti normative : opportunit di una ridefinizione Fonti sovranazionali : i regolamenti delle Comunit Europee Autonomia collettiva Autonomia privata come dogma Atto di autonomia ed atto diniziativa Giudizio di liceit e giudizio di meritevolezza dellatto. I cc.dd. limiti dellautonomia privata 7) Autonomia privata << assistita >> 8) Gerarchia delle fonti e dei valori .
L AUTONOMIA
Ormai acquisito che latto di autonomia privata non rappresenta un valore a s , cio in quanto espressione della mera volont o del potere di autoregolamentazione del soggetto ma riceve un giudizio positivo soltanto quando latto concreto realizzi una funzione socialmente apprezzabile e giuridicamente meritevole .
Capitolo nono
PERSONE I
FORMAZIONI
SOCIALI
B) C) D) E) F)
Pari dignit sociale Formazioni sociali Principio di democraticit Principio di eguaglianza formale e di eguaglianza sostanziale Eguaglianza e parit di trattamento
PERSONE I
FORMAZIONI
SOCIALI
Formazioni sociali
Le formazioni sociali ( famiglia , sindacato ,comunit religiose ,partiti , associazioni in genere) che hanno rilievo costituzionale in quanto luoghi nei quali si sviluppa la personalit , sono in posizione servente rispetto alla persona . Non vi supremazia del gruppo sullindividuo ; la formazione sociale ha meritevolezza di tutela soltanto se idonea a garantire lo sviluppo di ogni persona che ne faccia parte . Il pluralismo delle formazioni sociali un bene se bene per la persona ; autonomia delle formazioni sociali non significa potere della maggioranza di determinare al proprio interno le regole che vuole , senza interferenze da parte dellordinamento giuridico . Al contrario la legalit costituzionale controlla gli atti e lattivit del gruppo .
Principio di democraticit
Il << principio di democraticit >> che un principio di ordine pubblico costituzionale lo strumento attraverso il quale si permette ai consociati di partecipare direttamente alla vita economica , politica e sociale del paese ed ha rilevanza anche in alcune associazioni e formazioni sociali tipicamente previste dalla Costituzione . Si pensi ad esempio alle confessioni religiose , alla comunit scolastica , alla famiglia , alle comunit intermedie , ai partiti politici che devono essere a base democratica . La democraticit in funzione della partecipazione e promozione della persona caratterizza quindi il nostro ordinamento costituzionale . Lattuazione della democrazia nella societ si manifesta mediante il rispetto reciproco , leguaglianza morale e reciproca . Si posto , comunque , il problema della meritevolezza costituzionale di alcune clausole statutarie di societ , ( clausole di gradimento ) che limitavano lingresso a nuovi soci o lesclusione di altri senza giustificato motivo . Tali clausole vengono considerate incostituzionali in quanto vanno a collidere con il principio di democraticit oltre a quello sancito nellart. 18 , che garantisce il diritto di associarsi .
in ragione della loro capacit contributiva . Il sistema tributario informato a criteri di progressivit . Cio vale a dire che la parte di reddito che il contribuente deve pagare sotto forma dimposta cresca in proporzione allaumento del reddito , cio dei guadagni percepiti . In tal modo la percentuale da versare al fisco pi bassa per coloro che guadagnano di meno , pi elevata per coloro che hanno maggiori entrate economiche . Questo criterio corrisponde ad un principio di giustizia sociale Certamente legittimo lintervento legislativo che nellottica dellart.3 prevede un trattamento pi favorevole per il soggetto socialmente ed economicamente pi debole Ma ci non deve indurre a giustificare , come dice Perlingieri , un << pan riformismo spicciolo >> che prevede un insieme normativo a favore del contraente debole . Cio giustificherebbe la fondazione di un << diritto dei contrenti deboli >> costituito da differenti e disordinate leggi speciali che porterebbero alla creazione di nuovi ostacoli e di diseguaglianze . A volte il messaggio dell art .3 stato frainteso come , ad esempio , nella legislazione del lavoro dove si inteso vedere il lavoratore come categoria debole ed il datore come categoria forte . Nello stratutelare il lavoratore , quale soggetto debole , come conseguenza si avuta quella di oberare troppo il datore di lavoro disequilibrando unaltra volta le posizioni , e quindi travisando il messaggio costituzionale .
Capitolo decimo
DIRITTO
CIVILE COSTITUZIONALE
1) 2) 3) 4) 5)
Relazione tra norma costituzionale e norma ordinaria La norma costituzionale come << limite >> << Rilevanza interpretativa >> della norma costituzionale << Rilevanza nei rapporti di diritto civile >> della norma costituzionale Diritto civile costituzionale
DIRITTO
CIVILE COSTITUZIONALE
<< Rilevanza nei rapporti di diritto civile >> della norma cost.
E del pari inaccettabile l orientamento di origine tedesca ( teoria dellapplicabilit indiretta ) secondo il quale la norma costituzionale potrebbe disciplinare un rapporto di diritto civile unicamente mediante la contemporanea applicazione di una norma ordinaria , si ch , in assenza di una norma ordinaria applicabile al caso concreto , quella costituzionale non potrebbe operare da sola . Le norme costituzionali sono di diritto sostanziale e non meramente interpretative . Non sussistono pertanto argomenti che contrastino ,invece , con l applicazione diretta dei principi e delle norme costituzionali : La norma costituzionale pu , anche da sola ( quando mancano norme ordinarie che disciplinano la fattispecie ) , essere la fonte della disciplina di un rapporto giuridico di diritto civile . Esempi di applicazione diretta delle norme costituzionali in rapporti di diritto civile sono da ricercare nella legislazione del lavoro , nel diritto di famiglia , nei diritti della personalit , nelle obbligazioni ect.
Capitolo undici
INTERPRETAZIONE
E
DELLA SUE
LEGGE
REGOLE
a) Premessa b) Critica dell in claris non fit interpretatio c) La chiarezza del testo come un posterius non come un prius d) L << interpretazione assiologica >> quale superamento dellinterpretazione letterale e) Problematicit dei significati delle parole e delle proposizioni legislative f) << Analogia legis >> e << Analogia iuris >> g) Conclusione .
INTERPRETAZIONE
E SUE
DELLA
LEGGE
REGOLE
La comprensione dei testi giuridici un processo che mira a giungere ad una forma di conoscenza : senza tale processo conoscitivo ( interpretazione ) non v diritto . Occorre una metodologia razionale e rigorosa da parte dellinterprete ; perci la questione metodologica diviene questione ermeneutica . Il legame tra testo giuridico ed interprete richiede la presenza di entrambi : allinterprete non consentito di scavalcare o ignorare il testo . Linterpretazione , daltra parte , non soltanto ricerca del significato proprio delle parole ( secondo un positivismo linguistico ) ma v riferita anche ad elementi extra positivi ( extra linguistici ) , cio alla realt esterna , in un continuo rapporto dialettico tra fatto e norma . L<< ermeneutica >> , che teoria dellinterpretazione , rivendica la connessione fonda- mentale tra realt ed interpretazione .
in connessione con gli atri alla luce dei principi e dei valori giuridicamente vincolanti ; nel senso che non esiste una norma chiara ed una norma non chiara senza che questa sia interpretata in quanto la chiarezza il risultato dellinterpretazione
Conclusione
In conclusione si pu affermare che << capire >> la norma non pu essere il risultato dell esegesi puramente letterale , ma l individuazione della sua logica e della sua giustificazione assiologica ; e questo impossibile senza porre la norma in relazione al resto dellordinamento e dei principi che lo sorreggono . Necessita per Perlingieri ricorrrere ad una interpretazione critico costruttiva . Una interpretazione non corretta perch nuova , ma deve essere rigorosamente corretta , scientificamente valida ed esprimente valori per essere accettata come nuova interpretazione. Linterpretazione deve essere : a) attivit vincolata ai valori dellordinamento ; b) attivit controllata perch deve avere una motivazione idonea ; c) attivit responsabile poich linterprete responsabile qualora luso di metodi scorretti impedisse lattuazione dei principi costituzionali . Quindi l attivit del giudice non arbitraria ma motivata e vincolata .
Capitolo dodicesimo
1) Fatto giuridico come attuazione della norma , 2) Situazioni cc. dd. di fatto , 3) Giuridicit del fatto , 4) Unit del fatto e pluralit di qualificazioni , 5) Fatto istantaneo , continuativo , periodico 6) Fatto positivo e Fatto negativo , 7) Fatto semplice , Fatto complesso e procedimento 8) Fatto lecito , Fatto illecito e valutazione di meritevolezza dellatto 9) Funzione del fatto , 10) Interpretazione e qualificazione del fatto , 11) << Integrazione >> dellefficacia , 12) Individuazione normativa del caso concreto e superamento della tecnica della sussunzione , 13) L << effetto giuridico >> , 14) Effetti istantanei ed Effetti differiti , 15) Effetti diretti ed Effetti riflessi .
Situazioni cc . dd . di fatto
Per comprendere i fatti giuridici utile soffermarsi sulle cc .dd . situazioni di fatto . Si pensi ai tre istituti del possesso , della convivenza more uxorio , e delle obbligazioni naturali . Il <<possesso>> viene disciplinato all art . 1140 c.c. come quel potere ( di fatto ) sulla cosa che si manifesta in unattivit corrispondente allesercizio della propriet o di altro diritto reale . Attivit che espletata sia dal titolare del diritto , sia da chi non lo . In entrambe le ipotesi c un factum possessionis da cui sorge lo ius possessionis , cio il diritto di possedere e dinvocare la tutela possessoria . ( Si pensi , ad.es. , ad un proprietario che ha abbandonato un terreno e ad un tizio che entra nel fondo e si comporta come proprietario : lo coltiva , ne raccoglie i frutti , addirtitura vi costruisce una casa . Questa situazione la dottrina la definisce di fatto , ma non per questo sintende affermare che tale situazione giuridicamente irrilevante in quanto il codice civile disciplina il possesso attribuendogli una rilevanza giuridica ) . Per quanto concerne la <<convivenza more uxorio>> stabile e seria , bench questa non sia fondata sul matrimonio non pu essere qualificata di fatto in quanto per pi versi rilevante per il diritto . Oltre alla sua rilevanza quale idonea formazione sociale dove i singoli svolgono la loro personalit ( art . 2 ) , alla famiglia non fondata sul matrimonio viene riconosciuta una certa rilevanza giuridica sostanzialmente dopo la riforma del diritto di famiglia del 1975 . Relativamente all << obbligazione naturale >> , prevista dall art. 2034 c.c. lordinamento talvolta attribuisce rilevanza giuridica a semplici doveri sociali e morali prevedendo lirripetibilit di quanto spontaneamente prestato in loro esecuzione . ( ad , es, costituisce obbligazione naturale la somministrazione di denaro fatta in favore della convivente more - uxorio; il convivente di fatto non pu essere costretto ad adempiere, ma se adempie non puo chiedere la restituzione di quanto spontaneamente prestato ) .
Individuazione normativa del caso concreto e superamento della tecnica della sussunzione
Dal confronto fatto norma si pu individuare il significato giuridico da riservare a quel fatto concreto . Da qui la diffidenza verso quella che tradizionalmente definita << interpretazione dottrinale >> compiuta dai giuristi avente ad oggetto il sistema dei principi e delle regole senza il necessario contatto con i fatti storici . Fatto e norma in continuo confronto sono , pertanto , loggetto della conoscenza del giurista . Occorre particolarmente una teoria dellinterpretazione ( intesa come unit di interpretazione e qualificazione ) , che superando il meccanico procedimento della sussunzione del fatto concreto in rigidi schemi legislativi , individui la normativa maggiormente compatibile con gli interessi ed i valori posti dallordinamento .
<< effetto
giuridico >>
Ogni evento cui l ordinamento attribuisce rilevanza ( c.d. fatto giuridico ) produce , dunque , delle conseguenze che si definiscono << effetti giuridici >> . Gli effetti che il fatto produce sono classificabili in : costitutivi se diretti alla formazione di un nuovo rapporto giuridico ; modificativi se intervengono su un rapporto giuridico in atto per modificarne la disciplina ; estintivi se determinano lestinzione di un rapporto giuridico .
Talvolta il fatto si esaurisce nella produzione di un singolo effetto , altre volte produce una molteplicit di effetti . In questultima ipotesi occorre individuare se tutti gli effetti abbiano lo stesso rilievo nella qualificazione del fatto o se tra essi vadano distinti quelli che determinano la funzione pratico giuridica ( effetti essenziali ) di quel fatto da quelli che non la determinano ( effetti non essenziali ) . Con il procedimento di qualificazione si individuano gli effetti caratterizzanti l istituto ( effetti essenziali ) , cio quelli che nella loro sintesi , nel loro particolare collegamento, qualificano la fattispecie .
Capitolo tredicesimo
2) Analisi dei singoli profili delle situazioni giuridiche soggettive a) il <<profilo effettuale >> b) il <<profilo dell interesse >> c) il <<profilo dinamico >> d) il <<profilo funzionale >> d) il <<profilo normativo >>. 3) SITUAZIONI
SOGGETTIVE ATTIVE
a) Il << dovere e obbligo >> , b) La c.d. << soggezione >> , c) L << onere >>
5) Lo << status >> nelle dottrina italiana , << Status personae >> ,
<< Status civitatis >> , << Status familiare e Status personali civili >> , << Status professionali e Status personali patologici >> Soggettivit giuridica 6) Forme di titolarit : Titolarit attuale e Titolarit potenziale , Titolarit occasionale e Titolarit organica , Titolarit formale e Titolarit sostanziale, Titolarit temporanea e Titolarit non temporanea , Titolarit di un soggetto indeterminato , Contitolarit .
Si tenta di superare i due opposti modi di analizzare le situazioni soggettive : da un lato l aspetto individualistico , soggettivistico fondato sul potere della volont del soggetto ; dallatro lato l aspetto teologico , quello dell interesse per lo pi patrimoniale
Analisi a) il b) il e) il
dei singoli profili delle situazioni giuridiche soggettive : <<profilo effettuale >> b) il <<profilo dell interesse >> <<profilo dinamico >> d) il <<profilo funzionale >> <<profilo normativo >>.
Partiamo dallanalisi dei singoli profili delle situazioni giuridiche soggettive. a) Quanto al <<profilo effettuale >> diciamo che ogni situazione effetto di un fatto , cio trova la sua origine in un fatto volontario o naturale giuridicamente rilevante . b) Quanto al <<profilo dellinteresse >> ( esistenziale o patrimoniale che sia ) , esso costituisce il fondamento giustificativo della situazione . Situazioni patrimoniali sono spesso strumenti per la realizzazione dinteressi esistenziali o personali . Nel nostro ordinamento esistono sia situazioni patrimoniali quali la propriet , il credito , l impresa , l iniziativa economica privata , sia situazioni non patrimoniali ( i cc.dd. diritti della personalit ) alle quali spetta , nella gerarchia dei valori , un ruolo primario . Nella Costituzione , infatti , gli interessi patrimoniali sono per lo pi funzionalizzati alla realizzazione dei valori esistenziali della persona. c) Quanto al <<profilo dinamico >> la situazione attivit - esercizio - espressione della volont di un soggetto che non sia necessariamente titolare dellinteresse . Si pensi al tutore il quale esercita diritti che sono del minore ; linteresse del minore , la volont,invece,del tutore; il primo titolare dellinteresse,il secondo legittimato ad esercitarlo. d) Quanto al <<profilo funzionale >> per la qualificazione della situazione , cio per la determinazione della sua funzione nellambito dei rapporti socio-giuridici . Il nostro ordinamento attribuisce ad ogni situazione soggettiva una << funzione sociale >> .Diciamo che vi sono situazioni che <<sono>> funzioni sociali , altre che <<hanno>> funzione sociale . Cos , mentre la propriet pubblica funzione sociale , la propriet privata ha funzione sociale in quanto il diritto di propriet deve soddisfare contestualmente linteresse individuale del suo titolare e l interesse della collettivit ( sociale ) e) Quanto al <<profilo normativo regolamentare >> ed esso ad attribuire rilevanza alla situazione , la quale , per essere giuridica , deve avere una << rilevanza normativa >>. Sotto tal riguardo la situazione costituisce una <<norma di condotta >> che attribuisce ai soggetti il potere di compiere o di non compiere determinati atti o attivit .
Gli aspetti fondamentali del diritto soggettivo sono , pertanto , secondo la c. d. teoria volontaristica : la volont : Il diritto soggettivo viene concepito come espressione del potere della volont
Secondo la c.d. teoria dell interesse : l interesse giuridicamente tutelato : lessenza del diritto soggettivo va ravvisata in un interesse , poich nessun potere si giustifica se non in funzione di un interesse ; tante che possibile attribuire diritti anche a soggetti incapaci dintendere e di volere o a soggetti inesistenti , come i nascituri e i non concepiti . Alla teoria volontaristica , quindi , si contestava il fatto che il diritto soggettivo non poteva esaurirsi in un potere della volont del soggetto in quanto non era possibile spiegare lattribuzione ,allora , di diritti soggettivi agli incapaci , ai dementi , privi di una volont giuridicamente valida .-
Secondo unaltra concezione il diritto soggettivo rivelerebbe non quando il soggetto titolare del dovere adempie il comportamento dovuto momento fisiologico , ma soltanto nel momen to del non adempimento - momento patologico ; cio lattribuzione del diritto soggettivo si manifesterebbe nella possibilit di adire il giudice , nel riconoscimento di un mezzo di tutela, nel momento processuale .Un soggetto pu avere interesse ad agire semplicemente per accertare lesistenza o linesistenza di un diritto.( Ad.es. Se Tizio sostiene di avere un diritto di servit al passaggio sul fondo del vicino, questultimo,direttamente o indirettamente interessato,pu adire il giudice per far dichiarare inesistente quel diritto ) .
Abuso
ed
Ciascun diritto deve essere esercitato in determinati modi , tempi e forme , pi o meno prestabiliti , comunque rispondenti alla sua funzione . Chi agisce senza rispettare quei modi , tempi , abusa in senso ampio del proprio diritto . L abuso l esercizio contrario o comunque estraneo alla funzione della situazione sog-gettiva . Ad . es . il proprietario che pianta sul proprio terreno pali altissimi allunico scopo di privare di luce il fondo del vicino non realizza una utilit coperta dalla situazione pro-prietaria ( divieto di atti emulativi art . 833 c.c. ) . Egli pu recintare il fondo , ma non pu usare di questo potere surrettiziamente per nuocere ad altri titolari di situazioni egualmente meritevoli di tutela . Questa norma espressione di una categoria generale di abuso del diritto che racchiude ogni ipotesi in cui il diritto soggettivo cessa di ricevere tutela perch esercitato al di l dei limiti stabiliti dalla legge . Diversa l ipotesi di eccesso di potere . Non si tratta di esercizio contrario di un potere che si ha , ma di esercizio di un potere che non si ha.Il potere pu mancare del tutto (come ad . es. nellipotesi del falsus procurator, un soggetto si dichiara rappresentante di un altro e ne vende la casa ; altra fattispecie di eccesso ravvisabile nell art . 1015 c.c. in tema di usufrutto , nonostante si discorra di abusi dellusufruttuario . L usufruttuario , che aliena la propriet non sua , non abusa ma esercita un potere non suo che l ordinamento attribuisce al nudo proprietario . Pertanto per << eccesso >> sintende l assenza o l eccedenza di potere , mentre per << abuso >> sintende un uso eccessivo di un potere che si ha .
L << aspettativa giuridica >> , dunque , << una posizione di attesa cui lordinamento attribuisce rilevanza giuridica , favorendone la conservazione e lattitudine a trasfor-marsi in diritto soggettivo >> .
ESEMPI
DI ASPETTATIVA GIURIDICA
Per esempio in posizione dattesa chi punta su un determinato cavallo o chi gioca al totocalcio ; prima della corsa o fino alla domenica nella quale hanno luogo le partite di calcio , lo scommettitore ha un interesse protetto : quello affinch il gioco si svolga secondo le regole . Giuridicamente rilevante la situazione che si produce dopo la morte del testatore . Il chiamato alleredit non pu essere considerato titolare di una situazione d aspettativa c.d. di fatto . Anche se leredit non si pu acquistare automaticamente ,( art. 460 c.c. ) lordinamento attribuisce al chiamato il potere di esercitare azioni possessorie a tutela dei beni ereditari un potere di amministrazione conservativa del patrimonio ereditario , di accettare leredit . La dottrina definisce aspettativa di fatto anche la situazione derivante dallobbligazione naturale . Colui il quale attende da parte di un altro soggetto una prestazione in adem-pimento ad un dovere morale o sociale ( art . 2034 c.c.) non avendo , nei confronti di questultimo , il potere di esigere la prestazione , si dovrebbe considerare titolare di una mera aspettativa di fatto in quanto non vi sarebbe alcuna tutela giuridica . Tuttavia , per Perlingieri , lobbligazione naturale giuridicamente rilevante , sia pure esclusivamente in vista dello spontaneo adempimento del debitore naturale . Anche la promessa di matrimonio ( art . 81 c.c. ), che non un obbligo giuridico per soggetti di contrarre matrimonio si fa rientrare nelle aspettative di fatto . L aspettativa ha , invece , rilevanza giuridica in particolare quando , qualora la promessa fatta vicendevolmente per atto pubblico o scrittura privata non venga adempiuta , obbliga la parte che senza giusto motivo ricusi ad eseguirla a risarcire il danno allaltra parte per le spese fatte e per le obbligazioni assunte a causa della promessa . Anche lipotesi prevista dall art . 2932 c.c. l esecuzione in forma specifica di uneven-tuale obbligazione nata tra le parti di un contratto preliminare per la conclusione del contratto definitivo . Non sarebbe corretto discorrere di mera aspettativa di fatto da parte di entrambi i soggetti alla conclusione del contratto definitivo , in quanto dal preliminare nasce una obbligazione giuridica , quella di prestare un futuro consenso per la conclu-sione del contratto definitivo . Ciascuno dei contraenti , per tale conclusione ha diritto ad avere la cooperazione dellaltro , tant che se uno dei due non vuole pi adempiere lobbligazione , laltro si pu rivolgere al giudice per ottenere una sentenza costitutiva che produca gli stessi effetti del consenso . Ipotesi principale di aspettativa giuridica quella dei negozi sottoposti a condizione sospensiva .
Chi contratta sotto condizione o termine non raggiunge in realt il risultato previsto nel contratto, perch esso dipende dal verificarsi di un evento futuro .L interesse finale non ancora raggiungibile ; attuale l interesse strumentale a preservare l aspettativa del risultato futuro .Durante lo stato di pendenza della condizione ciascuna parte deve comportarsi secondo buona fede per conservare integre le ragioni dell altra parte . Le parti si trovano in uno stato di aspettativa legalmente tutelata in forza della quale hanno diritto a che la situazione non venga modificata durante la pendenza della condizione , possono compiere atti conservativi del loro diritto ect .
d ) La << potest>>
La << potest >> una situazione soggettiva ibrida nella quale il titolare ha un potere per la cura di un interesse altrui ed contemporaneamente obbligato ad esercitare tale potere . Dunque una situazione di potere dovere ; Lesercizio della potest non libero , arbitrario , il titolare del potere ha un ufficio , quindi , un dovere da svolgere nellinteresse altrui e per lo svolgimento di tale compito gli attribuito un potere . Si pensi ad esempio alla potest dei genitori , alla tutela , alla curatela fallimentare . Il genitore , quindi , non esercita la potest nel suo interesse ma in quello del minore . Accanto alle diverse forme di tutela e curatela il codice civile ravvisa ipotesi di situazioni soggettive , che pur non definisce potest , nelle quali il potere dovere viene esercitato da organi di controllo di enti ; ad es. il collegio sindacale nella societ per azioni .
SITUAZIONI
SOGGETTIVE
PASSIVE
Attuale la titolarit esistente ed immediatamente rilevante . La titolarit attuale si pu indicare in termini di << appartenenza >>: la situazione che immediatamente collegabile ad un soggetto gli appartiene . La titolarit potenziale si esprime con la nozione di << spettanza >> . Mentre lappartenenza fa riferimento allattualit della situazione , la spettanza indica la potenzialit della situazione , cio lesistenza di un titolo idoneo allacquisto della titolarit definitiva . Il soggetto non ancora titolare della situazione soggettiva che acquister ( cd . spettanza di titolarit ) , ma ha gi un titolo per acquistarla ( ad es. disposizioni mortis causa a favore del nascituro ) .
Contitolarit
La titolarit , oltre che semplice , pu essere talvolta complessa . E lipotesi della contitolarit ; si pensi alla comunione , al condominio , al concredito ect. Con la contitolarit si ha lappartenenza , o la spettanza di una situazione giuridica a pi soggetti contestualmente , contemporaneamente e solidamente .
Capitolo quattordicesimo
RAPPORTI
GIURIDICI
LORO VICENDE
2) La << struttura >> del rapporto 3) La << funzione >> del rapporto 4) Titolo e fonte del rapporto 5) Collegamento diretto tra rapporti : a) accessoriet , b) integrazione , c) solidariet , d) funzione 6) Collegamento indiretto tra rapporti : a) per identit di prestazione , b) per identit di riferimento oggettivo , c) per identit del titolare 7) Collegamento di derivazione 8) Collegamento strumentale 9) Vicende costitutive del rapporto giuridico 10) Vicende modificative del rapporto giuridico 11) Vicende estintive del rapporto giuridico
Diverse concezioni
Esistono diverse concezioni del rapporto giuridico . RAPPORTO COME RELAZIONE TRA SOGGETTO E COSA A) Secondo la dottrina tradizionale , influenzata dall esperienza romanistica , la nozione di rapporto intesa come << relazione tra soggetto e cosa >> . Tuttavia tale concezione tra soggetto e cosa non valida per tutte le ipotesi in quanto non tutti i rapporti giuridici si riferiscono ad una cosa . La configurazione potrebbe avere tutt al pi un utilizzazione nei rapporti patrimoniali nei quali esista una res che ne costituisca il punto di riferimento oggettivo . Accanto a questi rapporti ne esistono altri che non hanno una res come punto di riferimento oggettivo.Si pensi ai rapporti della personalit e a quelli del lavoro subordinato . In pratica secondo la teoria romanistica il rapporto tra datore di lavoro e lavoratore si dovrebbe tradurre in un rapporto tra datore di lavoro ed energia lavorativa , e cio riducendo il lavoratore ad energia lavorativa , ma questo alla luce dei principi costituzionali non ammissibile , in qunato non si pu degradare un essere umano ad una mera cosa . RAPPORTO COME RELAZIONE TRA SOGGETTO E ORDINAMENTO B) Secondo unaltra concezione il rapporto giuridico considerato come << relazione tra soggetto ed ordinamento . Questa espressione della teoria pura del diritto che esclude dalla normativit il profilo fattuale e sociale . In questa prospettiva , il rapporto tra soggetto e soggetto rapporto di fatto , mero presupposto per lapplicazione della norma . Ad esempio nell obbligazione la relazione tra debitore e creditore sarebbe il presupposto di fatto al quale l ordinamento fa riferimento per applicare una certa disciplina la giuridicit risiederebbe esclusivamente nellordinamento inteso in senso stretto . Pertanto in questa ottica , che vorrebbe esaurire il fenomeno giuridico nella norma , la nozione di rapporto giuridico soltanto relazione tra soggetto ( debitore ) e ordinamento . RAPPORTO COME RELAZIONE TRA SOGGETTI : IL C.D. RAPPORTO UNISOGGETTIVO C) Secondo la dottrina prevalente il rapporto giuridico definito come << relazione tra soggetti >> . Questa una definizione non esatta poich vi sono molteplici ipotesi nelle quali mancano due soggetti , ma sono gi individuati due interessi e quindi due situazioni soggettive . Una situazione soggettiva pu essere momentaneamente senza soggetto in quanto questultimo non un elemento essenziale . Una situazione , quindi , pu essere priva di soggetto determinabile a priori . Esempi di rapporti giuridici nei quali vi la dualit delle situazioni soggettive e manca la dualit dei soggetti sono costituiti ad esempio dalla promessa al pubblico ( prometto cento a chi trover il mio libro smarrito ) , nella quale le situazioni attive e passive sono determinate , ma il titolare della situazione attiva individuato successivamente . Altro esempio l eredit con beneficio dinventario ,nella quale uno stesso soggetto pu essere titolare delle situazioni attive e passive di un rapporto giuridico .
Secondo il collegamento per accessoriet , si ha un collegamento tra un rapporto giuridico principale ed un accessorio ; ci vuol dire che il rapporto giuridico accessorio deve la sua esistenza a quello principale , per cui venuto meno questultimo viene di conseguenza meno quello accessorio . Si pensi all esempio delle << garanzie >> . Da un lato vi il debito principale , dallaltro lato , collegato in termini di accessoriet , ravvisabile il rapporto di garanzia . Il datore della garanzia risponde delleventuale inadempimento del debitore . Nellipotesi dellestinzione del debito principale,il rapporto di garanzia si estingue in quanto essendo accessorio dipende dal sopravvivere del rapporto principale . Quindi venuta meno lobbligazione principale , la garanzia non ha pi funzione pratico - giuridica . La garanzia , comunque , pu essere reale o personale . Mentre nelle garanzie reali quasi sempre individuabile il collegamento tra una situazione principale e quella accessoria , anche perch quasi sempre il garante coincide con il debitore ; nelle garanzie personali noi dob-biamo distinguere le ipotesi nelle quali il contratto di garanzia effettivamente accessorio rispetto a quello principale ( come ad esempio accade nella fideiussione ) ,da quelle ipotesi do-ve il contratto di garanzia non accessorio ma principale ( come ad esempio nei contratti autonomi di garanzia , nell avallo , nei titoli di credito ) nei quali lobbligazione di garan zia rispetto a quella principale assolutamente autonoma , tanto che il creditore ha diritto di ottenere la soddisfazione del suo diritto chiedendo , in qualsiasi momento , ladempimento del garante , il quale , non pu eccepire lavvenuto pagamento da parte del debitore , ma deve comunque pagare , a prima richiesta , e poi , comunque potr rivalersi nei confronti del debitore principale .
Collegamento di derivazione
Il collegamento di derivazione riguarda le ipotesi in cui si ha un rapporto principale costitutivo che produce una situazione secondaria derivata ; si pensi agli acquisti derivativo costitutivi : ad esempio quando lusufruttario costituisce un rapporto di servit , si stabilisce tra servit ed usufrutto un collegamento : luno deriva dallaltro . Il rapporto di servit costituito dallusufruttario rimane in vita finch esiste lusufrutto ; estinguendosi questo , si estingue anche laltro . Il collegamento di derivazione ravvisabile anche nelle fattispecie di subcontratto .
Collegamento strumentale
Il collegamento strumentale riguarda soprattutto il c.d. rapporto preliminare condizionale , il rapporto cio che scaturisce da una fattispecie sotto condizione , la quale consiste in un evento futuro ed incerto dal quale dipende lefficacia dellatto . Nella fase di pendenza della condizione , prima che levento si sia verificato , si ha un rapporto preliminare di natura condizionale in collegamento strumentale con quello finale . Nelle cc.dd. situazioni medio tempore le parti devono tenere comportamenti idonei alla produzione delleffetto finale ; ad esempio possono compiere atti conservativi e cautelari del proprio diritto e devono comportarsi anche secondo buona fede
Capitolo quindicesimo
Situazioni
Soggettive
Esistenziali
1) Situazioni soggettive esistenziali e patrimoniali 2) Teorie sulle situazioni giuridiche esistenziali 3) << Coercibilit >> e << Tutela >> delle situazioni esistenziali 4) Diritti della personalit e << Persone Giuridiche >> 5) Diritto alla salute 6) Tutela dellintegrit psicofisica 7) Legittimit del trattamento sanitario 8) Dirtto alla qualit della vita e dellambiente 9) Mutamento del sesso 10)Inseminazione artificiale e Manipolazione genetica 11) Diritto al nome 12) Diritto al << sepocro familiare >> 13) Diritto alla << riservatezza >> 14) Diritto all << immagine >> 15) Libert di << stampa >> 16) Diritto alla << rettifica >> 17) Diritto alla << corretta informazione >>
Situazioni
Soggettive
Esistenziali
Si ravvisato un << diritto fondamentale unitario >> della personalit che giustifica tante situazioni soggettive singolarmente considerate . Secondo Perlingieri la personalit non pu essere considerato un guscio destinato ad essere riempito di diritti . La tutela della personalit deve essere espressa come valore unitario ed indivisibile al quale sispira lordinamento . Le varie norme disseminate nel codice penale , nel codice civile e in leggi speciali , non costituiscono il fondamento di tanti autonomi diritti della persona , ma piuttosto la disciplina specifica di alcuni aspetti particolari di sua tutela . << Non esistono diritti della personalit >> ma bensi << il diritto della personalit >> , un diritto unico che assorbe tutti gli altri . A questo punto, lunica definizione , per Perlingieri , che si pu dare delle situazioni esistenziali quella in riferimento all art . 2 Cost. che clausola generale di tutela della persona umana , ossia , grazie alla previsione aperta ed elastica dell art . 2 sarebbero situazio-ni esistenziali tutte quelle che hanno come punto di riferimento l uomo in quanto tale , siano esse previste o non dallordinamento , in quanto caratteristica dell art . 2 proprio que-sta , di non essere una norma riassuntiva , cio , di riassumere lelenco delle situazioni gi previste , ma bens di essere una norma aperta ed elastica capace di far rientrare nella tu-tela delle situazioni esistenziali anche tutte quelle ipotesi non tipicamente previste .
Secondo l interpretazione restrittiva dell art . 2059 c.c. il danno non patrimoniale deve essere risarcito solo nei casi determinati dalla legge , cio in pratica solo quando il fatto illecito che lo ha cagionato previsto come reato . Proprio per lesistenza del citato art . 2059 c.c. , di recente la giurisprudenza si sforzata di ampliare il pi possibile la sfera del danno non patrimoniale risarcibile , creando accanto al danno morale altre figure di danno . Si formulata la nozione di << danno biologico >> o danno alla salute , consistente nella lesione arrecata allintegrit psico fisica della persona , risarcibile in s , indipendentemente dalla natura delle conseguenze , patrimoniali o non patrimoniali , prodotte dall illecito . Il motivo per il quale la giurisprudenza ha conferito autonoma rilevanza al danno biologico , sta nel fatto che l orientamento tradizionale riconosceva al danno alla persona natura prettamente patrimoniale reddituale ; sicch la liquidazione del danno veniva effettuata sulla base di criteri fortemente influenzati dal reddito percepito . Si venuta cos a creare una diseguaglianza economico sociale anticostituzionale (nei confronti dellart 3 Cost ) configurandosi il danno come giuridicamente rilevante solo e nei limiti in cui incida sulla possibilit di guadagno ; in pratica il guadagno era il parametro del danno alla persona . Sicch il risarcimento dava luogo a conseguenze palesemente ingiuste ; valeva di pi la salute dei soggetti percettori di un reddito pi elevato ( cos ad es. se il danneggiato era un noto chirurgo la somma dovuta a titolo di risarcimento era di molto superiore a quella dovuta ad un disoccupato ) ; inoltre era difficile quantificare adeguatamente il danno subito da soggetti non percettori di reddito ( anziani , casalinghe , bambini ). Per far fronte a simili inconvenienti , la giurisprudenza ricorreva ad una serie di artificiosi espedienti << inventando >> astratte ed improbabili figure di danno patrimoniale . Dunque il danno alla persona non da considerare come << perdita economica derivante al soggetto leso dalla modificazione peggiorativa della sua capacit lavorativa >> , bens come lesione all integrit psico-fisica in s considerata , cio danno connesso al <<valore uomo>> nella sua concreta dimensione : valore che non riconducibile alla sola attitudine a produrre ricchezza ma collegato alla somma delle funzioni naturali dellindividuo . In esso perci rientrano anche quelle forme di danno non relative alla capacit lavorativa , come il danno alla vita di relazione , il danno estetico , il danno alla sfera sessuale . Difficile , per , risulta linquadramento del danno biologico ; esso considerato risarcibile:
- da alcuni , perch il riconoscimento costituzionale ( art . 32 Cost. ) del diritto alla salute come valore primario ha indotto a considerare la violazione del bene salute come fonte di << responsabilit extracontrattuale >> c. d. danno evento ( quindi rientrante nel disposto dell art . 2043 c.c. ) tesi accolta dallo stesso Perlingieri . - da altri , invece , bench danno non patrimoniale rientrante nel disposto dell art . 2059 c.c. circoscritta alle sole ipotesi legali . Per quanto concerne , poi , il problema della quantificazione del danno biologico , a tuttog-gi sembra che il criterio pi adeguato sia la << valutazione equitativa del danno >> da parte del giudice a norma dell art. 1226 c.c. Secondo Perlingieri essa non pu consistere in una operazione arbitraria ma in una valutazione discrezionale che tenga conto delle particolarit esistenziali della persona , cio di quelle esigenze attinenti al suo libero sviluppo . La valutazione equitativa non tiene in considerazione del reddito individuale ma bens alle conseguenze che la menomazione produce sulle manifestazione della persona come abitudini di vita . Per tale valutazione sufficiente che il danneggiato provi il fatto . Ci da luogo evidentemente a disparit di trattamento (nel senso che il criterio equitativo essendo collegato ad una valutazione discrezionale del giudice pu mutare da caso a caso e da giudice a giudice). Per evitare che un medesimo danno biologico venga risarcito con liquidazioni differenti vengono utilizzati dei criteri uniformi: come quello del triplo pensione sociale , cio il risarcimento << non pu essere inferiore a tre volte lammontare annuo della pensione sociale >>Esistono comunque apposite tabelle nazionali di liquidazione del danno biologico a cui il giudice fa riferimento per la valutazione equitativa del danno .
Difficile , per , risulta linquadramento del danno biologico ; esso considerato risarcibile: - da alcuni , perch il riconoscimento costituzionale ( art . 32 Cost. ) del diritto alla salute come valore primario ha indotto a considerare la violazione del bene salute come fonte di << responsabilit extracontrattuale >> c. d. danno evento ( quindi rientrante nel disposto dell art . 2043 c.c. ) tesi accolta dallo stesso Perlingieri . - da altri , invece , bench danno non patrimoniale rientrante nel disposto dell art . 2059 c.c. circoscritta alle sole ipotesi legali . Per quanto concerne , poi , il problema della quantificazione del danno biologico , a tuttog-gi sembra che il criterio pi adeguato sia la << valutazione equitativa del danno >> da parte del giudice a norma dell art. 1226 c.c. Secondo Perlingieri essa non pu consistere in una operazione arbitraria ma in una valutazione discrezionale che tenga conto delle particolarit esistenziali della persona , cio di quelle esigenze attinenti al suo libero sviluppo . La valutazione equitativa non tiene in considerazione del reddito individuale ma bens alle conseguenze che la menomazione produce sulle manifestazione della persona come abitudini di vita . Per tale valutazione sufficiente che il danneggiato provi il fatto . Ci da luogo evidentemente a disparit di trattamento (nel senso che il criterio equitativo essendo collegato ad una valutazione discrezionale del giudice pu mutare da caso a caso e da giudice a giudice). Per evitare che un medesimo danno biologico venga risarcito con liquidazioni differenti vengono utilizzati dei criteri uniformi: come quello del triplo pensione sociale , cio il risarcimento << non pu essere inferiore a tre volte lammontare annuo della pensione sociale >>Esistono comunque apposite tabelle nazionali di liquidazione del danno biologico a cui il giudice fa riferimento per la valutazione equitativa del danno .
ATTI
DI
DISPOSIZIONE
DEL
PROPRIO CORPO
L art . 5 c.c. sancisce che gli atti di disposizione del proprio corpo sono vietati quando cagionino una diminuzione permanente della integrit fisica , o quando siano altrimenti contrari alla legge , all ' ordine pubblico o al buon costume . Particolarmente discusso il problema della liceit e della meritevolezza di tali atti . Grossi dubbi sono sorti in merito all interpretazione di tale norma . Alcuni accentuando il profilo della doverosit sono indotti a considerare sempre legittimo lintervento coattivo nei confronti dellinfermo di mente , anche quando la sua infermit non sia pregiudizievole per i terzi . Per Perlingieri tale tesi in contrasto con l art .23 Cost. secondo cui <<nessuna prestazione personale pu essere imposta se non in base alla legge e poi con l art . 32 comma 2 Cost. secondo cui << nessuno pu essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge >> . Infatti la legge che prevede il trattamento sanitario obbligatorio non pu in nessun caso violare i limiti impo-sti dal rispetto della persona umana . Tuttavia il trattamento sanitario obbligatorio trova giustificazione soltanto quando lo stato anormale della salute pu ledere anche quella dei terzi o comunque vi uneffettiva ragione di tutela della pubblica salute . Tali atti , comunque , sono sottoposti ad un particolare regime giuridico : il consenso deve essere prestato personalmente , spontaneamente e consapevolmente , esso sempre revocabile e non fa sorgere alcun diritto nel soggetto <<ricevente>>.
Deroghe all art . 5 c.c. sono state introdotte : - dalla legge n. 458/1967 secondo la al fine del trapianto tra persone - dalla legge n. 483/1999 secondo la di fegato al fine del trapianto tra quale ammesso disporre a titolo gratuito del rene viventi quale ammesso disporre a titolo gratuito di parti persone viventi .
Mentre la prima ammessa e riconosciuta dallordinamento in quanto dovere anche dello Stato mantenerla da un punto di vista economico , la tecnica eterologa invece vietata . Qualora , nonostante il divieto contenuto nella legge , si utilizzasse ugualmente la procreazione di tipo eterologo ,sorgerebbero alcuni problemi per i nascituri . Un problema potrebbe essere che si venga a determinare un conflitto tra la posizione del padre e quella del genitore titolare del patrimonio genetico . Secondo Perlingieri non si pu escludere che qualora il padre genitore legale - muoia , il donante - genitore genetico - possa assumere alcune responsabilit nei confronti del figlio . Perlingieri non daccordo sull anonimato del donatore del seme , in quanto il minore ha il diritto di conoscere le proprie origini non soltanto genetiche ma culturali e sociali . Invece la nuova legge sulla fecondazione assistita afferma che il donatore di gameti non acquisisce alcuna relazione giuridica parentale con il nato e non pu far valere nei suoi con-fronti alcun diritto n essere titolare di obblighi . I nati a seguito dellapplicazione di queste tecniche hanno lo stato di figli legittimi o di figli riconosciuti della coppia. La legge prevede inoltre che il coniuge o il convivente non pu esercitare lazione di disconoscimento della paternit; mentre la madre del nato a seguito di applicazione di queste tecniche non pu dichiarare la volont di non essere nominata. Quanto alla << manipolazione genetica >> possiamo dire che essa lecita quando a carattere terapeutico, sempre conforme al dettato dell art.3 comma 2 cost. e agli art. 2 e 32Cost
Diritto al nome
Tra i diritti della personalit assume particolare importanza il diritto al nome , inteso come specificazione del diritto all identit personale . Il diritto al nome previsto all art . 6 c.c. secondo il quale : Ogni persona ha diritto al nome che le per legge attribuito . Il nome il segno legale distintivo della persona . Il nome si compone del : prenome che l appellativo individuale scelto dai genitori - cognome che designa l appartenenza ad un determinato gruppo familiare . Esso si acquista ad es. automaticamente nella filiazione legittima , il cognome quello del padre. La tutela del diritto al nome sancita a protezione non solo di un interesse individuale alluso del proprio nome e ad impedire che altri lo usino indebitamente , ma anche dell interesse pubblico allidentificazione della persona . La tutela del diritto al nome attuata con il riconoscimento di due tipi di azione : - l azione di reclamo con la quale si tutela il diritto della persona ad usare il proprio nome contro gli atti dei terzi tendenti a contrastare tale uso . - l azione di usurpazione diretta contro lappropriazione illecita che gli altri facciano del nome con pregiudizio , di natura morale o economica , per il vero titolare Entrambe le azioni hanno carattere inibitorio in quanto sono dirette ad ottenere la cessazione del fatto lesivo ed anche il risarcimento del danno in caso di danno morale .
Capitolo sedicesimo
Situazioni
Soggettive
Patrimoniali
1) Diritto comune delle situazioni patrimoniali 2) Situazioni assolute e Situazioni relative 3) Situazioni reali e Situazioni d credito 4) Diritto di seguito o di sequela 5) Diritto di preferenza 6) Crisi dellobbligazione civile come << categoria astorica >> 7) Le obbligazioni naturali ( art. 2034 c.c. ) 8) Differenza tra obbligazione naturale e obbligazione civile 9) Situazioni naturali creditorie e debitorie 10) La propriet privata 11) Oggetto , soggetti e statuti proprietari 12) Propriet ed Impresa 13) Poteri di godimento e di dsposizione 14) Teoria dei <<limiti>> 15) Limiti e servit 16) <<Atti emulativi >> 17) << Funzione sociale >> della propriet
Situazioni
Soggettive
Patrimoniali
Relativamente al profilo della tutela le situazioni assolute avrebbero una tutela diversa nei confronti di quelle relative . Il credito sarebbe una situazione soggettiva tutelata soltanto nei confronti del debitore e non nei confronti di terzi . Tuttavia sia parte della dottrina ,sia della giurisprudenza ha sostenuto che lart. 2043 applicabile anche alle cc.dd. situazioni soggettive relative ; infatti vero che lobbligazione il rapporto che riguarda il debitore ed il creditore , ma anche vero che questo rapporto ha rilevanza esterna . Una visione moderna dei rapporti sociali esige che ognuno sia responsabile degli atti che compie.Si afferma la tendenza di ampliare la responsabilit civile in relazione al principio di solidariet costituzionale ( art. 2 , 3 cost. ) ; cio se un comportamento di un soggetto lesivo di una situazione giuridicamente rilevante s da provocare un danno ingiusto , non vi motivo di escludere che risponda colui che ha provocato la lesione . Secondo Perlingieri la distinzione tra situazioni assolute e relative non pu pi trovare fondamento nella sua giustificazione storica .
Diritto di preferenza
Ulteriore criterio distintivo va ravvisato nel diritto di preferenza che caratteristica dei rapporti reali di garanzia . Consiste nel potere del creditore ipotecario e pignoratizio di soddisfarsi , mediante la vendita forzata dei beni del debitore , con preferenza sui c.d. creditori chirografari , cio non garantiti da pegno o da ipoteca . La preferenza , comunque, non si ha soltanto nellipoteca e nel pegno , ma anche nei privilegi sulla realit ( ad es. i crediti alimentari , i crediti da lavoro , i crediti fiscali ) . Infine si pu dire che i tradizionali criteri utilizzati per operare la distinzione tra situazio- ni reali e situazioni di credito , non sono pi idonei : infatti i caratteri dell assolutezza , dell immediatezza , dell inerenza , del seguito , della preferenza considerati peculiari delle situazioni reali sono alcune volte riscontrabili anche nelle situazioni di credito .
Il comma 2 fa , invece , riferimento ad alcune ipotesi tipiche di atti socialmente e moral-mente utili , alle quali la legge non accorda un azione per ottenere ladempimento , ma esclude la ripetizione di quanto spontaneamente pagato ( cd. soluti retentio ). Un problema , a questo punto ,che si posto se le obbligazioni naturali siano a numero chiuso o a numero aperto , cio siano tipiche o atipiche . Secondo una parte della dottrina il rapporto tra il 1 ed il 2 comma dell art. 2034 c.c. di genere a specie : cio nel primo comma il legislatore ha individuato il dovere rile-vante in via generale , nel secondo comma invece ha specificato ipotesi tipiche previste dalla legge ( ad es. 1) la spontanea esecuzione di una disposizione fiduciaria ,2) il paga-mento di un debito di gioco o scommessa ,3) il pagamento di un debito prescritto ) . Ogni obbligazione naturale , tanto se riconducibile nel primo , quanto nel secondo comma dell art. 2034 assoggettata alla medesima disciplina ( irripetibilit di quanto prestato spontaneamente da un soggetto capace )
La Propriet Privata
La propriet si pone come uno dei fenomeni centrali per il suo stretto collegamento con quasi tutti gli istituti del diritto civile : dalla famiglia alle successioni , dall impresa al lavoro e ai contratti . Alle numerose trasformazioni economiche politiche della societ umana hanno fatto riscontro altrettante trasformazioni del concetto di propriet .
Propriet ed impresa
Secondo Perlingieri non si pu parlare della propriet come concetto unitario , sintesi dei poteri di godimento e di disposizione ; che non ci pu essere propriet senza questi poteri. E utile , pertanto , un raffronto tra l istituto della propriet in senso statico e limpresa Normalmente si pensa che limprenditore sia anche titolare del diritto di propriet sui beni costituenti lazienda . Il diritto dintraprendere unattivit non comporta necessariamente la titolarit dellazienda , la quale potrebbe essere costitutita da capitali presa a mutuo , da immobili e da macchinari locati . Ci nonostante , questi beni fanno parte di quel patrimonio con destinazione econo-mica che lazienda . Sarebbe per errato pensare che la nozione di propriet sia inutile per lindividuazione di quella della libera iniziativa economica e che tra propriet ed impresa , non vi sia alcuna correlazione . Questa voluta dal legislatore nellart .44 cost . Si tratta di una figura mista , quella del proprietario imprenditore , che ha lobbligo di utilizzare il bene . Il problema si complica quando il bene , non ha un unica destinazione ma utilizzabile , pur sempre nellinteresse della collettivit , in pi direzioni : ad es, un terreno potrebbe essere essere destinato tanto ad aeroporto privato quanto ad azienda agricola purch la loro funzione sia utile socialmente .
IL
CONTENUTO
I primi sono i pi importanti individuati , in particolare , dalla legislazione pubblicistica e concernono l espropriazione per pubblico interesse , le requisizioni e gli ammassi . I limiti posti nellinteresse privato , invece riguardano soprattutto le possibili conflittualit fra i proprietari ( ad es. i rapporti di vicinato )
Limiti e servit
La nozione di limite si distingue da quella di servit . Entrambi sono dei pesi imposti dallordinamento , ma differentemente dal limite che intrinseco al diritto di propriet , le servit creano un autonomo rapporto giuridico , cio danno luogo alla creazione di due situazioni soggettive autonome , quella del proprietario e quella di un terzo soggetto . Le servit non gravano sul fondo o sui soggetti ma bens su situazioni soggettive . La servit legata alla situazione per cui venuta meno la situazione viene di conseguenza meno la servit . <<Atti
Lart. 833 c.c ( Atti emulativi ) prevede che il proprietario non pu fare atti i quali non abbiano altro scopo che quello di nuocere o recare molestia agli altri . ( Ad es. il proprietario che pianta sul proprio fondo pali altissimi con lunico scopo di privare di luce il fondo del vicino non realizza un utilit coperta dal diritto proprietario .Egli pu recintare il proprio fondo , ma non pu abusare di questo potere surrettiziamente per nuocere ad altri titolari di situazioni egualmente meritevoli di tutela ) Pertanto sono considerati atti emulativi tutti gli atti di esercizio del diritto di propriet con il solo ed esclusivo scopo di danneggiare gli altri . Sono tutti quei comportamenti commissivi positivi che si sostanziano in un fare . ( Ad . es, Se Tizio proprietario ha facolt di costruire e non costruisce e danneggia in tal maniera un altro soggetto , il comportamento omissivo non pu rientrare nel divieto degli atti emulativi in quanto il comportamento del danneggiante si deve sostanziare in un comportamento commisivo positivo e necessariamente materiale ) .
Si hanno atti emulativi quando concorrono due elementi : a) elemento oggettivo : la mancanza di utilit per il proprietario b) elemento soggettivo : l intenzione di nuocere o di recare molestie Alcuni considerano sufficiente , affinch non sia configurabile latto emulativo , lesistenza di un minimo vantaggio per il proprietario . Per quanto riguarda il pregiudizio della vittima , la giurisprudenza insiste sul profilo quanti-tativo , nel senso che il pregiudizio deve essere di entit economica rilevante : un modesto pregiudizio non sarebbe sufficiente a far considerare latto come emulativo e quindi vietato . Mancanza di vantaggio e pregiudizio della vittima , comunque ,non sono aspetti completamente autonomi , ma vanno considerati in relazione tra di loro e con una certa proporzionalit , cio il proprietario non pu compiere un atto che a lui reca un minimo vantaggio per crea-re un grosso svantaggio ad un altro .