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Area C, non solo shopping

Per un curioso contrappasso, a sfruttare per prime la novit di Area C sono state proprio le case automobilistiche che, dallo scorso luned, hanno cominciato a comprare pagine pubblicitarie per promuovere le proprie auto elettriche. Ma anche molti commercianti hanno fatto di necessit virt offrendo ai clienti il rimborso, in caso di acquisti pi o meno consistenti, dellodiato ticket daccesso. Nel primo caso, la Milano creativa si dimostra pronta a interpretare a suo modo il fenomeno; nel secondo la vocazione commerciale della citt tenta di contrastare un calo dei consumi che si pensa possa colpire ora pi duramente le botteghe del centro. Lequazione che pareggia il calo del traffico a quello degli acquisti certamente grossolana, tanto pi se formulata da chi per decenni ha lavorato per trasformare il centro in una grande area commerciale spogliandola quasi dogni altra funzione. Ma certamente vero che il suo decongestionamento, il fatto di averla resa pi vivibile e accessibile a chi pu fare a meno dellauto non pu far dimenticare che il centro il meno residenziale dei quartieri milanesi e in esso si concentrano storicamente funzioni che coinvolgono circa 35mila lavoratori. Il rischio che la barriera che protegge Area C possa contribuire a svuotarla pi di quanto gi non sia accaduto concreto, ma non pu essere contrastato nel ribaltamento della filosofia che ne ha ispirato listituzione. Il Comune voleva spingere i cittadini a sperimentare mezzi di trasporto alternativi all'auto e questo esattamente quello che sta accadendo senza che il traffico sia finito a congestionare altre aree della citt. Un risultato cui non estranea certamente la crisi e laumento del prezzo dei carburanti che ha costretto molto a riconsiderare i costi di gestione dellauto nel paragone con quelli del trasporto pubblico optando per questultimo quando possibile. Una tendenza che si confermer se si migliorer lofferta in quantit e qualit nel circolo virtuoso auspicato dai referendari. Ma raggiunto e stabilizzato il risultato ,diventa necessario creare anche un ambiente che permetta di sfruttare questa nuova e inedita realt urbana. E chiamando a confrontarvisi i diversi protagonisti che malgrado le infuocate polemiche di questi giorni non si dichiarano pregiudizialmente ostili al provvedimento e ancora poco disponibili a farsi incantare dalle sirene di unopposizione che, al netto di carte bollate e ricorsi giudiziali non sembra in grado di articolare progetti coerenti sul tema del traffico. La liberalizzazione degli orari dei negozi, malgrado la forte opposizione delle categorie, potrebbe divenire unopportunit per regolare diversamente gli orari del centro come gi sta avvenendo con lo slittamento delle ore di punta. Cos come potrebbe risultare rivoluzionato il sistema delle consegne o delle prese a domicilio e delle stesse soste garantite ai clienti a dimostrare, se ve n, nuove capacit imprenditoriali. Ma anche il Comune dovrebbe ritagliarsi un ruolo diverso da quello

del semplice esattore/controllore sviluppando proprio allinterno di Area C politiche attive che ne facciano una meta anche per chi ha solo voglia di passeggiare: programmi e appuntamenti non estemporanei che possano generare nuovi flussi, non di traffico ma di persone pronte a usare quella parte della citt non solo per farvi dello shopping. Unattenzione tutta da costruire visto come si svuotata piazzetta Beccaria pedonalizzandola ma senza ancora installarvi quel minimo arredo urbano che potesse farne qualcosa di diverso da un parcheggio dismesso.

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