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Nicole Maria Zanon

III F

30-04-2012

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30-04-2012

Indice:
1. I rapporti con Socrate e con i sofisti:
Il platonismo come risposta filosofica a una societ e a una cultura in crisi La vita I caratteri della filosofia platonica:
Socrate e Platone Mito e filosofia

2. La dottrina delle idee e la teoria dello Stato: La dottrina delle idee: La teoria delle idee e la sua importanza La genesi della teoria e delle idee Quali sono le idee Il rapporto tra le idee e le cose Come e dove esistono le idee La conoscenza delle idee Reminiscenza, verit ed eristica Limmortalit dellanima e il mito di Er La dottrina delle idee come salvezza o al relativismo sofistico La finalit politica della teoria delle idee La dottrina dellamore e dellanima: Il Simposio Il Fedro Lo stato e il compito del filosofo: Lo stato ideale e la giustizia Caratteri e motivazioni delle classi sociali Il comunismo Platonico I guardiano sono felici? Le degenerazioni dello Stato Platone e la democrazia
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Chi custodir i custodi? Limportanza delleducazione nella citt platonica I gradi della conoscenza e leducazione Il mito della caverna La condanna dellarte imitativa

3. Approfondimenti e nuove prospettive:


I problemi dellultimo Platone: Il confronto con Parmenide I generi dellessere e il problema del nulla La nozione generale di essere La dialettica Il bene per luomo: il Filebo Il Timeo e la dottrina delle idee-numeri: Il mito del demiurgo

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I rapporti con Socrate e con i sofisti


Il platonismo come risposta filosofica a una societ e a una cultura in crisi
Il platonismo pu essere compreso solo in riferimento alla crisi politico-culturale. Dal punto di vista politico il tempo di Platone caratterizzato dalla decadenza della Grecia. Tra gli avvenimenti che concorrono alla decadenza della Grecia abbiamo: la sconfitta di Atene, il fallimentare dominio dei Trenta tiranni e il ritorno della democrazia. Platone, essendo un aristocratico, portato a desiderare una stabilit politica; essendo un filosofo vive questa crisi problematica come una crisi delluomo. Per questo, la figura di Socrate viene vista da lui un simbolo della crisi e una speranza del suo superamento. Se si giunti a uccidere Socrate, Platone pensa che il malessere della societ giunto al limite. Socrate ha sentito la necessit di rinnovare dal punto di vista etico luomo e andare oltre il relativismo dei sofisti, ricercando definizioni comuni a tutti. Platone ritiene infatti necessaria una riforma globale delluomo e questa pu essere ottenuta tramite una rivoluzione culturale. In sintesi Platone ritiene che nuove certezze di pensiero possano offrire solide basi per una rifondazione filosofica della politica.

La vita
Platone nacque ad Atene, da famiglia aristocratica, nel 427 a.C.; a ventanni cominci a frequentare Socrate e fu tra i suoi discepoli sino alla morte del maestro, Platone avrebbe voluto dedicarsi alla vita politica, ma la morte di Socrate lo colp come uningiustizia imperdonabile e come una condanna generale della politica del tempo; da allora la filosofia gli apparve come la sola via che potesse condurre luomo singolo e la comunit verso la giustizia.

I caratteri della filosofia platonica Socrate e Platone


Possiamo affermare che la ricerca platonica sia un interpretazione della personalit filosofica di Socrate. La stessa forma dellattivit letteraria di Platone, il dialogo, un atto di fedelt al silenzio letterario di Socrate che ha una concezione della filosofia come sapere aperto. Il dialogo il solo mezzo per comunicare lindagine filosofica. Questa concezione della filosofia, vista come dialogo, testimonia come Platone si sia portato dietro per tutta la vita il Demone di Socrate e questo ha fatto si che egli abbia vissuto la filosofia come una ricerca incessante e mai conclusa cio come un infinito sforzo verso una verit che luomo non possiede mai totalmente ma un continuo incessante interrogarsi.
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Mito e filosofia
Nellopera platonica vi luso dei miti, racconti fantastici attraverso cui vengono narrati concetti e dottrine filosofiche, il mito in Platone ha due importanti significati: il primo vede il mito come uno strumento di cui il filosofo si serve per comunicare in maniera pi semplice le proprie dottrine allinterlocutore; il secondo vede il mito come un mezzo di cui si serve il filosofo per poter parlare di realt che vanno al di l dei limiti cui lindagine rigorosamente razionale pu spingersi. Da questo punto di vista il mito qualcosa che si inserisce nelle lacune della ricerca filosofica permettendole in alcuni casi di formulare una teoria verosimile cio qualcosa che si pu ritenere vero ragionando. Inoltre luso dei miti da un lato rende pi difficile linterpretazione della filosofia platonica, dallaltro conferisce al platonismo un aspetto suggestivo, contribuendo nel tempo alla sua fortuna verso un pubblico pi vasto.

La dottrina delle idee e la teoria dello Stato


La dottrina delle idee La teoria delle idee e la sua importanza
Platone da molta importanza al metodo di Socrate nelle sue definizioni interpretandolo come il pi importante passo verso un sapere assoluto capace di superare il relativismo sofistico, dunque Platone giunge a formulare la cosiddetta teoria delle idee che segna lavvio della fase in cui il filosofo va al di la delle dottrine che Socrate aveva insegnato, elaborando un proprio pensiero. La teoria delle idee, nei dialoghi, forse costituiva loggetto delle dottrine non scritte e questo port qualche studioso a metterla in secondo piano. In realt la dottrina delle idee rappresentava il cuore stesso del platonismo maturo; infatti per Platone pretendere di pensare senza idee sarebbe un po come pretendere di pensare i pitagorici senza i numeri o il Parmenide senza lessere.

La genesi della teoria e delle idee


La genesi della teoria delle idee da ricercarsi nel concetto di scienza: Platone ritiene che la scienza debba avere i caratteri della stabilit e dellimmutabilit, perci della perfezione, ma essendo convinto che la mente sia uno specchio o una riproduzione di ci che esiste, Platone si chiede quale sia loggetto proprio della scienza e proprio secondo lui loggetto della scienza sono le idee. Per noi il termine idea sta a indicare un pensiero del nostro intelletto, per Platone, invece, indica un entit immutabile e perfetta che esiste per proprio conto, cio di una realt autonoma che costituisce con altre idee una zona diversa dalla nostra che chiama in modo poetico e metaforico iperuranio(in greco significa al di l del cielo). Nonostante ci le idee, secondo Platone, hanno uno stretto rapporto con gli oggetti: le cose, per il filosofo, infatti sono copie o imitazioni imperfette delle idee. Lidea platonica quindi il modello unico e perfetto delle cose molteplici e imperfette di questo mondo.
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In Platone, inoltre, esistono due fondamentali di conoscenza: lopinione e la scienza (dualismo gnoseologico) e due tipi dessere distinti: le cose e le idee (dualismo ontologico). La verit imperfetta dellopinione dipende dalla configurazione imperfetta del suo oggetto e la verit perfetta della scienza dipende dalla configurazione perfetta del suo oggetto. Lopinione quindi di carattere mutevole e imperfetto mentre la scienza costituisce una conoscenza stabile e perfetta. Da Eraclito Platone condivide la teoria secondo cui il nostro mondo il regno della mutevolezza, mentre da Parmenide la teoria secondo cui lessere autentico immutabile. Ma diversamente da questaltro, per Platone lessere risulta multiplo, in quanto formato da una pluralit di idee. Inoltre per Parmenide il mondo sensibile non ha legami con quello pensato dalla ragione, per Platone, invece, esiste un indissolubile rapporto. Per leleatismo il nostro mondo apparenza illusoria e irrazionale, per Platone possiede una specifica realt anche se imperfetta.

Quali sono le idee


Nel pensiero platonico esistono due tipi di idee: le idee valori: bene, bellezza, giustizia, che formano appunto gli ideali e i valori; le idee matematiche: corrispondenti alle entit dellaritmetica e della geometria, cio secondo Platone ci sono idee anche nei principi del pensiero matematico. Insieme a questi due tipi di idee, Platone parla anche di idee di cose naturali (es. lumanit) e di idee di cose artificiali (es. il letto), su questo per Platone rimane a lungo incerto e solo negli ultimi dialoghi fa corrispondenza a ogni realt la propria specifica forma, perci la sua idea corrisponde a una forma unica e perfetta di qualsiasi gruppo o classe o di cose che vengono descritte con lo stesso nome e che possono essere fatte oggetto di scienza. Nonostante le idee sono molteplici non formano una pluralit disorganizzata, ma anzi hanno un ordine gerarchico piramidale con le idee valori in cima e lidea del bene al vertice. Lidea del bene stata paragonata Dio, ci nonostante, pur essendo al di l dellessere, cio delle idee, il bene non crea le idee, ma si limita a comunicare loro la perfezione. Perci possiamo concludere che nelluniverso metafisico di Platone non esiste un Dio- persona, ma solamente il Divino Platone, infatti, usa il termine impersonale to th- ion ( il Divino) solo per indicare una molteplicit di cose diverse.

Il rapporto tra le idee e le cose


Platone da un lato afferma la distinzione tra le idee e le cose, dallaltro ne sostiene lo stretto legame. Le idee sono infatti: Criteri di giudizio delle cose, in quanto per giudicare gli oggetti, dobbiamo riferirci ad essi. Ad esempio diciamo che due cose sono uguali sulla base dellidea delluguaglianza oppure che due azioni sono giuste sulla base dellidea della giustizia. Le idee, perci, sono la condizione della pensabilit degli oggetti. Causa delle cose poich gli individui sono in quanto imitano e partecipano delle essenze archetipe. Ad esempio le realt che diciamo belle sono tali in quanto imitano e partecipano e
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che gli individui sono uomini sulla base dellidea dellumanit che la causa che li rende tali. Le idee, perci, sono la condizione dellesistenza degli oggetti e la loro ragione dessere. Platone, circa il rapporto idee- cose, pur parlando di mimesi ( le cose imitano le idee), di metessi (le cose partecipano alle idee), di parusia ( le idee sono presenti nelle cose) rimane sulla questione molto incerto. Infatti nella sua vecchiaia Platone continua a parlare di questo problema, cercando di risolverlo nel migliore dei modi.

Come e dove esistono le idee


Le idee sono trascendenti in quanto esistono oltre la mente e oltre le cose. La tradizione ha considerato il mondo platonico delle idee come qualcosa uguale allempireo dantesco o al paradiso cristiano. A questa lettura si contrappongono alcuni studiosi del novecento che considerano le idee di Platone, non come delle cose, ma come dei criteri mentali attraverso cui pensiamo gli oggetti. Molti studiosi considerano la prima interpretazione come troppo legata al mito, di conseguenza affermano che il mondo platonico non deve essere interpretato come un universo di super cose, ma soltanto come un ordine eterno di forme o valori ideali, che, come tali, non esistono in alcun luogo o empireo. Stabilire con sicurezza quale di queste interpretazioni sia quella vera non possibile, poich entrambe presentano punti di debolezza. In conclusione, si pu affermare che le idee costituiscono una zona dessere diversa dalle cose.

La conoscenza delle idee


Secondo Platone le idee non possono derivare dai sensi, ma sono una visione intellettuale, cio il risultato di uno sguardo della mente. Viene allora naturale domandarsi da dove proviene questa visione intellettuale; per rispondere al problema, Platone ricorre alla dottrina della reminiscenza (cio del ricordo): afferma, infatti, che lanima, prima di calarsi nel nostro corpo, vissuta, disincarnata, nel mondo delle idee. Una volta poi discesa nel nostro mondo, lanima conserva un ricordo che ha veduto. Riguardo a questo Platone dice conoscere ricordare in quanto le idee le portiamo dentro di noi e basta uno sforzo per tirarle fuori, basta quindi ricordarne una perch tutte tornino alla mente. La gnoseologia di Platone rappresenta quindi una forma di innatismo, perch ritiene che la conoscenza derivi da metri di giudizio preesistenti nel nostro intelletto, secondo Platone, infatti, anche un ignorante se ben interrogato, pu rispondere esattamente su cose di cui non aveva mai parlato.

Reminiscenza, verit ed eristica


La teoria della reminiscenza, secondo Platone, rappresenta la vittoria sul principio eristicosofistico secondo il quale non possibile, allauomo, indagare n ci che sa, n ci che non sa, in quanto sarebbe inutile indagare ci che si sa, e impossibile indagare ci che non si sa.
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Secondo Platone, dunque, luomo non possiede tutta la verit e non la ignora completamente, ma la porta in lui a titolo di ricordo, perci conoscendo noi non partiamo n dalla verit n dallignoranza, ma da una preconoscenza o ignoranza di sapere, da cui dobbiamo tirare fuori la conoscenza vera e propria.

Limmortalit dellanima e il mito di Er


Nellopera il Fedone Platone elenca altre prove dellimmortalit delanima. La prima prova detta dei contrari afferma che, come in natura, ogni cosa si forma dal suo contrario e la morte si genera dalla vita e la vita dalla morte, nel senso che lanima viene anche dopo la morte del corpo. La seconda prova detta della somiglianza, sostiene che lanima eterna in quanto simile alle idee che sono eterne. La terza prova detta della vitalit sostiene che lanima vita in quanto partecipa allidea di vita e non pu accogliere lopposta idea della morte. Nel Fedone troviamo anche la dottrina filosofica sulla preparazione alla morte, infatti se filosofare significa morire ai sensi e al corpo per poter cogliere meglio le idee, la vita di Platone risulta tutta una preparazione alla morte in quanto lanima libera dal corpo pu unirsi direttamente alle idee. La teoria dellimmortalit a Platone serve anche per chiarire il problema del destino; egli ritiene, infatti, che il destino di ogni individuo dipenda da una scelta compiuta precedentemente dalla sua anima nel mondo delle idee. La sua tesi illustrata con il mito di Er, con cui si chiude la repubblica; Er muore in battaglia e risuscita dopo 12 giorni, per questo pu raccontare agli uomini il destino che li attende dopo la morte. La parte pi importante del racconto riguarda proprio la scelta del destino alla quale le anime sono invitate prima della loro reincarnazione, ogni anima quindi sceglie la vita che rincarner, ma la scelta spesso dipende dalle esperienze che lanima ha raccolto nella vita precedente. Per Platone, perci, luomo sceglie il proprio destino, anche se condizionato da quello che in vita ha voluto essere ed stato.

La dottrina delle idee come salvezza o al relativismo sofistico


Il cuore della dottrina delle idee costituita dallopposizione al relativismo sofistico. Per Platone il relativismo sofistico si identifica con una filosofia negatrice di ogni stabile punto di vista sulle cose e tende a far divenire un tutto indistinto; per il filosofo lunica via di scampo la restaurazione di una forma di assolutismo, cio di certezze assolute. Questo porta al superamento dellumanismo sofistico e socratico che viene messo da parte e sostituito dalla concezione. In Platone, infatti, non pi luomo a misurare la verit ma la verit a misurare luomo con regole del pensare e del vivere.
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La conoscenza torna ad avere un valore assoluto e cessa di essere relativa alluomo; con questo il relativismo conoscitivo e morale dei sofisti crolla completamente.

La finalit politica della teoria delle idee


Platone ritiene che il relativismo produca disordine e violenza, di conseguenza con la dottrina delle idee il filosofo vuole offrire agli uomini uno strumento che consenta loro di uscire dal caos delle opinioni e dei costumi fuori dalle lotte e dalle violenze. Lassolutismo della teoria delle idee rappresenta perci il principale strumento di battaglia contro il relativismo politico e contro lanarchia sociale.

La dottrina dellamore e dellanima


Il sapere, tra luomo e le idee e tra gli uomini associati nella comune ricerca, stabilisce un rapporto non solo intellettuale, perch impegna luomo totalmente. Questo rapporto viene definito da Platone amore; alla teoria dellamore vengono dedicati due dialoghi: il Simposio e il Fedro. Il Simposio considera soprattutto loggetto dellamore, cio la bellezza; il Fedro considera lamore nella sua soggettivit come elevazione progressiva dellanima al mondo delle idee, al quale la bellezza appartiene.

Il Simposio
I discorsi in lode di Eros, degli interlocutori del Simposio metteranno in risalto i caratteri pi importanti dellamore. Pausania fa una distinzione tra Eros volgare, cio che si rivolge ai corpi, ed Eros celeste che si rivolge alle anime. Il medico Erissimaco vede nellamore una forza cosmica. Aristofane esprime uno dei caratteri fondamentali che lamore rivela nelluomo: linsufficienza. Socrate nel suo discorso parla di amore come mancanza in quanto lamore desidera qualcosa che non ha ma di cui ha bisogno. Riassumendo perci lamore desiderio di speranza e di bellezza in quanto il bene che rende felici. La bellezza perci il fine, loggetto proprio dellamore. Si anno inoltre vari gradi di bellezza a cui corrispondono vari tipi di amore: del corpo, dellanima, delle leggi e delle scienze; ma il pi alto grado di bellezza la bellezza in s a cui corrisponde lamore filosofico, in quanto eterna, perfetta sempre uguale a se stessa e superiore alla morte.

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Il Fedro
Per capire i gradi che lanima deve percorrere per giungere alla bellezza suprema il Fedro parte proprio dalla considerazione dellanima con il mito della biga alata: la natura dellanima viene paragonata a una coppia di cavalli alati guidati da un auriga; il cavallo bianco eccellente, quello nero pessimo, e lauriga ha il compito di indirizzare verso il cielo i cavalli, cio verso quella regione sopraceleste che la sede dellessere autentico, qui sta la vera sostanza priva di colore che pu essere contemplata solo dalla ragione. Questa sostanza la totalit delle idee, ma lanima potr contemplarla solo finch il cavallo nero non tiri verso il basso, appesantendola, perdendo le ali perci si incarna e va a vivificare il corpo di un uomo. Nellanima che caduta e si incarnato il ricordo delle sostanze ideali viene risvegliato proprio dalla bellezza. La bellezza fa quindi da mediatrice tra luomo e le idee e al suo appello luomo risponde con lamore; leros diventa perci procedimento razionale, dialettica, cio ricerca dellessere in se e unione amorosa delle anime nellapprendere e nellinsegnare.

Lo stato e il compito del filosofo Lo stato ideale e la giustizia


Nella pi importante opera di Platone, la repubblica, troviamo tutti i temi e i risultati dei dialoghi riassunti e, ordinati intorno al motivo centrale di una comunit perfetta, la costituzione quindi di una comunit politica governata da filosofi. Per Platone lo scopo e il fondamento di questa comunit la giustizia, nessuna comunit umana infatti pu esistere senza giustizia. La giustizia la condizione fondamentale della nascita e della vita dello Stato, questo deve essere costituito da tre classi: quella dei governanti, dei guerrieri e quella dei cittadini. La saggezza la virt della classe dei governanti. Il coraggio la virt dei guerrieri e la temperanza invece la virt comune a tutte le classi. La giustizia garantisce lunit e la forza dello stato, garantendo cos lunit e la forza anche dellindividuo. Nellanima individuale Platone distingue tre parti: la parte razionale , la parte concupiscibile e la parte irascibile.

Caratteri e motivazioni delle classi sociali


Secondo Platone lo stato deve per forza essere diviso in classi, in quanto in uno stato vi sono compiti diversi che devono essere esercitati da individui diversi. Per quanto riguarda lappartenenza ad una classe sociale o ad un'altra, Platone divide gli individui in base alle loro diversit: individui razionali, individui impulsivi e individui al corpo e ai suoi desideri. Per Platone la divisione degli individui in classi non dipende da un fattore ereditario, ma da un fattore antropologico e psicologico. Per Platone gli uomini si distinguono tra loro non per diritti di nascita, ma per differenti attitudini naturali.

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Il comunismo Platonico
Per un buon funzionamento dello stato e la realizzazione della giustizia, Platone suggerisce leliminazione della propriet privata e la comunanza dei beni per le classi superiori. I custodi dovranno avere case piccole e cibo semplice, vivere come accampati e non avere nessun compenso. Loro e largento saranno proibiti e lo scopo della citt il bene di tutti e non la felicit di una classe, non dovr perci esistere n la ricchezza n la povert. Allo stesso modo, la classe al potere non avr famiglia. Platone ritiene che i governanti debbano avere in comune anche le donne, ovvero la donna dovr partecipare alla vita dello stato su un piano di totale parit e uguaglianza.

I guardiani sono felici?


Per Platone la felicit risiede nella giustizia, cio nelladempimento del proprio compito, per larmonia e la felicit complessiva dello stato. I filosofi, grazie alla loro conoscenza, sono felici gi di per s e non hanno per questo bisogno di cercare la felicit nei beni materiali.

Le degenerazioni dello Stato


Le degenerazioni dello stato corrispondono alle degenerazioni del singolo. Tra queste: o La timocrazia, nasce quando i governatori si appropriano di terre e case; a questo tipo di governo corrisponde luomo timocratico, ambizioso e amante del comando e degli onori, ma diffidente verso i sapienti. o Loligarchia in cui comandano i ricchi, a questo corrisponde luomo avido di ricchezze. o La democrazia in cui i cittadini sono liberi di fare quello che vogliono; a questo corrisponde luomo democratico, che non parsimonioso come loligarchico, ma si abbandona ai desideri. o La tirannide la pi bassa forma di governo, perch il tiranno, per guardarsi dallodio dei cittadini, deve circondarsi degli individui peggiori. Luomo tirannico schiavo delle proprie passioni ed il pi infelice tra gli uomini.

Platone e la democrazia
Platone critica i sofisti, ma anche gli uomini politici che avevano attuato riforme della citt in senso democratico. Questo negativo giudizio sulla democrazia ateniese, nasce, per Platone, dal desiderio di ritrovare un modello aristocratico e da un instabilit politica. Lepoca di Platone segreta infatti dallo scontro tra gli ristoi e il dmos; da questo scontro nasce una contrapposizione di interessi. Secondo la concezione aristocratica a reggere il governo devono essere i migliori (ristoi) , non solo per ricchezza ma per virt e valore personale.
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Invece secondo la concezione democratica a reggere il governo non sono i pochi, ma il popolo. Con la divisione di classi, nella repubblica si ha la staticit del modello gerarchico di coesistenza sociale basato su ruoli fissi e nettamente differenti. Platone giustifica le sue convinzioni sulla disuguaglianza naturale dei cittadini, con quelle che definisce nobile menzogna; infatti la giustizia in Platone comporta una situazione nella quale i governanti sono tenuti a governare e i lavoratori a lavorare, senza che tra loro vi siano interferenze di alcun genere, questo significa che secondo lorganicismo platonico, uno stato sano quando ognuno svolge lattivit che gli propria per il bene di tutti. In questo modo Platone abbatte la tesi sulla necessit di una gestione comune della cosa pubblica e contrariamente a Protagora, ritiene che la politica non sia un arte destinata a tutti, ma solo alla parte aurea della citt. Con il rifiuto della democrazia lo stato assume una fisionomia statalista con regole specifiche. Pur non essendo democratico lo stato politico non deve essere confuso con lo stato tradizionale;infatti lo stato della repubblica aristocratico in quanto chi governa sono i migliori.

Chi custodir i custodi? Limportanza delleducazione nella citt platonica


Secondo Platone i custodi prima di custodire gli altri, dovranno essere in grado di custodire se stessi, questo per il bene comune della citt e non per il loro bene personale. Da questo nasce limportanza del sistema educativo, lo stato infatti secondo Platone dovr configurarsi come una sorta di grande accademia per la formazione di bravi custodi, che se ben addestrati fin dalla nascita a pensare il bene collettivo saranno sempre allaltezza di agire per il bene dello stato. Naturalmente Platone per leducazione al sapere non si riferisce a tutti gli individui, infatti per leducazione della classe lavoratrice il filosofo non fa alcun cenno, convinto che il sapere sia riservato alle classi superiori.

I gradi della conoscenza e leducazione


Leducazione al sapere corrisponde alleducazione alla filosofia; filosofo colui che ama la conoscenza nella sua totalit, perci per Platone allessere (cio alle idee) corrisponde la scienza che la conoscenza vera. Al non essere lignoranza l ignoranza, e al divenire, che sta in mezzo tra lessere e il non essere corrisponde lopinione che a met strada tra conoscenza e ignoranza. I gradi della conoscenza di Platone sono quattro a cui corrispondono quattro gradi della realt. La conoscenza sensibile rispecchia il nostro mondo mutevole e comprende: - La congettura o immaginazione che ha per oggetto le ombre o le immagini degli oggetti - La credenza ha per oggetto le cose sensibili. La conoscenza razionale o scientifica rispecchia il mondo immutabile delle idee e comprende: - La ragione matematica che ha per oggetto le idee matematiche - Lintelligenza filosofica che ha per oggetto le idee valori.
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Platone ritiene che la filosofia sia superiore alla ragione matematica, considerata da lui come scienza suprema in quanto non affronta solo ipotesi indimostrate, ma si occupa anche di problemi delluomo e della citt. Questo non esclude che nel sistema di Platone la matematica rivesta una grande importanza, infatti secondo il filosofo il passaggio della conoscenza sensibile alla conoscenza razionale matematica si fa mediante luso dei metodi di misura.

Il mito della caverna


Uno dei miti pi noti della repubblica e del platonismo il racconto della caverna, qui troviamo soprattutto il dualismo gnoseologico e ontologico, e tratti religiosi che spingono Platone a guardare il nostro mondo come un regno delle tenebre, contrapposto al regno della luce rappresentato dalle idee. Secondo Platone inoltre il ritorno alla caverna fa parte del percorso educativo del filosofo, significa permettere ci che si visto al servizio della comunit e obbedire al vincolo di giustizia. In conclusione soltanto con il ritorno nella caverna luomo avr compiuto la propria educazione e sar veramente filosofo.

La condanna dellarte imitativa


La repubblica importante anche per la storia dellestetica che studia i problemi della bellezza e dellarte, anche se in questopera Platone la esclude dalleducazione dei filosofi. Dal punto di vista metafisico e gnoseologico la esclude perch ritiene che larte sia imitazione di unimitazione, in quanto si limita a riprodurre limmagine di cose e di eventi naturali che sono a loro volta riproduzione delle idee. Dal punto di vista pedagogico- politico Platone ritiene che larte in generale, sia psicologicamente e pedagogicamente negativa per il suo potere corruttore sugli animi; larte secondo il filosofo incatena lanimo alle passioni, inoltre raffigura un mondo dominato dal fato escludendo ogni iniziativa umana. Questa condanna dellarte non riguarda i miti e per Platone larte pu esistere solo in corrispondenza alla filosofia.

Approfondimenti e nuove prospettive


I problemi dellultimo Platone
Abbiamo un ulteriore approfondimento delle teorie del filosofo, nei grandi dialoghi della vecchiaia che rivedendo le proprie dottrine giunge a esiti in parte nuovi; i problemi fondamentali che si impongono al cosiddetto ultimo Platone sono principalmente due: 1. Come devessere pensato il mondo delle idee? 2. Come va concepito il rapporto tra le idee e le realt naturali? Alla prima questione risponde soprattutto il Sofista, alla seconda soprattutto il Timeo.

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Il confronto con Parmenide


Nel Parmenide il filosofo si interroga sulla consistenza della teoria delle idee, rivelandone per bocca di Parmenide, alcune difficolt. In primo luogo, posto che luno lidea, mentre i molti sono gli oggetti di cui lidea costituisce lunit, non si capisce come lidea possa essere partecipata da pi oggetti, o diffusa in essi, senza risultare moltiplicata e quindi distrutta nella sua unit. Inoltre ogni qual volta si considera nella sua unit una molteplicit di oggetti, si avr unidea anche quando si considerer la totalit di questi oggetti pi la loro idea; questa sar un'altra idea che considerata a sua volta con gli oggetti e con lidea precedente, dar luogo a un'altra idea, sino a continuare allinfinito e questo argomento viene chiamato: terzo uomo. Ma il problema principale che emerge nel Parmenide il confronto- scontro con la logica parmenidea. Platone con la teoria di Parmenide in cui afferma che solo lessere , mentre il non essere non si rende conto che questa affermazione decreterebbe la morte della teoria delle idee. Nonostante tutti questi ostacoli, nel Parmenide Platone manifesta di non voler rinunciare alla teoria delle forme ideali, in quanto ribadisce che senza le idee non si potrebbe neanche pensare e filosofare. Nel Teeteto Platone dimostra che per definizione adeguata di scienza bisogna rifarsi alle idee, di conseguenza non rimane che rinunciare al principio eleatico. Nel sofista avviene un vero e proprio parmenicidio.

I generi dellessere e il problema del nulla


Platone per spiegare come possano esistere pi idee e come possano comunicare tra loro elabora la teoria dei generi sommi ovvero degli attributi fondamentali delle idee, che per il filosofo sono cinque: lessere, lidentico, il diverso, la quiete e il movimento. Ogni idea o esiste, e quindi rientra nel genere dellessere; ogni idea identica a se stessa e quindi rientra nel genere dellidentico. Se ogni idea identica a s, ma distinta dalle altre, rientra nel genere del diverso. Secondo Platone lerrore di fondo del filosofo di Elea stato quello di confondere il diverso con il nulla, infatti lunico modo in cui pu esistere il non essere quello dellessere diverso, che per, in quanto tale, non il nulla assoluto, poich partecipa anchesso dellessere. Platone aggiunge i due generi della quiete e del moto. Infatti ogni idea pu starsene in s (quiete) oppure entrare in un rapporto di comunicazione con le altre (movimento).

La nozione generale di essere


Che cos lessere? Platone ricerca una definizione ancor pi generale e universale, e giunge alla tesi secondo cui lessere possibilit. Lessere possibilit in quanto tutto ci che agisce, subisce ed esiste tutto ci che pu entrare in relazione con qualcosaltro.

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La dialettica
Grazie alla dialettica Platone determina quali idee si connettono tra loro e quali no. Nella Repubblica la dialettica viene definita come la scienza delle idee-valori; nel Fedro essa viene presentata come la tecnica stessa del discorso filosofico, il quale si svolge attraverso due momenti: 1. Determinazione e definizione di una certa idea; 2. Divisione dellidea nelle sue varie articolazioni interne. Larte della dialettica resa possibile dalla comunicazione tra le idee; se tutte le idee comunicassero tra loro ogni discorso sarebbe vero e non avrebbe pi senso la dialettica. Platone afferma che alcune idee sono combinabili tra loro e altre non lo sono; la tecnica dialettica consiste nel definire unidea mediante successive identificazioni e diversificazioni, attraverso un processo di tipo dicotomico, che avanza dividendo per due unidea, fino ad arrivare a unidea indivisibile che ci fornisce la definizione specifica di ci che cercavamo. La dialettica infatti: Si costituisce su base ipotetica, in quanto sceglie una definizione di partenza e poi la mette alla prova; Tende a strutturarsi come una ricerca inesauribile e sempre aperta a nuove acquisizioni.

Il bene per luomo: il Filebo


Platone, nel Filebo, intende stabilire che cos il bene per luomo. Evidentemente il bene per luomo una forma di vita e una vita propriamente umana non n una vita divina, n una vita puramente animale. La vita umana sar dunque una vita mista, tra la ricerca del piacere e lesercizio dellintelligenza. Lindagine morale di Platone si trasforma in unindagine metafisica a sfondo matematico, poich quello che deve essere risolto un problema di misura. Platone afferma che il piacere un illimitato e che a esso bisogna imporre un ordine, o una misura, e questa la funzione del limite, ma chi lo impone lintelligenza. Quindi della vita delluomo devono far parte lintelligenza, che sar la causa dellordine e della misura, ma anche il piacere, il quale dovr essere con un limite. Platone ritiene che tutta la vita dellintelligenza debba entrare a far parte della vita umana e che la scienza dellessere in s non sufficiente, ma bisogna ricorrere anche allopinione. In Platone la gerarchia dei valori: al primo posto c lordine, la misura, il giusto mezzo; al secondo posto ci che proporzionato, bello e compiuto; al terzo posto lintelligenza; al quarto posto la scienza e lopinione; al quinto i piaceri puri.

Il Timeo e la dottrina delle idee-numeri Il mito del demiurgo


Nel Timeo viene approfondito il problema cosmologico dellorigine e della formazione delluniverso. Per spiegare meglio il rapporto tra le idee e le cose, Platone introduce un terzo termine mediatore: il demiurgo, una sorta di divino artefice, dotato di intelligenza e di volont, che si trova in una
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posizione intermedia tra le idee e le cose. Allinizio il mondo era solo una materia spaziale priva di vita, che Platone chiama chra o necessit; il compito del demiurgo essendo buono e amante del bene era quello di ordinare le cose del mondo a immagine e somiglianza delle idee. Per rendere questo mondo ancora pi simile al suo modello ideale, il demiurgo ha creato il tempo, misurato dal movimento degli astri. Nel Timeo tutto ci che esiste di positivo e di armonico dovuto al demiurgo, allintelligenza e alle idee, mentre tutto ci che esiste di negativo e di disarmonico dovuto ala materia e alla necessit.

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Nicole Maria Zanon

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Bibliografia:
Il nuovo protagonisti e testi della filosofia

Sitografia:
http://aula.forumfree.it/ http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale

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