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REDDITI DI LAVORO DIPENDENTE

Guida ai Principali Fringe Benefits

Nellambito dei rapporti di lavoro dipendente le aziende ricorrono spesso allerogazione di compensi in natura. La normativa previdenziale e fiscale detta precise regole per la determinazione del reddito imponibile di tali compensi. Con questa guida si forniscono le informazioni, anche con lutilizzo di schemi ed esempi, per la corretta gestione dei fringe benefits.

I principali fringe benefits: quantificazione, aspetti contributivi . I principali fringe benefits: limite di assoggettamento Abrogazione dellagevolazione della previgente agevolazione fiscale sulle erogazioni liberali e sui sussidi occasionali . Buoni per lacquisto di beni e servizi Veicoli aziendali .. Veicoli aziendali: quantificazione del benefit per veicoli ad uso promiscuo .. Veicoli aziendali: calcolo del fringe benefit . I prestiti: quantificazione del benefit I fabbricati: quantificazione del benefit . I telefoni cellulari:quantificazione del benefit Mense aziendali e ticket restaurant .. Riferimenti normativi.

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S O M M A R I O

I PRINCIPALI FRINGE BENEFITS Oltre alle somme in denaro, rientrano tra i redditi di lavoro dipendente anche i cosiddetti fringe benefits. I fringe benefits rappresentano forme di remunerazione complementare alla retribuzione principale, concesse dal datore di lavoro al dipendente o amministratore allo scopo di integrarne la normale retribuzione al fine di incentivarlo ad una maggiore produttivit. QUANTIFICAZIONE Ai fini della determinazione dei valori dei fringe benefit, compresi quelli dei beni ceduti e dei servizi prestati al dipendente (o al soggetto a questo equiparato e, cio al pensionato, al cassaintegrato, etc.) o ai familiari, anche se non fiscalmente a carico, o il diritto di ottenerli da terzi, si deve far riferimento al loro valore normale. Per valore normale si intende il prezzo mediamente praticato per i beni e i servizi della stessa specie o di quelli simili,in condizioni di libera concorrenza e al medesimo stadio di commercializzazione. Occorre inoltre far riferimento al tempo e al luogo in cui i beni o servizi sono stati acquisiti o prestati, e, in mancanza,al tempo e al luogo pi prossimi. La quantificazione del valore normale del bene o servizio deve essere operata in modo diverso a seconda che gli stessi vengano ceduti o prestati dal produttore, dal grossista o dal dettagliante. Per determinare il valore normale si fa riferimento, in quanto possibile, ai listini o alle tariffe del soggetto che ha fornito i beni o i servizi e, in mancanza, alle mercuriali e ai listini delle Camere di commercio e alle tariffe professionali, tenendo conto degli sconti duso. Per quanto riguarda il valore normale di generi in natura prodotti dallazienda e ceduti ai dipendenti esso costituito dal prezzo mediamente praticato dallazienda al grossista. (dal tenore letterale della disposizione discende che la particolare previsione applicabile soltanto ai dipendenti delle aziende che producono beni e che effettuano cessioni ai grossisti, o all'ingrosso e al dettaglio). Si precisa che il reddito da assoggettare a tassazione pari al valore normale soltanto se il bene ceduto o il servizio prestato gratuitamente (ci vale anche nel caso dei beni prodotti dall'azienda e ceduti gratuitamente al dipendente), se, invece, per la cessione del bene (anche in caso di bene prodotto dall'azienda e ceduto al dipendente) o la prestazione del servizio il dipendente corrisponde delle somme (con il sistema del versamento o della trattenuta), necessario determinare il valore da assoggettare a tassazione sottraendo tali somme dal valore normale del bene o del servizio. Va precisato che delle somme in questione si potr tener conto soltanto nel periodo d'imposta in cui sono effettivamente trattenute o versate dal dipendente. In deroga a tale criterio di valutazione, per i pi diffusi fringe benefits sono previste regole specifiche di determinazione. In particolare, vi sono criteri forfetari di quantificazione del valore dei seguenti fringe benefits: veicoli aziendali; prestiti; - fabbricati concessi in locazione, uso o comodato. ASPETTI CONTRIBUTIVI Il datore di lavoro obbligato ad effettuare la trattenuta irpef e il prelievo dei contributi sulla retribuzione che il dipendente percepisce , sia che si tratti di compenso in denaro sia che si tratti di compenso in natura.

I criteri individuati dalla normativa fiscale Art. 51 del Tuir) per la valorizzazione dei compensi in natura valore normale e valore convenzionale slavo alcune deroghe disciplinate dallart. 12 della L. n. 153/1969, sono utilizzati anche per la determinazione della base imponibile contributiva (armonizzazione delle basi imponibili). Per alcuni fringe benefits la determinazione della base imponibile, in deroga al concetto generale di valore normale, individuata facendo riferimento a speciali criteri di determinazione forfetaria dei valori (c.d. valore convenzionale) LIMITE DI ASSOGGETTAMENTO Ai sensi dellarticolo 51, comma 3, del Dpr 917/1986, il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati non concorre a formare il reddito di lavoro dipendente fino allimporto complessivo nel periodo dimposta di 258,23. Il superamento di tale limite comporta lassoggettamento dellintero importo. Si tratta di una previsione di carattere generale applicabile senza dubbio anche con riferimento ai beni per i quali sono state previste specifiche regole di determinazione, quali i veicoli aziendali, prestiti, fabbricati. La verifica che il valore sia non superiore complessivamente nel periodo d'imposta a 258,23, va effettuata con riferimento agli importi tassabili in capo al percettore del reddito e, quindi, al netto di quanto il dipendente ha corrisposto (con il metodo del versamento o della trattenuta e comprensivo dell'eventuale IVA a carico del dipendente) per tutti i beni o servizi di cui ha fruito nello stesso periodo d'imposta, tenendo conto di tutti i redditi percepiti, anche se derivanti da altri rapporti di lavoro eventualmente intrattenuti nel corso dello stesso periodo d'imposta. In sede di tassazione alla fonte del reddito di lavoro dipendente, il sostituto d'imposta deve applicare la ritenuta nel periodo di paga in cui viene superata la predetta soglia di 258,23 e se risulta chiaro che il valore, tenuto conto dell'intero periodo d'imposta, sar complessivamente superiore al suddetto importo, deve effettuare la ritenuta fin dal primo periodo di paga. ABROGAZIONE DELLAGEVOLAZIONE DELLA PREVIGENTE AGEVOLAZIONE FISCALE SULLE EROGAZIONI LIBERALI E SUI SUSSIDI OCCASIONALI Ricordiamo che stata soppressa la disposizione che consentiva di non assoggettare a tassazione le erogazioni liberali di somme in occasione di festivit o ricorrenze alla generalit o a categorie di dipendenti fino ad un importo, nel periodo dimposta, pari a 258,23, nonch i sussidi occasionali concessi in occasione di rilevanti esigenze personali o familiari del dipendente o ai dipendenti vittime dellusura ai sensi della legge 7 marzo 1996 n. 108, o ammessi a fruire delle erogazioni pecuniarie ai sensi del decreto-legge 31 dicembre 1991 n. 419, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 febbraio 1992, 172. Venuta meno la disposizione sulle erogazioni liberali lAgenzia ha ricondotto tali erogazioni in natura nel regime dei compensi in natura. Le erogazioni liberali in natura, quindi, confluiscono nellesclusione dalla base imponibile del reddito di lavoro dipendente prevista per tutti i redditi in natura nel limite di 258,23 euro. Non pi richiesto che le erogazioni siano concesse in occasione di festivit o ricorrenze alla generalit o a categorie di dipendenti. BUONI PER LACQUISTO DI BENI E SERVIZI

Come chiarito dalla Circolare dellAgenzia delle Entrate n. 59E del 22 ottobre 2008, possono rientrate nella previsione di esclusione fino allimporto di 258,23 solo le erogazioni in natura sotto forma di beni o servizi o di buoni rappresentativi degli stessi. Rientrano in questa previsione anche le erogazioni effettuate in occasione delle festivit senza che lerogazione sia concessa alla generalit o categorie di dipendenti, fermo restando che se si supera il valore di 258,23 euro concorre interamente a formare il reddito. A titolo esemplificativo possono rientrare, nel rispetto del limite sopra indicato, i buoni benzina, il pacco natalizio, i doni elargiti in occasione di festivit del dipendente (matrimoni, nascita di un figlio) e ticket o buoni rappresentativi di beni o servizi acquistati dal datore di lavoro e usufruibili presso esercizi convenzionati. Sullargomento lAssonime ha emanato utili approfondimenti che riportiamo di seguito. La conclusione cui giunta lAgenzia delle entrate in merito allassimilazione delle erogazioni liberali in natura ai compensi in natura tout court, ed alla conseguente utilizzabilit della franchigia per gli stessi prevista, ha riacceso il dibattito sulla possibilit di configurare strumenti alternatividi integrazione della retribuzione , non imponibili in capo al dipendente, attraverso lutilizzo di buoni-acquisto (buoni, anche incorporati nelle cosiddette card aziendali, che consentono il ritiro di determinate quantit di merci precedentemente individuate come ad es. buoni carburante) o di buoni sconto (buoni che permettono di acquistare beni o servizi, in azienda o presso terzi, ad un prezzo ridotto rispetto a quello normalmente praticato e che rilevano per la differenza tra valore normale del bene o del servizio e quanto pagato dal dipendente). Il buono costituisce un documento di legittimazione che permette al possessore di ottenere da un soggetto -che pu coincidere o meno con il datore di lavoro - un bene o un servizio, senza corrispettivo oppure a prezzo ridotto, rispetto a quello normalmente praticato: ci si deve chiedere se tale modalit di integrazione della retribuzione possa rientrare tra i benefits agevolati ai sensi del comma 3 dellartt. 51 del TUIR. Sui buoni acquisto esistono alcuni risalenti pronunciamenti di prassi, riferiti ai buoni carburante e alla loro disciplina ai fini dellimposta sul valore aggiunto, nei quali lAmministrazione finanziaria assimila tali buoni sic et simpliciter al denaro (Circolare n. 30E del 1 agosto 1974 e Circolare n. 27/E del 9 agosto 1976). LAmministrazione ha ritenuto che il regime IVA applicabile alla cessione dei buoni carburante fosse quello disposto per il denaro, in quanto la cessione di tali beni rientrerebbe comunque tra le cessioni che hanno per oggetto denaro o crediti in denaro ai sensi dellart. 2, comma 3, lett. a), del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633. Tale interpretazione, se traslata ai fini della determinazione del reddito di lavoro dipendente, non permetterebbe ai buoni in questione di beneficiare della franchigia dei 2.558,23 euro prevista dal comma 3 dellartt. 51 del TUIR, con la conseguenza che tali erogazioni ai dipendenti risulterebbero interamente imponibili. La conclusione espressa dal Ministero in merito ai buoni-acquisto, tuttavia, proprio perch formulata per colmare una lacuna legislativa, pu leggersi come circoscritta esclusivamente al settore di intervento, e cio allimposta sul valore aggiunto. In effetti, ai fini del reddito di lavoro dipendente, anche dopo labrogazione della disposizione agevolativa relativa alle liberalit, i buoni rappresentativi di beni e servizi possono comunque entrare, ad avviso dellAgenzia, nella previsione di esclusione dal reddito di cui al citato comma 3 dellart. 51 se di importo non superiore, nel periodo dimposta, a 2.588,23 euro. FISCO I VEICOLI AZIENDALI Per gli autoveicoli, i motocicli e i ciclomotori utilizzati oltre che per esigenze di lavoro anche

per uso privato ( ad esempio per recarsi al lavoro), concessi cio in uso promiscuo, si utilizza un criterio forfetario che prescinde dalla effettiva percorrenza e dai costi effettivamente sostenuti. Se il veicolo non concesso in uso promiscuo, la suddetta regola forfetaria di valorizzazione del fringe benefit non trova applicazione. In tale ipotesi: per il veicolo concesso per uso esclusivamente personale, il valore del fringe benefit determinato secondo la regola generale del valore normale; lutilizzo di veicoli per uso esclusivamente aziendale non concorre, invece, a formare il reddito del dipendente. QUANTIFICAZIONE DEL BENEFIT PER VEICOLI CONCESSI PER USO PROMISCUO Il valore del fringe benefit pari al 30 per cento dellimporto che corrisponde a una Percorrenza convenzionale di 15.000 chilometri, calcolato sulla base del costo chilometrico di esercizio desumibile dalle tabelle ACI, al netto dellammontare eventualmente trattenuto al dipendente per lutilizzo del mezzo. E' del tutto irrilevante, quindi, che il dipendente sostenga a proprio carico tutti o taluni degli elementi che sono nella base di commisurazione del costo di percorrenza fissato dall'ACI, dovendosi comunque fare riferimento, ai fini della determinazione dell'importo da assumere a tassazione, al totale costo di percorrenza esposto nelle suddette tabelle. Si precisa che, qualora il modello di veicolo utilizzato promiscuamente dal dipendente non sia compreso tra quelli inclusi nelle tabelle in questione, l'importo da assoggettare a tassazione dovr essere determinato prendendo a riferimento quello che per tutte le sue caratteristiche risulta pi simile. Per espressa previsione normativa il costo chilometrico di esercizio desumibile dalle tabelle nazionali che l'Automobile club d'Italia deve elaborare entro il 30 novembre di ciascun anno e comunicare al Ministero delle finanze che provvede alla pubblicazione entro il 31 dicembre, con effetto dal periodo d'imposta successivo. Poich la percorrenza convenzionale utilizzata dal legislatore per determinare il valore del veicolo utilizzato in modo promiscuo determinata su base annua, l'importo da far concorrere alla formazione del reddito, determinato come sopra specificato, deve essere ragguagliato al periodo dell'anno durante il quale al dipendente viene concesso l'uso promiscuo del veicolo, conteggiando il numero dei giorni per i quali il veicolo assegnato, indipendentemente dal suo effettivo utilizzo. Come sopra detto, se il dipendente corrisponde delle somme (con il metodo del versamento o della trattenuta) nello stesso periodo d'imposta, per la possibilit di utilizzare il veicolo in modo promiscuo che il datore di lavoro gli ha concesso, tali somme devono essere sottratte dal valore del veicolo stabilito presuntivamente dal legislatore. Nuova disciplina ai fini iva ( articolo 13 del DPR 633/72) - Lazienda, al fine di poter detrarre liva relativa ai costi dellauto aziendale concessa al dipendente in uso promiscuo, con addebito di un corrispettivo, dovr emettere una fattura al dipendente di un importo pari al valore che verr stabilito con apposito decreto.

IL CALCOLO DEL FRINGE BENEFIT VEICOLI AZIENDALI IN BASE ALLUTILIZZO

UTILIZZO PROMISCUO UTILIZZO ESCLUSIVO PERSONALE UTILIZZO ESCLUSIVO AZIENDALE

= (COSTO CHILOMETRICO ACI X 15.000) x 30% - QUANTO ADDEBITATO AL DIPENDENTE VALORE NORMALE

ZERO

ESEMPIO: MODELLO AUTOMEZZO : AAAA TABELLE ACI NAZIONALI : 0,40 al Km. ( percorrenza 15.000 KM annui) FRINGE BENEFIT : 0,40 X 15.000 X 30% = 1.800 ESEMPIO BUSTA PAGA Retribuzione mensile Fringe benefit (1800 : 12) 1500,00 150,00 1650,00 1493,42

Imponibile Previdenziale (1500+150) Contributi su imponibile previdenziale (1650 x 9,49%) = 156,58 Imponibile Fiscale (1500+150-156,58) I PRESTITI

Tutte le forme di finanziamento concesse dal datore di lavoro al dipendente (eccetto quelle indicate pi avanti) rappresentano fringe benefits, indipendentemente dalla loro durata. Sono compresi anche i finanziamenti concessi da terzi (ad esempio un istituto di credito) con i quali il datore di lavoro ha stipulato un accordo o una convenzione. Rientrano nell'ambito di questa previsione, i prestiti concessi sotto forma di scoperto di conto corrente, di mutuo ipotecario e di cessione dello stipendio, mentre ne restano esclusi le dilazioni di pagamento previste per beni ceduti o servizi prestati dal datore di lavoro. QUANTIFICAZIONE Il valore del prestito sul quale il datore di lavoro obbligato ad effettuare la trattenuta dimposta pari al 50 per cento della differenza tra gli interessi calcolati al suddetto tasso ufficiale di riferimento vigente al termine di ciascun anno e gli interessi calcolati al tasso effettivamente praticato sui prestiti. L'importo cos determinato deve essere assoggettato a tassazione alla fonte al momento del pagamento delle singole rate del prestito stabilite dal relativo piano di ammortamento. In caso di prestiti a tasso variabile (caratterizzati da una variazione del tasso di interesse iniziale) il prelievo alla fonte deve essere effettuato, alle scadenze delle singole rate di ammortamento del prestito, tenendo conto anche delle variazioni subite dal tasso di interesse iniziale.

Nei casi di restituzione del capitale in un'unica soluzione oltre il periodo d'imposta, l'importo maturato va comunque assoggettato a tassazione in sede di conguaglio di fine anno. Esempio Prestito: 10.000,00 Tasso di interesse stabilito: 2% Tasso ufficiale di riferimento: 3% (fine anno) Fringe benefit: 300,00-200,00= 100,00 x 50% = 50,00 ESEMPIO BUSTA PAGA (pagamento rata semestrale) Retribuzione mensile Fringe benefit (50 : 2) 1500,00 25,00 1525,00 1380,28

Imponibile Previdenziale (1500+25) Contributi su imponibile previdenziale (1525 x 9,49%) = 144,72 Imponibile Fiscale (1500+25-144,72)

I FABBRICATI CONCESSI IN LOCAZIONE, USO O COMODATO Il criterio di determinazione del valore di un fabbricato concesso al dipendente diverso, a seconda che egli abbia o no lobbligo di dimora nello stesso e che il fabbricato sia iscritto o no in catasto. In particolare:

se il dipendente non ha obbligo di dimora e il fabbricato va iscritto in catasto, il reddito per il dipendente costituito dalla differenza tra la rendita catastale del fabbricato, aumentata di tutte le spese inerenti il fabbricato stesso, comprese le utenze non a carico dell'utilizzatore (ad esempio luce, gas, telefono, tassa rifiuti,ecc.), e quanto corrisposto per il godimento del fabbricato stesso; se il dipendente ha lobbligo di dimora (ad esempio limmobile concesso al portiere dello stabile) e il fabbricato deve essere iscritto in catasto, il reddito per il dipendente costituito dal 30 per cento della differenza tra la rendita catastale del fabbricato, aumentata di tutte le spese inerenti il fabbricato stesso, comprese le utenze non a carico dell'utilizzatore, e quanto corrisposto per il godimento dellimmobile; se il fabbricato non deve essere iscritto in catasto (ad esempio, i fabbricati situati allestero), il reddito di lavoro dipendente dato dalla differenza tra il valore del canone di locazione determinato in regime vincolistico o, in mancanza, quello determinato in regime di libero mercato, e quanto corrisposto o trattenuto per il godimento del fabbricato.

SENZA OBBLIGO DI DIMORA

CON OBBLIGO DI DIMORA

RENDITA CATASTALE + SPESE INERENTI IL FABBRICATO - SOMMA PAGATA PER LUTILIZZO DEL FABBRICATO

RENDITA CATASTALE + SPESE INERENTI IL FABBRICATO - SOMMA PAGATA PER LUTILIZZO DEL FABBRICATO X 30%

ESEMPIO: FABBRICATO CON RENDITA CATASTALE PARI A: 1.000,00 SPESE CONDOMINIALI,ACQUA,RISCALDAMENTO A CARICO DATORE DI LAVORO: 2.000,00 SPESE ENERGIA ELETTRICA E GAS A CARICO DIPENDENTE: 300 FRINGE BENEFIT : 1.000,00 + 2.000,00 300,00 = 2.700,00

ESEMPIO BUSTA PAGA Retribuzione mensile Fringe benefit (2700 : 12) 1500,00 225,00 1725,00 1561,30

Imponibile Previdenziale (1500+225) Contributi su imponibile previdenziale (1725 x 9,49%) = 163,70 Imponibile Fiscale (1500+225-163,70) TELEFONI CELLULARI

Nel casi in cui al dipendente venga concessa la possibilit di utilizzare il telefono cellulare aziendale anche per fini privati, si configura nei suoi confronti una prestazione di servizi con o senza addebito di un corrispettivo. Si precisa che nel caso di addebito del corrispettivo si realizza una prestazione di servizi imponibile ai fini IVA. Con addebito del corrispettivo Laddebito pu avvenire in forma analitica o forfetaria. Nel caso di addebito in forma analitica lazienda dovr individuare con esattezza, anche a mezzo distinta bolletta del gestore telefonico, i costi delle telefonate private dalla bolletta del fornitore del servizio telefonico e fatturarle al dipendente. Ai fini della quantificazione del fringe benefit la norma fa riferimento al valore normale dei servizi prestati che, nel caso specifico, dato dal costo delle telefonate personali risultante dalla bolletta telefonica. Qualora lazienda addebiti lintero costo delle telefonate private non verr a configurarsi alcun fringe benefit.

Nel caso, invece, di addebito inferiore al valore normale, il compenso in natura tassabile costituito dalla differenza tra detto valore e limporto addebitato al dipendente. Laddebito al dipendente di un importo forfetario per luso privato del telefonino crea il problema di individuazione del valore normale del compenso in natura per la quantificazione del benefit. Lazienda sar obbligata, per evitare contestazioni da parte dellAmministrazione Finanziaria, a determinare tale valore dalla bolletta telefonica distinguendo analiticamente le telefonate effettuate per lazienda da quelle personali. Il fringe benefit determinato dal valore normale dedotte le somme addebitate forfetariamente. Nuova disciplina ai fini iva ( articolo 13 del DPR 633/72) - Lazienda, al fine di poter detrarre liva relativa ai costi del cellulare aziendale concesso al dipendente anche per uso privato, con addebito di un corrispettivo, dovr emettere una fattura al dipendente di un importo pari al valore che verr stabilito con apposito decreto. Senza addebito del corrispettivo Nel caso in cui lazienda conceda al dipendente la possibilit di far uso del cellulare anche per motivi privati senza alcun addebito, il valore normale del fringe benefit, dato dal costo delle telefonate personali risultante dalle bollette telefoniche, interamente imponibile quale reddito di lavoro dipendente.

MENSE

AZIENDALI E PRESTAZIONI SOSTITUTIVE

Le somministrazioni di vitto da parte del datore di lavoro, nonch quelle in mense organizzate direttamente dal datore di lavoro o gestite da terzi non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente. Tra le prestazioni di vitto e le somministrazioni in mense aziendali, anche gestite da terzi, sono comprese le convenzioni con i ristoranti e la fornitura di cestini preconfezionati contenenti il pasto dei dipendenti. Si ritiene che la prestazione in questione debba comunque interessare la generalit dei dipendenti o intere categorie omogenee di essi. La norma, inoltre, stabilisce che non concorrono a formare il reddito anche le prestazioni (ticket restaurant) e le indennit sostitutive di mensa (ad esempio, ai lavoratori delle imprese edili o la panatica dei marittimi a terra) nel limite di un importo massimo complessivo giornaliero pari a 5,29 Si precisa nei ticket restaurant deve essere individuabile un collegamento fra i tagliandi ed il tipo di prestazione cui danno diritto; i tagliandi devono recare sul retro la precisazione che non possono essere cedibili, n cumulabili, n commerciabili e n convertibili in denaro; gli stessi, quindi, dovranno consentire soltanto l'espletamento della prestazione sostitutiva nei confronti dei dipendenti che ne hanno diritto, ed essere debitamente datati e sottoscritti. Va ricordato che l' art. 4 della legge 25 marzo 1997, n. 77, ha precisato che per servizi sostitutivi di mensa resi a mezzo buoni pasto di cui al D.M. lavoro e previdenza sociale 3 marzo 1994, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 66, del 21 marzo 1994, devono intendersi le somministrazioni di alimenti e bevande effettuate dai pubblici esercizi, nonch le cessioni di prodotti di gastronomia pronti per il consumo immediato, effettuate da mense aziendali, interaziendali, rosticcerie e gastronomie artigianali, pubblici esercizi e dagli esercizi commerciali muniti di autorizzazione per la vendita, per la produzione, la preparazione e vendita di generi alimentari, anche su area pubblica e operate dietro commessa di imprese che forniscono servizi sostitutivi di mensa aziendale.

Va, infine, precisato che il legislatore non ha dettato regole particolari in merito alle diverse opzioni disponibili per escludere il pasto del dipendente, in tutto o in parte, dalla formazione del reddito, si ritiene, pertanto, che il datore di lavoro sia libero di scegliere la modalit che ritiene pi facilmente adottabile in funzione delle proprie esigenze organizzative e dell'attivit svolta e che possa anche prevedere pi sistemi contemporaneamente. Ad esempio, pu istituire il servizio di mensa per una categoria di dipendenti, il sistema dei ticket restaurant per un'altra categoria e provvedere all'erogazione di una indennit sostitutiva per un'altra ancora, oppure pu istituire il servizio di mensa e nello stesso tempo corrispondere un'indennit sostitutiva o i ticket restaurant ai dipendenti che per esigenze di servizio non possono usufruire del servizio mensa. Tenuto conto del tenore letterale della norma, , invece, da escludere che lo stesso dipendente, con riferimento alla medesima giornata lavorativa, possa fruire del servizio mensa e utilizzare anche il ticket restaurant o ricevere anche l'indennit sostitutiva del servizio di mensa, fruendo dell'esclusione dalla formazione del reddito di 5,29. Analogamente, in presenza di indennit sostitutiva pari a 1,5 e ticket restaurant con valore nominale di 3,5, non possibile, con riferimento alla stessa giornata, cumulare le due prestazioni sostitutive fino a raggiungere la predetta soglia di esclusione, ma necessario assoggettare a tassazione integralmente una delle due.

Riferimenti normativi: art. 2099 Cod. Civ. (Retribuzione in natura)


La retribuzione del prestatore di lavoro pu essere stabilita a tempo o a cottimo e deve essere corrisposta nella misura determinata dalle norme corporative (1), con le modalit e nei termini in uso nel luogo in cui il lavoro viene eseguito. In mancanza di norme corporative (1) o di accordo tra le parti, la retribuzione determinata dal giudice, tenuto conto, ove occorra, del parere delle associazioni professionali. Il prestatore di lavoro pu anche essere retribuito in tutto o in parte con partecipazione agli utili o ai prodotti, con provvigione o con prestazioni in natura.
---------(1) Le disposizioni riguardanti le norme corporative sono state abrogate per effetto della soppressione dell'ordinamento corporativo, ai sensi del R.D.L. 9 agosto 1943, n. 721.

L. 30 aprile 1969, n. 153, art 12 (determinazione del reddito da lavoro dipendente ai fini contributivi)
1.Costituiscono redditi di lavoro dipendente ai fini contributivi quelli di cui all'articolo 46, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, maturati nel periodo di riferimento. 2.Per il calcolo dei contributi di previdenza e assistenza sociale si applicano le disposizioni contenute nell'articolo 48 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, salvo quanto specificato nei seguenti commi. 3.Le somme e i valori di cui al comma 1 dell'articolo 48 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, si intendono al lordo di qualsiasi contributo e trattenuta, ivi comprese quelle di cui al comma 2, lettera h), dello stesso articolo 48. 4.Sono esclusi dalla base imponibile: a) le somme corrisposte a titolo di trattamento di fine rapporto; b) le somme corrisposte in occasione della cessazione del rapporto di lavoro al fine di incentivare l'esodo dei lavoratori, nonch quelle la cui erogazione trae origine dalla predetta cessazione, fatta salva l'imponibilit dell'indennit sostitutiva del preavviso; c) i proventi e le indennit conseguite, anche in forma assicurativa, a titolo di risarcimento danni; d) le somme poste a carico di gestione assistenziali e previdenziali obbligatorie per legge; le somme e le provvidenze erogate da casse, fondi e gestioni di cui al successivo punto f) e quelle erogate dalle Casse edili di cui al comma 4; i proventi derivanti da polizze assicurative; i compensi erogati per conto di terzi non aventi attinenza con la prestazione lavorativa; e) nei limiti ed alle condizioni stabilite dall'articolo 2 del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 1997, n. 135, le erogazioni previste dai contratti collettivi aziendali, ovvero di secondo livello, delle quali sono incerti la corresponsione o l'ammontare e la cui struttura sia correlata dal contratto collettivo medesimo alla misurazione di incrementi di produttivit, qualit ed altri elementi di competitivit assunti come indicatori dell'andamento economico dell'impresa e dei suoi risultati; f) i contributi e le somme a carico del datore di lavoro, versate o accantonate, sotto qualsiasi forma, a finanziamento delle forme pensionistiche complementari di cui al decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124, e successive modificazioni e integrazioni, e a casse, fondi, gestioni previste da contratti collettivi o da accordi o da regolamenti aziendali, al fine di erogare prestazioni integrative previdenziali o assistenziali a favore del lavoratore e suoi familiari nel corso del rapporto o dopo la sua cessazione. I contributi e le somme predetti, diverse dalle quote di accantonamento al t.f.r., sono assoggettati al contributo di solidariet del 10 per cento di cui all'articolo 9-bis del decreto-legge 29 marzo 1991, n. 103, convertito, con modificazioni, dalla legge 1 giugno 1991, n. 166, e al citato decreto legislativo n. 124 del 1993, e successive modificazioni e integrazioni, a carico del datore di lavoro e devoluto alle

gestioni pensionistiche di legge cui sono iscritti i lavoratori. Resta fermo l'assoggettamento a contribuzione ordinaria nel regime obbligatorio di appartenenza delle quote ed elementi retributivi a carico del lavoratore destinati al finanziamento delle forme pensionistiche complementari e alle casse, fondi e gestioni predetti. Resta fermo, altres, il contributo di solidariet a carico del lavoratore nella misura del 2 per cento di cui all'articolo 1, comma 5, lettera b), del decreto legislativo 14 dicembre 1995, n. 579; g) i trattamenti di famiglia di cui all'articolo 3, comma 3, lettera d), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. 5. L'elencazione degli elementi esclusi dalla base imponibile tassativa. 6. Le somme versate alle casse edili per ferie, gratifica natalizia e riposi annui sono soggette a contribuzione di previdenza e assistenza per il loro intero ammontare. Le somme a carico del datore di lavoro e del lavoratore versate alle predette casse ad altro titolo sono soggette a contribuzione di previdenza e assistenza nella misura pari al 15 per cento del loro ammontare. 7. Per la determinazione della base imponibile ai fini del calcolo delle contribuzioni dovute per i soci di cooperative di lavoro si applicano le norme del presente articolo. 8. Sono confermate le disposizioni in materia di retribuzione imponibile di cui all'articolo 1 del decreto-legge 9 ottobre 1989, n. 338, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 1989, n. 389, e successive modificazioni e integrazioni, nonch ogni altra disposizione in materia di retribuzione minima o massima imponibile, quelle in materia di retribuzioni convenzionali previste per determinate categorie di lavoratori e quelle in materia di retribuzioni imponibili non rientranti tra i redditi di cui all'articolo 46 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. 9. Le gratificazioni annuali e periodiche, i conguagli di retribuzione spettanti a seguito di norma di legge o di contratto aventi effetto retroattivo e i premi di produzione sono in ogni caso assoggettati a contribuzione nel mese di corresponsione. 10. La retribuzione imponibile, presa a riferimento per il calcolo delle prestazioni a carico delle gestioni di previdenza e di assistenza sociale interessate.
--------N.B.: Articolo cos sostituito dall'art. 6, comma 1, D.Lgs. 2 settembre 1997, n. 314.

D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917 (Tuir) Artt. 9 (determinazione dei redditi valore normale) 49, comma 1 e 51, comma 4 (redditi da lavoro dipendente) .omissis
Art. 9 (Determinazione dei redditi e delle perdite) 1. I redditi e le perdite che concorrono a formare il reddito complessivo sono determinati distintamente per ciascuna categoria, secondo le disposizioni dei successivi capi, in base al risultato complessivo netto di tutti i cespiti che rientrano nella stessa categoria. 2. Per la determinazione dei redditi e delle perdite i corrispettivi, i proventi, le spese e gli oneri in valuta estera sono valutati secondo il cambio del giorno in cui sono stati percepiti o sostenuti o del giorno antecedente pi prossimo e, in mancanza, secondo il cambio del mese in cui sono stati percepiti o sostenuti; quelli in natura sono valutati in base al valore normale dei beni e dei servizi da cui sono costituiti. In caso di conferimenti o apporti in societ o in altri enti si considera corrispettivo conseguito il valore normale dei beni e dei crediti conferiti. Se le azioni o i titoli ricevuti sono negoziati in mercati regolamentati italiani o esteri e il conferimento o l'apporto proporzionale, il corrispettivo non pu essere inferiore al valore normale determinato a norma del successivo comma 4, lettera a). 3. Per valore normale, salvo quanto stabilito nel comma 4 per i beni ivi considerati, si intende il prezzo o corrispettivo mediamente praticato per i beni e i servizi della stessa specie o similari, in condizioni di libera concorrenza e al medesimo stadio di commercializzazione, nel tempo e nel luogo in cui i beni o servizi sono stati acquisiti o prestati, e, in mancanza, nel tempo e nel luogo pi prossimi. Per la determinazione del valore normale si fa riferimento, in quanto possibile, ai listini o alle tariffe del soggetto che ha fornito i beni o i servizi e, in mancanza, alle mercuriali e ai listini delle

camere di commercio e alle tariffe professionali, tenendo conto degli sconti d'uso. Per i beni e i servizi soggetti a disciplina dei prezzi si fa riferimento ai provvedimenti in vigore. 4. Il valore normale determinato: a) per le azioni, obbligazioni e altri titoli negoziati in mercati regolamentati italiani o esteri, in base alla media aritmetica dei prezzi rilevati nell'ultimo mese; b) per le altre azioni, per le quote di societ non azionarie e per i titoli o quote di partecipazione al capitale di enti diversi dalle societ, in proporzione al valore del patrimonio netto della societ o ente, ovvero, per le societ o enti di nuova costituzione, all'ammontare complessivo dei conferimenti; c) per le obbligazioni e gli altri titoli diversi da quelli indicati alle lettere a) e b), comparativamente al valore normale dei titoli aventi analoghe caratteristiche negoziati in mercati regolamentati italiani o esteri e, in mancanza, in base ad altri elementi determinabili in modo obiettivo. 5. Ai fini delle imposte sui redditi le disposizioni relative alle cessioni a titolo oneroso valgono anche per gli atti a titolo oneroso che importano costituzione o trasferimento di diritti reali di godimento e per i conferimenti in societ.
---------N.B.: Articolo sostituito dall'art. 1, comma 1, D.Lgs. 12 dicembre 2003, n. 344, a decorrere dal periodo di imposta che ha inizio successivamente al 1 gennaio 2004.

.omissis
Art. 49 (Redditi di lavoro dipendente) 1. Sono redditi di lavoro dipendente quelli che derivano da rapporti aventi per oggetto la prestazione di lavoro, con qualsiasi qualifica, alle dipendenze e sotto la direzione di altri, compreso il lavoro a domicilio quando considerato lavoro dipendente secondo le norme della legislazione sul lavoro. 2. Costituiscono, altres, redditi di lavoro dipendente: a) le pensioni di ogni genere e gli assegni ad esse equiparati; b) le somme di cui all'art. 429, ultimo comma, del codice di procedura civile.

omissis
Art. 51 (Determinazione del reddito di lavoro dipendente) 1. Il reddito di lavoro dipendente costituito da tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d'imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro. Si considerano percepiti nel periodo d'imposta anche le somme e i valori in genere, corrisposti dai datori di lavoro entro il giorno 12 del mese di gennaio del periodo d'imposta successivo a quello cui si riferiscono. omissis 3. Ai fini della determinazione in denaro dei valori di cui al comma 1, compresi quelli dei beni ceduti e dei servizi prestati al coniuge del dipendente o a familiari indicati nell'articolo 12 , o il diritto di ottenerli da terzi, si applicano le disposizioni relative alla determinazione del valore normale dei beni e dei servizi contenute nell'articolo 9. Il valore normale dei generi in natura prodotti dall'azienda e ceduti ai dipendenti determinato in misura pari al prezzo mediamente praticato dalla stessa azienda nelle cessioni al grossista. Non concorre a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente di importo non superiore nel periodo d'imposta a lire 500.000; se il predetto valore superiore al citato limite, lo stesso concorre interamente a formare il reddito. 4. Ai fini dell'applicazione del comma 3: a) per gli autoveicoli indicati nell'articolo 54, comma 1, lettere a), c) e m), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, i motocicli e i ciclomotori concessi in uso promiscuo, si assume il 30 per cento dell'importo corrispondente ad una percorrenza convenzionale di 15 mila chilometri calcolato sulla

base del costo chilometrico di esercizio desumibile dalle tabelle nazionali che l'Automobile club d'Italia deve elaborare entro il 30 novembre di ciascun anno e comunicare al Ministero delle finanze che provvede alla pubblicazione entro il 31 dicembre, con effetto dal periodo d'imposta successivo, al netto degli ammontari eventualmente trattenuti al dipendente; b) in caso di concessione di prestiti si assume il 50 per cento della differenza tra l'importo degli interessi calcolato al tasso ufficiale di sconto vigenti al termine di ciascun anno e l'importo degli interessi calcolato al tasso applicato sugli stessi. Tale disposizione non si applica per i prestiti stipulati anteriormente al 1 gennaio 1997, per quelli di durata inferiore ai dodici mesi concessi, a seguito di accordi aziendali, dal datore di lavoro ai dipendenti in contratto di solidariet o in cassa integrazione guadagni o a dipendenti vittime dell'usura ai sensi della legge 7 marzo 1996, n. 108, o ammessi a fruire delle erogazioni pecuniarie a ristoro dei danni conseguenti a rifiuto opposto a richieste estorsive ai sensi del decreto-legge 31 dicembre 1991, n. 419, convertito con modificazioni, dalla legge 18 febbraio 1992, n. 172; c) per i fabbricati concessi in locazione, in uso o in comodato, si assume la differenza tra la rendita catastale del fabbricato aumentata di tutte le spese inerenti il fabbricato stesso, comprese le utenze non a carico dell'utilizzatore e quanto corrisposto per il godimento del fabbricato stesso. Per i fabbricati concessi in connessione all'obbligo di dimorare nell'alloggio stesso, si assume il 30 per cento della predetta differenza. Per i fabbricati che non devono essere iscritti nel catasto si assume la differenza tra il valore del canone di locazione determinato in regime vincolistico o, in mancanza, quello determinato in regime di libero mercato, e quanto corrisposto per il godimento del fabbricato; omissis

D.Lgs. 2 settembre 1997, n. 314 (circ.Min. Fin. 23 dicembre 1997. n. 326) (armonizzazione dellimponibile fiscale e contributivo) Stralcio

Art. 3 (Determinazione del reddito di lavoro dipendente) 1. L'articolo 48 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, concernente la determinazione del reddito di lavoro dipendente, sostituito dal seguente: "Art. 48. (Determinazione del reddito di lavoro dipendente). 1. Il reddito di lavoro dipendente costituito da tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d'imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro. Si considerano percepiti nel periodo d'imposta anche le somme e i valori in genere, corrisposti dai datori di lavoro entro il giorno 12 del mese di gennaio del periodo d'imposta successivo a quello cui si riferiscono. 2. Non concorrono a formare il reddito: a) i contributi previdenziali e assistenziali versati dal datore di lavoro o dal lavoratore in ottemperanza a disposizioni di legge; i contributi di assistenza sanitaria versati dal datore di lavoro o dal lavoratore ad enti o casse aventi esclusivamente fine assistenziale in conformit a disposizioni di contratto o di accordo o di regolamento aziendale per un importo non superiore complessivamente a lire 7.000.000; i contributi versati dal datore di lavoro alle forme pensionistiche complementari di cui al decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124, e successive modificazioni e integrazioni, salvo quanto disposto dall'articolo 18, comma 1, del citato decreto legislativo n. 124 del 1993; i contributi, diversi dalle quote del t.f.r. destinate ai medesimi fini, versati dal lavoratore alle medesime forme pensionistiche complementari per un importo non superiore al 2 per cento della retribuzione annua complessiva assunta come base per la determinazione del t.f.r. e comunque a lire 2 milioni e 500

mila, a condizione che le fonti istitutive di cui all'articolo 3 del citato decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124, e successive modificazioni e integrazioni, prevedano la destinazione alle forme pensionistiche complementari di quote del t.f.r. almeno per un importo pari all'ammontare del contributo versato, salvo quanto disposto dall'articolo 18, comma 1, del medesimo decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124. La suddetta condizione non si applica nel caso in cui la fonte istitutiva sia costituita unicamente da accordi tra lavoratori; i contributi versati dal lavoratore dipendente ai sensi dell'articolo 2 della legge 8 agosto 1995, n. 335, eccedenti il massimale contributivo stabilito dal decreto legislativo 14 dicembre 1995, n. 579; b) le erogazioni liberali concesse in occasione di festivit o ricorrenze alla generalit o a categorie di dipendenti non superiori nel periodo d'imposta a lire 500.000, nonch i sussidi occasionali concessi in occasione di rilevanti esigenze personali o familiari del dipendente e quelli corrisposti a dipendenti vittime dell'usura ai sensi della legge 7 marzo 1996, n. 108, o ammessi a fruire delle erogazioni pecuniarie a ristoro dei danni conseguenti a rifiuto opposto a richieste estorsive ai sensi del decreto-legge 31 dicembre 1991, n. 419, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 febbraio 1992, n. 172; c) le somministrazioni di vitto da parte del datore di lavoro, nonch quelle in mense organizzate direttamente dal datore di lavoro o gestite da terzi, o, fino all'importo complessivo giornaliero di lire 10.240, le prestazioni e le indennit sostitutive; d) le prestazioni di servizi di trasporto collettivo alla generalit o a categorie di dipendenti; anche se affidate a terzi ivi compresi gli esercenti servizi pubblici; e) i compensi reversibili di cui alle lettere b) ed f) del comma 1 dell'articolo 47; f) le somme erogate dal datore di lavoro alla generalit dei dipendenti o a categorie di dipendenti per le finalit di cui al comma 1 dell'articolo 65, con esclusione di quelle di assistenza sociale e sanitaria, e l'utilizzo delle relative opere e servizi da parte dei dipendenti e dei soggetti indicati nell'articolo 12; g) il valore delle azioni, in caso di sottoscrizione di azioni ai sensi degli articolo 2349 e 2441, ultimo comma, del codice civile, anche se emesse da societ che direttamente o indirettamente, controllano l'impresa, ne sono controllate o sono controllate dalla stessa societ che controlla l'impresa; h) le somme trattenute al dipendente per oneri di cui all'articolo 10 e alle condizioni ivi previste, nonch le erogazioni effettuate dal datore di lavoro in conformit a contratti collettivi o ad accordi e regolamenti aziendali a fronte delle spese sanitarie di cui allo stesso articolo 10, comma 1, lettera b). Gli importi delle predette somme ed erogazioni devono essere attestate dal datore di lavoro; i) le mance percepite dagli impiegati tecnici delle case da gioco (croupiers) direttamente o per effetto del riparto a cura di appositi organismi costituiti all'interno dell'impresa nella misura del 25 per cento dell'ammontare percepito nel periodo d'imposta. 3. Ai fini della determinazione in denaro dei valori di cui al comma 1, compresi quelli dei beni ceduti e dei servizi prestati al coniuge del dipendente o a familiari indicati nell'articolo 12, o il diritto di ottenerli da terzi, si applicano le disposizioni relative alla determinazione del valore normale dei beni e dei servizi contenute nell'articolo 9. Il valore normale dei generi in natura prodotti dall'azienda e ceduti ai dipendenti determinato in misura pari al prezzo mediamente praticato dalla stessa azienda nelle cessioni al grossista. Non concorre a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente di importo non superiore nel periodo d'imposta a lire 500.000; se il predetto valore superiore al citato limite, lo stesso concorre interamente a formare il reddito. 4. Ai fini dell'applicazione del comma 3: a) per gli autoveicoli indicati nell'articolo 54, comma 1, lettere a), c) e m), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, i motocicli e i ciclomotori concessi in uso promiscuo, si assume il 30 per cento dell'importo corrispondente ad una percorrenza convenzionale di 15 mila chilometri calcolato sulla base del costo chilometrico di esercizio desumibile dalle tabelle nazionali che l'Automobile Club d'Italia deve elaborare entro il 30 novembre di ciascun anno e comunicare al Ministero delle finanze che provvede alla pubblicazione entro il 31 dicembre, con effetto dal periodo d'imposta successivo, al netto degli ammontari eventualmente trattenuti al dipendente; b) in caso di concessione di prestiti si assume il 50 per cento della differenza tra l'importo degli interessi calcolato al tasso ufficiale di sconto vigente al momento della concessione del prestito e l'importo degli interessi calcolato al tasso applicato sugli stessi. Tale disposizione non si applica per i prestiti stipulati anteriormente al 1 gennaio 1997, per quelli di durata inferiore ai dodici mesi concessi, a seguito di accordi aziendali, dal datore di lavoro ai dipendenti in contratto di solidariet o

in cassa integrazione guadagni o a dipendenti vittime dell'usura ai sensi della legge 7 marzo 1996, n. 108, o ammessi a fruire delle erogazioni pecuniarie a ristoro dei danni conseguenti a rifiuto opposto a richieste estorsive ai sensi del decreto-legge 31 dicembre 1991, n. 419, convertito con modificazioni, dalla legge 18 febbraio 1992, n. 172; c) per i fabbricati concessi in locazione, in uso o in comodato, si assume la differenza tra la rendita catastale del fabbricato aumentata di tutte le spese inerenti il fabbricato stesso, comprese le utenze non a carico dell'utilizzatore e quanto corrisposto per il godimento del fabbricato stesso. Per i fabbricati concessi in connessione all'obbligo di dimorare nell'alloggio stesso, si assume il 30 per cento della predetta differenza. Per i fabbricati che non devono essere iscritti nel catasto si assume la differenza tra il valore del canone di locazione determinato in regime vincolistico o, in mancanza, quello determinato in regime di libero mercato, e quanto corrisposto per il godimento del fabbricato. .

..Omissis.
Art. 6 (Determinazione del reddito da lavoro dipendente ai fini contributivi) 1. Gli articoli 1 e 2 del decreto-legge 1 agosto 1945, n. 692, recepiti negli articoli 27 e 28 del testo unico delle norme sugli assegni familiari, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1955, n. 797, e l'articolo 29 del testo unico delle disposizioni contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, come sostituiti dall'articolo 12 della legge 30 aprile 1969, n. 153, e successive modificazioni e integrazioni, sono sostituiti dal seguente: "Art. 12. (Determinazione del reddito da lavoro dipendente ai fini contributivi). 1.Costituiscono redditi di lavoro dipendente ai fini contributivi quelli di cui all'articolo 46, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, maturati nel periodo di riferimento. 2.Per il calcolo dei contributi di previdenza e assistenza sociale si applicano le disposizioni contenute nell'articolo 48 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, salvo quanto specificato nei seguenti commi. 3. Le somme e i valori di cui al comma 1 dell'articolo 48 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, si intendono al lordo di qualsiasi contributo e trattenuta, ivi comprese quelle di cui al comma 2, lettera h), dello stesso articolo 48. 4.Sono esclusi dalla base imponibile: a) le somme corrisposte a titolo di trattamento di fine rapporto; b) le somme corrisposte in occasione della cessazione del rapporto di lavoro al fine di incentivare l'esodo dei lavoratori, nonch quelle la cui erogazione trae origine dalla predetta cessazione, fatta salva l'imponibilit dell'indennit sostitutiva del preavviso; c) i proventi e le indennit conseguite, anche in forma assicurativa, a titolo di risarcimento danni; d) le somme poste a carico di gestione assistenziali e previdenziali obbligatorie per legge; le somme e le provvidenze erogate da casse, fondi e gestioni di cui al successivo punto f) e quelle erogate dalle Casse edili di cui al comma 4; i proventi derivanti da polizze assicurative; i compensi erogati per conto di terzi non aventi attinenza con la prestazione lavorativa; e) nei limiti ed alle condizioni stabilite dall'articolo 2 del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 1997, n. 135, le erogazioni previste dai contratti collettivi aziendali, ovvero di secondo livello, delle quali sono incerti la corresponsione o l'ammontare e la cui struttura sia correlata dal contratto collettivo medesimo alla misurazione di incrementi di produttivit, qualit ed altri elementi di competitivit assunti come indicatori dell'andamento economico dell'impresa e dei suoi risultati; f) i contributi e le somme a carico del datore di lavoro, versate o accantonate, sotto qualsiasi forma, a finanziamento delle forme pensionistiche complementari di cui al decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124, e successive modificazioni e integrazioni, e a casse, fondi, gestioni previste da contratti collettivi o da accordi o da regolamenti aziendali, al fine di erogare prestazioni integrative previdenziali o assistenziali a favore del lavoratore e suoi familiari nel corso del rapporto o dopo la sua cessazione. I contributi e le somme predetti, diverse dalle quote di accantonamento al t.f.r., sono assoggettati al contributo di solidariet del 10 per cento di cui all'articolo 9-bis del decreto-legge 29 marzo 1991, n. 103, convertito, con modificazioni, dalla legge 1 giugno 1991, n. 166, e al citato decreto legislativo n.

124 del 1993, e successive modificazioni e integrazioni, a carico del datore di lavoro e devoluto alle gestioni pensionistiche di legge cui sono iscritti i lavoratori. Resta fermo l'assoggettamento a contribuzione ordinaria nel regime obbligatorio di appartenenza delle quote ed elementi retributivi a carico del lavoratore destinati al finanziamento delle forme pensionistiche complementari e alle casse, fondi e gestioni predetti. Resta fermo, altres, il contributo di solidariet a carico del lavoratore nella misura del 2 per cento di cui all'articolo 1, comma 5, lettera b), del decreto legislativo 14 dicembre 1995, n. 579; g) i trattamenti di famiglia di cui all'articolo 3, comma 3, lettera d), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. 5. L'elencazione degli elementi esclusi dalla base imponibile tassativa. 6. Le somme versate alle casse edili per ferie, gratifica natalizia e riposi annui sono soggette a contribuzione di previdenza e assistenza per il loro intero ammontare. Le somme a carico del datore di lavoro e del lavoratore versate alle predette casse ad altro titolo sono soggette a contribuzione di previdenza e assistenza nella misura pari al 15 per cento del loro ammontare. 7. Per la determinazione della base imponibile ai fini del calcolo delle contribuzioni dovute per i soci di cooperative di lavoro si applicano le norme del presente articolo. 8. Sono confermate le disposizioni in materia di retribuzione imponibile di cui all'articolo 1 del decreto-legge 9 ottobre 1989, n. 338, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 1989, n. 389, e successive modificazioni e integrazioni, nonch ogni altra disposizione in materia di retribuzione minima o massima imponibile, quelle in materia di retribuzioni convenzionali previste per determinate categorie di lavoratori e quelle in materia di retribuzioni imponibili non rientranti tra i redditi di cui all'articolo 46 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. 9. Le gratificazioni annuali e periodiche, i conguagli di retribuzione spettanti a seguito di norma di legge o di contratto aventi effetto retroattivo e i premi di produzione sono in ogni caso assoggettati a contribuzione nel mese di corresponsione. 10. La retribuzione imponibile, presa a riferimento per il calcolo delle prestazioni a carico delle gestioni di previdenza e di assistenza sociale interessate.". 2. All'articolo 1, comma 6, ultimo periodo, della legge 8 agosto 1995, n. 335, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: "nonch l'ammontare dei redditi di lavoro dipendente e delle relative ritenute indicati nelle dichiarazioni dei sostituti d'imposta.". 3. Per il 1998, ai fini del calcolo dei contributi di previdenza e assistenza sociale, non concorrono a formare la base imponibile contributiva le indennit di cassa e di maneggio di denaro.

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