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Tecnologia

PROGETTI UMANITARI

COM'E BUONA
1101 lCspresso 119 luglio 2012

questa app

Mappare la deforestazione. Sminare un terreno. Aiutare i senzatetto. Ecco la parte migliore di Internet. Quella socialmente utile
DI CAROLA FREDIANI

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chi usa Google Earth per vedere casa sua e chi lo utilizza invece per bonificare un campo di mine. Magari andando a zoomare sui singoli piloni elettrici che attraversano il Mozambico, molti dei quali sono stati minati durante la guerra civile degli anni Ottanta e Novanta, per individuare quelli pi a rischio. Come ha fatto Halo Trust, una Ong in prima linea nelle azioni di sminamento,che ha creato una mappa di questi tralicci utilizzando il software di Google. Dall'Africa alla Cambogia, l'organizzazione non governativa sfrutta gli strumenti di Google Earth Pro, la versione avanzata del programma di mappe satellitari, per identificare e disegnare le aree minate, verificare i dati inseriti A SINISTRA: raccolti sul campo dal IL MAPPARIUM DI proprio staff attraverso le BOSTON. SOTTO: unit Gps, tracciare i conUNO SMINATORE IN UN CAMPO fini di un terreno pericoDEL NAGORNO loso, decidere dove agire KARABACH, prima e produrre cartine NEL CAUCASO che mostrino i risultati ottenuti. Ma solo uno degli utilizzi intelligenti delle mappe realizzate dal colosso hi-tech. Ad esempio gli indios Surui, che vivono nell'Amazzonia, dotati dai tecnici di Google di training e apparecchiature, hanno usato le mappe del gigante di Mountain View per documentare la deforestazione che rischiava di mangiarsi la loro riserva. Le comunit locali vedono nelle nostre tecnologie un potenziale e spesso ci contattano.

Anche perch alcuni dei nostri strumenti sono in grado di avere un impatto sociale, specie se ulteriormente sviluppati , spiega a "l'Espresso" Simona Panseri, direttore public affairs di Google per l'Italia. Ma le aziende hi-tech non sono le sole a essere consapevoli delle potenzialit collaterali di prodotti nati per il mercato digitale. Negli Stati Uniti il Dipartimento dei Veterani, il ministero che si occupa di dare assistenza agli ex militari, ha appena lanciato una competizione per programmatori con l'obiettivo di creare delle applicazioni per i senza tetto. Il project Reach distribuisce premi da 10 mila dollari per i finalisti di questa gara, ospitata sul sito Challenge.gov, messo in piedi dallo stesso governo americano per trovare soluzioni tecnologiche a problemi sociali. Le app realizzate per gli homeless, ma pi che altro per i device messi a disposizione dai ricoveri che li ospitano, devono fornire in modo molto semplice informazioni utili su dove trovare assistenza sanitaria, uffici di collocamento, strutture di appoggio. Anche San Francisco ha lanciato un bando per realizzare una app che aiutasse gli utenti seguiti dai servizi sociali a individuare facilmente i negozi che accettano i buoni alimentari. Lo ha fatto attraverso Applicationsforgood.org, una no profit specificamente dedicata a favorire la nascita di software per il bene comune. Da due anni tiene un concorso che aiuta i rappresentanti del sociale e i singoli programmatori a mettersi insieme per creare progetti innovativi. Anche qui, per i migliori, premi da 10 mila dollari. Le associazioni e le agenzie locali che si rivolgono a noi hanno soprattutto un'esigenza: come mantenersi in contatto con la propria utenza, ad esempio con chi beneficia di programmi di assistenza; o con chi deve prendere delle medicine, spiega Arthur Grau, community manager di Applications For Good. Gli informatici che partecipano alle nostre
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gare sono spesso giovani che vogliono testare una piattaforma su un pubblico. Insomma, una situazione apparentemente "win win", vantaggiosa per entrambe le parti. K promossa anche a livello governativo. Perch, aggiunge Grau, l'amminis t r a z i o n e O b a m a ha spinto molto questo genere di sfide. C' poi chi scommette sul r u o l o f o r m a t i v o dell'innovazione. Sulla tecnologia come chance individuale per sfuggire alla predestinazione di una classe sociale o di un ghetto. il caso del Center for Digital Inclusion (Cdi), organizzazione che insegna come sviluppare app per smartphone a studenti svantaggiati dei quartieri londinesi di East e South London. Si tratta di adolescenti trai 12 e i 18 anni, che frequentano scuole problematiche, con un alto tasso di immigrati di seconda generazione o di famiglie assistite dai servizi e ai quali viene insegnato come formulare un'idea per un'app, condurre una ricerca di mercato, realizzare il software e presentarlo davanti a un pane! di esperti. Vogliamo creare una generazione capace di risolvere problemi, spiega Iris Lapinski, Geo di Cdi Europe: Pi del 40 per cento dei nostri studenti sono donne, una percentuale pi alta di quella del mondo hi-tech. La ragione che noi non partiamo dalla tecnologia in s,che pu risultare poco affascinante, bens dalla questione da affrontare. Gli studenti cio hanno piena libert di scegliere i temi e gli scopi della loro app. Cos, c' la ragazza originaria del Bangladesh che ne ha creata una per tradurre frasi di ambientazione scolastica dall'inglese al bengalese, con lo scopo di fare comunicare insegnanti e genitori di immigrati. Ci sono i tre ragazzi che ne hanno fatta una per monitorare i frequenti fermi e le perquisizioni per strada effettuate dalla polizia nei confronti di giovani maschi di quartieri difficili: Stop and Search Uk, si chiama, per telefonini Android e BlackBerry. Non tutte le app inventate dai nostri studenti sono su grandi questioni sociali, prosegue Lapinski: A volte riguardano cose come: tenere traccia delle promesse dei genitori, che spesso si dimenticano di quanto detto.
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GLI EFFETTI DELLA DEFORESTAZIONE IN AMAZZONIA VISTI CON L'OCCHIO DI GOOGLE EARTH

Obiettivo: * interesse pubblico


AVAAZ.ORG una Ong internazionale, nata nel 2007, con lo scopo di promuovere l'attivismo su scala globale attraverso petizioni on line, campagne mail, e mobilitazioni soprattutto digitali. Ma pi che un sito di raccolta firme vuole essere una vera e propria comunit globale, localizzata in 15 lingue, tra cui l'italiano. CHALLENGE.GOV. una piattaforma on line gestita dall'amministrazione americana con l'obiettivo di raccogliere le migliori idee per risolvere problemi specifici, attraverso la tecnologia e l'innovazione. Usa un sistema di premi. APPUCATI0NSF0RG00D.ORG Al motto di "Cambia il mondo una app alla volta", una organizzazione americana no profit che mette insieme sviluppatori e Ong o agenzie governative per aiutarli a creare soluzioni tecnologiche di interesse pubblico. APPSF0RGO0D.ORG l'iniziativa lanciata in Gran Bretagna dal Center for Digital Inclusion (Cdi), che organizza dei corsi in decine di scuole britanniche con l'obiettivo di avvicinare gli adolescenti alla programmazione e alla progettazione di app.

Ma se partire dai telefonini, quando si vuole coinvolgere i giovanissimi, quasi una scelta obbligata, su cosa meglio scommettere per fare pressione su governi e politici? Change.org un'idea se l' fatta, portando avanti battaglie sociali a forza di firme. Il sito, lanciato nel 2006 da due studenti della Stanford Universify,permet-

te di organizzare dal basso petizioni on line. Sembrerebbe uno strumento desueto, una conferma degli stereotipi dello slacktivism (da slacker: lavativo, e activism: attivismo), l'idea cio che basti stare sprofondato in poltrona a cliccare sul mouse per cambiare il mondo. Eppure, Change.org dei risultati li ha ottenuti davvero. Grazie alle due milioni di firme raccolte on line, per esempio, ha fatto processare l'assassino di Trayvon Martin, il diciassettenne di colore ucciso da un volontario delle ronde di quartiere, in Florida, che la polizia inizialmente non aveva arrestato. La nostra piattaforma,a differenza di altre, promuove attivamente alcune petizioni ritenute pi importanti o efficaci. In tal caso si contattano i fondatori della campagna e si da loro supporto, racconta Salvatore Barbera, incaricato di lanciare quest'estate l'edizione italiana di Change.org. Che una societ, e si sostiene mettendo in evidenza alcune petizioni a pagamento, un po' come avviene con i video sponsorizzati di YouTube, che restano comunque visibilmente differenziati dagli altri. E poi c' chi reinventa la filantropia a partire dalle operazioni pi quotidiane. Come Benelab.org, un search engine che appoggiandosi al motore di Yahoo devolve tutti i propri ricavi pubblicitari per sostenere battaglie sociali. Fondato e gestito da un gruppetto di studenti delle superiori di Seattle, gi inserito in un incubatore di startup, anche se il suo traffico ancora limitato. Lo scopo di Benelab non essere il miglior motore di ricerca al mondo, o comperere con Google, ma diventare il modo pi semplice per gli utenti di aiutare cause incredibili senza spendere un centesimo spiega il Geo Jack Kim, 17 anni, di ritorno da scuola: Vogliamo dimostrare che la filantropia pu essere incorporata nelle nostre vite quotidiane, specialmente grazie alla tecnologia. D'altra parte quest'ultima pu anche essere usata a un livello molto pi profondo, per influire sulle decisioni individuali pi delicate. Come i filmati interattivi de\\a societ Willlnteractiveche,immergendogli utenti in Lina simulazione con diverse strade da prendere, li educano a fare le scelte migliori in situazioni diffcili. Ad esempio, a evitare lo sfratto se si perde il lavoro.

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