Vous êtes sur la page 1sur 12

CAPITOLO QUARTO

INDAGINE SUL SE' TEORIA


Si ricorder che nel capitolo sulla consapevolezza del S e l'ignoranza del S, Sri Ramana afferm che l'autorealizzazione potrebbere essere provocata semplicemente abbandonando l'idea che ci sia un s individuale che funziona attraverso il corpo e la mente. Alcuni dei suoi discepoli pi progrediti furono capaci di fare ci sveltamente e facilmente, ma gli altri trovarono virtualmente impossibile abbandonare le radicate abitudini di un'intera vita senza intraprendere qualche forma pratica spirituale. Sri Ramana mostr compassione per la loro difficile situazione ed ogni volta che gli veniva chiesto di prescrivere una pratica spirituale capace di facilitare la consapevolezza del S, egli raccomandava una tecnica che chiamava autoindagine. Questa pratica f la pietra angolare della sua filosofia pratica ed i tre capitoli successivi saranno dedicati ad una presentazione dettagliata di tutti i suoi aspetti. Prima di intraprendere la descrizione della tecnica stessa, sar opportuno chiarire le vedute di Sri Ramana sulla natura della mente, poich lo scopo dell'autoindagine scoprire, per diretta esperienza, che la mente non-esistente. Secondo Sri Ramana, ogni attivit conscia della mente o del corpo gira attorno alla tacita supposizione

che ci sia un io che sta facendo qualcosa. Il fattore comune fra io penso, io ricordo, io agisco, l'io che si attribuisce la responsabilit di queste attivit, Sri Ramana chiam questo fattore comune il pensiero io ( aham-vritti). Letteralmente aham-vritti significa modificazione mentale dell'io. Il S o Io reale non immagina mai di fare o pensare qualcosa; l'io che immagina tutto questo un'invenzione mentale e cos chiamato modificazione mentale del S. Poich questa una traduzione piuttosto scomoda di aham-vritti, di solito viene tradotta come il pensiero io. Sri Ramana sostenne l'opinione che la nozione di individualit soltanto il pensiero io che si manifesta in differenti modi. Invece di considerare le diverse attivit della mente ( come l'ego, l'intelletto e la memoria ) come funzioni separate, prefer vederle come forme differenti del pensiero io. Poich egli eguagli l'individualit con la mente e la mente col pensiero io, ne consegue che la scomparsa del senso dell'individualit ( cio la realizzazione del S ) implica la scomparsa sia della mente che del pensiero io. Questo confermato dalle sue frequenti affermazioni secondo le quali dopo la realizzazione del S non ci sono ne pensatore di pensieri, ne esecutore di azioni, ne consapevolezza dell'esistenza individuale. Poich egli sostenne la nozione che il S la sola realt esistente, consider il pensiero io come una supposizione errata priva di una sua reale esistenza. Egli ne spieg la comparsa dicendo che pu apparire ed esistere soltanto identificandosi con un oggetto. Quando sorgono i pensieri, il pensiero io ne reclama la paternit io penso, io credo, io voglio, io agisco, ma non c' un pensiero io separato che esista indipendentemente dagli oggetti con cui si sta identificando. Sembra esistere come una reale e continua entit soltanto a causa dell'incessante flusso di identificazioni che avvengono continuamente. Quasi tutte queste identificazioni possono essere fatte risalire

ad una supposizione iniziale che l'io sia limitato al corpo, come un occupante-padrone o come un'estensione della sua forma fisica. Questa idea io sono il corpo la sorgente originaria di tutte le successive informazioni errate e la sua dissoluzione lo scopo principale dell'autoindagine. Sri Ramana afferm che questa tendenza verso identificazioni autolimitanti pu essere controllata cercando di separare il soggetto io dagli oggetti del pensiero con cui si identifica. Poich il pensiero io individuale non pu esistere senza un oggetto, se l'attenzione focalizzata sul sentimento soggettivo di io o io sono con tale intensit che i pensieri io sono questo, io sono quello non sorgano, allora l'io individuale sar incapace di connettersi con gli oggetti. Se questa consapevolezza dell'io viene sostenuta, l'io individuale ( il pensiero io ) scomparir ed in sua vece ci sar una diretta esperienza del S. Questa costante attenzione alla consapevolezza interiore dell'io o io sono fu chiamata da Sri Ramana autondagine ( vichara ) ed egli la raccomand costantemente come la via pi efficace e diretta per scoprire l'irrealt del pensiero io. Nella terminologia di Sri Ramana il pensiero io sorge dal S, o Cuore, e ritorna nel S quando cessa la sua tendenza a identificarsi con gli oggetti del pensiero. A causa di questo adatt spesso il suo consiglio a conformarsi a questa immagine di un io che sorge e sprofonda. Egli poteva dire: Risali alla sorgente del pensiero io oppure: Scopri da dove sorge l'io, ma l'implicazione era sempre la stessa. Qualunque fosse il linguaggio che usava, egli stava i suoi devoti a mantenere la consapevolezza del pensiero io fino a che si sarebbe dissolto nella sorgente da cui era venuto. Qualche volta egli menzion che il pensare o ripetere mentalmente io avrebbe condotto nella giusta direzione, ma importante notare che questo soltanto uno stadio preliminare della pratica. La ripetizione di io implica ancora un soggetto ( il pensiero io ) che ha la percezione di un oggetto ( i pensieri io, io ) e mentre esiste tale dualit, il pensiero io

continuer a prosperare. Scomparir definitivamente soltanto quando la percezione di tutti gli oggetti, sia fisici che mentali, sar cessata. Questo non provocato dall'essere consapevoli di un io, ma soltanto dell'essere l'io. Questo stadio dello sperimentare il soggetto piuttosto che essere consapevoli dell'oggetto costituisce la fase culminante dell'autoindagine e verr spiegata con maggiori dettagli nel capitolo successivo. Questa importante distinzione l'elemento chiave che distingue l'autoindagine da quasi tutte le altre pratiche spirituali e spiega perch Sri Ramana afferm coerentemente che la maggior parte delle altre pratiche erano inefficaci. Egli fece spesso notare che le meditazioni tradizionali e le pratiche yoga necessitano di un soggetto che medita su un oggetto e di solito aggiungeva che una tale relazione sosteneva il pensiero io invece di eliminarlo. Nella sua visione, tali pratiche possono calmare la mente in modo efficace e possono perfino produrre esperienze beatifiche, ma non culmineranno mai nella realizzazione del S perch il pensiero io non viene isolato e privato della sua identit. Le conversazioni comprese in questo capitolo espongono per la maggior parte il punto di vista di Sri Ramana sul retroterra teorico dell'autoindagine. Gli aspetti pratici della tecnica saranno esposti con maggior dettagli nel capitolo 5. D: Qual' la natura della mente? R: La mente non altro che il pensiero io. La mente e l'ego sono la stessa cosa. Le altre facolt mentali come l'intelletto e la memoria sono soltanto questo. La mente ( manas ), l'intelletto ( buddhi ), il deposito delle tendenze mentali ( chittam ), e l'ego ( ahamkara ); tutti questi sono la mente stessa. Sono come differenti nomi che vengono dati ad un uomo secondo le sue diverse funzioni. L'anima individuale ( jiva ) non altro che quest'anima o ego. D: Come possiamo scoprire la natura della mente,

cio, la sua causa ultima, o il noumeno di cui essa una manifestazione? R: Schierando i pensieri in ordine di importanza, il pensiero io il pi importante. L'idea o pensiero-personalit anche la radice od il tronco di tutti gli altri pensieri, poich ogni idea o pensiero sorge soltanto come pensiero di qualcuno e non si conosce che esista indipendentemente dall'ego. L'ego perci esibisce attivit-pensiero. La seconda e la terza persona ( tu, egli, quello, ecc. ) non appaiono eccetto che alla prima persona ( io ). Perci essi sorgono solo dopo che appare la prima persona, cos tutte e tre le persone sembrano sorgere e sprofondare assieme. Scoprite quindi la causa prima dell'io o personalit. Da dove sorge questo io? Cercatelo all'interno; esso allora svanir. Questa la ricerca della saggezza. Quando la mente indaga incessantemente sulla propria natura, trapela che non esiste una cosa come la mente. Questo il sentiero diretto per tutti. La mente semplicemente pensieri. Di tutti i pensieri il pensiero io ne la radice. Perci la mente solo il pensiero io. La nascita del pensiero io la nostra propria nascita, la sua morte la morte della persona. Dopo che sorto il pensiero io, sorge l'errata identificazione col corpo. Liberatevi dal pensiero io. Fino a che vivo l'io c' angoscia. Quando l'io cessa di esistere non c' pi angoscia. D: S, ma quando mi dedico al pensiero io, altri pensieri sorgono e mi disturbano. R: Vedi di chi sono questi pensieri e svaniranno. Hanno la loro radice nel singolo pensiero io. Trattienilo ed essi svaniranno. D: Come pu una indagine iniziata dall'ego rivelare la sua stessa irrealt? R: L'esistenza fenomenica dell'ego viene trascesa quando ti tuffi nella sorgente da cui sorge il pensiero io. D: Ma l'aham-vritti non soltanto una delle tre forme in cui si manifesta l'ego? Lo Yoga Vasishtha ed altri antichi testi descrivono l'ego come avente una triplice forma. R: E' cos. L'ego descritto come avente tre corpi, il grossolano,

il sottile ed il causale, ma ci soltanto al fine dell'esposizione analitica. Se il metodo dell'indagine dovessere dipendere dalla forma dell'ego, qualunque indagine diventerebbe del tutto impossibile, perch le forme che l'ego pu assumere sono legioni. Perci ai fini dell'autoindagine, devi procedere sulla base del fatto che l'ego abbia una sola forma, cio quella dell'aham-vritti. D: Ma questo potrebbe dimostrarsi non adeguato per la realizzazione di jnana. R: L'autondagine eseguita seguendo la traccia dell'aham-vritti proprio come il cane che rintraccia il suo padrone per mezzo del suo odore. Il padrone pu essere in qualche luogo lontano e sconosciuto, ma questo non impedisce al cane di rintracciarlo. L'odore del padrone una traccia infallibile per l'animale, e null'altro conta, ne il vestito che indossa, ne la sua statura, ecc. Il cane, mentre lo cerca, si attacca senza distrazioni all'odore e alla fine riesce a rintracciarlo. D: Rimane tuttavia la questione del motivo per cui la sorgente dell'aham-vritti, intesa come distinta da altre vritti ( modificazione della mente ), dovrebbe essere considerata il mezzo diretto per la realizzazione del S. R: Sebbene il concetto dell'io o io sono, per consuetudine sia conosciuto come aham-vritti, non realmente una vritti ( modificazione ) come altre vritti della mente. Perch a differenza di altre vritti che non hanno essenziale interdipedendenza, l'ahamvritti ugualmente ed essenzialmente in relazione ad ogni singola vritti della mente. Senza l'aham-vritti non ci possono essere altre vritti, ma l'aham-vritti pu sussistere da sola senza dipendere da nessun'altra vritti della mente. L'aham-vritti perci fondamentalmente differente da altre vritti. Cos la ricerca della sorgente dell'aham-vritti non meramente la ricerca della base di una delle forme dell'ego, ma della fonte stessa da cui sorge l'io sono. In altre parole, la ricerca e la realizzazione della sorgente dell'ego nella forma dell'aham-vritti, implica necessariamente la trascendenza dell'ego in ognuna delle sue possibili forme. D: Ammettendo che l'aham-vritti comprenda essenzialmente

tutte le forme dell'ego, perch dovrebbe essere scelta solo quella vritti come mezzo per l'autoindagine? R: Perch l'unico irriducibile dato della tua esperienza e perch cercarne la sorgente la sola via praticabile che puoi adottare per realizzare il S. Si dice che l'ego abbia un corpo causale ( lo stato dell'io durante il sonno ), ma come puoi farne il soggetto della tua investigazione? Quando l'ego adotta quella forma tu sei immerso nell'oscurit del sonno. D: Ma l'ego nelle sue forme sottile e causale non troppo elusivo per essere afferrato attraverso l'indagine sulla sorgente dell'aham-vritti condotta mentre la mente sveglia? R: No. L'indagine sulla sorgente dell'aham-vritti tocca l'esistenza stessa dell'ego. Perci la sottigliezza della forma dell'ego non una considerazione sostanziale. D: Poich l'unico scopo realizzare l'incondizionato e puro essere del S, che non in alcun modo dipendente dall'ego, come pu essere di alcuna utilit l'indagine che si riferisce all'ego nella forma dell'aham-vritti? R: Da un punto di vista funzionale, l'ego ha solo una caratteristica. L'ego funziona come legame tra il S, che pura coscienza, ed il corpo fisico, che inerte ed insenziente. L'ego perci chiamato chit-jada-granthi ( il nodo tra la coscienza ed il corpo inerte ). Nella tua investigazione sulla sorgente dell'aham-vritti consideri l'aspetto essenziale dell'ego, chit ( coscienza ). Per queto motivo, l'indagine deve condurre alla realizzazione della pura consapevolezza del S. Devi distinguere tra l'io, puro in se stesso, ed il pensiero io. Quest'ultimo, essendo semplicemente un pensiero, vede soggetto ed oggetto, dorme, si sveglia, mangia e pensa, muore e rinasce. Ma il puro io il puro essere, l'eterna esistenza, libera dall'ignoranza e dall'illusione-pensiero. Se rimani come io, come il tuo essere soltanto, senza pensiero, il pensiero io scomparir e l'illusione svanir per sempre. In un cinema puoi vedere le immagini soltanto in una luce molto fioca o nell'oscurit. Ma quando le luci sono accese allora le immagini scompaiono. Allo stesso modo, nella piena illuminazione

del supremo atman, tutti gli oggetti scompaiono. D: Quello lo stato trascendentale. R: No. Trascendere cosa, e per mezzo di chi? Tu solo esisti. D: Si dice che il S sia al di l della mente e tuttavia la realizzazione avviene attraverso la mente. La mente non pu pensarlo. Non pu essere pensato dalla mente e la mente soltanto pu realizzarlo. Come riconciliare queste contraddizioni? R: L'atman realizzato con mruta manas ( la mente morta ), cio, la mente priva di pensieri e volta all'interno. Allora la mente vede la sua stessa sorgente e diventa quello ( il S ). Non come il soggetto che percepisce un oggetto. Quando la stanza buia necessaria una lampada per illuminare affinch gli occhi riconoscano gli oggetti. Ma quando sorto il sole non c' bisogno di una lampada per vedere gli oggetti. Per vedere il sole non necessaria nessuna lampada, sufficente volgere gli occhi verso il sole autoluminoso. La stessa cosa avviene con la mente. Per vedere gli oggetti necessaria la luce riflessa della mente. Per vedere il Cuore sufficente che la mente sia volta verso di esso. Allora la mente perde se stessa ed il Cuore risplende. L'essenza della mente soltanto consapevolezza o coscienza. Tuttavia, quando l'ego domina, essa funziona come la facolt raziocinante, pensante o percepiente. La mente cosmica, non essendo limitata dall'ego, non ha nulla di separato da se stessa ed perci soltanto consapevole. Questo ci che la Bibbia intende con Io sono quello che sono. Quando la mente perisce nella suprema coscienza del proprio S, sappi che tutti i vari poteri a partire dal potere di preferire ( e inclusi il potere di fare ed il potere di conoscere ) sompariranno interamente, risultando un'irreale immaginazione che appare nella propria forma della coscienza. Il samsara, che il ciclo delle nascite e delle morti, la mente impura che funziona pensando e dimenticando. La pura liberazione l'io reale in cui le attivit del pensare e del dimenticare sono perite. E' priva di pramada ( dimenticanza del S ) che la causa della nascita e della morte.

D: Come viene distrutto l'ego? R: Prima affera l'ego e poi chiedi come deve essere distrutto. Chi pone la domanda? E' l'ego. Questa domanda il modo sicuro di nutrire l'ego e non di ucciderlo. Se cerchi l'ego scoprirai che non esiste. Quello il modo di distruggerlo. D: Come viene resa possibile la realizzazione? R: C' un S assoluto da cui proviene una scintilla, come da un fuoco. La scintilla chiamata ego. Nel caso di un uomo ignorante essa si identifica con un oggetto simultaneamente al suo sorgere. Non pu rimanere indipendente da tale associazione con gli oggetti. L'associazione ajnana o ignoranza e la sua distruzione l'oggetto dei nostri sforzi. Se questa tendenza oggettivante viene uccisa, la scintilla rimane pura e inoltre si fonde nella sorgente. L'errata identificazione col corpo dehatma-buddi ( l'idea io sono il corpo ). Questa deve andarsene prima che seguano buoni risultati. L'io nella sua purezza viene sperimentato negli intervalli tra due stati o due pensieri. L'ego come quel ragno che lascia la sua presa soltanto dopo che ne ha afferrata un'altra. La sua vera natura pu essere scoperta quando non pi in contatto con oggetti o pensieri. Questo ego fantasma che privo di forma, nasce afferrando una forma; dura afferrando una forma; nutrendosi delle forme che afferra cresce ulteriormente; abbandonando una forma ne afferra un'altra, ma quando lo si cerca fugge. Solo se esiste quella prima persona, l'ego, nella forma io sono il corpo, esister una seconda e una terza persona ( tu, egli, essi, ecc. ). Se col proprio esame minuzioso sulla verit della prima persona essa viene distrutta, la seconda e la terza persona cesseranno di esistere e la propria natura allora risplender, poich ci sar veramente nello stato del S. Il pensiero io sono questo corpo di carne e sangue l'unico filo sul quale sono infilati gli altri vari pensieri. Perci, se ci volgiamo all'interno chiedendoci: Dov' questo io? tutti i pensieri ( incluso il pensiero io ) termineranno e allora la conoscenza del S risplender spontaneamente.

D: Quando leggo le opere di Sri Bhagavan scopro che l'investigazione viene considerata l'unico metodo per la realizzazione. R: S, quello vichara ( autoindagine ). D: Come viene fatta? R: L'interrogante deve ammettere l'esistenza del suo S. Io sono la realizzazione. Seguire la traccia fino alla realizzazione vichara. Vichara e la realizzazione sono la stessa cosa. D: Ci evasivo. Su cosa mediter? R: La meditazione richede un oggetto su cui meditare, laddove in vichara c' soltanto il soggetto senza l'oggetto. La meditazione differisce da vichara in questo modo. D: Non dhyana ( meditazione ) uno dei processi efficaci per la realizzazione? R: Dhyana concentrazione su un oggetto. Realizza lo scopo di tenere lontano diversi pensieri e di fissare la mente su un solo pensiero, il quale deve anch'esso scomparire prima della realizzazione. Ma la realizzazione non nulla di nuovo da acquisire.E' gi l, ma ostruita da uno schermo di pensieri. Tutti i nostri tentativi sono diretti a sollevare questo schermo e quindi la realizzazione si rivela. Se ai cercatori viene consigliato di meditare, molti potrebbero andarsene soddisfatti di questo consiglio. Ma qualcuno tra loro potrebbe volgersi e chiedere: Chi sono io per meditare su un oggetto? Ad uno cos bisogna dire di scoprire il S. Quella la finalit. Quella vichara. D: Vichara sar sufficiente in assenza della meditazione? R: Vichara il processo ed anche la meta. Io sono la meta e la realt finale. Aggrapparsi a ci vichara. Quando spontaneo e naturale realizzazione. Se si lascia da parte vichara, la sadhana pi efficace, non c' altro mezzo adeguato, qualunque esso sia, per far sprofondare la mente. Se si cerca di calmarla con altri mezzi, se ne star come se lo fosse, ma sorger ancora. L'autoindagine il mezzo infallibile, il solo diretto, per realizzare l'incondizionato assoluto essere che realmente sei. D: Perch soltanto l'autoindagine dovrebbe essere considerata

il mezzo diretto per jnana? R: Perch ogni tipo di sadhana, eccetto quella dell'atma-vichara ( autoindagine ), presuppone la ritenzione della mente come strumento per portare avanti la sadhana, e senza la mente non possono essere praticati. L'ego pu assumere forme differenti e pi sottili in differenti stadi della propria pratica, ma non viene mai distrutto. Quando Janaka esclam: Ora ho scoperto il ladro che mi ha rovinato costantemente. Sar castigato sommariamente. Il re in realt stava riferendosi alla mente o all'ego. D: Ma il ladro pu essere ben acciuffato anche dagli altri tipi di sadhana. R: Il tentativo di distruggere l'ego o la mente attraverso tipi di sadhana diversi dall'atma-vichara come il ladro che finge di essere un poliziotto per afferrare il ladro, cio se stesso. Soltanto l'atma-vichara pu rivelare la verit che ne l'ego ne la mente esistono realmente e pu metterci in grado di realizzare il puro, indifferenziato essere del S o l'assoluto. Avendo realizzato il S, non rimane nulla da conoscere, perch il S perfetta beatitudine, il tutto. D: Perch l'autoindagine pi diretta degli altri metodi? R: L'attenzione sul proprio S, che sempre risplendente come io, l'unica indivisa e pura realt, la sola zattera con cui l'individuo, che illuso dal pensiero Io sono il corpo, pu attraversare l'oceano interminabile di nascite. La realt semplicemente la perdita dell'ego. Distruggi l'ego cercandone l'identit. Poich l'ego non un'entit, svanir automaticamente e la realt risplender da se stessa. Questo il metodo diretto, Laddove tutti gli altri metodi vengono eseguiti soltanto mantenendo l'ego. In quei sentieri sorgono molti dubbi e alla fine rimane da affrontare l'eterna questione Chi sono io?. Ma in questo modo la questione finale l'unica ed sollevata dall'inizio. Nessuna sadhana necessaria per impegnarsi in questa ricerca. Non c' mistero pi grande di questo essendo la realt, cerchiamo di ottenere la realt. Pensiamo che ci sia qualcosa

che nasconde la nostra realt e che deve essere distrutta prima che la realt venga guadagnata. E' ridicolo. Verr un giorno in cui tu stesso riderai dei tuoi sforzi passati. Quello che sar un giorno in cui riderai anche qui e adesso.

**************************

Vous aimerez peut-être aussi