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La difficile impresa della poesia: i Proemi delle tre cantiche

Inferno, canto II, vv. 7-9 Parafrasi O Muse, o mia forza intellettuale, soccorretemi; o memoria, che porti impressa in te la mia visione, qui apparir il tuo valore. Spiegazione Proemio dellInferno: concepito come proemio epico PROTASI E INVOCAZIONE, ma non invoca solo la Musa (primi nove versi). Linvocazione non ha alcuna valenza spirituale, ma un semplice TOPOS LINGUISTICO. Dante invoca le MUSE, la sua CAPACIT DI MEMORIA (collegata strettamente alle Muse, figlie di Giove e della Memoria). Il proemio si apre di notte, riprendendo il concetto virgiliano del sonno concesso a tutte le creature eccetto che a Dante (v. Didone). Si insiste sul fatto che solo Dante non dorme perch dovr affrontare un viaggio pericoloso, accompagnato dalla piet ma anche dalla paura. Controbattuta la piet di Dante: CHI HA COSCIENZA DEL MALE LO DEVE RIFUGGIRE, NON DEVE ESSERNE COMPASSIONEVOLE, ma la piet di Dante nasce dalla drammaticit delle situazioni. Purgatorio, canto I, vv. 1-12 Parafrasi La navicella della mia intelligenza alza le sue vele per prepararsi ad una materia pi serena, lasciandosi dietro un mare cos tempestoso; e canter di quel secondo regno dove lanima umana si purifica e diviene degna di salire al cielo. Ma qui la poesia dei morti spiritualmente si innalzi, o sante Muse, poich sono vostro; e qui Calliope levi pi alta la sua voce, accompagnando il mio canto con quella melodia di cui le sciagurate Piche sentirono la tale superiorit che disperarono il perdono. Spiegazione In onore ai poemi antichi inizia con un PROEMIO PROTASI (vv. 1-6) INVOCAZIONE ALLA MUSA (vv. 7-12) Dante annuncia il suo distacco dalla materia dellInferno e dice che alzer la vela della nave del suo ingegno per raggiungere un argomento pi alto, quello delle anime che si purgano per raggiungere la salvezza. Poi Dante invoca le Muse, soprattutto Calliope, e infine fa negli ultimi versi un riferimento mitologico (v.n. 10-12). Chiede a Calliope di sostenerlo. Si trova poi il mito delle Piche, che un mito TEMATICO di SUPERBIA PUNITA invito indiretto allumilt (= AVERE CONSAPEVOLEZZA DEI PROPRI LIMITI, SUBORDINAZIONE A DIO, ACCETTARE LAIUTO DIVINO). Umilt la parola chiave dellintero canto. Solo se si umili si possono vedere le quattro stelle viste da Dante allinizio del canto. Questumilt il perfetto contrario della superbia di Ulisse. Paradiso, canto I, vv. 1-36 Parafrasi La luce gloriosa di Dio penetra e risplende nelluniverso in misura maggiore in un luogo e minore in un altro. Io sono stato nel cielo che assorbe la maggior quantit di luce divina, e ho visto cose che chi ritorna da lass non capace, n pu ridire; poich avvicinandosi a Dio, loggetto del suo desiderio, la nostra mente si addentra cos tanto che la memoria non pu seguirla. Tuttavia ora sar materia del mio canto quanto del regno santo ho potuto trattenere nella mia mente. O eccellente Apollo, infondi in me tanto della tua ispirazione, quanto tu ne richiedi per concedere lincoronazione poetica. Fino a qui mi stato sufficiente laiuto delle Muse; ma adesso mi necessario laiuto di entrambi per affrontare lultimo argomento. Entra nel mio petto ed ispirami cos come quanto vincesti Marsia e lo scorticasti. O virt divina, se ti concedi a me tanto che io possa esprimere limmagine del Paradiso impressa nella mia mente, mi vedrai venire ai piedi del tuo amato alloro e coronarmi delle foglie di cui tu e la materia mi renderete

Elisa Pardini 2007

degno. Cos di rado, o padre, si coglie lalloro per il fatto che trionfi un imperatore o un poeta, e questo colpa e vergogna dei pervertiti desideri umani, che la fronda dellalloro dovrebbe essere motivo di letizia al gi lieto Apollo, quando desta brama di s in qualcuno. Un grande incendio segue una piccola scintilla: forse dopo di me si innalzeranno voci migliori per chiedere lispirazione ad Apollo. Spiegazione Si apre con un proemio, il pi lungo delle tre cantiche, fatto di dodici terzine (nel Purgatorio erano 4, nellInferno 1). La prima parte la protasi, poi linvocazione, che inizia al v.13 con un riferimento ad Apollo. Dante ci dice che stato nel Paradiso e ha visto scene ineffabili, che lui non riesce a riferire, perch pi lanima si avvicina a Dio, pi essa subisce un processo di approfondimento nella realt divina, che la memoria incapace di ricordare. Dante dice quindi che lui narrer agli uomini ci che riesce a ricordare di aver visto nel Paradiso. Chiede poi ad Apollo di dargli lispirazione adatta per riuscire a completare questa cantica ed essere coronato di alloro e di gloria poetica. Si rivolge sempre al dio e gli chiede di aiutarlo ad esprimere il ricordo del Paradiso, seppur sbiadito, per poter aspirare alla gloria. Rare volte si fa unimpresa talmente degna di essere incoronata con lalloro, sia da parte dei poeti, sia dei condottieri e questo motivo di vergogna: il dio dovrebbe essere felice se ha di fronte un uomo che aspira alla gloria, perch significa che disposto a compiere una grande impresa. A volte per avere un gran fuoco basta una piccola scintilla Dante: dopo di lui possono esserci poeti migliori che, traendo spunto da lui, possano dar vita ad una letteratura importante. v. 36 termine del proemio. Il proemio di stampo tradizionale, con PROTASI ed INVOCAZIONE: Dante dice che canter una materia molto difficile perch le facolt umane sono insufficienti per trattenere il ricordo dellesperienza vissuta (v. 1-12); linvocazione rivolta ad Apollo, perch le Muse non sono pi sufficienti SINCRETISMO CULTURALE (=il mondo pagano una prefigurazione imperfetta del mondo cristiano) APOLLO = DIO E SAGGEZZA; MUSE = SCIENZA UMANA. Fa anche un altro riferimento mitologico a Marsia, esempio di superbia punita che serve a richiamare Dante stesso ed il lettore allumilt intellettuale, riconoscendo che lintelletto umano ha dei limiti molto forti e non basta da sola a raggiungere la verit, ma deve essere dapprima accompagnata e poi sostituita dalla fede. Dante vorrebbe essere incoronato dalloro gloria poetica, ma questa gloria legata allaltezza della materia e allaiuto datogli dal dio alla sua umilt. La gloria un riconoscimento da parte di Dio della missione di Dante, guida spirituale e morale per lumanit; essa ormai un concetto dimenticato dal mondo, nessuno la cerca pi perch i desideri umani sono bassi e meschini, non aspirano a niente di alto; Dante, al contrario di questumanit degradata, vuole riportare lordine divino nel mondo, ormai deviato e sconvolto.

Elisa Pardini 2007

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